La Freccia - novembre 2024

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INTERVISTE

VOCE AL TALENTO

LAURA PAUSINI

Offerta FrecciaFAMILY

VIAGGIA CON CHI AMI

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I ragazzi under 15 viaggiano gratis e gli adulti con il 50% di sconto

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L’offerta FrecciaFAMILY, è disponibile per gruppi da 2 a 5 persone e consente ai minori di 15 anni (non compiuti) di viaggiare gratuitamente e agli altri componenti del gruppo (di cui almeno un maggiorenne) di viaggiare con uno sconto del 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è disponibile per viaggi su treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, in 1° e in 2° classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard. Sono esclusi i treni Intercity, Intercity Notte e Regionali, i treni internazionali, il livello di servizio Executive e il servizio Salottino. FrecciaFAMILY è a posti limitati e variabili, è acquistabile presso

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tutti i canali di vendita e non è cumulabile con altre promozioni. Le operazioni di cambio prenotazione/biglietto e rimborso sono soggette a restrizioni. I servizi bus FrecciaLink sono acquistabili, nel limite dei posti disponibili, solo in combinazione al servizio Freccia proposto dai sistemi di vendita di Trenitalia. Maggiori info su trenitalia.com.

COSTRUIRE COSTRUIRE

COSTRUIRE

Scrivo questo editoriale subito dopo la Festa del cinema di Roma, dove abbiamo consegnato il Premio del pubblico FS a uno dei film della selezione ufficiale votato dagli spettatori. Il pubblico ha scelto Reading Lolita in Tehran, di Eran Riklis, una pellicola che offre tanti spunti di riflessione, intanto sui conflitti in corso e poi anche sulla figura femminile e il coraggio delle donne. Il Gruppo Ferrovie dello Stato è da sempre sostenitore e promotore della cultura. Per vocazione e per propria natura, perché garantisce la mobilità delle persone e quindi la libera circolazione delle idee. E anche per missione azien-

dale perché, attraverso binari e strade capaci di collegare i territori con l’Alta Velocità e il Regionale – che ha da poco rinnovato la sua immagine – accompagna i viaggiatori alla scoperta di borghi e città valorizzando il patrimonio culturale del Paese.

Solo un’impresa che valorizza la cultura, infatti, può essere davvero moderna, innovativa e in grado di dialogare con le comunità che coinvolge. Su queste basi si poggia anche il concorso letterario A/R Andata e racconto. In viaggio con amore, ideato dal Gruppo FS insieme al Salone del libro di Torino per dare spazio ai talenti italiani, che ha visto emer-

COSTRUIRE COSTRUIRE COSTRUIRE

gere il racconto della giovane esordiente Flavia Forestieri dal titolo 18.12-Pisa Centrale. E sempre nell’ottica di promuovere la bellezza si muove la scelta di sponsorizzare il restauro e la restituzione ai cittadini del tempio rupestre di Ellesiya, che dal 20 novembre si potrà visitare gratuitamente all’interno del Museo egizio di Torino. In questo luogo, che compie 200 anni, si possono ammirare tesori e reperti della civiltà nilotica.

A portare un po’ di Italia nel mondo, invece, è il volto scelto per la copertina della Freccia di questo mese: Laura Pausini. Prima italiana a vincere un Grammy Award, è stata no -

minata Person of the Year dalla Latin Recording Academy ed è entrata nella classifica delle 25 donne più influenti del 2024 per la versione spagnola della rivista People. Dopo 30 anni di carriera, l’artista riesce ancora a riempire gli stadi perché la sua musica – si legge nelle motivazioni – non risponde alle mode, ma all’onestà e all’eccellenza.  Vogliamo invitarvi a partecipare a questo meraviglioso viaggio nel cinema, nella scrittura, nell’arte, nella musica. Franz Kafka scriveva che i sentieri si costruiscono viaggiando. Siamo, dunque, destinati a costruire. È nel nostro dna. Buona lettura.

REGIONALE

Trenitalia presenta il nuovo brand Regionale che punta a intercettare le nuove esigenze di viaggio proponendo un servizio sostenibile e innovativo

MAPPARE L’INSOLITO

Dagli Horti di Pavia al museo dedicato ad Antoine De Saint-Exupéry, la Fondazione Italia patria della bellezza propone luoghi originali fuori dai circuiti turistici

VIAGGIO NEL TEMPO

Il Museo egizio di Torino compie 200 anni. E festeggia con la restituzione alla collettività del tempio rupestre di Ellesiya, dal 20 novembre visitabile gratuitamente anche grazie al contributo del Gruppo FS

PRIMA DI SCENDERE

Tra le firme del mese

ROBERTA MANCINI

Nata a Roma, ha iniziato la sua carriera come lettrice editoriale. Attualmente scrive articoli, edita testi e collabora con l’Accademia di scrittura creativa Molly Bloom

CESARE BIASINI SELVAGGI

Da marzo 2017 è direttore editoriale di exibart.com. Autore e conduttore del programma televisivo Stato dell’arte su Cusano Italia TV, svolge attività manageriale in diverse fondazioni culturali italiane

VALENTINA LO SURDO

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica con anima rock, presentatrice, speaker, attrice. Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino

ANDREA RADIC

Giornalista professionista, scrive per Identità golose e Ansa, conduce su Gambero Rosso

Channel Italia vicina e ha condotto su Radio Rai

A spasso con Radic. È nella giuria del premio

The WineHunter Award al Merano wine festival. Dal 2018 scrive su La Freccia e su fsnews.it

I numeri di questo numero

10mila

i runner previsti alla 40esima edizione della Firenze Marathon [pag. 77]

30 gli anni di carriera del fotoreporter Massimo Sestini [pag. 99]

35 gli scatti della mostra La Puglia vista dai fotografi dell’Agenzia Magnum a Lecce [pag. 105]

READ ALSO

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

Con questo QR code puoi sfogliare La Freccia anche online.

Buona lettura

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI ANNO XVI - NUMERO 10 - NOVEMBRE 2024

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA

N° 284/97 DEL 25/06/1997

CHIUSO IN REDAZIONE IL 04/11/2024

Foto e illustrazioni

Archivio FS Italiane

AdobeStock

Copertina © Cosimo Buccolier

Outfit Alessandro Vigilante, scarpe Roger Vivier, styling

Susanna Ausoni

Tutti i diritti riservati

Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT

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EDITORE

Communication Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma Contatti di redazione lafreccia@fsitaliane.it

Direttore Responsabile

Responsabile Prodotti Editoriali Caporedattrice Caposervizio

Segreteria di redazione

Coordinamento Editoriale In redazione

Coordinamento creativo

Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Giuseppe Inchingolo

Davide Falcetelli

Michela Gentili

Cecilia Morrico

Francesca Ventre

Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi, Francesca Ventre

Gaspare Baglio, Sandra Gesualdi

Giovanna Di Napoli

Claudio Romussi

Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Sandra Jacopucci, Valentina Lo Surdo, Roberta Mancini, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC® e da materiali riciclati

On web

La Freccia si può sfogliare su fsitaliane.it e su ISSUU

PROGETTO CREATIVO
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

ATTRAVERSO LA TELA

Per tutta la vita Edvard Munch avvertì l’esigenza di esprimere attraverso l’arte la propria impressione della realtà. Proprio per assecondare questa attitudine il pittore norvegese realizzò migliaia di stampe e dipinti, riempì fogli su fogli di annotazioni e aneddoti, scrisse anche una sceneggiatura per il teatro.

Una carriera lunga e articolata che la mostra Munch. Il grido interiore, a Palazzo Reale di Milano fino al 26 gennaio 2025, tenta di ricostruire attraverso un percorso di cento opere eccezionalmente prestate dal Munch Museum di Oslo. Al centro dell’esposizione, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale, c’è il processo creativo tramite il quale l’arti -

sta restituì le proprie esperienze emotive, sintetizzando quello che aveva visto e appreso attraversando il mondo. Il risultato è una pittura fatta di blocchi di colore, prospettive insolite e scenari domestici rivisitati. Con altre opere, invece, Munch cercò di immortalare le forze invisibili dell’universo, rispondendo al dibattito in corso alla fine dell’800 sulle modalità di percezione della mente umana. Un tema ancora attuale che lo rende un pittore modernissimo, in grado di dialogare con chi è disposto a conoscere, attraverso la tela, non solo l’artista ma anche se stesso.

palazzorealemilano.it

Edvard Munch L’artista e la sua modella (1919-1921)
© Munchmuseet

PHOTOSTORIES

Milano Centrale
© Michele Falzone Mickeyfalzone
LUOGHI

LA RUBRICA COMPIE SEI ANNI. VI ABBIAMO RACCONTATO LE PERSONE, I LUOGHI E LE STORIE

PAGINE GLI SCATTI MIGLIORI

PEOPLE

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

a cura di Enrico Procentese enry_pro

Fabrizio Corradetti* fabrizio_corradetti_foto

L’equipaggio internazionale della Missione Spaziale Axiom-3 prima di salire a bordo del Frecciarossa a Roma Termini
©
Innamorati a Roma Termini
© Alba G. theredalba

PHOTOSTORIES

Luana, capotreno del Frecciarossa
© Roberto Di Patrizi robertodipatrizi AT WORK
Verso Torino
© Andrea S. a_ndry77
*La foto inserita è dell’Archivio FS Italiane ed è stata scattata da un fotografo dell’agenzia LaPresse

RIVOLUZIONE EGIONALE

TRENITALIA PRESENTA IL NUOVO BRAND REGIONALE CHE PUNTA A

INTERCETTARE LE NUOVE ESIGENZE DI VIAGGIO PROPONENDO UN SERVIZIO SOSTENIBILE E INNOVATIVO

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili foto di Federico Vici/Archivio FS Italiane

Verde, accogliente, smart e sostenibile. Queste le parole chiave del nuovo Regionale di Trenitalia, che procede in sintonia con i tempi. Perché il vero cambiamento sociale passa per uno stile di vita green e accessibile. Proprio per incentivarlo l’azienda del Gruppo FS chiama a raccolta “i nuovi ribelli”: persone di ogni età, genere ed estrazione sociale che scelgono di viaggiare nel pieno rispetto dell’ambiente. Il piano è ambizioso e non prevede solo il rinnovo della flotta, ma si propone di intercettare le nuove esigenze di viaggio proponendo un servizio green, comodo, innovativo e capillare.

Negli ultimi 15 anni il trasporto regionale di Trenitalia ha vissuto una vera e propria rivoluzione, non solo perché sono stati introdotti nuovi treni ma anche per il potenziamento dei servizi, sempre più improntati all’intermodalità, che nel tempo hanno ottenuto il giudizio positivo dei passeggeri e il riconoscimento da parte degli stakeholder. Il miglioramento dell’intera esperienza di viaggio è stato frutto di un impegno costante e della stretta collaborazione con le diverse Regioni coinvolte, che ha portato a stipulare contratti di servizio di lunga durata per l’affidamento diretto dei servizi ferroviari.

Tale sinergia ha consentito un processo di rinnovamento in costante evoluzione che ha visto, negli anni, la consegna di 500 treni. Entro il 2027, poi, il numero dei nuovi convogli supererà quota 700, fra elettrici a doppio piano, monopiano e ibridi. Il tutto grazie a un investimento significativo, dal 2018 al 2027, di oltre 7 miliardi di euro per il rinnovo

della flotta e di circa tre destinati all’implementazione di tecnologie e alla manutenzione avanzata.

Con oltre 400 milioni di passeggeri all’anno e più di seimila corse giornaliere, il trasporto regionale di Trenitalia si appresta ad accogliere le sfide della sostenibilità intesa nella sua triplice accezione: ambientale, economica e sociale. Il nuovo brand vuole diventare un simbolo fortemente radicato nell’immaginario collettivo di chi viaggia. Ma anche rispondere a una scelta strategica che punta alla valorizzazione di comunità, territori e aree metropolitane, nelle quali è fondamentale l’interconnessione con altre modalità di trasporto.

La livrea, caratterizzata dal colore verde e da linee morbide e pulite capaci di trasmettere un approccio orientato alla sostenibilità, è stata lo sfondo del World Skate Games, manifestazione dedicata agli sport a rotelle che si è svolta a Roma dal 6 al 22 settembre. Gli atleti della Federazione Italiana Sport Rotellistici hanno partecipato anche al Rebel Revolution Fest, l’iniziativa organizzata in collaborazione con RTL 102.5 e Radio Zeta per festeggiare il nuovo Regionale. Il 4 e 5 ottobre, sempre nella Capitale, si sono alternati sul palco di Parco Schuster artisti come Noemi, Leo Gassmann, Articolo 31, Benji & Fede, Paola e Chiara. Un evento per celebrare questo cambio di prospettiva nel viaggio regionale che punta a interpretare nuove esigenze e a costruire un futuro più sostenibile.

trenitalia.com

trenitaliaregionale Regionale

Gli atleti della Federazione Italiana Sport Rotellistici al Rebel Revolution Fest

a cura di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save the date

NOVEMBRE 2024

NIKI DE SAINT PHALLE

MILANO FINO AL 16 FEBBRAIO 2025

Vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali, dal movimento femminista degli anni ‘60 e ‘70 al Nouveau

Réalisme di cui fu protagonista, Niki de Saint Phalle ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso la creatività, producendo opere monumentali, tra cui alcune sculture pubbliche, quadri e anche film sperimentali. La mostra al Mudec, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale, racconta in otto sezioni la car-

riera dell’artista francese dagli esordi fino agli ultimi lavori. Sono più di 110 le opere in esposizione, di cui una decina di grandi dimensioni, oltre a una selezione di lavori su carta, alcuni video e vestiti della Maison Dior che ricordano il suo passato di modella. Il ritmo del percorso è diacronico e antologico e ripercorre – attraverso il mondo colorato e polimorfo delle sue Nanas, statue con sembianze femminili dalla forma tondeggiante e materna – una vita personale complicata, segnata anche da fragilità fisiche. mudec.it

BALANCE OF POWER TOUR

ITALIA FINO AL 3 DICEMBRE Lo spettacolo della compagnia nordamericana

Parsons Dance, famosa in tutto il mondo per la sua danza vibrante, torna in Italia, con tappe tra nord e centro, da Milano a Genova fino a Roma. Si parte con l’esecuzione di due classici di repertorio: Caught e Takademe. Seguono due anteprime europee: Juke, un omaggio a Spanish Key di Miles Davis, e The Shape of Us, con accompagnamento elettronico. Tocca poi a Balance of Power, creato da David Parsons nel 2020, un crescendo di suoni e movimenti dal finale frenetico. Chiude il programma Whirlaway, una danza allegra su note che spaziano dal rock al blues e al jazz. parsonsdance.org

© Katrin Baumann
Le tre Grazie (1995-2002) di Niki de Saint Phalle © 2024 Niki Charitable Art Foundation/All rights reserved
La compagnia di ballo Parsons Dance

L’Assemblea annuale Anci 2023 ospitata a Genova

MAGICO PAESE DI NATALE

GOVONE (CUNEO), ASTI, SAN DAMIANO D’ASTI

16 NOVEMBRE>22 DICEMBRE

Sei weekend accompagnano adulti e bambini verso il Natale con mercatini, spettacoli, luci e vin brulé. L’evento diffuso nel Monferrato, inserito al settimo posto tra i più importanti mercatini natalizi d’Europa e considerato il più romantico dall’organizzazione European Best Destinations, giunge quest’anno alla 18esima edizione. Per l’occasione il Castello di Govone, iscritto nella lista del Patrimonio dell’Umanità, diventa la casa di Babbo Natale e dei suoi elfi laboriosi e nei suoi spazi viene allestita anche una mostra che ne ripercorre la storia. Il centro storico del borgo in provincia di Cuneo si trasforma in un giardino incantato abitato da renne e, mentre ad Asti il mercatino scalda piazza Alfieri, un presepe vivente crea una magica atmosfera a San Damiano. magicopaesedinatale.com

ASSEMBLEA ANCI 2024

TORINO 20>22 NOVEMBRE

È l’opportunità per i sindaci italiani di incontrarsi e analizzare insieme punti di forza e criticità delle città amministrate, per poi sottoporre le loro proposte al governo. La 41esima assemblea dell’Associazione nazionale Comuni italiani, intitolata Facciamo l’Italia giorno per giorno, coincide quest’anno con la sua 20esima assemblea congressuale, indetta per eleggere il nuovo presidente dell’associazione, che sarà inaugurata alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nel corso dell’evento, il 21 novembre alle 11.30, nella sala rosa del Lingotto Fiere si svolge l’incontro Generare valore condiviso sui territori. Il piano di trasformazione infrastrutturale del Gruppo FS per fare l’Italia, giorno per giorno ancicomunicare.it | anci.it

Il mercatino natalizio ad Asti

EDUARD ANGELI. SILENTIUM

VENEZIA FINO AL 24 NOVEMBRE

Un corpus di 14 opere, tra paesaggi notturni, interni e architetture che trasmettono immobilità, per provare a raccontare visivamente il silenzio. Promossa dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, la mostra personale del pittore austriaco, nello spazio del Magazzino del sale alle Zattere, getta luce su molti aspetti del suo lavoro, dalla scomparsa della figura umana alla tensione simbolista generata da atmosfere alienanti. Il vuoto, le enormi strutture ritratte senza dettagli e gli oggetti apparentemente sterili portano chi guarda le opere di Angeli a chiedersi dove sia la realtà, collocando l’artista nel solco della tradizione metafisica di Giorgio de Chirico. fondazionevedova.org

Il faro (2012) di Eduard Angeli Collezione privata

© Lothar Bienenstei

© Ljuba Buzzola
© Silvia Lore

RIO ARI O

BOLOGNA 22 NOVEMBRE>8 FEBBRAIO 2025

Sono passati 40 anni da …intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film, album di esordio del cantautore bolognese Luca Carboni. Per l’occasione, la città mette in mostra schizzi, disegni e dipinti dell’artista. Cinquanta opere, ospitate nel Museo della musica, in cui Carboni illustra brani, concerti e tour della sua lunga carriera. Nella pittura, come ha dichiarato lui stesso, si è lasciato ispirare da donne, portici, chiese e cartelli stradali. Nella produzione ha mescolato la tempera, i colori acrilici e le bombolette spray su diversi tipi di supporto. Non mancano anche inediti, audio rubati in studio, immagini e videoclip dell’autore di Mare Mare e Ci vuole un fisico bestiale. museibologna.it/musica

EUROCHOCOLATE

PERUGIA 15>24 NOVEMBRE

Artigiani provenienti da tutta Italia, marchi storici nazionali e internazionali e, ancora, spettacoli itineranti, musica e performance artistiche diffuse in tutto il centro storico. La 30esima edizione del Festival internazionale del cacao e del cioccolato si conferma punto di riferimento del settore e punta a coinvolgere un pubblico sempre più vasto. Il Chocolate Show, in corso Vannucci, è l’area pensata per chi vuole acquistare specialità di ogni genere, mentre l’iniziativa Equochocolate dà spazio e supporto ai piccoli produttori di cacao nel mondo. Tra le novità, l’esibizione delle artiste e degli artisti che sono stati selezionati durante la call Choco Buskers lanciata in occasione di questa edizione speciale. eurochocolate.com

Una passata edizione di Eurochocolate a Perugia

FOTOGRAFIA E FEMMINISMI

RAVENNA FINO AL 15 DICEMBRE

Album di famiglia e identità di genere, spazi domestici e stereotipi, ruoli e censure sociali. Sono questi i nuclei tematici della mostra alla Fondazione Sabe per l’arte che mette in dialogo, a partire da una selezione di immagini provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, il lavoro di diverse generazioni di creative operanti nel panorama italiano degli ultimi 50 anni. Le storiche Lisetta Carmi, Lucia Marcucci, Paola Mattioli e Tomaso Binga sono accostate alle più contemporanee Alessandra Spranzi, Alba Zari, Giulia Iacolutti e Martina della Valle. L’obiettivo è ricostruire, rivelando continuità e dissonanze, lo sviluppo e i cambiamenti dell’immagine femminile nella società e nel mondo dell’arte. sabeperlarte.org

Il cantautore Luca Carboni
Cose che accadono #12 (2002-2005) di Alessandra Spranzi

70 ANNI DI TELEVISIONE, 100 ANNI DI RADIO

ROMA FINO ALL’8 DICEMBRE

Echeggiano al MAXXI il primo annuncio radiofonico del 6 ottobre 1924 e altri pezzi sonori e video che hanno fatto la storia della tv e della radio in Italia, accompagnando le abitudini familiari e sociali del Paese. Nel percorso sono distribuiti fotografie, apparecchiature, costumi e opere d’arte della collezione Rai. Si tratta di un excursus tra gli avvenimenti più rilevanti, raccontati attraverso due mezzi di comunicazione che sono entrati nelle case degli italiani, portando informazione, intrattenimento, cultura, sport e divulgazione scientifica. Lo sguardo, però, è rivolto anche al futuro e all’intelligenza artificiale, tra scenari in 3D e realtà aumentata. maxxi.art

MONUMENTA - ARTE IN CANTIERE

PUGLIA FINO AL 3 FEBBRAIO 2025

Sono sparse in quattro località pugliesi sei sculture di grandi autori del ‘900 affiancate a monumenti interessati da impegnativi restauri. A Bari, nella Cittadella della cultura è esposta l’opera Senza titolo di Jannis Kounellis, fuori dai cantieri della Cattedrale di San Sabino e della Chiesa di San Giacomo si può ammirare Sei personaggi n. 2 di Luciano Minguzzi, accanto al Teatro Margherita Colloquio col figlio di Giò Pomodoro. A Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani) la Cattedrale di San Sabino è arricchita da Giovane cavaliere della pace di Venanzo Crocetti. È di Costantino Nivola, invece, Donna davanti al Santuario del Santissimo crocifisso della pietà di Galatone (Lecce). L’ultima opera è di Mauro Staccioli: Senza titolo (Ellisse verticale) è stata scelta per il Castello imperiale di Sant’Agata (Foggia).

ARTEMISIA GENTILESCHI.

