Pesaro IN Magazine 01 2025

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ALBERTA FERRETTI

LA SIGNORA DELLA MODA

LORENA FULGINI

QUESTIONE DI STILE

MARCONI SCHOOL MUSICAL

IL CORAGGIO DELLE IDEE

Leggi la rivista online

In copertina, la signora della moda, Alberta Ferretti, racconta la sua infanzia a Gradara. Entriamo nella Casa delle Tecnologie Emergenti che mette al centro persone, cultura e territorio; presidente del gruppo Arredo di Confindustria, Lorena Fulgini guida l’azienda di famiglia nel distretto pesarese del mobile; Il Coraggio delle idee è il titolo dello spettacolo portato in scena dal ‘Marconi School Musical’; la giovane Arianna Palazzetti è la voce dello Zoo di 105; ‘Pesaro segreta’ è lo scrigno della memoria della città con immagini inedite e curiosità; la seicentesca fontana del Trebbio dalle origini al presente; il giornalista

Elio Giuliani nominato Cavaliere della Repubblica; tradizione e innovazione in cucina con le tagliatelle del Pergolato e il giovane Salicornia; infine viaggio all’estero (e ritorno) nel libro di Andrea Urbinati. Buona lettura!

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it

Anno XIX N.1 luglio/agosto/settembre Reg. di Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n.6

Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Deborah Papisca Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Laura De Paoli Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 1/07/2025

Collaboratori: Fabio Fraternali, Elisabetta Marsigli, Alice Muri, Giovanna Patrignani, Michele Romano. Fotografi: Luca Bisciari, Federico De Angelis, Mauro del Magna, Luigi & Iango, Luca Toni.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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PILLOLE

DI TONINO SANTORO

PESARO | Dalle Isole Tremiti a Pesaro: l’arte di Tonino Santoro torna ancora una volta protagonista con Sguardi Disinteressati , la nuova mostra nella suggestiva cornice dell’Alexander Museum Palace Hotel, in via Trieste 20, a Pesaro, fino all’11 luglio. Promossa da L’Officina del Pittore, la mostra ha il patrocinio del Comune di Pesaro, del Comune delle Isole Tremiti, dell’Ente Parco Nazionale del Gargano e della testata giornalistica Riserva Marina Isole Tremiti. Con Sguardi Disinteressati , Tonino Santoro propone un percorso fatto di emozioni e riflessioni sul rapporto tra l’individuo e lo sguardo dell’altro.

XANITALIA, SOTTO LE STELLE

PESARO | Pesaro si prepara a due serate sotto le stelle grazie ai concerti di Xanitalia per gli amanti della musica leggera d’autore. Piazza del Popolo diviene il palcoscenico di un connubio tra la maestria dell’Orchestra Sinfonica Rossini e due grandi artisti: la voce calda di Mimi Caruso e il talento di Lorenzo Fragola. Con un repertorio che spazia tra brani indimenticabili e nuove sonorità, gli artisti promettono di regalare emozioni, accompagnati dall’orchestra diretta dal maestro Roberto Molinelli.

GRADARA FUTSAL FEMMINILE VOLA IN SERIE B

GRADARA | L’ASD Gradara Futsal Femminile conquista la vetta della Serie C L.N.D. Marche e la promozione in Serie B. Fondata nel 2023, la squadra di calcio a 5 femminile ha vinto la Coppa Marche grazie al team guidato da Alessandra Imbriani, coadiuvata dal viceallenatore Massimo Vandi e dai preparatori portieri Morena Pierpaolini e Luigi La Torre.

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PILLOLE

POPSOPHIA, E IL CONTEMPORANEO

PESARO | Dal 24 al 27 luglio, Piazza del Popolo a Pesaro ospita Popsophia , il Festival del Contemporaneo che unisce riflessione filosofica e cultura pop con la presenza di filosofi, giornalisti, musicisti e artisti italiani e stranieri. L’edizione 2025, curata dall’Associazione Popsophia, propone incontri, spettacoli e philoshow che intendono esplorare i fenomeni legati alla cultura di massa attraverso una lente prettamente filosofica. Dopo Ancona, il Festival torna a Pesaro con un programma originale pensato appositamente per la città, confermando così il suo ruolo di primo piano nella scena culturale marchigiana.

NUOVI SPAZI PER I MUSEI CIVICI

STUPOR CIRCUS AL PARCO MIRALFIORE

PESARO | Fino al 14 luglio Pesaro ospita la sesta edizione di Stupor Circus, Festival internazionale di circo contemporaneo firmato Circo El Grito, promosso dal Comune di Pesaro con Amat e Sic. In scena 11 spettacoli per 36 appuntamenti nel Parco Miralfiore, tra arena e chapiteau, una immersione nell’arte circense in chiave contemporanea. In programma tre nuove produzioni firmate Circo El Grito, con due progetti di caratura internazionale e con la presenza di cinque compagnie italiane di rilievo.

PESARO | Nuovi spazi per la cultura in centro storico. Grazie agli interventi di recupero nei due piani con fondi Pnrr, i Musei Civici di Palazzo Toschi Mosca si ampliano restituendo alla città ambienti inesplorati: la ex falegnameria del palazzo al piano terra ospiterà mostre di fotografia e di grafica, il primo piano accoglierà le esposizioni temporanee.

ALBERTA

LA SIGNORA DELLA MODA COL CUORE

TRA MARCHE E ROMAGNA

FERRETTI

È un mondo fatto di eleganza, di preziosi ricami, fruscianti sete, impalpabili chiffon, un mondo che fa sognare quello di Alberta Ferretti, designer internazionale ma con il cuore tra Marche e Romagna. Le sue creazioni sono pura arte, non semplici abiti ma vere e proprie anime che si legano a chi li indossa, abiti che diventano ‘manifesti’ di una donna elegante, audace e sicura di sé.

Com’è nata la sua passione per la moda?

“Nasce durante la mia infanzia. Mia madre aveva una sartoria sulla costa Adriatica, a Cattolica. Allora la costa era frequentata da molti americani curiosi di vedere i luoghi della narrazione felliniana…da piccolissima trascorrevo molto tempo con la mia zia paterna e con mia nonna materna a Gradara.”

È stato senz’altro importante il legame con un territorio che l’ha vista nascere e crescere.

“Sì, era bello andare al Castello e giocare con i ragazzini della mia età all’ombra di quelle fantastiche e fiabesche mura. Mi affascinava,

e mi affascina tutt’ora, fermarmi a guardare la collina di Gradara con la sua Rocca che si staglia verso l’orizzonte...un paesaggio magico, in tutti i sensi. Poi mia nonna mi raccontava della Castellana, la Contessa Alberta, che lei aveva conosciuto perché era stata chiamata alla Rocca per riparare alcuni suoi abiti, i suoi racconti erano magia per me, narravano di una donna bella, elegante, tenace che abitava un castello, quasi una principessa delle fiabe nella mia mente di bambina.”

