Il Giardiniere 027 Marzo - Aprile 2021 completo

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PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI

giardiniere N° 027

IL

Marzo – Aprile 2021

+PROGETTO

*

In copertina uno dei lavori realizzati da Vivai Dalle Rive, protagonista della cover story di questo numero

Il parterre africano nel Grand Trianon a Versailles, firmato dalle due progettiste italiane Fulvia Grandizio ed Elena Secondo

LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE RESIDUI DA SFALCI E POTATURE Approfondimento per comprendere le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 116/2020

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EDITORIA LE | 1

iere, con la sua copertina, racconta Questo nuovo numero de ILgiardiniere le origini di un’azienda di giardinaggio che, come tante, è fatta di persone capaci di rimboccarsi le maniche per lavorare al meglio. È la storia di Valentino Dalle Rive, e quella della sua azienda, nata come impresa agricola negli anni Cinquanta poi trasformatasi in azienda di costruzione e manutenzione LA NUOVA di giardini e spazi verdi. E Dalle RiveRIVISTA ha un’idea molto ben chiara sulla figura PER IL GIARDINIERE del giardiniere, che deve essere «un creatore di bellezza, per le persone, l’ambiente e l’economia, un custode del paesaggio, paesaggio, ed è davvero un peccato che tanti giardinieri non si rendano conto del loro importante ruolo»… Parole che ci sentiamo di condividere pienamente. Ma questo numero racconta anche di importanti sfide portate a termine con successo. A partire da quella delle due paesaggiste Fulvia Grandizio ed Elena Secondo, le autrici dell’ambizioso progetto Parterres Africains, Africains i parterre africani realizzati nel Grand Trianon a Versailles (il racconto a pag. 22). E un’altra sfida l’hanno vinta i primi ambasciatori del verde, studenti che hanno concluso con successo la prima edizione del percorso formativo promosso da Fondazione Minoprio. L’obiettivo? Creare una figura professionale per la valorizzazione Minoprio del patrimonio botanico lombardo. Alla fine, tutti i giorni in cantiere si cerca di vincere delle piccole sfide, ed ecco perché è opportuno rimanere sempre informati sui nuovi regolamenti (come quello sulla gestione dei residui di sfalcio e potature, pag. 52), sulle nuove varietà di piante (casomai quelle ideali per giardini e terrazzi di piccole dimensioni, pag. 58), oltre che sugli aspetti di marketing (come capire il tipo di cliente che si ha di fronte e fare il primo approccio online, pag. 63). Sono piccole sfide che ci mettono sempre alla prova e per vincerle serve professionalità, sempre. E allora, buona lettura, con la speranza che tra le righe del giornale troviate suggerimenti che vi aiutino ad affrontare le sfide professionali di tutti i giorni. di Francesco Tozzi

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EDITORIA LE | 2

GIARDINI UN TANTO AL KG Ascolta il podcast su radiogarden.it!

“O

gni giardiniere dovrebbe essere un artista nel suo genere. Quello è il solo modo possibile di creare un giardino, indipendentemente dalla dimensione o dal benessere”. Così scrisse, il secolo scorso, la poetessa inglese Victoria SackvilleWest. Tra poco vi svelo perché ho deciso di inserire questa frase proprio qui, a inizio articolo. Le idee in questi giorni si sono sovrapposte più e più volte e, sebbene questo esercizio mi abbia permesso di produrre molto in termini di prossimi editoriali, mi ha anche messo in difficoltà su cosa proporre alla redazione. Succede però che un particolare, una chiacchiera, un post sui social, ti accenda la lampadina e la penna, in questo caso il pc, e l’editoriale alla fine si scriva da solo. Chi mi conosce o ha imparato a farlo sa quale sia il mio punto di vista relativo a questa bellissima professione, più volte ho espresso la mia idea anche con i podcast che ancor di più mi consentono di esprimere anche le sfumature e così ho voluto iniziare l’articolo utilizzando le parole di Victoria Sackville-West, che disegnano perfettamente la figura del Giardiniere. La nostra professione è artistica, noi dipingiamo e disegniamo con le piante, modifichiamo il territorio, trasformiamo luoghi grigi in splendidi

è quel

Il nostro valore aggiunto

tocco che possiamo aggiungere e che, al di là del mero valore economico,

avrà fatto la differenza 6

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angoli, celiamo viste e portiamo profumi e colori; se siamo particolarmente bravi, potiamo frescura e facilitiamo la meditazione e benessere psicofisico. Esiste un’altra professione in grado di offrire tutto questo? Eppure, come il titolo di questo editoriale suggerisce, si creano ancora troppo spesso giardini e terrazzi un tanto al kg, dando molto spesso solo un valore economico e dimenticando completamente l’aspetto artistico: dobbiamo riempire l’agenda e sciorinare numeri e fatturato, incolonnare le quantità di clienti “soddisfatti” (spesso per altro solo loro), costretti ad accontentare le loro richieste a volte irricevibili. Non voglio essere frainteso, la gestione economica di piccole e grandi imprese deve guardare anche alla pianificazione attraverso la previsione di entrate e uscite, ma credo che noi giardinieri, avendo la possibilità di creare bellezza, abbiamo una responsabilità importante. Invece, attorno a me, quando sento parlare di Giardinaggio, vedo che si prende in considerazione solo l’aspetto economico, quello che poi ti porta a capitozzare le piante (mancanza di formazione e accondiscendenza del cliente), a utilizzare il tappeto sintetico che finge di essere l’erba (con motivazioni varie e sempre per accondiscendere al cliente), a riempire giardini e terrazzi senza alcun senso, senza la minima progettazione, sparpagliando sassi e sassetti, ulivi spaesati e finti giardini zen. Tutto questo solo ed esclusivamente per fare numero, e mi viene in mente la tipica frase che viene chiesta in drogheria: “che faccio, lascio?”. Quando ci capita di effettuare un sopralluogo è fondamentale ragionare mettendo insieme molti


Si creano ancora troppo spesso giardini e terrazzi un tanto al kg, dando molto spesso solo un valore economico e dimenticando

completamente l’aspetto artistico

parametri differenti e non solo quello economico. Dovremmo, per prima cosa, respirare il luogo dove ci troviamo e farci ispirare dal Genius loci, magari rimanendo qualche minuto da soli, come mi disse tempo fa il grande designer e filosofo paesaggista Fernando Caruncho; poi reperire più informazioni possibili dai potenziali clienti a prescindere dalla loro capacità economica. Ma dobbiamo concentrarci su come utilizzeranno il loro spazio e cosa noi potremmo fare per migliorare al massimo quel luogo, dobbiamo aggiungere un plus, solo così potremmo fare la differenza tra un giardiniere ordinario e un Giardiniere eccellente. Un artista con la capacità di inserire quel particolare che farà la differenza. Mi è capitato spesso nella mia esperienza

lavorativa di avere aggiunto quelle piante che per colore o profumo avevano fatto la differenza senza dover per forza stravolgere l’insieme di un terrazzo o giardino: questo è il nostro valore aggiunto, quel tocco che possiamo aggiungere e che, al di là del mero valore economico, avrà fatto la differenza. L’investimento su un cliente lo si fa anche in questo modo. Certo magari ci vorrà più tempo, ma dovremo essere in grado di pianificare lo sviluppo di un progetto e condurre il cliente verso un cambiamento costante, capaci di trasmettere il vero senso della nostra professione. Non è il Giardinaggio pazienza e costanza? Il nostro lavoro non può essere percepito un tanto al kg, siamo artisti, pittori, musicisti.

testo e foto di Sandro Degni N°027

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Il cantiere

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Album di famiglia

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Parassiti del tappeto erboso, come e cosa fare

di Daniela Stasi

testo e foto di Valerio Pasi

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Sfida accettata (e vinta) di Daniela Stasi

Vai su radiogarden.it e ascolta IL giardiniere Voice! Lo trovi nella sezione “giardinieri”

SMART

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Le forme della montagna

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Progettazione modulare

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Doppia soluzione

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Tre volte goal

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Documento trasparente

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Batteria, c’è ancora (molto) spazio di crescita

di IIrene Nuvola

di Viola Delfino

di N Nora Adamsberg di Daniela Stasi

di IIrene Nuvola, foto Harpo

di Filippo Terragni

SOMMARIO N°027

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In pianta con semplicità

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Efficace e rispettoso

di Filippo Terragni

di N Nora Adamsberg


N˚ 027 MARZO / APRILE 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa

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I primi ambasciatori del verde di Daniela Stasi

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Il giardino di Villa Tatti Tallacchini

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Sfalci e potature. Cosa cambia?

testo e foto di IIrene Guida

di Viola Delfino

sCOPERTE

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Custodi delle foreste urbane

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Osare e innovare

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Per chi ama i ciclamini

di IIrene Nuvola

di Filippo Tommaseo di Alice Nicole Ginosa

rubriche

GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.

e d i z io n i

gestione

COLLABORATORI Nora Adamsberg, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Sandro Degni, Viola Delfino, Irene Guida, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo, Anna Zottola

Laboratorio

verde

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello

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Editoriale/1

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Editoriale/2

testo e foto di SSandro Degni

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Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com

News

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L’opinione

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di Francesco Tozzi

Prontuario

di Lucio Brioschi di Anna Zottola

Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde

www.laboratorioverde.net issuu.com/edizionilaboratorioverde abbonamento da 6+1 numeri: 30,00 Euro


CONTRIBUTI

JESSICA BERTONI Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.

CAMILLO DE BENI Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.

Sandro Degni

VALERIO PASI

La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina.

Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.

MATTEO RAGNI

Anna Zottola

Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.

La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.

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N°027



IL CANTIERE | in copertina

Per saperne di più su Vivai Dalle Rive: www.vivaidallerive.it

album

famiglia

di

Intervistare Valentino e Marco Dalle Rive è stato come sfogliare un albo di fotografie, ripercorrere la loro storia comprendendone la lungimiranza. Ecco come padre e figlio si sono raccontati

album

di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti

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N°027

L

o ammetto. Nel fare questa intervista mi sono emozionata (eh sì, anche noi giornalisti abbiamo un cuore!). È stata fatta a distanza, online, ma vedere un padre e un figlio che, dopo ogni mia domanda, si lanciavano uno sguardo d’intesa e rispondevano all’unisono – con quel modo di comprendersi all’istante che appartiene solo a un legame affettivo forte e indissolubile – ecco sì, ha fatto risuonare in modo intenso le corde della mia emotività. E poi la loro storia è incredibile, quella di una famiglia unita che, generazione dopo generazione, è riuscita a creare e portare avanti un’azienda solida e moderna, articolata e strutturata. Ok, taglio corto e introduco i protagonisti di queste tre pagine: Valentino e Marco Dalle Rive, padre e figlio, rispettivamente amministratore e responsabile garden di Vivai

d

Dalle Rive. Nel nome dell’azienda spicca il termine “vivai” perché come vedremo la loro storia inizia dalla terra, ma si tratta di una realtà che, oltre al vivaio in senso stretto, comprende il garden center, l’impresa di giardinaggio e Dalle Rive Farm, azienda agricola specializzata nella produzione di birra. birra Centro delle loro attività è Zugliano, borgo in provincia di Vicenza, in zona collinare circondato dalle magnifiche Prealpi Venete ai piedi dell’altopiano di Asiago, un territorio ricco di storia


Il giardiniere è un creatore di bellezza, per le persone, l’ambiente e l’economia, un custode del paesaggio. Ed è davvero un peccato che tanti giardinieri non si rendano conto del loro importante ruolo

Ieri

e di arte. Proprio lì ebbe inizio la loro storia, così come ci hanno raccontato Valentino e Marco. Come avete iniziato? Gli inizi li dobbiamo negli anni Cinquanta a mio padre Francesco e a mia madre Pierina (racconta Valentino, ndr ndr), che impiantavano vigneti e vendevano piante da frutto. All’epoca, qui in zona, nessuno pensava al giardino, si coltivavano piante per procurarsi da mangiare. Più avanti, negli anni Settanta, quando il benessere ha cambiato la mentalità delle persone, il passaggio dall’agricoltura al giardinaggio è stato naturale. I clienti hanno iniziato a occuparsi del giardino come luogo in cui passare momenti di relax durante la bella stagione e hanno cominciato a chiederci la messa a dimora di piante ornamentali. Così da impresa strettamente agricola, siamo diventati anche impresa di giardinaggio, occupandoci di tutte le fasi, dalla fornitura alla posa. posa Mio padre, che aveva il verde nel sangue, ha subito capito che sarebbe stato il nostro futuro. E ancora, a metà degli anni Ottanta, per chiudere il cerchio, abbiamo aperto anche il garden center. Oggi la nostra azienda conta 65 persone, di Nelle immagini cui 20 giardinieri. giardinieri alcuni dei giardini realizzati da Vivai Dalle Rive.

A Avete iniziato a occuparvi di giardinaggio intercettando una tendenza e un’esigenza dei clienti. E ora come definireste il mestiere di giardiniere? Qual è la vostra visione? Mi vengono sempre in mente le parole di mio padre (continua Valentino, ndr ndr), «ci vuole un anno a costruire una casa, ma a far crescere gli alberi ce ne vogliono cento». Perciò bisogna fare di tutto per recuperare l’esistente, partire dalla natura, rispettandola. Il giardiniere deve immaginarsi il futuro del giardino che cura, non vederlo solo con

Oggi

La storia di Vivai Dalle Rive inizia dalla terra, come impresa agricola. Oggi l’azienda di Zugliano (VI) comprende il vivaio, il garden center, l’impresa di giardinaggio e Dalle Rive Farm, azienda agricola specializzata nella produzione di birra.

lo sguardo di oggi. È un creatore di bellezza, per le persone, l’ambiente e l’economia, un custode del paesaggio. Ed è davvero un peccato che tanti giardinieri non si rendano conto del loro importante ruolo: ci sono tanti – troppi – giardini improvvisati, con piante abbattute o capitozzate. Credete sia importante la formazione per i vostri giardinieri? Crediamo sia fondamentale. Oltre ai corsi di formazione, che proponiamo sia per i nostri collaboratori, sia per i clienti per avvicinarli sempre di più al verde, cerchiamo di far comprendere ai nuovi arrivati quanto sia importante l’esperienza sul campo. Consideriamo la nostra azienda come N°027

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IL CANTIERE | in copertina

Non dipendenti, ma una grande famiglia. Così Valentino e Marco Dalle Rive definiscono la loro azienda.

una grande famiglia, tra l’altro con noi lavorano anche numerosi nostri familiari: siamo 11 fratelli (spiega Valentino, ndr ndr) e con noi lavorano i nostri figli e 14 nipoti; insomma siamo davvero un gruppo numeroso. Inoltre, abbiamo la fortuna di avere dipendenti che arrivano da noi da ragazzini e stanno qui fino alla pensione; quindi, ogni volta che entra una persona nuova la affianchiamo a un giardiniere esperto, in modo possa apprendere tutti i trucchi del mestiere.

