retail&food 10 2023

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Intervista a Matteo Morandi (Percassi Retail)

“Mezzo miliardo di ricavi, obiettivo possibile”

Livorno ritrova le Officine Storiche I grandi brand rispondono all’invito

Grom inverte la rotta, i negozi di nuovo strategici

Il cinema in ripresa fa bene ai centri commerciali

Aeroporti, estate super. Focus su Cagliari-Elmas

Ottobre 2023 In
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caso di mancato recapito inviare al CPM di MIlano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

AREAS Italia

PAUL

ROMA TERMINI

PAUL MILANO CENTRALE

Opening Soon

La storica catena di bakery francese PAUL ha aperto il suo primo locale in Italia, presso la Terrazza della Stazione Roma Termini, in collaborazione con Areas. Il concept del locale e l’arredamento si rifanno l’iconico stile PAUL che caratterizza il brand sin dal 1889.

PAUL rappresenta il meglio della tradizione della boulangerie e patisserie francese, con tutti i prodotti più identificativi della cultura transalpina come pain au chocolat, eclair e baguettes.

it.areas.com

SUD RETAIL!

Negli ultimi mesi ho ricevuto numerosi segnali sulla vivacità del retail, food e non food, nelle regioni del Centro-Sud. Un territorio meno ricco o popolato rispetto al Centro-Nord, ma anche meno affollato e competitivo per le insegne. Con professionalità molto qualificate e tutti gli attori della filiera retail perfettamente schierati in campo: landlord, tenant, fornitori, professionisti e consulenti.

I centri commerciali, ma anche gli aeroporti e le stazioni, costituiscono i principali hub del retail. E sono luoghi con una frequentazione molto alta che spesso, penso ai centri commerciali, non hanno subito la stessa flessione di presenze dei “colleghi” settentrionali.

Inoltre, il tema degli affitti spesso favorisce i brand che non devono sostenere i costi folli delle location delle grandi città del Centro-Nord, beneficando spesso di un successo notevole anche in ragione di una minore presenza di concorrenti.

Lo sviluppo del retail nelle regioni “da Roma in giù” è quantomai evidente anche nell’ambito della GDO, dove la scena sta cambiando rapidamente: nuovi player, nuovi formati, estesa riqualificazione dei punti vendita esistenti.

Queste brevi riflessioni mi portano a pensare che, pur coi limiti segnalati all’inizio, chi si occupa di sviluppo potrebbe guardare con più attenzione a Sud anziché oltre le Alpi o al di là del mare. Si può ancora fare molto e meglio, senza andare tanto lontano.

EDITORIALE pag. 1 | retail&food | Ottobre 2023
Andrea Aiello

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Anno 18 · numero 10 ottobre 2023

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pag. 3 | retail&food | Ottobre 2023 SOMMARIO 4 News 14 News Opening 4 Stock options 8 Retail Glitch 10 Rubrica Legale 12 Dal Tabaccaio 43 Retail & Job 49 Grazie e Scusa 52 Focus Franchising 54 Collaborations 57 Duty Free World 58 New Travel Markets RUBRICHE & Co-Branding 26 18 24 53 News | ESG 55 World Travel Retail 59 News | International 61 Prodotti e Fornitori 64 Cambi di Poltrona 24 BRAND | Analisys Grom: “Le gelaterie sono il nostro spot migliore” 36 RETAIL | Eventi Summit Confimprese: “Occorre investire sull’analisi dei dati” 38 FOOD | Analisi Alla ristorazione servono manager 40 TRAVEL | Aeroporti Cagliari: upgrade dell’offerta e traffico con volumi da record 44 AEROPORTI | Traffico Tornano gli stranieri, estate al top per gli scali italiani 48 EVENTI | Adcc I centri commerciali visti dai direttori: formazione e addio alle consuetudini 32 RETAIL | Entertainment Cinema in ripresa, i centri commerciali ringraziano 35 SCENARIO | Consumi Il rapporto Coop vede nero: certificata la crisi degli italiani 18 PAROLA DI | Matteo Morandi Percassi Retail alza l’asticella e punta a 500 milioni di ricavi 26 NUOVI PROGETTI | Livorno IGD “vara” le Officine Storiche di Porta a Mare 30 BRAND | Analisys Momi, poke made in Puglia pronto a spiccare il volo 50 GDO | Mercato Grande distribuzione. Prove di unità, di strategia e di autorevolezza

Osservatorio CNCC-EY: primo semestre 2023 positivo (+7%), corre la ristorazione

Nel primo semestre 2023 si registra un trend positivo per i centri commerciali sia in termini di vendite che di ingressi. Il fatturato è in crescita del +7% rispetto all’anno precedente. Rispetto allo stesso periodo del 2019 si registra un aumento pari al 1,7%. Anche gli ingressi mostrano un costante miglioramento: il primo semestre 2023 si chiude con un +10,6%, sebbene permanga ancora un gap con il 2019 pre-pandemia del -9,4%. Ottimi risultati per la quasi totalità delle categorie merceologiche, ad esclusione dell’elettronica di consumo (-5,3%). La migliore performance è data della ristorazione (+25,1%), seguita da cura persona e salute (+13,2%), cultura tempo libero e regali (+10,5%), abbigliamento (+7,1%), attività di servizi (+8,2%) e beni per la casa (+1,3%). Le grandi superfici e i negozi di piccole dimensioni hanno ormai recuperato i livelli pre-Covid, mentre i negozi di medie dimensioni registrano crescite superiori. Con questo Osservatorio, il CNCC inaugura la collaborazione con EY per l’analisi degli andamenti dell’industria dei centri commerciali.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL SELL

INDITEX

Nei sei mesi al 31 luglio le vendite salgono del 13,5% a 16,9 miliardi di euro, con utile netto in salita del 40,1% a 2,5 miliardi. Inditex, secondo un report della Reuters, sta guadagnando spazio di mercato rispetto alla diretta concorrente H&M.

TOD’S

Semestrale positiva, al 30 giugno, per il colosso italiano, con l’Ebitda a 138,8 milioni (quasi il 25% dei ricavi) in aumento del 5% anno su anno. Il fatturato tocca 569,1 milioni. A crescere di più è stato il brand Roger Vivier: +28,4% a 152,5 milioni di ricavi.

SKECHERS

Il secondo trimestre dell’anno si chiude con ricavi a 2 miliardi di dollari, +7,7%, e un utile per azione a 0,98 cent, +69% su base annua. Sull’intero anno, l’attesa della società quotata al Nyse è per ricavi compresi tra 7,95 e 8,1 miliardi di dollari.

H&M

La trimestrale giugno-agosto riporta un utile operativo in salita del 58% a 4,74 miliardi di corone svedesi (circa 406 milioni di euro). Ma il mercato è cauto, perché il risultato si deve soprattutto al taglio dei costi, mentre le vendite per settembre sono attese in calo.

SAFILO

Semestrale in leggera discesa, a 550,1 milioni (-3,5% di ricavi) per il colosso dell’occhialeria. A rallentare è stato soprattutto il Nord America, con vendite a -10,5%, mentre nel secondo trimestre spicca il balzo (+13,7%) dell’Asia.

RICHEMONT

Il colosso del lusso ha pubblicato in estate una trimestrale positiva, con vendite a +14% (5,3 miliardi di euro). Il titolo però è scivolato in Borsa, perché gli analisti non hanno gradito il marcato rallentamento delle vendite nell’area America (-2%).

GAP

Conti ancora difficili, per Gap, che archivia una semestrale in calo dell’8% e un fatturato a 3,5 miliardi di dollari, a causa del cambio e dell’effetto negativo della Cina, secondo una nota dell’azienda. Nel prossimo trimestre atteso un nuovo freno delle vendite.

AEFFE

Primo semestre in perdita per la holding che controlla Moschino, Alberta Ferretti, Philosophy e Pollini, con ricavi a 162,9 milioni di euro (-7,7%) e perdita netta consolidata a 11,7 milioni, rispetto a un utile di 2,9 milioni precedente.

TAPESTRY

Tapestry (Coach, Kate Spade) il mese scorso ha acquisito per 8,5 miliardi di dollari Capri Holdings, ossia Michael Kors, Versace, Jimmy Choo. Nel mese successivo, però, il titolo ha continuato a scendere, scivolando ben al di sotto dei 30 dollari.

NEWS pag. 4 | retail&food | Ottobre 2023

Gli austriaci di SES Spar comprano lo shopping center veneto Il Grifone

SES Spar European Shopping Centers ha acquisito la proprietà del centro commerciale Il Grifone di Bassano del Grappa (Vicenza). A vendere è stato un fondo di Marathon Asset Management, la filiale europea di Mcap Global Finance. Il centro, aperto nel 2009, si compone di una Gla di circa 20mila mq, di cui un terzo circa già appartenevano a Spar group (a capo della catena di controllo che comprende SES). Il Grifone è un centro commerciale attualmente tutto locato, con all’attivo 47 esercizi commerciali. “Il Grifone completa alla perfezione il nostro portafoglio italiano, che oggi include anche i centri Ipercity e Le Brentelle di Padova” ha commentato Christoph Andexlinger, Ceo di SES Spar. La gestione del centro in precedenza era affidata a Cbre. Dopo il deal, l’attività viene affidata a SES Italy. SES Spar European Shopping Centers possiede un portafoglio di 31 centri commerciali in Austria, Slovenia, Italia, Ungheria, Croazia e Repubblica Ceca.

OVS, ricavi a +4% nel primo semestre 2023, buona performance del beauty (+40%)

Il Gruppo OVS S.p.A. ha comunicato i risultati finanziari del primo trimestre 2023. Per l’azienda guidata dall’ad Stefano Beraldo i ricavi nei sei mesi sono in crescita del 4,1%, a 734,9 milioni di euro. L’ebitda rettificato semestrale è stato pari a 86,4 milioni (+11,8% sulle vendite), in aumento di 4,1 milioni annui rispetto allo stesso periodo del 2022. L’utile netto è salito del 5,5% a 33,7 milioni. La posizione finanziaria netta rettificata al 31 luglio è pari a 242,1 milioni di euro. “Il segmento donna continua ad essere quello con la migliore performance, mentre è proseguito l’andamento estremamente positivo dell’offerta beauty (+40% di vendite” ha dichiarato l’ad. Il Gruppo OVS è presente in Italia e all’estero con oltre 2.050 negozi attraverso i marchi OVS, UPIM e Stefanel. A luglio 2022 l’azienda veneta ha acquisito il brand Les Copains che ha da poco inaugurato un monomarca a Milano.

Valecenter: gennaio-agosto batte il 2019. Chiude H&M, tante insegne in arrivo

Numeri in recupero rispetto al pre-pandemia per il centro commerciale Valecenter di Marcon (Venezia). Lo shopping center, gestito da Multi Italy, nei primi 8 mesi del 2023 ha registrato presenze in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 15% rispetto al 2022. Il volume delle vendite segue un trend analogo: +5% sul 2019 e +11% sul 2022. Forte dei buoni risultati, il Valecenter sta procedendo a un ricambio delle insegne, con 10 novità negli ultimi 12 mesi. Tra queste, Dispensa Emilia (appena inaugurato), SinSay, Deichmann, Original Marines, Take off, mentre nelle prossime settimane è in arrivo Snipes. Infine, il mese prossimo, chiuderà H&M alla naturale scadenza del contratto ed è in arrivo un brand internazionale, ancora top secret, non ancora presente in Veneto.

miscusi debutta in formato “fast” nei centri commerciali, prima tappa Milanofiori

Il brand miscusi entra a Milanofiori di Assago (Klèpierre). Per la catena di ristoranti di pasta fresca si tratta del primo locale all’interno di un centro commerciale. Il locale, aperto dalle 12 alle 22, ha una superficie di 120 mq per un totale di 86 coperti, un pastificio a vista e offre la possibilità di ordinare da kiosk, da mobile o direttamente in cassa. Il format “fast” aperto a Milanofiori non è una novità per il brand, ma era stato presentato a maggio con l’inaugurazione di un nuovo ristorante nella food district di Piazza Gae Aulenti, a Milano. “Si tratta di una fruizione più rapida, per cui vediamo ottime potenzialità nei centri commerciali e nel travel” ha spiegato Alberto Cartasegna, fondatore e Ceo di miscusi. La nuova apertura (la numero 15) arriva dopo la cessione al fondo Hyle Capital Partners della quota detenuta da miscuri nelle pizzerie Berberè, avvenuta alla fine di luglio 2023. L’insegna prevede circa 150 nuove assunzioni nei prossimi 12 mesi e altre 6 aperture.

NEWS pag. 5 | retail&food | Ottobre 2023

Starbucks arriva anche in Puglia, esordio in centro a Bari

Starbucks prosegue nella sua espansione al Sud Italia e apre il primo punto vendita a Bari, in centro città. Il nuovo store si trova a pochi passi dall’Università degli Studi Aldo Moro e a dieci minuti dal lungomare del capoluogo pugliese. Tinte e architettura della città vecchia di Bari si ritrovano nel design del negozio, mescolate al celebre artwork raffigurante la sirena di Starbucks. Il punto vendita occupa una superficie di quasi 120 mq, con 28 posti a sedere all’interno, oltre a un dehor esterno di 30 mq con 24 sedute. Si prevede a regime l’assunzione di 25 persone. In occasione dell’inaugurazione, la catena ha devoluto una parte del ricavato a Retake, associazione che promuove azioni di rigenerazione urbana. “La partnership tra Percassi e Starbucks prosegue per garantire una presenza sempre più capillare in Italia” ha commentato Matteo Morandi, Ceo di Starbucks Italy. Il brand, in estate, ha anche inaugurato un punto vendita a Firenze e un chiosco alle Officine Storiche di Livorno.

Da Elnos e Roma Termini, Rituals prepara l’autunno spingendo sulle aperture

Nella prima settimana di settembre, Rituals Cosmetics ha inaugurato un negozio monomarca alla Stazione Termini di Roma. Per il marchio olandese di profumeria è la seconda apertura, nel circuito gestito da Grandi Stazioni Retail, dopo quella di Milano Centrale. Poco prima, era stata la volta di una nuova boutique all’interno del centro commerciale bresciano Elnos Shopping. A poco più di un anno dall’arrivo in Italia, l’azienda (certificata B Corp) è avanzata al ritmo di almeno un monomarca al mese, senza contare le decine di shop-in-shop presente tra gli scaffali di altri marchi partner. Rituals ha scelto meticolosamente le principali città del Centro-Nord, per densità e disponibilità di spesa, e mostrato di presidiare tutti i canali di vendita. In totale sono 13 i monomarca italiani finora. Nel 2022, il gruppo ha realizzato ricavi per 1,4 miliardi di euro (+28% sul 2021) con profitti per circa 112 milioni.

Primadonna torna sopra 100 milioni di ricavi. Ed entra a Cascina

Merlata

Primadonna torna sui livelli pre Covid e prepara un inizio 2024 con tante nuove aperture. Il marchio di fast fashion femminile, con sede in Puglia e ancora guidato dal fondatore Valerio Tatarella, ha chiuso il 2022 riportando il giro d’affari sopra i 100 milioni di euro, in sostanza i volumi pre pandemia. È quanto dichiarato dal fondatore in un articolo pubblicato sulle pagine baresi di La Repubblica. Il brand sta spingendo gli investimenti sia sulle nuove aperture fisiche, sia sull’eCommerce. I negozi attualmente sono 400 in tutto il mondo, metà a gestione diretta, metà affiliati. Primadonna ha già prenotato il suo spazio a Cascina Merlata, il nuovo centro commerciale che dovrebbe aprire entro la fine del 2023 nel versante nord di Milano. Ma le nuove aperture riguardano anche l’estero. A fine mese è in arrivo il quarto punto vendita a Parigi. Poi sarà la volta di Atene. E l’anno prossimo il brand italiano arriverà anche in Vietnam.

Paul & Shark sbarca in Regent Street e prepara nuovi flasghip verso Est

Annunciata prima del Covid, è finalmente arrivata la prestigiosa apertura del monomarca di Paul & Shark a Londra, nel cuore di Regent Street. Per il marchio italiano si tratta ora del primo negozio nel Regno Unito, su una rete di circa 400 store nel mondo fra diretti, in franchising e in store. Il negozio londinese, su due piani per 240 metri quadrati di superficie, è stato costruito secondo gli ultimi dettami impressi dal marchio, ispirati all’efficienza energetica e al riuso, che hanno caratterizzato anche il restyling della boutique milanese di via Montenapoleone. Paul & Shark, proprietà di Dama spa, era stata fondata negli anni ’70 da Paolo Dini e ancora oggi è guidata dalla famiglia, con al timone Andrea Dini come amministratore delegato. Il brand proseguirà nell’espansione all’estero e sono in programma altri monomarca, di cui almeno altri cinque in Cina e due in India. La società aveva chiuso il 2022 con circa 150 milioni di euro di ricavi e il 2023 starebbe procedendo con una crescita almeno del 10%.

NEWS pag. 6 | retail&food | Ottobre 2023

Prime aperture food per il progetto Certosa District a Milano

Con l’inaugurazione delle prime insegne, prende il via il progetto di riqualificazione Certosa District, nel quadrante Nord Ovest di Milano. A ridosso di via Varesina, hanno aperto al pubblico i primi tre locali a tema ristorazione. Nei prossimi tre anni, arriveranno a 20. Tra i locali appena aperti c’è June Collective, bistrot ispirato alla cucina internazionale, senza carne nel menù. Poi c’è il secondo punto vendita in città di Loste Café. L’ultimo è Lafa, un format all’insegna della cucina araba e mediorientale che aprirà entro fine settembre, quando arriverà anche la forneria Crosta. Lo sviluppo della proposta enogastronomica completerà il più ampio progetto di Milano Certosa District che con La Forgiatura ha rigenerato un’area industriale in disuso, trasformandola in un campus integrato di 30.000 mq, locando gli spazi ad alcune multinazionali, e creato la nuova sede europea di Whirlpool L’operazione è di RealStep SICAF.

Permira pronta a mettere sul mercato La Piadineria

Permira, società di private equity che controlla La Piadineria, sta aprendo il dossier che dovrebbe portare alla cessione del brand. Secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore, il fondo avrebbe già individuato i partner cui affidare un mandato esplorativo, le banche d’affari Mediobanca e Rothschild. Al momento, i rappresentanti di Permira in Italia non hanno rilasciato commenti ufficiali. Dal punto di vista economico, la cessione avrebbe perfettamente senso, considerando la natura dell’investitore. L’ingresso nel capitale de La Piadineria era avvenuto a fine 2017, subentrando a Idea Taste of Italy di Dea Capital, quando il marchio contava su una rete di circa 165 negozi. Oggi il brand ha festeggiato, a metà 2023, il 350esimo locale, con un piano per altre 50 aperture. E rappresenta un gruppo da almeno 100 milioni di ricavi l’anno. Da novembre 2020 La Piadineria è guidata da Andrea Valota nel ruolo di amministratore delegato.

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LA NOSTRA TOY STORY

Come in tutto il mondo, anche in Italia i giocattoli e il retail hanno visto sorti alterne. Molti di noi ricorderanno i vecchi giocattolai, luoghi magici contrapposti più tardi alla grande distribuzione organizzata, che nelle superfici despecializzate degli ipermercati provava a farci sognare per quantità. Con la crescente attrattività dei negozi specializzati, poi, abbiamo assistito al grande cambio di equilibri: l’iper che si concentra sul core business del food e il crescente appeal della galleria multistore.

Bene, questa in pochi secondi è la nostra storia, molto simile a quella degli altri mercati, perché si è trattato di un trend globale. E ora, cosa è cambiato? Prima apre Fao Schwartz, grazie all’investimento del Gruppo Prenatal, già attivo con i negozi Toys Center; ora Hamley’s, portato in Italia da Preziosi, che aveva già iniziato una serie di aperture in città, a proprio marchio. Cosa muove questi importanti investimenti, da parte di specializzati e non, che portano all’apertura di negozi di giocattoli da sogno nei centri città, proprio come una volta? È interessante notare come la pandemia abbia cambiato le sorti di alcuni segmenti del retail, tra cui il giocattolo, con un grande effetto di accelerazione. Non solo per il picco di vendite registrato nel 2020, ma per il desiderio di interazione ed esperienza che ha seminato e che ora fiorisce. Lo dicono i numeri: ci piace comprare giochi in un negozio dove sia fisicamente possibile interagire, divertirsi, provare e scoprire. Vogliamo riguardare i giochi con occhi sognanti, di persona, pur con tutte le evoluzioni tecnologiche: la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale e gli STEM toys, giochi didattico-esperienziali per lo sviluppo cognitivo, che segneranno il futuro del settore.

Allora, il pellegrinaggio preferito era verso i grandi negozi di giocattoli, quelli più nostrani facenti capo a grandi gruppi come Giochi Preziosi o Prénatal e quelli esteri che hanno provato, senza molta fortuna, a conquistare il mercato italiano, come Toys ‘R’ Us. Molteplici le vicissitudini dal ’97 in poi, spesso legate a curiosi intrecci di quote e investimenti tra i nostri principali attori. Le medie superfici dei distributori/produttori non erano rifornite sempre di ciò che i bimbi desideravano, bensì delle referenze che l’industria doveva smaltire e quindi finivano per risultare poco attrattivi. Il gioco unito alla puericoltura trovava un limite di età, lasciando indietro vendite più adolescenziali, con margini migliori. TRU poi è fallito del tutto, per questioni gestionali e ora rinasce con i fondi di WHP. Infine, il successo delle vendite online di giocattoli.

L’Italia resta il quinto mercato per importanza, nella nostra parte di mondo: rispetto al 2019, il trend proietta una crescita media del settore pari al 2,77%, entro il 2025. Ci auguriamo solo che, data l’attitudine bulimica che contraddistingue il nostro commercio, non si aprano negozi di giochi senza una visione meta-channel o un definito piano strategico, con il rischio di saturare questo mercato, che ha già visto questo film: la nostra Toy story, appunto.

pag. 8 | retail&food | Ottobre 2023
di Monica Cannalire Fonte Aritzon

Reserved (LPP) debutta a Milano, in arrivo altre opening del gruppo polacco nel Nord Italia

Reserved, marchio di abbigliamento del Gruppo polacco LPP, ha inaugurato il suo primo negozio in Italia in Corso Vittorio Emanuele II. Oltre allo store in centro, è prevista anche l’apertura di un negozio al centro commerciale Merlata Bloom (di 1.850 mq) e in Corso Buenos Aires, sempre a Milano. In arrivo punti vendita anche in altre “città del Nord Italia, dove oltre a Reserved verranno allestiti i primi negozi del brand Mohito. “In seguito al reindirizzamento delle attività commerciali di LPP dai mercati orientali a quelli sud-occidentali e al successo del debutto del nostro marchio più giovane Sinsay in Italia, abbiamo deciso di inaugurare altri punti vendita in questo Paese. Ci stiamo concentrando sull’ulteriore espansione dei nostri spazi commerciali in luoghi ad alto potenziale di vendita”, ha detto Przemysław Lutkiewicz, Vice President of the Management Board di LPP che ha aggiunto: “Quest’anno prevediamo di aprire un totale di 400 nuovi negozi in Polonia e all’estero”.

Plein Sport apre a Oriocenter

Il marchio Philipp Plein apre il primo punto vendita monomarca Plein Sport al centro commerciale Oriocenter (Bergamo). Lo store ha una superficie di 120 mq. Con questo debutto, lo stilista tedesco rilancia il marchio sportivo posizionando il brand, nato nel 2016, in un segmento di fascia più alta.

Magazzini Gabrielli chiude le acquisizioni Coop

Si è concluso il programma di acquisizione da parte di Magazzini Gabrielli SpA dei 54 punti vendita della catena Distribuzione Roma (Coop Alleanza 3.0): gli ultimi due sono quelli di Zagarolo e Rignano Flaminio. Le acquisizioni prevedono il passaggio dei punti vendita al marchio Tigre

Centro Lungo Savio, avviato il restyling

Hanno riaperto al pubblico, con i locali totalmente rinnovati, i primi 4 punti vendita del centro commerciale Lungo Savio di Cesena (IGD SiiQ). Si tratta del primo step dell’intervento che IGD ha in programma e che prevede anche il restyling totale del centro, tra spazi interni e facciate.

Cigierre apre il primo Smashie

Il Gruppo Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione, ha annunciato l’apertura del primo locale a marchio Smashie, specializzato in “smashed burger” e american food. Il ristorante si trova al Centro Sicilia (Catania). Il brand è già presente in formato “dark kitchen” in undici città del Centro e Nord Italia.

Torna il Salone del Franchising Milano, con il patrocinio del CNCC

Torna a Milano il Salone Franchising. L’evento dedicato al mondo del Franchising e del Retail si terrà dal 19 al 21 ottobre 2023 all’Allianz-MiCo. L’appuntamento offrirà una visione a 360 gradi sul mondo dell’affiliazione commerciale, ma anche sulle nuove forme ibride che arricchiscono il panorama del settore. Il Salone, giunto alla 36esima edizione, vede la partecipazione di oltre 100 insegne e più di 30 speaker che saliranno sul main stage e terranno diversi workshop. L’evento è patrocinato da Assofranchising, Confimprese e Federfranchising, le tre associazioni che rappresentano il settore, CNCC - Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e UBRI, l’Unione Brand della Ristorazione Italiana. Salone Franchising Milano gode anche del patrocinio di Regione Lombardia e vede anche retail&food tra i media partner dell’evento.

Alice Pizza sbarca a Hong Kong

Alice Pizza ha aperto il primo locale a Hong Kong in Queen’s Road East, nel quartiere di Wan Chai. Il debutto in Asia è in partnership con Bluebell Group, distributore di numerosi marchi in Oriente e con un portafoglio food in espansione, tra cui anche Venchi.

Myke Burger sale a quota tre

L’insegna Myke Burger inaugura due nuovi locali al centro commerciale Le Due Torri di Stezzano (BG) e al Centro Sarca di Sesto San Giovanni alle porte di Milano. Il brand era già presente da qualche anno al centro Campo dei Fiori di Gavirate in provincia di Varese.

NEWS pag. 9 | retail&food | Ottobre 2023
BREVE
IN

La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Nell’ambito delle operazioni di sviluppo della rete retail, è alquanto comune che gli operatori identifichino la location perfetta per un nuovo esercizio commerciale. Ma cosa fare se tale posizione è occupata da un altro operatore? È prassi che l’operatore entrante offra una somma al retailer uscente, quale corrispettivo per il consenso di quest’ultimo a lasciare la location, così che questa possa tornare disponibile: tale somma viene comunemente definita “key money”. Come può facilmente intuirsi, però, c’è una terza parte coinvolta, vale a dire il proprietario dell’immobile, che – la maggior parte delle volte – dovrà acconsentire o alla cessione del contratto in essere, o alla cessazione del predetto contratto e alla sottoscrizione di un nuovo contratto con il retailer entrante. Si consideri inoltre che il coinvolgimento del locatore può essere necessario anche nel caso in cui si intenda cedere la posizione giuridica tramite cessione di ramo d’azienda. Da un lato, infatti, il locatore potrebbe opporsi a tale cessione ai sensi dell’art. 36 della Legge n. 392/1978. Dall’altro lato, il locatore potrebbe utilizzare strumentalmente altre clausole contrattuali, così da prendere in mano la situazione: ad esempio, qualora il contratto preveda la necessità di autorizzazione del locatore per lo svolgimento di lavori, questi potrebbe negare il suo consenso fino a che il conduttore entrante non accetti un adeguamento di canone. Vediamo dunque quali sono i principali aspetti pratici e giuridici, con riferimento particolare ai casi in cui – ai fini della sostituzione del conduttore – sia necessario direttamente o indirettamente il consenso del proprietario dei locali.

