Falesie di Arco

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sul finire del 1984. Nuovi Orizzonti (poi chiusa ai climber perché su terreno privato) sarà sempre più frequentata e sviluppata da Diego Depretto. Massone entrerà nel vocabolario di noi climber a fine 1985 per merito di Giovanni Groaz e Danny Zampiccoli, e di cui si prenderà cura in buona parte Depretto, che chioderà e svilupperà nel tempo diversi settori. Con l’avvento del trapano e l’entrata in gioco di un nuovo stile su strapiombi, il 1985 segna un ulteriore punto di svolta nell’arrampicata sportiva in Valle del Sarca e apre le porte a nuovi protagonisti: Rolando Larcher, Danilo Bonvecchio, Diego Mabboni, Giorgio Manica… accanto all’instancabile Roberto Bassi che, ormai Signore della placca, continuerà l’opera di scoperta, pulizia, ripristino e chiodatura della Valle, abbandonata invece da Mariacher, Iovane e Zanolla. 1986. I primi 8a e 8a+ Nel 1986 entrano nella storia verticale della Valle i primi 8a e 8a+. A settembre di quell’anno, a San Paolo e all’Eremo, Rolando Larcher chioda e libera due vie scavate con prese artificiali: Elefant Baby 8a e Gravity Games 8a+ (ora 8b/8b+ perché modificata da François Legrand). L’anno successivo, nel 1987, sarà sua la libera del primo 8a naturale a Passo San Giovanni: Fafifurni, dodici metri di resistenza e precisione su microtacche chiodati da Angelo Giovannetti. Non si farà attendere la risposta di Bassi, che alla Gola, ovviamente in placca, libererà Futura 8a+, diciotto metri di muro su microappigli. 1987. Il primo Rock Master della storia Dopo due edizioni di Sport Roccia (nel 1985 la prima gara di arrampicata sportiva si tiene alla Parete dei Militi in Valle Stretta, Bardonecchia, suggerita e patrocinata dal giornalista di Tuttosport Emanuele Cassarà e dagli alpinisti Andrea Mellano e Alberto Risso, edizione in cui Roberto Bassi vince il Campionato Italiano; nel 1986 si terrà in due prove: a Bardonecchia e ad Arco sul muro giallo dei Colodri con vincitore Patrick Edlinger), sarà la parete del Castello arcense a tenere a battesimo il primo Rock Master della storia dell’arrampicata sportiva (vincono Lynn Hill e Stefan Glowacz).

Fine anni Ottanta. I primi 8b e 8b+ La Valle del Sarca però non è più la sola regina dei climber. La via Poppey aperta nel 1987 a Nomesino, in Valle di Gresta, da Ermanno Dossi e Giuliano Dorigatti, allargherà ulteriormente gli orizzonti verticali dei climber che, su questo muro dagli appigli impossibili, buchetti per mono e bidita, prese svasate, troveranno nuove sfide. Come sei cambiata Ugo 7c+, molto continua nella parte alta e un singolo in partenza su monodito, sarà una delle prime vie impegnative chiodata da Giorgio Manica. L’anno successivo, Larcher chioderà diversi bei tiri, tra i quali il suo primo 8b (Energia=Mc2) in strapiombo (oggi svalutato 8a/b). Sul finire degli anni Ottanta le pareti che scalano i big inizieranno a cadere a suon di 8b e 8b+. Mujado, 8b secondo il suo apritore 8b+ per i ripetitori, è una via in placca ultratecnica tutta naturale che Roberto Bassi libererà alla Gola, ormai una delle sue seconde patrie in Valle. Larcher libererà Maratona 8b, chiodata da lui stesso a Massone (la prima via al settore Pueblo). La nascita di Nago Nel frattempo si svilupperanno e nasceranno nuove falesie. Grazie alla volontà di Danilo Bonvecchio si attrezzeranno e cresceranno Santa Massenza (scoperta da Bassi), San Siro (scoperta da Stefano Pegoretti, detto Pecos) e prenderà vita la sua Terlago, patria di lavagne verticali di fantastico calcare, solcate da piccole tacchette e microappigli, sulle quali forza di dita e buona memoria dei piedi in progressione sono la parola d’ordine. Sulle rocce dove gli austriaci nella Grande Guerra avevano sistemato le loro trincee per contrastare gli italiani appostati sul lato opposto della valle, a Nago, entrerà invece in scena l’instancabile Diego Depretto che prenderà a chiodare la falesia, con successivo intervento di Luigi Colò nella parte alta, per farne una delle più belle e conosciute della Valle insieme a Massone. I primi anni Novanta Gli anni Novanta assistono a un consolidamento senza cambi di rotta dell’arrampicata sportiva in Valle. Per la bellezza e varietà delle sue rocce, per il Rock Master che ormai si svolge su strutture artificiali richiamando migliaia di appassionati da tutto il mondo, Arco è uno dei luoghi mito, meta da mettere sotto le dita nella vita di un climber. 11


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