Panorama Bresciano Gennaio 2012

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Anno 2-Gennaio 2012 nr1

€ 1,50

PANORAMA BRESCIANO Magazine di Economia Finanza Attualità Cultura Storia Enogastronomia Territorio

DOVE VA LA CULTURA BRESCIANA

BIRBES: LA FRAGRANZA RIAPRE

L’OMBRA DELLE TANGENTI SULLA BREBEMI

La musica del maestro Ennio Morricone

Sport: “scambisti” per beneficenza


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PANORAMA BRESCIANO Magazine di Economia Finanza Attualità Cultura Storia Enogastronomia Territorio

SOMMARIO

Editoriale 07 Dove va la cultura? di M.A.Marchina

Attualità 10 L’ombra delle tangenti di P. Gregorio 14 Solidale significa equo di C. Pasotti 16 Birbes: la fragranza... di C. Pasotti 18 You Catt di P. Gregorio 21 Una (tras) missione radiofonica C. Pasotti Economia 31 La crisi che non passa di M. Biglia 58 Consumi reditti e investimenti Ecologia 54 R come riciclo Storia 24 26 38

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L’ombra delle tangenti sulla Brebemi

& Cultura Carta: tradizione bresciana da scoprire di M.A.Marchina Abitare in campagna di M.A.Marchina Lo sapevate che...

Musica 34 La musica del maestro di L. Fertonani Sport 44 “Scambisti” per sport di P. Castriota Salute 51 La dieta ipocalorica

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Birbes riapre nel profumo dei suoi prodotti

Gastronomia 60 Frittelle da Luna Park e di mele Società 48 L’arte del bacio 52 Le previsioni delle stelle Scienza 56 La particella di Dio di L. Wesendorf Motori 63 La Gelly sbarca in Italia di O. Mairani 64 Auto elettrica? Si grazie di O. Mairani

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Dalla villa romana alla cascina lombarda

IN COPERTINA € 1,50

PANORAMA BRESCIANO Magazine di Economia Finanza Attualità Cultura Storia Enogastronomia Territorio

DOVE VA LA CULTURA BRESCIANA

BIRBES: LA FRAGRANZA RIAPRE

L’OMBRA DELLE TANGENTI SULLA BREBEMI

La musica del maestro Ennio Morricone

Dove va la cultura? un editoriale critico e costruttivo sullo stato della cultura in Italia e a Brescia. Siamo andati a trovare Birbes dopo la tanto attesa apertura e abbiamo dedicato spazio ai fatti di attualità sull’ inchiesta della Brebemi.

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Il grande maestro Ennio Morricone

Sport: “scambisti” per beneficenza

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editoriale

Dove va la Cultura? di Mariella Annibale Marchina Dove sono i moderni Lorenzo de Medici, Ludovico Sforza, che attraverso la loro ricchezza hanno abbellito Firenze e Milano con opere d’arte che tutto il mondo ci invidia? Oggi la recessione e il Patto di stabilità fa sfumare «un milione e mezzo per biblioteche e aiuti buttati via dal Veneto» così Marisa Fumagalli scriveva sul Corriere della Sera a pochi giorni dal Natale. Ma queste denunce di mancati finanziamenti per proteggere la Cultura si leggono quasi tutti i giorni. Per il nuovo governo, il sito archeologico di Pompei ha la massima priorità, ma i lavori, finanziati dall’Unione europea - con 105 milioni di euro - inizieranno solo nell’autunno del 2012. La burocrazia, ma in modo particolare la mancata manutenzione per carenza di mezzi finanziari e di sorveglianza tecnica, ha fatto inesorabilmente crollare la Scuola dei Gladiatori di Pompei con sommo disorientamento dell’opinione pubblica mondiale. Sconcerto, incredulità, termini che solo in parte esprimono il concetto della disarmante situazione dei nostri Beni culturali. Se da un lato emerge la mancanza di finanziamenti pubblici, dall’altro ci si chiede quale contributo possano elargire i grandi industriali, le potenti Banche, gli stilisti delle famose case del Made in Italy per alleviare il deterioramento dei nostri beni. Non potrebbero essere loro i nuovi mecenati? Il Nuovo codice dei beni culturali, pubblicato nel 2004, con modifiche apportate dal Decreto n. 62 del 26 marzo 2008, definisce sponsorizzazione dei beni culturali ogni contributo, anche in beni e servizi, erogato con la progettazione o l’attuazione di iniziative pubbliche, o di persone giuridiche private senza fini di lucro, in ordine alla tutela, ovvero valorizzazione, del patrimonio culturale con lo scopo di promuovere il nome, il marchio, l’immagine, l’attività o il prodotto del soggetto erogante mediante l’associazione degli stessi all’iniziativa oggetto del contributo. La mancata partecipazione è forse dovuta a poca sensibilità verso ciò che è pubblico che viene visto spesso come un settore privo di un immediato guadagno. Dovrebbero trascurare per un attimo le squadre di calcio e i team di Formula Uno, per osservare in che stato si trovano i nostri Beni Culturali. Beni che non sono solo le architetture delle città artistiche più conosciute, sono tutti quei paesaggi italiani che i nostri avi hanno creato in armonia con la natura. Sono beni da tutelare anche le incisioni rupestri, gli affreschi delle case rinascimentali che ancora si trovano sulle facciate delle dimore, sia di Brescia che di quelle poste nelle nostre valli. Impossibile elencarle tutte, ma sono sotto i nostri occhi, celate, sbiadite, quasi scomparse per mancanza di un intervento conservativo. Mancano i finanziamenti, sia da parte dei proprietari che da parte della comunità.Nei tempi antichi le famiglie più agiate, per dimostrare la loro influenza, si impegnavano a costruire e finanziare opere pubbliche. Così le città romane si abbellivano di nuovi Fori e di nuove piazze. Nel rinascimento Firenze fu la culla di artisti, chiamati e ingaggiati dai Medici. Lorenzo il Magnifico, fu il mecenate per eccellenza. I Montefeltro a Urbino fecero altrettanto, i vari Papi, i dogi di Genova e Venezia, con le varie famiglie di mercanti fecero a gara nel reclutare architetti, scultori, pittori, poeti, perché anche attraverso le opere di questi artisti poterono mostrare il loro sfarzo, la loro potenza. Giotto, Leonardo, Michelangelo, Palladio, Raffaello, sono solo alcuni dei grandi artisti che hanno lasciato un segno tangibile del loro genio, questo grazie alle committenze di uomini potenti. Tra i Beni culturali bisogna annoverare anche gli Archivi di Stato che raccolgono le memorie delle amministrazioni statali e private: le custodiscono, le catalogano, le mettono a disposizione degli storici, dei ricercatori, dei cittadini che in questo modo sanno che le carte studiate, esaminate, analizzate danno loro la certezza del Diritto. Gli archivi serbano con cura le radici del nostro passato custodite nelle carte dei notai, dei periti, dei cancellieri, che purtroppo essendo di materiale cartaceo di vario tipo, subiscono i danni del tempo e della consultazione. Mappe, disegni e cabrei che rappresentano il territorio hanno bisogno di un aiuto tangibile cioè di un restauro conservativo che permetta loro di sconfiggere muffe, parassiti, strappi. Ecco perché vi è la necessità di sponsorizzazioni. Le sovvenzioni, che le grandi banche potrebbero elargire, servirebbero anche ad acquisire archivi privati di grande rilevanza storica che rischiano – si veda il Vasari per la Toscana - di finire in mano a magnati russi o università americani e non a disposizione del mondo della Cultura italiana. Mentre a Brescia cosa si fa per la Cultura? Finito il periodo dei Grandi Eventi bisogna fare un’introspezione per ricercare l’immagine della nostra identità che in questo momento di disorientamento sembra priva di punti di riferimento. Bisogna reagire affinché si trovi un punto d’incontro, una meta comune che potrebbe essere la ricerca, la conservazione dei beni culturali bresciani.

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ISTANTE

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ph. e.beccalossiŠ

brescia

PIAZZA DEL BROLETTO

sede medioevale del consiglio cittadino Gennaio 2012

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L’OMBRA DELLE

TANGENTI di Paola Gregorio

Brescia nell’occhio del ciclone per un caso tangenti che fa tornare lo spettro degli anni di Mani Pulite. In carcere a San Vittore, sottoposto a misure cautelari, è finito Franco Nicoli Cristiani vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia ed esponente del Pdl. Il capo d’accusa è corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio

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attualità

U

n vero e proprio terremoto che ha scosso la politica bresciana. E non solo, visto che Franco Nicoli Cristiani, esponente di spicco del Pdl, finito in carcere - portato in un primo tempo a Verziano è stato poi trasferito a San Vittore - a fine novembre con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio era anche il vicepresidente, oggi dimissionario del Consiglio regionale lombardo.

Franco Nicoli Cristiani

A Nicoli Cristiani gli inquirenti - per questa tranche di inchiesta c’è stato il passaggio di competenze dalla Procura di Brescia a quella di milanese - contestano una tangente da 100 mila euro, il prezzo per il suo personale interessamento per la concessione di un’autorizzazione a trasformare un terreno di proprietà di Pierluca Locatelli a Cappella Cantone, nel Cremonese, in una futura discarica di amianto. Assieme a Nicoli Cristiani, accusati di corruzione sono lo stesso Locatelli, l’imprenditore bergamasco da cui arriverebbe il denaro, la moglie di Locatelli, Orietta Rocca, e il dirigente dell’Arpa Lombardia, Giuseppe Rotondaro. Accanto al filone sulla presunta corruzione, le indagini hanno «aperto» un’altra pagina giudiziaria. Che conduce a rifiuti dannosi per la salute delle persone, finiti ai cantieri della Brebemi di Cassano d’Adda, in provincia di Milano, e Fara Olivana con Sola, nella Bergamasca. Cantieri poi bloccati dalla magistratura - che ha in seguito posto sotto sequestro 34 chilometri sui 62 del progetto più 40 di viabilità connessa - iniziative assunte a valle delle indagini in corso (mentre scriviamo si attende la valutazione dell’istanza di dissequestro, presentata da Brebemi e Consorzio Bbm, da parte del Tribunale del Riesame: istanza che chiede il dissequestro per la parte di 34 chilometri non interessate da lavorazioni effettuate dalla ditta Locatelli). A portare i rifiuti dannosi nei due cantieri Brebemi, secondo l’accusa, sarebbero stati i camion del gruppo bergamasco che fa capo proprio a Pierluca Locatelli. Sulla cui testa pesa oltre all’accusa di corruzione anche quella di concorso

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nella violazione dell’art. 260 del Testo unico in materia ambientale, truffa e frode in pubbliche forniture. Accusa “condivisa” con altri sei indagati. Secondo gli investigatori, le scorie non venivano lavorate prima del conferimento ai cantieri. Per i sostituti procuratori Silvia Bonardi e Carla Canaia della Direzione distrettuale antimafia di Brescia, allo stabilimento «Locatelli geom. Gabriele» di Biancinella, autorizzato al trattamento di rifiuti speciali, l’autorizzazione sarebbe rimasta per lo più sulla carta: sarebbe stato fatto figurare un trattamento che in realtà non veniva effettuato. La Brebemi, come annunciato dal presidente, Francesco Bettoni, si costituirà «parte civile per chiedere conto ai responsabili dei danni materiali, morali e di immagine subiti dalla società». Bettoni ha sottolineato: «Non c’entriamo nulla. Questo è certo. L’ordinanza di sequestro dei cantieri lo dice chiaramente: siamo parte lesa». La vicenda dell’arresto del politico originario di Breno - Nicoli Cristiani, che oltre a rassegnare le dimissioni da vicepresidente del Consiglio regionale (per la successione si parla della bresciana Margherita Peroni) e da consigliere regionale si è autosospeso dal Pdl (autosospensione poi resa effettiva dal comitato esecutivo bresciano del Pdl) - si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno sul partito, già agitato da quel che sta avvenendo nei palazzi romani, dopo la rottura dell’alleanza di governo con la Lega. E impegnato a far convivere le sue anime, anche in vista del congresso provinciale - che dovrebbe tenersi a gennaio ma potrebbe anche essere rinviato - tra cui quella, non di lieve entità, che fa capo proprio a Nicoli Cristiani. «Corrente» che sta pensando a una «cabina di regia» per mantenere ferma la barra dell’ala laica e liberale del Pdl bresciano. Su una cosa il coordinatore provinciale e vicecoordinatore regionale, Viviana Beccalossi, è stata chiara: «Il nostro partito è stato colpito da uno scandalo nazionale. Non possiamo fare finta di niente. C’è chi sbaglia, ma sbaglia per se stesso e paga per se stesso. Per Nicoli Cristiani c’è piena solidarietà umana ma nessuna solidarietà di partito. Dobbiamo creare gli anticorpi perché casi simili non accadano più. Servono concretezza e realismo. Questo momento si supera parlando. Parliamone anche in vista del congresso provinciale», ha detto durante l’intervento alla cena natalizia di «Terre di Lombardia», associazione culturale di area gelminiana.

