VINO La riscossa della viticoltura camuna
Vini dei Pitoti di Riccardo Lagorio
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ome in una fotografia scattata a fine Seicento, il padre minore riformato GREGORIO BRUNELLI affresca il fondovalle camuno che si incarna “prima nella pianura a verdeggiare prati e germogliare campi, poi nella costa e nei dossi a stendersi in alte pergolate e lunghe file le viti co’ pampini” (CURIOSJ TRATTENIMENTI, Venezia, 1698), chiarendo che le Schiave e i
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Moscati danno migliori risultati. Scavata dai ghiacciai e rimodellata dallo scorrere delle acque del fiume Oglio, la Valcamonica, in provincia di Brescia, rappresenta un territorio complesso per la sua storia e la sua geografia. Alla fine delle interminabili gallerie che infilano le montagne a picco sul lago d’Iseo, la Valcamonica si apre come per miracolo. Il paesaggio, descritto
da muretti a secco e da terrazzamenti che hanno reso possibile l’utilizzo dei pochi spazi disponibili, per secoli si è fondato su un sistema agricolo centrato sulla viticoltura e sulla castanicoltura. Losine, Ono, Erbanno, Cerveno e Gorzone sono le località che più di altre vengono citate come migliori per la produzione di vino nei documenti tra Sette e Ottocento.
Premiata Salumeria Italiana, 5/20