Una passione che nasce grazie a donne importanti, quindi…

“Sì, tra tutte mia madre. La mia passione per la moda nasce nel vederla drappeggiare del tessuto sul corpo delle sue clienti, per creare modelli fantastici che mi emozionavano e che alimentavano la mia fantasia. Nel frattempo, la mamma aveva deciso di chiudere la sartoria per dedicarsi a noi figli ma, nella mia mente, continuavano a balenare quei gesti delicati, quelle stoffe che si adattavano alle silhouette. Appena mi fu possibile la

DI

convinsi ad aprire una boutique, i tempi erano cambiati nel frattempo: dal ‘su misura’ si stava passando al Prêt-à-porter. Aprimmo un negozio di abbigliamento dove io mi occupavo degli acquisti, seppur giovanissima. In questo modo potevo esprimere la mia sensibilità e, in poco tempo, la boutique ebbe un grande successo, tanto da aprirne in seguito una in centro a Cattolica. In realtà mi era rimasto ancora quel desiderio di lavorare certi materiali, di creare forme speciali, uniche, così decisi di realizzare alcuni capi. Un giorno un rappresentante li vide e, chiedendo chi li avesse prodotti, risposi che ero io l’artefice, mi chiese se volevo provare a venderli e io

DESIGNER

INTERNAZIONALE

CON IL CUORE TRA MARCHE E ROMAGNA, ALBERTA FERRETTI RACCONTA LA SUA

INFANZIA A GRADARA, I

GIOCHI ALL’OMBRA DEL CASTELLO, LA PASSIONE PER LA MODA E L’AMORE PER LA SUA TERRA.

risposi di sì. Semplice a dirsi, difficile a farsi ma, in breve il sogno divenne realtà, l’inizio di un grande successo.”

Quanto è importante il territorio per Alberta Ferretti?

“Oltre alla mia determinazione e alla mia fantasia creativa, vivere in questo territorio è stato di grande aiuto e di grande stimolo per creare: dalla natura, bellissima, con le sue forme e i suoi colori, finanche la storia di questi luoghi, antica ma sempre attuale. Quando ho bisogno di nutrire la mia mente, salgo in auto e vado per colline, tra borghi storici, attraversando paesaggi che dalle dolci alture digradano verso il mare, paesaggi costellati da nuvole che disegnano forme eteree e fantastiche. Da quello che mi sta attorno prendo la mia forza, la mia ispirazione. Cerco di trovare nella natura silenziosa la dolcezza e la forza che caratterizzano le mie creazioni.” Come ci si sente ad essere diventata un punto di riferimento d’eleganza per tante donne? A vestire star e personaggi di calibro mondiale?

“Sicuramente la mia moda, essendo femminile, ha valorizzato il corpo di tutte quelle donne che hanno scelto di indossare le mie creazioni. Tra queste, donne molto importanti come Angelina Jolie, Uma Thurman, Meryl Streep, Sandra Bullock, Taylor Swift, per la quale ho realizzato gli abiti per il suo recente The Eras Tour. Mi è piaciuto molto lavorare con Taylor, una ragazza spontanea, naturale, semplice. Io mi sento molto onorata di aver contribuito a rendere le donne che scelgono le mie creazioni, non solo affascinanti, ma anche sicure di sé.”

All’interno della mostra allestita alla Rocca di Gradara, Da Zanvettori all’ultima Castellana, ha reso omaggio alla sua omonima, Alberta Porta, che abitò la fortezza malatestiana sino al 1983.

“È stato un vero piacere contribuire a questa mostra con l’esposizione di quattro abiti scelti per ‘vestire’ idealmente una Castellana del XXI secolo. Si deve a lei, e al marito Umberto Zanvettori, che acquistò e restaurò

PH MAURO DEL MAGNA

la Rocca nel 1920, l’attuale fortuna turistica di Gradara e del territorio circostante. Questa figura, nella mia mente di bambina, come dicevo, ha sicuramente influito in parte sulla mia passione per la moda al femminile, speciale, preziosa.”

Ha dimostrato più volte l’amore per la sua terra organizzando a Rimini una sfilata dopo la catastrofica alluvione del 2023. Che cosa rappresenta per Alberta Ferretti questa sua ‘terra di confine’?

“Amo, come ho detto più volte, questo mio ‘territorio di confine’ e vorrei fare conoscere al mondo questa terra affascinante che emoziona con la sua semplicità e naturale raffinatezza. La sfilata di Rimini, dopo l’alluvione del 2023, è stato un momento speciale, a cui hanno partecipato amici del mondo dello spettacolo e del jet-set internazionale, a sup-

“OLTRE ALLA MIA DETERMINAZIONE

E ALLA MIA FANTASIA, VIVERE IN QUESTO

TERRITORIO È STATO

DI GRANDE STIMOLO PER CREARE, A PARTIRE

DALLA NATURA

CON LE SUE FORME

E I SUOI COLORI, CON LA DOLCEZZA

E LA FORZA CHE CARATTERIZZANO LE MIE CREAZIONI.”

porto di una terra ferita ma fatta di uomini e donne che non si arrendono, che si rimboccano le maniche anche nei momenti più difficili.”

Cosa dice ai giovani di oggi che vogliono realizzare i propri sogni?

“Che sono stata sì fortunata, ma anche molto determinata. Ho avuto una madre speciale che ha creduto in me, ma allo stesso tempo mi sono dimostrata una ragazzina decisa e piena di passione. Quando, poi, sono diventata una donna, una stilista internazionale, ai giornalisti che mi chiedevano quale scuola di moda avessi frequentato, rispondevo che la mia aula è stata la mia boutique e le mie insegnanti le mie clienti. Vorrei dire ai giovani di non smettere di sognare ma anche di essere tenaci e determinati, lavorando duramente, credendo in sé stessi tutto è possibile.”

CITTÀ

CTE SQUARE: TECNOLOGIE EMERGENTI AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ

HI-TECH

Cosa succede quando la tecnologia smette di essere un mondo per pochi e diventa motore di crescita per tutti? A Pesaro succede che nasce CTE Square - Casa delle Tecnologie Emergenti, un progetto ambizioso che mette al centro le persone, la cultura e il territorio, con uno sguardo deciso al futuro. L’obiettivo? Creare un vero e proprio ecosistema in grado di connettere imprese, istituzioni, università e cittadini, contaminando il tessuto locale con le potenzialità delle tecnologie emergenti. In un’epoca in cui tutto scorre veloce, CTE Square rallenta per connettere, per costruire, per restituire valore a ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra identità culturale. E lo fa attraverso tre parole chiave che definiscono i ‘verticali’ del progetto: Cultura, Turismo, Engagement. Dietro a queste parole c’è una visione: quella di un luogo in cui il patrimonio culturale non solo si conserva ma prende vita, si racconta, si trasforma. Un territorio in cui la tecnologia non sostituisce l’uomo, ma lo

potenzia, lo accompagna, lo stimola. E dove ogni innovazione ha un obiettivo ben preciso: essere utile, inclusiva, sostenibile. “Nel 2024 abbiamo sperimentato le tecnologie emergenti in modo diretto ma discreto,” spiega il professor Alessandro Bogliolo, docente all’Università di Urbino e coordinatore scientifico del progetto. “Ora è il momento di renderle visibili e accessibili a tutti.”

Nel vertical Cultura, l’innovazione digitale entra nei musei, nei teatri, nei palazzi storici, per aiutarci a riscoprire e valorizzare il nostro patrimonio. Non si tratta solo di ‘digitalizzare’ ciò che esiste, ma di creare nuovi modi di vivere l’arte e la memoria collettiva grazie a installazioni, ambienti immersivi e contenuti interattivi. Un modo inedito di raccontare la storia, rendendola presente, coinvolgente, personale.

Il vertical Turismo punta a una fruizione culturale più consapevole: promuove il territorio attraverso strumenti tecnologici

DI DEBORAH PAPISCA
FOTO LUCA TONI

CTE SQUARE - CASA DELLE TECNOLOGIE EMERGENTI È IL PROGETTO CHE METTE AL CENTRO LE PERSONE, LA CULTURA E IL TERRITORIO CON L’OBIETTIVO DI CREARE UN VERO E PROPRIO ECOSISTEMA IN GRADO DI CONNETTERE IMPRESE, ISTITUZIONI, UNIVERSITÀ E CITTADINI.