L’accordo di key money è quindi quel contratto con il quale il conduttore entrante ed il conduttore uscente regolano termini, condizioni e tempistiche, secondo cui il primo corrisponderà al secondo il key money stesso. Un primo aspetto importante è la regolamentazione di meccanismi di aggiustamento della somma concordata, considerato che è molto probabile che il proprietario – prima di concedere la propria autorizzazione – approfitti della situazione per rinegoziare il canone in aumento. È quindi importante per il retailer entrante prevedere dei meccanismi di riduzione automatica del key money, proporzionalmente all’aumento di canone richiesto dal locatore. Non è raro che tali meccanismi scattino solo al superamento di una determinata soglia. Il retailer entrante e quello uscente, quindi, concordano solitamente una soglia di tolleranza, in modo tale che non tutte le richieste in aumento del locatore

determino una riduzione del key money, ma solo quelle che – superando la soglia – vengono ritenute sostanziali dalle parti.

Un altro aspetto degno di nota è legato alle tempistiche. Come ovvio, il retailer uscente avrà tutto l’interesse a percepire la somma il prima possibile, idealmente alla sottoscrizione dell’accordo di key money. Per contro, il retailer entrante preferirà corrispondere la somma solo una volta che abbia effettivamente acquisito la disponibilità dei locali.

Sotto quest’ultimo punto di vista, le parti optano spesso per un compromesso, prevedendo che la somma venga rateizzata. Possiamo individuare in astratto alcuni momenti essenziali nell’intera operazione, che – per così dire – si prestano a fungere da scadenze per le singole rate. Tali momenti sono: a) la sottoscrizione dell’accordo di key money; b) la riconsegna dei locali da parte del conduttore uscente al locatore; c) la sottoscrizione del nuovo contratto di locazione da parte del conduttore entrante; d) la consegna dei locali al conduttore entrante. Come già accennato, la principale criticità deriva dalla necessità dell’assenso del locatore, non sempre coinvolto all’inizio. Per questo occorrono alcune cautele. Da un lato, il conduttore entrante ha l’esigenza di corrispondere il key money solo con la certezza di aver acquisito il diritto ad occupare i locali, meglio ancora se avendone acquisito la materiale disponibilità. Ad esempio, sarebbe un errore per il conduttore entrante corrispondere il key money soltanto a fronte della cessazione del contratto tra il conduttore uscente ed il locatore, considerato che – qualora poi non si trovi un accordo con il locatore sul nuovo contratto – il conduttore entrante potrebbe non acquisire i locali nonostante il pagamento del key money.

Dall’altro lato, il conduttore uscente ha l’esigenza di liberare i locali solo se e quando abbia la certezza di ricevere il key money o, meglio ancora, il conduttore entrante glielo abbia già corrisposto. In caso contrario, infatti, il conduttore uscente potrebbe trovarsi ad aver chiuso un proprio esercizio commerciale, senza però ricevere la corrispondente remunerazione. In conclusione, tali contrastanti esigenze potranno essere conciliate solo a fronte di un accordo di key money ben strutturato e ben scritto, che tenga in debita considerazione le varie eventualità e che predetermini in modo dettagliato le conseguenze per le parti in ogni specifico caso.

pag. 10 | retail&food | Ottobre 2023
Avv. Lorenzo
L’acquisizione di spazi già occupati: profili giuridici e operativi degli accordi di key money

Riapre Bershka in Corso Vittorio Emanuele a Milano, lo store è super tecnologico

Il flagship store di Bershka (Inditex), in Corso Vittorio Emanuele a Milano, riapre e cambia look. Il nuovo punto vendita è disposto su tre piani e ha una superficie di 1.872 metri quadrati, con diversi punti di accesso. Il concept e il progetto di ristrutturazione del negozio sono di Ellen van Loon e Giulio Margheri, dello studio di architettura Oma. “Lo shopping diventa un’attività sempre più diversificata. Lo spazio di vendita è stato ridefinito intorno ai servizi piuttosto che ai prodotti, collocandoli al centro del negozio come su un’isola, con una forte identità visiva”, si legge in una nota. La fitting lounge è la grande novità del negozio, con camerini collettivi in cui i clienti possono provare i capi in gruppo, sistema di riconoscimento dei capi con la tecnologia Rfid e touch screen per la richiesta delle taglie. I camerini possono essere prenotati anche tramite email.

Torna il Mapic Cannes, il discorso di apertura affidato alle Ceo di Cenomi Centers, Ece e Ingka Centres

Il Mapic Cannes scalda i motori in vista dell’edizione 2023 che partirà il 28 novembre al Palais des Festivals. Il tema centrale di quest’anno sarà “The Age of Responsible Growth: Committing to a better future” – “L’era della crescita responsabile: Impegnarsi per un futuro migliore”. Il discorso di apertura del salone - principale incontro internazionale delle comunità immobiliari del settore retail, leisure, food e tech - è stato affidato a tre CEO d’eccezione: Alison Rehill-Erguen (Cenomi Centers), Joanna Fischer (ECE Marketplaces GmbH & Co KG) e Cindy Andersen, Managing Director di Ingka Centers, esprimeranno il loro punto di vista sull’argomento, moderati da Chris Igwe. Le tre dirigenti, al centro di alcuni dei progetti immobiliari commerciali più innovativi e sostenibili nel panorama internazionale, rifletteranno su quale cammino intraprendere per costruire questo futuro più responsabile.

Soluzioni di stampa ed etichettatura per l’industria alimentare

NEWS /// www.tscprinters.com

Il brand beauty Kiko (Percassi) torna ad espandersi in Italia con un nuovo store al centro commerciale Porte dello Jonio (Taranto). L’azienda ha annunciato anche che la società Younicorn, retail-real estate advisory di Monica Cannalire, si occuperà in esclusiva di tenant representation per il marchio di make up, affiancando Cecilia Ratini (Real Estate Manager Italia), Tobias Karlsson (Global Real Estate Director) nella gestione del portafoglio italiano. Kiko Milano ha chiuso un 2022 con ricavi netti per 671 milioni di euro, in crescita del 42% rispetto al 2021 e del 14% sul 2019. Nel mercato europeo il brand è cresciuto del 46% sulla spinta di Francia (+58%), Spagna (+50%) e Italia (+40%), con il Regno Unito che ha registrato la crescita più importante (+60%). “Entro la fine del 2023 apriremo altri 120 store, arrivando a oltre 1.100 negozi dislocati in 75 Paesi”, ha annunciato il CEO Simone Dominici.

LA PIGIONE

Slalomeggio tra le cacche dei cani e dei piccioni sui marciapiedi di Milano ed arrivo già nervoso e suscettibile alla plancia di comando. Per i primi clienti è sempre dura. Sono quelli che tratto peggio, perché detesto che siano li ad aspettarmi, mi fa sentire imprigionato.

Lo so, non dovrei. Non riesco, sembrano bearsi però di questo trattamento speciale al contrario. Io non ci tornerei in un posto così… e invece sembra il giorno della marmotta (“Ricomincio da capo” con Bill Murray, 1993).

Ma quando entra il padrone del negozio si scatena la belva, che sopisco giornalmente per campare in serenità in mezzo alle genti. Non ha colpe gravi, a parte quella di essere schifosamente taccagno e quella di venire a “riscoter la pigione” dal 1990, toscano, tenta di imbonirmi con una proposta alcolica da consumare al bar a fianco.

Meno lo vedo meglio sto, rifiuto sempre. Inveisco contro i padroni e chiunque li legittima a taglieggiare i commercianti, soprattutto in periodo di crisi con gli affitti che non calano mai e crescono sempre, e i fatturati che non crescono mai e calano sempre.

Ha aperto al pubblico il flagship store di Douglas in via Torino 36. Si tratta del negozio numero 371 della catena di profumerie. Il punto vendita (600mq) si sviluppa su due livelli, di cui il primo piano interamente dedicato ai servizi. Al primo piano si trova, invece, una Beauty Lounge. Lo store di Via Torino è il settimo a Milano e il trentaquattresimo nella provincia lombarda. La catena ha inaugurato da pochi mesi un punto vendita nel nuovo “urban district” torinese ToDream e alle Officine Storiche di Livorno (Porta a Mare). Con queste ultime aperture, il marchio prosegue il piano di aperture, privilegiando high street, centri commerciali di ultima generazione e location importanti come la Stazione Termini a Roma.

Il concetto che per lavorare nel commercio si debba riconoscere il 30% di ciò che si guadagna a qualcuno che ha avuto solo la fortuna di vivere un periodo della storia infinitamente più favorevole del mio è ingiusto, oltraggioso e paradossalmente demotivante per l’evoluzione umana.

L’unopercento degli umani detiene il novantapercento delle ricchezze.

È ora che si dia vita ad una nuova “guerra santa dei pezzenti” soft e ovviamente gandhiana.

pag. 12 | retail&food | Ottobre 2023 Dal Tabaccaio 2030 Milano centro
Kiko torna a espandersi in Italia, apre a Taranto e sceglie Younicorn come “tenant representative”
Douglas festeggia il settimo store a Milano, il retailer beauty scommette sulle “top location”

La spesa destinata al non-food è ripartita, superando il giro d’affari del pre-pandemia: nel 2022 ha generato oltre 109 miliardi di euro, con una crescita annua di +4,3% che arriva a +6,0% sul medio periodo (2018-2022). L’inflazione, però, contiene i consumi e rallenta la ripresa. A rilevarlo è l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy. Nel medio periodo (2018-2022) si è registrato un aumento a valore pari a +6,0%. I retailer hanno ricominciato a investire sia in nuove aperture sia in restyling dei negozi esistenti (ma anche nella razionalizzazione della rete vendita), mentre i clienti hanno ripreso a frequentare i negozi fisici e hanno rallentato la corsa all’eCommerce, che aveva caratterizzato gli ultimi tre anni. È rimasto stabile il numero dei punti vendita del commercio urbano centrale e dei centri commerciali, mentre è aumentato il numero delle attività presenti nelle aree periferiche (+4,6%) e dei factory outlet (+10,4%).

Glovo nomina un nuovo general manager e aumenta gli investimenti in Italia

Glovo nomina Joaquín Vázquez nuovo General Manager in Italia. L’inserimento è funzionale al rafforzamento e all’accelerazione del piano di sviluppo della piattaforma in Italia, dove la crescita si è recentemente consolidata con l’ingresso all’interno del gruppo Delivery Hero. Il gruppo intende continuare con la propria strategia di investimenti in Italia, dove nel 2022 ha investito oltre 150 milioni di euro e ha chiuso l’anno con una crescita a doppia cifra (+36%). “In Europa stiamo implementando con successo la nostra strategia per diventare leader in ogni mercato in cui operiamo”, ha detto Joaquín Vázquez. “In alcuni mercati”, continua Vázquez “siamo al secondo posto, ma ci stiamo sviluppando di gran lunga più velocemente di tutti i player sul mercato e siamo fiduciosi di poter raggiungere una posizione di leadership. Glovo aumenterà gli investimenti in Italia puntando a rendere il servizio disponibile al maggior numero di utenti. Vogliamo diversificare ulteriormente i prodotti disponibili sull’app anche in Italia, pensare fuori dagli schemi e realizzare così la nostra visione: dare a tutti l’accesso a qualsiasi cosa nelle loro città”.

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Da oltre vent’anni offriamo il nostro servizio ai migliori top player del mondo della ristorazione, supportandoli in ogni ambito, con affiancamento continuo e formazione on site, con lo scopo di rafforzare un patto di fiducia e contribuire alla loro crescita come Business Partner.

NEWS
PADOVA | MILANO | CORTINA D’AMPEZZO | BOLOGNA
“ ”
Il non-food riparte e supera il pre-pandemia (+6%)

Dispensa Emilia, nuovo tassello in Veneto

Dispensa Emilia ha inaugurato un nuovo ristorante all’interno del centro commerciale Valecenter di Marcon, in provincia di Venezia. È il secondo, in Veneto, dopo quello veronese del centro commerciale Adigeo. Per il brand modenese è il 37esimo punto vendita in Italia. Aperto tutti i giorni dalle 11 alle 21, il locale offre più di 100 posti a sedere tra interno ed esterno e crea venti nuovi posti di lavoro. Anche questo ristorante funziona con il sistema caratteristico di Dispensa Emilia, ossia l’ordinazione in cassa, prima di sedersi, oppure direttamente dal tavolo tramite app. “Siamo entusiasti di aprire il nostro secondo locale in Veneto, una regione nella quale vogliamo incrementare la nostra presenza” ha affermato Alessandro Medi, amministratore delegato di Dispensa Emilia. “Siamo convinti che Valecenter sarà una location ideale per portare anche agli abitanti dell’area metropolitana di Venezia la tradizione del gusto e dell’accoglienza emiliana”.

Hamlyes debutta in corso Vittorio Emanuele

Hamleys arriva In Italia e sceglie le vetrine di corso Vittorio Emanuele a Milano per il suo debutto. L’apertura è in partnership – attraverso un accordo di franchising – con Giochi Preziosi, che ha acquisito l’esclusiva per lo sviluppo della rete in Italia. La prossima tappa dovrebbe essere Roma. Il flagship store di Milano ha una superficie di 1.330 metri quadrati e si estende su due livelli. Il progetto di interior design e grafica è stato realizzato da Lombardini22. “Giochi Preziosi è estremamente soddisfatta della conclusione dell’accordo di franchising esclusivo con lo storico marchio Hamleys e non vede l’ora di lanciare i primi due negozi a Milano e a Roma e di proseguire il piano di sviluppo del retail sul mercato italiano nei prossimi anni”, ha dichiarato in una nota Enrico Preziosi, fondatore di Giochi Preziosi.

Prénatal arriva all’ArcipelaGò di Palermo

Prénatal, insegna di PRG Retail Group, apre un nuovo punto vendita all’interno dello shopping center ArcipelaGò! a Carini (Palermo), zona strategica sia per catturare il bacino sia delle località costiere sia di quelle interne. Il locale, da 460 mq di superficie, propone la consueta gamma di prodotti che vanno dal bambino 0-10 anni, neomamme, giochi e puericultura. E inoltre, i servizi quali “la lista nascita”, “l’info point”, “il personal shopper” e il “click and collect”. “Con questa nuova apertura salgono a 18 i punti vendita in Sicilia. Una presenza che sostanzia e rafforza il percorso verso quel welfare di prossimità che da 60 anni contraddistingue Prénatal con l’obiettivo di raggiungere le famiglie in ogni località e sostenerle quotidianamente” ha dichiarato Alberto Rivolta, Ceo di Prénatal. La nuova sede è aperta 7 giorni su 7 con orario continuato.

Crazy Pizza con la formula temporary al Salone Nautico di Genova

Crazy Pizza, il più giovane tra i brand di proprietà del gruppo Majestas (guidato dagli imprenditori Flavio Briatore e Francesco Costa) ha fatto parte dei servizi di ristorazione dell’ultimo Salone Nautico Internazionale di Genova, con la formula “temporary”. Il popup Crazy Pizza, con circa 130 coperti, ha mantenuto il concept elegante che contraddistingue tutte le location del brand, con ampie vetrate e un dehors panoramico sull’area espositiva del salone. Inoltre, il marchio ha abbinato l’intrattenimento all’esperienza gastronomica, attraverso il suo Spinning Pizza Show, spettacolo che prevede il passaggio tra i tavoli dei pizzaioli acrobatici. Crazy Pizza, intanto, sta investendo nello sviluppo estero e sempre in estate ha inaugurato un ristorante a Kuwait City. Dal giugno del 2022 il marchio è guidato dall’amministratore delegato Alessandro Lazzaroni, che in precedenza era al timone di Burger King Italia.

NEWS | Opening pag. 14 | retail&food | Ottobre 2023

Pizzium e Crocca, altro bis di aperture

Avanzano ancora le aperture del polo Pizzium, fondato da Stefano Saturnino e Giovanni Arbellini. In estate, il marchio principle Pizzium ha esordito a Trento, con un ristorante in città capace di 81 coperti all’interno, più una ventina nel dehor esterno. Anche a Trento è disponibile il servizio di prenotazione telefonica e ritiro oppure il delivery, tramite Glovo. Sempre al Nord, invece, è arrivata la seconda apertura a Milano di Crocca, il brand specializzato nella pizza croccante e poco lievitata, a differenza di quella napoletana con il cornicione alto che caratterizza Pizzium. Il nuovo locale è in città, tra la stazione Centrale la zona di corso Buenos Aires. Ora sono sei i ristoranti Crocca in Italia, mentre Pizzium taglia il traguardo dei 45.

Il centro La Torre, in Sicilia, accoglie una nuova Mondadori

Mondadori ha aperto una nuova libreria presso il centro commerciale La Torre a Palermo. La libreria si estende su una superficie di 110 metri quadrati, distribuiti su un unico piano. “Dopo il restyling della Libreria Mondadori, aperta da oltre dieci anni, presso il centro commerciale Forum, la nascita di quella al Sanlorenzo Mercato e di altri due punti vendita in via Roma e presso il Centro Commerciale Palermo Nuova Città, insieme al mio socio Maurizio Iacona, consapevoli dell’importanza di avere nuovi presidi culturali sul territorio, e in linea con gli obiettivi di Mondadori Store, abbiamo scommesso su una nuova libreria all’interno del La Torre” ha commentato Giuseppe Flaccovio, affiliato alla rete Mondadori Store. Il nuovo Mondadori Bookstore offre una selezione di circa 10.000 di titoli, dai grandi classici alla fiction, senza dimenticare i giovani lettori con il format We are Junior. Ad ampliare l’offerta dello store è presente anche un’area dedicata alla cartoleria insieme a gift box, gift card e una selezione di eReader.

Bruno Euronics, a Lecco il secondo store lombardo

Euronics-Bruno ha inaugurato a Lecco il suo 36esimo negozio, il secondo in Lombardia dopo quello di Mantova. Lo store si trova all’interno del centro La Meridiana, particolare edificio polifunzionale, disegnato da Renzo Piano e posto nel centro città, che ospita anche un centro commerciale con una galleria Bennet. Il negozio, che richiama il layout più moderno di Euronics, si estende su circa 1.700 metri quadrati e ha all’attivo uno staff di 30 addetti. Rispetto ai prodotti, da segnalare un corner dedicato ai pannelli fotovoltaici plug&play pronti all’uso. Oltre al consueto servizio di “pick and pay” per il ritiro degli ordini on line, c’è anche un’area per riparazione e settaggio degli strumenti digitali, mentre gli abitanti potranno finalizzare gli ordini e ricevere assistenza anche per mezzo di un numero WhatsApp.

EatHappy insieme a Bennet in provincia di Como

EatHappy Group, multinazionale attiva nella produzione di sushi, ha inaugurato un nuovo punto vendita a marchio Eat Happy all’interno del supermercato Bennet di Montano Lucino (Como). L’apertura del corner di 9 metri quadri ha previsto l’assunzione di tre collaboratori, uno Shop Manager e due Sushi Chef. Si tratta del quarto punto vendita della provincia comasca e il quinto in Italia all’interno dei supermercati Bennet. Questo è un ulteriore tassello del piano di crescita del marchio nel territorio lombardo, dove sono previste numerose altre aperture per tutto il 2024, che si aggiungeranno ai 25 corner a marchio Eat Happy e oltre 200 punti vendita a marchio Wakame già presenti nella regione. “Da quando il nostro gruppo è arrivato in Italia, circa quattro anni fa, siamo cresciuti rapidamente arrivando a essere fra le realtà leader del settore e occupiamo oggi più di 350 persone in tutto il Paese” ha commentato Andrea Calistri, Ceo a Managing Director Italia, Francia e Olanda di EatHappy Group.

NEWS | Opening pag. 15 | retail&food | Ottobre 2023

Rom’antica, tris estivo di aperture in Lombardia e Piemonte

Rom’antica, il marchio di pizza romana al taglio di Vera Ristorazione (Finiper), ha proseguito con le aperture estive, concentrate tra Piemonte e Lombardia, e corre ormai verso il traguardo dei 50 punti vendita. Il primo agosto aveva inaugurato il negozio di corso Buenos Aires a Milano, arteria commerciale del capoluogo, che si aggiunge agli altri dieci punti vendita del milanese. Sempre nel mese di agosto Rom’antica è sbarcato a Monza, anche questa volta in centro città, in corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dall’Arengario, uno degli edifici storici. A settembre, invece, è stata la volta di Alessandria, in Piemonte, anche questa volta in pieno centro. Attualmente Rom’antica è presente in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche.

Bollicine&Co al Designer outlet di Noventa di Piave

Bollicine&Co ha aperto un nuovo punto vendita all’interno del Designer Outlet Noventa di Piave, che appartiene al portafoglio di McArthurGlen. Si tratta di un’apertura che replica quelle avvenute in altri outlet del gruppo, come il Designer Outlet francese di Paris-Giverny e il Designer Outlet di Serravalle. Bollicine&Co è un format nato in Italia, che mescola l’offerta dei migliori champagne mondiali, a un menù gastronomico che richiama i sapori dell’Emilia Romagna. Il marchio, presente anche in Germania, fa parte del gruppo emiliano Taglierè fondato e gestito dagli imprenditori Simone Ferrari e Dario Donelli. Il gruppo si occupa di hospitality a 360 gradi e comprende, oltre a Bollicine&Co, il ristorante “A Palazzo” di Reggio Emilia, il ristorante “La Limonaia”, dentro il Relais Roncolo 1888 sui colli emiliani, e il ristorante il Borghetto.

Nuovo negozio New Yorker nella bergamasca

Il retailer di abbigliamento tedesco New Yorker ha aperto un nuovo negozio all’interno dell’Antegnate Shopping Center, centro commerciale dell’omonima cittadina in provincia di Bergamo. Si tratta di uno store da 1.500 metri quadrati. New Yorker, con sede a Braunschweig in Germania, è uno dei retailer più diffusi nel mondo, con oltre 1.200 negozi sparsi in quasi cinquanta Paesi. In Italia è presente finora con una quindicina di negozi, al Nord e al Sud, compresa la Sicilia, Roma e Napoli, ed è attivo con il servizio eCommerce tramite il sito internet. Ancora oggi il gruppo è guidato dall’imprenditore tedesco Friedrich Knapp, che faceva parte della compagine dei fondatori già dagli anni ’70. L’ingresso sul mercato italiano risale al 2009.

Pam porta a Verona il formato “local”

Pam Panorama festeggia l’apertura dei suoi primi due punti vendita Pam local a Verona, il primo a due passi dall’Arena, il secondo in un quartiere residenziale. Pam local è un formato di prossimità aperto sette giorni su sette, fino alle 22, che comprende anche una sezione “food to go” con piatti da asporto, anche mono porzione. In entrambi i negozi è attivo il servizio di spesa a domicilio e sono a disposizione dei clienti i principali circuiti di pagamento digitali come Apple Pay, Satispay, Postepay, Bancomat Pay. Pam Panorama opera nel settore della Gdo con le insegne Pam, Panorama, Pam local e Pam City (tutti all’interno del gruppo Pam), con una rete di oltre 600 punti vendita tra diretti, in franchising e in master franchising. Del gruppo fa parte anche l’insegna di discount iN’s.

NEWS | Opening pag. 16 | retail&food | Ottobre 2023

PERCASSI RETAIL ALZA L’ASTICELLA E PUNTA AI 500 MILIONI DI RICAVI

Il turismo straniero fa bene alle vendite, che corrono nonostante l’inflazione. Bene il travel e si conferma la strategia sui centri commerciali: solo top di gamma. L’occhio è già al periodo natalizio: “Le famiglie saranno caute. Ma i conti terranno” ragiona Matteo Morandi, amministratore delegato della società di Adriano Lovera

Se c’è una grande realtà italiana capace di percepire ogni giorno il termometro dei consumi, in virtù della sua imponente rete di negozi, questa è Percassi Retail La società, parte della più ampio gruppo Percassi, gestisce in Italia marchi come Armani Exchange, Bath&Body Works, Garmin, Gucci, Jordan, Lego, Nike, Saint Laurent, Starbucks, Victoria’s Secret, All’Antico Vinaio. E non smette di aggiungerne in portafoglio. Moda e lingerie, lusso e cosmetica, un panorama che abbraccia tutti i settori. Chiuso il 2022 intorno ai 350 milioni di giro d’affari, la società punta ormai dichiaratamente al mezzo miliardo di euro, anche grazie alle attività all’estero, che ormai coprono quasi il 50% delle vendite. Al timone dell’azienda, dal 2016, c’è Matteo Morandi, manager di lunga esperienza in Montblanc Swatch, Oregon Scientific, Morellato, con alle spalle anche diversi anni di insegnamento alla SDA Bocconi. Lo incontriamo a settembre,

di ritorno da un’estate fatta di viaggi in America e in Europa. Ma non per vacanza. “Quest’anno solo lavoro. I progetti in campo sono tanti e tutti promettenti” racconta Morandi in questa intervista, in cui ragiona sullo stato del retail italiano, sui consumi e naturalmente sui piani di crescita dell’azienda.

Iniziamo da una panoramica sui primi otto mesi dell’anno di Percassi Retail. Come sono andate le vendite?

Abbiamo chiuso una semestrale ottima. E in estate la performance è proseguita sulla stessa linea. Copriamo un ampio range di prodotti, e l’andamento positivo ha caratterizzato un po’ tutti i marchi. Faticherei a sceglierne alcuni rispetto ad altri. Certo, la nostra forza è quella di sviluppare “megabrand”, quindi marchi di riconosciuto valore. Ma significa anche che stiamo lavorando bene.

Quanto hanno influito i flussi turistici?

Molto. E per fortuna non si limitano al picco estivo, ma grazie all’appeal dell’Italia rimangono consistenti per tutto l’anno. Non dimentichiamo che al mercato del retail mancano ancora compo-

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PAROLA DI | Matteo Morandi
Matteo Morandi, amministratore delegato di Percassi Retail

nenti vitali come russi e ucraini, cinesi, che si muovono ancora poco, ed è venuta meno una quota di clientela del Medio Oriente, che in questo momento è focalizzata su altri Paesi. Nonostante questo, specialmente per la presenza di Nord europei e americani, i flussi internazionali nei nostri negozi sono determinanti.

Città, travel, centri commerciali. Rispetto ai vari canali, com’è l’andamento?