Viviana Beccalossi

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SOLIDALE SIGNIFICA EQUO In città e in provincia esistono negozi in cui si comprano prodotti speciali che alle spalle hanno storie ancora più speciali. Quando si entra nelle Botteghe dei popoli si incrociano merci, idee, culture, racconti e filosofie di vita

di Claretta Pasotti

E

ntrare in una Bottega dei popoli equivale a scoprire il mondo. Si rimane affascinati dal lavoro che porta alla produzione artigianale di profumatissimi saponi vegetali della Thailandia, colpiti dai colori delle sciarpe in seta vietnamite e dall’oggettistica in lana cotta che ha visto collaborare il Nepal e i Paesi del Nord Europa, estasiati dal gusto del caffè etiope.

E si viene a conoscenza dei principi di equità e solidarietà e dei numerosi progetti che si celano dietro a prodotti dall’indubbio fascino e di alta qualità. Come sono arrivati sugli scaffali della nostra città? Grazie alla Cooperativa Solidarietà alla quale ha dato vita nel 1987 a Rovato il comitato Pace Franciacorta, realtà che si dedica alla gestione di punti

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attualità vendita dove vengono commercializzati beni prodotti da cooperative e gruppi autogestiti che operano in Paesi in via di sviluppo. La Cooperativa è stata alla fine degli anni ’80 tra i soci fondatori di Ctm-Altromercato, oggi maggiore centrale di importazione del commercio equo e solidale in Italia. Le sue Botteghe dei popoli, presenti in città in via San Faustino ma anche a Gavardo, Ghedi, Rezzato e Rovato, gestite da volontari affiancati da soggetti svantaggiati inseriti nel mondo del lavoro, si occupano della vendita di prodotti alimentari, per la casa, di abbigliamento, cosmesi e altro ancora, nonché di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori che si celano dietro di essi. Tra gli ultimi progetti avviati figura quello che ha legato la Cooperativa al peruviano Celestino Hilario. La sua storia si descrive brevemente: con i risparmi da ex agricoltore e allevatore acquista alcuni telai e inizia a produrre coperte e sciarpe da vendere al mercato locale per sostenere la famiglia. Ma il lavoro è poco. Per questo Ctm lo introduce tra i suoi produttori e i manufatti peruviani - 100 per cento alpaca - sono oggi disponibili nelle Botteghe (e solo lì) a un ottimo rapporto qualità-prezzo. Di recente introduzione è anche la linea di detergenti per la casa Safylla. Safì significa “pulito” in swahili e fylla “riempire” in alcune lingue nordiche: riempire più volte, riutilizzando lo stesso flacone. Per fare qualche esempio, l’olio di cocco che li compone è commercializzato dai contadini di Cebu, nelle Filippine, l’olio di sesamo bio dalla cooperativa del Campo, in Nicaragua, mentre il sapone di Ramallah in scaglie è lavorato da un gruppo di donne palestinesi riunite in Aowa, associazione nata proprio con lo scopo di promuovere il loro ruolo attivo nel Paese. Sono tanti i popoli, tante le culture, tante le storie raccontate attraverso i prodotti. Se siete curiosi di scoprirle, provate a entrare in una di queste Botteghe.

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LA FRAGRANZA DI UNA LUNGA STORIA D’AMORE Su Facebook sono quasi diecimila. Nel mondo reale molti di più. Di chi parliamo? Dei fan di Birbes che ha fatto un dolcissimo regalo alla nostra città riaprendo il negozio lo scorso dicembre. La mitica pizza, i krapfen, i panini al latte, le focacce del nonno, le torte e i pasticcini sono tornati. Dove? nella sede storica al numero 3 di corso Cavour

di Claretta Pasotti

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attualità

È

tornata. Calda, fumante, pronta a sciogliersi in bocca lasciando un piacere al palato indescrivibile a parole. Stiamo parlando della mitica pizza di Birbes, quella che da ormai troppo tempo mancava alla città.

Ed è tornata insieme alla focaccia del nonno, ai panini da dessert, ai krapfen, alle torte e soprattutto a loro: la signora Barbarina, Tati e Osvaldo, pronti ad accogliere con il sorriso storici e nuovi estimatori, sempre lì, dove li hanno conosciuti generazioni su generazioni, in corso Cavour 3. Il negozio ha riaperto i battenti l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, senza alcun annuncio ufficiale, dopo nove mesi di lavori di ammodernamento del laboratorio e arredo del locale. E ora chi entra ha l’impressione di trovarsi in una boulangerie parigina dove spicca il contrasto tra il moderno bancone e il mobilio che la famiglia Boglioli ha trasferito dall’altro negozio di proprietà, House&Garden, in piazza Mercato. Sì, perché Birbes è il cognome dei fornai che cedettero l’omonimo negozio in corso Magenta, nel lontano 1951, alla signora Barbarina e al marito Guido Boglioli, cremonesi che già da tempo si dedicavano alla panificazione. «Iniziai nel ’39» ricorda la signora che di anni ne ha 95». «La cosa più bella del mio lavoro? Vedere la soddisfazione dei clienti». E bresciani contenti ne ha visti tanti.

Spostatisi qualche metro più in là, in corso Cavour, nel ’64, mantenendo il nome Birbes, i coniugi iniziarono a registrare numerose richieste di pizza al taglio. «Mio marito fece innumerevoli prove prima di arrivare a un prodotto che lo convincesse appieno» racconta Barbarina. Poi quando nacque Tati decise di regalarle qualcosa utilizzando la sua arte. Così vennero alla luce i panini da dessert, conosciuti dagli amici anche come i tatini. Allo stesso modo, alla scomparsa di Guido, in suo onore venne prodotta la morbida “focaccia del nonno”, farcita con formaggio e prosciutto. Una decina d’anni fa l’attività venne ceduta e si succedettero due proprietà. «Ma siamo tornati per restituire a Brescia una tradizione che i cittadini hanno sempre amato, nonché per il piacere personale di riprendere in mano la nostra attività» spiega la signora Tati. L’abbraccio del pubblico è stato forte, il passaparola è corso in men che non si dica e il negozio è stato affollato fin dai primissimi giorni che hanno seguito la riapertura. «La qualità viene sempre premiata a lungo termine ed è su di essa che si basano i nostri prodotti» commenta Osvaldo, anima del laboratorio artigianale, mentre la moglie Tati e la suocera Barbarina, instancabile alla cassa nonché detentrice da un paio d’anni del riconoscimento al merito di Cavaliere della Repubblica, ci “mettono la faccia” dietro al bancone. Per modo di dire, dato che il ritorno non può essere che in espressioni di sincero apprezzamento. Parola di estimatrice.

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YOU

catt!

La web tv dell’università Cattolica di Brescia si è aggiudicata l’oscar come miglior canale universitario italiano sbaragliando la concorrenza romana (La Sapienza), milanese (Bocconi) e torinese (Politecnico). La ricetta perfetta? Uno stile giovane e non convenzionale

di Paola Gregorio

C

onsigli di lettura in pillole, racconti per immagini di quanto succede tra le mura dell’ateneo, video postati dagli studenti che hanno fatto una trasferta all’estero. Ritratte Youcatt, la web tv

della Cattolica di Brescia in poche righe non è cosa facile, visto che ogni contenuto, con un semplice click, ti fa accedere a un’altra storia. Il marchio di fabbrica, che ha fatto vincere alla televisione online della Cattolica bresciana il primo premio nella categoria «universitaria» dei Teletopi, gli oscar delle web tv è lo stile giovane e non convenzionale, ma ricchissimo di spunti. Youcatt ha compiuto da poco due anni, è nata nel settembre del 2009, ma vanta già oltre 340 video caricati e dai quattromila ai settemila visitatori al

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mese. Con punte, come le 15 mila visite di maggio, mese tradizionalmente dedicato all’orientamento. Come è nata l’idea della web tv? Lo spunto, ha ricordato Antonella Olivari, responsabile dell’ufficio stampa di ateneo, annunciando con il direttore di sede, Luigi Morgano e Maurizio Molinari, webmaster dell’università, è arrivato dal desiderio di utilizzare il materiale prodotto per «Cattolica & Dintorni», in onda su Teletutto, anche in altri contenitori. Così è partita l’esperienza della televisione on line che ha conquistato anche la giuria del concorso, presieduta da Carmen Lasorella. Davanti a giornalisti, esperti di nuovi media e critici della carta stampata, della tv e del web, ha sbaragliato concorrenti come La Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino e la Bocconi. La motivazione del riconoscimento? Si legge testualmente: «per aver saputo veicolare cultura e formazione, uscendo anche fuori dal contesto universitario e utilizzando uno stile giovane e non convenzionale». La cerimonia di premiazione si è svolta il 1 dicembre a Bologna. «La vittoria di canali così strutturati» ha detto nell’occasione Giampaolo Colletti, fondatore dell’osservatorio e network Altratv.


attualità

“Per aver saputo veicolare cultura e formazione, uscendo anche fuori dal contesto universitario e utilizzando uno stile giovane e non convenzionale“ Giuria Teletopi 2011

tv, promotrice del premio «è il segno di un’evoluzione delle web tv italiane che stanno sfruttando tutti i benefici del digitale, dialogando sempre meglio con i propri interlocutori». Nella redazione di Youcatt, ruotano dai quattro ai dieci studenti dello Stars ma pure di altre facoltà. Un’iniezione continua di spunti nuovi e voglia di mettersi alla prova. Un mix di cultura e informazione, dentro e fuori le aule universitarie. Eh sì, perché il menù che appare non appena entri nel portale della web tv, dedica capitoli a quanto accade in università: eventi, produzione scientifica, percorsi di studio, tutte le opportunità offerte dal cammino accademico, stage e open day ma pure oltre il portone di via Trieste. Il che significa intervistare personaggi come il regista Ermanno Olmi, il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre con tutta la squadra di «Che tempo che fa» talk show cult condotto da Fabio Fazio, raccontare fenomeni sociali, culturali e l’attualità. E pure migrare oltre i confini

del Belpaese grazie agli studenti della Cattolica che fanno esperienze di studio all’estero e di ragazzi stranieri che fanno il percorso inverso. Basta una ripresa con il cellulare o una piccola telecamera e voilà, ecco il video postato su Youcatt. La prospettiva internazionale, dice Morgano, «per noi è molto importante e incoraggiamo gli studenti a fare esperienze all’estero. Così come gli studenti stranieri che arrivano da noi sono un veicolo prezioso per far conoscere la nostra università». Dicevamo dello stile giovane e originale. Ne sono un esempio le puntate di «Libri in pillole», la rubrica che accompagna gli spettatori tra le novità editoriali, curata da Silvia Mazzetti e Francesca Perego. Che con altri studenti sono l’anima di Youcatt. Può capitare, ad esempio, che i libri spuntino tra la terra smossa dell’orto o pendano elegantemente dai rami di un albero, come nella puntata dedicata ai testi sul giardinaggio. Per ascoltare i consigli di lettura basta, of course, un click.