IN APERTURA, CLAUDIO SARDINI, FUNZIONARIO DEL COMUNE DI PESARO. IN ALTO, LA SEDE DELLA, CASA DELLE TECNOLOGIE EMERGENTI. A DESTRA, IL PROF ALESSANDRO BOGLIOLO, DOCENTE ALL’UNIVERSITÀ DI URBINO E COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO.

che migliorano l’esperienza dei visitatori, rendendo la cultura accessibile a un pubblico sempre più ampio. La tecnologia, qui, diventa un alleato per valorizzare i luoghi, potenziare l’offerta e guidare nuove forme di scoperta.

Il vertical Engagement guarda al coinvolgimento attivo delle persone: cittadini, studenti, imprese e associazioni sono protagonisti. L’obiettivo è quello di costruire un tessuto sociale connesso, dove la cultura non è solo eredità, ma anche futuro condiviso, co-creato attraverso processi aperti e partecipati.

“CTE Square è un motore d’innovazione al servizio del territorio,” aggiunge Claudio Sardini, funzionario del Comune di Pesaro. “Ha supportato progetti come la Biosfera in Piazza del Popolo e il gemello digitale del Teatro Rossini.”

Questi interventi sono solo alcuni esempi di ciò che CTE Square sta già mettendo in campo. Altri progetti sono in corso o in via di completamento, e coinvolgono trasversalmente tutti e tre i verticali. Il tratto comune? Una visione concreta e integrata dello sviluppo, fondata sull’alleanza tra tecnologia, cultura e cittadinanza.

CTE Square rafforza la vocazione culturale e innovativa della città, trasformandola in un terreno fertile per la sperimentazione. È un

laboratorio vivo, dove la tecnologia si mette al servizio della comunità e diventa veicolo di crescita, collaborazione e sviluppo sostenibile. Un progetto che non guarda solo al domani, ma lo costruisce – giorno dopo giorno – insieme a chi lo abita.

ENDURANCE PERFORMANCE TRAINING

INIZIA IL TUO PERCORSO VERSO UNA PRESTAZIONE SPORTIVA SUPERIORE!

L’Endurance Performance Training (EPT) è una tipologia di allenamento volta a migliorare e potenziare sotto diversi aspetti la condizione e la prestazione dell’atleta e dell’amatore, con un approccio stimolante e allo stesso tempo motivante, senza tralasciare il carattere piacevole di ogni sessione.

L’obiettivo? Raggiungere una condizione fisica ottimale dal punto di vista della forza, atletismo, reattività, esplosività, ma anche equilibrio e coordinazione motoria. Il tutto tramite appositi allenamenti studiati ad hoc. Il fulcro dell’allenamento EPT è l’allenamento ad alta intensità: ti insegniamo a reagire sotto stress fisico continuo, a generare una forza costante anche in una situazione critica e ad abituare il muscolo a lavorare a lungo sotto sforzo senza però perdere di efficacia. L’allenamento ad alta intensità porta il corpo in una situazione anaerobica (deficit di ossigeno): lo scopo è rendere il tuo corpo più efficiente nell’utilizzo dell’ossigeno, ritardando la fatica e permettendoti di mantenere una performance eccellente più a lungo durante competizioni o gare.

Questa tipologia di allenamento è rivolta a tutti, il giusto mix di esercizi con i pesi e a corpo libero è tarato sul livello di esperienza dell’atleta.

QUESTIONE

“Tutto è iniziato quando, a 19 anni, mio zio Claudio Fulgini mi chiese se volessi partire con lui per un viaggio di lavoro tra New York, Los Angeles e Miami: ovviamente dissi sì, non ero mai stata in quei luoghi, ma proprio quel viaggio mi fece capire che la mia vocazione poteva essere quella di lavorare all’estero e di specializzarmi nella parte commerciale.”

Una svolta nella vita di Lorena Fulgini, co-founder e marketing manager di Arredoclassic, una delle icone dell’arredo classico e dell’artigianato di alta qualità all’interno del distretto pesarese del mobile. Laurea in Economia e Commercio, esperienza sul campo guadagnata giorno dopo giorno, ascoltando e imparando da quello zio che poi è diventato suo socio nell’attività e che ha contribuito a trasformare la passione in lavoro.

Un passaggio non immediato…

“E non facile. Lavoriamo in una nicchia di mercato e, almeno

LORENA FULGINI

ALLA

GUIDA

DELL’AZIENDA

DI FAMIGLIA

DI STILE

CO-FOUNDER E

MARKETING MANAGER

DI ARREDOCLASSIC, UNA DELLE ICONE

DELL’ARREDO CLASSICO

DI ALTA QUALITÀ DEL

DISTRETTO PESARESE

DEL MOBILE, LORENA

FULGINI GUIDA

L’AZIENDA DI FAMIGLIA

ED È PRESIDENTE DEL GRUPPO ARREDO

DI CONFINDUSTRIA

MARCHE NORD.

all’inizio, i prodotti erano destinati a mercati lontani e a gusti diversi dal mio. La sfida è stata principalmente quella di capire, acquisendo esperienza, visitando clienti in paesi diversi per identificare il prodotto specifico per i consumatori.”

È stato un lavoro di squadra?

“Sì, affiancata sia dai nostri designer che dal team dell’ufficio tecnico, con l’obiettivo di trovare la miglior combinazione tra gusto, design ed equilibrio dei prezzi. Il lavoro di squadra è oggi la nostra forza.”

Che significa essere una donna al comando di un’azienda di famiglia e in questo ambito?

“La mia famiglia è nel settore dell’arredo dal 1954 e, a livello dirigenziale, i ruoli sono stati principalmente maschili. Il mio percorso è stato abbastanza naturale: mi sono trovata molto coinvolta nel lavoro e, magari, dimostrando anche alcune capacità. Ad esempio, mi occupo della parte commerciale ed è normale avere un ruolo anche decisionale.”

Qual è il plus di una donna che disegna le strategie di un’azienda di arredamento?

“Domanda difficile, non si tratta tanto di avere ‘di più’ o ‘di meno’, ma di avere prospettive

FOTO LUCA TONI

“HO TRE FIGLI ADOLESCENTI

E LAVORO DA POCO PRIMA DEL MATRIMONIO. IL MIO PERCORSO È STATO CARATTERIZZATO DA UNA RICERCA CONTINUA DI EQUILIBRIO TRA ESSERE MAMMA E IMPRENDITRICE.

e approcci diversi che possono arricchire l’azienda. Ad esempio, le donne spesso eccellono nelle competenze relazionali e comunicative, ma anche per multitasking e flessibilità con un maggiore orientamento al consumatore. Forse, il mio apporto è stato quello di dare all’azienda una visione anche un po’ più creativa, attenta al gusto e all’evoluzione del mercato, anche in termini di promozione e marketing.”

Come si sta in famiglia e in un’azienda familiare?

“È una sfida sempre molto dif-

ficile. Parto dalla mia famiglia: ho tre figli adolescenti e lavoro da poco prima del matrimonio, quindi tutto il mio percorso è stato caratterizzato da una ricerca continua di equilibrio tra essere mamma e imprenditrice. Quanto all’azienda familiare, quando si lavora con passione e con il coinvolgimento di un team di persone collaborative e attente, all’interno del quale c’è uno scambio costruttivo, anche di tempo e di energie che vanno oltre il rapporto titolare-dipendente, è più facile lavorare. Devo però ammettere che il mio

percorso non è stato semplice.”

All’interno dell’azienda è facile condividere visioni e decisioni?

“Da sempre abbiamo basato il nostro rapporto sul dialogo, sul confronto e sull’analisi delle idee e dei progetti. Va anche detto che ognuno ha le proprie responsabilità e alla fine abbiamo sempre trovato un accordo.”

Lei è presidente del gruppo Arredo di Confindustria Marche Nord: come sta il mobile pesarese tra dazi, sanzioni, guerre, tensioni geopolitiche e molto altro?

