Cenni storici
1920-1940 Tra i pionieri del primo dopoguerra ad occuparsi di arrampicare forte anche “in palestra” c’è Ettore Ellena e Pipi Ravelli. Ettore è attivo fin dalla seconda metà degli anni venti e nel 1927 compie le prime salite a Rocca Sbarua. Pipi Ravelli invece sale la Via Brik ai Denti di Cumiana. S u c c e s s i va m e nt e è G i u s to G e r va s u t t i l’arrampicatore che lascerà un segno indelebile nelle palestre piemontesi. A Rocca Sbarua Giusto sale una via caratterizzata da un lungo diedro, che diverrà una grande classica. In montagna, sulle guglie dolomitiche della Valle Stretta, Boccalatte risolve invece lo spigolo della Torre Germana. In bassa Val di Susa è ancora Ravelli il primo ad accorgersi che c’è roccia scalabile: le grandi placconate del versante nord della Sacra di San Michele appaiono a quei tempi il luogo più invitante dove arrampicare alle porte della città. 1945-1955 Luigi Bianciotto sale lo Spigolo Bianciotto a Rocca Sbarua, superando probabilmente il primo VI° piemontese in arrampicata totalmente libera, senza mettere un chiodo. Poi sale anche un notevole spigolo granitico sulla Punta Cristalliera in Val Chisone. Sempre a Rocca Sbarua, la palestra torinese più frequentata, Barbi e Salasco sono gli autori di una notevole via sul Torrione Grigio.
Giusto Gervasutti
16
Guido Rossa
In Val di Susa è attivo un certo Cech di Bussoleno, che inizia un assedio alla repulsiva parete dell’Orrido di Foresto. Dopo numerosi tentativi riesce sulla Via della Fessura Obliqua. Nel frattempo Fornelli sale lo Spigolo Grigio alla parete dei Militi, in Valle Stretta, mentre poco dopo De Albertis dice qualcosa di più aprendo una grande via di prevalente arrampicata libera. 1955-1965 Guido Rossa è il nuovo alpinista di talento che non disdegna le pareti di bassa valle. Anche lui si cimenta, oltre che con la parete dei Militi, anche con la Rocca Sbarua. Qui (nel 1960) risolve con Corradino Rabbi le “Placche Gialle”, una delle arrampicate miste più eleganti ed ardite delle palestre torinesi, facendo uso di chiodi ad espansione allo stato embrionale. La via fu terminata però da Ottavio Bastrenta. Oggi la sua via, pur se richiodata a spit, rimane un capolavoro di gran classe apprezzato anche dai liberisti di ottimo livello. Franco Ribetti (insieme a Dionisi) affronta invece il contrafforte dei Tre Denti aprendo una via di libera ardita e rimasta per anni molto temuta. 1965-1970 A Rocca Sbarua vengono superate le ultime vie logiche in stile tradizionale, per lo più ad opera di Gian Piero Motti e Gian Carlo Grassi. Motti è più attento alla qualità e regala poche vie ma di gran classe, Grassi appare subito posseduto
Franco Ribetti