Con che tipo di clientela vi confrontate? Lavoriamo sia col pubblico che col privato. Abbiamo tanti clienti storici, che seguiamo dagli anni Settanta. Per noi è una grande soddisfazione, è la conferma che svolgere un mestiere con passione, alla lunga, paga sempre. sempre Spesso ci fanno richieste azzardate, cerchiamo sempre di spiegare loro il perché di una certa azione e Sei un giardiniere di dare loro consigli. e vuoi raccontarci Parliamo spesso contro il nostro la tua storia? Scrivi a interesse, ma davanti a un capriccio d.stasi@laboratorioverde.net o alla moda del momento, mettiamo sempre il bene delle piante. È un principio dal quale non possiamo prescindere. Oggigiorno, per esempio, a causa della tempesta

Vaia, c’è ancora molta paura e ci richiedono numerosi abbattimenti di alberi: noi, se non ci sono ragioni effettive che vanno a inficiare la sicurezza, rifiutiamo, spiegando le ragioni del no. Le richieste di abbattimento vengono dai privati? Sia dal privato che dal pubblico, nelle nostre zone Vaia ha lasciato un ricordo indelebile. Sarebbe importantissimo fare un’attività di sensibilizzazione alla cittadinanza e ai funzionari pubblici, per far comprendere quando un abbattimento è realmente necessario e come una corretta cura e manutenzione delle piante, invece, può prevenire disastri. Nel nostro piccolo facciamo meditare il più possibile chi ci richiede una tale operazione. Q Quali sono i punti di forza di Vivai Dalle Rive? Impegno, tenacia e professionalità. Infine, secondo voi come si evolverà in futuro il mestiere di giardiniere? Ci immaginiamo un futuro con più rispetto per l’ambiente e con una maggiore semplificazione della manutenzione, a partire da una gestione dell’acqua più consapevole e rispettosa. rispettosa Ci auspichiamo davvero il giardiniere possa evolversi: questo è un periodo storico in cui c’è sempre più richiesta di verde, è l’occasione per chi fa questo mestiere di formarsi e informarsi, di fare al meglio nel rispetto delle persone e dell’ambiente. E magari diventare anche un “consigliere” per gli enti pubblici, per far capire come pure l’operazione apparentemente più semplice, come il taglio dell’erba, se fatta nel modo sbagliato, può rovinare lo stesso tappeto erboso.

Parliamo spesso contro il nostro interesse, ma davanti a un capriccio del cliente o alla moda del momento, mettiamo sempre il bene delle piante. È un principio dal quale non possiamo prescindere 14

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IL CANTIERE | tecniche

Parassiti del ta p

come e cos a Approfondimento tecnico sulle larve melolontoidi. Come riconoscerle, i danneggiamenti causati, i metodi di controllo più efficaci, con indicazioni precise e concrete su come metterli in pratica testo e foto di Valerio Pasi TEMPO DI LETTU R A: 12 minuti

L

a stagione estiva sta per arrivare e con essa i danni sul tappeto erboso causati dalle larve melolontoidi. Ma cosa sono le larve melolontoidi? In questo articolo le “vediamo” da vicino. Iniziamo col dire che sono le larve degli insetti coleotteri appartenenti alla superfamiglia Scarabaeoidea, che troviamo nel terreno e si Scarabaeoidea nutrono principalmente delle radici delle graminacee. È facile riconoscerle in quanto sono larve molto caratteristiche, con il corpo ricurvo (a forma di C più o meno chiusa) di colore bianco, grigio o giallastro. L’estremità posteriore dell’addome ha la cuticola poco spessa e lascia intravedere l’intestino, nerastro. Il capo è scuro con mandibole pronunciate e il torace porta tre paia di zampe ben evidenti.

CINQUE SPECIE

Rhizotrogus majalis1 Adulto. Fonte Wikipedia.

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Vi sono principalmente quattro specie Vi autoctone: il maggiolino (Melolontha melolontha), il grande maggiolino di San Giovanni (Amphimallon solstitiale), il maggiolino europeo (Amphimallon majale) e il maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola). A queste si è aggiunta dal 2014 anche Popillia japonica ((il coleottero giapponese), che nell’area infestata causa i maggiori danni. Le larve si sviluppano in


a ppeto erboso,

s a fare Esemplari adulti di Popillia Japonica.

tempi diversi a seconda della specie: quelli più piccoli, come il maggiolino degli orti, quello europeo e la Popillia in pochi mesi compiono lo sviluppo da uovo a larva di terza età, la quale, dopo aver trascorso tutto l’inverno nel terreno a nutrirsi, si trasforma in pupa nella primavera successiva, per poi emergere nella forma adulta, riprodursi, deporre le uova e ricominciare il ciclo. Il grande maggiolino di San Giovanni impiega due anni per completare il proprio ciclo di sviluppo e il maggiolino ne impiega tre, a volte anche quattro. I danni maggiori, in questo caso, sono causati durante la permanenza nel terreno nel secondo anno.

Le larve degli insetti coleotteri appartenenti alla superfamiglia Scarabaeoidea sono presenti nel terreno e si nutrono principalmente delle radici delle graminacee.

DANNI MOLTO DIFFUSI

Il danno causato da queste larve consiste nella rosura delle radici dell’erba, che si traduce nello scoticamento del tappeto erboso, il quale si presenta quindi con disseccamenti e sollevamenti. Poiché le femmine in ovideposizione hanno spesso comportamento gregario, non è infrequente che appaiano grandi chiazze secche di tappeto

Il danno causato da queste larve consiste nella rosura delle radici dell’erba, che si traduce nello scoticamento del tappeto erboso, il quale si presenta quindi con disseccamenti e sollevamenti N°027

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IL CANTIERE | tecniche

È consigliabile, prima di qualsiasi intervento, procedere a un taglio, il più basso possibile, e a un’arieggiatura superficiale scoticato, causato dalla concentrazione delle larve in punti specifici, spesso caratterizzati da una buona esposizione a sud e dalla presenza di impianti irrigui, che garantiscono una buona crescita sia al tappeto che alle larve. Nelle ultime tre stagioni i danni sono stati molto diffusi, soprattutto dove è presente la Popillia japonica, che ha un comportamento gregario più marcato e raggiunge una popolazione anche molto elevata localmente.

L’EFFICACIA DEI FUNGHI

Come ome controllare efficacemente questi parassiti del tappeto erboso? Innanzitutto, il tappeto presenta sempre uno strato di feltro, più o meno spesso, ed è abbastanza difficile superare questa barriera naturale. Pertanto, è consigliabile, prima di qualsiasi intervento, procedere a un taglio (il più basso possibile a seconda della specie che costituisce il tappeto e della stagione) e a un’arieggiatura superficiale (con utensili a molla, ad es.). Una possibilità di lotta biologica è data dai funghi entomopatogeni. I

più performanti appartengono ai generi Beauveria e Metarhizium. Pur essendo presenti naturalmente nel suolo, i funghi entomopatogeni vengono moltiplicati in biolaboratori su di una matrice organica, come ad esempio i semi d’orzo, per poi essere Amphimallon solstitiale applicati sul tappeto tramite Adulto. Fonte Wikipedia. una traseminatrice a dischi. L’applicazione deve essere eseguita COME IDENTIFICARE LE VARIE SPECIE su terreno sufficientemente Le diverse specie possono essere riconosciute basandosi sulle loro umido e per tempo, preferibilmente con un primo dimensioni. Il maggiolino ha larve più grandi, (2,5-3,5 cm di lunghezza trattamento durante il mese di maggio e con un delle larve di terza età), mentre il maggiolino degli orti ha le larve secondo trattamento nei mesi di settembre/ottobre. più piccole, (sotto i 1,5 cm di lunghezza). Un carattere distintivo ulteriore Quando le larve entrano in contatto con il fungo, è dato da come si muovono: le larve del maggiolino degli orti, vengono infettate e portate alla morte. In seguito, del grande maggiolino di San Giovanni e della Popillia riescono il fungo forma spore sulle larve morte, si moltiplica ad avanzare su superfici lisce con le zampe toraciche, mentre quelle nel suolo per poi infettare altre larve, con un del maggiolino non sono in grado di raddrizzarsi e restano coricate effetto che può persistere per diversi anni. Questo su di un fianco. Tuttavia, l’unico modo di distinguere con certezza metodo è valido, ma non si ottiene un controllo le diverse specie è l’attento esame al microscopio delle setole presenti sufficiente per i prati di pregio o quelli che devono sull’ultimo segmento addominale. avere caratteristiche tecniche ben precise (es. calcio, tennis, golf ).

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L’EFFETTO PARASSITARIO DEI NEMATODI

Un’altra possibilità di lotta biologica è data dall’impiego di nematodi entomoparassiti, come lo Steinernema carpocapse o l’Heterorhabditis bacteriophora, che sono in bacteriophora grado di penetrare le larve e parassitarle. In particolare, Heterorhabditis bacteriophora, giunto all’interno del corpo dell’insetto, rilascia batteri simbionti del genere Photorhabdus che uccidono l’ospite entro 48 ore, consentendo al nematode di nutrirsi dell’ospite e di completare il suo sviluppo. Il trattamento, per essere efficace, deve essere condotto con regole ben precise. Bisogna irrigare la Prato scoticato. superficie da trattare prima dell’applicazione in modo che il terreno sia umido fino alla profondità di almeno 10 cm. La temperatura del suolo deve essere superiore ad almeno 12°C al momento dell’intervento. Per preparare la sospensione è necessario mettere il contenuto della

Le larve melolontoidi sono facilmente riconoscibili da alcune caratteristiche, come il corpo ricurvo di colore bianco, grigio o giallastro, il capo scuro con mandibole pronunciate e tre paia di zampe ben evidenti.

confezione di nematodi in un secchio con almeno 10-20 litri di acqua, acqua agitare molto bene fino a che il prodotto non sia completamente dissolto. Dopodiché si verserà la sospensione nel serbatoio dell’irroratrice, parzialmente riempito di acqua non fredda e si porterà al volume desiderato. È necessario rimuovere tutti i filtri da tubature e ugelli, i quali devono essere di almeno 0,5 mm di apertura, altrimenti si intaseranno. Inoltre, si deve operare con pressioni di esercizio della pompa basse (es. 5 bar) e comunque mai superiori a 20 bar. La sospensione deve essere mantenuta in agitazione per tutta la durata del trattamento, altrimenti i nematodi si depositeranno sul fondo e il trattamento sarà inutile. Occorre impiegare almeno 300-400 litri di sospensione per ettaro. La dose consigliata è di 250.000 nematodi/m2, pari a 2,5 miliardi/ha. miliardi/ha Subito dopo il trattamento si deve irrigare a pioggia per dilavare i nematodi dall’erba al terreno. Se effettuato durante una pioggia non dilavante, il trattamento è più efficace. Infine, occorre mantenere il terreno umido per le due settimane successive al trattamento.

IDENTIKIT • Corpo ricurvo • Colore bianco, grigio o giallastro • Cuticola poco spessa nell’estremità posteriore dell’addome • Capo scuro con mandibole pronunciate • Tre paia di zampe ben evidenti


IL CANTIERE | tecniche Esemplari adulti di Popillia Japonica.

Vuoi saperne di più sulla Popillia Japonica. Ne avevamo parlato in modo dettagliato sul numero 05, a pag. 18. Non hai il numero? Nessun problema, scrivi a d.stasi@laboratorioverde.net d.stasi@laboratorioverde.net,, ti mandiamo volentieri il pdf con l’approfondimento!

LE SPECIE • Maggiolino (Melolontha melolontha) • Grande maggiolino di San Giovanni (Amphimallon solstitiale) • Maggiolino europeo (Amphimallon majale) • Maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola) • Coleottero giapponese (Popillia japonica)

ovideposizione, solitamente il mese di luglio per la Popillia. La dose di applicazione è di 0,6 litri per ettaro, pari a 0,06 ml per mq, con volumi di acqua pari a 500 litri per ettaro. TRE TIPI DI LOTTA Anche in questo Sono tre le possibilità di lotta contro caso bisogna irrigare le larve melolontoidi. La prima è biologica la superficie da trattare ed è data dai funghi entomopatogeni, prima dell’applicazione in particolare quelli appartenenti in modo che il terreno sia ai generi Beauveria e Metarhizium. UN FITOSANITARIO umido fino alla profondità La seconda possibilità di lotta CONTRO di almeno 10 cm e subito biologica è l’impiego di nematodi LA POPILLIA dopo il trattamento si entomoparassiti, come lo Steinernema Una terza possibilità deve irrigare a pioggia per carpocapse o l’Heterorhabditis bacteriophora. La terza, infine, di lotta, ma solo per la dilavare il prodotto dall’erba è il trattamento con il solo prodotto Popillia japonica, è data dal al terreno. fitosanitario autorizzato contro la trattamento con l’unico Infine, è consigliabile Popillia japonica su tappeti erbosi prodotto fitosanitario mantenere il terreno ornamentali e sportivi l’Acelepryn autorizzato su tappeti erbosi umido per le due settimane (s.a. chlorantraniliprole). ornamentali e sportivi successive al trattamento e contro le larve: Acelepryn ritardare quanto più possibile (s.a. chlorantraniliprole). gli sfalci dopo l’applicazione Acelepryn agisce principalmente per ingestione del prodotto. La percentuale di controllo sulle e secondariamente per contatto. Una volta che larve di Popillia raggiunge facilmente il 90% e può la sostanza attiva è stata assimilata dall’insetto persistere fino a tre-quattro mesi. questo cessa rapidamente di alimentarsi (entro In modo collaterale, Acelepryn consente di alcuni minuti o poche ore) e si paralizza. La morte controllare anche le altre larve melolontoidi sopraggiunge tra le 24 e le 72 ore successive. Il presenti e le larve di tipula (Tipula paludosa, prodotto non ha attività adulticida né attività Tipula oleracea). Aspetto molto importante per ovicida diretta, ma agisce sulle larve di primo l’ecosistema, la sostanza attiva chlorantraniliprole e secondo stadio: quindi deve essere applicato non solo non ha mostrato effetti negativi su appena prima o in concomitanza del picco di organismi non target, ma è l’unica diamide che volo degli adulti, che coincide con il picco di non danneggia le api e gli impollinatori.

Aspetto importante per l’ecosistema, la sostanza attiva

chlorantraniliprole contro la Popillia non ha effetti negativi su organismi non target ed è l’unica diamide che non danneggia le api e gli impollinatori 20

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IL CANTIERE | progetto

Sono due progettiste italiane le autrici dell’ambizioso progetto Parterres Africains, i parterre africani realizzati nel Grand Trianon a Versailles una vera novità per la reggia francese. Qui il racconto di quanto realizzato

© Fulvia Grandizio.

