L'Industria della Gomma 7-8/2025

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DELLA GOMMA

MENSILE DEGLI ELASTOMERI

E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

www.industriagomma.it

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Andrea Aiello in reDazione

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Collaborano alla rivista

Gianpaolo Brembati, Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Beatrice Garlanda, Gabriella Oldani, A.L. Spelta

GrafiCa e impaGinazione

Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it

pubbliCità dircom@edifis.it

traffiCo pubbliCitario

Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it stampa

Grafiche Arrara

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Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE

EDITORIA DI SETTORE

SOMMARIO

ANNO 69 - LUGLIO/AGOSTO

Abbiamo

letto

10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA

Mondogomma

16 AMAPLAST: RESILIENZA INDUSTRIALE TRA VINCOLI

NORMATIVI E SFIDE GLOBALI

Dall’assemblea Amaplast del 24 giugno, oltre alla riconferma di Massimo Margaglione alla presidenza e di Barbara Ulcelli e Gabriele Caccia come vicepresidenti per il biennio 2025-2027, emerge una fotografia aggiornata del comparto: export stabile, competitività sotto pressione, fiducia nella reazione del sistema industriale.

22 SEGNALI DI SPERANZA

PER I COSTRUTTORI

DELLA VDMA

Dopo tre anni difficili, per i costruttori tedeschi di macchine per materie plastiche e gomma il primo trimestre del 2025 si è aperto con una nota positiva: gli ordini sono tornati a crescere in modo visibile e le aspettative sono per una lenta risalita nei prossimi mesi.

26 PNEUMATICI DI RICAMBIO:

SEMPRE IN CRESCITA IL

SETTORE CONSUMER

Secondo i dati dell’associazione europea ETRMA, bene nel primo trimestre 2025 le vendite di pneumatici di ricambio in Europa nella categoria consumer. Ancora in retromarcia, invece, autocarri e autobus.

Focus: Intelligenza Artificiale

30 AI PER L’INDUSTRIA DELLA GOMMA: SCENARI, OPPORTUNITÀ E SFIDE

Anche la filiera della gomma, come tutto il manifatturiero italiano, è chiamato oggi a confrontarsi con una trasformazione tecnologica che ha come fulcro l’intelligenza artificiale. Il percorso non è privo di complessità, ma ha anche un grande potenziale. Attraverso alcune recenti ricerche deliniamo lo scenario, le opportunità da cogliere e le sfide da vincere.

Dalle Aziende

39

MESCOLE SEMPRE PIÙ PERFORMANTI

Elastomers Union ha sviluppato, con il proprio partner di polimeri, nuovi prodotti di imminente arrivo sul mercato con risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista.

40 CAMERA BIANCA PER MESCOLE IN FFKM

La sede italiana di LTE si è arricchita di una nuova camera bianca classe ISO 7 destinata alla produzione di mescole in FFKM per applicazioni in ambienti a contaminazione controllata.

MENSILE DEGLI ELASTOMERI

E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

41 MESCOLE PERFORMANTI E GREEN

SOMMARIO

ANNO 69 - LUGLIO/AGOSTO

Mesgo, impegnata da tempo sul tema della sostenibilità, ha già integrato i nuovi gradi FKM NFS (Non-Fluoro Surfactant), nelle sue proprie soluzioni FKM, sviluppando mescole avanzate che coniugano performance e responsabilità ambientale.

42 RESISTERE ALL'INCERTEZZA: LE STRATEGIE DI VERSALIS

L'alternanza di provvedimenti da parte della nuova amministrazione americana e una crescente pressione sulle supply chain sta generando disorientamento tra operatori e investitori. Ne abbiamo parlato con Mauro Livraghi, Head of Sales Asia Pacific & Americas Business Unit Advanced Material di Versalis.

44 MONITORA: L’ECOSISTEMA DI SICUREZZA DI LSG

Nel cuore della trasformazione digitale industriale, la sicurezza informatica diventa un asset strategico e una nuova urgenza. Monitora, la nuova divisione di LSG Servizi Informatici, nasce per proteggere il patrimonio tecnologico e produttivo delle aziende della gomma.

46 VAR ONE

UNA SOLIDA ESPERIENZA PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

La sede Var One di Bergamo valorizza 40 anni di attività e know-how di Real-Time e rappresenta oggi un punto di riferimento per la digitalizzazione delle imprese manifatturiere, con una competenza distintiva nel comparto gomma-plastica, come dimostra il caso di SHS Italia. Un presidio territoriale strategico, in grado di coniugare esperienza, innovazione e profonda conoscenza dei processi industriali.

Assogomma informa

50 ROBERTO LUCIANO FORRESU È IL NUOVO PRESIDENTE DI ASSOGOMMA

51 “VACANZE SICURE” 2025: FOCUS SU PNEUMATICI E SICUREZZA STRADALE

Normative

52 LA DIRETTIVA NIS2/PARTE I

La direttiva (UE) 2022/2555 rappresenta il primo provvedimento UE che stabilisce misure volte a conseguire un livello comune adeguato di sicurezza della rete e dei sistemi informativi nell’Unione, così da migliorare il funzionamento del mercato interno. In questa prima parte ci occupiamo delle disposizioni generali e dei quadri coordinati in materia di cibersicurezza.

News

61 IL TACCUINO

u GreenPlast 2025 in linea con le aspettative

u PFAS: per la prima volta un tribunale li collega a un decesso

u Impianto di pirolisi di PFU in Svezia

u Comet investe nella formazione

64 GLI INSERZIONISTI DI QUE STO NUMERO

26

30 16

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Rassegna della stampa tecnica estera

ANALISI DEL COMPORTAMENTO ALL’INVECCHIAMENTO DI EPDM DI SCARTO RICICLATA.

L. Gschwind-Esser, C-S Jordan, University of applied Science Osnabrük, Lingen Ems (Germa˝ny), - email: s.jordan@hs-osnabruek.de - KGK 6/2024, pag. 25-31.

Negli ultimi dieci anni sono stati fatti notevoli sforzi per riciclare gli elastomeri ed esistono numerosi studi in merito ad attivazione o devulcanizzazione degli scarti di gomma, che hanno determinato importanti progressi nei processi di riciclo. L’invecchiamento dei materiali riciclati rimane tuttavia un’area poco studiata, anche se le prove di invecchiamento sono essenziali per valutare la predisposizione di un materiale a processi di degradazione, relativi a reticolazione, rottura e riassetti macromolecolari, che possono causare un deterioramento graduale delle sue proprietà.

Nel tempo la gomma subisce cambiamenti nelle sue proprietà chimiche e meccaniche e, durante il riciclo, subisce ulteriori stress nelle fasi di macinazione, devulcanizzazione ad alte temperature e reticolazione, diventando più fragile e soggetta a rotture, il che porta a proprietà più scarse. La comprensione di questi processi è essenziale per mi -

gliorare la funzionalità a lungo termine e la sostenibilità dei materiali riciclati. Lo studio verifica l’effetto della concentrazione degli agenti devulcanizzanti, i parametri del riciclo e la quantità di additivi come il sistema di vulcanizzazione e il polimero EPDM a basso peso moecolare (LP), che funge da attivatore a livelli di 5 e 10 wt%. Dopo variazioni dei contenuti dei materiali e delle condizioni di processo si analizzano le frazioni sol dei riciclati con spettroscopia NMR (Risonanza Magnetica Nucleare) e FT-IR (InfraRossi a Trasformata di Fourier) per identificare i gruppi chimici funzionali legati all’efflorescenza, un fenomeno associato all’invecchiamento e attribuito al devulcanizzante DBD (DiBenzamido Difenildisolfuro), mentre le proprietà dei vulcanizzati vengono testate prima e dopo una settimana di invecchiamento.

Utilizzando i parametri ottimizzati, vengono sviluppate tre diverse formulazioni di mescola, con incorporazione diretta del sistema di vulcanizzazione durante il riciclo nell’estrusore. Le prove di invecchiamento sono condotte a intervalli di 1, 5 e 10 settimane e le proprietà meccaniche vengono confrontate con quelle di una formulazione di gomma vergine. Alla fine di tutte le prove, i materiali devulcanizzati sono impiegati per produrre sistemi di tenuta.

I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti.

Lo studio è molto dettagliato e ne lasciamo la lettura completa a chi è interessato all’argomento e lo apprezzerà senz’altro. Ci limitiamo ad evidenziare il risultato che il riciclato ottenuto è utilizzato per produrre guarnizioni di tenuta a faccia piana FF (Flat Face) che, prodotte quindi con materia prime secondaria, non sono diverse da quelle realizzate con materiali vergini. Di conseguenza, sulla scorta delle proprietà meccaniche prima e dopo l’invecchiamento, il riciclato si rivela potenzialmente in grado di comportarsi come EPDM vergine di analoga formulazione con durezza 50 Sh A. In questo modo diventa possibile una produzione a ciclo chiuso, in cui la combinazione delle tre fasi del processo (devulcanizzazione, attivazione e mescolazione del sistema di vulcanizzazione) produce una materia prima secondaria dallo scarto delle guarnizioni di tenuta, che può essere riprocessato in sistemi di tenuta.

PROVE E MISURAZIONI

UNA RASSEGNA CRITICA DELL’APPLICABILITÀ DELLA REGOLA COX-MERZ SU MESCOLE DI GOMMA CARICATE.

D. Kleinschmidt, F. Brüning, J. Petzke, Paderborn University Kunststofftechnik, Paderborn (Germany) - email: dennis.kleinschmidt@ktp. upb.de - KGK 6/2024, pag. 32-38.

Ireometri capillari ad alta pressione (HPCR) sono largamente usati per caratterizzare il comportamento di scorrimento di termoplastici fusi e mescole di gomma. Tuttavia ciò che si può presumere riguardo alla viscosità e relativo flusso isotermico di fluido newtoniano non è completamente applicabile a vari fluidi complessi, come le mescole di gomma: esse mostrano infatti una maggiore tendenza ad anomalie di flusso a causa degli ingredienti e dei parametri di lavorazione.

L a lunga introduzione dello studio evidenzia quindi le caratteristiche di scorrimento di una mescola di gomma, mettendo in rilievo che la sua scarsa conduttività termica porta ad accumulo di calore e ad aumento di temperatura nel materiale, con la conseguente necessità di valutare con precisione il comportamento di scorrimento di parete del materiale e di incorporarlo in modellazione e simulazioni matematiche (un’interessante figura riporta uno schema di procedure di correzione per

uno studio reologico con HPCR).

Dopo avere considerato che la difficile e soggetta a errori determinazione dei dati reologici del materiale di mescole di gomma caricate porta a una limitata trasferibilità fra simulazione e pratica, con conseguente ridotto valore informativo, lo studio passa a esaminare il Rubber Processing Analyzer (RPA) come reometro molto valido per valutare il comportamento di scorrimento e analizzare la qualità degli elastomeri, grazie alle sue caratteristiche quali esenzione da correzioni, dati veri di viscosità, prevenzione degli effetti di scorrimento di parete etc. Tutto questo in confronto al reometro HPCR, rispetto al quale l’RPA offre una riproducibilità dei risultati per mescole di gomma caricate decisamente più alta.

Esistono in letteratura rapporti empirici, che collegano i parametri reologici degli scorrimenti di taglio oscillatori a quelli fissi: una delle più conosciute funzioni di trasferimento è la regola di Cox-Merz, che ha una considerevo -

PUNTA SUI PUNTA SUI CAMPIONI CAMPIONI DIMENTICA

GLI ATTRITI

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Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE

Trattamenti lubrificanti PFAS free

le importanza pratica per i termoplastici. Il principale vantaggio di questa regola è la previsione della viscosità di taglio sulla base di dati dinamici, con l’ulteriore vantaggio che la misurazione può essere fatta su quantità molto piccole e richiede meno tempo rispetto all’HPCR.

Condotte tutte le prove di confronto fra RPA ed HPCR su LDPE (Low Densty PolyEthilene), una mescola in SBR ad alta viscosità per pneumatico e una mescola in EPDM, lo studio arriva alla conclusione che l’empirica funzione reologica di trasferimento Cox-Merz non si può verificare su mescole di gomma caricate.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI GRANULI DI GOMMA RICICLATA IN PAVIMENTI RIGIDI: VALUTAZIONE DELL’IMPATTO STRUTTURALE E AMBIENTALE.

H. Galai Aboelhassan, H. Mahmoud Othman, H. Yuones Ahmed, Department of Construction and Building Engineering, College of Engineering-

Trattamenti al plasma: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Lavaggio ad alta pressione sotto cappa a flusso laminare (Cleanliness)

Micropulizia, Etching, Grafting

South Valley Campus, Arab Academy for Science Technology & Maritime Transport, Aswan (Egypt) - email: ihad_6111@aast.edu - KGK 6/2024, pag.48-55.

Il calcestruzzo fornisce elevata robustezza nelle pavimentazioni, ma offre bassa elasticità e basso carico di rottura, che favoriscono la formazione di crepe accorciandone la durata. Inoltre, variazioni di temperatura causano arricciamento e dilatazione termica: nell’introduzione lo studio illustra brevemente l’influenza dei cambiamenti delle condizioni climatiche sul calcestruzzo che, insieme al carico dinamico dei veicoli, ne causano una sensibile deformazione.

Il rubbercrete è un tipo di calcestruzzo, in cui una porzione degli aggregati ordinari è sostituita da granuli di gomma da pneumatici fuori uso (PFU) che, utilizzati in percentuali variabili, possono aumentare resistenza a compressione e carico di rottura del calcestruzzo. L’utilizzo di calcestruzzo gommificato CRC (Continuously Reinforced Concrete) riduce anche l’inquinamento acustico e offre un efficace isolamento al calore, così che può essere impiegato nella costruzione di edifici, teatri etc., fornendo la soluzione adatta per migliorare le proprietà meccaniche e fisiche delle pavimentazioni rigide.

