L'Ankus del re - Dal secondo libro della giungla di Rudyard Kipling

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L’Ankus del Re

Dal secondo libro della giungla di Rudyard Kipling di Maurizio Castellaro e Alessandro Zunino

Adattamento a fumetti de L’Ankus del Re (Te King’s Ankus), di Rudyard Kipling presente ne Il secondo libro della giungla. © Maurizio Castellaro e Alessandro Zunino © 2025 Solone srl per questa edizione Tutti i diritti riservati.

Collana Nuvole in Tempesta, 46

Direttore Editoriale: Nicola Pesce

Caporedattore: Stefano Romanini

Ufcio Stampa: Gloria Grieco

Cover design, progetto grafco e impaginazione: Sebastiano Barcaroli

Illustrazione in cover: Alessandro Zunino

Correzione bozze: a cura della redazione

Stampato in Cina – agosto 2025

Edizioni NPE

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)

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maurizio castellaro • alessandro zunino

l’ankus del re

daL secondo LIBRO DELLA GIUNGLA di Rudyard Kipling

Introduzione

Piuttosto che una scelta artistica, è la necessità di pagare un debito di riconoscenza. Non mi viene in mente niente di più sintetico per spiegare l’importanza che ha avuto per me di Kipling. Per tantissimi ex lupetti ed ex scout come il sottoscritto, Kipling non è un autore come gli altri. Fu Baden-Powell, amico di Kipling e fondatore dello scoutismo, a intuire che le storie di Mowgli potevano costituire un valido sfondo integratore per le avventure dei suoi giovani esploratori. Vista la lunga storia e la straordinaria vitalità dello scoutismo nel mondo, possiamo dire che aveva visto giusto. Poi, un altro bel carico su Kipling l’ha messo Disney con il suo meraviglioso lungometraggio del 1967. Le avventure di Mowgli, Baloo, Bagheera, Kaa, Shere Khan, riproposte in libri, fumetti, dischi ecc., hanno colonizzato per anni le fantasie di noi , creando nel mio caso una naturale alleanza con lo scoutismo, i cui capi si facevano appunto chiamare con i nomi dei personaggi dei racconti kiplinghiani.

Sono convinto che in tanti ci siamo salvati per il fatto di aver vissuto dentro questa miscela di creatività, responsabilizzazione, amicizia, musica, natura e avventura, negli anni di formazione tra i 6 e i 12 anni. Il concetto della morte, ad esempio, ce l’ho chiaro da quell’ultima notte al campo estivo dei lupetti, quando il nostro amato Capo ci ha letto il passo della morte di Akela il lupo, al termine della lotta vittoriosa contro i terribili (“I cani rossi”). Noi lupetti piangevamo come vitelli, perché capivamo che dopo quel racconto il “nostro” Akela ci avrebbe lasciato per sempre, perché sarebbe passato da settembre in reparto a seguire gli scouts più grandi.

E quando penso a cosa signifca educare, visualizzo ancora oggi la scena fnale del flm Disney, quando Baloo e Bagheera, l’anima giocosa e quella normativa dell’educatore, si accomiatano da Mowgli, ballando abbracciati sulle note di uno strepitoso assolo di tromba . E quando guardo a cosa ne è stato della mia vita adulta, devo riconoscere quanto hanno infuito su di essa le parole della promessa che ho pronunciato quando avevo sei anni: “Prometto di fare del mio meglio per migliorare me stesso, per aiutare gli altri, per osservare

la legge del branco”. Niente di particolarmente straordinario, intendiamoci. Però credo proprio che canovacci esperienziali di questo genere abbiano intessuto le storie di formazione di molte, moltissime persone. È questo il motivo per cui all’inizio parlavo di un debito di riconoscenza nei confronti de . Così, quando Alessandro Zunino mi ha detto che stava cercando un racconto che si prestasse a un adattamento a fumetti, avevo la risposta pronta: . Perché moltissimi conoscono di Kipling, ma pochi sanno che in realtà di “libri della giungla” Kipling ne ha scritti due, uno nel 1894 e uno nel 1895, proprio 130 anni fa. Anche nel secondo libro ci sono formidabili storie di Mowgli, che per fortuna Disney non ha colonizzato, nelle quali ci si può forse avventurare senza il timore di profanare intoccabili santuari della fantasia. Tra queste storie presenti ne , è davvero un racconto diverso dagli altri. Nella sostanza è un apologo morale, un po’ giallo, un po’ noir e un po’ horror. Niente lupi. Solo Mowgli, Kaa, Bagheera e un cobra bianco. E poi tanti uomini senza nome, che si ammazzano allegramente tra loro come mai era accaduto negli altri racconti della giungla. Kipling doveva essere consapevole che fosse il pezzo forte del secondo libro, tanto che chiese al padre, John Lockwood Kipling, di disegnargli per la copertina della prima edizione proprio il cobra bianco abbracciato all’ . Nel nostro adattamento abbiamo rispettato la solida intelaiatura narrativa dell’autore. Ci siamo però presi alcune libertà. Ad esempio, abbiamo inserito un quasi

La prima edizione de edito da Macmillan and C., Londra, 1895. Illustrazioni di J. Lockwood Kipling, padre dell’autore.