Ascolta il podcast su radiogarden.it!

di Daniela Stasi

TEMPO DI LETTU R A: 12 minuti

È

passato un po’ di tempo dalla realizzazione dei Parterres Africains, i parterre africani, a Versailles, ma la soddisfazione è talmente grande che merita senz’altro di essere raccontato. Perché soddisfazione? Le ragioni sono almeno due: innanzitutto a firmarlo sono state due progettiste

italiane, Fulvia Grandizio ed Elena Secondo, inoltre il lavoro ha rappresentato una vera sfida, accettata e vinta. vinta Andiamo con ordine. Nel 2020 i parterre del Grand Trianon, palazzo nella parte nord-occidentale del Domaine di Versailles, in occasione dell’evento Africa 2020, 2020 sono stati piantati con piante africane e altre dall’effetto

Il parterre africano non ha voluto essere la riproposizione di un giardino botanico bensì la rielaborazione di alcuni

temi legati all’immaginario collettivo evocanti l’Africa e resi in forma di ambienti naturali

Sfida accettata

(


Alla Perspective è stato affidato il compito di accogliere il visitatore con una vegetazione lussureggiante, composta da palme, banani, yucche e canna da zucchero che, associati a fiori alti ed esuberanti come le canne indiane, gli Hedychium Hedychium, le Kniphofia Kniphofia, le Lantana, Lantana e rinforzati da una vegetazione bassa fatta di Cosmos, Scabiosa atropurpurea (dal fiore quasi nero) e di Colocasia, hanno reso l’effetto voluto di “ritmo del fuoco” con le loro sfumature accese dai colori caldi come il giallo, l’arancione e il rosso.

tropicale, evocando così i differenti paesaggi di quell’affascinante continente. Un’autentica novità per la reggia francese, soprattutto se si considerano lo stile classico francese dei parterre e le differenti latitudini di riferimento, quindi le difficoltà concrete nel mettere a dimora le piante in piena terra. Ecco a voi tutti i dettagli.

© Fulvia Grandizio.

RITMO DEL FUOCO

Amaryllis de Josephine disegnato dall’illustratore botanico Pierre Joseph Redouté intorno al 1802-1816.

ROTTURA DEGLI SCHEMI

Come anticipato Fulvia Grandizio ed Elena Secondo hanno ricevuto l’incarico di studiare il plan de plantation per il parterre del Grand Trianon, composto da

(e vinta)

© Christophe Mafranc.

a

Rappresentazione del paesaggio Sombre.


IL CANTIERE | progetto

Parterre haut (parterre superiore).

due grandi aiuole nella parte alta e quattro nella parte bassa. bassa «Si è trattato di accettare una sfida – spiegano le due progettiste - Infatti, da quando, a fine Seicento, i parterre sono stati creati, le piantagioni hanno sempre rispettato un rigore formale nella scelta di specie tradizionalmente usate per la tipologia di giardino francese e nella loro distribuzione in funzione di altezze e volumi dei fiori. Con il parterre africano si è operata una

rottura degli schemi, adottando una piantagione libera, più sul modello inglese, che mescola grandi esemplari a piccoli soggetti di piante annuali e perenni». Durante la fase di studio e di scelta dei fiori, Fulvia ed Elena si sono ben presto rese conto che c’erano problemi oggettivi a causa dei periodi di fioritura non coincidenti tra i due emisferi australe

DALLA SAVANA AL DESERTO L’ambiente secco (Sec) è stato reso in forme diverse. Da un lato si è voluto evocare la savana, dall’altro le zone aride del fynbos fynbos, vegetazione arbustiva che popola una piccola striscia costiera della provincia del Capo Occidentale, in Sudafrica, dove crescono le spettacolari Protee mescolate a Pelargonium e succulente (Aloe, Aloe, Euforbie, Crassulaceae Aloe Crassulaceae, Aizoaceae). Poi i deserti che in primavera fioriscono di Gazania, Osteospermum, Felicia amelloides amelloides;; infine, l’ambiente mediterraneo del Nord Africa con ulivi, carrubi, corbezzoli, pistacchi. È stato infatti reso onore al giardino moresco, con l’inserimento di vasi di Agapanthus e casse di agrumi, melograni e oleandri intorno al bacino ottagonale del Parterre bas bas, e l’allestimento di rocailles nei bacini del Parterre haut haut, che costituiscono la scenografia per i papiri egiziani.

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Con il parterre africano si è operata una rottura degli schemi, adottando una piantagione libera, più sul modello inglese, che

e boreale. Ciò ha comportato che si passasse dall’utilizzo di una flora esclusivamente africana verso la scelta di piante che potessero donare l’effetto di giardino tropicale. «Una ricerca sull’iconografia del passato relativa all’Africa è stata incoraggiante, confermando che fin dall’inizio delle esplorazioni e colonizzazioni è stata trasmessa un’immagine di questo continente pervasa di lussureggiante esotismo fatta di palme e di banani, piante che non sono strettamente originarie del continente africano – commentano Fulvia Grandizio ed Elena Secondo – Da qui la scelta di ricorrere anche ad alberi, arbusti e fiori provenienti dall’Oceania, dalla Cina e l’Asia tropicale».

QUATTRO Q UATTRO AMBIENTI NATURALI PIÙ UNO

© Fulvia Grandizio.

Ill parterre africano, i cui lavori di realizzazione sono stati coordinati da Alain Baraton, giardiniere capo del Domaine de Trianon et du Grand Parc de Versailles Versailles, non ha voluto però essere la riproposizione di un giardino botanico bensì la rielaborazione di alcuni temi legati all’immaginario collettivo evocanti l’Africa e resi in forma di ambienti naturali. Sono stati dunque ideati quattro ambienti, tre dei quali

© Fulvia Grandizio.

© Christophe Mafranc.

mescola grandi esemplari a piccoli soggetti di piante annuali e perenni

identificano tre specifici biomi, cioè regioni del continente caratterizzate da forme dominanti di piante e clima – Sec, Prairie fleurie, Forêt tropicale – e un quarto, più astratto, legato all’idea dell’Africa nera e denominato Sombre Sombre, in italiano “scuro”, EFFETTO GIUNGLA Nella Prairie Fleurie la vegetazione dominante è costituita da graminacee, insieme alle quali sono stati fatti crescere, come accade in natura, numerosi bulbi che sono diventati nel tempo elementi indispensabili nei giardini decorativi di tutto il mondo. Tra questi i gladioli, le Crocosmia Crocosmia, le fresie, le nerine, gli Agapanthus, Agapanthus le Eucomis Eucomis, le Acidanthera (o gladiolo d’Abissinia). Si è poi cercato di rendere l’effetto della giungla piantando una vegetazione densa, da foresta tropicale, volutamente fuori controllo, con esemplari di grandi dimensioni che hanno fatto da supporto ad arbusti rampicanti da fiore, come la Campsis radicans e la Tecomaria, e da frutto come una specie di cetriolo chiamato Kiwano, originario dello Zambia. N°027

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IL CANTIERE | progetto

Si è lavorato come per l’allestimento

di una festa a corte

che invece di durare

qualche giorno si è protratta per tutta

© Fulvia Grandizio.

la bella stagione fino alle soglie dell’autunno

NATO DA UN CAPRICCIO Farsi costruire un palazzo, non lontano dalla meravigliosa reggia di Versailles, esclusivamente per fuggire alla rigida etichetta di corte potrebbe sembrare un tantino azzardato per chiunque di noi mortali. In realtà non lo fu affatto, perché a ordinarlo fu Luigi XIV, per potervi passare ore liete in compagnia della preferita del momento. Oggi il Grand Trianon fa da cornice alle cerimonie ufficiali della Repubblica e, nell’ala del Trianon-sous-bois, sono ospitati gli invitati presidenziali.

Parterre bas (parterre inferiore).

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© Fulvia Grandizio.

Nelle immagini di queste pagine, scorci del Parterre africano realizzato nel Grand Trianon a Versailles progettato dalle due paesaggiste italiane Fulvia Grandizio ed Elena Secondo.

per il ricorso a specie dai colori scuri, rossi, bruni fino ad arrivare al nero come le dalie e le canne indiane a foglia scura, i ricini e gli Hibiscus e i Phormium a foglia rossa e bordeaux e specie coprisuolo come l’l’Achiranthes Achiranthes e l’l’Alternanthera Alternanthera. Discorso a parte merita la Perspective, asse centrale che separa i due parterre della zona alta, diretto verso il peristilio del Grand Trianon. Trianon Con la consapevolezza di lavorare su di un giardino formale francese, si è cercato di rispettare una certa simmetria nella distribuzione dei diversi ambienti, scegliendo di ribaltare a specchio, secondo l’asse centrale della Perspective, la planimetria del parterre di destra su quello di sinistra. «Ma l’idea del parterre africano resta comunque nello spirito della sorpresa e dello spaesamento care all’arte dei giardini barocca – concludono Fulvia ed Elena – Si è lavorato come per l’allestimento di una festa a corte che invece di durare qualche giorno si è protratta per tutta la bella stagione fino alle soglie dell’autunno».


TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . SOLUZIONI


| materiali

Climagrün ha individuato in LecaGreen di Laterlite la soluzione per realizzare il substrato del tetto verde di 1.000 mq del nuovo santuario di Monte Croce che, per rispettare il paesaggio, è stato costruito con ben 65 inclinazioni diverse di Irene Nuvola

Le forme

della montagna

U

n progetto architettonico che ha voluto contenere il più possibile l’elevazione di nuovi volumi, adattandosi alla morfologia della montagna e rispettando i caratteri ambientali dell’area. Così per la costruzione sono stati privilegiati materiali naturali: una struttura di legno lamellare e un tetto verde, ricoperto totalmente da un giardino, in soluzione di continuità con il territorio circostante. Stiamo parlando del nuovo santuario di Monte Croce, nell’entroterra ligure, a Balestrino (SV), su un

LUOGO DI PELLEGRINAGGIO Monte Croce è un luogo di culto diventato popolare dal 1949 quando, secondo le credenze, la Madonna apparve a una bambina di nove anni. Nel corso degli anni migliaia di pellegrini da tutta Europa si sono recati in preghiera alla piccola cappella edificata sul colle nel 1951, cappella che ora ha lasciato il posto alla nuova chiesa dalla superficie di circa 520 mq, in grado di ospitare 400 fedeli.

colle che si eleva 756 m sopra il livello del mare, in località Poggio Grande. Anche la forma della struttura, diseguale nelle altezze, è stata pensata per rispecchiare le pendenze del Monte Croce e inserirsi in modo naturale nel colle, nel rispetto del paesaggio: basti pensare che il tetto di 1.000 mq presenta 65 inclinazioni diverse, con un massimo di 45 gradi. Per la realizzazione della copertura a verde, Climagrün (www.climagruen.com),


Il substrato colturale leggero della copertura verde del nuovo santuario di Monte Croce è stato realizzato con LecaGreen, miscela a base di argilla espansa AgriLeca frantumata, aggregati minerali e componenti di natura organica selezionati.

SCHEDA LAVORI ◗ Committente: Parrocchia di Sant’Andrea di Balestrino ◗ Progetto: architetti Carlo Berio e Paolo Piccinini, Studio Berio di Genova ◗ Progetto strutture: ingegnere Giuseppe Calvo, Studio d’Ingegneria Calvo Delfino & Associati di Carcare (SV) ◗ Impresa esecutrice: Ecoedile di Magliolo (SV)

VANTAGGI LECAGREEN • Elevata leggerezza • Porosità ottimale • Buona capacità di accumulo e ritenzione idrica • Alta capacità drenante • Resistenza e stabilità strutturale nel tempo

specializzata in tetti verdi e sistemi di verde tecnico, ha optato per i prodotti Laterlite.

POMPATA IN QUOTA

Il tetto verde di tipo estensivo scelto per il santuario di Monte Croce (adatto a tutte le coperture che richiedono ridotta manutenzione e apporti irrigui nulli o limitati) è realizzato su superfici di ampie dimensioni e non fruibili, con prevalente valenza estetica di mitigazione e di compensazione ambientale. È coperto da prato e accoglie delle piante della zona. Per la realizzazione del substrato colturale leggero è

stata utilizzata LecaGreen, miscela a base di argilla espansa AgriLeca frantumata, aggregati minerali e componenti di natura organica accuratamente selezionati, caratterizzata da elevata leggerezza, porosità ottimale, buona capacità di accumulo e ritenzione idrica, alta capacità drenante, resistenza e stabilità strutturale nel tempo. Laterlite e Climagrün hanno individuato la modalità di posa più idonea al contesto: LecaGreen è stata pompata in quota. L’argilla espansa, Leca e AgriLeca, può essere infatti pompata sfusa con autotreni cisternati fino a distanze di 40 m in quota e sino a 100 m in orizzontale. Le portate arrivano a Per saperne 50 mc/h, assicurando di più vai al sito rapidità di messa in www.leca.it opera e favorevole logistica di cantiere. SPESSORE RIDOTTO, PESO CONTENUTO LecaGreen è un sistema tecnico per coperture verdi caratterizzato da spessori ridotti e pesi contenuti, pensato per superfici non fruibili o calpestabili solo per manutenzione manutenzione. Si tratta di una soluzione che risponde ai requisiti della norma UNI 11235 (“Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture a verde”) ed è in grado di sostenere lo sviluppo della vegetazione e assicurarne il giusto nutrimento.


| verde indoor

Progettazione

modulare livelli, negli spazi interni pubblici o privati. Il punto di partenza è il pavimento sopraelevato, anche preesistente, rispetto al quale è possibile sostituire alcuni pannelli con il modulo Floora, composto di vasche nelle quali alloggiare zone di verde personalizzate, e creare elementi divisori o decorativi. Le vasche sono collegate a sistemi di idrocoltura che garantiscono una facile cura delle piante, grazie anche a un indicatore del livello di acqua e a un sistema di monitoraggio della loro salute. I moduli sono flessibili, intercambiabili, Vai sul sito www.floora.design di facile inserimento e la loro per saperne di più composizione, disponibile in varie altezze, può essere selezionata direttamente sul sito web di Floora. Largo spazio è dato anche alla personalizzazione: oltre alle piante, presentate Nasce Floora, sistema di piante a pavimento che singolarmente o in mix in un ampio catalogo permette di pensare agli spazi interni con flessibilità. online, è possibile scegliere il colore dell’argilla di Viola Delfino espansa o della copertura della pianta, in linea con Ad hoc per gli uffici l’ambiente circostante.

U

n progetto in cui convergono gardening, design e domotica, promosso da Nesite, specializzata nella realizzazione di pavimentazioni sopraelevate. Si tratta di Floora, sistema di piante a pavimento che consente di progettare con flessibilità aree a verde su più

COME FUNZIONA Il modulo Floora è composto da una vaschetta di dimensioni standard 60×60 cm, nella quale vengono inserite piante in idrocoltura di varie tipologie e altezze. Il sistema viene completato dalla graniglia, che ricopre la base, e l’indicatore del livello dell’acqua.


Dual System Evolution versione per decking.