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UNA (TRAS) MISSIONE RADIOFONICA

Ci sono persone che lasciano tutto e partono con una missione da realizzare. Questa è la storia di Piergiuseppe che da anni ha cambiato nome e continente per abbracciare un sogno: portare amore e speranza alla popolazione di Macapà, città brasiliana tra le più povere

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dignitoso.

di Claretta Pasotti

nnamorato di un popolo, quello dell’Amazzonia, oltre che di Dio. Innamorato dell’idea di fare del bene, di portare speranza e supporto a chi vive nell’incertezza di ricevere un’educazione, di trovare lavoro, di poter essere curato: incertezza di sopravvivere in modo

Appare così, con gli occhi che brillano, dom Pedro Josè Conti, al secolo Piergiuseppe, bresciano classe 1949 partito per il Brasile Fidei donum nel 1983 e dal 2005 vescovo di Macapà, a nord del Rio delle Amazzoni.

In alto l’arrivo a Macapà di Dom Pedro Qui sopra con alcuni parrocchiani

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MACAPÀ

Macapá è una città brasiliana di 368.397 abitanti (2006) capitale dello stato dell’Amapá. Ha un territorio comunale molto vasto e forma un’unica conurbazione con il limitrofo comune di Santana grazie al quale la popolazione totale dell’intera area metropolitana raggiunge i 500.000 abitanti. Il territorio comunale è attraversato dall’equatore nella parte meridionale.

La sua è una di quelle storie che meritano di essere raccontate. Anche perché la sua città natale, per mezzo degli amici di gioventù, gli è ancora fortemente legata. Dom Pedro viene ordinato sacerdote nel ’76 dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria elettronica al Politecnico ed essere successivamente entrato in Seminario. Dopo alcuni anni di servizio come parroco a Paragominas, in Amazzonia, viene consacrato vescovo di Coincicao do Araguaia nel ’96 e nel 2005 si sposta a Macapà, unica Diocesi di Amapà, Stato dotato di una superficie pari a metà del territorio italiano e di una popolazione pari a circa mezzo milione di abitanti. Non viene però sopito dal tempo il ricordo dell’amico in coloro che con lui hanno condiviso gli anni più belli all’oratorio di Sant’Agata, in centro storico, parrocchia oggi annessa alla Cattedrale. E’ così che nel 2008 nasce l’associazione DomPedro onlus con l’intento di supportare i progetti promossi dal vescovo in Brasile. Si comincia con l’iniziativa di microcredito “Chicco di mostarda”, rivolta a donne, giovani, ex prigionieri e piccole associazioni. L’operato del vescovo non passa inosservato e nel dicembre 2010 gli viene consegnato all’auditorium San Barnaba il Premio Bulloni. Il lavoro continua e nell’ultimo anno tutti gli sforzi si sono concentrati su un progetto ben preciso: evangelizzare l’Amazzonia, raggiungendone tutte e 21 le Diocesi, attraverso una radio cattolica che trasmetta contenuti cristiani e cultuali. «E’ stato tutto approvato» afferma il vescovo in una lettera inviata il mese scorso. «Manca solo un ultimo documento da parte del Ministero delle Comunicazioni, speriamo di cominciare a trasmettere almeno per la Festa di S. Giuseppe, il 19 marzo». Una delle principali cause di povertà e incertezza della vita nella parte occidentale del Brasile «è la corruzione: il denaro sparisce soprattutto nelle aree dove maggiormente dovrebbe essere investito ossia educazione e salute. Quello che può fare la Chiesa è stare dalla parte di coloro che soffrono» spiega dom Pedro «talvolta alzando la voce ma nella maggior parte dei casi avendo pazienza. La Chiesa ha poi innanzitutto il compito di evangelizzare». La città di Macapà ha il più basso indice di reddito per domicilio tra le capitali brasiliane, pari a 631 reais (meno di 300 euro) secondo il censimento 2010, ma metà della popolazione riceve soltanto 316 reais (circa 150 euro). Chi desiderasse associarsi o contribuire alla causa è naturalmente il benvenuto. Per informazioni, www.dompedro.it.

In alto e in basso la diocesi da Amapà

Dom Pedro presenzia all’inaugurazione dell’associazione a lui dedicata a Gussago

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CARTA:

TRADIZIONE BRESCIANA DA SCOPRIRE di Mariella Annibale Marchina Carta e Cartai a Brescia, con questo nuovo volume il binomio Nova–Cinquepalmi ha voluto portare a termine una ricerca storica minuziosa riguardante il mondo dei cartai della città dal XV al XIX secolo. Gli autori ne tracciano la storia attraverso un attento ed esauriente esame delle fonti documentarie conservate presso l’Archivio di Stato di Brescia, tra cui le carte dell’Archivio Storico Civico

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osa ne sarebbe stato dei versi di poeti illustri o delle frizzanti riflessioni di filosofi e letterati se non ci fosse stata la carta? Cosa sapremmo della storia, del nostro passato e dunque della nostra identità? Tutto sarebbe stato inghiottito dall’oblio senza fine che per artisti e intellettuali suona come la peggiore delle sorti poiché toglie alle loro opere l’immortalità nei tempi.

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Il libro firmato da Nova e Cinquepalmi si ripropone di ricordare gli umili cartai della città, fabbricanti e venditori di quel supporto che storici, memorialisti, scrittori, poeti, cancellieri, massari, notai, ragionieri, scolari hanno utilizzato per svolgere la loro attività. Il progetto, magnificamente riuscito, era quello di dar luce a coloro che attraverso le loro vicissitudini hanno collaborato, se pur in modo anonimo e indiretto, a diffondere il sapere, la storia, le attività e le origini della nostra comunità. Purtroppo la storiografia ufficiale non li ha presi in esame in modo approfondito, in quanto i cartai e poi i librai, erano considerati solo come fornitori materiali, non come individui


storia

con una loro storia e con una dura tradizione lavorativa alle spalle. Le loro botteghe erano concentrate nelle Quadre di San Faustino e di San Giovanni, quartieri popolosi, ricchi di artigiani e commercianti di vario genere. I cartai ben si adattarono in quel variegato universo. Solo attraverso la comparazione di svariate carte archivistiche, si può ricostruire almeno in parte il loro vissuto. Dai documenti gli autori scoprono la presenza nel XV secolo a Brescia di vari mastri cartai provenienti da altre province, come mastro Giovanni da Colonia, magister teutonichus, probabilmente da identificarsi con l’intraprendente ed esperto Joannes von Koln che insieme ai suoi soci dominò il mercato veneziano per circa tre lustri, come puntualmente evidenziato dagli autori. Altro magistro proveniente dal milanese fu Francesco da Monza che aprì una bottega specializzata nella vendita di libri e carta. Altro capostipite di librari fu Giovan Battista Gromi, figlio di Cristoforo, originario di Biella, che aprì bottega in contrada Sant’Antonio, dove in seguito furono stampate le opere di Leonardo Cozzando. In queste botteghe, oltre a libri stampati dai vari tipografi come i Britannico e i Paganini si potevano trovare differenti tipi di carta: da quella fine a quella uso cancelleria, attrezzi per scrivere, fogli già stampati per le liturgie e per la musica, libri di vario genere ed anche libri scolastici. La ricerca storica, condotta in modo esemplare e scientifico dall’occhio esperto di Giuseppe Cinquepalmi (presidente dell’associazione “Amici dell’Archivio di Stato”), sarebbe risultata sterile se non vi fosse stato l’assemblaggio di uno prolifico studioso come Giuseppe Nova

che ha intessuto le notizie in un filo logico lungo i quattro secoli. I nomi dei cartai fatti così emergere, risultano centinaia, molti ancora attivi nel XVIII secolo, mentre nella prima metà del secolo successivo, iniziano a scomparire le «vecchie botteghe nelle quali si potevano acquistare ogni tipo di materiale o usufruire di svariati servizi». Nel XIX secolo escono di scena i maestri, unici depositari dei segreti dell’arte, sostituiti da tecnici specializzati nelle professioni di librai, cartolai, tipografi, legatori, incisori in metallo, litografi. Gli autori evidenziano inoltre il controllo poliziesco, perpetrato dagli Austriaci tra gli anni 1840-1859 nelle botteghe dei librai e dei tipografi per impedire la vendita di libri proibiti e per controllare che non si stampassero manifesti oppure opuscoli mazziniani, inneggianti alla libertà. Le preziose e particolareggiate note, poste a piè di pagina, arricchiscono e completano il volume in modo chiaro e puntuale, mentre un indice dei nomi rimarca le presenze dei cartai e dei librai con il periodo della loro attività. L’analisi dei molteplici documenti archivistici, controllati, sviscerati, letti, trascritti, fotografati dalla simbiosi perfetta tra Giuseppe Nova e Giuseppe Cinquepalmi, ha quindi concluso il ciclo dedicato al mondo della carta bresciana.

Nella foto Imperial Regio Ufficio Provinciale di Polizia, b. 20, f. 5. Avviso del 31 luglio del 1857, del Commissariato Municipale di Polizia della Regia città di Brescia, rivolto ai librai, stampatori e venditori di libri, affinché si attenessero al protocollo sottoscritto.

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ABITARE IN CAMPAGNA dalla villa romana alla cascina lombarda

ASBs, Mappe Martinengo, n. 19. Disegno acquerellato delle osterie poste ad ovest di Brescia, secolo XVI.

di Mariella Annibale Marchina

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storia

S

ussiste un corrispondenza tra la villa romana e la cascina lombarda? L’interrogativo è stato posto ad insigni studiosi che attraverso le varie ricerche tematiche hanno affrontato il quesito in varie relazioni. La cartografia storica che parte dal

XV al XIX secolo è stata messa a disposizione dall’Archivio di Stato di Brescia. La schedatura analitica è stata effettuata dalle dottoresse Cecilia Gallucci e Gloria Maria Tenchiri coadiuvate dal dottor Piercarlo Morandi e dalla Fondazione Civiltà Bresciana. La catalogazione ha permesso di ricavare una quantità di dati inediti. Le ricerche delle fonti si sono approfondite presso l’Archivio

di Stato di Venezia, grazie al paziente e certosino lavoro di Piercarlo Moranti che ci riporta alla memoria i disegni fatti eseguire dalle autorità venete per le prime soppressioni di conventi. Tra quelli bresciani si rammentano in convento di Leno e di Santa Francesca Romana degli Olivetani di Rodengo. Le ricerche di fonti cartografiche si sono rivolte anche a biblioteche, archivi comunali, archivi privati, istituzioni bresciane, veneziane e lombarde. In modo particolare l’importante archivio storico di Bogliaco, della nobile famiglia Bettoni, che con molta sensibilità ne ha permesso la consultazione. L’architetto Angelo Valsecchi, nella terza giornata di studi svolta a Borgonato, ha presentato la storia del Palazzo Lana da corte signorile a palazzo nobiliare. Attraverso l’analisi dei rilievi e dalla lettura delle singole strutture architettoniche, riportate in varie fotografie, ha fatto emergere i vari passaggi e trasformazioni. La professoressa Giovanna Gamba ha presentato La famiglia Lana: vita aristocratica e gestione patrimoniale. Pur affrontando un argomento che non permetteva di proiettare fotogrammi espli-

Cascina Stacca, posta nel territorio di Gussago, citata nei documenti del XV secolo. (fotografia di M. Annibale Marchina, anno 2010)

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Cascina Stacca, cortile interno posto a mattina, ora proprietĂ Pe. (fotografia di M. Annibale Marchina, anno 2010)

cativi accattivanti, ha permesso di cogliere aspetti curiosi sulla vita quotidiana della famiglia che doveva affrontare i problemi contingenti del vivere, ma anche quelli provocati da negletti fratelli, dediti a sperperare il patrimonio familiare. La vita della famiglia era scandita con il ritmo della natura, nella casa di cittĂ , posta nella quadra di san Giovanni,

si trascorrevano i mesi invernali, mentre i periodi estivi si passavano nella dimora di Borgonato a cui rimarranno affezionate quasi tutte le generazioni dei Lana. Nei documenti domestici si sono messe in evidenza alcune curiosità annotate scrupolosamente anche in occasione di vino cattivo e annacquato, da non buttare ma da offrire ai domestici o ai contadini. Sicuramente quello migliore scorreva sulle loro mense. Nei testamenti i Lana non dimenticarono i loro contadini, nÊ i loro domestici, fedeli servitori, a cui lasciarono dei piccoli vitalizi sino alla loro dipartita. Magnanimi dunque verso coloro che li aiutavano nel loro viver quotidiano. In città si sono ritrovate varie domus romane, da quella famosa del complesso monumentale di Santa Giulia a quella semi sconosciuta scoperta nel 1921 nel complesso scolastico del Liceo Veronica Gambara, nell’omonima via al nr 3.

