Greenup n. 199 - Aprile/Maggio 2022

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Speciale Sostenibilità / ECONOMIA

ROMPERE L’ALLINEAMENTO TRA CRESCITA E CONSUMO DI RISORSE Il IV report nazionale mostra la via di sviluppo necessaria per rafforzare l’economia e limitare l’uso di materie prime. Buoni i dati dell’Italia, ma bisogna ristabilire il trend. E la filiera orto-floricola deve fare la sua parte

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di NICOLÒ DE ROSSI

ome accade spesso, preferiamo vedere le cause di una crisi (solo) negli eventi esterni, accidenti che sono scollegati dal nostro sistema economico e produttivo. Lo abbiamo in parte fatto con il Covid-19, e lo stiamo facendo adesso con l’aumento dei prezzi e la mancanza di risorse dovuti al conflitto tra Russia e Ucraina. Le difficoltà economiche che viviamo non sono solo legate al “naturale” periodo di congiuntura, ma anche al malsano rapporto tra crescita e uso le tonnellate di materie prime consumate in un delle risorse. L’unico modo per risolvere questo anno in Italia paradosso è quello di considerare come necessario e vitale un rafforzamento dell’economia circolare. Il monito arriva dal IV Rapporto nazionale sull’economia circolare, presentato lo scorso 4 aprile alla Conferenza nazionale sull’economia circolare.

100 MLD

RINNOVATO SISTEMA DI MONITORAGGIO L’economia circolare, opposta a quella lineare, è un modello di economia che è strutturalmente in grado di riutilizzare materie prime secondarie provenienti dal suo ciclo interno, limitando l’estrazione di materie prime vergini. Un problema stringente in un mondo che ha appena sfondato il muro delle 100 mld di tonnellate di materie prime consumate in un anno, e in cui il tasso di circolarità globale scende: tra il 2018 e il 2020 è passato dal 9,1% all’8,6% (Circularity Gap Report). Aumentano i consumi, ma si appiattisce il tasso di riutilizzo. L’obiettivo principale dell’economia circolare è proprio quello del disaccoppiamento della crescita economica dal consumo delle materie prime vergini. Non a caso, è una delle basi decisive del Green Deal europeo, nonché componente considerevole (2,1 mld di euro) del PNRR italiano. Il Report 2022, realizzato in collaborazione con ENEA, rappresenta inoltre una delle prime applicazioni

I SETTE (NUOVI) INDICATORI

Nel dettaglio, il tasso di circolarità si basa sulla somma di setter indicatori: • Il tasso di riciclo complessivo dei rifiuti, urbani e speciali • Il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo • La produttività delle risorse • Il rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali • La quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia • La riparazione • Il consumo di suolo

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degli indicatori della Carta di Bellagio, un innovativo sistema di monitoraggio e diffusione dei dati sulla circolarità. I DATI DELL’ITALIA Partiamo con i dati incoraggianti, che non sono pochi. In media, in Europa nel 2020 sono state consumate circa 13 tonnellate pro-capite di materiali. In Italia si parla invece di 7,4 tonnellate, contro le 8,1 della Francia e le 13,4 della Germania. Anche la produttività delle risorse in Italia è più che buona: ogni kg di risorse consumate ha generato nel 2020 3,5 euro di PIL, il 60% in più della media europea. Ottime anche le notizie sul fronte del riciclo e sul tasso di utilizzo di materia proveniente da esso: da una parte l’Italia ha una percentuale di riciclo su tutti i rifiuti quasi del 68% (dato più elevato dell’unione); dall’altra, siamo secondi solo alla Francia (21,6% contro 22,2%). Dove siamo in difficoltà? Uno degli indicatori più bassi è quello del consumo di suolo: Polonia era al 3,6%, la Spagna al 3,7%, la Francia al 5,6%, l’Italia al 7,1%, la Germania al 7,6 %. Infine, la riparazione dei beni: in Italia nel 2019 oltre 23mila aziende lavoravano alla riparazione di beni elettronici e di altri beni personali (vestiario, calzature, orologi, gioielli, mobilia, ecc.). Siamo dietro alla Francia (oltre 33.700 imprese) e alla Spagna (poco più di 28.300). In questo settore abbiamo perso quasi 5mila aziende (circa il 20%) rispetto al 2010. Due sono i modi di accogliere i dati italiani sull’economia circolare. Possiamo essere contenti dei traguardi raggiunti o possiamo renderci finalmente conto che, effettivamente, la strada davanti a noi è ancora molto lunga.


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