Il frontespizio del volume.

che racconta le origini dello strepitoso cobra bianco, perché è il personaggio chiave del racconto e ci dispiaceva lasciarlo troppo solo nel buio della sua grotta senza dargli il giusto risalto. Abbiamo anche elaborato un sogno di Mowgli (presentato come un adolescente in fore anche per discostarci dall’immaginario disneyano), a cui Kipling dedica in realtà solo un accenno. È stata l’occasione per esplorare l’afascinante doppia natura del personaggio, sempre al confne tra il mondo degli uomini e quello della giungla, forse consapevole del fatto che solo nelle zone di confne tra i mondi i problemi trovano le loro soluzioni.

Ora però basta chiacchiere, l’avventura sta per cominciare. Fate un fschio al bambino pronto alla meraviglia che continua a vivere nascosto dentro di voi, ringraziatelo per non avervi mai abbandonato e ascoltate come comincia la storia: “Questi i Quattro che mai son soddisfatti, che fn dalle Rugiade non sono mai stati sazi: le fauci di Jacala, il gozzo del Nibbio, le mani della Scimmia e gli occhi dell’Uomo”.

Buona caccia a tutti voi.

La prima pagina del volume.
L’Ankus.

TUTTI SANNO CHI ERA MOWGLI, IL CUCCIOLO D’UOMO ALLEVATO DAI LUPI DELLA FORESTA DI SEEONEE. QUESTA È UNA DELLE SUE STORIE.

“QUESTI I QUATTRO CHE MAI SON SODDISFATTI, CHE FIN DALLE RUGIADE NON SONO MAI STATI SAZI: LE FAUCI DI JACALA, IL GOZZO DEL NIBBIO, LE MANI DELLA SCIMMIA E GLI OCCHI DELL’UOMO”. PROVERBIO DELLA GIUNGLA.

NIENTE DI MEGLIO DI UN TRAMONTO NELLA PACE DELLA GIUNGLA CULLATI DALLE ACQUE DEL WAINGUNGA, VERO KAA?

E PENSARE CHE A QUEST’ORA NEL BRANCO DEGLI UOMINI SI CHIUDONO IN TRAPPOLE DI FANGO DOVE NON ENTRA UN FILO D’ARIA…

GIÀ!
INSOMMA FRATELLINO, LA GIUNGLA TI DÀ PROPRIO TUTTO CIÒ CHE HAI SEMPRE DESIDERATO!

ORMAI POTREI UCCIDERE

QUELLA TIGRE CON LE MIE MANI…

DAVVERO NON HAI ALTRI DESIDERI?

NON PROPRIO TUTTO… ALTRIMENTI

PERÒ, A PENSARCI, VORREI IL SOLE

NELLA STAGIONE DELLE

PIOGGE E LA PIOGGIA IN PIENA ESTATE…

SENZA CHIEDERE AIUTO AI BUFALI*!

E POI SE AMMAZZASSI UNA CAPRA VORREI CHE FOSSE UN DAINO… E SE AMMAZZASSI UN DAINO VORREI CHE FOSSE UN CERVO…

MA TUTTI NOI SIAMO FATTI COSÌ!

HO LA GIUNGLA E IL FAVORE DELLA GIUNGLA! C’È FORSE QUALCOSA DI PIÙ TRA ALBA E TRAMONTO?

EPPURE

IL COBRA MI HA DETTO COSE DIVERSE….

QUATTRO LUNE FA ERO A CACCIA ALLE TANE FREDDE! AVEVO INSEGUITO LA MIA PREDA IN UN PROFONDO CUNICOLO SOTTOTERRA.

QUALE COBRA?

DOPO AVER UCCISO HO PROSEGUITO ANCORA SOTTOTERRA E HO INCONTRATO UN VECCHIO COBRA BIANCO CHE MI HA FATTO VEDERE COSE CHE NON AVEVO MAI VISTO PRIMA!

NUOVA SELVAGGINA?

È STATA UNA BUONA CACCIA?