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Porticato di Palazzo Lana

Brescia, Liceo Veronica Gambara, pavimento della Domus romana scoperta nei lavori di ampliamento nel 1921.

Documenti riprodotti in facsimile: 1) ASBs, Imperial Regio Ufficio Provinciale di Polizia, b. 20, f. 5. Avviso del 31 luglio del 1857, del Commissariato Municipale di Polizia della Regia cittĂ di Brescia, rivolto ai librai, stampatori e venditori di libri, affinchĂŠ si attenessero al protocollo sottoscritto. 2) ASBs, Mappe Martinengo, n. 19. Disegno acquerellato delle osterie poste ad ovest di Brescia, secolo XVI. Archivio di Stato di Brescia Autorizzazione nr 19 Prot. N.4256/28.34.01.07(1) del 23/12/2011

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economia

LA CRISI

NON

CHE

Passa

E’ un bollettino di guerra l’annuale rapporto sull’economia globale e italiana che l’economista ed editorialista de La Stampa Mario Deaglio pubblica per il Centro di ricerca Einaudi, con il contributo di Ubi Banco di Brescia. La sedicesima edizione esce in un momento dalle tinte fosche e certamente di passaggio epocale, con un titolo in negativo: ‘La crisi che non passa’

di Magda Biglia

«

Demone, ora sei libero. Prendi la direzione che vuoi». Usare una citazione di Shakespeare per parlare del demone dell’incertezza, dell’imprevedibilità che domina il pianeta, usare le parole di Antonio nel ‘Giulio Cesare’, in un

mondo romano che sta passando dalla ‘Res publica’ agli imperatori, per aprire il volume, dà il segno della visione sulla congiuntura con cui si avvia il secondo decennio del terzo millennio.

La debacle è del mondo occidentale che non riesce a riassorbire la disoccupazione, non riesce a recuperare i livelli economici pre-crisi; il dollaro e l’euro vivono due cattive stagioni parallele; il Giappone è stato piegato dallo tsunami, non solo marino. La classe politica è incapace di fare fronte ai fenomeni. Viene dappertutto cambiata ma la situazione non migliora. Governare diventa

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complesso e l’azione viene sempre più demandata ai tecnici. Tra classe politica e finanza è calato il muro dell’incomprensione, il che non ha facilitato i tentativi di risanamento e spiega perché la finanza se ne sia andata per i fatti suoi o addirittura abbia preso l’egemonia. «Dopo due secoli di dominio occidentale, sarà l’Oriente a prendere il sopravvento» è la dichiarazione ormai chiara e definitiva di Deaglio. Nella ricerca scientifica la Cina ha già fatto il sorpasso, è seconda solo dopo gli Stati uniti che sorpasserà, pare, nel 2013. Siamo al ‘mondo capovolto’ annunciato nelle precedenti edizioni del Rapporto. E ci sono altri paesi verso Est, Turchia, India, Corea, Tailandia; unici in diversi continenti il Brasile e il Sudafrica. L’Africa resta un problema, con il disordine sul Mediterraneo e la ‘polveriera subsahariana’ pronta ad esplodere. Sentiremo sempre meno parlare di una Ue incapace di integrarsi realmente e nuove sigle verranno alla ribalta: Russia e Cina hanno creato quest’anno la ‘Shangai cooperation organisation’, Sco, che raggruppa Stati confinanti, anche l’Iran; il già noto Bric (Brasile, Russia, India, Cina) è diventato Brics con il Sudafrica; una partnership fra India, Brasile e Sudafrica ha dato vita a Isba; il Cccg riunisce le nazioni arabe ricche. L’ITALIA è arrivata al crack di Lehman brothers già in decelerazione. «E l’impatto reale è stato più forte rispetto agli altri Stati dell’Ocse» sentenzia il Rapporto.

Fra il 2008 e il 2009 il Pil crolla dell’8%, contro una media Ocse del 5.3%. Le famiglie riducono consumi, le imprese gli investimenti, il bilancio dello Stato peggiora notevolmente. I disoccupati salgono dal 4.9% all’8.7% ma con calcoli differenti sarebbero molti di più. All’inizio del 2011 gli inattivi a vario titolo sono 35 milioni. Fuori si delocalizza, ma non si attirano capitali esteri. BRESCIA «Brescia ha tutte le caratteristiche per potercela fare» è il commento in positivo al Rapporto Deaglio del presidente della Camera di commercio Franco Bettoni «tuttavia, come per l’intero Paese, ci sono i nodi da sciogliere, primo fra tutti l’accesso al credito. Poi tutti gli altri freni di cui parliamo da sempre, dalla spesa pubblica alla burocrazia, alle infrastrutture mancanti». PER UN LIETO FINE Serve, secondo Deaglio, cambiare la qualità del bilancio pubblico, privatizzare per alimentare un fondo da destinare alle infrastrutture, attuare politiche di incentivazione degli investimenti nei comparti innovativi, spostare le entrate fiscali sul lavoro, abbassarne il costo, semplificare le figure contrattuali, unificare la previdenza. «L’obiettivo di un sistema economico efficiente è non solo produrre reddito ma dare lavoro. Quando uno su cinque ne è privo il sistema è da rivedere».

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LA MUSICA DEL Maestro

di Luigi Fertonani Parole e musica, note e ricordi. Esistono film famosi e film indimenticabili. Quelli indimenticabili lo sono grazie alle colonne sonore, immortali e amplificatrici di emozioni. Queste sono le note scritte e suonate dal grande compositore Ennio Morricone che ha fatto visita alla nostra cittĂ ricevendo applausi e riconoscimenti

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musica

E

nnio Morricone, all’inizio del d i c e m b r e scorso, ha fatto tappa a Brescia per una duplice occasione: la prima il “Concerto d’Inverno” che il violista bresciano Luca Ranieri organizza ogni anno a Ponte San Marco, l’altra l’inaugurazione di una mostra di partiture e manoscritti musicali del maestro romano nella Biblioteca del Conservatorio di Brescia.

In entrambe le occasioni si è registrato un vivissimo interesse per questo personaggio che è stato il vero protagonista della musica per film targata Italia, una musica che ha visto primeggiare il nostro paese praticamente senza rivali per molti decenni; a lui il sindaco Adriano Paroli ha donato il Grosso d’argento simbolo della nostra città. Una piccola folla si è radunata il 1 dicembre nel Salone Pietro Da Cemmo dove, prima di inaugurare la mostra, Ennio Morricone ha voluto incontrare gli studenti del Conservatorio bresciano. Un incontro inconsueto: mentre si attendeva l’ospite, il

direttore del Conservatorio Carlo Balzaretti ha intrattenuto gli allievi suonando al pianoforte alcuni dei temi più conosciuti di Morricone, spiegando poi ai giovani e ai giovanissimi musicisti la filosofia che ha caratterizzato la sua vita musicale. Anzitutto ha rivendicato la dignità della “musica applicata” appunto quella destinata al cinema, che invece troppo spesso fa arricciare il naso al mondo della musica “seria”, quello delle sale da concerto che però, guarda caso, molte volte ospitano anche applauditissimi arrangiamenti proprio della musica per film, e di Ennio Morricone in particolare. Esiste un modo preciso di lavorare a una colonna sonora? Alla nostra domanda Morricone ha risposto che gli spunti nascono a volte quasi per caso e non necessariamente nel buio di una sala cinematografica dove in anteprima regista e musicista visionano il materiale girato. La sera successiva, nella chiesa parrocchiale di Ponte San Marco, è andato in scena il concerto con l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta dal figlio di Ennio Morricone, Andrea – autore della colonna sonora del film Nuovo Cinema Paradiso – che ha proposto brani di grande interesse come “Se questo è un uomo” ispirato al testo di Primo Levi ma anche una serie di temi famosissimi del padre, da “Indagine sopra un cittadino al di sopra d’ogni sospetto” a “C’era una volta in America” fino a “The Gabriel’s oboe” che lo stesso Ennio Morricone ha guidato dal podio, raccogliendo alla fine una vera e propria standing ovation, testimonianza dell’inossidabile affetto che circonda la sua musica.

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Lo

che

sapevate

DIAVOLI STREGHE MAGIE E SORTILEGI

I

l fenomeno della “caccia alle streghe” ha visto, anche la nostra provincia come il resto dell’Italia, passare decenni veramente drammatici.

I fatti storici accaduti nel nostro territorio soprattutto in Valle Camonica e più esattamente a Edolo e Pisogne vede la condanna al rogo per stregoneria per più di 60 persone nell’anno 1560 (Prevideprato “Le streghe del tonale” Edit. San Marco Cividate Camuno BS 1976). Questo fatto fa capire quanto la “caccia alle streghe” era tutt’altro che ignorato dalla popolazione bresciana. I racconti che le riguardano venivano in quel periodo riportati della gente alimentando la paura con descrizioni dei fatti molte volte errati e ricchi di fantasia. Le streghe tenevano i loro raduni non solo in Tonale, ma anche in Valtrompia, nei boschi gardonesi e sopra nell’abitato di Inzino, dove viene effettuato un famoso sabba nel quale vengono recitate le parole “Amen, etan” (Spada “Gnomi, fate, folletti in Italia” MI Sugarco 1989). “Corna de la strèa”‚era anche l’altro nome con il quale gli abitanti di Marmentino davano al “Monte Castello della Pena”. L’appellativo è motivato dalla presenza di una caverna rifugio per streghe terribili, le quali si spostavano a lunghi

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passi da una valle all’altra. Potevano anche tramutarsi in vecchie pezzenti e chiedere l’elemosina, per poi vendicarsi contro chi osava deriderle (Fappani e altri “Storie bresciane misteriose e strane” ed.Voce del popolo). Insieme a loro inevitabilmente il diavolo faceva la sue presenza sia come padrone assoluto e sia come amante per poter consumare i sabba. Frequentemente il diavolo si presentava soprattutto per raccogliere a se nuovi adepti. Per raggiungere il suo scopo si trasformava in varie forme e figure. Inutile rimarcare come tale superstizione si colleghi alla credenza dell’esistenza di un marchio che rendesse i servi del demonio simili al loro maestro, e come tali facilmente riconoscibili da qualche loro peculiarità. Anche la figura della capra ha assunto nei millenni differenti connotazioni, positive o negative, a seconda delle inclinazioni, non ci stupisce quindi la presenza di tali figure anche nella nostra tradizione, ove coprono un arco geografico che non si limita solamente alla zona montana. A volte le streghe si ripropongono nelle nostre storie popolari, quasi a volerci ricordare che ogni parte della nostra esistenza è comunque legata ad un sottile filo che ne regola il nostro misterioso destino.


