retail&food 11-12 2025

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Catene food a caccia di margini: analisi su 89 format

Aeroporto di Torino: tutto pronto per l’inizio della “winter”

Piovono investimenti sugli outlet, ecco le ultime novità

DA GRANDE SARÒ UN TAVOLO.

CON WASCOFFEE® I FONDI DI CAFFÈ DIVENTANO ARREDI DI ECO-DESIGN.

Wascoffee® è il progetto di economia circolare di Autogrill® grazie al quale i fondi di caffè vengono riciclati per diventare tavoli e altri oggetti di eco-design.

Insieme a Wasorange® e a Wasbottle® per il riciclo delle bucce d’arancia e dei contenitori di plastica, Autogrill® continua il suo viaggio nell’innovazione e nella sostenibilità.

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Editoriale

LA RISCOPERTA DELL’UTILE

Partecipando a diverse conferenze, convegni e presentazioni, non possiamo fare a meno di notare i temi, le parole chiave, i termini di moda che si avvicendano nel corso delle stagioni.

Di recente si è imposto quello dell’attenzione alla marginalità, dell’utile, cioè del risultato finanziario positivo nel conto economico annuale delle imprese. La cifra che dovrebbe consentire alle aziende, di qualunque settore e dimensione, di attivare nuovi investimenti, di distribuire dividendi o di mettere “fieno in cascina”, costituendo un fondo per azioni future.

Nel mondo del retail ciò significa che la corsa forsennata alla crescita del fatturato, solitamente sostenuta tramite un piano di nuove aperture di punti vendita, si può dimostrare fallace. Aumentare il fatturato tramite nuovi negozi e ristoranti è quasi automatico ma aumentando i costi di esercizio il rischio è che alla fine dell’anno, all’aumento del fatturato non corrisponda un utile soddisfacente o addirittura compaia una perdita d’esercizio.

E in tempi complicati come questi, si capisce la pericolosità del tema. E si comprendono i numerosi fallimenti, cessioni, acquisizioni registrate nell’ultimo anno.

Ecco quindi due strategie, spesso risuonate nelle conferenze e nei convegni sopra citati: razionalizzare la rete esistente, detto più brutalmente chiudere senza incertezze i punti vendita non performanti. E aprire nuovi negozi solo se ci sono ragionevoli certezze che questi possano portate risultati positivi, marginalità per l’azienda. Occhio all’utile, questo sarà uno dei mantra del prossimo anno.

Dicembre 2025

INFORMARSI È UN BENE,

NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food

RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali.

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Nuove aperture o restyling, la parola d’ordine è flessibilità degli spazi

acquista

Macha, nasce un polo da oltre 90 ristoranti.

Intervista all’a.d. Brusini

Mapic compie trent’anni Prova ok per la formula “micro”

Gruppo Pizzium vicino agli 80 locali

Saturnino: “Nel 2026 focus sulle aree urbane”

EVENTI | Aigrim Day

Aigrim Day, la forza delle catene. Nella pausa pranzo al 20% di quota mercato

Torino ottimizza l’offerta mentre apetta un nuovo record passeggeri

Analisi Edifis

Catene food a caccia di margini. Numeri a confronto di 89 brand

Tante novità sugli outlet: più spazio al food, restyling mirati nel retail

Stock Options

Cigierre compie trent’anni. In arrivo investimenti per 60 milioni

Cigierre compie 30 anni e annuncia un piano di investimenti consistente, tra nuove aperture e restyling. Il gruppo friulano, che gestisce marchi affermati come Old Wild West, Smashie, Wiener Haus e Pizzikotto, celebra trent’anni di attività. “Trent’anni rappresentano un traguardo importante – ha commentato Marco Di Giusto, CEO e Founder di Compagnia Generale Ristorazione S.p.A – ma soprattutto un punto di partenza verso il futuro”. Nel 2024 l’azienda ha raggiunto un giro d’affari complessivo di 545 milioni di euro, con oltre 360 ristoranti tra gestione diretta e franchising, 5.000 collaboratori e oltre 30 milioni di clienti serviti. Per il 2025 il gruppo guidato da Stefania Criveller, Corporate General Manager, prevede di raggiungere un fatturato superiore ai 550 milioni di euro. E annuncia un piano triennale da 60 milioni di investimenti.

FOOT LOCKER

Dopo aver toccato un minimo decennale, le azioni si sono infiammate a fine novembre, sulla scia di rumors di mercato che vorrebbero il colosso Anta Sports interessato ad acquistare il brand tedesco, in crisi di vendite dal dopo Covid.

ABERCROMBIE

Exploit nel terzo trimestre fiscal per le azioni Abercrombie & Fitch. Le vendite nel complesso scendono del 2%, ma meno delle attese e Hollister tiene su i conti con una crescita del 16% ed è il terzo trimestre di fila.

Il grande retailer americano, impegnato in una fase di ristrutturazione, ha annunciato la nomina di un nuovo Ceo (Michael Bender) per imprimere una svolta ai suoi conti. Ma anche per rimpiazzare l’ex Ceo Ashley Buchanan dopo un turbolento addio.

BASICNET

BasicNet ha acquisito il marchio Woolrich per rafforzare la sua presenza nel segmento outdoor. Un veicolo di Basicnet disporrà dei diritti sul marchio Woolrich® per l'Europa, che apporterà ricavi per 90 milioni nel 2025.

Com’era prevedibile, il nuovo proprietario Dick’s Sporting Goods inizierà a selezionare alcuni negozi non profittevoli per chiuderli (ce ne sono 2.400 nel mondo). Esclusa Foot Locker, le vendite comparabili di Dick’s salgono del 5%.

AEFFE

Fase di stallo per il gruppo del lusso Aeffe, impegnata in una procedura di composizione negoziata della crisi. A fine novembre, la società ha richiesto l’uscita volontaria dal segmento STAR di Borsa Italiana.

Richemont ha conseguito ricavi per 10,62 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 5% a tassi correnti (+10% a tassi costanti), spinto da un recupero parziale dei consumatori cinesi e da un impatto contenuto dei dazi Usa sugli utili.

Associated British Food sta pensando a uno spin off di Primark, per separare il retailer dalle attività food. Sull’anno fiscale, i ricavi di ABF sono calati del 3% a valuta corrente, a 19,4 miliardi di sterline. Quelli di Primark sono circa 9,5 miliardi (+1%).

La compagnia americana delude i mercati con risultati del terzo trimestre fiscale sotto le stime degli analisti. Il marchio è impegnato in un piano di riduzione dei costi, che dovrebbe portare a risparmi per 250 milioni entro il 2027

Starbucks, il flagship di Roma Centro festeggia un anno. “Ora consolidiamo. Prossime aperture da metà 2026”

Starbucks celebra il primo anniversario del flagship store italiano, in piazza San Silvestro, a Roma. Il locale, 800 metri quadrati su due piani, è stato il primo “flagship” in area Emea, celebrato anche dalla casa madre americana. In occasione di questo compleanno, Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italy, ha fatto il punto sulla situazione del brand. “Anche noi, come il resto del mercato, abbiamo navigato a vista nel 2025, in un momento non brillante dei consumi e caratterizzato da uno scenario geopolitico difficile”. Lo sviluppo in Italia non si è mai arrestato e oggi Starbucks conta in Italia 50 negozi, in dieci regioni. “Finora siamo soddisfatti del mercato italiano, poiché riusciamo a catturare un pubblico eterogeneo. Ci sono negozi con una forte componente di turisti, altri invece che ci hanno stupito per la capacità di diventare un punto di riferimento dei quartieri. Per le aperture future, stiamo lavorando su alcune opzioni, ma se ne riparlerà nella seconda metà del 2026”.

Roberto Longo nuovo Ceo de La Piadineria. Valota resta come General manager

Roberto Longo è il nuovo amministratore delegato de La Piadineria. Il manager proviene da quindici anni passati in McKinsey & Company, dove con il ruolo di partner si è occupato di Retail, Omnichannel e Food. Andrea Valota, Ceo dall’ottobre del 2022, rimane però in azienda con il ruolo di General Manager. La scelta di Longo, decisa all’azionista di controllo CVC Capital, va inquadrata nella decisione di spingere ancora di più sull’internazionalizzazione, oltre che sul proseguire la crescita interna. Lon go, come sottolinea il comunicato, ha avuto esperienze nel Regno Unito, Stati Uniti, Emirati Arabi e Singapore. “Con grande stima, raccolgo il testimone da Andrea, che ha avuto il merito di portarci al traguardo dei 500 ristoranti e ai vertici del settore nazionale” ha commentato, “facendo del marchio un player in grado di guidare il verticale “fast casual” e competere con i più importanti concorrenti internazionali”.

INNOVAZIONE SOSTENIBILE PER UN FUTURO RESPONSABILE

SDS è da sempre attenta a selezionare le migliori soluzioni in termini di sostenibilità

Offriamo prodotti con un basso impatto ambientale garantendo sempre qualità e funzionalità.

SDS è certificata FSC®, quest’ultima garantisce la tracciabilità e la sostenibilità dei prodotti in legno e carta. Il nostro obiettivo è chiaro: promuovere soluzioni green per la ristorazione professionale.

In arrivo i negozi cinesi Balabala (kids casual): piano per 30 negozi, partendo da Milano e Roma

Il prossimo anno sono in arrivo le prime aperture del brand cinese di abbigliamento per bambini Balabala. Secondo il gruppo proprietario del brand, Semir International Group, il piano di espansione in Italia prevede una roadmap quinquennale, per circa 30 aperture, e un investimento complessivo di circa 12 milioni di euro. Prime aperture a Milano e Roma. Balabala è un marchio di moda bambini dal taglio casual, che si pone su una fascia di prezzo superiore rispetto a concorrenti low cost, quali per esempio Pepco. La partnership per lo sviluppo retail in Italia è stata firmata con Mediterraneo 1996 srl, una società cui unico titolare è un imprenditore cinese che vive da anni in Italia, Lin Licheng, già attivo in altre attività del settore.

Pinalli taglia il traguardo dei 100 negozi. Avanza la concentrazione nel settore profumeria-beauty

Con l’apertura di un nuovo store a Torino, Pinalli ha tagliato il traguardo dei cento negozi in Italia. L’apertura in questione è avvenuta al centro commerciale Area12. Per Pinalli si tratta del punto di arrivo di un percorso di crescita rapida, nel 2025, passato per l’inaugurazione di 22 nuovi negozi e per l’esordio in tre regioni in cui ancora non era presente (Abruzzo, Campania, Sardegna). “Siamo molto soddisfatti perché l’obiettivo che ci eravamo posti nel piano industriale 2022 -2026 è stato raggiunto con un anno di anticipo rispetto alle previsioni” ha commentato Raffaele Rossetti, Presidente e Amministratore Delegato di Pinalli. Questo traguardo a livello retail, si accompagna anche a una novità di prodotto importante, dal momento che Pinalli di recente ha esordito con la sua private label.

Piazza Italia: Luigi Bernardo “batte” il fratello Antonio e conquista la maggioranza. Nuovo piano per 200 aperture

Con un’operazione di family buy-out, il brand Piazza Italia diventa proprietà di uno dei fondatori, Luigi Bernardo. È pronto un nuovo piano industriale (2025-2030), che prevede circa 200 nuove aperture, metà dirette e metà in franchising, tra Italia, Balcani, Grecia, Medio Oriente, Sud America e Nord Africa. Attualmente la rete è di 340 negozi. Per la società attiva nel fast fashion, con sede a Nola (Na), il 2025 segnerà il miglior esercizio della sua storia, con un volume d’affari complessivo –tra rete diretta e franchising – pari a 485 milioni di euro, ricavi netti per 350 milioni e un Ebitda di 50 milioni, corrispondente a un margine del 14,3%. L’operazione è stata guidata da un pool di banche, con Unicredit capofila (con una quota complessiva pari al 43,5% del finanziamento) insieme a Bnl-Bnp Paribas, Mps, CdP, Mediocredito centrale e Banco Desio.

AEROPORTO DI BERGAMO ORIO AL SERIO

Sushi Daily è il produttore di sushi n. 1 in Europa, con oltre 1000 chioschi distribuiti tra negozi alimentari, supermercati e hub di viaggio.

Nel nuovo chiosco appena inaugurato all’Aeroporto di Bergamo – Orio al Serio ogni cliente potrà comporre il proprio piatto di sushi con la formula Pick&Mix, da consumare comodamente sul posto, oppure scegliere le box Take Away preassemblate da gustare anche in volo.

Vi aspettiamo prima del vostro prossimo viaggio!

Apre WaltherPark a Bolzano: 80 negozi, frutto dell’investimento di Schoeller Group

A Bolzano ha aperto ufficialmente i battenti la Highstreet Gallery di WaltherPark, il cuore commerciale del maxi progetto a uso misto della città alto-atesina. Nel complesso, si tratta di 600 milioni di investimento del gruppo tedesco Schoeller, su 127.000 mq di superficie, fra retail, living, office e hospitality. Svicom è incaricata del ruolo di asset e property manager dell’intero complesso. La zona dei negozi occupa una superficie di circa 31.000 mq retail e 4.000 mq dedicati al food market, con il primo store Esselunga dell’Alto Adige. Ci sono circa 80 insegne, nazionali e locali, tra cui Peek & Cloppenburg, OVS, JD Sports, Conté, Ecoalf, Starbucks, Nike e Lego, Mediaworld, con un format “smart” di prossimità, dm Italia. E poi ancora tanti marchi come Legami, Clayton, Alcott, Marlù. Per quanto riguarda la ristorazione, il pezzo forte sono i circa 5mila metri quadrati di Mercato Centrale, che va a ospitare oltre 20 proposte food.

Caffè Ottolina primo partner del progetto di RoastMaster Capital

Caffè Ottolina, storica torrefazione milanese fondata nel 1948, diventa il primo partner del progetto di aggregazione promosso da RMC-RoastMaster Capital, la piattaforma nata per valorizzare e rafforzare il settore del caffè in Italia. L’operazione prevede l’ingresso di RMC nel capitale di Caffè Ottolina attraverso la holding dedicata al progetto. La famiglia Ottolina, che ha a sua volta reinvestito in RMC, continuerà a guidare l’azienda, beneficiando del supporto industriale e finanziario del nuovo gruppo. “Con RMC vogliamo dare nuova linfa a un settore che rappresenta da sempre un’eccellenza italiana ma che oggi ha bisogno di maggiore scala, capacità di investimento e apertura internazionale” ha dichiarato Emanuele Musini, CEO di RoastMaster Capital. Harcos Capital Partners supporta il progetto dal punto di vista finanziario. “Siamo fieri e onorati di essere i primi ad unirci a questo progetto – commenta Remo Ottolina, Presidente di Caffè Ottolina Spa.

OVS acquista Kasanova con un’offerta da 15 milioni di euro

OVS ha presentato l’offerta d’acquisto ufficiale per portarsi a casa negozi e marchio Kasanova. Il colosso guidato da Stefano Beraldo fa il suo ingresso anche nel segmento degli articoli per la casa, salvando Kasanova da una situazione di crisi. A oggi, Kasanova ha una rete di circa 700 punti vendita, di cui circa 220 a gestione diretta, 280 in franchising e 200 corner all’interno di negozi specializzati in bricolage, nei centri commerciali o in zone centrali delle più importanti città italiane. “Realizza elevate vendite al metro quadrato, ed un buon margine commerciale” spiega il comunicato aziendale. Nell’ottobre 2024, Kasanova ha richiesto l’accesso alla procedura di Composizione negoziata della crisi, per poi avviare un importante piano di turnaround con chiusure dei negozi meno redditizi e più in generale di riduzione costi ed inefficienze. Questo percorso ha comportato l’azzeramento del capitale sociale, quindi OVS si porterà a casa Kasanova con un’offerta da 15 milioni di euro sotto forma di aumento di capitale.

Giochi Preziosi, scatta la procedura negoziata. Il ruolo di Dea Capital, Sagitta e la riduzione dei negozi italiani

Il Tribunale di Milano ha ammesso il gruppo Giochi Preziosi alla procedura di composizione negoziata della crisi. La richiesta è stata presentata dai legali dell’azienda stessa. Ora, il piano di rilancio dovrebbe contare sull’appoggio decisivo di nuovi investitori, Dea Capital Alternative Fund Sgr e Sagitta Sgr (di recente intervenuta anche a sostegno di Coin). Due soggetti finanziari che, sul finire del 2024, avevano già acquisito crediti di Giochi Preziosi per diversi milioni di euro, rilevando le esposizioni nei confronti di alcune banche come Unicredit, Banco Bpm e Sanpaolo. Appare probabile la riduzione dei negozi Giochi Preziosi, attualmente dieci di grandi dimensioni fra Milano, Verona, Bergamo, Padova, Livorno, Marcianise, così da ottenere un contenimento dei costi. Il gruppo punterebbe maggiormente sulla distribuzione wholesale, con l’obiettivo al 2030 di raggiungere un Ebitda di almeno 50 milioni di euro (oggi i ricavi si aggirano intorno ai 400 milioni).

Via Pasteria: terza apertura milanese (e due nel mirino) per il fast casual di pasta fresca

Via Pasteria ha aperto un terzo punto vendita a Milano, nella zona dell’Arco della Pace, che segue i due già presenti nel capoluogo lombardo. La proposta è incentrata sulla pasta artigianale trafilata al bronzo, mentre il format si inserisce nel filone fast casual, con uno scontrino medio di 23 euro. “Anche se ci definiamo fast luxury” suggerisce Manfredo Camperio, uno dei fondatori, “perché

Tecnologie nella ristorazione Quali conteranno di più?

Secondo dati FIPE riferiti al 2024, il mercato della ristorazione in Italia vale oltre 96 miliardi di euro con quasi 330.000 imprese coinvolte. Uno scenario competitivo e dinamico, dove le tecnologie digitali vengono sempre più adottate per semplificare la gestione e rendere le attività economicamente sostenibili. Quali saranno quindi le innovazioni tecnologiche più presenti in bar e ristoranti nei prossimi anni? Proviamo a ipotizzarlo a partire da alcune tendenze di mercato.

Prenotazioni online

In Italia, il 20% delle persone già prenota un tavolo al ristorante online, un trend in forte crescita. Il futuro appare sempre più caratterizzato da piattaforme online, chatbot e risponditori telefonici automatici che ridurranno errori e tempi di elaborazione, garantendo una migliore gestione dei tavoli e il controllo dei no-show, cioè dei clienti che non si presentano dopo aver prenotato.

AI e analisi dati

L’importanza degli indicatori di performance (KPI) nei ristoranti è nota, ma le attività più piccole faticano a monitorarli a causa sia della complessità che dei tempi ristretti. Ecco perché negli anni a venire sarà imprescindibile dotarsi di strumenti di Business Intelligence capaci di sfruttare l’AI per trasformare in pochi istanti i numeri “grezzi” in stime predittive.

Gestione omnicanale

La crescente concorrenza aumenta l’esigenza di trovare canali complementari al servizio al tavolo. Parliamo di delivery e asporto, ma anche kiosk, casse automatiche e app di self ordering, che permettono ai clienti di ordinare in autonomia al tavolo da smartphone. Per i ristoratori è un’enorme opportunità di incremento dei guadagni, soprattutto attraverso tecnologie che ne semplificano l’uso e la gestione quotidiana.

Zucchetti, il partner tecnologico per le attività ristorative

Ai ristoratori che vogliono intraprendere questo percorso di digitalizzazione, Zucchetti offre un ecosistema di soluzioni integrate che garantiscono semplicità di utilizzo, risparmi di tempo ed economici.

Da Pienissimo Pro, software che automatizza la raccolta delle prenotazioni online e al telefono, all’app Alvòlo per gestire delivery e canali integrati, gli strumenti sono integra-

ti sia con i software di cassa per la gestione completa dell’attività che con Zucchetti Digital Payments, il sistema d’offerta che include soluzioni e servizi fintech, nonché terminali POS con cui accettare pagamenti elettronici, digitali o buoni pasto su un unico dispositivo. I dati confluiscono sulle piattaforme di Business Intelligence dedicate, offrendo un quadro chiaro e immediato dell’andamento del locale, con spunti basati sull’AI per migliorarne la gestione. Un unico partner, una visione chiara: con Zucchetti la tecnologia è un alleato concreto di crescita, oggi e nel futuro.

