La Freccia - settembre 2025

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ADRIANO GIANNINI

INTERVISTE

AURORA E FRU

MARC MARQUEZ

LOREDANA LIPPERINI

FRANCESCO GABBANI

TRAVEL

I LUOGHI DELLA SCIENZA

VACANZE VEGANE

ARTE E PHOTO

STEFANO CERIO

BRUNO BARBEY

PER CHI AMA VIAGGIARE

PROIEZIONI

Non basta il pensiero a smuovere il mondo. Bisogna dargli gambe.

Il desiderio è un inizio, ma non è un cammino. È settembre, e l’aria porta con sé quella solennità discreta delle soglie: qualcosa finisce, qualcosa si prepara. Le ombre si allungano, il vento cambia direzione, e anche l’anima — come un treno in partenza — avverte l’urgenza di porsi una meta. Ma quante volte restiamo fermi al binario delle intenzioni, incapaci di salire?

Eppure, è il passo che fa la differenza. Non il sogno.

C’è una grazia nascosta nella decisione: una luce che si accende nel momento in cui smettiamo di contemplare e scegliamo di agire. La realtà non è altro che una visione che ha trovato il coraggio della concretezza.

Lo sa bene chi costruisce strade dove prima c’erano solo carte. Lo sa chi attraversa i secoli su rotaie invisibili di dedizione. Lo sa, profondamente, il Gruppo FS, che da 120 anni traduce la volontà in movimento, il progetto in paesaggio.

Sotto la Manica, tra Parigi e Londra, scorrerà presto la promessa di un’Europa più vicina, e con essa l’eco di una decisione presa e mantenuta. Non sono solo treni, questi: sono arterie del futuro. Come la Torino-Milano, banco di prova per una connessione che non è solo tecnologica, ma umana, culturale, collettiva. Come FS Energy, che trasforma il bisogno in strategia, il consumo in coscienza. Eppure non c’è nulla di rumoroso in questo costruire. È il lavorìo silenzioso della talpa nel terreno, la precisione di chi studia nei Laboratori sotto il Gran Sasso per cercare risposte tra i neutrini. È la quieta geometria di Castel del Monte che, da secoli, ci ricorda che il genio abita anche la forma.

E in questo autunno, mentre la traiettoria dei progetti si fa concreta, è una voce a narrarne il respiro: quella intensa e misurata di Adriano Giannini, attore e doppiatore, interprete dell’ultimo spot istituzionale del Gruppo FS, L’emozione di essere italiani. Non è soltanto una voce: è una presenza che sa tenere insieme mestiere e sentimento, rigore e grazia. In ogni parola pronunciata si avverte la stessa dedizione che ha accompagnato la storia delle nostre ferrovie: un impegno che non si dichiara, si dimostra. Giannini non interpreta, abita. E nel suo timbro riconosciamo ciò che davvero muove le cose: la serietà del fare, la responsabilità del costruire, l’orgoglio gentile di appartenere.

Nel cuore di questo autunno, il Gruppo FS celebra il suo anniversario con una mostra che non è solo una rassegna del passato, ma un gesto di gratitudine verso il cammino già compiuto — e un invito a quello che resta da fare. L’arte di andare avanti è fatta di memoria e coraggio. Di consapevolezza e visione. Ma, soprattutto, di decisioni prese con fermezza e portate a compimento.

Perché in un’epoca che spesso scambia la velocità per progresso, la Corporate Social Responsibility e l’innovazione sociale ci ricordano che il futuro migliore è quello che si costruisce insieme, con responsabilità.

Allora sì: decidere di fare, e poi farlo. Come un treno che parte, sapendo dove andare.

Che sia questo, dunque, l’invito di stagione: meno previsioni, più proiezioni. Meno attese, più partenze. Perché solo ciò che si fa rimane. E ciò che rimane ci conduce avanti.

di Alessandra Calise

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SULLE TRACCE DEL PROGRESSO

Laboratori scavati nella roccia. Ma anche strutture geometricamente perfette e strade che ricordano ricerche rivoluzionarie. Da Siracusa a Milano, un libro racconta la scienza nascosta nei luoghi d’Italia

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CRESCERE A BASSO IMPATTO

Dall’8 al 10 ottobre il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, di cui il Gruppo FS è partner istituzionale, invita a riflettere sulle strategie utili a creare un futuro di valore, puntando su economia circolare e politiche di inclusione

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MARC È TORNATO

Dopo l’infortunio al braccio, aveva pensato di smettere. Ma poi è andato avanti perché «ne valeva la pena». Ora il pilota spagnolo Marquez domina la MotoGP. E si prepara per il Gran premio di San Marino a Misano Adriatico, il 14 settembre

I numeri di questo numero

26 le edizioni della Race for the cure [pag. 10]

8 il numero ricorrente nella struttura di Castel del Monte, in Puglia [pag. 42]

22 le opere della mostra I tesori d’arte dai musei nazionali italiani ad Agrigento [pag. 77]

READ

FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

PER CHI AMA VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI ANNO XVII - NUMERO 9 - SETTEMBRE 2025

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 25/06/1997

CHIUSO IN REDAZIONE IL 26/08/2025

Foto e illustrazioni

Archivio FS Italiane

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Copertina: © Fabrizio Cestari

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Hanno collaborato a questo numero

Giuseppe Inchingolo

Alessandra Calise

Davide Falcetelli

Michela Gentili

Cecilia Morrico

Francesca Ventre

Alex A. D’Orso, Irene Marrapodi, Francesca Ventre

Gaspare Baglio, Sandra Gesualdi

Giovanna Di Napoli

Claudio Romussi

Nerina Di Nunzio, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Davide Garofalo, Valentina Lo Surdo, Enrico Procentese, Gabriele Romani, Flavio Scheggi

REALIZZAZIONE E STAMPA

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa

PROGETTO CREATIVO

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli

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On web

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cena a cura dello chef CARLO CRACCO

Una cena di Gala a cura di Carlo Cracco che reinterpreta le atmosfere dei banchetti rinascimentali, sulle orme di Cristoforo da Messisbugo, scalco alla corte degli Este.

FERRARA FOOD FESTIVAL RESIDENZA MUNICIPALE FERRARA

Tre chef, tre banchetti esclusivi per riscoprire i sapori del territorio e le affascinanti contaminazioni con la cucina del Rinascimento. Tra tradizione, creatività e musica.

SAGRA DELL'ANGUILLA MANIFATTURA DEI MARINATI COMACCHIO

RINASCIMENTO CIRCOLARE a cura dello Chef IGLES CORELLI a cura dello

Un omaggio al Rinascimento in un piatto a sorpresa, che unisce memoria storica e sapori inaspettati.

ZUCCA IN FESTA 11, 12, 18, 19, 25 e 26 ottobre OSTELLATO

FRECCIA COVER

DISSENSO AD ARTE

Qual è, oggi, il senso della ribellione per un creativo? L’arte contemporanea non ha più il privilegio – o l’illusione – di potersi tenere fuori dal sistema. E, se non ci si può più sottrarre, la sfida è starci dentro senza lasciarsi manipolare. Ecco allora il paradosso: per essere sovversivi bisogna essere lucidamente compromessi, consapevoli di giocare su un campo minato in cui ogni gesto può diventare merce, ogni critica un brand. È questo il filo sottile che attraversa la mostra Banksy & Friends. Storie di artisti ribelli, fino al 9 novembre nelle sale del Palp di Pontedera, in provincia di Pisa. In un tempo in cui si fa fatica a distinguere ciò che è autentico, la vera rivoluzione non è urlare più forte, ma restare in piedi sulla propria linea di confine. È qui che si muovono Banksy, Obey, TVBOY, Mr. Brainwash, Takashi Murakami, Damien Hirst, Mario Schifano:

artisti capaci di trasformare la disobbedienza in linguaggio, il dubbio in forma visiva.

Banksy lo sa bene. Il suo anonimato non è solo poetico mistero, ma postura politica. I suoi muri sono quelli reali, screpolati e sporchi della città, parlano a chiunque, con quella lingua obliqua che ferma, interroga e disorienta. Accanto a lui, i protagonisti riuniti a Pontedera sembrano agire il dissenso, ognuno a modo proprio, senza cedere il senso del proprio gesto, anche quando questo diventa celebre, virale, collezionabile, riconosciuto da tanti. Un’arte che disturba senza gridare, sempre in equilibrio tra la provocazione e il necessario, tra l’interpretazione e la denuncia. palp-pontedera.it palp_pontedera PALPpontedera

Banksy
Toxic Mary (2003)
Courtesy Pop House Gallery

PHOTO STORIES

Percorsi dorati
© Francesco V. ciskie1977
Silenzio in movimento
© Stefano C. ste_calabria
LUOGHI
IN VIAGGIO

LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle tre categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica.

a cura di Enrico Procentese enry_pro

Piccoli passi, grandi sogni
© Miriam D. miriam.desiati

AUTUNNO ROSA

RIPARTE DA SETTEMBRE IN VARIE CITTÀ ITALIANE LA RACE FOR THE CURE, ORGANIZZATA DA KOMEN ITALIA CON IL SOSTEGNO DEL GRUPPO FS. PER PREVENIRE IL TUMORE AL SENO ANCHE ATTRAVERSO LO SPORT

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it foto © Archivio Komen Italia

Nove appuntamenti annuali che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione e a raccogliere fondi per la ricerca sui tumori al seno: non si ferma la Race for the cure, organizzata da Komen Italia con il sostegno del Gruppo FS.

La 26esima edizione della corsa non competitiva che a maggio ha attraversato Roma e Bari, arriva a Bologna dal 19 al 21 settembre, a Matera e Brescia dal 26 al 28, a Salerno il 4 e il 5 ottobre, a Caserta dal 10 al 12 e a Capua il 18 e 19. L’ultima tappa è in programma a Napoli, dal 7 al 9

Una passata edizione della Race for the cure a Roma

novembre.

In ogni città è previsto l’allestimen to di un villaggio in cui passeggiare, ef fettuare screening gratuiti con i professionisti dell’Azienda sanitaria regionale, dedicarsi al fitness e imparare i principi della sana alimentazione per migliorare il proprio stile di vita.

Oltre alla salute fisica, viene dedicata particolare attenzione anche al benessere psicologico, attraverso conferenze, eventi di intrattenimento e laboratori per bambini e bambine. Ma il momento clou della manifestazione è sempre la domenica mattina, quando si può partecipare alla passeggiata di due chilometri o alla corsa di cinque nelle strade

del centro cittadino. Protagoniste dell’evento sono le Donne in rosa, che hanno affrontato o stanno affrontando un tumore al seno: durante la manifestazione indossano una maglia speciale per incoraggiare le 56mila donne che ogni anno, in Italia, si confrontano con la malattia. raceforthecure.it komenitalia | raceforthecure

a cura di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it - Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it - Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

save the date SETTEMBRE 2025

ROMA 4 SETTEMBRE>16 NOVEMBRE

Giunta alla 40esima edizione, la manifestazione diretta da Fabrizio Grifasi ospita quest’anno più di 700 artiste e artisti provenienti dall’Italia e dal mondo. Si comincia il 4 settembre con il Ballet Nacional de España che, alla sua prima collaborazione con il coreografo Marcos Morau, porta in scena Afanador. Realizzato insieme al Teatro dell’Opera di Roma, lo spettacolo traduce in movimento e musica gli scatti raccolti in due libri del fotografo colombiano Ruvén Afanador. Torna poi Christos Papadopoulos, sul palco dal 14 al 16 novembre con My Fierce Ignorant Step, in cui reinventa il linguaggio ipnotico che lo ha reso celebre a livello internazionale. Un percorso ad hoc è dedicato alle voci più originali della scena

nazionale: l’8 e 9 ottobre la regista Federica Rosellini porta in scena iGirl, opera di Marina Carr che intreccia a ricordi privati riflessioni intime e universali, il 18 tocca invece alla compagnia Fanny & Alexander che propone L’analfabeta, liberamente tratto dai testi di Agota Kristof.

Per la musica spicca il nome del britannico Kae Tempest, a Roma per la prima data italiana del suo tour europeo. Mentre la chiusura, il 16 novembre, è affidata al duo austriaco Kruder & Dorfmeister con The K&D Sessions Live, una celebrazione dei 30 anni di carriera oltre che un omaggio a uno dei dischi culto dell’elettronica anni ’90. romaeuropa.net

CHORA & WILL DAYS

TORINO 26>28 SETTEMBRE

Vivere il tempo. Attese, sorprese, svolte. È questo il tema del festival organizzato per il primo anno dalla podcast company Chora Media e dalla startup di informazione social Will Media. Talk, spettacoli, incontri e djset animano le Ogr di Torino, ma la rassegna continua anche in altri spazi della città, tra cui le Gallerie d’Italia, il Circolo dei lettori e il Centro italiano per la fotografia Camera. Per discutere le sfide della contemporaneità, tra trasformazioni globali e attese personali, è prevista la partecipazione delle giornaliste Francesca Mannocchi e Cecilia Sala, dello scrittore Paolo Giordano e del direttore di Chora Media Mario Calabresi. days.chorawill.com | ogrtorino.it

Il Ballet Nacional de España in Afanador di Marcos Morau
Mondadori Portfolio/GettyImages
Cecilia Sala

FESTIVAL DEL VIAGGIATORE

VENETO 20 SETTEMBRE>11 OTTOBRE

Vuole rimettere al centro il cuore l’11esima edizione del festival itinerante ospitato in ville e giardini del Veneto. Quest’anno giornaliste, scrittori, sociologhe e studiosi sono chiamati a parlare di viaggio, che sia fisico o filosofico, sulla traccia del tema Solo per amore. La prima tappa è a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, per ragionare sulle alternative all’overtourism. Si prosegue il giorno seguente a San Zenone degli Ezzelini, nel Trevigiano, dove il poeta Arnoldo Mosca Mondadori presenta La voce del mare, uno spettacolo con gli strumenti musicali realizzati dai detenuti del carcere di Opera usando il legno delle barche approdate a Lampedusa. Gli appuntamenti successivi sono a Cassola (Vicenza), Riese Pio X, Maser, Possagno, Asolo (Treviso) e Vicenza festivaldelviaggiatore.com

MILANO CENTRALE FESTIVAL

MILANO 3>5 OTTOBRE

Opere d’arte, installazioni e performance colorano un percorso tutto ciclabile che si snoda dalla Stazione Centrale lungo il Naviglio della Martesana. Il cuore della rassegna è la Biblioteca di Cineteca Milano ma i lavori sono ospitati anche in luoghi insoliti, tra cui una lavanderia self-service e uno studio d’artista con una finestra-obiettivo affacciata sul binario 1 della Stazione Centrale, che ritrae live ciò che accade nello scalo. Tra i nomi coinvolti, Maurizio Montagna con un progetto site-specific sul falco pellegrino che ha nidificato sul Pirellone e Paolo Ventura con due opere inedite che raccontano un paesaggio spoglio e carico di meraviglia. Mentre Irene Mele esplora, attraverso la tecnica della cianotipia, l’evoluzione del Naviglio, da corso d’acqua cruciale per l’industria ad area di svago. centralefestival.com

ORTICOLARIO

LAGO DI COMO 2>5 OTTOBRE

A Villa Erba per un’esperienza che unisce arte, giardinaggio e design. La 15esima edizione dell’evento, che prevede oltre 250 espositori, è un invito a scoprire il bello nella sua versione originaria. Appare chiaro in Dzonot, nel cuore del padiglione centrale, un progetto di Jonathan Arnaboldi e Matteo Pellicanò che mette al centro le piante spontanee commestibili, testimoni di un legame antico fra essere umano e natura. Le erbe selvatiche si ritrovano anche nella cucina di Antonia Klugmann, chef triestina ospite d’onore di questa edizione. Mentre spiccano, tra le novità del 2025, il mercato con prodotti biologici e la Zona tecnica, uno spazio che accoglie espositori specializzati in ogni tipo di area verde e mette a disposizione esperti qualificati per fornire consigli pratici. orticolario.it

Viale Monza di Paolo Ventura
Una passata edizione del festival ad Asolo (Treviso)
© Marco
Rocelli
Una passata edizione dell’evento a Villa Erba
© Luciano Movio

TOCATÌ - FESTIVAL INTERNAZIONALE

DEI GIOCHI IN STRADA

VERONA

19>21 SETTEMBRE

Per i Maori il gioco è un linguaggio ancestrale che educa, tramanda la memoria collettiva e rafforza il legame tra le persone, le terre e gli antenati. A questa popolazione della Nuova Zelanda è dedicata la 23esima edizione del festival. Per l’occasione, un numeroso gruppo culturale Maori porta nel centro di Verona una selezione di giochi di abilità e sport di squadra tradizionali, oltre che racconti di miti e leggende. Inoltre, sono previste proiezioni di documentari sulle meraviglie del loro Paese e laboratori di cucina per scoprire la cultura culinaria maori, oltre a esibizioni di Kapa Haka, forma di espressione artistica che unisce canto, danza e declamazione. E ancora giochi della tradizione italiana, spettacoli, concerti e presentazioni. tocati.it

CONCERTI ALLA REGGIA DI CASERTA

CASERTA 6>26 SETTEMBRE

Una serie di eventi live celebra la fine dell’estate alla Reggia di Caserta. Si inizia con il rock di Luciano Ligabue, che sabato 6 fa tappa nella città campana con La notte di certe notti, e si prosegue con il rap di Rocco Hunt, che giovedì 11 presenta l’ultimo album Ragazzo di giù. Frecciarossa è Treno Ufficiale di entrambi gli eventi. Gli altri artisti attesi sono il cantante milanese

Tananai, sabato 13, il cantautore Francesco De Gregori, lunedì 15, la rocker Gianna Nannini mercoledì 17 e, infine, la cantautrice Giorgia con un doppio appuntamento martedì 16 e venerdì 26 settembre.

