La Freccia - dicembre 2023

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ANNO XV | NUMERO 12 | DICEMBRE 2023 | www.fsitaliane.it | ISSN 2785-4175

PER CHI AMA VIAGGIARE

INTERVISTE Alexia Maria Chiara Giannetta The Pozzolis Family TRAVEL Itinerari per le Feste Valle di Anterselva Monti Sibillini ARTE E PHOTO J.R.R. Tolkien Alphonse Mucha Edgar Degas Paolo Pellegrin

ELISA

NOTE DI VIAGGIO




© nata_zhekova/AdobeStock

EDITORIALE

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VIAGGIARE CON LE PAROLE S

i chiude un 2023 nel quale le ombre sembrano prevalere sulle luci. Alle guerre che non finiscono se ne sono aggiunte di nuove. Altri lutti, altre sofferenze, altre distruzioni. Odio e violenza restano protagoniste, sia sugli scenari internazionali sia nella cronaca nera del nostro Paese. Niente di nuovo dovremmo aspettarci neppure dall’anno che verrà. Del resto, la vita procede in continuità e non si cura certo del calendario. Però il 2024 è un anno particolare. Oltre a essere l’anno delle elezioni europee e di quelle presidenziali negli Stati Uniti, due eventi politici dagli indubbi riflessi sugli equilibri e le vicende internazionali, tornano, nella loro tradizionale periodicità, le Olimpiadi. E si svolgeranno a Parigi. Esercitiamoci a trarne positivi auspici. Tra le varie ipotesi mitologiche sulle origini delle Olimpiadi ce n’è una che fa risalire il merito d’averle inaugurate a Eracle, o Ercole, alla fine della sua guerra contro il re Augia. Beneficiario di una sua proverbiale fatica, la pulizia delle stalle reali piene di sterco, e reo di aver tradito i patti, non versando all’eroe la concordata ricompensa. Che avessero o meno segnato e festeggiato la fine di una guerra, si racconta che negli anni a venire il loro svolgimento imponeva un temporaneo stop a quelle in corso. E che ai vincitori delle gare olimpiche, sempre per volere di Eracle, fosse assegnata una corona di ulivo, albero sacro per i Greci e caro agli Dei dell’Olimpo. Per noi simbolo riconosciuto di pace. E poi i prossimi Giochi olimpici si terranno a Parigi, dove oltre due secoli fa fu versato molto sangue perché prevalessero i valori della libertà e dell’uguaglianza, ai quali, nel motto di quel Paese, fu poi aggiunto un altro valore che è l’antitesi e l’antidoto alla guerra: fratellanza. In un’accezione che va ben oltre la consanguineità, non sempre premessa di pacifica convivenza, ma significa solidarietà, oltre che accettazione e valorizzazione della diversità. Obiettivi al raggiungimento dei quali – pur sapendoci tutti imperfetti – serve moltissimo frequentarsi e conoscersi. E per farlo serve viaggiare e soggiornare altrove da dove di solito si vive. In queste pagine, cerchiamo di riproporre costantemente questo significato pieno del viaggio, e altrettanto fanno i nostri articoli. Del resto, la ricchezza sta nella diversità, in ogni manifestazione umana (e naturale), e il nostro è un Paese ricchissimo. Certo, si può anche viaggiare con la fantasia e con le parole. Come quelle scritte nel nostro libro, A/R. Andata e Racconto, antologia di racconti di viaggio edita da e/o, che rappresenta il capitolo finale del Concorso letterario lanciato un anno fa da Ferrovie dello Stato Italiane in collaborazione con il Salone internazionale del libro di Torino. Un volume che ora potete trovare anche nelle librerie e di cui potrete leggere la recensione e qualche anticipazione sfogliando questo numero della Freccia. Per finire: buon Natale e buon anno. M.M.

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SOMMARIO DICEMBRE 2023

IN COPERTINA ELISA

102

62

48 SI ACCENDONO LE FESTE

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pag. 40

RAILWAY HEART

14 AGENDA

22 WHAT’S UP

29 UN TRENO DI LIBRI

55

L’ENERGIA DELLA NEVE

Riti del fuoco, caratteristici presepi e leggende senza tempo. Un viaggio da Nord a Sud per conoscere le tradizioni natalizie più originali d’Italia

ALL’OMBRA DEI SIBILLINI

76

60

RIGENERARE IL SUD

IL BORGO DELLE STORIE

Sei progetti selezionati da Associazione Civita per valorizzare i territori di Calabria e Sicilia verranno finanziati con il crowdfunding e il sostegno del Gruppo FS Italiane

20 GUSTA & DEGUSTA

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84

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64 LA PERLA DEL POLLINO

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UNA DISCESA SPECIALE

UNA TERRA DA CUSTODIRE

Si illumina la pista 3tre a Madonna di Campiglio per la Coppa del mondo di sci. Una competizione che vede anche la partecipazione di Alex Vinatzer

72

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UN PRESEPE ANCORA VIVO

80 L’ANIMA DELLE STAZIONI

88 GIOIELLI D’AVANGUARDIA

92 UNA STORIA SENZA FINE

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STILE MUCHA

99

102 ECLETTICO DEGAS

106 IL BUCO NERO DELLA STORIA

124 PRIMA DI SCENDERE LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO

111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE

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I numeri di questo numero

Tra le firme del mese

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI ANNO XV - NUMERO 12 - DICEMBRE 2023 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 27/11/2023

4 gli esordienti vincitori del concorso letterario A/R Andata e Racconto [pag. 29] CESARE BIASINI SELVAGGI

Foto e illustrazioni Archivio FS Italiane AdobeStock Copertina © Attilio Cusani Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore

200mila

Da marzo 2017 è direttore editoriale di exibart.com. Autore e conduttore del programma TV Stato dell’Arte su Cusano Italia TV, svolge attività manageriale in diverse fondazioni culturali italiane

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT

gli ettari di estensione del Parco nazionale del Pollino [pag. 65]

Info su creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it

300

EDITORE

gli scatti della mostra L’orizzonte degli eventi a Venezia [pag. 107]

Communication Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it

READ ALSO

Direttore Responsabile Responsabile Prodotti Editoriali Caporedattrice Coordinamento Editoriale

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

GIULIANO COMPAGNO Ha pubblicato 24 volumi tra saggistica, narrativa, aforismi e comica, oltre ad aver scritto quattro libretti di opera contemporanea per il maestro Vittorio Montalti. Vive a Roma, da dove in genere parte e ritorna

In redazione Segreteria di redazione Coordinamento creativo Ricerca immagini e photo editing Hanno collaborato a questo numero

Marco Mancini Davide Falcetelli Michela Gentili Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre Gaspare Baglio, Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi Francesca Ventre Giovanna Di Napoli Claudio Romussi Osvaldo Bevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Peppone Calabrese, Claudia Cichetti, Giuliano Compagno, Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Peppe Iannicelli, Sandra Jacopucci, Enrico Procentese, Andrea Radic, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Emanuele Santori, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

REALIZZAZIONE E STAMPA

PEPPE IANNICELLI

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

Giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo. Ama vivere e raccontare la vita. Ha una passione speciale per i viaggi e lo sport, i piaceri della tavola e dell’arte, la buona conversazione e la contemplazione della natura. La sua dote migliore è la curiosità

PROGETTO CREATIVO

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it

EMANUELE SANTORI Marchigiano, vive a San Benedetto del Tronto e nutre un amore viscerale per la sua terra e per i treni. Fotografo, soprattutto nel settore industriale e pubblicitario, è alla ricerca dello scatto perfetto. Ha all’attivo numerose pubblicazioni su riviste di architettura, moda e viaggi

La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC® e da materiali riciclati

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PER CHI

AMA VIAGG

IARE

PER CHI

AMA

VIAGGI

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• mdacomunicazione.it

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TAJARIN ? (tutti i giorni, tutto l’anno)

*I tajarin sono un tradizionale tipo di pasta fresca all’uovo, che per la forma sottile e stretta ricordano le tagliatelle. Si possono gustare in tutto il Piemonte, solitamente accompagnati da sughi di carne o con burro, formaggio e una spolverata di tartufo.

Nasce MANGÉBIN, la rete dei ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e provincia. Un’occasione per scoprire o riscoprire la qualità dell’enogastronomia del territorio, e perchè no, di conoscere nuovi luoghi dove trascorrere piacevolmente il tempo di un pranzo o di una cena. Tutti i giorni, tutto l’anno.

mangébin IL P IE M O N T E

IN TAV O L A

Scopri i ristoranti su www.turismotorino.org


FRECCIA COVER

DENTRO I SOGNI di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

© Marco Antinori

Sconti Trenitalia

Museum of dreamers PratiBus District fino al 28 gennaio L’installazione Change perspective

«I sogni son desideri di felicità», cantava Cenerentola nel classico Disney del 1950. E la mostra Museum of Dreamers, al PratiBus District di Roma, vuole ricordare che nella gioia ci si deve immergere completamente, con i sensi pronti a cogliere sfumature di colore o profumi deliziosi. Ventuno installazioni, alcune delle quali interattive, intrattengono fino al 28 gennaio bambini e adulti che vogliono riscoprire le emozioni dell’infanzia. Una di queste è Change perspective, un intero appartamento sottosopra che invita a capovolgere il proprio punto di vista sulla realtà e a lasciarsi sorprendere dalla vita, mentre il tunnel Do what you love esorta a percor-

rere la propria strada lasciandosi guidare sempre dall’amore. In un’altra sala, un’altalena consente di dondolarsi tra le nuvole per capire che il cielo non è un limite e nulla impedisce di immaginarsi un po’ più in là, tra una spinta e l’altra. E poi, ancora, sono a disposizione un campo da basket fluorescente dove cimentarsi in un’incredibile sfida con gli amici, una piscina di palline colorate in cui immergersi, un mondo di ghiaccio con archi di cristallo e spettacoli luminosi per addentrarsi nelle ambientazioni dei racconti natalizi. «E il sogno realtà diverrà». museumofdreamers.org 7


RAILWAY heART

PH OTOS TO R I E S

LUOGHI Stazione di Torino Porta Susa © Marco Cavallari marcocavallari

PEOPLE Verso Milano © Maria Grazia Emiliani mariagraziaemilianiart

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LA RUBRICA COMPIE CINQUE ANNI. VI ABBIAMO RACCONTATO LE PERSONE, I LUOGHI E LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO CHE CONTINUIAMO A FARE INSIEME a cura di Enrico Procentese

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

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IN VIAGGIO #Frecciaview © Elisa Perrotta elisaperrotta

AT WORK Personale FS a Roma Termini © Antonio Li Piani ermetico.op

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RAILWAY heART

A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it

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arbara Ospici lavora nella Direzione Business Intercity di Trenitalia e si occupa del servizio d’assistenza clienti nella stazione di Rimini. In cosa consiste la tua professione? Coordino le attività di assistenza e vendita diretta nella biglietteria della stazione ferroviaria di Rimini. Svolgo una mansione volta a soddisfare le esigenze dei clienti che viaggiano con i servizi Intercity, Alta Velocità e Regionali. Il mio compito è assicurare un’organizzazione efficiente del personale addetto al customer service così da garantire alle persone che vi si rivolgono un’esperienza soddisfacente. Qual è stato il tuo percorso in FS Italiane? Nel 1997 sono stata assunta in Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo, come capotreno con base a Bologna. Ho fatto la pendolare da Rimini, la mia città natale e di residenza, fino al 2017, anno in cui ho cominciato l’attività in stazione. Sono passata quindi da un lavoro dinamico a uno più statico. Ma l’esperienza come parte del personale viaggiante mi ha preparata al ruolo che svolgo oggi. Qual è il segreto per coordinare al meglio il lavoro? Il rapporto con i colleghi fa la differenza, specie se vissuto in sinergia. Lavorare in un ambiente positivo e collaborativo è essenziale per essere allineati, affrontare al meglio le attività di assistenza e condividere in tempo reale gli aggiornamenti che riguardano la formazione e le direttive commerciali. Tra l’altro l’intesa con la squadra crea connessioni umane autentiche, contribuendo a generare un ambiente appagante e stimolante. Un’esperienza che ricordi come particolarmente impegnativa? Una delle sfide più grandi è stata la gestione dei disagi provocati dall’alluvione in Emilia-Romagna del maggio scorso. Nel nostro caso, ha comportato la sospensione della circolazione sulla linea Rimini-Bologna per diversi giorni. In queste situazioni è fondamentale mantenere la lucidità per affrontare ogni criticità al meglio, anche quando sono necessari turni lavorativi extra. L’attività su cui ci siamo concentrati ha riguardato le richieste di informazioni e rimborsi a seguito di cancellazioni, limitazioni e sostituzioni del regolare servizio. Come concili l’attività professionale e la vita privata? In alcuni momenti è stato molto impegnativo tenere insieme lavoro e famiglia, soprattutto durante le mie due maternità. Da parte dell’azienda, però, ho sempre ricevuto la massima attenzione e la disponibilità a venire incontro alle mie esigenze. Nel tempo libero amo pianificare viaggi con la famiglia e i miei figli, che oggi hanno 12 e 16 anni, ma anche con gruppi di amici che si affidano a me per organizzare visite in Italia e all’estero. Potrei scherzosamente definirla una deformazione professionale.

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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE

M

onica Vitali, esperta in bilanci, contabilità e controllo di gestione aziendale, racconta la sua esperienza di viaggio tra Cesena, Milano e Roma a bordo dei treni Regionali e dell’Alta Velocità. Qual è il ruolo del treno nella tua vita? Mi muovo spesso per lavoro almeno tre o quattro volte al mese per raggiungere le diverse sedi della mia azienda, spesso partendo la mattina e tornando la sera. A bordo mi sento al sicuro, specialmente durante i viaggi notturni e in condizioni atmosferiche avverse. Il treno mi trasmette una tranquillità che l’automobile non sempre può garantire. Così, le mie trasferte si sono trasformate da esperienze stressanti a momenti di relax e scoperta. Che tipo di viaggiatrice sei? Sicuramente attenta all’ambiente. La sostenibilità è la bussola delle mie scelte professionali e personali e spostarmi in treno rispecchia questa inclinazione. È il mezzo di trasporto green per eccellenza e, dopo oltre 20 anni di viaggi, è diventato per me il simbolo di un modo di muoversi in armonia con l’ambiente e i territori circostanti. Cos’altro apprezzi del treno? Oltre al fatto che mi consente di contemplare i luoghi attraversati, lo considero un teatro di storie. A bordo si possono incontrare tante persone, vedere intrecciarsi vite ed esperienze molto diverse tra loro. Durante il viaggio posso dedicare tempo alle mie riflessioni su temi di economia e finanza per poi scriverne sul mio blog. Posso decidere di portarmi avanti con il lavoro o rilassarmi, senza mai avere la sensazione di perdere tempo, diversamente da quanto accade quando sono alla guida del mio mezzo privato, magari imbottigliata nel traffico. Le tue destinazioni principali? Generalmente raggiungo la stazione di Bologna da Cesena con il Regionale, per poi partire in Frecciarossa verso Milano, Roma e altre città d’Italia. Sono un’amante del treno fin dall’inizio e mi sembra che l’immaginario legato a questo mezzo stia cambiando insieme alle abitudini degli italiani. Preferire il treno è considerata una scelta virtuosa rispetto al passato. Inoltre, la capillarità e la qualità del servizio consentono di spostarsi tra comuni e regioni in comodità e libertà. Per questo motivo, per esempio, non mi costa alcuna fatica fare più cambi per arrivare a destinazione. Buoni propositi per il futuro? Viaggiando su rotaia cerco di trasmettere un approccio sostenibile anche alla mia famiglia e spero che sempre più persone guardino oltre l’automobile per considerare l’opzione del treno. Oltre a contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni, sono convinta che possa migliorare la qualità di vita di chi lavora, ma anche di chi lo utilizza nel tempo libero.

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RAILWAY heART

INSIEME CONTRO LA VIOLENZA IL GRUPPO FS, CON IL PATROCINIO DEL MINISTERO DELL’INTERNO, HA LANCIATO UNA CAMPAGNA PER CONTRASTARE LE MOLESTIE SESSUALI NEI LUOGHI PUBBLICI, INTERVENENDO CON AZIONI CONCRETE ATTRAVERSO IL METODO DELLE 5D di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

A

lmeno una donna su tre in Ue ha subito violenza dall’età di 15 anni. A dirlo è un’inchiesta condotta nel 2014 dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Un dato che obbliga a interrogarsi sul fenomeno e rende necessari percorsi di sensibilizzazione per creare una cultura del rispetto che inibisca atteggiamenti abusanti. Allo stesso tempo, però, è necessario lavorare sulla diffusione di strumenti e buone pratiche capaci di contrastare le molestie. Risponde a questa volontà la campagna sociale lanciata da FS Italiane, con il patrocinio del ministero dell’Interno, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Attraverso la cartellonistica presente in stazione e un virtual training all’interno del portale FRECCE e del sito istituzionale del Gruppo, l’iniziativa mira a divulgare il metodo delle 5D sviluppato da Right to Be, un’associazione statunitense impegnata da anni nella lotta al fenomeno degli abusi. Nel caso in cui ci si ritrovi ad assistere a un episodio di molestia in un luogo pubblico, è possibile intervenire seguendo un vademecum articolato in cinque azioni: distrarre, delegare, documentare, dare sostegno, dichiarare. Per cominciare, si può distrarre l’assalitore chiedendo indicazioni stradali oppure l’ora, facendo cadere accidentalmente qualcosa o semplicemente posizionandosi accanto alla persona in

pericolo. Poi è importate delegare, avvisando qualcuno di ciò che sta accadendo e chiedendo di intervenire: può essere la polizia o un addetto alla sicurezza ma anche il barista, a seconda della situazione in cui ci si trova. La terza D sta per documentare, ricordando sempre che l’utilizzo di ogni immagine o video deve essere autorizzato dalla persona molestata, l’unica deputata a decidere cosa fare del materiale. Poi bisogna dare sostegno in modo empatico, senza mai colpevolizzare la vittima. Infine, come ultima istanza per prevenire una violenza, si può provare a dire qualcosa al molestatore per ammonirlo su ciò che sta facendo. È fondamentale, però, evitare qualsiasi discussione perché l’incolumità di chi interviene e quella di chi è aggredito sono prioritarie. Per catturare l’attenzione delle persone e invitarle a scoprire il metodo delle 5D, la campagna punta tutto sulla forza delle immagini: cinque soggetti numerati, uno per ogni azione, appaiono racchiusi singolarmente nel segno grafico di una “D” e raccontano i comportamenti virtuosi da adottare. Un QR code rimanda invece alla pagina del progetto sul sito di FS Italiane, dove è possibile conoscere i dettagli dell’iniziativa. Perché i luoghi pubblici siano spazi di incontro e non di conflitto, attraversabili da chiunque in libertà e sicurezza. fsitaliane.it

GRUPPO FS E AISM: UN VIAGGIO SOLIDALE La sclerosi multipla coinvolge circa 140mila persone in Italia, con una nuova diagnosi ogni tre ore. Il Gruppo FS è a fianco delle persone che convivono con la malattia e dei loro familiari attraverso una campagna di raccolta fondi a sostegno di Aism, l’Associazione italiana sclerosi multipla che da 55 anni tutela i diritti delle persone colpite dalla patologia, promuove servizi socio-assistenziali su tutto il territorio e finanzia la ricerca scientifica attraverso la sua Fondazione Fism. Oltre a sensibilizzare sul tema, l’iniziativa vuole contribuire all’acquisto di automezzi attrezzati per i Centri socio-assistenziali e per i Servizi di riabilitazione dedicati alle persone con sclerosi multipla. Dal 20 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 si può sostenere Aism donando nelle biglietterie fisiche e self-service in fase di acquisto del biglietto, o tramite il sito dedicato. Inoltre, nel periodo natalizio e durante le festività pasquali, i passeggeri a bordo dei treni del Gruppo FS potranno contribuire con una donazione minima di 3 euro ricevendo una scatolina di biscotti artigianali. aism.it/faipartirelasolidarietà 12


N.1 DISTRAI

N.2 DELEGA

PER FERMARE LE MOLESTIE IN LUOGHI PUBBLICI NON C’È UNA SOLUZIONE. MA CINQUE.

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N.3 DOCUMENTA PER FERMARE LE MOLESTIE IN LUOGHI PUBBLICI NON C’È UNA SOLUZIONE. MA CINQUE. Scopri l’approccio 5D. Un metodo sicuro e concreto per intervenire nel momento del bisogno. Inquadra il QR Code e scopri le 5 azioni utili.

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N.4 DAI SOSTEGNO PER FERMARE LE MOLESTIE IN LUOGHI PUBBLICI NON C’È UNA SOLUZIONE. MA CINQUE.

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N.5 DICHIARA PER FERMARE LE MOLESTIE IN LUOGHI PUBBLICI NON C’È UNA SOLUZIONE. MA CINQUE.

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AGENDA a cura di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save DICEMBRE the date 2023

NATALE A MILANO FINO AL 7 GENNAIO Due appuntamenti davvero imperdibili animano le festività meneghine. Dal 7 dicembre al 7 gennaio, gli spazi dell’Allianz MiCo si illuminano con A Christmas Magic, un’esperienza immersiva unica di cui Frecciarossa è il treno ufficiale e offre sconti fino al 30% per il biglietto d’ingresso ai clienti delle Frecce. L’area di oltre 20mila m2 si trasforma in un mondo incantato grazie a un imponente albero di Natale, mongolfiere luminose, una nuvola stellare zeppa di luci scintillanti, un calendario dell’Avvento sviluppato orizzontalmente, un bosco incantato immersivo popolato da creature fantastiche e strade lastricate di proiezioni in movimento con percorsi in continua evoluzione. Non mancano la Fabbrica dei regali in cui si è avvolti in un gioco di specchi, una food court con leccornie tradizionali capaci di esaltare i sensi, una pista ghiacciata al coperto su cui pattinare avvolti dal calore natalizio. E il regno di Babbo Natale in carne e ossa. Tanta tradizio-

Un render dell’allestimento di A Christmas Magic

ne ma anche l’obiettivo di proporre Festività contemporanee mai visto in Italia. Il tema del viaggio richiama a un approccio di story-living utilizzato nei grandi parchi a tema internazionali: il visitatore è così protagonista di una narrazione che si imprime nella memoria. Per continuare la magia e creare nuovi, fantastici ricordi dal 13 dicembre al 7 gennaio 2024 arriva Cats al Sistina Chapiteau, la struttura allestita per l’occasione allo Scalo Farini. Il musical

di Andrew Lloyd Webber nella versione italiana diretta da Massimo Romeo Piparo, vede la talentuosa Malika Ayane nel ruolo di Grizabella. Sconto del 20% per le repliche di giovedì e venerdì e del 10% per gli spettacoli di sabato e domenica riservato ai possessori di un biglietto delle Frecce con data di viaggio antecedente al massimo di due giorni rispetto a quella dello spettacolo. And so this is Christmas. G.B. christmasmagic.it ilsistina.it

DA CASORATI A SIRONI AI NUOVI FUTURISTI TORINO FINO ALL’11 FEBBRAIO Gli anni ‘20 del ‘900 rappresentano per l’arte italiana un decennio di sperimentazione segnato dal recupero della classicità in ottica moderna e da ricerche avanguardiste. La mostra al Museo di arti decorative Accorsi-Ometto propone una lettura critica dei contenuti pittorici emersi in quel periodo a Milano e Torino, prendendo le mosse dalla riflessione sui rispettivi retroterra artistici e culturali. Articolato in quattro sezioni – Felice Casorati, Il “Novecento” a Milano, I sei di Torino e la cerchia di Casorati, I nuovi futuristi tra Torino e Milano – il percorso espositivo curato da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio riunisce circa 70 opere che provengono da musei, fondazioni italiane, collezioni private e dalla collaborazione con gli archivi degli autori selezionati. fondazioneaccorsi-ometto.it

La colazione (1929) di Daphne Maugham Casorati, Collezione Paola Giovanardi Rossi 14


Lo spettacolo Bello! di Fabbrica C

CIRCUMNAVIGANDO FESTIVAL GENOVA 13>30 DICEMBRE Artisti di tre continenti invadono cortili, piazze e palcoscenici in occasione della 23esima edizione del festival internazionale di circo teatro. Il tema di quest’anno è CircusTale/Il circo che racconta: ogni acrobata, attraverso il movimento, si fa interprete muto di una vera e propria drammaturgia. Si alternano in cartellone le esibizioni di Flic, la Scuola di circo di Torino, il 16 dicembre al Teatro Tiqu, e dell’École nationale de cirque Shems’y di Salè, in Marocco, dal 27 al 29 a Palazzo Ducale e in piazza Don Gallo. Ma anche della brasiliana Alice Rende che il 27 dicembre, al Teatro Nazionale, racconta la fuga dagli stereotipi dall’interno di una scatola in plexiglass. Da non perdere, tra gli altri, il volo acrobatico dei performer di Fabbrica C al Teatro della tosse e l’originale passo a due in forma sferica di Liam Lelarge e Kim Marro a Palazzo Ducale. circumnavigandofestival.it