Fondo Pillarstone-Promos: al via 20 milioni di investimento sui centri San Donato (Fi) e Continente (Bg)

Entra nel vivo l’operatività del fondo Retail & Leisure Fund, promosso da Pillarstone, con la collaborazione strategica di Promos. Il fondo è nato lo scorso anno con l’obiettivo di creare un portafoglio di una decina di asset (centri commerciali) da rilanciare e da far crescere di valore, grazie agli investimenti di Pillarstone e con il contributo di Promos quale partner per gli aspetti commerciali, di leasing e di property management. I primi due asset a partire, su cui è previsto un investimento complessivo di 20 milioni di euro, sono il complesso retail di San Donato (nel quartiere Novoli di Firenze), che attualmente conta 25.000 mq di GLA e 24 store, e il centro commerciale Continente di Mapello (Bergamo), circa 22.000 mq di GLA e 60 store.

Miniso, Pop Mart e il

caso “Heikos”. Altro che bolla, il fenomeno kawaii cresce ancora

Fabio Xu è un giovane imprenditore di origine cinese, che vive in Italia. Dopo aver guidato l’avviamento e il consolidamento di Miniso in Italia, ha “restituito” l’attività alla casa madre titolare del marchio. E ha iniziato in solitaria il progetto Heikos. I negozi a marchio Heikos, presenti ad esempio nei centri commerciali romani Porta Di Roma, RomaEst ed Euroma2, diventeranno otto entro fine anno e il business plan prevede di arrivare a 50 entro il 2027. Ciò che conta sono due aspetti. Da un lato, c’è una generazione di imprenditori cinesi sempre più attivi e ormai ben inseriti nel segmento retail, così come anche nella ristorazione. Dall’altro lato, c’è un grande filone retail di derivazione asiatica (k-pop, kawaii, Miniso, Hemu, Pop Mart solo per citare degli esempi) che sta dimostrando di non essere una bolla passeggera.

Dal Tabaccaio

COME DICEVA QUELLO?

Il volontariato è un atto rivoluzionario perché sfugge alla logica del prezzo, In un mondo che tagga tutto, che misura anche il respiro, il volontariato si muove in una dimensione nobilissima e per questo motivo non monetizzabile. È il bug del sistema: fai una cosa utile, la fai gratis, e la fai per scelta, non per personale tornaconto. La verità semplice è che non tutto si compra.

Si possono comprare visibilità, servizi, follower, persino l’entusiasmo finto. Ma non puoi comprare chi decide di sporcarsi le mani il sabato mattina, di portare buste, di fare spese, di cucinare pranzi, di guidare pulmini di ascoltare storie che non finiscono in un pagamento pos ma soltanto e forse in un sorriso spesso sdentato di chi hai di fronte. Non puoi comprare il tempo che non pretende ritorni, l’attenzione che non cerca upgrade, la presenza che rimane anche quando non c’è un incasso all’orizzonte.

E il paradosso è che proprio ciò che non ha costo ha un valore enorme: tiene in piedi comunità, riattiva economia umana, genera capitale sociale che nessun fondo d’investimento può mettere a bilancio.

Il volontariato non è il contrario del mercato: è il complemento?

Non c’è nobiltà nel “gratis” se è obbligato.

La grandezza del volontariato sta nella libertà: potresti farti i fatti tuoi, ma non lo fai.

È una decisione antipigrizia, anticinismo, antifatalismo antimodernismo.

È il rifiuto pratico dell’idea che l’unico linguaggio possibile sia quello dell’acquisto. È dire:

“Io ci sto. Anche senza like, anche senza badge, anche senza carrello”.

Io sono uomo e sono umanita`.

Alla fine, il volontariato è questo: la dimostrazione vivente che l’impatto non e`fatturato.

Che il futuro non si finanzia solo con il capitale, ma anche con il dare, che resta l’unica valuta che, più la spendi, più circola.

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Mondadori porta la libreria di prossimità al nuovo Mercato di via Rombon

Al Mercato milanese di via Rombon, appena riaperto, Mondadori sperimenta un particolare format di prossimità. Il nuovo Mondadori Store ha una dimensione ridotta, circa 100 metri quadrati. Per rafforzare il legame con il quartiere, la libreria aggiornerà i propri eventi tramite pagina dedicate sui social ed ha avviato il programma “Alunni in libreria” con le scuole della zona. Dopo 10 anni di chiusura, il Mercato di via Rombon (zona Feltre-Lambrate) è stato riaperto in questi giorni. Si tratta del primo dei quindici mercati comunali che il Comune ha conferito a Sogemi a luglio. I lavori di ristrutturazione, su un’area complessiva di 1.725 mq, hanno comportato un investimento di 3,5 milioni. A regime ospiterà, oltre alla libreria, sette attività legate alla vendita alimentare.

Orio al Serio amplia l'area Partenze. Il nuovo duty free è firmato Avolta-Autogrill

All'aeroporto di Bergamo Orio al Serio è stato completato l'ampliamento dell'area Partenze. L'allargamento non era dovuto alla necessitò di ampliare lo spazio commerciale, ma serviva a gestire meglio un traffico passeggeri ormai superiore ai 15 milioni l'anno, troppo stretto nella versione precedente dell'aerostazione. La nuova area si estende su una superficie di 7500 mq al primo piano dell’aerostazione e si aggiunge ai 4.300 mq del piano terra, che restano in funzione, anch'essi ampliati. Negli spazi del primo piano che entrano in funzione, sono state installate 14 linee per i controlli di sicurezza. Questa opera va a completamento dei lavori avviati il 15 marzo 2024 e realizzati con un investimento da parte di SACBO pari a 55 milioni di euro, di cui 41 milioni per la componente infrastrutturale e 14 milioni per l’acquisto di macchine radiogene di ultima generazione. Nella nuova zona, al primo piano, a livello di esercizi commerciali si trovano il nuovo duty-free gestito da Avolta, in un ambiente completamente riprogettato. Accanto a questo, il punto bar-ristorazione a marchio Motta.

Apre il nuovo Robata Kan. Un viaggio in Giappone restando nel

cuore di Milano

Da pochi giorni, a Milano, è stato inaugurato il nuovo ristorante Robata Kan. La location offre un percorso culinario basato sulla cucina nipponica tradizionale, con particolare attenzione ai piatti preparati sulla robata, che ormai sta diventando di moda, specialmente nelle grandi città. Questa speciale modalità di cottura alla griglia nasce dall’usanza di pescatori e agricoltori di riunirsi attorno all’irori, il focolare domestico, per cucinare e condividere i prodotti del giorno. Nel 1950, Tomiya Amae trasformò questa tradizione nell’osteria “Kyodo-Shutei Robata”, dando origine a uno stile gastronomico che si diffuse in tutto il Giappone. Dal 2020, Robata Kan ne ha ereditato la gestione e continua con orgoglio a preservare la tradizione. Per l’inaugurazione del nuovo ristorante, un ruolo chiave è stato quello di Spazio Futuro, che in collaborazione con lo studio di architettura Takeda Katsuya Design, si è occupata del general contract completo (opere edili, impianti, arredi e attrezzature cucina).

In Breve

McDonald’s Italia, arriva il primo contratto integrativo

McDonald’s Italia srl ha firmato il primo contratto integrativo della sua storia, per i dipendenti diretti dell’azienda. L’intesa rafforza le iniziative di welfare per i lavoratori, assicurando al contempo la flessibilità ed efficienza richieste dalla ristorazione veloce. L’accordo, della durata di 3 anni, scatta dal primo gennaio 2026 e riguarda i circa 3.600 dipendenti della Company e prevede la possibilità di adesione volontaria per i licenziatari.

A Roma Termini, Grandi Stazioni sperimenta la shopping-area multi brand dedicata ai temporary

Nella stazione di Roma Termini, all’interno dell’Ala Mazzoniana, è stata aperta la nuova shopping-area multi-brand. Creata da Retail Group (Gruppo Grandi Stazioni Retail) la zona rappresenta un’innovazione nel panorama del commercio nei luoghi di viaggio. Aperta tutti i giorni dalle 8 alle 21, è capace infatti di ospitare 11 attività commerciali, tutte con natura di temporary store. Un modello “chiavi in mano” che semplifica l’ingresso nel mercato e libera i marchi da ogni complessità operativa.

Sushi Daily, l’esordio nel canale aeroportuale è a Bergamo –Orio al Serio, con Areas

Sushi Daily ha messo a segno il suo primo punto vendita aeroportuale in assoluto, presso lo scalo di Bergamo Orio al Serio. Il nuovo store, realizzato in collaborazione con il partner Areas Food Services, è il primo stand alone di questo genere negli aeroporti. È proposto nella formula grab&go ma comprende anche alcuni tavoli e sedute. Un nuovo inizio per lo sviluppo della catena Sushi Daily, già presente in Italia con oltre 250 punti vendita.

Ingka inaugura la “cucina conviviale” all’Elnòs shopping di Brescia

All’Elnòs di Roncadelle (Brescia), shopping center di Ingka Center, è stata creata una sorta di cucina conviviale, arredata Ikea, ribattezzata Elnòs Kitchen. Si tratta di uno spazio con 14 postazioni di cucina completamente attrezzate, di cui una pensata per le persone con disabilità. Saranno ospitati corsi di cucina, laboratori, cooking show con cuochi famosi, ma l’area potrà anche essere utilizzata per feste o eventi privati di aziende. Il calendario degli eventi è già disponibile sul sito del centro e di alcuni dei partner coinvolti.

Nasce la Unox Academy: dai fornitori foodservice opportunità di lavoro e formazione

È nata Unox Academy, un programma di formazione tecnica aperto agli studenti universitari dei percorsi STEM. Il programma organizzato da Unox, tra i leader nel settore dei forni professionali, in sostanza apre agli studenti le porte di un percorso tecnico, già normalmente svolto a beneficio dei neo assunti del dipartimento ricerca e sviluppo. Il progetto coinvolge gli studenti dell’Università degli Studi di Padova.

6 – 10. 2. 2026

FRANKFURT / MAIN

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La Rubrica Legale

a cura di COCUZZA, Milano

Al via l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali. Tenant o Landlod: chi deve assicurare l’immobile e quali aspetti non vanno dimenticati?

A partire dal 1° aprile 2025 (con proroga per le medie imprese al 1° ottobre 2025 e per le piccole imprese al 31 dicembre 2025), tutte le imprese sono tenute per legge ad assicurare i beni materiali strumentali contro danni diretti da sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni (articolo 1, comma 101, L. 213/2023 e D.M. 18/2025). Chi deve assicurare l’immobile contro le calamità naturali? La domanda non è affatto banale per chi opera nel mercato retail e conduce o concede immobili in locazione. L’obbligo riguarda non solo i beni di proprietà, ma tutti i beni utilizzati per l’attività d’impresa inclusi, dunque, anche gli immobili condotti in locazione, gli impianti, le attrezzature e i macchinari.

Le criticità sollevate dalla normativa non sono trascurabili. Un esempio significativo riguarda i danni “direttamente cagionati” dagli eventi calamitosi: tale formulazione esclude, di fatto, la copertura per il lucro cessante – la cosiddetta business interruption – che spesso costituisce la voce più rilevante del danno. Di conseguenza, questa tipologia di pregiudizio rimane attualmente al di fuori dell’ambito dell’obbligo assicurativo previsto dalla legge.

Nel contesto del mercato retail, in particolare, la tematica ha assunto particolare rilievo dal momento che l’operatore retail, in qualità di conduttore dell’immobile, è tenuto per legge a provvedere all’assicurazione del fabbricato ove esercita l’attività di impresa, in assenza di una copertura già attiva da parte del proprietario. La norma, infatti, guarda all’uso effettivo del bene e non già alla sua titolarità. Il tenant (in qualità di imprenditore-utilizzatore) dunque, ove non vi provveda la proprietà, dovrà provvedere all’assicurazione dell’immobile e dei macchinari utilizzati a partire dalla data di entrata in vigore del relativo obbligo.

Ma è ragionevole oltre che giuridicamente sostenibile imporre ad un imprenditore l’obbligo di assicurare un bene altrui, senza offrirgli alcuna garanzia di ritorno economico né tutela sull’utilizzo futuro di quel bene?

Il paradosso è evidente: in caso di catastrofe, il conduttore sostiene il costo della polizza, ma perde sia l’immobile sia il diritto di utilizzarlo, senza nemmeno poter beneficia-

re dell’indennizzo, che spetta esclusivamente al landlord in quanto beneficiario della copertura assicurativa.

Tale paradosso è stato risolto, soltanto in parte dal Decreto-Legge 31 marzo 2025, n. 39 il quale ha previsto che, qualora l'imprenditore (in questo caso, il tenant) al fine di adempiere all'obbligo sopra indicato, assicuri beni di proprietà di terzi, impiegati nella propria attività di impresa, e non già assistiti da analoga copertura assicurativa, comunicando al proprietario l'avvenuta stipula della polizza:

1. l'indennizzo spettante è corrisposto al proprietario del bene.

2. Il proprietario è tenuto a utilizzare le somme per il ripristino dei beni danneggiati o periti o della loro funzionalità.

3. In caso di inadempimento, il tenant ha comunque diritto a una somma corrispondente al lucro cessante per il periodo di interruzione dell'attività di impresa a causa dell'evento catastrofale, nel limite del 40 per cento dell'indennizzo percepito dal proprietario.

A fronte della distruzione dell’immobile, in ragione di un evento catastrofale, è stato dunque previsto un obbligo del locatore/proprietario di ricostruire l’immobile ove l’assicurazione fosse stata stipulata dal tenant. La norma lascia svariati punti interrogativi, che vanno senza dubbio risolti in sede di negoziato contrattuale. Ad esempio, cosa accade al contratto di locazione nell’eventualità di perimento del bene? Il principio generale prevede che il contratto di locazione si risolve per impossibilità sopravvenuta. Ciò, tuttavia, andrebbe a frustrare la finalità della norma che impone una ricostruzione dell’immobile per garantire l’operatività del tenant.

Entro quanto tempo il locatore è tenuto a ricostruire l’immobile e a metterlo nuovamente a disposizione del tenant?

Cosa accade se l’immobile non viene ricostruito per tempo?

La fattispecie può essere regolamentata nei modi più vari e differenti, avuto riguardo agli interessi delle parti coinvolte.

È dunque essenziale intervenire contrattualmente ex ante disciplinando rischi e criticità derivanti dall’applicazione della nuova normativa con clausole ad hoc da inserire nei contratti di locazione.

Di Avv. Pier Paolo Bianchi

PIZZIKOTTO

Pizzeria - Cucina - Lifferia

News Opening

Courir, il re delle sneakers apre anche a Venezia e Napoli

Doppia apertura ravvicinata per Courir, il retailer francese considerato tra i punti di riferimento per le sneakers e in generale per l’abbigliamento streetswear. Il brand, che aveva esordito ad aprile in Italia a Forlì con IgD, poi è approdato anche al RomaEst ed ora ha messo a segno due aperture ravvicinate, al centro commerciale Campania e al Nave de Vero di Venezia. I marchi di questo tipo sono imprescindibili per i centri commerciali. Courir oggi fa parte del gruppo Jd Sports. L’acquisto, finalizzato nel novembre 2024, era stato uno dei principali colpi a livello di m&a nel retail, per un controvalore di 520 milioni di sterline. Tra Europa ed estero il marchio si avvicina ai 400 negozi totali.

Grande riapertura in centro a Firenze per H&M

Dopo quattro mesi di chiusura, per un profondo restyling, ha riaperto i battenti il negozio fiorentino di H&M in via Por Santa Maria. Ora lo store presenta un concept trasformato: meno scaffali e più spazio aperto, affreschi storici in vista, più luce naturale. Ma anche tecnologia. Il punto vendita di Firenze è il primo in Italia a incorporare una soluzione RFID di ultima generazione, che consente una gestione più agile e precisa dell’inventario, migliorando al tempo stesso il servizio al cliente, infatti è stato introdotto anche un locker Click & Collect. "A quasi vent'anni dalla sua inaugurazione, siamo orgogliosi di presentare un negozio rinnovato che rende omaggio alla bellezza senza tempo di Firenze” ha affermato per l’occasione Johan Lindelow, Sales Manager per H&M Italia, Spagna e Portogallo.

CityLife accoglie anche un nuovo Caffè Pascucci

Prosegue il piano di rinnovamento dei brand a CityLife Shopping District, che ora accoglie anche un nuovo Caffè Pascucci. Il nuovo locale, a metà fra bar e chiosco, si trova in una zona strategica di passaggio. Il chiosco ha cambiato marchio, ma conserva le linee curve che ne caratterizzavano il design, opportunamente riammodernato. Ora, al piano terra interna, Pascucci è andato a colmare la lacuna di un punto ristorazione rimasto chiuso. Mentre al contrario è sempre rimasto operativo il chiosco, più grande, a marchio SWEET Bakery and Cafe. Si tratta di un’apertura di prestigio per Caffè Pascucci, che in questo periodo ha accelerato sulla crescita sia in Italia (centri commerciali Conero e Le Terrazze) sia all’estero (Brest).

FORMAT DELL’EVENTO

Due giornate dedicate al confronto strategico e al dialogo operativo tra best-in-class:

Keynote speech & talk

Con i protagonisti di settore

Matchmaking & Networking 1:1

Agenda digitale tra industria e catene

Presentazioni riservate

Catene e industrie raccontano progetti di crescita e sviluppo

ICC Awards

I premi per i migliori prodotti per il mondo del foodservice. Premiazione 12 marzo

Area Expo

Stand di 20 mq per le aziende fornitrici

Area Tech Village

Touch Point di 6 mq

Networking moments

Cocktails, pranzi e cena di Gala

LOCATION EVENTO

EAST END STUDIOS

Via Mecenate 84, Milano

ICC si svolgerà in una delle location più suggestive di Milano

6 min a piedi da parking auto riservato e gratuito

8 min di auto dall’aeroporto di Linate

11 min di tram dalla fermata M4 Repetti

2

3 CONFERENZE PLENARIE

30 PRESENTAZIONI CATENE/INDUSTRIE

25 EXHIBITORS AREA EXPO

10 EXHIBITORS AREA TECH

1 MATCHMAKING CATENE/INDUSTRIE

1 GALA DINNER A PALAZZO PARIGI

2 NETWORKING LUNCH

6 ICC AWARDS

300 OPERATORI DI CATENE

150 OPERATORI DELL’INDUSTRIA

50 LANDLORD

50 OSPITI FINANZA E ASSOCIAZIONI

LOCATION GALA DINNER E AWARDS

PALAZZO PARIGI HOTEL E GRAND SPA

C.so di Porta Nuova 1, Milano

La Cena di Gala (su invito) e la premiazione degli ICC Awards si svolgeranno il 12 marzo 2026 presso l’hotel 5* Lusso Palazzo Parigi, frequentato abitualmente da celebrità e personalità nazionali e internazionali. Un contesto perfetto per una serata indimenticabile.

L’INDUSTRIA INCONTRA

LE CATENE DI RISTORAZIONE

L’élite dell’Industria e delle catene Food&Beverage

12-13 Marzo 2026

East End Studios - Milano

Nuove aperture o restyling, la parola d’ordine è flessibilità degli spazi

Quali sono le esigenze dei brand che si apprestano ad aprire o rinnovare un locale? E quali sono oggi i segmenti del commercio più vivaci? Lo abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della progettazione e della fornitura di arredi dell’ho.re.ca e del retail

Retail e ristorazione investono, inventano e rinnovano. Che la congiuntura non sia semplice è cosa nota e lo mostrano i dati di vendita. Alcune tendenze generali sono registrate dalle associazioni di categoria. Secondo Federmoda, Nel 2024 si è registrato un saldo negativo tra aperture e chiusure di negozi, con una perdita di 6.459 punti vendita. Secondo la Fipe, in dieci anni si sono persi 21mila bar. Ma questo rappresenta solo uno spaccato del mercato, perché in realtà le catene, pur ottimizzando la rete, continuano a migliorare i locali e cercare di proporre spazi e soluzioni sempre più inclini alle richieste dei consumatori. Mentre la ristorazione di catena non smette di crescere, anche se oggi c’è una fase di consolidamento, tutto sommato salutare rispetto alla fiammata post Covid che forse aveva prodotto un proliferare di attività, non tutte durature.