INTERNET FESTIVAL - FORME DI FUTURO

PISA 9>12 OTTOBRE

Quattro giorni per capire dove lo sviluppo tecnologico potrebbe condurre l’umanità. In 13 diverse location – tra cui la Stazione Leopolda, musei e università – si esplora il legame con il mondo digitale attraverso la parola chiave Identità. Il festival diffuso propone incontri, spettacoli, installazioni e attività didattiche interattive per bambini e ragazze che mettono al centro caratteristiche prettamente umane come l’intuizione, la creatività e l’empatia. Per indagare e comprendere insieme le nuove forme di futuro. internetfestival.it

La danza tradizionale dei Maori del gruppo Muriwhenua
© Michael Ng
Bambino con visore in una passata edizione del festival
Reggia di Caserta
© Stefano Tammaro/AdobeStock

PINO È. IL VIAGGIO DEL MUSICANTE

NAPOLI 18 SETTEMBRE

In piazza del Plebiscito, nel cuore della città che gli ha dato i natali, un evento live celebra Pino Daniele, a 70 anni dalla nascita e a dieci dalla scomparsa. Attesi sul palco artisti, musiciste, amici e colleghi pronti a interpretare le canzoni del compositore partenopeo e a condividere con il pubblico omaggi e aneddoti a lui legati. Lo spettacolo serve anche a finanziare un progetto dell’Associazione oncologia pediatrica e neuroblastoma che punta a garantire cure personalizzate ai bambini. Attraverso la Fondazione Pino Daniele, vengono invece istituite borse di studio e iniziative per sostenere giovani talenti musicali e contrastare la povertà educativa.

fondazionepinodaniele.org

MERCURIO FESTIVAL

PALERMO 26 AGOSTO>5 OTTOBRE

L’evento di teatro, musica, danza e performing art si distingue nel panorama italiano per la direzione artistica condivisa. Alla rassegna, diffusa negli spazi dei Cantieri culturali alla Zisa, partecipano infatti le artiste e gli artisti invitati dai colleghi dell’edizione precedente, secondo uno sperimentale passaggio di testimone. Il 6 settembre Davide Enia porta sul palco Roberto Baggio, un monologo che racconta la realtà di chi lavora e vive nelle zone di guerra giocando con l’omonimia tra il calciatore e un medico anestesista di Emergency. Il 19, invece, è il turno dei Quintorigo, band indie ante litteram che, nella sua formazione originale, propone al festival una felice sintesi tra pop, rock, musica classica e jazz. mercuriofestival.it

I DIALOGHI DI TRANI

TRANI 12>28 SETTEMBRE Il centro storico della cittadina pugliese, con la sua splendida cattedrale sul mare, ospita la 24esima edizione dell’evento, che quest’anno ha scelto come tema portante l’Umanità. Giornalisti, filosofi e scrittori si interrogano su un mondo caratterizzato da progressi scientifici e tecnologici, ma anche da molte incertezze sul futuro e da un divario sociale crescente. Tra i 60 ospiti internazionali, anche l’autore svedese Björn Larsson, la scrittrice Dacia Maraini, i giornalisti Giovanna Botteri, Alan Friedman e Piero Dorfles. Completano il programma mostre, reading teatrali, visite dei quartieri storici tra cui la Giudecca e passeggiate eco-filosofiche. idialoghiditrani.com

© Michele Piazza

Il gruppo musicale Quintorigo

Pino Daniele
Courtesy Fondazione Pino Daniele
© Roberto Panucci
Una delle passate edizioni del festival

UNA RELAZIONE STABILE

PER IL SECONDO ANNO AURORA LEONE E FRU CONDUCONO

ITALIA’S GOT TALENT. PRONTI A DEBUTTARE IN DIRETTA NELLA FINALE DEL 31 OTTOBRE SU DISNEY+

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

A«l secondo anno inizi a capire nuove cose. Perdi l’ardore iniziale, ma subentrano la quotidianità e il progetto a lungo termine. E da lì inizia davvero l’amore». Ha il sapore di una relazione stabile la nuova conduzione di Aurora Leone e Fru a Italia’s Got Talent, il programma prodotto da Fremantle Italia per Disney+ di cui Intercity è Main e Train Partner. Da settembre i talenti comici della fabbrica The Jackal affiancano i giudici Mara Maionchi, Frank Matano, Elettra Lamborghini e – al suo debutto in questo ruolo – Alessandro Cattelan. Fino alla finale del 31 ottobre che viene trasmessa in diretta streaming: è la prima volta in Italia per uno show di intrattenimento su Disney+.

Siete emozionati?

[F] Assolutamente sì. La diretta ha una sua verità e presuppone una responsabilità diversa. Ma l’approccio è lo stesso, cioè tanto studio e tante prove.

[A] Sì, perché negli anni abbiamo fatto tanti esperimenti ma non siamo mai stati conduttori di un programma tv live. Che rapporto avete con i giudici?

[A] Siamo contenti del clima che si è creato. Riusciamo a divertirci anche nei momenti più stancanti e questo significa che siamo davvero affiatati. Quando abbiamo la possibilità di chiacchierare con i giudici sentiamo il calore di cui abbiamo bisogno.

[F] È stato un po’ come ritrovare degli amici. Poi quest’anno conosciamo tutti da più tempo, compreso Alessandro perché abbiamo portato avanti diversi progetti insieme. Mi piacerebbe fare del gossip spietato e dire che è tutto falso, smascherando l’ipocrisia della televisione. Ma in questo caso non è così.

Aurora, tu hai iniziato la carriera proprio partecipando a Italia's Got Talent, nel 2016. Che effetto fa, ora, condurlo?

[A] In realtà, mi sembra di aver già superato la parte più complessa. Adesso ho un ruolo più rassicurante e mi fa piacere poter trasmettere tranquillità ai concorrenti che salgono sul palco. Conosco la loro ansia e posso essere di supporto.

Avete registrato le audizioni a Catanzaro. Come vi siete trovati in questa città?

[F] Io adoro la Calabria, ma sono di parte perché ho passato

l’infanzia in provincia di Vibo Valentia e una parte della famiglia della mia fidanzata è di Catanzaro. Posso dire quindi di aver ritrovato sapori e accenti conosciuti: con alcune persone del posto si è creata una bella confidenza. E poi il teatro cittadino è strepitoso.

[A] Siamo spesso costretti a spostarci per lavoro verso il nord, a Milano. Lavorare in una città di mare ci ha aiutati, mi mancava una realtà di questo tipo.

Un episodio da ricordare?

[A] Un adorabile cane che abbaiava solo quando sentiva la voce di Damiano David, il cantante dei Måneskin. Difficile dimenticarlo.

Prossimamente condurrete sulla Rai con i The Jackal anche una nuova versione del format Chi ha incastrato Peter Pan?. Vi sentite tranquilli a lavorare con i bambini?

[F] Abbiamo avuto modo di interfacciarci con i più piccoli anche per Italia’s Got Talent , ma noi stessi siamo dei bambinoni, come dice mia mamma. Io poi facevo l’animatore nelle feste dei ragazzini e guardo ancora un sacco di cartoni animati.

[A] Io e Fru abbiamo sviluppato una grande empatia con i bambini e con i loro genitori. Ormai abbiamo il raccogli-lacrime, perché le emozioni sono travolgenti. Spesso cerchiamo di stemperare la tensione scherzando, ma i piccoli sono serissimi, già proiettati nelle esibizioni. È un vero allenamento per noi.

Viaggi in programma?

[A] Non vorrei sbilanciarmi perché sembra che tutto stia remando contro le mie vacanze. Dico solo che partirò, ma non so per dove né con chi. Comunque, da novembre sarò con il mio spettacolo a teatro in giro per l’Italia e sarà bello visitare anche le città che toccheremo.

[F] Io voglio tornare in Asia, sto organizzando un bel viaggio in Oriente. È un continente che adoro e quest’anno voglio vedere il mare di quei Paesi. Sono un turista a cui piace girovagare.

auroraleone gianlucafru

©
Giulia Parmigiani

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UN ARTISTA CON LA MAIUSCOLA

FRANCESCO GABBANI È IL NUOVO GIUDICE DI X FACTOR, IN ONDA SU SKY

E NOW DALL’11 SETTEMBRE. E SI PREPARA A FESTEGGIARE I DIECI ANNI DI CARRIERA CON UN LIVE ALL’ARENA DI VERONA IL 1° OTTOBRE

di Gaspare Baglio gasparebaglio

La scorsa edizione è stata un successo e squadra che vince non si cambia.

Almeno non del tutto. La nuova stagione di X Factor di cui il Regionale di Trenitalia è Official Partner, vede ancora una volta Giorgia al timone e, dietro al bancone dei giudici, Achille Lauro, Jake La Furia e Paola Iezzi. Ma se lo storico Manuel Agnelli esce, la new entry è Francesco Gabbani.

Il cantautore di Carrara si prepara a festeggiare i dieci anni di carriera il 1° ottobre con un mega evento all’Arena di Verona in cui porterà le sue hit più celebri, da Amen a Occidentali’s karma fino a Viva la vita. Ma, in attesa del live veronese, dall’11 settembre debutta dietro al bancone dei giudici nel format Sky Original prodotto da Fremantle, visibile su Sky e in streaming su Now tutti i giovedì.

Il tuo nome per X Factor gira dal 2017, quando hai vinto Sanremo con Occidentali’s karma. Finalmente ti hanno convinto.

Ora è il momento giusto per fare quest’esperienza: da una parte affronto un’inedita avventura personale, dall’altra posso prendermi la responsabilità di scegliere, dare giudizi e indirizzare i giovani nel loro percorso artistico.

Prima non ti sentivi pronto?

Adesso, seppur umilmente, posso dire di aver dieci anni di carriera alle spalle. Questo mi consente di fornire piccole indicazioni e supportare i concorrenti. Prima sarebbe stato un po’ precoce: dovevo prima imparare step by step le dinamiche del settore.

Come ti senti di fronte a questa sfida?

Sono sereno, ho capito che ho un pubblico capace di seguirmi nel bene e nel male. Non sono in una fase in cui devo sgomitare o dimostrare per forza qualcosa a qualcuno. Con la consapevolezza di essere quello che sono in tutte le mie sfaccettature.

Cosa vorresti far arrivare alle persone?

X Factor è una gara ma, in tempi in cui spesso tutto è incentrato sull’essere i migliori, mi piacerebbe trasmettere l’idea che si può costruire una carriera semplicemente restando fedeli a sé stessi ed emozionandosi. Per arrivare davvero alle persone la cosa migliore è rimanere puri.

Come ti è sembrato il livello dei talenti che si sono presentati?

Qualcuno è arrivato un po’ allo sbaraglio, senza esperienza. Altri con la consapevolezza e la misura di quello che sono e delle loro potenzialità.

Che mi dici dei tuoi colleghi?

Achille è molto gentile, Paola intelligentemente premurosa, Jake sagacemente ironico. Mi sto trovando molto bene, ho scoperto tre persone splendide. C'è una bella armonia, anche con Giorgia, la conduttrice. È fantastica e ha il compito gravoso di intrattenere anche psicologicamente i concorrenti in attesa nel backstage.

La paura più grande prima di cominciare?

Dover dire dei no. Cercherò di superare questo timore pensando a come, personalmente, le porte in faccia mi abbiano fatto male sul momento, ma mi siano servite per mettermi in gioco.

Il 1° ottobre c’è un evento speciale all’Arena di Verona.

Come sarà?

È la seconda volta che mi esibisco in quella venue. Nel 2021 c’erano ancora le restrizioni legate alla pandemia, stavolta ce la godremo pienamente. Festeggeremo dieci anni di musica, da quando nel 2015 passai le selezioni di Sanremo Giovani con Amen. Sarà anche l'occasione di ospitare sul palco alcuni colleghi, tra cui Ornella Vanoni. Gli altri saranno una bella sorpresa.

francescogabbani

© Chiara Mirelli

IL DI CAMBIARE BELLO

DOPO I FILM STORICI E IL DEBUTTO ALLA REGIA, ORA MICHELE RIONDINO SI CIMENTA CON IL THRILLER. DAL 17 SETTEMBRE È AL CINEMA NEL FILM DI PAOLO STRIPPOLI LA VALLE DEI SORRISI di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

Attore versatile e dalla forte presenza scenica, Michele Riondino continua ad arricchire la sua carriera con esperienze sempre diverse. Dopo aver interpretato personaggi storici come lo scrittore e patriota

Antonio Ranieri nel film Il giovane favoloso, biografia di Giacomo Leopardi, o il mercante Ignazio Florio nella serie tv I leoni di Sicilia, nel 2023 si è cimentato con la sua prima regia, Palazzina Laf, trattando un caso di mobbing nell’ex Ilva di Taranto, la sua città.

Ora è protagonista del film La valle dei sorrisi, fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e nelle sale dal 17 settembre. Un horror a tutti gli effetti a cui il regista Paolo Strippoli, esperto del genere, ha aggiunto anche una componente thriller. Come mai hai accettato questo ruolo inusuale?

Volevo mettermi alla prova. Sono abituato a interpretare sentimenti concreti e umani. Ma in questo caso il contesto è soprannaturale. La storia racconta una sorta di incantesimo e una serie di miracoli compiuti da un giovane ma anche la maledizione caduta su un’intera comunità. È un’opera metaforica, seppur ancorata alla realtà.

Tu chi sei in questo film? Un insegnante di educazione fisica, ex campione di judo, che vive un momento complicato della sua vita

perché non riesce a gestire un forte dolore. A un certo punto, viene assegnato a una scuola di un paesino di montagna, Remis, dove tutti – tranne lui – sembrano felici e soddisfatti.

Come ti sei trovato con il debuttante Giulio Feltri, che interpreta un adolescente con la straordinaria capacità di assorbire il dolore altrui?

Abbiamo portato avanti una lunga preparazione per i nostri personaggi: era necessario instaurare un legame per spingerci in territori non battuti. Ci siamo incontrati tante volte in sala prove e abbiamo letto e riletto insieme le scene.

Dopo Palazzina Laf, stai pensando a una seconda regia?

L’esperienza è stata impegnativa e formativa, mi ha lasciato un gran desiderio di tornare dietro la macchina da presa.

Certo è che, se ho impiegato tanto tempo è perché il tema dell’ex acciaieria Ilva mi rappresentava moltissimo, e quindi sto cercando una storia altrettanto stimolante, senza fretta.

E con Antonio Diodato, che ha cantato La mia terra nello stesso film, hai altri progetti in mente?

Siamo amici e compagni di impegno sociale da molti anni. La collaborazione è costante e continua. E sono sicuro che ci sarà di nuovo un’occasione professionale.

Cosa consiglieresti a un viaggiatore che volesse scoprire le bellezze della tua città?

Settembre e ottobre sono ottimi mesi per una visita, lontani dalla calca estiva. La scelta migliore è prenotare un hotel o un b&b nella città vecchia, nella zona del ponte girevole, per passeggiare e mangiare. Poi suggerisco una tappa al Museo archeologico nazionale di Taranto, che espone una delle più grandi collezioni di reperti risalenti all’epoca della Magna Grecia. E poi un giorno va dedicato senza dubbio a un lunghissimo bagno nel golfo, per vedere saltare i delfini in mezzo al mare.

PAROLE RESPONSABILI

RIUNISCE UNA PLURALITÀ DI VOCI FEMMINILI

PER TRATTARE IL TEMA DELLA VIOLENZA

CONTRO LE DONNE

NEL SUO ULTIMO LIBRO LOREDANA LIPPERINI
di Sandra Gesualdi sandragesu

Le parole possono essere uno strumento di cambiamento, ma anche di resistenza. Soprattutto rispetto al tema della violenza di genere. Ne è convinta Loredana Lipperini, scrittrice, giornalista e conduttrice radiofonica che nel suo ultimo libro ha riunito sotto un titolo evocativo e potente, Le parole sono uno sciame d’api, una polifonia di voci femminili.

Quanto sono importanti le parole per affrontare una piaga sociale come quella del femminicidio?

Sono la base, ma purtroppo quelle che usiamo risultano sempre meno adeguate. Ne scriviamo e pronunciamo molte, senza accorgerci che con le parole possiamo costruire un immaginario pericoloso. Se è vero che la violenza di genere è una questione culturale, proprio l’educazione, le parole e lo studio sono strumenti necessari per sviscerare il fenomeno e comprenderne origini e possibili soluzioni. Pensiamo a come vengono raccontati i femminicidi. E, ancor prima, a come sono accolte e considerate le scrittrici – e penso a Michela Murgia – che li hanno analizzati da un’altra prospettiva, quella della donna.

Hai curato un’opera corale insieme a letterate, psicologhe e storiche dell’arte. Che cosa cercavi da ognuna di loro?

Ho messo insieme un gruppo di donne che avevano qualcosa da dire, perché volevo una pluralità di sguardi, diverse risposte che suscitassero altrettante domande. Ci sono una sociolinguista come Vera Gheno, un’antropologa come Giulia Paganelli, le scrittrici Romana Petri e Melissa Panarello, Chiara Volpato, che è una delle più brave psicologhe sociali italiane, solo per citarne alcune. Tutte diverse per età, formazione e competenze, con punti di vista anche lontani, ma unite per riflettere su un tema che accomuna tutte. È vero che se ne parla sempre di più, ma i femminicidi non diminuiscono.

Chi ha la maggiore responsabilità nella diffusione o nel mantenimento di una narrazione distorta riguardo alla violenza di genere?

Anche chi si occupa di cultura e di comunicazione, perché ancora si tende a rendere il racconto tossico e morboso. Quando con Michela scrivemmo, 12 anni fa, il libro ”L’ho uccisa perché l’amavo”. Falso!, prendemmo il titolo da uno pubblicato davvero su un giornale. Le cronache, spesso, finiscono con l’assolvere l’omicida. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Tutti, non solo i media. Anche noi. Dobbiamo trovare le parole adeguate. Con la sua rassegna stampa su instagram, giorno dopo giorno, Michela ha fatto un grandissimo lavoro in termini di consapevolezza. Ancora oggi si tende a dare molta più attenzione alla storia di chi commette un femminicidio che a quella della vittima. Anche la discussione avvenuta intorno alla proposta di legge che prevede l’ergastolo per questo reato non ha senso, perché non è aumentando le pene che i crimini diminuiscono. Si prova a risarcire in qualche modo chi muore, ma non si fa nulla per proteggere e salvare le donne quando sono ancora vive. Occorre un cambiamento culturale e politico, aumentando, per esempio, il sostegno ai centri antiviolenza.