ACHILLE FUNI FERRARA FINO AL 25 FEBBBRAIO Un maestro del Novecento tra storia e mito è il sottotitolo della mostra che percorre le fasi stilistiche di uno dei maggiori protagonisti della cultura italiana dell’epoca. Achille Funi, infatti, è passato dal Futurismo al Realismo magico, dal moderno classicismo al muralismo degli anni ‘30. Pur affascinato dai miti del passato e dal Rinascimento, attinge anche alle opere contemporanee di Paul Cézanne, Pablo Picasso, André Derain e Giorgio de Chirico, mantenendo uno spiccato tratto di autonomia. È la sua città, Ferrara, a ricordarlo con una vasta rassegna a Palazzo dei Diamanti che espone circa 120 opere dell’artista, provenienti da collezioni italiane ed estere. Tra questi dipinti a olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, fino ai cartoni preparatori per grandi affreschi e mosaici. Spiccano capolavori come Uomo che scende dal tram, La terra e Saffo. palazzodiamanti.it La terra (1921) di Achille Funi, Collezione Gaspare Tosi

VIAGGIO NELLA MUSICA DI MIECIO HORSZOWSKI PARMA FINO AL 30 GIUGNO È dedicata al pianista polacco, che suonò nei più grandi teatri in Italia, Sud America e Stati Uniti, la mostra ospitata nelle diverse sedi che compongono i Musei della musica di Parma. Attraverso diari, lettere e fotografie del ‘900 si racconta la vita del maestro, durata più di cento anni, e la sua lunghissima carriera. Parma ha un particolare legame con Miecio Horszowski, perché conserva nell’Archivio storico del Teatro Regio preziosi documenti, tra cui le testimonianze della sua amicizia con il direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Uno dei tanti personaggi incontrati dall’artista, insieme alla regina Alexandra d’Inghilterra, che lo chiamò a Buckingham Palace nel 1906, o a John Fitzgerald e Jacqueline Kennedy che lo videro suonare nel 1961. Fatti storici che si possono approfondire anche grazie a un’app dedicata e a una guida a fumetti per ragazzi e ragazze realizzata da artisti con disabilità intellettive. lacasadellamusica.it Miecio Horszowski al pianoforte 15



© Antonio Tartarini

AGENDA

LE FESTE CON L’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA ROMA 20 DICEMBRE>7 GENNAIO Due splendidi concerti per vivere l’atmosfera delle Feste nell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, entrambi eseguiti dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Dal 20 al 22 dicembre il Messiah di Georg Friedrich Händel, una delle creazioni musicali più celebri del compositore, viene diretto da John Nelson, che torna a Santa Cecilia dopo 29 anni. Da non perdere poi, il 4, 5 e 7 gennaio nella Sala Santa Cecilia, la proiezione del film Amadeus di Miloš Forman, dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart e vincitore di otto premi Oscar, con la colonna sonora eseguita in contemporanea dal vivo. Ludwig Wicki dirige infatti l’esecuzione di brani tratti da opere come Don Giovanni, Le nozze di Figaro e Il flauto magico. santacecilia.it

© ANSC/Musacchio, Ianniello e Pasqualini

Il murales di Eduardo Kobra dedicato a Galileo Galilei

FESTIVAL DELLA STRADA PISA FINO AL 7 GENNAIO Dalle sale di Palazzo Blu l’arte urbana si diffonde per tutta la città, regalando nuove suggestioni ad abitanti e visitatori. Nella Sala della biblioteca, un pannello dell’artista brasiliano Eduardo Kobra riproduce i volti dei grandi maestri i cui lavori sono esposti nello stesso palazzo nell’ambito della mostra Le avanguardie, mentre nella Dimora nobiliare dello stesso edificio trovano spazio le opere degli street artist 108, Moneyless, Etnik, Zed1, Aris, Gio Pistone, Massimo Sospetto. La vicina chiesa di Santa Maria della Spina diventa il palcoscenico per Non plus ultra, l’installazione dell’artista spagnolo Gonzalo Borondo, mentre l’intero quartiere Porta a mare vede nascere nuovi coloratissimi murales. palazzoblu.it

© Olmo Amato

Una proiezione del film Amadeus

DEEP BLUE ROMA FINO AL 15 GENNAIO Nel 1997 l’allora campione mondiale di scacchi Garry Kasparov venne sconfitto da un computer chiamato Deep Blue. Da qui il nome della mostra alla galleria 28 Piazza di Pietra, nata dall’incontro tra analogico e digitale. Olmo Amato, fotografo laureato in Neurobiologia, si domanda se un giorno le tecnologie saranno in grado di integrarsi negli ecosistemi, diventando a loro volta delle forme di vita. In esposizione, circa 50 specie di fantasia: apparati radicali, circuiti elettronici di neo-piante, processori fungini e nanotecnologie organiche. Ognuna creata da materiale generato con strumenti di intelligenza artificiale e stampata tramite una tecnica fotografica ottocentesca, la cianotipia, che conferisce alle immagini il caratteristico colore blu di Prussia. 28piazzadipietra.com Uno dei lavori in mostra Courtesy 28 Piazza di Pietra-Fine Art Gallery

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© Archivio Museo dell’Ottocento

AGENDA

ANTONIO MANCINI E VINCENZO GEMITO PESCARA FINO AL’11 MARZO La mostra, patrocinata dal Cnr, racconta in parallelo la storia di due importanti artisti italiani nati nel 1852. Nelle sale del Museo dell’Ottocento, sono posti a confronto il pittore Antonio Mancini e lo scultore Vincenzo Gemito. Entrambi di umili origini, frequentarono insieme le scuole a Napoli ed ebbero in comune la capacità di raffigurare con realismo i soggetti umani. In esposizione 140 opere dei due maestri, tra cui Il Malatiello di Gemito, provenienti da raccolte pubbliche e private. Mentre 17 capolavori di Mancini, come Verità, sono conservati in permanenza nel museo. Alla metà degli anni ‘80, dopo i soggiorni parigini e i problemi psichici di entrambi, le strade, gli stili e le tecniche degli artisti si separarono. Mancini si stabilì a Roma e Gemito tornò nella sua Napoli. museodellottocento.eu

Verità di Antonio Mancini

La Compagnia Zappalà Danza si esibisce in Cultus Courtesy Compagnia Zappalà Danza

© Sasha Vinci, Luigi Nifosì, Gianni Mania

RAMIFICAZIONI FESTIVAL CALABRIA FINO AL 27 DICEMBRE Confini uniti è il concept che guida la seconda edizione della manifestazione dedicata alla danza d’autore. Il calendario, che tocca i palcoscenici più importanti della regione, vede protagonisti nomi di primo piano e giovani emergenti del panorama nazionale e internazionale delle arti coreutiche. Il 10 dicembre, all’Auditorium comunale di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, arriva la compagnia italo-francese Cie MF con Ça ira, secondo capitolo di una trilogia sul significato della gravità. Sullo stesso palco, il 21, va in scena la Compagnia Zappalà Danza con Oratorio per Eva. Chiude la rassegna al Castello ducale di Corigliano Rossano, nel Cosentino, lo spettacolo di Create Danza Chopiniana Carpe Noctem. ramificazionifestival.it

La gravità delle forze nascoste di Sasha Vinci 18

SASHA VINCI. LA GRAVITÀ DELLE FORZE NASCOSTE PALERMO 20 DICEMBRE>20 GENNAIO La gravità è un assioma inconfutabile che nulla può mettere in discussione tranne l’arte. Ne è un esempio questa mostra allestita negli spazi della Cappella dell’Incoronata, una delle sedi del Museo regionale d’arte moderna e contemporanea di Palermo. Il progetto inedito, a cura di Serena Ribaudo, è dedicato interamente alla città siciliana, al suo tessuto urbano e sociale. Nel lavoro sperimentale di Vinci palazzi, chiese e case assumono forma evanescente, i loro profili diventano mossi e confusi, come se fossero attraversati da un’interferenza visiva e concettuale. L’esposizione è un invito a guardare oltre la superficie delle cose, a scavare più a fondo nelle fratture del presente correndo anche il rischio di sentirsi persi e disorientati. culturaliart.com



GUSTA & DEGUSTA

di Andrea Radic

Andrea_Radic

andrearadic2019

TERRE DI COSENZA DOP: DAL MAGLIOCCO DOLCE AI RAFFINATI BIANCHI GRECANICI

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na volta una parte della Calabria si chiamava Enotria, Terra del vino. In epoca romana, infatti, nella zona della Calabria Citra, che corrisponde all’attuale provincia di Cosenza, venne implementata la coltivazione della vite. Tra i due mari e le vette della Sila e del Pollino, in mezzo a valli e dolci colline, la produzione

Vigneti della tenuta Celimarro a Castrovillari (Cosenza)

vinicola di alta qualità è spesso eroica, gestita da piccole aziende che lavorano vigneti scoscesi, esclusivamente a mano, con passione e volontà. Oltre alla Sila e al Pollino, ci sono il Savuto, le colline del Donnici e di San Vito di Luzzi, le Valli del Crati e dell’Esaro, le montagne sul mare di Verbicaro, i territori sul mare del Condoleo e di tutte le altre aree costiere dello Jonio e del Tirreno: in queste zone l’enologia e la viticoltura stanno evolvendo e raggiungendo qualità sempre più alte, grazie anche al lavoro di promozione del Consorzio di tutela vini Dop Terre di Cosenza guidato da Demetrio Stancati. Qui si producono grandi rossi come il Magliocco dolce, principale varietà dell’area, con i suoi profumi intensi e affascinanti, e bianchi dalle intensità aromatiche quasi inaspettate, come Greco bianco, Guarnaccia, Pecorello e il Mantonico, capaci di regalare sensazioni olfattive e gustative assolutamente uniche. Grazie alle notevoli altitudini, inoltre, si possono bere bollicine dall’inattesa finezza, che ben rappresentano il metodo classico del Sud, definito come Magna Graecia Metodo Classico. terredicosenza.it

A BOLZANO IL RISTORANTE ZUR KAISERKRON DELLO CHEF FILIPPO SINISGALLI

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n’esperienza gastronomica attenta al sostenibile. Il nuovo corso dello storico ristorante di Bolzano guidato dallo chef Filippo Sinisgalli esalta la cucina italiana coniugando sapori tradizionali ed essenza degli ingredienti con abbinamenti eleganti e tecniche di cottura che esaltano il gusto. Sinisgalli basa la sua cucina di grande talento sulla qualità delle materie prime, l’etica e la sostenibilità. Lo chef,

fervido sostenitore dello spreco zero, ha installato nel ristorante un orto verticale idroponico, che utilizza un decimo dell’acqua rispetto alle coltivazioni tradizionali, dove crescono germogli, insalatine e aromi pronti da utilizzare appena raccolti. Dal menù del Zur Kaiserkron ecco il sontuoso Agnello Brillenschaf in tre servizi: crudo, al forno e alla milanese e la ghiotta Tartare di bue grigio della Val di Funes con zabaione salato alle erbe. Lo chef ama valorizzare anche i prodotti da filiera etica di altri Paesi, come la Francia: è il caso dei Ravioli di Pollastrella di Bresse con zucca e sapori autunnali, un piatto che rende felice il palato e fa anche del bene. Grazie all’iniziativa Ristoranti contro la fame, infatti, fino al 31 dicembre ordinando questa specialità si possono donare due euro a favore di famiglie e bambini in difficoltà. Oltre al servizio di sala perfetto, Zur Kaiserkron vanta anche una cantina di ottima geografia enologica lungo tutta la Penisola, con intriganti etichette francesi, austriache e tedesche. ristorantezurkaiserkron.it

Lo chef Filippo Sinisgalli con la sua la brigata

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QUATTRO CALICI A MESSINA: TRADIZIONE ED ELEGANZA

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el cuore della città sullo Stretto sono la passione, la ricerca delle materie prime e l’amore per una cucina concreta e moderna a rendere il ristorante Quattro calici un indirizzo di grande fascino. Alessandra Strazzeri declina il suo talento in cucina con cotture perfette e capacità di utilizzare ingredienti tradizionali e inusuali. In sala il marito Francesco Costanzo, la cui capacità di narrare piatti e materie prime incanta gli ospiti. Una cucina di ricerca che va oltre le scorciatoie degli standard e scende in profondità. Tra i primi piatti, una bandiera del locale è la Cacio e pepe Quattro calici: spaghetti trafilati al nero di seppia, mantecati con salsa di corallo di Gambero rosso e caciocavallo ragusano Dop 18 mesi. Sul piatto vengono adagiati gamberi rossi di Mazara del Vallo impreziositi da una spolverata di pepe nero di Sichuan. Da provare senza indugi una specialità che indica il coraggio gastronomico di Alessandra, i ravioli ripieni di borragine e conditi con un guazzetto di anemone di mare, che si scioglie in padella dando intenso sapore marino, e vongole. Terzo, imperdibile, suggerimento è il calamaro ripieno alla Malvasia con salsa di cipolla bianca. Il cuore della farcitura con pangrattato, caciocavallo, finocchietto selvatico delle colline di Messina e cappero piccolo di Salina sprigiona profumi caratteristici e forte identità. La cottura con la Malvasia delle Lipari aggiunge ricchezza, intensità ed eleganza. La cantina selezionata dalla passione di Francesco esprime con ottima geografia sia il territorio sia il coraggio di piccoli, eroici, vignaioli. quattrocaliciristorante.it

Spaghetti Cacio e pepe Quattro calici della chef Alessandra Strazzeri

FALERNO DEL MASSICO ROSSO DI VILLA MATILDE: FASCINOSE EMOZIONI

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iamo nella Campania vulcanica in provincia di Caserta, a Cellole, tra il mar Tirreno e l’Appennino meridionale, dove la famiglia Avallone esprime il proprio amore per il vino nella produzione di Villa Matilde, azienda che conta 75 ettari ai piedi del vulcano, intorno ai 200 metri di altezza. In questi luoghi, come narra Plinio il Vecchio, si coltivavano le viti già al tempo dei Romani. A guidare l’azienda sono i fratelli Maria Ida e Salvatore, con i rispettivi figli Francesco e Maria Cristina, che pongono grande attenzione al recupero della viticultura storica. L’Aglianico e il Piedirosso, da cui nasce il Falerno rosso, e la Falanghina, che dà vita al Falerno bianco, raggiungono un carattere pieno e una linea moderna grazie all’unione di talento enologico e nuove tecnologie. I due cru di Falerno, Vigna Carracci per il bianco e Vigna Camarato per il rosso, presentano un forte carattere, una struttura ben declinata e un’evidente nota sapida che proviene dal mare. Falerno del Massico Rosso dop nasce da uve Aglianico e Piedirosso accuratamente selezionate nei vigneti collinari della località di San Castrese, alle pendici del vulcano di Roccamonfina. Al naso è la complessa intensità a regalare vere emozioni, con frutta scura e sentori di viola. Al palato scende con pienezza, eleganza e armonicità che conducono a un lungo fascinoso finale. Non manca in casa Avallone un metodo classico di Aglianico che consegna al palato una bollicina ricca, leggera e persistente. villamatilde.it

Falerno del Massico Dop di Villa Matilde Avallone 21


© Walter Coppola. Dress Philosophy, shoes Caovilla, jewel Rosantica, styling Marco de Lucia, make up Donatella Ferrari using Armani Beauty, hair Graziella Cassanelli

WHAT’S UP

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HAPPY NEW

ALEXIA

LA CANTAUTRICE TORNA CON UNA NUOVA EDIZIONE DELL’ALBUM MY XMAS E UN TOUR PER CANTARE INSIEME I CLASSICI DELLE FESTE di Gaspare Baglio

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gasparebaglio

l regalo sotto l’albero ce lo aveva già fatto lo scorso inverno, con un album di Natale tutto swing. Ma quest’anno Alexia si è superata con il repack del disco My Xmas, impreziosito da due nuovi brani che lo rendono il dono perfetto delle Feste per gli amanti della musica. La cantautrice spezzina, infatti, interpreta grandi classici con la grinta che ha messo in hit come Me and you, Happy, Uh la la la, Dimmi come e Per dire di no, brano trionfatore al Festival di Sanremo 2003. L’artista è più in forma che mai e sta già macinando date con il Christmas tour che termina il 6 gennaio a Milano. Quali sono le novità di My Xmas? La versione in vinile e due brani in più: il primo è Sleigh ride nella versione di Ella Fitzgerald, il secondo è Hold on (it’s Xmas time), inserito per il repack di un mio album destinato al mercato finlandese. Ma questo progetto è solo la scusa per esibirmi in concerti natalizi. Le Feste sono un momento di gioia, un tempo da passare in famiglia. E il

pubblico, per me, è una famiglia a cui regalare spensieratezza. Amo il Natale ridondante ed eccessivo: sono la Mariah Carey de noantri (ride, ndr). Cosa speri di trovare sotto l’albero? Serenità. Chi ha sale in zucca conosce l’importanza di ribadire i concetti di pace, libertà e fratellanza. Oltre ai conflitti c’è anche la crisi climatica. Come ti poni di fronte a questo problema? Non si può non pensare all’ambiente, ma di impegno ne vedo poco. Vivo a Milano da 20 anni e finora non è stata una città esemplare da questo punto di vista. Per esempio, i luoghi dove ricaricare le macchine elettriche sono pochi e spesso occupati da altri tipi di vetture. Più in generale, ho la sensazione che si stia regredendo a livello di mentalità non solo per quanto riguarda la tutela del pianeta, ma anche nei confronti degli esseri umani: il valore della vita si sta abbassando tantissimo. Professionalmente, invece, che cadeau vorresti scartare?

Sto cercando di rimettermi in gioco con la composizione di inediti e l’aiuto di giovani produttori, anche internazionali. Sono concentrata nel creare cose nuove: mi piacerebbe capire la strada giusta da percorrere e le sfaccettature da mettere in luce per stare al passo coi tempi evitando l’effetto nostalgia. Dove passerai il Natale? Vorrei vedere il mare d’inverno, quello increspato di La Spezia, per vivere quei momenti di nostalgia e malinconia che per noi liguri sono rigeneranti. Se ti dico Sanremo? Ci tornerei volentieri. È un momento in cui il festival ti chiama se ha bisogno di te. Dovrò farci una pensata quando un giorno, forse, la kermesse avrà bisogno di me. Buoni propositi per il 2024? Ho ripreso in mano le redini della mia vita. Voglio uscire dalla comfort zone e cercare di mantenere sempre vivi questa energia e questo entusiasmo. alexiaofficial.com alexia.social 23


© Gioele Vettraino

WHAT’S UP

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È TEMPO

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SCELTE DOPO IL SUCCESSO DELLA FICTION RAI BLANCA, GIANNETTA È TRA I PROTAGONISTI DEL NUOVO FILM DI FICARRA E PICONE SANTOCIELO di Gaspare Baglio

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he potrebbe accadere se Dio in persona, vedendo l’umanità allo sbando, decidesse di mandare un nuovo Messia? E se per errore l’angelo destinato a toccare il ventre della donna indicata per portare nel grembo il Salvatore sfiorasse quello di un uomo? Ecco la trama di Santocielo, il nuovo film di Ficarra e Picone nei cinema dal 14 dicembre. Una pellicola perfetta per il clima natalizio che vede tra i protagonisti Maria Chiara Giannetta, attrice pugliese forte di una stagione di successi come protagonista di Blanca la fiction dei record di Rai1. Qual è il tuo personaggio nel film? Sono Suor Lisa, una novizia che ama cantare e si avvicina a Valentino, interpretato da Picone, senza sapere di avere davanti un angelo. Sente un’affinità con lui, ma non capisce il perché. Sono un’osservatrice, ma riesco anche a risolvere un problema, mettendo da parte i pregiudizi e senza curarmi di quello che la gente può pensare. Il film affronta tematiche importanti. Assolutamente sì: dalla famiglia non convenzionale agli sguardi degli altri, fino al divorzio e all’amore anche durante una separazione. Quando hai letto il copione per la prima volta che cosa hai pensato? Al provino, quando ho letto le scene, notavo alcune incongruenze. Poi mi hanno spiegato che Salvo sarebbe rimasto incinto. E allora ho pensato: «Questi sono pazzi. Devo assolutamente fare questo film». Cinema a parte, hai sbancato l’auditel anche con la seconda stagione di Blanca. Si sta pen-

sando a una terza serie? È andata molto bene e credo che andremo avanti. E adesso che combini? Un po’ di vacanza, anche se noi artisti non sappiamo stare senza fare niente e cerchiamo sempre di impegnare il tempo. Recentemente, tanto per dirne una, ho preparato un pezzo comico per Zelig con Maurizio Lastrico. Natale con i tuoi? Certo. Siamo una famiglia del Sud e alle tradizioni ci teniamo. A Foggia mi aspettano a braccia aperte. Il 24 vado in giro per la città con le amiche e mangiamo le pizze fritte fino a tarda sera. Poi arrivo un po’ brilla a casa, giusto in tempo per il cenone. È un vero tour de force. Cosa vorresti trovare sotto l’albero? In questo momento ho tutto: una bella famiglia, un compagno fighissimo, il lavoro che amo. Ho esaudito diversi desideri. Qualcuno ti sarà rimasto… Mi piacerebbe girare un’opera prima. Amerei lavorare con qualcuno che ha bisogno di raccontare la sua storia. E poi vorrei debuttare come regista, magari con un corto. Ci sto lavorando. Buoni propositi per il 2024? Dal punto di vista lavorativo è il momento di scegliere. Chi sei oggi? Una persona fiera di se stessa per le scelte compiute, nel bene e nel male. Adesso mi godo le cose molto di più, la vita è fatta per quello. mariachiaragiannetta_official 25


© Gianluca Saragò

WHAT’S UP

MITICI

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IL DUO DI ATTORI, COMPAGNI ANCHE NELLA VITA, DEBUTTA AL SISTINA DI ROMA CON MATILDA, IL MUSICAL DEI RECORD di Gaspare Baglio

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asseremo Natale in teatro e, al posto del pranzo, ci accontenteremo di un toast». Alice Mangione esordisce così parlando di Matilda, il musical dei record, ispirato al libro dello scrittore britannico Roald Dahl, che Massimo Romeo Piparo porta in scena per la prima volta in Italia. Al suo fianco, come sempre, c’è il marito Gianmarco Pozzoli con cui forma il mitico duo The Pozzolis family, che è stato capace di scardinare con ironia il mito dei genitori perfetti. Tocca a loro interpretare Mrs. e Mr. Wormwood, i temibili papà e mamma di Matilda, una ragazzina di cinque anni che ha il potere della telecinesi. Con Luca Ward nel ruolo en travesti della terrificante signorina Trinciabue, un ricco cast e l’orchestra dal vivo, lo spettacolo debutta il 7 dicembre al Teatro Sistina di Roma per poi proseguire in tour nelle più importanti città italiane. Una storia imperdibile sull’amicizia, il coraggio, l’amore e la forza dell’immaginazione. Conoscevate già Matilda? [A] È stata una bellissima coinci-

gasparebaglio

denza: quando è uscita la versione musical su Netflix in casa nostra non si vedeva altro. E sapevamo tutte le canzoni a memoria. [G] La chiamata per lo spettacolo ci ha fatto cadere la mandibola. Tanto che abbiamo cominciato a guardare film di Scorsese in continuazione: hai visto mai che ci contatti. Come saranno i signori Wormwood in versione Pozzolis? [A] L’apoteosi della cattiveria: ci scrolliamo di dosso l’immagine di mamma più amata d’Italia e di papà simpaticissimo per tirare fuori acidità e cinismo. I vostri figli come l’hanno presa? [G] Giosuè è disperato perché si ricomincia a viaggiare. Olivia è convinta che sarà Matilda: ogni giorno mi chiede di incontrare il regista per proporgli la sua intepretazione del personaggio. La forza di questo show? [A] La netta divisione tra bene e male: il primo è rappresentato dai ragazzi, il secondo dagli adulti. [G] Dahl ha descritto cosa può succedere agli adulti se perdono il contatto con la loro parte migliore,

quella bambina. Guardando alla realtà, su alcuni temi come la crisi climatica i giovani sono il motore del cambiamento. Che ne pensate? [A] Noi cerchiamo di essere il più sostenibili possibile: prendiamo spesso il treno, in città usiamo i mezzi pubblici e la bicicletta e facciamo la differenziata. E poi cerchiamo di educare i nostri figli alla gentilezza, da lì si ramificano tutti gli aspetti che possono tutelare, e forse salvare, il mondo. [G] Sul clima, siamo convinti che il cambiamento sia possibile. Ma consideriamo il teatro come un luogo in cui vige la legge della fantasia: ci fa lasciare la realtà fuori dalla porta, la testa non riesce sempre a sostenere le brutture del mondo. [A] Vedere Matilda fa benissimo al cuore e si esce dal teatro con la voglia di essere persone migliori. Buoni propositi per il 2024? [G] Che le guerre nel mondo finiscano: ci piacerebbe vedere uno spiraglio di saggezza e di speranza. ilsistina.it thepozzolisfamily

VIVI I GRANDI MUSICAL DEL SISTINA CON FRECCIAROSSA Frecciarossa è Treno Ufficiale del Sistina di Roma e del Sistina Chapiteau di Milano che offrono sconti del 20% sui biglietti degli spettacoli del giovedì e venerdì e del 10% per quelli del sabato e domenica ai possessori di un biglietto Frecce con data viaggio antecedente di due giorni dall’ingresso ai teatri e con destinazione Roma o Milano. trenitalia.com 27


BIA


UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura

A/R ANDATA E RACCONTO APPUNTI DI VIAGGIO IL BISOGNO DI ESPLORARE È AL CENTRO DELLE STORIE DEI QUATTRO AUTORI CHE HANNO VINTO IL CONCORSO LETTERARIO DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE. ORA RACCOLTE IN UN LIBRO INSIEME A QUELLE FIRMATE DA OTTO PENNE AFFERMATE

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Art direction e illustrazione: Emanuele Ragnisco instagram.com/emanueleragnisco

un’innata sete di libertà e dell’assoluto diritto a goderne. Quattro racconti di questa antologia sono viaggi letterari di scrittori esordienti che hanno partecipato a un concorso indetto, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, da Ferrovie dello Stato Italiane, per le quali il viaggio rappresenta quel che si definisce il core business. Andata e Racconto il titolo del concorso; il viaggio, meglio se sostenibile, il tema. Le Ferrovie dello Stato, infatti, lavorano per dare al Paese infrastrutture e servizi di mobilità collettiva sostenibili, e consentireANDA alle persone di muoversi e TA E RA CCONTO incontrarsi per lavoro, studio, svago e Appunti di viaggio piacere. Viaggi dove si sta vicini, ci si Questa raccolta di racconti vi accompagnerà guarda, ci si fiuta e conosce, durante in viaggi straordinari, spaziando attraverso e oltre e lasciandovi una sensazione lal’Italia pur breve convivenza su un treno o di meraviglia e desiderio di avventura. in Un’opera una stazione, storie e abunica, con ispazio 4 raccontidi vincitori della prima arrivi edizionee2023 del concorso letterario bracci, partenze. Condivisioni. per racconti di viaggio inediti ideato da Ferrovie Proprio per questo le con Ferrovie dello Stato Italiane in partnership il Salone dello Internazionale del Libro di Torino e i racconti Statodi Italiane non possono prescininediti nomi di spicco nel panorama letterario italiano componenti la giuria del concorso: dere dall’interpretare un ruolo e colEnrico Brizzi, Fabio Genovesi, Antonella Lattanzi, tivare un impegno natura sociale, Andrea Marcolongo, Matteodi Nucci, Antonio Pascale, Lorenza Pieri e Veronica Raimo. ponendosi vicine alle persone non soltanto nell’assicurare loro il diritto a muoversi, ma anche attraverso una partecipazione e un sostegno costanti alla vita civile, culturale, are 18,00 tistica ed economica del Paese. Questo libro ne è una delle tante testimonianze, insieme a tutto il percorso compiuto fin qui, alla partecipazio-

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ne di migliaia di aspiranti scrittrici e scrittori, e a quello che potrà seguire, con il coinvolgimento – ci auguriamo – di migliaia di lettori. Non possiamo quindi chiudere queste riflessioni se non augurandovi una buona lettura e tanti interessanti e stimolanti viaggi. A iniziare da quelli che vi attendono nelle prossime pagine. M.M.