UN GRANDE RITORNO A NAPOLI DOPO 400 ANNI NAPOLI FINO AL 19 GENNAIO 2025 Venne dipinta quasi quattro secoli fa nella città partenopea, per poi passare da una collezione privata all’altra fino ad arrivare a Beirut, in Libano. Poi, il 4 agosto 2020 una grave esplosione nel porto cittadino la danneggiò. Ora la Maddalena di Artemisia Gentileschi, pittrice caravaggesca del ‘600, torna restaurata nella sua città natale e viene esposta nel Complesso monumentale di Santa Chiara. Inserita nella mostra curata da Costantino D’Orazio, a distanza di secoli la tela continua a proporre una riflessione, profonda e attuale, sulla trasformazione spirituale. monasterodisantachiara.it

Maddalena (1630-1635) di Artemisia Gentileschi Beirut (Libano), Sursock Palace Collection

Donna, di Costantino Nivola, davanti al Santuario del Santissimo crocifisso della pietà di Galatone (Lecce)
Una sala della mostra
© Agnese Di Vico

GUSTA & DEGUSTA

di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

LA FORZA DELLA SARDEGNA IN UN CALICE DI VINO

S’unione faghet sa forza» significa «l’unione fa la forza» ed è il motto di Antichi Poderi di Jerzu, cantina cooperativa sarda di alto livello qualitativo vicino a Nuoro. Fondata nel 1950 dal medico del paese Josto Miglior, oggi conta circa 400 soci che coltivano 500 ettari di vigneti. Esposte a terra e sole, vento e profumi, dalle colline dell’Ogliastra le viti guardano e respirano il mare.

Da generazioni, ogni vigna appartiene a una famiglia di Jerzu, e il forte senso di appartenenza si riflette nel mandato del presidente Marcello Usala. La parte enologica è seguita da Nicolò Miglior, pronipote del fondatore, e Franco Usai dirige la strategia commerciale. Qui c’è grande attenzione per la sostenibilità, che significa garantire il minor impatto possibile sull’ambiente e preservare le risorse naturali. Tra i vini da non perdere un eccellente rosato Isara, di carattere e aromaticità olfattiva, al palato identitario e di ottima finitura. Mentre Lucean le stelle è un Vermentino di Sardegna con piacevoli note vegetali e vibrante energia territoriale. Prezioso e nobile il Cannonau Baccu S’Alinu: intensità e forza caratterizzano questa gemma enologica elegante e contemporanea. Un sorso di grande bellezza.  jerzuantichipoderi.it

GIAPPONE CREATIVO E DI OTTIMA SOSTANZA A MILANO

Milano è la città italiana dove la cucina orientale si articola in proposte di altissimo livello. Tra queste si distingue per originalità e ricerca quella del ristorante Izu di Jin e Linda Hu. Una cucina che interpreta con creativa concretezza la filosofia gastronomica del Sol levante e a questo aggiunge il ricercato utilizzo di materie prime italiane per valorizzare il territorio e la stagionalità.

Tra i piatti in menù è irrinunciabile la Trilogia di ceviche, indovinata combinazione tra Giappone e Perù con tre tipologie di pesce: berice rosso, spigola e ricciola, salsa rivisitata, gocce di olio al coriandolo e cipolla di Tropea come tocco italiano. Ottimo l’Omakase di nigiri dello chef che cambia a seconda degli arrivi e della fantasia della cucina. Davvero notevole la Capasanta con vinaigrette allo yuzu, gocce di umeboshi e basilico viola.  Una cantina di bellissima geografia enologica tra Italia e Francia curata da Cristian Alfredo Carias Ardon, cresciuto a Salerno con esperienza internazionale, accompagna l’ospite con originali abbinamenti per ciascuna portata. izumilano.com

Trilogia di ceviche del ristorante Izu

Cannonau Baccu S’Alinu Antichi Poderi di Jerzu

GEOGRAFIA ENOLOGICA TRENTINA CON LA COOPERATIVA CAVIT

Dalla Val di Cembra alle rive nord del lago di Garda, passando per i Masi storici e le valli laterali, in Trentino-Alto Adige è possibile perdersi tra vigneti a 650 metri d’altezza. Qui sorge Cavit, «un network di imprese», come lo definisce il direttore generale Enrico Zanoni, composto da 11 diverse cantine riunite in cooperativa. Una completa geografia enologica della regione, con un focus sui vitigni autoctoni, dove lavorano l’enologo Andrea Faustini e l’agronomo Matteo Secchi.  Da menzionare il bianco Conzal dal vitigno Nosiola, coltivato sui monti di Calavino e caratterizzato da freschezza e sapidità in bell’equilibrio con i sentori fruttati. Il Müller Thur-

gau Trentino superiore Zeveri, il cui nome è un omaggio agli antichi tini di legno tipici del territorio, proviene invece da vigne presenti nella zona delle piccole Dolomiti, Vallarsa e Val di Cembra, che crescono intorno ai 650 metri, ed è fresco e lineare con piacevoli note sapide. Il Marzemino Superiore Maso Romani, da uve selezionate con massima attenzione, si presenta di grande eleganza nella sua essenzialità. Da non perdere anche le bollicine di montagna Trento Doc della cantina Altemasi, parte del consorzio, nell’eccellente espressione del Riserva Graal che ha meritato il premio WineHunter Gold al Merano Wine Festival.  cavit.it

A MONTALCINO CUCINA TRADIZIONALE DI GRANDE GUSTO

Siamo nel centro storico di Montalcino, rinomato borgo vinicolo in provincia di Siena, tra palazzi antichi e pregevoli opere d’arte. Qui la tradizione che si respira tra le vie la si ritrova anche a tavola, entrando al ristorante Il Giglio.

Il palazzo che ospita il locale è anche un albergo sin dai primi del ‘900 e nelle sue sale si incontravano i principali personaggi dell’epoca, che hanno fatto la storia del territorio. Oggi a interpretare la tradizione gastronomica toscana proponendo la semplicità di una grande cucina ci pensa Anna, che gestisce il ristorante insieme alla sua famiglia.

In sala ci sono il marito Mario Machetti, grande esperto di vini, e il figlio Michele, che con amore e passione si dedica agli ospiti e al loro palato. Entrando al Giglio ci si sente subito accolti, coccolati, quasi protetti dalla bellezza delle sale e degli antichi arredi.

Il menù è un trionfo di sapori, dalla Battuta di chianina con funghi cardoncelli al Paté di fegato di fagiano con salsa al Moscadello, dai tagliolini al tartufo o ai funghi ai tortelli di Cinta Senese fino al risotto al Brunello.

con spadellata di verdure. Per chiudere Semifreddo all’olio extravergine di oliva. Infine, cantina che vale il viaggio con un ottimo rapporto qualità prezzo. gigliohotel.com/ristorante

Tra i secondi, meritano il Petto di anatra al Brunello con cipolle glassate, il tradizionale Peposo – a base di carne di manzo cotta con pepe nero e vino rosso – e il Cinghiale L’ingresso del ristorante e albergo Il Giglio

Selezione di vini del consorzio Cavit

WHAT’S UP

SUL FRECCIAROSSA CON ROBERT PLANT, CHE HA PORTATO IN ITALIA IL PROGETTO SAVING GRACE ISPIRATO ALLE BALLAD GALLESI. E NON SA COSA VUOLE DIRE LA NOIA di Cecilia Morrico

MorriCecili morricocecili
Robert Plant con Suzi Dian per il progetto Saving Grace

SINGING

Appare con la sua innata grazia alla stazione Termini di Roma. E, mentre passa per raggiungere il binario, suscita il mormorio degli altri viaggiatori.

Qualcuno tira fuori timidamente il cellulare per immortalarlo, altri si limitano a seguirlo con lo sguardo. È Robert Plant, voce del rock mondiale, ex frontman dei Led Zeppelin, gruppo britannico che ha saputo innovare questo

genere musicale. Con il suo timbro canoro unico, Plant ha saputo reinventarsi più volte. Alla base delle sue trasformazioni, c’è sempre stato l’amore per la musica e per la bellezza della vita.

A ottobre, per il suo ultimo tour, ha girato l’Italia in Frecciarossa: una scelta green per il cantante, attento e sensibile alla salvaguardia del pianeta. Dopo la tappa all’Auditorium

di Roma lo abbiamo accompagnato a Firenze, una delle 11 città comprese nel calendario dei live. Con lui sul treno anche tutta la band del progetto Saving Grace: la cantante Suzi Dian, il percussionista Oli Jefferson e i chitarristi Tony Kelsey e Matt Worley. I loro brani stupiscono per il repertorio, sospeso tra blues, folk e ballad gallesi che si intrecciano con il passato rock di Plant e richiamano alla memoria il brano Ramble on, manifesto della passione per la mitologia e la fantasia tolkieniana. Il tempo di sedersi al proprio posto, sfrecciare fuori dalla Capitale e la chiacchierata ha inizio.

La sperimentazione e l’esplorazione di nuovi territori musicali sono state una sorta di missione per lei. Da dove nasce questa curiosità?

Sicuramente dalla voglia di non annoiarmi, ho sempre il desiderio di scoprire qualcosa. In Inghilterra diciamo: «Pompare petrolio». Ecco, per me si tratta di questo.

La sua voce da sempre appassiona il pubblico e regala emozioni. Come ci riesce?

Nasce tutto da un discorso di empatia. Canto le mie esperienze di vita tutte insieme, creando una melodia in cui si trovano gioia, lacrime ed errori.

In questo tour italiano i concerti sono stati realizzati nei teatri, alcuni dei quali storici. Come mai ha scelto spazi così intimi?

Sono luoghi che creano una connessione e vogliamo che le persone sentano ciò che proviamo. Inoltre, andiamo a proporre un progetto che funziona meglio in realtà raccolte: ci sono suoni che hanno la necessità di spazi più grandi,

altri che hanno bisogno di ambienti più piccoli. È la musica che detta un po’ le regole e trasmette le emozioni.

Con Saving Grace propone canzoni ispirate al paesaggio onirico delle ballad gallesi e il pensiero va a J.R.R. Tolkien, autore della saga Il Signore degli anelli. Quanto è stato influenzato dalle sue opere?

Per me l’ispirazione è in ciò che vedi e ti fa sentire bene. La vera magia non è quella raccontata da Tolkien ma saper guardare fuori dal finestrino. La bellezza risiede nella nostra vita, nel mondo che ci circonda e che dobbiamo rispettare prima di distruggerlo completamente.

Si distingue tra i cantanti della sua generazione perché continua a portare avanti progetti diversi: dopo tanti anni di carriera si sente più in debito o in credito con la musica?

La musica è quello che faccio e che sono. Non è il momento di fermarmi, sento che devo continuare. È come la vita: vai avanti sperando di fare un buon lavoro.

Cosa sente di dover comunicare ancora?

Qualsiasi cosa io voglia.

Per le tappe italiane ha scelto di spostarsi in Frecciarossa nel rispetto della sostenibilità. Prende spesso il treno? È il modo migliore per viaggiare, il più sostenibile per l’ambiente. E poi è tranquillo: non c’è nessuno davanti a te e puoi goderti il paesaggio senza lo stress di un ingorgo o dei semafori rossi. Inoltre, connette le città tra loro e offre la possibilità di incrociare persone diverse. Cosa c’è di più interessante?

RobertPlant robertplantofficial

Robert Plant sul Frecciarossa per Firenze con Suzi Dian

FINO ALLE LACRIME

UNA SERIE DI CONCERTI CHE PUNTANO ALL’ESSENZIALITÀ DELLA MUSICA. CON IL NUOVO TOUR, MALIKA AYANE È

PRONTA A EMOZIONARE ED EMOZIONARSI

di Gaspare Baglio gasparebaglio

La voce di Malika Ayane ha un filo diretto con il cuore. A lei non servono troppi orpelli per arrivare al centro nevralgico delle emozioni. E così sarà il suo tour: dopo la data zero di Gallipoli, il 7 novembre, si passa per Trento, Torino, Milano, Mestre, Bologna, Spoleto, Firenze, Senigallia, Roma con chiusura del cerchio (per ora) a Napoli, il 3 dicembre. Un progetto che, secondo la cantautrice, è «come la torta di mele: pura. Ci saranno solo le melodie e le parole. E poco importa se qualcuno vorrà la zuppa inglese».

Quindi sei soddisfatta dello spettacolo che vedremo?

La fortuna, la sorpresa e la meraviglia stanno nel fatto che la mia idea era quella di raggiungere un’essenzialità totale. Al centro ci sono i brani, suonati molto bene e cantati con amore. C’è da aspettarsi la musica, niente più di quello.

Qualche giorno fa, durante le prove, sono arrivata alle lacrime per un pezzo considerato minore, ma che sono fiera di aver scritto.

Quale?

Senza arrossire, che chiude Malifesto, il mio ultimo album. Ero a casa mia, a Berlino, per registrare la voce guida e nella canzone ho notato un disegno musicale che cresce e si associa alla parte emotiva del testo. Nel live, con l’arrangiamento originale, è un colpo al cuore.

Vivi ancora a Berlino?

Sì, ho lasciato anche la casa che avevo a Milano. Sono più vagabonda di prima, ma adesso cerco di godermi la vita. Quando hai preso la decisione di trasferirti?

È stato spontaneo. Mi sono innamorata, come una diciottenne, di questa metropoli dove si può trovare la quiete nell’ordinarietà. Qui ognuno può scoprire il proprio posto nel mondo. Lo trovo un grandissimo valore, quasi una con-

solazione per una generazione che ha gli stessi sogni di quella precedente, ma senza le stesse possibilità. Questo cambiamento quando ha messo radici?

In verità corrisponde con la crescita di mia figlia, che ha deciso di completare gli studi in Germania. Ho semplicemente colto la palla al balzo. Nel frattempo, lei è cresciuta e può decidere per se stessa.

Nel brano Sottosopra descrivi il momento in cui ci si rende conto dei propri limiti. Tu quando hai raggiunto questa consapevolezza?

Ho sempre avuto davanti agli occhi i miei limiti perché mi sono sempre posta molte domande.

Come li hai vissuti?

Con una pressione un po’ autocolpevolista: li subivo molto, li sentivo come una debolezza. Pensavo di dover, in qualche modo, portare sempre qualcosa a conclusione. Come se sentissi di non essere abbastanza: vedevo le mancanze di un progetto invece che gioire per averlo realizzato. Da qui è partita l’esigenza di andare a vivere in un posto come Berlino dove di te non gliene frega niente a nessuno. Adesso come vedi quei limiti?

Crescendo ho iniziato a guardarli come una caratteristica non giudicabile, come un’autoprotezione. Non tendo a raggiungere certe vette, ma solo perché non le sento mie.

Come sei arrivata a questa convinzione?

Non c’è stata un’epifania, ma quando ho recitato nel musical Cats sono stata due mesi ferma a Roma, all’interno di una realtà meno impegnativa dal punto di vista della responsabilità. Mi sono resa conto che replicavo alcuni atteggiamenti e ho deciso di fermarli, di romperli. È stato tutto estremamente naturale. Ora sono riuscita a trovare una misura diversa: mi godo tutto quello che ho sempre fatto e

continuo a fare da 15 anni, anche la fatica. In cosa si traduce tutto questo?

Sono capace di dare più valore al processo stesso. Maturare è anche comprendere che, a volte, guardare le cose è più interessante di essere al centro della cartolina. Preferisco raggiungere il meglio per prendere tutto quello che arriverà, ridendo di eventuali imprevisti.

Dopo dicembre continui con il tour o fai una deviazione per una ridente cittadina ligure famosa per i fiori e un festival musicale?

Non lo so (ride, ndr). Se c’è qualcosa di buono sono sempre contenta di passare dalle parti di Sanremo. Nel frattempo, mi godo la risposta del pubblico relativamente a queste sessioni live: dopo quattro anni dal mio ultimo album, senza una pubblicazione importante, ero un po’ preoccupata. E invece?

Sono riuscita a costruirmi un piccolo posto nel mondo che sto arredando bene e l’ansia da presenza non è più necessaria.

Quest’ultima affermazione getta una luce nuova sull’eventuale partecipazione al festival.

Se c’è un pezzo bellissimo, perché no? Ma se non viene fuori qualcosa che fa piangere le persone – perché ho capito che quello è il mio obiettivo nella vita – meglio concentrarsi su altre novità che, sicuramente, arriveranno. Il tuo compito è far piangere la gente, quindi?

Nel senso più bello del termine: mi chiedono sempre canzoni da piagnoni ai concerti.

Mai pentita di una partecipazione a Sanremo?

No, ci stavo pensando qualche giorno fa. L’ultimo festival per me è stato quello del 2021, senza pubblico. Eravamo da soli, c’erano le persone chiuse in casa e il cast era fatto di artisti con un po’ di mestiere sotto le scarpe. È stato molto importante: lì si è capito come un cantante possa fare la differenza. Sanremo lo porto sempre nel cuore con gratitudine per come le canzoni hanno preso la loro meravigliosa strada.

Mai pensato che avresti meritato la vittoria?

Ma chi se ne frega. A parte il caso dei Måneskin e di Marco Mengoni, ho capito che la vittoria non conta molto. I miei premi della critica li ho regalati allo staff. Sono oggetti, del resto. I riconoscimenti valgono se sono come biglietti del treno e ti portano da qualche parte. Altrimenti rappresentano solo uno sbattimento nei traslochi.

Prossima tappa?

Rimanere un po’ a casa mia, a Berlino, e fare una vita da casalinga. Sono stati anni intensi e ho bisogno di giorni lenti. Il nuovo disco quando esce?

Quando è pronto. Vorrei registrare qualcosa durante il tour: abbiamo trovato un suono bellissimo. Sono molto contenta.

damalikessa

NOVEMBRE 2024

giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9

direttore Maxim Emelyanychev

pianoforte Leif Ove Andsnes

Widmann Con brio

Beethoven Concerto per pianoforte n. 5 “Imperatore”

Haydn Sinfonia n. 103

“Rullo di timpani”

mercoledì 13

Fiati di Santa Cecilia

Musiche di Beethoven, Mozart, Ibert, Berio, Gershwin

giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16

direttore Semyon Bychkov

Bach Messa in si minore

mercoledì 20, giovedì 21 e sabato 23

direttore e pianista

Rudolf Buchbinder

Mozart Concerti per pianoforte K 595, K 467, K 466

Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia

venerdì 22

La Lira d’Orfeo

Händel

Rodelinda opera in forma di concerto

giovedì 28, venerdì 29 e sabato 30

direttore Daniel Harding violino Lisa Batiashvili

Debussy

Prélude à l’après-midi d’un faune Prokofiev Concerto per violino n. 2

Brahms Sinfonia n. 2

DESTINAZIONE SANREMO (E NON SOLO)

HA IN MENTE UN DOPOFESTIVAL CON UN CLIMA DA PUB, SOGNA DI INTERVISTARE LIAM GALLAGHER E PUBBLICA LIBRI PER SÉ E PER

GLI ALTRI. ALESSANDRO CATTELAN SI RACCONTA

di Gaspare Baglio gasparebaglio

Ci siamo. Il 12 novembre inizia ufficialmente a muoversi la grande macchina che porterà al 75° Festival della canzone italiana di Sanremo a febbraio.

Il primo tassello, come ogni anno, è Sanremo Giovani che quest’anno si trasforma in un vero e proprio talent show, per scoprire i finalisti che il 18 dicembre, su Rai1, si contenderanno gli ambitissimi quattro posti per la categoria Nuove proposte. Al timone ci sarà Alessandro Cattelan che, come annunciato dal direttore artistico della kermesse Carlo Conti, condurrà pure il Dopofestival, assente da quattro anni.

Quest’anno sarai un po’ ovunque a Sanremo, quindi. Sarà un festival nel segno di Conti, ma sono felice di fare la mia parte in questa fase inziale. E tornare a occuparmi di musica con artisti giovani. È sempre bello seguire gli albori della loro eventuale carriera.

Se ti dico Dopofestival?

La seconda serata è lo spazio che mi piace di più in tv. Il Dopofestival è simile a Stasera c’è Cattelan, uno show per cazzeggiare e uscire fuori dagli schemi sanremesi come hanno fatto Elio e le storie tese e Fiorello. L’atmosfera della kermesse diventa un pretesto per divertirsi.

Come te lo immagini?

Sicuramente utilizzeremo la musica per giocare, ma penso anche a una tavola rotonda: vorrei si creasse una situazione simile a un panel con me, gli ospiti, gli opinionisti e i giornalisti. Una sorta di gruppo d’ascolto, con un clima da pub, come succede nelle case degli italiani durante il periodo del festival.

Come ti sono sembrate le canzoni selezionate per Sanremo Giovani ?

Sono un discreto specchio della musica in Italia in questo momento: dall’urban all’indie, dal cantautorato all’elettro -

nica. C’è una grande varietà, tra cui anche progetti un po’ pazzi che mancavano nel nostro panorama discografico.

Hai già individuato papabili vincitori?

Questa cosa succede in tutti i talent: ce ne sono quattro o cinque che secondo me possono emergere.

Che mi dici del meccanismo di gara?

Ci saranno sfide uno contro uno. I cantanti verranno accoppiati e si esibiranno sei artisti a puntata, divisi in tre manche. Ne vengono eliminati tre a sera. Un ingranaggio vivo e crudele: hanno una sola occasione per restare sul treno che li porterà all’Ariston.

Hai in piedi diversi progetti. A cominciare dalla tua casa editrice Accento che compie due anni.

Mi sembrano volati. Era una missione quasi impossibile quella di vendere libri in Italia. E invece lo stiamo facendo bene, senza manie di grandezza e con autori molto interessanti. David Valentini, dopo il successo del primo libro Tutto ciò che poteva rompersi, ha firmato per un altro romanzo con noi. Con le nostre collane lanciamo opere prime e ci occupiamo di ripescare libri mai pubblicati o che non erano più in circolazione da anni.

Hai anche scritto La mia New York È la guida definitiva per chi torna nella Grande Mela e vuole andare oltre le classiche cose turistiche che si vedono la prima volta. Un modo per scoprire luoghi molto belli e un po’ nascosti. Ho inserito i miei posti preferiti. Essendo abitudinario, chi va a New York può trovarmi lì un giorno o l’altro. Ogni lunedì e giovedì ci sono anche le nuove puntate del podcast Stasera c’è Cattelan - Supernova. Da dove nasce questa idea?

A causa degli impegni di Sanremo il mio programma comincerà più tardi, così ho deciso di farlo intanto in versione podcast per youtube e spotify. E ho scoperto un modo

nuovo per interagire con gli ospiti. In tv c’è un ritmo più frenetico. Qui ci sono belle chiacchierate di un’ora, sempre col tentativo di farci due risate. Il tuo ospite dei sogni?

Liam Gallagher.

Quindi avrai sicuramente preso i biglietti per uno dei concerti della reunion degli Oasis…

Senza presunzione, credo di essere nella lista dei dieci più grandi fan italiani del gruppo. Non ho ancora i biglietti, ma farò di tutto per andare a vedere il live del decennio.

Si prospetta anche un tuo ritorno a teatro dopo il successo dello spettacolo Salutava sempre?

Abbiamo iniziato a scrivere il nuovo show. Salire su un palco è stata l’esperienza che mi ha terrorizzato di più. Però, alla fine, mi ha pure divertito e sono stupito di come è andata bene. Noi gente di tv non abbiamo una fan base

come i cantanti. E invece ci sono stati sold out ovunque. E questo ci ha dato la spinta per imbastire una nuova idea per il 2025.