In questo quadro, abbiamo interpellato alcune aziende del settore contract, progettazione, arredamento e illuminazione, per capire come si muove il business. Ecco che cosa ci hanno raccontato.

IMOLA RETAIL SOLUTIONS

La progettazione che guarda già al futuro del negozio

Imola Retail Solutions, dal 2021 parte della multinazionale ITAB Group, è tra i principali player italiani nella progettazione e realizzazione di soluzioni complete per il mondo retail. Oggi l’azienda si propone al mercato non solo come fornitore di arredi e banchi cassa, ma come partner in grado di seguire l’intero processo: dalla progettazione alla realizzazione del punto vendita, passando per la definizione del brand, la creazione di concept store, l’arredamento, l’illuminazione e l’integrazione di tecnologie avanzate. Negli ultimi anni, Imola Retail Soutions ha intensificato la propria presenza nel settore Ho.re.ca, accogliendo numerose richieste di remodelling, restyling, oltre che di costruzione ex-novo o “fit-out” di spazi esistenti. Il suo approccio si distingue per la modalità “end-to-end”, ossia offrire un’unica in-

terlocuzione al brand/cliente così da garantire coerenza nel concept, nei materiali, nelle finiture e nell’esperienza complessiva. Il gruppo ITAB, del resto, promuove un servizio “Design-led consumer experiences”, una soluzione completa che include lighting, display, shopfitting e digital/physical integrato è sempre più rilevante.

L’ho.re.ca

è trainante e cerca flessibilità ed esperienza

Nel portfolio 2025-2026 il settore Ho.re.ca è trainante per quanto riguarda nuovi incarichi completi (contract). La domanda è stata particolarmente elevata per interventi di restyling/remodelling di locali esistenti, oltre che per nuove realizzazioni “fit-out”. In particolar modo, si riscontra una particolare vivacità nella ristorazione full service e nel Qsr. I brand cercano maggiore flessibilità del layout, zone più “instagrammabili” o scenografiche, mix tra dining, lounge, bar e area takeaway. Il brand vuole che l’esperienza sia fluida tra consumo in loco e consumo “ongo” o da asporto. Cresce anche l’attenzione

alla visibilità degli spazi operativi – la cucina a vista, la zona bar ben integrata nell’ambiente cliente, ecc. Rispetto all’esperienza, deve essere più “social”, immersiva e legata anche al concetto “phygital” (es. integrazione digitale, schermi, ordering self-service, locker per take-away). La luce, i materiali, il suono, l’odore contano molto: il brand chiede ambiente che inviti a restare, a tornare.

• Per quanto riguarda materiali, luci e finiture i brand richiedono finiture di qualità, preferibilmente sostenibili, con una forte attenzione alla durabilità e alla facilità di manutenzione. Nel settore Ho.re. ca particolare attenzione a materiali anti-macchia, facili da pulire, ma di gusto premium – ad esempio pietre naturali, metalli spazzolati, legno certificato. L’illuminazione è considerata strategica: non solo per illuminare bene, ma per creare atmosfera, guidare il consumo, valorizzare zone chiave (bar, bancone, area cucina, esposizione prodotto). La “facciata esterna” diventa più rilevante se il locale si posiziona su strada o in centro città: l’insegna, la trasparenza della vetrina, l’apertura verso l’esterno sono elementi che il brand valuta attentamente.

Altri elementi utili: Digitalizzazione e integrazione omnicanale: nei locali HORECA cresce la richiesta di ordering digitale, QR code, app, sistemi di prenotazione integrati, orari flessibili. Flessibilità futura: i brand chiedono configurazioni progettuali che possano essere adattate – ad esempio aree che possano diventare coworking o zone eventi, oppure nei QSR zone che possano essere convertite in ghost kitchen o dark kitchen.

Comfort e sostenibilità sensoriale: acustica, qualità dell’aria, luce naturale, zone riposo/relax. Per molti brand HORECA la “sala” non è solo tavolo e seduta, ma anche esperienze collaterali (degustazioni, eventi, serate). Differenziazione: emerge la volontà del brand di distinguersi (design forte, concept immaginativo).

Investire in sostenibilità

La sostenibilità oggi non è più un “nice to have”: è parte integrante della progettazione, dell’immagine brand e della strategia operativa. Ecco alcuni punti chiave:

• Materiali certificati/riciclabili: i brand chiedono che l’arredo, le sedute, i rivestimenti, le pavimentazioni siano facilmente manutenibili, rigenerabili o sostituibili. Nel nostro

lavoro incentiviamo l’uso di legno certificato FSC, metalli riciclati, vernici a basso impatto, sistemi modulari che possono essere adattati e riutilizzati in altri locali.

• Investimento vs benefici: sebbene certi materiali o soluzioni “eco” possano avere un costo iniziale superiore, il beneficio sul medio-lungo termine è duplice: maggiore durata, minori costi di manutenzione e sostituzione, miglioramento dell’immagine del brand (che oggi per i consumatori è un criterio di scelta) e spesso minore consumo energetico (quindi minore costo operativo).

• Fonti di energia/illuminazione: ad esempio nella progettazione dell’illuminazione per negozi e locali puntiamo sempre più su LED ad alta efficienza, sistemi di controllo automatico (dimming, sensori di presenza), integrazione con fonti rinnovabili (se l’edificio lo consente). ITAB cita come obiettivo “100 % electricity generated from renewable sources” entro un dato orizzonte.

• Ciclo di vita e economia circolare: riflettiamo con il cliente sulla “longevità” dell’arredo/installazione, su scenari di riuso, rimontaggio, riciclo.

STORE BUILDER

General contractor forte sia nel food sia nel retail

Store Builder, general contractor che opera nella progettazione e realizzazione di store nei settori Fashion & Accessories, Food & Beverage, Pharmacy & Beauty, Welcome Area & Showroom, Specialty Store e Luxury Residential, gestisce ogni fase del progetto, dal concept

alla realizzazione. Recentemente ha realizzato progetti per brand e aziende del calibro di Bubble Hills, Aelia Duty Free, Doppio Malto, DKNY, Malo Showroom, Febal Casa.

“Nel corso del 2025 i principali incarichi sono arrivati dai settori Fashion & Accessories, Food & Beverage e Specialty Store, sia per nuove aperture che per attività di restyling” spiegano dalla società. “Per il primo semestre 2026 prevediamo un incremento dei progetti nei comparti Food & Beverage, Pharmacy & Beauty e Welcome Area & Showroom, a conferma della nostra capacità di adattarci a mercati diversi mantenendo un alto livello qualitativo”.

Come cambiano i negozi, sia nel fashion sia nel food?

Nel fashion retail, i negozi stanno diventando sempre più dinamici e versatili: si punta su strutture modulari, esperienze immersive e interazione visiva attraverso luci, immagini, colori e ledwall. L’obiettivo è creare un ambiente capace di comunicare i valori del brand e coinvolgere il cliente.

Nel food & beverage, invece, cresce la richiesta di spazi flessibili che consentano la personalizzazione del prodotto — ad esempio la possibilità d i confezionare il food davanti al cliente — e una gestione versatile del servizio, anche tramite cocktail list e format ibridi, per migliorare la customer experience. Per quanto riguarda le superfici, si nota una differenziazione tra i settori. Nella ristorazione, tendono a essere più contenute, con un focus su efficienza e rotazione rapida dei clienti. Nel fashion, così come nel beauty e make-up, gli spazi si stanno ampliando per integrare aree esperienziali dedicate alla prova dei prodotti e alla relazione diretta con il cliente.

Che ruolo gioca la sostenibilità?

Nel fashion retail, i negozi stanno diventando sempre più dinamici e versatili: si punta su strutture modulari, esperienze immersive e interazione visiva attraverso luci, immagini, colori e ledwall. L’obiettivo è creare un ambiente capace di comunicare i valori del brand e coinvolgere il cli ente.

Nel food & beverage, invece, cresce la richiesta di spazi flessibili che consentano la personalizzazione del prodotto — ad esempio la possibilità di confezionare il food davanti al cliente — e una gestione versatile del servizio, anche tramite cocktail list e format ibridi, per migliorare la customer experience. Per quanto riguarda le superfici, si nota una differenziazione tra i settori. Nella ristorazione, tendono a essere più contenute, con un focus su efficienza e rotazione rapida dei clienti. Nel fashion, così come nel beauty e make-up, gli spazi si stanno ampliando per integrare aree esperienziali dedicate alla prova dei prodotti e alla relazione diretta con il cliente.

IKEA Business, campione di modularità

Intervista a Grazia Formisano

Noto nel mondo per la facilità delle sue soluzioni living, il colosso IKEA si rivolge sempre di più anche ai mercati retail e ristorazione con la sua divisione Business. Ecco un’intervista a Grazia Formisano, IKEA Business Leader.

Qual è il vostro ambito principale di intervento?

IKEA for Business è il canale di IKEA dedicato ad aziende, uffici e attività commerciali che desiderano progettare, arredare e completare i propri spazi. Ci rivolgiamo a un'ampia gamma di settori e spazi professionali, tra cui uffici, strutture ricettive, Ristoranti e bar, cui offriamo soluzioni di tavoli e sedie pensate per un uso intensivo, soluzioni di storage e una vasta gamma di articoli per la tavola; negozi, che supportiamo con soluzioni per l'organizzazione degli spazi, storage e displaying.

Ma lavoriamo anche con il real estate, ad esempio player del settore per soluzioni abitative "ready to live", come residenze in affitto e studentati. Per questa tipologia di clientela, operiamo anche su grandi progetti (contract) in qualità di partner per la fornitura di pro-

dotti e complementi presenti nella nostra offerta. Disponiamo di un'offerta di 12 mila prodotti, di cui 9 mila in pronta disponibilità, con fasce di prezzo diverse, adatti a molteplici stili e contesti business. IKEA for Business fornisce expertise e servizi per progetti complessi, acquisti continuativi o anche per semplici acquisti di accessori. Il nostro obiettivo è supportare i clienti in ogni fase, dalla progettazione degli spazi con Interior Designer dedicati, alla selezione e l'acquisto dei prodotti con diverse opzioni di pagamento, fino alla consegna e l’installazione.

Entriamo nel dettaglio di alcuni settori

Nel settore retail, i negozi che più frequentemente si rivolgono a noi includono quelli di abbigliamento, beauty e oggettistica. Per queste realtà, forniamo soluzioni d'arredo che supportano l'allestimento di display e scaffalature, ma anche accessori che vengono spesso utilizzati per decorare vetrine e spazi espositivi. Inoltre, arrediamo anche gli uffici di aziende operanti nel retail.

Il negozio Dkny realizzato da Store Builder. Nella pagina precedente, Bubble Hills

Per quanto riguarda il settore food, abbiamo una presenza significativa e miriamo a rafforzare ulteriormente le nostre relazioni con ristoranti, caffè e bar. Il nostro obiettivo è essere un partner di riferimento per la maggior parte delle aziende, con un'attenzione particolare alle Pmi.

Quali sono oggi le esigenze imprescindibili dei brand, a livello di spazi ed esperienza del cliente in negozio?

Le esigenze dei brand variano notevolmente in base alla tipologia di attività, ma sono universalmente guidate dalle nuove aspettative dei consumatori e dall'innovazione tecnologica. Per quanto riguarda gli spazi, i brand necessitano di ambienti ottimizzati e flessibili. Si osserva una chiara tendenza verso formati

SPAZIO FUTURO

General contractor specializzato nel food

Oggi Spazio Futuro trova il principale ambito di intervento nell’attività di general contractor. La società garantisce un coordinamento globale ed è in grado di sviluppare la progettazione architettonica e impiantistica, unitamente alla stesura delle pratiche Come

di negozio più piccoli e agili, che consentono di creare layout dinamici e facilmente riconfigurabili. Questo implica la ricerca di soluzioni d'arredo modulari e versatili, capaci di adattarsi a diverse esigenze espositive. Oggi, notiamo anche la nascita di molti spazi ibridi che fondono il retail con la ristorazione e un intrattenimento culturale. La nostra ampia offerta consente di creare ambienti accoglienti ed efficienti, trasformando i vincoli di spazio in opportunità per un design intelligente e un’esperienza cliente migliore.

Che ruolo gioca la sostenibilità?

Il tema della sostenibilità è parte integrante della nostra filosofia operativa: promuoviamo costantemente l’uso di materiali certificati e riciclabili, l’ottimizzazione energetica e sistemi di illuminazione a basso consumo. Tuttavia, notiamo che non tutti i clienti han-

no ancora maturato la piena consapevolezza del valore e dell’impatto di queste scelte, anche se l’interesse sta crescendo.

general contractor si occupa di sopralluoghi preliminari, progettazione integrata, pratiche amministrative e sicurezza, opere edili e impiantistiche; realizzazione e fornitura di arredi e insegne; assistenza post apertura. L’offerta contempla il contract totale, con la consegna del locale chiavi in mano, o parziale, in cui vengono svolte solo alcune lavorazioni e coordinando anche imprese incaricate dal committente. In questo momento il settore in cui Spazio Futuro è maggiormente

coinvolta è il food. “In questo momento per noi il settore dove siamo più coinvolti è il food organizzato, ovvero catene di ristorazione che continuano nello sviluppo in ambito nazionale.

Parliamo di location anche di medie dimensioni, intorno ai 500 mq. Circa, ma anche più piccole”. Oggi nel food la tendenza è di ottimizzare gli spazi e gli impianti che si ereditano dalla precedente attività, intervenire il meno possibile con opere strutturali e dare visibilità all’esterno del punto vendita. Rispetto alla sostenibilità in fase di allesti

Qui sopra e di fianco due punti ristorazione curati da Spazio Futuro

mento, si assiste a un timido tentativo di introdurre materiali di riciclo.

Rispetto agli spazi, oggi nei centri commerciali tendenzialmente si cercano di dimensioni più piccole per evitare costi di realizzazione/affitto e sfruttare le food court con posti a sedere.

Per quanto riguarda le nostre ultime realizzazioni di rilievo, è molto significativa la collaborazione con KFC, per cui abbiamo realizzato nel 2025 i punti vendita di Gravellona, Torino (Parco Dora), Vimercate alle Torri Bianche, Roma Tiburtina. Per Autogrill abbiamo realizzato Terrazza Aperol, in un contesto unico in piazza Duomo a Milano. Mentre è recentissimo il ristorante giapponese Robatakan sempre a Milano.

EPTA CONCEPT

Dalla vetrina frigo al servizio chiavi in mano

Epta è un colosso mondiale che ha registrato nel 2024 oltre un miliardo e mezzo di euro di fatturato, confermandosi tra i principali player a livello globale attivi nel comparto della refrigerazione commerciale, con marchi prestigiosi quali Costan, Bonnet Névé, Eurocryor, Iarp e Kysor Warren. Parte integrante dell’universo Epta, è anche il sub-brand EptaConcept, il team multidisciplinare specializzato nella progettazione degli spazi di vendita su misura, come aree commerciali, corner tematici, negozi specia-

lizzati. Un servizio nato con l’installazione di sushi corner all’interno della GDO, una configurazione evocativa che ha registrato un notevole successo sul mercato e che ha aperto la strada a nuove frontiere applicative. Epta è un colosso mondiale che ha registrato nel 2024 oltre un miliardo e mezzo di euro di fatturato, confermandosi tra i principali player a livello globale attivi nel comparto della refrigerazione commerciale, con marchi prestigiosi quali Costan, Bonnet Névé, Eurocryor, Iarp e Kysor Warren.

Parte integrante dell’universo Epta, è anche il sub-brand EptaConcept, il team multidisciplinare specializzato nella progettazione degli spazi di vendita su misura, come aree commerciali, corner tematici, negozi specializzati. Un servizio nato con l’installazione di sushi corner all’interno della GDO, una configurazione evocativa che ha registrato un notevole successo sul mercato e che ha aperto la strada a nuove frontiere applicative. L’approccio di EptaConcept è basato sulla concretezza e sul rispetto del rapporto costi/benefici per il cliente.

Epta investe da sempre nella progettazione e sviluppo di soluzioni di refrigerazione costantemente ottimizzate in termini di risparmio energetico e tecnologicamente all’avanguardia, così da massimizzarne la vita

utile ed evitare che finiscano fuori mercato nel giro di pochi anni. Infine, Epta si afferma quale Green Transition Enabler, accelerando la transizione ecologica di tutto il comparto, grazie a progetti e collaborazioni con partner e Clienti che condividono la vocazione di innovazione consapevole e sostenibile del Gruppo, incarnate dal purpose aziendale “Preserving our planet with conscious innovation. Together.”

IFI SPA

Il sistema Yes perun negozio flessibile

IFI è un operatore che lavora in prevalenza nell’ambito dell’arredamento dei pubblici esercizi e nella produzione di vetrine refrigerate, conservazione ed esposizione di alimenti e bevande, in particolare per bar, gelaterie e pasticcerie.

“Che si tratti di una nuova apertura o di un rinnovo, l’esigenza principale di oggi è avere locali contemporanei, capaci di rispecchiare l’identità unica di ogni brand” dice Simone Andreani Network & Business Development Manager Ifi S.p.A. “Lo stile “classico” è in una fase di pausa: oggi si punta su materiali tecnici, resistenti e facili da mantenere, che tut-

In questa pagina, due realizzazioni di Epta

tavia conservano l’effetto materico e naturale di pietre, marmi e legni”.

IFI ha creato un sistema di arredo denominato YES ( Your Evolving Space), basato su elementi d’arredo che si combinano e trasformano, unendo l’affidabilità del prodotto industriale con la flessibilità di quello su misura. “Una tendenza di oggi è quella dei locali multiservizio, capaci di coprire i diversi momenti della giornata con la loro offerta. Pensiamo, ad esempio, a panetterie che ampliano la propria offerta con il servizio caffetteria”.

Un progetto significativo recente, realizzato con il partner Borgotti Antonio & figli, è Spiga d’Oro a Pallanza, Verbania. Realtà storica rinomata per la qualità della sua offerta — pizza, pane e pasticceria — che dopo il recente restyling ha integrato anche il servizio bar. Il progetto ha trasformato parte del laboratorio in un ambiente dedicato non solo alla vendita ma anche al consumo, con un layout che unisce pasticceria, panetteria, pizza e bar sotto un’unica estetica coerente e riconoscibile.

Unox lancia Bakertop Retail, la stazione di cottura salva spazio

Una stazione di cottura professionale che in un certo senso si fa anche elemento d’arredo. Nel corso dell’ultimo Host 2025, Unox ha presentato Bakertop Retail, stazione di cottura professionale a due camere sovrapposte, pensata appositamente per i corner bakery dei supermercati e dei punti vendita

retail. È una soluzione progettata per massimizzare produttività, uniformità di cottura e standardizzazione delle lavorazioni dell’area panificazione, con un approccio che unisce ergonomia, automazione e qualità artigianale. Il tutto in meno di 1 mq di spazio.

Frutto di due anni di ricerca, test e co-design con alcune delle principali catene di supermercati europee, la nuova baking station

nasce per rispondere alle sfide più attuali del mondo retail: aumentare la produttività, mantenere la qualità costante nel tempo, ridurre la complessità operativa e ottimizzare gli spazi disponibili. È costituito da una doppia camera di cottura che consente di cuocere con la massima uniformità fino a 18 teglie contemporaneamente. Al momento, questo rappresenta un record di mercato.