I l pretrattamento delle particelle di gomma varia da un semplice lavaggio con acqua a metodi più avanzati come acidatura, plasma e vari agenti leganti. In questa ricerca vengono usate soluzioni di NaOH, con concentrazioni 10, 20 e 30%.

L’obiettivo dello studio è triplice: ridurre l’impatto ambientale dei PFU, sviluppare soluzioni per migliorare la resistenza alla formazione di crepe e le proprietà di contrazione del calcestruzzo e, infine, abbassare i costi relativi alla costruzione e alla manutenzione delle relative pavimentazioni.

Lo studio presenta una ricca parte sperimentale, in cui vengono esposti tutti i materiali utilizzati nelle prove e che risulta oltremodo interessante per tutti i lettori che non hanno esperienza di calcestruzzo e possono così constatare che il materiale in se stesso e la sua lavorazione costituiscono un argomento che vale la pena di conoscere.

L a gomma granulare viene incorporata nel calcestruzzo in sostituzione parziale dell’aggregato fine, formando il cosiddetto rubbercrete che presenta un peso specifico più basso e più bassi assorbimento di acqua, robustezza e rigidità rispetto all’aggregato tradizionale. Grazie alla sua natura idrofoba e non polare, la gomma granulare respinge l’acqua e intrappola l’aria sulla sua superficie, evidenziando inoltre una caratteristica distribuzione granulometrica che risulta in una distribuzione discontinua dell’aggregato. Illustrati tutti i vari materiali e la metodologia sperimentale, lo studio espone i risultati ottenuti, arrivando così alla conclusioni: l’aggiunta di gomma, trattata e non trattata, aumenta il degrado del calcestruzzo, riducendo il suo carico di rottura per il fatto che le particelle di gomma non si legano con la matrice cemento e formano così punti deboli all’interno del calcestruzzo; l’entità di questi effetti varia in base alla quantità gomma aggiunta e alla concentrazione di NaOH, con la situazione che piccole quantità possono causare minori riduzioni del carico di rottura, mentre quantità più grandi diminuiscono il carico di rottura ma aumentano malleabilità e resistenza all’impatto; la gomma trattata può aumentare malleabilità e flessibilità del calcestruzzo, così che il calcestruzzo può assorbire più energia e deformazione prima della rottura, il che può essere vantaggioso in alcune applicazioni come pavimentazioni e strutture ammortizzanti; l’aumento della percentuale di gomma non trattata provoca un aumento della resistenza a flessione, contraddicendo i risultati empirici; l’inclusione di gomma granulare può migliorare la resistenza del calcestruzzo alla formazione di crepe sotto certe condizioni, dal momento che le particelle di gomma possono aiutare a distribuire lo stress più uniformemente in tutto il calcestruzzo e questo previene la formazione di crepe; mentre da una parte la gomma granulare riduce leggermente la resistenza a compressione e la durezza, dall’altra aumenta l’assorbimento di acqua, per cui si raccomanda di aggiungere materiali di rinforzo al calcestruzzo gommificato per mitigare questi difetti.

M ATERIE PRIME E APPLICAZIONI

INFLUENZA DI VARI ADDITIVI NEI TERMOPLASTI CI SULL’ADESIONE DI COMPOSITI LSR-TERMOPLASTICO.

S. Marl, R-U Giesen, H-P Hein, Universität Kassel, Kassel (Germany) - email: Svenja. Marl@uni.kassel.de - KGK 6/2024, pag. 56-62.

La gomma siliconica liquida (LSR) è un materiale con proprietà uniche, che comprendono la flessibilità a base temperature fino a -50 °C e la resistenza ad alte temperature fino a 200 °C, con un’ottima conservazione delle proprietà meccaniche. LSR è inoltre fisiologicamente innocua, motivo per cui viene utilizzata in molti settori come quelli medicale, domestico e dell’industria automobilistica. I compositi termoplastico/LSR possono espandere i loro campi di applicazione e, in quest’ambito; vengono utilizzati gradi di LSR autoadesivi, sovrastampati a parti termoplastiche stampate in precedenza. Diversi termoplastici sono usati in questo processo, come il polibutilentereftalato (PBT), la poliammide (PA) e alcuni gradi di policarbonato (PC), mentre per altri termoplastici, come polipropilene (PP), polietere etere chetone (PEEK) e polieterimmide (PEI), sono necessari pretrattamenti di superficie mediante silicatizzazione o plasma.

Termoplastici diversi mostrano uno specifico comportamento all’adesione, per cui giocano un ruolo decisivo nell’applicazione citata, con la situazione complicata dal fatto che essi presentano differenze nel peso molecolare, ma sono soprattutto gli additivi e le cariche della formulazione a influenzarne il comportamento. Una figura illustra i molti additivi usati nelle formulazioni di termoplastici, tra i quali lo studio si occupa in dettaglio di antiossidanti, modificatori d’impatto e lubrificanti.

L’introduzione dello studio passa in rassegna tutti questi additivi, spiegandone la funzione e osservando che essi cambiano la morfologia dei termoplastici, ossia la cristallinità, i gruppi funzionali e la qualità della superficie e, di conseguenza, l’adesione ad altri materiali.

I meccanismi di adesione per compositi di LSR e termoplastici sono il lega -

me chimico e un reticolo compenetrante IPN (InterPenetrating Network): non è stato ancora chiarito quale dei due sia coinvolto e nel primo caso si ipotizza che i legami chimici si formino fra i due materiali del composito, nel secondo che uno dei due materiali si diffonda nell’altro e formi intrecci. La cristallinità influenza la diffusione da un materiale all’altro, dal momento che una cristallinità più alta aumenta la densità di impaccamento e rende la diffusione più difficile, mentre i gruppi funzionali possono cambiare la frazione polare o dispersa dell’energia di superficie e la bagnabilità della superficie, con la possibilità che i legami chimici si formino fra i gruppi funzionali e l’altro materiale.

Lo scopo di questo studio è la mescolazione dei termoplastici con diversi additivi e la conseguente produzione di compositi LSR/termoplastico, determinando così l’influenza degli additivi sull’adesione di legame, insieme alla valutazione delle proprietà di MFI (Melt Flow Index) e cristallinità per identificare la correlazione fra queste proprietà e la forza di adesione.

A parte la possibilità di entrare nel mondo dei termoplastici, scoprendo una parte degli additivi utilizzabili e la loro funzione, questo studio fa scoprire un settore particolare dei compositi, quello fra silicone e termoplastico, del quale viene messa in evidenza l’importanza della scelta degli additivi per una buona adesione fra i materiali coinvolti, che devono avere la migliore compatibilità possibile.

MANUFATTI E PRESTAZIONI

PARTICOLARE PRODOTTO TECNICO STAMPATO DA PNEUMATICI DI SCARTO.

B. Chouchaoui, Windsor Industrial Development Laboratory (WIDL), Windsor, Ontario (Canada) - RUBBERWORLD, aprile 2025, pag. 14-20.

Cosa fare con gli pneumatici fuori uso (PFU) è una delle più importanti questioni che l’ecosistema del trasporto deve affrontare: essi infatti costituiscono un grave pericolo per la salute e l’ecologia. Indubbiamente sono stati fatti grandi passi nello sviluppo di pratiche sostenibili per il loro smaltimento e riciclo, ma alcune di esse non sono ancora convincenti e il riciclo sostenibile degli pneumatici continua a essere un obiettivo in movimento, alla luce dei nuovi sviluppi della tecnologia e delle pratiche di lavorazione.

In questo articolo vengono affrontati molti argomenti, relativi al riciclo dei PFU e all’utilizzo dei materiali ottenuti, di cui vi illustriamo i punti più interessanti. I n passato i PFU venivano collocati in discariche o bruciati, scelte entrambe negative per le strategie ambientali. Nel primo caso infatti i PFU occupano sempre più spazio, dal momento che la gomma non è biodegradabile, e diventano terreno fertile per topi e zanzare, che trasmettono malattie mortali, percolan-

do anche nel terreno e contaminando così le acque sotterranee, diminuendo la fertilità del suolo. Nel secondo caso, invece, la gomma rilascia pericolose tossine e inquinanti nell’atmosfera. N egli USA circa 250.000 PFU all’anno vengono riciclati, grazie anche alle azioni dei governi locali, in base alla nuova politica di estesa responsabilità del produttore (EPR) che, oltre ad attribuire i costi di fine vita degli pneumatici ai produttori e a promuovere diverse situazioni di sostenibilità, obbliga chiunque venda auto a raccogliere PFU dai consumatori. In quest’ambito sono importanti la sensibilizzazione pubblica e l’educazione delle giovani generazioni per smaltire i PFU correttamente, perché vengano conferiti a impianti di rilavorazione per essere trattati e trasformati in materiali adatti alla produzione di nuovi manufatti.

I recenti sviluppi per il trattamento dei PFU e il loro riciclo dovrebbero essere guidati dall’industria con qualche supporto da parte dello Stato. In passato i PFU venivano bruciati come fonti alternative per produrre energia, soluzione adottata dagli stessi produttori di pneumatici come autoproduzione di calore ed elettricità, ma questo processo viene ormai utilizzato anche in forni per cemento, caldaie industriali, acciaierie etc. Tuttavia, uno pneumatico bruciato è gomma persa, mentre l’utilizzo del materiale riciclato comprende pacciame per agricoltura e giardini, piste sportive, piastrelle, mattoni etc. Vari livelli di GRT (Ground Tire Rubber) vengono miscelati con termoplastici (PE, PS, PP etc.) o con gomma vergine per la produzione di nastri trasportatori, suole, profili etc., una volta superati i problemi di migrazione dello zolfo o degli acceleranti nella GTR vulcanizzata. In effetti molti ricercatori e industrie hanno inserito il 30% di GTR in gomma naturale e sintetica senza compromettere le principali proprietà meccaniche dei manufatti. La GTR, inoltre, viene utilizzata per la modifica di calcestruzzo e asfalto. I nuovi prodotti da PFU generano maggiore attività economica della combustione o di altre produzioni di basso valore

e riducono il flusso dei rifiuti senza provocare eccessivo inquinamento ed emissioni nelle operazioni di riciclo. R ecuperare mescole di gomma e altri materiali di scarto per produrre pneumatici nuovi è un’impresa molto difficile per vari motivi. Partendo dalla considerazione che la produzione di uno pneumatico è complessa, per materie prime e componenti speciali, e che ogni produttore utilizza proprie formulazioni interne, tenute per lo più segrete, occorre tener conto del fatto che varie progettazioni e complesse lavorazioni affrontano la durezza della vita di servizio programmata. Di conseguenza il riciclo crea enormi sfide tecniche e industriali. Trascurando le soluzioni del passato (incinerazione, granulazione e discarica), bisogna ricorrere al recupero o alla rigenerazione della gomma, perseguendo sostenibilità ed economia circolare. EcoUS, consociata di Windsor Industrial Development Laboratory, propone la devulcanizzazione delle gomme vulcanizzate, che consente un infinito riciclo della gomma da riutilizzare successivamente per produrre materiali utili, come granuli per superfici stradali. Questo con l’obiettivo di sviluppare materiali di largo consumo, vista l’entità degli scarti di pneumatici e nonostante le difficoltà sopra citate, che possono essere polverino come carica inerte in mescole oppure granuli da miscelare con gomma vergine, entrambi da utilizzare per la produzione di pneumatici nuovi. Il riciclo dei PFU si basa, come per altri materiali di scarto, sulle 4 erre: riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. La riduzione si riferisce alla generazione di rifiuti, da limitare per ridurre i gas serra, risparmiare risorse naturali ed evitare la generazione a monte di rifiuti solidi. Il riutilizzo riguarda la ricostruzione di pneumatici, ancora attuale per quelli di autocarro, la manutenzione efficiente per pressione e rotazione degli pneumatici, allineamento e bilanciamento delle ruote, nonché le buone abitudini di guida. Il riciclo da pneumatici di scarto rappresenta il mercato più grosso, anche se ormai ci si concentra sul recupero e sui prodotti che ne risultano e che

finora consistono in incollaggio con resine epossidiche o poliuretano per campi da gioco e sportivi, tappetini e piastrelle.

D opo avere accennato alla devulcanizzazione della GTR da PFU, osservando che le particelle di gomma vulcanizzata non trattate mostrano scarse adesione interfacciale e dispersione, che il metodo di devulcanizzazione più pratico si è rivelato quello termomeccanico con estrusore bivite, l’articolo sfiora gli argomenti relativi al miglioramento del meccanismo del riciclo e del funzionamento del processo di riciclo, per enunciare finalmente i risultati della ricerca dei laboratori EcoUS, che ha sviluppato tecnologie per il recupero della gomma, per la devulcanizzazione, per la mescolazione delle gomme devulcanizzate e per la produzione di materiali e manufatti con gomma riciclata. Attualmente EcoUS offre: gomma riciclata con granuli di SBR per sostituire SBR vergine in asfalti, parcheggi e vialetti e gomma devulcanizzata da utilizzare per ridurre i costi delle nuove mescole; prodotti a base gomma riciclata o stampati, che comprendono una piccola puleggia solida per l’industria mineraria, commissionata da un produttore di macchinari, e un blocco anteriore di parcheggio; servizi per ricevere e trattare rifiuti polimerici post-industriali, comprese le gomma, con un’applicazione già realizzata per guarnizioni temporanee di portiera per General Motors e diversi contatti con vari OEM (Original Equipment Manufacturers) e fornitori di pneumatici.

E coUS ha molti prodotti in sviluppo per vari mercati e settori industriali, fra cui automotive, petrolio e gas, tempo libero etc., mentre quelli esistenti comprendono blocchi frontali di parcheggio, divisori di corsia fra biciclette e automobili, elementi per barriere autostradali e copertura di dossi, cuscinetti anti-fatica e ammortizzatori per barche e pontili.

E coUS è disponibile per progettare applicazioni su richiesta del cliente, dal momento che dispone di personale esperto in grado di soddisfare tutte le esigenze del caso.