Se avessi la possibilità di incontrare l’Alessandro Cattelan che nel 2001 muoveva i primi passi sul canale Viva, cosa gli diresti?

Rilassati e non preoccuparti: anche fra 25 anni sarai sempre considerato giovane.

alecattelan

Ascolta le canzoni degli artisti di Sanremo Giovani

SANREMO GIOVANI PUNTA SULLA QUALITÀ

La commissione artistica di Sanremo Giovani ha ascoltato oltre 560 brani. Ora è cominciato il rush finale per scegliere i fantastici quattro che a febbraio si esibiranno all’Ariston. Tra i selezionatori Claudio Fasulo, vicedirettore della Direzione intrattenimento Prime Time: «Abbiamo lavorato in autonomia, affidandoci a ciò che ci sembrava potesse funzionare, anche qualitativamente. La proposta finale è interessante e può soddisfare i palati più variegati».

La giusta intuizione va di pari passo col cambiamento che il festival ha messo in atto dal 2015, «uscendo dall’orticello dei brani “da Sanremo”». Ora, infatti, ci sono in gara «canzoni popolari, radiofoniche o con contenuti significativi e grazie all’opera dei direttori artistici in questi anni, oggi le playlist reali di streaming e vendite si sovrappongono ai prodotti portati alla manifestazione». La ritrovata divisione tra giovani e big, poi, consente di prendere in considerazione anche progetti inediti. «Valorizzando il ruolo di servizio pubblico abbiamo scelto talenti un po’ più acerbi e distanti dalle produzioni importanti, allargando il tiro su proposte che sarebbero rimaste escluse. Ci sono dei cavalli di razza con lavori interessanti degni del palco di Sanremo, che musicalmente parlando è il brand più forte in Italia».

Alessandro Cattelan e Tananai durante una puntata di Stasera c’è Cattelan
ClaudioFasulo

UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura

IN TRASPARENZA L’ANIMA

BEATRICE SCIARRILLO, NEL SUO ROMANZO D’ESORDIO, ESPLORA LA MALATTIA COME STRUMENTO DI COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ E FILTRO PER PERCEPIRE IL PROPRIO SÉ

La mente umana ha la tendenza a nascondere, diventando un’alleata nel convincerci che gli altri vedano il mondo dalla nostra stessa prospettiva. Ci rassicura, facendoci credere di non essere noi i bugiardi, ma gli altri. Così finiamo per mostrare solo ciò che vogliamo far emergere, perché la nostra verità sembra l’unica possibile.

Succede così ad Anita, la protagonista del romanzo d’esordio di Beatrice Sciarrillo In trasparenza l’anima. La ragazza ha 21 anni e soffre di anoressia ma, come tutte le persone affette da questo tipo di disturbo, lo nasconde.

Vuole ingannare chi le sta attorno, occulta la sua patologia facendo credere che vada tutto bene. «Io non sono malata», dice, mentre le sue tasche sono piene di riso in bianco e di capelli che continua a perdere perché il suo corpo sta diventando troppo fragile, sta scomparendo.

Dopo vari tentativi per farla mangiare da parte dei genitori e della sorella Marta, Anita

viene trascinata contro la sua volontà in una struttura ospedaliera. Lì, insieme alle sue nuove compagne, soprattutto Flavia, riesce ad accettare la sua patologia e smette di considerarla il centro della vita, la sua unica forza. Nessuno – nemmeno lei – può infatti permettersi di nominare la malattia, altrimenti quest’ultima si disintegrerebbe e lei rischierebbe di perderla. A quel punto lei sarebbe costretta a reinventarsi e dovrebbe trovare, a fatica, una nuova ragione per esistere.

Partendo da una nota autobiografica, Beatrice Sciarrillo esplora la malattia mentale come strumento di costruzione dell’identità e filtro per percepire il proprio sé. La sua prosa, sobria e incisiva, riecheggia i toni di un testo psicologico. A volte le pagine si avvicinano a una qualche forma di terapia, di quelle che aiutano a smettere di nascondere la solitudine. Che è, c’è da ammetterlo, un buon presupposto per affrontare qualsiasi discorso sull’identità.

di Roberta Mancini [autrice e editor, collabora con Molly Bloom*]

Cereali sbriciolati

Svuoto la tazza nel lavello, poi vado in bagno e butto i cereali dentro il wc. Non mi fido a gettarli nell’organico, nemmeno se li spingessi sul fondo, mia madre ormai controlla ogni cosa e se mi scoprisse sarebbe la fine. Mi legherebbe alla sedia e mi imboccherebbe lei stessa. Mi direbbe di spalancare bene la bocca, conterebbe ad alta voce i cucchiaini di latte e mi toccherebbe la pelle del collo per accertarsi che io deglutisca e mandi giù tutto. Mi chiudo a chiave. «Anita apri». Mia madre si è svegliata e bussa alla porta con insistenza. «Apri» ripete, sempre più forte. «Un attimo». Seduto sul water, il mio corpo tenta di evacuare l’odore respirato, di svuotare lo stomaco vuoto. Spingo a denti stretti ma

non esce niente, neanche l’aria. Mi tocco la pancia e la sento piena di gas. M’infilo in bocca due o tre pastiglie di lassativi, le ingoio senz’acqua. Mia madre dà manate contro la porta. Una, due, tre volte, poi la porta si apre. «Cosa stai facendo?». Rimane sull’uscio, addosso la camicia da notte beige. Ai piedi, un paio di ciabatte con il tacchetto. Mi domanda dove ho messo la colazione, in che posto l’ho imboscata stamattina. Io continuo a tastarmi lo stomaco, fisso un punto per terra. Intanto, a voce bassissima, la supplico di andarsene, di lasciarmi in pace. Lei mi si avvicina e guarda giù. «Non hai nemmeno le ciabatte». Mi giro verso mia madre e le guardo il viso. La guancia sinistra ha ancora il segno del cuscino. È una striscia rossa e sottile, così precisa che sembra tracciata con un righello. La notte mia madre dorme con il volto girato verso la porta, dice che in quella posizione può sentire

meglio i rumori e, se succedesse qualcosa in casa, accorrerebbe subito in aiuto. Negli ultimi otto anni il suo volto si è riempito di rughe. La fronte, le guance, il mento, anche il collo, tutto mi pare grinzoso, vecchio, stanco. Il terrore che io muoia, dice, non la fa dormire la notte e io la vedo sempre più magra. Ha smesso di andare a cena fuori con le amiche perché non vuole lasciarmi a casa da sola, insiste per accompagnarmi in auto all’università perché teme che, da un giorno all’altro, un numero d’ospedale la chiami per avvisarla che sua figlia è stata trovata svenuta per strada, se non morta d’infarto dentro un bagno della facoltà. Per tutta l’infanzia ho avuto paura che mia madre morisse. Ora è lei ad avere paura che io muoia. «Ho già bevuto tutto il latte e mangiato tutti i cereali». Mia madre scuote il capo. Non mi crede, dice che se rovisterà dentro l’immondizia troverà i cereali sbricio -

Un assaggio di lettura

lati in fondo al cestino dell’organico. «Non c’è niente!». Il tono della mia voce s’innalza d’improvviso, mia madre indietreggia, sul volto un’espressione di paura mista a rabbia. «Anita, alzati e torniamo in cucina».

Dondolo il torace avanti e indietro, le dico di no, di lasciarmi stare, poi afferro con entrambe le mani la tavoletta del water e la stringo forte, come se temessi che mi strappasse a forza da lì. […]

Nei bagni del sesto piano

A metà mattinata mi viene da vomitare. I cereali e il latte stanno risalendo lungo la faringe e, giunti all’altezza della gola, reclamano di uscire. Nell’aula buia al primo piano della facoltà, la docente di Storia dell’arte contemporanea tiene una lezione su Antonio Canova e, sullo schermo della Lim, proietta le immagini delle statue dell’artista. Osservo la lavagna illuminata, le mani gesticolanti della professoressa, gli altri alunni che prendono appunti al computer; fisso la Paolina Borghese sdraiata su un divano bianco in tutta la sua bellezza, ma davanti a me vedo solo un pugnetto di cereali, lo vedo sul mio banco, lo vedo sulla lavagna, sul soffitto, sul pavimento sporco. La mia testa non riesce a cancellare il cucchiaino che mi entra in bocca, non riesce a pensare ad altro se non alla colazione di questa mattina. A fine lezione, dopo tre ore seduta mi sento tutta rotta. Allora mi alzo dalla panca di legno, saluto la professoressa e alcuni compagni di corso che conosco poco. I miei amici sono partiti per l’Erasmus e io trascorro la pausa pranzo da sola nei bagni del sesto piano. Mia madre non mi ha lasciato mandare la richiesta di studio all’estero. «Perché vai fino al sesto?» mi ha chiesto l’altra settimana una ragazza, stupita che non usassi i bagni dei piani inferiori. Io sono arrossita, per un attimo ho pensato di essere stata scoperta. «Sono meno affollati, più puliti» mi sono giustificata. La verità è che per raggiungere il sesto piano non prendo l’ascensore, ma costringo le mie gambe ad arrampicarsi per le scale. Il mio corpo compie più di trecento passi e brucia attorno alle cinquanta calorie. È il contapassi che tengo al polso a calcolare ogni misurazione, io mi limito a eseguire e a leggere poi i risultati sullo schermo. Ogni volta che entro nei bagni del sesto piano mi sento cattiva ma so che non posso trattenermi da ciò che sto per fare, non posso agire altrimenti. Mi chiudo a chiave nella cabina in fondo, quella riservata agli studenti con disabilità. Mi tolgo lo zaino dalle spalle, apro la cerniera, poi svuoto il tupperware con riso bianco e tre carote scondite dentro il water. Tiro la catena dell’acqua e fisso il fondo. Ogni volta che vedo tutto quel cibo entrare dentro un vortice, venire spezzato e poi scivolare via, lontano da me e dal mio corpo, ogni volta che sento il rumore sordo dello sciacquone, provo un piacere subdolo e malato. Di fronte alla sparizione del cibo mi sento viva e invincibile. Nessuno mi vede, nessuno può dirmi niente né fermarmi. Neanche mia madre. […]

Una casa triste

È dicembre e nevica. Sulla lavagna in cucina mia madre ha attaccato un post-it giallo con un numero di telefono sottolineato più volte. Le ho chiesto di chi fosse e lei mi ha risposto che è del reparto di Psichiatria e che gliel’ha procurato un’amica

Un assaggio di lettura

di famiglia. «Non ci serve» ho detto. «Buttalo». «Dopo Natale li chiamiamo insieme, che dici?». Stava pelando le tre carote che mi avrebbe messo a tavola all’ora di pranzo e, guardando le sue mani arancioni e le bucce nel piatto, mi è salito un conato di vomito.

«Buttalo» le ho ripetuto, e me ne sono tornata in camera. Nessun albero di Natale in casa nostra, nessun invitato per festeggiare. Mentre gli scorsi anni mia madre trascorreva un giorno intero ad addobbare l’albero e ornare ogni comò di casa con soprammobili natalizi, quest’anno la mattina dell’otto dicembre si è alzata dal letto, ha messo a bollire il latte per me ed è passata in ogni stanza della casa per avvisare la famiglia che era troppo stanca, sfinita, esausta per scendere in cantina a prendere le decorazioni. «Andate voi se volete» ha detto. Seduto in cucina a girare il caffè dentro la tazzina, il cucchiaino tintinnante sulle pareti, mio padre ha mugugnato qualcosa, poi si è subito zittito. Lo sa anche lui in fondo, è inutile addobbare di lucine una casa triste. Per le prime tre settimane di dicembre rimango segregata nella mia stanza a studiare in vista dell’esame di fine gennaio. […]

Fino a scomparire

Resto in ascolto del suono metallico delle chiavi. La dottoressa ne sceglie una dal mazzo che tiene attaccato alla cintura dei pantaloni e la infila nella fessura. Mentre il portone si apre, sento un rumore alle spalle e mi volto indietro. I miei genitori stanno entrando in ascensore, io mi giro, non voglio più vederli. La dottoressa fa un passo in avanti, la seguo e sono dentro. La porta si richiude rumorosamente alle mie spalle e di fronte a me si apre un lungo corridoio piastrellato. Ferma sulla soglia, accanto alla dottoressa, guardo l’andirivieni co-

stante. Giovani medici, probabilmente specializzandi, dal camice bianco e lo sguardo severo, camminano uno dietro l’altro in fila ordinata, seguendo un dottore più anziano dall’aria autorevole. Davanti a ogni stanza il dottore si ferma, corruga la fronte e tira fuori da un carrello due o tre cartelle dalla copertina blu. Poi, mentre gli specializzandi rimangono sull’uscio, lui entra nella camera. Quando torna fuori, getta i fascicoli al loro posto e prosegue a passo sostenuto verso la porta della camera successiva, mentre gli specializzandi lo rincorrono spingendo in avanti il carrello. A ogni stanza si ripete la stessa procedura, senza un errore né il minimo rumore. Le visite non durano più di due o tre minuti. Chissà cosa dice ai pazienti che visita, chissà chi sono i suoi pazienti. Supero gli specializzandi e, quando giro l’angolo, davanti a me compaiono due ragazze tutte ossa. Muovono braccia e gambe in maniera metodica, veloce, collaudata come se non facessero altro dalla nascita. Due soldate che si esercitano per la guerra. Il loro sguardo, fisso in avanti, è violento, sfrenato, senza pudore. Sembra che, in loro, la vita abbia abbandonato ogni parte del corpo per rintanarsi nelle pupille. Le occhiaie sono pronunciate, i volti pallidi, esangui, i capelli radi. Nel corpo appaiono vecchie di settant’anni, ma se le si guarda in viso sono bambine, non avranno nemmeno vent’anni. Senza temere alcun pericolo, si trascinano dietro un’asta di ferro a cui sono incatenate da un filo che si aggroviglia sui loro corpi per finire nelle vene delle braccia. Forse, penso, il loro moto non avrà mai fine, forse continueranno a camminare su e giù per tutta la vita fino a scomparire, fino a quando anche le pupille si spegneranno. Non ho di fronte a me dei corpi – dov’è finito il sedere?, mi chiedo, dov’è il seno? – ma scheletri non molto diversi da quelli messi sotto teca nei musei di anatomia o negli ossari sacri.

*ACCADEMIA MOLLY BLOOM

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

Lo scaffale della Freccia

Stefano Causa, Arabella Cifani

Giunti, p. 224 € 29

La storia dell’arte raccontata mappando i dettagli del corpo umano, dalla testa ai piedi. Tredici parti anatomiche – una per ogni capitolo – commentate criticamente attraverso una selezione di opere risalenti a epoche diverse. Tra storia e immaginazione, questo atlante descrive come gli artisti abbiano sempre raffigurato, interpretato, fotografato o addirittura deformato bocche, nasi, mani, capelli e particolari fisici. Suggerendo anche stili e mode a seconda del momento storico.

SONNY BOY

Al Pacino

La nave di Teseo, pp. 336 € 22   Autobiografia di uno degli attori più amati di sempre, che non ha più niente da temere né nulla da nascondere. Al Pacino ripercorre grandi interpretazioni, collaborazioni decisive, legami importanti, tra creatività, business, passione e determinazione. Anche se le luci del palcoscenico, un giorno, potranno affievolirsi, l’interprete di Scarface resterà sempre iconico per l’amore profondo con cui ha svolto il lavoro che lo ha fatto esplodere, sul grande schermo, come una supernova.

Barbara Nappini

Slow Food editore, pp. 192 € 16,50

Le nostre scelte personali possono cambiare, anche di poco, il mondo? La presidente di Slow Food Italia si racconta in un memoir costellato di cambiamenti dirompenti e piccoli gesti quotidiani. Dopo anni di lavoro in una multinazionale nel mondo della moda, Nappini si trasferisce in un casale nella campagna toscana. Si appassiona di cultura a basso impatto, si misura con l’autoproduzione e porta avanti progetti educativi e attività per adulti a contatto con la natura. Scrivendo un’altra pagina della sua vita.

EREDITERAI LA TERRA

Jane Smiley

La Nuova Frontiera, pp. 448 € 22

Con la sua inconfondibile penna, la scrittrice premio Pulitzer reinterpreta – attraverso le vicende della famiglia Cook e della loro fattoria – la tragedia shakespeariana Re Lear. L’autrice mette in luce i conflitti dell’essere donna in un mondo sopraffatto dall’arrivo della modernità, dalle ripercussioni della guerra in Vietnam e dagli affanni di una generazione disorientata dal sogno americano. Il romanzo descrive, con tenerezza e violenza, temi come lealtà, malattia, apparenza, trauma e insoddisfazione.

Daniel Schulz

Bottega errante edizioni, pp. 256 € 20

L'adolescenza di un ragazzo trascorsa nella Germania degli anni ‘90, tra amici di estrema destra, risse, idee antisemite e svastiche tatuate sul petto. Un romanzo di formazione al contrario, quello di Schulz, in cui l’autore ripercorre, con un linguaggio duro, il periodo storico e sociale che ha seguito il crollo del muro di Berlino: quando la Germania Est cessò di esistere lasciando i suoi abitanti smarriti e confusi. Fino a diventare, da pionieri del socialismo, picchiatori neonazisti. I.M.

IL FUNZIONARIO NUDO

Quentin Crisp

Accento, pp. 256 € 18

Arriva finalmente in libreria quest’opera (fino a oggi inedita in Italia) dell’autore considerato l’Oscar Wilde del ‘900. Un memoir senza filtri, commovente, sfrontato e arguto scritto da una vera icona culturale in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, che ha sempre reclamato il diritto di essere se stesso. Non è un caso se nel ‘93 fu scelto da Channel 4 per tenere un discorso alla nazione in contemporanea a quello di fine anno della Regina Elisabetta. A lui è dedicata anche la hit Englishman in New York di Sting.

CORPO A CORPO
LA NATURA BELLA DELLE COSE
ERAVAMO COME FRATELLI

Invito alla lettura ragazzi

- al.dorso@fsitaliane.it

IL CALZOLAIO DI ULISSE

NEL ROMANZO DI NICCOLINI

E PAOLINI, L’EROE GRECO

SI RACCONTA IN PRIMA

PERSONA MOSTRANDO IL

SUO LATO VULNERABILE E

INVITANDO A RIFLETTERE SUL LIBERO ARBITRIO

L’eroe astuto, intelligente, assetato di conoscenza. L’artefice dell’inganno del cavallo che conquistò Troia. Ulisse è, nell’immaginario comune, il personaggio mitologico greco che meglio rappresenta il desiderio di ignoto oltre ogni paura. Eppure, superando gli indizi della letteratura classica, si può ipotizzare che il re di Itaca avesse anche un lato vulnerabile e fallibile, una pelle umana sotto l’armatura apparentemente invincibile. Questo ritratto, inedito e originale, trova spazio nelle pagine del libro firmato da Francesco Niccolini e Marco Paolini. Su un sentiero che sale verso gli dèi, un uomo e un giovane avanzano in cammino: sono Ulisse e suo figlio Telemaco e

ad accompagnarli c’è un pastore curioso, che incalza di domande l’eroe travestito da calzolaio. A lui Odisseo si racconta come marito, padre e guerriero in esilio. Tra le pagine del romanzo affiorano la maga Circe, la figlia del re dei Feaci Nausicaa, Penelope, severa nel giudicare i comportamenti del suo sposo, e i profili indistinguibili di alcuni compagni d’avventura, descritti come maldestri e avventati nel prendere decisioni.

Gli dèi dell’Olimpo sono costantemente sullo sfondo: in alcuni casi proteggono Ulisse, in altri ne intralciano il cammino, determinando le sorti del suo viaggio. È quello che succede anche dopo la strage dei Proci, compiuta dall’eroe una volta tornato a Itaca. Per l’Olimpo, Odisseo ha perso il senso della misura, il sangue versato è stato troppo e perciò merita l’esilio. Da qui, seguendo la traccia lasciata dal protagonista omerico, può partire una riflessione ancora utile sul valore del libero arbitrio, su cosa muove i popoli verso la guerra, sul significato della vendetta e sulla linea impalpabile che, come scrivono gli autori, separa il sacrificio dal sacrilegio.

Lo scaffale ragazzi a cura di Alex A. D’Orso

STORIA DEL NO

Elena Levi, illustrazioni Serge Bloch Clichy, pp. 40 € 21 (da 5 anni)

Una delle prime cose che i bambini e le bambine si sentono dire dagli adulti è: no. Com’è nata, però, questa parola? A cosa serve? E quali sono i no importanti della storia? A queste e ad altre domande risponde un albo che si rivolge a lettori piccoli e grandi e li invita a riflettere sul significato dei divieti. Alcuni – quelli contro la guerra, l’inquinamento, le disuguaglianze – sono motivati, altri invece non hanno ragione di esistere. Un libro per chi non si accontenta di risposte semplici.

MA CAPITA SOLO A ME?

Peter Orner

Gallucci, pp. 448 € 16,50 (da 16 anni)

Il drammaturgo russo Anton Čechov, la saggista britannica Virginia Woolf, il critico statunitense Herman Melville e lo scrittore boemo Franz Kafka sono solo alcuni degli autori riuniti in queste pagine per riflettere sull’intreccio tra vita, lettura e scrittura. Orner li chiama a raccolta per provare a spiegare l’impatto che i libri hanno sulla vita di ognuno di noi. Un flusso di pensieri intimi che invita a rintracciare, dentro i testi e nella vita, le storie che ci definiscono e ci portano a essere chi siamo.

LA BIODIVERSITÀ SPIEGATA

ALLE BAMBINE E AI BAMBINI

Giulia Masiero Mattia Carraro

BeccoGiallo, pp. 72 € 15 (da 6 anni)

Dalle Dolomiti ai Castelli romani fino al Parco nazionale del Cilento. Margherita e Pietro accompagnano i lettori lungo la penisola italiana alla scoperta di montagne, colline e coste dove le comunità vivono meglio grazie alla conservazione della biodiversità e all’uso sostenibile delle risorse. Qui una moltitudine di esseri viventi condivide il territorio contribuendo a un equilibrio che fa bene a tutti. Uno strumento per imparare, con leggerezza, l’importanza di proteggere il pianeta.

THE BODY CONFIDENCE BOOK

Phillippa Diedrichs, illustrazioni Naomi Wilkinson

Settenove, pp. 160 € 16 (da 12 anni)

Secondo uno studio del 2022, almeno il 50% degli adolescenti non si sente a suo agio con il corpo che ha e  soffre il confronto con i canoni estetici. Accendendo i riflettori sull’importanza di stare bene con se stessi, senza cambiare il proprio aspetto per accontentare le aspettative sociali, questo libro è un incoraggiamento a vivere con serenità il rapporto con la propria fisicità e abbracciare l’unicità di cui è portatrice, fuggendo gli stereotipi e costruendo una rete di persone amiche.

