Rimini In Magazine - 04/2016

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ESSERE

Il gatto

DELLA RADIO TRA RADIO, TV, PUBBLICITÀ E CINEMA, GILBERTO GATTEI, UNA DELLE VOCI PIÚ LONGEVE DELLA RADIO ITALIANA, FESTEGGIA QUARANTA ANNI DI CARRIERA.

S

di Manuel Spadazzi / ph Riccardo Gallini

Si fa prima a dire cosa non ha fatto, Gilberto Gattei. Dalla radio, il suo primo e grande amore alla televisione, dalla pubblicità al cinema passando per la musica: in qualsiasi settore dello spettacolo c’è il “graffio” di Gilberto... Se i gatti hanno sette vite lui, il gatto della radio – come l’hanno soprannominato fin dagli anni ’80 – ne ha già avute almeno una dozzina di vite, artisticamente parlando. “E non ho nessuna intenzione di fermarmi qui,” assicura Gilberto, che da qualche mese ha festeggiato i quaranta anni di carriera. Anzi, fra poco fanno quarantuno, ma non chiedetegli l’età. “Però non è molto difficile indovinare: ho debuttato nel 1975 a Radio Rimini. Andavo ancora alle scuole superiori. Frequentavo l’istituto commerciale Valturio. Quindi...” Come è riuscito un aspirante ragioniere a diventare una delle voci più longeve della radio italiana? “La verità? Non ho mai fumato, praticamente non bevo alcolici e non ho mai fatto uso di sostanze. Niente robaccia, mai. E sì che ne ho visti di bravissimi colleghi bruciarsi, per colpa della droga… Io invece sto benissimo, ho messo da

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parte qualche soldo e ho ancora una voce giovane.” Meglio la radio che una vita fatta di numeri e di conti. “In realtà sognavo di fare il giornalista. Uno dei miei insegnanti era Amedeo Montemaggi, storica firma del Resto del Carlino e grande studioso della Seconda guerra mondiale e della Resistenza. Mi ero anche iscritto all’università, al corso di sociologia a Urbino. Poi ho abbandonato, ma posso dire di aver fatto anche il giornalista in tante mie trasmissioni.” Le è pesato lasciare gli studi? “Avevo troppi impegni. La radio, le serate nelle discoteche, gli spot, gli annunci alla Pupliphono. Facevo una vita pienissima. È stato proprio in quel periodo, nell’estate del 1981, che TV Sorrisi e canzoni dedicò a me e ad altri nove deejay il paginone centrale con il titolo I fantini del disco. Io ero già da un paio di anni a Radio Sabbia.” Mai avuto il rimpianto di non aver sfondato in un grande network nazionale? “No, nessun rimpianto. Anche se ne ho avuto la possibilità. Nel 1983, ad esempio, quando ho vinto un concorso della Rai. Sono arrivato primo su trecento deejay


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