È

15 O 25 MILLIMETRI

il primo sistema a travetto adatto per l’utilizzo con pavimentazioni ceramiche e decking. Si chiama Dual System Evolution ed è firmato dalla veneziana Italprofili. La sua particolare conformazione permette di essere utilizzato per la posa di pavimentazioni ceramiche, con o senza profilo silenziatore antisdrucciolo ed elemento fuga orientabile 2 o 4 mm. Semplicemente ruotandolo di 180° si ottiene una superficie piana, piana ottimale per la posa di pavimentazioni decking. Il travetto Dual System Evolution è prodotto in alluminio estruso per garantire la massima durata nel tempo, un peso ridotto e un’elevata resistenza. Dotato di aggancio rapido per il fissaggio alla testa del basamento, infine, è disponibile per i basamenti regolabili Italprofili delle serie Special (portata certificata da 2.190 a 3.000 kg) e Special Light (portata certificata da 1.100 a 1.760 kg), entrambe pensate per essere impiegate esternamente con diverse tipologie di pavimentazioni quali piastre prefabbricate, piastrelle in gres porcellanato, marmo, pietra, legno, legno composito.

Dual System Evolution è disponibile in due versioni: ◗ 15 mm: lo spessore più basso disponibile sul mercato ◗ 25 mm: per una portata ancora più elevata

| sistemi Dual System Evolution versione per piastrelle in ceramica.

I PLUS • Prodotto in alluminio estruso • Massima durata • Peso ridotto • Elevata resistenza

Dual System Evolution di Italprofili è il sistema a travetto adatto per l’utilizzo esterno sia con pavimentazioni ceramiche sia con decking di Nora Adamsberg

Vai al sito www.italprofili.com per saperne di più

Doppia

soluzione


| macchine

Tre volte go a Una flotta di tre robot Automower 550 Husqvarna al servizio della società LR Virtus Vicenza per tagliare il tappeto erboso dello stadio Romeo Menti. Anche in contemporanea di Daniela Stasi

“S

cendere in campo”, mai espressione fu così azzeccata. È ciò che hanno fatto tre robot tagliaerba Automower 550 di Husqvarna, scelti dalla società LR Virtus Vicenza per il taglio automatico del tappeto erboso dello stadio vicentino Romeo Menti. I perché della scelta sono da ricercare nell’innovativa visione di Renzo Rosso, “capitano” del gruppo OTB, che ha acquistato la squadra vicentina. Una visione innovativa che coniuga futuro, tecnologia e rispetto dell’ambiente; da qui la volontà di dotare lo stadio di una gestione evoluta del manto erboso.

AL LAVORO SIMULTANEAMENTE

Su IL giardiniere abbiamo parlato più volte degli Automower Husqvarna, distribuiti in Italia da Fercad, ma ne evidenziamo nuovamente i vantaggi: punto fondamentale, queste macchine garantiscono una cura ecologica e automatizzata dei tappeti erbosi, basandosi sulla tecnica di taglio mulching mulching, eseguita da finissime lame che sminuzzano l’erba e la depositano sul manto nutrendolo e rendendolo sano e brillante. Ma vediamo più nello specifico come lavorano i tre Automower al lavoro nello stadio di Vicenza.


IN CAMPO DAL 1902 Quella che oggi è LR Virtus Vicenza conta quasi 120 anni di storia. Fondata nel 1902, può vantare una serie di successi e di talenti di fama mondiale: il periodo più florido risale al 1955-1975, ben 20 stagioni nella massima serie italiana, in alcune delle quali militò Luigi Menti, nipote di Romeo, al quale sarà poi intitolato l’attuale stadio. Seguirono i 15 anni (1975-1990) segnati da diversi passaggi di categoria e il periodo in cui giocò un’icona del calcio italiano Paolo Rossi e iniziò anche a muovere i primi passi un altro grande giocatore, Roberto Baggio. Tra le tappe fondamentali: la Coppa Italia del ’97 e la semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea nel ’98. Ed eccoci al presente: nel 2018 inizia un nuovo capitolo della storia calcistica del Vicenza calcio, rinominata LR Vicenza Virtus e rilevata dal gruppo OTB, capitanato dal presidente Renzo Rosso con l’intenzione di rievocare gli anni d’oro della squadra vicentina.

o al

Da sinistra: Roberto Ferraretto, presidente Fercad, Paolo Bedin, direttore generale LR Virtus Vicenza.

Per saperne di più sugli Automower vai al sito husqvarna.com Da segnalare, in particolare, la tecnologia Husqvarna Club Solution per Automower a uso sportivo, che consente ai tre robot di lavorare simultaneamente all’interno della stessa area. Questa soluzione, che prevede la posa di un unico cavo perimetrale all’esterno del campo da gioco, dà la possibilità di eseguire tutte quelle attività di manutenzioni ordinarie e straordinarie come arieggiatura, carotatura, vertidrain e piantumazione stoloni, etc…, senza danneggiare il circuito perimetrale esterno.


| coperture a verde

Documento trasparente

Aivep ha pubblicato online il prezzario del verde pensile, utile per individuare le voci di costo e di lavorazione di ogni singola componente di Irene Nuvola, foto Harpo

U

no strumento rivolto non solo agli operatori della filiera del verde, ma anche ai progettisti, ai funzionari della pubblica amministrazione e ai privati interessati. Si tratta del prezzario del verde pensile pubblicato online da Aivep Associazione Italiana Verde Pensile, Pensile un documento semplice ed esaustivo che individua le voci di costo e di lavorazione in modo che ogni singola componente sia esplicitata sia nella parte tecnica sia in quella economica.

TIPOLOGIE CONFORMI ALLA NORMA UNI 11235

Nel prezzario del verde pensile, creato da aziende e professionisti che fanno parte di Aivep, sono indicate le singole stratificazioni per la corretta realizzazione del manto a verde sugli edifici, oltre alle caratteristiche tecnico prestazionali minime per la accettabilità di prodotto e di risultato. Nel dettaglio sono elencati i prezzi delle diverse tipologie di coperture a verde oggi in uso, conformi alla norma UNI 11235:2015 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde”. OBIETTIVO: TRASMETTERE LE BUONE PRATICHE Aivep è impegnata nella diffusione delle buone pratiche del verde pensile – coperture a verde e verde verticale installati sugli edifici – e, in generale, del verde tecnico e tecnologico e intende contribuire in modo specifico alla divulgazione della cultura del verde tecnico professionale, allo scopo di definire alti livelli qualitativi di concezione, progettazione, esecuzione e mantenimento delle opere che portano la natura negli ambiti urbani. Info: aivep.it


o

COSA È INCLUSO

«In ragione delle competenze maturate dalle figure professionali coinvolte e della grande esperienza di aziende specializzate nelle NBS - Nature base solutions e Urban Green Infrastructures, Infrastructures questo documento costituisce il punto di riferimento per le descrizioni dei prezzi delle tipologie di verde pensile – dichiara il presidente Aivep, Giorgio Strappazzon, nel comunicato in cui viene annunciata la pubblicazione online del documento – Il prezzario Aivep del verde pensile promette quindi di diventare lo strumento di riferimento a scala nazionale per indicare correttamente i prezzi ed è stato concepito proprio per essere facilmente consultabile da specialisti e da figure meno tecniche».

RIORDINARE LE CONOSCENZE

Oltre al prezzario, Aivep sta lavorando anche alla redazione delle Linee guida del Verde verticale

Nelle foto di queste pagine realizzazioni di verde pensile firmate dalla triestina Harpo.

Il prezzario comprende sia le coperture estensive sia quelle intensive intensive, suddividendole nelle varie categorie previste dalla norma UNI. Sono stati identificati i sistemi a verde pensile estensivo tipo Sedum, Sedum perenni, prato naturale e alta biodiversità, mentre per i sistemi a verde pensile intensivo si parte dal tappeto erboso fino ad arrivare a siepi, alberi di varie grandezze e arbusti. Il documento descrive inoltre parametri prestazionali, in linea con la UNI 11235, fra cui il coefficiente di deflusso e l’efficienza idrica, utili a classificare i sistemi di coperture in relazione alle caratteristiche prestazionali.

già presentate nel corso del forum internazionale EcoTechGreen 2020 nell’ambito di Flormart, che verranno ultimate entro il 2021. «Data l’ampia varietà di sistemi esistenti di verde verticale, l’associazione si è data l’obiettivo di riordinare ed elaborare conoscenze e contenuti tecnici che costituiscono oggi lo stato dell’arte sul verde verticale – continua Strappazzon – Anche questo lavoro promette d’essere il documento di riferimento a scala nazionale e internazionale per la progettazione e la realizzazione del verde verticale».

Scarica il prezzario Aivep

COSA È ESCLUSO Dal prezzario del verde pensile sono state volutamente escluse le componenti tecnico economiche che sono già identificate nei prezzari esistenti e che vanno quindi riferiti per lavorazioni che sono a completamento delle opere a verde pensile. Ci si riferisce in particolare alla fornitura e posa in opera di sistemi di irrigazione e alla fornitura e posa in opera degli elementi vegetali che possono variare in funzione della specifica esigenza progettuale. Inoltre, altri aspetti inerenti ai singoli interventi, quali movimentazioni di cantiere, molto spesso variabili in funzione dell’altezza e delle condizioni specifiche nel quale il verde pensile viene collocato, vanno valutati a parte.


| ricerche

I

l nuovo report pubblicato da Ego − tra i maggiori produttori europei di utensili a batteria in campo professionale e hobbistico − si rivolge a tutti gli operatori del settore giardinaggio e della cura del verde e prova a fotografare l’impatto ambientale dei macchinari alimentati a benzina, cercando di fare il punto anche sullo sviluppo dei prodotti a batteria. batteria La ricerca, condotta in alcune delle principali città del Regno Unito, ha evidenziato che oltre l’89% degli utensili impiegati sono alimentati a benzina − per un consumo totale di oltre 600mila litri di carburante ogni anno − e si tratta di macchinari utilizzati per lo più per manutenzione di spazi pubblici, parchi e campi da gioco scolastici. I test effettuati sulle emissioni prodotte da questi utensili, condotti a velocità massima fino a raggiungere un livello di temperatura ed emissioni stabile, dimostrano che consumano quantità di benzina significative e, in alcuni casi, superano anche i livelli consentiti di particolato.

VALIDA ALTERNATIVA, MA…

I risultati di questa ricerca hanno spinto l’azienda britannica a lanciare la campagna Challenge 2025, un programma per educare e incoraggiare tutti gli

utilizzatori di attrezzature per esterni ad adottare utensili alimentati a batteria al posto di quelli alimentati a carburante, per un futuro più pulito, più silenzioso e più sicuro. Tra i professionisti l’utilizzo di macchine con motori alternativi non è ancora così diffuso, tanto che secondo la ricerca solo un quarto dei professionisti intervistati prende in considerazione utensili a batteria, ma, nello stesso tempo, tre quarti di loro riconosce che l’alimentazione a batteria potrebbe essere una valida alternativa per un giardinaggio più ecologico e rispettoso dell’ambiente. A conferma di ciò, oltre alle ridotte emissioni, questa nuova generazione di prodotti garantisce una maggior sicurezza e facilità d’uso, ma, come evidenzia la ricerca, c’è ancora un diffuso scetticismo sulle prestazioni, tanto che la maggior parte dei professionisti predilige ancora attrezzature con motore a scoppio.

ATTENTI ALLA SALUTE

Bisogna riconoscere, però, che l’innovazione sulla batteria ha fatto passi da gigante, sia per quanto riguarda la qualità delle celle, sia in riferimento alla gestione del calore e dell’alimentazione, e oggi i più importanti produttori europei hanno messo a punto prodotti in grado di competere con gli

Batteria,

(molto)) spazio Migliorano le prestazioni dei macchinari innovativi, sia in termini di affidabilità che di performance. È quanto emerge da uno studio condotto da Ego in Gran Bretagna. Ora serve, dove possibile, un cambio di mentalità di Filippo Terragni


,

c´è ancora di crescita NOVITÀ: IDEALE PER TAGLI IN QUOTA La nuova motosega CSX3000, che si aggiunge alla gamma Professional-X di Ego ideale specificatamente per soddisfare le esigenze dei professionisti , è dotata di una barra da 30cm e di una velocità della catena di 20m/s. Rende il lavoro in altezza ancora più agevole anche grazie alla nuova batteria da 4Ah 4Ah, leggera e compatta, progettata con un rapporto peso-potenza ottimale, che consente di effettuare fino a 186 tagli con una singola carica. Per una maggiore praticità la batteria della motosega è montata nella fondina in dotazione invece che sull’utensile stesso. Il cavo della fondina porta batteria si integra con la fascetta di sicurezza per fissarlo saldamente alla cintura e all’imbracatura. La riduzione del peso dell’utensile migliora l’ergonomia e ottimizza il rapporto peso-potenza per prestazioni affidabili e sicure, il tutto senza la necessità di cavi aggiuntivi.


| ricerche

LE ESIGENZE DEL PROFESSIONISTA • Buone prestazioni • Potenza • Valore per l’investimento • Affidabilità • Facilità d’uso

utensili a benzina, garantendo le stesse prestazioni. La ricerca approfondisce anche il tema della salute collegata all’utilizzo di questi macchinari, evidenziando come solo il 37% del campione ha riferito l’assenza di patologie emerse dopo l’utilizzo di una macchina a benzina. benzina Di queste, gli infortuni collegati alle vibrazioni sono stati i più frequenti: il 23% ha evidenziato problemi riconducibili alla perdita della forza nella presa, mentre il 22% ha affermato di soffrire di formicolii o perdita di sensibilità nelle dita. Molto frequenti anche i disturbi dell’udito, con oltre un quinto degli intervistati che evidenzia come il rumore dei motori tradizionali abbia causato tali disturbi. Ed è proprio su questi aspetti collegati alla salute dell’operatore che il prodotto a batteria risulta essere più idoneo e performante. E i dati di mercato sono incoraggianti, proprio perché registrano comunque un trend in crescita.

DATI ITALIANI INCORAGGIANTI

Spostandoci in Italia, secondo le stime di Brumar, distributore esclusivo di Ego per l’Italia, la vendita

I NUMERI DEL TEST I risultati della ricerca condotta da Ego si basano su interviste raccolte su un totale di 1.255 interlocutori: 250 professionisti del verde e 1.005 privati. La ricerca ha preso in esame anche l’analisi del parco macchine di 262 comuni del Regno Unito, dal quale è emerso che solo 1.722 degli utensili adoperati per la manutenzione del verde sono alimentati a batteria, mentre 20.060 sono provvisti di motori a benzina a due tempi.