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Ispezione di una sheda elettronica

Immagine di relä in bassa tensione

Analisi termica di un motore elettrico in funzione

Incendio di un quadro

RISPARMIO ANNUO RAGGIUNTO GRAZIE ALLA TERMOGRAFIA

prima dell’introduzione della termografia

dopo l’introduzione della termografia

67

7. $

0$

12

7. $

14.300

n° di rotture annue

000

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costi a rottura

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469.000

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98.300

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370.000

costo di manutenzione costi totali risparmio dopo la analisi annuo termografica Nella tabella è riportato il calcolo del notevole vantaggio economico che la termografia ha apportato all’azienda UPS, leader mondiale nel trasporto espresso merci.

Alcuni esempi di applicazione della termografia in campo industriale Sistemi elettrici ad alta e media tensione Tra gli esempi di guasti che sono rilevabili con le termocamere nelle installazioni ad alta e media tensione vi sono: Ossidazione di interruttori ad alta e media tensione Surriscaldamento dei collegamenti Fissaggio imperfetto dei collegamenti Guasto di isolatori Sistemi elettrici a bassa tensione Tra gli esempi di guasti che sono

rilevabili con le termocamere nei dispositivi a bassa tensione vi sono: Collegamenti ad alta resistenza Corrosioni dei collegamenti Danneggiamenti del fusibile interno Guasti interni agli interruttori automatici Collegamenti inefficienti e danni interni Installazioni meccaniche Tra gli esempi di guasti meccanici che sono rilevabili con le termocamere vi sono: Problemi di lubrificazione

Disallineamenti Motori surriscaldati Rulli a temperature sospette Sovraccarico delle pompe Assali dei motori surriscaldati Cuscinetti caldi Condutture Tra gli esempi di guasti in tubazioni che sono rilevabili con le termocamere vi sono: Perdite in pompe, tubi e valvole Decadimenti di isolamento Otturazione di tubi

Dicembre 2011 Gennaio 2012

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“SCAMBISTI� ma per

SPORT

Il San Filippo ha ospitato una serata di sport e beneficenza allestendo sul parquet del palazzetto quattro campi da gioco in cui atleti e atlete bresciane di spicco, divisi in squadre miste, si sono cimentati a turno nelle discipline del calcetto, della pallavolo e del basket

Qui sopra Omar Pedrini. A fianco momenti della serata

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sport

S

cambiarsi abiti, esperienze, sorrisi per aiutare chi aiuta il prossimo. Il tutto condito dal divertimento di scoprirsi uguali nella diversità. Diversi nel fisico, nelle movenze e nella tecnica.

Sembrava di stare in una piccola comunità sportiva multietnica dove ti ritrovi i “lungagnoni” della pallavolo e del basket, i marmorei del rugby, le calciatrici in formissima con la coda di cavallo e i “pettoruti” della pallanuoto. Per una volta tutti insieme per provare le discipline dell’altro e condividere il loro pane quotidiano: la passione per lo sport. Hanno risposto presente tutte le associazioni che avevano partecipato alla realizzazione del relativo calendario benefico: Associazione nuotatori Brescia, Atlantide Pallavolo, Basket Brescia Leonessa, Bengals

Brescia, Brescia Calcio, Brescia Calcio Femminile, Feralpi Salò, Montichiari Calcio, Pallamano Leno, Pallamano Leonessa, Promoball Vbf Flero, Rugby Brescia e Rugby Calvisano. In quella occasione gli atleti per una giornata avevano indossato i panni di discipline diverse dalla propria. Partner dell’iniziativa: assessorato provinciale allo sport, ufficio oratori di Brescia e Centro sportivo San Filippo. I proventi andranno a favore di associazioni di volontariato operanti sul territorio, scelte dagli stessi sportivi coinvolti nella bella iniziativa. Stessa sorte per le maglie firmate da atleti e atlete e messe all’asta durante il galà. Tra gli ospiti Omar Pedrini. Promossa l’iniziativa che oltre ad essere importante dal punto di vista sociale, è risultata simpatica e originale. L’unica nota stonata è stata la mancanza di un folto pubblico sugli spalti. Una serata di questo tipo avrebbe potuto raccogliere un’adesione maggiore da parte della cittadinanza. Peccato, perché in un momento storico di grande incertezza - soprattutto economica - il divertimento sarebbe stato una garanzia per tutti, grandi e bambini. pCas

Le magliette delle società messe all’asta per beneficenza

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Clienti e comunicati a terzi per gli scopi di cui sopra.


L’ARTE DEL BACIO Ecco spiegato in poche semplici regole quello che conta quando si vuole baciare qualcuno e quello che al contrario è meglio non mettere in pratica se non si vuol vedere sfumare il fatidico contatto tra labbra

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l bacio: questione di denti o viso I denti. Ebbene sì cari ometti, curatevi bene i denti perché se siete in versione “predatore” questo elemento risulterà decisivo. Funziona così il cervello delle donne che ritengono la dentatura maschile elemento rilevante ai fini della concessione delle proprie labbra. Gli uomini invece ragionano diversamente: la decisione di dare o ricevere un bacio dipende soprattutto dai lineamenti del volto femminile e dall’attrazione che ne deriva.

sessi sta nel fatto che nel fatto che agli uomini piace avere un contatto di lingue maggiore con partner nuove.

Bacio: piace di più se… Gli uomini preferiscono il bacio con più saliva e più contatto di lingue. Sia gli uomini che le donne preferiscono il contatto di lingue nelle relazioni a lungo termine. La differenza tra i due

Fare l’amore senza baciarsi E’ possibile? Per il cinquanta per cento degli uomini intervistati non rappresenterebbe un problema. Al contrario solo il dieci per cento delle donne sarebbe d’accordo. Il novanta per cento del campione femminile,

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Perché agli uomini piace Secondo gli psicologi evoluzionisti il bacio può fornire informazioni importanti sulla qualità dell’incontro e sulla persona che stiamo baciando. Poiché gli uomini non sono particolarmente dotati nel “test della saliva” (tecnicamente possiedono una “ridotta percezione chimico-sensoria”), hanno pertanto bisogno di un bacio particolarmente “umido” per poter decidere.


società

CU RIO SI TÀ

Per 29 ore sono rimasti labbra contro labbra, in piedi, senza andare al bagno. Una “performance” che ha fatto entrare i coniugi Grisword, istruttori di sci del Michigan, nel Guinness dei primati per il bacio piu’ lungo mai dato. Hanno battuto nove coppie e vinto un viaggio a Parigi. La gara era iniziata mercoledi’ scorso all’Harley Davidson Cafe’ di Manhattan, a New York.

Un bacio davvero da Guinness. Protagonisti 39.897 innamorati che nello Zocalo, la piazza principale di Città del Messico, nel giorno di San Valentino del 2010 si sono scambiati per dieci secondi baci simultanei, mettendo così a segno il nuovo primato della speciale competizione, finora detenuto dai 32.000 che nel luglio del 2007 riuscirono nell’impresa nella britannica Weston-super-Mare.

infatti, ritiene fondamentale lo scambio di baci durante il rapporto sessuale. Sesso con chi bacia male: sì o no? Uomini, curate non solo i denti ma anche l’arte del bacio. Non sono rare scene di film in cui i partner maschi si interrogano tra di loro per capire in che modo approcciare l’amata. I risultati talvolta sono tragicomici. Il dato che emerge è l’uso della lingua: non esagerate, alle donne non piace la sensazione di soffocamento. Rispetto agli uomini, soltanto la metà delle donne accetterebbe infatti di fare l’amore con un amante che non sa baciare. Quanto conta il bacio man mano che una relazione va avanti? Anche in questo caso la Hughes, agenzia che ha commissionato la raccolta dei dati sull’indagine

statistica, ha rilevato curiose differenze. Diversamente dalle donne, che ripongono nel bacio una particolare attenzione nelle relazioni stabili, per gli uomini l’atto del baciarsi diventa sempre meno importante man mano che il rapporto si consolida. Prima, durante e dopo l’eros: cosa cambia L’atto del baciarsi sembra ridursi per livello di importanza quando si passa dai preliminari al rapporto arrivando infine al “dopo”. Tuttavia per le donne riveste sempre un’importanza maggiore che per gli uomini. Bacio e romanticismo: c’è relazione? Tutto fa pensare di sì. Il 59 per cento degli uomini e il 66 per cento delle donne rimangono delusi e scoraggiati dopo aver baciato un potenziale partner.

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salute

LA DIETA IPOCALORICA Uno studio italiano, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences Usa) è riuscito a spiegare qual è il “pulsante” molecolare che attiva il meccanismo grazie al quale una restrizione in termini di calorie aiuta il cervello a restare giovane più a lungo e a ragionare meglio

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angiare meglio serve, eccome. Seguire una corretta alimentazione non soltanto fa vivere più a lungo, presenta minori probabilità di contrarre patologie legate a sovrappeso e obesità, ma aiuta anche a mantenere più giovane il nostro cervello. Centrale

il ruolo della proteina Creb1 che diminuisce fisiologicamente con l’invecchiamento ed è già nota da tempo per il suo ruolo di regolatrice di importanti funzioni cerebrali come la memoria, l’apprendimento e il controllo dell’ansia. I ricercatori dell’università Cattolica di Roma (istituto di Patologia generale e di Fisiologia umana) hanno scoperto che la funzione di Creb1 può essere aumentata semplicemente con una dieta ipocalorica. «Sapevamo già che Creb1 è in grado di modulare altri geni e che a sua volta può essere modulata da fattori di crescita chiamati neurotrofine, da alcuni farmaci, e persino da caffè e tè» spiega Giovambattista Pani, ricercatore dell’istituto romano e coordinatore del gruppo di lavoro. «Non sapevamo però che può essere attivata anche da un’alimentazione a regime calorico limitato.

Una notizia particolarmente buona perché non è facile somministrare fattori di crescita al cervello mentre è facile pensare di poter arrivare alle cellule cerebrali modificando l’alimentazione». Lo studio è stato condotto su topi, la cui dieta è stata ridotta del 30 per cento. Un introito calorico al 70 per cento rispetto alla dieta normale ha dimostrato una migliore performance cognitiva da parte dei roditori presentano migliori performance cognitive rispetto ai topi con un regime calorico normale. Inoltre in questi topi sottoposti a dieta ipocalorica risulta ritardato lo sviluppo di alterazioni cerebrali paragonabili alla malattia di Alzheimer nell’uomo. La novità è che negli animali mancanti di Creb1, nelle aree cerebrali deputate alle funzioni cognitive i benefici della dieta ipocalorica sul cervello risultano totalmente assenti e gli animali presentano gli stessi deficit di quelli supernutriti. Infatti, la dieta moderata aumenta l’attività di Creb e “accende” nel cervello i geni delle sirtuine, note come le molecole della longevità. «Questo dimostra per la prima volta uno dei meccanismi attraverso cui la dieta agisce sul cervello» continua Salvatore Fusco, coautore dello studio «anche se per l’uomo il discorso è più complicato perché non basterebbe semplicemente tagliare le calorie, ma incidere anche sulla qualità degli alimenti. In ogni caso ormai è più chiaro il meccanismo che lega le malattie metaboliche, come diabete e obesità, e il declino delle attività cognitive. Ed è un buon punto di partenza, anche nella logica di una possibile prevenzione farmacologica delle malattie neurodegenerative».