RUBBER CLUB

MATERIE PR IME E APPLICAZIONI

RIDUZIONE DI OSSIDO DI ZINCO IN 10 MESCOLE DI UN MODELLO DI PNEUMATICO RADIALE PER AUTOMOBILE.

M. Aman-Alikhani, consulente - RUBBERWORLD, aprile 2025, pag. 42-44.

Lo zinco ha un ruolo vitale nel corpo di organismi viventi, ma un suo eccesso in natura è problematico. Uno dei modi principali, in cui lo zinco entra nell’ambiente, è l’impatto dei manufatti di gomma, soprattutto degli pneumatici di automobile.

L’ossido di zinco (ZnO) è stato uno dei primi materiali usati nella gomma: utilizzato inizialmente come carica, specialmente per mescole di colore chiaro, è diventato successivamente un componente (da 3 a 5 phr) del sistema di vulcanizzazione e si comporta, insieme all’acido stearico, come attivatore per aumentare la velocità di vulcanizzazione e migliorare l’efficienza della reticolazione. Oltre a questo, lo ZnO fornisce un’eccellente protezione alle mescole bianche e colorate, assorbendo i raggi ultravioletti della luce solare e aumentando l’adesione fra gomma e metallo. Posto che almeno metà del consumo di ZnO è nell’industria della gomma, soprattutto nella produzione di pneumatici, occorre considerare che lo ZnO ha una natura idrofila, non compatibile con elastomeri idrofobi, per cui deve essere usato in eccesso in mescola per ottenere una distribuzione omogenea, con la grave conseguenza che rimane libera in pneumatici e manufatti di gomma la sua parte che non partecipa alla reazione di vulcanizzazione.

Nel 1995, in Svezia, fu appurato che lo zinco, pesante e pericoloso, entra nelle acque di superficie principalmente dallo ZnO contenuto nella gomma, a causa dell’abrasione, del contatto e dell’immersione di manufatti, soprattutto pneumatici, e causa l’avvelenamento degli animali acquatici, con la possibilità di raggiungere il corpo di pesci ed esseri umani. Questo ha destato preoccupazione riguardo all’utilizzo di ZnO in molti paesi, così che l’Environmental Protection Agency (EPA) americana ha fissato il limite massimo consentito per il suo utilizzo a 5 mg/L per l’acqua potabile e 120 μg/L se dissolto in acqua. Si sono ipotizzate diverse soluzioni per ridurre o eliminare lo ZnO dalle mescole, ma nessuna si è dimostrata praticabile.

In questo studio vengono esaminate 10 mescole di pneumatico 185/65 R14 economico 4 stagioni, ciascuna riferita a diverse parti dello pneumatico scelto, in ciascuna delle quali la quantità di ZnO, senza altre modifiche degli altri ingredienti, viene ridotto metà parte per metà fino a raggiungere 2 phr.

Il risultato delle prove è che è possibile ridurre lo ZnO almeno del 33% senza alcuna sensibile diminuzione nelle proprietà importanti. Naturalmente, per continuare la ricerca fino a una decisione definitiva, è necessario che le mescole vengano preparate sulla linea di produzione e che vengano condotte prove complete sui relativi pneumatici di prova.

MONDOGOMMA

Amaplast: resilienza industriale tra vincoli normativi e sfide globali

Dall’assemblea Amaplast del 24 giugno, oltre alla riconferma di Massimo Margaglione alla presidenza e di Barbara Ulcelli e Gabriele Caccia come vicepresidenti per il biennio 2025-2027, emerge una fotografia aggiornata del comparto: export stabile, competitività sotto pressione, fiducia nella reazione del sistema industriale.

In un contesto geopolitico ed economico instabile, l’industria italiana delle macchine per plastica e gomma dimostra tenuta e capacità di adattamento. È quanto emerso dall’Assemblea annuale dei soci di Amaplast, tenutasi il 24 giugno a Villa Borromeo, con la riconferma di Massimo Margaglione alla presidenza

per il biennio 2025-2027. Con lui, confermati anche i vicepresidenti Barbara Ulcelli e Gabriele Caccia.

NUMERI IN CRESCITA NONOSTANTE TUTTO

I l Presidente Massimo Margaglione ha illustrato nella sua relazione all’as -

semblea l’andamento dell’industria italiana delle macchine per plastica e gomma, commentando i risultati emersi dalla quinta edizione dell’Indagine Statistica Nazionale, svolta del Centro Studi MECS-Amaplast tra circa 430 aziende costruttrici (con oltre 15.000 addetti) che, nel 2024, hanno generato un fatturato di oltre 4,82 mi -

liardi di euro (+1,4%), con una quota export del 74%.

U na performance incoraggiante, soprattutto alla luce del contesto internazionale segnato da conflitti, inflazione e politiche industriali disomogenee.

L a tenuta del comparto è in primo luogo da ricondurre alla buona performance delle esportazioni che, per il quarto anno consecutivo, hanno registrato un incremento: secondo i dati I stat, rispetto al 2023 sono infatti aumentate dell’1,5%, fino a un valore complessivo di 3,62 miliardi di euro.

L’export (a cui sono destinati tre quarti della produzione) ha registrato un picco nell’ultimo trimestre dell’anno e in particolar e nel mese di dicembre.

I n media, i mercati esteri più maturi - come l’Unione Europea e il Nord America - hanno registrato un trend

Nel corso dell’Assemblea sono stati riconfermati il presidente e i due vicepresidenti.

più debole, mentre le altre aree, pur con quote sul totale inferiori, hanno rappresentato destinazioni più vivaci, con particolare riferimento all’E -

stremo Oriente (Cina e India in testa), all’Europa extra-UE (bene in particolare la Turchia), all’Africa (soprattutto sub-sahariana), al Medio O riente. Al contrario, l’import si è mantenuto

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La RHEONIC è una società di ingegneria fondata nel 2015, con la missione di fornire servizi di consulenza e partnership alle industrie della gomma nei seguenti campi:

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Il settore in sintesi (2024)

➢ 432 aziende (di cui 171 Associate)

➢ 15.095 addetti (+1,6%)

➢ 4.824 milioni di euro fatturato (+1,4%)

debole nel corso dell’anno e a consuntivo ha subito un ripiego di quasi sette punti, con un valore che si è fermato appena al di sopra della soglia del miliardo di euro.

IL COMPARTO: DIMENSIONI, TERRITORI, SETTORI CLIENTI

I l settore rappresenta 430 aziende, per oltre 15.000 addetti, con una

➢ 74% quota export

forte concentrazione in Lombardia (53%), seguita da Veneto ed EmiliaRomagna.

L a suddivisione delle imprese per classi di grandezza evidenzia la correlazione direttamente proporzionale tra la dimensione e la capacità di generare fatturato. Se da un lato il maggior numero di aziende rientra nelle tre classi minori (ovvero fino a 10 milioni di fatturato), occupando il

2

72% degli addetti del comparto, sono quelle più grandi a realizzare la quota preponderante - ovvero il 78% - del fatturato globale di settore. Di conseguenza, all’aumentare delle dimensioni aziendali cresce il fatturato medio per addetto, nonché la propensione all’export.

N ella sua relazione, la Vice Presidente Barbara Ulcelli ha sottolineato come il fatturato medio per addet -

Il fatturato per settori clienti

L’export per aree geografiche

to del settore macchine per plastica e gomma (nell’ordine dei 320 mila euro) sia nettamente superiore a quello dell’industria italiana nel suo complesso e come tale indicatore aumenti ulteriormente per le aziende aderenti ad Amaplast, sfiorando i 330 mila euro.

Q uanto ai settori clienti, la quota più significativa di fatturato è realizzata nell’imballaggio (per il 29% circa alimentare e per il 17% non food); seguono l’automotive con quasi il 16%, l’edilizia con il 12% e il medicale con il 5%.

UNA FILIERA SOTTO PRESSIONE NORMATIVA

I l presidente Margaglione ha denunciato con forza gli effetti negativi di un’“ingerenza normativa senza precedenti”, in particolare dal Green Deal, dal pacchetto Fit for 55 e dal regolamento PPWR sugli imballaggi. L e criticità non sono ideologiche, ha chiarito, ma pratiche: norme complesse, tempistiche strette, principi attuativi ancora non definiti, costringeranno le imprese – in particolare quelle della plastica e della gomma –a investimenti ingenti e a operare in un quadro di incertezza normativa. “N on siamo contrari alla sostenibilità, ma serve una transizione condi -

Germania: 11,5%; -1,6%

Francia: 5,7%; +13,2%

Turchia: 3,5%; +15,0%

Stati Uniti: 9,7%; -4,0%

Brasile: 3,4%; +86,1%

visa, finanziata, equilibrata nei tempi e nelle responsabilità”, ha affermato.

LO SCENARIO MACROECONOMICO SECONDO COTTARELLI

L’intervento di Carlo Cottarelli ha offerto uno sguardo macroeconomico più ampio.

Estremo Oriente Africa

Oceania

Arabia Saudita: 1,5%; -8,9% EAU: 1,0%; +42,5%

Cina: 5,2%; +14,7%

India: 3,0%; +14,8%

Nordafrica: 2,8%; -13,3%

Sub-Sahara: 3,8%; +69,2%

L’economista ha ricordato che l’economia globale, dopo la pandemia e nonostante le attuali tensioni geopolitiche e commerciali, mostra segni di resilienza, ma l’incertezza è alta: “La guerra dei dazi voluta dagli Usa ha spaventato i mercati. Ma gli Stati Uniti non possono permettersi uno scontro frontale con l’Europa. Il loro

critico verso le politiche ambientali europee.

Fonte: ISTAT
Il rieletto presidente Amaplast, Massimo Margaglione, ha aperto i lavori con un discorso fortemente

I primi 10 mercati di destinazione export

(milioni di euro; quota % 2024; Δ% 2024/2023)

6 Fonte: ISTAT

vero rivale economico è la Cina”.

Per quanto riguarda l’Italia, Cottarelli ha lodato la stabilità fiscale degli ultimi anni, citando il comportamento prudente del governo e il contenimento dello spread.

Tuttavia, ha lanciato un monito chiaro: “Il nostro Paese cresce troppo poco. Siamo fermi a uno 0,7% annuo,

mentre Spagna, Grecia e Portogallo viaggiano oltre il 2% grazie alle riforme”.

T ra i problemi strutturali italiani: pressione fiscale troppo elevata, burocrazia opprimente, giustizia lenta, costo dell’energia e crisi demografica. “Serve volontà politica per cambiare passo.

S e affrontiamo davvero questi nodi, potremmo tornare a crescere stabilmente almeno del 2% l’anno”, ha affermato. “Serve stabilità e visione –ha detto – ma anche semplificazione e coraggio riformista”. C ottarelli ha inoltre sottolineato l’urgenza di una politica industriale europea più compatta, che protegga il tessuto produttivo continentale da concorrenze sleali e asimmetrie normative.

LE FIERE, LEVA DI POSIZIONAMENTO

I l vicepresidente Caccia ha evidenziato l’importanza della presenza fieristica come strumento di visibilità e networking, ricordando il successo per la seconda edizione di Greenplast, manifestazione dedicata a plastica e gomma con focus sulla sostenibilità e l’efficienza energetica. L’evento ha ospitato 200 espositori da 19 Paesi e ha raccolto quasi 17.400 visitatori. I n cantiere, intanto, la 20a edizione di PLAST (9-12 giugno 2026), che darà vita – insieme ad Acimall e Assocompositi – al nuovo format Matec, includendo anche Composites Future, a testimonianza della

Ospite d’onore dell’assemblea il professor Carlo Cottarelli, che ha tenuto una lectio sulla situazione economica mondiale e le prospettive, con un approfondimento sull’Italia.

crescente convergenza fra materiali e tecnologie.

IL RUOLO DELLA FEDERAZIONE CONFINDUSTRIA MACCHINE

L a relazione d el Presidente Margaglione ha rimarcato la forza della Federazione Confindustria Macchine, nata nel gennaio 2025 dall’unione di Amaplast, Acimac, Acimall e Ucima. C on 18,3 miliardi di euro di fatturato

La performance del G7

aggregato, 1.350 aziende rappresentate e 69.000 addetti, la Federazione punta a far valere con più forza le istanze dell’industria di trasformazione italiana. Tra le priorità: PNRR, transizione 5.0, Clean Industrial Deal, posizionamento europeo su PPWR.

R ESISTERE PER INNOVARE

M argaglione ha chiuso il suo intervento invocando ottimismo, corag -

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gio e temperanza, sottolineando la capacità del comparto di “resistere e innovare” anche nei momenti più difficili.

L’industria delle macchine per plastica e gomma si conferma una colonna portante del Made in Italy, fortemente orientata all’export, ma oggi più che mai bisognosa di un ecosistema regolatorio equo e prevedibile, per continuare a investire in qualità, tecnologia e sostenibilità reale. u

Fonte: OSCE

Segnali di speranza per i costruttori della VDMA

Dopo tre anni difficili, per i costruttori tedeschi di macchine per materie plastiche e gomma il primo trimestre del 2025 si è aperto con una nota positiva: gli ordini sono tornati a crescere in modo visibile e le aspettative sono per una lenta risalita nei prossimi mesi.

Il 2024 è stato un altro anno “da dimenticare” per i costruttori tedeschi di macchine per materie plastiche e gomma.

Corretto per le variazioni di prezzo, il volume degli ordini ha registrato un calo del 21% rispetto all’anno precedente, e anche le vendite sono diminuite del 19%.

“Q uesto significa che abbiamo vissuto tre lunghi anni con pochissimi nuovi ordini, e le aziende sono state messe a dura prova ”, ha riassunto in una nota Ulrich Reifenhäuser, presidente dell’Associazione VDMA che raggruppa i costruttori di macchine per materie plastiche e gomma.

ANDAMENTO DEGLI ORDINI E PRODUZIONE

G li ordini totali nel 2024 sono diminuiti del 21% rispetto all’anno precedente, confermando un trend negativo iniziato già nel 2022.