La crescita è uniforme su tutti i canali, ma qualche considerazione si può delineare. Rispetto alle città, nella nostra rete di negozi vanno bene sia le “classiche”, come Milano, Roma, Venezia o Firenze, sia quelle medie, potrei citare Bari, così come gli hinterland in cui abbiamo scelto di investire. Il travel retail ha registrato davvero una crescita esponenziale, quindi non smettiamo di valutare opportunità in aeroporti e stazioni. Mentre sui centri commerciali i numeri mostrano la bontà della nostra strategia, ossia quella di concentrarci su una fascia di mall “premium”, diciamo i 10-15 migliori d’Italia. Nei quali le performance sono ottime.

Il benchmark di mercato, per valutare l’andamento del business, è ancora il 2019?

Fino all’anno scorso, sì. Il 2020 e 2021 sono stati così complicati da leggere, che per forza di cose il termine di paragone rimaneva il 2019. E su questo, già l’anno scorso lo avevamo battuto e il 2023 sta andando ancora meglio. Nel frattempo il nostro perimetro si è allargato così tanto, sia in Italia sia all’estero, che il confronto con il pre-Covid inizia a perdere di importanza.

CANALI DI VENDITA

Ottime performance dei centri città, exploit del travel, mentre si punta solo sui mall a cinque stelle

Il pre Covid, però, viene letto sovente come spartiacque rispetto alle abitudini di acquisto dei consumatori. Davvero è cambiato tutto dalla pandemia?

Questo è vero, ma su alcuni concetti si è data troppa enfasi e, va detto, in tanti ci siamo sbagliati. Basti accennare alla centralità del digitale. Dopo tante previsioni sull’eCommerce, che avrebbe sbaragliato il commercio fisico senza possibilità di ritorno, oggi invece vediamo quanta importanza rivesta ancora il negozio. La clientela cerca l’esperienza in store, vuole toccare il prodotto con mano.

È la famosa “omnicanalità?

È una parola abusata ormai. Un conto sono gli annunci, altro è costruire una vera esperienza omnicanale, per la quale servono competenze, investimenti e una prospettiva di lungo periodo. Se penso a un brand come Nike, allora sì, ha davvero saputo integrare i vari sistemi di contatto con il cliente, dal sito alle app legate al running e al training, riesce ad accompagnare e coinvolgere l’utente in tanti luoghi, sia fisici, sia digitali. Altre volte omnicanalità è un messaggio buono per il marketing, ma con poca sostanza.

La congiuntura, però, parla ancora di inflazione alta, benzina alle stelle, tassi di interesse che frenano il credito alle famiglie. Questo non preoccupa?

Eccome. Monitoriamo tutto e poggiamo su una base statistica di dati imponente, visto che abbiamo un range di vendita molto variegato e per tutte le fasce sociali. Il potere d’acquisto del ceto medio è senz’altro intaccato. Le famiglie hanno appena affrontato il ri-

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Una delle aperture più suggestive di Starbucks in Italia, quella a due passi da Montecitorio, a Roma

torno a scuola dei ragazzi e, in effetti, ci aspettiamo un avvicinamento al Natale cauto. Ma, almeno per quanto ci riguarda, prevediamo comunque una buona tenuta nel periodo che va dal 15 novembre al 24 dicembre, che da sempre, per il commercio, rappresenta il vero snodo centrale dell’anno.

Andiamo al vostro network. Tanti brand, quindi tanti accordi commerciali. Come sono evoluti i rapporti?

L’attività di Percassi Retail si basa sull’affiliazione, non esiste la subaffiliazione. Tecnicamente, le tipologie principali di accordo restano tre: il franchising, il licensing e il contratto di compravendita merce. E su questo, la mia opinione personale è che dovrebbe esistere un prima e un post Covid. Con i partner più virtuosi abbiamo superato la pandemia trovando maggiore flessibilità quando serviva, grazie a rapporti consolidati nel tempo. Ma servirebbe davvero un’evoluzione del mercato che portasse a strutturare forme legali nuove, al di là delle emergenze contingenti.

Cioè?

Le basi commerciali del franchising e del licensing, nella sostanza, se ci pensate sono legate al mondo di 30 o 40 anni fa, quando non esisteva l’eCommerce. Ci sono tanti parametri che non rientrano nei rapporti tra brand e impresa e non parlo solo della voce dei ricavi, che può essere scissa tra fisso e variabile o che può prendere in considerazione la componente dei ricavi digitali.

Parliamo di espansione della rete. Quali brand saranno protagonisti, a livello di nuove aperture, tra fine anno e l’inizio del 2024?

Il peso dell’estero è sempre più determinante. Ora cattura il 45% dei ricavi specialmente da Francia e Spagna

Mi riferisco ad aspetti come la proprietà dei dati degli utenti, la Crm, ma anche aspetti non direttamente correlati ai clienti, come la formazione e la gestione del personale. Tutto questo dovrebbe trovare posto nei contratti. Noi, con alcuni marchi, stiamo provando a testare formule nuove. In verità, avevamo iniziato da gennaio del 2019.

Nel complesso, abbiamo aperto 35 nuovi negozi da inizio anno e una decina di opening verranno concretizzate nei prossimi due mesi. Potrei citare Nike, Victoria’s Secret, Lego e All’Antico Vinaio, sui quali abbiamo progetti importanti anche all’estero.

Quanto pesa l’estero, oggi, per Percassi Retail?

Rispetto ai volumi, ormai siamo vicini alla parità I ricavi dipendono al 55% dal mercato italiano e per il 45% dall’estero. Facciamo cento milioni solo tra Francia e Spagna. Il nostro perimetro ormai si è allargato e copre Spagna,

RICAVI
PROVENIENZA DEI
Gli arredi del punto vendita Starbucks nel centro di Firenze Il negozio Garmin di via Statuto a Milano, zona Moscova

Francia, Portogallo e Grecia. Questo ci pone in una posizione privilegiata, in qualità di potenziale partner per i brand mondiali che vogliano investire in Europa.

E ce ne sono tanti?

Tantissimi, riceviamo due o tre richieste al mese, di tutti i settori. Questo testimonia come il mercato europeo sia ancora strategico a livello mondiale, sia come qualità, sia come quantità.

E l’Italia? È più temuta, per la sua burocrazia, o desiderata dai brand mondiali?

L’Italia è ultra desiderata. E anzi, avendo viaggiato molto ultimamente, posso dire che il livello del nostro retail è unico al mondo e ce lo testimoniano i partner quando vengono in visita. È chiaro che, per investire qui, ci si scontra con una burocrazia impegnativa. Ma non è che in Grecia o in Francia sia così diverso. La nostra forza è anche questa, mantenere quanto più possibile l’uniformità di gestione, ma poi sapersi calare nello specifico di ciascuna Paese. Con le nostre filiali siamo vicini al consumatore locale, che sia quello greco o portoghese, parliamo la loro lingua. E quindi sappiamo accompagnare i brand in ogni nazione europea.

Passiamo in rassegna alcuni dei vostri brand. Cominciamo con Starbucks. Quando lo avete portato in Italia, per alcuni era fumo negli occhi. Il “caffettone” americano nella patria dell’espresso. Scommessa vinta?

Teniamo un profilo basso, siamo a metà di un percorso e parleremo di scommessa vinta quando lo avremo concluso. Entro fine anno saranno 37 gli Star-

bucks in Italia e arriveremo a settanta circa in tre anni, un ottimo risultato. Siamo riusciti a rappresentare il brand in Italia al massimo livello, siamo contenti noi e così la casa madre. Per quanto riguarda lo scontro tra “caffettone” o espresso, non è un paragone azzeccato. Non si entra da Starbucks per chiedere solo un caffè veloce al banco, ma per vivere un’esperienza che parte dalla colazione, raggiunge il pranzo e la merenda, e passa per un’offerta varia, che mescola alcuni dei must americani tipo il frappuccino, con i sapori di casa nostra. La clientela è variegata, dai giovanissimi ai sessantenni, e ci sta insegnando cambiamenti epocali nei gusti.

Quali?

Solo tre anni fa servivamo per il 90% bevande calde e per il 10% fredde. Adesso siamo già a 60 contro 40. E se prima dominava la dimensione “short”, ormai anche i bicchieri grandi sono richiestissimi. È un’evoluzione del gusto interessante, che non toglie nulla alla tradizione italiana dell’espresso o della moka di qualità.

Victoria’s Secret, il tempio della lingerie. È vero che quello italiano è un mercato privilegiato?

L’Italia è ultra desiderata. E anzi, avendo viaggiato molto ultimamente, posso dire che il livello del nostro retail è unico al mondo e ce lo testimoniano i partner quando vengono in visita. È chiaro che, per investire qui, ci si scontra con una burocrazia impegnativa.

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Tra i fiori all’occhiello della società c’è il negozio Jordan - World of Flight di via Torino a Milano, finora l’unico store al mondo del marchio Percassi Retail ha scelto per Victoria’s Secret alcune delle location più prestigiose delle città italiane. Questa è la Galleria San Federico, in centro a Torino

Ma non è che in Grecia o in Francia sia così diverso. La nostra forza è anche questa, mantenere quanto più possibile l’uniformità di gestione, ma poi sapersi calare nello specifico di ciascuna Paese. Con le nostre filiali siamo vicini al consumatore locale, che sia quello greco o portoghese, parliamo la loro lingua. E quindi sappiamo accompagnare i brand in ogni nazione europea.

ALL’ANTICO VINAIO

qualità della materia prima, che deve fare la differenza. Uno dei valori aggiunti del progetto è la visione comune del business, che prevede una regola aurea: ciascuno faccia bene il proprio mestiere. Anche quando hai il prodotto, esportare un concept food all’estero, in maniera organizzata, non è semplice. Ci proviamo e ci crediamo molto.

Da poco avete creato la joint venture, con il fondatore, per sviluppare All’Antico Vinaio. Qual è il suo ruolo nel vostro portafoglio?

All’Antico Vinaio non è uno sfizio e non la definirei neppure semplicemente una catena, ma un vero progetto strategico che poggia su uno dei migliori format al mondo di street food. L’obiettivo è l’espansione europea, apriremo in diverse capitali e stiamo collaborando con Tommaso Mazzanti per creare un’azienda sempre più di respiro internazionale. Ci piace il concetto di portare il cibo italiano all’estero e proprio per questo siamo maniacali sulla

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“Abbiamo un progetto serio e concreto per esportare all’estero un’eccellenza del nostro street food”
Uno dei servizi più apprezzati del negozio Jordan World of Flight è la possibilità di personalizzare i prodotti

Diciamo che raggiungere il mezzo miliardo di ricavi annui, ora, è un risultato alla portata. Rappresentando i brand al massimo. Mi piace dire che dobbiamo essere i migliori ambasciatori al mondo per le nostre aziende partner.

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food). Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri ( KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food) e in joint venture ( Mc2 Saint Barth nel fashion e All’Antico Vinaio nel food). Nel settore della ristorazione Percassi gestisce inoltre, in partnership con il Gruppo Cremonini , i brand Wagamama, Casa Maioli e Caio Antica Pizza Romana . Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale. La holding a capo di tutto

è Odissea

Nel 2022, ha registrato ricavi complessivi aggregati vicini a 1,3 miliardi di euro, con un incremento del 33% rispetto all’anno precedente (+50% considerando il perimetro di consolidamento). La redditività operativa complessiva supera il 17%. Nel dettaglio, KIKO Milano ha registrato ricavi per 671 milioni (+42% sul 2021 + 14% sul 2019) con un margine operativo lordo di 75 milioni (+30% sul 2019). La subholding Percassi Retail , come già segnalato nell’intervista, ha chiuso l’anno con circa 350 milioni di ricavi, mentre a livello di redditività, il segmento retail del gruppo è cresciuto di quasi il 60% rispetto al 2021, superando i 50 milioni di Ebitda. L’estero ha registrato una crescita del 107% sul 2021 e del 321% sul 2019, come ricavi netti. Di rilievo anche i risultati raggiunti dal settore sportivo con l’Atalanta , oggetto nel 2022 di un’importante partnership con un gruppo di investitori americani guidati da Stephen Pagliuca, co-proprietario dei Boston Celtics.

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In conclusione, qual è un target realistico per Percassi Retail, a livello di numeri?
PERCASSI: 1,3 MILIARDI DI RICAVI, DI CUI METÀ GRAZIE A KIKO

GROM: “LE GELATERIE SONO IL NOSTRO SPOT MIGLIORE”

Il marchio piemontese, oggi sotto l’ombrello di Unilever, torna a investire sulla rete dei negozi. “Siamo gli unici, tra i competitor, ad abbinare confezionato e prodotto artigianale dal vivo” racconta in quest’intervista la general manager, Sara Panza di Paola Oriunno

Dopo l’acquisizione da parte della multinazionale Unilever nel 2015, il gelato “come una volta” del brand nato in Piemonte nel 2003 sembrava destinato solo alla vendita nella GDO e al “direct to consumer”. Dopo alcune chiusure avvenute tra il 2019 e il 2020, compresa la sede storica di Torino, oggi Grom riparte con lo sviluppo retail e vede un ritorno dei consumatori nei punti vendita (+44%) e un fatturato in crescita (+33% sul 2022). Per la catena, dunque, le gelaterie rappresentano ancora un asset centrale. Anzi, sono qualcosa di più, come ci racconta Sara Panza, general manager del brand, in questa intervista.

Come è cambiato Grom in questi anni e in quale direzione va oggi il brand?

Abbiamo preso ancora più consapevolezza del modello di sviluppo del marchio, che prevede la presenza sia nella gelateria che nella GDO. I diversi canali convivono bene insieme perché hanno

un ruolo diverso. La gelateria è per noi “source of business” ma è anche un canale “media” di eccellenza: è come investire in una campagna TV. Entrare in un punto vendita Grom è un’esperienza ingaggiante: ci si guarda intorno e poi, nella maggior parte dei casi, si acquista. Quel tempo, nel quale il consumatore sperimenta il brand, per noi equivale a 4-5 minuti di uno spot di qualità elevata.

Le gelaterie, quindi, sono ancora centrali per il marchio. Dopo le chiusure del 2019-20, ricominciate ad aprire.

Il nostro network è come un organismo vivente, come una pianta. Tutti gli anni bisogna potare un ramo per farne crescere un altro. Da un anno all’altro cambia il flusso di traffico, ci sono dinamiche esogene che vanno riviste continuamente.

I consumatori tornano in gelateria: +44% di clienti nel 2022…

Siamo contenti della crescita. A livello globale, nel 2022 abbiamo registrato un +33% del fatturato. E in questo contesto le gelaterie hanno avuto un’ottima performance. Usciamo da un periodo molto particolare che ha scombussolato i flussi di movimento dei consumatori. Le persone hanno più voglia di uscire e questo ha inciso molto sui risultati.

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BRAND | Analisys
Sara Panza, General Manager di Grom

Prossime aperture?

Ci sono state 8 aperture nel 2022. Nel 2023, per festeggiare i 20 anni del brand (vedi box, n.d.r.) abbiamo inaugurato un nuovo punto vendita a Milano, in corso Garibaldi e abbiamo da poco aperto due locali a Roma. A fine anno saremo a Napoli, in Via Toledo. Sono 12 i punti vendita previsti per il 2023. Ci piace aprire sul finire dell’anno solare. Questo ci consente di rodare il locale e arrivare più preparati all’avvio della stagione. Questo, però, non sempre è possibile, anche per i tempi tecnici di approvazione, soprattutto quando siamo su high street.

Preferite aprire su strade o nei centri commerciali?

Per ragioni operative, aprire nei centri commerciali è più facile e più veloce. Di solito, lo facciamo nella prima parte dell’anno. Le date di aperture su strada, invece, sono più “mobili”. Il 30% della rete è nei centri commerciali e da pochi mesi siamo anche al ToDream a Torino.

E per quanto riguarda il travel?

Ci interessano di più le stazioni rispetto agli aeroporti. Siamo presenti in quelle di Roma e Firenze che hanno un buon volume di traffico. Tendiamo, invece, a escludere stazioni più piccole.

Espanderete la vostra rete anche all’estero?

Abbiamo ancora locali all’estero. Ma il focus principale in questo momento è l’Italia.

Qual è il valore aggiunto che Unilever ha portato in Grom e viceversa?

Quello tra Grom e Unilever è un matrimonio di interessi e di passione: Grom porta a Unilever un elemento di exper-

Lavorate con le maggiori piattaforme di delivery. C’è ancora voglia di venire in gelateria per una vaschetta da portare via oppure sono cambiate le abitudini e si preferisce ordinare da casa o comprare al super?

tise nel mondo del gelato artigianale. Mentre Unilever porta a Grom l’esperienza di una grande multinazionale capace di raggiungere un pubblico molto più ampio. Ma è anche un matrimonio di passione visto che io ho un background di 25 anni in Unilever. C’è, quindi, l’attaccamento alla maglia, diciamo così, e un’attenzione alle cose fatte per bene.

I rincari delle materie prime, come latte, zucchero, uova, quanto hanno inciso sui vostri costi?

I rincari hanno avuto un impatto anche su Grom. C’è un lavoro continuo sulle contrattazioni per migliorare e ottimizzare i costi. Il nostro è un prodotto di elevatissima qualità ma il costo del confezionato non è aumentato tanto quanto gli altri. Latte e uova sono una parte importante del prodotto e arrivano da fornitori italiani vicini al punto di produzione. Sicuramente il fatto di avere una filiera corta ci ha aiutato a contenere i costi.

Il mondo del gelato vive un momento di grande trasformazione e innovazione del prodotto (per esempio: biscotti e cioccolatini trasformati in gelato) e cresce il fuori casa. La trasversalità di Grom (Gdo, gelaterie) permette anche al brand di sperimentare nel prodotto e nell’offerta?

È bello che ci sia tanto dinamismo nel settore. Anche Grom guarda alle nuove modalità di consumo. Alcuni esperimenti sono stati fatti anche in passato nel mondo delle gelaterie e, più in particolare nei centri commerciali: avevamo introdotto un caffè con spalmabili al pistacchio o al gianduia e panna. Sicuramente continueremo a sperimentare e a innovare ancora il prodotto.

Il periodo del Covid ha sicuramente sdoganato l’idea del consumo e dell’acquisto online. Adesso ci stiamo assestando e trovando un equilibrio, la vera dimensione del mercato tra la voglia di uscire e la scoperta di questo modo di ordinare che continuerà a esistere. Ma va detto che quello della vaschetta ordinata da casa non è ancora un consumo importante.

Qual è la vostra unicità rispetto ai competitor?

Il modello di sviluppo di Grom prevede la presenza su tutti i canali. È questa la nostra l’unicità. Di fatto, in Italia e all’estero, non ci sono brand di gelaterie con questa doppia anima: gelateria da un lato e confezionato dall’altro.

In vista delle nuove aperture siete alla ricerca di personale, di “conisti”: quali sono le figure richieste? È prevista anche la formazione?

Nei nostri negozi abbiamo un percorso di formazione che insegna come raccontare, come vendere il prodotto, come presentarlo e come servirlo. Non si tratta solo di un gesto estetico: il nostro prodotto non contiene additivi ed emulsionanti, ha una consistenza particolare per cui per poterlo servire sul cono ha bisogno di essere “lavorato” e avere la consistenza giusta, più morbida, per essere servito sul cono. Adesso stiamo cominciando a riproporre l’assaggio, soprattutto in alcune location dove ci sono più turisti. Questo fa parte dell’esperienza di acquisto in gelateria. Un aspetto importante del consumo del gelato che in questi anni i clienti ricominciano a cercare sempre di più.

IGD “VARA” LE OFFICINE STORICHE DI PORTA A MARE

Un nuovo tassello si aggiunge al puzzle del waterfront multifunzionale di Porta a Mare, il grande progetto di riqualificazione che si estende su oltre dieci ettari, in corrispondenza dei moli che circondano la Nuova Darsena e il Molo Mediceo del porto antico di Livorno Giovedì 14 settembre sono state inaugurate le Officine Storiche, uno spazio retail e residenziale in pieno centro che occupa l’area dove sorgevano gli antichi cantieri navali della città e che ha visto un investimento di circa 50 milioni di euro. La riqualificazione di Porta a Mare è iniziata nel 2019 a opera di IGD Siiq. Ma il progetto è in ballo da oltre vent’anni: vincoli della Soprintendenza, burocrazia ed esigenze diverse tra pubblico e pri-

Zoia: “È necessaria più flessibilità progettuale”

“Aggiungiamo un nuovo tassello a questa riqualificazione e trasformazione urbana. Questo progetto nasce su impulso dell’amministrazione comunale assieme alla Azimut-Benetti, che ha i suoi cantieri di produzione in quest’area.

Il percorso è iniziato nel 2003 e IGD è subentrata nel 2007. Da allora abbiamo vinto parecchie sfide, ma ci sono ancora alcune ferite aperte”, dice Roberto Zoia, Direttore Patrimonio, Sviluppo e Gestione Rete di IGD SiiQ, nel corso dell’inaugu-

razione. Le “ferite” alle quali fa riferimento Zoia riguardano i nodi burocratici è i rallentamenti di enti, come la Soprintendenza, che rallentano ancora la riqualificazione. “Oggi siamo al 50% della rigenerazione. Credo che interventi di questo genere abbiano bisogno di mol-

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Dopo 20 anni di attesa, Livorno ha un nuovo “spazio da vivere” tra intrattenimento, ristorazione, leisure e shopping (e uno store di Primark in arrivo). Investimento da 50 milioni di euro. Ma “siamo solo a metà” spiega il gruppo, che guarda già allo sviluppo degli altri comparti
NUOVI PROGETTI | Livorno
di Paola Oriunno vato hanno rallentato i lavori e si sono aggiunti allo stop del cantiere durante la pandemia.
d’utenza: Livorno, con 160.000 abitanti, e i comuni limitrofi (Pisa, Collesalvetti) con oltre 260.000 abitanti
Bacino
Il momento del taglio del nastro delle Officine Storiche con il sindaco di Livorno Luca Salvetti, la presidente IGD Rossella Saoncella, il Direttore Commerciale Laura Poggi e l’ad Claudio Albertini

Grande attenzione alla sostenibilità ambientale

Nella realizzazione degli interventi, IGD Siiq ha posto grande attenzione al contenimento dei consumi e all’impiego delle energie rinnovabili. Gli immobili sono dotati di impianti di riscaldamento e raffrescamento centralizzati a gestione individuale e utilizzano l’energia geotermica del mare come fonte privilegiata. Le utenze comuni delle residenze e della parte commerciale, invece, sono alimentate con l’energia generata in loco da impianti fotovoltaici.

ta più flessibilità progettuale. Il rischio è che gli imprenditori, pur di non affrontare il calvario delle autorizzazioni, si limitino a produrre opere che nascono vecchie prima ancora di essere costruite”. La provocazione di Roberto Zoia, che chiede più flessibilità progettuale, fa riferimento alle lungaggini burocratiche legate al piano di trasformazione urbana del waterfront di Porta a Mare che – dopo la realizzazione delle Officine Storiche, del Comparto Mazzini, di Palazzo Orlando e della Torre dell’Orologio - proseguirà con lo sviluppo degli altri comparti: Lips, dove ci saranno un hotel a 4 stelle, 30 residenze e un campus sportivo, il Molo Mediceo, con l’auditorium e l’università e l’Arsenale, dove sorgerà, fra l’altro, un residence da 40 appartamenti vista mare. La riprogettazione delle aree, come si legge nella nota stampa diffusa da IGD “sarà coerente con il Piano Operativo recentemente adottato dal Comune di Livorno e consentirà di rispondere ad un mix di esigenze: residenze, uffici, attività

commerciali, attività turistico ricettive e servizi, integrati in modo funzionale con i quartieri storici della città e il porto turistico”. Sulla tempistica per l’avvio dei lavori e per vedere ultimato l’intero progetto (per un investimento complessivo di 200 milioni) il gruppo non si sbilancia.

Un nuovo progetto mixed use

Il maestoso edificio delle Officine Storiche si compone di 42 appartamenti al piano superiore (di cui il 70% già venduto) e di una galleria retail di circa 16.200 mq con 5 medie superfici, 21 punti vendita e un centro fitness di 4.700 mq. “Per la prima volta abbiamo realizzato un intervento in una logica mixed use, soddisfacendo al contempo i nuovi bisogni e le richieste del territorio”, ha detto Claudio Albertini, Amministratore Delegato di IGD. “Queste premesse positive ci rendono ottimisti sul fatto che il progetto incontrerà il favore e l’interesse di un ampio bacino, attratto

dalle molteplici opportunità offerte”. Oltre alla città, che beneficerà della rigenerazione dell’area del porto in chiave retail, residenziale e leisure, c’è un’altra grossa fetta di utenti interessati alle Officine Storiche: i turisti in transito dal porto, in particolare quelli del settore crocieristico.

Dai livornesi ai crocieristi, un bacino d’utenza in crescita

Il nuovo quartiere di Porta a Mare al momento comprende le Officine Storiche (16.200 mq) e il Comparto Piazza Mazzini (7.500 mq), per un totale di circa 23.700 mq GLA.

Nel primo semestre 2023 il porto di Livorno ha visto una crescita significativa del traffico passeggeri di traghetti e crociere (+26,8%), superando il milione di persone in transito. Nel dettaglio, i passeggeri dei traghetti sono aumentati del 21,6%, con oltre 997 mila transiti, mentre i crocieristi, pari a 197.483, sono cresciuti del 61,4% in questa prima parte dell’anno (fonte: Ufficio Statistiche dell’Autorità di Sistema Portuale). “Livorno si sta aprendo al turismo”, dice il sindaco Luca Salvetti. “Sono sempre più numerose le persone che arrivano per visitare la città”. Ma è sul traffico passeggeri del vicino porto che il progetto di IGD si gioca la sua scommessa più grande. “Stiamo valutando accordi e convenzioni con le compagnie in transito nel porto”, ci dice Laura Poggi, Direttore Commerciale, Marketing e CSR del Gruppo. Il gancio con il traffico passeggeri permetterà alle Officine Storiche di aumentare il footfall e di animare anco-

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Claudio Albertini, Amministratore delegato di IGD SIIQ La passeggiata ciclo-pedonale dell’area del Comparto Mazzini e una delle passerelle che conducono alle Officine Storiche La mappa interattiva dell’offerta retail, food, leisure e servizi di Porta a Mare

ra di più la galleria e l’area retail e food del Comparto di Piazza Mazzini, l’area mixed-use già completata nel 2014 che comprende (oltre alle residenze) il supermercato Coop, lo store Unieuro, la farmacia, l’ambulatorio DentalPro, qualche offerta food (Sushiko, Porca Vacca) e parcheggi interrati. L’area di Piazza Mazzini prevede anche percorsi e passerelle ciclopedonali che attraversano il canale e collegano questo comparto alle Officine Storiche dando il senso di una vera e propria passeggiata in centro che raggiungerà il suo apice con l’apertura di uno store Primark (nell’edificio di fronte all’ingresso Orlando) nella prima metà del 2024. Sarà il secondo in Toscana dopo quello di Firenze.