L'UOMO CON IL CAPPOTTO

VERDE

Davide Calì, illustrazioni Irene Penazzi

Lapis, pp. 40 € 16 (da 3 anni)

Con il telescopio del nonno, un bambino osserva la strada e nota qualcosa di strano: un uomo ha fatto cadere in una buca uno strano sassolino. La mattina dopo, in quel punto, compare una quercia, poi un mandarino, un tiglio e un eucalipto. A poco a poco la città grigia si riempie di colori, i piccoli esultano ma i genitori non sono contenti perché non sanno dove parcheggiare le macchine. Riusciranno gli adulti a fermare l’avanzata del bosco? E chi è il misterioso signore nel cappotto verde?

NONNAMATTA E LA CACCIA AI MOSTRI

Moni Nilsson, illustrazioni Anna Fiske Iperborea, pp. 160 € 15,50 (da 6 anni)

La nonna di Frasse scopre che, da quando ha sentito parlare di mostri, il nipotino ha gli incubi ogni notte. La vecchietta escogita un piano e parte in treno col bimbo per una spedizione nel bosco. L’obiettivo è vedere se le spaventose creature esistono davvero. Frasse è terrorizzato ed emozionato: e se riuscissero a catturare un vero mostro? Comincia un’impresa sorprendente, fra veglie notturne, trappole, portali segreti, incontri inattesi e la scoperta che niente è come sembra. G.B.

IN VIAGGIO CON AMORE

PREMIATI I RACCONTI VINCITORI DEL CONCORSO

LETTERARIO IDEATO DAL GRUPPO FS INSIEME AL SALONE

DEL LIBRO DI TORINO. I PIÙ VOTATI SONO DI FLAVIA

FORESTIERI, JACOPO MILANI E CARLO JUNIOR DESGRO

Il viaggio da sempre suscita emozioni, introspezioni e nostalgie, favorendo incontri attesi o immaginati. E proprio di ricordi, sogni a occhi aperti, indagini intime e sul mondo sono pieni i racconti inediti firmati dai finalisti della seconda edizione del concorso letterario A/R Andata e racconto. In viaggio con amore, ideato dal Gruppo FS insieme al Salone internazionale del libro di Torino e dedicato a scrittori e scrittrici esordienti dai 16 anni in su. Lo scorso 12 ottobre a Torino, in occasione della rassegna Portici di Carta, sono stati premiati i tre testi vincitori: 18.12-Pisa Centrale di Flavia Forestieri, Commedia all’italiana di Jacopo Milani e Nanosomia, le dimensioni dell’amore di Carlo Junior Desgro. Il più votato è stato quello di Forestieri, che lavora nel mondo del fumetto e «scrive di tutto un po’, soprattutto la lista della spesa, per non dimenticarsi niente». Secondo la giuria, composta da noti scrittori e scrittrici italiane e da un

La premiazione del concorso letterario A/R Andata e racconto. In viaggio con amore

rappresentante del Gruppo FS, si tratta di «un racconto preciso, un racconto che sa di cosa sta parlando, un racconto che tiene seduti sul posto accanto, quello che di solito si vorrebbe vuoto». È la puntigliosa, iperreale e coinvolgente narrazione di un tragitto da pendolare, un mercoledì qualunque di una sera qualsiasi d’inverno. Il viaggio di ogni giorno che ciascuno di noi ha fatto e in cui ha scorto un barlume di grazia: «18.12, Pisa Centrale. È già lì. Lampeggia, corro. Corro piano perché non mi va, perché tanto che fa se prendo quello dopo...».

Leggi tutto il racconto vincitore

UN POETA

FORTUNATO

IN TOUR NEI TEATRI CON UNO SPETTACOLO SU CHARLES BUKOWSKI, GUIDO CATALANO È STATO TRA I GIURATI DEL CONCORSO LETTERARIO A/R ANDATA E RACCONTO. IN VIAGGIO CON AMORE

di Sandra Gesualdi sandragesu

A17 anni ho deciso che volevo diventare una rockstar. Poi ho capito che non ce la facevo e ho ripiegato su poeta professionista vivente, che c’erano più posti liberi». Guido Catalano è uno scrittore contemporaneo che con ironia e libertà compositiva ha rinnovato terzine, figure metriche e sdruccioli.

In pieno tour nei teatri d’Italia con uno spettacolo in cui racconta a modo suo il poeta Charles Bukowski, è stato giurato del concorso letterario A/R Andata e racconto. In viaggio con amore, l’iniziativa ideata dal Gruppo FS insieme al Salone internazionale del libro di Torino rivolta a scrittori e scrittrici esordienti che si si sono cimentati con il genere romance.  Raccontaci di te con una manciata di parole, senza usare “poeta” e “scrittore”.

Ho 53 anni, anche se credo ci sia stato un errore all’anagrafe, perché sono quasi certo di averne 35. Amo i gatti, la pizza, le persone gentili e quelle che mi fanno ridere. Mi piace narrare storie ma ancor più ascoltarne. Ritengo sia importante non prendersi troppo sul serio e lo faccio molto seriamente. Sono una persona fortunata.

Cos’è un libro?

È una serie continua di fogli stampati della stessa misura, cuciti insieme e forniti di copertina o rilegatura. Uno dei pochi oggetti, insieme alla vaporiera che mi ha regalato la mia fidanzata a Natale, di cui non posso fare a meno.

Quando componi hai una metodica routine da scrittore?

Sono assai poco costante e non ho abitudini precise. Mi piace lavorare in luoghi affollati tipo bar, treni, piazze. Produco meglio la mattina e invidio quelli che scrivono di notte, io non ce la faccio perché mi viene sonno.

Nel 2024 a cosa servono le poesie?

A quello a cui servivano cento anni fa. Non più o meno della musica, della prosa, dell’arte in genere. Detto ciò, non so rispondere a questa domanda e avrei preferito che non me la facessi. Ma ti perdono.

Un genere letterario che va di moda? Cosa “indosseremo” nell’inverno ‘24-25?

Storie d’amore per adolescenti: si chiamano romance. Le librerie e diverse case editrici stanno sopravvivendo grazie a questo filone. Poi spero che tornino i pantaloni a vita bassa. Quelli a vita alta non li sopporto.

Le idee circolano, si muovono. Come fai a seguirle?

Ascolto. Per uno scrittore la capacità e la voglia di ascoltare sono fondamentali.

Da giurato del concorso A/R Andata e racconto. In viaggio con amore cosa hai trovato negli esordienti?

Un livello medio di tutto rispetto. Mi sono divertito a leggere i loro testi e non lo davo per scontato.

Un aggettivo per descrivere chi ha vinto?

Per Flavia Forestieri scelgo profondo. Jacopo Milani è stato antiretorico e Carlo Junior Desgro fiabesco.

Quali passi devono compiere i giovani scrittori per farsi notare da una casa editrice?

Leggere molto, poi smettere di farlo e provare a scrivere, poi smettere di scrivere e leggere ancora moltissimo. Non so cosa possa far breccia, oggi, in una casa editrice. Ai miei tempi non esisteva internet, dunque uscivo di casa e proponevo le mie cose in giro, davanti alla gente, nei locali notturni. Ha funzionato.

Cos’è il talento? È sufficiente?

Credo che abbia a che fare con la spontaneità, che sia una cosa innata. Ci si nasce. Ma per emergere ci vogliono anche costanza e fortuna.

Il mercato dell’editoria cosa richiede?

Di vendere un sacco di libri.

Prendi il treno?

Tantissimo. Ho diversi record a questo proposito, tanto che Trenitalia, a un certo punto, mi ha fornito una CartaFRECCIA Oro. Era molto bello andare nei FRECCIAClub. Poi, purtroppo, mi è scaduta. Mi sembra un’ingiustizia e colgo l’occasione per sottolinearlo su queste pagine. Amo il treno perché mentre viaggio posso leggere, scrivere, dormire, chiacchierare, ascoltare e guardarmi attorno. Tanti miei scritti sono nati in itinere o parlano di treni. Sei in giro per teatri con lo spettacolo Catalano vs Bukowski. Chi vince tra i due?

A pugni lui. A chi beve di più sempre lui. Io sono più forte sul romanticismo spinto e, se voglio, faccio più ridere. Ma lui ha fatto più soldi. Almeno fino a ora.

guidocatalano.it catalanoguido

CUORE NEL FUTURO IL

I PERIODI BUI, LA RITROVATA SERENITÀ, IL RUOLO

DI MADRE E DI ARTISTA, LA VOGLIA DI ESSERCI.

LAURA PAUSINI SI RACCONTA, TRA UNA DATA

E L’ALTRA DEL TOUR MONDIALE CHE SI CHIUDE IL 31 DICEMBRE A MESSINA

di Gaspare Baglio gasparebaglio

L’ultima cover della Freccia che l’ha vista protagonista era dedicata al suo ultimo tour prima della pandemia, in tandem con Biagio Antonacci. Da quel momento, nella vita di Laura Pausini sono successe tantissime cose. «Sono passata da momenti di sconforto a incredibili soddisfazioni: ho vinto un Golden Globe, ricevuto una nomination agli Oscar, girato il primo biopic, presentato l’Eurovision Song Contest e un’edizione dei Latin Grammy Awards. Poi, lo scorso anno sono stata nominata Person of the Year dalla Latin Recording Academy, ho pubblicato un nuovo album di inediti e sono partita per la decima tournée mondiale dopo aver festeggiato 30 di carriera. In mezzo a tutto ciò mi sono persino sposata! Diciamo che è passata una vita intera, o quasi». E tutta questa vita è condensata nel World Winter Tour 2024 che, dopo aver fatto il giro del pianeta, con un debutto d'eccezione a Londra, passa anche per l'Europa e l’Italia toccando Bari, Roma, Livorno, Pesaro, Assago, Torino, con gran finale il 31 dicembre a Messina. Un’occasione per riascoltare le grandi hit dell’artista e assaporare le nuove perle dell’album Anime parallele

Che donna e che artista sei diventata dopo tanti cambiamenti?

Più consapevole, grata, libera e appassionata. Quando il mondo si è fermato ero sola con i miei pensieri e molte domande sulla vita, il passato e il futuro. Ho capito di aver bisogno di sfide, di raggiungere altri traguardi rimanendo fedele a me stessa, alle mie convinzioni. E so che posso andare avanti contando sulle persone che non mi hanno mai abbandonata, compresi i miei fan.

Quali momenti degli ultimi anni ricordi con maggiore affetto?

Mi ha scaldato il cuore tornare in Romagna dai miei genitori dopo non averli visti per tanto tempo, nel 2020. E, ancora, l’abbraccio con mia figlia al ritorno da Los Angeles, dove ero stata per gli Oscar del 2021: ho fatto di tutto per portarla con me, ma era impossibile far entrare bambini della sua età in California. Non volevo partire, ma è stata proprio lei a dirmi di non perdermi quel momento. E poi quando di notte, mentre tutti dormivano, organizzavo il mio matrimonio a sorpresa: i miei famigliari pensavano di partecipare a una cena per il mio trentennale e ci siamo fatti trovare vestiti da sposi. Erano increduli! Infine, quando ho rimesso piede su un palcoscenico dopo anni di stop e incontrato di nuovo le

persone che lavoravano e giravano con me in tour. Non so descrivere il momento in cui ho calcato le assi dell’Apollo Theater, a New York, e ho rivisto il pubblico. Dall’emozione mancava il fiato.

Ci sono stati anche periodi di dolore?

Mi sono sentita persa, sono stata influenzata da persone che hanno collaborato con me e mi hanno spinta a non credere più nella mia carriera. Ci ho messo tanto per riprendermi e lasciare andare i pensieri negativi, ritrovando la forza per andare avanti e credere ancora in me stessa. Non riuscivo più neanche a dedicarmi alla musica, non avevo lo spirito giusto.

Quando hai ritrovato la voglia di metterti in gioco?

A settembre del 2020 ho iniziato ad ascoltare tutto quello che arrivava dai vari autori: una ricerca durata due anni. Poi mi sono messa a scrivere, passando da momenti di down a sensazioni di entusiasmo o confusione totale. Ho trovato la strada grazie a storie di altre persone che si sono distinte ai miei occhi per la loro diversità, incuriosendomi e dandomi la possibilità di immedesimarmi in parole nuove. Così è nato il mio album Anime parallele

Cosa rappresenta per te questo tour mondiale?

Un viaggio, una celebrazione del percorso fatto insieme al

Un'immagine del Winter World Tour di Laura Pausini

mio pubblico in oltre 30 anni di carriera. Mi sono pre parata e ho studiato molto. Insieme al direttore artisti co Luca Tommassini è nato uno show in tre atti, co struito partendo dalla musica e seguendo una linea concettuale che gioca con presente, futuro e passa to. Uno show arricchito da coreografie, scenografie, arrangiamenti, disegni di luce: gli spettatori si senti ranno amati, parte di qualcosa di irripetibile, pieni di emozioni da riportare a casa.

C’è anche una bella iniziativa che vede una serie di nuovi talenti on stage con te. Di che si tratta?

Ho deciso di condividere il mio palco con giovani artisti e artiste emergenti del nostro Paese. Mi pia ce sfruttare web e social per scovare esordienti e capire da che parte va la musica contemporanea. Motivo per cui ho deciso di invitare alcuni di loro ad aprire i miei live.

Quando è nata la voglia di usare la tua luce per illuminare i giovani?

È così da sempre. I giovani vanno ascoltati. Io per prima, da adolescente, ho avuto la possibilità di cantare su un palco come quello di Sanremo, vincendo il festival grazie a una canzone scritta

da due ragazzi assolutamente sconosciuti, non due grandi firme autorali. Da lì in avanti, ogni volta che ho potuto mi sono circondata di collaboratori in cui ho intravisto la passione più che di professionisti con una carriera già avviata. Stai facendo le prove per diventare direttrice artistica di Sanremo?

No, no, anzi! Rispetto troppo il festival per prendere sottogamba un ruolo così cruciale: per gestire la selezione dei brani servono un’attenzione totale e una dedizione esclusiva. E non riuscirei mai a concentrarmi su questo e a portare avanti contemporaneamente la mia carriera. Non è facile capire la mia vita e le mie giornate: i miei impegni vanno moltiplicati per tutti i Paesi dove mi esibisco da 30 anni. Come vivi il fatto di dover sempre giustificare le tue azioni alla stampa?

La cosa mi infastidisce molto. A volte mi fanno alcune domande solo per suscitare polemiche, mettendomi in mezzo a situazioni che non voglio o non so affrontare. La qualità, la stabilità e la coerenza non vengono mai premiate dai media e sui social le persone parlano spesso solo di trash o giudicano senza approfondire.

Laura Pausini ai Latin Grammy 2018
© Virginia Bettoja

A questo proposito, durante uno scambio di battute sull’uso dell’autotune, si è espresso anche Blanco rispetto alle tue affermazioni in merito.

La mia non è una battaglia contro l’autotune, che è uno strumento come altri usato nelle produzioni musicali. Se vissuto come tale non è un difetto. Poi conta ciò che un artista esprime a prescindere: il talento è dato dal carisma e dalla voce. Non trovo niente di male nelle affermazioni di Blanco, che non conosco, ognuno ha le sue preferenze ed è giusto così.

Parliamo del singolo Ciao, scritto con Sam Smith. Cosa ti è rimasto nel cuore di un cantautore così sensibile e iconico?

La generosità e la naturalezza con cui ha accettato che intervenissi sulla parte musicale e testuale del brano. Avevo bisogno di inserire una parte melodica più adatta alla mia vocalità e lui mi ha lasciata libera.

Oggi a chi diresti ciao?

Alle persone che devo ancora incontrare lungo il cammino, per prepararmi a condividere con loro un pezzo di strada insieme.

Il ciao che ti ha fatto più male?

Quello detto alle persone care che non sono più con me, come le mie nonne Norma e Maria e il mio migliore amico Giuseppe.

Parafrasando il titolo di un tuo brano, come si fa a Durare così tanto?

Ogni artista è diverso. In generale credo servano costanza, caparbietà, curiosità e voglia di mettersi sempre in gioco, non accontentandosi mai.

Che madre sei?

Una che si siede spesso a osservare il tipo di persona che ogni giorno diventa sua figlia. Cerco di insegnarle ciò che per me è fondamentale, a livello di credo e di comportamento, e sento la responsabilità che ho – come genitore – nel contribuire a crescere un’adulta che tra qualche anno avrà in mano le sorti di questo mondo. Sono una madre apprensiva e terrorizzata all’idea che sua figlia possa allontanarsi e prendere la sua strada ma allo stesso tempo sono innamorata della sua indipendenza e determinazione.

Tu guardi sempre oltre, cerchi la novità. Qual è il tuo prossimo primo passo sulla Luna?

Sono nel momento cruciale in cui si conclude un progetto, senza ancora sapere per certo quale sarà lo scenario futuro. Paola ha iniziato le medie e abbiamo scelto di farla studiare in Italia, quindi ho deciso di non accettare inviti e progetti internazionali importanti. La musica, invece, per come sono fatta io, non si può scegliere: se uno dei progetti che ho in mente troverà delle canzoni che mi spaccano il cuore, vincerà quello.

laurapausini.com laurapausini

Laura Pausini durante il Winter World Tour

MAPPARE L’INSOLITO

DAGLI HORTI DI PAVIA AL MUSEO DEDICATO AD ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY, LA FONDAZIONE ITALIA PATRIA DELLA BELLEZZA

PROPONE LUOGHI ORIGINALI FUORI DAI CIRCUITI TURISTICI

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili
Sacra di San Michele (Torino)

Mete fuori dai circuiti turistici più noti, realtà culturali né troppo grandi né troppo piccole, però significative grazie alle loro caratteristiche particolari.

Per catalogare le meraviglie del Paese, la Fondazione Italia patria della bellezza ha creato un apposito atlante consultabile sul suo sito web con oltre 500 realtà mappate perfette per chi desidera visitare luoghi lontani dal turismo di massa o con una storia originale. Da nord a sud, ecco un itinerario ideale che va mixa suggestioni spirituali e letterarie, curiosità naturalistiche e finalità sociali.

Sulla cima del Monte Pirchiriano, a 962 metri di altitudine, svetta maestosa la Sacra di San Michele, imponente abbazia a soli 40 chilometri da Torino che ha ispirato quella descritta nel capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa Dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, difensore della fede e del popolo cristiano, è stata costruita tra il 983

e il 987 lungo una via di pellegrinaggio che corre per oltre duemila chilometri da Mont Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia. Un tempo rifugio benedettino, ora custodita dai Rosminiani, dall’alto dei suoi torrioni offre un panorama che va dal capoluogo piemontese alla Val di Susa.

Natura e arte contemporanea si uniscono invece negli Horti dell’Almo collegio Borromeo di Pavia. Inaugurato come spazio pubblico nel settembre 2022, questo parco di 35mila m2 nel centro storico della città è un luogo di cultura e inclusione sociale in cui trovano spazio alcune sculture monumentali concesse in comodato gratuito dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro. L’area un tempo dedicata alla coltivazione di frutta e verdura per il sostentamento degli alunni dell’istituto è ora un luogo di socialità, creatività e intreccio di saperi. Fino a febbraio 2025, qui si possono ammirare la scultura Movimento di crollo di Pomodoro e tre

opere della serie Grandi disegni che vertono sul concetto di disequilibrio e di movimento.

Il verde trionfa anche in centro Italia con l’Orto botanico Corsini del Monte Argentario, vicino a Grosseto. Nel cuore di Porto Ercole, questo gioiello è stato realizzato nella seconda metà dell’800 come parco di acclimatazione delle

piante esotiche che arrivavano dall’Africa, dall’Asia e dalle Americhe. Esteso su oltre sette ettari di terreno, il parco ospita oggi una straordinaria collezione di oltre 1.300 alberi e arbusti, appartenenti a circa 150 specie diverse, offrendo ai visitatori un’oasi di tranquillità e bellezza. L’Orto propone inoltre numerose attività sociali a supporto di

Il museo Antoine De Saint-Exupéry nella Torre Nuova di Alghero
Belmonte Calabro (Cosenza)

ragazzi e ragazze con disabilità. In team con i giardinieri e le guide della struttura, si possono vivere esperienze speciali come la raccolta delle olive, la pulizia di vialetti e la coltivazione di un piccolo campo agricolo. Anche i bambini delle scuole del territorio sono coinvolti, sia durante l’anno scolastico sia nei mesi estivi, con attività ludi -

co-didattiche tra cui una caccia al tesoro, la costruzione di un erbario e la scoperta del giardino sensoriale.

In Calabria, merita una visita Belmonte, vicino a Cosenza, piccolo centro ai bordi dell’entroterra adagiato su una collina che guarda il Mar Tirreno. Fondato dagli Angioini nella seconda metà del ‘200, presenta una struttura tipicamente medievale, con antiche mura di cinta, vicoli stretti e residenze signorili che si aprono su piccole piazzette. Ma il nucleo originario è stato progressivamente abbandonato a seguito delle migrazioni che hanno spopolato le aree interne. E in questo contesto, il collettivo La rivoluzione delle seppie ha dato vita a un percorso di riattivazione territoriale in collaborazione con il Comune, l’associazione culturale locale Ex Convento e la London Metropolitan University. Attraverso workshop, laboratori di auto-costruzione e residenze per ricercatori, il progetto ha trasformato la percezione del borgo calabrese, che è oggi considerato un luogo dove vivere, lavorare e studiare.

Spostandosi in Sardegna, ad Alghero, all’interno della Torre Nuova dell’area marina protetta Capo Caccia - Isola Piana si trova il museo dedicato ad Antoine De SaintExupéry, autore del Piccolo Principe. Lo scrittore francese visse nella città in provincia di Sassari da maggio a luglio del 1944 e durante questo periodo scrisse gran parte del suo romanzo La cittadella e il suo ultimo testo Lettera a un americano. Il museo omaggia la vita di questo scrittore-aviatore e consente a visitatori e visitatrici di conoscerne la storia, rivelando curiosità sulla sua biografia e dettagli inediti del suo legame con la città sarda. Le sale ospitano installazioni tematiche, documenti storici, opere d’arte e immagini scattate nel 1944 da John Phillips, celebre fotoreporter della rivista americana Life che documentò gli ultimi momenti della vita di Saint-Exupéry. patriadellabellezza.it

© Almo collegio Borromeo
L’opera Movimento di crollo di Arnaldo Pomodoro agli Horti dell’Almo collegio Borromeo di Pavia

IN CAMMINO

NEL BASSO LAZIO, DA CASSINO A GAETA, SULLE TRACCE DEL PRIMO

PELLEGRINAGGIO COMPIUTO DA FILIPPO NERI. TRA PAESAGGI POCO

BATTUTI E LUOGHI DELLO SPIRITO

di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3

ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it

CON IL SANTO

Un’avventura a piedi di 120 chilometri, con sette tappe che ripercorrono le tracce del primo pellegrinaggio compiuto da Filippo Neri, l’amatissimo santo della gioia.