A/R. ANDATA E RACCONTO. APPUNTI DI VIAGGIO

crivere è come viaggiare. E lo è anche leggere. Si tratta di viaggi sui generis, nei quali sai più o meno da dove parti ma quasi mai dove e come ci arriverai. Del resto, se la meta è importante, e lo è senz’altro quando la si sceglie comprando non un libro ma il biglietto di un treno, spesso non lo è quanto il percorso da compiere AR andata e racconto_DEF_4.qxp_Layout 1 23/10/23 12:45 Pagina 1 per raggiungerla. Perché un viaggio, reale o metaforico che sia, può volume contiene i racconti dei davvero Questo diventare una traversata tra 4 autori vincitori del concorso, Rebecca Buselli, Francesca Dentis, Dario Manti sorprese, incontri, e Daniela Tallini, e ottoemozioni racconti inediti e scodi nomi di spicco nel panorama letterario perte, persino su noi Sia che italiano componenti la giuriastessi. del concorso: Enrico Brizzi, Fabio Genovesi, Antonella lo si faccia cavallo diMatteo un Nucci, ippogriLattanzi,aAndrea Marcolongo, Antonio Pascale, Lorenza Pieri, Veronica fo o salpando per mari, sia che ci si Raimo. chiami Ulisse, Ruggiero o Gulliver. O che si sia semplicemente noi stessi, donne e uomini del ventunesimo secolo, disincantati e assuefatti alle strabilianti illusioni digitali, eppure… Eppure, ancora capaci di salire su un treno, partire, lasciarsi andare e, anziché ritornare, raccontare. Dare fondo a quella riserva di fantasia che, come una falda freatica, scorre dentro ognuno di noi e qualcuno ha l’abile dono di saper modellare in forma di racconto, tanto da catturarti e farti edizioni e/o www.edizionieo.it camminare al suo fianco, e sognare. Scrivere, e leggere, racconti di viaggio manifesta il bisogno di muoversi, esplorare, conoscere e dimostra quanto il viaggio sia l’espressione di

“Scrivere è come leggere. Scrivere di viaggio manife esplorare, conosc il viaggio sia l’esp di libertà e dell’as Le Ferrovie dello per dare al Paese di mobilità collet alle persone di m per lavoro, studio Viaggi dove si sta ci si fiuta e conos convivenza su un spazio di storie e Condivisioni. Non possiamo qu riflessioni se non lettura e tanti int A iniziare da que nelle prossime pa Dalla Prefazione Stato Italiane

A/R

ANDATA E RACCONTO

Appunti di viaggio

ENRICO BRIZZI FABIO GENOVESI ANTONELLA LATTANZI ANDREA MARCOLONGO MATTEO NUCCI ANTONIO PASCALE LORENZA PIERI VERONICA RAIMO e i vincitori della prima edizione 2023 del concorso letterario ideato da Ferrovie dello Stato Italiane e dal Salone Internazionale del Libro di Torino

Edizioni e/o, pp. 192 € 18

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UN TRENO DI LIBRI

BRANI TRATTI DA A/R ANDATA E RACCONTO. APPUNTI DI VIAGGIO

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/AdobeStock

[…] Avevamo preso l’abitudine di dormire insieme, tu ti addormentavi sempre prima di me. Io fissavo la tua nuca e studiavo le sfumature dei tuoi capelli. Una notte ho provato ad abbracciarti e tu non ti sei spostata. Sei rimasta lì con me e pensavo che sarebbe stato bello rimanere così. Un rumore sordo ci ha svegliate, seguito da un altro e un altro ancora. Mi hai strattonata e tirata fuori dalle coperte isotermiche che luccicavano mentre le pareti del tunnel tremavano e la polvere cadeva. Mi hai urlato: «Dobbiamo

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correre» e io non mi muovevo. La paura mi aveva ancorata al terreno, ero io l’albero. Hai iniziato a tirarmi con tutta la forza che avevi mentre le voci degli uomini ci raggiungevano. Correvamo e il buio della galleria si mangiava tutti i tuoi lineamenti. Il cuore mi saliva nella gola e mi veniva da vomitare, l’aria che inalavo diventava sempre più fredda e dalla bocca mi usciva un fischio. Quando non ho sentito più la tua mano ho desiderato di morire. Ho chiamato il tuo nome ma tu mi hai urlato di continuare a correre. Estratto da La biologia del ferro di Rebecca Buselli


Un assaggio di lettura […] La cameriera del rifugio l’aveva vista arrivare da lontano – l’ultimo tratto di strada si vedeva perfettamente dalla finestra della cucina sopra il lavello: sul valico era comparsa una figurina asciutta, scura contro il bianco delle nuvole che avrebbero presto circondato il rifugio. Mentre lavava i piatti, la cameriera l’aveva guardata procedere in cresta ancora per un po’ e poi uscire dal sentiero, saltando da una roccia all’altra e guardandosi regolarmente alle spalle, finché sul valico non era comparsa un’altra figura, più massiccia e pesante e lenta. A quel punto Lucia si era seduta su un masso, leggera come un granello di polvere, guardando a valle. La cameriera ora poteva intravederne il profilo e le sembrò di scorgere una lunga treccia candida

scenderle lungo la schiena. La nebbia intanto saliva dalla valle, circondava il rifugio, scendeva oltre, sul lago, fino a coprirlo, poi tornava a risalire il versante della montagna, questa volta per l’ultima, estenuante, scalata – la parete rocciosa del Monviso – prima di ricongiungersi alle nuvole. La cameriera finì di lavare i piatti ed estrasse le mani dall’acqua gelata. Le asciugò sul grembiule, controllò le nocche arrossate e sanguinanti in alcuni punti, poi si affacciò di nuovo alla finestra, dove le due figure, ormai l’una accanto all’altra, scomparivano a poco a poco, sbiadendo nel bianco, finché dal rifugio non fu più possibile vedere niente. Lucia, seduta sulla roccia, cercava di indovinare la forma della pianura sotto quel mare di nebbia. Estratto da Senza nebbia di Francesca Dentis

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UN TRENO DI LIBRI

Un assaggio di lettura

© janvier/AdobeStock

[…] Una notte tra il 10 e l’11 novembre, una notte come tante altre, Cicco si preparava per andare giù alla marina dove avrebbe preso il sale e l’olio al Consorzio, la frutta ai mercati generali e la posta alla stazione. S’avvolse in un pesante cappotto di lana, indossò un cappello dalle lunghe tese per l’eventuale pioggia, appese un lanternino a olio nei pressi della seduta, diede un colpetto a Tito e partì. Tra tutte le cose, Cicco amava l’andata del suo viaggio in quell’ora buia, perché in quella solitudine, in quella pace, in quell’ora così vicina al mondo dei sogni, si perdeva in vari pensieri, a volte strani, e non ne aveva vergogna. Pensava ad esempio che tutte le strade del mondo in realtà non erano che una sola, un unico gomitolo che qualche dio un giorno si era divertito a menare di qua e di là, come un gatto. Il ritorno no, non aveva lo stesso fascino, preso com’era dai doveri, dalle cose da fare, dagli affari da spicciare, da una giornata che doveva ancora venire. Oltretutto, non sai mai cosa ti aspetta al di là del bivio verso il Malopasso: forse una frana di un costone di montagna, forse una pioggia, sottile e fredda; forse i briganti dai lunghi coltelli, forse gli spiriti degli animali inghiottiti dal burrone, forse tutte queste cose insieme. Ma il Diavolo, quello no, non se l’aspettava proprio. Non lo aveva incontrato. Estratto da Il Diavolo nella botte di Dario Manti

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[…] La prima cosa è cambiare faccia, mai partire e portarsi dietro la faccia di prima, quegli occhi curiosi che un tempo servivano, sì, ma ora inumidiscono molli. È più facile, poi, guardarsi allo specchio, non riconoscersi, e continuare. Le forbici sono lì da sempre, nel cassetto della cucina, quello delle posate, ma nessun oggetto riposa sicuro al proprio posto in quella casa affollata di donne. Michela lo sa. Rovista, escono fuori gli stuzzicadenti che aveva cercato due giorni prima, un elastico per capelli, un biscotto. Va in bagno e tira fuori le forbicine dall’astuccio: le sue personali, le tiene nascoste al disordine ingordo delle sorelle. Veloce afferra il ciuffo lungo che le penzola sulla fronte e lo taglia. Zac. Un colpo deciso, la frangia si affloscia mozza, triste come le tende antimosche in cucina. Un colpo secco con gli occhi chiusi e il ciuffo di capelli cade nel lavandino: rimane lì, appiccicato e lucente, un cespo di alghe naufragato sul biancore della ceramica. Non lo rimuove, quello che è morto le fa schifo. Esce dal bagno senza riaprire gli occhi. Seduta nella sua stanza, quattordici metri quadrati e due letti a castello per quattro sorelle, Michela controlla il cellulare. Il biglietto del treno costa ottantacinque euro, una cifra, con la Postepay ce la fa pelo pelo a comprarlo; il resto dei soldi per il viaggio lo prende dalla scatola delle scarpe nell’armadio in corridoio. Pure quella nascosta. Estratto da Posti vuoti di Daniela Tallini



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Lo scaffale della Freccia

a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

NON BUTTARLO!   Alessio Cicchini Giunti, pp. 192 € 19,90 L’autore, conosciuto su instagram come rucolaaa, è un content creator esperto di spreco alimentare e ricette vegetariane. Con ironia, usando espedienti geniali e piatti fuori dagli schemi, dispensa consigli per minimizzare gli sperperi in cucina, risparmiare denaro e aiutare il pianeta. Obiettivo: comprendere quanto contino tutte le azioni, anche le più piccole. Dopo averlo letto sembrerà impensabile gettare anche solo una buccia di patata.

UNA VITA BELLA   Virginie Grimaldi Edizioni E/O, pp. 288 € 18 Una commovente storia con protagoniste Agathe ed Emma, due sorelle molto diverse tra loro che non si vedono da cinque anni, devono recuperare un rapporto e svelare segreti l’una all’altra. Best seller francese che ha venduto 250mila copie in soli quattro mesi. L’autrice è tra le più popolari oltralpe per la sua penna sensibile e poetica in grado di dipanare racconti che fanno ridere e piangere, come la vita.

LOU REED. IL RE DI NEW YORK Will Hermes Minimum Fax, pp. 771 € 28 Nella sua esistenza ha attraversato innumerevoli fasi, contribuendo a trasformare il rock in una forma d’arte. Dagli esordi come paroliere all’incontro con Andy Warhol, dai Velvet Underground all’amicizia rivalità con David Bowie, passando per le sperimentazioni in piena era punk, i grandi album della maturità e il sodalizio sentimentale e artistico con Laurie Anderson. La storia creativa di Lou Reed si intreccia con quella di New York, città che nessuno, come lui, è stato capace di celebrare.

I SORRISI NON FANNO RUMORE Enrica Tesio Bompiani, pp. 208 € 17 Antonia, brillante scrittrice di libri illustrati, è la mamma separata e affaticata di una figlia preadolescente. Stoica come poche, affronta ogni giornata nonostante la stanchezza nel cuore, anche quando si avvicina il Natale con le sue contraddizioni. Una mattina di dicembre, però, davanti a una platea di bambini e insegnanti, dice poche parole che infrangono il tabù delle Feste e sollevano una tempesta social che travolge tutto. Fiaba natalizia metropolitana che, senza ipocrisie, racconta l’oggi e noi stessi.

A OCCHI APERTI Mario Calabresi Mondadori, pp. 256 € 24 Viaggio nel mondo della fotografia e degli eventi che hanno fatto la storia degli ultimi 50 anni, grazie a donne e uomini capaci di segnare un’epoca con scatti più significativi di mille parole. Dall’umanità in fuga durante i massacri ruandesi ritratti da Sebastião Salgado alle discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt, dalle immagini sfocate dei rifugiati palestinesi di Paolo Pellegrin alle denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia che ha mostrato la mafia siciliana. Imperdibile.

IL SEGRETO DI MORGANA Sophie Keetch Newton Compton, pp. 384 € 9,90 L’autrice, esperta dei poemi del ciclo bretone, riscrive la leggenda della fata Morgana, celeberrima guaritrice di re Artù le cui vicende hanno conosciuto moltissime versioni, assumendo connotazioni ora negative e ora positive. In questo libro si racconta la verità su una donna libera, incapace di sottomettersi ai giochi di potere. E pronta a combattere contro chi vuole soffocare la sua intelligenza e il suo onore. Opera avvincente su un’icona femminista divenuta leggenda.

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UN TRENO DI LIBRI

Invito alla lettura ragazzi di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

MARIEDL, UNA STORIA GIGANTESCA NEL LIBRO DI LAURA SIMONATI LE AVVENTURE DI UNA RAGAZZA DALL’ASPETTO INUSUALE CHE INTRAPRENDE UN LUNGO VIAGGIO ALLA RICERCA DEL PROPRIO POSTO NEL MONDO

I

n un piccolo villaggio in cima alla montagna viveva una donna altissima di nome Mariedl. Anche lei era stata minuta, come tutte le bambine, ma a un certo punto aveva cominciato a crescere incredibilmente. A otto anni la sua statura era uguale a quella del papà, a 20 riusciva quasi a toccare le vette intorno al paese. Passare inosservata le era impossibile: chiunque per strada si fermava a fissarla e commentava la sua stazza. Essere una gigantessa in un posto di provincia non era per niente facile. Così, il giorno in cui un omino baffuto le chiese di unirsi al suo circo e girare l’Europa Mariedl decise di seguirlo. Ben presto, però, si rese conto che tutti gli spettatori la consideravano un mostro di cui ridere, un fenomeno per cui provare ribrezzo. E non era la sola intrappolata in questa situazione: insieme a lei c’erano l’uomo leone, la donna tatuata e Victor, l’essere più forte del mondo. Determinati a vivere un’esistenza felice fuori dalle gabbie, escogitarono insieme un piano di fuga per allontanarsi dal circo e fondare, in un paese lontano, un villaggio «dove nessuno sarebbe stato strano, Corraini edizioni, pp. 64 € 24 (da 7 anni) o meglio, dove

Un’illustrazione di Laura Simonati tratta da Mariedl, una storia gigantesca

lo sarebbero stati tutti». In questa storia, ispirata alla biografia di una ragazza vissuta realmente nel XIX secolo, ci sono diversi temi che oggi trovano spazio nel dibattito pubblico: lo stupore di scoprirsi diversi dalla maggioranza, il dolore nel sentirsi non accettati, il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo e la complicità di chi ci appare simile. Su un punto il racconto fantastico della vita di Mariedl prende le distanze dalla narrazione più diffusa e preferisce ispirare la lettrice e il lettore con scenari alternativi. Per la giovane donna e i suoi amici essere inclusi nella società dei normali, dovendo sottostare allo sguardo indagatore e alle leggi dei suoi membri, non è la soluzione ideale. Meglio, piuttosto, costruire una realtà alternativa in cui è possibile esistere con orgoglio, consapevoli della propria ricchezza. È così che la storia di un rifiuto si trasforma in una parabola di riscatto. Questa celebrazione della mostruosità, rafforzata dalle illustrazioni e dal lettering dal taglio volutamente irregolare e sgraziato, è capace di commuovere tutti ma tocca in particolare chi, almeno una volta, si è sentito inadeguato alle regole del mondo e, in mezzo alla tempesta, ha conosciuto il potere dell’amicizia. 37


UN TRENO DI LIBRI

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Lo scaffale ragazzi a cura di Claudia Cichetti

LA CARTACCIA

VERDE È IL COLORE DI NATALE

IL PICCOLO LEONE

Lorenzo Coltellacci, illustrazioni Viola Gullo Camelozampa, pp. 32 € 16,90 (da 4 anni) A volte, senza nemmeno accorgercene, facciamo delle cose che generano conseguenze a cui non siamo preparati. È quello che succede a Gerardo che un giorno decide di mangiare un ghiacciolo e, con leggerezza, butta la carta per terra. Da questo piccolo gesto di inciviltà, parte una serie di eventi imprevedibili che coinvolge anche le città vicine. Un libro giocato sul meccanismo di reazione a catena, per riflettere sull’impatto delle azioni che compiamo ogni giorno.

Drew Daywalt, illustrazioni Oliver Jeffers Zoolibri, pp. 32 € 11 (da 5 anni) In una scatola piena di tonalità diverse i pastelli si contendono il primato sul Natale e discutono su quale tinta sia la protagonista assoluta delle feste. Il verde, per esempio, è convinto di essere l’unico colore della ricorrenza che chiude l'anno. Gli altri pastelli però la pensano diversamente: anche il rosso, il bianco e l’argento sono sfumature indispensabili. Ognuno, infatti, fa la propria parte per creare un clima gioioso.

Jacques Prévert, illustrazioni Ylla Orecchio Acerbo, pp. 36 € 16,50 (da 3 anni) Il testo del grande poeta francese, che vede la luce per la prima volta in versione integrale, racconta le amicizie, gli amori e le avventure di un piccolo leone che riesce a scappare dal recinto dove vive rinchiuso con la mamma e il fratello. Il libro è un gioiello da tenere nella biblioteca di famiglia anche per le immagini di Ylla, artista ungherese morta nel 1955 e specializzata in fotografie di animali.

QUEL NATALE IN CUI ERO GRANDE

RIBELLI

STORIE SOTTO L’ALBERO

Nicoletta Asnicar, illustrazioni Ilaria Zanellato Edizioni Clichy, pp. 32 € 19,50 (da 5 anni) Hedda vive nel bosco, ama cucinare e ha un nipote che le fa sempre tante domande, anche scomode. Durante la Vigilia, il piccolo mette in dubbio l’esistenza di Babbo Natale e i due si ritrovano a immaginare un mondo in cui non è Santa Claus a consegnare i regali ma un supereroe su una slitta-razzo. Considerate tutte le possibilità, lo scenario diventa deprimente. Ma uno scampanellio arriva dall’esterno e toglie ogni perplessità: Babbo Natale deve esistere per forza. A.A.D.

Marilù Oliva De Agostini, pp. 176 € 16,90 (da 14 anni) All’Istituto Artemisia Gentileschi una manifestazione pacifica si trasforma in poche ore in un’occupazione abusiva. I cancelli sono serrati e l’intera scuola è circondata da volanti della polizia. Rebeca, a capo del progetto di autogestione, è la prima ad ammettere che le cose le sono sfuggite di mano. Mentre le ore passano e gli animi si scaldano, la ragazza e i suoi compagni si trovano di fronte a un dilemma etico: contano di più i loro ideali o la sicurezza degli studenti dell’istituto? A.A.D.

AA. VV. Panini, pp. 224 € 27 (da 8 anni) Un grande volume che raccoglie storie ad hoc per le festività con protagonisti i mitici personaggi Disney. Una magia che ha compiuto cento anni a suon di avventure e racconti in grado di conquistare grandi e piccini. Il libro, tra le altre cose, contiene una vera chicca uscita la prima volta nel 2008: l’imperdibile Zio Paperone e il black out natalizio, opera di Tito Faraci e Silvio Camboni, vere e proprie star della nona arte. Da leggere e collezionare. G.B.