“Purtroppo, stiamo attraversan-

IMPRESA

“LE AZIENDE STANNO CERCANDO DI DIVERSIFICARE

I MERCATI DI ESPORTAZIONE E DI RAFFORZARE I LEGAMI COMMERCIALI PER MITIGARE GLI EFFETTI NEGATIVI DEI DAZI. SIAMO PRONTI

A INVESTIRE MA IL NOSTRO CORAGGIO VA SOSTENUTO DA POLITICHE ITALIANE ED EUROPEE.”

do una situazione congiunturale veramente difficile. Alla fine del primo trimestre di quest’anno le esportazioni sono calate di circa il 6% e il mercato italiano continua a essere debole. Questa frenata è iniziata lo scorso anno, proprio a causa delle diverse crisi internazionali, a cominciare dalla guerra tra Russia e Ucraina, fino al pesantissimo conflitto in Medio Oriente, alla svalutazione di alcune monete, anche su un mercato promettente come quello africano, dove il potere d’acquisto è veramente ridotto.”

A proposito: qual è l’impatto dei dazi americani a oggi?

“C’è talmente tanta incertezza che gli operatori esteri, sia l’importatore che il dealer, sono in

estrema difficoltà, anche rispetto alle scelte di investimento da portare avanti. Il settore del mobile, fortemente orientato all’export, risente delle politiche protezionistiche. Questo ha portato a una contrazione della domanda e a un rallentamento della crescita del settore.”

Resta ottimista?

“L’attuale incertezza ci impedisce di avere una visione chiara, al momento. Le aziende stanno cercando di diversificare i mercati di esportazione e di rafforzare i legami commerciali per mitigare gli effetti negativi dei dazi. Come imprenditori siamo pronti a investire ma il nostro coraggio va sostenuto da politiche italiane ed europee adeguate.”

E

DI

IN QUESTE PAGINE, LORENA FULGINI CO-FOUNDER
MARKETING MANAGER
ARREDOCLASSIC, ICONA DEL DISTRETTO PESARESE DEL MOBILE, INSIEME AL TEAM AZIENDALE.

www. pippoylala.com | @pippoylala

IL CORAGGIO

IN 400 SUL PALCO PER IL ‘MARCONI SCHOOL MUSICAL’

DELLE IDEE

Il Coraggio delle Idee è il titolo del nuovo musical ideato dal ‘Marconi School Musical’ di Pesaro che quest’anno ha coinvolto circa 400 studenti provenienti da tutte le scuole superiori della Provincia. Il debutto è previsto per il 6 giugno all’Auditorium

Scavolini, dove lo spettacolo andrà in scena fino al 9 giugno, preceduto da una matinée per le scuole.

Nato nel 2005 all’interno del Liceo Scientifico Marconi, il progetto ha ormai superato i confini scolastici per diventare un cantiere culturale, artistico ed educativo, aperto a studenti di Pesaro, Fano, Urbino e Fermignano. Dopo vent’anni di attività, rappresenta un esempio concreto di didattica collaborativa, inclusiva e orizzontale, nonché un appuntamento atteso dall’intera città.

“Quest’anno abbiamo portato in scena una storia ambientata tra i banchi di scuola e le montagne dell’Appennino,” racconta

GRANDE SUCCESSO

PER LO SPETTACOLO DEL ‘MARCONI

SCHOOL MUSICAL’ DI PESARO, DAL TITOLO IL

CORAGGIO DELLE IDEE, CHE HA COINVOLTO

CIRCA 400 STUDENTI

PROVENIENTI DA TUTTE

LE SCUOLE SUPERIORI

DELLA PROVINCIA: UN CANTIERE CULTURALE, ARTISTICO ED EDUCATIVO.

il professor Marco De Carolis, docente del Liceo e responsabile del progetto. “È il tempo della Resistenza, quando scegliere da che parte stare significava rischiare tutto: amicizia, famiglia, vita. Volevamo restituire agli studenti il senso vivo della

storia, dei diritti conquistati, ma soprattutto il valore trasformativo delle idee. È un omaggio alla Costituzione, alla democrazia e alla possibilità di immaginare un mondo diverso e migliore.”

Ogni musical nasce da un intero anno di lavoro: dalla scrittura del copione allo sviluppo delle idee musicali e coreografiche, fino ai laboratori per gli studenti (recitazione, canto, danza, musica). “Insieme al direttore artistico Claudio Colapinto,” spiega De Carolis, “stiamo anche scrivendo un libro, nato dalle nostre tesi al Dams di Bologna, per raccontare questa esperienza che è insieme formativa, artistica e profondamente umana. In fondo, il musical è una scuola di vita.”

Negli anni sono stati affrontati temi come bullismo, Shoah, migrazioni, diritti umani, femminismo, lavoro, ecologia, guerra e pace. “Il palco non è solo rappresentazione,” sottolinea, “è partecipazione. Lo abbiamo

DI ALICE MURI
FOTO LUCA BISCIARI

visto quando raccontavamo i desaparecidos e sul palco è salito Manuel Gonçalves Granada, vicepresidente delle Abuelas de Plaza de Mayo, o quando ci siamo trovati accanto alla teca con l’auto della scorta di Giovanni Falcone, concessa dal Ministero

degli Interni a trent’anni dalla strage di Capaci.”

Fondamentale è il lavoro del team che affianca studenti e docenti, con figure di riferimento in ogni settore: Paola Fraternale Meloni per la consulenza storica, Laura Mungherli al corpo di

IN QUESTE PAGINE, ALCUNE IMMAGINI DELLO SPETTACOLO IL CORAGGIO DELLE IDEE.

IN BASSO A DESTRA, IL PROFESSOR MARCO DE CAROLIS INSIEME ALLE PROFESSORESSE

GAIA FAGIOLI, PAOLA FRATERNALE MELONI E ROBERTA BUONANNO.

ballo, Adriana Marchionni alle scenografie, Davide Zaramella all’orchestra, Romina Marfoglia alla recitazione, Silvia Piccioli ed Eloisa Ferri ai costumi, Lucio Bartozzi e Monnalisa Academy al trucco e parrucco, Davide Lomma per organizzazione e video. Nel 2023, il progetto ha ri-

cevuto il Premio Abbiati per la Scuola, uno dei più importanti riconoscimenti in ambito musicale e scolastico. Ma ciò che conta di più, ricorda De Carolis, “sono i ragazzi e le loro storie.” Dal Marconi School Musical è nata anche la Compagnia del Kintsugi, un collettivo artistico

formato da ex studenti e professionisti che porta in scena, in Italia e in Europa, spettacoli dedicati a temi sociali come migrazioni, legalità, dignità umana. “Quello che cerchiamo di fare con il teatro,” conclude, “è educare ed educarci alla resilienza, all’ascolto, alla speranza.”

IL GELATO DI JURI

30 ANNI DI ECCELLENZA ARTIGIANALE

Il Gelato di Juri celebra quest’anno un traguardo straordinario: 30 anni di attività dedicata alla creazione di gelati artigianali di alta qualità. Fondata con l’idea di offrire un prodotto non solo delizioso, ma anche sano e naturale, la gelateria ha mantenuto il suo impegno di rispettare i principi del buon gelato attraverso il motto: ‘Buono, fresco, sano, naturale’.

La passione per il gelato artigianale è sempre stata al centro della missione di Juri e del suo team. Grazie a ricette tradizio-

nali tramandate nel tempo, con un approccio innovativo, lo studio costante e il continuo aggiornamento di macchinari, Il Gelato di Juri è riuscito a conquistare il palato dei clienti, offrendo gusti unici e sorprendenti. L’innovazione non si è fermata alla creazione di nuovi sapori, ma ha incluso anche l’uso di ingredienti freschi e di alta qualità, selezionati con cura per garantire l’autenticità e la genuinità del gelato artigianale.