L a domanda interna è scesa del 28%, mentre l’export ha registrato un calo

Un’immagine della VDMA al K2022 - Foto Messe Düsseldorf / tillmann.

del 19%. Particolarmente significativa è stata la contrazione nei paesi dell’Eurozona, con un -21%. In parallelo, la capacità produttiva utilizzata è scesa all’81%, dopo essere stata al 93% nel 2022.

L a produzione totale ha raggiunto un valore di 8,838 milioni di euro, in leggero calo dello 0,2% rispetto al 2023. Questo dato indica una sostanziale stagnazione, nonostante l’aumento registrato negli anni precedenti (+13,5% nel 2022 e +3,3% nel 2023).

EXPORT E COMMERCIO ESTERO

Le esportazioni hanno avuto un calo del 6,6%, attestandosi a 5,877 milioni di euro, con una quota sul totale della produzione del 66,5%.

L e importazioni sono diminuite del 6,3%, mentre il saldo commerciale è sceso a 4,462 milioni di euro (-6,7% rispetto al 2023).

N el dettaglio, i principali mercati di esportazione per la Germania nel

2024 sono stati: Cina, con 1.113 milioni € (-26,1%); USA, con 973 milioni € (+1,7%); India, che con 364 milioni € (+98,9%), è diventato il terzo mercato più importante.

M essico, Francia, Italia seguono a distanza. Da segnalare la forte contrazione dell’export verso l’Italia (-32,8%) e la Polonia (-26,6%).

COMPOSIZIONE DELLA PRODUZIONE

O ltre al ”core machinery”, pari a 8,838 milioni di euro, nel 2024 sono stati prodotti: stampi e matrici per complessivi 1.890 milioni € (-5,8%); sistemi di movimentazione di resine e componenti per un valore di 1.009 milioni € (-4,2%); macchine da stampa flessografica per un totale di 358 milioni € (-16,7%).

L a produzione complessiva del settore si attesta quindi a 12,095 milioni di euro, in calo del 2 ,0% rispetto al 2023.

POSIZIONE DELLA GERMANIA NEL CONTESTO GLOBALE

L a Ger mania si conferma ancora il secondo esportatore mondiale di macchinari per plastica e gomma, subito dietro la Cina.

A livello di produzione mondiale, si è registrato un calo complessivo del 2,3%, passando da 42,505 milioni € nel 2023 a 41,510 milioni € nel 2024.

OCCUPAZIONE E MERCATO INTERNO

I l numero di addetti nel settore ha continuato a calare, passando da 31.100 nel 2022 a circa 30.000 nel 2024. La cassa integrazione è stata una misura ampiamente utilizzata per attenuare gli effetti del calo della domanda, ma anche i licenziamenti sono stati frequenti nel settore. Tuttavia, il mercato interno ha mostrato un segnale positivo, con un incremento del 7,5% nel valore di mercato, raggiungendo 4.377 milioni €.

2024 – Review

Core Machinery

» Production (m €): 8,574 8,856 8,838

Change over previous year (%) (13.5) (3.3) (-0.2)

» Export (m €): 5,767

1 - L’andamento del mercato tedesco nel 2024.

”È quindi ancora più positivo constatare che il primo trimestre del 2025 si è aperto con un barlume di speranza. Gli ordini sono tornati a crescere in modo visibile (corretti per i prezzi: +5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), anche se le

2024 – Review

vendite sono anc ora in ritardo, come previsto, con un calo del 17%”, ha commentato Reifenhäuser.

PROSPETTIVE 2025

I l primo trimestre del 2025 ha porta -

Source: VDMA

to un moderato ottimismo: gli ordini sono aumentati del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un netto +38% per quanto riguarda i paesi dell’Eurozona. Tuttavia, il fatturato previsto per l’intero anno rimane incerto, con una stima tra -5% e 0% a prezzi

Dies (m €):

» Total (m €):

12,348 12,095 Change over previous year (%) (11.9) (4.2) (-2.0)

2 - La produzione tedesca per tipologia di macchinari nel 2024.

VDMA |
Figura
Figura

Source: VDMA / Federal Statistical Office

Figura 3 - Confronto tra la produzione tedesca e quella mondiale.

costanti. Il 2025 sarà quindi un anno di transizione, ma con un orizzonte positivo.

S econdo quanto dichiarato da Thorsten Kühmann, direttore generale dell’associazione “Al momento riteniamo che il punto più basso degli ordini

sia stato raggiunto. Il settore inizierà a risalire da questo livello, passo dopo passo, nei prossimi mesi. Questo significa che la fiera K di ottobre arriva esattamente al momento giusto. Le aziende potranno presentare le loro competenze e innovazioni a

Export to Regions 2024 (2023)

German Plastics and Rubber Machinery

Percentage shares

un pubblico, si spera, aperto agli investimenti“.

L’unica incertezza, al momento, è rappresentata dalla politica commerciale statunitense, che sta smorzando gli entusiasmi. Ma questo riguarda il mondo intero, non solo la Germania.u

Source: VDMA

Figura 4 - Paesi di destinazione dell’export tedesco.

VDMA
VDMA

Pneumatici di ricambio: sempre in crescita il settore consumer

Secondo i dati dell’associazione europea ETRMA, bene nel primo trimestre 2025 le vendite di pneumatici di ricambio in Europa nella categoria consumer. Ancora in retromarcia, invece, autocarri e autobus.

Pubblicati da ETRMA (European Tyre & Rubber Manufacturers’ Association), l’Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e articoli in Gomma, i dati relativi alle vendite degli associati in Europa nel primo trimestre (Q1 2025) nei settori degli autoveicoli consumer (autovetture, SUV e veicoli commerciali leggeri), degli au-

tocarri e autobus, delle macchine agricole e in quello delle moto e degli scooter (Figura 1).

I dati registrati dicono, come ha osservato Adam McCarthy, Segretario Generale dell’associazione, che le vendite dei primi tre mesi dell’anno nella categoria consumer sono una conferma della ripresa osservata nel secondo semestre

del 2024 (+8%) e si sono avvicinati a quelli del primo trimestre del 2019, cioè prima che si diffondesse la pandemia. Sono calate, invece, le vendite nella categoria autocarri e autobus (-4%) e in quella dei veicoli agricoli (-4%), mentre il segmento moto e scooter ha fatto registrare una crescita più che discreta (+7%).

IL SEGMENTO ALL SEASON A SOSTEGNO DELLA CATEGORIA CONSUMER

N el periodo gennaio-marzo 2025 sono stati venduti globalmente, nella categoria consumer, 58,727 milioni di pneumatici, che hanno significato un aumento del 3% rispetto al Q1 2024, quando i pezzi venduti sono stati 57,277 milioni.

I l confronto tra i due periodi è risultato positivo, ancora una volta, soprattutto per il sostegno procurato dalla crescita del segmento delle gomme 4 Stagioni, cresciuto del 14%, e dal contributo delle gomme invernali, cresciute del 5%.

L e gomme estive, invece – primo segmento degli pneumatici per auto della categoria consumer – hanno chiuso il Q1 con un calo del 3% sullo stesso periodo dell’anno prima.

AUTOCARRI & AUTOBUS E VEICOLI AGRICOLI IN CALO

R ispetto al primo trimestre del 2024, le vendite degli pneumatici di ricam -

bio nel segmento autocarri e bus ha accusato una diminuzione del 4%, con 2,695 milioni di gomme vendute contro i 2,798 milioni di un anno prima. Rispetto al Q1 del 2019, pie -

Figura 1 - Le vendite di pneumatici di ricambio nel Q1 2025 e 2024. Fonte: Europool ETRMA.

no periodo pre-pandemia quindi, la diminuzione delle vendite in questo segmento è stata ben più marcata, con un -11%.

S econdo McCarthy, quello degli autocarri e degli autobus è un segmento che risente pesantemente delle incertezze economiche e politiche.

A nche nella categoria dei veicoli agricoli le vendite degli pneumatici di ricambio hanno registrato un calo. Dopo l’andamento al rialzo osservato da marzo 2024, le vendite nel

primo trimestre del 2025 hanno avuto, infatti, una flessione del 4%, con 203mila unità vendute a fronte delle 212mila dello stesso periodo dell’anno prima, e rimangono, inoltre, lontane dai livelli raggiunti nello stesso trimestre del 2019.

MOTO E SCOOTER IN CRESCITA

N ote positive arrivano, invece, dal settore pneumatici per moto e scooter, nel quale le vendite sono cre -

sciute del 7%, salendo a 3,520 milioni di pezzi venduti dai 3,280 milioni del Q1 2024.

I DATI DELL’IMPORT

È continuato anche nei primi due mesi del 2025 l’aumento delle importazioni di pneumatici per autovetture e veicoli commerciali leggeri (PCLTPassenger Car and Light Truck tyres) in Europa27 e UK. L e vendite degl i ultimi 12 mesi sono

Figura 2 - Continua a crescere nel 2025 l’import di pneumatici per i veicoli PCLT.
Figura 3 - L’import di pneumatici per autocarri e autobus in EU27+UK fino a febbraio 2025.

aumentate del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con Cina, i paesi dell’ASEAN e l’India principali esportatori.

N ell’intero 2024 gli import sono aumentati del 17%, con volumi dalla Cina in crescita del 18%, dalla Corea del 30% e dall’India del 34%. Gli import dalla Tailandia sono aumentati solo leggermente, mentre quelli dal Giappone hanno avuto un leggero calo.

I dati riportati nella tabella si riferiscono agli import degli ultimi dodici mesi dai paesi fuori della ‘Grande Europa’, e ai fini dell’analisi – spiega l’associazione – escludono gli import dalla Serbia e dalla Turchia (Figura 2).

A nche per autocarri e autobus sono cresciute le importazioni di pneumatici da paesi extraeuropei: in gennaio-febbraio di quest’anno sono salite, globalmente, dell’8%, con i paesi dell’ASEAN in testa alla graduatoria con oltre il 60% dei volumi. Si distingue, in particolare, il Vietnam, dal quale è provenuto un quarto degli import nel bimestre. La Tailandia, anche se in leggero calo, si conferma esportatore leader; la Cina, che nel 2024 ha aumentato i volumi esportati rispetto al 2023 e ha anche recuperato una parte della quota, salita al 20,8%, esporta volumi nuovamente in aumento nel 2025, anche se a un livello inferiore a quello del periodo precedente il primo semestre del 2018 (Figura 3).

PNEUMATICI USATI GENERATI DALLA SOSTITUZIONE

S econdo stime di Astutus Research, società specializzata in analisi di mercato riguardanti i diversi tipi di pneumatici, nel 2024 l’utilizzo di pneumatici di ricambio ha generato in EU27+UK, Norvegia e Svizzera, esclusa la Turchia, circa 4,5 milioni di tonnellate di pneumatici usati.

I l 64% di questa quota, rimasta sostanzialmente stabile, è costituito da pneumatici PCLT; il 27% da gomme per autocarri e autobus; il 9% da pneumatici per veicoli speciali.

L a quantità di pneumatici PCLT usati è in linea con i livelli pre-pandemici; quella delle gomme per autocarri e autobus, invece, è risultata leggermente più alta rispetto ai volumi pre-pandemia.

G li pneumatici usati generati dalla sostituzione rappresentano oltre il 90% del tonnellaggio totale, mentre il resto proviene dalla rimozione dai veicoli a fine vita.

L a più bassa quota di pneumatici generati da quest’ultima fonte è dovuta ai minori tassi di rottamazione di veicoli negli ultimi anni.

I nfine, dei 4,5 milioni di tonnellate di pneumatici usati generati in Europa 3,9 milioni sono stati smaltiti come pneumatici a fine vita e 600.000 tonnellate circa sono state in parte riutilizzate (gomme parzialmente usurate) e in parte ricostruite (Figura 4).u

Figura 4 – Pneumatici usati: riutilizzati o ricostruiti.
Foto

a cura di Daniela Garbillo

AI per l’industria della gomma: scenari, opportunità e sfide

Anche la filiera della gomma, come tutto il manifatturiero italiano, è chiamato oggi a confrontarsi con una trasformazione tecnologica che ha come fulcro l’intelligenza artificiale. Il percorso non è privo di complessità, ma ha anche un grande potenziale. Attraverso alcune recenti ricerche deliniamo lo scenario, le opportunità da cogliere e le sfide da vincere.

La filiera della gomma è chiamata oggi a confrontarsi con una trasformazione tecnologica che ha come fulcro l’intelligenza artificiale. Dalla produzione delle mescole alla lavorazione dei componenti per settori come automotive, elettrodomestico, medicale e costruzioni, le imprese si muovono in un quadro fatto di

forte potenziale e implementazione rallentata.

N el corso dei primi mesi del 2025 sono state pubblicate diverse ricerche sul tema. Nel nostro approfondimento ci occupiamo in particolare di quelle portate avanti da tre attori di primo piano nella trasformazione digitale e nella ricerca industriale.

I l primo è Rockwell Automation: multinazionale americana leader mondiale nell’automazione industriale e nella trasformazione digitale, con oltre 27.000 dipendenti in 100 paesi. Il suo “State of Smart Manufacturing Report” rappresenta da dieci anni un punto di riferimento globale per l’evoluzione dell’industria intelligente.

Foto di kynny da iStock.

Poi abbiamo utilizzato la ricerca di Minsait e The European House – Ambrosetti: Minsait è la società del gruppo Indra specializzata in ambienti digitali avanzati, attiva in Italia con oltre 3.000 professionisti. In collaborazione con Ambrosetti, think tank italiano tra i più autore voli a livello europeo, ha realizzato una dettagliata analisi sull’adozione dell’AI nelle imprese italiane.

A ltra fonte è un’indagine di Zebra Technologies sul ruolo del middle management nel manifatturiero, che analizza in profondità il rapporto tra AI, leadership e produttività. Zebra è una società americana attiva nell’automazione intelligente, con competenze specifiche in machine vision, sensori e AI applicata alla produzione.

