La Storia della Musica Pop a Fumetti

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ABBA Sono il gruppo svedese più famoso al mondo, tanto che a metà anni ’70, grazie ai successi internazionali, risolleva l’economia del paese assieme alla Volvo. il nome è formato dalle iniziali dei quattro membri: Agnetha Faltskog, Annifrid Lyngstad, Benny Andersson e Bjorn Ulvaeus, due uomini e due donne che formano rispettivamente due coppie nella vita privata. Questo sodalizio sentimentale e artistico strega il grande pubblico e quando, nel 1971, Benny e Agnetha convolano a nozze, il matrimonio è salutato con un vero tripudio nazionale.

Gli ABBA pubblicano il loro primo disco, “Ring Ring”, due anni più tardi. Va bene in Svezia ma non sfonda sul mercato statunitense. Esce con i nomi dei componenti per esteso e non con l’acronimo poi diventato celebre. il secondo album, “Waterloo”, è dell’anno successivo e spopola anche in USA, arrivando sesto in classifica. Da lì per gli ABBA è un susseguirsi di successi mondiali fino all’inizio degli anni ’80. Singoli irresistibili come “Mamma mia”, “Fernando” “Dancing Queen” e “Take A Chance On Me” sono le pietre miliari del cammino dorato che conduce alla deludente città di Smeraldo. Nel 1981 infatti, dopo l’uscita di “The Visitors”, sempre primo in Svezia ma in netto calo di vendite nel resto d’Europa e Stati Uniti, la band si ferma, anche se non dichiara ufficialmente lo scioglimento.


La causa sarebbe la fine dell’amore tra le due coppie, la cui vita insieme è stata messa a dura prova dai pesanti tour e lo stress di realizzare sempre nuovi successi all’altezza (0 magari superiori) ai precedenti. Le due ragazze, Ann e Agnetha, proseguono come soliste con discreto successo mentre Benny e Bjorn decidono di dedicarsi alla gestione dei Polar Studios, considerati i più avanzati studi di registrazione al mondo, anche se qualche volta si concedono nuove avventure artistiche come nel caso del musical “Chess” del 1985.

il ritorno dell’ABBA-Mania comincia nel 1992, quando gli U2 decidono di omaggiarli a sorpresa a Stoccolma, con una cover dal vivo di “Dancing Queen”. Nello stesso anno esce una raccolta dal titolo “ABBA Gold” che riscuote un grande successo diventando per la band l’album più venduto di sempre.

Nonostante frequenti voci di un ritorno, sempre smentite, la presenza/assenza degli ABBA ha accompagnato tutti gli ultimi vent’anni. Oltre a un musical di grandissimo successo basato sulle loro più celebri canzoni, “Mamma Mia”, interpretato al cinema da Meryl Streep e Colin Firth, si è parlato della band svedese sia per la nomina di “Waterloo” a miglior canzone Eurovision di sempre che per l’apertura di un museo a loro dedicato e l’inserimento di ben 20 loro canzoni nel videogioco “Singstar ABBA” per Playstation 2 e 3. Dopo l’ennesima notizia di una reunion fasulla il gruppo decide di farne una sul serio secondo i tempi e i modi che andranno bene a tutti e quattro i membri e soprattutto non a scopo di lucro ma per sporadici eventi benefici.


ADELE La cantante londinese nasce nel quartiere di Tottenham da due ragazzi troppo giovani per capire cosa stiano facendo. Poco dopo l’arrivo della piccola i genitori si lasciano e lei va a vivere con la madre a Brighton. La distanza e i problemi di alcol del padre sono la causa del loro difficile rapporto. La bambina cresce infelice e solo i videoclip delle Spice Girls le danno sollievo e alimentano la sua passione per il canto. Dopo il diploma Adele inizia a studiare il soul di Ella Fitzgerald e, grazie ai video delle sue interpretazioni caricati su mySpace, diventa famosa ancor prima di firmare un contratto discografico. il primo album “19” è Caratterizzato da sentimenti di tristezza e sconforto sentimentale. il secondo lavoro si intitola “21” e ribadisce l’idea di usare il titolo per tenere il conto degli anni. il super singolo “Someone Like You” la porta in cima alle classifiche in Europa e negli Stati Uniti ma un’emorragia alle corde vocali la costringe a cancellare tutte le date del tour imminente. Quando torna in scena mostra un fisico più asciutto, risultato di una durissima dieta e di prolungate sedute in palestra. i giornali iniziano a ipotizzare problemi di bulimia ma la cantante ci tiene a precisare che non è per le critiche al suo aspetto fisico che è diventata un figurino bensì per la salute della sua stessa voce.