Un ulteriore passo avanti è stato l’apertura del laboratorio di

IL GELATO DI

JURI CELEBRA UN TRAGUARDO

STRAORDINARIO:

30 ANNI DI ATTIVITÀ

DEDICATA ALLA

CREAZIONE DI GELATI ARTIGIANALI DI ALTA QUALITÀ

DAI GUSTI UNICI E SORPRENDENTI.

torte CakeLab, che ha ampliato l’offerta di torte per ogni evento. CakeLab è dedicato alla creazione di torte personalizzate per matrimoni, cerimonie, lauree e compleanni, trasformando ogni celebrazione in un momento indimenticabile. Le torte di CakeLab si distinguono per la loro vivacità e originalità, per rendere ogni festa memorabile. Grazie a un team di pasticceri esperti,

ogni torta viene realizzata con la stessa cura e attenzione ai dettagli per il gelato artigianale. In questi 30 anni, Il Gelato di Juri ha saputo adattarsi alle esigenze dei clienti, introducendo opzioni per tutti i gusti, comprese varianti senza lattosio e vegan L’attenzione alle esigenze di tutti ha reso la gelateria un punto di riferimento per gli amanti del gelato tradizionale e per coloro che cercano alternative salutari. Questo traguardo non è solo un momento di riflessione, ma anche un’occasione per guardare al futuro. Il Gelato di Juri e CakeLab continueranno a innovare, esplorando nuovi gusti e tecniche, per mantenere viva la tradizione del gelato artigianale, la sua qualità e freschezza. Questo anniversario non celebra solo un percorso di successo, ma anche il legame speciale con la comunità. Grazie di cuore a tutti i clienti che hanno reso possibile questo sogno: il viaggio continua!

NOTA

LA GIOVANE

ARIANNA PALAZZETTI

È LA VOCE

DELLO ZOO

DI 105

DOPO NOTA

DI DEBORAH PAPISCA

Arianna Palazzetti nasce a Fano il 26 dicembre 1995, una data che oggi è per lei speciale, avvolta da quella magia che solo il Natale sa portare. Malgrado da piccolina non fosse così: soffriva un po’ il fatto di non poter festeggiare il compleanno con i compagni di scuola, come facevano tutti. Col tempo, però, ha scoperto che anche in quel festeggiamento raccolto c’era una nota da ascoltare e che la musica sarebbe diventata una estensione della sua vita.

Arianna non ha imparato la musica, l’ha respirata. In casa suo padre metteva su musicassette che suonavano come preghiere laiche: Battisti, De André, De Gregori. Quelle voci erano le radici, poi, un giorno, è arrivata Adele e ha acceso un incendio: “mi ci rivedo in tutto,” dice Arianna. Non solo una musa, ma uno specchio. La sua voce, le sue parole, il suo modo di scrivere: un’identificazione totale tanto da spingerla fino in Ger-

ORIGINARIA

DI FANO, CLASSE 1995, ARIANNA PALAZZETTI

NEL 2010 INIZIA UN PERCORSO DI FORMAZIONE VOCALE CHE L’ACCOMPAGNERÀ PER ANNI. SI ESIBISCE CON DIVERSI GRUPPI, SPERIMENTA, CRESCE E NEL 2018 ARRIVA IL DEBUTTO A THE VOICE

riva in finale. Da lì, il consiglio della giuria: “Fatela studiare.” E così è stato: nel 2010 Arianna inizia un percorso di formazione vocale che l’accompagnerà per anni. Studia, si mette alla prova, affronta le sue paure, soprattutto quella – invisibile ma potente – del palco. “Salire su un palco per me,” racconta “era come camminare senza pelle

Ma ogni volta tornavo giù un po’ più forte.”

mania per vederla sottopalco. Per sentirsi, finalmente, ‘a casa’. Il primo vero segnale arriva nel 2009, durante una semplice cena con amici di famiglia. Arianna canta, quasi per gioco, ma non è la stessa cosa per chi l’ascolta: una delle presenti la iscrive a un concorso per dilettanti dove ar-

Dopo un anno all’Accademia di Musica moderna di Pesaro, decide di interrompere gli studi ma non smette mai di cantare. Si esibisce con diversi gruppi, sperimenta, cresce e nel 2018 arriva The Voice. Non passa ma Arianna, invece di spegnersi, si accende, fa dei suoi fallimenti carburante: “Non mi servono voti per sapere chi sono, la musica ce l’ho dentro e da lì non mi caccia nessuno,” dice Arianna.

A fine anno, arriva una chiamata inaspettata: Wender, dj dello Zoo di 105, le propone di

WENDER, DJ DELLO ZOO DI 105, LE PROPONE

DI CANTARE LA SIGLA DEL PROGRAMMA, UNA COLLABORAZIONE CHE ANCORA OGGI CONTINUA. NEL 2019 CANTA DAVANTI A 30.000 PERSONE ALL’IPPODROMO DI SAN SIRO.

IN APERTURA, ARIANNA PALAZZETTI.

A FIANCO, INSIEME AL TEAM

DELLO ZOO DI 105.

MUSICA

cantare la sigla del programma, una collaborazione che ancora oggi continua. Nel 2019, canta davanti a 30.000 persone all’Ippodromo di San Siro, in occasione dei 20 anni di messa in onda dello Zoo di 105, un’emozione che fa fatica a descrivere. “Avevo il cuore in gola,” afferma, “è stato come toccare il cielo con una nota.” Da lì, ospitate, eventi fuori regione, concorsi locali e nazionali come La bella e la voce in Valle d’Aosta, dove conquista il terzo posto.

Arianna diventa per molti ‘la voce dello Zoo di 105’, e la sua firma vocale comincia a farsi riconoscere anche se sa che il talento da solo non basta. Così, negli ultimi anni, sceglie di po-

tenziare la sua tecnica con un vocal coach che la segue ancora oggi. Lavora su stili vocali, intonazione, timing perché ogni nota sia una carezza o un pugno, ma mai un errore. “Una canzone è come un abito,” dice, “va cucita su misura, nota per nota. Se sbagli un taglio, te ne accorgi subito.”

Nel 2022 arriva un’altra svolta: le viene offerto di costituire un gruppo da due musicisti, che lei apprezza e stima molto, nascerà il Trio Acustico, e con Nicolas Pandolfi alla chitarra e Manuel Casisa al pianoforte, Arianna si esibisce con sempre vivo entusiasmo ed emozione.

“Loro mi leggono nel respiro: è raro trovare un’intesa così, sul

palco e fuori.” Oggi la giovane cantante continua a formarsi, a esibirsi, a regalare emozioni con la sua voce che accarezza e brucia, che consola e scuote. Il sogno? Quello non è mai cambiato: un giorno esibirsi davanti a uno stadio pieno e farlo come ha sempre fatto, con l’anima in gola e il cuore tra le dita. “Voglio cantare per chi ha bisogno di una voce che dica: ‘ti capisco’. La musica, per me, è questo. È esserci, davvero.”

Per Arianna, la musica è molto di più che una mera passione: è una costante, un rifugio, uno specchio. È ciò che la aiuta ogni giorno a guardarsi dentro e diventare, nota dopo nota, la versione migliore di sé.

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SCRIGNO

‘PESARO SEGRETA’: RICORDI

INEDITI

DELLA CITTÀ

DELLA MEMORIA

DI DEBORAH PAPISCA

LA PAGINA SOCIAL ‘PESARO SEGRETA’, IDEATA NEL 2018 DA UGO BETTI, ATTUALE PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE, CONTA OLTRE 20.000 FOLLOWER SU FACEBOOK E RACCONTA LA STORIA MENO NOTA DELLA CITTÀ.