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INCONTRO

FESTIVITÀ INDIMENTICABILI PER ELISA CON UN DISCO REGISTRATO A LONDRA E IL LIVE AN INTIMATE CHRISTMAS, IL 15 E 16 DICEMBRE AL FORUM DI ASSAGO di Gaspare Baglio

gasparebaglio

NATALE A 40


© Viola D’Acquarone

Elisa, a Londra, dopo le registrazioni del disco Intimate - Recordings at Abbey Road Studios

MODO MIO 41


INCONTRO

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© Viola D’Acquarone

on le sue canzoni e la sua voce ha sempre lasciato il segno. Elisa, tra le artiste più versatili del panorama italiano, è capace di restare credibile cantando in inglese e in italiano. E passando da pezzi rock come Labyrinth e No hero a reinterpretazioni delicate di canzoni (quasi) intoccabili del calibro di Almeno tu nell’universo, da brani pop tipo Dancing e Stay a hit sanremesi quali Luce (tramonti a nord est), con la quale vinse il festival nel 2001, e O forse sei tu. Per non parlare di tutte le altre poesie in musica esaltate dalla sua vocalità, ora urlata, ora intima. Per questo Natale, la cantautrice friulana ha deciso di fare tre regali ai suoi fan (e non solo): l’8 dicembre esce il disco Intimate - Recordings at Abbey Road Studios, il 15 e 16 al Forum di Assago, vicino a Milano, va in scena il live An intimate Christmas e, alla Vigilia, arriva anche la trasposizione televisiva dei concerti meneghini. Partiamo dall’album. Cosa dobbiamo

Elisa a Londra

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aspettarci? Il disco nasce dai concerti An intimate night fatti con Dardust. Abbiamo pensato di fare uscire un progetto capace di tirar fuori tutto il lavoro portato avanti insieme, con arrangiamenti bellissimi. Effettivamente, quei live sono stati un successone. All’inizio dovevano essere solo cinque, nei teatri. Poi sono diventati molti di più, con due date all’Arena di Verona e, adesso, due al Forum di Assago. Nessuno se lo aspettava. L’album celebra tutto questo e lo fissa per sempre. Motivo per cui abbiamo voluto inciderlo in presa diretta all’interno di studi di registrazione storici come gli Abbey Road di Londra. Nell’album ci sono pezzi natalizi? Oltre a tutto il live An intimate night, figurano i brani inediti Quando nevica e Buon Natale anche a te. E una versione di Silent night. Ai concerti, invece, ci saranno molti più classici. Parliamo degli inediti, a partire da

Quando nevica. È il singolo che precede l’album ed è stato scritto insieme a Dardust e Calcutta. Sono venuti qui in Friuli e abbiamo passato le giornate a scrivere. Non avevamo una meta precisa, cercavamo di fare qualcosa di non troppo convenzionale. Il pezzo va un po’ fuori dal seminato: mi sono immaginata la storia d’amore dei miei genitori raccontata da mia madre. Un viaggio nella sua memoria. Questo immaginario volutamente retrò si lega ad Abbey Road, all’idea di voler fare qualcosa di classico, con molta essenzialità. Non c’è nulla di elettrico o elettronico, è tutto acustico. Si è creata un’atmosfera magica, dal sapore cinematografico, d’altri tempi. Passiamo a Buon Natale anche a te. Di cosa parla? Il brano, scritto insieme ad Alessandro Raina, è una piccola fotografia di un Natale onesto. Raccontare le Festività è come tirare le somme. C’è una parte malinconica e tragicomica nel pe-


© Sergione Infuso/Corbis via GettyImages

Elisa e Durdust nel concerto An intimate night al Teatro degli Arcimboldi di Milano, l’8 dicembre 2022

riodo natalizio per cui, qualsiasi cosa succeda, the show must go on. In che senso? A volte si mettono da parte situazioni pesanti. Questa cosa l’ho vissuta perché mio padre non si parlava con mio nonno. E il Natale era sempre un po’ strano. Il brano è una riflessione sincera e intima su quanto tutta una serie di dolori vengano sospesi per una Festa. Perché hai scelto proprio Silent night tra i brani natalizi? L’avevamo già eseguita e arrangiata l’anno scorso in modo angelico e tenero, ispirandoci all’universo sonoro dei Sigur Rós. Veniamo al concerto. Oltre alle tue hit che canzoni a tema ascolteremo? Quest’anno si va giù pesanti. Nel live al Forum la parentesi natalizia sarà più ampia, con un coro giovanile, l’arpa, i timpani, il vibrafono, le nostre quattro bravissime coriste, la band e Dardust al pianoforte. Da quando sono mam-

ma vivo le Feste in maniera diversa. Ho ricominciato da zero e mi sono messa ad ascoltare i dischi natalizi di Frank Sinatra, Ella Fitzgerald e Nat King Cole. Quindi cosa dobbiamo aspettarci? Have yourself a merry little Christmas, White Christmas, con un regalo speciale, Santa Claus is coming to town e sto cercando di fare anche Last Christmas degli Wham!. Ci saranno tanti ospiti e diverse sorprese, ma devono rimanere tali. Niente All I want for Christmas is you? Non è stata inserita perché io e l’artista con cui dovevo eseguirla abbiamo deciso di cantare un pezzo differente che, visto il periodo, lanciasse un messaggio di pace. Il live andrà anche in onda su Canale 5 la Vigilia di Natale. Sono onorata e felicissima di questa cosa. In più forniremo il numero per un fundraising che ha un obiettivo sostenibile.

Spiega un po’… I primi cinque concerti nascevano con l’idea di aiutare a raccogliere fondi per il progetto Music for the Planet, al fine di piantare alberi in piccoli comuni italiani. E anche con An intimate Christmas faremo la stessa cosa. È un’azione simbolo e un invito a donare rivolto a tutti, soprattutto in un periodo come il Natale in cui il consumismo impenna. Ma già dai live legati al mio album Back to the future era partito un percorso di sensibilizzazione sullo stato di salute ambientale dell’Italia. In ogni tappa avevamo organizzato un green village con mercatini di prodotti della zona e analizzato i dati generali per cercare di ridurre il più possibile le emissioni inquinanti durante i concerti. Com’è andata? La nostra ricerca è stata pubblicata dagli scienziati del Politecnico di Milano. E più della metà dei promoter 43


INCONTRO

nelle diverse regioni ha seguito corsi per rendere i live sostenibili finanziati da Friends & Partners, l’agenzia di concerti con la quale collaboro. Ai tuoi figli hai trasmesso un’anima green? Non siamo perfetti, ma sto cercando di responsabilizzarli perché agiscano in maniera cosciente, sviluppando una loro sensibilità sul tema. Ho la fortuna di vivere in campagna, con due orti e alberi da piantare: abbiamo un rapporto diretto con la natura. Da genitore come vedi il futuro? Nonostante il buio fitto di questo momento è vitale e fondamentale non trasmettere il pessimismo. È inquinante anche l’energia negativa che si trasmette. Anche se ci sono molti pericoli legati al cambiamento climatico bisogna avere un approccio costrutti-

© Daniele Venturelli/GettyImages

Elisa durante l’esibizione al Festival di Sanremo 2022

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vo e speranzoso. Che rapporto hai con i tuoi figli? Cerco di instaurare una relazione basata sulla fiducia, anche se mi rendo conto di quanto sia difficile. Credo che i genitori con un approccio molto protettivo non diano ai figli la possibilità di imparare e di sbagliare, parte fondamentale della crescita. Ci vuole un po’ di naturalezza e di tolleranza per mandarli in giro per il mondo con più serenità, senza ansie. Con che spirito vivi questo Natale? Sono fortunata e piena di gratitudine. Nel 2024 mi fermerò per scrivere, sarà un anno più tranquillo. Il tempo è una delle cose più prezio-

se e posso vivere il lusso di passarlo con i miei amici, facendo quello che mi piace. Se potessi incontrare la te stessa che muoveva i primi passi nella discografia cosa le diresti? «Meno male che sei così fulminata e così testarda!». Se fossi stata più ragionevole, non sarebbero accadute la metà delle cose che sono successe. Il motivo per cui ci sono riuscita è stato credere con tutte le mie forze nelle visioni artistiche più pazze e impossibili. Bisogna essere incoscienti: nella musica la razionalità serve a poco, è importante vivere le cose di pancia. E non ascoltare niente e nessuno se si vuole cambiare il mondo. elisatoffoli.com elisatoffoli


BELLEZZA SENZA CONFINI Livigno - Valtellina

La regione italiana con il più alto numero di Patrimoni UNESCO ti attende con le sue meravigliose città d’arte, i borghi suggestivi dove il tempo sembra essersi fermato e gli incredibili paesaggi naturali che rivelano una bellezza incontaminata. Il Lago di Como, il Lago di Garda, il Lago Maggiore e gli altri laghi ti apriranno scenari che lasciano senza fiato, mentre le accoglienti valli e il sontuoso profilo delle montagne ti stringeranno in un caldo abbraccio. Regalati l’emozione unica di un viaggio in Lombardia!

The Italian region with the highest number of UNESCO World Heritage Sites awaits you with its wonderful cities of art, its picturesque villages where time seems to stand still and its incredible natural landscapes that reveal an unspoiled beauty. Lake Como, Lake Garda, Lake Maggiore and the other lakes will unfold before your eyes with breathtaking scenery, while the welcoming valleys and the sumptuous profile of the mountains will encircle you in a warm embrace. Treat yourself to the unique emotion of a trip to Lombardy!


Courmayeur Mont Blanc. Italy at its peak.

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Con oltre 100 chilometri sciabili, 43 di piste e 60 di fuoripista, serviti da Courmayeur Mont Blanc Funivie, la località si pone ai massimi livelli nell’offerta di sport invernali in Italia ed Europa. Si può scegliere il versante dello Checrouit, da raggiungere sia con la funivia posta nel centro di Courmayeur che con la telecabina Dolonne, oppure le lunghe piste tra i boschi della Val Vény, accessibili grazie alla funivia in località Entrèves. Grazie all’altitudine, all’innevamento programmato, al sistema di battitura geolocalizzato – che permette di verificare costantemente lo spessore della neve – e alla professionalità di un esercito di “gattisti”, si scia sempre su un manto perfetto. Le piste più famose sono sicuramente la Checrouit, la pista Internazionale, la Youla e la Gigante, con piccole chicche come la Pista dell’Orso, in stile “wild”, appositamente non battuta e ricca di gobbe. Per gli amanti del freestyle, tra la pista Aretù e la Checrouit si trova lo snowpark, dove perfezionare trick e acrobazie su sci e snowboard in piena sicurezza. Infine, chi desidera ampliare i propri orizzonti può approfittare della vicinanza al comprensorio di La Thuile, o raggiungere rapidamente le stazioni sciistiche di Chamonix, Les Houches, Megève e Verbier, sciando a cavallo tra Italia, Francia e Svizzera con lo skipass Mont Blanc Unlimited. La Funivia Courmayeur rimane aperta tutte le sere fino a mezzanotte per permettere agli appassionati di trattenersi nei locali in quota e fare aperitivo con gli amici, brindare alla giornata appena trascorsa e godersi il tramonto e l’atmosfera magica della notte, mentre a valle si accendono le luci dei villaggi. Ci si accomoda davanti al camino acceso per gustare una cena a base di ricette del territorio. È una vera e propria ascesa verticale, un filo diretto con il Monte Bianco. Skyway Monte Bianco offre un’esperienza di viaggio nel cuore del massiccio. Si sale su cabine trasparenti, circolari e rotanti, per permettere di ammirare il paesaggio da ogni angolazione. All’interno delle stazioni – quella intermedia del Pavillon e quella finale, Punta Helbronner – troviamo vari servizi, compresa la ristorazione, con un Ristorante Alpino e il Kartell Bistrot Panoramic che propongono cucina valdostane per vivere i sapori del territorio. Imperdibile la terrazza circolare in cima a Punta Helbronner, osservatorio naturale dei Ghiacciai, che si apre su un panorama a 360° sui 4.000 delle Alpi: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin. Courmayeur è l’unica stazione sciistica del Monte Bianco dove si può praticare l’heliski: un’esperienza intensa ed emozionante. In elicottero si sorvolano pinnacoli e creste, ammirandoli da una prospettiva unica. Arrivati a destinazione, nella zona del Mont Fortin, in Val Veny, inaccessibile in funivia, ci si prepara alla discesa in neve fresca. A piccoli gruppi, in compagnia della Guida alpina, si sperimenta la pura ebbrezza della powder, la “polverosa” neve tanto amata dai freerider. Ai piedi del Monte Bianco si trova anche il vero paradiso per lo sci fuoripista, che regala sempre un profondo senso di libertà: si lascia la propria traccia, disegnando curve perfette, di fronte a panorami che lasciano senza fiato. Due le principali aree: il comprensorio della Courmayeur Mont Blanc Funivie e la zona del Monte Bianco. Chi preferisce le pelli agli impianti pratica invece lo scialpinismo, regalandosi un’esperienza di profonda comunione con la natura. Queste avventure adrenaliniche sono possibili grazie alle Guide alpine di Courmayeur, che accompagnano gli sportivi in quota. Tra le esperienze che propongono, la traversata della Vallée Blanche da Punta Helbronner, stazione di arrivo di Skyway Monte Bianco, da percorrere con gli sci ai piedi, scivolando tra guglie di granito, crepacci e seracchi fino a Chamonix, o anche con le ciaspole, lungo un itinerario ad anello che tocca il Col du Toula e il Col de Rochefort. Nei villaggi di Courmayeur o lungo i sentieri della Val Veny e della Val Ferret ci si inoltra alla scoperta del paesaggio invernale, nel silenzio della natura incontaminata. Atmosfere da vivere anche in notturna, magari al chiaro di luna, o alla luce delle pile frontali, per poi concludere la camminata con le ciaspole con una cena in rifugio. In alternativa si può provare la snowbike, la fatbike e l’e-fatbike, la versione elettrica della bicicletta dagli pneumatici larghi, partendo dal borgo di Planpincieux e percorrendo la Val Ferret.

Photo: Courtesy of Courmayeur Mont Blanc

Scoprite la meta ideale per chi adora sperimentare il territorio attraverso i suoi sapori più autentici, scoprendo le specialità locali nei ristoranti del centro o in quota, dove al piacere della tavola si somma quello della vista. Qui il cibo è passione e condivisione. Ogni locale ha la sua atmosfera, dal romantico bistrot al ristorante raffinato, dal rifugio in pietra e legno a quello alla moda, in stile contemporaneo. In montagna spesso si viene accolti, oltrepassata la soglia, dal profumo della polenta appena cotta, magari sul fuoco a legna.

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© Nicola Simeoni/AdobeStock

TRAVEL

Il rito del pignarûl in Friuli-Venezia Giulia

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SI ACCENDONO LE

FESTE

RITI DEL FUOCO, CARATTERISTICI PRESEPI E LEGGENDE SENZA TEMPO. UN VIAGGIO DA NORD A SUD, TRA GRANDI CITTÀ E PICCOLI BORGHI, PER CONOSCERE LE TRADIZIONI NATALIZIE PIÙ ORIGINALI D’ITALIA di Peppe Iannicelli

F

uochi scintillanti e beneauguranti, cibi gustosi, rappresentazioni sorprendenti. Il periodo natalizio in Italia è segnato da tradizioni secolari che mescolano fede e leggende, partecipazione popolare e creatività. A nord, in Friuli-Venezia Giulia, alla vigilia dell’Epifania o la sera del 6 gennaio, si accendono i pignarûl, alti ammassi di legna e fieno da bruciare. I fuochi scoppiettanti illuminano le vallate rievocando gli antichi riti propiziatori e di purificazione celtica, ereditati poi dal cristianesimo e declinati attraverso diversi simboli e usanze. La tradizione del pignarûl ha infatti radici millenarie ed è legata al culto di Beleno e Belisma, rispettivamente dio della luce e dea del fuoco nella religione politeistica. Bisogna invece aguzzare la vista sul pelo dell’acqua per ammirare il presepe sommerso di Laveno Mombello, in provincia di Varese. Le 42 statue di pietra a grandezza naturale dall’inizio di dicembre e fino all’Epifania vengono collocate su cinque piattaforme sott’acqua. In trasparenza si possono ammirare la grotta della natività e tante scene religiose che, immerse nelle profondità lacustri, assumono un fascino particolare.

Nel periodo di Natale in piazza De Ferrari, la più importante di Genova, si celebra il Confeugo, un rito che risale al tempo delle Repubbliche marinare. Al termine del corteo storico, partito da piazza Caricamento, l’abate consegna al sindaco vestito da doge un fascio di rami d’alloro. Al rintocco del Campanon de Päxo, la campana collocata sulla torre Grimaldina, la pianta – chiamata appunto Confeugo – viene incendiata e dalla fiamma si traggono gli auspici per l’anno a venire. Se sale dritta viene salutata con gioia, se storta è considerata un cattivo presagio. Insieme al Confeugo l’abate consegna al sindaco-doge anche i mugugni, un elenco di problemi lamentati dai genovesi che quest’ultimo si impegna a risolvere. Sono le campane dell’Ave Maria a scandire l’accensione dei Natalecci a Gorfigliano, una frazione di Minucciano in provincia di Lucca. Alle 18 della vigilia di Natale prendono fuoco questi giganteschi fasci di legname intrecciato preparati con sapienza secolare dai fedeli della Garfagnana. I Natalecci sono disposti sulle alture affinché siano ben visibili: l’intensità e la durata della fiamma sono valutati con grande attenzione perché la comunità sia illumina-

ta dalla benedizione divina il più a lungo possibile. La fiamma continua ad ardere anche dopo la nascita di Cristo, sostenuta da canti ed esortazioni per riscaldare Gesù bambino e i pastori che accorrono alla grotta. Le ceneri dei Natalecci vengono poi raccolte e conservate dalle famiglie del luogo. Qualcuno invece le sparge sui campi per invocare la protezione sui raccolti. Nelle Marche sono le candele a fare luce sulle Feste. Il paese di Candelara, in provincia di Pesaro e Urbino, onora il suo nome con l’evento Candele a Candelara, organizzato nei giorni dell’Avvento. Per alcuni minuti, durante le serate, tutte le luci elettriche vengono spente. Restano accese soltanto le fiammele di cera che, con la loro esile luce, rischiarano le piazze, le strade e le case. La singola candela è minuta ma tutte insieme generano un bagliore intenso, una sorta di richiamo all’unità solidale della comunità. A Oratino, in provincia di Campobasso, la vigilia di Natale si dà fuoco alla faglia, una torcia di canne pesante e imponente lunga 13 metri. Circa 50 uomini la trasportano a spalle dall’ingresso del paese fino alla chiesa, il punto più alto del borgo, mentre la processione intona lodi

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© Alessio/AdobeStock

TRAVEL

Il presepe sommerso di Laveno Mombello (Varese)

© Franco Bampi/Wikimedia

e canti natalizi. Con una fatica sovrumana viene innalzata accanto al campanile e data alle fiamme dopo la benedizione del parroco. Una luce potentissima, emblema abbagliante della vittoria del bene sul male, si diffonde tutto intorno e simboleggia il trionfo di Dio sul demonio.

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La tradizione del Confeugo a Genova

Scendendo verso sud si raggiunge Amalfi, dove è protagonista la stella cometa. Nel comune in provincia di Salerno, l’astro che guidò i Re Magi alla grotta di Betlemme illumina la notte della Vigilia durante uno spettacolo da brividi. La riproduzione della cometa viene calata dall’antica torre di av vista-

mento e scivola sul mare, lungo un cavo d’acciaio sospeso, fino a raggiungere il molo della darsena. Una lunga scia argentata accarezza la costa, dove migliaia di persone seguono il viaggio con il cuore in gola. Il rito, accompagnato da canti e preghiere, ha un enorme significato simbolico perché contrappone al buio delle tenebre la luce della stella, segno della nascita di Gesù. A Lecce si celebra la ricorrenza con il presepe allestito nell’Anfiteatro romano, nel centro storico. La sua caratteristica è quella


ta la benedizione del lievitato che arriva in tavola. Le decorazioni sono stupende: dalle semplici croci alle complesse ghirlande di fiori, fino alle mani intrecciate e alle sagome di Gesù bambino poggiate sulla superficie per impreziosirlo. Il pane rappresenta una benedizione per la famiglia ma anche un’occasione di incontro con i vicini, con cui si scambiano le forme più belle non senza un sottile desiderio di competizione. A Orgosolo, in provincia di Nuoro, il

31 dicembre i bambini sono invece protagonisti della Sa Candelaria, una tradizione che ricorda la festa di Halloween più recentemente importata in Italia. Muniti di grandi federe bianche, i piccoli girano di casa in casa recitando la formula «A nolla dazes sa candelaria?» con cui invitano gli abitanti a donare caramelle, dolci, frutta e ogni altro ben di Dio come, per esempio, il Su coccone, un pane soffice e buonissimo che si prepara con farina di semola di grano duro.

ll presepe allestito nell’Anfiteatro romano di Lecce

© Alessandro Errico/500px/GettyImages

di riprodurre l’ambiente rurale del Salento, con la grotta della natività posizionata in mezzo a case coloniche, lunghe distese di uliveti, campi di grano e botteghe popolari. Ma le Feste che chiudono l’anno sono ricche anche di tradizioni culinarie antichissime. In alcune zone della Calabria sopravvive ancora l’usanza di cucinare uno speciale pane di Natale chiamato U Natalisi. La sua preparazione coinvolge tutta la famiglia e, a volte, ai parenti defunti è affida-

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© Josef Plaickner

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Le montagne della Valle di Anterselva 52


L’ENERGIA DELLA NEVE GHIACCIAI, LAGHI ALPINI E UN’ARENA INCASTONATA TRA LE MONTAGNE. IN VIAGGIO NELLA VALLE DI ANTERSELVA, IN ALTO ADIGE, CHE OSPITERÀ LA COPPA DEL MONDO DI BIATHLON E I GIOCHI OLIMPICI INVERNALI DI MILANO CORTINA 2026 di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

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e Dolomiti, sullo sfondo, svettano maestose con il loro profilo inconfondibile. Più in basso la valle si allunga tracciando una linea pianeggiante. Con un territorio che si estende dal comune di Valdaora, in provincia di Bolzano, fino al Passo Stalle, al confine tra Italia e Austria, la Valle di Anterselva è una cartolina del Südtirol più autentico, fatto di vette imponenti che superano i tremila metri e ghiacciai cristallini. E pure di sport invernali, che qui non rappresentano solo una fonte di turismo e ricchezza ma plasmano da secoli l’identità di una popo-

lazione storicamente abituata a vivere “a ritmo di neve”, assecondando i tempi della natura. Lo sci di fondo è tra le attività più praticate nella valle, ma un posto d’onore qui spetta al biathlon, che al fondo combina il tiro a segno con la carabina. Proprio per la lunga tradizione legata a questo sport, il paese di Rasun-Anterselva è stato scelto per ospitare le gare internazionali della disciplina durante i Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026. Le competizioni si svolgeranno all’interno della Südtirol Arena Alto Adige dove, dal 18 al 21 gennaio 2024, si disputerà anche la Coppa del mondo. NEL TEMPIO DEL BIATHLON Mettere piede in questo stadio non significa solo entrare nel santuario del biathlon, ma vuol dire anche avere la possibilità di ammirare un impianto perfettamente integrato con il paesaggio circostante. Situata alla fine della valle, a 1.600 metri sul livello del mare, la Südtirol Arena Alto Adige con la sua tribuna appare perfettamente incastonata tra le montagne intorno. Durante le gare l’atmosfera che si crea in pista e tra gli spalti è unica ma la struttura vale una visita anche fuori dal calendario dei tornei. Quando non è sottoposta alla manutenzione necessaria per gli eventi sportivi, infatti, vengono organizzati diversi tour per chi desidera conoscerla. Gli appassionati possono anche provare l’adrenalina del tiro a segno e immaginare

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© Valentina Strobl

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La Südtirol Arena Alto Adige durante i Campionati mondiali di biathlon del 2020

la tensione provata dai campioni e dalle campionesse di biathlon che impugnano la carabina contro i cinque bersagli dopo una faticosa corsa sulla neve, con il cuore che pulsa a non meno di 180 battiti al minuto. SCI DI FONDO SUL LAGO GHIACCIATO Poco distante dall’arena si trova il lago di Anterselva, che con i suoi 44 ettari di superficie è il terzo dell’Alto Adige per grandezza. Un’antica leggenda ne lega l’origine a un mendicante in cerca di elemosina: alla sua richiesta di carità i contadini della zona risposero offrendogli del pane ammuffito, attirando sulla zona una potente maledizione. In tre giorni l’area si riempì d’acqua, le case scomparvero e al suo posto sorse la distesa cristallina. Nei mesi estivi il turchese del lago si mischia al verde della vegetazione fino a perdersi tra le sfumature delle vette del Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina. Il colpo d’occhio è assicurato anche in inverno, quando il quadro cambia e assume i toni candidi della neve che copre montagne, boschi e acque. Con il clima rigido il lago si ghiaccia e sulla sua superficie si delinea la pista da fondo, un tempo punto di inizio della staffetta nelle gare di biathlon. Oggi Antholzer See, questo il suo nome tedesco, è un’attrazione imperdibile non solo per i fondisti che lo scelgono per praticare sport ma anche per gli escursionisti attratti dai numerosi percorsi che si snodano intorno allo specchio d’acqua gelato. PERCORSI A PIEDI O CON LE CIASPOLE Muniti di ramponcini per evitare di scivolare sul manto duro, ed equipaggiati con thermos di tè caldo e crema

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solare – perché d’inverno i raggi si riflettono sul ghiaccio aumentando la loro potenza – si può partire per un giro del Lago di Anterselva. Gennaio, febbraio e marzo sono i mesi ideali per affrontare questo percorso che dura circa 30 minuti e consente di ammirare la distesa d’acqua ghiacciata da ogni angolazione, in corrispondenza della pista da sci di fondo, se le condizioni meteo lo consentono. Nella frazione di Rasun di Sopra è imperdibile, invece, l’escursione all’interno del biotopo Rasner Möser. L’area umiSciatrici di fondo a Rasun di Sotto (Bolzano)


© Josef Plaickner

Lago di Anterselva a Rasun-Anterselva (Bolzano)

lometri di piste e i 32 moderni impianti di risalita che consentono a qualsiasi tipo di sciatore e sciatrice di connettersi con la natura del luogo. Gli esperti possono cimentarsi sulle Black five, le cinque piste nere del comprensorio, mentre la sciovia Riepen ad Anterselva di Mezzo è perfetta per tutti coloro che preferiscono tracciati morbidi, lontano delle discese affollate. L’area è adatta anche ai bambini, per un primo approccio allo sci o per imparare a pennellare meglio le curve. Senza distinzioni tra professionisti e dilettanti, a fine giornata o per una pausa dalle fatiche delle attività all’aperto, ci si ritrova nei rifugi alpini che offrono piatti della tradizione e rivisitazioni di ricette classiche. Non possono mancare gli Schlutzkrapfen, ravioli ripieni di spinaci e ricotta, canederli di tutti i tipi e il Kaiserschmarrn, la frittata dolce tipica della cucina austriaca. Seduti a tavola, menù alla mano, non c’è scelta che risulti eccessiva dal momento che, lo dice anche il proverbio locale, «in malga non si fa mai peccato». milanocortina2026.olympics.com antholzertal.com/it