Per avere maggiori informazioni sulla campagna Challenge 2025, vai al sito challenge2025.eu dei prodotti a batteria continua a vedere una crescita importante e si sta affermando come trend per il settore. Il giro d’affari riconducibile all’acquisto di apparecchiature alimentate a batteria è passato dal 20% al 40% in volume a seconda della famiglia di prodotti. In particolare, il comparto motoseghe è un mercato maturo (+10,8% rispetto lo scorso anno) che ha visto quasi raddoppiare l’adozione di modelli da potatura a batteria (+36,7%) rispetto a quelli a scoppio (+11,3%) e con motore elettrico a filo (-7,3%). Dati che lasciano ben sperare, se consideriamo anche il forte impegno di molte delle principali case costruttrici nel promuovere l’utilizzo di questi prodotti. Ora è necessario un cambiamento, dove possibile, e l’appello Challenge 2025 va in questa direzione, per una cura del verde sempre più verde.


| attrezzature

in pianta

con semplicità

È

dalle competenze sviluppate nell’ambito della montagna, con l’alpinismo e l’arrampicata sportiva, e in quello professionale – con i lavori in quota, in fune e il soccorso – che nascono i prodotti di Climbing Technology ideali anche per le attività di arboricoltura. Sicurezza, funzionalità e semplicità: queste le caratteristiche a cui devono rispondere i tre nuovi prodotti presentati nel catalogo 2021. Vediamoli nel dettaglio. Per scoprire tutta la gamma, collegati a

www.climbingtechnology.com

H MOSCHETTONE XL-D XL-D è un connettore a base larga in lega leggera forgiato a caldo con ghiera a vite o triplex, ideato per l’alpinismo e l’utilizzo durante le operazioni di soccorso. Garantisce una grande apertura e un ampio spazio interno ed è disponibile con ghiera a vite con chiusura tradizionale (XL-D SG) e ghiera automatica triplex (XL-D TG): entrambi dotati del sistema di chiusura catch free che permette una maggiore fluidità durante le operazioni di aggancio e sgancio.

Grazie a tre nuovi prodotti progettati per svolgere al meglio le operazioni di tree climbing, garantendo sicurezza e funzionalità di Filippo Terragni Q CASCO ARIES TREE Sviluppato per le attività di tree climbing, lavoro su fune, lavoro in quota e soccorso alpino, protegge da cadute di oggetti (EN 397), e risponde alle normative legate alla deformazione laterale e all’utilizzo a basse e alte temperature (EN 397 / 12492). È caratterizzato da una calotta resistente in ABS, capace di garantire l’assorbimento di impatto, ed è dotato di fori di ventilazione che assicurano un’adeguata aerazione interna. Resistente, leggero e dal design ergonomico, presenta una rete interna in cordura posta sotto la calotta che conferisce comfort anche in caso di utilizzo prolungato. Sia giro-testa che sottogola è totalmente rimovibile, lavabile e sostituibile.

R CARRUCOLA GRIZZLY È una carrucola da abbattimento ad alto carico (80 kN), composta da pulegge in alluminio montate su bussole autolubrificanti con perni in acciaio e guance in alluminio. Il suo sistema di apertura è semplice e sicuro e avviene tramite una pressione sul perno superiore e una successiva rotazione di 90° della flangia anteriore. È caratterizzata da un sistema di chiusura che evita aperture accidentali durante l’utilizzo e può essere utilizzata con corde dal diametro fino a 15 mm.


| endoterapia

EFFICACE

E RISPETTOSO Il sistema Bitecare® di Newpharm permette di infondere fluidi sia nutrienti sia terapeutici per il controllo delle avversità delle specie arboree senza alcun danno ai tessuti vegetali. Ecco qui un paio di case history di Nora Adamsberg

C

hi segue la nostra rivista da un po’ di tempo, sa che abbiamo parlato più volte di Bitecare® di Newpharm (un approfondimento particolarmente dettagliato sul numero 018 a pag. 32), il sistema per l’endoterapia che non causa alcuna lesione permanente ai tessuti vegetali. Ciò è possibile perché permette una semplice perfusione di liquidi nei tessuti vascolari per mezzo di un ago estraibile. Il tessuto legnoso non viene quindi asportato, minimizzando anche i rischi di infezioni secondarie. Inoltre, attraverso questo speciale ago che separa le fibre esercitando un attrito minimo, si può agire tranquillamente sfruttando la pressione atmosferica evitando di applicare forze esterne per l’introduzione di liquidi. Tale aspetto consente di usare il termine “infusione” in sostituzione al termine “iniezione”. I trattamenti effettuati con Bitecare® consentono di infondere nutrienti ma anche molecole insetticide o acaricide per il controllo delle principali avversità delle specie arboree. Le infusioni, tra l’altro, si possono effettuare sul fusto ad altezza uomo o direttamente sui cordoni radicali, senza alcuna necessità di mezzi o equipaggiamenti a supporto. Ecco qui un paio di case history.


FOCUS CORYTHUCHA CILIATA

Un adulto

di tingide. Il rilevamento di Corythucha ciliata può essere effettuato con un monitoraggio regolare durante l’estate, al fine di intercettare le tre generazioni annuali. Gli adulti, le ninfe e le uova sono facilmente visibili sulla superficie inferiore delle foglie dell’ospite e, se vengono disturbati, si lasciano cadere a terra. L’insetto adulto è lungo in media 3 mm e largo 2 mm ed è facilmente riconoscibile dalle coperture delle ali e dal pronoto in quanto manifestano una tessitura simile al pizzo. Gli adulti svernano sotto le placche della corteccia degli alberi ospiti, poi in aprile fuoriescono dal rifugio e salgono al fogliame per nutrirsi per almeno dieci giorni. Successivamente, verso la fine di maggio, le femmine cominciano a ovideporre sulla superficie inferiore delle foglie. Le ninfe che si sviluppano dalle uova e gli adulti perforano le cellule delle foglie per estrudere i contenuti cellulari. Nella prima metà di giugno è possibile osservare delle caratteristiche depigmentazioni sulle foglie come prima indicazione dell’infestazione; successivamente le foglie assumono colorazione bronzea o clorotica. La presenza di piccole macchie biancastre (depigmentazione) sulla superficie superiore della foglia è un chiaro sintomo dell’infestazione da parte di Corythucha ciliata ciliata.

PER LA PROTEZIONE DEI PLATANI

Per saperne di più, visita il sito www.newpharm.it

Corythucha ciliata Say è una specie altamente Corythucha invasiva appartenente alla famiglia delle Tingidae che colpisce i platani (Platanus Platanus spp.), sebbene occasionalmente possa cibarsi di Broussonetia papyrifera, Carya spp. e Fraxinus spp. Grazie all’endoinfusione è possibile proteggere i platani da Corythucha ciliata per un periodo protratto nel tempo. L’applicazione su platano può essere effettuata in primavera, quando la chioma è ben sviluppata, fino alla fine di giugno. Trattandosi di una specie con legno a porosità diffusa, viene consigliato l’utilizzo dell’ago di lunghezza intermedia (ago 53 mm), sufficiente per penetrare i tessuti dell’alburno per circa 2 cm. L’endoinfusione può essere effettuata contemporaneamente in più punti lungo la circonferenza del tronco, solitamente ogni 30-35 cm. Il prodotto insetticida per l’applicazione endoterapica contro la tingide del platano è Micromegas®, specifico per questi interventi a base di abamectina. L’assorbimento su platano è veloce anche grazie L all’impiego del veicolante Sapjet® HD, che consente di ottenere una soluzione molto simile alla linfa e quindi particolarmente “apprezzata” dalla pianta sottoposta a intervento. Questa Q uesta particolare formulazione liofilizzata, oggetto


| endoterapia IL SISTEMA BITECARE®

di brevetto, si addiziona alla semplice acqua demineralizzata prima di aggiungere l’insetticida. l’insetticida Una volta ultimato l’assorbimento del prodotto insetticida, si rimuovono con facilità gli aghi inseriti al tronco. Si consiglia infine la disinfezione del punto di inserzione con Propolis, un estratto naturale in soluzione acquosa, che favorisce anche la cicatrizzazione. Grazie alla minima invasività del sistema Bitecare®, i tessuti distanziati cicatrizzano spontaneamente nel giro di qualche settimana.

PENSATO PER IL CONTESTO URBANO

EnerBite® è un concime liquido binario PK 11-7.3, la cui particolare combinazione dei composti fosfopotassici è stata ideata per soddisfare le specifiche esigenze dell’endoinfusione. EnerBite® viene rapidamente assorbito e prontamente traslocato all’interno della pianta. La rapidità di veicolazione è connessa all’elevata FOCUS PHYTOPHTHORA CINNAMOMI È uno dei due patogeni in grado di generare il cosiddetto “mal dell’inchiostro del castagno”, considerata una delle malattie più distruttive per Castanea sativa sativa. Phytophthora cinnamomi cinnamomi, in particolare, è un Oomicete terricolo che attacca le giovani radichette, per poi svilupparsi tra le radici, spingendosi fino alla base del fusto. I castagni affetti dal mal dell’inchiostro manifestano sintomi di microfillia, disseccamento delle branche distali, presenza di cretti alla base del tronco e di necrosi, in taluni casi emissione di tannini, declino graduale fino alla morte.

Castagni nei Parchi Reali inglesi a Greenwich colpiti da Phytophthora sp., in diversi stadi di sofferenza.

mobilità e al basso peso molecolare dei suoi componenti. Essi, infatti, possiedono una doppia sistemia, in quanto possono essere traslocati sia sistemia attraverso i vasi xilematici dell’albero (es. verso le foglie o le gemme) sia nella linfa floematica (es. verso le radici o altre aree di utilizzo/accumulo). In combinazione con la presenza di micronutrienti (in particolare Cu, Fe, Mo), selezionati per la particolare applicazione, l’endoinfusione con EnerBite® si traduce in un miglioramento dello stato nutrizionale dell’albero e in un incremento della vigoria delle piante trattate. EnerBite® stimola inoltre la formazione di particolari complessi organici e di intrinseci meccanismi naturali di difesa endogena (es. produzione di fitoalessine, ormoni coinvolti nella difesa, enzimi litici…), incrementando dunque la resistenza della pianta ad avverse condizioni siano esse di natura biotica (es. agenti patogeni, attacchi da parte di insetti) o abiotica (es. siccità, freddo…). Alcuni studi, inoltre, ne hanno dimostrato anche l’efficacia nella lotta integrata contro Phytophthora spp. I suoi componenti sono noti anche per essere efficaci, tramite applicazione endoterapica, nella prevenzione o riduzione della diffusione dell’infezione di molti patogeni, come Armillaria sp., Venturia inaequalis e Verticillium sp. L’efficacia di EnerBite® è stata dimostrata attraverso L test condotti e pubblicati dall’Università degli Studi di Padova. Uno studio, in particolare, ha fatto emergere come una singola applicazione su castagno possa prevenire lo sviluppo di Phytophthora cinnamomi e rallentarne la diffusione. E se inserito in un piano di gestione integrata permette di affrontare il problema in maniera efficace, soprattutto quando applicato in maniera preventiva o tempestiva allo sviluppo dei primi sintomi. Il profilo ecologico di EnerBite® e la modalità di applicazione lo rendono ideale per l’uso nel contesto urbano. Anche alcuni castagni centenari presenti nei Parchi Reali inglesi (Royal Parks) sono stati trattati tramite endoinfusione con il sistema Bitecare.



NEWS DA L MERCATO © Lipu.

News

GESTIONE ECOLOGICA DEL VERDE URBANO E TUTELA DELLA FAUNA Ciclo di tre seminari sulla gestione ecologica del verde urbano e sulla tutela della fauna, organizzati da Agrofauna in collaborazione con Lipu Odv (Lega Italiana Protezione Uccelli). Durante il percorso formativo verranno trattati aspetti tecnici e scientifici relativi alla pianificazione, progettazione e gestione del verde urbano, anche in relazione alla normativa vigente, incluso Decreto n°63 del 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente sui criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico. Ecco le date: 6, 13 e 21 maggio, sempre dalle 14 alle 18, in modalità formazione a distanza. Info: www.agrofauna.it; lipu.it

MACCHINE PER IL VERDE, NEL 2020 IL MIGLIOR RISULTATO NEGLI ULTIMI SEI ANNI L’impennata di vendite registrata nell’ultimo trimestre 2020 (+34,5%) riporta in attivo il mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde. Il settore, che aveva subito un crollo nel primo trimestre (-24,4%), anche a causa del blocco delle attività produttive e commerciali conseguente all’emergenza sanitaria, ha visto un progressivo recupero nei mesi estivi e autunnali (+12,4% nel secondo trimestre, +21,9% nel terzo) per arrivare al picco di vendite nel periodo ottobre-dicembre. La media fra il dato negativo di inizio anno e i successivi recuperi porta a un bilancio finale in attivo del 3,3%, in ragione di 1.318.000 articoli venduti (dalle macchine semoventi per le manutenzioni verdi fino ai singoli attrezzi per il giardinaggio) che rappresentano per il settore il miglior risultato negli ultimi sei anni. L’andamento del mercato – secondo i dati forniti dall’associazione dei costruttori italiani Comagarden sulla base dell’indagine sul gruppo statistico Morgan – risulta differenziato per tipologia di prodotto, con andamenti positivi per motoseghe (+10% in ragione di 355 mila unità vendute), trimmer (+10,6% per 66 mila unità) e tagliasiepi (+8,7% in riferimento a 101 mila unità), e andamenti negativi per i rasaerba (-6%, in ragione di 258 mila unità) mentre in linea con l’anno precedente risultano gli acquisti di decespugliatori (-0,9% con 265 mila unità). «Il mercato delle macchine e delle attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde – spiega Renato Cifarelli, presidente di Comagarden – risente dell’andamento dell’economia, dei fattori climatici e della flessibilità delle tecnologia in questione». Fanno da esempio la domanda di macchine e attrezzature spazzaneve che nel 2020 hanno registrato un calo del 16,6% per via della stagione mite e la forte crescita di atomizzatori/irroratori (+57%), impiegati negli interventi di sanificazione necessari a contrastare l’epidemia da Covid. Info: www.comagarden.it

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VENDITA DA CELEBRARE

Cormik, azienda di distribuzione di prodotti da giardino, a marzo di quest’anno ha visto il raggiungimento di un importante traguardo, la vendita della due milionesima macchina prodotta dal gruppo giapponese Yamabiko Corporation, acquistata dal rivenditore lombardo Agrimeccanica di Buzzetti. Cormik nasce nel 1968 con la distribuzione in Italia dei prodotti del marchio nipponico Echo. Nel 2008 con l’acquisizione del marchio Shindaiwa e la formazione del gruppo Yamabiko, l’azienda vicentina ha strutturato la distribuzione di entrambi i marchi. Il raggiungimento della due milionesima macchina venduta in Italia rappresenta la conferma dell’apprezzamento che, sia i professionisti che gli hobbisti, nutrono nei confronti dei prodotti dei brand Echo e Shindaiwa. Sin dal compimento del cinquantesimo anno di attività, nel 2018, Cormik ha tenuto sotto attento controllo il numero delle vendite effettuate, in modo da poter festeggiare il raggiungimento del secondo milione con la realizzazione di un video celebrativo. Info: www.cormik.it

Il momento celebrativo della vendita della due milionesima macchina prodotta dal gruppo giapponese Yamabiko Corporation al rivenditore lombardo Agrimeccanica di Buzzetti.

Il team Cormik immortalato in occasione del 50esimo anniversario dalla nascita.