È il 26 giugno del 2018 quando, per gioco e per sfida, nasce ‘Pesaro Segreta’. Un’idea semplice, quasi ingenua, ma capace di trasformarsi in un vero e proprio scrigno della memoria cittadina A idearla è Ugo Betti, fondatore e attuale presidente dell’associazione, in un tempo in cui la rete offriva poco o niente su Pesaro. Nessuno, allora, avrebbe immaginato che quel piccolo seme piantato quasi per caso avrebbe fatto germogliare un progetto così seguito, amato, imitato. E mai eguagliato.

Oggi ‘Pesaro Segreta’ è una realtà vivissima, con oltre 20.000 follower su Facebook e appassionati da ogni angolo del mondo. Una vetrina digitale che ogni giorno racconta, attraverso immagini d’epoca, aneddoti, documenti e curiosità, la storia meno nota della città. Quella che non si trova sui libri, ma si sussurra nei vicoli, si conserva nei cassetti della memoria, si intuisce tra le pieghe del tempo.

L’associazione è formata da quattro persone, ciascuna parte essenziale di un meccanismo che lavora con meticolosità e passione. Accanto a Ugo Betti, c’è Gabriele Stroppa, vicepresidente, con la stessa voglia di custodire e condividere il passato, Federico Malaventura, esperto in ceramiche e maioliche e Eleonora Rubechi Mensitieri, attuale presidentessa del Lions Club di Pesaro, addetta stampa dell’associazione.

Ma perché ‘segreta’? Perché Pesaro ha una storia nascosta, che merita di essere svelata. Come quel passaggio poco noto di Leonardo da Vinci in città, quando era responsabile delle fortificazioni. Nei suoi disegni, conservati a Milano, c’è una piantina di Rocca Costanza, e persino l’invenzione di un girarrosto alimentato da una ventola e dal calore del camino, realizzato durante una sosta forzata a Novilara, bloccato da una bufera di neve mentre era in viaggio

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DIETRO OGNI POST, OGNI FOTOGRAFIA, C’È UN LAVORO SERIO E RIGOROSO. NON SI TRATTA SOLO DI CURIOSITÀ: È UN ARCHIVIO VIVO, UNA NARRAZIONE CHE RESTITUISCE VALORE A CIÒ CHE ERAVAMO.

verso Fano. Oppure l’episodio che vede Federico Barbarossa fermarsi a Candelara prima della storica Pace di Costanza. E ancora: Papa Clemente II, che morì proprio a Montelabbate. Frammenti di storia che ci scorrono accanto ogni giorno e che ‘Pesaro Segreta’ raccoglie con rispetto e cura.

Dietro ogni post, ogni fotografia, ogni racconto, c’è un lavoro serio, documentato, rigoroso. Non si tratta solo di curiosità: è un archivio vivo, una narrazione che restituisce valore a ciò che eravamo. Talmente autentico da aver ispirato, nel tempo, goffi

tentativi di imitazione. ‘Pesaro Segreta’ è molto più di una pagina social: è una missione. Un faro acceso su un patrimonio spesso dimenticato, ma che continua a parlare. Perché la storia non è solo passato: è radice, identità, direzione. In un tempo in cui tutto corre e si consuma in fretta, ‘Pesaro Segreta’ è e resta una presenza preziosa, custode della memoria e orgoglio di una città gioiello e della sua splendida provincia. Perché ricordare chi siamo stati, conservare la nostra memoria, è il modo migliore per decidere chi vogliamo essere.

NELLA PAGINA PRECEDENTE DA SINISTRA: GABRIELE STROPPA E UGO BETTI. IN ALTO DA SINISTRA, LA VECCHIA STAZIONE DI PESARO E IL MANIFESTO PUBBLICITARIO DEL GARAGE MODERNO CHE DI VIA CASTELFIDARDO. IN BASSO DA SINISTRA, AUTORITRATTO DI VITTORIO ROSA, PRIMO FOTOGRAFO DI PESARO (1860 CA.) E LA STANDA.

Katja ha aperto il suo salone a Pesaro 26 anni fa, da allora la sua missione è stata chiara: offrire il meglio alle proprie clienti. Fin dal primo giorno si è dedicata ad un costante aggiornamento nelle migliori accademia in Italia. Questo le ha permesso di rimanere sempre all’avanguardia di tagli e colorazioni che seguono le tendenze moda senza abbandonare i classici intramontabili.

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Una lunga esperienza produttiva nel ramo della realizzazione di impianti elettrici civili e industriali, la flessibilità e capacità di mutare in base alle esigenze del settore e alle evoluzioni tecniche sempre più moderne, fanno della società Elettroimpianti Menghi un importante punto di riferimento nel panorama elettrotecnico.

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e fornisce manutenzione di impianti elettrici civili e industriali, risparmio energetico, installazione di pannelli solari, cancelli automatici, cabine di trasformazione, illuminazione stradale, reti telefoniche e dati, impianti TV Fondata nel 1975, la società Elettroimpianti Menghi, duran-

te tutto il percorso di attività e di crescita aziendale, ha perfezionato e ottimizzato i propri interventi e il proprio sistema di gestione per la qualità. Con il controllo e l’ottimizzazione di tutti i processi produttivi, finalizzati a garantire il livello di qualità di prodotti e servizi e migliorare la capacità e fama aziendale sul mercato, la ditta Elettroimpianti Menghi ha conseguito il raggiungimento delle certificazioni di qualità conformi alle normative vigenti (UNI EN ISO 9001:2000, certificato n. AJAEU/09/11586 del 23/06/09) per le attività di installazione di impianti elettrici, reti telematiche e telefoniche; manutenzione e assistenza di impianti elettrici, reti telematiche e telefoniche, automazione e sicurezza e impianti meccanici. Assumiamo personale, elettricisti e apprendisti elettricisti: info@elettroimpiantimenghi.it

ANTICHE

Nel centro urbano di Pesaro sono rimaste quattro antiche fontane, restaurate in tempi moderni: la fontana di piazza del Popolo, la fontana del Trebbio in piazza Lazzarini, la fonte del Porto davanti la chiesa del Porto in piazza Doria già piazza del Porto, la Foglietta nei pressi del porto canale in calata Caio Duilio. La fontana del Trebbio in piazza Lazzarini fu portata a Pesaro dai giardini del Palazzo Ducale di Casteldurante (oggi Urbania) nel 1621, in occasione dell’ingresso in città di Claudia de’ Medici per sposare Federico Ubaldo, ultimo dei duchi Della Rovere.

Situata originariamente all’incrocio tra la Piazzetta, la parte terminale della via dei Fondachi (oggi corso XI Settembre) e la via della chiesa di Santo Spirito (oggi via Cavour), era detta ‘Fonte al Hospitale’, come viene denominata nella legenda della particolareggiata pianta prospettica di Pesaro, stampata dal celebre cartografo ed editore olandese Joan Blaeu ad Amsterdam nel 1663. Era, infatti, collocata davanti al quattrocentesco ospedale dell’Unione di San Salvatore, la cui imponente mole fu demolita nel 1914 per edificarvi

LA FONTANA DEL TREBBIO DALLE ORIGINI AL PRESENTE

FONTI

la scuola elementare Perticari, oggi Istituto d’Arte Ferruccio Mengaroni.