In questo senso, che ruolo potrebbe avere la scuola?

Fondamentale, viene detto da anni. Ma non può fare tutto da sola. E soprattutto non con la proposta di organizzare corsi che non si sa bene a chi saranno affidati e come verranno gestiti. Per informare e formare i ragazzi e le ragazze, bisogna saperlo fare. Sono rimasta esterrefatta quando dopo l’uscita della miniserie tv Adolescence, improvvisamente, tutti si sono accorti di quanto gli adolescenti siano smarriti.

È prioritario educare i più giovani sul tema della violenza di genere?

Il discorso è amplissimo. E bisogna considerare anche la solitudine dei giovani uomini che si sentono inadeguati rispetto alle ragazze, perché loro, nel frattempo, sono andate avanti grazie a due generazioni di pratiche femministe. I modelli maschili pubblici e sociali, invece, oggi sono abbastanza infelici, basati sul machismo diffuso sui social. Bisogna lavorare sul futuro e capire che le generazioni adulte continuano a offrire, anche politicamente e istituzionalmente, modelli fuori tempo. È cambiato il modo in cui le persone si approcciano alle parole?

C’è poca consapevolezza nell’uso che se ne fa e, in questo senso, proprio i social hanno agito in modo impressionante. Come se avessero tolto ogni freno inibitore e quindi si scrive, ancor prima di dire, ogni cosa che passa per la mente, senza pensare che esista una responsabilità in questo gesto. Mi sono sempre battuta affinché la cultura fosse accessibile a tutti e non un patrimonio elitario. Ma non lo si fa con una scrittura semplificata che tende a usare sempre i soliti vocaboli: questo crea un impoverimento lessicale molto forte, non un accesso alla cultura. Non serve leggere e basta, alcuni testi sono poverissimi.

Quali sono i tuoi libri importanti?

Il saggio di Simone de Beauvoir Il secondo sesso, che mi ha dato un punto di vista sui femminismi. Pur con tutte le critiche possibili a un testo che ha quasi 80 anni, Simone è stata la prima a dire certe cose. Poi, La montagna incantata di Thomas Mann, che ha saputo meravigliosamente raccontare la tempesta della guerra descrivendo il microcosmo di un sanatorio, preso a metafora. E, ovviamente, tutta la letteratura fantastica di Stephen King, di cui sono appassionata.

Una parola da lasciare in eredità?

Come gesto di responsabilità, direi futuro. Ragioniamo a breve termine, senza guardare in avanti. C’è un passaggio bellissimo di Italo Calvino nel libro Le città invisibili che parla di questo: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni». Passiamo da un’indignazione all’altra velocissimamente, senza agire.

Dove trovi i tuoi lemmi e le definizioni che usi?

In quello che leggo, ascolto e osservo nei momenti in cui riesco ad avere tempo per i miei pensieri. Soprattutto nel paese delle Marche dove scappo da Roma per scrivere. È il mio posto della parola.

lipperatura.it loredanalipperini

UN TRENO DI LIBRI SCAFFALE

a

cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

DIVINAE FOLLIE

Lucio Palazzo

Castelvecchi, pp. 216 € 18,50    Nel 1987 l’organizzatore di matrimoni pugliese Vito Mastrogiacomo, durante un viaggio a Londra, scopre la storica discoteca Hippodrome e decide di aprire con i figli un club gemello a Bisceglie. Creare un tempio della notte, nel Sud che cambia pelle, significa sfidare morale, istituzioni e malavita. Ma il Divinae Follie nasce e fa faville, ospitando artisti emergenti come Ligabue, Fiorello e Jovanotti. Il racconto di un’epoca e, insieme, la storia di una famiglia che ha fatto della notte il suo regno.

UNA COSA CHE NON PARLA

Giuseppe Nibali

San Paolo, pp. 208 € 18

La scuola, spesso ridotta a contenitore di tecniche e competenze, ha perso il legame con la vita e la cultura. Questo testo dà voce a chi la vive ogni giorno. Nelle sue pagine studenti e intellettuali dialogano per immaginare un’educazione nuova, libera dai voti e dalla burocrazia, aperta alla contemporaneità e all’impegno politico. Una riflessione corale che accende il desiderio di un sistema educativo calato nel reale e capace di formare cittadini consapevoli. Un invito concreto a ripartire dal sapere.

K-PAX

Gene Brewer Accento, pp. 248 € 18   All’Istituto psichiatrico di Manhattan c’è un paziente che dice di chiamarsi prot (rigorosamente con la p minuscola) e di venire dal pianeta evoluto K-PAX. L’uomo conosce orbite misteriose, parla con gli animali, cura i pazienti della clinica. E sostiene che presto tornerà sul suo pianeta. È davvero un alieno? Cosa accadrà quando il suo tempo sulla Terra sarà finito? Torna in libreria il romanzo che ha unito psichiatria e fantascienza, ispirando un film con Kevin Spacey e Jeff Bridges.

IL SEGRETO DI VILLA CARLOTTA

Silvia Montemurro

Giunti, pp. 368 € 17,90

Un romanzo storico, ambientato sulle rive del Lago di Como nel 1948, che intreccia mistero e sentimenti. È la storia della giovane principessa Carlotta di Prussia, divisa tra scandali familiari, passioni proibite ed eventi oscuri come la scomparsa di una domestica. La villa in cui abita, che esiste realmente, diventa protagonista di una vicenda intensa, dove il desiderio di libertà femminile si scontra con il peso delle convenzioni sociali. Un libro raffinato.

LA NOTTE FA ANCORA PAURA

Fosca Navarra

Minimum Fax, pp. 283 € 18  Nel libro si intrecciano le storie di sei donne, che si muovono in tempi e contesti differenti, dalla Londra vittoriana alla Napoli degli anni ‘60. E poi c’è la gatta Aida, che simboleggia la memoria e l’eredità femminile e funge da tramite tra le protagoniste. Tutte sono gravate da diversi fardelli e ammantate di una forza femminile che si tenta con ogni mezzo di addomesticare perché dirompente e potenzialmente pericolosa.

Anicia La Costituzione tradotta nelle lingue Vito Tenore e nei dialetti regionali italiani

LA COSTITUZIONE TRADOTTA

NELLE LINGUE E NEI DIALETTI

REGIONALI ITALIANI

a cura di Vito Tenore

Anicia, pp. 712 € 30 Il volume propone un affascinante viaggio linguistico e culturale attraverso la riscrittura dei 139 articoli della Costituzione italiana nelle parlate regionali, incluse quelle di minoranza. Non è solo un omaggio al pluralismo, ma anche uno spartito che unisce l’aspetto giuridico a quello musicale dei dialetti. Un progetto di valore simbolico, ideale per riscoprire la Carta come patrimonio condiviso.

Eclettica-Mente

FRIULI-VENEZIA GIULIA: SCOPRI IL CUORE PULSANTE DELLA CULTURA

CON BEST WESTERN

Con Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025 e Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027 questa terra si conferma un crocevia di storia, arte, enogastronomia

Dalle dolci colline del Collio alle maestose vette del-

E per un soggiorno all’insegna del comfort e dell’eccellenza, le strutture del gruppo alberghiero più grande al mondo, Best Western Hotels & Resorts, si rivelano la di viaggiatore. Ogni città della regione ha una storia da raccontare e gli hotel Best Western ne sono parte inte-

territorio A Gorizia, quest’anno Capitale Europea della Cultura, il Best Western Gorizia Palace Hotel**** si di-

perfette per esplorare le verdi distese vinicole, le ville storiche e il fascino medievale del centro.

La sua posizione strategica permette inoltre di raggiungere facilmente i Casinò di Nova Gorica e di passeggiare -

pitale Italiana della Cultura, accoglie i suoi ospiti con il Best Western Plus Park Hotel Pordenone**** Qui l’ospitalità si fonde con la sostenibilità e la cultura locale, con

muto alla poesia. Un’accoglienza giovane e dinamica, una ricca colazione con prodotti biologici e locali, e la possibilità di esplorare la città con le comode city bikes, rendono ogni soggiorno un’esperienza unica e personalizzata.

A Monfalcone, l’Europalace Hotel, BW Signature Collection**** è un esempio lampante di come storia, arte e innovazione possano convivere armoniosamente. Nato negli

staurato sotto la supervisione delle Belle Arti, riportando alla luce il suo originale stile Jugendstil. Con 40 stanze

Best Western Hotel Continental**** si posiziona strategicamente al centro dell’Europa, a breve distanza da Austria e Slovenia. Immerso tra dolci colline e vicino sia al mare che alle montagne, l’hotel, di recente ristrutturazio-

mere, eleganti e dotate di ogni servizio, tra cui televisore LCD, ampia scelta di cuscini e doccia a pioggia, assicurano un riposo su misura grazie alla possibilità di scegliere il proprio materasso Il Friuli-Venezia Giulia è pronto ad

tra cultura, bellezza e gusto Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di vivere queste esperienze uniche.

Prenota subito il tuo soggiorno alla scoperta del Friuli-Venezia Giulia su bestwestern.it/lafreccia e scrivi a marketing@bwh.it per ricevere un buono sconto da 50 euro

Una camera dell’Europalace Hotel BW Signature Collection di Monfalcone
Una camera del Best Western Plus Park Hotel Pordenone
Il ristorante del Best Western Hotel Continental di Udine
La reception del Best Western Gorizia Palace Hotel

JIM JIM JIM

NEL LIBRO POP-UP DI MARION BATAILLE VENGONO PROPOSTI OTTO ESERCIZI DI GINNASTICA. PER STIMOLARE IL CORPO AL MOVIMENTO O ALLENARE IL CERVELLO ALL’IMMAGINAZIONE

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it

Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Una sentenza che questo libro fa sua, trasformandola in un invito al gioco. Si parte dal riscaldamento per arrivare all’allenamento e concludere con stretching e rilassamento. Nella sua lezione di ginnastica, Jim, un motivatore dall’aspetto un po’ scimmiesco, propone nove esercizi che prendono vita sotto le mani di chi legge. Il libro di Marion Bataille, graphic designer, illustratrice e ingegnera della carta, è infatti un originale pop-up in grado di tradurre sulla pagina la flessibilità del corpo umano e il suo funzionamento: il colore rosso indica le parti che si riscaldano, il blu è per l’aria che ossigena i muscoli quando si fa sport, mentre il giallo richiama le pareti della palestra. Chi ama fare movimento può ispirarsi alle posizioni suggerite da Jim, ma il cartonato è perfetto anche per tutte le persone, grandi e piccole, che preferiscono allenare il cervello all’immaginazione.

Corraini, pp. 20 € 25 (per tutti)

UN TRENO DI LIBRI SCAFFALINO

a cura di Sandra Gesualdi

LA NOTTATACCIA

Bruno Zocca

LupoGuido, pp. 40 € 16 (da 3 anni)

Una bambina dai capelli rossi, che vive col babbo e un cane peloso, fa di tutto per prendere sonno ma non riesce a dormire. Inutile ripetere i rituali della messa a letto: nulla sembra funzionare. Fino a quando non esce di casa, incontra un grande orso altrettanto insonne e sperimenta l’efficacia consolatoria delle storie della buonanotte. Per aiutarlo, infatti, gli legge un racconto e lui comincia a russare. Così le viene in mente ciò che aveva dimenticato di fare: leggere la sua novella preferita.

INCONTRIAMOCI ALLA FINE DEL MONDO

Nadia Mikail

Il Castoro, pp. 192 € 16,50 (da 13 anni)

La 17enne Aisha parte per un viaggio attraverso la Malesia alla ricerca della sorella June, che non vede da anni. Con lei ci sono la madre, il fidanzato Walter, i genitori di lui e un gatto randagio. A bordo di un camper colorato, comincia un’avventura fatta di incontri, nuove consapevolezze e speranze. Anche se è stata annunciata l’imminente fine del mondo, per l’impatto di un asteroide con la Terra. Un romanzo che esplora con delicatezza le relazioni umane, la transitorietà della vita e la ricerca di significato nelle piccole cose.

NON TUTTE LE PRINCIPESSE

Jeffrey e Lisa Bone illustrazioni Valeria Docampo

Terre di Mezzo, pp. 32 € 16 (da 4 anni)

Un albo illustrato per rompere gli schemi e immaginare un mondo dove ognuno può essere ciò che desidera. Le principesse indossano corone e vestiti scintillanti, ma non rinunciano a giocare nel fango, costruire castelli o diventare astronaute. Ogni bambina e ogni bambino è speciale a modo suo e ha il diritto di realizzare i propri sogni, senza farsi condizionare dagli altri. Una lettura che invita a riflettere sull’autonomia e sul diritto alla fantasia, ribaltando con dolcezza i cliché di genere.

HAIKU PER ESPLORARE IL MONDO

Guia Risari e Silvia Geroldi

illustrazioni Maki Hasegawa

Giunti, pp. 41 € 18,90 (da 6 anni)

La bellezza e la semplicità della natura esplorate attraverso gli haiku, i piccoli componimenti giapponesi che invitano a osservare il mondo con attenzione e a trovare l’armonia nella quotidianità. Il protagonista di questo albo illustrato, guidato dalle stagioni e dagli elementi naturali, scopre emozioni e immagini delicate e le racconta in brevi versi. Un viaggio che conduce per mari, laghi, boschi e campagne fino ad arrivare al cielo.

CAPA GIALLA

Patrizia Rinaldi illustrazioni Federico Appel Sinnos, pp. 144 € 14 (da 11 anni)

La storia di un ragazzo napoletano con i capelli tinti, che gioca a fare il bullo e usa l’aggressività per difendersi dal dolore e dalla solitudine: un tentativo necessario per costruirsi un ruolo e farsi riconoscere in un contesto difficile. Tra violenza e rabbia, Capa gialla affronta un percorso di crescita, scoprendo l’importanza dell’ascolto, dell’amicizia e del cambiamento. Una narrazione intensa e poetica che parla di riscatto, identità e speranza.

LE FAVOLE DELLA MARIA

Antonio Moresco

Feltrinelli, pp. 128 € 13 (da 8 anni)

Ogni mattina, davanti a un orologio, il mondo si trasforma quando una bambina dice «den». In quel momento, infatti, il papà deve inventare una storia per lei. Presto queste fiabe diventano rifugi immaginari, un modo delicato e spassoso per affrontare i passaggi cruciali della vita. Tra le avventure del principe Cagaquattro e della strega Orecchiamolla, si sviluppa così un romanzo speciale, fatto di risate, avventure ed emozioni. Un libro che tesse la fragilità dell’infanzia con la forza (a volte nascosta) degli adulti. G.B.

I SUONI DELLE DOLOMITI 2025

TRENT’ANNI DI MUSICA IN CAMMINO, TRA SILENZIO E MERAVIGLIA

C’Per informazioni inquadra il QR code

è un festival che da trent’anni invita il pubblico a camminare. A lasciare l’auto, a risalire un sentiero, a guadagnarsi ogni nota. Un festival dove il palco è un prato, la scenografia una parete dolomitica e il suono — vero protagonista — si propaga nell’aria sottile senza amplificazione. Si chiama I Suoni delle Dolomiti ed è una delle esperienze culturali più originali d’Europa. Nel 2025 compie trent’anni e lo fa con un programma che non si limita a celebrare, ma rilancia una visione: portare l’arte fuori dai luoghi canonici, restituirla alla natura e all’ascolto profondo. Un’intuizione di Paolo Manfrini, che nel 1995 ha ideato la rassegna e l’ha diretta fino al 2018, anno della sua scomparsa. A lui è dedicato il concorso che ha premiato il trio jazz Le Scat Noir, atteso il 2 settembre ai Laghi di Bombasèl, in Val di Fiemme. Fin dalla prima edizione, il festival ha rinunciato a palchi e platee. I concerti si tengono in quota, raggiungibili solo a piedi, trasformando ogni appuntamento in un’esperienza immersiva. La musica si fonde con il paesaggio e il silenzio diventa spazio d’ascolto. Negli ultimi anni, una parte del programma è stata resa accessibile anche a persone con disabilità, scegliendo location adatte e garantendo servizi dedicati. Un passo importante per estendere questa esperienza a un pubblico più ampio, nel rispetto dello spirito del festival.

Foto Daniele

L’edizione 2025 si è aperta il 27 agosto e dopo i primi appuntamenti il Festival entra nel vivo con una ricca programmazione per tutto il mese di settembre e fino al 4 ottobre.

Dopo l’esibizione del trio Le Scat Noir, il 2 settembre, il 4 a Col Margherita si tiene L’Alba delle Dolomiti, un concerto alle prime ore del mattino con Wu Wei, Pascal Contet e Alexis Baskind

Il 6 settembre a Malga Canvere si esibisce Les Mécanos; il 9 a San Martino di Castrozza Marco Paolini e Alberto Ziliotto portano in scena uno spettacolo sul turismo di massa e la globalizzazione per il trentennale del festival. Dal 12 al 14 torna il Trekking dei Suoni, un percorso tra natura e musica guidato da Mario Brunello e dal Quartetto Prometeo, che si chiude con un’esecuzione di Schubert al Rifugio Brentei.

Il 17 a Madonna di Campiglio Paolo Fresu si esibisce con l’Orchestra Haydn, seguito dai concerti di Daniel Norgren (20), Ana Carla Maza (21) ed Elio (23), che reinterpreta Il Flauto Magico di Mozart con il Philharmonic Oboe Quartet.