Da Cassino, dove il viandante può intraprendere il percorso protetto dal sontuoso monastero benedettino che occhieggia dal monte, sino a Gaeta, dove si trova il Santuario

della montagna spaccata, luogo simbolo della conversione di Filippo, il cammino unisce due celebri centri religiosi del Basso Lazio nel nome di colui che qui giunse nel 1532. Compreso per intero tra le province di Frosinone e Latina, immerso in un contesto di rara bellezza paesaggistica, lontano dal turismo di massa, l’itinerario rintraccia dunque la presenza del santo sin dal suo arrivo a Cassino, all’epoca

© Fausto Forcina
Il panorama dall'Eremo di San Michele Arcangelo a Formia (Latina), con vista sul golfo di Gaeta

nota con il nome di San Germano.

Neri era allora un giovane di appena 17 anni, che doveva ricongiungersi a un ricco cugino paterno per essere avviato alla professione di commerciante. Tuttavia, il richiamo spirituale lo condusse ben presto a un diverso destino, grazie anche a un contesto di grande ispirazione: fu proprio la possibilità di frequentare l’Abbazia di Montecassino che lo spinse a intraprendere un cammino religioso. Determinante fu la scoperta di una cappellina dedicata al Santo crocifisso, situata a picco sul mare presso il Santuario della montagna spaccata, a Gaeta.

Le sue tracce sono dunque reali e tangibili lungo questo percorso creato da Filippo Scalisi ed Erika Eccher, insieme al gruppo di volontari degli Amici del Cammino di San Filippo Neri. «Da Cassino, prima tappa della sua esperienza nel nostro territorio, a Esperia, dove un sacerdote del 1600 compose un’ode in suo onore, sino al Santuario della Madonna della Civita a Itri, che ricorda la sua visita, sono molte le fonti storiche e popolari che arricchiscono l’itinerario con

racconti sulla presenza del santo», spiega Scalisi.

Un progetto di ricostruzione profonda della vita di Neri in questi luoghi, fortemente supportato dalla rete di accoglienza situata lungo la via, rende questo viaggio un’esperienza ricca di umanità e di quella gioia tipica del carattere solare e persino burlone del santo che qui rimase fino al 1534. «Tra i nostri più affezionati sostenitori», ricorda Eccher, «c’è Irma De Fazio, nota a tutti come la zia Irma di Sant’Angelo, borgo situato sulla prima tappa. A 94 anni, continua ad aprire la porta di casa ai pellegrini, rappresentando in modo emblematico lo spirito di questa esperienza».

Da Cassino il percorso segue il corso dei fiumi Gari e Garigliano attraversando i centri storici di Sant’Angelo, Sant’Ambrogio e Sant'Andrea, ricostruiti dopo i terribili bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Sin dalle prime tappe, il cammino consente al viandante di affacciarsi su un territorio ricco di storia ma anche di preziose specificità naturalistiche, attraversando un habitat popolato da una fauna peculiare: qui trovano infatti casa la lontra e la

Il borgo di Sant’Ambrogio sul Garigliano (Frosinone)
Vista su Formia e il promontorio di Gaeta, sullo sfondo le isole di Ventotene e Ponza (Latina)
© Menotti Framondi

testuggine palustre europea. Chi sceglie di percorrere il tragitto in tarda primavera potrà scorgere anche i piccoli di gruccione appena usciti dai nidi, ascoltare il tipico battere del picchio verde o vedere i tuffi del martin pescatore.

Prima di terminare la terza tappa, ecco pararsi di fronte al viaggiatore la prima vera salita: dopo un rinfrescante ristoro alla limpida fonte di Salomone, attraversando il Bosco d’Olmi, si raggiunge la Vallaurea, pianoro carsico tra Vallemaio e Coreno Ausonio, dove pascolano mandrie di armenti serenamente affacciati sul panoramico Monumento per la pace di Marinaranne. Da questo locus amoenus è possibile ammirare in tutta la sua estensione il golfo di Gaeta, spingendo lo sguardo sino alle isole di Ischia e Ventotene. Il viaggio prosegue poi attraversando l’antico centro storico di Coreno Ausonio, dove il marmo è tipicamente abbellito dalle conchiglie d’un antico mare: basta guardarsi intorno per trovarle incastonate nelle rocce o nelle basole sulle quali si poggiano i propri passi.

Poco più avanti, si scende verso il Santuario della Madonna del piano di Ausonia, quindi il tracciato conduce verso Esperia, per arrivare alla parte centrale del cammino: è su questa via che si incontra prima l’antica chiesa di Correano, quindi si attraversa la pineta di Selvacava, all’ombra del bastione dolomitico di Monte Fammera. L’ambiente circostante è improvvisamente mutato e ci si addentra in un contesto praticamente montano: a fichi, aranci e pini marittimi subentrano d’un tratto aceri e castagni.

L’arrivo a Roccaguglielma, nella parte superiore di Esperia, è annunciato dagli innumerevoli scorci che accompagnano lo

sguardo fino al seggio di San Filippo Neri, con un tracciato che continua lungo la via della montagna, inoltrandosi nelle valli più boscose del Parco degli Aurunci. La cornice pastorale di Polleca e Fraile, i boschi di latifoglie, i cavallini di Esperia allo stato semibrado, le capre e i vecchi stazzi ricordano il legame con uno stile di vita senza tempo. Avvicinandoci a Formia, è tempo di raggiungere il Monte Redentore, per godere di uno dei panorami più belli dal punto più alto dell’intero Cammino: siamo a 1.252 metri sul livello del mare, la cui vastità si estende a strapiombo sotto di noi. La discesa conduce al Santuario di San Michele Arcangelo, un altro posto dal fascino magnetico, quindi agguantiamo Filetto di Formia, solcando il lato occidentale dei Monti Aurunci. Si taglia poi la vasta piana di Campello e si raggiunge il Santuario della Madonna della Civita, luoghi che fecero da scenografia per le scorribande di Michele Pezza, il brigante gentiluomo che, morto nel 1806 ad appena 35 anni, passò alla storia come Fra’ Diavolo da Itri.

Ed è proprio da Itri che parte l’ultima tappa, dove olio e olive rappresentano un prezioso bene. L’ultimo strappo è alla salita della Vignola, al cui culmine si devia su un antichissimo tratturo, per scendere in breve verso Gaeta, lambendo l’antica grancia cistercense di San Vitale. Infine, attraversando l’antica via Indipendenza vicino al porto, si raggiunge in breve il Santuario della montagna spaccata, meta finale del Cammino di San Filippo Neri. Se il bel tempo lo consente, si può scendere dalla spiaggia di Serapo e immergere i piedi nel mare Bandiera blu. camminodisanfilipponeri.com

Valle Torre a Itri (Latina)

TRENTINO A

QUALITÀ DELL’ARIA, ATTENZIONE ALLA NATURA, TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE. DALLA VAL DI FASSA A ROVERETO, ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI CHE HANNO OTTENUTO IL PREMIO DESTINATION SUSTAINABILITY INDEX AGLI OSCAR DEL TURISMO

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Il

lago di Toblino, Madruzzo (Trento)

BASSO IMPATTO

Garda
Dolomiti Spa

L’aria fresca risveglia la pelle, riempie piano i polmoni e rischiara la vista. Valli e boschetti consentono allo sguardo di distendersi e i piatti locali rimandano a sapori autentici. Meta ambita dagli amanti della natura e da chi sente il bisogno di una vacanza detox, il Trentino ha vinto, per la seconda volta, uno dei riconoscimenti più ambiti degli Oscar del turismo, registrando la media più elevata del Destination Sustainability Index. Durante il TTG Travel Experience di Rimini sono stati infatti assegnati i premi Italia Destinazione Digitale ideati dalla The Data Appeal Company del Gruppo Almawave, che ogni anno raccoglie e incrocia i dati online relativi a centinaia di mete italiane per individuare quelle più apprezzate dai visitatori. La provincia autonoma di Trento si è distinta nuovamente per qualità dell’aria e l’attenzione verso la natura, per la tutela del patrimonio culturale, i flussi turistici sostenibili e la cura verso le persone e l’ambiente da parte di servizi locali come b&b, trasporti e attrazioni.

VAL DI FASSA PER TUTTI I GUSTI

Una delle zone in cui è stato individuato uno dei più alti indici di soddisfazione è la Val di Fassa. Da Canazei, abbracciata dalla Marmolada, ai resti antichi dei mulini ad acqua di Mazzin, passando per la sorgente di acqua solforosa di Pozza di Fassa e i territori di Campitello di Fassa, Vigo di Fassa e Soraga, la valle attraversata dal fiume Avisio è amata tanto dagli appassionati di rafting e dagli escursionisti più avventurosi quanto dai turisti in cerca di relax.

Ma accontenta anche chi in vacanza preferisce dedicarsi alla scoperta del patrimonio culturale: i musei locali, infatti, consentono di esplorare la storia e le tradizioni ladine, ma

anche di comprendere in quali modi la Grande guerra ha toccato questi luoghi, ancora segnati dalle trincee.

TRENTO E DINTORNI: CULTURA E SLOW FOOD

Una delle attrazioni più recensite dai visitatori dall’anima green è stato il Museo delle scienze di Trento, dove adulti e bambini possono indagare i misteri della tecnologia e della natura. Proprio alla fine di novembre qui è prevista la presentazione della collezione Antropocene, una nuova sezione che mette a confronto reperti scientifici e opere d’arte per riflettere sulla crisi climatica in atto, mentre il 3 dicembre aprirà il percorso sensoriale Tocco di natura, pensato per rendere il Muse ancora più accessibile alle persone con disabilità. Inoltre, il 28 novembre il museo è aperto fino a mezzanotte per incontrare divulgatrici e divulgatori scientifici e fare un salto nei corner esperienziali, accompagnati da light design, drink e musica.

Poco distante dal capoluogo, la Valle dei laghi offre ancora tanti misteri da scoprire: qui imponenti castelli racchiudono storie di dinastie in lotta, di mercanti e pellegrini, oltre a rappresentare privilegiati punti di osservazione sul territorio. Tra questi castel Toblino, sulle rive del lago omonimo, che nella metà del 1500 fu teatro dell’amore proibito tra il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo e la nobildonna Claudia Particella.

Alla ricerca di fortezze avvolte dal mistero, si può proseguire verso il lago più grande d’Italia. Le destinazioni tra cui scegliere sono diverse: il castello di Stenico, austero all’esterno ma dai pregiati affreschi sulle pareti interne, castel Campo, nel bosco ai limiti della Piana di Lomaso, ma anche la rocca di Riva del Garda, che affaccia diretta -

Il castello di Stenico

mente sulle sue acque dolci. Lungo il viaggio dalla Valle dei laghi al Garda Trentino è però doveroso effettuare una breve deviazione verso la piccola frazione di Cavrasto per assaggiare le noci del Bleggio, Presidio Slow Food celebrato nella cittadina tra l’8 e il 10 novembre, subito dopo la raccolta. Qui, durante la festa, le antiche case si trasformano in botteghe dove provare torte e pagnotte a base di frutta secca, ma anche il liquore e il salame alle noci.

A CONTATTO CON LA NATURA NEL GARDA TRENTINO E A ROVERETO

Dopo la tappa gastronomica, una volta ripreso il viaggio verso sud, a tre chilometri da Riva del Garda si trova un’altra speciale attrazione naturale che, secondo le stime di The Data Appeal Company, è particolarmente apprezzata da chi cerca un contatto diretto con la natura. È il Parco grotta cascata Varone di Tenno, aperto tutto l’anno, che offre la possibilità di immergersi completamente nelle au -

tentiche bellezze paesaggistiche del nord Italia. Impossibile non provare stupore davanti alle rocce scavate dal lento scioglimento del ghiacciaio del Garda, tra stalattiti e altre formazioni rocciose sotterranee, ma anche affacciandosi verso il meraviglioso paesaggio esterno e la sua suggestiva cascata alimentata dal torrente Magnone. Ultima tappa di questo viaggio alla scoperta del Trentino sostenibile è Rovereto, dove due eventi ricordano ai visitatori e alla popolazione locale l’importanza della cura del territorio. Dal 14 al 17 novembre il Festival della meteorologia è occasione di incontro per professionisti e imprese, ricercatori, studenti e semplici curiosi, che insieme discutono di un tema sempre più centrale nella vita delle persone. E, fino al 29 novembre, la città è attraversata dagli eventi del Mese montagna, rassegna giunta alla 18esima edizione e dedicata al mondo della montagna e dell’alpinismo.

Canazei
Il Muse, Museo delle scienze di Trento

IL PAESE DEI MILLE PAESI

di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]

IL BORGO CHE NON TI ASPETTI

NEL TERRITORIO DI ISERNIA STUPISCE VENAFRO, FAMOSO PER L’OLIO D’OLIVA E IL FESTIVAL DI MUSICA LIRICA SULLE SPONDE DEL LAGO NEL CENTRO STORICO

Venafro (Isernia)

Venafro, nella provincia di Isernia, è un invitante borgo molisano frequentato e abitato fin dall’antichità, durante il periodo della villeggiatura, da celebri imperatori tra cui Augusto e da protagonisti dell’alta aristocrazia romana come Catone, Plinio, Orazio. La leggenda narra che a fondarla fu Diomede, personaggio della mitologia greca e uno dei principali eroi achei della guerra di Troia. Le sue antichissime origini sono testimoniate da insediamenti preistorici e sanniti. E già a quei tempi Venafro era il centro dove veniva prodotto il miglior olio dell’epoca tanto da essere considerata, nel III secolo a.C., la capitale dell’olivicoltura.

Ancora oggi, il rinomato e prezioso oro verde molisano viene celebrato nell’unico parco regionale tematico del Mediter-

raneo dedicato all’olivo: un’area protetta inserita nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici. Questo bosco immortale che abbraccia il centro storico è reso straordinario da piante secolari, muri a secco, mulattiere e reperti che vanno dall’antichità alla Seconda guerra mondiale. Venafro è una cittadina vivace dal punto di vista culturale soprattutto grazie al festival internazionale di musica lirica Opera al laghetto, che si svolge a luglio, patrocinato dalla Regione Molise e organizzato dal Comune. Ideato e diretto dal maestro Claudio Luongo, viene messo in scena vicino al piccolo lago artificiale nel centro cittadino da cui nasce il fiume San Bartolomeo. Un incantesimo che ipnotizza anche le oche che abitano lo specchio d’acqua, delimitato su un lato dalla Palazzina Liberty, uno degli edifici più caratteristici della città.

A fine anno, invece, c’è la popolare tradizione Sciusc’ e p’ sciusc’. Il 31 dicembre, dal pomeriggio alla sera, un nutrito gruppo spontaneo, composto prevalentemente di giovani, percorre le vie del centro con svariati strumenti musicali, intonando una canzone inneggiante a uno dei cibi rustici più tipici della cittadina: i sciusc’, una sorta di ciambella salata. Lungo il percorso, molte famiglie aprono le porte a chi partecipa al corteo per offrire questa specialità. Bisogna poi aspettare il penultimo sabato di marzo per partecipare alla Notte dei fuochi, il rito che prevede l’accensione di falò in onore di San Giuseppe, con la direzione artistica di Francesco Tomasso. Mentre il periodo pasquale è animato

© Franco Cappellari
© Franco
Cappellari
Castello Pandone

dalla rievocazione storica La Passione vivente, ideata dallo scrittore e architetto Franco Valente, e resa spettacolare dalla presenza di centinaia di figuranti.

Oltre a passeggiare per il centro storico, ricco di chiese e palazzi signorili, si possono visitare il Castello Pandone, che conserva affreschi di cavalli a grandezza naturale, il Museo archeologico, dove sono esposti gli scacchi più antichi d’Europa e una statua del II secolo d.C. raffigurante Venere, la chiesa dell’Annunziata, tra le costruzioni barocche più belle d’Italia, l’Anfiteatro romano e l’emozionante Museo Winterline con reperti della Seconda guerra mondiale.

I devoti di Padre Pio non possono perdere il convento francescano, dove il santo dimorò. Nell’autunno del 1911, il frate in viaggio verso San Giovanni Rotondo si ammalò e, non potendo viaggiare a lungo, venne condotto a Venafro perché era il convento più vicino. Durante il mese e mezzo che trascorse in città visse una serie di esperienze mistiche, tra estasi divine e apparizioni diaboliche.

Un’esibizione al festival internazionale Opera al laghetto

In questo territorio, c’è anche un angolo di natura selvaggia tutto da scoprire: l’Oasi naturalistica Le Mortine, tra le zone umide più interessanti d’Italia, situata lungo il breve tratto del fiume Volturno che segna il confine tra Molise e Campania. Proprio sulle sue sponde, nelle campagne di Venafro, sono state girate alcune scene del film …Continuavano a chiamarlo Trinità, con Bud Spencer e Terence Hill. Tra le tipicità agroalimentari, si segnalano piatti tradizionali come il baccalà alla m’ntanara, preparato con l’olio della zona, e la zuppa alla santè, che non manca mai nel periodo natalizio, con brodo di gallina allevata all’aperto e verdura. Ma ci sono anche i biscotti di Venafro, anelli intrecciati di croccante pasta di pane prodotti artigianalmente nei forni locali, e la birra aromatizzata con i rami di olivo.

BACCALÀ ALLA M’NTANARA

di Sandra Jacopucci

Un piatto tipico autunnale venafrano è il baccalà alla m’ntanara, che i contadini preparavano dopo la raccolta delle olive, direttamente nel frantoio. Il baccalà deve essere prima dissalato, cioè fatto “spugnare”, e reidratato per qualche giorno in acqua fredda, poi lessato per 30 minuti, asciugato, privato della pelle e di qualche lisca residua. La chiave di volta di questa pietanza è il famoso olio extravergine di oliva di Venafro, considerato un’eccellenza già dagli antichi romani. Va utilizzato quando è ancora verde intenso, meglio se appena molito, leggermente scaldato insieme a fettine di aglio e peperoncino fresco con cui ancora oggi si insaporiscono sia il baccalà sia le patate bollite e schiacciate. Si completa il piatto con una manciata di prezzemolo tritato.

BUON VIAGGIO BRAVA GENTE

di Padre Enzo Fortunato

padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato

[Direttore della comunicazione della basilica di San Pietro]

PAROLA FRANCESCO DI

L’ingresso di Palazzo Braschi a Roma, sede della mostra Laudato sie

IL CANTICO DI FRATE SOLE STA

PER COMPIERE 800 ANNI. E

UNA MOSTRA A ROMA RENDE

OMAGGIO AL SANTO DI ASSISI E ALLA SUA EREDITÀ CULTURALE

mostra, l’esposizione ha «quale principale obiettivo di illustrare come, proprio a partire dall’intuizione spirituale e poetica di Francesco, abbia tratto alimento la riflessione dei francescani sul tema della natura, sia in ambito filosofico-teologico, sia in quello più propriamente scientifico. Protagonisti dell’esposizione non sono solo gli scritti di vario genere di cui i frati nel corso dei secoli sono stati i veri e propri autori, ma anche ciò che, pur non essendo diretta opera loro, è stato comunque letto, anno-

Entrare a Palazzo Braschi, nel cuore di Roma, per visitare la mostra Laudato sie: natura e scienza. L’eredità culturale di frate Francesco è stato come varcare una soglia invisibile, un confine tra il mondo moderno e un passato ricco di spiritualità, dove le parole e le opere del santo ancora risuonano con forza attraverso manoscritti e libri antichi. Organizzata dalla St. Francis Day Foudation con il Sacro convento di Assisi, fino al 6 gennaio nella Capitale, poi ad Assisi dal 7 aprile al 12 ottobre 2025, è un’esperienza che coinvolge i sensi e lo spirito in un momento storico di profonda riflessione sul lascito francescano: nel 2025 il Cantico di frate Sole (o delle creature) compie 800 anni, mentre nel 2026 si commemora la morte del Poverello avvenuta nel 1226.

Camminando tra le teche di vetro, colpisce senz’altro uno dei più preziosi documenti esposti: il famoso Codice 338, che contiene la più antica trascrizione del Cantico di frate Sole. E proprio una citazione da questo componimento ha ispirato la mostra di Palazzo Braschi. «Laudato sie» è infatti un’espressione che si ripete con insistenza nel testo ed è risuonata attraverso i secoli fino ad arrivare a noi, diventando anche il titolo dell’enciclica scritta da Papa Francesco nel 2015, dedicata alla cura della casa comune, ovvero il creato.

Come spiega il professor Paolo Capitanucci, dell’Istituto Teologico di Assisi, con-curatore della

San Francesco, particolare dell’affresco di Cimabue nella Basilica inferiore ad Assisi

tato e custodito dai religiosi negli archivi e nelle biblioteche». Marco Capasso, l’architetto responsabile dell’allestimento multimediale, spiega che l’esposizione «è un viaggio emozionale in cui si ripercorrono tutti gli elementi che devono aver ispirato Francesco nella composizione del Cantico di frate Sole E aiuta a capire in che misura il cantico abbia ispirato i francescani che hanno seguito la parola del frate in questi 800 anni di studi, ricerche, riflessioni teologiche e indagini scientifiche». L'itinerario della mostra si articola in nove sezioni, ognuna delle quali intende presentare uno specifico aspetto della riflessione intorno alla natura, tentando di inquadrarla da una speciale angolatura francescana. La rassegna introduce pertanto al modo in cui i francescani, attraverso un sapere mul-

tiforme articolato tra astronomia, matematica, fisica, chimica, alchimia e medicina abbiano osservato il creato nel corso dei secoli. Avanzando lungo il percorso si scopre allora come anche lo sviluppo scientifico è stato influenzato dalla visione del mondo di Frate Francesco, favorendo un approccio umile e rispettoso verso la natura. La sezione finale, Cum tucte le tue creature, riporta poi a una visione integrale del creato, chiudendo idealmente il cerchio iniziato con il Cantico e ribadendo il messaggio francescano di fratellanza universale tra esseri umani, piante e animali.

Una sorta di pellegrinaggio spirituale per comprendere che ogni cosa è un dono e il nostro compito è quello di proteggerla e celebrarla.

