Introduzione
Introduzione Siamo alla terza edizione della guida di arrampicata della Valsesia. Gli anni passano, gli impegni personali portano ad alcuni cambiamenti, la forma fisica non è sempre a buoni livelli. La nostra “voglia di arrampicata” però rimane immutata nel tempo, in alcuni casi si trasforma in tenacia. L’entusiasmo nel frequentare la roccia è sempre alle stelle. Grazie a questa nostra passione siamo ancora qui a presentarvi la Valsesia, i suoi luoghi, le sue pareti e le sue falesie. Per dovere di cronaca, la prima apparizione della Valsesia nella bibliografia di arrampicata risale al 1987, quando la falesia di Ara e la parete dei Finanzieri di Alagna vennero recensite nella guida “I luoghi della libera 1” della Vivalda Editori. Dieci anni più tardi, nel 1997, venne data alla luce la guida “Arrampicare in Valsesia”, edita da Melograno Edizioni e curata dal gruppo GASS, molto attivo in quegli anni a promuovere l’arrampicata sportiva in Val Sermenza. A questo volume fece seguito, nel 2003, la prima edizione di Versante Sud “Arrampicate sportive e moderne in Ossola e Valsesia” e, a cinque anni di distanza, la seconda edizione “Ossola e Valsesia”. E sulla scia dell’entusiasmo apparve on-line www. arrampicareinvalsesia.it, un punto di riferimento per tutte le news e gli aggiornamenti di arrampicata in Valsesia. Anno 2013: siamo al lavoro per la nuova edizione. Rispetto all’ultimo volume uscito la Valsesia avrà, come nel 1997, una guida interamente dedicata alle sue pareti. Nel corso di questi ultimi anni sono nate nuove e interessanti falesie mentre, con grosso lavoro da parte dei “soliti noti”, ne sono state riportate alla luce alcune vecchie, abbandonate per lungo tempo e cadute ingiustamente nell’oblio. Alcuni esempi sono la storica del “Fun’d’Scotte” ad Alagna, comoda per l’estate e con molte belle vie di media difficoltà e la falesia della “Badia” a Quarona, i cui tiri più difficili attendono una conferma del grado da parte dei climbers più talentuosi. In campo multipitch è da segnalare un ripristino di alcune vie di rilevanza storica sulla “Parete Calva” a Rassa, tra le più selvagge e selettive della Valsesia. Al momento della stesura della guida è ancora in fase di sviluppo la parete del rifugio Massero nei dintorni di
4
Carcoforo: con la sua prevalenza di gradi facili e il suo ambiente squisitamente montano, si rivelerà fra le mete preferite del pubblico “no-big” e adatta ai corsi di alpinismo. Ampliamenti in vista per le falesie dell’alpe Boracche e di Casa Capietto: stanno aumentando notevolmente i tiri nella prima, mentre nella seconda si sta attrezzando un settore poco più in basso della parete classica. I loro muri di gneiss ruvido, compatto e lavorato, sono da annoverare fra i più attraenti di tutta la Valsesia, e i lunghi avvicinamenti non dovranno scoraggiare gli arrampicatori. Sempre in fase di stesura guida, sono stati ultimati alcuni lavori a progetto di manutenzione e consolidamento della falesia “Ronco” a Fervento: il luogo si conferma così un punto di riferimento per intere famiglie di arrampicatori. Inoltre nuovi fix stanno apparendo sulle pareti limitrofe alla Torre delle Giavine, a Boccioleto: forse è giunto il momento di rivalorizzare alcune vecchie vie già esistenti. Ancora un paio di novità per l’estate: la falesia delle “Quare”, attrezzata dall’instancabile Alberto Zucchetti, su cui sono presenti tiri atletici di tutte le difficoltà e la falesia del “Bric Brac Bruc”, dove Paolo “Baga” Bagatin ha chiodato tiri decisamente più selettivi su una roccia che non ti aspetti. Purtroppo in questi anni continua la scarsa e inspiegabile frequentazione di alcuni settori e alcune piccole falesie: un vero peccato, si rischia di perdere un pezzo di storia dell’arrampicata valsesiana. Ma la Valsesia non è solo falesie e vie multipitch ma è anche bouldering: già negli anni ottanta erano note alcune aree in valle in cui si praticava il sassismo come forma di allenamento propedeutico alle salite in montagna. Agli inizi del nuovo millennio, con la riscoperta del bouldering come disciplina indipendente, sono stati valorizzati molti settori, diffusi su tutto il territorio, con roccia e stili di arrampicata differenti. Chissà, forse avremo modo di entrare nel dettaglio in un’altra occasione. Davide Borelli