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Le PReVISIONI DELLE STELLE Cosa prevedono le stelle per il 2012? Quali saranno i segni leader in amore, lavoro e salute? Scopriamolo scorrendoli uno ad uno nell’immancabile Oroscopo di inizio anno

Amore: Dovresti rallentare un po’ la vita sociale. Il partner si farà in quattro te e moltiplicherà le occasioni per riuscire a sorprenderti e a farti piacere. Penserai ad un impegno duraturo, e perché non ad un bambino? Per le single, gli amici e la famiglia ti permetteranno di ritrovare un certo equilibrio e una certa serenità. Lavoro: Ti rimetterai in questione e riconsidererai il tuo ruolo nell’azienda. Rischi di incontrare degli ostacoli ma la tua ostinazione ti permetterà di venirne a capo e di avere così il riconoscimento che ti spetta. Salute: Anche se il sole ti fa bene e ti restituisce un po’ di energia, stai per entrare in un periodo di stress. La tua difficoltà di liberarti dalle preoccupazioni si ripercuoterà sullo stato di salute generale. Non esitare a fare delle vere vacanze dando un taglio netto alla realtà quotidiana, cercando di dimenticare per un po’ i tuoi problemi di natura professionale. Amore: Complicità e intimità saranno il punto forte nella coppia. Avrai voglia di riscoprire il tuo partner e di fare progetti di lunga durata. Stanche da un anno turbolento, le single aspireranno ad una maggiore stabilità. Coverai in segreto il desiderio di impegnarti, sempre temendo la perdita della tua libertà. Ciononostante, il tuo desiderio di dare e ricevere avrà la meglio sulle tue paure e non scapperai quando ti si parlerà di impegno. Lavoro: Nuovamente stimolata saprai importi al momento di una scelta importante in seno alla tua impresa. La mole di lavoro che ti sarà affidata non ti spaventerà, al contrario, ti motiverà e ti darà il coraggio di mettercela tutta. Parallelamente alimenti nuovi interessi e cerchi di specializzarti in un campo a cui tieni particolarmente. Salute: Riacquisterai fiducia in te stessa e imparerai a gestire meglio lo stress e le ansie. Starai attenta ai segni che ti invierà il tuo corpo e potrai in questo modo far fronte agli abbassamenti di umore.

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Amore: Per chi è in coppia, passionali come non mai, concretizzerete dei grandi progetti. Alcuni di voi decideranno di andare a vivere insieme e di fare pure un bambino. Farai grandi progetti a lungo termine sulla cui realizzazione non avrai alcun dubbio. Le single condurranno una vita un po’ sconclusionata nel mese di luglio. Moltiplicherete le occasioni di incontro e le storie senza futuro. Agosto sarà decisivo per te. Lavoro: La tua attività avrà un ritmo meno sostenuto e ti sentirai frustrata. I progetti che comincerai non avranno un seguito prima di settembre, allora abbi pazienza. Salute: La tua golosità e soprattutto l’incapacità di resistere alle cose buone ti portano agli eccessi. Passerai quindi l’estate cercando di riparare i danni da chili di troppo. A parte questo, il morale sarà eccellente. Approfitterai pienamente del sole che ti dà energia, non rinuncerai alla minima occasione per abbronzarti. Non dimenticare le protezioni. Amore: Avrai forse un po’ di difficoltà a dare tutto l’affetto che ti chiedono il tuo partner e la tua famiglia. Avrai la tendenza a rifugiarti presso i tuoi amici che ti sosterranno nelle decisioni e nei progetti in corso. Single, avrete la tendenza a moltiplicare le avventure senza futuro e vivere alla giornata. Lavoro: Il tuo essere servizievole sarà una carta in più per la tua riuscita professionale. La tua situazione professionale dovrebbe subire una vera trasformazione e ti proietterà ad un livello superiore. Salute: Leggermente chiusa in te stessa, avrai la tendenza a vedere tutto nero. Hai la pessima abitudine di rivivere le scene del passato più dolorose. Non farti del male inutilmente. Devi lasciare il passato al suo posto e andare avanti. Se ne senti veramente il bisogno, esprimi i tuoi vecchi rancori ma non lasciare che invadano la tua vita privata e professionale.


società Amore: Il tuo lato dominatore prenderà il sopravvento. Cerca di trattenerti, potresti irritare il partner. Il tuo compagno ti darà comunque l’occasione di recuperare, sarai allora tenera e dolce. Single: farete ordine nella vostra vita, ponendo fine a certe relazioni. Ne approfitterai anche per legare con altre persone. Lavoro: La tua ambizione sarà senza limiti e dovrai assumere sempre maggiori responsabilità. Ciononostante alcuni colleghi potrebbero ingelosirsi e metterti i bastoni fra le ruote. Questo non ti impedirà di lavorare in squadra, con delle persone che approveranno le tue iniziative. Mantieni la calma! Salute: Approfitterai delle vacanze per distenderti totalmente e per mantenere le promesse che ti sei fatta (dieta, smettere di fumare). Rischi comunque di essere un po’ irritabile. L’energia che avrai accumulato ti aiuterà a riprendere l’attività professionale riposata e piena di brio.

Amore: L’audacia che vi accompagna nel nuovo anno vi renderà più inclini a nuovi incontri che, se valutati con attenzione, potrebbero rivelarsi importanti e trasformarsi in rapporti durevoli. Ma per poter dedicarsi interamente ad un nuovo amore, occorrerà chiudere definitivamente con il passato. Per chi vive un rapporto consolidato, potrebbe essere arrivato il momento di prendere le decisioni importanti e pianificare il futuro con maggiore impegno. Lavoro: Potrebbe essere il momento migliore per abbandonare la vecchia via per la nuova o per chiedere l’aumento da tempo promesso. In ogni modo, il consiglio da non sottovalutare è quello di guardarsi le spalle da colleghi invidiosi che potrebbero remarvi contro. Denaro: Giove vi renderà più ricchi e forse proprio perché potrete vantare un conto in banca più generoso sarete più inclini alle spese e a concedervi qualche sfizio maggiore.

Amore: Troverai nel tuo partner un alleato che ti conforterà e ti sosterrà nelle tue decisioni. Non esitare a chiedergli consiglio, sarà contento di aiutarti. Single, è presso i tuoi amici che troverai il sostegno di cui hai bisogno. Sarai talmente preoccupata dalla tua vita professionale che ti accorgerai appena che c’è qualcuno che si interessa a te. E se invece fosse la persona giusta? Lavoro: Dopo numerose esitazioni e dopo avere considerato i pro e i contro, prenderai una decisione irrevocabile. Avrai la certezza di avere fatto la scelta giusta. Salute: Le decisioni che devi prendere ti angosceranno un po’. Rischi di essere piuttosto nervosa e questo influirà sul tuo riposo e sulla tua insonnia. Concediti del tempo per riposarti, ma soprattutto per liberare lo spirito.

Amore: Da due anni avete Saturno nel quinto campo che vi ha praticamente trasformato: riflessivi, responsabili, seri e persino fedeli. Praticamente irriconoscibili. Sentirete la necessità di sicurezze affettive. L’uscita della Luna nera dal settimo campo nel mese di luglio porterà a una piacevolissima impennata della vostra sfera erotica. Lavoro: Il 2012 sarà un anno importante da un punto di vista professionale per la maggior parte di voi. La combinazione planetaria di Saturno in Leone con Giove e Plutone in Sagittario parla di grande impegno, grandi imprese e successo. Arriveranno anche ampi compensi sul fronte economico. Salute: Mettete in programma nelle vostre giornate una moderata attività sportiva, sarà utile per mantenersi in forma.

Amore: Gli astri preannunciano un anno complessivamente tranquillo per le questioni di cuore. Il periodo più critico per quanto riguarda i sentimenti sarà il mese di giugno. Dovrete stare molto attenti a non sottovalutare i motivi di discordia con il partner, perché, se trascurati, potrebbero trasformarsi nel germe di future complicazioni affettive. Lavoro: Per ottenere risultati concreti e importanti sul piano professionale, dovrete essere disposti a sostenere duri sacrifici. Evitate gli investimenti di denaro nei primi due mesi dell’anno, perché Marte, in secondo campo, potrebbe farvi intraprendere affari poco redditizi. Salute: Saturno in quinto campo tenderà a spegnere la vostra esuberanza, consentendovi però di gestire meglio le risorse psicofisiche di cui disponete. Vi sentirete meno energici e dinamici, ma al contempo il vostro benessere potrà contare su un equilibrio psicofisico più stabile del solito.

Amore: Farai dei progetti a lungo termine con il tuo partner e costruirai una relazione durevole. Single, decidi di riprendere la tua vita in mano. Sarai affascinante e disponibile. Lavoro: Sarai ormai perfettamente operativa nelle tue nuove funzioni. I tuoi metodi di lavoro riorganizzati ti permettono di portare a termine i tuoi obiettivi più rapidamente e in questo modo avrai un po’ più di tempo da consacrare alla tua famiglia. Sebbene le tue finanze siano in rialzo, avrai fatto delle spese legate alle feste di fine anno che lasceranno un buco nel tuo budget. Devi ugualmente tener d’occhio le bollette, per non rischiare di pagarle in ritardo. Salute: Non sarai al riparo da un raffreddore o un’influenza, quindi non lasciarti cogliere impreparata. Prendi due o tre giorni di riposo se necessario. Ti renderai conto che spesso i tuoi mali sono di origine psicosomatica.

Amore: La tua vita professionale prende troppo posto alla vita di coppia. Il tuo partner te lo rimprovererà bruscamente e tu non saprai rispondere alle sue richieste. Attenzione, il tuo egoismo potrebbe turbare la vita di coppia. Più sollecitate che mai le single non si rifiuteranno alcun piacere. Lavoro: Il buon senso ti permetterà di evitare un errore di giudizio e i tuoi colleghi te ne saranno riconoscenti. D’altra parte la tua immaginazione e il tuo senso dell’estetica saranno particolarmente ben accetti. Prenderai sempre più iniziative, e la tua convinzione ti permetterà di importi sul lavoro. Riconosciuti i tuoi sforzi, comincerai a sperare in un netto miglioramento. Sii paziente. Salute: Solamente i tuoi nervi ti permetteranno di mantenere questo ritmo serrato. Ti renderai conto che essere sola ti farà sentire molto triste. Non confondere: non sei depressa, sei solo stanca.

Amore: Per le coppie questo sarà il momento di concretizzare ciò che avrete pianificato nel corso dei mesi precedenti. Single, anche per te è previsto l’inizio di un periodo eccellente. Affascinante, raggiante, avrai buone possibilità di incontrare l’anima gemella. Lavoro: Più sicura di te, sarai più produttiva e sul lavoro potrai cominciare a rallentare il ritmo. Puoi così dedicarti ad altri progetti. Non esitare a proporre le idee più pazze. Salute: Avrai maggiormente bisogno di acqua. Dovrai idratarti costantemente, bevendo molta acqua, ma anche proteggendo la tua pelle con una crema idratante. Approfitta allo stesso modo di questo periodo per moltiplicare le tue attività fisiche. Non c’è rimedio migliore per mantenere alto il morale e il tono muscolare. Avrai bisogno del massimo di energia per riprendere il lavoro.