Il tenant mix creato dal management IGD per la galleria delle Officine Storiche è stato pensato per attrarre diversi tipi di utenti. Fino a questa inaugurazione, la città aveva due centri commerciali in periferia: il Parco Levante e Le Fonti del Corallo , dove nel 2020 IGD ha concluso un progetto di restyling e la ri-commercializzazione degli spazi. “Nel centro storico non esiste più da tempo una significativa proposta commerciale di qualità”, ha detto Roberto Zoia. Tra le insegne presenti troviamo JD Sport e Original Marines per l’abbigliamento; Pandora, Blue Spirit, Libre -

rie.coop, Giochi Preziosi, Dmail, Just in Case per cultura e tempo libero. Tra i punti ristoro spiccano il chiosco di Starbucks, McDonald’s (il terzo a Livorno), Pokè Sun Rice, La Piadineria, Calavera (con un ampio spazio dehor), Billy Tacos, Amodo Bakery (anche questo con uno spazio all’esterno, affacciato sul porto turistico), Alice Pizza e i chioschi di Gelato Sicily e Pan di Nino (schiacciate farcite). Non mancano i brand per la cura della persona, come la profumeria Douglas e Ottica Lama . A questi punti vendita si aggiungono più di 1.700 mq dello spazio dedicato all’intrattenimento di Wappy (con pista da bowling, bumpers, realtà virtuale e sale per feste ed eventi per bambini e teenager) e i 4.700 mq del fitness centre di Tonic (non ancora ultimato), fiore all’occhiello della galleria, con piscina, spa e grandi sale con ampie vetrate e vista sulla darsena. “Gli orari di apertura delle Officine sono 9-23. Questo consente agli utenti della palestra di godere al massimo dei servizi e dei brand delle Officine Storiche”, prosegue Laura Poggi. “Uno spazio da vivere H24”, prosegue Zoia, che sottolinea:

““Non chiamatelo centro commerciale”. Non solo negozi e non solo shopping, quindi. Ma un mix funzionale con un ampio spettro di attività che permette al nuovo waterfront di Livorno di essere vissuto fino a tarda sera, durante tutto l’arco della giornata.

TRAVEL RETAIL | Estate 2021 pag. 28 | retail&food | Ottobre 2023
Il centro fitness fiore all’occhiello e Primark in arrivo
In alto, alcune vetrine dello store di Primark che aprirà nel 2024. Sarà il secondo in Toscana. A destra, un angolo della spa del centro fitness Tonic (4.500mq), al secondo piano delle Officine Storiche
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MOMI, POKE MADE IN PUGLIA PRONTO A SPICCARE IL VOLO

Dopo le prime aperture regionali, il marchio del gruppo Hagakure è arrivato a Torino, si prepara per il Puglia Village e strizza

al travel. Colloquio con il fondatore

Ha il cuore in Puglia e le radici piantate direttamente in mare Momi, marchio di pokè che si appresta a svilupparsi anche al Nord e a moltiplicare i canali di vendita, dall’outlet al travel. Per ora i punti vendita sono solo cinque. Il sesto è in arrivo. Ma per il biennio 2024-2025 è in programma un piano di sviluppo accelerato. Momi è inserito all’interno del gruppo pugliese Hagakure, che controlla una serie di ristoranti diversi (vedi box), con il cuore nella zona di Bari. Momi è il marchio che nasce appositamente con una vocazione retail e un formato replicabile e standardizzato. Con costi sotto controllo e qualità alta, che poggiano sull’esperienza pregressa del suo fondatore, Vincenzo de Giglio.

Esperienza nel settore ittico

“Nasciamo da una famiglia proprietaria di alcuni pescherecci, operativa soprattutto nella pesca e distribuzione di cro-

stacei. Io stesso, per sei anni, mi sono occupato del controllo dei processi di produzione all’estero per il gruppo di famiglia” racconta Vincenzo de Giglio, fondatore e amministratore delegato del gruppo Hagakure, in questo colloquio con retail&food. “L’avventura nella ristorazione inizia nel 2012, spinta dal desiderio di costruire qualcosa per il futuro e da una personale passione per la cucina giapponese. In quel periodo, il sushi iniziava a farsi strada, ma notavo che in pochi possedevano le conoscenze tecniche relative alla materia prima, che noi invece potevano mettere in campo grazie all’esperienza accumulata. Così è nato il primo ristorante giapponese. È stato subito un successo, anche perché dalla nostra avevamo un prodotto selezionato, di qualità, ma a un prezzo competitivo, poiché il gruppo ittico alle nostre spalle ci permetteva di saltare alcuni passaggi a livello commerciale”.

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A.L.
l’occhio Vincenzo De Giglio
BRAND | Analisys

Pronti a crescere, anche con l’affiliazione

Sulla scorta di questo successo sono stati ideati altri marchi. E poi è arrivato il pokè di Momi.

“Momi propone un formato semplice, replicabile, dove possiamo avere un controllo dei costi della materia prima preciso ed analitico. Però ha un’arma in più, rispetto ai concorrenti, perché accanto alla tradizionale ciotola di pokè, abbiniamo un menù che chiamiamo rolls&bistrot, in cui l’offerta si allarga a tanti piatti tipici della cucina giapponese, come maki, gyoza, onigiri, carpacci, affiancati ad altre piccole invenzioni e reinterpretazioni, in cui il pesce ha comunque un ruolo centrale”. Momi attualmente ha quattro punti vendita in Puglia: Bari, Bisceglie, Giovinazzo e Taranto. A febbraio 2023 è arrivata invece l’apertura a Torino, con un punto vendita nel cuore del quartiere della movida che sta alle spalle di Porta Palazzo. “Torino è stata una scelta azzeccatissima come prima esperienza al Nord. È una città universitaria, molto popolata e la domanda di pokè non manca. Ma a differenza di Milano, conserva canoni d’affitto abbordabili a livello di locali commerciali. La spinta a investire, comunque, è arrivata poiché conoscevano direttamente un franchisee interessato alla nostra proposta” aggiunge De Giglio. Il franchising, in effetti, specialmente per il futuro potrà rivestire un ruolo importante nello sviluppo della rete.

abbiamo iniziato un dialogo proficuo con la società di gestione del village. E quindi, dopo questa operazione in Puglia, potrebbero arrivarne altre negli outlet che fanno parte del portafoglio”. Ma il pokè funziona ancora? Oppure rischia di essere una moda durata alcuni anni, che rischia di passare? “Ormai, nei centri urbani, è un prodotto sufficientemente consolidato. Da noi, la maggior parte dei clienti è abituale ed effettua almeno tre ordini al mese, se guardiamo i dati del delivery. E poi il pokè è un cibo che non cattura solo i giovani e giovanissimi, ma anche tanti adulti. Ecco perché ci interessa allargarci, a partire dalle città a densità medio-alta, magari a vocazione universitaria. E, allo stesso tempo, il nostro format è ideale per i luoghi di passaggio come centri commerciali, stazioni e aeroporti, che saranno sviluppati nel 2024-2025”.

Niente contraccolpi da inflazione

sciti a contenere il rialzo dei prezzi entro un tetto del 6%, sacrificando qualche punto di marginalità. Questo, nel complesso, ci ha permesso di non perdere clienti”.

Portafoglio che spazia dal fusion alla pasticceria

“Finora, anche quando i punti vendita sono affiliati, abbiamo sempre partecipato all’investimento insieme al partner e manteniamo un ruolo di stretta vicinanza e collaborazione. In futuro siamo aperti anche al franchising più tradizionale” aggiunge De Giglio.

Intanto sta per arrivare una novità, con la sesta apertura, all’interno dell’outlet Puglia Village di Molfetta. “In questo caso,

Finora i risultati economici del gruppo, con circa 10-12 milioni di ricavi complessivi, sono buoni. E anche la congiuntura non ha rallentato in modo particolare il business. “Guardando allo specifico di Momi, anche nell’ultimo anno, caratterizzato da forte inflazione, non abbiamo registrato un calo significativo della domanda. Il nostro menù resta un prodotto abbordabile, se paragonato per esempio a una cena completa di sushi. Per quanto riguarda l’inflazione, come tutti abbiamo subito il rincaro delle materie prime, dei trasporti o di elementi come il packaging, il cui costo è quasi raddoppiato rispetto al 2019-2020” racconta ancora Vincenzo De Giglio. “Eppure siamo riu-

Il gruppo Hagakure controlla diversi marchi di ristorazione. Dopo Momi, a fine 2019 è nato Hagakure Noh Samba, in pieno centro a Bari. Il menu è caratterizzato da una miscela di cucina mediterranea, giapponese, brasiliana e peruviana. Poi ci sono Mezcla (fusion restaurant) e Taqoz, l’ultimo nato, inaugurato a marzo, ossia un ristorante messicano, con corner dedicato ai cocktail. Da luglio 2022 il gruppo ha anche diversificato verso la pasticceria, aprendo a Bari Andy Havlik Patisserie, che prende il nome dallo chef pasticcere di origine ceca Ondřej Havlík. Hagakure, per l’impegno verso la cucina giapponese, ha ricevuto la certificazione “Japan Food Supporters” dal MAFF (Ministero giapponese dell’Agricoltura, Pesca e Forestale) e da JETRO (Japan External Trade Organization).

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Vincenzo de Giglio, fondatore di Hagakure

CINEMA IN RIPRESA, I CENTRI COMMERCIALI RINGRAZIANO

Un’estate da record, trainata dall’effetto Barbie, rilancia le sale. Ma è merito anche dei nuovi servizi: poltrone più larghe, schermi hi-tech e offerte b2b. Il biennio 2023-2025 sarà quello della ripresa definitiva di

Era dato per spacciato, ma invece sta risorgendo. È il cinema in sala, spesso indentificato con i grandi multiplex dei centri commerciali. Un po’ per effetto delle pellicole estive, che hanno riportato la gente al botteghino, un po’ grazie a un’esperienza “fisica” finalmente accattivante, anche il grande schermo ritorna a guardare in avanti con fiducia. E rilancia la sfida del recupero sul pre-Covid.

Il risultato è straordinario ancora più guardando al punto di partenza. “Il nostro è stato uno dei settori più colpiti dagli anni del Covid. Nella prima metà del 2022 c’erano ancora restrizioni, nelle sale si accedeva con la mascherina FFP2 e non era possibile consumare cibo e bevande. Gli spettatori percepivano il cinema come un luogo non sicuro. Inoltre, mancavano i film. Le uscite sono state congelate in attesa di tempi migliori. Risultato: 44 milioni di presenze nel 2022, -55% rispetto al 2019”, spiega

a retail&food Fabrizio Bolis, Development & Real Estate Director Southern Europe di UCI Italia, parte del gruppo Odeon Cinemas Group, il più importante circuito cinematografico mondiale, presente in Italia con 41 strutture multiplex e un totale di 425 schermi. Le sale italiane che hanno resistito lanciano, però, una scommessa: recuperare ingressi e fatturato e riportare il pubblico al cinema offrendo un’esperienza nuova, unica ed esclusiva. E i nuovi investimenti sui cinema “premium” cominciano a dare frutti.

“Finalmente le sale tornano a riempir-

si”, prosegue Bolis. “Secondo i numeri del mercato, disponibili in tempo reale, dall’inizio dell’anno fino allo scorso 7 settembre si è registrato -33% di ingressi rispetto allo stesso periodo del 2019”. Il cinema recupera, quindi, e questo “sembra essere un anno molto promettente” continua il manager, che però rimane

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RETAIL | Entertainment
Paola Oriunno
Primi frutti dagli investimenti “premium”
Fabrizio Bolis, Development & Real Estate Director Southern Europe di UCI Italia

cauto: “Ci troviamo in una nuova realtà che facciamo ancora fatica a decifrare”. Intanto, nel corso dell’estate, un periodo di solito poco propizio per il grande schermo, il settore ha visto rosa grazie al fenomeno “Barbienheimer”, il trend nato dalla concomitanza delle uscite dei due film super-campioni di incassi (“Barbie” e “Oppenheimer”). Siamo a una svolta?

Come cambiano le sale

“Dopo tanto tempo trascorso sulle piattaforme di streaming c’è di nuovo voglia di tornare in sala, ma all’esperienza oggi si chiede qualcosa in più”, sottolinea Fabrizio Bolis. Il cinema è sopravvissuto alle VHS, ai DVD, alla pirateria. Secondo gli addetti ai lavori sopravvivrà anche alle piattaforme, ma solo se saprà rinnovare l’offerta. “Oggi un film si può vedere sul metrò, con un cellulare. La sfida del mercato sarà, quindi, offrire agli spettatori un’esperienza diversa e unica”, continua Bolis. Così, le sale un po’ alla volta si trasformano puntando su comfort e servizi. “Ci saranno meno posti, ma più ampi e confortevoli”, aggiunge Bolis. Il circuito UCI ha da poco riaperto parte del multiplex al centro commerciale Megalò (Chieti), preso in gestione nel 2022 e che sarà completamente trasformato in “Luxe” entro la metà di Novembre, il format di eccellenza del circuito, che si aggiunge alle sale al centro commerciale Maximo (Roma), al Valecenter (Marcon, Venezia), a I Gigli (Firenze), al Palladio (Vicenza). I nuovi spazi hanno poltrone reclinabili posizionate in modo da garantire allo spettatore uno spazio tre volte superiore rispetto a quello esistente nelle normali sale cinematografiche. E tutte sono dotate di tavolino a uso esclusivo. Come essere sul divano di casa, dunque. Con

la possibilità di scegliere da un menu food & drink molto più grande rispetto alla precedente offerta, alcolici compresi. Da qualche mese è stato anche riaperto, dopo un importante restyling, l’UCI Pioltello per il quale il gruppo ha investito una somma di denaro molto importante, e che ricopre un ruolo fondamentale anche per l’offerta b2b che Uci Cinema rivolge alle imprese per organizzare presentazioni aziendali, convention e proiezioni speciali, diversificando e allargando l’offerta. “Abbiamo installato proiettori laser e nuovi impianti audio in tutte le sale, realizzato schermi 3D e rinnovato completamente le poltrone”, ha detto Ramón Biarnés, Managing Director di Sud e Nord Europa del circuito UCI, sottolineando come il piano di rinnovamento coinvolgerà tutte le 41 strutture del gruppo in Italia. Il manager si mostra fiducioso sulla ripresa: “Dei 7 Paesi europei sotto la mia responsabilità, Germania e Italia sono i territori che nei primi mesi del 2023 hanno registrato la miglior ripresa nei cinema UCI. Per quanto riguarda l’intero mercato cinematografico italiano, prevediamo un’importante ripresa nell’anno in corso e, nel 2024, un ritorno completo ai numeri del 2017 e del 2018”.

Cinema e centri commerciali, ancora un mix vincente

Per una sala che chiude (trasformandosi in centro commerciale), c’è un centro commerciale che apre (con sala cinematografica annessa). Una strategia “mix & match” che non scontenta nessuno e che promette una crescita di ingressi e fatturato. È recente la notizia della chiusura del cinema Odeon di Milano, il multisala da 2.500 posti inaugurato nel 1929 in via Santa Radegonda, a due passi dal Duomo. La chiusura, comunicata a fine maggio dal fondo Aedison e The Space Cinema, la società che gestisce

le sale - è stata anticipata per accelerare i lavori di riqualificazione dell’edificio. Il nuovo Odeon, se si chiamerà ancora così, porterà negozi, ristoranti e uffici e la ricollocazione delle sale cinematografiche, che saranno cinque anziché dieci, al piano interrato. Dall’altro lato, le gallerie commerciali accolgono con entusiasmo le sale, soprattutto quelle più moderne. Il circuito Notorious Cinemas ha preso in gestione un nuovo multiplex all’interno di Merlata Bloom (il lifestyle center di Milano di prossima apertura) pronto a diventare il flagship del circuito con 10 sale disposte in prossimità della food court e con ampie poltrone reclining. Così il gruppo, dopo le aperture della prima multisala nel Centro Sarca a Sesto San Giovanni (MI), della Multisala di Rovigo nel parco commerciale La Fattoria, della storica Multisala Gloria nel centro di Milano, della multisala di Mestre-Marghera e della multisala in Piazza Unione Sarda a Cagliari, Notorious Cinemas si aggiudica una nuova importante location a Milano.

Il cinema, quindi, è ancora un valore aggiunto per il centro commerciale. “Quello del cinema è un mercato più povero rispetto al retail, noi non possiamo permetterci di pagare affitti altissimi. Ma avere delle sale in un mall è sicuramente un elemento di differenziazione rispetto alla concorrenza perché permette anche di tenerlo vivo

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Su il footfall, grazie al grande schermo
Le nuove poltrone della sala UCI Luxe al centro commerciale Palladio, Vicenza Un rendering del futuro centro commerciale che prenderà il posto del cinema Odeon di Milano

fino a tardi”, spiega Bolis. A conferma del ruolo di primo piano che ancora svolge il grande schermo ci sono i dati relativi al primo semestre 2023 provenienti dal network retail di CBRE che sottolineano l’andamento positivo, sia in termini di visitatori che di fatturato, delle gallerie commerciali gestite dalla società nel primo semestre 2023. Dai dati del panel, costituito da 60 strutture retail per circa 1.200.000 mq di GLA, si registra, infatti, una crescita del fatturato del +8,4% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del +6,4% ad anno mobile. Cresce anche il numero dei visitatori, registrando un +9,9% rispetto al primo semestre del 2022 e riducendo ulteriormente il divario rispetto al 2019 (-5,9% al 1H). “I dati di footfall e di fatturato in costante crescita sono molto rassicuranti e ci confermano la voglia di fare shopping all’interno delle nostre gallerie, ma anche di trascorrere del tempo di qualità nei mall” ha detto Pier Luigi Paolettoni, Head of Retail Out of Town . “Il dato di conversion rate in leggero calo sottolinea, infatti, il ritorno dei visitatori a un tipo di frequentazione che vede il centro commerciale come luogo di aggregazione e non solo come motivo

Luglio 2023 da record in Italia: oltre 5,5 milioni di spettatori; +127,5% sul 2022; +66,9% sul triennio 2017/2019 (fonte Anec)

di shopping: la nostra clientela cerca un luogo piacevole, un punto di riferimento in cui vivere esperienze nuove e coinvolgenti, che possano divertire e intrattenere”, continua Paolettoni, “Questo dato è confermato dall’atteso e forte recupero dei cinema presenti nelle nostre strutture che registrano un aumento del 53% del fatturato in linea con l’andamento di settore, accompagnato da una crescita costante del settore F&B che registra nel primo semestre un + 20,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento positivo del fatturato dei negozi si riflette anche nella percentuale crescente del collection rate, che si attesta per il primo semestre al 90%, superando la soglia del 95% nei centri più performanti” prosegue Paolettoni. Per la “settima arte” il 2023 sarà, quindi, la cartina di tornasole. “Uci è sempre alla ricerca di nuovi cinema e di acquisizioni, soprattutto di nuovi format all’interno dei centri commerciali” dice Bolis. In Italia, solo il 40% del mercato è controllato da grandi gruppi internazionali, per il resto si tratta di imprenditori privati. C’è chi, anche grazie ai contributi governativi, è riuscito a investire e a rinnovare. Esiste in Italia

un circuito di sale premium che offrono allo spettatore un’esperienza visivamente e tecnologicamente di alto livello. Un’esperienza più immersiva e coinvolgente che si identifica con sigle quali Imax, PLF (Premium Large Format), ScreenX, iSense o Dolby Atmos e che viene proposta, tendenzialmente, a prezzi più alti. Nell’offerta premium rientrano anche i cinema Luxe di Uci così come tutti quelli che hanno investito nelle ristrutturazioni e nel comfort grazie a poltrone di ultima generazione. “A parte alcune sale di Milano e Roma, a livello tecnologico, di comfort e servizi i cinema italiani sono ancora molto indietro”. C’è molto lavoro da fare e molto da rinnovare. L’unica soluzione, per non seppellirci tutti nel divano di casa e non darla vinta a Netflix.

Sale più comode, vicino a casa

Secondo l’indagine “ Gli Italiani e il Cinema – La fruizione di film dentro e fuori le sale italiane ” effettuata da SWG , chi sceglie il cinema in sala lo fa perché: è molto più coinvolgente 43%, è un film che va visto al cinema 31%, mi piace uscire e vedere persone 20%. I criteri per la scelta della sala: restare vicino a casa è centrale oltre il 40% degli spettatori, quasi un terzo guarda al comfort delle sedute, seguono la pulizia e la presenza di parcheggio.

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IL RAPPORTO COOP VEDE NERO: CERTIFICATA LA CRISI DEGLI ITALIANI

Famiglie intenzionate a spendere meno e ridurre le uscite al ristorante. Una congiuntura che premia ancora di più il discount

Se le peggiori prospettive verranno verificate, siamo alle porte di un finale d’anno a tinte scure. I consumi degli italiani, già messi alle strette dall’inflazione e da un livello degli stipendi tra i più bassi in Europa, rischiano davvero di ingranare la retromarcia. Un freno che farà sentire i propri effetti anche su un settore, la spesa al supermercato, che è sempre rimasta un baluardo degli italiani, che (almeno di norma) non rinunciano al cibo buono, fresco e vario. Questo il quadro che emerge dall’edizione di quest’anno del “Rapporto Coop – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”.

“L’estate è stato un vero spartiacque” ha commentato il direttore generale di Coop, Albino Russo , durante la presentazione. “Fino a metà anno, infatti, gli italiani hanno tentato di mantenere stabile i loro consumi attingendo ai risparmi. Ora, invece, c’è un cambio di passo in senso negativo. E già abbiamo intercettato un 36% del campione che ammette, senza mezzi termini, che ridurrà le proprie spese nei prossimi mesi”. Del resto, il confronto con le precedenti edizioni del lavoro parla chiaro. Dal 2021 al 2023, è salito da 18 a 24 mi-

lioni il numero di famiglie che dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese. Le statistiche dicono che stiamo tagliando un po’ tutto. Si rinuncia all’auto nuova. Le compravendite immobiliari chiuderanno l’anno a -14,5%.

“In dodici mesi sono stati venduti 1,3 milioni di cellulari in meno, un oggetto che rappresenta un po’ il totem dei consumi” aggiunge ancora Russo. Ma come si traduce questo scenario nel carrello della spesa?

piccolo segno positivo nel mese di agosto”. I discount, però, finiscono in certo senso anche nel mirino di Coop. “In un Paese come l’Italia, con la sua cultura rispetto al cibo, non è normale che i discount occupino una quota di mercato così importante” è stato uno dei concetti espressi sul palco. Andando ai dati, la variazione delle vendite a prezzi costanti ha segnato -3% nel primo semestre dell’anno. Come previsione sul 2024, il 60% dei manager intervistati si aspetta ancora un risultato negativo, seppur contenuto in circa mezzo punto percentuale. Il 51% del campione delle famiglie ridurrà pranzi e cene al ristorante, nei prossimi 12/18 mesi. Nel primo semestre dell’anno, parlando di vendite a prezzi costanti, la maggior caduta è stata quella dei discount (-5,2%), seguiti dai “liberi servizi” (-4,6%) e dall’eCommerce (-4,2%). Nonostante questo, proprio il discount viene visto come la vera ancora di salvezza per risparmiare. L’81% del campione di famiglie aumenterà gli acquisti in questo canale. Come quote di mercato nel segmento Lcc (largo consumo confezionato), oggi i supermercati sono al 37,7% (in calo di circa un punto), i discount al 23% (+ 4%) mentre gli ipermercati scendono al terzo posto con il 22,5% (-3,5%).

“La quantità di volumi persa nei primi 8 mesi dell’anno è imponente. Ed è preoccupante se quell’intenzione di spendere meno si tradurrà concretamente” ha osservato Maura Latini, presidente di Coop Italia. “Tra le poche note positive, abbiamo notato che i discount sembrano aver arrestato il trend in perdita. Sono gli unici a mostrare un

Per quanto riguarda, invece, le strategie di Coop Italia, a due anni di distanza dall’avvio del progetto di revisione dei prodotti a marchio, con 74 categorie analizzate su 114, arrivano i primi risultati positivi con un aumento complessivo della quota MDD, all’interno di Coop, che fa diventare in tanti casi il prodotto di casa un marchio leader di categoria. Il Prodotto Coop, nei primi 8 mesi del 2023, è salito del 30% a valore e del 34% a volume. In chiusura, il presidente di Ancc-Coop, Marco Pedroni , ha invitato il Governo a non perdere tempo sul Pnrr, ma soprattutto l’industria ad attivare presto un confronto con la Gdo.

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SCENARIO | Consumi
A.L.
Si taglia anche sullo smartphone
Volumi in frenata
Sale il gradimento dei prodotti “a marchio”
Maura Latini, presidente di Coop Italia

SUMMIT CONFIMPRESE: “OCCORRE INVESTIRE SULL’ANALISI DEI DATI”

Con 1.650 nuovi negozi in arrivo, il retail chiude in crescita la seconda metà dell’anno. Ma le impese si interrogano su processi e governance adatte per intercettare un cliente sempre meno decifrabile. Al centro: tecnologia e analisi del dato di Adriano Lovera

Il retail tiene botta. Ma serve un cambio di passo per reagire con sempre maggior velocità ai comportamenti dei clienti. Che sono diventati più informati, ma anche più infedeli. È quanto emerge dalla settima edizione del Retail Summit di Confimprese-Jakala, svolto il mese scorso a Milano, in collaborazione con Global Strategy.

Quasi tremila store nuovi di zecca

Partiamo dai numeri. Entro fine 2023, si stima una crescita netta del numero dei punti vendita di 2.900 unità rispetto al 2022, di cui 1.650 nel secondo semestre, equamente divisi tra diretti e in franchising. In particolare, i dati del secondo semestre 2023 sono in miglioramento sullo stesso periodo 2019. Segnali importanti, in un contesto ancora dominato dall’inflazione e dopo mesi in cui il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto, anche del 15%. “Nonostante il successo dell’online e sia pure nelle difficoltà che il Paese sta attraversando, il retail da segnali di po-

sitività. Le nostre insegne hanno reso più vivi i centri città e i centri commerciali aprendo una media di circa mille negozi dal 2019 al 2022. Il 2021 è stato un anno di razionalizzazione per il retail, messo in ginocchio dalla pandemia e dalle chiusure prolungate degli esercizi commerciali, mentre il 2022 si è aperto con una maggiore consapevolezza sulla strategia da seguire per il rafforzamento della rete distributiva. Eventuali rallentamenti nei piani di sviluppo si vedranno nel 2024” ha commentato il presidente di Confimprese, Mario Resca . Al contrario, per quanto riguarda le chiusure, il trend si conferma molto lento, limitato ad un 1% nel corso della seconda metà dell’anno. Le cause rimangono legate alla riduzione dei ricavi per 6 aziende su 10, mentre il 40% ha in programma interventi di razionalizzazione della rete distributiva. Da segnalare che le chiusure dettate dall’eccessiva onerosità delle location calano di circa il 20% rispetto a quanto registrato nella prima parte dell’anno.