il suo ex ragazzo, dato il successo ottenuto da Adele con quelle canzoni, ritenendosi la causa prima della sofferenza che le ha ispirate, guadagna la palma di “peggior stronzo” del 2011 chiedendole una percentuale sui proventi e facendole persino Causa per averglieli rifiutati.


Nonostante la rinuncia ai cibi piccanti, al caffè e all’alcol (ma non alle sigarette) ricomincia il suo cammino di successi e riconoscimenti. Nel 2012 vince l’oscar con la canzone “Skyfall”, nella colonna sonora dell’ennesimo 007 e, tre anni dopo, il suo terzo album “25” conferma tutte le cifre e gli entusiasmi dei precedenti lavori. La reiterata malinconia dei testi di Adele e l’umore generale delle sue canzoni è fondamentale per spiegarne il successo: il mondo è pieno di persone sole e disperate che necessitano di aggrapparsi a un filo di speranza e di luce in mezzo al temporale: quell’appiglio è la veleggiante voce della vocalist inglese. il suo insistere su tematiche deprimenti però scatena anche un via vai di commenti sarcastici e tormentoni social.

Nonostante ciò Adele fa spallucce, è una ragazzona forte e semplice, ama il chewingum e non se ne priva nemmeno durante le cerimonie di premiazione, come non rinuncia mai alle parolacce. ha una media di un “fuck” ogni 2,7 minuti; inoltre è irruenta, rumorosa e autoritaria. La sua dolorosa esperienza di figlia e poi di amante scaricata le hanno insegnato a ridere forte in faccia alla vita e alle sue tremende difficoltà. Quando il noto produttore Tony Visconti dice, in un’intervista, che secondo lui Adele “trucca” la sua voce in studio, lei gli risponde, molto diplomaticamente: “succhiami il cxxxo!”


JUSTIN BIEBER Un giorno una madre inizia a postare in rete i video del figlio. Lui è così adorabile quando canta i brani di Timberlake. in effetti i “Like” si sprecano ma, quando un produttore di nome Scooter Braun si fa vivo con l’intenzione di portare il ragazzino ad Atlanta a registrare un demo sotto la supervisione di Usher, lei quasi non vorrebbe mandarlo. inutile resistere, il bimbo è un fenomeno, un irresistibile “lolito” per casalinghe, un angelo sfolgorante capace di condurre in un paradiso ormonale ogni ragazzina con una scossa di quel casco di capelli allo zucchero grezzo.

Gli basta pubblicare un EP d’esordio, “My World”, per conquistare il teenworld e ritrovarsi a cantare “Someday At Christmas” di Steve Wonder alla Casa Bianca in occasione della cerimonia natalizia, davanti al presidente Obama. Nel 2010 pubblica l’album “My World 2.0” e ottiene i responsi più alti di tutta la sua carriera. “Baby”, primo singolo estratto, è il suo brano più noto e amato in assoluto. Alla pubertà fa seguito non solo un cambiamento fisico e vocale. il ragazzo, criticato per l’immagine eccessivamente melensa e ruffiana, inizia una via crucis di scandali a base di sesso, violenza e figuracce che appesantiscono in breve tempo di un velo sulfureo quel suo sorrisino. Mentre i suoi dischi continuano a vendere e le iniziative umanitarie in favore di gay e terremotati nutrono il cuore delle sue fan, il discolo Justin picchia fotografi che non gli permettono di pomiciare in pace l’attrice e bambolina del pop Selena Gomez; aggredisce l’autista della sua limousine per non ben dichiarati motivi e poi si costituisce alla polizia di Toronto donando al mondo l’immagine segnaletica più “innocentina” della storia del Crimine.


