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Un vero caso clinico!

In classe regnava il silenzio. Morivamo tutti dalla voglia di vedere com’era la nostra nuova prof.

Improvvisamente si è aperta la porta ed è comparsa una vecchia signora, molto alta e magra. Portava uno strano cappello. Sembrava un cappello da strega. Il suo vestito, invece, con le streghe non c’entrava niente.

Era una specie di abito da sera fuori moda con nastri e pizzi, un tantino logoro ma ancora grazioso.

La nuova prof calzava degli anfibi di cuoio con una bella suola solida. Scarponi adatti a camminare nei boschi, scalare montagne… In ogni caso, non scarpe per andare a scuola.

La guardavamo con gli occhi fuori dalle orbite.

Tutti gli sguardi erano fissi su di lei. Si è avvicinata tranquillamente alla finestra.

Ha guardato fuori. Poi ha sorriso. La nuova prof aveva un bel sorriso.

Si è diretta alla cattedra e in quel momento mi sono resa conto che non aveva con sé né una borsa con i libri né altro. Tutti hanno trattenuto il fiato. Avremmo finalmente saputo se era fissata con l’Aritmetica o con la Grammatica.

Si è sistemata per bene l’orlo del vestito, poi ha sollevato con estrema delicatezza la larga tesa del cappello e l’ha appoggiato sul tavolo.

Ha fatto il giro della cattedra, poi ci si è seduta sopra. Si è schiarita la voce e ci ha sorriso. Eravamo come ipnotizzati.

– Buongiorno… – ha cominciato. Aveva una voce allegra e musicale, un po’ timida.

Per caso, avete voglia di fare… Matematica? – ci ha chiesto. Nessuno ha risposto. Eravamo tutti sbalorditi. Allora si è rivolta a Guillame.

– A lei, signore, andrebbe di cominciare la giornata con qualche divisione o preferirebbe un po’ di Geometria?

Guillame ha orrore di tutto ciò che assomiglia a un numero.

No… No, signora… Ehm… No, signorina. Ehm. Non mi andrebbe per niente.

La cosa più strana è che la nuova prof è sembrata entusiasta della risposta.

– Allora le piacerebbe affrontare l’analisi logica?

A quel punto è intervenuto Mario: – No. Qui tutti detestano l’analisi logica. Ci dà incredibilmente sui nervi…

La nuova prof gli ha rivolto un sorriso rapito. I suoi occhi scintillavano di gioia.

Davvero? Ah! Meglio così! A me fa lo stesso identico effetto. Queste sono state le esatte parole della nostra nuova prof. In quel momento, ho pensato che forse quella strana signora veniva da un altro pianeta.

Lettura Critica

Ti è piaciuto questo racconto?

Ti è mai capitato di vivere una situazione simile a quella narrata?

CHE COSA SO?

Dopo aver ascoltato la lettura dell’insegnante, disegna la professoressa. Poi, dopo la lettura autonoma, controlla se hai inserito nel disegno tutti i particolari.

A Nalisi A

RICONOSCI alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo

Questa descrizione è oggettiva perché il narratore: inserisce commenti e sensazioni personali. non esprime giudizi o impressioni personali.

Sottolinea: in la descrizione dell’aspetto fisico; in la descrizione dell’abbigliamento; in la descrizione dell’atteggiamento nei confronti degli alunni; in la descrizione delle abitudini.

Andrew Clements, Drilla, Fabbri

Mrs. Granger

Mrs. Granger era l’insegnante di lingua nelle classi quinte.

Mrs. Granger viveva da sola in una bella casetta nella zona vecchia della città. Aveva una vecchia macchina azzurra che usava per venire a scuola tutte le mattine, con la pioggia e con il bel tempo, con la neve e la tormenta, con la grandine e il tornado. Vantava un irraggiungibile record di presenze che durava da più tempo di quanto si riuscisse a ricordare. Aveva i capelli quasi bianchi, tirati e raccolti dietro la testa in una cosa che assomigliava a un nido. A differenza di alcune insegnanti più giovani, non portava mai i pantaloni a scuola. Aveva due completi gonna e giacca, la divisa grigia e la divisa blu, che portava sempre con sotto una camicia bianca e con un piccolo cammeo al collo. Mrs. Granger era una di quelle persone che non sudano mai. Dovevano esserci almeno trenta gradi prima che si decidesse a togliersi la giacca. Era piccolina, per essere un’insegnante: in quinta c’erano dei ragazzi più alti di lei. Ma Mrs. Granger sembrava un gigante. Erano i suoi occhi a fare quell’effetto. Erano grigio scuro, e quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere.

Sapevano anche scintillare e ridere, e i bambini dicevano che era brava a scherzare, a volte. Ma non erano le sue battute a renderla celebre.

Tutti gli insegnanti di lingua del mondo si divertono a far usare il dizionario ai bambini.

Ma Mrs. Granger non si divertiva a far usare il dizionario. Lei amava il dizionario. Lo venerava quasi. Mrs. Granger aveva una collezione di trenta dizionari su uno scaffale in fondo alla classe.

Cristina Bellemo, Gioia Marchegiani, Tipi, Edizioni Gruppo Abele

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