312
Fulvio è senza dubbio uno dei chiodatori più prolifici del Finalese, uno storico scopritore di falesie e falesiette sparse tra le valli. Ha al suo attivo centinaia di vie concentrate in modo particolare nella meravigliosa valle di Rian Cornei. Lo incontrai circa 25 anni or sono in una scuola a Genova dove lui frequentava un corso per saldatori ed io un biennio di avviamento al lavoro, lo riconobbi subito e gli confessai la mia passione per l’arrampicata e per il Finalese. Il giorno dopo ci rivedemmo e mi regalò la sua guida “Alpinismo per gioco” completa di dedica ed autografo. Passarono diversi anni prima che io iniziassi a frequentare in maniera regolare le falesie di Finale Ligure ma non dimenticai mai quel gesto gentile, per me Fulvio era un mito finalese e continua ad esserlo tutt’ora, non solo come chiodatore ma anche come persona. Fulvio Balbi, assieme a Carlo Voena e Mauro Carena facevano parte dei famosi (almeno per quanto riguarda i climbers genovesi) Cravasards. Negli anni ‘80 attrezzarono parecchie delle piccole falesie nella provincia di Genova quali Cravasco (da qui il nome cravasards), Pietragrande, Il canyon di Molare e molte altre microfalesie quasi sconosciute. Quando Fulvio si trasferì a Finale Ligure ebbe l’imbarazzo della scelta, tantissima roccia vergine da poter chiodare… ma egli preferì cercare piccole e nascoste falesie attrezzandole spesso da solo e rendendole pubbliche a lavoro finito per godersi la tranquillità fino all’ultimo foro. È grazie a lui che falesie come Il cimitero (sopra l’abitato di Borgio con splendida vista sul mare), Bocca di Bacco (forte strapiombo ad ottime prese), Ciappo delle conche, Gola dei briganti, Falesia della tranquillità e moltissime altre sono nate nell’arco di un paio di decenni. Attualmente Fulvio si dedica al surf da onda ed alla mountain-bike, appassionato di lettura, ogni tanto riprende il trapano in mano per attrezzare quegli angolini di roccia finalese che solo conoscitori del territorio come lui possono scovare. La sua lunga esperienza che lo ha fatto crescere dallo spit piantato a mano alla resina chimica si unisce alla sua simpatia, cordialità e disponibilità rendendolo, oltre ad un bravo chiodatore, anche una persona fantastica.
Andrea Costaguta La sua prima esperienza di chiodatura è stata la via “Io non ci volevo venire, 5c” che , com’è logico pensare, è stata in realtà un aiuto ad un più esperto chiodatore, Fulvio Balbi il quale già nel 1989 stava attrezzando a Finale Ligure i settori Antro delle Streghe e Falesia della Tranquillità. Non molto più tardi Andrea Costaguta, originario di Genova-Recco dove è nato il 30 Novembre del 1968, grazie anche agli insegnamenti di Fulvio, decide di chiodare autonomamente e nel 1990, con l’aiuto di Fabio Pierpaoli ed Ivano Costa, attrezza la Falesia dell’Invidia, settore caratterizzato da brevi ed intensi muri verticali che verrà riattrezzato a resina dieci anni dopo. Più tardi Andrea attrezza l’unica via di più tiri del suo curriculum, la “Superplacca” al settore Superpanza. Da solo, nel 1991 al settore delle Striature Obese sale la bella placca di Las Vegas dal basso con soli quattro chiodi sostituiti in seguito da 12 spit. Dopo un periodo di sola scalata, nel 1994 aiuta alcuni amici nella chiodatura di un paio di falesie nel levante ligure, Moneglia e Deiva Marina… è questa per lui la prima occasione nella quale utilizza fittoni resinati. Nel 1994 è invece la volta della pazzia con Marco (Thomas) Tomassini, quando, in pieno inverno a due gradi centigradi, con la Andrea Costaguta e figlia
I PROTAGONISTI
Rian Cornei
Fulvio Balbi