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R COME RISPETTO E REGOLE R COME RICICLO Contro gli sprechi tutti noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa. E quel “qualcosa”, se moltiplicato per tanti, dà risultati sorprendenti. Come iniziare? Partendo da poche regole quotidiane che diventano sane abitudini per noi, per gli altri e per l’ambiente

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IDURRE Ogni giorno in Italia vengono gettate nei cassonetti 4 mila tonnellate di cibo commestibile. Per evitare questa spiacevole situazione è buona regola svuotare il frigorifero il più possibile prima di riempirlo nuovamente. Si può ottenere questo risultato rispolverando le ricette delle nonne che

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insegnano come cucinare gli avanzi di pranzi e cene. Ridurre la massa di rifiuti significa anche non riempire il sacchetto dello sporco con materiale inutile. Ad esempio: si possono utilizzare strofinacci per pulire la cucina, mettendo da parte i rotoli di carta usa e getta. Se possibile evitiamo di utilizzare confezioni monouso. Il “girovita” del bidone diminuirà sensibilmente. Un altro metodo interessante è il “compost” che dà nuova linfa agli avanzi e agli scarti trasformandoli da materia organica in terriccio che può essere impiegato per nutrire vasi di fiori, piante e orti.


ecologia

Se vogliamo ridurre la quantità di spazzatura prodotta, è buona regola dare un’occhiata al cestino tutti i giorni. RIUTILIZZARE Teniamo da parte tutto quello che si può riutilizzare: carta per appunti, buste, carte da regalo, sacchetti del pane o della spesa. Possono tornare utili per tante altre occasioni. RIPARARE Rammendare toppe degli abiti, aggiustare una vecchia lampada, rivestire sedie e poltrone, risuolare un paio di scarpe, portare gli elettrodomestici a far riparare nelle botteghe in cui si aggiusta tutto. Riprendiamo la buona abitudine di non buttare tutto ciò che si può facilmente riparare a costi sostenibili. RICICLARE Spesso davanti a un involucro ci si chiede: in quale bidone lo metto? Vetro, carta, alluminio, plastica? Allora è buona regola ricordare che i materiali non separabili non sono riciclabili. Inoltre non tutto quello che si chiama carta è riciclabile. La carta chimica degli scontrini, la carta oleata e molti sacchetti dei biscotti non lo sono. Per riconoscere i tipi di carta che non devono essere messi nel cassonetto omonimo si può fare un semplice test: strappare l’involucro quando è vuoto e osservarne la fibra. Se vedete una pellicola di alluminio o di plastica, il cassonetto giusto è quello dell’indifferenziata. I materiali più facili da riconoscere restano alluminio e vetro. Il cartone della pizza va nella carta, ma senza avanzi di cibo. Tranquilli, un po’ di unto non rappresenta un problema. RISPARMIARE Esiste una nuova generazione di oggetti intelligenti (contenitori di qualità, prodotti durevoli, locali, stagionali, a filiera corta. Talvolta costano un po’ di più ma alla lunga l’investimento verrà ripagato in termini di risparmio sui consumi e dunque di soldi. In questo modo si incentivano inoltre il progresso e lo sviluppo del territorio, si riducono gli sprechi e si alleggerisce l’impatto ambientale. RISORSA L’Italia grazie al patrimonio naturale e artistico, possiede enormi risorse. Non ci crederete ma anche i rifiuti possono essere una risorsa se vengono messi nel posto giusto.

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LA PARTICELLA DI DIO di Leonardo Wesendorf Chi ha creato “l’inizio” di tutto? Scienziati, filosofi e uomini di fede si sono spesso incontrati e scontrati su un tema così importante per la storia dell’essere umano. Al Cern di Ginevra due team, diretti da italiani hanno lavorato a esperimenti paralleli che avrebbero portato all’individuazione della “particella di Dio”

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foto cnr ©

hi ha letto Angeli e Demoni di Dan Brown sarà sicuramente balzato sulla sedia sentendo la notizia del rilevamento di una traccia della “particella di Dio” ossia quella particella che avrebbe generato universo, galassie e pianeti, la materia ma anche l’antimateria.

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scienza

foto cnr ©

Per dovere di cronaca lo scrittore americano, autore anche del Codice Da Vinci, non si era inventato il nome della particella stessa che deve la propria nomenclatura al titolo di un libro del Nobel americano Leon Lederman. La particella in questione viene anche definita bosone di Higgs – prende il nome dal fisico britannico Peter Higgs che formulò per primo la teoria - e a dicembre è tornata sotto le luci della ribalta grazie all’importante scoperta resa pubblica dal Cern di Ginevra. Coordinatori degli esperimenti denominati Atlas e Cms, gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). I dati presentati restringono il campo per la ricerca del bosone a energie minori del previsto e si spera di fugare ogni dubbio dell’esistenza della particella entro la fine del 2012, quando sarà stata completata l’analisi degli esperimenti in corso. Cosa è questa particella? Immaginiamo di avere un puzzle diviso in 17 pezzi: questi sono le particelle elementari che compongono la materia. Il bosone di Higgs era l’ultimo pezzo mancante. La prova della sua esistenza consentirebbe di tenere in piedi il Modello Standard della fisica moderna. Il compendio di teorie sul funzionamento dell’universo comunemente accettato dagli scienziati, senza questo bosone si trovava a descrivere un mondo fatto esclusivamente di particelle elementari senza massa, libere di schizzare via nell’universo alla velocità della luce e incapaci di formare stelle, pianeti ed esseri viventi. La ricerca è stata condotta da due squadre differenti (con i rispettivi esperimenti denominati Atlas e Cms). Ciascun gruppo era all’oscuro dei risultati dell’altro. Entrambi i team hanno lavorato in collaborazione con il Cern e con l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Gli scienziati e in particolare, i fisici del Cern, per deformazione professionale conservano un atteggiamento critico, affermando che «non si può ancora parlare di una scoperta». Il termine «scoperta», infatti, non è stato mai pronunciato nel corso del

seminario di presentazione dei risultati. «My God!» è stato il primo commento di Peter Higgs. Lo ha raccontato Guido Tonelli. «Quando gli abbiamo comunicato i nostri dati, Higgs era spaventato dall’idea che fossimo così vicini e la sua prima esclamazione è stata My God». A 82 anni, Peter Higgs preferisce essere molto prudente: «sembrava davvero un po’ terrorizzato» ha osservato Tonelli «dall’idea che si arrivasse al dunque». La particella è inseguita da quasi cinquant’anni. Ancora una volta i dati su cui i fisici sono chiamati a ragionare sono stati forniti dal Large Hadron Collider (Lhc) il più potente acceleratore di particelle del mondo, un anello sotterraneo di 27 chilometri di circonferenza capace di far scontrare protoni a velocità prossime a quelle della luce. «Abbiamo iniziato a notare il segnale alla fine dell’estate. Ma analisi così complesse hanno richiesto mesi di lavoro e la collaborazione di migliaia di fisici in tutto il mondo» racconta Sergio Bertolucci che al Cern è direttore della ricerca. Dei circa 10mila fisici del Cern impegnati nella ricerca della particella di Dio, circa mille sono italiani. La presenza del nostro paese nel Centro di Ginevra è coordinata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare. «Anche se i risultati sono significativi, i dati non bastano ancora a confermare con assoluta certezza l’esistenza del bosone di Higgs» avverte il direttore del Centro, il fisico tedesco Rolf Heuer. A questo punto subentra una nuova ipotesi: per ogni particella nota ne esisterebbe un’altra, detta supersimmetrica, molto più pesante. Trovare questi nuovi ingredienti del mondo che ci circonda, e capire se possono anche spiegare il mistero della massa mancante dell’universo - la cosiddetta materia oscura - saranno le prossime missioni della macchina per l’esplorazione scientifica più grande del mondo, soprannominata “le piramidi del XXI secolo” per dimensioni e complessità.

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Consumi, redditi e investimenti Presentati i dati Istat a fine dicembre: -0,2% il Pil del terzo trimestre. Le imprese italiane faticano, resiste chi esporta. Spesa pubblica e infrastrutture hanno subito una forte contrattura

L’

Istat non l’ha ancora detto. Non lo può fare perché per ragioni statistiche la certezza oltre ogni ragionevole dubbio non si è ancora consolidata: siamo in recessione? Numeri alla mano, dobbiamo aspettare ancora qualche mese per dirlo. Il maggiore istituto nazionale di ricerca , pur

ammettendo il declino del Pil, sottolinea che per parlare di vera recessione è necessario certificare un arretramento economico per sei mesi di fila. I primi tre sono già ufficiali: nel periodo luglio-agostosettembre il Pil è diminuito dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente: non accadeva dalla fine del 2009. Secondo Confindustria la recessione è già evidente: nel 2012 il prodotto interno lordo subirà un calo dell’1,6 per cento, «ma la caduta potrebbe essere peggiore» ha commentato la presidente Emma Marcegaglia. Anche Abi è sulla stessa linea d’onda: l’associazione bancaria italiana espone una previsione meno negativa di quella delle imprese (l’anno prossimo il Pil subirebbe una

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diminuzione dello 0,7), ma il concetto non cambia. Per famiglie e aziende i prossimi saranno mesi duri: «Tutte le componenti della domanda interna sono in diminuzione precisa l’Istat». Diminuisce la spesa delle famiglie (meno 0,2) quella delle pubbliche amministrazioni (meno 0,6) e gli investimenti (meno 0,8 per cento). PREZZI E SPESA Le famiglie comprano meno e lo shopping di Natale cala del 19% Si rinuncerà al superfluo, ma il taglio degli acquisti proseguirà per tutto il 2012. Secondo le previsioni di Confindustria i consumi l’anno prossimo diminuiranno dell’1 per cento. Nel terzo trimestre del 2011 la spesa delle famiglie, rispetto al periodo aprile-giugno, è già diminuita - secondo l’Istat - dello 0,2 mentre Confesercenti prevede che le famiglie spenderanno il 19 per cento in meno rispetto allo scorso anno. «Le famiglie» ha precisato Confindustria «cambieranno le loro abitudini adeguandosi all’impoverimento dei redditi». LAVORO In due anni l’ Italia perderà a 800mila posti di lavoro. I più penalizzati: i giovani Nel 2013, rispetto al 2008, ci saranno 800 mila lavoratori in meno: il tasso di disoccupazione è destinato a salire al 9 per cento. Lo prevedono gli industriali convinti che «la flessione di attività nella seconda parte di quest’anno abbia


interrotto il rilancio della domanda di lavoro che era iniziato a fine 2010». Confindustria precisa che i più colpiti dalla crisi sono i giovani: fra il 2008 e la metà del 2011 la fascia fra i 15-24 anni ha perso oltre il 24 per cento dei posti di lavoro, quella fra i 25-34 il 13,3 per cento. «Sono angosciata dalla disoccupazione, creare posti di lavoro è la prima emergenza» ha affermato ieri il ministro del Welfare Elsa Fornero. Il governo sta vagliando l’ipotesi di una riforma del mercato del lavoro: fra gli interventi ci potrebbe essere la decisione di garantire uno stipendio minimo di sussistenza ai non occupati. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Pubbliche amministrazioni: taglio alla spesa Il calo del fabbisogno delle pubbliche amministrazioni, 20 miliardi fra il dicembre 2010 e quello 2011, è un buon segno per i bilanci di uno Stato, ma corrisponde ad un taglio della spesa che incide anche sul Pil. Nel terzo trimestre di quest’anno rispetto al secondo, certifica l’Istat, vi è stata una diminuzione dello 0,6 per cento della spesa della pubblica amministrazione e delle istituzioni sociali private. Il Cnel avverte: «Considerata la competitività del nostro Paese è necessario non effettuare tagli lineari alla spesa, ma continuare a finanziare attività che garantiscono lo sviluppo economico e tagliare invece i rami secchi. E’ necessario realizzare un equilibrio che garantisca almeno l’erogazione dei servizi essenziali e favorisca la crescita. Il sistema della pubblica amministrazione diventerà così un fattore cruciale per migliorare la produttività del paese». GRANDI OPERE Gli investimenti non decollano e pesa il ritardo dei pagamenti Gli investimenti nel settore della grandi opere corrispondono solo al 2,5 per cento del Pil. E la Legge di stabilità fa notare l’Ance, l’associazione dei costruttori edili - per il 2012 impone alle risorse per nuove infrastrutture un ulteriore calo del 12,2 per cento rispetto all’anno precedente. Alla scarsità di risorse va aggiunta la lentezza nell’erogazione dei fondi comunque disponibili. Il Cipe