GESTIONE | formazione/1 in collaborazione con

I primi ambasci a

del verde

Si è conclusa con successo la prima edizione del percorso formativo promosso dalla Fondazione Minoprio. L’obiettivo di creare una nuova figura professionale, quella di animatore ambientale per la valorizzazione di Daniela Stasi del patrimonio botanico lombardo, è stato più che centrato

LE MATERIE AFFRONTATE • Storia del giardino • Botanica/ Riconoscimento botanico • Servizi turistici • Public Speaking • Ecologia • Comunicazione efficace • Comunicazione multimediale • Socializzazione ambientale • Elementi di animazione socioculturale • Servizi di accoglienza • Valorizzazione giardino storico e patrimonio locale • Salute e sicurezza generale e specifica nei luoghi di lavoro

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Alcuni degli ambasciatori del verde subito dopo aver superato l’esame finale, pronti per affrontare la vita professionale. Da sinistra, in alto: Alessandro D’Agostino, Chiara Volpi e Walter Anello; davanti, in basso: Margherita Maspes, Denise Cerrone e Giorgia Acquaviva.

C

hi fa il mio mestiere, nello scrivere, deve essere sempre super partes e inquadrare i fatti con un’equa oggettività. L’oggettività mi è cara e quindi me la tengo ben stretta, ma metto subito le mani avanti: in questo articolo non sarò sopra le parti. La verità, infatti, è che faccio un tifo sfrenato per i protagonisti di queste righe, ragazze e ragazzi che ho conosciuto personalmente. Ho toccato con mano la loro voglia di farcela, di esprimersi, e ho visto i loro sogni prendere forma nel loro sguardo profondo. Ora che i lettori sono avvisati, con la coscienza

più leggera, possiamo iniziare. Ad aprile si è conclusa la prima edizione del percorso formativo per diventare ambasciatore del verde - animatore ambientale per la valorizzazione del patrimonio botanico lombardo (ne avevamo parlato in modo approfondito sul numero 020, a pag. 46), promosso dalla Fondazione Minoprio, realizzato con il sostegno del Fondo Sociale Europeo e della Regione Lombardia e rivolto a giovani dai 16 ai 29 anni senza occupazione: approvato nell’ambito dell’iniziativa Lombardia Plus 2019/2020 “Linea Cultura” era totalmente gratuito per coloro che possedevano i requisiti richiesti dal bando.


Gli ambasciatori del verde durante il percorso formativo. Da sinistra: Emanuele Cavaliere, il docente Tiziano Bianchi, Alessandro D’Agostino, Chiara Volpi, Walter Anello, Francesco Frisardi, Margherita Maspes, Gisella Cirigliano, Giorgia Acquaviva e Andrea Urciuoli; davanti, in basso: Cristina Galli e Denise Cerrone.

i atori Coordinato dal corresponsabile del Centro Formazione di Minoprio, Giancarlo Introzzi, e dalla docente Manuela Strada, si è rivelato una sfida e una sorpresa. Nelle prossime righe, spieghiamo il perché.

COMPETENZE PLURIDISCIPLINARI

Partiamo dalla sfida. Il corso si prefiggeva di formare ambasciatori del verde, una figura innovativa in grado di combinare divulgazione e animazione per la promozione del patrimonio culturale, artistico e botanico di giardini storici, orti botanici, oasi e riserve naturali della Lombardia. Lombardia Una figura nuova nel panorama delle professioni nel settore del verde, in grado di padroneggiare competenze botaniche ma, allo stesso tempo, di dare valore al territorio e all’ambiente scoprendo ed evidenziandone le peculiarità. E per fare questo, non è necessario imparare a memoria e riconoscere al primo colpo piante e fiori; no, è necessario acquisire conoscenze anche per parlare in pubblico (anche in inglese!), creare iniziative culturali per tutte le età e sapere comunicare al meglio gli eventi organizzati. La sfida era proprio questa: proporre un programma formativo ampio e ben articolato, capace di trasmettere ai corsisti competenze pluridisciplinari tramite il coinvolgimento di professionisti provenienti dai settori più vari. Insomma, formare una figura prima inesistente presuppone coraggio e ambizione, e Fondazione Minoprio ha messo in campo l’uno e l’altra.

VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO

Ed eccoci alla sorpresa. Posso dirlo con cognizione di causa (ho fatto parte del corpo docenti): ci siamo trovati davanti un gruppo molto eterogeneo, i corsisti provenivano infatti da percorsi di studio lontani tra loro (dal liceo artistico a scienze dei materiali, da finanza e marketing a scienze dell’educazione), un gruppo con volontà di imparare, con umiltà e voglia di mettersi in

gioco nonostante le difficoltà date dall’emergenza sanitaria (il corso era previsto in presenza ma si è svolto per lo più a distanza). Nel corso dei mesi, i partecipanti non hanno solo acquisito competenze. Sono riusciti a trasformare Per maggiori informazioni i loro interessi in progetti concreti, a www.fondazioneminoprio.it intravedere il loro futuro, anche grazie al tirocinio formativo svolto in aziende o enti lombardi. Il percorso si è concluso con la realizzazione di un project work, work valutato poi dalla commissione giudicatrice. Da docente, è stata un’esperienza intensa e nutriente. I PROGETTI PRESENTATI Gli undici partecipanti, come anticipato, per poter conseguire l’attestato di ambasciatore del verde dovevano presentare un project work, non una semplice tesina, ma un progetto vero e proprio, realizzabile e strutturato. Ecco qui in estrema sintesi i progetti presentati. Giorgia Acquaviva ed Emanuele Cavaliere, insieme, hanno presentato Offbeat Plant Plant, il podcast (online ascoltabile da tutti) che parla di piante in modo anticonvenzionale, non ingessato. Walter Anello ha ideato l’innovativa Geodesic Dome Dome, una serra geodetica mobile per poter realizzare attività divulgative e ricreative durante tutto l’anno nei siti appartenenti alla Rete Orti Botanici della Lombardia. Denise Cerrone ha dato vita a Urla.Lo, Urla.Lo sito web di divulgazione scientifica per spiegare, in modo semplice ma non superficiale, come è fatta la materia, ponendo l’accento sull’impatto ambientale. Alessandro D’Agostino ha creato una sua pagina Instagram per far conoscere al grande pubblico la flora e la fauna, ma anche l’arte e la cultura, del territorio lombardo. Francesco Frisardi ha girato e post-prodotto una serie di video su YouTube per fare conoscere il Cammino nelle Terre Mutate Mutate, il percorso a piedi di 250 km tra Fabriano e L’Aquila attraverso i luoghi colpiti dai terremoti dal 2009 al 2017. Sofia Romagnolo e Gisella Cirigliano hanno ideato e realizzato la pagina Instagram Piccoli naturalisti naturalisti, un progetto di didattica interattiva pensato per i bambini e le famiglie. E ancora, Cristina Galli ha scritto articoli sulla biodiversità del Parco del Mincio per il Circolo Blu Blu, periodico del molo di Governolo, vicino a Mantova, ubicato proprio nell’ultima parte del fiume Mincio. Margherita Maspes, invece, ha realizzato Nuova Verona Verona, progetto di riqualificazione verde e rimboschimento di un’area dismessa a Verona ovest. Infine, Chiara Volpi ha elaborato una ricerca sulla relazione tra uomo e giardino nel corso dei secoli. N°027

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GESTIONE | formazione/2 in collaborazione con

IL GIARDINO DI

VILLA TATTI T V illa Tacchi Tallacchini è una residenza di delizia situata a Comerio, in provincia di Varese. Fu fatta costruire dalla nobile famiglia Tatti all’inizio del ‘700 in stile tardobarocco, quale sontuosa residenza estiva, e quindi con uno scenografico giardino all’italiana disposto su terrazze digradanti verso il lago di Varese.

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La villa conservava il suo legame con il territorio agricolo circostante, avendo anche la funzione di rafforzare i rapporti politici del casato, attraverso l’ospitalità di salotti politici, culturali e artistici. La presenza dell’edicola della musica o caffè house, secondo le mode austriache del tempo, facilita la visita di Giuseppe Verdi, Verdi al quale è intitolato il viale d’ingresso al giardino.


La suggestiva Edicola della musica, frequentata anche da Giuseppe Verdi, al quale è intitolato il viale d’ingresso al giardino, e tuttora luogo dove si organizzano appuntamenti musicali.

Proseguiamo il viaggio nei giardini storici illustrati dai giardinieri che hanno partecipato al corso per Esperto di giardini e parchi storici promosso dalla Scuola Agraria del Parco di Monza. Un’occasione per conoscere la loro storia e la loro gestione e, magari, per farsi venire la voglia di visitarli con lo sguardo attento di chi ne sa testo e foto di Irene Guida

Vuoi saperne di più sul corso per Esperto di giardini e parchi storici? Trovi due approfondimenti sulle pagine della nostra rivista: uno sul numero 022 a pag. 48, l’altro sul numero 025 a pag. 32.

© Fonte Wikipedia.

L’AUTRICE DELL’ARTICOLO Originaria della provincia di Varese, Irene Guida si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano; dopo la laurea decide di trasferirsi nel Regno Unito. Al rientro in Italia, si diploma come tecnico progettista del verde e subito dopo inizia a lavorare come giardiniere nel centro di Milano. La coniugazione di questi due mondi, quello storico e dell’arte, con la passione del verde, la porta a frequentare il corso di specializzazione per Esperto di parchi e giardini storici della Scuola Agraria di Monza. Nel 2018 assieme a due colleghi, pubblica il suo primo libro a carattere botanico-divulgativo dal titolo Pianerottole, storie di piante all’uscio (Biblion edizioni).

I TALLACCHINI L’ARCHITETTURA DEL GIARDINO

Seppur di dimensioni contenute, il giardino si sviluppa in modo articolato, seguendo la configurazione scoscesa del terreno, con un alternarsi di terrazze, scalinate, rampe e fontane riccamente decorate, che si dispongono seguendo una successione di piani prospettici.

La struttura del giardino si sviluppa parallelamente alla Villa, dove simmetricamente si trovano due parterre bordati da siepi di bosso, delimitate da balaustre in pietra, pietra a creare una suggestiva terrazza panoramica sul lago. Da qui prende il via l’asse prospettico che spartisce specularmente tutto il giardino, donando simmetria e armonia a tutta la composizione, fra elementi architettonici ed N°027

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GESTIONE | formazione/2

© Fonte Wikipedia.

Per maggiori informazioni www.monzaflora.it

elementi naturali e sensoriali. Non essendo a oggi conosciuto l’autore del progetto, gli esperti pensano che il disegno richiami lo stile della Scuola milanese del Ruggeri e del Croce.

IL PATRIMONIO BOTANICO

Della vasta collezione florovivaistica e in particolare della collezione di agrumi, voluta dall’appassionato Tallacchini, nulla è rimasto. Tuttavia, oggi è possibile ammirare l’architettura di alberi di pregio botanico, come lo spettacolare doppio filare di cipressi situato nella parte inferiore della proprietà, composto da esemplari vetusti di Cupressus semprevirens pyramidalis, pyramidalis oltre a esemplari di Taxus baccata potati in forma, come in uso nel giardino formale, e ai monumentali Tilia cordata e Magnolia grandiflora

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nella parte superiore del giardino. I grandi cedri – Cedrus Libani – adiacenti all’edicola della musica, uniti alla scenografia dei faggi – Fagus sylvatica – cresciuti liberamente nell’area a prato.

LA GESTIONE E GLI USI: CRITICITÀ E POTENZIALITÀ

Lo smembramento della proprietà negli anni ha ridotto la fruizione del giardino alla sua parte inferiore, mentre quella superiore con l’annessa Villa rimane privata e chiusa al pubblico. Il restauro del giardino, ceduto al Comune di Comerio, dal 2008 ha ridato vita alla sua architettura e ai pregevoli manufatti ancora presenti. Un restauro attento e rispettoso delle valenze stilistiche, artistiche e botaniche settecentesche. Arredi, panchine, decori e giochi d’acqua garantiscono ancora oggi l’espressione dello spirito originario del progetto. Il progetto di conservazione curato dall’architetto Angela Baila restituisce il disegno globale rimasto per lo più intatto. Si tratta di un giardino di grande valore anche per la comunità, che può fruire di un parco storico e apprezzarne le attività culturali qui realizzate, in particolare quelle musicali, oggi come nel passato organizzate nell’antica e suggestiva edicola della musica.



GESTIONE | normative

Prendendo spunto da quanto illustrato da Assofloro durante i suoi webinar, ecco qui un approfondimento tecnico per comprendere le modifiche introdotte dal d.lgs. n. 116/2020 e capire come gestire al meglio i residui vegetali derivanti dalla cura del verde urbano di Viola Delfino

Ascolta il podcast su radiogarden.it!

TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti

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Sfalci e pota t

Cosa camb D iverse interpretazioni che hanno fatto seguito al recepimento della direttiva n. 851/2018 con il d.lgs. n. 116/2020, relativa agli sfalci e alle potature, hanno creato confusione e incertezza tra le imprese – artigiane e agricole – che si occupano di cura delle aree verdi pubbliche e private. A testimoniare il disorientamento, la grande partecipazione al webinar organizzato da Assofloro proprio per fare chiarezza sulla gestione dei residui vegetali derivanti dalla manutenzione del verde urbano, pubblico e privato: basti dire che a marzo hanno partecipato quasi 1.000 persone (aziende, professionisti e funzionari pubblici), tra la diretta e ben quattro repliche (resesi necessarie per far fronte alla richiesta di partecipazione). I relatori intervenuti hanno evidenziato che gestire i residui vegetali come sottoprodotto – valorizzandoli – può diventare un’opportunità.

Si tratta di un concetto illustrato già diverse volte sulle pagine della nostra rivista, ma che ribadiamo volentieri, soprattutto nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. In questo articolo riprendiamo quanto spiegato da Assofloro con il supporto dell’avvocato Stefano Masini, responsabile dell’Area Ambiente e Territorio presso la Confederazione Nazionale Coldiretti, e vediamo cosa è cambiato in concreto con l’aggiornamento della normativa e quali sono gli adempimenti per una corretta gestione delle risulte vegetali.

CONSIDERARE LE ALTERNATIVE

Iniziamo dal presupposto sbagliato che sta alla base di molte interpretazioni che hanno creato caos: considerare gli sfalci e le potature come rifiuti e la conseguente volontà di disfarsene senza soffermarsi sulle possibili alternative. È vero che il d.lgs. n. 116/2020 di modifica del d.lgs. n. 152/2006 ha


a ture.

mbia?