La parte sulla sicurezza dei dati, invece, fa riferimento allo studio “Securing OT with Purpose-built Solutions” sui rischi cyber nel manifatturiero ed è stato realizzato da Kaspersky e VDC Research. Kaspersky è una delle principali azien-

de globali nel campo della cybersecurity e della protezione delle infrastrutture industriali, attiva dal 1997 e presente in oltre 200.000 aziende nel mondo. VDC Research, fondata nel 1971, è una società di consulenza e analisi di mercato con competenze nei settori dell’automazione industriale, IoT e tecnologie embedded.

ADOZIONE NEL MANIFATTURIERO:

LA DISTANZA TRA INTENZIONI E REALTÀ

S econdo il report di Rockwell Automation, il 93% delle aziende italiane

del manifatturiero ha pianificato investimenti in AI/ML, ma solo il 41% ha effettivamente integrato queste tecnologie sul factory floor. La distanza tra intenzioni e realtà, quindi, è ancora ampia, e l’Italia registra il tasso di adozione più basso per la Generative AI, nonostante il 96% delle imprese dichiari un interesse teorico. I l ritorno sugli investimenti (ROI) è ancora limitato: solo il 4% delle aziende considera l’IA/ML l’investimento più redditizio dell’anno, la Generative AI arriva al 5%, contro una media europea del 13%. Eppure, il 65% delle aziende dichiara già miglioramenti operativi misurabili, e un terzo segnala un aumento di produttività tra l’1% e il 5%.

AI E PRODUTTIVITÀ: UN IMPATTO MISURABILE MA GRADUALE

Lo studio Minsait-Ambrosetti quantifica in 115 miliardi di euro il potenziale incremento di produttività generato dall’adozione dell’AI nelle imprese italiane. Secondo la survey, circa un terzo delle aziende ha già riscontrato benefici tra l’1% e il 5% in termini di efficienza, un risultato significativo rispetto alla media di crescita storica della produttività nazionale (circa 1% negli ultimi 20 anni).

I l tempo guadagnato grazie all’AI viene in parte reinvestito nella formazione del personale, nella qualità dei prodotti e nella R&S, in un’ottica di cresci-

Foto di B4LLS da iStock.
Fig. 1
Fig. 2

ta più strutturata nel medio termine. Tuttavia, resta ancora marginale l’impatto sull’innovazione strategica: solo il 15,2% delle imprese ha automatizzato attività ripetitive, e appena il 9,1% ha creato nuovi flussi di lavoro.

CONTROLLO QUALITÀ E DATI

INDUSTRIALI: LE APPLICAZIONI NELLA PRODUZIONE

U no degli ambiti in cui le imprese italiane si distinguono a livello europeo è il controllo qualità automatizzato: il 51% prevede di adottare soluzioni AI in quest’area, primo valore tra i Paesi analizzati da Rockwell. Si tratta di un’opportunità particolarmente rilevante per l’industria della gomma, dove precisione, conformità e assenza di difetti sono requisiti indispensabili in settori regolati e ad alta affidabilità. I l supporto di visione artificiale, deep learning, e machine vision consente oggi l’ispezione automatizzata di superfici, difetti, marcature e tolleranze. Ma, come evidenzia Zebra Technolo -

gies, il valore dell’AI è direttamente proporzionale alla qualità e disponibilità dei dati: molte aziende operano ancora in silos, con una condivisione limitata di informazioni tra stabilimenti e reparti.

LE BARRIERE ALL’ADOZIONE: INFRASTRUTTURE, COMPETENZE E STRATEGIA

Le ricerche di Rockwell e Minsait evidenziano tre grandi ostacoli: difficol -

Fig. 3
Fig. 4

tà organizzative (24%), tecnologie ancora immature (22%), mancanza di competenze interne (20%). Le ricerche sono concordi nel segnalare criticità trasversali che rallentano la diffusione dell’AI: - s olo il 43,3% delle aziende dispone di dati adeguati per progetti di AI; - q uasi il 70% non ha una strategia AI definita, e dove presente è spesso confinata al reparto IT; - il 50% delle aziende denuncia carenze di competenze interne, in particolare su aspetti tecnici e organizzativi. A nche gli investimenti sono modesti: quasi la metà delle aziende investe meno del 5% del budget digitale in AI, con il 38% dei casi sotto i 50.000 euro annui. Questo limita lo sviluppo di progetti su larga scala e riduce le possibilità di ottenere un ritorno economico misurabile.

CYBERSECURITY E AI: UN BINOMIO IMPRESCINDIBILE

L’automazione e l’interconnessione degli impianti aumentano anche i ri -

schi di attacchi informatici. Il report di Kaspersky e VDC Research evidenzia come quasi il 10% delle aziende industriali EMEA abbia subito perdite superiori a 5 milioni di dollari a causa di attacchi a infrastrutture OT.

I n Italia, tuttavia, solo il 48% delle aziende ha investito in piattaforme

di sicurezza informatica, il dato più basso in Europa. I tempi di inattività non pianificati dovuti a questi incidenti hanno un impatto rilevante sui ricavi e sull’affidabilità delle aziende verso i clienti.

L’AI espone a nuovi vettori di attacco: manipolazione dei modelli AI con fal -

Fig. 5
Fig. 6

si input, furto di dati sensibili (ricette, parametri di processo), ransomware su sistemi MES o SCADA.

L e aziende devono adottare un approccio “security by design”, con protezioni attive sui dati, sui modelli e sulle reti. La formazione del personale e il monitoraggio continuo dei sistemi sono oggi imprescindibili.

MIDDLE MANAGEMENT:

RISORSA STRATEGICA PER LA TRASFORMAZIONE

U n aspetto spesso sottovalutato è il ruolo del middle management, soprattutto dei manager tra i 35 e i 44 anni. Secondo Zebra Technologies, sono proprio queste figure –presenti ogni giorno nei reparti e a diretto contatto con le operations –a mostrare il maggiore entusiasmo e competenza verso l’AI. Tuttavia, solo il 30% dei dirigenti

Foto di zssp da iStock.

7

8

apicali investe risorse in iniziative di crescita durante i periodi di instabilità.

V alorizzare il middle management può quindi essere una leva per trasformare l’interesse in implementazione, e per portare l’AI al centro delle attività produttive.

P RIORITÀ STRATEGICHE

P ER L’ADOZIONE DELL’AI

P er trasformare il potenziale in valore reale, quindi, servono diverse azioni coordinate.

I nnazitutto bisogna investire in competenze: non solo tecniche, ma anche soft skills e capacità di visione. Poi è necessario p otenziare la governance dei dati (condivisione, standardizzazione, sicurezza) e coinvolgere il middle management, un driver chiave per passare dalla teoria alla pratica.

S arebbe poi opportuna una maggiore collaborazione pubblico-privato che garantisse reti, incentivi e modelli replicabili per le PMI. Ultimo, ma non ultimo, la cybersecurity integrata: protezione, infatti, è abilitazione.

CONCLUSIONI: COSTRUIRE OGGI IL VANTAGGIO COMPETITIVO DI DOMANI

L’Intelligenza Artificiale non è più una frontiera sperimentale, ma una

Fig.
Fig.

realtà operativa sempre più centrale anche per l a filiera della gomma. In un contesto globale competitivo e instabile, rappresenta una leva concreta per aumentare efficienza, qualità e resilienza.

Tuttavia, troppo spesso l’adozione dell’AI rimane confinata in progetti pilota, senza un impatto strutturale.

P er trasformarla in un vero motore di crescita e sostenibilità servono una svolta culturale, tecnica e organizzativa.

S ono necessari dati accessibili, strategie condivise, competenze aggiornate, infrastrutture digitali sicure e, soprattutto, la volontà di mettere a terra progetti concreti e misurabili.

G li ambiti applicativi sono noti e promettenti: controllo qualità, manutenzione predittiva, gestione dei flussi produttivi.

I l settore ha le potenzialità per gui -

ARTIFICIAL INTELLIGENCE

Foto di Khanchit Khirisutchalual da iStock.

dare la trasformazione, ma deve agire con visione, investimenti mirati e spirito di collaborazione. La sfida non è più se adottare l’AI, ma

come farlo in modo utile, sostenibile e sicuro. Sta ora alle imprese decidere se restare spettatrici o diventare protagoniste del cambiam ento.u

Il design compatto in combinazione alla nostra esperienza nel settore della gomma e del silicone sono i fattori chiave per il successo dei nostri clienti.

Armin Mattes Head of Sales ELAST

Presse a iniezione verticali

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Altezza operativa ottimizzata, grande ergonomicità e precisione rendono le macchine per lo stampaggio a iniezione verticali ENGEL la soluzione ideale per e ettuare il sovrastampaggio di inserti, svolgere svariate attività manuali o impiegare tavole traslanti. Grazie all’ampiezza di gamma, che spazia da 35 a 630 tonnellate, è sempre possibile individuare la soluzione ottimale per produzioni di piccoli e grandi volumi abbattendo al contempo i costi di trasformazione. Per saperne di

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Mescole sempre più performanti

Elastomers Union ha sviluppato, con il proprio partner di polimeri, nuovi prodotti di imminente arrivo sul mercato con risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista.

Negli ultimi anni Elastomers Union ha apportato importanti e interessanti aggiornamenti al proprio portafoglio prodotti, per poter fornire mescole sempre più costanti e performanti ai propri clienti. Nella seconda metà del 2024, l’azienda ha testato con alcuni clienti, e con risultati soddisfacenti, mescole con polimeri bisfenolici NSF (senza surfattanti fluorurati aggiunti), intraprendendo un chiaro percorso verso quanto indicato dalle istituzioni.

P artendo dal fatto che le mescole vendute oggi rispondono comunque in pieno alle attuali normative, anche per i prodotti perossidici, dei quali si riscontra sempre più interesse, l’azienda ha sviluppato, con il proprio partner di polimeri, nuovi prodotti di imminente arrivo sul mercato con risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista.

A fine 2024, infatti, a fianco delle mescole prodotte con polimeri tradizionali, sono state testate e introdotte nel portafoglio prodotti mescole realizzate con polimeri nei gradi GBL e

GF. Per il grado GLT i test inizieranno nella seconda metà del 2025. Gli esiti delle prove effettuate mostrano risultati eccellenti e la ricerca non si è fermata a prodotti di concetto tradizionale, ma è andata oltre, sviluppando e testando l’utilizzo di CSM (cure site monomer) che permetteranno di avere polimeri perossidici NSF.

A nche sul fronte FFKM il mercato mostra un sempre più crescente interesse, stimolando a sviluppare, in collaborazione con i clienti, mescole sempre più performanti. u

Camera bianca per mescole in FFKM

La sede italiana di LTE si è arricchita di una nuova camera bianca classe ISO 7 destinata alla produzione di mescole in FFKM per applicazioni in ambienti a contaminazione controllata.

Con oltre trent’anni di esperienza nella formulazione e produzione di mescole in elastomeri fluorurati, LTE è oggi un punto di riferimento per i settori che richiedono materiali con prestazioni elevate e affidabilità nel tempo, anche in condizioni operative estreme. Per soddisfare una domanda globale in continua crescita, LTE ha avviato la produzione di mescole FKM anche nelle nuove sedi operative di Querétaro (Messico) e Mysore (India), affiancando il sito storico

di Cologne, in provincia di Brescia. Questa espansione strategica consente di servire mercati locali in modo più efficiente, con tempi di consegna ridotti e un supporto tecnico diretto, mantenendo al contempo standard qualitativi elevati grazie al coordinamento centralizzato di formulazioni, processi e controlli qualità.

In parallelo, la sede italiana si è arricchita di una nuova camera bianca classe ISO 7 destinata alla produzione di mescole in FFKM per applicazioni in ambienti a

contaminazione controllata, come quelli dell’industria dei semiconduttori, del farmaceutico e dell’elettronica avanzata. La nuova struttura garantisce la purezza dei materiali, il controllo particellare e la piena tracciabilità dell’intero processo produttivo.

Con uno sguardo costante all’innovazione e una presenza produttiva su scala globale, LTE si conferma partner affidabile e tecnologicamente evoluto per l’industria della gomma fluorurata. u

Mescole performanti e green

Mesgo, impegnata da tempo sul tema della sostenibilità, ha già integrato i nuovi gradi FKM NFS (Non-Fluoro Surfactant), nelle sue proprie soluzioni FKM, sviluppando mescole avanzate che coniugano performance e responsabilità ambientale.

Ifluoroelastomeri (FKM) sono materiali altamente performanti, noti per la loro eccezionale resistenza chimica, al calore e agli agenti atmosferici. Queste caratteristiche li rendono ideali per applicazioni in ambito automobilistico, aerospaziale, chimico e petrolchimico, dove l'affidabilità e la durata dei componenti sono essenziali.

N egli ultimi anni, la crescente attenzione verso la sostenibilità ha spinto

l’industria a sviluppare soluzioni più responsabili. In questo contesto si inseriscono i nuovi gradi FKM NFS (NonFluoro Surfactant), sviluppati per ridurre l’impatto ambientale mantenendo prestazioni elevate.

I gradi NFS utilizzano formulazioni che minimizzano le emissioni di sostanze fluorurate, nel rispetto d elle norme sempre più stringenti a livello europeo e globale.

M esgo, già impegnata da tempo sul tema della sostenibilità, ha accelerato questa transizione mostrando un forte

impegno verso la sostenibilità. Con un approccio proattivo, ha già integrato i nuovi gradi NFS nelle proprie soluzioni FKM, sviluppando mescole avanzate che coniugano performance e responsabilità ambientale.