A sinistra: Laudato sie lo stupore riconoscente di fronte al Creato, nel Cantico di Frate Sole (XIII secolo)

A destra: I francescani e il sapere enciclopedico, nell'Etymologiarum opus, Isadoro di Siviglia, Venezia (1483)

FedericoRuzza

D’AUTUNNO

NOVEMBRE È IL MESE DELLE AUTUMN NATIONS

SERIES DI RUGBY. E L’ITALIA SI PREPARA PER AFFRONTARE GLI ALL BLACKS ALL’ALLIANZ STADIUM

DI TORINO CON UNO DEI SUOI GIOCATORI MIGLIORI: FEDERICO RUZZA

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur

Oscar Wilde sosteneva che «il rugby è una buona occasione per tenere lontani 30 energumeni dal centro della città durante il fine settimana». L’affermazione fatta dallo scrittore irlandese nell’800 è ormai ampiamente superata. Oggi il rugby è una disciplina spettacolare dove non è ammessa la violenza, con il massimo rispetto per l’avversario dentro e fuori dal campo. E proprio questo sport è protagonista a novembre, perché la Nazionale italiana torna ad affrontare tre grandi squadre nell’ambito delle amichevoli Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale. La competizione ha preso il via sabato 2 a Twickenham, nella periferia di Londra, con l’attesissima sfida tra Inghilterra e Nuova Zelanda e prevede 21 test match giocati in quattro settimane, con le grandi nazioni dell’emisfero Sud che fanno visita ai Paesi dell’emisfero Nord. La manifestazione si conclude all’Aviva Stadium di Dublino domenica 30 novembre con l’incontro Irlanda-Australia.

L’Italia debutta sabato 9 a Udine contro l’Argentina, che attualmente precede di un posto gli Azzurri nel ranking mondiale del rugby. Il fine settimana successivo, domenica 17, affronta a Genova la Georgia dopo due anni dalla sfida infuocata di Batumi. Questo trittico autunnale si chiude sabato 23, alle ore 21:10 allo stadio di Torino, con la partita contro la Nuova Zelanda vicecampione del mondo. Il 2024 del rugby tricolore è iniziato nel migliore dei modi: l’Italia ha chiuso il Sei nazioni – il torneo internazionale che vede impegnate le Nazionali di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia a febbraio e marzo – con due vittorie consecutive contro Scozia e Galles, un pareggio con la Francia e un punto di bonus conquistato con l’Inghilterra. È il miglior risultato dal 2000 a oggi per gli Azzurri, con un inizio anno segnato anche dall’arrivo del nuovo allenatore Gonzalo Quesada.

Tra i migliori giocatori della squadra (e del mondo) c’è Fe -

derico Ruzza, 29 anni, padovano, un metro e 98 centimetri di altezza per 110 chilogrammi di peso. Dopo il debutto avvenuto nel marzo del 2017 in Scozia-Italia, ha disputato 57 partite con la maglia della Nazionale come seconda linea. E nel 2024 si è classificato al primo posto nelle rimesse laterali vinte.

Federico, vogliamo ripercorrere il 2024 del rugby tricolore?

Il Sei nazioni si è concluso con due vittorie consecutive. È stato un bel torneo in cui ci siamo rialzati dal Mondiale che non era andato come avremmo voluto. Poi c’è stata la tournée estiva, dove abbiamo avuto una battuta di arresto contro Samoa. Come in tutti i gruppi, la crescita non è mai lineare ed è fatta di alti e bassi. L’importante è trovare le cause degli errori e risolverli subito. Dopo questa sconfitta abbiamo affrontato Tonga e il Giappone e sono tornate le vittorie. Il 2024 è stato un buon anno anche per il percorso e l’esperienza guadagnata. Adesso dobbiamo fare tesoro di quello che abbiamo costruito e portarlo in queste tre partite autunnali.

Come si svolge l’Autumn Nations Series?

Le squadre dell’emisfero australe superano l’equatore e arrivano in Europa. I test di novembre sono un momento bellissimo per il rugby internazionale. In questo periodo, i team europei sono nel pieno della stagione. Quelli dell’emisfero sud hanno concluso da poco il torneo Rugby Championship che si gioca tra Argentina, Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa. Anche le squadre del Pacifico come Tonga e Giappone arrivano dopo aver disputato la loro coppa.

Nel primo dei tre incontri affrontate l’Argentina: che cosa vi attende?

La partita è fissata a Udine e la città è pronta ad accoglierci con tanto calore. I Pumas sono in un buon momento: l’Argentina è una squadra che ha fatto grandi cose nel Rugby Championship battendo tutte e tre le avversarie che ha in-

La vittoria della Nazionale italiana sulla Scozia durante il Sei nazioni 2023
© Federugby

contrato. Arriverà in Italia sull’onda di un forte entusiasmo. Sarà una partita molto dura perché è un team estremamente fisico.

Poi sarà la volta della Georgia.

L’abbiamo già affrontata due anni fa a Batumi in uno stadio tutto esaurito, con un’atmosfera incredibile. È una squadra che sta emergendo e non nasconde l’ambizione nel voler scalare la classifica del rugby mondiale. Per questo affronta le partite sempre con il coltello tra i denti. È un gruppo ruvido, con molti uomini che giocano nel campionato francese o in team di alto livello e infatti, nel 2022, e non è andata benissimo. Siamo quindi consapevoli dei pericoli che corriamo nell’affrontarlo.

I match si concludono con la sfida contro la Nuova Zelanda.

Qui non c’è bisogno di grandi presentazioni. Senza togliere nulla agli altri avversari, la ritengo la partita più bella da giocare. Il fascino di sfidare gli All Blacks è una cosa che tutti i rugbisti si portano dentro. E questo vale anche per i tifosi. Ad aumentare il prestigio della gara c’è anche il fatto che giochiamo per la prima volta all’Allianz Stadium di Torino. Un impianto di grande prestigio, casa della Juventus, dove non si è mai giocata una partita di rugby.

Come ti spieghi il grande attaccamento degli italiani per questa Nazionale?

Riusciamo ad attirare tanti tifosi grazie a quello che è stato fatto nel tempo, soprattutto nell’ultimo anno. Partite come quella contro la Scozia che abbiamo giocato a Roma, vinta negli ultimi minuti, hanno invogliato molte persone a partecipare ai nostri incontri. Quando ci sono buone prestazioni i sostenitori arrivano sempre.

Che cosa cercano secondo te?

Negli stadi dove si giocano incontri di rugby internazionale si crea una bolla fatta di emozioni uniche che non si vivono stando davanti a una televisione.

Hai detto che il rugby è uno sport dove è indispensabile saper pensare, inventare e improvvisare. Cosa intendevi?

Per chi non è dentro a questa disciplina possiamo sembrare 30 matti che si corrono dietro senza avere un ordine.

Invece c’è tanta preparazione per adattarsi alle condizioni del campo, al meteo, alla squadra avversaria che può cambiare modo di giocare. Quindi, dobbiamo essere bravi a gestire qualunque imprevisto che si può presentare in campo. federugby.it

Giocatori in azione durante la partita Italia-Galles del Sei nazioni 2023

ALLE AUTUMN NATIONS SERIES CON FRECCIAROSSA

Frecciarossa è il Treno Ufficiale della Nazionale italiana di rugby e accompagna gli Azzurri nei test match delle Autumn Nations Series 2024 contro l’Argentina, la Georgia e la Nuova Zelanda. Gli amanti della palla ovale in possesso dei biglietti per le partite di Udine, Genova o Torino possono usufruire dell’offerta Speciale Eventi per viaggiare sulle Frecce con sconti fino al 75% rispetto al prezzo Base: basta inserire il codice ANS2024 in fase di acquisto. trenitalia.com

© Federugby

CORRERE BELLEZZA NELLA

IL 24 NOVEMBRE È IN PROGRAMMA LA FIRENZE

MARATHON, CHE FESTEGGIA LA 40ESIMA

EDIZIONE CON L’AGGIUNTA DI UNA GARA

SU DIECI CHILOMETRI E UN EVENTO FIERISTICO

ALLA STAZIONE LEOPOLDA

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur foto © Firenze Marathon/Phototoday

Un momento della Firenze Marathon 2023

Maria Gorette Subano durante la competizione 2023

N«el 1984 furono circa 800 i corridori che parteciparono alla prima edizione della maratona di Firenze. La partenza in quegli anni avveniva da piazza della Signoria. Con il passare del tempo, il percorso è cambiato. Abbiamo avuto la partenza da piazzale Michelangelo e l’arrivo in piazza Santa Croce. E c’è stato anche un incremento esponenziale dei partecipanti provenienti da tutto il mondo».

Fulvio Massini, direttore tecnico della Firenze Marathon, racconta così la manifestazione giunta quest’anno alla 40esima edizione. Domenica 24 novembre alle 8:30, circa 10mila runner partono da piazza del Duomo per tornare nello stesso punto dopo aver percorso 42 chilometri e 195 metri. La competizione ha come sfondo le magnificenze del Rinascimento, in una delle città più belle del mondo: non a caso l’hashtag della manifestazione è #weruninart. Durante il percorso è possibile ammirare la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il campanile di Giotto, il battistero di San Giovanni, il Parco delle Cascine, piazza Pitti, Ponte Vecchio, piazza Santa Croce, la Galleria degli Uffizi e piazza della Signoria.

Quest’anno sono previste due importanti novità. La prima è il debutto della 10K Firenze Marathon, una corsa agonistica di dieci chilometri che prende il via in contemporanea con la maratona, a cui sono attesi circa tremila atleti. L’altra, invece, riguarda l’evento fieristico collegato alla manifestazione che si terrà per la prima volta nella stazione Leopolda. Un’expo aperta al pubblico in cui gli appassionati di running, trial, bike, endurance, fitness e turismo sportivo possono confrontarsi e partecipare a meeting su tematiche relative ad allenamento e alimentazione.

Rientrano nel programma della Firenze Marathon anche altri due appuntamenti della mattina di sabato 23: la San Benedetto Ginky Family Run, un percorso di circa tre chilometri per bambini, con partenza dal Parco delle Cascine, e la Fanfani Charity Run Staffetta 3x7, competizione a squadre da tre partecipanti che corrono per sette chilometri con l’obiettivo di raccogliere fondi da devolvere a un’associazione no profit.

Lo scorso anno a tagliare per primo il traguardo della Firenze Marathon in due ore, 12 minuti e 39 secondi è stato l’azzurro Said El Otmani: atleta dell’Esercito italiano, ha riportato il nostro Paese sul gradino più alto del podio dopo 20 anni. Tra le donne, a segnare il tempo più veloce è stata la ruandese Clementine Mukandanga con due ore, 25 minuti e 54 secondi. Prima tra le italiane, invece, Maria Gorette Subano che ha concluso il percorso in due ore, 45 minuti e 22 secondi. «È stata la mia prima maratona», racconta l’atleta che corre per la società Cus pro patria Milano, «e mi ritengo fortunata per aver concluso la gara senza infortuni. Ma non posso dimenticare la bellezza di essere passata in mezzo alla città e ai suoi straordinari monumenti. Ricordo di aver attraversato Ponte Vecchio con il sorriso e poi il fascino di arrivare in piazza del Duomo».

Per ora, al momento in cui il giornale va in stampa, Subano non ha ancora deciso se sarà sulla linea di partenza della 40esima edizione. «Mi piacerebbe partecipare di nuovo questa gara, ma ho avuto un problema a un ginocchio durante gli allenamenti in Kenya, mentre stavo preparando la maratona di Berlino dello scorso settembre. E non so se riuscirò a risolverlo in tempo». firenzemarathon.it

VIAGGIO NEL

IL MUSEO EGIZIO DI TORINO COMPIE 200 ANNI. E FESTEGGIA CON LA RESTITUZIONE ALLA COLLETTIVITÀ DEL TEMPIO RUPESTRE DI ELLESIYA, DAL 20 NOVEMBRE VISITABILE GRATUITAMENTE ANCHE GRAZIE AL CONTRIBUTO DEL GRUPPO FS

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

TEMPO

Oggetti di uso quotidiano, vasi di vimini, contenitori preziosi, sarcofagi e resti di architetture. Ma anche segni di scrittura su papiro con immagini di faraoni e divinità. L’Antico Egitto è una cultura che appassiona e ciò che è stato recuperato da secoli di ricerca archeologica aiuta a immaginare il passato.

Un’esperienza che si può sperimentare al Museo egizio di Torino che, nel 2024, festeggia 200 anni di storia. Nato nel 1824, quando regnava Carlo Felice di Savoia, è il più importante al mondo dopo quello del Cairo e custodisce oltre 40mila reperti.

Dal 1967 conserva al suo interno una cappella rupestre, conosciuta anche come tempio di Ellesiya, che rischiava di essere sommersa dalle acque a causa della costruzione della diga di Assuan, innalzata sul Nilo per creare il lago Nasser. L'Italia contribuì alla campagna per il salvataggio del monumento, tanto che questo le fu donato dall’Egitto, in segno di ringraziamento per il grande lavoro svolto.

Una restauratrice a lavoro sulla parete della cappella rupestre di Ellesiya
La cappella ruspestre di Ellesiya (prima del restauro)

Dal 20 novembre la cappella, completamente restaurata, si può visitare gratuitamente. Grazie anche alla sponsorizzazione del Gruppo FS, che ha scelto di sostenere la restituzione alla città e agli italiani di questo edificio. Dopo la cerimonia di inaugurazione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 20 stesso si potrà accedere al monumento – finora inserito nel percorso museale – da via Eleonora Duse, con prenotazione gratuita. E, fino al 22, si continua a festeggiare l’evento con visite gratuite estese anche al museo.

Nello spazio espositivo dell'antico luogo sacro, una serie di proiezioni e un’opera di videomapping sulle pareti facilitano la comprensione della sua storia, a partire dal lungo viaggio verso Torino avvenuto nel 1967, utilizzando anche il treno nell’ultima tratta da Genova al capoluogo piemontese.

La cappella rupestre fu costruita a metà del 1400 a.C. dal

faraone Thutmosi III, che la fece scavare nella roccia con un solo accesso lungo le rive del fiume Nilo. Sulle pareti del corridoio e delle due camere laterali sono scolpite scene di offerta agli dèi egizi e nubiani e, sulla parete di fondo, campeggiano le statue in trono delle divinità Amon-Ra e Horus di Miam e dello stesso Thutmosi. Durante il regno di Akhenaton, autore di una riforma religiosa definita monoteista, le raffigurazioni furono martellate, ma reintegrate da Ramesse II qualche decennio dopo. Passati diversi secoli, divenne un luogo di culto cristiano: a testimoniare questa forma di devozione ci sono croci e stelle a cinque punte incise sulla pietra del portale d’ingresso e all’interno.

La restituzione della cappella di Ellesiya alla città non è l’unica novità presente nel museo che a ottobre ha inaugurato anche l'allestimento permanente Materia. Forma del Tempo Una volta acquistato il biglietto, si può entrate in tre nuove

La sala degli oggetti in ceramica esposti nella sezione Materia. Forma del Tempo
Il sarcofago interno di Merit

sale, suddivise in 700 m2 su due piani, dove sono esposti reperti finora conservati nei depositi.

Nella prima attirano lo sguardo dei visitatori due raccolte di legni e pigmenti, in una varietà inaspettata di tipologie e sfumature. Materiali con cui venivano realizzati oggetti di uso quotidiano, dipinti in differenti palette grazie alle tecniche di miscelatura dei colori.

Anche nella seconda sala il colpo d’occhio è notevole: quasi cinquemila vasi in ceramica di tutte le dimensioni e forme sono collocati in grandi scaffali, come in una biblioteca. Sono strumenti che accompagnavano tanti gesti semplici o rituali, come versare l’acqua o conservare profumi ed essenze per l’imbalsamazione.

La terza sala espone, infine, oggetti in pietra, prodotti dal 4000 a.C. al 600 d.C: non solo sculture ben levigate di divinità e faraoni, ma anche lavori artigianali e strumenti utilizzati da sapienti artigiani.

Il Museo egizio più antico al mondo, dedicato esclusivamente alla straordinaria popolazione che viveva lungo le sponde

IL GRUPPO FS PER IL MUSEO

del Nilo, offre altre 15 spaziose sale disposte su quattro piani, per due chilometri e mezzo di percorso totale. Qui niente è falso o riprodotto, anche se sembra di essere in un negozio di souvenir, tale è la qualità di conservazione dei reperti. Schierati nelle vetrine si susseguono scarabei, trousse in legno dipinte, abiti miracolosamente sopravvissuti al tempo, un cubito regale (unità di misura paragonabile al nostro metro) e il corredo della tomba dell’architetto Kha e sua moglie Merit, raffigurati in due sarcofagi perfetti, neri e dorati. E poi metri e metri di fogli di papiro con testi che indicano al defunto quali formule pronunciare per passare nell’aldilà. Attirano la curiosità anche una serie di mummie di gatti, animali trattati con riguardo perché considerati sacri. Infine, non manca la Galleria della scrittura, con innumerevoli segni grafici che suggeriscono racconti straordinari. Come allievi di un antico scriba ci si può avvicinare a uno schermo e scrivere il proprio nome in geroglifico. Per condividere un pizzico di eternità. museoegizio.it

Il Gruppo FS ha collaborato al progetto di restituzione alla collettività della cappella di Ellesiya esposta nel Museo egizio di Torino. Per l’occasione è stata realizzata una miniserie ad hoc, composta da sei pillole digitali trasmesse in esclusiva sui canali social FS, per raccontare il viaggio del monumento nel tempo e nello spazio. Inoltre, ogni domenica, a partire dal 1° dicembre, grazie al contributo FS, si può partecipare a visite gratuite, guidate da un egittologo, alla scoperta della cappella. E, fino al 30 aprile 2025, è previsto uno sconto sul ticket d’ingresso al museo per i soci Carta FRECCIA che raggiungono Torino con Frecciarossa o Frecciabianca; per gli iscritti al Programma X-GO che raggiungono il capoluogo piemontese con Intercity o Regionale; per i titolari di abbonamento Regionale e per gli stranieri non residenti in Italia che raggiungono Torino. I titolari di Carta FRECCIA possono usufruire anche del 10% di sconto sui prodotti in vendita al bookshop. trenitalia.com | fsitaliane.it

L'ostrakon della ballerina

ARTE E CULTURA

Una delle sale espositive della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma

SPAZIO VITALE

UN NUOVO ALLESTIMENTO, PERCORSI MONOGRAFICI E TOUR DELLE COLLEZIONI FUORI DAL MUSEO.

LA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E

CONTEMPORANEA DI ROMA RIPENSATA DALLA DIRETTRICE RENATA CRISTINA MAZZANTINI

di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com Cesarebiasiniselvaggi

La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma
© Giulio Talarico

Al termine della scalinata del Teatro Massimo di Palermo, un pronao con sei colonne corinzie accoglie lo spettatore. È dal lontano 1884 che non si riesce a dare un nome all’autore dell’epigrafe che campeggia in alto sul frontone: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». In altre parole, questa scritta segnala con forza come l’arte rappresenti da un lato l’identità di un popolo, dall’altro le fondamenta del suo futuro.

C’è un luogo senza eguali, in Italia, che consente di attraversare le nostre radici dall’800 a oggi. È la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea (Gnam) di Roma, vicino a Villa Borghese. Con le sue circa 20mila opere tra dipinti, disegni, sculture, installazioni, oggetti di design, filmati e fotografie, è la più grande collezione d'arte italiana moderna e contemporanea al mondo. Le opere esposte nelle sale e soprattutto conservate nei depositi – un giacimento culturale che comprende oltre un secolo di acquisizioni e donazioni – sono espressione delle principali correnti degli ultimi due secoli, dal Neoclassicismo all’Impressionismo, dal Divisionismo alle avanguardie storiche nei primi anni del XX secolo, dal movimento di Novecento fino alla cosiddetta Scuola romana. Ampiamente rappresentata nelle collezioni sono anche l’Arte informale del secondo dopoguerra, la Pop Art e l’Arte povera. «Il merito principale di questo museo è aver contribuito alla costruzione della storia, del patrimonio e dell’identità prima del Regno e poi della Repubblica italiana. È una ricchezza per il Paese e per le diverse generazioni che si susseguono, rappresentato sotto tante forme diverse. Al suo interno ci sono opere d’arte, ma anche te-

stimonianze dei talenti che hanno frequentato questo luogo. Proprio perché è sempre stata la galleria del contemporaneo, gli artisti hanno lasciato qui parte delle loro eredità, sono stati una presenza molto viva», afferma Renata Cristina Mazzantini, alla guida della Galleria nazionale da meno di un anno. Come intende valorizzare le straordinarie collezioni di cui oggi è custode?

Vorrei partire da un nuovo allestimento. Arrivare all’esposizione di almeno 1.000-1.300 opere attraverso la creazione di un percorso scandito da sale monografiche. Per esempio, abbiamo in collezione due Van Gogh, opere di Monet, Cézanne e di diversi maestri francesi dell’800, che vorrei mettere a confronto con quelli italiani della stessa epoca che hanno rappresentato il nostro Impressionismo. Il Risorgimento è un altro tema che si presta a un allestimento dedicato. Poi, certo, ci sarà una sala monografica su artisti di cui abbiamo nuclei di lavori ampi e importanti, da Domenico Morelli a Filippo Palizzi, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Alberto Burri, Pino Pascali, per citarne alcuni. Intendo inserire nelle sale, dove possibile, anche fotografie d’epoca, magari un contenuto audio o video per introdurre il pubblico nello spirito del tempo in cui gli autori esposti hanno vissuto e operato. Un approccio monografico consentirà di presentare l’evoluzione della ricerca di un autore, come nel caso di Lucio Fontana, passando dalle trame materiche dei “barocchi” ai “teatrini”, fino ai tagli.

Fino al 2 marzo 2025, ai Musei Reali di Torino, è in corso un’inedita mostra dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra. Si tratta di 79 opere provenienti dalla Galleria nazionale, un numero ingente riunito per la prima volta fuori dal museo che lei dirige. È un modo di valorizzare ulteriormente la vostra collezione?

Sì, ma è stata anche l’occasione per presentare a un ampio pubblico le testimonianze di una stagione irripetibile. Il cardine della mostra, come ha dichiarato il co-curatore Luca Massimo Barbero, risiede nel confronto tra due protagonisti indiscussi: Fontana e Burri. Undici emblematiche opere entrano in dialogo e, in particolare, si stabilisce un inedito accostamento tra il Concetto spaziale. Teatrino realizzato nel 1965 dal primo e il Nero cretto G5 firmato nel 1975 dal secondo. Il fermento artistico e creativo che si sviluppò, poi, a Roma tra gli anni ‘50 e ‘60, comprende un enorme décollage di Mimmo Rotella del 1957 e, via via, opere storiche di Giosetta Fioroni, Car la Accardi, Giulio Turcato, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Sergio Lombardo, Tano Festa. Questo format di mostre, con porzioni monografiche della collezione in tour fuori del museo, si svilupperà anche all’este ro?