Il punto vendita Spiga d’Oro, realizzato da Ifi

Investfood acquista Macha, nasce un polo da oltre 90 ristoranti. Intervista all’a.d. Brusini

Dopo Nima e Pacific pokè, un nuovo colpo ad opera della società controllata da Mega Holding. Ora il gruppo si afferma tra i player principali nel segmento sushi-pokè di Adriano Lovera

Investfood, la società che controlla tra gli altri NIMA Sushi e Pokéria By NIMA, ha acquisito il 100% di Macha, titolare del brand Machapokè. Dall’operazione, che apporta una quarantina di punti vendita, nasce ora un player da oltre novanta ristoranti, specializzati nel sushi e nel poke, e un giro d’affari intorno ai 50 milioni. Questo nuovo tassello permette a Investfood di consolidarsi, sia rispetto al prodotto, sia rispetto ai canali commerciali.

Nell’ultimo anno, la società è stata protagonista di una crescita costante. Investfood è una società controllata con una quota di maggioranza da Mega Holding, società fondata nel 2017, che vede tra gli azionisti di riferimento il suo presidente, Marco Boroli (famiglia proprietaria di DeAgostini). È la holding che, nel 2021, si è assicurata la maggioranza di Pasticceria Martesana

Investfood, fra 2023 e inizio 2024, ha rilevato i due brand Nima sushi e Pokeria by Nima, dopo che la precedente proprietà aveva dovuto far ricorso al concordato preventivo. Prima ancora del passaggio, il perimetro dei punti vendita era stato razionalizzato. Poi è arrivata l’acquisizione di Pacific Pokè, piccola ma strategica catena basata a Torino. Ora,

Gianmaria Brusini, amministratore delegato di Investfood

però, l’operazione su Macha permette davvero al gruppo di raddoppiare e porsi sul mercato con una presenza nuova. Ne abbiamo discusso in questa intervista con l’amministratore delegato Gian Maria Brusini, che è anche a.d. dell’azionista di maggioranza Mega Holding.

Dopo quest’acquisizione, com’è composto il portafoglio di Investfood?

Circa 25 ristoranti sono a marchio NIMA Sushi e Pokéria by NIMA. Tra 2024 e 2025 abbiamo acquisito i punti vendita di due piccole catene, attive soprattutto in Piemonte, Pacific pokè e Amo pokè, alcuni dei quali saranno ribrandizzati. Poi abbiamo i nostri marchi storici, che sono This is not a Sushi Bar, Pokè Factory e il ristorante Maui Hawaiian Restaurant, per un totale di circa 50 punti. Machapoke ci permette quasi di raddoppiare, grazie ai suoi 40 punti vendita, e superare le 90 unità in Italia.

Perché questa operazione è diversa dalle precedenti?

Prima avevamo sostanzialmente acquisito i punti vendita di aziende in difficoltà. Oggi compriamo un’impresa sanissima, che anzi abbiamo sempre identificato come leader di segmento per i risultati e la sostenibilità finanziaria. Acquisiamo il quartier generale e tutte le funzioni aziendali, che nel corso del 2026 andremo a integrare. E colgo l’occasione per dire che i due fondatori, Antonio Scognamiglio e Tunde Pecsvari, continueranno ad avere un ruolo in Investfood.

Quali sono i vantaggi dell’acquisizione di Machapoke?

Dal punto di vista dimensionale, ci permette davvero di cambiare marcia. Inoltre, ci dà un ottimo ribilanciamento dei canali commerciali, dal momento che Macha presidia quasi

soltanto i centri commerciali, dove noi, finora, avevamo una presenza limitata.

E dal punto di vista geografico?

Anche su questo, Machapoke ci permette di approcciare qualche fronte nuovo, grazie ad un ristorante ad Aprilia, quindi nella zona a Sud di Roma, e a tre presenze nel centro Italia che ci aprono la via della zona Adriatica.

Obiettivi principali?

L’anno prossimo sarà votato all’integrazione fra le due realtà, anche se non rinunceremo a crescere, ma più gradualmente. Sono previste 4 aperture.

Quali sono i dettagli finanziari dell’operazione?

Non sveliamo il valore della compravendita. Ma possiamo dire che il 75% dell’esborso è stato coperto in equity dai soci, mentre il 25% è debito bancario (in parte rifinanziamento di debito esistente).

E invece quali sono, finora, i risultati economici di Investfood?

Avendo acquisito catene in difficoltà, paragonare la crescita 2024 su 2025 sarebbe fuorviante. Ma se parliamo di margini, l’anno scorso si era chiuso con un Ebitda leggermente negativo, mentre nel 2025 sarà largamente positivo, a fronte di un giro d’affari di circa 30 milioni, cifra che non include l’apporto di Machapoké (stimato in circa 20 milioni).

A livello di consumi, come vanno i due prodotti di punti del gruppo, ossia il sushi e il pokè?

Avendo acquisito catene in difficoltà, paragonare la crescita 2024 su 2025 sarebbe fuorviante. Ma se parliamo di margini, l’anno scorso si era chiuso con un Ebitda leggermente negativo, mentre nel 2025 sarà largamente positivo, a fronte di un giro d’affari di circa 30 milioni, cifra che non include l’apporto di Machapoké (stimato in circa 20 milioni).

Per quanto riguarda la gestione dei punti vendita, proseguite con la strada “diretta”?

Sì, al momento non è previsto il franchising.

Avete raggiunto una dimensione tale da attirare l’attenzione di qualche potenziale socio finanziario. Vi preparate ad aprire il capitale?

No, non abbiamo fatto l’operazione Machapokè per questo. Anzi, ci sentiamo una via di mezzo singolare, poiché i soci riescono a erogare capitale con la forza di un soggetto finanziario, ma conservando un’ottica del tutto industriale.

CIRFOOD Retail: la società del gruppo CIRFOOD specializzata

nella ristorazione commerciale.

Nelle foto: la nuova apertura in Fiera Milano con Antica Focacceria S. Francesco , il ristorante Sala Florio e il chiosco Poormanger.

Il core business di CIRFOOD Retail

si divide tra la ristorazione retail classica in location urbane o commerciali e la ristorazione in concessione, come autostrade, fiere e grandi eventi.

Mapic compie trent’anni

Prova ok per la formula “micro”

A Sensazioni positive dalla consueta rassegna di Cannes, per la prima volta organizzata su due giorni. Centri commerciali: fine d’anno in pareggio. Ma intanto esplodono gli investimenti a livello di real estate

Mapic Cannes ha compiuto trent’anni. E per l’occasione si è rinnovato con un format “micro”, concentrato in due giorni, pensato per ottimizzare gli scambi concreti e le negoziazioni, pur preservando al contempo i momenti di networking. Qualche numero: la nuova struttura ha riscosso un buon successo, riunendo 4.000 partecipanti provenienti da 75 paesi, di cui 1.700 rappresentanti di brand. I delegati hanno potuto interagire con 150 espositori, posizionati negli spazi luminosi di Riviera 7 e 8, tra cui tutti i principali leader del settore come Klépierre, Unibail Rodamco Westfield, Nhood, La Compagnie de Phalsbourg, SCC, Altarea, Apsys, Mercialys, Citynove, Ingka, Sierra Sonae, VIA Outlets, ECE. Tra gli

stand italiani e gli espositori, Finiper Canova Group, Maxire, Promos, Generali Real Estate, IGD Siiq, Josas Immobiliare, Svicom, Studio Conte e DEDEM.

Brand e progetti

L’Europa è sempre molto rappresentata al Mapic, ma mostra dinamiche molto diverse da paese a paese. Spagna e Italia appaiono oggi particolarmente attrattive per gli investitori nel retail. Tra i tanti progetti presentati, Royal Opera Arcade (The Crown Estate) o The Elephant a Londra (Get Living), BPM a Parigi (Redevco) e Sture a Stoccolma (TAM). Altri progetti europei presentati includono Gaia di Sierra (Portogallo) e RE: Liljeholmen

di Citycon (Stoccolma). La presenza degli outlet conferma l’attrattività di questo settore, con progetti come Roma Outlet Village (Arcus), Cotswolds Designer Outlet (Multi-Real, Regno Unito) o Malmö Designer Village (Rioja Estates, Frey, ROS, Svezia). Anche l’Europa centrale e orientale continua ad attrarre progetti, con operatori attivi come NEPI Rockcastle con il Promenada Mall di Bucarest o il Fashion House Outlet Centre Pallady in Romania, così come il Promenada Village a Varsavia, sviluppato da G City Europe, che stimolano l’espansione regionale. Fuori dal Continente, il Medio Oriente mostra un grande potenziale di crescita, con progetti commerciali e misti come Souq7 a Jeddah (Azad Properties) o il Westfield

Riyadh (Cenomi Centers), e l’India, con progetti come Lykli Noida di Ingka Centres (Uttar Pradesh) o l’outlet sviluppato da Bhumi World a Bhiwandi, oltre a operatori come Devyani International.

Il momento

degli shopping center

Per il mondo dei centri commerciali, pur nella diversità di dinamiche, vendite e footfall corrono sempre un po’ con il freno a mano tirato. Molto meglio, invece, la situazione a livello di investimenti real estate, visto che i rendimenti appetibili stanno premiando da inizio anno tutto il segmento retail. “È stato un anno dalle dinamiche altalenanti, ma che si chiude sostanzialmente in equilibrio: i fatturati si attestano intorno al -0,7%, quindi in pratica stabili. L’inizio era stato complesso, con molte incertezze, ma col passare dei mesi si è registrato un progressivo miglioramento. Luglio e agosto sono stati molto positivi, mentre settembre ha mostrato un lieve rallentamento” è stata la riflessione di Luca Lucaroni, Vice presidente vicario di Cncc e Cfo di Igd Siiq. “Sul fronte degli investimenti, invece, il quadro è decisamente più solido.

Dopo un periodo di pausa, gli operatori stanno tornando a muoversi con convinzione. Al recente Investor Day CNCC è emerso che gli investimenti in Italia sono cresciuti del 35% rispetto al 2024, avvicinandosi ai 2 miliardi di euro. Gli investitori hanno ritrovato fiducia nel prodotto, con un rinnovato interesse per l’out-of-town e i centri commerciali, dopo la fase dedicata alle high street e ai retail park” ha aggiunto Lucaroni.

Come in ogni edizione, anche in questo trentennale, uno dei momenti più attesi dai partecipanti è stata l’assegnazione degli Award. Ecco i vincitori. Questa edizione speciale ha celebrato i Pioneers of Places, leader che hanno trasformato il retail e la città del futuro: Maurice Bansay – Apsys; Chadatip Chutrakul – Siam Piwa; Philippe Journo – Compagnie de Phalsbourg; Alexander Otto – ECE Group; Alain Taravella – Altarea

Assegnati 2 premi speciali al brand e al progetto più influenti degli ultimi trent’anni: Most Influential Retail Brand: Zara mentre il Most Influential Retail Property Project è stato Westfield London

Le categorie e i relativi vincitori dei MAPIC Award 2025 sono:

Best New Store Concept: Miniso Land, Shanghai

Best Refurbishment Project: El Boulevard de Vitoria-Gasteiz Shopping Centre, CBRE

Best New Development Project: Livat Shanghai, Shanghai Ingka

Shopping Center

Best Urban Regeneration Project: Westfield Hamburg-Überseequartier, Unibail-Rodamco-Westfield.

Per le categorie dedicate ai brand, la giuria e il pubblico hanno premiato:

Most Wanted Retail: Zara.

Most Exciting Retail: On.

Most Wanted Food & Beverage: McDonald’s| Most Exciting Food & Beverage: Big Mamma

Most Wanted Leisure & Entertainment: LEGOLAND ||

Most Exciting Leisure & Entertainment: F1 Arcade

Gli award
Sopra, Francesco Pupillo (Managing Director di Mapic). Sotto, alcuni momenti dell’evento
Dall’Europa all’Arabia Saudita, come si muovono i brand nel mondo

Gli organizzatori di Mapic, in vista dell’evento, hanno coinvolto oltre 1000 retailer in un sondaggio che ha fotografato le strategie di espansione di questi marchi nel mondo. I brand provenivano da 75 Paesi (Francia, Italia e Regno Unito in testa), suddivisi nelle principali categorie merceologiche, tra cui Abbigliamento & Accessori (il 41% del campione), Food & Beverage (20%) e Tempo libero (15%). È stato chiesto loro una stima delle aperture previste nel prossimo biennio, in quali Paesi e canali commerciali e con quale format. Ecco che cosa ne è emerso.

I centri commerciali sono stati la scelta principale per il 37% degli intervistati, seguiti dalle vie commerciali con il 22%. Il 60% dei retailer prevede di aprire più di 10 negozi nei prossimi due anni e oltre un quinto punta ad aprirne più di 50.

L’Europa occidentale rimane la destinazione più ambita, attirando metà di tutti i piani di espansione, sebbene l’interesse stia crescendo anche per l’Europa orientale (21%), il Medio Oriente (15%) e l’Asia (11%). La Repubblica Ceca spicca invece nell’Europa centrale e orientale. L’Arabia Saudita è la prima destinazione per quanto concerne il Medio Oriente, così come gli Usa e il Canada nel Nord America. In Sud America, Brasile e Messico interessano su tutti. Ci stanno puntando brand come H&M, Pentland Brands, Leroy Merlin, Mary José e OTB Spa.

Balabala

in

arrivo, la lezione di JdSport: “Grande è meglio”

Tra i segnali lanciati dai brand internazionale nel corso della survey, alcuni riguardano direttamente l’Italia. Il primo riguarda Balabala, il grande retailer di abbigliamento per bambini da 4.500 negozi in Cina e presenza in altri 15 mercati. Il brand ha affermato di aver già stretto una partnership e di essere pronto per lo sbarco in Italia. Da segnalare invece, come brand in uscita, che Pizzium ha espresso nel report l’intenzione di sbarcare nel mercato del Nord America. In questo caso, la società di Stefano Saturnino partecipata dal fondo Equinox, seguirebbe l’esempio di tanti brand che stanno puntando sugli Usa, specialmente da New York, come Eataly, La Piadineria e l’Antico Vinaio, che ormai ha una presenza importante negli States.

Interessante, invece, l’intervista a Regis Schultz, il ceo di JdSports, un marchio protagonista di un’ascesa formidabile, leader anche in Italia della moda streetswear “maranza”, che di recente ha anche acquisito la catena francese Courir. Il messaggio del manager è stato chiaro: l’espansione continuerà basata su negozi grandi o anche grandissimi. In barba all’omnicanalità, che vorrebbe una riduzione degli spazi retail, grazie al bilanciamento fra disponibilità dei proditti in store e on line. “Nel Regno Unito e in Europa continueremo a investire nei nostri negozi. E saranno più grandi e migliori. Penso che la dimensione conti, soprattutto in un mondo in cui l’omnicanalità è importante: l’esperienza in negozio deve essere un’esperienza vera e propria. E qualunque cosa tu voglia, se sei in un negozio più grande, vivi un’esperienza migliore”.

Gruppo Pizzium vicino agli 80 locali Saturnino: “Nel 2026 focus sulle aree urbane”

Il gruppo che controlla i marchi Pizzium e Crocca chiude il 2025 con una decina di nuove aperture e si pone come leader del settore. Intervista al founder e Ceo Stefano Saturnino

A.L

Con dieci aperture messe a segno quest’anno, e un totale di 76 locali a livello di gruppo, oggi Pizzium è il leader italiano nel segmento pizza. Considerando che Rossopomodoro, a livello nazionale, conta su circa 70 ristoranti, Pizzium si pone come il capofila a livello di punti vendita, sebbene in questo caso con una rete suddivisa fra due marchi: Pizzium, focalizzato sulla pizza napoletana, e Crocca, che propone quella romana, bassa e croccante. Un anno fa c’è stato un importante cambiamento societario, con l’uscita del co-fondatore Giovanni Arbellini e con le quote di maggioranza oggi in mano a Stefano Saturnino, affiancato dal partner Equinox. A settembre, si è rinforzato il team interno con l’ingresso di

Marianna Martinelli come direttore Hr e Gabriele Pellegrini come Marketing Executive Advisor. Mentre i numeri (dati 2024) parlano di circa 53 milioni di ricavi, con un margine Ebitda superiore al 13%. Abbiamo fatto il punto sulla strategia 2026 di Pizzium con l’attuale founder e Ceo Stefano Saturnino.

Un

riepilogo sui numeri. Quanti sono oggi i ristoranti in Italia?

Oggi il Gruppo Pizzium conta su 66 locali a marchio Pizzium e 10 del brand Crocca. Il 2025 ha segnato un piano di aperture mirato, concentrato nei capoluoghi dove la domanda è più dinamica. Le inaugurazioni di

Stefano Saturnino, founder e Ceo di Pizzium

Pescara, Bergamo, Saronno e la più recente di Milano Lambrate hanno rafforzato la presenza del brand nelle aree urbane strategiche, mantenendo quel ritmo sostenibile che caratterizza il nostro sviluppo.

E per l’anno prossimo?

Anche per il 2026 la strategia resta focalizzata sull’espansione nazionale, con città e territori già identificati.

Come prevedete di chiudere il 2025 come ricavi e margini?

Ci aspettiamo di chiudere il 2025 con ricavi in crescita rispetto alle previsioni iniziali e con margini operativi stabili.

Che cosa osservate a livello di consumi e di scontrino medio? Ci sono differenze tra aree geografiche?

Registriamo una buona tenuta dei consumi e uno scontrino medio in aumento. L’incremento non è legato ai prezzi, che sono rimasti stabili, ma alla composizione del pasto. In sala il cliente tende a scegliere più prodotti, dagli antipasti condivisi ai dolci, accompagnando spesso con una bevanda premium come vino o birra artigianale. Non osserviamo quindi un ritorno a scelte più semplici o basiche. Le performance migliori arrivano dalle aree urbane con forte flusso locale, dove Pizzium è percepito come la pizzeria di quartiere, un riferimento affidabile.

Ha detto che i prezzi sono rimasti stabili. Com’è stato possibile?

Grazie all’ottimizzazione della filiera, alla centralizzazione degli acquisti e a una gestione rigorosa delle materie prime. Gli ingredienti principali sono italiani, selezionati con criteri precisi per garantire qualità costante su tutta la rete grazie al rapporto diretto con i nostri produttori.

Come si dividono oggi i ricavi di gruppo tra Pizzium e Crocca?

Il primo rappresenta la quota principale, intorno all’85% del fatturato totale, mentre Crocca contribuisce con una percentuale più contenuta ma in progressiva crescita.

Come sta performando Crocca?

Crocca continua a crescere in notorietà e gradimento. In questo caso, il consumatore cerca un’esperienza di casual dining diversa ma complementare a Pizzium. I due brand rispondono a momenti e target distinti.

Veniamo a un aspetto particolare, il delivery. Quale importanza riveste?

La recente partnership con Deliveroo sta ampliando l’accesso al brand e ci rende più capillari, sostenendo la quota di consumo domestico. È un canale che presenta dinamiche positive e che continua a crescere, affiancando la componente della sala, ma senza sostituirla.

Oltre al presidio delle aree urbane in Italia, c’è anche l’intenzione di aprire all’estero?

Il nostro focus resta sull’espansione nazionale. L’Italia è il mercato che conosciamo meglio e dove il brand continua a crescere in modo so-

lido. Non sono previste aperture all’estero nel breve periodo.

Lo sviluppo avviene solo a gestione diretta?

Sì, proseguiamo con questa formula. È la scelta che ci permette di mantenere standard di qualità uniformi e un’esperienza coerente in ogni locale.

Tocchiamo due aspetti che riguardano la ristorazione in generale. A un anno dall’introduzione del nuovo Codice della strada, avete notato un calo nel consumo di birra o vino?

Abbiamo rilevato una lieve flessione nel consumo di birra, più evidente nelle aree urbane e nelle fasce serali. È un fenomeno che potrebbe riflettere una maggiore prudenza alla guida, per questo abbiamo introdotto un’opzione analcolica, che sta incontrando un interesse crescente soprattutto tra i più giovani.

Rispetto invece alla selezione del personale, che dinamiche riscontrate?