Grazie a un team tecnico multidisciplinare, un R&D Center all’avanguardia e la stretta collaborazione con importanti fornitori di polimeri, Mesgo è in grado di soddisfare ogni richiesta, fornendo sia pieno supporto nello sviluppo che un’attenta e competente assistenza tecnica. u

a cura della redazione

Resistere all'incertezza: le strategie di Versalis

L'alternanza di provvedimenti da parte della nuova amministrazione americana e una crescente pressione sulle supply chain sta generando disorientamento tra operatori e investitori. Ne abbiamo parlato con Mauro Livraghi, Head of Sales Asia Pacific & Americas Business Unit Advanced Material di Versalis.

Le turbolenze geopolitiche che tutti ben conosciamo stanno affliggendo tantissimi settori produttivi, e naturalmente il settore della gomma non fa eccezione.

S e il 2024 e ra stato caratterizzato da un inizio p romettente, già dopo pochi mesi s i è manifestato un rallentamento che ha continuato a peggiorare,

con un calo produttivo che ha toccato quasi tutte le aziende trasformatrici. “Il 2024 è iniziato con segnali incoraggianti: rimbalzi della domanda, normalizzazione delle scorte e una certa fiducia nella ripresa industriale dopo anni turbolenti segnati da crisi pandemia, energetica e instabilità geopolitica”, conferma Mauro Livraghi, Head

of Sales Asia Pacific & Americas Business Unit Advanced Material di Versalis. “Tuttavia, già dal secondo trimestre si sono manifestate alcune criticità tra cui l'incertezza macroeconomica, il rallentamento della domanda cinese, la debolezza dell'industria manifatturiera europea e l’inflazione persistente che hanno frenato la ripresa. Dopo l'estate,

molte aziende del comparto chimico e dei settori utilizzatori (plastica, gomma) hanno registrato un calo degli ordini, l’aumento della competizione sui prezzi e un ritorno alla prudenza negli acquisti. Il fenomeno ha interessato sia i grandi gruppi sia le PMI”.

A complicare ulteriormente la situazione, l’inizio del 2025 ha mostrato un ulteriore elemento di incertezza con l’introduzione/sospensione di dazi da parte della nuova amministrazione americana. E l’incertezza, si sa, è l’elemento più critico per chi fa business perché non consente le necessarie pianificazioni. “L’incertezza normativa e geopolitica è oggi uno dei principali ostacoli alla programmazione industriale, soprattutto in settori come chimica, gomma e plastica, fortemente esposti al commercio internazionale”, commenta Livraghi. “L’inizio del 2025, con l'alternanza di provvedimenti da parte della nuova amministrazione americana tra minacce di reintroduzione di dazi su prodotti cinesi, sospensioni temporanee su specifici intermedi chimici e una crescente pressione sulle supply chain ha generato disorientamento tra operatori e investitori. Le aziende faticano a pianificare gli acquisti delle materie prime, ad allocare risorse per export o espansione industriale e a mantenere stabilità nei prezzi offerti ai clienti. Questo clima di incertezza tende a bloccare sia le decisioni strategiche che quelle operative. Si rinviano gli investimenti, si riduce la produzione in attesa di chiarimenti e si adottano strategie difensive (come la riduzione delle scorte o l’aumento dei contratti spot). Chi opera nel settore della gomma-plastica è particolarmente colpito, dato che molti polimeri e additivi dipendono da flussi globali e che i margini sono già sotto pressione per via dei costi energetici e della concorrenza asiatica”, aggiunge.

I PRODOTTI PIÙ COLPITI

Q uesta situazione impatta in modo differente in base ai settori applicativi

e alle famiglie di prodotto, con alcune in maggior sofferenza rispetto ad altre. “La domanda per gomme tecniche, guarnizioni, compound PVC e altri materiali legati a motori endotermici è calata sensibilmente, specie nei componentisti di secondo livello”, conferma il manager di Versalis. “Anche l’SSBR e il BR destinato agli pneumatici standard ha subito un rallentamento per effetto della scarsa domanda OEM e aftermarket ma in quota minore rispetto alle gomme tecniche”, continua.

LE SFIDE DELLA SOSTENIBILITÀ

I n questo scenario, intanto, sostenibilità, recupero dei materiali ed economia circolare hanno cominciato a concretizzarsi in una discreta disponibilità di materie prime da fonti rinnovabili e da riciclo. Anche Versalis conferma questo importante momento di passaggio. “Negli ultimi due anni si è passati da una fase di sperimentazione e dichiarazioni d’intenti a una disponibilità concreta, seppur ancora parziale, di materie prime rinnovabili o da riciclo (bio-based, bio attribuite eccetera) anche per il settore gomma e plastica. Tuttavia, questo cambiamento pone sfide operative, strategiche e di posizionamento”, commenta Livraghi. “Quello che stiamo facendo è la-

vorare perseguendo le seguenti linee strategiche: attraverso la selezione strategica dei partner, ovvero creando collaborazioni stabili con fornitori certificati di bio-polimeri, oli rigenerati, polverini da pneumatici a fine uso (PFU), bio-plastificanti; segmentando l’offerta attraverso la creazione di diverse linee di prodotto, in alcuni casi, blended products (miscele tra vergine e riciclato) per creare un equilibrio tra prestazioni e sostenibilità; attraverso una comunicazione trasparente e certificata; coinvolgendo la direzione R&D e i clienti finali. L’adattamento dei processi produttivi, in alcuni casi, l’introduzione di materiali riciclati richiede modifiche agli impianti, alla logistica o ai test di qualità in linea”, conclude.u

DALLE AZIENDE

a cura della redazione

Monitora: l’ecosistema di sicurezza di LSG

Nel cuore della trasformazione digitale industriale, la sicurezza informatica diventa un asset strategico e una nuova urgenza. Monitora, la nuova divisione di LSG Servizi Informatici, nasce per proteggere il patrimonio tecnologico e produttivo delle aziende della gomma.

Automazione, interconnessione, gestione dati e tracciabilità sono oggi alla base dei processi produttivi nel settore gomma. Linee di produzione intelligenti, impianti 4.0, infrastrutture connesse, cloud e smart working sono diventati parte integrante della filiera industriale.

I n questo scenario, ogni vulnerabilità digitale si traduce in un rischio operativo concreto: un fermo macchina non previsto può costare decine di migliaia di euro in poche ore.

Un attacco informatico, infatti, può significare: blocco della produzione, perdita dei dati tecnici di formula o produzione, mancato invio/arrivo ordini, danni reputazionali verso clienti e partner, sanzioni per mancata protezione del dato.

PENSARE PRIMA DI SUBIRE

I n un’azienda dove ogni secondo conta, la reattività non basta. Serve prevenzione intelligente. L’esperienza diretta insegna che, in caso di attacco, le domande che ci si pone sono sempre le stesse: “Perché non ci abbiamo pensato prima?”, “Quanto ci costa ora riparare il danno?”, “Quanto tempo saremo fermi?”, “Come possiamo evitare che succeda di nuovo?”.

Q uesto atteggiamento è figlio diretto di alcuni falsi miti sulla cybersecuri-

ty che sarebbe bene sfatare. Qualche esempio.

“L a mia azienda è troppo piccola per essere attaccata”: falso. Le PMI sono le più colpite.

“Ho l’antivirus”: insufficiente. Serve una strategia multilivello.

“La sicurezza è compito dell’IT”: errato. Tutti devono essere coinvolti.

“Le password complesse bastano”: no. Serve l’autenticazione a più fattori.

“I l backup basta”: solo se testato e strutturato secondo best practice.

“G li attacchi sono visibili”: spesso re -

stano nascosti per mesi. L SG Servizi Informatici, azienda IT attiva dal 1999, con un solido track record nei servizi gestiti, nell’infrastruttura e nel supporto tecnico alle imprese e con certificazione ISO 9001:2015 e ISO/IEC 27001:2022, ha messo a punto un progetto strutturato per rispondere a tutte queste esigenze prima che il problema si presenti: Monitora, la nuova divisione interamente dedicata alla cybersecurity industriale.

UN ECOSISTEMA DI SICUREZZA INFORMATICA

M onitora è un ecosistema di sicurezza informatica industriale con il quale LSG amplia il proprio perimetro, offrendo un presidio specializzato contro le minacce digitali che colpiscono dati, impianti e processi delle imprese manifatturiere.

Monitora non è un semplice software, ma una divisione operativa con strumenti, competenze e metodologie specifiche per la protezione cyber. Monitora è pensata per tutte le imprese del comparto gomma e affini, a prescindere dalla dimensione, che utilizzano: sistemi SCADA o PLC, connessi alla rete; MES o ERP integrati alla produzione; supply chain digitali e cloud ibridi; ambienti produttivi e amministrativi misti (uffici, produzione, smart working).

I l servizio è particolarmente efficace per aziende che puntano alla continuità operativa, alla resilienza digitale e alla conformità normativa (GDPR, NIS2, ISO).

QUALI PROBLEMI RISOLVE

La creazione di Monitora risponde a un contesto in rapida evoluzione. Gli attacchi ransomware crescono in volume e sofisticazione; l’interconnessione di impianti e persone moltiplica i punti d’ingresso potenziali; l’introduzione di tecnologie emergenti (per esempio

l’AI industriale) può creare vulnerabilità non gestite; l’aumento di incidenti legati a furti di credenziali, phishing, criptomining e DDoS impone un nuovo paradigma. Monitora nasce per offrire una difesa proattiva, integrata e scalabile, capace di prevenire le minacce informatiche, rilevare in tempo reale attività sospette, garantire il ripristino rapido in caso di incidente, rendere l’azienda conforme agli obblighi normativi.

UNA SUITE COMPLETA

La divisione Monitora mette a disposizione una suite completa di soluzioni pensate per ambienti industriali: Security Operation Center (SOC) attivo H24 per monitoraggio costante; Firewall industriali e VPN sicure per protezione della rete e accessi esterni; Penetration test, Vulnerability Assessment, Threat Intelligence; SIEM, EDR e MDR per rilevamento e risposta a incidenti su endpoint; Formazione base e avanzata per il personale operativo; Disaster Recovery e Business Continuity; IAM, MFA e Zero Trust Architecture

per la gestione degli accessi; Backup evoluti con strategia 3-2-1-1-0 e copie immutabili. L’approccio integrato comprende anche formazione digitale di base, supporto agli utenti finali, aggiornamento continuo degli asset IT e governance dei sistemi, con nomina e responsabilizzazione dell’Amministratore di Sistema. Ogni intervento è personalizzabile in base alla complessità dei sistemi in uso e viene erogato nel rispetto delle direttive più aggiornate, come la NIS2.

Per le aziende della gomma, spesso dotate di impianti complessi e sistemi di automazione industriale, l’introduzione di un presidio come Monitora significa poter contare su un'infrastruttura protetta da intrusioni e malfunzionamenti, garantendo la continuità operativa e la conformità ai principali standa rd normativi. In un settore dove anche pochi minuti di fermo impianto possono generare costi elevati, la prevenzione diventa un investimento strategico. LSG, con Monitora, si propone come attore capace di accompagnare l’industria della gomma verso una digitalizzazione sicura, scalabile e sostenibile. u

a cura della redazione

Var One

Una solida esperienza per la trasformazione digitale

La sede Var One di Bergamo valorizza 40 anni di attività e know-how di Real-Time e rappresenta oggi un punto di riferimento per la digitalizzazione delle imprese manifatturiere, con una competenza distintiva nel comparto gomma-plastica, come dimostra il caso di SHS Italia. Un presidio territoriale strategico, in grado di coniugare esperienza, innovazione e profonda conoscenza dei processi industriali.

Dal 1° aprile 2025 Real-Time, storica azienda bergamasca con oltre 40 anni di esperienza nella consulenza applicativa e nella trasformazione digitale delle PMI manifatturiere, anche del comparto gomma plastica, è entrata in Var One, centro di eccellenza SAP Business One del gruppo Var Group e primo partner europeo

per diffusione e competenze su questa piattaforma ERP.

L’integrazione rafforza ulteriormente la capacità di affiancare le PMI italiane nella loro evoluzione digitale, offrendo soluzioni verticali e supporto consulenziale su misura, con un’attenzione particolare alle esigenze specifiche del settore gomma.

UN PARTNER LOCALE CON VISIONE INDUSTRIALE

N el distretto industriale di Bergamo e Brescia, la filiera della gomma rappresenta un’eccellenza produttiva riconosciuta a livello internazionale. In particolare, l’area del Sebino ospita un tessuto di imprese specializzate nella

realizzazione di guarnizioni tecniche, articoli in elastomero, componenti per l’automotive, l’oleodinamica e il medicale.

In questo contesto, la sede di Bergamo di Var One si propone come partner tecnologico per la trasformazione digitale, offrendo alle aziende strumenti e competenze per migliorare efficienza, tracciabilità, qualità e controllo dei processi.

I l team locale, composto da consulenti esperti con competenze maturate sul campo, affianca quotidianamente le imprese del territorio, traducendo i bisogni operativi in soluzioni concrete e scalabili.

EXPERTISE VERTICALE AL SERVIZIO DELLA MANIFATTURA

Var One offre un approccio strutturato, che parte sempre dalla comprensione dell’azienda e delle sue dinamiche. Ogni progetto nasce da un’analisi attenta della realtà produttiva, delle persone e dei flussi informativi esistenti. Solo così è possibile proporre un sistema gestionale realmente coerente con gli obiettivi industriali e capace di creare valore.

Le soluzioni proposte integrano funzionalità per la gestione della produzione per lotti, la tracciabilità completa delle materie prime, il controllo qualità avanzato, la logistica di magazzino, la contabilità e la Business Intelligence. Il tutto orchestrato da SAP Business One, l’ERP internazionale progettato per le PMI, e potenziato dall’integrazione con Qlik per l’analisi dei dati in tempo reale.

LA SOLUZIONE GESTIONALE

CHE CRESCE CON L’IMPRESA:

SAP BUSINESS ONE

SAP Business One è il cuore dell’offerta tecnologica di Var One. Si tratta di una piattaforma gestionale affidabile, flessibile e scalabile, ideale per le aziende del settore gomma che vogliono digitalizzare i propri processi mantenendo controllo e reattività.