Mazzantini

Mimmo Rotella Senza titolo

Assolutamente sì, coinvolgendo nell’organizzazione e nella produzione ottime società che già si occupano di questo con successo. Inoltre, la mia idea è che tutto il nostro patrimonio venga diffuso massimamente e gratuitamente online su piattaforme dedicate.

Quale aggettivo sceglierebbe per descrivere il nuovo indirizzo impresso?

Sicuramente, direi vitale. Per me il museo non è solo una location dove l’arte si conserva, un deposito delle opere, ma un luogo dove la cultura si fa: il museo è la casa dell’arte. E per questo è frequentata dai suoi protagonisti, innanzitutto da coloro che la fanno: gli artisti. E poi dai giovani, dagli studenti, dagli studiosi. Il 7 maggio scorso abbiamo inaugurato un’iniziativa che ho scelto di chiamare Artista alla Gnam, in cui è stato presentato il maestro Emilio Isgrò. L’idea è che i creativi passino in galleria e lascino un ricordo al museo, con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea, considerata facile da fare ma difficile da capire. Abbiamo organizzato delle mattinate con l’Accademia di belle arti di Roma e con l'American Academy in Rome a cui hanno partecipato oltre 200 ragazzi, che hanno fatto per tutto il tempo domande a Isgrò in un clima di scambio emozionante tra un grande maestro e tanti potenziali talenti della scena contemporanea.

Prossimi progetti in cantiere?

Ci tengo molto a ripristinare il giardino delle sculture all’interno del giardino Aldrovandi che adesso è una selva oscura. In passato, invece, era un luogo meraviglioso dove trovavano spazio, tra l’altro, un grande nucleo di sculture del grande Pietro Consagra, che vorrei esporre nuovamente. Trovo prioritario, poi, mostrare qui grandi artisti italiani poco visibili nel nostro Paese, quasi completamente assenti dalle collezioni pubbliche, partendo da Rudolf Stingel. Nato a Merano, ha frequentato la scuola d’arte della Val Gardena, per stabilirsi dal 1987 negli Stati Uniti, mantenendo tuttavia sempre vivi i legami con la sua patria. Il critico Francesco Bonami lo ha definito «il pittore italiano vivente più importante nel mondo». Attraverso un programma di acquisizioni, vorrei anche colmare alcune lacune della collezione. Infine, vorrei trovare il modo di inserire la nostra offerta di moderno e contemporaneo nei pacchetti dei tour operator: nella maggior parte dei casi non c’è spazio per l’arte italiana più vicina ai nostri giorni, anche a causa della concorrenza spietata del patrimonio archeologico e dei capolavori antichi.

lagallerianazionale.com

Lucio Fontana Concetto spaziale. Teatrino

CON LE FRECCE A TORINO PER I CAPOLAVORI DELLA GNAM

Nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, fino al 2 marzo 2025, la mostra 1950-1970. La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea offre la possibilità di ammirare anche nella città della Mole alcune delle più belle opere appartenenti alla Gnam di Roma. Sconto del 25% sul biglietto d’ingresso ai Musei Reali per chi raggiunge Torino con Frecciarossa o Frecciabianca al massimo due giorni prima della visita. trenitalia.com

L’APPARENZA (NON) INGANNA

IL DUO ARTISTICO BERTOZZI & CASONI STUPISCE CON 40 OPERE IN CERAMICA ESPOSTE NEL LABIRINTO DELLA MASONE, VICINO A PARMA.

UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE SULLE CONTRADDIZIONI DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

Una tavola ricoperta di ciò che resta dopo una cena: piatti impilati in disordine, avanzi di cibo, gocce di caffè sul fondo delle tazzine, pezzi di pane sulla tovaglia, sigarette fumate a metà e lasciate su un posacenere. Resistenza 2 è uno dei pezzi forti della mostra Non è quel che sembra, aperta fino al 7 gennaio 2025

nel Labirinto della Masone, un parco culturale progettato dall’editore Franco Maria Ricci a Fontanellato, a pochi chilometri da Parma.

Sono tutte provocatorie, intrise di ironia e denuncia contro la dissennatezza umana le 40 opere qui esposte. Capolavori in ceramica curati in ogni dettaglio, frutto di un lungo e calibrato lavoro. La firma è di Bertozzi & Casoni, cioè Giampaolo Bertozzi e Stefano dal Monte Casoni (scomparso a maggio del 2023), due artisti emiliano-romagnoli che si sono formati alla scuola di Faenza.

Grazie a loro la ceramica assume un ruolo da protagoni-

sta nell’arte contemporanea e diventa oggetto di importanti mostre nazionali e internazionali. Dall’inizio del 2000, poi, i due autori si sono specializzati anche nell’uso di altri materiali e tecnologie di tipo industriale, mischiando la porcellana con scarti metallici e di plastica con l’intento di ingannare chi guarda. E, in effetti, come suggerisce il titolo dell’esposizione, di fronte a questi lavori anche distinguere il vero alluminio dalla ceramica che lo riproduce diventa complicato.

Visitare la mostra è un continuo stupore, perché la prima impressione, sia fisica che emotiva o morale, viene sovvertita da un significato nuovo e opposto. Nella prima sala, alla rivisitazione della raffigurazione delle quattro stagioni di Giuseppe Arcimboldo, artista del 1500, si aggiunge la Quinta stagione: una testa composta non da frutta o fiori, ma da lattine e tubi, riprodotti rigorosamente in ceramica. Anche l’opera Oracolo, con una tartaruga Caretta caretta

Resistenza 2 (2017)

sopra una rete, fa da monito contro il maltrattamento di questi animali, ma ricorda anche l’impegno dei pescatori nel salvarli. Un tema ricorrente dei due artisti, infatti, è la protezione dell’ambiente, sviluppato attraverso riproduzioni di bidoni di rifiuti pericolosi in latta o di rettili posizionati sopra scarti alimentari o di altro genere.

In un’altra sala una parete è riempita di cassette di pronto soccorso e, sullo sfondo, appare un grande cervo composto da cellette di alveari, Composizione n. 14 . Ecco poi un trionfo di colori e raffinatezza: borsette da donna su cui poggiano farfalle o mazzi di fiori che spuntano da un terriccio pieno di rifiuti. Chiude la mostra Ricordo, un Pinocchio attorniato dai libri che hanno raccontato le sue avventure, in tante lingue del mondo. Il burattino creato dal duo, però, ha poca memoria di quello che era: ha subito la metamorfosi contraria e da bambino che era è tornato un pezzo di legno. A spiegarlo è lo scrittore Tiziano Scarpa in uno dei sette racconti originali, raffinati e perspicaci, editi nel catalogo della mostra.

Altre installazioni di Bartozzi&Casoni sono esposte nel museo insieme ad alcune delle 400 opere conservate lì in permanenza. Una donna dal volto di scimmia, L’amore che non hai avuto, è affiancata da altri ritratti di belle donne e, in una vetrina, una tazzina, oggetto spesso ricorrente nelle opere del duo, poggia su una pila di libri. Nelle tue scarpe (un’epifania) è invece composto da un paio di sne -

Vista dall'alto del Labirinto della Masone, Fontanellato (Parma)
Autunno (2020)

aker rosa di una marca ben nota, sdrucite a causa delle migliaia di passi compiuti. Al centro di una sala attira l’attenzione Flamingo, che raffigura un fenicottero rosa e il collo reciso di un altro fenicottero da cui nascono farfalle.

Mentre La sedia elettrica con farfalle obbliga a fermarsi e a riflettere sulle regole e i valori della società perché, come dichiara Bertozzi, «l’arte deve dare anche fastidio».

Una volta conclusa la visita, dopo aver dato un’occhiata alla Jaguar di Ricci degli anni ’60 esposta vicino al bookshop, si può cogliere l’occasione per una passeggiata nel labirinto più grande del mondo. Il dedalo della Masone è nato quasi dieci anni fa per una promessa dell’editore Ric-

ci – che è stato anche designer, collezionista e scopritore di talenti come Antonio Ligabue – allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da sempre affascinato dal simbolo del labirinto come metafora della condizione umana.

È uno spazio geometrico a forma di stella, esteso per otto ettari, creato dagli architetti Pier Paolo Bontempi e Davide Dutto. Si cammina tra 200mila piante di bambù di venti specie differenti, un’oasi per rigenerarsi e respirare. Il suggerimento è trovare la via d’uscita con calma, senza l’aiuto dei QRcode sparsi comunque qua e là in soccorso dei visitatori. Perdere il senso dello spazio e del tempo, infatti, non è grave quanto sembra. labirintodifrancomariaricci.it

Hortense (2024) Courtesy dell’artista
Flamingo (2012)

LIBERA DI

CREARE

A FIRENZE,

LA PIÙ AMPIA RETROSPETTIVA

MAI ORGANIZZATA IN ITALIA SU HELEN

FRANKENTHALER, UNA DELLE ARTISTE

PIÙ RIVOLUZIONARIE DEL ‘900. IN

MOSTRA

30 OPERE, A CONFRONTO CON DIPINTI E SCULTURE DI MAESTRI CONTEMPORANEI

Fdi Sandra Gesualdi sandragesu

edele solo ai suoi colori. Quelli scelti, sovrapposti, assorbiti, mischiati e accostati senza precetti, spesso totalizzanti. Tra le più rivoluzionarie artiste del XX secolo, Helen Frankenthaler ha saputo percorrere la pittura modernista del dopoguerra, si è immersa nei movimenti d’avanguardia come l’Espressionismo astratto, ha utilizzato fonti importanti per approfondire la sua ricerca, da Tiziano a Rembrandt fino a Francisco Goya, arrivando a carpire certi dettagli dei quadri fauves di Henri Matisse. Poi ha assecondato il suo talento e instaurato un personalissimo rapporto con la pittura: su tele giganti stendeva direttamente il colore, lo accarezzava, ne tracciava i percorsi con spugne, stracci, spatole, pennelli o semplicemente con le mani.

Un vero corpo a corpo con gli oli e le vernici grazie al quale l'artista newyorkese ha offerto il suo contributo alla nascita del movimento Color Field, caratterizzato da grandi estensioni cromatiche su tele di canapa, si è lasciata influenzare e ha influenzato artisti a lei coevi per poi trovare la sua esclusiva strada espressiva. Dopo avere appreso, agli esordi, le lezioni di Jackson Pollock sulle possibilità senza limiti della pittura, ha carpito da Mark Rothko il gusto della campionatura geometrica, entrando in relazione con gli astrattisti Kenneth Noland e Morris Louis e gli scultori David Smith e Anne Truitt. Poi, assorbite inclinazioni, canoni e regole, ha rielaborato il suo linguaggio personale che scardinava e reiventava modalità e posture formali della rappresentazione. Nel 1952, a soli 23 anni, ha composto Mountains and Sea, sperimentando la tecnica innovativa soak-stain, cioè l’imbibizione a macchia: oli e vernice, diluiti e riversati direttamente su grandi superfici non trattate, formano colate di tinte libere di espandersi, penetrare tele grezze, intercettare la luce per definire paesaggi immateriali e visionari.

A Firenze, fino al 26 gennaio 2025, Palazzo Strozzi ospita Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, a cura di Douglas Dreishpoon. È la più grande retrospettiva mai orga-

Helen Frankenthaler nel suo studio di East 83rd Street a New York (1974)

ARTE E CULTURA

Helen Frankenthaler Mornings (1971)
Helen Frankenthaler Foundation, New York
Helen Frankenthaler Solar Imp (1995)
Helen Frankenthaler Ocean Drive West #1 (1974)
Helen Frankenthaler Foundation, New York
© 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York
© 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

nizzata in Italia sull’artista, in cui la sua rivoluzionaria ricerca viene esplorata attraverso 30 sue opere, di grande formato, messe in dialogo con dipinti e sculture di maestri contemporanei. Maxi tele, sculture in acciaio o bronzo e lavori su carta si accostano e formano un colloquio visivo e di concetto con le opere di Pollock, Louis, Noland, Rothko, Smith, Truitt, Anthony Caro e Robert Motherwell, mostrando allo spettatore le varie e molteplici possibilità che lo spazio e la forma possono offrire quando sono pervase dalla creatività senza confini. Con i suoi panorami intangibili, le macchie indefinite, le cromie senza deleghe, Frankenthaler ha sfidato le conven -

zioni dell’arte e allargato le opportunità della pittura. Tra le sue forme mai definite, i brandelli di vernice e le stesure tanto simili ad acquarelli reinventati, hanno trovato sede astrazione e poesia, tecnica e visionarietà, sperimentazione e improvvisazione. Finestre aperte su orizzonti blu increspato, aloni gialli, strisce imperfette rosa antico o rosso sangue: espandendo la sua pratica, la pittrice ha trovato e trasmesso la libertà di creare, interpretando le ambiguità della realtà da riprodurre. «La mia regola è nessuna regola», affermava, «e se hai un vero senso dei limiti, allora sei libero di infrangerli». palazzostrozzi.org

CON LE FRECCE A FIRENZE PER HELEN FRANKENTHALER

Sono previsti sconti sul biglietto d’ingresso alla mostra Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, a Palazzo Strozzi fino al 26 gennaio 2025, per i clienti Carta FRECCIA che raggiungono Firenze con Frecce, Intercity, Intercity Notte o Regionali e per i titolari di abbonamento Intercity o Regionale validi per raggiungere il capoluogo toscano. trenitalia.com

Una delle sale di Palazzo Strozzi, Firenze, allestita con le opere di Frankenthaler
© Ela Bialkowska Okno studio

IL DUCHAMP DELLA MODA

MILANO RENDE OMAGGIO A ELIO FIORUCCI E AL SUO

IMMAGINARIO POP. IN MOSTRA LE CREAZIONI DI UNO

STILISTA CHE HA SAPUTO TRASFORMARE LE SUGGESTIONI QUOTIDIANE IN LINGUAGGIO CREATIVO

Molti ricordano con nostalgia il negozio Fiorucci in piazza San Babila a Milano, chiuso oltre 20 anni fa. Punto di ritrovo negli anni ‘80 e ‘90 fu il primo shopping experience italiano, specchio dell’estetica e dell’estro dello stilista. Qui, tra un ristorante, un’agenzia di viaggi e una fontana, si potevano trovare i jeans e le iconiche magliette con gli angioletti firmati dal designer milanese.

Ora la città meneghina gli rende nuovamente omaggio con la mostra Elio Fiorucci, alla Triennale dal 6 novembre al 16 marzo 2025. L’esposizione è in assoluto la più grande e ricca, sia in Italia sia all’estero, mai dedicata allo stilista scomparso a 80 anni nel luglio del 2015. E vuole restituire le differenti dimensioni creative del designer, definito «il Duchamp della moda» dal critico Gillo Dorfles, che lo accostava al dadaismo per la sua capacità di trasformare le suggestioni tratte dal quotidiano in un linguaggio creativo e imprenditoriale. Fiorucci brevettò i jeans seconda pelle mischiando denim e lycra, propose capi in vinile e lurex scintillante e accessori in plastica trasparente. A partire dagli anni ’60, rivoluzionò il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia, in un’overdose di colore, creatività e fantasia. Dal chiaro spunto biografico, l’esposizione getta uno sguardo nuovo sulla figura dello stilista, raccontando le sue vicende personali, imprenditoriali e culturali. Nelle sale del museo

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili
1. Figurine Fiorucci, Panini (1984). Courtesy Fiorucci
2. Scatola in latta Love Therapy. Courtesy Love Therapy Archive
3. Lampada di Targetti Sankey per Fiorucci (1982) Courtesy Love Therapy Archive

si trovano materiali provenienti dal suo archivio privato ma anche prodotti industriali capaci di rappresentare l’inconfondibile estetica del brand, oltre a una serie di esperimenti che hanno rivoluzionato la moda e il mar-

keting italiano e internazionale.

A ripercorrere i momenti salienti della vita e del lavoro del designer c’è la sua stessa voce, che risuona attraverso registrazioni finora inedite in cui dialoga con i protagonisti del mondo della moda.

La grafica e il linguaggio ironico e provocatorio della maison sono altri elementi centrali dell’esposizione. E vengono resi attraverso una molteplicità di materiali che spaziano da installazioni ambientali a video, da fotografie a plastici, abiti, accessori e opere d’arte contemporanea.

La mostra è quindi un omaggio al Duchamp della moda legato al rilancio della maison, ora di proprietà della filantropa ambientale Dona Bertarelli. Proprio negli spazi della Triennale, a settembre, si è aperta fuori calendario la Milano Fashion Week con una collezione co-ed mixed gender di 40 look firmati dalla direttrice creativa di Fiorucci Francesca Murri. Un ritorno in chiave contemporanea di un fashion democratico, pop, irriverente e ricco d’energia. triennale.org

Negozio Love Therapy dentro l’OVS di San Babila, a Milano (2013) Courtesy Love Therapy Archive

4. Furry Cuffs, Fiorucci

Courtesy Collezione Nicoletta Poli

5. Borsa Love Therapy (anni 2000)

Courtesy Love Therapy Archive

6. Stivaletto in gomma, Fiorucci (1980-85)

Courtesy Love Therapy Archive

7. Macchine fotografiche astuccio, Fiorucci (1982)

Courtesy Collezione Nicoletta Poli

8.

Giacca in pelle rossa con frange, Fiorucci (1979)
Courtesy Archivio Franco Marabelli. Studio e ricerca Elio Fiorucci
© Gianluca
Di Ioia/Triennale Milano
© Gianluca
Di Ioia/Triennale Milano
Il fotografo Massimo Sestini in azione sull’elicottero della Polizia di Stato

RITRATTI DA

FUNAMBOLO

OLTRE 30 ANNI DI CARRIERA DEL FOTOREPORTER MASSIMO SESTINI RIASSUNTI IN 53 IMMAGINI CHE RACCONTANO LA STORIA RECENTE DEL PAESE. IN MOSTRA A BRESCIA FINO AL 2 MARZO 2025

di Sandra Gesualdi sandragesu

foto di Massimo Sestini

Sempre mosso dall’esigenza di essere dentro la notizia, raccontare i fatti nel momento in cui stanno accadendo e proporre una cronaca imminente del qui e ora, Massimo Sestini scatta fotografie spettacolari, per lo più aeree, dal grande impatto emotivo. Sporgendosi come un funambulo da elicotteri in volo e puntando i suoi potenti teleobiettivi sul mondo, immortala la storia attraverso punti di vista fuori dal comune. Prima ancora dell’avvento dei droni, ha saputo intercettare le umane vicende restando in bilico tra cielo e terra come solo l’arte è capace di fare. Le sue foto acrobatiche sono poesia del reale, tanto che dall’alto il soggetto di una delle più famose sembra quasi un pesce stilizzato, intento a solcare i mari. I colori accesi immersi nell’azzurro delle acque lasciano immaginare una figura dai profili astratti. Ma basta zoomare la foto e netti emergono dettagli, posture, espressioni di uomini e donne stipati su un barcone: alcuni di loro hanno in braccio bambini molto piccoli, la gran parte ha lo sguardo rivolto al cielo. Sono i migranti ritratti esattamente nell’attimo in cui, dopo 12 giorni di tempesta al largo della Libia, avvistano l’elicottero della Marina militare italiana in missione di

salvataggio. Lo stesso su cui c’è Sestini che scatta così Mare Nostrum, l’immagine simbolo dei viaggi della speranza con cui i profughi in fuga dalle coste africane cercano di raggiungere l’Europa. La fotografia, selezionata tra i dieci migliori scatti del 2014 dalla rivista americana Time e pubblicata sulle testate di tutto il mondo, vinse il World Press Photo Award 2015 nella categoria General News.

L’iconica immagine è il fulcro della mostra Zenit della fotografia, la personale dedicata al reporter toscano allestita a Brescia, fino al prossimo 2 marzo, tra le sale del Museo di Santa Giulia. Oltre 30 anni di carriera del fotoreporter sono riassunti in 53 immagini nelle quali l’artista offre un concentrato illustrato delle vicende che hanno segnato il passato recente del nostro Paese, soffermandosi sugli episodi più significativi: dalle stragi di Capaci e Palermo, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al naufragio della Costa Concordia davanti all’Isola del Giglio, dal terremoto del 2009 all’Aquila alla tragedia del traghetto Moby Prince, fino ai funerali di papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. bresciamusei.com

Attentato a Giovanni Falcone, Capaci, Palermo
Il naufragio della Costa Concordia, Isola del Giglio (Grosseto)
Mare Nostrum

CUSTODIRE LA VITA

UNA MOSTRA A LECCE RACCONTA IL TERRITORIO E LA STORIA DELLA PUGLIA ATTRAVERSO LE LENTI DI 12 FOTOGRAFI DELL’AGENZIA MAGNUM

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Patrick Zachmann Ostuni (2018) © Patrick Zachmann/Magnum Photos

Le mura in calce bianca che si levano dal terreno roccioso di Ostuni, in provincia di Brindisi, contrastano con il blu intenso del cielo e nascondono la vita che si svolge tra i vicoli, come per proteggerla. Se ne notano poche tracce: una donna che stende il bucato, qualche imposta aperta.

Lo scatto del fotoreporter Patrick Zachmann punta uno sguardo pudico su ciò che rimane di una Puglia antica. In quelle stesse strutture, costruite in tempi lontani, prosegue lenta e discreta la vita degli abitanti, a distanza di secoli e in tempo di pace.

Quella di Zachmann è una delle immagini esposte nella

Burt Glinn Taranto (1963)
© Burt Glinn/Magnum Photos
Ferdinando Scianna Castro (1991)
© Ferdinando Scianna/ Magnum Photos

mostra La Puglia vista dai fotografi dell’Agenzia Magnum fino al prossimo 5 gennaio nelle sale della Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce. Una raccolta di 35 lavori che raccontano il territorio, dal Gargano fino al Salento, dall’immediato secondo dopoguerra fino ai giorni nostri, attraverso lo sguardo di 12 fotografi internazionali.

Articolata in tre sale, l’esposizione curata da Walter Guadagnini, direttore del Centro italiano per la fotografia di Torino, si concentra su altrettanti aspetti fondamentali della regione. Mentre la prima sala è dedicata alle persone che abitano la Puglia e a quelle che la visitano, la seconda si focalizza sui suoi paesaggi, dal mare alla campagna, luoghi di fatica per alcuni e di svago per altri. Protagoniste della terza sala sono invece le architetture del territorio, testimonianze tangibili di una stratificazione culturale che lo rende oggi una meta così attraente.