Il mercato del lavoro nella ristorazione è competitivo, ma riusciamo a essere attrattivi grazie alla forza del brand in continua evoluzione, alla qualità dell’ambiente di lavoro e ai percorsi di crescita che abbiamo recentemente introdotto. Abbiamo programmi di formazione interni per pizzaioli e ruoli di sala, insieme a collaborazioni con scuole professionali e istituti del territorio.

Aigrim Day, la forza delle catene

Nella pausa pranzo

al 20% di quota mercato

A Milano, si è riunita l’associazione che rappresenta la ristorazione multilocalizzata. I numeri del settore e le questioni sul tappeto A.L

La ristorazione in catena vale circa il 10% del mercato del food, con 10 miliardi di euro a valore, ma domina il dato raddoppia in alcuni cluster di consumo. In media, sul totale delle occasioni di consumo fuori casa, le catene si prendono il 20% della pausa pranzo, il 15% della cena, mentre c’è ancora molto spazio da colmare su aperitivo e prima colazione.

Questi dati (elaborati da TradeLab) sono tra i più importanti fra quelli emersi durante Aigrim Day 2025, il forum annuale della ristorazione in catena organizzato da AIGRIM-FIPE, l’associazione che rappresenta il settore in seno a FIPE-Confcommercio.

“La ristorazione in catena si conferma un settore in forte espansione: con un valore di circa 10 miliardi di euro, rappresenta oltre il 10% del mercato totale e continua a crescere, come testimoniano il +17% di punti vendita e il +10% di occupati registrati in meno di due anni” ha dichiarato Riccardo Orlandi, Presidente di AIGRIM-FIPE (in foto), nel cor-

so del suo intervento, seguito al saluto del presidente nazionale Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani. Orlandi ha ricordato altre attività su cui la sigla è impegnata e traguardi raggiunti: il contributo per il rinnovo del contratto di lavoro, il percorso di formazione IFTS Restaurant Manager, il piano di recruiting in Tunisia.

Convenienza e Gen Z i fattori chiave

Tornando ai dati, secondo l’analisi di TradeLab, illustratata da Bruna Boroni, Director Industry away from home, il mercato italiano del Food & Beverage fuori casa vale 101 miliardi di euro nel 2024. Nonostante un generale rallentamento dei consumi, le catene crescono e viaggiano a ritmi superiori rispetto agli “indipendenti”, con aumento delle visite (+1,3%) e del valore (+5,4%) nel periodo settembre 2024-agosto 2025. Rispetto ai bacini demografici, le catene riescono a intercettare i giovani: Gen Z e Millennial rappresentano quasi la metà (49%) dei clienti delle catene, attratti principalmente

dalla convenienza (57%). Hanno ancora poco peso invece altri fattori, su cui le catene devono investire per migliorare. Il richiamo di app e programmi loyalty, come motivo per cui si sceglie la catena, viene indicato solo dal 15% dei giovani, mentre anche per quanto riguarda il servizio, solo il 17% cita la velocità come elemento distintivo. Una caratteristica, che in parte rappresenta ancora un limite, è rappresentata dall’eccessiva frammentazione del mercato.

Oltre il 10% del mercato
Bruna Boroni (TradeLab)

L’Osservatorio congiunto di Deloitte e CNCC, presentato dal partner Tommaso Nastasi, ha invece confermato il ruolo strategico della ristorazione anche all’interno dei centri commerciali. La ripresa dell’industria in questo settore, già evidente nel 2023, si è consolidata nel 2024 (+0,7%), con la ristorazione che si attesta come un vero e proprio motore di crescita, raggiungendo un volume d’affari di 5,7 miliardi di euro.

Dopo il picco del 2023, l’aumento di fatturato dei centri commerciali si sta stabilizzando, con una performance di H1 25 stabile rispetto all’anno precedente, mentre il fatturato della ristorazione nei centri commerciali continua ad avere una crescita positiva (+1% YoY H1 24 – H1 25). Il dato più significativo riguarda però i consumi: rispetto al 2022 il ticket medio è cresciuto notevolmente, con un +14% per i Full Service Restaurant e un +13% per i Quick Service Restaurant, a testimonianza di una forte capacità di attrazione e fidelizzazione del pubblico.

“La ristorazione performa bene, anche se non è la panacea di tutto” ha osservato il presidente di Cncc Roberto Zoia. “Dobbiamo lavorare in sinergia per risollevare la fascia della sera”.

D’accordo Corrado Cagnola, vicepresidente Aigrim. “Da parte nostra, i brand devono impegnarsi a partecipare di più ai consorzi interni ai centri commerciali. Fatti salvi i costi di gestione irrinunciabili, è però indispensabile dirottare un po’ di risorse per iniziative comuni, penso ad eventi e azioni marketing”.

Il dibattito

Nel corso della giornata di lavori, moderati dal direttore di retail&food Andrea Aiello, tanti protagonisti della ristorazione, del mondo dei centri commerciali e dell’industria hanno ragionato insieme su problemi, opportunità e relazioni all’interno delle filiere che compongono il mosaico. Rispetto ai centri commerciali, punta su questo canale il big di settore McDonald’s (che oggi ha 114 ristoranti nei centri). “In futuro saremo selettivi sulle aperture. Puntiamo a luoghi in cui strutturare partnership solidale e con tanto potenziale” ha osservato Giorgia Favaro, Amministratrice Delegata McDonald’s Italia (foto).

Relazioni attive sono anche al centro della riflessione di Stefania Criveller, Corporate General Manager Cigierre: “Oggi il food non è più un semplice servizio, ma una vera àncora dei centri. Gli eventi sul territorio sono determinanti ma ci vuole continuità, l’inziativa one shot non basta”. Un appello all’annosa questione della condivisione dei dati proviene dal General Manager de La Piadineria, Andrea Valota: “Vorremmo avere più facilità di accessi ai dati dei centri. Sarebbe importante per strutturare meglio la nostra attività, ma anche in chiave di collaborazione con i landlord”.

Che il food sia centrale non ci piove. Lo ha testimoniato Corrado Di Paolo, General Manager Svicom Agency, sostenendo come nei centri in portafoglio, le catene vanno dal 50% fino al 90% di tutte le insegne di ristorazione presente in un centro. “L’F&B ha

dimostrato di essere resiliente, non solo come fatturato, ma anche come spazie e presenza, pensiamo alla nascita di moderne food court” ha affermato Alessandra Diamanti, Presidente Commissione Food&Leisure CNCC – Head of A&T Out of Town Retail Landlord CBRE.

Ma la food court può avere un rovescio della medaglia. “L’assembramento dei brand crea un po’ un effetto-mensa che mal si sposa con la vocazione italiana dell’uscire a cena. Se vogliamo risollevare questa fascia oraria, meglio un modello misto, con l’uso dei dehor dove

Corrado Cagnola, vicepresidente Aigrim
Riccardo Orlandi, presidente Aigrim

possibile” ha suggerito Federico Cimbelli, Head of Center Management Multi Italy.

Industria alimentare e risorse umane

Successivamente, è stata rimarcata l’importanza del rapporto tra catena e industria alimentare. Il messaggio chiave è che questo rapporto porti a innovazione, progettualità, addirittura un servizio taylor made e non solo un vincolo di fornitura. Ne hanno ragionato Enrico Leandro, CCO Canale diretta e NKA Italia di Sammontana Italia, Enrico Zoppas, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo San Benedetto (in foto) e i rappresentanti delle catene.

Il delicato tema del reperimento del personale, in una congiuntura storica dettata dal calo demografico e della bassa crescita italiana, è stato affrontato da Massimiliano Valerii, Consigliere Delegato Censis, Simona Tironi, Assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione Regione Lombardia, Massimo Lauro, Direttore Risorse Umane Gruppo Cremonini, Andrea Arrighi, Vice President Human Resources & Organization Lagardère Travel Retail Italia, Chiara Bacilieri, Direttrice Marketing, Comunicazione e Innovazione Mindwork, Emmanuele Massagli, Presidente AIWA.

Le catene continuano ad avere performance migliori degli indipendenti ma negli ultimi 12 mesi hanno rallentato la crescita

In 2024, the Italian Foodservice market reached 83 Billion €, showing signs of stabilization as the post-COVID rebound fades

IL RUOLO DELLA
Fatturato
Tommaso Nastasi (Deloitte)

Food Brand Basket: l’Italia del gusto accelera sull’innovazione e conquista l’Europa

C’è un momento in cui le visioni diventano sistema. Dopo aver raccontato la nascita del progetto Food Brand Basket — l’alleanza tra 3io e SCP Food Consultant nata per portare i brand italiani nel mondo — oggi la sfida si fa concreta: accompagnare i format del gusto in un mercato globale che chiede scalabilità, tecnologia e autenticità.

Il metodo: dal concetto al sistema

L’obiettivo di Food Brand Basket è trasformare il talento italiano in modelli replicabili, redditizi e internazionalizzabili, unendo competenze complementari:

• Da un lato, l’esperienza franchising e retail management di 3io, partner italiano del network internazionale FPI – Franchise Pool International

• Dall’altro, la visione strategica e il knowhow operativo di SCP Food Consultant, società guidata da Sal Costa Pasqualino, con oltre 25 anni di esperienza nello sviluppo di format e catene nel food retail. Insieme, le due realtà costruiscono un ecosistema di consulenza e advisory a 360°: dallo sviluppo del business plan alla selezione dei mercati target, fino alla creazione di modelli operativi e KPI di crescita sostenibile. Non un think tank, ma una “factory del franchising evoluto” che parla il linguaggio dell’imprenditoria moderna. Il modello della ristorazione fuori casa in Europa è infatti evoluto: non si tratta più solo di buon cibo o location. Gli esempi di brand già inseriti nel nostro portfolio come Taco Bell, RivaReno o la startup automatizzata PAZZI PIZZA rivelano un mantra per il successo: Scalabilità + Tecnologia + Esperienza Autentica.

Pazzi Pizza: la rivoluzione robotica del food retail

Si tratta di una startup che vuole ridisegnare il concetto stesso di pizzeria. Grazie alla robotica di ultima generazione, il format produce pizze artigianali di alta qualità in meno

di cinque minuti, con un labor cost vicino allo zero e una qualità costante certificata. È l’esempio perfetto di come innovazione e italianità possano convivere in un modello scalabile, compatto e replicabile. Non un gadget tecnologico, ma una piattaforma industriale di food retail, capace di unire margini operativi elevati, efficienza e coerenza di prodotto.

Oltre la tradizione: il futuro del Made in Italy

Il Food Brand Basket sta aggregando brand italiani che rappresentano il meglio della cultura gastronomica nazionale – dalla pasta al gelato, dalla piadina ai piatti della tradizione regionale – e li accompagna verso la crescita internazionale. La chiave non è solo aprire locali, ma costruire brand system globali capaci di mantenere identità e valori italiani anche nel linguaggio internazionale. Come afferma Andrea Maria Meschia, CEO di 3io: “Oggi il franchising non è solo una leva di crescita, ma una forma d’imprenditorialità condivisa, capace di costruire modelli di successo replicabili e sostenibili.”

Let’s grow together

Il prossimo passo del Food Brand Basket è la creazione di una piattaforma di matching tra brand italiani pronti a espandersi e investitori o master franchisee internazionali in cerca di opportunità solide e scalabili. Un ponte tra Italia e mondo, dove il gusto diventa business e la consulenza strategica si traduce in risultati misurabili.

Il sistema autonomo creato per il format Pazzi Pizza
Il locale RivaReno a Miami

Torino ottimizza l’offerta mentre aspetta un nuovo record passeggeri

A Grazie al traino della stagione neve, lo scalo piemontese dovrebbe chiudere il 2025 con un nuovo picco di traffico. Forte attività di “taglia e cuci” sulle attività commerciali, che per la prima volta approdano anche al primo piano. Intervista alla Direttrice commerciale extra-aviation, Francesca Soncini

Con il boost della stagione invernale, in pieno svolgimento, l’aeroporto di Torino si appresta a chiudere l’anno con un nuovo record di passeggeri, dopo quello segnato nel 2024 con 4,69 milioni di pax.

È la “winter” più ricca di sempre, con 20 Paesi collegati, 12 nuove rotte, 7 nuove destinazioni e 15 mete – di cui 8 internazionali. È sempre fondamentale il ruolo di Ryanair, che intanto ha basato nello scalo piemontese il terzo aereo. Poi ci sono diverse novità che alimentano la concorrenza, come le nuove rotte di Wizz Air verso l’Est Europa. Dall’estate prossima, arriverà per la prima volta Finnair verso Helsinki. Poi c’è Air Lingus, che ora introduce Dublino, già servita da Ryanair. “Questa è una novità che simboleggia bene il cambiamento di pelle avvenuto nel nostro scalo, negli ultimi anni” ha spiegato a retail&food Francesca Soncini, Direttrice Commerciale Extra Aviation di SAGAT Torino Airport. Che in questo colloquio ci ha raccontato le novità recenti e futuri dello scalo piemontese.

Partiamo proprio da Dublino. Perché il nuovo volo di Air Lingus è importante?

Perché descrive bene la parabola di crescita e di cambiamento del nostro scalo. Fino al 2021 la capitale irlandese era una destinazione servita soltanto durante il periodo della neve. Poi è stata estesa da Ryanair anche al di fuori di questa stagione e ora sta arrivando la concorrenza di un altro vettore, segno che la tratta funziona. E che il nostro scalo “vive” finalmente tutto l’anno.

Come si è riflesso, questo aumento di traffico, sulla parte commerciale?

L Le vendite sono aumentate di pari passo. E con esse, le richieste dei subconcessionari di nuovi spazi. La ristorazione, a parità di

offerta, è il segmento cresciuto in maniera più evidente. Mentre sul retail la dinamica è stata più contenuta. Per esempio, vanno molto bene le attività di tipo convenience-accessori, mentre l’abbigliamento puro corre meno. Anche per questo, arriviamo da un anno di intensi lavori in area airside, in cui abbiamo cercato di mantenere aperte le attività, pur apportando diverse modifiche, ampliamenti e interventi specifici di miglioramento dell’offerta. In più, siamo riusciti a cambiare il flusso che portava i passeggeri dai controlli ai Gate, che ora hanno modo di passare davanti a tutta l’offerta commerciale. La grande novità dei prossimi mesi è che inizieremo a sfruttare per le attività f&b anche il piano superiore, che è stato debitamente servito da una scala mobile.

Quali sono le operazioni principali effettuate?

In ambito retail, la libreria Giunti si è spostata ed è stata ampliata. Il suo spazio è stato

preso dal brand +39, che aveva bisogno di più metratura, mentre verrà rinnovato lo spazio di NAU! Si è rinnovato quello che chiamiamo il mini-mall di Kappa, che ha aggiunto un nuovo marchio all’offerta. Ed è diventato un partner fisso, dopo un esperimento temporary, il brand di accessori pet MyFamily Tra le novità di quest’anno, segnalo un pic-

Francesca Soncini, Direttrice Commerciale Extra Aviation di SAGAT Torino Airport

colo pop-up, ma molto performante, della profumeria di alta gamma My Geisha. Va bene l’Erbolario e siamo anche molto soddisfatti del duty free di Heinemann, il primo esercizio che si incontra dopo i controlli.

E sul food?

Open Baladin sta per riaprire in una forma rinnovata. È un brand molto importante, anche per il suo legame con il territorio. Venchi sta riqualificando sia lo spazio sia l’offerta. E compie un anno lo store di 12oz. L’ingresso più rilevante è previsto a metà 2026, quando aprirà lo spazio che abbiamo ricavato al primo piano delle Partenze, assegnato tramite gara (vedi box).

Quali sono le attitudini dei passeggeri rispetto agli acquisti?

A Torino accogliamo profili diversi. Il cliente business, specialmente quello diretto verso la lounge, effettivamente frequenta poco le attività presenti nello scalo. Il cliente leisure,

invece, arriva in anticipo ed effettivamente conferma la regola secondo cui la vacanza inizia già in aeroporto. Consuma ed è interessato a fermarsi nei negozi.

E invece, per quanto riguarda il rapporto con i tenant, come collaborate?

La dimensione contenuta del nostro scalo ci dà un vantaggio, su questo aspetto, perché godiamo di una conoscenza diretta con tutti. Ed è più facile collaborare. Noi registriamo la permanenza media delle persone in

area imbarchi, basandoci sul lasso di tempo che va dalla validazione della carta d’imbarco alla comunicazione del gate sui display. Questo dato, aggiornato ogni settimana e anche elaborato in funzione predittiva, permette ai partner di ottimizzare l’offerta, l’approvvigionamento, e gli orari degli addetti in negozio. Abbiamo notato, per esempio, che anche soltanto anticipare o posticipare di mezz’ora l’apertura o la chiusura può migliorare la performance.

A metà 2026 arriva il ristorante Eataly

Né lo scalo né Avolta hanno ancora dato l’annuncio ufficiale, ma la grande novità per l’anno prossimo dello scalo torinese sarà l’apertura di Eataly. In uno spazio di circa 500 metri quadrati, gestito appunto dal partner Autogrill-Avolta, troveranno spazio sia la ristorazione-caffetteria, sia il consueto market dell’iconico brand.

Lo spazio sarà al primo piano delle partenze, un piano che finora non ospitava attività commerciali ma che Sagat, la società di gestione dell’aeroporto, ora ha deciso di sfruttare, installando anche una nuova scala mobile, l’apertura di Eataly è previsto per metà 2026.

Catene food a caccia di margini

Numeri e dati a confronti

Scontrino medio, personale, format e superfici dei punti vendita. Ecco un’esclusiva analisi di Edifis sul mercato del fuoricasa, basata sullo studio di quasi novanta catene di Massimo L. Andreis

Con circa 328.000 imprese attive (dato 2024) la ristorazione è strategica nel tessuno economico italiano. Il settore occupa almeno 1,5 milioni di persone, di cui oltre 1,1 milioni lavoratori dipendenti. Il valore aggiunto stimato della ristorazione nel 2024 è vicino ai 59 miliardi di euro e il giro d'affari complessivo si è avvicinato ai livelli pre-Covid. In questo contesto, le catene hanno superato ormai il 10% di quota di mercato, con dati ben superiori in determinate fasce orarie (come la pausa pranzo).

In questo contesto di trasformazione, analizzare il rapporto tra dimensioni dei locali, scontrino medio e numero di addetti per store rappresenta una chiave di lettura originale ma fondamentale per comprendere i modelli organizzativi, le performance operative e gli eventuali punti critici dei diversi format di ristorazione. Un confronto sistematico tra questi parametri permette alle aziende di posizionarsi rispetto ai competitor, ottimizzare l'utilizzo degli spazi e calibrare il dimensionamento dell'organico in funzione del tipo di servizio offerto. Ecco un’analisi realizzata da Edifis, con le riviste retail&food e Ristorando, basata sui dati raccolti nel corso del Foodservice Award 2025. Nella prima tabella, abbiamo racchiuso le prime dieci catene italiane per numeri di punti vendite. Per il resto, l’analisi è basata su una suddivisione per proposta food.

Cosa ci dicono i numeri

La top 10 per numero di locali rivela una verità evidente: il dominio appartiene a chi ha saputo industrializzare il processo. Sei brand della Top 10 operano nel segmento hamburger/carne, controllando complessivamente oltre 1.800 punti vendita. McDonald’s da solo vale quanto i successivi tre competitor messi insieme, confermando che nel foodservice italiano le economie di scala restano il vantaggio competitivo più difficile da replicare.

Ma la vera sorpresa è la presenza di tre brand italiani nella tclassifica: La Piadineria (493 locali), Alice Pizza (223) e Poke House (162). Sono la dimostrazione che format au-

toctoni possono competere con giganti globali quando trovano il giusto equilibrio tra standardizzazione e riconoscibilità del prodotto. Il pattern che emerge è chiaro: vincono i format QSR compatti. Sette brand su dieci operano in modalità Quick Service, otto su dieci hanno superfici medie sotto i 300 mq, sei su dieci stanno sotto i 100 mq. Lo scontrino medio si attesta nella fascia 9-15 euro (escludendo i FSR premium), con team operativi tra 5 e 8 addetti per i format più efficienti.