Le principali funzionalità includono: gestione integrata di vendite, acquisti, produzione, contabilità, qualità e logistica; monitoraggio dei costi e dei tempi ciclo, con gestione per lotti o commesse; tracciabilità completa della filiera, dalla materia prima al prodotto finito; pianificazione intelligente di approvvigionamenti e risorse produtti-

ve; integrazione nativa con Qlik per dashboard interattive, anche da mobile. Grazie all’esperienza maturata sul campo con progetti specifici, Var One Bergamo, grazie a SAP Business One e Qliksense, ha una soluzione pensata per le aziende del settore gomma. M olte funzionalità richieste dalle aziende sono già configurate e testate, accelerando l’adozione e garantendo un ritorno sull’investimento più rapido. Tra le funzionalità verticali più apprezzate: gestione ricette, varianti colore e codifiche mescole; controlli qualità multipli, integrati nei cicli produttivi; etichettatura automatica e gestione barcode industriali; gestione degli stampi e manutenzioni programmate; analisi dinamica dei costi per lotto, commessa o famiglia prodotto.

U N CASO DI SUCCESSO: SHS ITALIA

I n un settore come quello della gomma, dove precisione, qualità e tracciabilità sono requisiti fondamentali, l’innovazione non si gioca solo sui materiali o sui macchinari, ma anche – e sempre più – sulla capacità di integrare i processi e governare le informazioni. È in questa direzione che si muove SHS

Italia, azienda nata nel 2020 come sito produttivo italiano del gruppo tedesco SHS Dichtungen e specializzata nella produzione di guarnizioni in gomma e silicone, in particolare O-ring e articoli tecnici in elastomeri.

U n impianto all’avanguardia, costruito da zero, con una visione chiara: digitalizzazione, controllo e crescita sostenibile.

“Fondando l’azienda da zero – spiegano dall’ufficio direzionale dell’azienda – era fondamentale scegliere non solo le tecnologie produttive più evolute, ma anche il software gestionale giusto. Uno strumento che potesse accompagnarci passo dopo passo nella nostra crescita imprenditoriale”.

L a scelta è ricaduta su SAP Business One, ERP verticale per le PMI manifatturiere, implementato con il supporto di Real Time, partner SAP con quarant’anni di esperienza nella digitalizzazione industriale.

D ati certi, processi fluidi, crescita strutturata

Aver impostato da subito un impianto gestionale centralizzato ha permesso a SHS Italia di dotarsi di un unico database aziendale contenente tutte le informazioni strategiche: anagrafiche, cicli di produzione, qualità, tracciabilità, manutenzione, logistica e vendite.

Un approccio che ha portato benefici tangibili: riduzione degli errori e delle ridondanze informative; maggiore velocità nelle decisioni, grazie alla disponibilità in tempo reale dei dati; controllo dei KPI critici legati a produzione, qualità e logistica; tracciabilità completa dei prodotti e dei processi, in linea con le richieste dei settori più esigenti, come l’automotive.

L’ERP si integra in modo naturale con i sistemi MES presenti nello stabilimento, garantendo continuità operativa e una visione d’insieme sulle performance di produzione.

SAP Business One è uno strumento intuitivo e in costante evoluzione, capace di dialogare con tutti i reparti. È stato pensato per chi lavora ogni giorno in produzione e ha bisogno di risposte rapide, affidabili, condivise.

Qualità e tracciabilità: le leve per la filiera I n un comparto dove la conformità ai requisiti tecnici e normativi è imprescindibile, SAP Business One ha rappresentato un alleato chiave per SHS Italia nella gestione dei piani di controllo qualità, dei piani di manutenzione preventiva, dei dossier tecnici e della trac -

ciabilità dei lotti. Tutti elementi che rafforzano l’affidabilità dell’intera catena di fornitura, contribuendo a creare un dialogo strutturato e trasparente con clienti e partner.

“Oggi – spiegano dall’azienda – possiamo affrontare con maggiore serenità le richieste documentali dei nostri clienti, offrendo garanzie puntuali sulla conformità e sulla rintracciabilità. La qualità non è più solo un obiettivo, ma un processo quotidiano strutturato”.

Una filiera che cresce insieme

I l percorso con Real Time non si è limitato all’installazione del software, ma ha incluso formazione e affiancamento operativo, con un linguaggio chiaro e orientato ai risultati. Un supporto concreto che ha permesso al team SHS di acquisire rapidamente competenze e autonomia.

“È importante scegliere non solo il software giusto, ma anche il partner giusto. Real Time ha saputo raccogliere le nostre esigenze e trasformarle in un progetto gestionale completo e tangibile”.

VERSO UNA MANIFATTURA

PIÙ INTEGRATA

L’esperienza di SHS Italia dimostra come l’approccio integrato alla gestione

d’impresa rappresenti oggi un fattore abilitante per tutta la filiera della gomma: unisce qualità, efficienza, trasparenza e reattività ai c ambiamenti di mercato.

La digitalizzazione non è più un’opzione, ma un acceleratore di competitività. E quando è progettata su misura per le esigenze produttive e regolatorie del comparto, può davvero fare la differenza.

BUSINESS INTELLIGENCE QLIK: IL VALORE DEI DATI

Nella filiera gomma, dove ogni scelta produttiva ha implicazioni su tempi, costi e qualità, disporre di dati tempestivi e affidabili è un elemento cruciale. Var One propone l’integrazione tra SAP Business One e Qlik, la piattaforma di Business Intelligence che permette di supporta decisioni strategiche con dati oggettivi e sempre aggiornati: analisi ricavi e margini di contribuzione; analisi flussi di cassa e conto economico; analisi logistica (ATP, RRS).

UN ECOSISTEMA COMPLETO: CONSULENZA, FORMAZIONE, SUPPORTO

Oltre alla tecnologia, Var One mette in campo un ecosistema di servizi a va-

lore a supporto delle soluzioni fornite: consulenza applicativa - analisi dei processi; formazione; assistenza continua - help desk, aggiornamenti normativi, funzionali e tecnologici e del sistema.

O gni progetto è seguito da professionisti con competenze verticali sulla manifattura, capaci di parlare il linguaggio dell’impresa e proporre soluzioni concrete e sostenibili.

RADICATI NEL TERRITORIO, CON UNA VISIONE EUROPEA

E ntrare in Var One ha significato per la sede di Bergamo ampliare le proprie risorse e competenze, mantenendo il legame con il territorio e la conoscenza profonda del tessuto industriale locale.

O ggi le aziende del settore gomma possono contare su: oltre 300 specialisti SAP Business One attivi in Europa; un centro di sviluppo per personalizzazioni e verticalizzazioni; un network di competenze trasversali (cloud, cybersecurity, IoT, e-commerce, analytics), grazie alla sinergia con Var Group.

I l tutto con la garanzia di un presidio locale, vicino alle imprese, che conosce a fondo le specificità della produzione in gomma e plastica. u

Roberto Luciano Forresu è il nuovo Presidente di Assogomma

L’elezione è avvenuta il 18 giugno 2025, in occasione dell’Assemblea di Assogomma che si è svolta presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano. Forresu ricoprirà di diritto anche l’incarico di Vicepresidente della Federazione.

Assogomma ha eletto Roberto Luciano Forresu alla Presidenza per il quadriennio 20252029, succedendo a Livio Beghini al quale è andato un sentito ringraziamento per la dedizione, l’impegno ed

il senso di appartenenza con cui ha ricoperto il ruolo di Presidente Assogomma nel corso del proprio mandato.

L’elezione è avvenuta il 18 giugno 2025, in occasione dell’Assemblea

di Assogomma che si è svolta presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano. Forresu, in quanto Presidente di Assogomma, ricoprirà di diritto anche l’incarico di Vicepresidente della Federazione.

I mportante Manager in Pirelli, oggi ricopre la posizione di Head of Industrial Relations & Employment Governance e ha consolidato una solida esperienza associativa: due mandati nel Consiglio Generale di Assogomma, Consigliere nel CdA di Cerisie e incarichi anche in Assolombarda e Unione Industriale di Torino. Grazie alla sua pluriennale esperienza coniuga visione strategica, competenza industriale e una profonda conoscenza delle dinamiche del nostro settore (gomma).

I n un contesto di cambiamenti profondi, il nuovo Presidente propone un approccio pragmatico e competente, volto a proteggere il tessuto industriale del settore, la sua sostenibilità e competitività, e a supportare le Imprese nell’affrontare la transizione ecologica e le trasformazioni collegate all’innovazione e al digitale. Un impegno che si fonda su una base associativa ampia e rappresentativa di tutte le anime del comparto e sul supporto di uno staff qualificato e professionale.

L e Aziende associate rivolgono al neoeletto Presidente i migliori auguri di buon lavoro. u

“Vacanze Sicure” 2025: focus su pneumatici e sicurezza stradale

La storica campagna di sicurezza stradale, frutto della collaborazione tra Polizia Stradale, Assogomma – tramite il Gruppo Produttori Pneumatici e Federpneus, da oltre vent’anni, mira a sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza del corretto stato degli pneumatici prima delle partenze estive.

Anche quest’anno prende il via “Vacanze Sicure”, la storica campagna di sicurezza stradale, frutto della collaborazione tra Polizia Stradale, Assogomma – tramite il Gruppo Produttori Pneumatici e Federpneus. Un’iniziativa che, da oltre vent’anni, mira a sensibilizzare gli automobilisti sull’importanza del corretto stato degli pneumatici prima delle partenze estive. L’edizione 2025 coinvolge cinque Compartimenti della Polizia Stradale – Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, FriuliVenezia Giulia e Puglia – regioni strategiche per i flussi di traffico sia turistici che commerciali. Le attività sono precedute da una fase formativa dedicata agli operatori di polizia, per garantire controlli mirati e competenti su strada. Durante i mesi di aprile e maggio sono effettuati oltre 10.000 controlli su pneumatici, verificando elementi cruciali come l’usura del battistrada, la corretta pressione, l’equipaggiamento stagionale e la conformità delle marcature. I dati raccolti saranno elaborati su un modello preparato dal Politecnico di Torino. I risultati della campagna saranno resi noti a luglio durante una specifica conferenza stampa.

Quelli presentati a maggio, in occasione della conferenza di lancio alla fiera Autopromotec di Bologna, confermano ancora una volta “Vacanze Sicure” come modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato al servizio della sicurezza stradale. u

Un momento della conferenza stampa tenutasi a maggio 2025 alla fiera Autopromotec.
Vacanze Sicure: la Polizia stradale al corso di formazione Assogomma.

NORMATIVE di Beatrice Garlanda

La direttiva NIS2

La direttiva (UE) 2022/2555 rappresenta il primo provvedimento UE che stabilisce misure volte a conseguire un livello comune adeguato di sicurezza della rete e dei sistemi informativi nell’Unione, così da migliorare il funzionamento del mercato interno. In questa prima parte ci occupiamo delle disposizioni generali e dei quadri coordinati in materia di cibersicurezza.

La direttiva (UE) 2022/2555 (c.d. direttiva NIS2), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE del 27 dicembre 2022 e recepita in Italia dal decreto legislativo 4 settembre 2024, n. 438, contiene misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione in modo da migliorare il funzionamento del mercato interno. Si noti che il termine di recepimento era fissato al 17 ottobre 2024. O ltre a modificare il regolamento (UE) 910/2014 e la direttiva (UE) 2018/1972, abroga la precedente direttiva (UE) 2016/1148 (c.d. direttiva NIS1).

Si segnala che l’acronimo NIS sta per Network and Information Security (Sicurezza delle reti e dei sistemi informativi).

UN CENNO ALLA DIRETTIVA NIS1

L a direttiva NIS2 aggiorna e rinforza il quadro normativo previsto dalla direttiva NIS1. Quest’ultima, ormai superata, rappresenta il primo provvedimento UE che stabilisce misure volte a conseguire un livello comune adeguato di sicurezza della rete e dei sistemi informativi nell’Unione

Foto di mixmagic da iStock.

così da migliorare il funzionamento del mercato interno. La direttiva NIS1 si rivolge a due categorie di soggetti destinatari di disposizioni specifiche: operatori di servizi essenziali (OSE), ovvero soggetti pubblici o privati che rivestono un ruolo di primo piano in ambito economico-sociale e che forniscono servizi essenziali (c.d. infrastrutture critiche). Gli OSE sono individuati dagli Stati membri all’interno dei settori critici (es energia, trasporti, banche, mercati finanziari, sanità, fornitura e distribuzione di acqua potabile e infrastrutture digitali); fornitori di servizi digitali (FSD), ovvero società che forniscono servizi di e-commerce, cloud computing e motori di ricerca (ad eccezione delle PMI) L a direttiva (UE) 2016/1148 lascia però gli Stati membri liberi di ampliare le categorie/settori di soggetti cui applicare gli obblighi di sicurezza cibernetica.

Per quanto riguarda gli Stati la direttiva NIS1 prevede che gli stessi:

i ) adottino una strategia nazionale in materia di sicurezza della rete e dei sistemi informativi che definisca obiettivi strategici e priorità, politiche adeguate e misure di regolamentazione a livello nazionale; i i) assicurino la cooperazione internazionale e la collaborazione con l’ENISA (European Union for Network and Information Security Agency); i i) designino autorità nazionali competenti, punti di contatto e il CSIRT (Computer Security Incident Response Team) responsabili della sicurezza e monitoraggio degli incidenti a livello nazionale.

Per quanto riguarda gli OSE e gli FSD, la direttiva NIS1 impone:

- l ’adozione di misure tecniche e organizzative adeguate e proporzionate alla gestione dei rischi posti alla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi. Gli OSE e gli FSD devono anche adottare misure adeguate per prevenire e minimizzare l’impatto di incidenti a carico della sicurezza delle reti e dei sistemi informativi utilizzati per la fornitura dei servizi essenziali o dei servizi digitali; - l a notifica senza indebito ritardo alle autorità competenti o al CSIRT di incidenti con un impatto rilevante sulla continuità dei servizi essenziali forniti. È prevista anche una notifica volontaria, in caso di incidente, da parte di soggetti che non sono OSE o FSD.