Il 27 settembre il quartetto di sassofoni Kebyart suona in località Poza de Valbona sotto al Rifugio Torre di Pisa.

Marco Paolini drammaturgo, regista, attore, scrittore e produttore cinematografico italiano
Foto Marisa Montibeller
Foto Marisa Montibeller

Dal 30 settembre al 4 ottobre, giovani talenti dell’Unione Europea Youth Orchestra e dell’Accademia Stauffer di Cremona, diretti da Jean-Christophe Spinosi, terranno tre concerti in quota e chiuderanno con la Sinfonia Pastorale di Beethoven, un omaggio alla natura e all’unità europea. In trent’anni, I Suoni delle Dolomiti ha ospitato oltre 800 artisti e migliaia di spettatori. È diventato un modello di sostenibilità e innovazione culturale replicato in tutto il mondo. Eppure, ha mantenuto intatta la sua essenza: fare della musica un’occasione di incontro, del paesaggio una scenografia viva e dell’ascolto un gesto consapevole.

Oggi più che mai, in un tempo che consuma l’arte in fretta, I Suoni delle Dolomiti ci ricorda che per ascoltare davvero bisogna fermarsi, camminare, osservare. Solo così, tra un passo e un respiro, la musica torna a essere un ponte tra l’uomo e la terra. l

Ana Carla Maza, violoncellista, cantante e compositrice
Elio, leader del complesso Elio e le Storie Tese
Foto Walter Cainelli

Èin vacanza dopo aver concluso l’ultimo ciak del film diretto da Paolo Strippoli L’estranea, nelle sale nel 2026. Un po’ raffreddato perché, come racconta, ogni volta che finisce di lavorare ha un calo di tensione e si ammala.

Adriano Giannini, attore e doppiatore nonché voce narrante dell’ultimo spot del Gruppo FS L’emozione di essere italiani, è attivo nel mondo del cinema da quando aveva 18 anni. Dopo il recente successo della serie ACAB andata in onda su Netflix e l’uscita del libro per bambini Piro, a marzo, si appresta a chiudere il 2025 con due film da protagonista: Breve storia d’amore di Ludovica Rampoldi e Separazioni di Stefano Chiantini.

Ama creare un coinvolgimento con lo spettatore anche quando interpreta personaggi tenebrosi. E non nasconde le proprie fragilità: «Ero leggermente dislessico e dopo la pandemia da Covid-19 lo sono diventato ancora di più. Penso che questo virus abbia tirato fuori le debolezze di molte persone».

Hai appena finito di girare L’estranea, con Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca. Com’è andata?

Abbiamo girato in Puglia e mi sono divertito perché amo i progetti nuovi e un po’ sfidanti. Paolo è un regista giovane che ha voglia di raccontare storie diverse. Spazia dall’horror al thriller, generi poco diffusi in Italia. È talentuoso e ha un immaginario molto vivido che riesce a trasmettere sia agli attori sia al pubblico. Credo che sia venuto fuori un prodotto interessante e inusuale per il nostro cinema. E poi ho ritrovato anche Jasmine, con cui sono amico.

Chiudi l’anno con due film: Breve storia d’amore, accanto a Pilar Fogliati, e Separazioni con Barbora Bobulova. Ci parli di questi progetti?

Breve storia d’amore è il primo film di Ludovica, che è una

sceneggiatrice affermata. La conosco personalmente da parecchi anni, mi pare dalle Conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, dove io recitavo e lei era assistente di regia. Ci siamo incontrati in vari progetti e ora, finalmente, debutta alla regia con una pellicola che riesce a miscelare con fluidità diversi generi: romance, thriller e commedia. Anche in questo caso ho trovato un’attrice simpatica e bravissima come Pilar.

Separazioni è più duro e drammatico, invece: racconta la storia di due genitori che perdono i figli durante un’escursione in montagna perché travolti da una slavina e aspettano loro notizie. L’abbiamo girato in Abruzzo, a Campo Imperatore, dove siamo rimasti molto tempo tra le montagne. È stato affascinante perché amo la natura e la dimensione del viaggio. Poi c’era anche Barbora, una delle attrici con cui ho lavorato di più. Abbiamo girato insieme due stagioni del telefilm In Treatment, dove eravamo una coppia in crisi sul divano dello psicologo Sergio Castellitto. In questi film ricopro ruoli molto diversi tra loro ed è una fortuna perché mi piace esplorare.

Hai viaggiato tanto per lavoro?

Sì e spesso fuori dagli itinerari turistici. Non è una vacanza, ma si lavora in mezzo alle persone del luogo. Era una cosa che adoravo già quando facevo l’operatore di ripresa, tra questo mestiere e quello di attore sono stato in giro per mesi. Sommando i vari progetti, sono stato più di un anno in Sicilia, ma anche in Marocco e in Tunisia. Mi ricordo anche di un film in Transilvania, mai uscito in Italia, tra il 2003 o il 2005: ero l’unico attore italiano in mezzo a ungheresi e rumeni, giravamo sui Carpazi, dove avevano ricostruito una cittadina. Ero partito da Roma in auto perché avevo dietro uno dei miei cani, che mi accompagnano sempre quando giro. In pratica, ho fatto lo stesso viaggio del mio perso -

VIAGGIO

PROFONDO NEL

naggio, dall’Occidente civilizzato a un mondo fantastico e selvaggio. Mi sono ritrovato davanti a paesaggi bellissimi, in uno dei posti più freddi d’Europa, sospeso nel tempo, lontano dalla vita reale. Orsi e lupi ogni tanto distruggevano il set, che la mattina dopo doveva essere ricostruito. È un tipo di viaggio che ho sempre amato e, infatti, se mi dicono che devo girare per tre mesi a Roma un po’ mi dispiace (ride, ndr).

Eppure, il legame tra la Capitale e il grande schermo è indissolubile.

Assolutamente sì: Roma è il cinema. Quando ho iniziato come operatore a Cinecittà avevo 18 anni. Era il 1989 e accanto al teatro in cui lavoravo c’erano i set dei film Il padrino. Parte III e Che ora è, di Ettore Scola, con Massimo Troisi e Marcello Mastroianni. Quando andavo a mensa o al bar per una pausa mi trovavo immerso in un’atmosfera felliniana, tra cowboy, centurioni romani o attori come Al Pacino. Era un luogo magico e come operatore avevo accesso anche ai laboratori in cui si sviluppavano le pellicole: enormi pisci-

ne piene di acidi da cui poi uscivano fuori capolavori. Hai lavorato dietro all’obiettivo per 11 anni. Quante evoluzioni hai visto?

La più grande è stata, naturalmente, l’avvento del digitale, ma io stavo già cambiando mestiere. Resto comunque un nostalgico, perché le nuove tecnologie hanno tanti vantaggi ma si è perso un certo alone di mistero. Così come sono andati persi i segreti della professione: il grande schermo ha proporzioni totalmente diverse rispetto alla televisione o al pc e il primo piano di un protagonista, una volta, era più grande di quattro metri. L’operatore si trovava in una postazione privilegiata per capire davvero la magia del cinema: dietro di lui la realtà, davanti la visione dei grandi autori. E poi c’è stato il salto professionale con la recitazione. Un salto mortale, forse (ride, ndr). Ancora adesso non ho ben capito come ci sono arrivato, perché in realtà volevo provare con la regia. Come dicevo, sono andato a lavorare subito dopo il liceo e, dopo tanti anni da tecnico, sentivo di dover riprendere a studiare. Volevo imparare a interagire

Adriano Giannini nel film L’estranea di Paolo Strippoli con Jasmine Trinca e i due piccoli protagonisti

con gli interpreti e a capire come mettere in scena quello che una persona ha in mente. Così, mi sono iscritto all’accademia di teatro e, da lì, sono passato alla recitazione.

Il primo ciak come è stato?

Avendo svolto per tanto tempo un altro tipo di lavoro, la mia memoria fisica e mentale mi portava istintivamente ad agire come operatore. Tra l’altro, mi sono trovato davanti molti ex colleghi con cui una volta prendevo in giro gli attori per gioco: ora ero io il bersaglio. Insomma, all’inizio è stato complesso ma poi è diventato tutto naturale e, anzi, aver fatto quell’esperienza tecnica mi ha aiutato tantissimo. Mi impegno per capire che tipo di linguaggio il regista sta usando perché mi piace intonarmi al progetto. Sono sempre al servizio del film, anche se ci metto del mio, perché penso che per fare un buon prodotto tutto debba essere armonico.

Tra i tuoi ultimi personaggi, ci sono il carabiniere corrotto Vasco nel film Adagio di Stefano Sollima, Tommaso, fratello di Rocco Siffredi, nella serie Supersex e il poliziotto

riformista Michele in ACAB. Tutti con sfaccettature complesse, anche oscure, ma capaci comunque di suscitare empatia. Come mai hai accettato questi ruoli?

Credo che il compito dell’attore sia ricercare quell’empatia a prescindere dal personaggio che interpreta. Bisogna trovare il modo di coinvolgere chi guarda, altrimenti un cattivo resta tale e basta. Un attore deve riuscire a mostrare quel conflitto interiore che poi diventa leggibile per il pubblico. Come Anthony Hopkins nel Silenzio degli innocenti che, pur vestendo i panni di un assassino e cannibale, esibisce quella genialità che affascina.

Sono molto attento a stabilire un contatto con il pubblico. Penso alla figura di Tommaso che in ogni scena di Supersex fa cose atroci: in realtà, ha una grande capacità di amare, anche se lo dimostra in maniera sbagliata per i traumi vissuti. Nel film di Sollima intuisci che Vasco è un diavolo, un terminator impazzito, ma compie ogni azione per i suoi figli. E anche Michele, in ACAB, si trasforma soprattutto per quello che succede alla figlia. Ecco, se riesci ad

Giannini con Pilar Fogliati in una scena del film Breve storia d’amore

accompagnare il personaggio nel suo percorso magari non lo giustifichi ma lo capisci e questo può diventare coinvolgente. Bisogna trovare la giusta chiave per avvicinare lo spettatore e dargli la possibilità di colmare quel vuoto emotivo che rende un cattivo tale. È difficilissimo e coinvolge tutti i componenti del progetto: attore, attrice, regista, direttore della fotografia, responsabile musicale. A marzo hai pubblicato con Valentina Edizioni il libro per bambini Piro. Come è nato questo progetto?

È una storia che mi è venuta in mente durante un viaggio, mentre osservavo un campo di girasoli. Erano tutti rivolti verso il sole e ho pensato che questi fiori non si guardano mai in faccia tra loro. Da lì l’idea: se due di loro l’avessero fatto e si fossero innamorati come Romeo e Giulietta? Ho inventato e raccontato per anni questa storia a figli d’amici e poi, durante la pandemia, l’ho scritta ed è diventata un libro. Ora mi emoziona tantissimo pensare che bambini e bambine possano leggere una mia favola, perché io stesso sono molto legato a quelle che mi raccontavano da piccolo. Mi piace l’idea di alimentare ancora quella fantasia che poi si perde da adulti.

Ti è mai mancata la paternità?

Negli anni sì, adesso non più. In alcuni momenti ci ho pensato, ora sinceramente no.

Sei anche un noto doppiatore. Hai dato la voce, tra gli altri, all’alieno simbionte Venom interpretato da Tom Hardy, al Joker di Heath Ledger

e a quello di Joaquin Phoenix. Cosa ti piace di questa professione?

È un lavoro diverso, ma ha sempre a che fare con la recitazione, perché hai un microfono e devi seguire un attore che interpreta un ruolo. A me è venuto abbastanza semplice fin dall’inizio. Mio padre e mia madre sono stati due grandi doppiatori ma io non ho frequentato le sale di doppiaggio da bambino. Ero già adulto quando ho deciso di provare per la prima volta. Ho pensato che se avessi girato dei film in inglese avrei dovuto doppiarmi da solo e così sono andato a scuola. Per primo mi volle Pedro Almodovar per La mala educatión, poi sono arrivati lavori importanti come dare la voce a Christian Bale in The Fighter e ai già citati Joker. Non è facile riprodurre la recitazione di un grande interprete in un altro idioma: bisogna studiare come si muove, i suoi respiri e i suoi silenzi.

€ 14,90

Sei anche la voce narrante dello spot targato FS Italiane. Che rapporto hai con il treno?

Negli ultimi dieci anni ho preso innumerevoli Frecciarossa tra Roma e Milano: ormai mi sembra di essere a casa mia, in famiglia. Appena salgo a bordo mi lascio cullare e mi appisolo, anche perché dormo pochissimo durante la notte. Se non devo studiare, spengo il telefono e faccio finta di leggere un libro, ma crollo alla prima riga. Sono un viaggiatore dormiente, in pratica. adrianogiannini

Valentina Edizioni, pp. 48
Giannini nel ruolo di Michele in ACAB

SULLE PROGRESSO TRACCE DEL

LABORATORI SCAVATI NELLA ROCCIA. MA ANCHE STRUTTURE

GEOMETRICAMENTE PERFETTE E STRADE CHE RICORDANO

RICERCHE RIVOLUZIONARIE. DA SIRACUSA A MILANO, UN LIBRO RACCONTA LA SCIENZA NASCOSTA NEI LUOGHI D’ITALIA

Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it

L’Italia stupisce sempre, anche con discrezione.

Oltre a essere la patria dell’arte e della bellezza, il nostro Paese offre itinerari inediti legati alla fisica, alla matematica, all’ingegneria e alla medicina. Lo rivela il libro La scienza nascosta nei luoghi d’Italia, che raccoglie 33 storie della Penisola, per un tour che va dalla Siracusa di Archimede alle innovazioni sostenibili di Milano, passando per gli esperimenti dei Ragazzi di via Panisperna a Roma.

La guida è nata nella redazione del quotidiano online dell’università di Padova Il Bo Live, diretto da Telmo Pievani.

«Dal 2019 realizziamo ogni anno libri su temi scientifici e culturali e l’anno scorso abbiamo messo mano a un volume che comprendesse tutta l’Italia. È stato un viaggio nello spazio attraverso un arco temporale di 2.500 anni», spiega Daniele Mont D’Arpizio, che ha curato il progetto insieme a Elisabetta Tola. Si parte dal Sud, perché è nel Meridione che gli antichi popoli, a partire dai Greci, hanno portato la cultura scientifica.

A SIRACUSA CON IL GENIO DELLA MATEMATICA

È facile immaginare Archimede che corre per le strade della sua città natale gridando: «Eureka!». La presunta tomba del celebre inventore vissuto in epoca greca è una grotta artificiale all’interno della necropoli Grotticelle, nella parte più settentrionale del Parco archeologico della Neapolis. Passandoci accanto vengono in mente le sue intuizioni riguardo alla matematica e alla fisica, in particolare il pi greco, una costante che lui riuscì ad approssimare scientificamente. Al genio con la testa tra le nuvole, curioso e appassionato di esperimenti, è intestata anche la piazza nella

deliziosa Isola di Ortigia, con al centro la fontana di Diana. LA PERFEZIONE DI CASTEL DEL MONTE IN PUGLIA

Quando si tratta di forme e volumi in proporzione, Castel del Monte, Patrimonio dell’umanità dal 1996, ne è l’archetipo più significativo. Situato nell’omonima frazione del comune di Andria, nell’altopiano delle Murge, fu costruito per volere di Federico II di Svevia, sovrano illuminato del 1200, fondatore dell’università di Napoli. È un edificio essenziale, in cui ricorre simbolicamente l’otto: nelle pareti esterne, nella forma del cortile, nel numero delle stanze di ogni piano e in quello delle torri. Anche se probabilmente Federico non dormì mai qui, il castello gli servì da punto di osservazione per scrivere il De arte venandi cum avibus, uno dei più noti trattati medievali di ornitologia.

LA FISICA NASCOSTA NELLA ROCCIA DEL GRAN SASSO

Sotto la cima più alta dell’Appennino si nasconde, invece, il laboratorio ipogeo più importante del Pianeta. Sono i Laboratori nazionali del Gran Sasso appartenenti all’Istituto nazionale di fisica nucleare. «Realizzati grazie a un progetto iniziato nel 1979», ricorda il curatore del libro, «si trovano sotto a uno scudo naturale di 1.400 metri di roccia, in un punto in cui le radiazioni cosmiche sono pulite dai rumori di fondo e si possono studiare i neutrini e la materia oscura».

A ROMA CON I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA

Roma si distingueva già duemila anni fa per i suoi acquedotti all’avanguardia, ma la città ha dato anche un contributo fondamentale alla nascita della fisica teorica. In via Panisperna, nel rione Monti, il premio Nobel Enrico Fermi e i suoi allievi furono protagonisti, negli anni ‘30, di esperi-

di
Castel del Monte, nelle Murge, ideato da Federico II di Svevia
Il Bo Live, pp. 300 € 19

menti che gettarono le basi della prima fissione nucleare dell’atomo.

Qui si trovava infatti il Regio istituto di fisica dell'Università di Roma e una targa ricorda l’impresa scientifica del gruppo, noto appunto come i Ragazzi di via Panisperna.

A PISA CON FIBONACCI E GALILEO Leonardo Pisano, conosciuto come Fibonacci, nacque a Pisa nel 1170. Lo studioso, famoso per la sezione aurea, fece conoscere in Occidente i numeri cosiddetti arabi e introdusse gli algoritmi necessari per eseguire operazioni basilari in questo sistema: addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione. Lo scienziato è sepolto nello storico Camposanto in piazza dei Miracoli, dove una statua ne ricorda il valore. La città della Torre è anche il luogo natale di Galileo Galilei, che proprio dall’edificio pendente più famoso al mondo studiò la caduta dei pesi. Dalla Torre De Cantone, invece, fece osservare le sue scoperte celesti con un telescopio al Granduca di Toscana.