È raffigurata anche in un acquarello settecentesco, del cui originale, ormai disperso, è rimasta una foto di proprietà della Biblioteca Oliveriana di Pesaro. La ‘Fonte dell’Ospedale’ era

chiamata anche ‘fonte rossa’ per il caratteristico marmo rosso di Verona con cui era stata costruita. Nel 1822, in seguito alla edificazione della Pescheria (oggi Centro Arti Visive), e anche a causa del maleodorante ristagno delle acque defluenti dal bacino della fontana, il Consiglio co-

FOTO LUCA TONI

munale ne decise il trasferimento sul piazzale del ‘Trebbio di Sant’Antonio’, cosiddetto dalla chiesa di Sant’Antonio, costruita a ridosso delle mura romane, presso Porta Curina o Collina, a destra dell’arco dell’attuale via Morselli, e distrutta dal bombardamento aereo delle forze alleate del 25 aprile 1944. Anche la fontana, quindi, era detta di Sant’Antonio, in dialetto pesarese la ‘font d’Sant’Antoni’. Il piazzale del Trebbio era così denominato perché costituito da un trivium, trivio, crocicchio, cioè luogo dove si incrociano tre strade confluenti: via Branca già via dei Calzolai, così denominata dalle numerose calzolerie allora esistenti, poi detta via di Porta Curina, via Curiel già via Borgomozzo, via Passeri già via Borgo Novo perché costruito posteriormente e fuori le mura romane. Nel 1869 il piazzale fu intitolato all’architetto e pittore pesarese Giannandrea Lazzarini (17101801), nato nel palazzo che prese il suo nome, come documenta la lapide con iscrizione collocata sul lato dell’edificio verso piazza Lazzarini.

La seicentesca fontana era stata collocata proprio dinanzi

all’ingresso del Teatro Rossini: in tale circostanza venne apportato un rilevante mutamento alla sua originaria struttura con l’aggiunta di un brutto obelisco, che ispirò versi licenziosi al letterato Diego Passeri Modi (1777-1851), detto il ‘Giovenale pesarese’ e che, fortunatamente, venne abbattuto perché pericolante in seguito al terremoto del 1916.

Tra il 1926 e il 1927, al fine di lasciare maggiore spazio libero nella zona antistante il teatro, la fontana venne ulteriormente

LA FONTANA SEICENTESCA, RESTAURATA E LIBERATA DA OGNI SOVRASTRUTTURA, NEL 1991 FU SPOSTATA DAVANTI ALL’INGRESSO DEL TEATRO ROSSINI, DOVE ANCORA OGGI SI TROVA.

spostata – sempre nell’ambito di piazza Lazzarini – verso il palazzo Montebarocci, già Lazzarini, dove, dotata nuovamente di un modesto obelisco in graniglia e con tanto di fascio littorio, secondo una certa moda architettonica diffusa in quel tempo, venne lasciata per oltre un sessantennio fino al 1991, quando l’amministrazione comunale, dopo averla restaurata, liberandola da ogni sovrastruttura, decise di spostarla proprio davanti all’ingresso del Teatro Rossini, dove ancora oggi si trova.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA FONTANA DEL TREBBIO. IN ALTO, UN ACQUARELLO SETTECENTESCO. A DESTRA, LA FONTE DELL’OSPEDALE (BLAEU 1663).

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SPIRITO

ELIO GIULIANI NOMINATO CAVALIERE DELLA REPUBBLICA

GENTILE

Non è facile definire Elio Giuliani, uno tra i più noti personaggi della nostra città, eppure sempre così discreto, delicato e ironico. Un grande professionista che ha vissuto almeno tre vite parallele, tutte al meglio: giornalista radiofonico, appassionato di sport, soprattutto di basket, e attento collezionista. Uomo colto e sempre curioso, eclettico e spiritoso (indimenticabili i suoi pesci d’aprile), che ha saputo far convivere le sue passioni in un mix unico e armonioso e, soprattutto, dando spazio e visibilità ad artisti, giocatori, colleghi e personaggi della città, attraverso un’altra delle sue attività legate alla presidenza del Circolo della Stampa Passioni che sono cresciute quasi tutte insieme, dalla radio alla pallacanestro, fino all’accurato collezionismo di opere di artisti del territorio, quando ricevette, in dono dalla zia, un quadro di Nino Naponelli. Era ‘la giostra’ del 1965. Ora la sua collezione è arrivata a contare oltre 600 pezzi, divisi per 120 artisti di tutta la nostra provincia. Per le sue molteplici attività, anche nel mondo sportivo e sociale, è stato recentemente nominato Cavaliere della Repubblica Italiana

DI ELISABETTA MARSIGLI
FOTO LUCA TONI

GIORNALISTA RADIOFONICO, APPASSIONATO DI SPORT E ATTENTO COLLEZIONISTA, ELIO GIULIANI, PRESIDENTE DEL CIRCOLO DELLA STAMPA DA 23 ANNI, È STATO NOMINATO CAVALIERE DELLA REPUBBLICA ITALIANA.

Si aspettava una vita così piena? “Un po’ me l’aspettavo visto che i tanti interessi sono partiti così presto,” racconta. “A 16 anni lavoravo in radio, a 23 ero già un collezionista, a 26 ero l’ufficio stampa della Vuelle.” Ma come fare a conciliare tutto? “Quando hai passioni forti, riesci a fare tutto: dalle attività professionali a quelle più ricreative.” Circolo della Stampa incluso. “Beh, anche quello è riconducibile all’amore per questa città: come collezionista cerco unicamente artisti del territorio, come giornalista ho sempre raccontato storie della nostra città e il Circolo della Stampa è un po’ una conseguenza di tutto questo, cammina parallelo. Non è nato con me, ma sono 23 anni che ne sono presidente e, contrariamente al passato, ho leggermente aggiustato il tiro,” spiega Giuliani, “cercando quei pesaresi che sono

sparpagliati per il mondo dove hanno dei ruoli di primissimo piano, insomma sono quasi più riconosciuti all’estero che in città. Non nascondo che quando arriva il richiamo della loro città che li premia, sono sempre particolarmente entusiasti di tornare. Dagli Usa, da Londra, ovunque siano, tornano con piacere, a testimonianza dell’amore per la loro città.”

Ma Elio ha anche un ottimo senso dell’umorismo, i suoi pesci d’aprile sono unici. “Sono nati in radio, ma mi piaceva condividerli per testimoniare la perfetta riuscita dello scherzo, anche perché quella è la finalità del pesce d’aprile.” Il tutto sempre con garbo. “Non ho mai amato quelle trasmissioni in cui fanno scherzi anche pesanti o pericolosi. La correttezza prima di tutto,” ribadisce. “Sono consapevole del successo (ride) tanto che ho di-

versi amici che mi chiamano il giorno dopo per chiedermi cosa ho combinato. Alcuni necessitano di qualche giorno di preparazione (NdR, come l’ultimo in cui ha rinominato piazza del Popolo in piazza Berlusconi con tanto di cartello autentico) altri nascono la sera prima, ma hanno sempre una forte attinenza con l’attualità.” E la correttezza ha sempre fatto parte del tipo di giornalismo di Elio Giuliani, una dote mai scontata. “È tutto legato anche alla mia passione per l’arte, che ho reso fruibile e che mi piace condividere. La nomina a Cavaliere mi ha fatto molto piacere,” dice, “soprattutto perché è arrivata per quegli aspetti meno evidenti della mia carriera e del mio lavoro che riguardano il sociale. Cose che non vanno sbandierate, ma che, a quanto pare, non passano inosservate e ne sono contento.”

LA PIADA

TRADIZIONE E INNOVAZIONE

S’INCONTRANO

SUL

LUNGOMARE

DI PESARO

E IL MARE

DI ELISABETTA MARSIGLI FOTO LUCA TONI

La creatività dei pesaresi in cucina non è solo pizza Rossini, ma un insieme di sapori che vengono dalla tradizione, ma che sanno anche sposare l’innovazione e la curiosità. Alzi la mano chi non ha mai assaggiato le tagliatelle coi fagioli della mitica Maria di Novilara, o chi non è sempre alla ricerca di una cucina che sia in grado di sperimentare nuovi e sfiziosi accostamenti. Sul lungomare di Pesaro c’è, ora, la possibilità di incontrare entrambi i gusti: da una parte, le mitiche tagliatelle del Pergolato che sbarcano sul mare (viale Trieste levante) e dall’altra, un giovane pesarese che si è inventato un locale, che ha chiamato Salicornia, in grado di porre lo sguardo sulle tipicità del territorio, ma anche spaziare con gradevolissime alternative italiane ed estere (viale Trieste ponente).