Preferenza per il centro commerciale

Nei canali di vendita, si conferma la strategia riscontrata nel primo semestre 2023 con una predominanza di retailer di abbigliamento-accessori pari al 91% e della ristorazione (80%) che dichiara di aprire all’interno dei centri commerciali. “Tale evidenza è anche frutto dell’impegno da parte dell’industria dei centri

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RETAIL | Eventi
Nicola Saldutti intervista Martino Scabbia Guerrini, vice president executive di VF Corporation

commerciali di ripensarsi per diventare sempre più luoghi di aggregazione, non solo di consumo, e contrastare così l’avanzata dell’e-commerce” segnala una nota di Confimprese. Le vie dello shopping e i negozi di prossimità sono il canale privilegiato per l’80% degli operatori di altro retail (casa-arredo, ottica, entertainment, benessere e cura persona, elettronica). La percentuale scende al 60% per la ristorazione e al 45% per abbigliamento-accessori. Questo, va detto, accade anche perché nelle vie dello shopping la disponibilità di spazi è limitata e, nonostante gli anni difficili, i posti liberi nei centri città sono sempre pochi e molto richiesti.

L’intelligenza artificiale entra in azienda

L’Osservatorio MarTech Consumer&executive di Jakala indica alcuni trend chiave per analizzare questo scenario. In un momento di crescente pervasività del digitale, gli advanced analytics & l’intelligenza artificiale giocano un ruolo chiave per la maggior parte dei retailer (85%) nel processo di personalizzazione dell’esperienza cliente. E se oggi l’87% dei retailer afferma che è proprio la personalizzazione un fattore chiave di successo, solo un’esigua percentuale di consumatori (39%) ritiene di vivere esperienze realmente personalizzate. “L’intelligenza artificiale non indica le scelte, queste spettano ai manager. Non restituisce dati né buoni né cattivi, semplicemente da decifrare” ha ragionato nel suo intervento Alessandro Olivari senior partner Jakala. “Ecco perché è importante che in azienda entrino persone con le competenze idonee ad accompagnare questo processo”. “L’esperienza di acquisto fisica e quella digitale sono sempre più sinergiche, aumentate dall’intelligenza artificiale e dai cambiamenti dettati dalla trasformazione tecnologica” ha osservato Marco Di Dio Roccazzella, General manager di Jakala.

Rapidità decisionale e storytelling

Dagli interventi di ospiti e relatori presenti all’evento sono emersi spunti interessanti, utili per decifrare il mercato e per comprendere le strategie delle imprese. “Oggi il consumatore è mediamente molto informato, infedele e purtroppo si fa molta fatica ad acquisirne uno, mentre in brevissimo tempo si può essere abbandonati dal cliente. E

quando accade, non lo recuperi più” ha ammesso Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza. “Uno dei nostri punti di forza è la grande rapidità decisionale, che riusciamo a mettere in campo nonostante un’organizzazione e una dimensione da realtà quotata” ha proseguito il manager del gruppo torinese, forte dei suoi 2,7 miliardi di euro di ricavi. Altra arma indispensabile per catturare il cliente è il “racconto”, non solo del prodotto, ma di tutta la filosofia aziendale. Un elemento cui deve prestare ancora più attenzione una grande multinazionale, presente in tanti mercati e in tutti i continenti. “Il design e il prodotto di qualità sono la base” ha affermato Martino Scabbia Guerrini, vice presidente executive di VF Corporation, il colosso che ingloba brand mondiali che vanno da Vans a Timberland, da Napapijri a Eastpak. “Il cliente desidera essere coinvolto dal racconto, che non deve solo spiegare quello che vendiamo, ma tutti i valori che l’impresa porta con sé. E ci vuole un’attenzione maniacale, perché un’immagine o una parola di una campagna pubblicitaria possono avere un significato in Germania, tutto un altro in Cina. Ecco che cosa significa essere al contempo globali, ma anche molto locali. Ed ecco perché in azienda sono entrate figure come editor, storyteller, data analyst. Tutti ruoli che fino a dieci anni fa non esistevano”.

“Operiamo senz’altro in un contesto difficile. Negli ultimi 15 anni si spende meno per i beni di consumo, a favore di altre voci di spesa, come viaggi, benessere e ristorazione” ha spiegato l’amministratore delegato, Stefano Beraldo. “Quando ho preso la guida del gruppo, prima ci siamo preoccupati di aprire tanti punti vendita, per raggiungere i clienti in tutto il territorio nazionale. Poi siamo passati alla strategia più qualitativa”. Il “colpo” di OVS, che oggi vanta una quota di mercato vicina al 10%, è stato quello di lavorare per intercettare un pubblico sempre più allargato. “Non abbiamo allargato il range di prodotti in vendita, restiamo sull’abbigliamento. Ma catturiamo stili di vita nuovi. Con il marchio Piombo, acquisito al 100%, saliamo un po’ di prezzo rispetto alla nostra offerta basic ma tocchiamo un pubblico nuovo, per esempio l’uomo che cerca vestiti informarli ma eleganti, che prima non ci frequentava. Oppure tramite Everlast, marchio in licenza, adesso diamo un punto di riferimento per gli appassionati di palestra e fitness”.

E tra i protagonisti del cambiamento nel retail di casa nostra c’è OVS, tra i leader dell’abbigliamento per tutta la famiglia.

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Catturare gli stili di vita AZIENDA NEGOZI Abbigliamento/accessori TEDDY GROUP (Terranova, Rinascimento, Calliope) 43 INTICOM (Yamamay, Carpisa) 20 COMPAR (Bata, Aw Lab) 16 PRIMADONNA 6 Ristorazione PORCAVACCA 19 101CAFFE’ 15 PENTA GROUP (Yogurteria) 11 BEFED 4 CAPATOAST 3 Vario THC (La casa de las Carcasas) 20 JEAN LOUIS DAVID 9 STROILI 9 EQUIVALENZA 7 WIND TRE 7 L’ERBOLARIO 6 MORELLATO 5 NASHI ARGAN 5
semestre 2023,
*Alcune aperture previste per il secondo
fonte Confimprese
Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza

ALLA RISTORAZIONE SERVONO MANAGER

Nel

La nostra storia e la nostra cultura hanno portato diverse generazioni a sviluppare attività ristorative che hanno rappresentato, nel corso degli anni, un punto di arrivo, uno status di ricchezza e stabilità. Uno status spazzato via dalle nuove tecnologie e soprattutto dal ‘rimescolamento’ economico avvenuto dopo il Covid.

Oggi, fare ristorazione è molto complicato, per via di normative sempre più restrittive che impongono al titolare un onere gestionale importante – in attività amministrative e di controllo – per l’utilizzo di nuove tecnologie sempre più richieste dalle nuove generazioni di clienti: sofisticazioni nell’utilizzo degli strumenti marketing (piattaforme digitali), molto invasive nella gestione

day by day. Dall’ultimo rapporto sulla ristorazione pubblicato da Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) emerge che nella ristorazione sono impiegati 300 dirigenti e 1.970 quadri, rispetto ad un totale di occupati di 987.052 unità. Inoltre la produttività presenta un indicatore di 55 su 100, decisamente bassa rispetto ad altri settori (elaborazione FIPE su dati INPS). Questi pochi numeri evidenziano come le aziende tendano ad essere gestite da strutture molto ‘snelle’, se non addirittura prive di base manageriale. Sicuramente il dato va inquadrato nella tipologia societaria più frequente dei pubblici esercizi: attività a vocazione familiare, indipendentemente dalla dimensione, o ditte individuali.

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FOOD | Analisi
contesto attuale, il modello organizzativo home made non basta più. Occorre un cambio di passo culturale per mettere in azienda profili adeguati di Emilio Fiorani (Strategic Business Advisor)
Foto: Freepik
Reperire il personale è uno dei problemi del mercato di oggi. Anche su queto è opportuno cambiare ottica

Warrent Bennis e Burt Nanus furono i primi a definire l’attuale scenario mondiale in senso manageriale fluido ed imprevedibile, identificato con l’acronimo VUCA ovvero Volatility/Volatilità, Uncertainty/Incertezza, Complexity/Complessità e Ambiguity/ Ambiguità. I termini indicati si riferiscono al nuovo modello di business che le aziende si trovano ad affrontare, ovvero fenomeni imprevedibili o prevedibili con un elevato tasso di cambiamento, che rendono difficile programmare il business (volatilità). Informazioni approssimative, numericamente poco utili che quindi obbligano le aziende ad estrapolare dati da altre fonti per arrivare ad avere numeri attendibili (incertezza). Sistema economico interconnesso – pensiamo a come il Covid abbia di fatto manifestato la dipendenza delle forniture occidentali dall’Oriente – il cui risultato non prevedibile è stato l’incremento dei prezzi e la carenza dei semiconduttori, con ripercussioni in diversi settori, che anche se non essendo direttamente correlati alla ristorazione, ne hanno comunque impattato il business con ritardi, aumenti dei prezzi, carenza di personale (complessità ed ambiguità).

Per questi motivi, un settore fondamentale per la nostra economica, la ristorazione, deve trovare il coraggio di innovare i modelli organizzativi. Spesso, guardando al nostro mercato, gli investitori stranieri vedono un’opportunità di investimento, nel fatto che la percentuale di catene, in Italia, sia inferiore rispetto al resto del mondo. Situazione che lascia grandi margini di crescita alla ristorazione organizzata. Successivamente, però, emergono le carenze organizzative, i vuoti funzionali che mettono in difficoltà le aziende durante le analisi economico-finanziarie, perché le procedure e soprattutto i processi decisionali sono nelle mani di pochi: tutti fattori che rappresentano sia una minaccia strategica sia un limite di crescita oltre ad impattare sulle valorizzazioni. Poiché l’investitore ritiene di dover scontare le risorse che dovrà impiegare per recuperare il gap organizzativo.

Purtroppo il modello della ristorazione è gestito ancora troppo spesso con regole home made, che in questo contesto incerto e imprevedibile non garantisco la crescita necessaria dell’impresa. Se si guarda alla natalità e mortalità delle imprese, a fronte di 9.688 aperture avvenute nel 2022, si sono registrate 20.384 chiusure, che porta il risultato ad un saldo negativo di 10.696 (elaborazione FIPE su dati INPS, dati 2022).

L’attrattività del settore è in picchiata: i giovani preferiscono lavorare altrove, vuoi per i turni (si lavora durante i weekend e di sera), vuoi per l’anarchia nell’applicazione dei contratti di lavoro. Temi che inducono sempre più giovani a scegliere altre strade.

Dalla formazione al digitale

Per questi motivi è importante reinventarsi e creare dei modelli organizzativi adeguati nel contesto economico in cui si deve operare. Il worklife balance, la formazione continua e la digitalizzazione dei processi sono temi sempre più attuali nel mondo del lavoro ma, nella ristorazione ancora poco implementati (salvo qualche virtuoso esempio nelle grandi aziende) e dovranno essere maggiormente perseguiti e diffusi per restituire l’attrattività che il settore ha smarrito nel corso dei decenni. Avere un’adeguata organizzazione basata su una robusta linea di middle manager diventa prioritario, poiché tale struttura deve essere in grado di aiutare la proprietà o gli azionisti a prendere le scelte più corrette, valutandone i rischi e riducendone gli errori.

Avere un middle management adeguato alle organizzazioni non è un’attività che si improvvisa, ma deve essere pianificata, organizzata ed implementata con le giuste tempistiche ed i corretti strumenti. La formazione è fondamentale, perché fornisce gli strumenti necessari per una corretta gestione del ruolo; per formazioni si intende sia quella tecnica relativa ai processi aziendali ma anche quella riguardante le cosiddette soft skills, sempre più necessarie per gestire gruppi di lavoro. Incrementare la cultura d’impresa, significa aumentare la consapevolezza dell’organizzazione di poter affrontare più serenamente il nuovo contesto VUCA, potendo fare affidamento su collaboratori che possono, con i dovuti strumenti, poter fornire quotidianamente il proprio contributo.

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Costa Coffee è uno dei tanti esempi di catene del mercato britannico del food & beverage. In Italia la penetrazione delle catene è ancora ridotta, intorno al 10% Fonte: Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte
Il tempo dell’incertezza Il coraggio di innovare
Tipologia di ristorazione organizzata in Italia

CAGLIARI: UPGRADE DELL’OFFERTA E TRAFFICO CON VOLUMI RECORD

Il Mameli di Elmas batte i livelli pre-pandemia nei primi otto mesi del 2023. Il mix di marchi territoriali e internazionali premia il segmento f&b.

In arrivo l’allargamento del duty free e un nuovo ristorante con servizio al tavolo. Ecco il resoconto della nostra visita estiva allo scalo

Con un’offerta food & beverage rinnovata e un mix merchandising che mescola a dovere brand internazionali e artigianato locale, il Mario Mameli di Cagliari-Elmas, lo scalo principale della Sardegna, ha archiviato un’estate d’oro. Si è notato un aumento dei passeggeri internazionali, tra i quali iniziano a farsi vedere anche quelli provenienti da Asia e Medio Oriente. Presenze che, tutto sommato, stanno compensando l’assenza prolungata dei russi. I volumi del traffico domestico sono in linea. Il tutto, grazie a una programmazione estiva con ben 91 destinazioni e novità come Barcellona, Genova e Firenze. E così il 2023, se le attese verranno confermate, promette di diventare il nuovo anno record a livello di passeggeri, capace di superare i 4,73 milioni del 2019. Le premesse ci sono perché, già dalla primavera (vedi tabella) i volumi sono stati superiori. Dal mese di

aprile, i dati mostrano il segno più rispetto al 2019. Agosto è rimasto più o meno in linea. Questo segnala un aspetto importante, su cui Sogaer, la società di gestione, punta molto in vista dell’autunno inverno. Cagliari infatti, a differenza degli altri scali dell’isola, non è esclusivamente un aeroporto legato al picco di traffico estivo. “Complici gli investimenti sulla città, il capoluogo regionale sta diventando una destinazione turistica valida tutto l’anno. La ricettività alberghiera è stata migliorata ed è salito il livello, con l’apertura recente di alcuni 5 stelle. Cagliari sta lavorando molto per imporsi come destinazione congressuale, al di là del leisure” spiega David Crognaletti, CCO (Chief commercial officer) di Sogaer . Detto questo, l’estate è pur sempre un ottimo momento per testare la bontà e la qualità dell’offerta. Ed è proprio ad agosto che lo abbiamo visitato.

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TRAVEL | Aeroporti
di Adriano Lovera

Le nuove Botteghe dei Sapori

Già a livello di accesso all’aeroporto, Cagliari mette in luce una caratteristica che lo distingue dalla maggior parte degli aeroporti italiani. Da fine luglio, infatti, c’è una zona denominata Free2Park che offre fino a 2 ore di parcheggio gratuito per chi accompagna o aspetti i passeggeri (e ci sono altre modalità di ingresso in “sosta breve”). Anche questo un piccolo record che agevola il trasporto, ma permette anche agli accompagnatori di approfittare della sosta in landside per visitare qualche negozio o bar/ristorante, senza l’assillo del parchimetro. E proprio in landside si viene accolti da alcune novità messe a punto nell’ultimo anno, alcune anche negli ultimi mesi. Dalla

primavera, sono operativi i tre negozi a marchio Bottega dei Sapori che si trovano sia nell’atrio di ingresso, sia alle Partenze, tutti gestiti da Lagardère Travel Retail . Questo è un marchio che l’operatore propone anche in altri scali, strutturando un’offerta al 100% regionale. Anche in questo caso, dal mirto al fine food, passando per la fregola e il carasau, si trovano le migliori referenze sarde. Sempre in landside è stato rinnovato il bar Panella (Chef Express). E funzione bene l’edicola-cartoleria Relay (ancora di Lagardère), sistemata dopo il Covid, che oltre a giornali e libri propone una grande varietà di gadget, non solo per il viaggio, tra cui il corner di un brand in forte ascesa come Legami . Un tassello importante della zona pre-imbarchi e l’entrata a pieno regime

di McDonald’s al piano superiore. Questo ristorante era già stato aperto nel 2020, ma adesso, fanno sapere dalla società di gestione, è arrivato a restituire numeri importanti, superiori alle aspettative. Non c’è solo food, però. La forte caratterizzazione regionale si ritrova anche nel punto vendita Mamoi Bag Store , negozio sardo specializzato in borse e altri accessori (con altri punti vendita ad Alghero), tutti realizzati in sughero o vera pelle italiana. E tra i servizi che hanno puramente lo scopo di svago, ma che rendono accogliente un aeroporto, anche Cagliari da un po’ di tempo mette nel bel mezzo dell’atrio un pianoforte, a uso dei passanti.

IL TRAFFICO PASSEGGERI DA GENNAIO AD AGOSTO

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Passeggeri Diff.% Diff.% Mese 2019 2022 2023 23 vs 19 23 vs 22 Gennaio 254.586 151.474 236.836 -6,97% 56,35% Febbraio 227.229 164.836 211.201 -7,05% 28,23% Marzo 270.008 217.726 261.362 -3,20% 20,04% Aprile 438.996 333.136 408.947 17,18% 22,76% Maggio 393.566 412.608 443.775 12,76% 7,55% Giugno 519.593 511.000 525.698 1,17% 2,88% Luglio 586.762 582.497 614.674 4,76% 5,52% Agosto 609.843 581.834 593.643 -2,66% 2,03% Tot 3.210.583 2.955.111 3.296.136 2,66% 11,54%
Fonte: Sogaer

L’area che conduce verso gli imbarchi sarà presto oggetto di un restyling. Nonostante il mese di agosto, durante la nostra esperienza la fase dei controlli scivola veloce e quasi senza attesa. Andando verso i gate, si attraversa una piccola galleria commerciale che finisce per sfociare nel duty free. Qui si trovano diverse boutique “fly-shop” gestite da Ambrosio , azienda storica della Sardegna, da molti anni partner sia dello scalo di Cagliari, ma anche di Olbia e Alghero. In questo caso, gestisce la vendita di brand noti e in ascesa come Boggi, Mc2 Saint Barth o Espadrillas . Procedendo nel walk-through, ecco il duty free (Lagardère), che accoglie alcuni nuovi inserimenti come Lacoste, Us Polo o K-Way . Il layout del duty free è stato rifatto, ma la situazione di oggi non corrisponde ancora al progetto finale, che prevede una superficie ulteriormente allargata, fino anche a 7-800 metri quadrati.

LO

Sempre alle Partenze, un’altra novità, appena inaugurata in primavera, è la libreria Giunti Al Punto . “Finora l’offerta di libri mancava, o era comunque limitata. Adesso abbiamo colmato questo vuoto e il punto vendita ci ha dato soddisfazione” commenta ancora Cragnoletti. E ancora, tra i negozi, ecco il brand Isola : un altro marchio di oggetti ispirati alla tradizione sarda, gestito insieme alla Regione Sardegna

soblu. Di fronte al wine bar prenderà forma un nuovo ristorante, che sarà uno dei fiori all’occhiello di quest’inverno dell’offerta, posizionandosi in un range medio alto. È stata da poco aggiudicata una gara per uno spazio, ancora affidato all’accoppiata Chef Express-Argiolas

Superficie: 47.600 mq

Posti auto: 1.560

Attività retail: 30

Attesa check-in: 2,28

minuti (media)

Attesa controlli: 90% sotto

i 6 minuti

Un’altra bella curiosità dello scalo è il Wine Bar Cagliari , che già esisteva, ma che è stato da poco rifatto, con l’aggiunta di più sedute e un nuovo menù. Si tratta di un format unico, gestito da Chef Express insieme all’etichetta di vini sarda Argiolas , in collaborazione con il Cagliari Calcio (da cui il nome). E infatti, accanto all’offerta di ristorazione, mette in vendita anche merchandising della squadra ros -

Non più wine bar, ma ristorazione vera e propria, con servizio al tavolo, e un menù ideato dallo chef Luigi Pomata, volto noto per il suo ristorante a Cagliari e per diverse apparizioni in tv. Lo chef strutturerà una proposta calda e fredda legata alla tradizione di Carloforte (Isola di San Pietro).

In fondo, “chiude” il molo imbarchi la proposta ben rodata, a gestione Chef Express, dei marchi combinati Gourmè e Lavazza , tra proposte dolci e salate in modalità take-away. Un punto vendita di fronte al quale, da un po’, sono stati installati anche gli utili totem salta-coda, per ordinare senza fare la fila alla cassa.

Lavori in corso dopo il walkthrough Tra libri e wine bar
SCALO IN NUMERI

Retail & Job

Èilpersonalechemancaolaristorazionechenonoffrepostidilavoroadeguati?

Momento complesso, quello che il nostro Paese sta attraversando, rispetto al mercato del lavoro. Situazioni contingenti come il Covid, seguite dagli aumenti del costo delle merci e dell’energia, hanno indubbiamente generato scenari non prevedibili. Ma ciò che sta accadendo ora appare quanto mai singolare. Si è di fronte a una realtà dove, da un lato, le aziende del settore food & beverage non trovano addetti; dall’altro, persone che lamentano posti di lavoro non in grado di offrire una retribuzione dignitosa e allineata con quanto stabilito dalla contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa. Dove sta il punto d’incontro?

Il nostro punto di vista è da considerarsi privilegiato per la posizione che rivestiamo, cioè quella di addetti ai lavori, che per scelta professionale seguono prevalentemente il mercato f&b. Siamo spettatori pertanto di anni di grande sviluppo, espansione e crescita, interrottisi bruscamente a febbraio 2020, lasciando lo scenario agli ammortizzatori sociali, come cassa integrazione in deroga o fis. Fortunatamente, a partire dalla primavera del 2022, sono ripartite le aperture, si sente parlare di nuovi brand, catene e progetti nella ristorazione organizzata.

I dati in possesso del nostro studio, riguardanti un palcoscenico di aziende della ristorazione presenti su tutto il territorio nazionale, sono in linea con quelli generali forniti dalle associazioni di categoria. Dati che ormai, sia per quanto riguarda l’assunzione di personale, sia rispetto alle nuove aperture, sono assimilabili al periodo pre Covid. Dunque, se da un lato abbiamo un parametro di riferimento positivo, che lascia intravedere un futuro prosperoso, dall’altro ci sono gli operatori che non trovano personale. E, se lo trovano, sono obbligati a un turnover molto più significativo che in passato. I motivi? Sono numerosi.

Ci troviamo di fronte a uno scenario più complesso e che richiede un approfondimento basato sul contesto socio economico che stiamo vivendo. La comparazione con il 2019 infatti è sicuramente corretta, ma il costo della vita in questi quattro anni ha subito un drastico aumento, portando quindi le persone a fare valutazioni più attente e significative sui costi di spostamento,

unitamente alle spese indirette di una vita lavorativa fuori dalle mura domestiche.

Il settore del f&b, poi, è per natura estraneo allo smart working. Nessun cameriere o chef può lavorare in remoto. Questo aspetto sicuramente ha fatto migrare personale del settore verso altri “nuovi impieghi”, che permettono una maggiore libertà. Unitamente a questi fattori, sappiamo che il costo del lavoro è uno dei tre pilastri che sorregge ogni bilancio del settore, pertanto aumenti che possano compensare quanto sopra esposto, non sarebbero poi sostenibili in un mercato che vedrebbe un effetto rebound importante sul prezzo di vendita, facendo fuoriuscire lo scontrino dai valori attesi. Infine, strumenti di sostegno al reddito o indennità di disoccupazione hanno rallentato molto l’offerta di personale precedentemente addetta in questi settori. Qual è la soluzione?

Il primo cambio di rotta dovrebbe partire da chi detiene il potere legislativo, poiché politiche attive del lavoro, unitamente a degli esoneri contributivi strutturati, potrebbero rappresentare il vero catalizzatore per porre fine totalmente all’annoso problema (aimè ancora vivo) del lavoro nero/grigio, nonché permettere alle imprese retribuzioni maggiormente attrattive.

L’aspetto economico non è l’unico elemento al riguardo. Molto transita anche per il confronto proattivo che deve esistere non solo fra datore di lavoro e lavoratore, ma fra persona e persona, individuo e individuo. Non dobbiamo in altri termini ignorare che l’attività f&b è considerata labour intensive, pertanto il saper ascoltare i propri dipendenti, i loro fabbisogni, le loro necessità (collegate a turni, orari magari ove possibile anche della flessibilità) può veramente essere uno strumento importante, per rapporti duraturi nel tempo ma soprattutto appaganti per entrambe le parti.

*Con questo primo contributo inauguriamo una rubrica fissa affidata allo studio Necchio, specializzato nella consulenza del lavoro per le aziende. Questo spazio offrirà ai lettori spunti riguardanti tributi, gestione del personale e tutto quanto ruota attorno al mondo del lavoro

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Dott. Alessandro Necchio, consulente del lavoro*

TORNANO GLI STRANIERI, ESTATE AL TOP PER GLI SCALI ITALIANI

Il lungo raggio, in testa gli Stati Uniti, permette agli hub italiani di centrare il recupero sul pre-pandemia.

Bergamo ormai “vede” i 16 milioni di pax. Napoli è a +15% sul 2019

Archiviamo un’estate dei record, in parte annunciata, per gli aeroporti italiani. Una stagione in cui la componente straniera ha avuto una parte determinante nel sollevare i dati. Adesso l’attenzione è già alla stagione invernale, dove gli scali sperano di mantenere le aspettative positive, che in molti casi descrivono già il 2023 come l’anno del recupero definitivo dei volumi pre-pandemia.

Mezzo milioni di americani a Fiumicino

Partendo dagli aeroporti più importanti, il mese di agosto ha registrato un vero e proprio boom per Roma Fiumicino Sono transitati 4,2 milioni di passeggeri, un risultato che si traduce in una crescita del 30% sullo stesso mese del 2022, ma anche in un +5% (per le tratte dirette point-to-point) rispetto ad agosto 2019. Gli arrivi dal Nord America sono stati determinanti, per il Leonardo da Vinci.

Nel solo mese di agosto, tra Stati Uniti, Canada e Messico si sono registrati 520mila passeggeri, trainati dal dollaro forte e dell’aumento dei voli diretti della programmazione estiva. Due milioni, invece, i transiti legati ai viaggiatori dell’area UE, con in testa tedeschi, francesi e spagnoli. Per quanto riguarda le partenze, tra le capitali europee più gettonate ci sono state Madrid, Parigi, Bruxelles. Più in generale, tra i passeggeri diretti verso destinazioni europee, il 25% si è recato in Spagna, il 15% in Francia, il 10% in Grecia, il 4% in Olanda. Come sarà l’autunno? A oggi, Fiumicino dichiara di aver recuperato circa il 95% dei volumi pre-Covid. Il 2025, con il Giubileo, sarà un anno cruciale, senz’altro con numeri in esplosione. Solo in quell’anno sono attesi nella Capitale almeno 30 milioni di fedeli in pellegrinaggio. Ma ci sono ottime aspettative già per la “winter” 20232024, che prevede un aumento delle

frequenze e l’attivazione di nuove tratte, come Rio de Janeiro (con Ita), Varsavia (con Lot), Bordeaux (con Volotea), Verona, Cuneo e Crotone (con Skyalps), Ancona (con Air Italia).