© Harald Wisthaler

da, riserva naturale dal 1973, si estende per 23 ettari ed è liberamente accessibile tutto l’anno, anche con carrozzine e biciclette. Qui è possibile avvistare numerose specie animali e vegetali come la drosera, una pianta carnivora che resiste a temperature molto basse, il cinquefoglio di palude e alcune specie rare di orchidee. Il paesaggio incontaminato della valle si presta anche a escursioni con le ciaspole. Molti sentieri conducono direttamente nel cuore del Parco naturale delle Vedrette di Ries-Aurina, attraverso boschi e prati alpini innevati, dove l’unico suono percepibile è lo scricchiolio della neve sotto i propri passi. SNOWBOARD E RIFUGI ALPINI Il gruppo montuoso delle Vedrette di Ries è famoso anche perché puntellato da ghiacciai, uno scenario straordinario per gli appassionati di sci alpinismo che qui possono trovare percorsi adatti a diversi livelli di allenamento. Si sfida la salita lasciando le proprie tracce sulla neve e si riscende godendosi il paesaggio immacolato. Chi invece desidera dedicarsi allo sci e allo snowboard non può esimersi dal visitare Plan de Corones con i suoi 119 chi-

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ALL’OMBRA

IN PROVINCIA DI ASCOLI PICENO, LUNGO LA VIA SALARIA, PER CONOSCERE IL TERRITORIO DOMINATO DAI MONTI AZZURRI CANTATI DA LEOPARDI. TRA BORGHI ARROCCATI, VALLATE INCANTEVOLI E ANTICHI MITI testo e foto di Emanuele Santori

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emanuelesantori.photos

na sottile striscia di terra dalle infinite sfumature, con una bellezza che non dà tregua e, nel vortice delle stagioni, cambia solo d’abito. La penisola italica è stretta ma dotata di una solida e talvolta aspra spina dorsale. Ben lo sapevano gli antichi Romani che l’hanno attraversata, con le loro vie consolari, a diverse latitudini. Tra di esse la Salaria, il cui primo tracciato risale ai Sabini, che con i suoi circa 200 chilometri la taglia dritta dalla Capitale all’Adriatico. Era appunto la strada del sale, un bene prezioso che dalle coste marchigiane veniva trasportato

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a Roma. Oggi, oltre a essere un’arteria commerciale, è strada prediletta dai vacanzieri, fosse anche solo per il fine settimana. Attraversa paesi deliziosi, ricchi di attrazioni, sia per chi sale dalla Capitale verso il passo della Torrita (il punto più alto con i suoi 1.010 metri) nei pressi di Amatrice, sia per chi, percorrendo il litorale adriatico, decide di lasciare la costa e attraversare la valle del fiume Tronto attratto dalle cime innevate. Da Porto D’Ascoli, la Salaria (tuttora punteggiata dagli antichi cippi miliari) corre così lungo il fondovalle, tagliando il cuore dei centri abita-

ti – accompagnata dalla ferrovia – e, superata Ascoli Piceno, inizia a salire lungo il versante orientale degli Appennini. Un territorio di media montagna, in parte all’interno del Parco nazionale dei monti Sibillini, dominato dalla cima del Vettore che, con i suoi 2.476 metri di altezza, si stende come un leone accovacciato, visibile fino al mare. Mille borghi punteggiano questa zona. I paesi più vicini ad Ascoli Piceno, maggiormente antropizzati, sono il rifugio di chi fugge dalla città in cerca di pace e silenzio per godere di viste incredibili, a fronte del disagio arreca-


DEI SIBILLINI to da una maggiore distanza dal luogo di lavoro. Quelli più interni, invece, sono animati d’estate dai proprietari delle seconde case, eredità dei tempi in cui la vita ferveva sostenuta dalle coltivazioni e dalla pastorizia, ma si abbandonano alla lentezza durante l’inverno, quando spesso solo il fumo di qualche camino segna indolente la presenza dei residenti tra il bianco della neve e il blu del cielo. A ridosso del massiccio del Vettore c’è Arquata del Tronto, paese incantevole, a cui il terremoto del 2016 ha inferto un colpo terribile: rimane ora in piedi soltanto la rocca con l’antica torre, una volta poste a difesa degli abitanti negli eventi bellici e ora strenuo baluardo della bellezza di un territorio che vuole ostinatamente risorgere. Più a valle si trovano Acquasanta, con le sue terme sulfuree, il borgo di Quintodecimo e Ponte d’Arli, che deve il suo nome alla

pregevole ed elegante struttura costruita nel XVI secolo in stile romanico dai maestri comacini, utilizzando il caratteristico travertino ascolano. Chi ha voglia, però, di vivere percorsi turistici non inflazionati, può risalire la valle del torrente Fluvione, rinomata per la presenza del pregiato tartufo nero, che cresce in un terreno geologicamente adatto, spesso impervio, tra alberi amici quali la quercia, il faggio e il nocciolo. Ci si può concedere una breve sosta alla cascata di Arena, dove c’è un mulino idraulico del ‘600, e poi, passando per Uscerno, entrare all’interno del Parco nazionale dei monti Sibillini. Si giunge così a Montegallo, il cui nome, di origine cinquecentesca, è composto dal termine monte e dal germanico wald (bosco). Una grande terrazza offre una vista straordinaria sui Sibillini e la fredda, tersa aria invernale chiarisce bene

il motivo per cui Giacomo Leopardi pensò di chiamarli «monti azzurri» nella celebre poesia Le ricordanze. Vale poi la pena addentrarsi fino all’antico villaggio Foce di Montemonaco, a quasi mille metri di altitudine, uno dei punti di partenza per le escursioni verso la cima del Vettore. La Piana della Gardosa, una vasta vallata che scendendo dal monte termina nel piccolo centro abitato, d’inverno si presta come percorso per lo sci di fondo e le ciaspolate, lungo un sentiero inizialmente non impegnativo, adatto anche ai neofiti, ma che poi si fa erto e riservato solo ai più esperti. Si tratta di una valle glaciale, che presenta al culmine il lago di Pilato, unico naturale delle Marche, formato dallo sbarramento prodotto dai resti di una morena e circondato da un arcipelago di creste in gran parte aguzze e verticali. Questo luogo magico, secondo la

L’alba tinge di rosa Venarotta (Ascoli Piceno), le vette dei monti Sibillini, della Laga e del Gran Sasso

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Il lago di Gerosa, tra le province di Ascoli Piceno e Fermo

leggenda, avrebbe preso il nome da Ponzio Pilato: nelle acque, infatti, sarebbe finito il corpo del governatore romano giustiziato da Tito Vespasiano per non aver impedito la crocifissione di Gesù. Ma ricca di mistero e di miti è tutta la zona. Come la grotta della Sibilla, da cui l’omonimo monte e la denominazione dell’intera catena, punto di ingresso di un mondo sotterraneo paradisiaco, regno fatato della Sibilla Appenninica, maga e incantatrice. Una mattinata di fatica sulla neve non può non concludersi nel tepore di una taverna, tra funghi e tartufi, capriolo e cinghiale, seguiti dall’immancabile e digestivo liquore alla genziana. A pochi chilometri si trova il paese di Mon-

temonaco con la sua rocca, eretta per la prima volta nel X secolo, posta in un punto da cui gli armigeri potevano controllare un’ampia porzione di territorio. Da qui si può godere di un paesaggio mozzafiato, spaziando con lo sguardo dai monti della Laga e dal massiccio del Gran Sasso a sud, fino alle province di Fermo e Macerata a nord. In questo borgo dai profumi e dai sapori forti è impossibile resistere alla tentazione di qualche acquisto che ne possa ravvivare la memoria una volta rientrati a casa. Scendendo lungo la valle del fiume Aso ecco il lago di Gerosa, frutto della costruzione di una diga artificiale, le cui acque hanno tinte di sapore alpino. Sulle

sue sponde sorge la stupenda chiesa di San Giorgio all’Isola, gioiello il cui impianto originale risale a un periodo che va dal IX al X secolo. Dal passo di Croce di Casale si raggiunge Propezzano, che offre una splendida vista del monte Vettore e della valle del Fluvione: se è l’ora del tramonto, si vede il sole nascondersi dietro le cime e lanciare le sue ultime lame di luce sull’abitato di Montegallo. Dopo aver visitato questi luoghi con la neve, difficilmente si resiste alla tentazione di tornarvi d’estate, quando si possono percorrere mille sentieri, dai più semplici ai più impegnativi, tra boschi, prati e creste rocciose, su un terreno di vera montagna.

Rocca di Montemonaco, dominata dal massiccio del monte Vettore e dal monte Sibilla (Ascoli Piceno)

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IL BORGO DELLE STORIE TERRA DI LEGGENDE, CENTRO CULTURALE E SET CINEMATOGRAFICO. A SPASSO PER I VICOLI DI CASERTAVECCHIA, GIOIELLO MEDIEVALE SOSPESO TRA MITO E REALTÀ

© GiorgioMorara/AdobeStock

di Giuliano Compagno

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n piazza del Seggio mi colpisce la vista sull’intera città, che sembra raccontare vite e leggende del posto. Salendo per via Federico II di Svevia, mentre un cane mi gira intorno, scorgo delle bottegucce di ceramica, vedo piccole finestre con le loro tendine ben curate e apprezzo la calma che pervade questi vicoletti. Mi trovo a Casertavecchia, borgo campano a pochi chilometri dalla città della Reggia, anticamente frequentato da piccole comunità di cavalieri templari, che custodisce tesori architettonici e storie affascinanti. Mi affaccio su piazza Vescovado e osservo un uomo intento ad aprire un portone. Mi dice di chiamarsi Pasquale e che il suo bisnonno rilevò il convento dei Minimi, oggi sede dell’Antico ristorante Mastrangelo, a due passi dal duomo di San Michele Arcangelo, la cui costruzione risale al 1100 circa. Proprio da quella chiesa antica si sente uscire della musica. Mi si fanno incontro il batterista Alex Perrone e il contrabbassista Luca Varavallo del quartetto di jazz contemporaneo Brew 4et. Il

duomo gliel’ha aperto Don Gianni Vella per girarci un video. In fondo sono eredi di Pietro Condorelli, grande jazzista di origine casertana e fondatore di un altro quartetto, il Sonora Art. Di questo edificio mi racconta Augusto Ferraiuolo, antropologo casertano che insegna all’Università di Boston. Accenna all’impianto romanico e al mistero delle maestose colonne d’epoca romana: «Come sono arrivate sin quassù? Vi era già un tempio o furono alcune creature fantastiche a volare con le colonne sulla testa, le mani libere per fare la maglia e una filastrocca da cantare?». Leggenda vuole, infatti, che le fate dei monti Tifatini, parte dell’Antiappennino campano, abbiano portato i pilastri dalla pianura fino alla collina trasportandoli in spalla. Mito e storia si incrociano continuamente in questo borgo arroccato, che una volta si chiamava Casa Hirta, luogo con attitudini e costumi diversi rispetto ai centri più prossimi. Qui il mare non c’è, ci si chiude e si osservano le cose all’interno della propria comunità: nulla a che vedere

con l’apertura al mondo tipica di Napoli. E se pure le identità si negoziano, al silenzio interiore non si rinuncia: la “campanità” è racchiusa tutta dentro questa piazzetta incantata che sorride bonaria verso valle alla sfarzosa e imponente Reggia di Caserta. Questo spazio unico, diretto negli anni da persone preparate e appassionate come Mauro Felicori e, dal 2019, Tiziana Maffei, è indissolubilmente legato all’architetto Luigi Vanvitelli, che progettò il palazzo. A Caserta è connesso anche il nome di Toni Servilllo: l’attore e regista di Afragola, che si è trasferito qui da piccolo con tutta la famiglia, non perde occasione per parlare della bellezza incredibile del borgo vecchio. Enzo Battarra, assessore alla cultura del Comune di Caserta, frequentò il liceo Pietro Giannone proprio insieme a lui. Il fatto di stare in due sezioni diverse non gli impedì di conoscere bene quel ragazzo introverso che aveva musicato A Silvia di Giacomo Leopardi: «Diventammo amici. Mettemmo in scena uno spettacolo del dramma-

Il borgo di Casertavecchia

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turgo tedesco Bertolt Brecht e una performance di teatro-poesia ispirata a un testo dello scrittore cubano Nicolás Guillén. Poi le nostre strade si sono divise perché io volevo scrivere ma quella era un’epoca di pochi attori e nessun testo». A Caserta, in quegli stessi anni, si affacciò anche il regista napoletano Mario Martone, che nel 1986 fuse la sua compagnia Falso movimento con il Teatro dei mutamenti del conterraneo Antonio Neiwiller e il Teatro studio di Servillo. Nacque così la compagnia Teatri uniti, una potenza creativa impressionante in una regione che, dopo il terremoto del 1980, sembrava voler rinascere. A questo processo di rifioritura culturale, verso la fine degli anni ‘90 si aggiungeranno gli scrittori campani Francesco Piccolo con Storie di primogeniti e figli unici e Antonio Pascale con La città distratta. «A Caserta si era venuta creando una sorta di anima nuova, intellettuale e poetica

© DinoPh/AdobeStock

Il duomo di San Michele Arcangelo

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insieme», chiosa Battarra. Al tavolo del ristorante Il Borgo da Modesto, si unisce a noi Nicola Busino, professore di Archeologia cristiana e medievale all’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Ci racconta che il borgo di Casertavecchia nasce nel Medioevo insieme a un senso di civitas che a poco a poco andrà a trasferirsi a valle. Perché i luoghi arroccati sono una meraviglia difficile da gestire. Così Caserta “nuova” ha destinato alla “vecchia” il ruolo di sito culturale insieme al borgo di San Leucio e la sua seteria, sul tracciato viario che dalla città della Reggia va verso Caiazzo e la valle del Volturno. Ai piedi dell’antica Casa Hirta si trova anche la magica chiesetta di San Rocco, pellegrino invocato dai cristiani come guaritore. Un luogo commovente per l’intimità che emana: «Quando si parla del santo», dice Busino, «ci si riferisce alla tradizione degli ex voto, offerti per chiedere la guarigione impossibile dalla peste. Tant’è che

Rocco è spesso raffigurato con una piaga sulla gamba e un cane dietro a leccargli la ferita». Allo storico sono stati affidati gli scavi del bellissimo castello di Casertavecchia, dove Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del film Il Decameron. Il regista scritturò molte comparse nel borgo e con loro pranzava volentieri da Mastrangelo. «I dialoghi sono in napoletano, mentre ci sarebbe stata meglio una parlata medievale», precisa il professore. Sorseggiando il caffè, Ferraiuolo evoca la storia della gallina dalle uova d’oro, che pare scorrazzasse nel castello e abitasse l’antica torre. Poi questi tre magnifici ospiti ricordano insieme un grandioso concerto di Vinicio Capossela, proprio tra le mura dell’edificio fortificato. Beati loro che restano qui, in un «paesaggio fermo e perfetto», come il giornalista vicentino Guido Piovene descrisse questi luoghi dove tutto è sospeso, tranne la bellezza.


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16 · 11 · 2023 — 11 · 02 · 2024 Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Roma

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Con la collaborazione di

Si ringrazia

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IL PAESE DEI MILLE PAESI di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia]

LA PERLA DEL POLLINO

© Francesco Antonio Bruno

A SPASSO PER IL BORGO MEDIEVALE DI MORANO CALABRO. TRA ABITAZIONI IN PIETRA, ARCHITETTURE NORMANNE E PRODOTTI TIPICI

Il borgo di Morano Calabro (Cosenza) 64


a cura di

vdgmagazine.it

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© Comune di Morano Calabro

l Pollino è una montagna incantata, parte integrante del parco nazionale omonimo (di 200mila ettari) che si estende su 32 comuni della Calabria e 24 della Basilicata. In tempi remoti, la vetta era considerata il monte di Apollo, grazie anche alla ricchezza di erbe dalle proprietà terapeutiche diffuse nella zona. Da alcuni sentieri, oltre alla vista mozzafiato, nelle giornate terse è possibile ammirare i tre mari – Ionio, Adriatico, Tirreno – e i deliziosi borghi aggrappati alla montagna, che raggiunge i 2.248 metri di altezza. Tra questi spicca Morano Calabro, in provincia di Cosenza, detto il presepe del Pollino, fonte di ispirazione per artisti e scrittori. Si resta sempre ammaliati da quella considerata, ormai, un’immagine iconica: la rappresentazione del borgo medievale e delle abitazioni di pietra attaccate le une alle altre, che generano uno spettacolare e indimenticabile scenario natalizio, soprattutto subito dopo il tramonto. Il centro storico moranese, oltre a fare parte dei Borghi più belli d'Italia, ha ottenuto dal Touring club la bandiera arancione, marchio di qualità turistico-ambientale riservato alle località dell’entroterra, grazie ai suoi punti di forza: natura, cultura, arte e sostenibilità. Motivo per cui è una delle destinazioni selezionate dal progetto Eden, sviluppato dall’Unione europea con l’obiettivo di individuare mete d’eccellenza per il turismo sostenibile. Diversi civiltà e popoli hanno vissuto in queLa cupola e il campanile maiolicati della chiesa di Santa Maria Maddalena

sto territorio: oltre ai Romani si sono succeduti Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Aragonesi. Proprio tra il 1100 e il 1200, in età normanno-sveva, è sorto il nucleo originario del castello di Morano Calabro, ampliato tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del principe Pietro Antonio Sanseverino, che lo elesse a propria dimora estiva. L’architettura del borgo si distingue, inoltre, per la presenza di numerose strutture religiose degne di nota: la chiesa di San Bernardino da Siena, compatrono locale, gioiello monastico in stile tardo-gotico, quella di Santa Maria Maddalena, ricca di opere d’arte, con cupola e campanile maiolicati giallo e blu, e la basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, la più antica di Morano, con all’interno le statue marmoree di Pietro Bernini, padre del più famoso Gianlorenzo. I resti del Castello normanno-svevo e gli edifici storici diventano cornici perfette per eventi tradizionali come la Festa della bandiera, che racconta la vittoriosa battaglia tra moranesi e pirati saraceni nel 1076. Una ricorrenza che viene vissuta intensamente con tre giorni di iniziative, spettacoli pirotecnici, botteghe aperte e stand enogastronomici. Tra gli altri appuntamenti da non perdere ci sono la Festa della Madonna delle Grazie, l'altra patrona cittadina, e quella della Madonna del Monte Carmelo, molto sentita e partecipata dagli autoctoni. Anche i dintorni di Morano si prestano a interessanti 65


IL PAESE DEI MILLE PAESI

scoperte: gli escursionisti infaticabili e gli appassionati di speleologia possono visitare le Grotte di San Paolo con i suoi calcari mesozoici ben stratificati. Il territorio produce inoltre ottimo olio d’oliva e offre prelibati primi piatti fatti in casa: le lagane, tagliolini con pomodori e fagioli freschi o ceci; i rascateddri, maccheroni raschiati con fil di ferro e conditi con sugo di caprettone o di salsiccia; i cavateddri, gnocchi di farina di semola insaporiti con sugo di pomodoro fresco. La vera specialità,

però, è lo stoccu e pateni, stoccafisso e patate, cioè il merluzzo essiccato al sole, cucinato e affogato nell’olio. Tra le particolarità della zona ci sono pure i peperoni tondi della limitrofa Roggiano Gravina: raccolti a fine agosto, vengono sistemati in lunghi fili appesi fuori dalle finestre per circa un mese. A settembre non c’è abitazione del borgo moranese che non sia adornata da queste spettacolari collane rosse. Completata l’essiccazione, i peperoni vengono macinati finemente e ag-

giunti a tutte le ricette tipiche. Infine, un’altra eccellenza che richiama moltissimi turisti da giugno è la fioritura della lavanda loricanda, specialità originaria del Pollino impiegata in fitoterapia e cosmesi. A Campotenese, frazione di Morano, c’è addirittura un parco dedicato a questa pianta, curato dalla famiglia Rocco in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche, che conta oltre 60 varietà diverse di lavanda provenienti da tutta Europa.

© Pino Rimolo

La basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

LA FRASCATOLA di Sandra Jacopucci

Questo piatto è una sorta di scatola costituita da una pagnotta svuotata, con funzione di isolante termico, riempita di polenta bramata arricchita da verdure di stagione, legumi o salsiccia. La ricetta, interpretata da Adriana Tamburi, esperta di cucina di Morano Calabro, si realizza in una pentola di rame. Basta soffriggere in olio evo due spicchi d'aglio in camicia, aggiungere una punta di paprica e acqua. In inverno si può utilizzare la parte tenera delle foglie crude del cavolo nero, insieme a due peperoni secchi senza picciolo e al fagiolo bianco tondo precedentemente bollito nella “pignata” in terracotta posta sul fuoco dei camini a legna o delle stufe. Si aggiunge poi la farina di mais a filo, al centro della pentola, mescolando fino a completa cottura. La pagnotta così farcita, un tempo, si conservava chiusa in un canovaccio legato a un bastone e portato a spalla dai contadini mentre raggiungevano i campi di lavoro. 66



GENIUS LOCI di Peppone Calabrese PepponeCalabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo]

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UNA TERRA DA CUSTODIRE NEL RAGUSANO PER CONOSCERE L’AZIENDA AGRICOLA DI ARIANNA OCCHIPINTI. L’IMPRENDITRICE SICILIANA CHE PRODUCE VINO NATURALE SALVAGUARDANDO LA BIODIVERSITÀ DEL TERRENO E RECUPERANDO SAPERI ANTICHI

© Simone Aprile

I vigneti dell’azienda agricola Arianna Occhipinti a Vittoria, Ragusa

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© e55evu/AdobeStock

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gni anno, quando devo scegliere dove passare le vacanze estive, la Sicilia è tra le destinazioni in pole position. Ci torno ogni volta che posso perché da sempre subisco il fascino dell’isola. Quindi, avendo un fine settimana libero, decido di andare a Ragusa in treno. Prendo un albergo a Ibla, uno dei due quartieri che formano il centro storico della città e, mentre passeggio tra le sue vie, mi viene in mente una frase dello scrittore Gesualdo Bufalino, nato proprio in queste terre: «Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia». Dopo aver vagato a lungo ed essermi perso nelle mille sfaccettature di bellezza che questo centro antico racchiude, decido di fermarmi. Entro in un’osteria di quelle che piacciono a me, autentiche, con le sedie in legno di una volta, e ordino un coniglio alla pattuisa. Questa specialità, tipica della tradizione ragusana, è una gustosa variante del coniglio alla cacciatora. La carne che in origine veniva fatta marinare esclusivamente nel Porto, da qui la denominazione alla pattuìsa che significa alla portoghese, oggi viene messa a riposare nel vino

Il quartiere Ibla di Ragusa

bianco per poi essere servita con le verdure. L’oste, un ragazzo non troppo sorridente ma professionale e preciso, mi propone di accompagnare il piatto con un calice di vino rosso naturale prodotto da Arianna Occhipinti, a suo dire un vero talento della viticoltura italiana. Incuriosito, leggo qualcosa sul web: l'imprenditrice è di Marsala, nel Trapanese, ma la sua azienda agricola si trova a Vittoria, vicino Ragusa. Decido così di andarla a conoscere. Arrivato sul posto chiedo informazioni e mi dicono di cercare Arianna vicino agli ulivi. La trovo arrampicata su una scala, tutta presa dalla raccolta. Quando la chiamo mi raggiunge sorridendomi, anche se non mi conosce. Mi presento e le dico che la sua storia mi incuriosisce anche perché il mondo del vino non è popolato da molte donne e le agricoltrici in circolazione sono poche. Mi racconta di esserlo diventata contro ogni previsione e di aver poi scoperto la bellezza di questa attività: «È un lavoro che mi consente di conciliare diverse parti di me, spingendomi a sognare. Mi sento un po’ come un sasso lanciato a pelo d’acqua, che sfida la forza di gravità, rimbalza, corre in avanti sperando di fare ancora un altro salto». Poi continua parlandomi del ruolo degli agri69


© Simone Aprile

GENIUS LOCI

La cantina dell’azienda agricola

© Simone Aprile

spontanee che crescono in vigna e aiutano il terreno a ossigenarsi e ad alimentarsi. A queste si aggiungono miscugli di essenze diverse appositamente interrate per incentivare lo sviluppo della sostanza organica del suolo: leguminose, graminacee, crucifere. Cerchiamo poi di rispettare la flora spontanea, che rappresenta una grande risorsa. Siepi, cespugli, zone boschive e alberi di ulivo aiutano a mantenere la biodiversità, rendono la vigna più resistente e il vino più sincero». Sano e schietto proprio come lo avevo percepito in osteria.