Le anomalie interessanti

McDonald’s con 50 addetti per punto vendita è un outlier che esorbita da ogni comparazione. Non è un ristorante, è una macchina industriale: operatività che può arrivare a 24 ore, volumi che nessun altro raggiunge, standardizzazione maniacale che permette di assorbire costi fissi che strozzerebbero qualunque competitor. Il dato mancante sullo scontrino medio è eloquente: probabilmente si attesta intorno agli €810, ma compensato da volumi che rendono irrilevante il confronto diretto.

Old Wild West con €19 di scontrino medio su superfici oltre 300 mq e 25 addetti rappresenta l’anomalia italiana per eccellenza: un FSR che scala come un QSR. Come ci ri-

esce? Vendendo esperienza, non solo cibo. Atmosfera western, birre artigianali, musica, intrattenimento. Lo scontrino comprende bibite ad alto margine che sostengono la struttura. È un modello capital-intensive che pochi possono permettersi di replicare, ma Old Wild West con 266 locali dimostra che funziona. I LOVE POKE con soli 5 addetti medi contro i 7 di Poke House sulla stessa categoria e stesso posizionamento di prezzo (€15,40 vs €15,00) solleva interrogativi operativi interessanti. Significa processo ancora più snello o maggiore standardizzazione dei processi (il centro logistico unico alle porte di Milano qualcosa dice a riguardo)?

Alice Pizza a €9 di scontrino medio è il secondo brand più grande d’Italia. Nove euro

ANALISI DELLA TOP TEN ITALIANA

di scontrino medio per 223 locali. È matematicamente im-possibile… Ma è tutta questione di volumi e flussi, of course: Alice Pizza sta ovunque ci sia traffico pedonale costante: stazioni, centri commerciali, vie dello shopping, quartieri. Non vende pizza, vende praticità veloce con margini risicati moltiplicati per rotazioni altissime.

Rapporto

scontrino/ superficie

Qui emerge la dittatura dell’efficienza spaziale come fattore determinante per la scalabilità: I vincitori assoluti sono i format compatti sotto i 100 mq:

• Poke House e I LOVE POKE: €15/7 addetti su <100 mq = circa €0,15-0,20 per metro quadro

• Billy Tacos: €13/6 addetti su <100 mq = circa €0,13-0,18 per metro quadro

• Alice Pizza: €9/7 addetti su <100 mq = circa €0,09-0,12 per metro quadro (ma compensato da volumi stratosferici)

La Piadineria con €12,70 su spazi prevalentemente sotto i 100 mq e 8 addetti raggiunge il rapporto ottimale: €0,12-0,15/mq con costi operativi contenuti.

I FSR su grandi superfici (Old Wild West, Roadhouse) scendono inevitabilmente verso €0,05-0,08 per metro quadro. Possono permetterselo solo grazie a marginalità elevata su beverage e cibo premium, ma la sostenibilità del modello richiede location perfette e flussi costanti.

McDonald’s, Burger King e KFC su superfici 100-500 mq compensano ratio bassi (€0,03-0,05/mq stimati) con volumi che demoliscono qualsiasi logica tradizionale. Ma quanti hanno le risorse finanziarie e la forza del brand per replicare questo modello?

Scalabilità: chi può salire ancora?

SCALABILITÀ ALTISSIMA (ancora ampio margine di crescita):

• La Piadineria: Il format è perfetto per la replicabilità. Può puntare (punta?) a 700-800 locali nei prossimi 5 anni. Prodotto universalmente riconosciuto, formazione rapida, investimenti contenuti, location versatili.

• Poke House e I LOVE POKE: La battaglia per la leadership nel pokè è appena iniziata. Entrambi possono raddoppiare i punti vendita. Il pokè è diventato mainstream (la domanda è lecita: durerà per sempre?) e il modello si replica con facilità.

• Billy Tacos: L’etnico non è più nicchia. Con 87 locali ha appena scalfito il potenziale.

SCALABILITÀ MEDIA (crescita possibile ma selettiva):

• Alice Pizza: A 223 locali per un monoprodotto (benché declinato in numerose varianti sfiziose), la crescita futura sarà costante o più lenta, magari subordinata a nuove opportunità immobiliari in zone ad alto traffico?

• Old Wild West e Roadhouse: Possono crescere ancora ma ogni aper-

Nota metodologica

tura richiede investimenti massicci (€800k-1,5M stimati) e location specifiche. La crescita sarà dunque più graduale, probabilmente… SCALABILITÀ… INCOGNITA!

• McDonald’s, Burger King, KFC: E’ vero: i giganti globali del quick service presidiano molte location strategiche in Italia. Ergo, specie per i primi due format la crescita dovrebbe essere più lenta. Ma i programmi di sviluppo dei management sono di tutt’altro segno. Chi vivrà...

Le leggi non scritte della scalabilità

Analizzando i 10 brand di maggior successo per diffusione sul territorio italiano, emergono quattro leggi ferree:

1. La compattezza paga: Otto brand su dieci operano sotto i 300 mq. Lo spazio costa, il personale costa. Chi comprime entrambi senza sacrificare la proposta vince.

2. Lo scontrino €12-15 è la comfort zone della scalabilità: Abbastanza alto da generare margini, abbastanza basso da essere accessibile quotidianamente. Sotto €10 (Alice Pizza) serve traffico. Sopra €20 (FSR) serve esperienza che giustifichi il premium.

3. La standardizzazione non è negoziabile: Tutti i brand nella top 10 hanno processi replicabili, formazione documentata, supply chain rodata. Non c’è spazio per l’improvvisazione quando gestisci centinaia di locali.

4. Il format italiano può competere: La Piadineria, Alice Pizza, I Love Poke e Poke House dimostrano che non serve un brand globale per scalare. Serve un prodotto riconoscibile, un processo efficiente, e la capacità di adattarsi al mercato locale mantenendo coerenza operativa.

Analisi basata sui dati forniti dagli 89 format della ristorazione italiana che hanno partecipato al Foodservice Award Italy 2025. Il confronto è tra scontrino medio, numero di addetti e superficie dei locali, suddivisi per tema di offerta f&b e, all’interno di ciascun segmento raggruppati per modalità di servizio: QSR e FSR. Dati comunicati dalla aziende al momento dell’iscrizione al contest, aggiornati alla fine di marzo 2025. Per i primi 10 marchi, il dato sugli store attivi è aggiornato a settembre.

ANALISI PER CATEGORIA

1. POKE

La perfezione dell'effficenza spaziale

I numeri:

• Superficie media: <100 mq (formato estremamente compatto e standardizzato)

• Scontrino medio: €14,00-30,00 (media: ~€18,36)

• Addetti medi: 4-8 persone

Cosa ci dicono:

Il pokè rappresenta forse l'esempio più cristallino di format ad alta efficienza spaziale nel panorama italiano. Otto brand su nove operano sotto i 100 metri quadri con team snelli da 4 a 7 persone. Non è casuale: la standardizzazione radicale del prodotto (proteine + base + condimenti + toppings) permette un'operatività minimale che non richiede né pizzaioli con anni di esperienza né cucine complesse con brigata articolata. Quello che serve davvero è catena del freddo impeccabile, procedure documentate e chiare, velocità nell'assemblaggio. Il resto è replicabile in modo quasi industriale. Poke House con 162 locali e I LOVE POKE con 150 punti vendita dimostrano che quando il modello funziona, scala senza attrito.

L'anomalia interessante:

La Pokeria fa storia a sé: 30 euro di scontrino medio, 8 addetti, superfici tra 100 e 300 mq. È il tentativo dichiarato di portare il pokè fuori dalla comfort zone della "ciotola veloce sotto i 20 euro" verso un posizionamento più strutturato, quasi da casual dining. Funziona? I numeri suggeriscono che sì, ma solo in location premium dove il cliente è disposto a pagare quel… premium in più del 50-100% rispetto alla concorrenza.

Rapporto scontrino/ superficie:

Tra i più favorevoli dell'intero mercato. Con circa 17-18 euro di scontrino medio su spazi inferiori ai 100 mq, ottieni redditività alta senza costi fissi che ti strozzano. Il pokè inoltre non richiede competenze specialistiche rare o anni di apprendistato, quindi il turnover del personale – che nella ristorazione ita-

liana è strutturalmente alto – risulta gestibile senza collassi operativi.

Scalabilità:

Altissima. Il modello si replica con facilità disarmante, i costi di setup sono relativamente contenuti (rispetto a una pizzeria con forno o una steakhouse), la formazione del personale richiede giorni, non mesi. Non a caso è uno dei format che più è cresciuto negli ultimi 5 anni.

2. PIZZA

Il grande bivio tra velocità e esperienza

I numeri:

• Superficie media: < Variabilità estrema da <100 mq a >300 mq

• Scontrino medio: €9,00-26,00 (media: ~€17,81, escludendo i ND)

• Addetti medi: 7-25 persone

Cosa ci dicono:

La pizza in Italia si è divisa. Da una parte c'è il mondo della pizza al taglio veloce (Alice Pizza, PizzaFlor, SPACCA): QSR puro, spazi sotto i 100 mq, scontrini sotto i 12 euro, operatività essenziale. Dall'altra c'è l'universo delle pizzerie con sedute: superfici ampie, team numerosi, esperienza conviviale completa. Alice Pizza con 223 locali dimostra che il primo modello scala benissimo: 9 euro di scontrino, 7 addetti, rotazioni altissime durante tutto il giorno. I margini unitari sono bassi, ma li comque ci

sia traffico pedonale costante. Dall'altro lato, i format FSR come Fattoria Toccaferro o Pizzikotto rappresentano un investimento completamente diverso: 18-25 addetti, superfici oltre i 300 mq, costi fissi importanti. Qui lo scontrino deve necessariamente salire (idealmente sopra i 20 euro) per coprire struttura e personale.

L'anomalia interessante:

Secondo i dati forniti, Pizzium è il caso più affascinante: classificato FSR ma opera in spazi sotto i 100 mq con soli 10 addetti e uno scontrino medio di 26 euro. È un formato ibrido intelligente: qualità da pizzeria napoletana tradizionale, ma efficienza operativa da fast-casual. Probabilmente il modello più moderno e adattabile della categoria.

Rapporto scontrino/ superficie:

Estremamente variabile. Il QSR pizza al taglio genera circa €0,15-0,23 per metro quadro (eccellente), mentre le pizzerie FSR tradizionali su grandi spazi scendono a €0,05-0,08 per mq. Pizzium rappresenta l'eccezione virtuosa con circa €0,26/mq.

Scalabilità:

Media. I format QSR dimostrano alta replicabilità (vedi Alice Pizza), mentre le pizzerie FSR soffrono la dipendenza da location specifiche, personale qualificato difficile da trovare e standardizzare, investimenti iniziali elevati. Pizzium potrebbe rappresentare la terza via: scalabile ma mantenendo qualità percepita alta.

3. HAMBURGER, CARNE, STEAKHOUSE

Qsr super standardizzato

I numeri:

• Superficie media: >300 mq per FSR, 100-300 mq per QSR

• Scontrino medio: €13,50-35,00 (media: ~€21,50)

• Addetti medi: 6-50 persone (variabilità massima del dataset)

Cosa ci dicono:

Questa è la categoria dove convivono i dinosauri e i mammiferi. McDonald's con 780 locali e circa 50 addetti per punto vendita rappresenta l'economia di scala portata all'estremo: scontrino (probabilmente) contenuto,ma volumi che polverizzano qualsiasi altra realtà.

Burger King e KFC replicano lo stesso paradigma con numeri leggermente più contenuti ma sempre nell'ordine delle centinaia di aperture.

Poi c'è l'altro mondo: Old Wild West (266 locali), Roadhouse (165), Doppio Malto (52) – format FSR su grandi superfici (oltre 300 mq) con team da 18-25 persone. Qui lo scontrino si alza (19-23 euro) e l'esperienza

diventa centrale: non vendi solo un hamburger, vendi atmosfera, birra artigianale, musica, un paio d'ore di "evasione americana".

L'anomalia interessante:

BEFED è un esempio di efficienza estrema: 34 euro di scontrino con soli 8 addetti. Significa concept premium, probabilmente con forte componente delivery/asporto, personale ultra-qualificato, margini eccellenti.

Flower Burger dimostra che nel 2025 il posizionamento vegano funziona: 5 addetti, 15 euro di scontrino, format compatto. La nicchia è diventata mainstream.

King Pub con 35 euro di scontrino e 6 addetti rappresenta il rapporto efficienza/addetto più alto della categoria: probabilmente forte componente beverage ad alto margine, cucina semplificata, location urbane premium.

Rapporto scontrino/ superficie:

Generalmente basso per FSR grandi (€0,050,10/mq), migliore per QSR compatti. La categoria vive di volumi (McDonald's) o di marginalità su beverage (pub, birrerie). L'hamburger da solo, senza contorno strategico, fatica a sostenere grandi strutture.

Scalabilità:

Medio-alta, ma con asterisco. I colossi QSR dimostrano scalabilità estrema attraverso standardizzazione maniacale e investimenti enormi in supply chain e formazione. Le catene FSR italiane (Old Wild West, Roadhouse) hanno trovato una formula replicabile ma con tutta probabilità capital-intensive. I format piccoli e innovativi (Flower Burger, BEFED) scalano più lentamente ma con ROI potenzialmente migliori.

4. TOAST, PANINI E PIADINE

L'efficienza fatta format

I numeri:

• Superficie media:<100 mq (60% dei casi)

• Scontrino medio: €12,00-22,00 (media: ~€12,80)

• Addetti medi: 4-10 persone

Cosa ci dicono:

Se il pokè è efficienza spaziale, il mondo toast-piadine è efficienza operativa pura. La Piadineria con 493 locali è la dimostrazione vivente che quando il processo è perfettamente standardizzato, il format si replica come una macchina. Otto addetti medi, spazi prevalentemente sotto i 100 mq, 12,70 euro di scontrino. Non servono chef stellati, non servono apparecchiature mirabolanti, non servono competenze che richiedono anni per essere acquisite. Capatoast rappresenta il punto più estremo di questa filosofia: 3,8 addetti medi. Meno di quattro persone per punto vendita. Significa automazione dove possibile, processo semplificato al massimo, formazione ridotta all'osso. Lo scontrino a 12 euro indica che non si cerca il premium, si cerca il volume rapido.

Le anomalie interessanti:

Fattorie Garofalo è l'eccezione che conferma la regola: FSR con 10 addetti e 22 euro di scontrino medio su superfici 100-300 mq. Un concept che usa una proposta semplice arricchita da un contorno gastronomico più strutturato, con presidio su qualità delle materie prime.

VIVA BuonoFrescoNaturale con 8 addetti per un QSR inizia a essere al limite superiore della sostenibilità per questa categoria. Lo scontrino a 12 euro, identico a competitor con 4 addetti, fa suonare qualche campanello d'allarme.

Rapporto scontrino/ superficie:

Ottimo, nell'ordine di €0,12-0,15 per metro quadro. Non ai livelli del pokè premium, ma decisamente sopra la media. Il bello di questo format è che funziona quasi ovunque: centri commerciali, stazioni, vie commerciali, aeroporti. La versatilità location è un asset enorme.

Scalabilità:

Altissima, forse la più alta dell'intero dataset dopo il pokè. La Piadineria lo dimostra senza ombra di dubbio: quando hai un prodotto universalmente riconosciuto (la piadina), un processo replicabile, costi di setup conte-

nuti e formazione brevissima, puoi crescere rapidamente. Le barriere all'entrata sono basse, il che significa anche molta concorrenza, ma per chi arriva per primo con un brand forte (La Piadineria, Capatoast) il vantaggio si consolida.

5. BAR, COFFEE, PASTICCERIE, GELATERIE

La battaglia dei margini (bassi)

I numeri:

• Superficie media: <100 mq (60% dei casi)

• Scontrino medio: €12,00-22,00 (media: ~€12,80)

• Addetti medi: 4-10 persone

Cosa ci dicono:

Questa è la categoria con gli scontrini più bassi dell'intero dataset. E quando lavori con 3-7 euro di scontrino medio, ogni singola variabile operativa diventa critica. La differenza tra profitto e perdita sta in dettagli apparentemente banali: 30 secondi in più per preparare un cappuccino, uno spreco del 3% sulle materie prime, un punto percentuale in più di turnover del personale.

Enilive Café con 570 locali e 2,50 euro di scontrino medio sembra un'aberrazione economica. Come si sostiene con cifre così basse? La risposta è nel modello integrato: sono bar dentro distributori di benzina, con traffico completamente captive, spazi dati in concessione, costi operativi sussidiati dalla vendita carburante. Difficile replicarlo come modello standalone.

12oz rappresenta l'opposto filosofico: 5 euro di scontrino, 3 addetti, spazi minimi. È il coffee shop lean portato all'estremo: niente fronzoli, niente personale in eccesso, solo caffè specialty e clienti che sanno cosa vogliono.

Le anomalie interessanti:

Starbucks con 15 addetti medi è sovradimensionato rispetto a qualsiasi standard italiano. Ma Starbucks non vende caffè, vende "terzo luogo" e brand globale. Lo scontrino a 8,50 euro (altissimo per il mercato italiano del caffè) copre quella struttura solo perché il posizionamento premium regge in location specifiche.

Bindi e Cioccolatitaliani con 20 addetti per scontrini da 5 euro sono anomalie spiegabili o con volumi straordinari e/o con laboratori di produzione che spiegano il numero di persone impiegate negli store.

La Bottega del Caffè con 3,80 euro di scontrino e 6 addetti rappresenta il bar tradizionale italiano che cerca di scalare mantenendo il modello classico. È difficilissimo: i margini sono risicati, il personale costa, la concorrenza è ovunque.

Rapporto

scontrino/ superficie:

Generalmente basso, €0,05-0,08 per metro quadro. L'eccezione è rappresentata dai micro-format specialty come 12oz che comprimono spazio e personale al minimo.

Ma la verità è che a questi livelli di scontrino medio, sopravvivi solo con traffico pedonale

altissimo e costante. Location, location, location diventa la variabile dominante.

Scalabilità:

Media, con forti asterischi. Starbucks dimostra che con brand potente e investimenti massicci puoi scalare anche nel caffè, ma a che prezzo?

I coffee shop specialty (12oz, 12oz-style) scalano lentamente perché dipendenti da barista qualificati e clientela fidelizzata. Le gelaterie e pasticcerie (Venchi, La Yogurteria) hanno margini migliori su prodotto ma stagionalità forte. In sintesi: puoi crescere, ma non velocemente come nel pokè o nelle piadine.

6. SUSHI, ETNICO, ESOTICO, INTERNAZIONALE

Tra nicchie premium e mainstream

I numeri:

• Superficie media: Variabilità estrema (<100 mq fino a >300 mq)

• Scontrino medio: €7,00-60,00 (media: ~€23,56)

• Addetti medi: 4-25 persone

Cosa ci dicono:

Questa categoria è un universo frammentato dove convivono realtà completamente diverse. Da una parte hai Billy Tacos con 87 locali, 13 euro di scontrino e 6 addetti: è il taco fast-casual che ormai è mainstream, quasi commodity. Dall'altra hai IPPO con 60 euro di scontrino medio: siamo nell'alta cucina giapponese “travestita” da format compatto.

Billy Tacos dimostra che l'etnico non è più nicchia: quando il prodotto diventa familiare (il taco messicano ormai lo conoscono tutti), può scalare con logiche da QSR tradizionale. Il sushi sta seguendo la stessa traiettoria: da cucina esotica per palati avventurosi a opzione quotidiana fast-casual.

Le anomalie interessanti:

IPPO è un outlier totale: 60 euro di scontrino in spazi sotto i 100 mq con 10 addetti. Alta cucina giapponese con pochi coperti, altissima qualità, margini eccellenti. Non è scalabile nel senso tradizionale, è un modello boutique re-

plicabile principalmente in location premium. This is not a Sushi Bar con 35 euro e 4 addetti rappresenta il sushi d'autore efficiente: qualità alta ma processo ottimizzato, probabilmente forte componente take-away, personale ultra-qualificato che compensa il numero ridotto. È il formato "chef-driven but scalable".