Seguono le guide in stato di ebbrezza, le rapine ai danni di vecchiette, le risse e i festini a base di sesso, droga ed heavy metal a cui ogni invitato può partecipare solo dopo aver firmato un documento che lo impegna a non divulgare qualsiasi cosa veda o senta durante lo svolgimento dei party scatenati. Pena? il pagamento di cinque milioni di dollari! Tra le sue uscite pubbliche più recenti si registrano quella in un bordello di lusso, in cui è sorpreso in stato confusionale, e la visita alla casa museo di Anna Frank, in cui non perde occasione di farsi promozione scrivendo sul libro dei visitatori che anche lei forse sarebbe stata una “belieber”. Ogni sua bravata finisce per essere giustificata dai giornali come una marachella di un giovane che paga la mancanza di un’adolescenza normale e che è cresciuto troppo lontano dal padre naturale.

Tutto diventa spot nel mondo del pop e a volte viene il sospetto che, dietro la fase teppistica di “Baby Bieber” esplosa dal 2012 in modo così debordante, vi sia la gestione spregiudicata del suo manager Scooter Brown, consapevole che le grandi star lo restano grazie non solo all’amore e all’ammirazione del mondo ma anche grazie all’odio, alla pietà e talvolta anche al disprezzo.


JUSTIN TIMBERLAKE Wikipedia riporta che è considerato il più importante cantautore maschio dopo Michael Jackson e - che ci crediate o no - i premi e le vendite dei suoi dischi sembrano confermarlo. Questo ragazzo con manie compulsive clinicamente riconosciute e un deficit d’attenzione, che lo rende insopportabilmente iperattivo, è oggi un produttore richiesto, un singer sexy, un bravo papà e il marito modello dell’attrice americana Jessica Biel, che dopo un anno di matrimonio anziché mollarlo e portargli via prole e milioni vari, come si usa in certi ambienti artistici opulenti, si dichiara così felice di averlo sposato da prenderne anche il cognome. Esordisce nel mondo dello spettacolo con Mickey Mouse Club, trasmissione televisiva da cui nascono anche gli NSYNC, boy band dall’insopportabile successo. Timberlake però ha un grande potenziale e, dopo sei anni dal debutto discografico, muove i primi assalti pelvici da solista con il disco “Justified” (2002), che funziona grazie alla partecipazione come producers del duo The Neptunes e di Timbaland. Dopo essersi esibito con i Rolling Stones (!) sul palco del Toronto Rocks, è invitato come rappresentante del mondo pop musicale a cantare al Superbowl. Peccato però che, durante l’esibizione in coppia con Janet Jackson, si lasci prendere dalla trance esibizionistica e consegni uno dei seni caffellatte della diva alla storia più cupa della CBS.


Questo episodio, definito da Justin “puro incidente”, costa a lui e la Jackson l’esclusione dalla cerimonia dei Grammy Awards, ammenocché i due non professino pentimento e pubbliche scuse. Chiedere venia non è un problema per Jus, che oltre a scusarsi prende posto alla manifestazione e si porta a casa due statuette. Nel 2006 esce “Future Sex/Love sounds” che oltre Timbaland è prodotto anche da Rick Rubin e Timberlake stesso.

L’album è un trionfo di singoli e milioni di copie. “Sexy Back” e “What Goes Around… Comes Around” traviano l’adolescenza bollente di svariate verginelle, e il super divo più desiderato del red carpet si lascia condurre a braccetto dalla legione hip-hop che conta in una sarabanda di duetti irresistibili e decisivi: Missy Elliot, Snoop Dogg, Beyoncé e 50 Cent “featano” con lui, permettendogli di espandere il consenso anche tra i ragazzi di colore arrabbiati e in cerca di gioielli e sacerdotesse del twerking con cui riscattare la scarsa accoglienza socio-patìta. Prima di fare il Cary Grant con la Biel, Timberlake sopravvive come toy boy in una lunga storia con Cameron Diaz. A parte i gossip e la speranza di vederli trascinarsi vicendevolmente all’altare, gli storici hanno potuto soltanto registrare, su dichiarazione di Justin, che l’attrice adora farlo con i vestiti addosso. Dopo il successo del secondo album, Justin torna a fare cinema e si diletta nel ruolo molto apprezzato di produttore. Ci prende così gusto che per il suo personale terzo capitolo discografico si deve attendere fino al 2013. “The “20/20 Experience” riconferma le vendite altissime di sette anni prima ed è bissato dal seguito “The 20/20 Experience 2 of 2”, uscito pochi mesi più tardi.



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