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mine radici. «Sono nata a Marsala ma cresciuta a Vittoria, terra di agricoltori e, cento anni fa, di tanti viticoltori. L’agricoltura è entrata nella mia vita con un ruolo ben preciso: radicarmi. Perché, dal punto di vista evolutivo, lavorare la terra per produrre cibo ha avuto questo effetto sull’essere umano. Migliaia di anni fa eravamo nomadi, esploratori e cacciatori. Seminare, invece, ci ha fatto scoprire il piacere di mettere radici, e anche viceversa. Stare fermi consente di ascoltarsi, guardarsi, conoscersi». L’argomento mi sembra interessante e allora indosso i panni del conduttore di Linea Verde e le chiedo se tutti gli alberi che vedo ai margini del campo, in prossimità delle viti, non siano stati posizionati in quel modo per una precisa scelta di agroforestazione. Arianna si fa seria, mi guarda e mi dice che per lei la biodiversità è il tema centrale dell’agricoltura e l’obiettivo di chi lavora nel settore dovrebbe essere contribuire a mantenere l’equilibrio tra alberi, piante, animali, piccoli organismi e vigneti seminativi. «Considero una ricchezza le essenze

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coltori in un territorio come quello italiano, col suo paesaggio formato da micro-appezzamenti: «Il contadino è come un custode e anche io mi sento così. Mi prendo cura di questo luogo al sud della Sicilia, con le sue sabbie rosse, la pietra calcarea bianca e i muretti a secco». Va avanti dicendomi di credere nella cultura del dialogo, da sempre presente nella tradizione agricola dell’isola e ancora fondamentale in una terra che guarda al Mediterraneo, e di impegnarsi per rispettare in ogni gesto l’equilibrio della natura. «Il vino mi ha aiutato in tutto questo, è stato un propulsore capace di condurmi piano piano a sviluppare queste sensibilità. Io sono felice di fare il mio lavoro e di farlo in quanto donna. La Sicilia ha bisogno anche di questo, oltre che di progetti capaci di mostrare che qui le cose si possono fare per bene». Il vino bevuto in osteria mi è sembrato sincero proprio come lei. Arianna è diretta, schietta e sembra molto determinata a portare avanti i suoi piani. A questo punto la incalzo domandandole che cosa significhi per lei il ter-

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Siamo leader nella ricerca e commercializzazione di prodotti alimentari, agroalimentari e non solo, tracciati in riferimento alla domanda dei consumatori pubblici e privati. Tra i nostri obiettivi vi sono lʼimportazione, lʼesportazione e la commercializzazione di prodotti e sottoprodotti di differenti tipologie. Il nostro mercato? Quello nazionale e quello internazionale.

I NOSTRI PRODOTTI

BEVANDE AUTORISCALDANTI

KIT ALIMENTARI MODULARI

L'innovativa linea di bevande autoriscaldanti, il modo più veloce per una pausa dal gusto speciale.

Leonardos realizza i courtesy kit che sono attualmente distribuiti ai clienti per gestire le criticità della circolazione ferroviaria.

PUSH&DRINK

Push&Drink è il marchio di una linea di bevande istantanee che utilizza una tecnologia che permette di autoriscaldare la bevanda contenuta nella busta così da avere una bibita calda sempre pronta. Il caffè o il tè contenuto nella busta è separato dal sistema di riscaldamento in essa presente. La bevanda non contiene coloranti né conservanti e offre garanzia di sicurezza alimentare.

COURTESY KIT

Sono realizzati in vari formati, in astuccio, in sacchetto e anche in contenitore termico e possono essere modulati a seconda delle esigenze e delle richieste.

Disponibile anche con contenitore termico

Push&Drink è una linea di prodotti Made in Italy.

Via del Fragno, 62 - 70022 Altamura (BA) | T +39 080 314 08 37 | info@leonardos.it | www.leonardos.it


BUON VIAGGIO BRAVA GENTE di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato

padrenzo

padreenzofortunato

[Giornalista e scrittore]

UN PRESEPE ANCORA VIVO A GRECCIO, 800 ANNI FA, SAN FRANCESCO MISE IN SCENA LA PRIMA RAPPRESENTAZIONE AL MONDO DELLA NATIVITÀ. UN ANNIVERSARIO SPECIALE CHE IL 25 DICEMBRE VIENE CELEBRATO IN DIRETTA TV DAL BORGO LAZIALE Il Santuario di Greccio (Rieti)

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© AFP/GettyImages © Kim/AdobeStock

Il presepe vivente a Greccio (Rieti)

A

dicembre, il mese in cui si festeggia il Natale, è quasi d’obbligo un emozionante viaggio alla ricerca delle radici profonde del presepe di Greccio – la prima rappresentazione al mondo della Natività – e della sua connessione con uno dei santi più venerati della Chiesa cattolica: Francesco d'Assisi. Di questi tempi, nella suggestiva cittadina in provincia di Rieti, a ridosso degli Appennini, si respira un'atmosfera che trasuda tradizione e spiritualità. Il borgo laziale, con il suo aspetto pittoresco sospeso nel tempo, nel dicembre 1223 ospitò proprio Francesco, che era in una fase di profonda connessione con la natura. Proprio qui, animato dall’ardente desiderio di diffondere il messaggio del Vangelo e ispirato dalla bellezza del paesaggio, il santo ebbe l’idea che avrebbe cambiato per sempre la tradizione natalizia. Passeggiando per le stradine di Greccio è facile immaginarlo mentre viene colto da una visione e capisce che quello in cui si trova è il luogo ideale per ricreare la scena della Natività in modo autentico e coinvolgente. I biografi raccontano che convocò gli abitanti del luogo con i loro animali e invitò tutto il villaggio a partecipare alla prima rappresentazione vivente della nascita di Gesù. Così, il 24 dicembre di 800 anni fa, prese vita il presepe di Greccio. Possiamo immaginare la scena illuminata solo da candele e il santo che racconta la storia della venuta al mondo di Cristo con le parole del Vangelo. Oggi, un affresco del 1400 circa nella grotta del Santuario di Greccio ricorda quel momento. La parte destra è occupata da una rappresentazione che enfatizza l’umanità dei personaggi: Maria allatta il Bambino Gesù e, al suo fianco, San Giuseppe sta seduto in un atteggiamento di ascolto e totale disponibilità verso la volontà divina. Nella parte sinistra della lunetta è raffigurata la scena del presepe di Greccio, con Francesco in abito diaconale in adorazione davanti al Bambino posto sulla mangiatoia. Tra le figure che assistono alla scena, alle spalle del santo, si riconosce Giovanni Velita, signore di Greccio e amico del santo, e sua moglie Alticama. Completa questa affascinante rappresentazione di spiritualità e bellezza, esempio della maestria artistica della scuola giottesca, l’immagine di Santa Maria Maddale73


BUON VIAGGIO BRAVA GENTE

borgo perché ricorre l’ottavo centenario della prima rappresentazione della Natività. Per festeggiare lo speciale anniversario, il 25 dicembre alle 23.25 su Rai1, Greccio diventa protagonista insieme ai luoghi intrisi della tradizione napoletana del presepe e a Deliceto, in provincia di Foggia, la località che ha ispirato Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nella composizione del celebre canto Tu scendi dalle stelle. Insieme a

me e Veronica Maya ci saranno artisti dello spettacolo e della musica, come l’attrice Serena Autieri, il violinista Uto Ughi, il coro Gospel Voices e Gloria Enchill, protagonista dell’ultima versione italiana del musical Sister Act. L’iniziativa è il nostro modesto contributo per preservare e trasmettere la bellezza e i valori del Natale, proprio come è riuscito a fare l’affresco conservato nella grotta del Santuario di Greccio.

© tauav/AdobeStock

na, patrona degli eremiti. Dal 1972, a Greccio, va in scena una rievocazione storica del primo presepe della storia che è diventata una tappa obbligata per i pellegrini e i turisti che visitano l’Italia durante il periodo delle Feste. Questa tradizione continua a celebrare la semplicità, la fede e la connessione con la natura, ispirando una riflessione sul vero significato del Natale. Il 2023 è poi un anno speciale per il

L’affresco del presepe di Greccio nella grotta del Santuario

UN INCONTRO SPECIALE

Papa Francesco con i bambini nell’Aula Paolo VI, in Vaticano 74

Oltre settemila bambini e bambine provenienti da 84 Paesi hanno incontrato Papa Francesco nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, per condividere le loro speranze e preoccupazioni per il futuro. Tanti sono stati i temi trattati, dalla guerra al clima, passando per il lavoro. Ai ragazzi e alle ragazze è stata donata anche L’Enciclica dei bambini, realizzata da Padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli, con la prefazione del Santo Padre. Per l’occasione il Gruppo FS, attraverso Trenitalia e Busitalia, ha messo a disposizione 18 treni straordinari e 20 autobus dedicati.



INCLUSION

RIGENERARE IL SEI PROGETTI SELEZIONATI DA ASSOCIAZIONE CIVITA PER VALORIZZARE I TERRITORI DI CALABRIA E SICILIA VERRANNO FINANZIATI CON IL CROWDFUNDING E IL SOSTEGNO DEL GRUPPO FS ITALIANE di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

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utelare tradizioni e lavorazioni artigianali, promuovere il senso civico e l’attenzione verso le disabilità di ogni genere, coinvolgere e far crescere il territorio. Sono questi i principali obiettivi dei sei progetti – tre per la Calabria e altrettanti per la Sicilia – protagonisti del concorso di idee promosso da Associazione Civita, in

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collaborazione con la piattaforma di crowdfunding e social innovation Produzioni dal basso. L’iniziativa "riGenerazione Futuro. I tuoi progetti per il territorio" viene realizzata anche grazie al contributo del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Le idee proposte possono essere infatti sostenute da chiunque contribuendo con una donazione entro il 5


SUD gennaio. La cifra raccolta attraverso il crowdfunding deve raggiungere il 40% del totale previsto per ogni singolo progetto, che ammonta a diecimila euro. Una volta ottenuti dalla comunità quattromila euro, infatti, il 60% del budget che rimane viene colmato da un finanziamento del Gruppo FS Italiane. Le idee riguardano realtà locali del terzo settore, con il quale FS Italiane collabora da sempre per generare valore nel

Sud Italia. Nel Meridione il Gruppo concentra, infatti, energie e investimenti per realizzare infrastrutture e generare valore, con attenzione all’inclusione e alla valorizzazione del patrimonio culturale. «Sono progetti innovativi, durevoli e sostenibili in ambito turistico e culturale», conferma Simonetta Giordani, segretario generale di Associazione Civita, «ma la novità sta nel fatto che il concorso rende protagonisti tutti coloro che, contribuendo alla raccolta fondi, partecipano attivamente alla concretizzazione dell’iniziativa che vorrebbero vedere realizzata». Una delle sei proposte selezionate è dell’associazione Mistery Hunters di Crotone e Vibo Valentia e si intitola Guardiani della memoria: storie silenziose di una Calabria dimenticata. L’iniziativa vuole contrastare l’abbandono dei borghi in fase di spopolamento attraverso la produzione di documentari sul loro patrimonio. L’arte per tutti in 3d - Sostieni touch me! è promossa invece dall’associazione Wake Up ETS: un progetto inclusivo per

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INCLUSION

far apprezzare le opere d’arte urbana del Museo diffuso di arte contemporanea di Catanzaro anche a persone con disabilità visiva e mobilità ridotta, grazie a fedeli riproduzioni tridimensionali. Vuole educare ai principi della legalità e promuovere la formazione sociale per contrastare la criminalità organizzata la Fondazione Trame ETS di Lamezia Terme con #trameascuola | Costruiamo un futuro libero dalle mafie! che coinvolge diversi istituti con laboratori, incontri, letture e tante attività per diffondere nei giovani il senso di giustizia e responsabilità. Tra i tre progetti siciliani, la cooperativa sociale Al Revès di Palermo propone Your trip in my shoes | In viaggio

oltre i limiti del pregiudizio. Le esperienze di persone con disabilità fisiche o in situazioni di difficoltà sociale, sviluppate attraverso laboratori narrativi e artistici, si trasformeranno in un’installazione artistica permanente e in una rivista. Mentre creatività e mestieri della tradizione rivivono attraverso l’impegno dell’associazione Amaneï, che coinvolge una serie di artiste contemporanee di Salina nel progetto CraftEolie - Coltivare le tradizioni, plasmare il futuro. Infine, l’associazione culturale MostraMed firma il progetto Sicily and Sicilians 3.0. Chi vuole, in questo caso fino al 19 gennaio, può sostenere l'idea di far trasformare una “putìa” nel

centro storico di Palermo, da negozietto tipico per la vendita di merci o piccolo laboratorio artigianale in uno spazio per giovani artisti che attirino i turisti anche in autunno e primavera. produzionidalbasso.com civita.it

Scopri i progetti selezionati per riGenerazione Futuro

I visual dei sei progetti selezionati

UN PREMIO AL PROGETTO DEL GRUPPO FS MI RISCATTO PER IL FUTURO Il Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Robert F. Kennedy Human Rights Italia 2023 per il Protocollo d’intesa Mi riscatto per il futuro, siglato tra il Gruppo e il ministero della Giustizia con l’obiettivo di favorire l’istruzione, la formazione professionale e il reinserimento in società di chi sta scontando una pena in carcere. Grazie a un primo accordo attuativo, cinque detenuti della casa di reclusione di Milano Opera sono stati assunti con un contratto a tempo determinato da Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana. L’organizzazione no profit RFK Human Rights Italia premia ogni anno persone e istituzioni che si sono distinte per la difesa dei diritti umani portando avanti l’eredità morale del senatore statunitense Robert F. Kennedy. 78



© Archivio FS Italiane

INNOVATION

L’ANIMA DELLE L'ANALISI DEI BIG DATA SULLA FREQUENTAZIONE DEGLI SCALI FERROVIARI CONSENTE DI PROGETTARE SPAZI A MISURA DI TERRITORIO E DI VIAGGIATORI di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

L’

Italia si è sviluppata e continua a crescere attorno alle sue stazioni, che non a caso si trovano spesso al centro del80

le città, ne alimentano l’economia e costituiscono il cuore dell’agglomerato urbano. Non stupisce, pertanto, il dato raccolto da FS Research Centre

secondo cui sarebbero nove milioni le persone che hanno attraversato Roma Termini solo a settembre. Alcune sono entrate in stazione per


La stazione di Roma Termini

STAZIONI prendere un treno, altre invece si sono soffermate sotto la storica pensilina ondulata o hanno girato per i negozi senza utilizzare i servizi ferroviari. Perché gli scali italiani sono tutt’altro che non luoghi, aree prive di identità senza storia e relazioni. Secondo Luigi Contestabile, responsabile Strategie di sviluppo stazioni per Rete Ferroviaria Italiana (RFI), tra lo scalo ferrovia-

rio e l’ambiente umano circostante si crea infatti un’osmosi da cui dipende poi la conformazione del tessuto sociale dell’area e il funzionamento della stazione stessa. Per questo, conoscere il carattere di tale rapporto può aiutare a progettare spazi a misura di territorio e clienti, capaci di offrire i servizi di cui hanno davvero bisogno le persone. 81


SPORT

Una schermata del software Mine Crime Courtesy Mine Crime

A questo scopo è nato in RFI il progetto di Location Intelligence StationLAND che analizza i dati di frequentazione delle stazioni relativi a negozi, bar, ristoranti, biglietterie e binari. La piattaforma, premiata lo scorso novembre alla fiera per la transizione ecologica Ecomondo, consente alla società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS di capire la vocazione di una singola stazione, valutarne l’appetibilità commerciale e pren-

dere decisioni strategiche sulla gestione degli spazi. Se le informazioni raccolte da StationLAND testimoniano il passaggio frequente di studenti all’interno dello scalo, magari perché questo si trova in prossimità di scuole e università, potrebbe essere utile allestire al suo interno librerie, coworking e sale studio. Allo stesso modo, si può stabilire di impiantare una stazione per le biciclette misurando la densità della rete ciclabile circostan-

te, valutando l’orografia del terreno e la presenza di servizi di bike sharing. Rete Ferroviaria Italiana è inoltre impegnata a rendere le stazioni luoghi sicuri e confortevoli identificando azioni che mitighino il rischio di eventi socialmente pericolosi. Per questo motivo, la piattaforma è stata integrata anche con le informazioni relative alla sicurezza e alla criminalità elaborate da Mine Crime. Il software, sviluppato dalla startup Safetecom, vincitrice della challenge di open innovation di FS Italiane Tutte le strade partono da Roma, raccoglie e sistematizza i dati sugli illeciti urbani accedendo a oltre 16mila banche dati a livello europeo. Questa collaborazione, grazie alla quale lo scorso ottobre il Gruppo FS ha ricevuto il Premio innovazione Smau, ha portato alla definizione di modelli di rischio predittivi da applicare nelle stazioni italiane. I riscontri principali si sono avuti a Roma Termini e Tiburtina, Milano Centrale e Napoli ma l’intenzione è di estendere le performance a tutto il territorio nazionale, assecondando la propensione del Gruppo a un’innovazione aperta, agile e al servizio dei cittadini. rfi.it minecrime.it

Daniele Pes di Ferrovie dello Stato Italiane (il secondo da sinistra) e Jacopo Faini di Mine Crime ricevono il Premio innovazione Smau a ottobre 2023 Courtesy Smau

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SPORT

© Paolo Bisti

Il Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio (Trento)

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UNA DISCESA SPECIALE IL 22 DICEMBRE SI ILLUMINA LA PISTA 3TRE A MADONNA DI CAMPIGLIO PER LA COPPA DEL MONDO DI SCI. UNA COMPETIZIONE IN NOTTURNA CHE VEDE ANCHE LA PARTECIPAZIONE DI ALEX VINATZER di Flavio Scheggi

C

i sono luoghi che, per la loro storia e le sfide ospitate, sono considerati templi dello sport. Basti pensare al circuito di Monza per la Formula 1, alle strade di New York per la maratona, ai campi in erba di Wimbledon per il tennis. Così, quando si parla di sci, si pensa alla pista 3Tre Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio, vicino a Tren-

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to, che ospita una delle competizioni più iconiche di questo sport. Si chiama così perché negli anni ‘50 il calendario di Coppa del mondo prevedeva la disputa di tre gare: discesa libera, slalom gigante e slalom speciale. Il Canalone Miramonti è lungo poco meno di 500 metri e in alcuni punti la pendenza tocca il 60%, praticamente un muro dove si fa fatica a stare in

piedi. Qui si sono sfidati i più grandi atleti dello sci alpino, da Zeno Colò, primo fuoriclasse azzurro, allo svedese Ingemar Stenmark, passando per i campioni italiani Gustav Thöni, Piero Gros e Alberto Tomba fino allo statunitense Bode Miller. Il 22 dicembre su questo tracciato si svolge la super classica di slalom speciale, che quest’anno festeggia la 85


© Samo Vidic /Red Bull Content Pool

SPORT

L'italiano Alex Vinatzer durante la gara dell'Hahnenkamm a Kitzbuhel, in Austria (gennaio 2023)

70esima edizione, valida per la Coppa del mondo. A rendere la discesa ancora più spettacolare è il fatto che gli sciatori gareggiano in notturna con la pista illuminata artificialmente. La prima manche è in programma per le 17.45 e dopo tre ore, alle 20.45, scatterà la seconda discesa. Al cancelletto di partenza, pronto a dare il meglio per salire sul podio nella gara di casa, ci sarà anche Alex Vinatzer, atleta Red Bull. Originario di Selva di Val Gardena (Bolzano), classe 1999, è una delle promesse dello sci azzurro con tre bronzi già conquistati nella sua carriera: due nella Coppa del mondo 2022 e uno nell’evento a squadre al Mondiale di Are, in Svezia, nel 2019. Alex, ci racconti le caratteristiche di questa pista?

© Paolo Bisti

La coppa di cristallo che viene consegnata al vincitore

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Subito dopo la partenza ci sono due dossi molto accentuati, poi si curva a sinistra in contropendenza, un pezzo non facile che porta nella parte più ripida del percorso. Ma anche nel finale si può nascondere qualche insidia. Di solito, la gara dura tra i 45 e i 50 secondi e nei punti più veloci si raggiungono anche i 55 chilometri orari. Questo tracciato è un’istituzione per lo sci. Come ti senti a percorrerlo? Qui si respira un’atmosfera diversa rispetto a quella che si percepisce sulle piste più giovani. La discesa è rimasta com’era tanti anni fa, quando qui si sfidavano i grandi dello sci. Noi gareggeremo di sera e questo rende tutto ancora più bello. Senza contare che farlo in Italia è sempre speciale: c’è tantissima gente a fare il tifo. Com’è disputare uno slalom in notturna? Scendere con la pista illuminata è una cosa particolare. Ci sono dei fari molto potenti che ti fanno vedere ogni singolo dettaglio della pista. Cosa che magari non capita durante il giorno con il cielo nuvoloso. L’unica pecca è che, finendo la gara dopo le 22, ti rimane addosso l’adrenalina dell’evento e fino a mezzanotte non riesci a dormire. Chi sono gli sciatori da tenere d’occhio quest’anno? Il norvegese Henrik Kristoffersen, gli svizzeri Marco Odermatt e Loïc Meillard e il francese campione olimpico Clément Noël. Ma ci sono tanti altri atleti che possono andare forte e magari vincere questo slalom. C’è un rito che fai prima di partire?