Nima Sushi con 30 euro di scontrino su superfici oltre 300 mq e 10 addetti si fonda su una formula “All You Can Eat” (ordini quello che vuoi, quante volte vuoi) sotto il nome “Open Sushi®”, non è un quick service puro.

Rapporto scontrino/ superficie:

Variabilissimo. I micro-format premium (IPPO, This is not a Sushi Bar) raggiungono €0,300,60 per mq, tra i più alti dell'intero dataset. I format più grandi e popolari scendono verso €0,07-0,15/mq. L'etnico, quando è fatto bene, permette marginalità eccellenti su materie prime: un sushi roll costa pochi euro di ingredienti ma si vende a 10-15 euro.

Scalabilità:

Media, con forte dipendenza da segmento. Il fast-casual etnico mainstream (Billy Tacos, Calavera) scala ragionevolmente bene. Il sushi di qualità soffre la difficoltà di trovare personale specializzato: un sushi chef serio richiede anni di formazione. I format premium boutique (IPPO) non sono pensati per scalare, sono pensati per margini alti su volumi contenuti.

7. CUCINA TRADIZIONALE ITALIANA

L'eterogeneità

è servita

I numeri:

• Superficie media: Prevalentemente 100-300 mq

• Scontrino medio: €8,60-45,00 (media: ~€23,37)

• Addetti medi: 6-110 persone (range impossibile)

Cosa ci dicono:

Questa è la categoria più difficile da analizzare perché "cucina italiana" significa tutto e niente. Include la pausa pranzo self service (RITA con 9 euro di scontrino), il ristorante gourmet all day (Al Mercato con 45 euro), il pastificio urban (Miscusi), il mega-store ibrido retail-ristorazione come Eataly, mix che spiega i 110 addetti a punto vendita dichiarati. La verità è che la cucina italiana tradizionale soffre un problema strutturale di scalabilità: è difficile standardizzare la "cucina della nonna" mantenendo autenticità

percepita. Alcuni brand ci provano con successo parziale (Dispensa Emilia con 51 locali, Miscusi con 22), industrializzando porzioni specifiche del processo ma preservando elementi di freschezza e qualità.

Le anomalie interessanti:

Eataly con 110 addetti non è comparabile essendo un ibrido retail-ristorazione-didattica che vende esperienza italiana totale. Non è possibile usare i loro numeri per trarre conclusioni generali.

Al Mercato rappresenta il sogno di ogni ristoratore: 45 euro di scontrino con 6 addetti. Significa efficienza operativa estrema, materie prime eccellenti, zero sprechi. È sostenibile solo in location premium con clientela disposta a pagare per qualità.

Pollicino con 30 addetti pare sovradimensionato ma opera su superfici enormi con servizio complesso e variegato. Lo scontrino a 25 euro sottende volumi importanti che sostengono la struttura.

Miscusi e Dispensa Emilia rappresentano i casi di successo nell'industrializzazione della cucina italiana genuina: hanno trovato il punto di equilibrio tra standardizzazione (necessaria per scalare) e autenticità percepita (necessaria per giustificare il premium vs. catene internazionali). Miscusi in particolare con 14 euro di scontrino e 12 addetti su spazi compatti dimostra che è possibile.

Rapporto scontrino/ superficie:

Estremamente variabile. I format compatti premium (Al Mercato) raggiungono €0,300,45/mq. I grandi FSR tradizionali scendono a €0,03-0,10/mq. La cucina italiana, quando non è standardizzata, richiede spazi (cucina vera, non solo assemblaggio) e personale qualificato, il che comprime i margini.

Scalabilità:

Bassa-media. La maggior parte dei format in questa categoria scala con difficoltà perché dipendente da chef, know-how artigianale, percezione di autenticità. Miscusi e Dispensa Emilia dimostrano che è possibile con industrializzazione intelligente, ma rimane più difficile rispetto a pokè, piadine o burger standardizzati. Ogni apertura richiede investimenti significativi e tempo per rodare il team.

CRESCERANNO:

Micro-format QSR specializzati (<80 mq): La pressione sugli affitti urbani e la difficoltà nel trovare personale favoriscono format compatti ad alta efficienza. Poke, toast gourmet, coffee specialty, sandwich d'autore continueranno a moltiplicarsi.

FSR esperienziali premium (>€35): In un mondo dove la fascia media viene compressa, crescono gli estremi. Chi può permetterselo cerca esperienze memorabili, non solo cibo. Wine bar di qualità, steakhouse premium, cucina fusion d'autore con forte componente beverage.

Modelli ibridi retail-ristorazione: Eataly ha aperto la strada, altri seguiranno. La vendi-

ta di prodotti confezionati ad alto margine (vino, salumi, formaggi, pasta artigianale) sussidi e integra l'attività ristorativa, creando economia circolare interna.

Delivery-first brands: Format nati per asporto e delivery con spazi minimi, costi contenuti, menu ottimizzato per trasporto. Non li abbiamo visti molto in questo dataset (è ancora fenomeno emergente) ma cresceranno.

SOFFRIRANNO:

FSR generici €15-20 su grandi superfici: È la zona grigia dove i costi sono alti ma lo scontrino non giustifica l'investimento. Troppo caro per essere considerato "veloce ed economico", troppo economico per essere

percepito come "esperienza di qualità". Italy in the Road e RITA (se non sussidiati) rappresentano questo limbo.

Bar tradizionali <€5 senza traffico captive: Con affitti urbani crescenti e Starbucks che rieduca i clienti verso scontrini più alti, il bar italiano classico con caffè a 1,20 euro e brioche a 1,50 euro sopravvive solo in location ad altissimo traffico o quartieri residenziali con clientela fidelizzata.

Pizza FSR generica senza differenziazione: Ci sono troppe pizzerie in Italia. Quelle senza un elemento distintivo forte (ingredienti particolari, impasto speciale, location unica, chef con seguito) faticano a giustificare prezzi sopra i 15-18 euro, ma sotto quella soglia i margini sono insufficienti per superfici >200 mq.

New Travel Markets

a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it

Sfilate di moda dall’altra parte del mondo: Centrestage 2025 conferma il suo successo

Quest’anno, CENTRESTAGE, la fiera internazionale della moda che si è tenuta dal 3 al 6 settembre ad Hong Kong, ha consolidato la sua crescita, imponendosi come un evento unico che combina in modo pragmatico la creatività e lo spettacolo con le opportunità di business. Il suo successo è frutto di una triplice valenza difficilmente riscontrabile nelle altre tradizionali sfilate europee: fungere da gateway per i marchi globali per entrare nelle regioni asiatiche, essere un’occasione per i marchi locali per brillare sulla scena mondiale, offrendo al contempo agli operatori internazionali di settore l’opportunità di scoprire marchi provenienti da una vasta gamma di Paesi asiatici che altrimenti sarebbero difficili da scovare, e infine, soddisfare la crescente domanda proveniente dai mercati emergenti.

Le presenze al decimo anniversario dell’evento testimoniano queste valenze: più di 260 marchi provenienti da 25 Paesi, oltre 10.000 operatori commerciali provenienti da 91 Paesi (rispetto agli 8.500 del 2024 e ai 7.700 del 2023) e 19.000 visitatori B2C. Come detto, a CENTERSTAGE viene riconosciuto il ruolo di prezioso gateway per gli acquirenti internazionali al fine di esplorare il vivace e diversificato mercato asiatico. Di rilievo, sono state infatti le presenze di importanti Concept e Department store a livello mondiale: Mashine-A dal Regno Unito, Sugar dall’Italia, ESSX NYC dagli Stati Uniti, WDLT117 dal

Canada, Zalora dall’Indonesia e Daimaru Matzuzakaya e Hankyu dal Giappone.

I frequentatori considerano questo appuntamento organizzato dall'HKTDC e sponsorizzato dall'Agenzia per lo sviluppo delle industrie culturali e creative del governo della RAS di Hong Kong, molto pratico ed efficiente in quanto ritrovano tutti i servizi all’interno dell’unica location dell’Hong Kong Convention and Exhibition Centre (40 eventi, 30 sfilate, sessioni di buying, masterclass, workshop, ecc.).

L’evento ha abbracciato le seguenti cinque zone tematiche che celebrano diversi aspetti della moda: Circular Fashion, Contemporary, Craftsmanship, Urban e Athleisure. Quest’ultimo, composto dalle parole athletic e leisure, rappresenta il trend del momento, partito dagli Stati Uniti qualche anno fa, in cui rientrano tutti i capi dell’abbigliamento sportivo che vengono anche indossati in differenti occasioni d’uso.

Infine, presenze di rilievo all’evento di quest’anno sono state: la famosa cinese Guo Pei, l’unica designer asiatica mai accolta nella prestigiosa Fédération de la Haute Couture et de la Mode, che è stata protagonista sia nel gala di apertura che in diverse masterclass sul suo processo creativo e il rinomato stilista Jimmy Choo che ha presentato diversi stilisti emergenti della sua fashion Academy di Londra.

Calendario I prossimi appuntamenti di settore

SIGEP WORLD

Sigep World rappresenta l'evento di riferimento e di ispirazione per la community del Foodservice, attirando professionisti internazionali nei settori Gelato, Pastry&Chocolate, Coffee, Bakery e Pizza

Rimini 16 - 20 gennaio, Quartiere Fieristico, https://www.sigep.it/it

BEER&FOOD ATTRACTION

Beer&Food Attraction è l’evento che riunisce in un solo appuntamento la più completa offerta nazionale e internazionale di birre, beverage, food e tecnologie per il settore Out of Home. Un’occasione unica per chi vuole aggiornarsi su nuove modalità e stili di consumo e cogliere le opportunità che i cambiamenti attuali ci propongono.

Rimini 15 - 17 febbraio, Fiera, https://www.beerandfoodattraction.it/it

EUROSHOP

Scopri le soluzioni che plasmano il futuro del retail. Oltre 1.900 espositori ti ispireranno con concept all'avanguardia, tecnologie all'avanguardia e idee visionarie. Crea connessioni preziose, esplora le tendenze globali e scopri come il settore si sta preparando per il futuro.

Presso Messe Dusseldorf, 22 - 26 febbraio https://www.euroshop-tradefair.com/

EUROPEAN FOODSERVICE SUMMIT

L’evento più importante per la ristorazione in Europa. Entra in contatto con oltre 250 dirigenti senior delle principali catene di ristoranti e fornitori in oltre 25 paesi. Ottieni spunti da leader del settore ed esperti di mercato che condividono ricerche, strategie e opportunità che plasmano il futuro della ristorazione.

Madrid 16 - 17 settembre https://dfvcg-events.de/european-foodservice-summit/ https://ikn.it/forum-retail/

ICC INDUSTRY CHAIN CIRCLE

È in corso di preparazione la prima edizione di ICC Industry Chain Circle, un evento riservato ai manager, organizzato da Edfis e da Rexim, che vuole diventare il punto d’incontro tra industria e catene della ristorazione.

Milano, 12 e 13 marzo 2026, East End Studios, via Mecenate 84, Milano https://www.industrychaincircle.it/

MAPIC ITALY

Dal 2016, MAPIC Italy riunisce a Milano l’intera community italiana del retail real estate durante due giorni ricchi di opportunità di business. A MAPIC Italy potrai scoprire i progetti immobiliari di sviluppo, di estensione e rigenerazione più importanti e disponibili in Italia.

Milano, Rho Fiera Milano, 27 - 28 maggio https://www.mapic-italy. it/it-it.html

TUTTOFOOD

È la fiera B2B per l’intero ecosistema agroalimentare. Si pone come il punto di riferimento per i produttori e distributori dei prodotti di qualità dell’intera filiera del food and beverage, che incontrano in manifestazione i buyer con effettivo potere d’acquisto.

Milano 11-14 maggio, Rho Fiera Milano, www.tuttofood.it

Tante novità sugli outlet: più spazio al food, restyling mirati nel retail

Mentre si è ripreso il real estate commerciale, a livello di compravendite, avanzano gli investimenti sugli asset Ecco alcune delle operazioni più recenti

Nei primi nove mesi del 2025, gli investimenti nel commercial real estate italiano hanno raggiunto i 9,1 miliardi di euro, con una crescita del 44% su base annua. Di questi, 2,37 miliardi di euro sono stati registrati nel terzo trimestre. Il segmento Retail rimane protagonista. Nel terzo trimestre, gli investimenti nel Retail hanno sfiorato il miliardo di euro, per un totale di quasi 3,18 miliardi di euro da inizio anno, con un aumento del 74% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I ticket elevati nel comparto out-of-town, in particolare un grande centro commerciale prime e un portafoglio di factory outlet, hanno dato un impulso decisivo, confermando il ritorno degli investitori in questo settore, attratti dai buoni fondamentali che questo mercato è attualmente in grado di offrire. Intanto, piovono investimenti sugli asset. Ecco alcune operazioni annunciate di recente.

Torino Outlet Village inaugura altri 11.000 mq, con un investimento di 55 milioni

A otto anni dalla sua apertura, Torino Outlet Village inaugura un ampliamento che apporta circa il 50% in più di superficie. Da sabato 25 ottobre, sono aperti al pubblico 11mila mq in più di superficie (ora il totale del village passa a 32mila mq) con circa 60 nuovi spazi commerciali che man mano andranno ad aggiungersi agli 80 già operativi. A regime il totale raggiungerà 140 negozi. Tra i nuovi ingressi figurano marchi come Puma, Napapijri, North Sails, Guess Accessories, Murphy&Nye, Only, CMP, Bubble Hills, Gazzarrini. Oltre alle nuove boutique, arriva una nuova piazza centrale da 2.500 mq, ideata per ospitare eventi ma anche solo

per accrescere l’area esterna dedita alla passeggiata. L’operazione ha comportato un investimento di 55 milioni di euro, sostenuto Orion Capital Managers e da Stilo Immobiliare e Finanziaria (gruppo Percassi). Nel 2019, Orion e il colosso bergamasco avevano dato vita alla joint venture che ha in portafoglio alcuni asset come Torino Outlet Village e Sicilia Outlet Village.

Una veduta del San Marino Outlet
San

Marino Outlet, piano al 2029 con un nuovo brand mix, la food court e futuro ampliamento

Dopo l’ingresso nel capitale di Dea Capital, ecco i primi dettagli del piano 2026-2029 per lo sviluppo di San Marino Outlet. Il primo step prende avvio proprio nei prossimi giorni, quando è prevista l’apertura di 4 nuovi negozi – che porteranno il centro ad un totale di 51 – e che saranno poi integrati, nel corso del 2026, da altri store. Nel 2027 sarà invece inaugurata una Food Court da 1.100 mq che ospiterà sei format di ristorazione e, entro la fine del 2028, prenderà avvio la Fase 2 dedicata al segmento fashion, con un ampliamento di 9.000 mq che porterà la superficie complessiva a 26.000 mq. Il nuovo percorso del San Marino Outlet passa attraverso un riposizionamento mirato, accompagnato da una nuova immagine e da un nuovo naming, dal precedente San Marino Outlet Experience al più semplice San Marino Outlet. L’evoluzione dell’offerta punta a un mix più ampio e contemporaneo, con brand fashion premium affiancati da marchi accessibili, così da intercettare un pubblico più esteso. La diversificazione merceologica, con il completamento delle categorie oggi non presenti e il potenziamento di quelle meno rappresentate, è parte integrante di questa strategia.

Brenner Outlet, 18 milioni di investimento:

pronta la food court con quattro nuove insegne

Sono stati completati i lavori della nuova food court di Brenner Outlet, sviluppata da Promos, in collaborazione con Invesco Real Estate. Il nuovo spazio ristorazione, in corso di apertura proprio al momento di anda-

re in stampa, comprende quattro insegne: Doppio Malto, Burger King, BUN Burger e Farinella. Per gli ultimi due si tratta dell’esordio assoluto nella regione Trentino – Alto Adige. La nuova food court, realizzata con un investimento di 10 milioni di euro in 18 mesi di lavori, si estende su oltre 1.400mq e presenta un soffitto a doppia altezza che trasforma un livello seminterrato in un open space con vista sulle montagne, valorizzato da una vetrata di 500 mq che occupa l’intera parete. In esterno, una piazza di 600 mq ad uso pubblico, caratterizzata da una gradonata polifunzionale e da pavimentazione riscaldata, che la rende fruibile anche nella stagione invernale. Il progetto architettonico è firmato da Lombardini22. Per il Brenner Outlet si tratta soltanto della prima fase di un piano di ammodernamento. La seconda fase, che avrà inizio nel 2026 e si concluderà nel 2027, prevede il restyling del centro e la creazione di una Premium Plaza da 2.400mq destinata ad accogliere 10 nuovi store di brand “alto di gamma” che porterà l’investimento totale a 18 milioni di euro.

Folla durante il weekend di apertura dell’ampliamento del Torino Outlet Village
Ecco com’è il nuovo Brenner Outlet

World Travel Retail

Avolta si rafforza in Nord America con un nuovo contratto al Dulles

WASHINGTON – Avolta si è aggiudicata due nuovi contratti, della durata di 10 anni, presso l’aeroporto internazionale Dulles di Washington. I due nuovi accordi riguardano circa 700 metri quadrati di nuovi spazi commerciali, sia retail sia f&b, nella nuova area E da 14 gate, in procinto di aprire nell’ultima parte del 2026. Nel dettaglio, la controllata Hudson aprirà cinque nuove attività, mentre HMSHost introdurrà un nuovo concept di bar/ristorante in collaborazione con il marchio locale di liquore MurLarkey Distilled Spirits, proseguendo così la strategia del gruppo volta a integrare marchi locali di qualità, così da aumentare la differenziazione dell’offerta.

Lagardere Travel Retail riorganizza l’area commerciale, ruolo chiave di Fabio Castiglioni

PARIGI – Lagardere Travel Retail ha messo in campo un’ampia riorganizzazione dell’area commerciale. Alexandre Pardo diventa Vicepresident Global Supply Chain, con responsabilità su logistica e approvvigionamento, mentre viene istituito un nuovo ufficio regionale per l'Asia-Pacifico (a Singapore) sotto la guida di Annabelle Chung Chai Man. La divisione “Central Core Merchant” viene ristrutturata in tre dipartimenti. Il primo ,“Merchant Core Duty Free”, è guidato da Guillaume Robert e gestisce centralmente alcune categorie core di prodotti duty free. Il “Merchant Support”, sotto la guida di Stéphane Cathelain, si occupa di analisi dei dati e di categorie trasversali di prodotto, come tabacchi ed elettronica. Infine, Fabio Castiglioni è a capo del dipartimento “Commercial Coordination” che supporta le operations dei vari Paesi, supervisiona le aperture internazionali e coordina gli aspetti commerciali dei nuovi progetti.

Conferma di Francoforte: il T3 apre ad aprile 2026

FRANCOFORTE – I voli passeggeri al nuovo Terminal 3 dell’aeroporto tedesco apriranno il 23 aprile 2026. Fraport Group ha comunicato la data esatta di entrata in esercizio del terminal, presentando i dati del terzo trimestre dell’anno e specificando che sono in corso i lavori sulla parte f&b della nuova area. Si tratta di un’offerta commerciale su circa 3mila metri quadrati, gestita da Frankfurt Airport Retail, la joint venture tra Fraport e Gebr. Heinemann. Il terminal parte con un potenziale operativo di 19 milioni di passeggeri l’anno, che possono essere aumentati a 25 milioni. Rispetto ai conti, nel terzo trimestre la divisione “retail & real estate” di Fraport ha toccato un Ebitda di 113 milioni, rispetto ai 100 dello stesso trimestre del 2024.