MEDICINA D’AVANGUARDIA A PAVIA

A poca distanza dall’Università di Pavia, dove insegnò anche il fisico e chimico Alessandro Volta, c’è il Collegio Plinio Fraccaro, propaggine dello storico ospedale San Matteo. Una lapide ricorda che qui, nel 1876, un intervento segnò una svolta nella storia della chirurgia ostetrica: il primo

parto cesareo in cui sopravvissero madre e figlio. All’epoca, si andava nei nosocomi solo in caso di gravidanze pericolose, la mortalità era al 10% e le donne, oltre a soffrire molto, si infettavano tra loro.

Ma Edoardo Porro, professore di ostetricia e ginecologia, trovò il modo di ridurre le infezioni e le emorragie post partum, riuscendo a salvare donne e neonati.

PROGRESSO SOSTENIBILE A MILANO

Nella città meneghina non bisogna perdere il Museo nazionale scienza e tecnologia intitolato al genio italiano per antonomasia, Leonardo da Vinci. Ma merita una visita anche il Parco agricolo sud, «uno spazio verde che sfida la città», si legge nel volume. Attorno alla Cascina Cuccagna, antico casolare recuperato all’uso pubblico, ci sono orti e laboratori dove si sperimentano nuove pratiche di sostenibilità e innovazione. È un progetto di ritorno alla terra in una città simbolo della frenesia lavorativa.

Un non luogo, infine, chiude il libro: la dorsale quantistica italiana, una rete di telecomunicazione in fibra ottica che viene usata da ricercatori per scambiarsi dati, effettuare misurazioni del tempo, osservare il cosmo, monitorare i segnali sismici e rendere inviolabili le telecomunicazioni.

Si estende da Matera a Torino e unisce l’Italia all’Europa. Perché la scienza vive di connessioni. ilbolive.unipd.it

L’isola di Ortigia, cuore storico di Siracusa, con il castello svevo di Maniace in primo piano

UNA NOTTE PER LA RICERCA

Venerdì 26 settembre è in programma anche in Italia la Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici, un’iniziativa ventennale promossa dalla Commissione europea che coinvolge migliaia di studiosi, ricercatori, istituzioni e cittadini. L’obiettivo è diffondere la cultura scientifica e le professioni del settore con eventi informali che stimolano curiosità e partecipazione, esperimenti e dimostrazioni dal vivo, conferenze, spettacoli e concerti. nottedeiricercatori.it

Il Gran Sasso, che all’interno custodisce i Laboratori nazionali dell’Istituto nazionale di fisica nucleare
Il camposanto monumentale di Pisa, dove si trova una statua di Fibonacci

VEGANZE ROMANE

NON SOLO CARBONARA E SUPPLÌ. NELLA CAPITALE SONO SEMPRE

PIÙ DIFFUSI I LOCALI CHE PROPONGONO MENÙ PLANT-BASED. ECCO QUELLI DA NON PERDERE SECONDO L’EXECUTIVE CHEF

DAVIDE LEO E LA CREATOR FABIOLA DI SOTTO di Gaspare Baglio gasparebaglio

Carbonara, amatriciana, cacio e pepe, abbacchio a scottadito, saltimbocca alla romana, supplì. La cucina romana è ricca di prelibatezze, non c’è che dire, anche se la maggior parte dei piatti tipici includono ingredienti di origine animale. Ma chi viene in visita nella Capitale e pensa di non potere assaggiare cibi succulenti solo perché ha scelto uno stile di vita vegan sbaglia di grosso. Roma, infatti, offre tanti locali dedicati a chi segue una dieta plant-based. Abbiamo chiesto di suggerirci un tour dei locali imperdibili a Davide Leo, chef del locale Veghometro, e Fabiola Di Sotto alias Vegmamy, creator cresciuta nella trattoria di famiglia Rifugio romano e legata al mondo della cucina vegetale dal 2011. I due fanno coppia nella vita dal 2013, quando si sono incontrati al Romics, il festival internazionale del fumetto, animazione, cosplay, cinema e ga- mes. Lui era vestito da stormtrooper, vista la passione per Star Wars, lei era alla ricerca dei suoi amatissimi manga. Negli anni sono cresciuti insieme e i loro video ormai impazzano sui social. Il salto nell’editoria è stato (quasi) fisiologico per entrambi:

La food creator Fabiola Di Sotto e l'executive chef Davide Leo

Il locale Indigeno e il loro tempeh autoprodotto di cicerchia e piselli, radicchio piastrato e sfumato al vino rosso, pere e salsa teryaki

Fabiola ha dato alle stampe per Vallardi Cucina vegetale da paura, con ricette facili e golose, Davide ha pubblicato per la stessa casa editrice Magna (veg) che te passa, in cui reinterpreta i capisaldi della cucina romanesca.

Per chi arriva in treno alla stazione di Roma Termini, c’è l’imbarazzo della scelta. A poco più di 10 minuti a piedi, in via Volturno, si trova proprio il Rifugio romano, il ristorante dove ha lavorato a lungo Fabiola: «Inizialmente c’erano un menù classico e uno vegan. Ma col tempo è diventato tutto plant-based», spiega. Una vera e propria trattoria, con piatti della tradizione capitolina rivisitati in chiave vegetale. Imperdibili la carbonara vegana, la scacciatora di seitan con riduzione di Montepulciano e il tiramisù.

Rimanendo nei dintorni della stazione, in via degli Equi –nel quartiere studentesco di San Lorenzo – c’è Green M'ama, fast food vegan con sede anche a Napoli. Velocità del servizio e qualità delle materie prime sono il tratto distintivo del locale, che propone un menù molto vario fatto di hummus, bowl di verdure, cous cous o riso, vegan sushi, bao ma soprattutto hambuger pazzeschi.

Camminando verso Porta Pia, in via Bergamo troviamo Fermaggio, il bistrò in cui si sperimentano alternative vegetali ai prodotti (principalmente caseari) che sfruttano animali e ambiente. Oltre al take away degli ottimi formaggi, c’è la possibilità di gustare panini e tramezzini in loco.

Spostandosi a sud della città, nel quartiere Ostiense ci sono ben tre locali che meritano una menzione. A cominciare da Veghometro, in via del Gazometro, in cui lavora Davide. Da provare gli spaghetti alle vongole felici, il risotto agli scampi scampati e i finti calamari ricreati con il fungo cardoncello. Per chi volesse ci sono anche le pizze e, da un

certo orario in poi, il ristorante si trasforma in pub restando aperto fino a tardi a suon di cocktail e un menù ad hoc con panini, finger e street food.

Poco distante, in via Francesco Negri, non si può prescindere dal Romeow Cat Bistrot, localino delizioso in cui si può mangiare in compagnia dei gatti che girano tra i tavoli. «Qui ogni piatto è studiato e preparato con cura, c’è una grande ricerca», commenta Davide. «È una cucina fusion, capace di mettere insieme i sapori di Paesi diversi», sottolinea Fabiola, che consiglia di provare lo spaghettone con noci macadamia, i funghi fritti e la White, «una cheesecake pazzesca, delicatissima e morbidissima».

Attaccato al locale, spunta l’ottima pasticceria vegetale Julietta pastry and lab. «Propongono dolci di ogni genere, dagli almond croissant al pain au chocolat. La loro torta della nonna è pazzesca, così come la crostata ricotta e visciole». Davide aggiunge che «il negozio ha anche un laboratorio dove si preparano formaggi vegetali tipo l’Ambè!bert, versione plant-based del francesissimo camembert».

Sempre nel quadrante sud, nel caratteristico quartiere di Garbatella, è obbligatoria una tappa da Vegustibus, botte -

si può anche fare colazione e pranzare. I proprietari, simpatici e accoglienti, vendono solo prodotti che rispettano principi etici e sostenibili, dai salumi a base vegetale alle creme spalmabili.

Se ci si sposta nella zona est della Città eterna, nel cuore della borgata Pigneto, in via Renzo da Ceri, spicca l’osteria ribelle Indigeno Roma, con piatti che spaziano dalla frittura di verdure con pastella fermentata di ceci e riso fino al seitan al vino rosso con salsa di sedano rapa e mele ed erbe di campo ripassate. Per Davide è una bella esperienza: «Sono attenti allo slow food e il loro tempeh autoprodotto è davvero notevole. Ma hanno pochi tavoli e rimangono aperti dal giovedì al lunedì, dalle 19 a mezzanotte».

Last but not least, nella zona nord di Roma, in via della Bufalotta, si possono gustare le famose pinse romane di Al Pachino: all’amatriciana, alla capricciosa, alla parmigiana, con la ‘nduja e la mortadella. Ma tutte rigorosamente vegan. Non è in centro, ma va provato. Per godere della buona cucina senza dimenticare l’etica.

fabiolavegmamy davideleo.it

Il ristorante Green M'ama, nel quartiere San Lorenzo, e il loro vegamisù, tiramisù vegan
La carbonara vegana del Rifugio romano, in via Volturno, 39/41

A PIEDI CON LARTH

TRA UMBRIA E LAZIO, SULLE ORME DI UN GUERRIERO ETRUSCO

VISSUTO NELL’ATTUALE ORVIETO, PER ESPLORARE IL CUORE VERDE D’ITALIA

di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it

Un tratto del Cammino dell'intrepido Larth

Orvieto, Bolsena, Civita di Bagnoregio: in 60 chilometri distribuiti su tre tappe, tra la provincia di Terni e quella di Viterbo, il Cammino dell'intrepido Larth attraversa il cuore verde d’Italia. Seguendo le orme di un valoroso guerriero etrusco, vissuto nel V secolo a.C. proprio in questo territorio, si incrocia un patrimonio culturale e naturalistico notevole. Il percorso prende infatti il nome da Larth Cupures, detto l’intrepido, il cui cippo funerario è custodito nel museo Claudio Faina, in piazza del Duomo a Orvieto, dove il cammino inizia e si conclude. Dalla città in provincia di Terni ci vogliono 21 chilometri per raggiungere Bolsena, nel Viterbese, e ne servono altri 19 per avvistare la stupenda Civita di Bagnoregio, nella stessa provincia. La medesima distanza separa, infine, la “città che muore” da Orvieto. Il percorso ad anello, nato di recente e ufficializzato solo nel 2024, ha suscitato in breve tempo un’attenzione considerevole, soprattutto nel mondo del turismo lento italiano. In pochi mesi numerosi camminatori hanno scelto di intraprenderlo, grazie all’indiscutibile splendore delle tre località cardine dell’itinerario.

Un merito che va condiviso anche con chi lavora, con costanza e spirito di collaborazione, sui territori, per sostenere questa impresa partita dal basso. L’obiettivo è chiaro: omaggiare l’identità storica e il significato spirituale di una zona ricca di opere d’arte e patrimoni naturalistici. Basti pensare che la prima tappa ricalca – seppure in direzione opposta – il tracciato che venne compiuto per portare il sacro lino del miracolo eucaristico di Bolsena a Orvieto. Secondo la tradizione, nel 1263, nel corso di una celebrazione religiosa nella basilica di Santa Cristina, da un’ostia sarebbe sgorgato il sangue di Cristo che avrebbe macchiato il tessuto, poi diventato reliquia. L'itinerario escursionistico consente di visitare anche monumenti famosi come il pozzo di san Patrizio e il duomo dedicato a Santa Maria Assunta, entrambi a Orvieto, ma anche meraviglie naturalistiche come il lago di Bolselago di Bolsena

Orvieto
Bolsena Civita di Bagnoregio UMBRIA
LAZIO
Duomo di Orvieto (Terni)
Organizzato da

na o il parco di Turona, poco distante, senza dimenticare Civita di Bagnoregio, borgo iconicamente aggrappato su uno sperone di roccia tufacea, con il suo lungo ponte pedonale proteso sulla Valle dei calanchi. Un cammino semplice, tra i 200 e i 600 metri di altitudine, senza dislivelli impegnativi, che comprende tratti di percorsi storici come la Via Francigena e la Romea Germanica. L’entusiasmo che si è generato intorno a questo itinerario ha poi dato vita al progetto Lavora con Larth. Grazie alla cooperativa sociale Mir, guidata da Alessandra Taddei e Massimo Ercolani, è nata un’impresa che sostiene e promuove l’inserimento socio-lavorativo di donne e uomini

in difficoltà. È uno spin-off del cammino di fondamentale importanza, che continua a includere nuovi artigiani e associazioni di volontariato. Tutti insieme si impegnano nella realizzazione di gadget per gli escursionisti: zaini, felpe, toppe, magneti, t-shirt e adesivi acquistabili in diversi punti vendita dislocati lungo il percorso.

La produzione avviene in una sartoria-atelier artigianale, che utilizza materiali di riuso per minimizzare l’impatto ambientale, comprendendo nel cerchio dei propri collaboratori lavoratori con disabilità, detenuti in semi-libertà e donne del Centro antiviolenza di Orvieto L’Albero di Antonia. Il Cammino dell’intrepido Larth, con

Il lago di Bolsena e l'isola Bisentina al tramonto (Viterbo)
Uno scorcio di Bolsena (Viterbo)
© Emanuele Rossi

le sue iniziative sociali, ha avuto un successo tale da ispirare la creazione di altri percorsi lenti in zona, come il Cammino del miracolo del Corpus Domini. Un’iniziativa che ha l'obiettivo di rendere questo territorio un vero e proprio epicentro di percorsi escursionistici con finalità sociali, religiose e solidali. «Abbiamo avviato il progetto mossi dal grande amore per la nostra terra. Ma anche dall’ambizione di offrire alla comunità una nuova opportunità per promuovere, in una logica collaborativa, questi luoghi eccezionali, da decenni al centro di consistenti flussi turistici provenienti da ogni parte del mondo», raccontano i tre promotori Emanuele Rossi e Luca Sbarra, entrambi guide escursionistiche, e l’editore

Claudio Lattanzi. «Siamo davvero fieri di restituire questo territorio a una dimensione ancora più umana e i buoni risultati sono confermati dai numeri del nostro primo anno di vita, con oltre mille passaporti del camminatore registrati. E molto probabilmente il 2025 si concluderà con un raddoppio di passaggi, segnando una crescita di indotto per il territorio dai 240mila euro del 2024 al mezzo milione di quest’anno». Ed è quello che dovrebbe succedere sempre, quando il valore di un’impresa intrepida e visionaria diventa una realtà coraggiosa, a beneficio anche di chi va più protetto e incoraggiato. camminodilarth.it

Civita di Bagnoregio (Viterbo)

di Padre Enzo Fortunato

padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato [Presidente del Pontificio comitato per la Giornata mondiale dei bambini]

PONTI

UMANITÀ DI

IL 4 E 5 OTTOBRE, A ROMA, È IN PROGRAMMA IL GIUBILEO

DEI MIGRANTI E DEL MONDO MISSIONARIO. PER CELEBRARE CHI ATTRAVERSA

I CONFINI PER COSTRUIRE COMUNITÀ

Secondo Save the Children, nel 2020 una persona su 30 viveva in un Paese diverso da quello di nascita. Nello stesso anno il numero di esseri umani in fuga da guerre, violenze e persecuzioni nel mondo ammontava a più di 280 milioni, tra cui circa 36 milioni di bambini. Solo in Italia, nei primi mesi del 2023, sono stati seimila i minori non accompagnati arrivati via mare.

Questi numeri raccontano storie di vita e il Giubileo dei migranti e del mondo missionario, in programma il 4 e 5 ottobre a Roma, vuole ascoltarle e onorarle. Allo stesso modo, l’evento si propone di celebrare il lavoro dei missionari, che condividono con quanti si spostano dalla propria terra una condizione specifica: quella di chi è in viaggio per costruire. I migranti, infatti, non sono soltanto destinatari di aiuto ma portatori di coraggio e senso di comunità. Sono missionari nel significato più profondo del termine, quindi. E portano con loro un’energia trasformativa anche quando affrontano rotte segnate

da pericoli, frontiere chiuse, sistemi di accoglienza fragili e ostilità.

Durante i due giorni d’autunno, nella Capitale si alternano celebrazioni, momenti di silenzio e di festa. Il cuore di tutto è, sabato 4, il pellegrinaggio alla Porta santa della basilica di San Pietro, affacciata su una piazza che viene attraversata ogni giorno da persone di ogni lingua e continente.

L’iniziativa è un’opportunità per conoscere l’attività dei missionari, che attraversano confini seminando speranza nel mondo. Assumere questo ruolo oggi non significa solo partire per terre lontane, vuol dire vivere come discepoli, essere ponti tra culture, religioni, dolori e speranze. Equivale a mettersi al servizio di un bene più grande, che si riconosce in gesti semplici e concreti: ascolto, perdono, cura dei più vulnerabili. I predicatori del nostro tempo non si definiscono per le mete che raggiungono, ma per le tensioni che abitano. Si muovono in bilico tra l’annuncio della propria religione e il

Piazza San Pietro durante la celebrazione del Giubileo dei
© Luciano Del Castillo/Ansa/DEF

dialogo con le altre, tra l’urgenza di rispondere alle disuguaglianze e la necessità di condividere la sorte del popolo che servono. Sono fedeli alla loro eredità, ma creativi nel modo di viverla.

Camminano con le mani nel fango e lo sguardo aperto a nuove possibilità. Non cercano certezze, ma domande vere.

In questo tempo di fratture e di muri, il compito dei missionari – e con loro, dei migranti – è forse proprio quello di ricordarci che siamo tutti chiamati a una civiltà più alta. Una civiltà in cui la verità si dice con mitezza, la giustizia si cerca insieme, e nessun conflitto ha l’ultima

parola. I missionari non sono eroi solitari, sono parte di una famiglia che si rinnova, studia, si forma, condivide. Che sa di dover imparare prima di insegnare. Che si lascia evangelizzare dagli ultimi che incontra.

Oggi più che mai, chi è predicatore fuori dal proprio Paese è anche un costruttore di pace, un artigiano di riconciliazione, un tessitore di dialogo. In un mondo segnato da divisioni religiose, ideologiche, politiche ed economiche, la loro voce è quella di chi non si rassegna alla logica del più forte, ma semina ancora fiducia nei valori evangelici, nel rispetto dei diritti umani, nella possibilità di convivere senza distruggersi.