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A.L. AEROPORTI | Traffico
Fiumicino si scalda per il Giubileo. Lo scalo di Roma Fiumicino si conferma il più trafficato

IL TRAFFICO PASSEGGERI GENNAIO-LUGLIO

Fonte: Assaeroporti

A Milano è cresciuto lo scontrino medio

Spostandoci nell’altro grande polo aeroportuale italiano, quello di Sea Milano, proseguono le note positive. Secondo quanto dichiarato alla stampa dal management, il bimestre luglio agosto ha fatto registrare volumi nel complesso superiori di qualche punto percentuale rispetto al 2019. Agosto ha fatto +3%. E se il 2022 era stato trainato soprattutto dal turismo domestico, dunque le tratte dominate dalle low cost, in questa stagione si è verificato finalmente un forte rimbalzo del lungo raggio. Questo segmento è passato dal -30% di agosto

FOCUS SU AGOSTO

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PASSEGGERI %
2022 %
2019 1 Roma Fiumicino 22.082.574 48,1 -11,6 2 Milano Malpensa 14.555.172 28,8 -5,3 3 Bergamo 9.133.858 28,0 16,8 4 Napoli 7.091.557 18,4 15,8 5 Venezia 6.460.850 32,2 -1,4 6 Catania 5.903.112 7,8 2,2 7 Bologna 5.656.107 22,1 5,4 8 Milano Linate 5.354.005 31,3 6,1 9 Palermo 4.591.588 14,8 15,7 10 Bari 3.711.887 9,8 19,7 11 Pisa 2.870.424 17,1 -6,1 12 Cagliari 2.706.994 13,7 3,8 13 Torino 2.683.439 14,8 13,6 14 Roma Ciampino 2.276.121 19,2 -33,4 15 Verona 1.947.022 21,6 -5,6 16 Brindisi 1.800.934 5,7 19,3 17 Treviso 1.769.407 23,7 -8,5 18 Olbia 1.723.666 3,9 6,3 19 Firenze 1.698.292 45,2 4,6 20 Lamezia Terme 1.647.370 15,8 -0,2 21 ALTRI 5.078.044 TOTALI 110.742.423 26,0 0,6
AEROPORTO
vs
vs
Scalo Pax in milioni Note ADR - ROMA 4,2 Rialzo del 5% su agosto 2019 SEA MILANO 2,5 Circa il 3% sopra il pre Covid BERGAMO 1,5 Il migliore di sempre NAPOLI 1,47 Dato superiore ad agosto 2019 VENEZIA 1,2 Ancora qualche punto sotto agosto 2019 BOLOGNA 1,05 Cresce del 15% su agosto 2019 PALERMO 905mila Più 13% su agosto 2022 TOSCANA AEROPORTI Pisa e Firenze 942mila Almeno il 4% sopra agosto 2019

2022 a -8% quest’anno, nei confronti dello stesso mese 2019. Ed è anche migliorato di qualche punto il tasso medio di riempimento dei voli, passato dal 78% del 2019 all’81% odierno. Con punte positive su alcune destinazioni. Le Americhe hanno avuto tassi di riempimento sopra il 90%, con Chicago e San Paolo addirittura al 95%. Persino la Cina, che si è riaperta nei confronti del mondo ma ancora a ritmi bassi, presenta sorprese: tra Malpensa e la Cina agosto ha chiuso con un +8% sul 2019. E dalle considerazioni di Sea, rispetto all’estate appena trascorsa, emergono dati interessanti sul comportante dei passeggeri a livello di disposizione alla spesa nello scalo. Nei primi otto mesi dell’anno, negli scali milanesi in media lo scontrino è aumentato del 16% rispetto al 2019. Quindi, al netto dell’inflazione che senz’altro ha comportato una crescita dei prezzi nei negozi e nei ristoranti, si attesta una maggiore propensione alla spesa. Dovuta, in parte, alla maggior presenza di traffico internazionale ed extra europeo. Ma anche in virtù di un’offerta retail & food migliorata e sempre più in linea con le richieste della clientela.

Bergamo: volumi da grande città

anche essere proporzionato rispetto al numero di abitanti, ma è decisamente sottostimato considerando l’importanza dell’aeroporto.

Il Nord Est

GENOVA

Numeri ok anche per l’aeroporto di Genova: nei primi otto mesi dell’anno il traffico nazionale è aumentato del 5% e quello internazionale del 20% rispetto al 2022

Anche Perugia vuole diventare grande

Fino a qualche anno fa, in Italia, il dibattito sui trasporti faceva emergere la presenza eccessiva di tanti piccoli scali diffusi sul territorio. E la necessità di accorpamenti. Una filosofia decisamente tramontata, oggi che il turismo è ripartito, ma le strade di collegamento verso i grandi hub (sia in treno sia in autostrada) sono ancora pochi e lenti. Meglio, quindi, avere l’aeroporto vicino a casa. E così anche lo scalo di Perugia continua a macinare record. Il San Francesco d’Assisi ha conteggiato oltre 373mila transiti nel periodo gennaio-agosto, superando il 2022. Mentre ad agosto, per la prima volta, sono stati superati i 70mila. E così, anche in Umbria, la Giunta regionale è pronta a disporre nuovi investimenti per stendere un piano industriale di lungo periodo e far crescere lo scalo.

Restando in Lombardia, l’estate di Bergamo-Orio al Serio si è chiusa con oltre 4 milioni e mezzo di passeggeri. In particolare, agosto 2023 è stato il migliore della storia, con oltre 1,5 milioni di passeggeri. Nel 2019 erano stati 1,38 milioni. Nel complesso, nei primi 8 mesi mesi del 2023 Orio ha così toccato quota 10,7 milioni di passeggeri, un milione e mezzo in più del 2019. Con ogni probabilità, quindi, Orio può considerare archiviato il periodo pre-pandemia e fissare l’asticella del 2023 come nuova soglia da battere per il futuro. Per fine anno le previsioni parlano di superare quota 16 milioni di passeggeri. Una vera enormità, che conferma la funzione strategica dell’aeroporto orobico, capace di catturare segmenti di clientela vari per tipologia (business e leisure) e per provenienza territoriale. Sacbo , la società di gestione, spera adesso che proseguano a ritmo serrato i lavori relativi all’accessibilità, dal momento che in estate, nei giorni di punta, le code di auto sono state frequenti. Si attende l’apertura dell’ingresso stradale da est, che dovrebbe essere pronto all’inizio del 2024, mentre occorrerà aspettare almeno il 2026 per realizzare il collegamento ferroviario diretto verso lo scalo, sia da Bergamo sia Milano. E ancora, sarebbe necessario sbloccare la concessione di nuove licenze di taxi nel Comune di Bergamo, il cui numero può

Il Polo Aeroportuale Nordest (Venezia, Treviso, Verona e Brescia), ha movimentato oltre 12,1 milioni di passeggeri nei primi 8 mesi del 2023, con un recupero del 96% del traffico del corrispondente periodo del 2019. Nel mese di agosto sono stati registrati oltre 1,9 milioni di passeggeri (93% del traffico di agosto 2019). L’aeroporto di Venezia ha registrato quasi 7,7 milioni di passeggeri tra gennaio e agosto e 1,2 milioni ad agosto. Il recupero del traffico 2019 è stato del 93% nel mese e del 98% a progressivo. Il mercato domestico è stato il primo mercato di riferimento nel mese, con oltre 250 mila passeggeri. Principali mercati internazionali sono stati Gran Bretagna, Spagna, Francia e Germania. Parigi, Barcellona e Madrid sono state le destinazioni preferite nel corso del mese. Oltre 300mila passeggeri hanno volato direttamente tra Venezia e il Nord America nei primi 8 mesi del 2023 (Atlanta, New York JFK, Newark, Philadelphia, Montreal, Toronto). L’aeroporto di Verona ha gestito oltre 450mila passeggeri nel mese di agosto e 2,4 milioni nei primi 8 mesi dell’anno. Il recupero dei volumi di traffico del 2019 è stato del 92% nel mese e del 94% a progressivo. Principale mercato dello scalo veronese si è confermato il mercato domestico, con oltre 170mila passeggeri nel mese (38% del traffico complessivo), seguito dal mercato inglese e da Germania, Grecia, Albania ed Egitto. Lo scalo di Treviso ha movimentato oltre 2 milioni di passeggeri da inizio anno e oltre 290mila nel mese di agosto, già in linea con i numeri 2019.

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Venezia ha beneficiato del ritorno dei diretti dagli Stati Uniti Per l’aeroporto di Bergamo agosto 2013 ha segnato il record di sempre: 1,5 milioni di passeggeri.

Numeri ok per Bologna e la Toscana

Anche Toscana Aeroporti, nel corso della comunicazione sulla semestrale, ha diffuso ottimi dati relativi all’estate. Il polo che gestisce gli aeroporti di Pisa e Firenze ha dichiarato ad agosto una crescita del 16,7% anno su anno e del 4,1% rispetto ad agosto 2019. Un dato, dunque, che mostra un’accelerazione impressa al traffico durante l’estate, visto che nel primo semestre il recupero sul pre-Covid si fermava al 95%. Brinda ai dati anche il Marconi di Bologna , che dopo luglio, anche ad agosto riesce a superare la soglia del milione di passeggeri, che rappresenta una crescita del 15,9% su agosto 2019 e del 10,8% su agosto del 2022. A crescere in maniera significativa, soprattutto rispetto al periodo precedente la pandemia, sono stati i passeggeri su voli nazionali (261.296, +46,2% su agosto 2019 e +9,1% su agosto 2022), ma

Puglia: maxi piano di investimenti fino al 2028

In estate, Aeroporti di Puglia , la società di gestione degli scali di Bari e Brindisi, ha presentato ad azionisti e stakeholder il piano strategico 2023-2028, che poggia su risorse ingenti: 270 milioni di euro, di cui 151 destinati alle infrastrutture, 70 alla sostenibilità e 49 alla digitalizzazione. Almeno secondo le previsioni, questo dovrebbe portare a 1,15 milioni di presenze turistiche straniere in più ogni anno, a partire dal 2035, che riverseranno sul territorio un incremento di spesa stimato in 700milioni di euro. Il traffico passeggeri entro il 2035 registrerà un aumento del 53% rispetto al 2022. Bari avrà una crescita media del 3,4%, Brindisi del 2,9% e una parte importante del piano riguarda il potenziamento dello scalo di Foggia (ipotesi di 200mila passeggeri annui) che secondo l’amministrazione regionale potrebbe catturare una fetta di utenza anche dalle regioni limitrofe, per esempio il Molise. Per quanto riguarda l’andamento attuale, nel periodo gennaio-luglio il traffico è stato pari a 5,4 milioni di passeggeri, con Bari a 3,7 e circa 1,7 a Brindisi. In deciso aumento il traffico internazionale (+15% nel mese di luglio), mentre in realtà gli utenti domestici sono leggermente scesi rispetto al 2022.

hanno registrato incrementi importanti anche quelli internazionali (798.557, +8,6 sul 2019 e +11,4% sul 2022). Da Bologna, le destinazioni più “volate” di agosto sono state: Catania, Barcellona e Palermo ai primi tre posti, seguite da Tirana, Brindisi, Madrid, Olbia, Londra Heathrow, Parigi De Gaulle e Trapani. Nei primi otto mesi del 2023 i passeggeri complessivi sono stati 6.709.504, in aumento del 6,9% sullo stesso periodo del 2019 e del 20,2% sullo stesso periodo del 2022.

Palermo tratta per riportare il diretto su New York

Altro agosto record, questa volta al Falcone-Borsellino di Palermo . Rispetto allo stesso mese del 2022 crescono i passeggeri in transito (+13,52%), il numero dei voli (+10,84%) e la media dei viaggiatori su ogni aereo (143 persone contro 140). “Un risultato di grande rilievo per il traffico aeroportuale di Palermo” afferma Natale Chieppa , direttore generale di Gesap , la società di gestione dello scalo aereo palermitano. “Per la seconda volta consecutiva è stata superata la soglia di 900 mila passeggeri. E mentre sullo scorso luglio si erano sommati circa 55 mila passeggeri dei voli ex Catania, per il mese di agosto il traffico è esclusivamente dovuto alle performance dello scalo di Palermo”. Da gennaio ad agosto di quest’anno i viaggiatori dal Falcone Borsellino sono stati 5.483.747,

NAPOLI STRAVINCE SUL COVID

Lo scalo di Napoli Capodichino dovrebbe raggiungere 1,47 milioni di passeggeri come dato di agosto. Al momento di andare in stampa, si tratta ancora di una stima. Ma la differenza sarà di poche migliaia rispetto al resoconto ufficiale. Si tratta di un risultato eccezionale, molto superiore allo stesso mese del 2019, che si era fermato a 1,18 milioni. Il dato conferma quanto già visto sui dati progressivi gennaio-luglio, che confermano un recupero addirittura del 15% rispetto al 2019. Intanto lo scalo è stato inserito tra i primi cinque del 2023, assieme a Bruxelles, Praga, Fukuoka e Budapest, nell’ambito del “World Routes Award”.

il 14,65% in più sui primi otto mesi del 2022. In evidenza la crescita del traffico internazionale, che ha inciso per il 37% sul totale di agosto e del 30,5 per cento sull’anno. Intanto, la società di gestione fa sapere di essere in trattativa con una compagnia aerea per tentare di riattivare il volo diretto con New York. Da segnalare anche l’ottimo andamento di Trapani, che a settembre ha festeggiato il traguardo del milione di passeggeri in transito da inizio anno. Restando al Sud, agosto positivo per il sistema aeroportuale calabrese, con un aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2022.

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Ryanair è il vettore con la quota di mercato maggiore in Italia

dicato una migliore gestione degli spazi con impegni più stringenti per rinnovi e restyling, almeno pari a quanto viene richiesto ai brand contrattualmente. Infine Nappi ha presentato un nuovo progetto ad uso misto, a due passi dalla stazione di Napoli Centrale, vicino alla fase di commercializzazione, che darà nuovo impulso al retail.

Shopping center in via di trasformazione

I CENTRI COMMERCIALI VISTI DAI DIRETTORI: FORMAZIONE E ADDIO ALLE CONSUETUDINI

Lo scorso 27 settembre, presso il centro commerciale Vulcano Buono di Nola, si è svolto l’evento organizzato da ADCC (Associazione Direttori Centri Commerciali) e supportato da CNCC (Consiglio Nazionale Centri Commerciali), con la media partnership di retail&food. La mattinata, moderata dal nostro direttore Andrea Aiello, ha visto susseguirsi sul palco numerosi relatori, tra cui presidenti delle associazioni, tenant, developer, landlord. La filiera al completo, escluse le proprietà. L’evento ha raccolto una straordinaria adesione di pubblico, tanto da rendere necessario l’utilizzo del cinema multisala per accogliere gli oltre 200 ospiti accreditati.

Associazioni con obiettivi comuni

Dopo i saluti iniziali di Gaetano Graziano, Vice Presidente ADCC e anima propulsiva dell’associazione, La mattinata è stata fitta di interventi, che hanno testimoniato innanzitutto la straordinaria vicinanza tra ADCC e CNCC, attive su due lati della stessa medaglia, come espresso chiaramente dai presidenti delle due associazioni, Stefano Pessina e Roberto Zoia Cruciale il ruolo del direttore dei centri, figura sul territorio che meglio di chiunque altro può conoscere e interpretare le esigenze e le opportunità locali. Ma che in alcuni casi si trova limitato nelle autonomie o nelle competenze. Per questo il tema della formazione – su cui le due associazioni hanno già attivato un percorso post laurea con l’Università Cattolica di Milano – è centrale per il comparto. Occorre più formazione per accrescere le competenze e la capacità di incidere su valutazioni e scelte.

Molto dibattuta la prima delle due tavole rotonde della mattinata, che ha visto avvicendarsi gli interventi di Luca Nasi, Direttore Generale di Arcus Rreal Estate, Salvatore Colella, Owner di Alcott, Gianni Sorbino, AD di Sorbino, Francesco Furino, AD di Vulcano Buono, Carmine Nappi, Ceo di Fingestim. Il confronto tra le attività e le richieste che tanant e landlord si aspettano reciprocamente, verte sostanzialmente su un adeguamento dei contratti che, come ha sottolineato con forza Francesco Furino, sono spesso replicati per “consuetudine” ma senza aderenza con l’attualità e con le necessità.

L’area campana, di Nola in particolare, è una delle capitali italiane del retail, con decine di aziende e brand fashion. Si stima che il 30% delle vetrine dei centri commerciali italiani derivi da aziende con sede in questo territorio

È emersa la necessità di operare in ottica win win con una maggiore e migliore condivisione dei dati, come già spesso avviene negli outelt, ben rappresentati da Luca Nasi, citati spesso ad esempio di pratiche virtuose per la relazione tra proprietà e brand. Mentre Salvatore Colella e Gianni Sorbino, in rappresentanza dei tanti retailer presenti in sala, hanno chiesto maggiore impegno alle proprietà per la promozione di attività di intrattenimento ed esperienza per i clienti, migliorando la connessione col territorio e con iniziative ed eventi promossi localmente da attori pubblici e privati. Ma hanno anche riven-

Nel secondo tavolo hanno invece preso la parola Ferdinando Grimaldi, Presidente CIS Nola, Roberto Bramati, Vice Presidente CNCC e Presidente di Spazio Futuro, Mauro Abruzzese, Ceo di OCM International. Grimaldi ha illustrato i numeri del CIS, l’hub italiano più importante per il fashion retail. Una realtà con qualità e quantità poco raccontate ma in grado di accogliere e promuovere molto di più. Ad Abruzzese il compito di illustrare il mondo dei centri commerciale nei Balcani, e in particolare in Kosovo, mentre Bramati ha ricordato le tante attività e iniziative svolte da CNCC in favore dei retailer e l’assoluta apertura dell’associazione ad operare fianco a fianco ai brand per qualificare sempre più l’offerta food e di intrattenimento dei centri. Mentre le conclusioni sono state affidate a Roberto Pacifico, giornalista di Mark Up, Sonia Coppolaro, Business Developer YAW Media Builders, Massimo Lucidi, Presidente di Fondazione E-Novation, e Paolo Putrino, Segretario ADCC. Che hanno impeccabilmente tirato le fila della mattinata, prima di invitare gli ospiti al networking light lunch. Infine segnaliamo la bella iniziativa presenta da Sonia Coppolaro che, in accordo con ADCC e la sua agenzia, sta realizzando “Parole, Opere, Missioni” un format di interviste ai direttori dei centri commerciali che retail&food rilancerà sulle sue piattaforme digitali e canali social. L’evento di Nola ha dimostrato la vivacità del Sud e la qualità degli operatori della filiera retail. Come sottolineato anche nell’editoriale di questo numero. Un’area che merita decisamente più attenzione, in ragione delle tante opportunità presenti.

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Il rapporto tra tenant e landlord, e le strade per operare insieme, sono stati al centro di un convegno al Vulcano Buono di Nola che ha raccolto la partecipazione di numerosi esponenti del settore
EVENTI | Adcc
Red.
L’appello dei tenant: occorre un’ottica “win-win”
CAMPANIA

ANNA PARELLo, CONSULENTE MARKETING & COMUNICAZIONE PER L’ORTOFRUTTA

“Ortofrutta cara? Ma dai!”. I tormentoni hanno il potere di restare impressi e diventare pian piano parte dei nostri pensieri e Anna Parello, sui social, ne ha creato uno curioso e utile pubblicando gli scontrini di frutta e verdura e proponendo ricette casalinghe a base vegetale, dal costo basso e il risultato eccellente. Dopo la laurea in Scienze Agrarie, conseguita all’Università di Bologna alla fine degli anni Ottanta, la dottoressa agronoma Parello ha iniziato a lavorare – e ad amare – il mondo dell’ortofrutta collaborando con l’Università e con i privati per la valorizzazione

teatri, per le strade, coinvolgendo anche agronomi e chef. Dal 2016 Anna è una consulente freelance, si occupa di progettazione e scrive per testate specializzate. È consigliera dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Bologna e socia fondatrice dell’Associazione nazionale “Le Donne dell’ortofrutta”. Noi la ringraziamo per averci raccontato di sé e per le ricette che ci regala ogni giorno, ricordandoci quanto sia bello - e facile - nutrirsi in modo sano, semplice e senza spendere troppo.

Parto dalle Scuse, che faccio alla me brillante per tutte le volte che le ho tarpato le ali, dando ascolto alla me timorosa di lasciare la comfort zone e di volare. Preferisco concentrarmi sui Grazie, che sono bombe di positività e dinamismo, attivano empatia, autostima, maggior impegno.

Il primo grazie è per alcuni fornitori di fiducia, quelli che ti insegnano tanto, tecnicamente e umanamente. Un grazie sentito a B.F., M.G., M.L., F.S.

Un altro grazie importante al Professor F.A. per avermi insegnato la cura della ricerca delle fonti e dell’analisi dei dati. E poi alla mia amica scomparsa prematuramente A.M. e a G.S., per avermi aiutata nel delicato passaggio da consulente in un’agenzia a consulente freelance. I primi incarichi sono arrivati grazie al loro passaparola. Grazie alle mie 3A, mio marito e i miei figli, che mi appoggiano nei sogni e mi sostengono nelle paure.

di frutti e verdure. Ha supportato i primi passi di brand come Zespri e Pink Lady e gestito le prime promozioni nei reparti dei supermercati, nei mercati all’ingrosso, nei

Grazie alle Donne dell’ortofrutta: una rete di relazioni umane che si è rivelata preziosa nei momenti di solitudine da smart working. Grazie alla mia amica ex collega M.P. per le tante risate fatte insieme, per aver contribuito a farmi andare per anni al lavoro con gioia. Infine, grazie a tutti i clienti che si sono affidati e che si affideranno a una consulente donna in un settore dominato da uomini e agenzie.

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A cura di Beatrice Ramazzotti ANNA PARELLO

GRANDE DISTRIBUZIONE. PROVE DI UNITÀ, DI STRATEGIA E DI AUTOREVOLEZZA

Il patto anti inflazione, al di là dei risultati che produrrà concretamente, dimostra che un comparto economico vale ed è ascoltato se dimostra di sapersi rappresentare unito in tutte le sue componenti. La polemica sul cosiddetto “caro carrello” e sulle performance economiche “stratosferiche” della GDO facevano presagire una messa in mora dell’intero settore che, per ora, è stata sventata. Il consumatore si ferma allo scontrino. Non vede i listini ballerini dell’industria.

L’esperienza da trarre da questa vicenda è che una federazione che raggruppi tutta la Grande distribuzione non può che essere, ancora di più, un obiettivo irrinunciabile. I “mal di pancia” della vecchia guardia cresciuta nelle guerricciole tra insegne e il fatalismo di chi, pur comprendendo il problema, è scettico sugli altri compagni di strada, dovrebbero lasciare il campo a nuovi leader in grado di condividere una visione comu-

ne. Per questo insisto spesso sulle analogie e sugli esempi dei nostri cugini francesi.

L’esempio francese

Alexandre Bompard, Ceo di Carrefour è, da poco presidente della Fédération du Commerce et de la Distribution (FDC), l’associazione che riunisce la maggior parte dei grandi marchi della distribuzione alimentare francese, compresa quella specializzata. È subentrato a François Bouriez, co-amministratore delegato del gruppo Cora-Louis Delhaize, che ricopriva questa carica dal 2011. Su LinkedIn, una volta eletto, si è subito dichiarato “onorato di questa nomina e ha paragonato il suo impegno per la FDC a quello che già contraddistingue Carrefour: “In un’epoca di inflazione galoppante, di trasformazione digitale e di lotta al cambiamento climatico, le battaglie sono numerose. E sono da tempo le

nostre in Carrefour. Sono entusiasta all’idea di affrontarle con tutti i membri della FDC”. È necessario partire da qui per capire le ragioni che hanno spinto Carrefour e il suo Ceo a diventare la punta di diamante nell’interlocuzione con il Governo francese sul patto anti

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GDO | Mercato
di Mario Sassi, senior advisor e blogger Alexandre Bombard, Ceo Carrefour

inflazione e contro le resistenze di una parte dell’industria denunciando anche la skrinflation nei propri punti vendita. Alexandre Bompard è un top manager che ha ridato un’immagine vincente a Carrefour togliendola dalle sabbie mobili di una crisi che sembrava irreversibile, è un top manager riconosciuto, interlocutore della politica francese e un leader nel comparto. La Fédération du Commerce et de la Distribution (FCD) rappresenta le imprese della distribuzione prevalentemente alimentare. Questo settore conta oltre 700.000 posti di lavoro, 2.000 ipermercati, 5.702 supermercati, 4.605 hard discount e 17.000 minimarket, ovvero circa 30.000 punti vendita per un volume d’affari di 200 miliardi di euro. Interviene in particolare nei settori della sicurezza alimentare, dello sviluppo sostenibile, delle relazioni economiche (PMI, industriali, settori agricoli), dei rapporti con le parti sociali e dei temi legati alla pianificazione territoriale e all’urbanistica commerciale. Il comparto oltralpe vanta 4 realtà tra le prime 25 nel mondo con il 40% del fatturato prodotto all’estero e il 70% degli acquisti nel Paese viene fatto tra le insegne associate (dal sito FCD). Con questo biglietto da visita e con le opportunità create sul piano occupazionale, ambientale, sociale e di sostegno alle produzioni nazionali la GDO francese, parte del terziario di mercato, non si sente seconda a nessuno. L’autorevolezza parte da qui.

scelto Confcommercio che resta uno degli interlocutori privilegiati di questo Governo (insieme a Confindustria e Coldiretti). Federdistribuzione, a sua volta, raggruppa la stragrande maggioranza delle insegne, Confesercenti qualche realtà locale e, infine, Confimprese raggruppa ulteriori realtà importanti presenti nel retail, con un taglio associativo più trasversale. Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione sono titolari di un contratto nazionale. Le prime due di natura confederale, con il quale vanno ben oltre il commercio in senso stretto, la terza esclusivamente di comparto. Aggiungo che Amazon aderisce a Conftrasporto in Italia, che fa parte di Confcommercio, mentre in Europa è in Eurocommerce insieme a Confcommercio e a Federdistribuzione. Infine alcune realtà della GDO, pur in Federdistribuzione, si muovono in sintonia con Confcommercio a livello locale utilizzandone i servizi associativi. Il mondo dei discount è in parte in Federdistribuzione e in parte fuori. Un quadro abbastanza complesso che toglie inevitabilmente peso a ciascuna associazione distribuendolo in perimetri a volte convergenti e a volte rissosi impegnati a riaffermare una reciproca visibilità.

presidenze deboli, appare propedeutica a successivi passaggi di convergenza unitaria. Era anche nel mandato di chi lo ha preceduto ma non è successo nulla. Il percorso intelligente e unitario delle associazioni che ha portato al “patto” è però lì a dimostrare che la “trappola” di non fare nulla sull’inflazione, per poi scaricare sulla GDO l’insensibilità sociale, è stata brillantemente evitata.