Wh Smith, errore nei conti. Lascia il Ceo Carl Cowling

LONDRA – Carl Cowling ha rassegnato le sue dimissioni da Ceo di Wh Smith. Il manager ha pagato degli errori contabili relativi al business del Nord America. Lo scorso agosto, il Cda aveva incaricato Deloitte di compiere un’indagine terza rispetto agli utili della divisione americana, che apparivano sopravvalutati. In effetti l’analisi ha scoperto che la divisione aveva contabilizzato prima del dovuto fino a 26 milioni di dollari di ricavi, che quindi andavano correttamente differiti. “Una questione estremamente grave” l’ha definita la presidente del gruppo, Annette Court. Andrew Harrison, Ceo Uk, assume a interim la guida dell’intero gruppo, mentre Cowling rimarrà in azienda fino a febbraio per garantire una successione senza intoppi.

Lotte Duty Free: tengono i margini dopo lo stop ai “daigou”

SEUL – A inizio anno, l’operatore sudcoreano Lotte Duty Free aveva detto “stop” alla vendita dei prodotti ai “daigou”, ossia quei compratori cinesi che acquistano grosse partite presso i duty free aeroportuali e quelli cittadini, per poi rivenderli in patria. Nei primi mesi, le vendite ne hanno risentito, perché il peso dei daigou era influente. Ma ora i conti tornano a quadrare. Nel terzo trimestre fiscale (terminato il 30 settembre) i ricavi da duty free sono scesi del 17,1% anno su anno (a poco più di 1 miliardo di euro), ma la strategia di riduzione dei costi e diversificazione dei ricavi ha permesso un leggero miglioramento dell’utile lordo, a circa 497 milioni di euro.

duty free world

Why cross-category collaborations will increase in travel retail
Perché le collaborazioni cross-categoria nel travel retail sono destinate ed aumentare

A partnership between the Men Expert franchise from L’Oréal Paris and the high-end Royal Salute whisky owned by Pernod Ricard has highlighted just how far brands are going to attract consumers. Launched at a pop-up in one of Asia’s busiest airport—Bangkok’s Suvarnabhumi—the two giant brand owners created more engagement by expanding the reach of men’s cosmetic in predominantly male spaces in the airport, and broadened the consumer base of the whisky “through diverse touch points”.

This project was ambitious, but as noted in this column last month, management consultancy Kearney has warned the industry that creative approaches are needed to stem a continuing decline in spend per passenger—it was down 17% in 2024. Now, new research from travel retail market analyst M1nd-set suggests that cross-category pop-ups are worth pursuing. The company has shown that cross-category shopping is driving a “marked increase” in shopper spend and basket value by significantly boosting conversion and overall spend.

The study focused on five core categories— perfumes, confectionery, alcohol, tobacco, and skincare—and showed that combining these, especially with electronics, drives higher spending. The rises is particularly sharp with multi-category purchases: it runs from $100 for one category to $209 for seven. Yet 85% of shoppers buy only one or two categories—the average is 1.6—with Gen Z and Millennials purchasing more. Fewer than 2% of travellers buy five or more categories, highlighting the scale of the untapped spending potential.

Key pairings like perfumes with skincare or alcohol, and confectionery with alcohol or tobacco, deliver strong sales uplifts. Some pairings, for example alcohol and electronics can boosts spends by 55%. Perfumes attract the most footfall, while tobacco has the highest conversion rate. Additionally, shoppers from Africa, the Middle East, and South America show distinct multi-category preferences.

M1nd-set CEO, Peter Mohn, emphasised that the industry needs to move from simply trying to bundle across categories and become more innovative. He said: “Today, it’s about creating immersive, experience-led activations that connect diverse luxury and core categories under a unifying theme. Which is exactly what L’Oréal Paris and Pernod Ricard did in Bangkok”.

Una partnership tra il marchio Men Expert di L'Oréal Paris e il whisky Royal Salute, di fascia alta, proprietà di Pernod Ricard, ha evidenziato le strade che i brand percorreranno per attirare i consumatori. Presentati in un pop-up store in uno degli aeroporti più trafficati dell'Asia, Suvarnabhumi di Bangkok, i due soggetti hanno lavorato sull’engagement portando i cosmetici maschili in spazi dell’aeroporto già prevalentemente frequentati da uomini, al contempo ampliando la base di consumatori del whisky "attraverso più punti di contatto".

Questo progetto era ambizioso, ma come notato in questa rubrica del numero scorso, diverse fonti, come la società di consulenza gestionale Kearney, hanno “avvertito” l'industria del settore che questi approcci creativi sono necessari, per arginare un continuo calo della spesa per passeggero, scesa mediamente del 17% nel 2024. A supporto di questo, una nuova ricerca di M1nd-set , suggerisce appunto che una delle strade più profittevoli è quella dei pop-up cross- categoria. Lo studio ha dimostrato che lo shopping a categorie incrociate sta generando un "marcato aumento" della spesa degli acquirenti e del valore del paniere, aumentando significativamente la conversione e la spesa complessiva.

Lo studio si è concentrato su cinque categorie principali - profumi, dolciumi, alcol, tabacco e cura della pelle - e ha dimostrato che la combinazione di queste, in particolare con l'elettronica, porta a maggiore spesa da parte del cliente. L'aumento è particolarmente forte con gli acquisti multi-categoria: va da 100 dollari per una categoria a 209 dollari per sette. Eppure, l'85% degli acquirenti acquista solo una o due categorie - la media è 1,6 - con Gen Z e Millennials che ne acquistano di più. Meno del 2% dei viaggiatori acquista cinque o più categorie, evidenziando la portata del potenziale di spesa non sfruttato.

Gli abbinamenti chiave come i profumi con la cura della pelle o l'alcol e la pasticceria con alcol o tabacco, aprono quindi la strada a un aumento delle vendite. Alcuni abbinamenti, ad esempio l'alcol e l'elettronica, possono aumentare la spesa del 55%. I profumi attirano la maggior parte dei flussi (footfall), mentre il tabacco presenta il più alto tasso di conversione. Inoltre, gli acquirenti provenienti dall'Africa, dal Medio Oriente e dal Sud America mostrano preferenze distinte in più categorie.

Il CEO di M1nd-set, Peter Mohn, ha sottolineato che l'industria deve passare dal semplice tentativo di raggruppare tra le categorie e diventare più innovativo. Ha detto: “Oggi si tratta di creare attivazioni coinvolgenti e guidate da un’experience che metta sono un tema unificante diverse categorie core e di stampo luxury. Che è esattamente ciò che L'Oréal Paris e Pernod Ricard hanno fatto a Bangkok”.

News International

Il food è un successo: Marks & Spencer pianifica 500 location

L’esperimento M&S Food è stato un grande successo per il brand inglese, che ora vuole addirittura raddoppiare il proprio business in questo segmento. Nella lista delle potenziali aree in cui andare ad aprire, pare che il management si sia appuntato addirittura cinquecento posti, specialmente di grandi dimensioni. La dimensione media dei negozi M&S Food salirà infatti a 1.670 metri quadrati, secondo quanto comunicato dall’azienda. “Le ottime prestazioni dei nostri nuovi negozi M&S Food ci danno la fiducia necessaria per esplorare ancora più sedi nel Regno Unito, da Elgin a Exmouth”, ha dichiarato Alex Freudmann, amministratore delegato di M&S Food. Tra novembre e marzo, M&S aprirà 20 negozi nuovi o ristrutturati. Entro aprile 2028, il rivenditore punta a ristrutturare più della metà dei suoi negozi, compresi i minimarket più piccoli.

In Francia è l’ora delle bakery extra-large

La prima a partire, nel 2020, era stata la catena BO&MIE. Si pubblicizzava come la più grande boulangerie di Parigi, 250 metri quadrati, per vendita e consumazione in loco. Ora la catena ha dieci punti vendita nel Paese, ma soprattutto ha lanciato un trend che si amplifica. È una novità, per i francesi, la panetteria in cui mangiare. L’imprenditore Kamel Saci, con il suo marchio Léonie Bakery, ha fatto ancora di più, aprendo uno spazio da ben 1000 metri quadrati, che unisce la produzione (al ritmo di 3mila baguette al giorno) e la ristorazione, all’interno di un ex caserma. Con le sale che vengono anche affittate per eventi privati. Un’altra catena da tenere d’occhio è Sophie Lebreuilly, che non è parigina, ma nasce a Étaples-sur-Mer, che però ha appena acquisito due location proprio nella capitale.

Brand sotto la lente: exploit di Lucky Cup in Cina

La catena di caffetterie Lucky Cup, focalizzata su una proposta value for money, ha toccato un piccolo record. Ha impresso un’accelerazione straordinaria alla sua crescita e dopo l’apertura di migliaia di punti vendita nel giro di quest’anno, ha raggiunto quota 10mila in Cina. È la terza catena a superare questa soglia (le altre due sono Luckin Coffee e Cotti Coffee, mentre Starbucks è sotto questo livello). Le caffetterie in Cina sono quasi 50mila. Lucky Cup è stata fondata nel 2017 dal colosso Mixue Group, già attivo nelle gelaterie e sale da tè, e la sua forza sta proprio nel basso prezzo. Il suo coffee menu più economico parte da 6 yuan, meno di un euro.

Areas Italia, si rafforza la collaborazione con Seconda Chance

Areas Italia ha rafforzato la collaborazione con Seconda Chance, l'associazione non-profit fondata da Flavia Filippi, che aiuta le aziende ad assumere detenuti grazie alla Legge Smuraglia (193/2000). Da quando è iniziato il rapporto tra l’operatore travel e la sigla, ci sono già state 4 opportunità lavorative offerte a detenuti ed ex detenuti, mentre altre sono in arrivo. Qualche esempio? Il detenuto G. del carcere di Venezia, che naturalmente non si può citare per motivi di privacy, è diventato parte integrante del team Areas-MyChef presso uno dei punti vendita della stazione ferroviaria di Venezia. Altri progetti riguardano la zona di Bologna e di Roma. Seconda Chance collabora anche con diversi altri soggetti del food retail.

Fody apre un pop-up al centro commerciale Le Piazze: una bella storia

Esg

Presso il centro commerciale Le Piazze di Castel Maggiore (Bologna) ha aperto il primo esempio di pop-up store di Fody. È un’operazione realizzata da CBRE, che si occupa dell’attività di leasing del centro. Fody nasce come start-up innovativa di tipo benefit nel 2022, ma l’operatività piena è arrivata più tardi. La sua attività è raccogliere gratuitamente scarti tessili, campionari e rimanenze, trasformandoli in coperte termiche salvavita che dona in almeno 5 Paesi diversi. Quel che non è adatto a diventare coperta, viene utilizzato per altri tipi di prodotti (borse, pochette, foulard), che possono essere ceduti alle aziende, da utilizzare come gadget, nelle fiere, per i dipendenti. L’altro aspetto determinante, è che nel laboratorio di produzione di Pistoia lavorano solo persone con disabilità intellettiva.

I ristoratori Fipe contro la violenza di genere

In occasione dell’ultima giornata contro la violenza sulle donne, Fipe Confcommercio ha ricordato il suo impegno tramite progetti concreti, uno dei quali coinvolge ormai migliaia di ristoratori ed è esteso ormai almeno al 50% del territorio italiano. Su tratta di SicurezzaVera, un’iniziativa studiata di concerto con la Polizia di Stato. Il progetto nasce per sostenere gli imprenditori nella gestione responsabile dei locali, fornendo strumenti concreti e promuovendo una cultura diffusa di rispetto, tutela e prevenzione. “Il tema della violenza di genere non può essere relegato a una ricorrenza” afferma Valentina Picca Bianchi, Presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe. “In quanto corpo intermedio autorevole del sistema economico italiano, Fipe non si limita a svolgere funzioni sindacali o di rappresentanza: interpreta un ruolo culturale, educativo e valoriale”.

Alascom presenta in esclusiva i robot che ottimizzano i

magazzini

Per rispondere alle crescenti sfide nella logistica come la carenza di manodopera, la richiesta di consegne rapide, il rischio elevato degli errori e la pressione durante i picchi stagionali, Alascom porta in Italia in esclusiva le soluzioni di Locus Robotics, leader globale scelto da oltre 150 brand nel mondo.

Origin, con il suo design compatto, è un robot autonomo progettato per spostarsi fra le corsie di magazzino per effettuare picking e rifornimento degli ordini in modo veloce e senza commettere errori. Vector, invece, supporta la consegna degli ordini al vettore. Queste soluzioni garantiscono un rapido ROI, riduzione dei costi e aumento continuo della produttività, fondamentali per il Retail.

Con il modello ad abbonamento si parte da una spesa iniziale minima e si paga solo un canone mensile, con impatto sui costi ridotto e il vantaggio di gestire la flotta in maniera dinamica in base alla domanda stagionale.

Tutte le soluzioni di stampa TSC per il retail

In un mercato del retail che richiede sempre di più soluzioni flessibili e on demand, ecco le principali soluzioni TSC Auto ID per il retail. Tra queste, stampanti desktop Serie TH: ideali per l’etichettatura nel settore moda (etichette di manutenzione, hangtag), perfette per piccole tirature o stampa on-demand in negozio; il modulo di stampa PEX-2000, progettato per automatizzare l’etichettatura RFID, la stampa e l’applicazione in contesti ad alto volume. Accanto a queste, soluzioni di ispezione codici a barre (ODV) che garantiscono leggibilità e qualità delle etichette, evitando errori di scansione. E ancora, stampanti mobili e computer portatili rugged, per le operazioni in negozio e l’etichettatura al POS o direttamente allo scaffale. Con queste soluzioni, TSC Auto ID EMEA supporta i retailer nella modernizzazione delle loro operazioni, promuovendo agilità, sostenibilità ed eccellenza nell’esperienza d’acquisto.

Bonduelle

Food Service presenta la nuova linea Le Arrostite

Bonduelle Food Service, la divisione del Gruppo Bonduelle specializzata nell’offerta di soluzioni vegetali per il canale del fuori casa, presenta Le Arrostite, la nuova linea di patate e verdure selezionate, già lavate, tagliate e arrostite al forno, disponibili in tre referenze: Patate arrosto (In confezioni da 4 buste da 2,5 kg, sono subito pronte in 10 minuti in forno a 220°C o in padella in 12 minuti); Patate dolci arrosto (Disponibili in confezioni da 6 buste da 1 kg, sono pronte in 7 minuti in forno a 220°C o in padella in 12 minuti) e Cavolfiori arrosto (In confezioni da 6 buste da 1 kg, sono subito pronti in 10 minuti in forno a 220°C o in padella in 12 minuti). Le Arrostite sono pensate per portare nei diversi canali della ristorazione la massima praticità senza rinunciare al gusto autentico e genuino dei vegetali cotti al forno. Non necessitano di ulteriore lavorazione o di attrezzature e competenze specifiche, hanno un’altissima resa, oltre a garantire un risultato costante, un costo porzione sempre sotto controllo e nessuno spreco.

OGNI VITA HA VALORE

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LEVIDE – DEGLI AZZONI WINES, PROMOSSO DALLE DONNE DELLA VITE, DIVENTO VALORE È UN TRENTODOC , RAFFINATO BLEND DI UVE CHARDONNAY E PINOT NERO, CHE RACCONTA LA COMPETENZA E L’IMPEGNO DI CHI TRASFORMA LA SOLIDARIETÀ IN AZIONE CONCRETA.

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CAMBI DI POLTRONA

ELENA BOLOGNINI

Senior Investment Manager

di Grr Garbe Italy

Elena Bolognini è entrata nel team Italiano di Grr Garbe Retail con il ruolo di Senior Investment Manager. La società è la costola del gruppo Garbe che si occupa di investimenti nel segmento food retail e consumer infrastructure. Laureata in Bocconi (International Management), Bolognini collaborerà con Marco Grassidonio, Country Head di Garbe in Italia, nelle operazioni di investimento a supporto della strategia Last Mile Consumer Infrastructure (Grocery) e Beds del Gruppo. A partire dal 2021, Bolognini ha fatto parte del team di Colliers Global Investors Italy SGR. Precedentemente ha lavorato nel team Capital Markets di BNP Paribas Real Estate, come consulente per investitori nazionali e internazionali.

Country marketing manager

Ikea Italia Retail

Marco Galimberti è il nuovo Country Marketing Manager di Ikea Italia. Quarantadue anni, nato a Carate Brianza, Galimberti inizia la sua carriera nel 2008 lavorando in diverse agenzie marketing e digital, tra le quali VML, agenzia creativa internazionale del gruppo WPP, come Senior Project Manager. Nel 2016 prosegue il suo percorso professionale in una delle principali multinazionali italiane, Lavazza Group, dove ricopre il ruolo di Global Digital Marketing Manager, per poi passare nel 2018 in Deliveroo. In quest’ultima esperienza, come Head of Marketing Italy, ha avuto la responsabilità della brand proposition e della strategia di marketing per il mercato italiano.

BERTA DE PABLOS-BARBIER

Ceo di Pandora

Dal prossimo marzo, Berta de Pablos-Barbier diventerà il nuovo Presidente e Ceo di Pandora. L’avvicendamento è stato comunicato dall’azienda e concordato con l’attuale amministratore delegato, Alexander Lacik, che ha deciso di ritirarsi in occasione della prossima assemblea generale annuale dell'11 marzo 2026. Berta de Pablos-Barbier attualmente ricopre la carica di Chief Marketing Officer. La manager, spagnola, era entrata in Pandora soltanto a novembre 2024, dopo quasi trent’anni di carriera passati in gruppi come Moet & Chandon, Mars e Lacoste. “È una leader visionaria con grandi capacità analitiche e un perfetto mix di esperienza maturata in marchi di punta nei settori del lusso, della moda e dei beni di largo consumo” ha commentato Peter Ruzicka, presidente del Cda.

CAOIMHE MCCABE

Managing Director Diageo Italia

Diageo Italia annuncia la nomina di Caoimhe McCabe a Managing Director. L’istituzione di questo ruolo rappresenta un passo strategico per rafforzare la centralità del mercato italiano, che potrà ora contare su un management team dedicato e su strategie mirate a valorizzarne le specificità e a sostenerne le prospettive di crescita. Dall’ottobre 2025 la sede dell’azienda si è spostata da Torino a Milano e il management globale ha inserito l’Italia tra i mercati mondiali con maggiori potenzialità di sviluppo, con l’obiettivo di raddoppiare il business in Itala entro il 2030. McCabe, irlandese, ha sviluppato un percorso di oltre dieci anni all’interno di Diageo e ha recentemente ricoperto il ruolo di Commercial, Revenue & Category Director in Irlanda.

ANNA DIMITROVA

Cfo di Zalando

Zalando ha nominato Anna Dimitrova come nuovo Chief Financial Officer (CFO). La manager entrerà nel board di gestione di Zalando e assumerà la responsabilità delle funzioni Finance e Group Governance a partire dal 1° gennaio 2026. Con oltre vent’anni di esperienza in ambito internazionale, attualmente è Group CFO presso Deutsche Glasfaser e ha precedentemente ricoperto una serie di ruoli di leadership senior presso Vodafone Group, tra cui Cfo dell’operatore telefonico in Germania e Repubblica Ceca. David Schröder, che ha operato come CFO ad interim dal mese di marzo, si focalizzerà sul proprio ruolo di co-CEO.

AMANDA VISSIA Director Global Luxury Retail di Savills

Amanda Vissia ha fatto il suo ingresso in Savills come Director Global Luxury Retail. A partire da novembre, guida da Milano le attività di tenant representation per i brand del lusso a livello internazionale in Europa, con un focus strategico anche sui mercati chiave di Stati Uniti, Medio Oriente e Asia. Proviene da Cushman & Wakefield, dove ha coordinato l’attività di tenant representation per brand internazionali del lusso, dopo un percorso avviato nel team High Street di CBRE. “Amanda porta con sé un’esperienza preziosa e una conoscenza approfondita del mercato del lusso internazionale e dei relativi retailers” ha commentato Davide Dalmiglio, CEO di Savills per l’Italia.

La novità gustosa: bevanda 100% vegetale, zero zuccheri aggiunti e fonte di vitamine. San Benedetto Avena, l’avena buona da bere.

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retail&food 11-12 2025 by Edifis - Issuu