Tra le immagini esposte i bianchi e neri di David Seymour, uno degli storici fondatori dell’agenzia fotografica, insieme a quelli di Herbert List e David Hurn, che raccontano le difficoltà del dopoguerra e la rinascita, e i colori di Ian Berry e Burt Glinn, che presentano gli affascinanti scorci naturalistici e urbani del territorio. E poi i mestieri legati al mare e alla terra raccontati senza luoghi comuni da Bruno Barbey, Stuart Franklin e Guy Le Querrec. Infine, la Puglia contemporanea ripresa dalla lente di Martin Parr, che con ironia getta luce sul turismo di massa, e dagli obiettivi di Zachmann e Harry Gruyaert, che vi contrappongono uno sguardo malinconico. Filo conduttore dell’esposizione è il lavoro di Ferdinando Scianna, primo fotografo italiano a entrare nell’agenzia Magnum, che per più di 30 anni ha immortalato città ed entroterra pugliesi, facendosi testimone della sua evoluzione. fondazionebiscozzirimbaud.it

Burt Glinn

Due famiglie guardano verso la città vecchia dalle proprie case affollate. Taranto (1963) © Burt Glinn/Magnum Photos

Harry Gruyaert Puglia, 2011
© Harry Gruyaert/Magnum Photos

IL PAESAGGIO

AD ALESSANDRIA UN PROGETTO ESPOSITIVO

DEL FOTOGRAFO VITTORE FOSSATI INVITA A RIFLETTERE SUL RAPPORTO TRA ARTE E TERRITORIO

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it

Passo del Maloja (1998)

La fotografia di paesaggio può definire l’identità di un creativo? O è destinata a essere solo la testimonianza silenziosa di un luogo? Osservando il lavoro di Vittore Fossati, la risposta sembra evidente: la riproduzione di un panorama non è mai neutrale e l’occhio di chi scatta è un filtro che interpreta il soggetto ritratto e lo piega alle proprie esigenze espressive.

Questa è la prospettiva che attraversa la mostra dedicata al fotografo piemontese, alle Sale d’arte di Alessandria fino al 12 gennaio 2025. Vittore Fossati. Effetti personali - Fotografie 1981-2018 ripercorre alcune tappe della storia professionale dell’artista e presenta una settantina di opere provenienti dai progetti realizzati durante la sua carriera.

«Con raffinata e colta curiosità», spiega la curatrice Giovanna Calvenzi, «nel corso degli anni è riuscito a coniugare tutte le esperienze che hanno caratterizzato le indagini sul paesaggio e a praticare un proprio registro di visione nel quale ha saputo mutuare la visione oggettiva che indaga e rispetta

il territorio con la rappresentazione del sé». Un processo creativo complesso, da rivivere lungo il percorso che mette insieme le fotografie di Fossati selezionate per Viaggio in Italia, mostra collettiva del 1984 curata da Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati e gli scatti realizzati dal 1993 al 1996 nel luogo dove ha lavorato per alcuni anni il pittore e ceramista Bruno Severino.

A questi si aggiungono le opere del progetto Viaggio in un paesaggio terrestre, portato avanti con lo scrittore Giorgio Messori tra il 1997 e il 2002, in cui parole e immagini raccontano la comune passione per i luoghi in cui poeti e pittori trascorsero le loro esistenze, quattro fotografie commissionate al Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano e Il Tanaro a Masio, che registra soste e riflessioni in riva al fiume dal 2012 al 2018.

Conclude la mostra la sezione Dove sono i Pirenei, con scatti realizzati nel 2015, che vede alternarsi panorami montuosi, riproduzioni stravaganti di cartoline e illustrazioni di libri.

Oviglio (1981)
Isola di Capri (2002)

FRECCE TRENITALIA

FRECCIAROSSA FA VIAGGIARE L’ITALIA

L’opzione migliore per accorciare le distanze ed entrare nel cuore delle metropoli. Frecciarossa è imbattibile per i viaggi di lavoro grazie ai nove treni no stop che connettono Milano e Roma senza fermate a partire da 2 ore e 50 minuti e ai 100 collegamenti quotidiani complessivi tra la città meneghina e la Capitale, con ampia scelta di orari e disponibilità di posti.

Frecciarossa è anche il modo migliore per raggiungere Venezia, con un’offerta imbattibile di possibilità: 44 collegamenti al giorno con Milano, 36 con Bologna, oltre 30 con Roma, 30 con Firenze, più di 20 con Napoli. Il network si completa con i collegamenti FRECCIALink, il servizio intermodale treno+bus che consente di raggiungere città d’arte come Matera, Potenza, Assisi e Perugia. Infine, il servizio ParmaLink mette a disposizione 12 corse giornaliere che consentono di arrivare nel centro della città emiliana con un comodo interscambio treno+bus dalla stazione di Reggio Emilia AV.

AI CONCERTI CON FRECCIAROSSA

Frecciarossa porta gli appassionati di musica ai concerti più entusiasmanti della stagione, in modo sostenibile ed economico grazie alla FrecciaMUSIC.

Per tutto il mese di novembre e fino alla fine di dicembre, infatti, i fan possono seguire Tananai, Emma e Alessandra Amoroso durante i loro tour e tornare a casa con sconti fino al 75% rispetto al biglietto base. Inoltre, in base alla disponibilità, chi è già in possesso di un biglietto delle Frecce per una delle località toccate dai tour, può ottenere l’ingresso ai concerti con uno sconto del 15%. Per accedere all’offerta è sufficiente inserire i codici TANANAI, EMMA e AMOROSO in fase di acquisto. Maggiori informazioni su trenitalia.com

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Il Carnet è dedicato solo alle aziende iscritte al programma gratuito Trenitalia for Business e non è nominativo, quindi può essere utilizzato da diversi dipendenti e collaboratori della stessa impresa. E poi è valido tutti i giorni della settimana, in entrambe le direzioni.

Sia prenotazioni che viaggi devono essere effettuati nel periodo di validità del Carnet, con possibilità di cambi gratuiti e illimitati data/ora.

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Tutti i vantaggi del programma nella pagina Trenitalia for Business sul sito trenitalia.com

Vigna biologica ante litteram.

Tenuta Villa Bellini è una promessa di rispetto per un luogo e la sua biodiversità. È cura, tradizione e ambizione.

BASE

LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

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La promozione consente di viaggiare in due tutti i giorni con sconto fisso del 50% del prezzo Base su Frecciarossa e Frecciargento. L’offerta è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive e del Salottino Business 1

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Viaggia il martedì, mercoledì, giovedì e sabato con sconti fino al 60% rispetto al prezzo Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe. Sono esclusi il livello di servizio Executive e il servizio Salottino 3

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Dedicata a gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con uno sconto sul prezzo Base fino al 50%. L’offerta è valida per viaggiare nei livelli di servizio Business Premium Standard, in 1^ e in 2^ classe. Sono esclusi il livello di servizio Executive e il servizio Salottino 4

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Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 5

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Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 19 € a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci CartaFRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 6

A/R in Giornata

Con l’offerta A/R in giornata si può partire e tornare nello stesso giorno usufruendo di uno sconto per singola tratta rispetto al prezzo Base del 40% nelle giornate dalla domenica al venerdì e del 60% nella giornata del sabato 7

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Con l’offerta A/R Frecce in Settimana si può scegliere un’andata e un ritorno dal lunedì al venerdì della stessa settimana, con uno sconto per singola tratta rispetto al biglietto Base, del 40% nelle giornate di lunedì e venerdì e del 50% nelle giornate dal martedì al giovedì 7

NOTE LEGALI

1. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio scelto e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

2. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Standard Premium e Business. Prevede, a seconda della classe e relazione di viaggio, l’acquisto a prezzi fissi in Standard/2^ classe a partire da 29 €, in Premium a partire da 34 € e in Business/1^ classe a partire da 39 €. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

3. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

4. L’offerta prevede una percentuale di sconto che varia dal 20% al 50% rispetto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

5. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti.

6. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€, 29 € e 39€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

7. L’offerta consente di acquistare due biglietti, uno per il viaggio di andata e uno per il viaggio di ritorno, da effettuare nella stessa giornata, sulla medesima tratta e categoria di treno. Disponibile su tutti i treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca in tutte le classi e livelli di servizio ad eccezione del livello di servizio Executive e del servizio Salottino. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Modificabile, ma non rimborsabile. Gli sconti previsti rispetto al prezzo Base verranno applicati fatti salvi i minimi tariffari.

8. L’offerta consente di acquistare due biglietti, uno per il viaggio di andata e uno per il viaggio di ritorno, da effettuare tra il lunedì ed il venerdì della stessa settimana sulla medesima relazione e categoria di treno. Il viaggio di andata e ritorno non può essere effettuato nella stessa giornata. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento in tutte le classi e livelli di servizio, ad eccezione del livello di servizio Executive e del servizio Salottino Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Modificabile, ma non rimborsabile. Gli sconti previsti rispetto al prezzo Base verranno applicati fatti salvi i minimi tariffari.

Informazioni aggiornate al 14 ottobre 2024

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Nel cuore di una Parigi postbellica, lontano dalle sale dei musei d’arte e dai salotti raffinati, Jean Dubuffet rimane affascinato dall’arte che sfugge ai circuiti artistici tradizionali, fatta da persone spesso ai margini della società che creavano solo per se stessi, alla ricerca di una libera espressione del proprio immaginario, senza schemi o preconcetti. Da queste premesse nasce l’Art Brut, visione artistica rivoluzionaria a cui è dedicata la mostra Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider, che anima fino al 16 febbraio 2025 le sale del Museo delle culture di Milano.

Disegni, dipinti, sculture e tessuti, oltre a un corpus di opere e documenti, raccontano le origini e l’evoluzione di questa corrente artistica, evidenziandone la potenza espressiva. L’esposizione è curata da Sarah Lombardi e da Anic Zanzi, rispettivamente direttrice e conservatrice alla Collection de l’Art Brut di Losanna, da cui provengono molti dei lavori raccolti, con il supporto dello storico dell’arte Baptiste Brun.

Sconto sull’ingresso alla mostra per chi esibisce in biglietteria un titolo di viaggio Frecciarossa o Frecciabianca con destinazione Milano e una data antecedente al massimo di due giorni rispetto a quella di ingresso alla mostra. mudec.it

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DALLA GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA DI ROMA

Fino al 2 marzo 2025 a Palazzo Chiablese, Torino museireali.beniculturali.it | arthemisia.it

BERTHE MORISOT. PITTRICE IMPRESSIONISTA

Fino al 9 marzo 2025 alla Gam, Torino gamtorino.it

BEYOND ALIEN: H.R. GIGER

Fino al 16 febbraio 2025 al Museo Mastio della Cittadella, Torino museocinema.it

MUSEO EGIZIO, TORINO

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REGGIA DI VENARIA, VENARIA REALE (TORINO)

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Fino al 26 gennaio 2025 a Palazzo Reale, Milano  palazzorealemilano.it | arthemisia.it

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DISNEY. L’ARTE DI RACCONTARE STORIE SENZA TEMPO

Fino al 23 febbraio 2025 al Centro culturale Altinate San Gaetano, Padova altinatesangaetano.it

HENRI DE TOULOUSE LAUTREC. IL MONDO DEL CIRCO

E DI MONTMARTRE

Fino al 12 gennaio 2025 a Palazzo Dalla Rosa Prati, Parma palazzodallarosaprati.it | navigaresrl.com

HELMUT NEWTON. LEGACY

Fino al 24 novembre alle Stanze della fotografia, Venezia  lestanzedellafotografia.it

ANTONIO LIGABUE. LA GRANDE MOSTRA

Fino al 30 marzo 2025 a Palazzo Albergati, Bologna  palazzoalbergati.com | arthemisia.it

TUTTI DE SICA. REGISTA & INTERPRETE

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ANTONIO LIGABUE. I MISTERI DI UNA MENTE

Fino al 12 gennaio 2025 al Museo storico della fanteria, Roma navigaresrl.com

BOTERO

Fino al 19 gennaio 2025 a Palazzo Bonaparte, Roma mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

MIRÓ - IL COSTRUTTORE DI SOGNI

Il fervore espressivo e il bisogno di libertà lo hanno accompagnato durante la sua intera esistenza. Fino al 23 febbraio il Museo storico della fanteria di Roma ospita circa 140 lavori del pittore spagnolo Joan Miró, tra litografie, ceramiche, bozzetti e alcune opere di artisti a lui vicini, come Man Ray, Pablo Picasso e Salvador Dalí. Sconto 2x1 per chi raggiunge Roma con le Frecce e ingresso ridotto per chi arriva nella Capitale in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca, Intercity e Intercity Notte e presenta un biglietto con data di viaggio antecedente al massimo di tre giorni quella della visita. Ingresso ridotto anche per i titolari di abbonamento Intercity o Regionale valido per raggiungere Roma. Sconto del 10% al bookshop del museo per i clienti Carta FRECCIA e X-GO. navigaresrl.com

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Jean Dubuffet Luogo affollato (1982)
© Musée Cantonal des Beaux-Arts, Losanna | Jean Dubuffet by Siae 2024

Parigi

Lione

LEGENDA:

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia com

Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com

Cartina aggiornata al 24 ottobre 2024

Foggia Udine Trieste Pisa
Bari
Lecce
Reggio di Calabria
Fiumicino Aeroporto
Genova Rimini
Ancona
Pescara
Taranto
Lamezia Terme
Caserta
Bolzano Milano
Paola
Potenza Matera
Trento
Ravenna Verona Mantova Treviso
Napoli
Salerno
Falconara Marittima
Sibari
Torino Padova Assisi
Pompei
Gorizia

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497

WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio FRECCIAROSSA ETR 700

FRECCIAROSSA ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze

Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

PRIMA DI SCENDERE

FONDAZIONE FS

GRAND TOUR IN SICILIA

ITINERARI IN TRENO STORICO, TRA SITI ARCHEOLOGICI E ANTICHE VESTIGIA, PER ASSAPORARE IL FASCINO DI UN VIAGGIO D’ALTRI TEMPI

La Sicilia è sinonimo di svago e cultura fin dalla fine del ‘700. All’epoca, la bellezza del mare e delle coste, le testimonianze barocche e il clima mediterraneo con lunghe estati calde e brevi inverni miti hanno attirato l’attenzione dei primi viaggiatori europei che venivano in Italia per il Grand Tour. Tra i tanti giovani aristocratici che sono sbarcati sull’isola ci sono lo scienziato, militare e viaggiatore scozzese Patrick Brydone, autore nel 1773 dell’opera Viaggio in Sicilia e a Malta, il filosofo e politico francese Alexis de Tocqueville, che dopo la laurea nel 1826 decise di visitare la Sicilia, ma anche lo scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe, il quale arrivò a Palermo nel 1787.

Chi vuole scoprire oggi la Trinacria e le sue bellezze ha a disposizione diversi itinerari turistici organizzati a novembre

SAVE THE DATE//TRENI STORICI

NOVEMBRE

9, 23 10

1, 16, 24

10, 17

10, 24 10, 30 16 17 24

Reggia express

Treno del formaggio da Sacile a Gemona del Friuli; Treno storico da Catania a Messina

TrEno Langhe Roero e Monferrato

Treno natura: tutti a corte di sua maestà il tartufo

Irpinia express: il treno del paesaggio

Treno del mare e delle civiltà antiche da Palermo a Castelvetrano

Treno del pistacchio da Catania a Giarre

Pietrarsa express; Treno delle stelle da Palermo a Roccapalumba; Treno della Festa del torrone da Milano a Cremona

Treno dei templi da Palermo e Agrigento per la Valle dei templi; Treno storico da Napoli Centrale a Benevento

dalla Fondazione FS Italiane. Dal capoluogo siciliano partono tre viaggi dal notevole impatto culturale. Il Treno del mare e delle civiltà antiche da Palermo a Castelvetrano, in programma il 10 e 30 del mese, consente di ammirare le antiche vestigia dell’acropoli di Selinunte, all’interno dell’omonimo parco archeologico affacciato sul mare, fino a Castelvetrano, detta la Città degli ulivi e dei templi.

L’incanto del cielo e il fascino delle tradizioni antiche sono invece protagonisti del Treno delle stelle da Palermo a Roccapalumba previsto per il 17. A destinazione i viaggiatori possono visitare il Planetario, dove una sofisticata proiezione virtuale su una cupola semisferica mostra stelle e pianeti visibili a occhio nudo da ogni parte del mondo.

Non può mancare una visita alle meraviglie archeologiche di Agrigento. Il 24, grazie al Treno storico della Valle dei templi, si possono ammirare le rovine del periodo ellenico, l’imponente Telamone – uno dei giganti in pietra che costituivano le colonne del tempio di Zeus nell’antica città greca di Akragas – e il Giardino della Kolymbethra.

Al pistacchio è invece dedicato il Treno storico da Catania a Giarre (16 novembre), città sul versante orientale dell’Etna famosa per la lavorazione del ferro. Lo stesso territorio è percorso anche dal Treno da Catania a Messina, in programma il 10: un itinerario panoramico a bordo di carrozze degli anni ‘30 per assaporare il fascino di un viaggio d’altri tempi. Per finire, la storia ferroviaria è protagonista il 20 e 21 novembre, quando, in occasione dei 150 anni della ferrovia Comitini-Agrigento-Porto Empedocle, la Fondazione FS organizza una serie di viaggi in treno storico lungo la Ferrovia dei templi. fondazionefs.it | fstrenituristici.it fondazionefsitaliane

di Gabriele Romani
Un treno storico percorre la Ferrovia dei templi che collega Agrigento a Porto Empedocle

PRIMA DI SCENDERE

FUORI LUOGO

di Mario Tozzi

mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

I TESORI DI PALESTRINA

Nell’antica Praeneste, in posizione preminente sulla valle del fiume Sacco, fu eretto nel II secolo a.C. il tempio della Fortuna Primigenia. Per questo Palestrina, nome attuale della città a poca distanza dalla Capitale, è un luogo storicamente dedicato al sacro. Ma il santuario, composto da sei livelli di terrazzamenti che si inerpicano lungo le pendici della collina, non è l’unico monumento famoso della località. Nella vecchia cantina del Palazzo Vescovile, alla fine del XVI secolo, fu scoperto un magnifico mosaico risalente al II-I secolo a.C., che oggi è esposto nel Museo archeologico nazionale di Palestrina.

Vi è probabilmente rappresentata una delle famose piene

Il mosaico del Nilo a Palestrina, Roma

del Nilo in Egitto, con tutto il corredo di animali selvatici e popolazioni che vivevano lungo le sue rive. I colori sono straordinariamente tenaci, volutamente tenui, e l’insieme si riferisce alla sacralità delle inondazioni periodiche del fiume egiziano. Ma sono le notevoli dimensioni e la fattura del mosaico che lasciano ancora oggi stupefatti a prescindere dall’interpretazione.

Torna dal 16 novembre, in prima serata su Rai 3, il programma di divulgazione scientifica Sapiens - Un solo pianeta. Alla settima edizione, la trasmissione prodotta da Rai Cultura è dedicata alla Terra e alle problematiche evoluzioni dei suoi più invasivi abitanti: i sapiens.

PPRIMA DI SCENDERE

MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio

nerina.dinunzio nerinadinunzio

[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

LA MENTE DEL PRINCIPIANTE

er cogliere la bellezza del momento presente, ma anche la sua complessità e le opportunità che offre, dovremmo imparare a guardare le cose come se le vedessimo per la prima volta, senza dare nulla per scontato. Questo è il terzo pilastro della mindfulness, chiamato la mente del principiante.

L’obiettivo è lasciar cadere le aspettative basate sulle esperienze precedenti e restare aperti alle nuove possibilità, poiché nessun momento è uguale a un altro. Ci piace essere veloci e produttivi durante la giornata ma molto spesso questa corsa ci impedisce di gustare il nuovo e il bello di quello che siamo e abbiamo. Per difenderci, tutelarci e perdere meno tempo tendiamo a incasellare tutto in categorie in modo da arrivare preparati la seconda volta. Ma è proprio questo che ci impedisce di vivere qui e ora e di continuare a meravigliarci.

Per accogliere tutto quello che c’è e anche quello che non vediamo dobbiamo aprire gli occhi e la mente e comportarci con la curiosità dei bambini, non assumere un atteggiamento da esperti. Chi fa la vita del pendolare, per

esempio, può alleggerire la noia di un viaggio monotono con un atteggiamento di apertura capace di innescare nuovi percorsi di divertimento e apprendimento. Alzare lo sguardo, dimenticare i luoghi conosciuti, cambiare prospettiva o aprirsi alle chiacchiere con il vicino sono piccole azioni che possono trasformare il solito percorso in un’esperienza di scoperta.

Stare nella meditazione con la mente del principiante consente al nostro mondo interiore di diventare chiaro e spazioso. E mantenere questo atteggiamento ci offre la possibilità di entrare in contatto con l’inaudito e l’inatteso. Per coltivare la mente del principiante bisogna ricavarsi ogni giorno cinque minuti, isolarsi ed entrare in contatto con il proprio respiro. O anche camminare nella natura all’aria aperta a prescindere dal meteo, prendersi una pausa dalla vita frenetica e provare qualcosa di nuovo, come un cibo o un profumo, o guardare un film che normalmente non vedremmo. Sperimentando nuove emozioni, infatti, si entra in contatto diretto con il presente per gustarlo appieno.

PRIMA DI SCENDERE

FOTO DEL MESE

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Sui sanpietrini del centro storico romano, una sedia da regista accoglie Vittorio De Sica intento a scambiare qualche parola con Carlo Battisti, protagonista della sua pellicola Umberto D. È il 1952 e la carriera di De Sica è ormai consolidata. Accompagnati dal cagnolino che nel film interpreta Flaik, fedele amico di un pensionato in difficoltà, hanno entrambi lo sguardo rivolto verso il set. Nel momento dello scatto, forse, non ne sono ancora consapevoli, ma il film avrà una grande risonanza internazionale. Il 13 novembre ricorrono i 50 anni dalla scomparsa del maestro. Per ricordarlo, la Cineteca di Bologna promuove fino al 12 gennaio 2025, negli spazi della Galleria Modernissimo, l’esposizione Tutti De Sica. Regista & interprete La mostra, di cui Frecciarossa è Treno Ufficiale, è curata da Gian Luca Farinelli e offre un ritratto a tutto tondo del regista tra manifesti, fotografie scattate in famiglia e sul set, documenti personali e oggetti di scena come la due ruote del cult Ladri di biciclette . Per scoprire un uomo poliedrico che, mettendo in scena il mondo, è riuscito a far sentire rappresentate migliaia di persone. cinetecadibologna.it

Vittorio De Sica sul set di Umberto D. insieme al protagonista Carlo Battisti (1952) Courtesy Cineteca di Bologna - Fondo P. Raffaelli

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