nel 2009 aveva approvato un “Piano per le opere prioritarie” finanziato con 11 miliardi di euro: a distanza di due anni oltre un terzo (3,6) degli investimenti deve essere ancora confermato. Un’altra spina nel fianco è rappresentata dal ritardo nei pagamenti alle aziende edili, aumentato fra maggio e settembre del 40 per cento con punte di attesa di 24 mesi. IMPRESE Giro d’affari fermo: ordinativi giù del 4,8% Difficoltà di accesso al credito e mancanza di ordinativi sono i due talloni di Achille delle aziende italiane e rappresentano le due principali cause da cui proviene l’incertezza sul futuro e quindi la scarsa propensione ad assumere e a investire. Gli ultimi dati Istat riferiti allo scorso ottobre segnalano una performance debole o addirittura negativa per le commesse. Il giro d’affari delle imprese è fermo rispetto a settembre, ma gli ordini - su base annua - hanno registrato un calo del 4,8 per cento. In forte riduzione le commesse del settore tessile- abbigliamento (meno 6,3 per cento), ancor peggio le macchine utensili (meno 13,8): settori un tempo punta di diamante dell’export. La tendenza sembra destinata a subire un’impennata: su base mensile (fra lo scorso settembre e ottobre) gli ordinativi sono risultati in calo dell’1,6 per cento. BANCHE Tassi più alti ma la Bce consiglia di erogare più credito Il costo del credito è destinato ad aumentare secondo le stime di Abi: i tassi d’interesse (tasso di riferimento Bce; tasso medio Bpt, tasso sugli impieghi e sulla raccolta) da qui al 2013 risulterebbero in salita. La redditività è considerata ai minimi e i ricavi in calo: un quadro che sembra destinato a incidere negativamente sul costo del denaro prestato alle famiglie e alle imprese, sulle quali già pesano forti difficoltà di accesso al credito. La Bce ha lanciato l’allarme sui rischi del credit crunch: «Quello che vogliamo evitare è una grave restrizione sull’erogazione di credito che potrebbe peggiorare ulteriormente l’indebolimento della crescita economica» ha detto il presidente Draghi. Le banche «non prestano a imprese e famiglie e non si stanno prestando fondi nemmeno tra loro».

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FRITTELLE DA LUNA PARK Ingredienti per l’impasto Burro100 gr Farina 500 gr Manitoba Latte 250 ml Lievito di birra25 gr scorza grattugiata di 2 limoni Sale fino 10 gr Vanillina1 bustina Zucchero50 gr

Togliete il burro dal frigorifero e lasciatelo ammorbidire a temperatura ambiente. 1 Mettete in un contenitore il latte a temperatura ambiente, scioglietevi il sale, lo zucchero e 2 aggiungete la scorza grattugiata dei 2 limoni. 3 Versate il composto di latte in una planetaria munita di gancio per impasti (o in un recipiente capiente se lavorate l’impasto a mano) 4 e aggiungete 1/3 della farina mista a vanillina; impastate bene fino ad ottenere una pastella fluida e poi 5 aggiungete il lievito sbriciolato. Lavorate ancora per qualche minuto, 6 poi aggiungete un po’ alla volta tutta la restante farina. 7 E continuate a impastare fino ad ottenere un composto morbido ed elastico quindi 8 incorporate anche il burro ammorbidito e lavorate ancora l’impasto finché 9 risulti morbido ed elastico. 10 Ungete di olio di semi (meglio se di arachide) i palmi delle mani e anche l’interno di una ciotola abbastanza grande. 11 Prendete l’impasto, ponetelo nella ciotola e spennellate leggermente la sua superficie con dell’olio di semi di arachide mettetelo a 12 lievitare per circa 1 ora e ½ ponendo la ciotola in un luogo privo di correnti d’aria e fonti di calore, che potrebbero fare ammorbidire troppo il burro contenuto nell’impasto: tenete presente che l’impasto dovrà raddoppiare il suo volume.Inumidite uno strofinaccio da cucina pulito e coprite l’impasto delle frittelle: questo servirà a prevenire il formarsi di una crosticina dura sulla superficie. 13 Quando l’impasto delle frittelle avrà raggiunto il doppio del suo volume, trasferitelo su un piano e formate un lungo bastone che taglierete a 14 pezzetti del peso di circa 100-110 gr. 15 Formate palline appoggiandole su una spianatoia e modellandole

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con una leggera pressione del palmo della mano. 16 Disponete le palline su di un canovaccio pulito e asciutto, distanziandole tra di loro di almeno 2-3 cm; ricopritele con un altro canovaccio, attendendo circa 20 minuti per la seconda lievitazione. 17 Passati i 20 minuti, allargate con le mani le palline di impasto per renderle piatte e circolari (dovrete allargarle ottenendo un diametro di circa 20 cm), rendendo molto sottile (quasi trasparente) il centro della frittella e lasciando i bordi un po’ più spessi. 18 Ponete dell’olio di semi (meglio se di arachide) a scaldare sul fuoco: l’olio per friggere le frittelle, deve essere caldo ma non bollente (circa 170°); potreste fare una prova friggendo un piccolo pezzetto di impasto: se il pezzetto di pasta diventa dorato lentamente l’olio è pronto. Se invece il pezzetto di pasta si scurisce troppo in fretta, vuol dire che l’olio è troppo caldo e c’è il rischio che le frittelle si brucino. Immergete la frittella nell’olio e aspettate che si colorisca da entrambi i lati. 19 Quindi scolatele con l’aiuto di due forchette e 20 passatele nello zucchero semolato e ricopritele (senza sgocciolarle su carta da cucina) di zucchero semolato, facendolo aderire su entrambi le superfici. 21 Adagiate le frittelle già pronte su un vassoio e servitele immediatamente.

FRITTELLE DI MELE Una ricetta che piace tanto ai bambini, si fa velocemente, è un’ottima merenda e soprattutto è ricchissime di mele Impasto prima della frittura Setacciare la farina, aggiungere lo zucchero, il sale, la scorza grattugiata del limone, il lievito e mescolare con un cucchiaio. Aggiungere il latte, l’olio, un uovo alla volta, mescolare bene. Tagliare a dadini le mele ed aggiungerle immediatamente al composto e mescolare subito per non farle annerire. Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Friggere il composto a cucchiaiate, nell’olio bollente. Sgocciolarle su carta assorbente e spolverizzarle con zucchero semolato. A scelta: si può aumentare la quantità di zucchero, perché la mela è aspra, ma con lo zucchero semolato possono già risultare bilanciate.

Ingredienti: 250 g. farina 70 g. zucchero 150 ml latte 1/2 cucchiaio olio 3 mele renette (anche 4 se sono piccole) 1 scorza limone grattugiato 2 uova 1 cucchiaino lievito per dolci 1 pizzico di sale zucchero semolato

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motori

La Geely arriva in Europa E l’Italia fa gli onori di casa di Osvaldo Mairani

Il costruttore cinese ha scelto l’Italia come primo mercato in cui vendere le sue automobili. Si parte nel 2012 con una berlina da 12 mila euro La Cina ormai è di casa in Italia anche nel difficile mercato dell’automobile. Geely, ovvero il secondo più importante costruttore privato di automobili cinese nonché proprietario di Volvo, ha programmato lo sbarco nel Vecchio Continente partendo proprio dall’Italia. Il primo modello che verrà presentato nei primi mesi del 2012 sarà la berlina Emgrand EC7 al prezzo di 12 mila euro con garanzia di 5 anni e 150.000km. Il modello è il primo di marca cinese ad aver ottenuto la certificazione 4 stelle all’Euro-NCap e 5 stelle C-NCap. La Unico Esemplare ha già in programma un nuovo formato di distribuzione della gamma Geely che rivoluzionerà completamente il classico concetto distributivo dell’automotive italiano. Il cuore dell’importazione e distribuzione sarà legata al service ed a tal proposito verranno nei prossimi 2 anni creati oltre 300 Geely Service Point sul territorio nazionale. Nel corso del 2012 verrà presentata anche la berlina 2 volumi RV su base Emgrand e nei prossimi anni verranno inseriti a listino due o tre nuove auto in gamma: dalle citycar ai Suv, dalle sportive cabrio a mini Crossover.

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Nuova Opel Ampera

Se il cliente non va dal concessionario, il concessionario va dal cliente. E’ partito il tour per l’Europa grazie al quale Opel raggiungerà i clienti in un roadshow itinerante. Un tour itinerante per incontrare i più importanti clienti fleet e di noleggio a lungo termine a cui offrire sul posto un test drive. E’ il progetto messo in moto da Opel per la Ampera, che dopo essere partito dall’Olanda a settembre scorso ha raggiunto Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Francia ed Austria. Anche Milano e Roma hanno dato ospitalità all’evento motoristico. Seguiranno poi altri paesi quali Spagna, Portogallo, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Grecia. In totale verranno visitati 13 paesi ed in 6 mesi sarà possibile effettuare oltre 4000 test drive. A livello europeo circa 6500 potenziali clienti si sono già registrati nella fase di pre-lancio al sito di Ampera. Si tratta degli e-Pioneers, ovvero i primi clienti internazionali che hanno dimostrato un interesse d’acquisto effettuando già un piccolo versamento per prenotare la propria vettura. «I segnali che arrivano grazie anche a questo tour europeo sono positivi» ha commentato Roberto Matteucci, Amministratore Delegato di General Motors Italia. «Abbiamo un prodotto oggi unico sul mercato. Ampera rappresenta la massima espressione di tecnologia ed ecologia Opel e rientra in una strategia globale proiettata sempre più verso la riduzione delle emissioni, già a valori minimi con le versioni ecoFLEX presenti sui propulsori tradizionali».

Auto elettrica? Sì, grazie Il 71 per cento degli europei è interessato. Il 57 per cento ne valuta l’acquisto, ma rimane il problema dell’autonomia L’auto elettrica interessa il 71% degli europei mentre il 57% ha intenzione di acquistarne una: è quanto risulta da un sondaggio dell’osservatorio Cetelem dell’automobile, effettuato in dieci paesi fra cui l’Italia. Pur considerata dall’84% degli intervistati come «migliore soluzione per il futuro per proteggere l’ambiente», la metà non è disposta a sopportare uno sforzo finanziario ulteriore per effettuarne l’acquisto e solo un terzo accetterebbe di pagarla un 10% in più rispetto a un veicolo a motore termico. Il problema fondamentale rimane però l’autonomia delle batterie: se l’82% degli europei percorre meno di 100 chilometri al giorno, il 55% non vorrebbe acquistare un’auto elettrica dall’autonomia inferiore ai 250 chilometri. Il sondaggio è stato condotto su un campione di 6mila persone.

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direttore Edoardo Beccalossi redazione Paola Castriota, Claretta Pasotti, Paola Gregorio, Magda Biglia, Leonardo Wesendorf, Osvaldo Mairani, Cristina Salfa, contributi speciali Mariella Annibale Marchina Radio Vera fotografia Remio Maifredi, Edophoto, A. Colantonio, Mauro Brunelli impaginazione Francesca Vezzoli

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pubblicità info@panoramabresciano.it 030.2191305 / 334.3575976 segreteria info@panoramabresciano.it stampa Pressup via La Spezia 118/c Ladispoli (VT) Chiuso in redazione il 28-11-2011 alle 18,00 Autorizzazione del Tribunale di Brescia Edizioni Le Amazzoni via Genova 8 Brescia www.panoramabresciano.it info@panoramabresciano.it Ogni riproduzione realizzata sia con mezzi meccanici che elettronici è vietata senza autorizzazione scritta dell’editore


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