In Italia le aziende della GDO sono distribuite in diverse associazioni. La prima e la seconda impresa del comparto (Conad e Coop) fanno vita a sé con ANCD e ANCC, le associazioni che ne rappresentano gli interessi. La prima, poi, ha

Se dovessimo semplicemente sommare gli occupati dichiarati da ciascuna associazione di rappresentare avremmo numeri completamente starati rispetto alla realtà. Questa è una delle ragioni che tiene lontano i pur lodevoli tentativi del CNEL di certificarne la reale rappresentatività. Oltre alla certificazione della provenienza delle rispettive entrate. L’altra ragione è che certificare “chi rappresenta chi” è materia complessa. Nel terziario di mercato, quindi nel commercio, Confcommercio è sicuramente la più titolata ma non è così nei sotto settori specifici. Nessuna quindi può vantare una maggioranza assoluta. Aggiungo che in questa sovrapposizione di ruoli la cosiddetta contrattazione “pirata” aumenta la sua presa a livello locale o di insegna. Un guazzabuglio di difficile soluzione. L’unità e l’autorevolezza espressa dalla propria leadership sono elementi fondamentali in tempi come questi. L’esempio francese è lì a dimostrarlo. La scelta di Carlo Alberto Buttarelli alla guida di Federdistribuzione, oltreché finalmente azzeccata dopo una serie di

L’industria si è trovata di fronte una GDO diversa. Meno propensa a cedere, come al solito, sul piano collettivo per limitarsi a lucrare “sottobanco” a livello di singola insegna. Non c’è stato uno scontro frontale per due ragioni. Innanzitutto perché l’industria si è riallineata, pur a modo suo. E la seconda perché la GDO non ha affondato il colpo stigmatizzando gli esempi più evidenti di scorrettezza sui prezzi o cavalcando la skrinflation se non con qualche “puntura di spillo” sui social e in modo assolutamente generico. Per dirla con il Manzoni “il coraggio uno non se lo può dare”. Al contrario di Carrefour in Francia che non ha esitato ad intestarsi lo scontro. Qui da noi le rispettive convenienze tra buyer e interlocutori industriali hanno consigliato di abbozzare. Un tatticismo che però non ha convinto fino in fondo i consumatori. E lo si è visto dalle reazioni in rete. Se un’azienda diminuisce la quantità ma non lo dichiara e l’insegna GDO tace, qualcosa suggerisce che c’è un idem sentire (un convenienza reciproca a vendere comunque quel prodotto) difficile da negare. Interessi di insegna, interessi di comparto e di filiera devono comunque trovare nuove sintesi. È più passa il tempo più cresce la consapevolezza che pur lunga e complessa, quella intrapresa, è la strada giusta.

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Italia, tante sigle, ognuna il suo contratto
Difficile calcolarne il peso reale
Scontro con l’industria, si o no? Carlo Alberto Buttarelli, presidente Federdistribuzione Marco Pedroni, presidente Ancc-Coop

Focus Franchising a cura di Massimo Barbieri, titolare di SOFI

Il valore strategico del locale “piccolo”, ma che produce

“We have to be better, not just bigger”. Era il 2003 ed il Ceo di McDonald’s, Jim Cantalupo, esprimeva con queste semplici parole un concetto valido ancora oggi. Non serve perseguire la crescita numerica della catena fine a sé stessa se questa non porta con sé profittabilità. “Growth comes from being better” aggiungeva. L’affermazione di Cantalutpo può essere letta ad almeno due livelli: uno riguarda la numerica dell’intera catena, l’altra le dimensioni dei punti vendita. Una curiosità: negli anni di maggiore sviluppo McDonald’s era arrivata ad aprire qualcosa come 3 mila punti vendita all’anno, come dire uno ogni 4 ore. In questo articolo ci soffermiamo sul secondo aspetto, le dimensioni dei locali, ed osserveremo come si stanno muovendo le principali catene di ristorazione.

McDonald’s, precursore, già a suo tempo aveva battezzato il concetto di “satellite”: locali più piccoli della media, che richiedono quindi minori investimenti e consentono di raggiungere una presenza capillare nel territorio. Soprattutto – ecco cosa conta per l’investitore, che sia la casa madre, che sia il franchisee – locali il cui rapporto tra vendite, margini e Capex rende comunque interessante l’investimento. McDonald’s aveva anche creato il concetto di “chiosco”, diffusissimo per esempio in Brasile, una declinazione ancora più piccola

li (che a volte hanno un’offerta ridotta rispetto a quella completa), comportano investimenti meno impegnativi, ma se ben posizionati offrono ROI interessanti, in un mercato in cui i cambiamenti sono sempre più veloci ed i clienti sempre più esigenti e alla ricerca di novità. E nel caso di relocation comportano spese ancora minori. Ce lo conferma Vincenzo Ferrieri, AD di Gioia Group e Presidente di UBRI: “In questa anni di grandi riduzione dei margini dei nostri progetti, dovuti soprattutto a dinamiche congiunturali, la scelta della “giusta” location diventa sempre più la chiave del successo di un format di ristorazione. Tutti noi abbiamo imparato che non conta più il numero di aperture in un anno, ma quante di queste siano in grado di generare cassa e creare profitto. Oggi fattori come delivery, smart working e south working hanno cambiato le dinamiche dello sviluppo delle nostre aziende portandoci a rivalutare location più piccole, ma più capillari, in modo da avere una buona capacità di gestire l’altalenarsi dei flussi di fatturato.”

Quali esempi abbiamo oggi, in Italia, che vanno in questa direzione? Tra i primi ad avere percorso questa strada ricordiamo Old Wild West, con la declinazione “express”. Dispensa Emilia ha lanciato il “chiosco”, che a volte vive di vita autonoma (ex: centro commerciale Elnos, a Brescia), a volte può essere trovato in un centro commerciale in cui c’è anche lo store standard. Rossopomodoro, oltre al formato standard, offre anche La Bottega (la prima è stata aperta alla Stazione Termini di Roma). Billy Tacos è la declinazione piccola di Calavera. Ben tre le declinazioni di Lowengrube: la Stube, che è la birreria standard, il Klein (presente per esempio all’aeroporto di Cagliari, qui il Franchisee è Chef Express) ed il Wagen. Panino Giusto ha lanciato il format Panino Giusto To Go. In occasione del kick off del progetto franchising, miscusi ha presentato il format più piccolo “miscusi fast good”. Anche Doppio Malto dall’anno scorso sta aprendo locali più piccoli, come il secondo di Verona ed alcuni a Milano, e sempre a Milano anche Burger King si sta muovendo in questa direzione.

del satellite. Gli archi dorati sono così riusciti ad aprire la strada, poi seguita anche da altri, verso una presenza capillare in location particolari, come musei, ospedali, stazioni di polizia, supermercati (grazie ad un accordo con Walmart, in Italia qualcosa di simile era stato siglato con Upim), stazioni di servizio (grazie ad un accordo con Chevron, Agip/ENI in Italia), parchi divertimento (come Aquafan, Mirabilandia), etc…

C’è poi un’ulteriore considerazione da fare: locali picco-

A conferma del trend che vede in forte sviluppo le declinazioni di dimensioni più contenute, registriamo, più in generale, il continuo sviluppo nel primo semestre dell’anno di format piccoli, come per esempio Alice Pizza, La Piadineria, Capatoast, Kebhouze. Il Salone del Franchising che avrà luogo a Milano tra il 19 ed il 21 Ottobre sarà un importante appuntamento per ascoltare direttamente dai protagonisti le ultime novità.

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margini
Massimo Barbieri

Ethos lancia Ethosland, progetto green finanziato dai centri commerciali del Gruppo

Il Gruppo Ethos ha presentato i primi risultati di Ethosland, un’iniziativa lanciata lo scorso giugno che segna un punto di svolta per la Consulting Company partecipata da Conad Adriatico e PAC2000A. Il progetto, interamente finanziato dai 22 centri commerciali gestiti dal Gruppo, prevede la messa a dimora di 1.000 giovani piante in due vaste aree del Comune di Pineto (TE) nel mese di ottobre 2023, e altre 1.000 nei 22 comuni partner del progetto, per un totale di 2.000 nuovi alberi. Le amministrazioni comunali acconsentono alla concessione gratuita del patrocinio per la piantumazione di circa 45 piantine pro-capite concedendo l’uso gratuito di aree comunali, incaricandosi poi della loro manutenzione ed irrigazione. Ethosland coinvolge anche le scuole primarie del territorio attraverso contest e buoni spesa in palio. Gli altri interventi, nei 22 comuni aderenti ad Ethosland, verranno effettuati verso febbraio/marzo 2024.

Biova a caccia di finanziatori per creare nuove Surplus Treatment Unit

La startup Biova ha appena avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd per finanziare i propri progetti a favore di una maggiore sostenibilità della filiera alimentare. L’obiettivo minimo di raccolta di 400 mila euro sarà utilizzato per espandere la propria capacità di recuperare invenduti, tramite la creazione di unità denominate Surplus Treatment Unit, veri e propri centri di stoccaggio e trasformazione dei surplus alimentari in nuove materie prime. Nata nel 2019 a Torino, Biova è stata fondata da Franco Dipietro ed Emanuela Barbano, passando da concept a prodotto sugli scaffali della GDO in pochi mesi. Tra i clienti di Biova Project figurano marchi come COOP Nord Ovest, Carrefour, Eataly, Ikea Italia, Capatoast, Getir, Cortilia, Riso Gallo, Pasta Berruto, Consorzio Prosciutto di Parma.

Un nuovo piano di sostenibilità per Inditex

Il Gruppo Inditex ha approvato un nuovo piano di sostenibilità. Obiettivo: una riduzione delle emissioni di oltre il 50% nel 2030 ed emissioni neutre nel 2040. Il gruppo spagnolo seguirà quattro linee d’azione prioritarie: l’utilizzo di 100% di materiali tessili a minor impatto ambientale entro il 2030 (attraverso il riciclo, fibre di nuova generazione e da agricoltura biologica e rigenerativa); sviluppo di progetti per proteggere, ripristinare o rigenerare fino a cinque milioni di ettari di terreno e contribuire a migliorare la biodiversità; promozione del piano di trasformazione della filiera dal punto di vista sociale, attraverso la strategia ‘Il lavoratore al centro’, che promuove il benessere e l’empowerment delle persone; estensione delle iniziative di circolarità come Zara Pre-Owned, la pionieristica piattaforma che offre servizi di circolarità, come riparazioni, vendita tra clienti e donazioni.

Prénatal insieme al Moige a supporto della genitorialità fragile

Prénatal lancia Generazione G, un progetto di raccolta fondi per dare un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà, al fianco del Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità e in collaborazione con il Moige – Movimento italiano genitori. “In occasione del sessantesimo anniversario di Prénatal abbiamo deciso di assumere un ruolo attivo che possa generare sensibilizzazione corale su questo tema, con un impatto immediato e benefici tangibili sulle famiglie su tutto il territorio italiano” ha detto Alberto Rivolta, CEO del Gruppo. Il progetto prevede una rete di aiuti e azioni concrete volte a supportare la genitorialità “fragile”. L’iniziativa mette a disposizione delle famiglie in stato di necessità un paniere di prodotti e beni essenziali per i bambini necessari nei primi mesi di vita. Inoltre, viene lanciata a partire dal 20 settembre una raccolta fondi nei circa 400 punti vendita e sugli e-commerce di Prénatal, Toys Center, Bimbostore e Fao Schwarz.

NEWS | ESG pag. 53 | retail&food | Ottobre 2023

Osservatorio

Collaborations

e Co-Branding a cura di BRAND JAM

Netflix Bites, ora la piattaforma diventa ristorante pop-up

Brand Jam osserva il mondo delle “collaborations” in licenza e delle attività di brand extension, selezionando con il suo Osservatorio Collaborations più di 300 casi innovativi ogni trimestre. Nella rubrica di questo numero di retail&food torniamo a parlare dello sforzo da parte di Netflix nel creare esperienze immersive di branding nel settore retail, sforzo coraggioso che oggi arriva alla ristorazione.

ad occuparsi di tutta la filiera, dalla realizzazione degli spazi, alla cucina, al personale, al coinvolgimento con gli chef (già solo questo punto farebbe tremare i polsi al più navigato professionista). Inoltre, il menu rende

Come già osservato con il pop-up store Stranger Things, spazio di merchandising esperienziale itinerante, che lascia Milano alla volta di Las Vegas, Netflix porta l’entertainment fuori dalla piattaforma, stimolando i fan e creandone di nuovi nel mondo fisico. E se organizzare un merchandising store itinerante, che vince grazie alla magia di una serie televisiva leggendaria come Stranger Things, può sembrare un modello tutto sommato non molto complesso, la nuova avventura intrapresa dalla piattaforma con Netflix Bites di complessità ne presenta parecchie. Si tratta di un ristorante temporaneo, aperto a fine giugno a Los Angeles all’interno dell’hotel Short Stories, il cui menu comprende piatti studiati dagli chef stellati protagonisti delle serie Netflix a tema cucina come Chef’s Table, Cooked o Iron Chef. Celebrities in cucina come Curtis Stone, ma anche Dominique Crenn, Rodney Scott, Ming Tsai, Ann Kim, Nadiya Hussain, Jacques Torres e Andrew Zimmern hanno prestato le loro ricette per comporre il menu Netflix Bites, abbinamenti a cocktail ispirati a Netflix Drink Masters inclusi.

Ciò che sorprende, leggendo un’intervista con Leo Grifka, fondatore di Short Stories, è il colossale sforzo operativo che la piattaforma ha profuso nell’attivazione, in pochi mesi dalla firma dell’accordo. È Netflix

sempre disponibili tutti i piatti degli chef Netflix, anziché organizzarsi in settimane tematiche, vantaggio dichiaratamente apprezzato da Leo Grifka, ma che aggiunge un ulteriore livello di complessità. Anche per quanto riguarda la comunicazione, buona parte dell’impegno viene da Netflix, visto che Short Stories possiede un buon bacino di clienti e follower sui propri social, ma si tratta di reach locale, mentre una visibilità quanto più possibile globale e mainstream è tra gli obiettivi di Netflix. Visibilità che non è mancata, almeno a giudica-

re dalle numerose menzioni su web e social network. Short Stories, dal canto suo, considerato il successo in termini di affluenza, e soprattutto di esposizione grazie all’associazione con un brand così pervasivo, sta già pensando a quale sarà il suo futuro nel dopo-Netflix, trovandosi di fronte al dilemma se proseguire con un concept proprio continuativo, oppure continuare l’inclusione di partner esterni in logica di pop-up, cercando altri partner. Pare che le proposte in questo senso non manchino.

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ALT, stazione del gusto. Eni progetta cento aperture

ROMA - Parte dalla Capitale il nuovo progetto di ristorazione nelle stazioni di servizio, targato Eni. In una stazione di servizio dell’Eur ha aperto il primo ristorante a marchio “ALT, stazione del gusto”. Si tratta di un brand di ristorazione che coniuga il servizio al tavolo e l’asporto, sviluppato in collaborazione con l’Accademia di Niko Romito. L’obiettivo è di arrivare a circa 100 aperture in un quadriennio. La crescita di questa offerta va di pari passo con lo sviluppo di Enilive, il nuovo brand di Eni lanciato in estate. “La proposta ALT Stazione del Gusto rappresenta un unicum nell’evoluzione dei servizi per le persone in mobilità e conferma il nostro impegno a essere sempre più vicini alle esigenze di chi frequenta e vive i nostri punti vendita, non solo per fare rifornimento. Dopo aver consolidato la principale catena italiana di bar, gli Eni Café, la prima apertura del nuovo format avviene in una stazione dal valore storico e simbolico, quella di viale America, dove siamo presenti fin dagli anni Sessanta e che da oggi si distingue e anticipa l’offerta che in futuro verrà estesa a tante altre Enilive Station, e non solo” ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.

Eataly arriva anche in Stazione Termini

ROMA – Per adesso non si conoscono i dettagli, ma ormai il cartellone pubblicitario campeggia da giorni sulla testa dei viaggiatori e qualche foto è stata mostrata anche sui social network. Eataly sta per aprire nella principale stazione ferroviaria della Capitale, Termini, in collaborazione con Grandi Stazioni Retail. Per Eataly, guidata dall’ex Autogrill Andrea Cipolloni, è la conferma di un investimento nel canale travel, reso evidente l’anno scorso con la grande inaugurazione del negozio all’interno dello scalo di Fiumicino. Il negozio fa il bis con quello già esistente nei pressi della stazione Ostiense, ma è naturale che questo secondo store punti a catturare un’utenza del tutto diversa, non solo cittadina, ma fatta dai tanti visitatori in arrivo e in partenza da Roma con l’alta velocità. Visitatori che dovrebbero moltiplicarsi in vista del Giubileo del 2025.

Apre a Malpensa il primo La S Romagnola

VARESE – Areas Italia ha annunciato la prima apertura del format La S Romagnola - Piada, Cassoni e Felicità, presso il Satellite B, Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa, in collaborazione con il partner F Retail che ha curato lo sviluppo del marchio. Il focus dell’offerta riguarda principalmente specialità romagnole come piadine, cassoni e dolci tipici, realizzati con ingredienti regionali quali Grani Antichi di Romagna, Farina del Passatore, il pregiato strutto di Mora Romagnola e il Sale di Cervia. Nel contempo, Areas segnala anche un’altra apertura, sempre nella stesa zona del Terminal, che riguarda il brand VyTA, già presente anche a Milano Linate. VyTA è stato anche segnalato tra i brand “raccomandati” durante l’ultimo Fab Awards, il contest che premia i migliori formati di food nel travel.

Areas, colpo in California da 500 milioni di dollari

SAN DIEGO - Colpo grosso di Areas negli USA, con un contratto da 15 anni per il food and beverage nell’aeroporto internazionale di San Diego. Il colosso del people on the move si è aggiudicato una maxi gara, dal valore di 550 milioni di dollari, per la gestione dell’offerta di ristorazione attraverso 5 insegne. Nello specifico, si tratta di un contratto relativo alla conduzione di 5 nuovi ristoranti nel nuovo Terminal One dello scalo californiano. Areas investirà nel progetto 18 milioni di dollari. L’offerta sarà progettata per soddisfare le esigenze dei viaggiatori dello scalo internazionale nordamericano, attraverso rinomati marchi di ristorazione. Tra questi, i format Novecientos Grados, Luna Grill, SIP Wine & Beer, Carnitas Snack Shack e Mr. Moto Pizza.

World Travel Retail pag. 55 | retail&food | Ottobre 2023

Dufry Autogrill e Fiumicino premiate ai FAB Awards

BANGKOK - Il colosso Dufry Autogrill fa incetta di prima all’ultimo Fab Awards 2023, il premio organizzato da The Moodie Davitt Report relativo alle migliori esperienze di food & beverage aeroportuale. Il gruppo è risultato tra i superstar winner per diverse categorie e si è aggiudicato anche un riconoscimento nella sezione “concept”: Airport food hall of the year: food hall dell’aeroporto Leonardo da Vinci Fiumicino terminal 1 – Autogrill Italy”. Premiato anche il formato “healthy” Exki (Autogrill Europe). “In qualità di leader mondiale della travel experience, siamo molto orgogliosi di aver partecipato a un evento di rilevanza internazionale come i fab awards”, ha commentato il Ceo di Dufry, Xavier Rossinyol, che ha anche tenuto il keynote speech della conferenza. “Il 2023 è stato un anno cruciale per noi: le nostre due aziende si sono unite per creare un player unico sul mercato e i riconoscimenti ottenuti oggi confermano che, come gruppo combinato, possiamo creare valore per tutti gli stakeholder”.

Aeroporto Costa Azzura, bando in arrivo per 28 storte

NIZZA – Aéroports de la Cote d’Azur, società controllata da Mundys (la ex Atlantia) ha indetto un bando relativo alla gestione commerciale di 28 spazi, che rappresentano circa l’80% di tutta l’offerta presente nello scalo, fra i Terminal 1, 2 e nella parte di aviazione generale. Le società che passeranno la prima selezione dovranno inoltrare le offerte dettagliate a febbraio 2024, mentre la selezione finale è prevista per maggio. I futuri contratti avranno una durata di 7 o 8 anni, con la relativa gestione che inizierà il prossimo novembre. Ai partecipanti è richiesto anche di indicare possibili nuovi format, specialmente per andare incontro ai segmenti “famiglia-bambini”, “benessere” e prodotti “eco-friendly”. Lo scalo di Nizza, nel 2022, aveva registrato ben 12 milioni di passeggeri, grazie a una rete di 116 destinazioni, e secondo i responsabili commerciali della società di gestione, almeno il 52% del traffico ricade nella fascia di consumatori “high income”.

Maxi Gara a Gatwick per gli spazi retail

LONDRA – Londra Gatwick, secondo aeroporto inglese dopo Heathrow per traffico di passeggeri, sta per mettere a gara oltre mille metri quadrati di spazi retail, fra i suoi Terminal Nord e Sud. Il bando di gara, nel dettaglio, riguarda cinque spazi nel terminal Sud, comprese due attività nel formato “chiosco”, e altre nove nel Terminal Nord. Secondo quanto riporta Moodie Davitt Report, la gara dovrebbe tenersi nel primo trimestre del 2024 e permetterà di partecipare sia per singoli spazi sia per acquisire la gestione in blocco. Questa iniziativa fa parte di un piano di rinnovamento più ampio dello scalo, che comprende un investimento di circa 10 milioni di sterline per l’ammodernamento del Terminal Nord, che si concluderà agli inizi del prossimo anno.

FRANCOFORTE – Il marchio di abbigliamento Canada Goose ha scelto l’aeroporto internazionale di Francoforte per il suo primo negozio all’interno di un aeroporto. Lo store si trova nel Terminal 1, dedicato all’area non-Schengen, ed è frutto di una joint venture tra il brand, Far, Heinemann e Fraport. “Questo è un passo importante per il brand, come primo negozio in un aeroporto. Sappiamo che il segmento luxury dei consumatori cerca un brand come il nostro durante un viaggio e consideriamo Francoforte solo il primo passo” ha detto in una nota Christian Konrad, Travel retail Worldwide SVP di Canada Goose.

World Travel Retail pag. 56 | retail&food | Ottobre 2023
In Germania il primo negozio aeroportuale di Canada Goose

Heinemann rinnova con RyanAir per le vendite infligth

AMBURGO – Gebr Heinemann ha rinnovato l’accordo con RyanAir, principale vettore low cot europeo, per la gestione del servizio di vendita interna durante i voli. Lo riporta TRBusiness. La collaborazione tra le due società dura da oltre dieci anni e l’ultimo rinnovo risale al 2018. Le vendite in aereo, comprese quello duty free, sono state particolarmente colpite durante la pandemia e molti vettori stanno rivedendo il servizio, molti dei quali hanno deciso direttamente di sospendere. Nonostante questo, Heinemann continua a investire in questo segmento e di recente si è assicurata il servizio per altre due compagnie come la polacca Lot e Uzbekistan Airways. Nel 2022, i ricavi provenienti dal canale “inflight” hanno coperta il 3% del totale sul bilancio del gruppo tedesco.

F&B IS BECOMING THE NEW BATTLE GROUND IN TRAVEL RETAIL ILF&BÈILNUOVOTERRENODIBATTAGLIADELTRAVELRETAIL

Dufry’s merger with Autogrill is a big consolidation of two major commercial sectors in airports: duty-free, and food and beverage (F&B). More than that, the tie-up has the power to transform the entire market, and the mood music from Dufry is that this is what could happen.

The CEO of the world’s biggest airport retailer, Xavier Rossinyol, has already talked of hybrid retail and F&B concepts when he discussed the company’s half-year results in August. An example that is already in the market is Hudson Café – but other projects are lined up.

The United States may well be the battleground on which travel retailers will fight for F&B share. American consumers are much more likely to spending money in food outlets than in duty-free stores as, in the latter, the price advantage is not as high as other parts of the world for some core categories.

Lagardère lancia negli Emirati il format Grabb’it

DUBAI - Lagardère Travel Retail ha introdotto il primo punto vendita del format Grabb’it all’aeroporto internazionale di Dubai, Terminal 3, quello che gestisce per lo più arrivi e partenze internazionali di Emirates. Come suggerisce il verbo inglese “to grab”, si tratta di un formato innovativo basato sul cibo da asporto, una proposta veloce, dal carattere internazionale. Il spazia tra insalate e yogurt con topping, sandwich, piccola pasticceria (muffin e simili), frullati e bevande. Non manca un’ampia scelta per i vegani. Il punto vendita è aperto 24 ore su 24.

French global duty-free player Lagardère Travel Retail, a keen participant in airport F&B over the years, made its latest move in the market this summer when it signed an agreement to acquire airport restaurateur Tastes on the Fly. The deal has been done through its North American travel retail business Paradies Lagardère.

When it completes in the fourth quarter, the acquisition will make Paradies the second-largest operator in the North American airport retail and restaurant industry with annual sales topping $1.5 billion.

Meanwhile, Areas, with €1.9 billion in annual revenue globally, has also stepped up its airport estate by signing a 10-year contract to operate four local and national restaurant brands, plus a Starbucks, and two retail stores at Atlanta’s Hartsfield-Jackson International Airport. The new restaurants are slated to open starting in late 2024 and completing in spring 2025. Areas USA operates 140 restaurants and retail stores in 10 major airports and 13 roadside travel plazas in the states of Florida, Maryland, and West Virginia.

These companies are all growing their footprints in F&B as a way to grow market share and stay relevant in the airport channel. With Dufry now having a powerful food arm in the form of Autogrill – and ready to deploy new concepts – other players have no option but to scale up to keep up. There are exciting times ahead for F&B.

La fusione di Dufry con Autogrill rappresenta un grande consolidamento di due importanti settori commerciali negli aeroporti: il duty-free e il food and beverage (F&B). Inoltre, l’unione ha il potereditrasformarel’interomercato,elamusica che proviene da Dufry è che questo è ciò chepotrebbeaccadere.

L’amministratoredelegatodiquellocheoggiè ilpiùgranderetaileraeroportualealmondo,Xavier Rossinyol, ha già parlato di concetti ibridi diretaileF&B,duranteladiscussionsuirisultati semestraliinagosto.Unesempiogiàpresente sul mercato è l’Hudson Café, ma altri progetti sonoincantiere.

Gli Stati Uniti potrebbero essere il campo di battaglia su cui gli operatori del travel si batteranno maggiormente per conquistare quote diF&B.Iconsumatoriamericanisonomoltopiù propensiaspendereneipuntidiristorochenei duty-free,poichéinquestiultimiilvantaggiodi prezzononècosìelevatocomeinaltrepartidel mondo, specialemten per alcune categorie di prodotto.

L’operatore globale francese del duty-free LagardèreTravelRetail,chenegliannihapartecipatoattivamentealF&Bnegliaeroporti,hafatto la sua ultima mossa nel mercato quest’estate, quandohafirmatounaccordoperl’acquisizione del ristoratore aeroportuale Tastes on the Fly.L’operazioneèstataeffettuataattraversola suacontrollatanordamericanaParadiesLagardère.

