IL CANTIERE | tecniche
i nuovi cam, Il primo di una serie di approfondimenti sui nuovi CAM per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde. Una lettura scrupolosa e attenta. Una revisione critica, alla luce di una lunga esperienza sul campo testo e foto di Valerio Pasi TEMPO DI LETTU R A: 13 minuti
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el bel mezzo della bufera Covid-19, il 4 aprile 2020 con Decreto 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i nuovi Criteri Ambientali Minimi (di seguito CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde, che andranno in vigore dopo 120 giorni, ovvero il 2 agosto 2020. Tre sono gli ambiti di applicazione: il servizio di progettazione di nuova area verde o riqualificazione di area già esistente; il servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico; la fornitura di prodotti per la gestione del verde. Ben rilevanti dunque le novità, che non si limitano a indicazioni circa gli ammendanti, gli impianti di irrigazione e le piante ornamentali, come nei CAM precedenti (DM 13 dicembre 2013). In questo primo articolo ci concentriamo sulla parte relativa alla progettazione del verde.
LE CAPACITÀ TECNICHE RICHIESTE
Per quanto riguarda la progettazione, anche se non obbligatorio, si individua il criterio di selezione in SPECIE AUTOCTONE: L’ESEMPIO DI MILANO Come detto, nelle grandi città è difficile dire quali siano le specie autoctone. A Milano, per esempio, dopo secoli e secoli di urbanizzazione, di antropizzazione della campagna e di eliminazione totale delle cenosi forestali, quali sono le specie autoctone? Ci si deve riferire al Bosco di Cusago (reliquati delle foreste planiziali del querco-carpineto) o all’Oasi di Lacchiarella (reliquati delle foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior excelsior)? È evidente che per la città di Milano non si può stabilire quali siano le specie autoctone.
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base all’interdisciplinarietà, all’interdisciplinarietà ovvero l’elaborazione da parte di un team di professionisti con diverse competenze professionali in grado di garantire una visione completa e organica. Curioso come tra le capacità tecniche non figurino quelle agronomiche, che sono quelle maggiormente rilevanti, ma vengano citate genericamente le competenze relative al campo ambientale, paesaggistico, naturalistico, forestale, ingegneristico, geologico e urbanistico. Nella documentazione di gara devono invece essere indicati i criteri di scelta delle specie vegetali, le eventuali soluzioni per la conservazione e la tutela della fauna selvatica, la gestione delle acque, eventuali sistemazioni
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