L’occasione di unire queste due realtà, apparentemente lontane, è la passione e l’amore per il proprio lavoro. Se 53 anni fa la

LE TAGLIATELLE

DELLA SIGNORA

MARIA DI NOVILARA

SBARCANO SUL

LUNGOMARE DI

PESARO, AL RISTORANTE

IL PERGOLATO. “IL

SEGRETO È UNA

CUCINA SEMPLICE, COSÌ

COME PER LA NOSTRA

PIADA SFOGLIATA CHE SI POTRÀ GUSTARE

ANCHE AL MARE.”

signora Maria ebbe l’intuizione di aprire un ristorante e creare qualcosa di diverso, dove la semplicità ha prevalso su tutto con un piatto tipico della campagna che si è rivelato un successo senza precedenti, oggi Matteo Broccoli ha avuto il coraggio di tornare nella sua città per apri-

re un piccolo locale, quasi un bistrot, dove offrire un viaggio tra sensibili sfumature di sapori, sperimentando concordanze e contrasti.

“Tutti facevano le tagliatelle al ragù,” racconta Antonella Manna, figlia della signora Maria, “e mia madre pensò a un piatto così semplice che si mangiava in campagna. Per la piadina fu lo stesso: cercammo un modo nostro di farla.” E il segreto delle tagliatelle? Antonella sorride, “non usiamo i borlotti ma i fagioli gialli olandesi. Hanno una pelle più sottile che ci permette di condire così bene la tagliatella: è olandese certo, ma lo lavoriamo qui.”

Il segreto è sempre una cucina semplice. “Non usiamo soffritti ed è per questo che le nostre tagliatelle non sono pesanti, così come la nostra piada. È una piada sfogliata, all’interno nell’impasto noi mettiamo solo olio poi facciamo la sfoglia come per la tagliatella.” Un cibo che si potrà

RISTORAZIONE

tranquillamente gustare anche al mare. “Avremo anche tante altre proposte e una insalata di fagioli fresca.”

Matteo, nel suo Salicornia, ha scelto, invece, di sperimentare e di offrire qualcosa di diverso. L’amore per la cucina lo ha portato a girare il mondo. Per oltre 13 anni ha fatto esperienze in Italia e all’estero – Londra, Parigi, Copenaghen – accanto a chef stellati, tra cui Cracco e Marchesi, con cui ha condiviso l’amore per il proprio lavoro.

La Salicornia, non a caso, non è un’alga e non è un ortaggio e questa sua ambiguità l’ha resa molto interessante e versatile in cucina, come ingrediente ideale per far diventare un banale

piatto di pesce immediatamente originale e amplificare il sapore del mare. E come questo ingrediente particolare, il locale di Matteo è piccolo ed accogliente, con un’atmosfera intima che lo rende speciale.

“Mi piace condividere con i clienti la mia passione,” dice. “Forse perché in giro c’è sempre meno attenzione alle piccole cose, ai dettagli.”

Crudo di pescato con mandorle, arancia e salicornia o linguine burro, alici, pane aromatico, finocchietto e agrumi, sono solo alcuni degli sfiziosi accostamenti che rendono la cucina di Matteo Briccoli un vero e proprio viaggio fatto di colori, sapori e sentimento

MATTEO BROCCOLI, DOPO 13 ANNI ALL’ESTERO, TORNA NELLA SUA CITTÀ PER APRIRE SALICORNIA, QUASI UN BISTROT CHE PROPONE SFIZIOSI ACCOSTAMENTI IN UN VIAGGIO FATTO DI COLORI, SAPORI E SENTIMENTO, CONCORDANZE E CONTRASTI.

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UN VIAGGIO

DA PESARO A NEW YORK E RITORNO: IL DIARIO DI ANDREA URBINATI

DA SOGNO

A quante mamme e papà è capitato di esaudire, pur con non poche preoccupazioni, il desiderio del proprio figlio o figlia di fare un’esperienza all’estero? Superato un certo imbarazzo e celando con maestria quel disagio che accompagna una separazione, seppur momentanea, molti

avranno acconsentito, considerando anche la possibile crescita personale del proprio figlio. Ma quanto questi genitori hanno poi approfondito o sono riusciti a capire fino in fondo se il proprio figlio stava davvero bene? Andrea Urbinati è un giovane ‘figlio’ che ha vissuto in

prima persona questa esperienza e ha pensato bene di scrivere una vera e propria guida per quei genitori che vogliono sostenere i propri figli nelle loro avventure all’estero, senza invadere il loro spazio e soffocare le loro aspirazioni, dal titolo Mamma, voglio tornare a casa: Come aiutare tuo

DOPO 7 ANNI A NEW YORK E DOPO AVER COSTRUITO UN ‘BUSINESS’ DI SUCCESSO, ANDREA URBINATI È TORNATO A PESARO. IL SUO LIBRO È IL DIARIO SEGRETO DEL FIGLIO ALL’ESTERO CHE ESPLORA IL CONTRASTO TRA L’IDEALE DEL VIAGGIO E LA REALTÀ QUOTIDIANA.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, ANDREA URBINATI AUTORE DEL LIBRO MAMMA, VOGLIO TORNARE A CASA. COME

figlio che vive all’estero e cosa fare se ritorna a casa “Soprattutto senza rischiare di trasformare questa esperienza in un fallimento,” racconta Andrea. “Sì, perché quando decidi di partire ti senti un leone e non lascerai mai trasparire il desiderio di tornare: per amore, per orgoglio, per uno stupidissimo senso di responsabilità. Attenderai invano che ti dicano ‘vuoi tornare?’ e continuerai a dare risposte evasive, trovare parole rassicuranti, insistendo nella tua impresa, anche in balìa delle più disparate situazioni.”

Andrea è un ragazzo in gamba, vivace e ‘multitasking’ e, apparentemente, la sua esperienza è servita a formare il suo senso di responsabilità, la sua capacità di

trasformare cose e situazioni positivamente. “Sì, ma non senza una certa sofferenza e il rischio di dover accettare un fallimento prima ancora di cominciare qualcosa,” ammette. Il suo sogno era andare in India, ma poi, alla proposta di sostegno economico in qualunque scuola, purché a New York, accettò lo scambio. “Da Pesaro a Brooklyn il salto è a dir poco sconvolgente, ti senti un alieno, un intruso.” Il suo libro è una sorta di diario segreto del figlio all’estero. “È un libro da usare, che esplora il contrasto tra l’ideale romantico del viaggio e la cruda realtà quotidiana.”

Dopo 7 anni all’estero, dopo aver vissuto in una delle città più famose al mondo e aver costruito

un ‘business’ di successo, tra cui l’essere entrato nella top ten dei migliori fotografi di hair stylist degli Usa con una parcella di 2.000 dollari al giorno, Andrea è tornato a casa, nella sua Pesaro. Perché? Sarà Andrea a svelarlo ai suoi lettori, in un percorso che approfondisce il legame tra genitori e figli. “Ci ho messo vent’anni, ho provato di tutto, sbagliato una marea di volte, ma alla fine, finalmente ho capito cosa fare e come farlo,” racconta Andrea Urbinati. “Il mio sogno ora è aiutare altri viaggiatori, in qualsiasi modo possibile.”

E conclude: “L’unica cosa che mi porto dietro con piacere è la capacità di saper organizzare i sogni.”

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