Papa Leone XIV riceve i partecipanti all'assemblea generale delle Pontificie opere missionarie, in Vaticano, il 22 maggio 2025

CRESCERE A BASSO IMPATTO

DALL’8 AL 10 OTTOBRE IL SALONE DELLA CSR E DELL’INNOVAZIONE SOCIALE, DI CUI IL GRUPPO FS È PARTNER ISTITUZIONALE, INVITA A RIFLETTERE SULLE STRATEGIE UTILI A CREARE UN FUTURO DI VALORE, PUNTANDO SU ECONOMIA CIRCOLARE E POLITICHE DI INCLUSIONE

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it

Promuovere un confronto costruttivo tra imprese, enti del terzo settore, istituzioni e accademie per favorire la coesione sociale e tenere alta l’attenzione verso le tematiche ambientali. È questo l’obiettivo del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, all’Università Bocconi di Milano dall’8 al 10 ottobre. La 13esima edizione vanta l’adesione di oltre 250 organizzazioni e prevede un programma culturale diviso in sei percorsi tematici: formazione e lavoro, cultura e territorio, economia e finanza, am-

biente e rigenerazione, governance e leadership, innovazione e impatto. Il Gruppo FS è partner istituzionale dell'evento e partecipa a diversi panel portando il proprio know-how. Il dibattito ruota intorno alle strategie utili a creare un futuro solido e di valore, ideando politiche di inclusione e investendo sulle persone, soprattutto quelle giovani. Rimane centrale il tema dell’economia circolare: un modello che, se adottato dalla progettazione al fine vita del prodotto, migliora le performance delle organizzazioni e la loro competitività, mi-

nimizzando scarti e perdite. Altrettanto importante è lavorare sulle misurazioni dell’impatto, fondamentali per rendere evidenti i vantaggi della sostenibilità. In risposta alla crescente opposizione, soprattutto negli Stati Uniti, a quegli standard che vengono erroneamente percepiti come dannosi per gli interessi economici delle aziende. A testimonianza di quanto una filiera green porti benefici a chi produce, durante l’evento si confrontano diverse organizzazioni che hanno deciso di integrare la sostenibilità nel loro piano strategico. «Se si vuole diventare driver del cambiamento, l’impegno sociale e ambientale deve essere una scelta convinta, continuativa e integrata nel disegno dell’impresa», afferma Rossella Sobrero, membro del Gruppo promotore del Salone. Per il quarto anno, infatti, durante l’evento viene assegnato il Premio impatto alle realtà capaci di misurare il valore economico, sociale e ambientale delle loro iniziative di sostenibilità. csreinnovazionesociale.it

In questa pagina alcuni momenti del Salone della CSR e dell’innovazione sociale 2024

MARC È TORNATO TORNATO TORNATO TORNATO TORNATO

DOPO L’INFORTUNIO AL BRACCIO, AVEVA PENSATO DI SMETTERE.

MA POI È ANDATO AVANTI PERCHÉ «NE VALEVA LA PENA».

ORA IL PILOTA SPAGNOLO MARQUEZ DOMINA LA MOTOGP.

E SI PREPARA PER IL GRAN PREMIO DI SAN MARINO A MISANO ADRIATICO, IL 14 SETTEMBRE

di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur foto © Fa.Ro.

C’è uno sportivo spagnolo che, a metà stagione, domina la MotoGP. Indossa una tuta rossa e guida una Ducati: il suo nome è Marc Marquez. A fine agosto guidava la classifica mondiale con 175 punti di vantaggio sul secondo, il fratello Alex. Al terzo posto, con 227 punti di distacco, Francesco “Pecco” Bagnaia, che sta dando tutto se stesso per contenere i due fratelli. Marc e Alex hanno condiviso più volte anche il podio della classe regina e questo non succedeva da Imola 1997, quando i fratelli Nobuatsu e Takuma Aoki, con la Honda, arrivarono secondo e terzo dietro a Mick Doohan.

Dopo la sfida in Catalunya a inizio settembre, i centauri della MotoGP si preparano a tornare in Italia domenica 14 per il Gran Premio Red Bull di San Marino e della Riviera di Rimini a Misano Adriatico, sulla costa romagnola. Su un tracciato pianeggiante lungo poco più di quattro chilometri, i Marquez sono pronti a sfidare – oltre a Bagnaia – gli italiani Fabio Di Giannantonio, Franco Morbidelli e Marco Bezzecchi. Per Marc, che ha vinto otto mondiali – uno nella classe 125, uno in Moto2 e sei in MotoGP – le cose durante la carriera sportiva non sono andate sempre bene. Nel luglio 2020 a Jerez, durante il Gran Premio di Spagna, una caduta gli

ha provocato la frattura dell’omero destro. E a questo incidente sono seguite tre stagioni da incubo. Ha subito diversi interventi e affrontato la diplopia, una malattia che porta a vedere doppio. Un viaggio negli abissi in cui il pilota ha anche pensato di smettere con le corse in moto. Ma non l’ha fatto e la sua tenacia è stata premiata.

Come ti senti al comando della MotoGP?

Molto bene. Non tanto perché sono primo, ma perché è la conferma che stiamo facendo le cose per bene. Per fortuna conosco questo tipo di pressione, l’ho vissuta durante tutta la mia carriera. Ma ora, vestito con i colori del team ufficiale Ducati e dopo un lungo periodo molto complicato, la soddisfazione è totale. Tuttavia, non significa che il lavoro sia finito, ma semplicemente che siamo sulla strada giusta.

In questo momento sei il pilota da battere, alcuni giornali dicono addirittura che «fai un altro sport».

I complimenti sono sempre ben accetti, ma non servono a molto: non ti fanno vincere le gare, né i Mondiali. Per me la chiave di tutto è divertirmi e mantenere la motivazione al massimo. È questo che mi tiene attivo e competitivo.

Correre con una Ducati ha cambiato il rapporto con i tifosi italiani?

Con gli anni ho capito che non posso piacere a tutti e questo non è mai stato il mio obiettivo. Ho sempre detto che il giorno in cui smetterò di correre vorrei essere ricordato come un pilota che ha dato tutto in pista. Se poi questo viene apprezzato non dipende da me. In ogni caso, sono due anni che corro per team italiani – nel 2024 con Gresini e ora con il Ducati Lenovo Team – e mi trovo davvero molto bene. Anche lo scorso anno, quando ho partecipato al World Ducati Week, mi sono sentito molto amato e questo è ciò che conta per me.

Il primo avversario è tuo fratello Alex, al momento secondo in classifica. Come si vive questa rivalità in casa Marquez?

È una cosa incredibile, inaspettata, unica. E vi posso assicurare che entrambi ce la stiamo godendo tantissimo. Quando al Gran Premio di Germania 2024, sul circuito del Sachsenring, siamo saliti insieme sul podio è stato speciale. Quest’anno la cosa si è ripetuta più volte ed è stato davvero un regalo. Entrambi, il sabato e la domenica, facciamo tranquillamente la siesta sullo stesso divano nel motorhome e, poco dopo, gareggiamo a più di 300 chilometri orari. La cosa più bella è che questa rivalità ci ha uniti ancora di più. Tuo padre e tua madre come gestiscono tutto questo?

Loro soffrono sempre, com’è normale, ma ho la sensazione che adesso si stiano godendo tutto come mai era successo prima. Ci sono stati anni in cui uno dei due otteneva buoni risultati e l’altro meno o, un po’ prima, uno vinceva in MotoGP e l’altro era ancora in Moto2. Ora siamo entrambi al massimo livello di questo sport e lottiamo per il podio ogni fine settimana. So bene l’orgoglio che provano, ma ciò che

dà loro più soddisfazione è che, nonostante la rivalità, il no stro rapporto sia rimasto intatto.

Non sempre le cose sono andate bene. Hai detto che su perare l’infortunio al braccio è stata la sfida più complica ta della tua vita. Come sei uscito da quel momento?

Con dolore e sofferenza, ma soprattutto con passione e amore per questo sport. È ciò che mi ha motivato a lotta re, a non arrendermi, a cercare soluzioni per tornare com petitivo. Nessuno ti insegna come uscire da situazioni così difficili, semplicemente hai bisogno di sentire che ne vale la pena.

Tuo nonno, a cui eri molto legato, ti aveva consigliato di smettere. Tu invece hai continuato. Cosa gli diresti ades so?

Ora non c’è più ma vorrei fargli sapere che, nonostante sia no stati anni molto duri fisicamente e mentalmente, conti nuo a pensare che ne sia valsa la pena. Perché l’infortunio mi ha fatto crescere come sportivo e come persona. Che rapporto hai con il tuo compagno di squadra Bagnaia? Pecco non è solo un grande pilota, ma anche un vero signo re. Lo pensavo già prima di conoscerlo e mi è stato confer mato quando siamo diventati compagni di squadra. Il nostro rapporto è cordiale e di assoluto rispetto, come dovrebbe sempre essere tra compagni di team. Abbiamo condiviso momenti anche fuori dalla pista e questo ci ha consentito di conoscerci un po’ di più. A poco a poco, stiamo guadagnan do fiducia reciproca. La cosa più importante è che entrambi comprendiamo perfettamente i nostri ruoli: lavoriamo per il bene comune della squadra e poi ognuno fa la sua gara per cercare di vincere.

Marquez in azione sulla sua Ducati Desmosedici GP 2025

Il 14 settembre corri a Misano, sulla costa romagnola, terra di motori. Che rapporto hai con questo circuito?

È una pista bellissima. In quella zona si respira motociclismo al 100%, molti piloti italiani sono cresciuti sui circuiti dell’Emilia-Romagna. E poi proprio qui, l’anno scorso, ho vinto la mia prima gara con Ducati, nel team Gresini. Era un obiettivo che stavamo inseguendo da tempo e raggiungerlo a Misano, con una squadra italiana, in ricordo di Fausto (Gresini, ndr), è stato davvero speciale.

Quando è nata la passione per questo sport?

La mia prima moto è stata un regalo di Natale. Avevo tre anni e mio padre mi iscrisse a una gara con ragazzi più grandi. Io feci un giro, mentre gli altri bambini ne aveva-

no già finiti due. Quando arrivammo al traguardo dissi a mio padre che volevo farne un altro anche io. Questa passione me l’ha trasmessa lui: ci portava sui circuiti di motocross nella zona di Lleida, in Spagna, e lì mi sono innamorato delle due ruote.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Sono molto casalingo. Adoro passare il tempo a casa: allenarmi, mangiare bene, rilassarmi e riposare. Ammetto che a volte faccio fatica a uscire perché mi piace troppo stare tranquillo con la mia ragazza e gli amici. Penso che la mia vita sia normale, molto più di quanto le persone possano immaginare.

marcmarquez93 misanocircuit.com ducati.com

La vittoria di Marquez al Gran Premio del Qatar 2025

SEMPRE PIÙ IN ALTO

A SOLI 23 ANNI ALESSANDRO MICHIELETTO HA GIÀ CONQUISTATO DIVERSI TROFEI. E

ORA SI PREPARA A DIFENDERE IL TITOLO DELLA NAZIONALE AZZURRA AI MONDIALI DI PALLAVOLO, NELLE FILIPPINE DAL 12

AL 28 SETTEMBRE

di Davide Garofalo davgarofalo foto © Fipav
Alessandro Michieletto fa punto contro Cuba durante la Volleyball Nations League 2025

Alessandro Michieletto non è solo una promessa mantenuta, è il simbolo di una Nazionale che ha saputo rinnovarsi, ripartire e tornare a vincere. Infatti, al prossimo Campionato mondiale di pallavolo, dal 12 al 28 settembre 2025 nelle Filippine, lo schiacciatore del Trentino Volley è chiamato a difendere il titolo iridato conquistato dalla squadra azzurra nel 2022.

Michieletto è il volto giovane di uno sport che chiede sempre più spazio ed è la dimostrazione che talento e lavoro, quando viaggiano insieme, possono davvero fare la differenza. A 23 anni ha già conquistato numerosi trofei, sia con il club sia con la Nazionale, ma non si accontenta: con una consapevolezza sempre più solida e una qualità di gioco in costante sviluppo, vuole migliorarsi stagione dopo stagione. Punta in alto, non solo con la sua statura impressionante di 2,10 metri, ma nella crescita personale, prima come uomo e poi come atleta. Il prossimo obiettivo? Riconquistare il mondo, a patto che l’impresa, come lui stesso ammette, non diventi un’ossessione.

Come ti stai preparando fisicamente e mentalmente per i Mondiali?

Abbiamo da poco concluso la Volleyball Nations League, un’esperienza che ci ha dato molto e ci ha fatto crescere

come squadra. Ora stiamo lavorando per arrivare nelle Filippine con la migliore forma possibile e stiamo spingendo parecchio, sia sul piano fisico sia su quello tecnico, concentrandoci sugli aspetti da migliorare, a livello individuale e collettivo.

Come schiacciatore, quale ruolo hai nel gioco di squadra?

Sono coinvolto in tantissime fasi: la ricezione, la battuta, il muro e, naturalmente, l’attacco. Grazie alla mia altezza e alla potenza cerco sempre di essere incisivo in attacco, ma so di poter fare la differenza anche in battuta, mettendo in difficoltà gli avversari.

Sei tra i leader del team, come vivi questa responsabilità verso i compagni?

Lavoriamo insieme da tanto tempo e abbiamo trovato il giusto equilibrio. So di poter essere un trascinatore, mi sento più maturo e responsabile rispetto a qualche anno fa, ma la forza della squadra è la compattezza: in ogni partita c’è sempre stato un leader silenzioso che, con i suoi gesti, ci ha guidati alla vittoria. Ed è proprio questa caratteristica che può portarci lontano al Mondiale.

Sentite una maggiore pressione in quanto campioni del mondo in carica?

Sinceramente no. Negli ultimi anni non abbiamo vinto

Michieletto esulta dopo un punto ottenuto con la Nazionale

quanto avremmo voluto: siamo arrivati secondi all’Europeo e quarti alle Olimpiadi. Siamo consapevoli delle nostre capacità e vogliamo ripeterci, ma senza trasformare tutto in un’ossessione. Vogliamo solo dare il massimo.

Con chi vi contendete la corsa al titolo mondiale? C’è una Nazionale che vi preoccupa particolarmente?

Sicuramente Francia e Polonia sono tra le più forti. Anche il Brasile, negli ultimi tempi, ha dimostrato grande solidità. E gli Stati Uniti hanno atleti esperti che possono fare la differenza. Sono tutte squadre di altissimo livello: dovremo giocarcela fino alla fine.

C'è un giocatore avversario che ammiri particolarmente o ritieni possa fare la differenza in questo Mondiale?

Quando ero più giovane avevo tanti idoli, uno su tutti lo schiacciatore Osmany Juantorena. Oggi, invece, preferisco studiare punti di forza e debolezze dei giocatori per capire come affrontarli. Tra i grandi della pallavolo sicuramente ci sono Wilfredo León della Polonia, Earvin N’Gapeth della

Francia e Ricardo Lucarelli del Brasile: li guardavo in tv e ora ho la fortuna e la responsabilità di affrontarli in campo.

Sei diventato un punto di riferimento anche fuori dal campo. Quale messaggio vorresti dare ai giovani che ti seguono e si ispirano a te?

Quello di pensare, prima di tutto, a divertirsi. Da ragazzo andavo in palestra per stare bene, per passare il tempo con i miei compagni, condividere gioie e delusioni. Poi, certo, serve anche un pizzico di fortuna per emergere, ma la passione viene prima di tutto.

Sei spesso in viaggio tra partite e allenamenti: qual è il tuo rapporto con il treno? Lo prendi volentieri?

Sì, viaggio molto in treno, soprattutto con la Nazionale. È un mezzo comodo e veloce, che ci consente di spostarci con facilità. Speriamo solo che in futuro ci siano sedili più spaziosi per chi, come me, è alto due metri e dieci! (ride, ndr).

alessandro_michieletto

Michieletto contro la Slovenia nella Volleyball Nations League 2025

Roma

Auditorium

Parco della Musica

Ottobre 2025

Giovedì 23, ore 18

Sabato 25, ore 15

Lunedì 27, ore 18

Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia

Direttore Daniel Harding

Regia Vincent Huguet

Scene Pierre Yovanovich

Wotan Michael Volle

Brünnhilde Miina-Liisa Värelä

Sieglinde Vida Miknevičiūtė

Siegmund Jamez McCorkle

Hunding Stephen Milling

Fricka Okka von der Damerau

Nuova produzione

dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia santacecilia.it

Richard Wagner La Valchiria

LIFESTYLE

La sfilata benefica di Antonio Marras al Chiostro dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano
Antonio Marras

DIFETTO L’UNICITÀ DEL

ESTROSO, POLIEDRICO E IN CONTINUA EVOLUZIONE. PER LO

STILISTA ANTONIO MARRAS

L’IMPERFEZIONE È SINONIMO DI BELLEZZA. DA RICERCARE IN TUTTE LE ARTI, DALLA MODA AL CINEMA

Ci incontriamo a Firenze, nella sua boutique in via degli Strozzi. E, mentre lo intervisto, lui non si ferma un attimo: parla con le clienti abituali, sposta manichini, prende un foglio bianco e ci dipinge sopra usando una tazzina di caffè. Antonio Marras, stilista e fondatore del brand omonimo, è un artista a tutto tondo con molteplici inclinazioni, che vanno dalla pittura alla ceramica, dalla fotografia al cinema.

