Introduzione Una condizione di disbiosi intestinale può provocare: ◗ carenza di vitamina B12; ◗ sindrome del colon irritabile; ◗ gonfiori e meteorismo; ◗ emorroidi; ◗ artrite reumatoide; ◗ dermatiti, dermatosi; ◗ mal di testa; ◗ sindrome della stanchezza cronica; ◗ obesità e sovrappeso; ◗ ansia e nervosismo generalizzati. Che cosa fare in presenza di disbiosi Per intervenire efficacemente sulla disbiosi intestinale è fondamentale riequilibrare la dieta quotidiana, eliminando o riducendo gli zuccheri semplici (zucchero saccarosio, dolci e bibite che lo contengono), e utilizzando cereali e derivati integrali (pane, pasta, riso ecc.). In alcuni casi, potrebbe essere utile anche l’eliminazione dalla dieta del grano, dei suoi derivati (pane, pasta, cracker ecc.) e delle foglie di colore verde scuro (ma solo per brevi periodi), perché attivano fermentazioni “negative” per la flora intestinale.
Le
grandi alleate dell’intestino: le fibre
I batteri buoni che compongono la microflora intestinale necessitano di nutrimento e di stimolo affinché possano mantenere al massimo la loro attività. In questo senso le fibre alimentari rivestono un ruolo molto importante. Impariamo a conoscerle meglio… Fibre solubili e insolubili Le fibre alimentari si distinguono in solubili e insolubili. Le fibre solubili (quelle che si sciolgono in acqua) sono: ◗ pectine; ◗ guar; ◗ galattomannani; ◗ gomma; ◗ mucillagini. 13