La Freccia - febbraio 2019

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L'OSPEDALE DEI BAMBINI

© Dario Lalli/Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Agevolazioni Trenitalia per pazienti e famiglie

impegnate nel settore. Un motivo di indiscutibile orgoglio e vanto anche per il Paese. È vero. E questo perché abbiamo investito e continuiamo a investire tantissimo nella ricerca, senza la quale non può esserci cura. La nostra, poi, è una medicina traslazionale, vicina al letto del paziente. I clinici esaminano la malattia, i ricercatori lavorano e se quello che emerge dagli studi può avere un valore terapeutico trova rapida e concreta applicazione. Il tutto, è ovvio, nell’assoluto rispetto di regole, autorizzazioni, verifiche, comitati etici... Proprio un anno fa i nostri ricercatori, manipolando geneticamente le cellule del sistema immunitario di un piccolo paziente affetto da leucemia, le hanno rese capaci di riconoscere e attaccare il tumore, mettendo a punto un’efficace e personalizzata terapia. Il futuro, ha detto, è anche disporre di nuovi spazi. Sì, stiamo per aprire un'altra sede a Villa Luisa (a Roma, sull’Aurelia) dove ospiteremo il primo centro di cure palliative per i bambini in tutto il

Sud Italia. Stiamo avviando i lavori per ampliare la sede di Palidoro e abbiamo in progetto di costruire una nuova parte di ospedale che potrebbe diventare il primo centro oncologico pediatrico italiano. Grandi progetti, grandi investimenti. Ma le risorse? Arrivano dal Servizio sanitario nazionale che paga le cure dei pazienti italiani. Per quelle dei bambini che provengono da altri Paesi, dobbiamo recuperare fondi grazie alla solidarietà di tutti coloro che credono nei nostri progetti e ci aiutano. Quelle per la ricerca seguono invece le strade storiche, siamo un IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), ma queste realtà sono ormai così tante e la torta è così piccola che non arriva molto. Però i nostri scienziati sono davvero bravi, vincono tantissimi grant e, quindi, in parte si autofinanziano. Ma le risorse non sono mai troppe, per questo chiediamo di donare sempre alla ricerca scientifica. Il Bambino Gesù è anche chiamato l'ospedale del Papa. 44

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Perché è della Santa Sede, che però non lo finanzia. Per questo è fondamentale la solidarietà di tutti. Il Papa, comunque, cerca sempre di esserci vicino, sappiamo che ci sostiene anche con risorse proprie e doni. È stato proprio papa Francesco a volerla qui, quattro anni fa. Sì, e ci sono venuta soltanto per obbedienza a lui e al Segretario di Stato, perché non era affatto nei miei desiderata. C’è voluto un po’ per adattarmi, ma poi di questo ospedale mi sono veramente innamorata. E oggi il Papa sorride quando esprimo la fierezza di esserne presidente, perché da noi i bambini vengono curati e amati, avendo a cuore l’intero sistema di relazione con loro e le loro famiglie, inclusi i fratellini sani, che soffrono tantissimo. E ci siamo aperti al mondo, cogliendo, credo, proprio lo spirito del Pontefice. Aperti al mondo: infatti voi siete presenti molto anche fuori dall’Italia. Sì. Siamo a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove inaugureremo


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