Mi batto il pugno destro sul petto, poi ripeto il gesto con quello sinistro, metto a posto gli occhiali, batto i bastoni e parto. Tra la prima e la seconda manche cosa accade? Di solito torno in albergo, che è vicino alla pista. Mangio, bevo qualcosa di caldo, riguardo il video della prima gara e lo commento con il mio allenatore. Valutiamo cosa dobbiamo migliorare per la seconda discesa. E poi è già tempo di uscire per la nuova gara. Quando è nato l’amore per questo sport? Ho cominciato da piccolissimo, ma all’inizio facevo un po’ di fatica, soffrivo il freddo. Il maestro mi dava una tavoletta di cioccolato per farmi andare. Poi dai sei anni, con le gare della scuola e le prime vittorie, non mi sono più fermato. Cosa ti aspetti per questa stagione? Non voglio pormi degli obiettivi particolari, vorrei comunque partire forte e stare nei primi cinque della classifica. Hai uno sportivo di riferimento? Da ragazzino ho visto dei video su youtube con le vittorie di Tomba, ma quello per me era un periodo lontano. Sono cresciuto vivendo i successi di Miller e del norvegese Aksel Svindal: erano loro i miei idoli. Ricordo ancora quando andavo a vedere le gare di Coppa del mondo con la speranza di avvicinarli per farmi fare un autografo. 3trecampiglio.it campigliodolomiti.it alexvinatzer.com



ARTE E CULTURA

GIOIELLI

© Benjamin Ciprian

D’AVANGUARDIA

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NEGLI ATELIER ROMANI LE TECNICHE DI OREFICERIA TRADIZIONALE SI COMBINANO ALLE SPERIMENTAZIONI MODERNE. NASCONO COSÌ MONILI IN GRADO DI ESPRIMERE LE TENDENZE TIPICHE DEL MONDO CONTEMPORANEO di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com L’immagine guida dalla Roma Jewelry Week 2023 Designer: Deliege, Dettaglidattimi, Fenicia, Marra, Perali, Ugolini, Vera Bath

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Gli anelli della linea Morbide evoluzioni dell’atelier Franchi

Dopo l’excursus, Cecchini mi presenta alcuni artiste e artisti straordinari. Il primo è Claudio Franchi: se Gian Lorenzo Bernini lo avesse conosciuto lo avrebbe senz’altro assunto come suo primo collaboratore. Figlio d’arte, Claudio ha cominciato a frequentare la bottega di famiglia ca Ce cc a 13 anni. La mattina andava a h in i scuola, il pomeriggio in laboratorio, per poi decidere, alla fine del liceo, di dedicarsi all’attività a tempo pieno, senza però rinunciare al proseguimento degli studi. Ogni suo progetto, che sia un gioiello o un elemento di interior design, parte da un riferimento colto, individuato in letteratura, come nel caso della collezione di argenti ispirata al ciclo bretone e carolingio, o in ambito sociologico, come per i moduli gioiello ispirati alla società liquida teorizzata dal filosofo polacco Zygmunt Bauman. Alcune sue intuizioni nascono anche durante il lavoro di restauro e conservazione di gioielli e argenti antichi, quando Claudio legge e reinterpreta alcuni elementi del passato in chiave contemporanea. Il suo mantra è “innovare conservando”, ovvero produrre rinnovamento estetico senza rinunciare all’uso della sofisticata tecnologia manuale ereditata in secoli di attento trasferimento dei saperi. Il micromosaico è una tecnica apprezzata in tutto il mondo, nata proprio a Roma verso la fine del ‘700 all’interno dello Studio del Mosaico Vaticano della veneranda Fabbrica di San Pietro. Richiede una minuziosa maestria che viene tramandata gelosamente da maestro ad allievo. Francesca Neri Serneri dell’atelier Le Sibille detiene questo prezioso sapere. L’approfondimento della tecnica del mosaico minuto romano e gli incontri provvidenziali con i maestri del Vaticano l’hanno portata a sperimentare, quasi come in una bottega rinascimentale, il sontuoso sodalizio tra metallo, pietre e il microscopico mosaico di paste vitree. La sua è una missione di rieducazione al bello, al concetto di prezioso, alla gioia e all’amore per la vita. Quando la incontro mi mostra Boule, un anello in oro 18 carati con turchese, zaffiri, brillanti e mosaico minuto romano. Qui l’arte musiva diventa elemento architettonico, l’innovazione della tecnica si fa cupola o si traduce in coppa sostenitrice di bellezza, a ricordare i balconi italiani, affacciati sull’azzurro intenso, meraviglioso e unico cielo-mare del Paese. L’atelier Percossi Papi prosegue e amplia, invece, la ricerca sulla tecnica degli antichi smalti, ed elabora progetti che raccontano la nostra letteratura e la nostra storia, com’è successo con la mostra Il prezioso cammino di Dante. Allestita ai Mercati di Traiano per La Roma Jewelry Week 2023, l’esposizione rendeva omaggio al poeta narrando, attraverso gioielli e oggetti d’arte, il percorso di Alighieri nella Divina Commedia. La loro è un’attività di famiglia fondata nel 1968, mi spieM

no dei privilegi della mia attività di scrittore e cronista culturale consiste nel poter dedicare spazio e attenzione alle belle storie. Al loro centro ci sono spesso italiane e italiani che ogni giorno alzano la saracinesca e, con il tipico understatement di chi fa, innovano, producono idee, progetti, opere e soluzioni. Danno vita a oggetti densi di quella bellezza che è espressione di tradizione, manualità, ma anche empatia, sostenibilità, inclusione, ben-essere, biodiversità culturale e sociale. È la nobile storia delle realtà di bottega prima, e delle fabbriche dopo, attive sotto i campanili di ogni centro italiano, anche del borgo più piccolo, dal nord al sud dello stivale. Oggi vi racconterò un’eccellenza del design romano attraverso l’incontro con Monica Cecchini, valorosa ideatrice e organizzatrice della Roma Jewelry Week, evento internazionale che si tiene nella Capitale solitamente a ottobre. Il gioiello contemporaneo ha perso la connotazione di semplice ornamento del corpo e ha acquisito la capacità di far emozionare in quanto opera creativa. In tal senso, superando il dualismo tra arti maggiori e minori, può considerarsi una vera espressione artistica del contemporaneo. D’altronde, Roma ha una tradizione di oreficeria molto antica, mi spiega Cecchini: «Il saper fare è l’anima dei nostri rioni e della nostra città. Qui l’iter creativo e progettuale del gioiello trova una naturale coesione con l’arte orafa. Questo legame nasce dalla storia, dalle tradizioni dell’Urbe e da quelle realtà come l’Università e nobil collegio degli orefici gioiellieri argentieri dell’alma città di Roma, istituita nel 1509 dalla corporazione di settore con il consenso di papa Giulio II. Questo testimonia quanto la storia della Capitale sia legata a quest’espressione artistica, con esponenti del calibro dello scultore Benvenuto Cellini, degli orafi Luigi Valadier e della famiglia Castellani, fino ad arrivare al gioielliere Mario Masenza che, nel secondo ‘900, invitò a cimentarsi con questa espressione creativa artisti come Mirko e Afro Basaldella, Franco Cannilla, Giuseppe Uncini, Giulio Turcato, Giuseppe Capogrossi».

Courtesy Press Office

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Creazioni dell’atelier Le Sibille

ga Valeria Percossi Papi. «È interessante notare come, pur usando la stessa tecnica, quella del cloisonné, io, mio fratello Giuliano e mio padre Diego abbiamo un segno diverso ben riconoscibile. Il mio design è ispirato sostanzialmente alla realtà che mi circonda, sia fisica sia emozionale. L’ispirazione viene dall’immaginazione. Mi piace guardare il mondo con occhi curiosi, assorbire e collegare input dalle più svariate fonti. È anche un processo caotico, per quanto mi riguarda, soprattutto all’inizio. Poi l’emozione prende forma e si trasforma in un disegno, in un progetto», mi confida l’artista parlandomi di com’è arrivata a concepire la collezione Giappone, realizzata utilizzando delle preziose miniature dipinte a mano dagli artigiani dell’atelier Percossi Papi. L’idea le è venuta dopo aver visto la mostra dedicata al grande incisore e pitto-

re giapponese Utagawa Hiroshige a Roma. Il gioiello contemporaneo si distingue notevolmente dalla gioielleria classica per il suo design originale, la capacità di trasmettere un messaggio e, molto spesso, per l’uso di materiali non convenzionali. Ma qual è il suo pubblico? A rispondermi è Giorgia Zoppolato, esperta di marketing di questo prodotto: «Attrae persone creative, aperte all’innovazione e alla sperimentazione, che cercano di distinguersi attraverso un proprio stile, apprezzano l’unicità e l’originalità dei pezzi che indossano e, allo stesso tempo, sono disposti a investire in pezzi unici e di qualità. Il gioiello contemporaneo di design resta, comunque, un prodotto di nicchia molto spesso venduto in gallerie d’arte o in boutique di design: è possibile talvolta trovarlo anche in alcune gioiellerie all’avanguardia sensibili a l l’a r t i g i a n a t o innovativo».

Un monile della collezione Giappone dell’atelier Percossi Papi

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ARTE E CULTURA

UNA STORIA SENZA FINE A ROMA UNA MOSTRA RIPERCORRE LA VITA, IL LAVORO E LE OPERE DI J.R.R. TOLKIEN, LO SCRITTORE CHE HA CREATO IL MONDO DEL SIGNORE DEGLI ANELLI di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Roger Garland Middle-Earth 92


© Interfoto/Alamy Stock Photo

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a creato terre vastissime e sistemi linguistici, ha immaginato popolazioni con tradizioni, politiche e valori peculiari. E le ha messe in relazione ideando avventure, amicizie e contese. John Ronald Reuel Tolkien è lo scrittore e filologo britannico passato alla storia per le sue opere fantasy, in particolare Il signore degli anelli e Lo Hobbit. La Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma gli dedica una mostra, aperta fino all’11 febbraio, che farà successivamente tappa a Palazzo Reale di Napoli, dal 15 marzo al 30 giugno. Sono tanti i memorabilia, tra opere d’arte ispirate ai suoi lavori, edizioni originali e manoscritti, raccolti in occasione dei 50 anni dalla scomparsa dell’autore e del mezzo secolo trascorso dalla prima pubblicazione in Italia del libro Lo Hobbit. La rassegna Tolkien. Uomo, professore, autore, ideata e promossa dal ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, in cui Tolkien insegnava letteratura inglese, si snoda tra le vicende personali e familiari dello scrittore, passando per la sua carriera di docente fino alle fiabe, ai racconti e ai romanzi scritti in età adulta. Pareti colme di libri – circa 800 edizioni delle opere pubblicate da Tolkien in tutto il mondo – accolgono visitatrici e visitatori, trasportandoli immediatamente nell’universo fantasy, mentre mappe linguistiche e carte geografiche aiutano a non perdere l’orientamento nei vari mondi che si incontrano tra le sale della Galleria. Curata da Oronzo Cilli, membro della Tolkien Society inglese e presidente dell’associazione Collezionisti Tolkieniani italiani, con la co-curatela e organizzazione di Alessandro Nicosia, la mostra prosegue tra le tante opere – acquerelli, disegni, tele – che sono state create sull’ispirazione delle pubblicazioni del professore. Si cammina così nella Terra di Mezzo come turisti, tra avidi draghi e incantevoli elfi. Per poi tornare frastornati alla realtà contemporanea, tra un flipper a

John Ronald Reuel Tolkien

tema Signore degli anelli e un videogioco in cui si impersona Gollum, ma solo dopo aver fronteggiato una parete colma di rivisitazioni e opere parodiche come Il signore dei ratti, storia a fumetti di Leo Ortolani. Riempiono la stessa sala i vinili degli album musicali ispirati all’universo tolkeniano, come quelli dei Led Zeppelin, le locandine dei film, dei vestiti di scena e, in un angolo, uno schermo e un paio di cuffie che offrono la possibilità di ascoltare la lettura di alcuni brani da parte di Pino Insegno, doppiatore italiano

del personaggio di Aragorn nella celebre trilogia di Peter Jackson vincitrice di 17 premi Oscar. Non manca nel percorso dell’esposizione, realizzata da Cor - Creare organizzare realizzare con la collaborazione di una squadra composta da circa 60 persone, una sezione dedicata al legame con l’Italia, che l’autore visitò nel 1955. Fu così affascinato dalla cultura della Penisola da dichiarare in una lettera: «Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo». 93


© Emanuele Antonio Minerva - Ministero della Cultura

ARTE E CULTURA

L’allestimento della mostra a Roma

La mostra, a cui si accede con il semplice biglietto d’ingresso alla Gnam, è un paradiso per gli appassionati e gli studiosi, ma anche una porta d’ingresso sui mondi tolkeniani per i semplici curiosi. Il suo obiettivo, secondo il curatore Cilli, è «soddisfare ogni tipo di appetito, affrontando sia l’universo letterario sia il percorso biografico dell’autore, ma anche il suo profilo accademico». Il risultato è una mostra didattica, da cui non si può uscire senza l’entusiasmo e lo stupore di aver imparato qualcosa di nuovo. Anche «le didascalie degli oggetti e dei quadri esposti sono molto dettagliate, per offrire di volta in volta uno spaccato della vita e della storia di Tolkien meno conosciuta al grande pubblico».

La Compagnia dell'Anello nella prima edizione italiana Astrolabio (1967) 94


Si conclude il percorso incantati dalle creazioni dello scrittore, con la sensazione di aver vissuto mille vite e avventure. È come aver intrattenuto una fitta corrispondenza con lo studioso, averlo osservato al lavoro in cattedra e, allo stesso tempo, aver affrontato lunghi viaggi, conosciuto elfi, nani, hobbit, orchi, re e guerriere. Ed essere diventati irrimediabilmente parte di una storia. Proprio come sosteneva J.R.R. Tolkien nel volume Le due torri, il secondo della saga, attraverso le parole del giovane Frodo: «Non terminano mai i racconti. Sono i personaggi che vengono e se ne vanno, quando è terminata la loro parte. La nostra finirà più tardi… o fra breve». lagallerianazionale.com

Bozza di copertina realizzata per Il signore degli anelli di Piero Crida e mai utilizzata (1977)

© Emanuele Antonio Minerva - Ministero della Cultura

L’allestimento della mostra a Roma

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ARTE E CULTURA

STILE MUCHA Sconti Trenitalia

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A FIRENZE OLTRE 170 OPERE DEL MAESTRO CECO, TRA MANIFESTI PUBBLICITARI, DISEGNI E LOCANDINE TEATRALI, RACCONTANO L’ART NOUVEAU A PARIGI TRA FINE ‘800 E INIZIO ‘900 di Sandra Gesualdi

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Alphonse Mucha Le stagioni: Calendario per i negozi Dewez Enseignes, Parigi (1903) © Mucha Trust 2023

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Perché unirti a noi? Nel prossimo futuro, la professione del Controller avrà un ruolo centrale nella realizzazione di un’economia aperta e sostenibile, attenta nel soddisfare la necessità di creare un valore aggiunto per le persone che fanno impresa. Dal 2010 Assocontroller è promotore della figura del Controller e continua a porre al centro delle sue attività la formazione e l’attestazione delle competenze come strumenti concreti di crescita professionale.

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ARTE E CULTURA

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omelli color cipria, sguardi diretti e bellezze spavalde mostrate con naturalezza e avvolte in vesti vaporose. Sono le donne floreali e dalle labbra lucide di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau e creatore di icone entrate nell’immaginario collettivo. Proprio le esplosive fanciulle circondate di boccioli e petali, capelli voluminosi e vesti ricche, che appaiono a Parigi sul finire dell’800 e seducono immediatamente un vasto pubblico, sono al centro della mostra dedicata al più importante artista ceco e accolta negli spazi del Museo degli Innocenti di Firenze fino al 7 aprile. Alphonse Mucha. La seduzione dell’Art Nouveau è un’esposizione ricca di luci e suggestioni parigine, corredata di manifesti, disegni, acquarelli e oli, oltre a fotografie, gioielli, piccole sculture e ceramiche che introducono alla creatività eclettica del maestro, oltre che al contesto storico in cui ha lavorato. Oltre 170 opere raccontano l’evoluzione dell’atteggiamento di Mucha, secondo il quale l’arte non deve limitarsi a essere piacevole allo sguardo ma comunicare un messaggio – che sia profano o sacro, pubblicitario o spirituale – capace di emozionare gli spettatori e risultare leggibile da tutti i ceti sociali. «Sono stato felice di essere coinvolto in un’arte per il popolo e non per salotti privati», scriveva. «È stata poco costosa, accessibile al pubblico e ha trovato casa in famiglie povere, così come nei circoli più ricchi». Mucha si riferiva soprattutto ai famosi manifesti che tra la fine dell‘800 e l’inizio del ‘900 tappezzavano la Parigi della Belle Époque, quando lui era il grafico più richiesto per la cartellonistica urbana ma ancora poco noto al pubblico. Fu la locandina commissionata nel 1894 da

Alphonse Mucha Gismonda (1894) © Mucha Trust 2023

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ARTE E CULTURA

Sarah Bernhardt per promuovere lo spettacolo teatrale Gismonda a farne emergere lo stile e a decretarne la forza espressiva. Da quel momento, l’idillio con l’attrice francese gli consentì di rappresentare la bellezza eterna dei suoi famosi personaggi e realizzare manifesti con voluttuose eroine del palcoscenico come Medea, Tosca o la Signora delle camelie. L’attività pubblicitaria rappresentò per l’artista ceco il mezzo ideale con cui sperimentare nuovi approcci creativi di divulgazione efficace. E il suo segno, tante volte replicato anche nelle réclame degli anni successivi, è rimasto indelebile. Che siano bevande alcoliche, detersivi, profumi, biciclette o sigarette, l’oggetto pubblicizzato diventa accessorio: al centro, e sempre interprete, una fanciulla elegante e diafana. Le sue maestose figure femminili, dotate di un sorriso ammaliante a cui è impossibile non rivolgere lo sguardo, appaiono contornate da intarsi grafici, immerse in atmosfere seducenti e colori pastel-

Mucha seduto davanti a Gismonda

Alphonse Mucha Sarah Bernhardt: La Plume (no text) (1896)

© Mucha Trust 2023

© Mucha Trust 2023

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lo. È lo stile riconoscibile e unico di Mucha, che esprime una poetica frutto di commistioni e frequentazioni, a partire da quella con il pittore francese Paul Gauguin fino alle assimilazioni del Simbolismo e dell’estetica giapponese, rielaborate tra i vicoli della Ville Lumière di inizio secolo scorso, quando la città incubava le più grandi sperimentazioni. Completa il percorso della mostra anche una sezione dedicata al monumentale ciclo pittorico Epopea slava, concepito dal 1910, al rientro in patria dopo il lungo periodo parigino, e dedicato alla libertà del popolo slavo. Perché l’arte, secondo Mucha, simboleggia il bene e può contribuire alla progressione e al miglioramento della società. museodeglinnocenti.it istituto_degli_innocenti


LO SPETTACOLO DEI TRENI

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ARTE E CULTURA

ECLETTICO DEGAS Sconti Trenitalia

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Edgar Degas Danzatrice che si lega il tutù


UNA MOSTRA A PARMA CONSENTE DI SCOPRIRE IL PIÙ REALISTA DEGLI IMPRESSIONISTI. TRA DISEGNI, DIPINTI E SCULTURE DALLA REALIZZAZIONE METICOLOSA di Cecilia Morrico

MorriCecili

morricocecili

«P

er quanto fosse stato inserito nel novero desono riprese anche in pose scomposte, sorprendentegli Impressionisti, era un attento osservatomente reali, ritratte nella loro quotidianità di ragazze che re, un pignolo studioso, il lento indagatore di cercano un riscatto e un’affermazione in un mondo tutt’aluna società in grande cambiamento e a cui dedicava ritro che facile. flessioni e indagini accurate». Così Edgar Degas viene deDa questi lavori si vede anche la passione che Degas avefinito da Vincenzo Sanfo, curatore della mostra sull’artista va per la fotografia, un’arte da lui praticata con assiduità francese ospitata fino al 7 gennaio a Palazzo Dalla Rosa e professionalità al punto da essere utilizzata come base Prati di Parma. Se infatti i suoi dipinti a pastello e a olio per molti suoi dipinti. Il modo in cui rappresentava il palco, ritraevano monripreso dal basso di agresti e paee quasi nascosto saggi en plein air dalle figure degli quasi idilliaci, Deorchestrali, è la gas concentrava testimonianza di la propria attenun’istantanea fiszione sull’analisi sata in un momenmeticolosa delle to specifico. situazioni, degli Emerge quindi un individui, dei gesti percorso artistico e dei mestieri rapeclettico, unico presentati. Più che nel suo genere, un impressionista su cui l’esposiziofu un realista che ne punta i rifletfaceva precedetori per raccontare ogni opera da re un’esperienza un imponente laparallela e a volte voro preliminare discordante dalla con una grande corrente princiquantità di schizpale dell’Impreszi, bozzetti, studi e sionismo. Ecco disegni. allora che, a forL’esposizione Demare idealmente gas e i suoi amici una cerchia di reattinge da questo lazioni personali materiale presene professionali, tando un corpus la mostra accodi opere che consta alle opere sente di analizzadel protagonista re in profondità la quelle di artisti poetica dell’autocontemporanei re annoverando come i francesi anche i lavori di alBerthe Morisot, Edgar Degas tri artisti a lui conGustave Moreau, Illustrazione de La Famille Cardinal di Ludovic Halévy (1938) temporanei. Nelle Auguste RenoEdizione Ambroise Vollard, monotipi stampati da Maurice Potin, Librairie Auguste Blaizot & fils, Parigi sale sono esposti ir, Jean-François i disegni realizzati per il drammaturgo Ludovic Halèvy e Raffaelli, Édouard Manet, Jean-Baptiste Guillaumin, Jeimportanti monotipi come le illustrazioni del racconto La an-Louis Forain, Marcellin Desboutin, Ludovic Napoléon Maison Tellier di Guy de Maupassant. Ma anche xilograLepic, la statunitense Mary Cassatt e gli italiani Giuseppe fie, litografie, acqueforti e sculture in bronzo, tra cui le sue De Nittis e Giovanni Boldini. Per concludersi con un’eccesinuose danzatrici. Nel mondo del balletto Degas trova zionale documentazione fotografica della vita quotidiana grande ispirazione, descrivendo da ogni angolazione non di Degas capace di cristallizzare l’essenza di un artista solo la leggerezza e la grazia delle ballerine ma anche inafferrabile. il loro sudore, la fatica, lo studio. Infatti, le protagoniste navigaresrl.com 103


ARTE E CULTURA

Edgar Degas Illustrazione de La Maison Tellier di Guy de Maupassant

Edgar Degas La piccola Arabesque (1880/1911) Bronzo

Edgar Degas L’ètoile Rosita Mauri

Édouard Manet (attr.) Ritratto di uomo con cappello a cilindro e una sigaretta Hu (1860/1870) Courtesy Galleria Kronos

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PHOTO Sconti Trenitalia

IL BUCO NERO

DELLA STORIA

Civili arrivano a Tiro dopo essere fuggiti dai loro villaggi nel sud del Libano durante i raid aerei israeliani Tiro, Libano (2006) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

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ALLE STANZE DELLA FOTOGRAFIA DI VENEZIA, FINO AL 7 GENNAIO, 300 SCATTI DI PAOLO PELLEGRIN TESTIMONIANO GLI EVENTI DOLOROSI DEL MONDO di Irene Marrapodi – ir.marrapodi@fsitaliane.it

Detenuti attraversano il campo 4 nel centro di detenzione di Guantánamo Guantánamo, Cuba (2006)

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n buco nero. È il luogo in cui finiscono alcuni eventi storici, talmente dolorosi che molte persone scelgono di ignorarli. Gli esseri umani coinvolti, così, finiscono per essere abbandonati al loro destino. Come i civili in fuga dai villaggi del sud del Libano durante i raid aerei israeliani o le persone in ginocchio, impotenti, durante i funerali di un soldato ucraino. Il fotoreporter dell’agenzia Magnum Photos Paolo Pellegrin sceglie di affacciarsi sulla soglia di questo buco nero per testimoniare il dolore e le atrocità della storia, ma anche i disastri ambientali, impedendo a chi vive al riparo, nel tepore confortevole della propria casa, di dimenticare. In fisica, la zona teorica oltre la quale non si può più tornare indietro, in cui anche la luce viene inghiottita dal campo gravitazionale del corpo celeste, è detta “orizzonte degli eventi”. È proprio questo il titolo scelto per la mostra alle

© Paolo Pellegrin/Magnum Photos

Stanze della fotografia dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, fino al 7 gennaio, curata da Denis Curti e Annalisa D’Angelo. L’esposizione ospita circa 300 immagini dell’autore scattate tra il 1995 e il 2023 in vari angoli del mondo, dagli Stati Uniti alla Grecia, dalla Tunisia alla Palestina. Tra le foto inedite, un recente reportage dall’Ucraina in guerra. L’incontro è uno dei temi ricorrenti nei lavori di Pellegrin: il confronto con ciò che è diverso consente di mettere in discussione presunte verità e di creare grammatiche innovative su cui fondare la storia futura. Per questo il fotografo, muovendosi da ospite nei territori visitati, tra Occidente e Oriente, mette in comunicazione poveri e ricchi, fortunati e infelici, perché possano guardarsi negli occhi e cercare ognuno le verità altrui. Fino a scrutare in un buco nero impossibile da ignorare. lestanzedellafotografia.it lestanzedellafotografia 107


PHOTO

Emma corre in un campo davanti alla fattoria Château d’Oex, Svizzera (2020) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

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Madre di un bambino ucciso durante l’incursione delle forze di difesa israeliana a Jenin West Bank, Territori Palestinesi Occupati (2002) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos


Persone in fuga dalla Libia durante gli scontri tra ribelli e forze pro-Gheddafi. Passaggio di frontiera a Ras Jdir, nei pressi di Ben Guerdane Ras Jdir, Tunisia (2011) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

Persone inginocchiate sul ciglio della strada per il passaggio del corteo funebre di un soldato caduto Kulychkiv, Ucraina (2023) © Paolo Pellegrin/Magnum Photos

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Galleria dell’Accademia di Firenze

PIER FRANCESCO

FOSCHI

(1502-1567) PITTORE FIORENTINO 28 novembre 2023 10 marzo 2024

www.galleriaaccademiafirenze.it Orario della mostra martedì - domenica 08.15 - 18.50 Chiuso lunedì

Info e prenotazioni Firenze Musei: +39 055 294883

Scarica la APP della Mostra


FRECCE TRENITALIA

GUIDA AI SERVIZI

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OFFERTE E SERVIZI

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© Anchalee/AdobeStock

REGALA UNA CARTA Nessuna idea per Natale? Come sorpresa sotto l’albero, per avvicinare amici o parenti lontani si può pensare alla Carta Regalo Trenitalia. Tutti i clienti che fino al 6 gennaio ne acquistano una di importo pari o superiore a 100 euro ricevono un buono sconto aggiuntivo di dieci euro. La Carta Regalo vale dieci anni e può essere utilizzata per acquistare biglietti, abbonamenti e Carnet per i treni del servizio nazionale, regionale e internazionale (all’interno dello stesso Paese) di Trenitalia. TIRIMBORSO SMART Anche le tariffe più convenienti sono rimborsabili con la nuova opzione tiRimborso Smart, applicabile alle offerte FrecciaDAYS, Speciale Frecce, FrecciaYOUNG e FrecciaSENIOR. Acquistabile su tutti i canali di vendita, al costo di due euro, consente di chiedere il rimborso del biglietto fino a due giorni prima della partenza del treno. L’importo, con una trattenuta del 10%, viene accreditato mediante l’erogazione di un credito elettronico. CANI GRATIS Viaggi sempre più pet friendly. Fino all’8 gennaio, gli amici a quattro zampe viaggiano gratis su Frecce e Intercity tutti i giorni della settimana. Ogni passeggero potrà portare a bordo un solo cane purché tenuto al guinzaglio e munito di museruola. Cani di piccola taglia, gatti e altri animali domestici continuano a viaggiare gratis nel trasportino.