VADEMECUM PER GLI ARTIGIANI, GESTIONE SEMPLIFICATA ◗ Non sono previsti adempimenti amministrativi per l’artigiano che produce e per l’imprenditore agricolo che impiega sottoprodotti. ◗ Sono esonerati dall’iscrizione al Catasto dei rifiuti gli imprenditori che raccolgono e trasportano propri rifiuti non pericolosi e gli imprenditori produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che non hanno più di dieci dipendenti. ◗ Sono esonerati dalla tenuta del registro di carico e scarico gli imprenditori che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi e gli imprenditori produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che non hanno più di dieci dipendenti. Per gli imprenditori che in un anno producono quantità di rifiuti non eccedenti le 20 tonnellate di rifiuti non pericolosi e le quattro tonnellate di rifiuti pericolosi, la tenuta del registro di carico e scarico può essere delegata alle organizzazioni di categoria o alle società di servizi. ◗ Sono esonerati dalla compilazione del formulario: i produttori iniziali di rifiuti urbani che provvedono al trasporto degli stessi presso i centri di raccolta di cui all’articolo 183; i produttori di rifiuti speciali non pericolosi che provvedono al trasporto dei propri rifiuti in modo occasionale e saltuario presso il centro di raccolta per non più di cinque volte all’anno e in quantità non superiore a 30 chilogrammi o trenta litri. La movimentazione dei rifiuti all’interno di aree private non è considerata trasporto. ◗ Sono esonerati dall’iscrizione all’albo gestori ambientali le imprese che raccolgono e trasportano rifiuti non pericolosi se già iscritte all’albo per le attività di raccolta e trasporto dei rifiuti pericolosi. ◗ Sono tenuti a iscriversi nella sezione speciale dell’albo i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti attraverso la presentazione di una comunicazione alla sezione regionale o provinciale dell’Albo territorialmente competente. N°027

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GESTIONE | normative E L’IMPRESA AGRICOLA? Vediamo ora cosa cambia per l’impresa agricola. Le modifiche al codice dell’ambiente apportate dal recente d.lgs. n. 116/2020 per effetto del recepimento della direttiva n. 851/2018, impongono una rilettura dell’articolo 185, lett. f) del d.lgs. n. 152 del 2006 per le conseguenze che derivano dalla eliminazione dell’inciso “nonché gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni”, che non risultano quindi più esclusi dalla disciplina dei rifiuti. L’attuale formulazione dell’articolo 185, lett. f) è, pertanto, la seguente: sono esclusi dalla disciplina dei rifiuti “la paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, gli sfalci e le potature effettuati nell’ambito delle buone pratiche colturali, utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. Per effetto delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 116/2020, i rifiuti della manutenzione del verde pubblico, come foglie, sfalci d’erba e potature di alberi sono compresi tra i rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 183 lett. b-ter. Tuttavia, sono espressamente esclusi dalla disciplina dei rifiuti urbani i rifiuti della produzione, dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca ai sensi dell’articolo 183, co. 1, b-sexies. Dunque, gli sfalci e le potature derivanti dall’attività propriamente agricola continuano a essere esclusi dalla disciplina dei rifiuti, mentre gli sfalci e le potature derivanti dall’attività di manutenzione del verde pubblico sono rifiuti speciali se realizzati dall’imprenditore agricolo, ai sensi dell’articolo 184, comma 3, lett. a) nell’esercizio dell’attività agricola.

incluso nella definizione di rifiuti urbani i residui vegetali prodotti nell’attività di manutenzione del verde pubblico, tuttavia occorre individuare diverse soluzioni, in relazione all’ambito oggettivo o soggettivo di riferimento, tanto da risultare necessario procedere a un inquadramento delle fattispecie interessate dalla modifica indicata. Sulla base di un criterio strettamente oggettivo, i rifiuti della manutenzione del verde pubblico, come foglie, sfalci d’erba e potature di alberi devono considerarsi rifiuti urbani ai sensi

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N°027

dell’articolo 183 modificato, lett. b-ter. Sono invece espressamente esclusi dalla disciplina dei rifiuti urbani i rifiuti della produzione, dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca (art. 183, co. 1, bsexies). Inoltre, resta ferma la disciplina in materia di sottoprodotti di cui all’art. 184-bis, relativa al materiale derivante da un processo di fabbricazione che non è principalmente destinato a produrlo e del quale il detentore non cerca di “disfarsi”, ma intende sfruttare o commercializzare –


Vai al sito www.assofloromagazine.it per scaricare i materiali di approfondimento sui residui vegetali da sfalci e potature. Trovi anche il fac-simile Contratto e documento di trasporto e le faq (frequently asked questions) di Assofloro

altresì eventualmente per il fabbisogno di operatori economici diversi da quello che l’ha prodotto – a condizioni a esso favorevoli, in un processo successivo, purché tale riutilizzo non sia soltanto possibile ma certo, non richieda una trasformazione preliminare e intervenga nel corso del processo di produzione. Non è tutto: particolare attenzione è riservata alla categoria dei rifiuti organici, attraverso l’inserimento dell’art. 182 ter del d.lgs. n. 152/2006 per effetto del d.lgs. n. 116/2020. Risulta opportuno risolvere l’inquadramento di fattispecie che presentano margini di sovrapposizione tra le categorie di non rifiuti, rifiuti speciali, rifiuti organici e rifiuti urbani, tenuto conto delle diverse figure imprenditoriali coinvolte nelle attività di manutenzione del verde pubblico: in particolare, imprenditori artigiani e agricoli.

COME DEVE PROCEDERE L’IMPRESA ARTIGIANA

Concentriamo la nostra attenzione sull’impresa artigiana. Ecco, nel dettaglio, cosa cambia dopo il recepimento della direttiva n. 851/2018 con il d.lgs. n. 116/2020. Innanzitutto, prima di liberarsi del materiale vegetale come rifiuto urbano, può conferire sfalci e potature all’impresa agricola per essere impiegati direttamente sui propri terreni, nell’ambito di buone pratiche agronomiche, secondo la disciplina dei sottoprodotti, in presenza delle condizioni di cui all’articolo 184-bis del d.lgs. n. 152 del 2006; in alternativa può valorizzare sfalci e potature come rifiuti organici, destinandoli alla produzione di ammendante compostato da immettere sul

mercato, secondo le condizioni fissate dal d.lgs. n. 75 del 2010 in materia di fertilizzanti che, all’allegato II prevede, ad esempio, l’impiego del compostato per la produzione di ammendanti verdi o misti. Nel caso in cui l’imprenditore artigiano decida di disfarsi del materiale vegetale, può conferirlo a un impianto di compostaggio con una capacità di trattamento non eccedente le 80 tonnellate annue e che sia destinato al trattamento di rifiuti raccolti nel comune dove i suddetti rifiuti sono prodotti e nei comuni confinanti che stipulano una convenzione di associazione per la gestione congiunta del servizio; oppure può destinare sfalci e potature alla produzione di energia, energia secondo le disposizioni di cui al D.M. 13 ottobre 2016, n. 264 “Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti”. N°027

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SCOPERTE | luoghi

CUSTODI

DELLE FORESTE URBANE Sono sette le città italiane che nel 2021 hanno ottenuto il riconoscimento di Tree cities of the world dall’Arbor Day Foundation e dalla Fao. Un buon segno, che testimonia di Irene Nuvola la crescente attenzione per il verde urbano TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti

LE CITTÀ ITALIANE

L

e foreste urbane prendono sempre più spazio in tutto il mondo. Oltre a esclamare un liberatorio “era ora” andiamo a vedere da vicino come e perché. Partiamo dalla notizia: il riconoscimento Tree cities of the world (città verdi del mondo), elargito dall’Arbor Arbor Day Foundation, Foundation organizzazione associativa senza scopo di lucro dedicata alla piantagione di alberi, e dalla Fao,

• Cesena • Lignano Sabbiadoro • Milano • Modena • Padova • San Mango d’Aquino • Torino

COME SI OTTIENE IL RICONOSCIMENTO? Per conseguire il titolo di città verde le amministrazioni comunali devono attuare politiche di tutela e conservazione degli alberi e delle foreste urbane e, allo stesso tempo, promuoverne lo sviluppo e l’ampliamento. Le città titolate entrano a far parte di un network che, tra gli obiettivi, annovera la condivisione delle best practice. N°027

l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2021 è stato conseguito da un numero crescente di centri urbani. Nell’elenco pubblicato ad aprile 2021, infatti, sono ben 120 le città in 23 Paesi, mentre nel primo anno di pubblicazione erano 68 in 17 Paesi. Tra le new entry: New York (Usa), Toronto (Canada), Guadalajara (Messico), Birmingham (Uk), Kampala (Uganda) e le italiane Cesena (FC), Lignano Sabbiadoro (UD), Modena, Padova e San Mango d’Aquino (CZ), che si aggiungono a Milano e Torino, riconosciute già dall’anno scorso. Un buon segno, insomma, testimone dell’attenzione che i Comuni stanno ponendo alla cura e l’importanza degli alberi. Fonte: Gazzetta del Sud.

Fonte: Ansa.

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Per saperne di più vai su: treecities oftheworld.org



SCOPERTE | vegetali/1

Osare

e innovare Ecco a voi le varietà vincitrici del Florall Awards Spring 2021 e le new entry nella famiglia Plantipp. Proposte ideali per dare quel tocco in più anche a giardini e terrazzi di piccole dimensioni di Filippo Tommaseo TEMPO DI LETTU R A: 7 minuti

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e abbiamo parlato più e più volte su queste pagine. Spesso – molto spesso – i clienti chiedono sempre le stesse piante. Piante che vedono nei giardini e sui terrazzi di amici e parenti o piante che vanno di moda, avvistate su riviste o promosse dai negozi con logiche esclusivamente commerciali. Al giardiniere, però, spetta anche l’onere e l’onore

2 R Agapanthus ‘Poppin Purple’,

il primo sempreverde viola Il primo agapanto sempreverde viola intenso disponibile sul mercato è stato premiato con la medaglia d’argento al Florall Award 2021. La varietà, battezzata dall’azienda Agapanthuskwekerij, saprà conquistare un vasto pubblico grazie al colore intenso dei suoi fiori e alla fioritura di lunga durata. La pianta attira le farfalle, è amica delle api e cresce più velocemente di altre varietà raggiungendo 60 cm di altezza e 45 cm di larghezza. In pieno sole e in un terreno ben drenato, questa pianta ipercolorata resiste fino a -12 °C. Ideale anche in vaso e in contenitori misti.

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di avallare il proprio ruolo di profondo conoscitore del mondo vegetale, e quindi di proporre nuove varietà. Di osare e innovare. Giusto per darvi qualche spunto, qui vi presentiamo i vincitori del Florall Awards Spring 2021 e le new entry nella famiglia Plantipp, proposte ideali per dare quel tocco in più anche a giardini e terrazzi di piccole dimensioni. Buona lettura e… Osate e innovate, sempre e comunque.


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il podio R Betterbuxus, in vaso e in terra Medaglia d’oro a Betterbuxus, risultato di un lavoro, durato dieci anni, dell’Istituto di ricerca delle Fiandre per l’agricoltura, la pesca e l’alimentazione (Ilvo). Una varietà di bosso più forte, in un certo senso, e con una maggiore resistenza rispetto a quello comune. Il nome Betterbuxus®, – pensato dall’azienda Herplant – è ideale per abbattere la convinzione che il Bosso sia una pianta difficile da curare. Una varietà estremamente versatile, dal momento che prospera sia in vaso sia in giardino, e che ha il potenziale per ottenere un successo internazionale, anche oltre il mercato fiammingo, grazie alla resistenza alle malattie fungine che permette una crescita indisturbata durante l’estate.

Florall Awards

Spring 2021

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cco qui le medaglie oro, argento e bronzo del premio Florall Awards Spring 2021, organizzato da Florall, la fiera che si svolge a Sint-Denijs-Westrem, nella provincia belga delle Fiandre orientali.

R Leucothoe ‘Rant01’ (Firestar),

creatività e leggerezza Il verde e il rosso che caratterizzano la varietà che ha conquistato la medaglia di bronzo, la distinguono da tutti gli altri Leucothoe. Oltre a crescere lentamente ma in modo compatto, richiede poca manutenzione. Le sue foglie sono di un verde brillante e, in estate, presentano ampi bordi bianchi. In autunno i giovani germogli assumono un colore viola-rosso intenso, che li accompagna lungo tutta la stagione. Rinominata dall’azienda Van Vliet new plants bv, il Leucothoe ‘Rant01’, si adatta a questi tempi strani, comunica creatività e leggerezza e ha il potenziale per rendere felici.

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Tutti i dettagli: www.florall.be


SCOPERTE | vegetali/1

Sorprese tra gli a P

lantipp, società olandese specializzata nella gestione delle royalty, ha sviluppato durante il 2020 nuove varietà di arbusti da fiore, più una da frutto, strizzando l’occhio in particolare a un pubblico giovane. Sono cinque le novità più rappresentative per quanto riguarda la famiglia degli arbusti da fiore, da consigliare a quei clienti che vogliono spazi verdi dall’impostazione innovativa: sono il risultato di un importante innovativa lavoro di genetica, che ha visto, inoltre, il coinvolgimento dei diversi interlocutori della filiera – licenziatari, ibridatori, partner commerciali, giardinieri e garden center – per riuscire a offrire piante sempre più apprezzate dal cliente appassionato. Ecco una breve presentazione di ognuna. Maggiori info su: www.plantipp.eu

DA SEGNARE SUL TACCUINO Oltre agli arbusti segnalati, eccone altri due che meritano di essere annoverati tra le proposte da fare a una clientela che ha voglia di accogliere novità. ◗ Weigela ‘Picobella Rosa’: regala fiori in abbondanza da maggio a ottobre e rimane estremamente compatta, con un’altezza di 40 cm e un’altezza di 60. Questa Weigela è caratterizzata da una chioma molto fine e richiede poca manutenzione. Deve essere piantata al sole e resiste molto bene alle basse temperature (-25 °C). ◗ Prunus ‘Bonaparte’: è particolare per i giovani germogli rosso-arancio che creano un magnifico contrasto con il fogliame verde maturo. Questo arbusto sempreverde colpisce anche per il suo caratteristico portamento lineare e la vegetazione molto densa. I fiori, sui toni del bianco-rosa, compaiono in primavera. È una pianta ideale per la formazione di siepi, ma anche come singolo esemplare. Ha l’esigenza di essere piantata in un terreno ben drenato e in pieno sole (o mezz’ombra), richiede bassa manutenzione, è facile da potare e resiste fino a -22 °C.

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H Rosa ‘Cutie Pie’, senza spine Bassa e compatta: cresce fino a 10 cm in altezza e 20-30 cm in larghezza. Non si tratta di una varietà da frutto, quindi non necessita di essere potata, e inoltre non ha spine. Fiorisce in modo esuberante in estate con graziosi fiori rosa ed è una valida scelta per terrazzi e angoli del giardino. Resiste tranquillamente fino a –25 °C.


i arbusti

H Ficus ‘Little Miss Figgy’, il frutteto sul balcone Una pianta dalle dimensioni nane e molto compatte, che cresce fino a 90 cm di altezza. Il fogliame verde scuro e profondamente lobato, compare in primavera su numerosi rami dagli internodi corti. Durante la bella stagione e in autunno è molto generosa nella produzione di fichi grandi, dolci e bronzati. Predilige terreni asciutti e leggeri e ama il pieno sole. È una pianta resistente alla siccità, ma deve essere tenuta al riparo dai forti venti. Sarà necessario ricorrere alla potatura in inverno, dopo la caduta delle foglie, per mantenere le dimensioni e la forma desiderate. È la pianta ideale per un frutteto sul balcone, per piccoli giardini e per la coltivazione in vaso.