«La moda è un mezzo che mi consente di connettermi con le altre discipline, è l’unione di tutte le cose che mi hanno sempre interessato», dice. E, in effetti, il 2025 lo ha visto impegnato in tanti progetti diversi: a marzo sono ripartiti gli eventi nello spazio di Nonostante Marras, un ibrido tra store e luogo di incontro in via Cola di Rienzo, a Milano, ad aprile lo stilista ha partecipato al Fuorisalone con l’installazione Chi ama e – sempre durante la Milano Design Week – ha aperto Ephemeral, in via Montenapoleone, una boutique temporanea che coniugava il fashion con diverse discipline artistiche. Il mese successivo, poi, Marras ha lanciato il suo primo cortometraggio, Motel Jacaranda, dedicato all’amore tra James Dean e l’attrice Anna Maria Pierangeli, mentre a giugno si è diviso tra Firenze, dove in occasione di Pitti Uomo ha fatto arrivare le sue sarte di Alghero per personalizzare in tempo reale i suoi capi, e la fashion week meneghina dedicata all’uomo, durante la quale ha presentato la linea underwear e organizzato una sfilata benefica. Dopo l’apertura a luglio della prima boutique internazionale a New York, ora è pronto per mostrare la sua collezione donna nelle sfilate femminili per la Primave -

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili
La capsule underwear di Marras Nuda Veritas

ra/Estate 2026 previste dal 23 al 29 settembre nel capoluogo lombardo.

Un 2025 che l’ha visto impegnato su tanti fronti. Come è riuscito a conciliare tutto?

In realtà, è stata un’evoluzione naturale dei miei percorsi. Non programmo le mie idee, mi vengono così: mi sveglio la mattina, vado in showroom, comincio a lavorare su una cosa, poi magari trovo a terra un pezzo di stoffa, lo raccolgo e da lì comincio a creare, non c’è un disegno prestabilito. È stato così con tutto: la moda, le ceramiche, il cortometraggio. Ignoro le tecniche e creo semplicemente le cose come le immagino. Ho una tela bianca e non so mai cosa ci disegnerò sopra.

Si muove così un direttore creativo?

Chi sceglie questo mestiere deve spaziare a 360 gradi: non si può più pensare che consista semplicemente nel realizzare una giacca o una camicia, perché questo lo sanno fare tutti. La sfida reale è creare un’identità, avere un Dna che sia riconoscibile ma, allo stesso tempo, capace di cambiare di stagione in stagione. Ed è molto difficile. Oggi nella moda si lavora a ritmi frenetici per seguire i dettami del mercato, mentre creare è un processo molto più articolato e laborioso.

La donna di Marras com’è?

Elegante ma mai in modo urlato. È sensuale ma non troppo esposta, rispecchia ciò che per me è il bello. Anche le modelle e i modelli che scelgo non corrispondono a canoni tradizionali perché mi annoiano. Secondo l’antica saggezza giapponese la ciotola da regalare all’imperatore non dev’essere quella perfetta, ma quella che presenta una piccola imperfezione. In questo rivedo molto la mia idea di estetica: il difetto rende l’oggetto unico. E anche nei miei casting seguo questa linea. La vera bellezza prescinde

La collezione di camicie bianche Sanstitre
Una delle sarte di Alghero durante la personalizzazione di una camicia Marras

dall’età o dalla fisicità: chi dice che non si può vestire una taglia 46? Per me anche pensarlo è follia, si tratta solo di proporzioni e di attitudine.

Com’è la collezione underwear che ha presentato a Milano?

È una capsule che va bene sia per l’uomo sia per la donna. Modelle e modelli erano dubbiosi perché pensavano di dover sfilare spogliati, mentre in realtà è una collezione molto strutturata, con canottiere e veri mutandoni a coste un po’ fuori dal concetto canonico di intimo perché possono essere indossati a vista.

A Firenze ha trasformato il suo negozio in un laboratorio sartoriale. L’idea è piaciuta?

Ho fatto venire le ricamatrici con cui collaboro direttamente da Alghero, la città in cui sono nato e dove ha visto la luce la mia casa di moda. L’idea era che ogni cliente potesse scegliere di personalizzare una capsule di camicie bianche a proprio piacimento, con bottoni Swarovski, merletti o le iniziali del nome cucite sopra. C’è una lunga tradizione di

ricamo in Sardegna, soprattutto dei corredi personali composti da lenzuoli e asciugamani.

Loro sono bravissime, tant’è che a volte le rimprovero perché il lavoro è così preciso da non sembrare frutto di una mano umana: ogni tanto chiedo loro di sbagliare qualche punto (ride, ndr). Con questo progetto, le persone hanno potuto capire che la cura di un oggetto non riguarda soltanto chi l’ha pensato ma anche chi l’ha realizzato.

Se dovesse organizzare una sfilata in Sardegna, dove la farebbe?

Sicuramente ad Alghero: è casa mia e potrei mostrare tanti angoli privati e sconosciuti di questa città. Farei indossare i miei capi a un gruppo di ballerini e ballerine, così da unire danza, musica, teatro, moda e architettura. Come sempre, insomma, cercherei di fondere le varie arti in un unico spettacolo.

antoniomarras.com antoniomarras_personal | antoniomarrasofficial

Un’immagine del cortometraggio Motel Jacaranda

ARTE E CULTURA

LA VALLE DEI

Carlo Levi La santarcangelese Courtesy Musei nazionali di Matera, Museo di Palazzo Lanfranchi

CAPOLAVORI

DA RAFFAELLO A CARLO LEVI, PASSANDO PER IL PERUGINO. AD

AGRIGENTO, CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2025, UNA MOSTRA

RIPERCORRE SEI SECOLI DI STORIA DELL’ARTE ITALIANA

di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Dagli agrigentini veniva chiamato «l’inglese scordato ai templi» perché, nell’ultimo periodo della sua vita, vagava spesso da solo nell’area archeologica della città. Alexander Hardcastle, mecenate londinese innamorato della Valle dei templi, agli inizi del ‘900 aveva finanziato numerosi scavi sul territorio, ma dopo il crollo di Wall Street nel ‘29 perse il suo intero patrimonio ed entrò in depressione, finendo in manicomio. Dopo anni di oblio, la sua figura è stata riscoperta e oggi la sua abitazione, ribattezzata Villa Aurea, è sede di una mostra organizzata nell’ambito degli eventi previsti per celebrare la

nomina della città siciliana a Capitale italiana della cultura 2025.

Intitolata I tesori d’arte dai musei nazionali italiani, l’esposizione curata dallo studioso Pierluigi Carofano riunisce fino al 30 novembre 22 opere di altrettanti artisti realizzate in sei secoli di storia. I dipinti esposti, che provengono da tutte le regioni italiane, sono in prestito da musei nazionali di diverse città e da alcuni depositi museali. Lo scopo è celebrare la storia culturale della Penisola, unita nella sua varietà all’interno del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Patrimonio mondiale dal 1997.

Raffaello Sanzio Miracolo degli impiccati Courtesy Museo nazionale di Palazzo Reale, Pisa

Il percorso comincia con le tavole quattrocentesche del Maestro di Castelsardo e di Antonello da Messina, provenienti dalla Pinacoteca nazionale di Cagliari e dal Museo regionale di Messina, per poi proseguire con i dipinti del ‘500. Tra questi l’Arcangelo Gabriele del Perugino, proveniente dalla Galleria nazionale dell’Umbria, e il Miracolo degli impiccati di Raffaello Sanzio, fatto arrivare per l’occasione dal Museo nazionale di Palazzo Reale di Pisa. Il dipinto rappresenta uno dei miracoli attributi a San Nicola da To -

lentino, che avrebbe salvato dall’impiccagione due fratelli accusati ingiustamente, sorreggendoli per quattro giorni, fino alla loro liberazione. Proseguendo nel percorso sviluppato in ordine cronologico, tra i lavori del ‘600 spicca il Sogno di Giacobbe di Ludovico Carracci, prestito della Pinacoteca nazionale di Bologna, mentre arriva da Roma la Madonna con Bambino e San Filippo Neri di Pompeo Girolamo Batoni, del periodo illuminista. Il realismo ottocentesco è poi rappresentato

Filippo Palizzi Cane
Courtesy Certosa e Museo di San Martino, Napoli

dalle tele di Filippo Palizzi, come il Cane proveniente dalla Certosa e Museo nazionale di San Martino a Napoli. Il percorso si chiude con le opere realizzate nel ‘900 da Carlo Levi. Tra queste La santarcangelese, prestata dal Museo nazionale di Matera, che ritrae la governante dello scrittore durante il suo esilio ad Aliano, vicino alla Città dei sassi. La stessa donna è spesso menzionata nel romanzo più famo -

so dell’autore: Cristo si è fermato a Eboli Tutti i capolavori, riuniti insieme nella villa a metà strada tra il Tempio di Ercole e il Tempio della Concordia, offrono uno sguardo sull’evoluzione artistica e culturale italiana degli ultimi secoli. Proprio quella che Agrigento, per quest’anno, è stata chiamata a rappresentare. mostreinsicilia.it

Pietro Vannucci detto il Perugino
Arcangelo Gabriele
Courtesy Galleria nazionale dell’Umbria, Perugia

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PAESAGGI INCONGRUENTI

STRUTTURE GONFIABILI IN SPAZI

DESOLATI SOLLECITANO RIFLESSIONI SUL PRESENTE. IN MOSTRA A SPOLETO, FINO AL 2

NOVEMBRE, LE SERIE FOTOGRAFICHE

AQUILA E BRENVA DI STEFANO CERIO

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it foto di Stefano Cerio

Di fronte ai lavori di Stefano Cerio si rimane disorientati, quasi attraversati da un senso di straniamento. La sua ricerca, al confine tra fotografia e arte ambientale, ruota intorno al concetto di incongruenza, palpabile negli scatti che ritraggono luoghi solitamente affollati in momenti in cui la presenza umana è venuta meno. Un interesse che si esprime anche attraverso l’installazione di strutture gonfiabili in spazi desolati, come nell’opera Aquila, collocata nell’Appennino abruzzese, intorno alla città colpita dal terremoto nel 2009, o in Brenva, sul ghiacciaio ai piedi del Monte Bianco in ritiro

Dalla serie Aquila

progressivo a causa dei cambiamenti climatici. Le serie fotografiche che ritraggono i due progetti sono al centro della mostra Corpi d’aria, a Palazzo Collicola di Spoleto fino al 2 novembre, realizzata nell’ambito dell’avviso pubblico Strategia Fotografia.

A cosa si riferisce questo titolo?

Ai gonfiabili usati per le due operazioni, ma è anche un omaggio a Piero Manzoni, che ha chiamato così alcune sue opere. Tra le altre cose, per puro caso, nella collezione esposta ora a Spoleto ci sono degli esemplari della sua serie Corpi d’aria. Il presupposto del mio lavoro è completamente diverso dal suo ma si è creata una felice coincidenza, una liaison involontaria.

I tuoi corpi d’aria che valore hanno?

Nella serie Aquila il gonfiabile richiama la ricostruzione edilizia del dopo terremoto: la velocità con cui si gonfia una casa, un castello o uno scivolo si contrappone alla lentezza della riedificazione reale. In Brenva il muro azzurro che si vede nelle immagini è un segno legato al ri -

cordo di dove arrivava il ghiacciaio quando ero ragazzo. Quest’ultimo lavoro è raccontato anche in un libro fotografico edito da Quodlibet, a cura di Stefano Chiodi.

È fotografia di denuncia?

Direi di no, ma penso che l’arte debba lavorare su temi importanti, essere una forma di sollecitazione, generare reazioni. Poi, in realtà, considero Aquila e Brenva delle installazioni: vado sul ghiacciaio, monto il muro e scatto solo per documentare l’operazione artistica.

Quali sono, invece, i tuoi lavori squisitamente fotografici?

Le serie in cui ho lavorato sul concetto dell’assenza come Night Games, Chinese Fun o Water Park. Ho ritratto i luoghi di divertimento di massa nel momento in cui sono vuoti. Non tanto per evocare un senso di abbandono, come alcuni pensano, ma per evidenziarne ed enfatizzarne l’aspetto surreale. Senza l’elemento umano, queste strutture appaiono in tutta la loro incoerenza rispetto al paesaggio in cui sono immerse. È una ricerca sull’assenza e sull’incongruenza.

Sono i temi portanti della tua indagine?

Si, insieme al concetto di sospensione.

Come mai ti affascinano tanto?

Mi interessa molto il fatto che un elemento possa staccarsi concettualmente dal luogo in cui è collocato. Anche il gonfiabile che installo sul ghiacciaio non c’entra nulla con il contesto e quindi provoca in chi guarda un salto mentale tra quello che vede e ciò che pensa dovrebbe o potrebbe esserci.

Stefano Cerio
Dalla serie Brenva

Hai dei modelli di riferimento?

Bernd e Hilla Becher della scuola di Düsseldorf hanno influenzato molto il mio approccio al soggetto frontale, che è oggettivo, senza deformazione. Poi si sono mischiati diversi input, ma non riesco a distinguerli in maniera netta. Qual è il tuo metodo di lavoro?

Prima costruisco mentalmente il mio progetto, poi cerco fuori quello che somiglia a ciò che avevo immaginato. È il contrario dell’approccio fotografico, perché a me le idee non vengono

sul posto, guardandomi intorno. Scatti in analogico o in digitale?

Come mi gira, per me la macchina fotografica è solo un mezzo. Influisce sicuramente sulla realizzazione delle immagini ma non la valuto in maniera qualitativa. Anche un telefono va bene se è lo strumento più adatto al lavoro che si sta facendo.

palazzocollicola.it cerio.it

Dalla serie Aquila

DOVE CRESCONO LE RADICI

A SAN LUCIDO, IN PROVINCIA DI COSENZA, UN FESTIVAL DI FOTOGRAFIA

INTERNAZIONALE INVITA A RIFLETTERE SULLA CONNESSIONE TRA LUOGHI E PERSONE di Irene Marrapodi - ir.marrapodi@fsitaliane.it

Hashem Shakeri
Dalla serie Cast Out of Heaven

Ogni giorno miliardi di persone attraversano uno spazio fisico. Creano connessioni con i posti che visitano e con quelli che abitano, mettono radici e cercano nuove appartenenze. Fino al 12 ottobre, la quarta edizione del Fotografia Calabria Festival a San Lucido, in provincia di Cosenza, invita a interrogarsi sul legame tra umanità e territorio tramite gli scatti di artisti internazionali. L’evento trasforma la città in un museo diffuso attraverso 16 mostre che si dipanano attorno al tema Radici comuni: luoghi. Il fotografo iraniano Hashem Shakeri lo interpreta

nella serie Cast Out of Heaven, incentrata sulle città satellite sorte ai margini di Teheran. Create a partire da un grande progetto nazionale di case popolari, sono ancora oggi spazi privi delle infrastrutture necessarie a un vero sviluppo urbano, famosi per la bassa qualità della vita. In mostra c’è anche il progetto I Licutiani firmato da Andrea Salvucci, che nel porticciolo di San Giovanni Li Cuti, a Catania, ha scovato una piccola comunità: disoccupati, pensionate, lavoratori in pausa pranzo che ogni giorno si ritrovano sugli scogli lavici, i cosiddetti “cuti lisci”, per prendere il sole e guardare il

Andrea Salvucci Dalla serie I Licutiani
Lys Arango Dalla serie The River Ran Black

mare.

Lys Arango, fotografa documentarista nata a Madrid, porta invece in Calabria il progetto The River Ran Black, che racconta la trasformazione delle Asturie – nella Spagna nord-occidentale – da luogo di estrazione del carbone a centro di innovazione ecologica. Tra le mostre è prevista anche La memoria delle stazioni, realizzata da Archivio Luce in collaborazione con Fondazione FS Italiane, un viaggio nella storia del nostro Paese attraverso fotografie scattate negli scali ferroviari.

Il percorso ideale attraverso le città è chiuso dal progetto Ashes of the Arabian’s Pearl del fotografo francese di origine algerina Valentin Joseph Valette, vincitore del Fotografia Calabria Festival Award 2025. Il suo lavoro, realizzato nel Sultanato dell’Oman, raffigura la memoria stratificata di un regno in transizione, tra resti architettonici, spazi urbani e vite migranti. fotografiacalabriafestival.it fotografiacalabriafestival

Il regista Alfred Hitchcock alla stazione Termini di Roma (1960) Courtesy Archivio Luce Cinecittà
Valentin Joseph Valette Dalla serie Ashes of the Arabian’s Pearl

GENTE D’ITALIA

UN’UMANITÀ VARIEGATA RITRATTA IN TUTTE LE SUE DECLINAZIONI. GLI SCATTI DI BRUNO BARBEY ESPOSTI A TORINO RACCONTANO I VARI VOLTI DEL PAESE NEGLI ANNI ‘60

di Alex A. D’Orso - al.dorso@fsitaliane.it foto di Bruno Barbey © Bruno Barbey/Magnum Photos

Sono i primi anni ‘60 e, a bordo di un Maggiolino, un ragazzo poco più che ventenne gira l’Italia da nord a sud, documentando con la sua macchina fotografica una realtà in piena trasformazione. Il suo nome è Bruno Barbey. Nato in Marocco, studia arti grafiche in Svizzera prima di ricevere, da parte di una casa editrice di Losanna, l’incarico di raccontare per immagini i Paesi europei e africani.

Da quella commissione nasce il progetto Les Italiens, oggi al centro della mostra Bruno Barbey. Gli Italiani, a Palazzo Falletti di Barolo, a Torino, fino all’11 gennaio 2026. Il reportage, pubblicato in Italia da Contrasto solo nel 2022, tiene insieme un’umanità variegata, ritratta in ambienti poveri e benestanti, ancora fiaccata dalla guerra, eppure rinvigorita da nuove speranze.