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OFFERTE E SERVIZI

© Creative Juice/AdobeStock

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er tutti i clienti Trenitalia for Business è possibile viaggiare su Frecce, Intercity e Intercity Notte con la tariffa Corporate Top, che aggiunge ancora più flessibilità e servizi alla tariffa Corporate. Infatti è possibile: • cambiare prenotazione un numero illimitato di volte fino alla partenza del treno o una sola volta, richiedendolo nella stazione di origine del viaggio, fino a quattro ore dopo la partenza. Il nuovo viaggio potrà essere effettuato entro sei mesi dalla prima richiesta di cambio prenotazione • ottenere il rimborso del biglietto al 100% fino alla partenza del treno • registrarsi tramite self check-in a bordo • spostarsi su un altro treno fino a quattro ore dopo la partenza con il pagamento di 10 € a bordo • cambiare biglietto e nominativo con le stesse modalità della tariffa Corporate Inoltre, in via promozionale, chi è in possesso di un biglietto valido per il livello Business, con associata CartaFRECCIA personale, può accedere a FRECCIALounge e FRECCIAClub delle principali stazioni italiane e ottenere il 20% in più di punti CartaFRECCIA qualificanti per raggiungere gli status Argento, Oro e Platino. Maggiori informazioni su trenitalia.com

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Mi incuriosisce ciò che non si vede. Voglio imparare a guardare oltre. Andrea, 22 anni

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PROMOZIONI

BASE LIBERTÀ DI VIAGGIO E CAMBI ILLIMITATI Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del terzo giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink, ed entro la mezzanotte del secondo giorno precedente al viaggio per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti, livello Executive escluso. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER ECONOMY MASSIMO RISPARMIO Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può essere acquistato entro la mezzanotte del sesto giorno precedente al viaggio, per le Frecce e FRECCIALink, gli Intercity e Intercity Notte. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.

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FrecciaDAYS

FrecciaYOUNG

Viaggia il martedì, mercoledì e giovedì con sconti fino al 70% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 1 .

Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento a 19€ e 29€ a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci CartaFRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 2.


SPECIALE FRECCE

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard. La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 3.

Viaggia il venerdì, sabato, domenica e lunedì con sconti fino al 60% rispetto al prezzo del biglietto Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe 4 .

INSIEME Offerta dedicata ai gruppi da 3 a 5 persone per viaggiare con uno sconto fino al 60% sul prezzo Base di Frecce, Intercity e Intercity Notte. La promozione è valida in 1^ e 2^ classe e in tutti i livelli di servizio ad eccezione dell’Executive, del Salottino e delle vetture Excelsior 5 .

NOTE LEGALI 1. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Puoi acquistare l’offerta fino alle ore 24 del sesto giorno precedente la partenza del treno, presso tutti i canali di vendita. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 2. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€ e 29€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un prezzo Base inferiore ai 38€. Acquistabile fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 3. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. 4. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Puoi acquistare l’offerta fino alle ore 24 del quattordicesimo giorno precedente la partenza del treno, presso tutti i canali di vendita. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti. 5. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. La percentuale di sconto varia rispetto al prezzo Base dal 40% al 60% per le Frecce e dal 20% al 60% per gli Intercity e Intercity Notte. Lo sconto non è cumulabile con altre riduzioni fatta eccezione per quella prevista in favore dei ragazzi fino a 15 anni. La promozione è acquistabile entro le ore 24 del sesto giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il cambio e il rimborso non sono consentiti.

© Creative Juice/AdobeStock

FrecciaFAMILY

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FOOD ON BOARD

MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ Hai voglia di una pausa ad Alta Velocità diversa dal solito? Aggiungi al tuo viaggio un’esperienza di gusto! Il FRECCIABistrò ti aspetta al centro del Frecciarossa: lì troverai prodotti da forno, snack dolci e salati, piatti caldi e freddi, taglieri, panini, tramezzini, pizza, hamburger e soft drinks, birre artigianali, cocktail, vini e bollicine. Puoi scegliere, inoltre, tra tanti menù pensati per ogni momento della giornata. Sono disponibili anche opzioni vegetariane e senza glutine o lattosio. Tra i menù:

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PORTALE FRECCE

PORTALEFRECCE.IT L’INTRATTENIMENTO GRATUITO AD ALTA VELOCITÀ

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Infinite Storm

Cruella

Where the Crawdads Sing

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I FILM DI DICEMBRE

Rough Night

The Dark Tower

TANTI CONTENUTI PER TE GIOCHI Azione, sport, logica e tanto altro a disposizione di grandi e dei bambini

EDICOLA DIGITALE Quotidiani e riviste nazionali e internazionali

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PODCAST E AUDIOLIBRI Podcast e audiolibri di vario genere anche per bambini

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NEWS Notizie Ansa sui principali fatti quotidiani aggiornate ogni ora

MUSICA Il meglio della musica contemporanea italiana e straniera

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Informazioni in tempo reale su puntualità, fermate, coincidenze

Connettiti alla rete WiFi e inquadra il QR code 119


CARTAFRECCIA

Il Programma CartaFRECCIA è stato prorogato per un altro anno. Potrai accumulare punti premio fino al 31 dicembre 2024 e richiedere i premi entro il 25 febbraio 2025*. Ricorda che invece hai tempo fino al 31 dicembre 2023 per accumulare i punti status necessari per ottenere le esclusive CartaFRECCIA Argento, Oro e Platino. Rimani aggiornato sulle novità del Programma e dei partner sul sito Trenitalia.com, nella sezione CartaFRECCIA. Sono in arrivo tante novità, ti aspettiamo a bordo! *Il regolamento completo del Programma CartaFRECCIA è disponibile sul sito Trenitalia.com o alle emettitrici self service della rete nazionale e le biglietterie Trenitalia.

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MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Dipinti, acquerelli, disegni, sculture, ceramiche, litografie, acqueforti e bozzetti preparatori di balletti: sono oltre cento le opere di Joan Miró, tutte datate tra il 1924 e il 1981, esposte fino al 14 gennaio al Museo storico nazionale d’artiglieria del Mastio della Cittadella, a Torino. Molte di queste, provenienti da Spagna, Francia e Svizzera, appartengono a collezioni private e non sono mai state svelate al pubblico. Il percorso della mostra Miró a Torino prevede un ampio focus sulla trasformazione dei linguaggi pittorici promossa dall’artista negli anni ’20, con gli scatti di diversi fotografi, tra i quali Man Ray, che hanno immortalato il maestro del Surrealismo durante il processo creativo o nell’intimità della sua vita privata. Curata dal critico Achille Bonito Oliva, la rassegna è stata organizzata per celebrare il pittore catalano in occasione del 40esimo anniversario della morte, avvenuta nel 1983. Ingresso singolo ridotto, o due biglietti alla metà del prezzo, per tutti coloro che raggiungono la città della Mole in Frecciarossa, Frecciabianca, Intercity o Intercity Notte in una data antecedente al massimo di tre giorni da quella in cui si intende visitare la mostra o possiedono un abbonamento Regionale o Intercity valido per Torino. Anche chi arriva nella città sabauda con il treno Regionale nel giorno stesso della visita ha diritto all’ingresso singolo ridotto. navigaresrl.com

IN CONVENZIONE ANCHE PAOLO PELLEGRIN Fino al 7 gennaio alle Stanze della fotografia, Venezia lestanzedellafotografia.it IL MONDO DI TIM BURTON Fino al 7 aprile alla Mole Antonelliana, Torino museocinema.it JIMMY NELSON Fino al 21 gennaio a Palazzo Reale, Milano palazzorealemilano.it EL GRECO Fino all’11 febbraio a Palazzo Reale, Milano mostraelgreco.it | palazzorealemilano.it CALVINO CANTAFAVOLE Fino al 7 aprile a Palazzo Ducale, Genova palazzoducale.genova.it EDGAR DEGAS E I SUOI AMICI Fino al 7 gennaio a Palazzo Dalla Rosa Prati, Parma navigaresrl.com ANISH KAPOOR. UNTRUE UNREAL Fino al 4 febbraio a Palazzo Strozzi, Firenze palazzostrozzi.org ALPHONSE MUCHA. LA SEDUZIONE DELL’ART NOUVEAU Fino al 7 aprile al Museo degli innocenti, Firenze museodeglinnocenti.it ANDY WARHOL - UNIVERSO WARHOL Fino al 17 marzo al Museo storico della fanteria, Roma navigaresrl.com ESCHER Le incisioni geometriche dell’artista grafico olandese arrivano a Roma. Nelle sale di Palazzo Bonaparte, fino al 1° aprile, 300 opere tra xilografie, litografie e linoleografie di Maurits Cornelis Escher trasportano i visitatori in mondi illusori in cui niente è come sembra. Ingresso scontato del 25% per i possessori di un biglietto Frecciarossa o Frecciargento con destinazione Roma in una data antecedente al massimo di due giorni da quella della visita. mostrepalazzobonaparte.it

Maurits Cornelis Escher Sole e Luna (1948) Collezione M.C. Escher Foundation, Paesi Bassi © 2023 The M.C. Escher Company

FAVOLOSO CALVINO Fino al 4 febbraio alle Scuderie del Quirinale, Roma scuderiequirinale.it HELMUT NEWTON. LEGACY Fino al 3 marzo al Museo dell’Ara Pacis, Roma arapacis.it MUSEUM OF DREAMERS Fino al 28 gennaio al PratiBus District, Roma museumofdreamers.org MUSEO CIVICO GAETANO FILANGIERI DI NAPOLI filangierimuseo.it L'allestimento della mostra Miró a Torino

Maggiori informazioni su trenitalia.com 121


NETWORK // ROUTES // FLOTTA

Parigi

Bolzano

Bergamo Lione

Courmayeur

Chambéry

Brescia

Milano

Aosta

Bardonecchia

Ora Treviso Trento Vicenza

Pinzolo

Reggio Emilia AV

Mantova

Modena Bologna

Genova

La Spezia Pisa NO STOP

Udine Trieste

Venezia Padova

Verona

Torino

Val Gardena Val di Fassa-Val di Fiemme Cortina d’Ampezzo

Madonna di Campiglio

Ravenna Firenze

Rimini Assisi

Perugia

Falconara Marittima Ancona

Pescara Roma Fiumicino Aeroporto

Caserta

Napoli Pompei

Foggia

Napoli Afragola

Bari

Matera

Potenza

Salerno

Lecce Taranto

Sibari Paola Lamezia Terme

Reggio di Calabria

LEGENDA:

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com. Tratta Torino-Lione: il servizio è temporaneamente sospeso.

Cartina aggiornata al 27 novembre 2023

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Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500 Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 700 Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497 WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 600 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze 3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460 Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio 123


PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS

IN TRENO VERSO IL NATALE DAL FRIULI ALLA SICILIA, LA MAGIA DELLE FESTE A BORDO DI UN CONVOGLIO STORICO. TRA PRESEPI, MERCATINI E SPECIALITÀ LOCALI incanto del Natale illumina i borghi italiani da nord a sud della Penisola e invita alla scoperta di mercatini tipici e prelibatezze enogastronomiche locali. Un’occasione per vivere l’atmosfera delle Feste con lentezza, a bordo di affascinanti convogli storici. Al nord è possibile immergersi nella magia con il Treno dei presepi e dei mercatini di Natale, che da Gemona del Friuli (Udine) conduce fino a Sacile (Pordenone). Lo storico convoglio consente di visitare il piccolo centro di Poffabro, in Val Colvera, soprannominato “il presepe fra i presepi” per le tante opere artigianali realizzate dagli abitanti del borgo che adornano cortili, balconi e finestre. La stessa magia caratterizza anche Polcenigo, in provincia di Pordenone, dove una rassegna con varie rappresentazioni della Natività rende la visita indimenticabile. Dicembre è poi il mese perfetto per raggiungere le distese innevate della Majella e visitare Campo di Giove e Roccaraso (L’Aquila), con le tipiche casette dei mercatini allestite nelle piaz-

© Archivio Fondazione FS Italiane

L’

di Gabriele Romani

Un treno storico nella stazione innevata di Campo di Giove (L’Aquila)

ze principali. I due borghi si possono raggiungere con la Ferrovia dei parchi, la famosa Transiberiana d’Italia: 128

SAVE THE DATE//TRENI STORICI DICEMBRE 2, 3, 8, 9, 10, 16, 17, 22, 23, 26 2 3 3 3 5 8, 9, 10 8, 10, 16, 17, 23 8, 9 9, 10 10 10 17 17 17 27, 28, 29, 30

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Ferrovia dei parchi. Altipiani Maggiori d’Abruzzo Treno del pistacchio Archeotreno express Treno di Ortigia Lario express Treno dei Krampus La Ferrovia Subappennina Italica Pietrarsa express Treno storico da Torino Porta Nuova a Ormea Treno del cioccolato Sannio express Il treno delle Capitali della cultura Treno dei presepi e dei mercatini di Natale Irpinia express. Il treno del paesaggio Treno storico da Novara a Varallo Ferrovia dei parchi. L’Alto Sangro

chilometri di binari ottocenteschi tra i paesaggi mozzafiato di Abruzzo e Molise che offrono prodotti tipici come formaggi, salumi, zafferano, miele e legumi. In Campania, è imperdibile il mercatino allestito nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, raggiungibile in treno storico da Napoli, dove locomotive a vapore e carrozze reali fanno da sfondo alla casa di Babbo Natale. Mentre in Sicilia è possibile salire sul Treno del cioccolato: un viaggio all’insegna di un Natale alternativo tra architetture barocche e un suggestivo mare invernale che porta a Modica, nel Ragusano, inserita nel Patrimonio Unesco dal 2002 e nota per la produzione del delizioso cioccolato dalle esotiche origini azteche. fondazionefs.it fondazionefsitaliane


PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO

di Mario Tozzi mariotozziofficial

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[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

© Ermess/AdobeStock

VIVERE NELLA PIETRA

Matera 5 M M D I A B B O N DA N Z A P E R L A P I EGA

er entrare nelle atmosfere di Matera non c’è forse periodo migliore dell’inverno, quando “il giardino di pietra” si rinchiude nei suoi Sassi e lascia immaginare come doveva essere la città nei tempi passati. Da sempre gli abitanti del territorio hanno saputo trarre il massimo dal mondo naturale: all’inizio, infatti, si erano sistemati dentro la gravina, il canyon scavato nelle rocce calcaree che garantiva acqua e fresco durante l’estate grazie alla vegetazione rigogliosa che solo lì attecchiva. La murgia era spazzata costantemente dal vento e, quando ancora i palazzi non erano stati inventati, sul ciglio della gravina non si poteva vivere. Così quei re pastori di millenni fa si attestarono tra il fondo della gola e la superficie, scavando prima i calcari compatti più bassi e poi quelli teneri più superficiali. Abitazioni lunghe anche 30 metri, senza una sola parete dritta e con una sorta di tamponatura all’ingresso a costituire il lamione, la prima unità abitativa. Attorno ai cortili sono nati poi i vicinati e la comunità dei Sassi, perché lì le strade non sono fatte per andare più velocemente da un luogo a un altro, ma per incontrarsi. Mario Tozzi è geologo e ricercatore del CNR, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo. È membro del consiglio scientifico del WWF ed è Cavaliere della Repubblica Italiana. Tra le ultime trasmissioni che ha condotto ricordiamo: “Gaia – Il pianeta che vive”, in onda su Rai 3 dal 2001 al 2006; “Terzo Pianeta”, sempre su Rai 3, dal 2007 al 2008; “La gaia scienza” (insieme al Trio Medusa), in onda su La7 dal 2009 al 2010; “Fuoriluogo”, in onda su Rai 1 dal 2014 al 2017. Dal 2019 conduce su Rai 3 “Sapiens – Un solo pianeta”. Attualmente è anche conduttore di “Green Zone” su Radio 1. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: L’Italia intatta. Viaggio nei luoghi italiani non alterati dagli uomini e fermi nel tempo (2018), Come è nata l’Italia. All’origine della grande bellezza (2019), Uno scomodo equilibrio. Uomini, virus e pandemie (2021), Mediterraneo inaspettato (2022), editi da Mondadori. Nel 2023, per Einaudi Ragazzi, ha pubblicato Perché il clima sta cambiando?. Per Rai Libri è autore di Un’ora e mezzo per salvare il mondo (con Lorenzo Baglioni, 2020).

L’Italia è un Paese geologicamente giovane e molto attivo, caratterizzato per larghissima parte del suo territorio da un forte dissesto idrogeologico. Se questa è la situazione, qual è il ruolo dell’uomo? O, più precisamente, esistono, da parte dell’uomo, comportamenti virtuosi che possono tamponare le manifestazioni della natura e, al contrario, comportamenti sbagliati che peggiorano condizioni già di per sé fragili? Proprio in alcune regioni d’Italia, sembra che l’uomo, lungi dal tener conto della conformazione del territorio, si sia adoperato quasi sistematicamente a porre in atto misure di sicuro impatto negativo, che conferiscono a una struttura idrogeologica instabile il carattere catastrofico che ha assunto in tempi recenti: dal soffocamento degli spazi di naturale espansione dei fiumi in piena, all’abusivismo edilizio. È proprio ora di cambiare atteggiamento, di rendersi conto che l’uomo, con il suo intervento, è spesso direttamente responsabile delle tragedie che poi lo colpiscono. Mario Tozzi, in Oltre il fango, offre una mappatura delle zone più a rischio e contemporaneamente condivide una riflessione sulle possibilità di recupero e prevenzione che istituzioni, ma anche singoli cittadini, devono attuare per garantire la conservazione del nostro Paese.

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MARIO TOZZI OLTRE IL FANGO

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ART DIRECTOR: GIACOMO CALLO G R A P H I C D E S I G N E R : D AV I D E N A S TA

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Rai Libri, pp. 229 € 19

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OPACA

L’Italia è un Paese geologicamente giovane e molto attivo, caratterizzato per larghissima parte da un forte dissesto idrogeologico. Se questa è la situazione, qual è il ruolo dell’uomo? Il libro offre una mappatura delle zone più a rischio e con­temporaneamente condivide una rifles­sione sulle possibilità di recupero e pre­venzione che istituzioni, ma anche singoli cittadini, devono attuare per garantire la conservazione del territorio. 125


PRIMA DI SCENDERE te

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STAZIONE POESIA

di Davide Rondoni DavideRondoniAutore

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[Poeta e scrittore]

IL FUOCO DEL NATALE

© fadi/AdobeStock

Gesù Signore dammi il tuo Natale di fuoco interno nell’umano gelo tutta una pena in celestiale pace che fa salva la gente e innamorata […]

[Clemente Rebora, Dammi il tuo Natale, dalla raccolta Il tuo Natale di fuoco, Interlinea (2016)]

S

ono pochi versi tratti da una splendida poesia di Clemente Rebora, uno dei massimi poeti del ‘900 europeo. Eugenio Montale salì a omaggiarlo e salutarlo a Domodossola dove, ritiratosi sacerdote, l’anziano autore dei Frammenti lirici, che avevano stupito il mondo della letteratura italiana nella prima metà del secolo, visse la sua lunga malattia. I versi contenuti in Dammi il tuo Natale sono una supplica dolce e scheggiante. Il Natale, sembra dire il poeta, non solo ci è offerto, sotto le luci e i lustrini che cercano di rendere vacua e commerciale la ricorrenza, ma va chiesto. «Dammi», dice in modo quasi perentorio, ricordando il gesto

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di un naufrago che si afferra al braccio teso. Chiede un «Natale di fuoco», non una festicciola dolciastra, non una tradizione borghesuccia e lievemente annoiata. No, il poeta sa e chiede il fuoco che sta dentro l’annuncio della Nascita, l’incarnazione di Dio in un bimbo. L’unica cosa che può dare «celestiale pace» anche in una vita fatta di «pena». «Per un Dio che ride come un bimbo», ho scritto in una poesia riecheggiando un altro grande come Giuseppe Ungaretti, «sarei disposto ad andare a fondo/in tutto il buio che c’è». Per questo «Dio che ride come un bimbo/sarei disposto a guardare/nei tuoi occhi fino in fondo/a tutta la pena e la meravi-

glia che c’è...». Il fuoco dell’essere ride come un bimbo. Il fuoco dell’annuncio più rivoluzionario della storia – Lui è qui – è l’avvenimento che «salva» e rende la gente «innamorata». Acutissima lettura del senso del Natale in pochi versi, come sempre avviene nella poesia densa di Rebora. Il Natale non serve certo principalmente a comprar regali e a organizzare pranzi e cene. Questi semmai sono i segni di una festa che è bello fare insieme con parenti e amici intorno al «fuoco» portato dal Natale. Ma se si dimentica il fuoco? Cosa è il Natale senza l’annuncio di un fuoco che salva e innamora? «Dammi il tuo Natale», dice il poeta, fammi salvo e innamorato.


PRIMA DI SCENDERE MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio nerina.dinunzio

nerinadinunzio

[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

ABITARE IL PRESENTE queste sensazioni, semplicemente osservale come se non si trattasse di te. Prendi atto dei rumori che provengono dall’ambiente del treno. Puoi notare le voci degli altri passeggeri o il rumore del mezzo sui binari. Accoglili senza giudizio, come se fossero parte del paesaggio sonoro. Lasciali entrare e uscire dalla tua mente senza trattenerli o etichettarli. Se la tua mente inizia a vagare, gentilmente riporta la tua attenzione alla tua respirazione. Questo è un aspetto chiave della mindfulness: essere sempre gentile con te stesso, senza pretendere nulla e senza giudicare i tuoi pensieri. Questo esercizio può aiutarci a rimanere presenti durante il viaggio in treno e a interrompere il logorio mentale. Si può praticare per alcuni minuti o anche per un’ora. Praticare la mindfulness ogni giorno, anche per poco tempo, aiuta a esercitare la capacità di affrontare lo stress.

Ascolta su Spotify la meditazione Respiro, corpo, suoni, pensieri

© OP38Studio/AdobeStock

S

pesso siamo coinvolti in un film mentale che scorre nel tempo. Mentre siamo immersi in qualcosa, ne stiamo già programmando un’altra. E ci ritroviamo a rimuginare su quello che avremmo dovuto o voluto dire. Con la mindfulness e le tecniche di meditazione possiamo cambiare e imparare a porre attenzione al momento presente, l’unico che abbiamo a disposizione. Saper dirigere l’attenzione, poter controllare le distrazioni – o quanto meno esserne consapevoli – è un buon metodo per evitare di perdersi nei pensieri. Mentre siamo in treno, per esempio, abbiamo l’occasione preziosa di ascoltare il nostro corpo seduto, riconoscere la nostra postura e usare quello che accade intorno a noi come palestra per esercitare l’attenzione. Proviamo ora insieme questo esercizio. Chiudi gli occhi (o abbassali se preferisci mantenerli socchiusi) e inizia a concentrarti sulla tua respirazione. Presta attenzione all’inspirazione e all’espirazione, senza tentare di modificarle, entrando in contatto con il tuo respiro così com’è. Nota come l’aria entra ed esce e dove la senti meglio, se all’altezza del naso, nel petto o nello stomaco. Dopo questa focalizzazione sul respiro, comincia a espandere la tua consapevolezza a tutto il corpo. Percepisci le sensazioni fisiche, il contatto con il sedile, il treno che si muove ed eventuali tensioni o rilassamenti. Non giudicare

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PRIMA DI SCENDERE FOTO DEL MESE

di Alex A. D’Orso - an.dorso@fsitaliane.it

Andreas Gursky Amazon (2016) © Andreas Gursky by Siae 2023 Courtesy Sprüth Magers

Nel magazzino di un e-commerce pacchi e oggetti di ogni tipo e dimensione si susseguono occupando tutto lo spazio disponibile. In questo luogo affollato i singoli elementi si ripetono in serie ma, allo stesso tempo, rappresentano un unicum che ha valore di dettaglio. A osservarli l’occhio si perde e si confonde sottoposto a una geometria ipnotica che gioca con i veri livelli del campo visivo. È la firma originale di Andreas Gursky, fotografo tedesco considerato uno dei maggiori artisti del nostro tempo, famoso soprattutto per gli scatti di grande formato. Una mostra alla Fondazione Mast di Bologna, fino al 7 gennaio 2024, ne ricostruisce la carriera attraverso un percorso espositivo composto da 40 immagini. Andreas Gursky. Visual Spaces of Today è un viaggio nel tempo e nello spazio che, tenendo insieme le prime fotografie dell’artista e quelle più recenti, copre grandi distanze con opere realizzate in giro per il mondo. Al centro del lavoro di Gursky vi è il racconto del consumismo. Di fronte al suo obiettivo spazi industriali, supermercati zeppi di merce e depositi si trasformano in simboli di un’alienazione collettiva, dove l’oggetto, non più mezzo ma fine, regola tutte le azioni e domina ogni aspetto della vita. mast.org

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