R Trachelospermun ‘Star of Milano’, per nulla esigente Un arbusto rampicante sempreverde che ha come caratteristica principale quella di avere le foglie color verde scuro, con striature tendenti al bianco crema. Star of Milano fiorisce abbondantemente con fiori rosa e profumati e garantisce un lungo periodo di fioritura, da maggio a settembre. Può raggiungere senza difficoltà un’altezza di circa tre metri e una larghezza di due. La potatura non è necessaria, ma nel caso, può essere effettuata a inizio primavera. Non ha esigenze particolari, tollera il pieno sole e resiste alla siccità, quindi non ha bisogno di particolari quantità di acqua. Può resistere fino a -12 °C.


SCOPERTE | vegetali/2

Per CHI AMA

i CICLAmini Quattro varietà per avere sempre la risposta pronta, anche davanti a richieste fino a poco tempo fa non esaudibili. L’olandese Schoneveld Breeding presenta Leopardo, Crayon, Vintro e Odora, quattro varietà di ciclamini per 365 giorni all’anno, attenti alla sostenibilità di Alice Nicole Ginosa agio nel clima fresco e umido, è un ciclamino dai fiori forti e grandi che sboccia nelle giornate fredde e buie alla fine della stagione. Leopardo, invece, non teme le alte temperature. Un fiore grande in sei colorazioni che, dopo i primi risultati positivi in Israele, è arrivato in Italia e oggi conta ben 15 coltivatori. Caldo o freddo non importa, sia Vintro sia Leopardo possono essere coltivati in modo sostenibile. Il primo, grazie alla sua adattabilità al fresco, richiede poco riscaldamento, mentre il secondo ha una lunga durata e non necessita di continue produzioni. Leopardo ha una lunga durata e resiste alle temperature più calde.

TEMPO DI LETTU R A: 2 minuti

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Ciclamino dalla colorazione unica, Crayon, eopardo, Crayon, Vintro e Odora. è facile da coltivare e regala un effetto wow al Si chiamano così i ciclamini nati per primo sguardo, mentre Odora Odora, come suggerisce soddisfare ogni esigenza del cliente il nome stesso, si distingue nell’assortimento per tutto l’anno, dall’autunno la fragranza emanata dai suoi all’estate, passando per inverno fiori variopinti. Per maggiori info: e primavera. A crearli, Schoneveld schoneveld-breeding.com/it/ Breeding, l’azienda di Wilp nei Paesi Odora ha una forma che Bassi, specializzata nell’ibridazione di coniuga fiori accattivanti e un buon profumo. piante da vaso resistenti al freddo. Ora – sorvolando su tutti i discorsi che si potrebbero fare a tal proposito e ricordando sempre che a volte è meglio dire no – per chi vi chiede ciclamini ad agosto, avrete la risposta in tasca. Una risposta peraltro sostenibile: tutti i prodotti Schoneveld Breeding crescono anche senza un uso massiccio di fertilizzanti, inibitori e altri prodotti chimici.

VINTRO E LEOPARDO, ADATTI PER OGNI CLIMA

Due ciclamini opposti che resistono a temperature diverse e che per questo in un certo senso si completano e creano un continuum. Vintro è a suo

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CRAYON E ODORA, A FAVORE DI VISTA E OLFATTO


IL PRONTUARIO

Continuiamo la riflessione iniziata sullo scorso numero sull’ostica questione dei preventivi. In queste pagine vediamo come capire il tipo di cliente che si ha di fronte e come fare il primo approccio online

Ascolta il podcast su radiogarden.it!

di Lucio Brioschi

PREVENTIVI?

TEMPO PERSO!

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ullo scorso numero (a pag. 64) abbiamo affrontato la voce “preventivo”, che per le aziende di giardinaggio è da una parte una necessità, dall’altra una spina nel fianco. Non sarebbe produttivo riuscire a dedicare il tempo dei preventivi soltanto ai clienti che accetteranno? Si può fare ma richiede organizzazione e determinazione e non discontinuità, si tratta di filtrare molto bene tutte le richieste che ci pervengono. Il problema non è rappresentato dal preventivo ma dal tempo impiegato per redigerlo, pensarlo, cucirlo a misura sul cliente per poi sentirsi dire un “no” secco oppure un… “ci pensiamo”. Il problema vero è costituito dai clienti che non vengono interrogati abbastanza prima di procedere al preventivo.

RICONOSCI IL CLIENTE DA COME SI PRESENTA

C

i sono figure, definite clienti, che si comportano in modo tale da lanciarci dei segnali in anticipo su quello che potrà essere il risultato del nostro lavoro: lavori presi o non presi! Il comportamento dei clienti che andrebbero meglio valutati si riassume in questi punti:

• cliente del tutto e subito; • cliente che non dà valore al nostro lavoro, siamo uno dei tanti a cui rivolgersi, non capisce o non vuole capire le proposte e le nostre motivazioni; • solo il prezzo (in basso a destra, ha detto qualcuno) è la leva della decisione: se fai meno, il lavoro è tuo; viceversa, no grazie; • cliente che non parla o parla poco, sembra comprendere quanto diciamo e noi, per l’euforia di prendere un altro lavoro, cadiamo nella sua trappola; • cliente che, nonostante ci sia un regolamento su come si definisce un accordo, non è disposto a pagare una caparra (nessun acconto, ne abbiamo parlato in precedenza); • cliente che esaurisce tutta la sua necessità/fretta non appena si parla di pagamenti; • cliente incerto, non sa, non crede, gli hanno detto, cambia idea su quello che ha appena confermato; • cliente che è assolutamente convinto che fare il giardiniere non sia un lavoro, cosa ci vuole?

Sta a voi allenarvi a comprendere, almeno al primo contatto e dopo le prime domande, se vi può essere un interesse reciproco (suo e vostro) a proseguire N°027

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IL PRONTUARIO

Chiunque può farlo e quindi…; • cliente che vi dirà: «il lavoro è suo, ma pensavo che potremmo compensarlo in parte con una targa pubblicitaria, lei si fa notare e io ho il giardino realizzato, cosa ne dice?»; • cliente che non decide lui ma un chissà chi altro…

Potremmo continuare nella casistica dei clienti che dovrebbero farci riflettere, ma andiamo oltre. Come possiamo evitare che tutto questo accada e lo si venga a scoprire dopo che abbiamo realizzato un preventivo?

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FARE DOMANDE

o già che molti di voi, leggendo, diranno: cose sapute, noi le applichiamo già! Bene, per ognuno di voi che opera in questo modo ce n’è un altro che non lo fa, quindi il problema esiste. Non importa se le richieste di sopralluogo e preventivo vi arrivano per e-mail, biglietto scritto da un collaboratore o per telefono. Anzitutto occorre definire di cosa si sta parlando: terrazzo, giardino multi-ettari o piccolo spazio a verde in cortile condominiale? Poi quali sono le necessità del cliente: tempi, previsioni di consegna lavori; in pratica: per

Il problema non è rappresentato dal preventivo ma dal tempo impiegato

per redigerlo, pensarlo, cucirlo a misura sul cliente per poi sentirsi dire un “no” secco oppure un… “ci pensiamo”

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quando lo vuole? Ha più o meno un’idea di un budget (argomento delicato ma trattabile con i dovuti modi e tempi)? È un cliente che parla senza sosta oppure sta zitto e ci tocca tirargli fuori le parole con le pinze? Si presenta correttamente (educato, rispettoso, consapevole che sta facendo una richiesta e non ordinando il da farsi)? Sta a voi allenarvi a comprendere, almeno al primo contatto e dopo le prime domande, se vi può essere un interesse reciproco (suo e vostro) a proseguire.

I

SEGNALI NEGATIVI

l tempo è il primo segnale negativo. Più fretta i clienti hanno e più ci saranno problemi. Se a una vostra affermazione del tipo «Ci sono diverse possibilità per realizzare quello che mi sta dicendo e certo sono anche costose…», non segue una reazione come «Vabbè quanto mi ci vorrà circa per fare qual lavoro?», si può rispondere da un minimo a un massimo di tempo e si attende la replica. Se il colloquio prosegue più su cosa fare che su quanto costa, è possibile che la via sia positiva. Per cui è bene dedicare qualche decina di minuti del vostro tempo per sondare ogni possibile problema prima di mettersi in auto e recarsi a fionda a fare un sopralluogo a cui seguirà − ahimè − un inutile preventivo. Ma perché tutto questo? Perché esiste una regola fondamentale che vale per noi giardinieri, così come per le aziende e per i siti web. Le nostre azioni, la visibilità che andiamo a creare con le nostre pubblicità e comunicazioni social, creano inevitabilmente un contatto. Il termine tecnico (e ne parliamo perché è anche il linguaggio di chi vi segue il sito web o vi cura i social) è lead ovvero i potenziali clienti che sono interessati da quanto visto, sentito raccontare, ecc., ma non hanno ancora interagito. Sta a voi trasformarli in prospect, la parte dei primi che avendovi contattato, in qualsiasi forma, vengono passati al setaccio e quindi vengono filtrati.


Il lavoro del giardiniere è complesso e spesso non sappiamo nemmeno noi quanto andremo a chiedere economicamente; sul sito web o sulla pagina social non si tratta di dire tutto con precisione, solo una partenza per attrarre clienti Detto ciò, ecco un’altra azione che si affianca al fare domande: • filtriamo i lead e otteniamo meno prospect ma di maggiore qualità, ovvero abbiamo più probabilità di portare a casa un lavoro.

Non è necessario buttarsi ad acchiappare ogni contatto che arriva, prima o poi il problema ci si porrà di fronte.

S

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

ito web e profilo social (no, non il vostro ma quello della vostra attività) sono i primi attrezzi della vostra cassetta super accessoriata. Strutturare un buon sito e una buona pagina permette di avere già molti filtri che ci consentono di raccogliere non tutti i lead ma solo alcuni. Quali sono questi filtri, ossia altri strumenti che ci aiutano a rendere più performante la nostra attività verde? • il prezzo; • come lavori; • chi sei, tu, cliente.

Partiamo dal prezzo, che è una barriera se non viene accompagnato dai vantaggi che si acquisiscono pagandolo. Per cui esporre i prezzi può sembrare “commerciale” ma se fatto con eleganza e pensiero può da solo eleminare clienti inopportuni. Non lo si comunica perché ci pare poco professionale dirlo, lo diciamo poi sul preventivo che non verrà chiuso… Non è necessario comunicare un listino basta un prezzo di “abbordo”: “Il tuo spazio verde? A partire da € 200,00/mese, vuoi sapere come?” Il lavoro del giardiniere è complesso e spesso non sappiamo nemmeno noi quanto andremo a chiedere economicamente, ma, come detto, non si tratta di dire tutto con precisione, solo una partenza per attrarre clienti.

Ed eccoci al secondo punto: come lavori? Il cliente, ormai navigatore del web, sa destreggiarsi con comunicazioni di vario livello, per cui è in grado di recuperare su di voi e la vostra azienda informazioni come: • dove operate; • per chi avete lavorato (mi raccomando solo nomi di aziende o di enti pubblici, la privacy regna); • in quanto tempo mediamente realizzate un giardino; • come procederete se vi viene inoltrata una richiesta via mail (mentre scrivo sto aspettando da circa un anno la risposta di un servizio clienti di un’azienda per la riparazione di un attrezzo!); • operate in regime di bonus verde? • come si può realizzare un giardino, quali sono le fasi e come funzionano (pagamenti, caparre, tempi, cosa fate in caso di maltempo, ecc.).

Tutto questo serve già per presentare molto di più di quanto non sapreste dire al sopralluogo: chi vi chiama ha certamente in animo di proseguire con voi, qualcosa di voi ha lasciato il segno. Se il tempo è “non ora”, ma vi contattano, in genere, saranno più propensi ad attendere. Infine, chi sei, tu, cliente? Anche a distanza, a mezzo e-mail, possiamo porre domande al potenziale cliente: sul modulo della mail (se previsto nel vostro sito) ma anche tramite una semplice e-mail inviata dal vostro indirizzo di posta elettronica. Specificate sempre cosa il cliente dovrà comunicarvi. In pratica, conosciamoci prima per proseguire insieme dopo. Si tratta di metter per scritto alcune delle domande che gli fareste al telefono, nulla di più. Se riceviamo una mail completa di informazioni, la telefonata sarà di un altro tono e livello, si potranno già affermare alcuni aspetti che saranno da perfezionare nel preventivo, quindi avrete non un lead ma un prospect. Non mi resta che augurarvi buon lavoro! N°027

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L’OPINIONE

Il Giardiniere

al cambio di stagione ’ C Ascolta il podcast su radiogarden.it!

di Anna Zottola

è sempre irrequietezza quando dobbiamo decidere di fare il cambio degli armadi. Chissà se la frenetica attesa, o quella energia che sta per esplodere nelle nostre mura domestiche, sono le stesse emozioni che trasmettiamo ai nostri abituali o nuovi clienti. Il cambio di stagione è un’operazione che talvolta comporta di disfarci di giacche e giacchette obsolete, ma anche di eseguire piccole manutenzioni di sartoria, oppure di recuperare un design vintage. Una perfetta analogia con quanto accade nei nostri ambienti preferiti di vita all’aperto, come il giardino o il terrazzo “vestito con le piante”. Credo che molti di noi potrebbero condividere che il più importante cambio di stagione sia proprio quello del passaggio dall’inverno alla primavera. primavera Probabilmente il più faticoso, o noioso quando riguarda i lavori di pulizia. Certamente più entusiasmante quando il giardiniere può consigliare progetti che emozionano. La primavera è la celebrazione “per eccellenza” della rinascita del giardino. E per il Giardiniere è primavera

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tutto l’anno. Dai segreti del letargo vegetativo il giardiniere, o meglio il giardiniere artista, artista fa comparire, con la sua formula magica, una sorprendente tavolozza di colori e profumi di Viole, Narcisi, Giacinti, Vinche e Tulipani. Il giardiniere artigiano coltiva il terreno, essenza del Giardino, rigenera il prato, esegue con maestria le potature degli arbusti a fioritura invernale, e cura gli alberi da frutto. Non deve mancare mai il giardiniere progettista, che può disegnare nuovi panorami progettista o angoli suggestivi − quelli del giardino − della prossima stagione. In questo periodo, la certezza che il giardiniere − un’unica figura professionale − possa coprire così tanti ruoli, è anche la consapevolezza, per i clienti, che un futuro ancora ci sia. Proviamo a spiegare meglio questa fantastica versatilità del Giardiniere. Presentiamo preventivi modulari per i diversi servizi, aggiungendo soluzioni innovative in ogni stagione. Ispiriamoci ai racconti del politologo-giardiniere ceco Karel Capek, nel suo libro “L’anno del Giardiniere” (ne abbiamo parlato in modo approfondito sul numero scorso a pag. 6 e l’articolo è ascoltabile anche su Il giardiniere Voice, su radiogarden.it): un invito pratico a “srotolarci” nelle attività del Giardiniere lungo l’intero ciclo delle stagioni. stagioni




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