NON ERA SELVAGGINA, MI AVREBBE SPEZZATO TUTTI I DENTI!

PERÒ IL CAPPUCCIO BIANCO MI HA DETTO PAROLE STRANE!

QUALUNQUE UOMO DAREBBE

IL SOFFIO CALDO SOTTO LE SUE

COSTOLE SOLO PER VEDERLE, QUESTE COSE!

ABBIAMO CHIACCHIERATO

ANCORA E GLI HO PARLATO DI TE.

DA TANTO TEMPO NON VEDO UN UOMO!

FALLO VENIRE COSÌ POTRÀ GUARDARE QUESTE COSE. PER LA PIÙ PICCOLA DI ESSE MOLTI UOMINI SAREBBERO DISPOSTI A MORIRE!

MA ALLORA È PROPRIO NUOVA SELVAGGINA!

NON È SELVAGGINA! È… NON TE LO SO DIRE!

CI ANDREMO.

SONO STATO UOMO ANCH’IO, UNA VOLTA! POI NON HO MAI VISTO UN CAPPUCCIO BIANCO, E VOGLIO VEDERE ANCHE QUELLE ALTRE COSE.

SONO TUTTE COSE MORTE. DICE DI ESSERNE IL CUSTODE.

AH! COME IL LUPO STA
SOPRA LA PREDA CHE
HA RIPORTATO ALLA
TANA. ANDIAMO! LE TANE
FREDDE NON SONO LONTANE!

ORA PERÒ MOWGLI ERA CRESCIUTO

ED ERA DIVENTATO IL SIGNORE DELLA GIUNGLA. TUTTI GLI ANIMALI LO TEMEVANO…

NON C’È NESSUNO… LE STUPIDE SCIMMIE SONO A BIGHELLONARE NELLA GIUNGLA COME AL SOLITO!

LE TANE FREDDE… QUAND’ERA BAMBINO MOWGLI

ERA STATO RAPITO E PORTATO QUI DAL POPOLO

DELLE SCIMMIE. LO AVREBBERO UCCISO SE NON FOSSERO ARRIVATI A SALVARLO KAA, BALOO L’ORSO E BAGHEERA LA PANTERA *.

…SCIMMIE COMPRESE!

*CFR. “LA CACCIA DI KAA”, RACCONTO DEL PRIMO

SEGUIMI, FRATELLINO!

SHH! L’ENTRATA
SIAMO DELLO STESSO SANGUE IO E TE!*

È DI CERTO UNA TANA SICURA, MA UN PO’ TROPPO LONTANA PER VENIRCI TUTTI I GIORNI. NON C’È NIENTE DA VEDERE QUI, MI PARE.

CHE NOVITÀ DALLA CITTÀ?

LA GRANDE CITTÀ CINTA DI MURA, DAI CENTO ELEFANTI E DAI VENTIMILA CAVALLI, LA CITTÀ DEL RE DEI VENTI RE?

STO DIVENTANDO SORDO QUA SOTTO, ED È TANTO TEMPO CHE NON ODO PIÙ I GONG DI GUERRA!

SOPRA LE NOSTRE TESTE

C’È SOLO LA GIUNGLA, E L’UNICO ELEFANTE CHE CONOSCO È HATHI E…

…COS’È UN RE?

BUONA CACCIA!

CHE DICI?

TI AVEVO DETTO

GIÀ QUATTRO LUNE FA

CHE LA TUA CITTÀ NON ESISTEVA PIÙ!

LA CITTÀ DELLA FORESTA…

…COSTRUITA PRIMA CHE IL PADRE DI MIO PADRE

USCISSE DALL’UOVO, NON POTRÀ MAI SPARIRE…

…E PERDURERÀ ANCHE

QUANDO I FIGLI DEI MIEI FIGLI SARANNO BIANCHI COME ME!

E VOI… DI CHI SIETE PROPRIETÀ?

È PISTA PERSA, NON CAPISCO DI COSA PARLA!

PADRE DEI COBRA, QUI DA SEMPRE C’È SOLO LA GIUNGLA!

IO NEMMENO, È MOLTO ANZIANO.

ALLORA CHI È QUESTO CHE NON HA

PAURA DI ME, CHE NON SA CHI SIA UN RE E CHE PARLA LA LINGUA DEI SERPENTI CON LABBRA DI UOMO?

MI CHIAMANO MOWGLI

DELLA GIUNGLA, DEL POPOLO DEI LUPI, E QUESTO È MIO FRATELLO KAA.

PADRE DEI COBRA, CHI SEI TU?

IO SONO IL CUSTODE DEL TESORO DEL RE!

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