Da piazza del Duomo ai vicoli di Napoli, dalla scalinata di Trinità dei Monti al centro di Palermo, l’obiettivo del fotografo inquadra preti e contadini, donne borghesi e giovani proletari, tutti e tutte interpreti di un’identità stratificata. Quella in cui si vanno sedimentando, come ha evidenziato il giornalista Giosuè Calaciura nel volume uscito tre anni fa, le permanenze di un’antropologia complicata e ancestrale, che muta solo nei tempi lentissimi delle ere. ares.torino palazzobarolo.it

Palermo (1963)

Milano (1966)
Napoli (1964)
Roma (1963)

VIAGGIO NEL TEMPO

IL 21 E IL 28 SETTEMBRE SI PARTE DA NAPOLI CENTRALE PER ARRIVARE ALLA REGGIA DI CASERTA. A BORDO DI CARROZZE

CENTOPORTE TRAINATE DA UNA LOCOMOTIVA ELETTRICA D’EPOCA

di Gabriele Romani

Si sale a bordo con la certezza di vivere nel XXI secolo. Ma, una volta scesi, ci si ritrova magicamente nel ‘700. Il Reggia express, treno storico di Fondazione FS Italiane che collega Napoli Centrale alla Reggia di Caserta, offre un’esperienza unica nel suo genere. Domenica 21 e 28 settembre si può sperimentare un autentico viaggio nel tempo su eleganti carrozze Centoporte degli anni ‘30, trainate da una locomotiva elettrica d’epoca, per ammirare la maestosità di una delle più grandi residenze reali al mondo.

La Reggia di Caserta, circondata da 120 ettari di giardini e con 47mila m2 di ambienti interni da esplorare, è un capolavoro del barocco italiano riconosciuto Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1997. Progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli su incarico del re Carlo di Borbone, l’edificio era

stato pensato per diventare un centro amministrativo autonomo, lontano dai pericoli di Napoli, dalle incursioni via mare dei corsari e dalle possibili eruzioni del Vesuvio. I lavori cominciarono nel 1752 e si conclusero solo nel 1845, anche se la famiglia reale si era trasferita nella residenza già nel 1789. Nel dicembre 1843, con l’apertura della linea ferroviaria per Napoli, fu inaugurata una stazione a pochi passi dall’ingresso della reggia, che garantiva ai sovrani un accesso rapido e privilegiato ai propri appartamenti. Oggi questa vicinanza rappresenta un grande vantaggio per i visitatori, che possono raggiungere il complesso borbonico comodamente in treno, per poi immergersi nelle sue meraviglie.

fondazionefs.it | fstrenituristici.it fondazionefsitaliane

In viaggio sulla Ferrovia delle meraviglie

Estate sulla Ferrovia dei parchi; Lario express; Irpinia express. Il treno del paesaggio; Treno storico dei Borghi più belli d’Italia; Sannio express Treno Friuli Doc Laveno express; Irpinia express. Il treno del paesaggio; Ferrovia subappennina italica; Pietrarsa express Treno storico Pordenonelegge

Estate sulla Ferrovia dei parchi; Irpinia express. Il treno del paesaggio; Treno della vendemmia; Ferrovia subappennina italica; Treno storico tra abbazie, vigneti e colline; Lario Express; Reggia express Treno storico alla scoperta dei borghi della Pianura Pordenonese

Estate sulla Ferrovia dei parchi; Treno natura. Festa dell’uva e del vino; Lomellina express; Treno del Sacro Monte; Irpinia express. Il treno del paesaggio; Ferrovia subappennina italica; Treno storico del fumetto; Reggia express

© Archivio Fondazione
La Reggia di Caserta vista da un finestrino del treno storico

PRIMA DI SCENDERE

MINDFULNESS IN VIAGGIO

di Nerina Di Nunzio

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[Esperta di comunicazione, istruttrice mindfulness e coach]

PER UNA LEADERSHIP CONSAPEVOLE

Sempre più aziende propongono corsi di mindfulness ai dirigenti. Non è una moda ma una risposta concreta a un ambiente lavorativo complesso, veloce e incerto.

La performance, il risultato e la competizione non sono in contraddizione con la consapevolezza. La mindfulness aiuta il leader a trovare la motivazione corretta per agire e lo spazio necessario per decidere con lucidità e intenzione. Allena la capacità di restare presenti, di ascoltare davvero ed evitare reazioni impulsive.

Un leader consapevole sa creare una pausa utile tra stimolo e risposta. Prende decisioni chiare, gestisce il tempo con maggiore equilibrio e affronta i conflitti con meno rigidità. Non è meno efficace, è più centrato. Più umano. Per farlo esistono diversi esercizi pratici: smaltire di volta in volta le mail in arrivo, indire solo le riunioni utili, cominciare ogni giornata con un momento di respirazione in cui rivolgere lo sguardo all’interno senza farsi prendere dalla fretta e dal panico. In un mondo che spinge a correre, forse oggi la vera competenza distintiva è sapersi fermare.

PARTECIPA AL PREMIO IMPATTO

FRECCE TRENITALIA

STORIA, CULTURA E MARE CON LE FRECCE E FRECCIALINK

Chi vuole godersi ancora un po’ di vacanza, o ha scelto il mese meno affollato per cominciarla, a settembre può viaggiare comodamente con le Frecce e i FRECCIALink in tutta Italia.

Chi vuole raggiungere Venezia dalle principali località italiane può utilizzare uno dei 44 collegamenti giornalieri con Milano o uno dei 32 con Roma, mentre chi preferisce scoprire il Cilento può sfruttare uno dei sei collegamenti giornalieri, che aumentano a otto nel fine settimana.

Se si desidera fare un tuffo nella storia, ogni giorno fino al 12 ottobre è possibile salire a bordo del FRECCIALink che da Napoli Afragola conduce agli scavi di Pompei. Il servizio bus è in connessione con le Frecce in arrivo da Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze e Roma.

Chi, invece, vuole godersi il mare fino al 14 settembre può arrivare in Frecciarossa a Napoli* da Torino, Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze e Roma e poi salire su un autobus diretto a Sorrento. Dal giorno successivo, e fino al 12 ottobre, chi parte da Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze e Roma può raggiungere la città costiera in bus da Napoli Afragola. Infine, ogni giorno fino al 14 settembre, i viaggiatori che prendono il treno da Torino, Milano, Reggio Emilia, Bologna, Venezia, Napoli e Salerno possono arrivare a Cecina, Piombino e Piombino Marittima, in provincia di Livorno, prendendo un FRECCIALink direttamente dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella. Maggiori informazioni su trenitalia.com

* A Napoli Afragola oppure a Napoli Centrale sulla base di quanto proposto dai sistemi di vendita

IN FRECCIAROSSA AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA CIVILE

Dal 2 al 5 ottobre è in programma a Firenze la settima edizione del Festival nazionale dell’economia civile dal titolo Democrazia partecipata. La sfida delle intelligenze relazionali Premi Nobel, ospiti internazionali, imprenditori e startupper si danno appuntamento nel capoluogo toscano per ragionare su un nuovo modello economico solidale e sostenibile.

Chi raggiunge la kermesse in Frecciarossa può approfittare dell’offerta Speciale Eventi e ottenere sconti fino al 75% sul prezzo Base del biglietto. Basta selezionare l’offerta in fase di acquisto e inserire il codice ECONOMIACIVILE25. Maggiori informazioni su trenitalia.com

IL BUSINESS AD ALTA

È dedicato alle aziende e ai titolari di Partita Iva il programma Trenitalia for Business, che offre ai clienti comodità e convenienza, oltre che velocità. L’adesione è gratuita e mette a disposizione di tutte le persone registrate offerte su misura e servizi dedicati. Tra questi, per i nuovi iscritti, uno sconto del 20% sull’offerta Corporate. Per i primi 30 giorni dall’iscrizione online è infatti possibile applicare lo sconto selezionando l’offerta 20% OFF CORPORATE nell’area riservata del sito o dall’app e raggiungere la prossima riunione ad Alta Velocità.

CON FRECCIAROSSA ALLA SUPERCOPPA

DI BASKET 2025

Dal 27 al 28 settembre, all’Unipol Forum di Milano, torna la Frecciarossa Supercoppa di Basket, che apre la nuova stagione della pallacanestro italiana. Le migliori squadre si sfidano per il primo trofeo dell’anno, in un’atmosfera carica di energia, emozioni e grande sport. Parteciperanno alla competizione Milano e Trento, qualificate dopo aver raggiunto la finale della Frecciarossa Final Eight 2025, e Bologna e Brescia, classificate alle LBA Finals Unipol 2025. È possibile raggiungere Milano con sconti fino al 75% rispetto al biglietto Base selezionando l’offerta Speciale Eventi in fase di acquisto e utilizzando il codice SUPERCOPPA25.

MOSTRE IN TRENO E PAGO MENO

VIVI LA CULTURA CON LE FRECCE. SCONTI E AGEVOLAZIONI

NEI PRINCIPALI MUSEI ED EVENTI IN ITALIA

IN CONVENZIONE ANCHE

DA BOTTICELLI A MUCHA. BELLEZZA, NATURA E SEDUZIONE

Fino al 28 settembre ai Musei Reali, Torino museireali.beniculturali.it | arthemisia.it.

MUSEO EGIZIO, TORINO

Sconti attivi fino al 31 dicembre 2025 museoegizio.it

M.C. ESCHER. TRA ARTE E SCIENZA

Dal 25 settembre all’8 febbraio al Mudec, Milano mudec.it

MUSEO NAZIONALE SCIENZA E TECNOLOGIA

LEONARDO DA VINCI, MILANO

Sconti attivi fino al 31 dicembre 2025 museoscienza.org

VIVIAN MAIER. THE EXHIBITION

Un viaggio nell’esistenza misteriosa di un’inconsapevole pioniera della street photography. Vivian Maier, avventurosa bambinaia di Chicago, immortalava tutto ciò che attirava la sua attenzione. Fino al 19 ottobre, al Centro culturale Altinate San Gaetano, a Padova, sono esposti i suoi scatti, che ritraggono bambini, banchieri e senzatetto, ma anche l’autrice stessa riflessa nelle vetrine.

Giostre incantevoli e abbracci strettissimi riempiono le sale del Palazzo Reale di Milano fino al 2 novembre. Sono le opere di Valerio Berruti, artista piemontese che attraverso installazioni, dipinti e sculture racconta con delicatezza il mondo dell’infanzia. Curata da Nicolas Ballario, la mostra Valerio Berruti. More than kids si sviluppa in un percorso immersivo accompagnato dalle colonne sonore realizzate appositamente dal compositore Ludovico Einaudi, dal cofondatore dei Massive Attack Grant Marshall e dal violinista Rodrigo D’Erasmo, oltre che dalle musiche di Paolo Conte e Ryuichi Sakamoto, già realizzate in passato per opere di Berruti.

Sconto del 25% sull’ingresso alla mostra per i visitatori in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca con destinazione Milano e una data di viaggio antecedente al massimo di due giorni quella della visita. Per ottenere lo sconto è necessario presentare alla biglietteria del museo il proprio titolo di viaggio. palazzorealemilano.it | arthemisia.it

Valerio Berruti

L’abbraccio più forte

Sconto del 25% sull’ingresso alla mostra per chi è in possesso di un biglietto Frecciarossa, Frecciargento o Frecciabianca con destinazione Padova e una data antecedente al massimo di due giorni quella della visita. altinatesangaetano.it | arthemisia.it

ACQUARIO DI GENOVA

Sconti attivi fino al 28 febbraio 2027 acquariodigenova.it

LA CITTÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI, GENOVA

Sconti attivi fino al 28 febbraio 2027 cittadeibambini.net

TOULOUSE LAUTREC. UN VIAGGIO NELLA

PARIGI DELLA BELLE ÉPOQUE

Dal 27 settembre al 22 febbraio al Museo degli Innocenti, Firenze museodeglinnocenti.it | arthemisia.it

HZERO, FIRENZE

Sconti attivi fino al 30 giugno 2026 hzero.com

CAROLE A. FEUERMAN. LA VOCE DEL CORPO

Fino al 21 settembre a Palazzo Bonaparte, Roma mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

ELLIOTT ERWITT. ICONS

Fino al 21 settembre a Palazzo Bonaparte, Roma mostrepalazzobonaparte.it | arthemisia.it

Vivian Maier
Self-Portrait, New York, NY, 1953
Courtesy Maloof Collection e Howard Greenberg Gallery, NY
© Estate of
Vivian Maier

BASE

LIBERTÀ DI VIAGGIO

E CAMBI ILLIMITATI

Biglietto acquistabile fino alla partenza del treno e del FRECCIALink. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cambio del biglietto e il cambio della prenotazione un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della prenotazione e del biglietto sono consentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

ECONOMY

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio prenotazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stesso tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le regole del biglietto Base.

SUPER

ECONOMY

MASSIMO RISPARMIO

Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti, livello Executive escluso.

FrecciaSENIOR

Riservata agli over 60 titolari di Carta FRECCIA, FrecciaSENIOR consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 29 € a seconda della classe e della relazione di viaggio. L’offerta è valida per viaggiare in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard 1

FrecciaDAYS

Viaggia il martedì, mercoledì, giovedì e sabato con sconti fino al 60% rispetto al prezzo Base sui treni Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business Premium Standard, in 1^ e in 2^ classe. Sono esclusi il livello di servizio Executive e il servizio Salottino 2

Freccia FRIENDS

Dedicata a gruppi da 2 a 5 persone per viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con uno sconto sul prezzo Base fino al 50%. L’offerta è valida per viaggiare nei livelli di servizio Business, Premium, Standard, in 1^ e in 2^ classe. Sono esclusi il livello di servizio Executive e il servizio Salottino 3

FrecciaFAMILY

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca in 1^ e 2^ classe e nei livelli Business, Premium e Standard La gratuità è prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in gruppi composti da 2 a 5 persone. I componenti del gruppo dai 15 anni in poi pagano il biglietto scontato del 50% sul prezzo Base 4

NOTE LEGALI

1. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 1^ e 2^ classe e nei livelli di servizio Standard Premium e Business. Prevede, a seconda della classe e relazione di viaggio, l’acquisto a prezzi fissi in Standard/2^ classe a partire da 29 €, in Premium a partire da 34 € e in Business/1^ classe a partire da 39 €. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

2. L’offerta è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non è cumulabile con altre riduzioni ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

3. L’offerta prevede una percentuale di sconto che varia dal 30% al 50% rispetto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, ad eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentiti.

FrecciaYOUNG

Riservata agli under 30, l’offerta FrecciaYOUNG consente di viaggiare su Frecciarossa e Frecciargento con prezzi a partire da 19 € a seconda della relazione di viaggio. L’offerta è riservata ai soci CartaFRECCIA under 30 ed è valida per viaggiare in Standard e in 2^ classe 5

A/R in Giornata

Con l’offerta A/R in giornata si può partire e tornare nello stesso giorno usufruendo di uno sconto per singola tratta rispetto al prezzo Base del 40% nelle giornate dalla domenica al venerdì e del 60% nella giornata del sabato 6

4. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. L’offerta non è cumulabile ad altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti.

5. Offerta valida sui treni Frecciarossa e Frecciargento, in 2^ classe e nel livello di servizio Standard. Prevede l’acquisto a prezzi fissi di 19€, 29 € e 39€, a seconda della relazione di viaggio. Tali prezzi non si applicano alle relazioni per le quali è previsto un uno sconto inferiore al 50% rispetto al prezzo Base. L’offerta è a posti limitati che variano in base al treno e al giorno della settimana e non si cumula con altre riduzioni a qualsiasi titolo spettanti, compresa quella prevista per i ragazzi. Cambio biglietto/ prenotazione e rimborso non sono consentiti.

6. L’offerta consente di acquistare due biglietti, uno per il viaggio di andata e uno per il viaggio di ritorno, da effettuare nella stessa giornata, sulla medesima tratta e categoria di treno. Disponibile su tutti i treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca in tutte le classi e livelli di servizio ad eccezione del servizio Salottino. Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Modificabile, ma non rimborsabile. Gli sconti previsti rispetto al prezzo Base verranno applicati fatti salvi i minimi tariffari.

Informazioni aggiornate al 31 luglio 2025

MOMENTI DI GUSTO AD ALTA VELOCITÀ

Hai voglia di una pausa ad Alta Velocità diversa dal solito? Aggiungi al tuo viaggio un’esperienza di gusto! Il FRECCIABistrò ti aspetta al centro del Frecciarossa: lì troverai prodotti da forno, snack dolci e salati, piatti caldi e freddi, taglieri, panini, tramezzini, pizza, hamburger e soft drinks, birre artigianali, cocktail, vini e bollicine. Inoltre, puoi scegliere tra tanti menù pensati per ogni momento della giornata

Sono disponibili anche opzioni vegetariane e senza glutine o lattosio.

Tra i menù:

DAI VALORE AI TUOI VIAGGI CON

Per i soci Carta FRECCIA ogni viaggio porta a uno status esclusivo. I punti status accumulati nel 2025 scadranno il 31 dicembre e solo fino a quella data si possono guadagnare fornendo il proprio codice personale prima di ogni acquisto per accedere o rinnovare uno dei tre status:  Argento, Oro e Platino I punti status vengono maturati nel corso di un anno solare, grazie all’acquisto di biglietti di prima e seconda classe e di tutti i livelli di servizio delle Frecce, e sono accreditati una volta effettuato il viaggio. Si possono accumulare anche acquistando un Carnet per tutte le classi o livelli di servizio o Abbonamenti di prima classe o Business sulle Frecce: in questo caso, saranno accreditati al momento dell’acquisto. Maggiori informazioni su trenitalia.com

CARTA FRECCIA

Lione Avignon Chambéry

Saint Jean De Maurienne

Torino Oulx

Aix-en-Provence

Marsiglia

Reggio di Calabria

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’ anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com.

Cartina aggiornata al 1° agosto 2025

Piombino

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 1000

FRECCIAROSSA ETR 500

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 589 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 497

WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio FRECCIAROSSA ETR 700

FRECCIAROSSA ETR 600

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 485

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h

Composizione 9 carrozze

Classi 1^ e 2^ | Posti 479 | Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAPLAY.IT

INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE

Grazie ai servizi e ai contenuti di FRECCIAPlay il viaggio a bordo dei treni Frecciarossa e Frecciargento e nelle sale

FRECCIAClub e FRECCIALounge è più piacevole. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.frecciaplay.it o scaricare l’app FRECCIAPlay da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com

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