Unavoltacompletata,nelquartotrimestre,l’acquisizionefaràdiParadiesilsecondooperatore nel settore della vendita al dettaglio e della ristorazioneaeroportualeinNordAmerica,con unfatturatoannuodioltre1,5miliardididollari. Nelfrattempo,Areas,chehaunfatturatoannuo di1,9miliardidieuroalivelloglobale,haintensificatoilsuopatrimonioaeroportualefirmando uncontrattodecennaleperlagestionediquattromarchidiristorantilocalienazionali,oltrea unoStarbuckseduenegozialdettagliopresso l’aeroporto internazionale Hartsfield-Jackson diAtlanta.L’aperturadeinuoviristorantièprevistaapartiredallafinedel2024esiconcluderà nella primavera del 2025. Areas USA gestisce 140 ristoranti e negozi al dettaglio in 10 aeroportiprincipalie13areedisostalungolestrade negliStatidellaFlorida,delMarylandedellaVirginiaOccidentale.

Tutte queste aziende stanno incrementando la loropresenzanelsettoreF&Bperaumentarela quotadimercatoerimanererilevantinelcanale aeroportuale. Con Dufry che ora dispone di un potente braccio alimentare sotto forma di Autogrill-echeèprontoalanciarenuoviconcept - gli altri operatori non hanno altra scelta senonquelladicrescerepertenereilpasso.Si prospettanotempidifuocoperilF&B.

pag. 57 | retail&food | Ottobre 2023 duty free world | by Kevin
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kevin_rozario@yahoo.com
Rozario
London

TAIWAN: F&B IN CRESCITA, MA ALLE PRESE CON LA CARENZA DI PERSONALE

La cronica mancanza di personale che è diventata una criticità sempre più pressante negli ultimi anni, limita fortemente le possibilità di sviluppo del business.

In particolare, come sappiamo, questa problematica colpisce in maniera preoccupante il settore food & beverage dove gli effetti della pandemia si sono sommati alle consuete difficoltà di reperire figure professionali adeguate, anche causa della scarsità di programmi formativi e alle inadeguatezze dei livelli salariali. Ma il problema non è vissuto solo in Italia. Sull’ultimo numero della rivista, abbiamo riportato come la carenza del personale ad Hong Kong stia condizionando negativamente la ripresa del retail. Il tasso di disoccupazione in città è, infatti, ormai sotto il 3%, mostrando un trend di decrescita per il 12° trimestre consecutivo.

Mentre, se possibile, possiamo affermare come la situazione a Taiwan sia ancora più drammatica. Le attività retail su quest’isola sono in netta ripresa, soprattutto nella ristorazione che da sempre ha contraddistinto il Paese come trend setter del settore. Il fatturato del commercio al dettaglio sta facendo registrare un aumento del 7,5% su base annua mentre quello relativo alla ristorazione addirittura superiore al 30%. Quanto detto trova conforto dall’analisi degli utili delle principali società di ristorazione quotate in borsa (Wowprime Corp, Hi Lai Foods Co., Ltd, Tofu Restaurant Group e Kampai Group) che, forti dei risultati record raggiunti

nel corso dell’anno, prospettano ambiziosi piani di sviluppo. Ma la grossa sfida da affrontare è come superare l’impedimento della carenza di personale dovuta principalmente a due fattori. Il primo è di natura contingente legato alle conseguenze della pandemia, che ha costretto l’industria della ristorazione a licenziare un gran numero di dipendenti, che successivamente hanno trovato un impiego alternativo, spesso più remunerato, con orari meno faticosi e con migliori ambienti lavorativi. Un secondo fattore, trasversale a tutti i settori, riguarda l’invecchiamento della popolazione, a causa dell’allungamento delle aspettative di vita e del declino a lungo termine dei tassi di natalità. Quest’ultimo a Taiwan, secondo il South China Morning Post, scenderà al livello più basso nel mondo entro il 2035. Nel tentativo di risolvere questa carenza di personale, il Governo di Taiwan ha fissato l’obiettivo di attrarre 400.000 lavoratori stranieri in più entro il 2030 ed, entro lo stesso periodo, reclutare 200.000 studenti universitari internazionali provenienti principalmente dai mercati dell’Asia meridionale e sudorientale (partendo dalla base pre-pandemica di 63.000 studenti). Quest’ultimo aspetto è ritenuto strategico, anche per l’importante settore dei microchip e high tech, in quanto nel Paese ci sono 153 università e college, molti dei quali classificati tra le prime 500 università del mondo nel 2022, e statisticamente più del 50% dei laureati rimane successivamente a lavorare a Taiwan.

NEWS | International pag. 58 | retail&food | Ottobre 2023 New Travel Markets | a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it
FTrend tasso di disoccupazione ad Hong Kong (source: Census and Statistic Department, HK) Fig.2: Struttura della popolazione per età Taiwan (source: Taiwan National Development Council)

Eurofund e Signal siglano una joint venture per il centro Rhein Ruhr Zentrum (Germania)

La società di sviluppo immobiliare Eurofund e la società di private equity londinese Signal Capital Partners hanno siglato un accordo di joint venture per l’acquisto dell’area di 200.000 metri quadrati del centro commerciale Rhein-Ruhr-Zentrum di Essen. I due partner investiranno complessivamente circa 180 milioni di euro, divisi in due fasi. Il RheinRuhr-Zentrum si trova in uno dei più grandi agglomerati urbani della Germania, la Regione della Ruhr, con più di dieci milioni di abitanti. “Vogliamo riportare il Rhein-Ruhr-Zentrum di Mülheim al suo antico status di polo comunitario dominante e innovativo, un forte punto di attrazione dal design moderno con un’offerta retail e leisure che dia una nuova vita al centro. Con questo progetto puntiamo a realizzare il primo “Shopping Resort” in Germania” ha detto Ian Sandford, presidente di Eurofund.

Il colosso beauty Natura prepara la cessione di The Body Shop

Il colosso brasiliano della bellezza Natura &Co starebbe valutando la vendita di The Body Shop. Il gruppo cosmetico brasiliano avrebbe incaricato il management di “esplorare alternative strategiche per The Body Shop, che potrebbero includere una potenziale vendita di questa attività”. La società di investimento Elliott Advisors (già proprietario di Barnes & Noble e Waterstones) avrebbe presentato un’offerta indicativa e secondo quanto riferito dal sito Sky News, l’asta sarebbe gestita da Morgan Stanley che starebbe procedendo a ritmo sostenuto per chiudere il deal. Natura punterebbe a raggiungere un accordo provvisorio sulla vendita del marchio di cosmetici etici entro la fine di ottobre. Nel primo trimestre del 2023 il brand The Body Shop ha registrato un calo dei ricavi netti del 9,4 per cento.

Subway passa a Roark Capital (Dunkin’), l’affare vale 9,6 miliardi di dollari

La catena americana di ristoranti fast food Subway sarà venduta al gruppo Roark Capital, che già controlla altri marchi come Buffalo Wild Wings, Dunkin’ Donuts, Arby’s e Sonic. Il nuovo acquirente rileverà il popolare marchio di paninoteche direttamente dalle famiglie dei due fondatori: Fred DeLuca e Peter Buck. I termini finanziari dell’operazione non sono stati resi noti, ma secondo indiscrezioni il valore della transazione si aggirerebbe su 9,6 miliardi di dollari. Subway beneficerà dell’esperienza di Roark Capital nelle strategie di marketing e digitali. Il Ceo John Chidsey dal 2019 ha cercato di rilanciare il marchio rinnovando il menu, reclutato nuovi affiliati e investito in tecnologia. Nella prima metà del 2023 le vendite same-store sono aumentate del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Oggi Subway conta quasi 21.000 ristoranti. In Italia sono presenti 14 ristoranti, la maggior parte al Nord.

McDonald’s aumenta le royalties negli Stati Uniti, saliranno al 5%

Per la prima volta dopo 30 anni, McDonald’s aumenterà le royalties per i franchisee negli Stati Uniti e in Canada. A partire dal 1° gennaio, la royalty passerà dal 4% al 5%. La modifica non riguarderà tutti. La tariffa rimarrà la stessa per gli affiliati che prolungano i contratti di locazione, così come per coloro che vendono ad altri operatori. Chi apre un franchising per la prima volta o acquista un ristorante, invece, dovrà pagare la nuova tariffa. Secondo la società, per ora, i cambiamenti avranno un impatto su un numero relativamente piccolo di ristoranti. Secondo Joe Erlinger, presidente del brand, il cambiamento aiuterebbe ad allineare il mercato nordamericano al mercato internazionale, dove la quota è al 5% e riflette meglio il valore del marchio. McDonald’s ha circa 13.400 ristoranti negli USA, con circa il 95% gestito da franchisee.

NEWS | International pag. 59 | retail&food | Ottobre 2023

Negozi Amazon Just Wal Out: si cambia. Basta telecamere, arriva la tecnologia RFID

Amazon rivede e corregge il suo check out “intelligente”. A differenza del sistema precedente, il pagamento Just Walk Out adottato in alcuni shop negli USA e UK non richiederà più una complessa rete di telecamere. Ad ogni prodotto, infatti, sarà assegnata un’etichetta RFID che sarà scansionata automaticamente quando si esce dal negozio. Il nuovo sistema è stato testato per la prima volta a Seattle. I clienti continueranno a entrare liberamente, scelgono ciò che desiderano e procedono verso il cancello di uscita, dove vengono scansionati i tag e viene calcolato il conto totale. Il pagamento viene facilitato tramite una rapida scansione della carta di credito o un gesto del palmo della mano sullo scanner di Amazon One. La tecnologia RFID per i pagamenti non è una novità nel retail, è già utilizzata alle casse di grandi marchi come Decathlon e Zara. Secondo Amazon, il nuovo sistema ha già portato a un aumento del traffico di clienti e delle transazioni. E, di conseguenza, anche a un cospicuo “tesoretto” di dati.

URW snellisce il portfolio USA, ceduto anche il Valencia Town Center (California)

Unibail-Rodamco-Westfield (URW) ha annunciato la vendita del Westfield Valencia Town Center di Santa Clarita, in California. L’acquirente è Centennial Real Estate (Centennial) Il valore dell’operazione è 199 milioni di dollari. La cifra supera il debito di 195 milioni di dollari associato all’asset permette a URW di ridurre la leva finanziaria. Il valore della transazione, solo leggermente scontata a meno del 3% rispetto all’ultima valutazione inalterata, sottolinea il valore di mercato pressoché immutato del mall. Westfield Valencia Town Center, classificato A-, ha una GLA di un milione di piedi quadrati e un’occupancy dell’87%. Nel corso del 2023, URW ha snellito il portfolio USA attraverso altre transazioni, tra cui la vendita di Westfield Brandon, Westfield Mission Valley East and West e Westfield North County. Nel 2022 hanno lasciato il gruppo anche The Promenade, The Village, Westfield Santa Anita, Westfield South Shore e Westfield Trumbull.

Miniso apre a Londra in formato mini, 40mq dedicati alle “blind box”

La catena cinese di prodotti lifestyle Miniso ha aperto un nuovo negozio a Londra in formato “mini” specializzato in “blind box”, scatole a sorpresa. Lo store di 40 metri quadrati si trova in Shaftesbury Avenue, nel cuore di Chinatown, e propone una selezione di prodotti tra i più amati dai fan del brand. Si tratta del punto vendita numero 22 nella capitale inglese, dove il marchio ha da poco inaugurato altri store (in formato tradizionale) a Westfield White City, Ealing Broadway Shopping Centre, Brent Cross e Wandsworth. “L’effetto sorpresa delle blind box aggiunge mistero ed eccitazione all’esperienza di acquisto e siamo lieti di portare questo nuovo format a Londra. Le scatole a sorpresa rappresentano una parte importante della nostra strategia globale” ha dichiarato Saad Usman, COO di Miniso UK. Attualmente Miniso conta circa 5.800 negozi in oltre 100 paesi.

Non si arresta la crescita di JD Sports, tra acquisizioni e nuove aperture

JD Sports corre nel primo semestre 2023 con ricavi in aumento dell’8,3% a 4,78 miliardi di sterline, l’utile operativo è salito del 20% a 400 milioni. La catena di negozi specializzata in abbigliamento e calzature sportive dà qualche anticipazione anche sul terzo trimestre: “Nelle ultime sette settimane l’andamento commerciale resta in linea con le nostre attese. A tassi di cambio costanti la crescita organiche delle vendite è del 10%, abbiamo continuato ad aprire nuovi negozi JD Sports nel mondo e siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’esercizio”, dice la nota stampa. “Accelereremo la crescita del marchio JD in Europa attraverso l’acquisto della partecipazione di minoranza in Isrg e Mig e l’acquisizione di negozi GAP in Francia, oltre alla proposta di acquisizione di Courir, che, una volta completata, migliorerà il portafoglio esistente del gruppo”, ha detto il Ceo Regis Schultz.

NEWS | International pag. 60 | retail&food | Ottobre 2023

Fruit&power: ricarica di energia e gusto della frutta

Il nuovo energy drink San Benedetto Fruit&Power è perfetto per un break rigenerante e gustoso, con tutto il buono della frutta in acqua minerale naturale. San Benedetto Fruit&Power è disponibile nel comodo formato da 0,40 L PET, ideale in ogni momento per chi desidera un boost di vitalità grazie all’energia di caffeina e taurina, zero zuccheri aggiunti. Un concept innovativo, sviluppato per soddisfare le esigenze dei consumatori più attenti ai trend di consumo in costante evoluzione. La grafica dell’etichetta, dal design vivace e lineare, accentua le proprietà energetiche del prodotto ed esalta la freschezza della frutta. Il gusto e la qualità del nuovo energy drink garantiscono un’esperienza di refreshment “energizzante”. Disponibile in GDO e Ho.Re.Ca

Cuisine Royale, semilavorato all’uovo pronto per la cucina

Eurovo, gruppo specializzato nella fornitura di prodotti a base di uovo e ovoprodotti, ha lanciato una nuova referenza ideale in cucina per il segmento ho.re.ca. Cuisine Royale è un semilavorato ottenuto dalla sgusciatura di uova al 100% italiane, che rende più facile e veloce la preparazione di una grande quantità di ricette che vanno dai pancake, alla carbonara, dalla frittata alle torte salate. Confezionato in una bottiglia di plastica da 1 kg, si conserva in frigorifero dopo l’apertura, mentre presenta una shelf life fino a 50 giorni. Privo di glutine e di lattosio, è ideale anche per la dieta di celiaci e intolleranti al lattosio. Grazie alla sua elevata resa in cottura, può essere cucinato sia in padella sia a bagnomaria oltre che sottovuoto in forno a vapore, mantenendo nel tempo la tipica consistenza cremosa.

Satispay fa un salto in avanti ed entra nel segmento dei buoni pasto, puntando sulla forza della sua natura digitale. Tra i punti di forza dell’offerta c’è la convenienza per l’esercizio commerciale che li riceve come strumento di pagamento. Satispay non applica alcuna commissione aggiuntiva ai piccoli esercenti sui buoni pasto, permettendo loro di incassarne il valore in un solo giorno lavorativo: zero commissioni fino ai 10 euro e soli 20 centesimi per importi superiori. Il buono, interamente digitale, si troverà in un’apposita sezione della app Satispay. Già pronte alcune insegne della Gdo che accetteranno il pagamento: Basko, Borello, Coop Lombardia, Despar, Ekom, Nova Coop, Prestofresco, Tigros, e To.Market. Per gli esercenti, Satispay promette un sistema completamente automatico di incasso e fatturazione.

PRODOTTI E FORNITORI pag. 61 | retail&food | Ottobre 2023
Satispay lancia i buoni pasto a zero commissioni

Molino Spadoni rinnova le sue birre artigianali

Il birrificio del Molino Spadoni propone una nuova linea di birre artigianali dedicata al canale ho.re.ca., composta da sei birre facili da bere, tutte firmate dal Mastro birraio Nicola Grande. La linea comprende birre ad alta fermentazione come la Buratto in stile IPA; la Tritello, ispirata alle Belgian Ale; la W 300, una birra quotidiana in stile Golden Ale; la W 400, un’aromatica ed esuberante Belgian Strong Ale; la Tipo 1 in stile Blanche, fermentata come da antica tradizione belga con un ceppo di lievito originale delle Fiandre. A bassa fermentazione c’è la Tipo 2, in stile Dunkel Bock, forte e scura come da ricetta bavarese. Tutte sono proposte in classica bottiglia da 33 cl oppure in fusti usa e getta da 24 litri. Sono tutte prodotte nel birrificio del Molino, a Reda (Ravenna), a pochi chilometri dalla sede dello storico molino.

Dyson lancia il purificatore più potente di sempre

Dyson presenta una nuova tecnologia di purificazione dell’aria per uso professionale, dedicata agli spazi commerciali. Il purificatore Dyson HEPA Big + Quiet Formaldehyde sfrutta l’aerodinamica a cono per fornire fino a 87 litri al secondo di aria purificata, abbinata a un sensore di Co2. Progettato con un angolo di proiezione fisso di 50 gradi, per ridurre le interferenze del flusso d’aria, e con un livello di potenza sonora di 56 decibel alla massima velocità, è finora purificatore più silenzioso e potente di Dyson. Il sensore di anidride carbonica legge in tempo reale la concentrazione, resa su schermo Lcd da 1,44 pollici. Se i livelli superano quelli raccomandati, lo schermo mostra la rilevazione in rosso. Contiene un filtro antiparticolato HEPA H13, un filtro a carboni attivi che combatte in modo specifico l’No2 ed è attivo contro le particelle di formaldeide, particolarmente difficili da catturare.

Hikvision rinnova i terminali di controllo degli accessi

Hikvision presenta i nuovi terminali (della serie DS-K1T805) per applicazioni di controllo degli accessi. Versatili e sicuri, oltre che semplici da installare e utilizzare, sono ideali per vari contesti e le loro dimensioni ridotte permettono l’adattamento in situazioni di tutti i tipi, compreso l’esterno. L’autenticazione può essere svolta in varie modalità (tessera Mifare, Pin, impronta). Tramite la piattaforma di supervisione Hik-Central possono essere parte di una soluzione di sicurezza che comprenda anche TVCC, videocitofonia e antintrusione. Tramite il protocollo di comunicazione RS-485 si può gestire l’apertura del varco con un modulo “secure door control”, che rafforza ulteriormente il grado di sicurezza. Con la funzione Access Point si possono installare e configurare i terminali e registrare gli utenti con uno smartphone, senza bisogno del Pc. La serie DS-K1T805 si può anche integrare con sistemi di terze parti grazie all’interfaccia ISAPI.

PRODOTTI E FORNITORI pag. 62 | retail&food | Ottobre 2023

MediaWorld propone ai brand il servizio “retail media”

MediaWorld lancia sul mercato le sue soluzioni di comunicazione “retail media” on-line e off-line. La proposta rivolta ai marchi di elettronica ed elettrodomestici si compone di una serie di soluzioni chiavi in mano per campagne a copertura nazionale, sia nei punti fisici sia on-line, grazie a una rete di oltre 1.000 touchpoint. MediaWorld, infatti, è presente capillarmente su tutto il territorio nazionale con 125 punti vendita fisici e con il sito www. mediaworld.it. Nel dettaglio, per quanto concerne il digitale, il retailer di elettronica propone quattro soluzioni: Spa (Sponsored product Ad), Sba (Sponsored brand Ad), A+ Content (per aumentare la reach omnicanale) e Consideration & Action report (elaborazion di insight e dati). Invece, nel campo delle campagne fisiche in negozio, MediaWorld ha definito tre pacchetti in base al livello di visibilità (base, medium, premium), basato sulla mappatura in tempo reale di tutti i touch point presenti nei 125 negozi.

Esseoquattro apre l’eCommerce del suo packaging alimentare

TSC Printronix Auto ID ha sviluppato il nuovo motore di stampa PEX-2000 da 4 pollici per l’etichettatura automatica. Si tratta di un motore più piccolo, ma più veloce ed ecologico rispetto al passato. È dotato di capacità di codifica RFID, un salvanastro brevettato e velocità di stampa di 18 pollici al secondo per supportare prestazioni veloci a un ciclo. Aiuta anche a stampare con precisione etichette di piccole dimensioni, con una lunghezza minima di 5 mm e una deviazione di stampa di ±0,4 mm. La funzione brevettata di risparmio del nastro consente alle imprese di ridurre il loro impatto ambientale risparmiando sui costi e riducendo gli scarti del nastro dal 30% all’80%, in particolare per le etichette prestampate con nastri colorati speciali, come oro o argento. TSC Printronix Auto ID offre anche strumenti software a valore aggiunto come SOTI Connect e TSC Console per gestire e monitorare i motori di stampa tramite Internet o Intranet.

L’alta moda del packaging alimentare è online. Da poco è attivo il nuovo eCommerce targato Esseoquattro, azienda padovana della famiglia Ortolani, che ha dato vita a un vero e proprio negozio virtuale, dove è possibile ordinare tutto il catalogo prodotti. Oltre alla divisione dei prodotti per categorie (Take Away, pasticceria, salvafreschezza, fuori tutto), nella home page non manca una sezione dedicata ai “Consigli” e alle “Guide alla scelta”, utili per orientarsi tra i tanti articoli disponibili. La grande novità dello shop online è però rappresentata dalla possibilità di richiedere una consulenza del Distributore dei packaging della Rosa della propria zona. Intanto, tra le novità, l’azienda è entrata recentemente nella lista dei soci sostenitori della prestigiosa scuola di management, CUOA. E tra i nuovi progetti di Esseoquattro c’è anche il SID Winter Camp, dove un team composto da studenti e neo-diplomati, selezionati tramite criteri di merito, ha l’opportunità di partecipare a Camp organizzati da Scuola Italiana Design nel corso del progetto formativo.

PRODOTTI E FORNITORI pag. 63 | retail&food | Ottobre 2023
Tsc Printronix, nuovo motore di stampa etichettatura

PETAR BURAZIN Ceo di Tedi

Il croato Petar Burazin è stato nominato nuovo amministratore delegato di Tedi, il brand di discount non food tedesco, presente anche in Italia con un centinaio di punti vendita e con un obiettivo di cinquemila in tutta Europa. Il manager ha già condotto una lunga carriera sempre nel segmento dei discount, iniziando vent’anni fa in Aldi, per Croazia e Austria, per poi trascorrere oltre 15 anni in Kik, dove era arrivato a ricoprire l’incarico di capo delle vendite internazionali, nel quartier generale tedesco. Compito di Burazin è guidare il marchio contro l’avanzata degli olandesi di Action, nel Nord Europa, e tallonare altri brand come Pepco, che si stanno sviluppando rapidamente anche in Italia.

ANDREA CARNEVALE

Chief marketing and communication officer di Legami

Andrea Carnevale è il nuovo Chief marketing & communication officer di Legami, la società fondata da Alberto Fassi, che da poco ha visto entrare nel capitale Dea Capital Alternative Funds SGR. Carnevale proviene dal marchio italiano Pigna, che ha contribuito a rilanciare in qualità di responsabile marketing. In precedenza, ha lavorato per brand globali come Ubs, Rsa Italia e per il gruppo assicurativo Groupama, per cui ha guidato la trasformazione digitale. “È un grande piacere accogliere Andrea Carnevale nella famiglia Legami. La sua esperienza e competenza sono strategiche per raggiugere gli ambiziosi obiettivi di crescita e diversificazione di Legami nel mondo” ha dichiarato Alberto Fassi, fondatore e Ceo di Legami.

ANDREA COLOMBO

Ceo di Cortilia

Andrea Colombo è stato nominato amministratore delegato di Cortilia, la società fondata nel 2011 che si occupa di spesa on line di prodotti freschi. Colombo vanta una lunga esperienza nella grande distribuzione, anche all’estero, in imprese come Metro e Rewe. Dal 2017 al 2021 era stato Managing director di Coop Lombardia, per poi prendere il timone di Sezamo, la versione italiana del servizio di spesa on line del gruppo ceco Rohlik. Un’operazione mai decollata a pieno, dal momento che oggi Sezamo risulta inattivo. Con l’ingresso di Colombo, il fondatore di Cortilia Marco Porcaro lascia il timone dell’azienda e la presidenza, restando consigliere. Contestualmente, Cortilia ha rinnovato il Cda, con la nomina di Antonella Beltrame (co fondatirce di Indaco Venture Partners) in qualità di presidente.

DAVIDE DALMIGLIO Ceo di Savills Italia

Savills ha nominato Davide Dalmiglio come nuovo Ceo di Savills in Italia. Dalmiglio, che subentra ad Angus Potterton, vanta quasi 25 anni di esperienza nel settore immobiliare e arriva da Deloitte, dove è stato Partner nel team di Corporate Finance. “Davide porta un grande bagaglio di esperienza sia nel settore capital markets che finanziario. Abbiamo investito molto in Italia negli ultimi anni e consideriamo la sua nomina come il prossimo passo in questa fase di crescita” ha commentato James Sparrow, Ceo di Savills Uk ed Emea. Potterton rimarrà nel consiglio di amministrazione di Savills Italia in aggiunta al ruolo di consigliere di Savills EME. Gianni Flammini continuerà a ricoprire il ruolo di Presidente della società.

Dallo scorso luglio, Silvano Salmaso è il nuovo Direttore operation di Scarpe&Scarpe, azienda con una rete di 135 negozi diretti in Italia. Tra i nuovi incarichi, Salmaso è anche responsabile Buying & merchandising, wharehousing&logistics e riporta direttamente all’amministratore delegato, Marcello Pace (che è anche amministratore delegato di Pittarosso). Stando a una nota della società, Salmaso vanta una lunga esperienza nel mondo delle calzature sviluppata in qualità di direttore generale di importanti gruppi italiani ed esteri. Scarpe&Scarpe è impegnata in un piano di rilancio, da quando, lo scorso agosto, in seguito all’accesso al concordato, il controllo della maggioranza del capitale è passato a Rsct.

NICOLA SEMPREVIVO Operations manager Italia di Sonae Sierra

Sonae Sierra ha nominato Nicola Semprevivo nuovo Operations manager per l’Italia. Semprevivo era entrato nel gruppo nel 2015, come responsabile di CityLife Shopping District. In precedenza, sempre nel campo dei centri commerciali, era stato per sette anni Property manager presso Multi. Vanta una laurea in Giurisprudenza a Bologna più specializzazioni in Svizzera e Stati Uniti. “L’ottimo lavoro svolto da Nicola è stato per noi d’ispirazione” ha dichiarato José Robles, General manager, property Management di Sierra in Italia, Romania e Grecia. “Siamo certi che in questo nuovo ruolo, l’esperienza di Nicola potrà contribuire ulteriormente alla crescita dell’azienda”.

pag. 64 | retail&food | Ottobre 2023 CAMBI DI POLTRONA
SILVANO SALMASO Direttore operation di Scarpe&Scarpe

RIPIENI DI FUOCO SACRO

NUOVI Bauletti ® con stracotto al Barolo DOCG

Un ripieno che celebra il calore dei riti condivisi e il piacere di stare insieme. Un fondo aromatico, una lenta cottura dei tagli migliori del manzo generosamente marinati nel pregiato Barolo DOCG per un sapore e una consistenza unici, che profumano di tradizione e focolare.

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