A fianco, Giordano Emendatori circondato dai figli Elena e Gian Maria.
Oggi l’80% del nostro fatturato dell’azienda italiana, che è di 77 milioni, arriva dall’export. Come gruppo siamo a 110 milioni, siamo presenti in 120 paesi del mondo, dall’estrema punta dell’Argentina al Canada fino all’Oriente. Mi rende fiero il fatto che Mec3 sia di casa a Riccione come a Shangai”. Merito anche dei suoi figli. Lei, Gian Maria, ha iniziato a lavorare per Mec3 proprio seguendo le filiali all’estero…
Mec3: il segreto? Guardare sempre avanti L’azienda guidata dalla famiglia Emendatori è una delle poche che continua ad investire su ricerca e sviluppo, a cui ogni anno viene destinato il 5% del fatturato annuo. Mec3 è anche l’unica realtà del settore ad essere dotata di un laboratorio di analisi sensoriale: trenta panelist istruiti supervisionano costantemente lo sviluppo di ogni singolo prodotto. Il tutto nello stabilimento ultra moderno di San Clemente: 18mila metri quadrati in cui nascono i prodotti per la gelateria e la pasticceria che l’azienda esporta in tutto il mondo. Il 2012 chiude con un fatturato di circa 110 milioni di euro.
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all’estero vado a correre lungo il fiume Conca: uno spettacolo. Me la godo troppo per ‘ritirarmi’. Viaggiare all’estero non mi pesa. Anzi. Quand’ero giovane mi hanno sbattuto in faccia tante porte, ora invece me le aprono prima ancora che arrivi”. Mec3 è stata una delle prime aziende riminesi a credere molto nell’export: una scelta che premia più che mai, in questo momento difficile per l’economia.
“È vero. Mi sono buttato subito all’estero, avevo fatto anni di esperienza quando lavoravo per l’azienda di Bologna che poi ho lasciato.
“In realtà ho iniziato a 13 anni, nel 1987, lavorando in gelateria. Poi ho passato tutti i settori dell’azienda: dalla consegna dei prodotti al laboratorio, fino alla produzione. Dopo essermi laureato in Economia alla Bocconi ho iniziato a seguire le filiali all’estero. Ho fatto esperienza vivendo in Argentina, dove avevamo un’azienda commerciale. Poi ho abitato per diversi anni in Ungheria, e lì ho creato e gestito direttamente una società di distribuzione. Erano anni di grandi viaggi ed esperienze, mediamente passavo all’estero più di 250 giorni l’anno”. Ha ricalcato le orme di suo padre Giordano.
“Direi di sì. Sono praticamente cresciuto con i nonni, perché mio padre è sempre stato molto tempo all’estero, per lavoro, e mia madre l’ha sempre seguito. Mio padre è, per me, quasi un fratello maggiore. Il nostro rapporto è cresciuto quando ho iniziato a lavorare a tempo pieno in Mec3”. Mec3 in fondo è una grande azienda di famiglia. Quant’è difficile lavorare fianco a fianco, padre e figli?