PERCHÉ UNA DIRETTIVA NIS2?

L a direttiva NIS1 ha indubbiamente rappresentato un passo importante nella cibersicurezza. Con il passare del tempo i sistemi e i servizi informatici e le infrastrutture hanno occupato e occupano un ruolo di primo piano nelle attività che svolgiamo quotidianamente. Ciò ha anche comportato un aggravamento delle minacce informatiche. Il legislatore si è trovato così di fronte a una nuova sfida che ha richiesto e richiede risposte coordinate e adeguate in tutti gli Stati membri.

L a direttiva NIS1, di fronte a minacce informatiche sempre più gravi, si è dimostrata insufficiente a garantire un livello adeguato di protezione nell’UE. Negli ultimi anni, infatti,

Foto di kynny da iStock.

si è verificato un aumento degli incidenti nel funzionamento dei sistemi informatici e di rete che hanno portato a impedimenti delle attività economiche, causato perdite finanziarie, compresso la fiducia dei cittadini.

Tra i punti critici della direttiva NIS1 si segnalano: la mancanza di disposizioni per tutti i settori essenziali, lasciando ampia discrezionalità agli Stati nell’estendere l’ambito di applicazione; la disomogeneità degli Stati membri nell’interpretare e attuare il provvedimento; la mancanza di coordinamento tra gli Stati per dare una risposta congiunta in caso di minacce informatiche; l’insufficiente comprensione delle minacce informatiche; l’impossibilità per le PMI di garantire un livello adeguato di ciberesilienza. Queste criticità hanno portato alla necessità di una revisione della direttiva. È nata così la direttiva NIS2, con la quale si è rafforzata la sicurezza informatica nella UE, ampliando il campo di applicazione della direttiva precedente e rafforzando le disposizioni di armonizzazione e di coordinamento tra Stati e istituzioni UE.

S i segnala che la direttiva NIS2 s’inserisce in un complesso di norme in materia digitale adottato dalla UE per contrastare le minacce informatiche. Fanno parte di questo quadro il Regolamento (UE) 2022/2554 (Digital Operational Resilience Act) e la direttiva di armonizzazione a esso collegata, nonché la direttiva (UE) 2022/2557, nota come direttiva CER relativa alla resilienza dei soggetti critici, e il Cyber Resilience Act. A questi va aggiunta la Raccomandazione del Consiglio del dicembre 2022 relativa a “un approccio coordinato a livello dell’Unione per rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche”. Ragioni di spazio non ci consentono di soffermarci su questi provvedimenti. Si rimanda quindi alla lettura dei testi originali. Offriamo ora una panoramica dei principali articoli della direttiva NIS2.

DISPOSIZIONI GENERALI (ARTICOLI 1-6)

Campo di applicazione

L a direttiva NIS2 amplia, rispetto alla NIS1, la platea dei soggetti interessati, coinvolgendo 18 settori altamente

Allegato I della direttiva (UE) 2022/2555 - Settori ad alta criticità Tabella 1

S ettore S ottosettore

1. Energia

a) Energia elettrica

b) Teleriscaldamento teleraffrescamento

c) Petrolio

d) Gas

e) Idrogeno

a) Trasporto aereo

b) Trasporto ferroviario

c) Trasporto per vie d’acqua

d) Trasporto su strada

Tipo di soggetto

I mpresa elettrica come definita dall’art. 2, punto 57), della direttiva (UE) 2019/944

G estori del sistema di distribuzione quali definiti dall’art. 2, punto 29), della direttiva (UE) 2019/944

G estori del sistema di trasmissione quali definiti dall’art. 2, punto 35), della direttiva (UE) 2019/944

Produttori quali definiti dall’art. 2, punto 38) della direttiva (UE) 2019/944

G estori del mercato elettrico designato quali definiti dall’art. 2, punto 8), del regolamento (UE) 2019/943

Partecipanti al mercato dell’energia elettrica quali definiti dall’art. 2, punto 25), del regolamento (UE) 2019/943 che forniscono servizi di aggregazione, gestione della domanda o stoccaggi di energia quali definiti dall’art. 2, punti 18) 20) e 59) della direttiva (UE) 2019/944

G estori di un punto di ricarica responsabili della gestione e del funzionamento di un punto di ricarica che fornisce un servizio di ricarica a utenti finali, anche in nome e per conto di un fornitore di servizi di mobilità

G estori di teleriscaldamento o teleraffrescamento quali definiti dall’art. 2, punto 19) della direttiva (UE) 2018/2001

G estori di oleodotti

G estori di impianti di produzione, raffinazione, trattamento, deposito e trasporto di petrolio

Organismi centrali di stoccaggio quali definiti all’art. 2, lettera f). della direttiva 2009/119/CE

I mprese fornitrici quali definite all’art. 2, punto 8), della direttiva 2009/73

G estori del sistema di distribuzione quali definiti all’art. 2, punto 6), della direttiva 2009/73/CE

G estori del sistema di trasporto quali definiti all’art. 2, punto 4), della direttiva 2009/73/ CE

G estori dell’impianto di stoccaggio quali definiti all’art. 2, punto 10), della direttiva 2009/73/CE

G estori del sistema GNL quali definiti all’art. 2, punto 12), della direttiva 2009/73/CE

I mprese di gas naturale quali definite all’art. 2, punto 1), della direttiva 2009/73/CE

G estori di impianti di raffinazione e trattamento di gas naturale

G estori di impianti di produzione, stoccaggio e trasporto di idrogeno

Vettori aerei quali definiti dall’art. 3, punto 4), del regolamento CE n. 300/2008 utilizzati a fini commerciali

G estori aeroportuali quali definiti all’art. 2, punto 2) della direttiva 2009/12, aeroporti quali definiti dall’art. 2, punto 1), di tale direttiva, compresi gli aeroporti centrali di cui all’allegato II, sezione 2, del regolamento (UE) 1315/2013 e soggetti che gestiscono impianti annessi situati in aeroporto

Operatori attivi nel controllo della gestione del traffico che forniscono un servizio di controllo del traffico aereo quali definiti all’art. 2, punto 1) del regolamento (CE) n.549/2004

G estori dell’infrastruttura quali definiti all’art. 3, punto 2) della direttiva 2012/34/UE

I mprese ferroviarie quali definite all’art. 3, punto 1) della direttiva 2012/34/UE, compresi gli operatori degli impianti di servizio quali definiti all’art. 3, punto 12), di tale direttiva

Compagnie di navigazione per il trasporto per vie d’acqua interne, marittimo e costiero di passeggeri e merci quali definite per il trasporto marittimo all’allegato I del regolamento (CE) n. 725/2004, escluse le singole navi gestite da tale compagnia

Organi di gestione dei porti quali definiti all’art. 3, punto 19 della direttiva 2005/65/CE, compresi i relativi impianti portuali quali definiti all’art. 2 punto 11) del regolamento (CE) n. 725/2004, e soggetti che gestiscono opere e attrezzature all’interno di porti

G estori di servizi di assistenza al traffico marittimo quali definiti all’art. 3, lettera o), della direttiva 2002/59CE

Autorità stradali, quali definite all’art. 2, punto 12) del regolamento (UE) 2015/962 responsabili del controllo della gestione del traffico, esclusi i soggetti pubblici per i quali la gestione del traffico o la gestione di sistemi di trasporto intelligenti costituiscono solo una parte non essenziale della loro attività generale

G estori di sistemi di trasporto intelligenti quali definiti all’art. 4,punto 1), della direttiva 2010/40/UE

2. Trasporti

3. S ettore bancario

4. I nfrastrutture dei mercati finanziari

5. S ettore sanitario

6. Acqua potabile

7. Acque reflue

8. I nfrastrutture digitali

9. G estione dei servizi TIC (business to business)

10. Pubblica amministrazione

11. Spazio

Enti creditizi quali definiti all’art. 4, punto 1) del regolamento (UE) n.575/2013

G estori delle sedi di negoziazione quali definiti all’art. 4, punto 24) della direttiva 2014/65/UE

Controparti centrali quali definite all’art. 2, punto 1) del regolamento (UE) n. 648/2012

Prestatori di assistenza sanitaria quali definiti all’art. 3, lettera g), della direttiva 2011/24/UE

Laboratori di riferimento dell’UE quali definiti all’art. 15 del regolamento UE 2022/2371

S oggetti che svolgono attività di ricerca e sviluppo relative ai medicinali quali definiti all’art. 1, punto 2), della direttiva 2001/83/CE

S oggetti che fabbricano prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici di cui alla sezione C, divisione 21, della NACE Rev. 2

Si segnala che NACE è l’abbreviazione del nome della classificazione delle attività economiche dell’UE

S oggetti che fabbricano dispositivi medici considerati critici durante un’emergenza di sanità pubblica (cfr. art. 22 del regolamento (UE) 2022/123

Fornitori e distributori di acque destinate al consumo umano quali definiti all’art. 2, punto 1, lettera a) della direttiva (UE) 2020/2184, ma esclusi i distributori per i quali la distribuzione di acque destinate al consumo umano è una parte non essenziale dell’attività generale di distribuzione di altri prodotti e beni

I mprese che raccolgono, smaltiscono o trattano acque reflue urbane, domestiche o industriali quali definite all’art. 2, punti da 1) 2) e 3) della direttiva 91/271/CEE, escluse le imprese per cui la raccolta, lo smaltimento o il trattamento di acque reflue urbane, domestiche o industriali è una parte non essenziale della loro attività generale

Fornitori di punti di interscambio internet

Fornitori di servizi DNS, esclusi gli operatori dei server dei nomi radice

R egistro dei nomi di dominio di primo livello (TLD)

Fornitori di servizi di cloud computing

Fornitori di servizi di data center

Fornitori di reti di distribuzione dei contenuti

Fornitori di servizi fiduciari

Fornitori di reti pubbliche di comunicazioni

Fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico

Fornitori di servizi gestiti

Fornitori di servizi di sicurezza gestiti

Enti della pubblica amministrazione delle amministrazioni centrali quali definiti da uno Stato membro conformemente al diritto interno

Enti della pubblica amministrazione a livello regionale quali definiti da uno Stato membro conformemente al diritto nazionale

Operatori di infrastrutture terrestri possedute, gestite e operate dagli stati membri o da privati, che sostengono la fornitura di servizi spaziali, esclusi i fornitori di reti pubbliche di comunicazione elettronica

Foto di mustafaU da iStock.

critici o critici. Ai sensi del primo comma dell’art. 2 la direttiva in oggetto si applica ai soggetti pubblici o privati delle tipologie previste dagli allegati I e II, riportati nelle Tabelle 1 e 2, che sono considerati medie imprese ai sensi dell’allegato alla raccomandazione 2003/361/CE (almeno 50 dipendenti e fatturato annuo o totale di bilancio annuo superiore a 10 milioni di euro e inferiore a 50 milioni di euro), o che superano i massimali per le medie imprese. I massimali di cui si tratta sono fissati in 250 dipendenti, 50 milioni di euro di fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo di 43 milioni di euro.

S i precisa che il provvedimento si applica esclusivamente agli operatori che prestano i loro servizi e svolgere le loro attività all’interno dell’UE.

I n realtà il campo di applicazione è molto più vasto di quanto sembrerebbe dalla lettura del primo comma. L a direttiva, infatti, ai sensi del secondo paragrafo dell’art. 2, si applica anche ai soggetti, indipendentemente dalle loro dimensioni, delle tipologie di cui agli allegati I e II qualora si rientri nei casi seguenti: a ) i servizi sono forniti da: i) fornitori di reti di comunicazione elettroniche pubbliche o di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico; ii) prestatori di servizi di fiducia, come definiti dall’art. 3 del regolamento (UE) n. 910/2014; iii) registri dei nomi di dominio di primo livello e fornitori di servizi di sistema dei nomi di dominio (DNS). Per inciso si segnala che il registro dei nomi di dominio di primo livello è definito come il soggetto al quale è stato delegato uno specifico dominio di primo livello (TLD, ad esempio .org, .com, .it) e che è responsabile dell’amministrazione di tale TLD (art. 6, punto 21). In pratica è l’organiz-

zazione che decide le regole per la registrazione dei nomi di dominio che utilizzano quel TLD. Il sistema dei nomi di dominio (DNS) è un sistema di nomi gerarchico e distribuito che consente l’identificazione di servizi e risorse su internet, permettendo ai dispositivi degli utenti finali di utilizzare i servizi di inoltro e connettività di internet per accedere a tali servizi e risorse (art. 6, punto 19);

b ) il soggetto è l’unico fornitore in uno Stato membro di un servizio che è essenziale per il mantenimento di attività sociali o economiche fondamentali; c ) una perturbazione del servizio fornito dal soggetto potrebbe avere un impatto significativo sulla sicurezza pubblica, l’incolumità pubblica e la salute pubblicata; d ) una perturbazione del servizio fornito dal soggetto potrebbe comportare un rischio sistemico significativo;

e ) il soggetto è critico in ragione della sua particolare importanza a livello nazionale regionale per quel particolare settore o tipo di servizio per altri settori indipendenti nello Stato membro; f ) il soggetto è un ente della pubblica amministrazione; g) il soggetto è critico ai sensi della direttiva (UE) 2022/2557. G li Stati membri possono prevedere che la direttiva si applichi a: a) enti della pubblica amministrazione a livello locale; b) istituti di istruzione, in particolare ove svolgono attività di ricerca.

L’art. 2, infine, prevede i casi di esclusione dal campo di applicazione. In particolare non si applica agli enti della pubblica amministrazione che svolgono le loro attività nei settori della sicurezza nazionale, della pubblica sicurezza e della difesa, nonché legate al contrasto, alla prevenzione, alle indagini, all’accertamento e al perseguimento di reati.

Foto di gorodenkoff da iStock.

S oggetti essenziali e importanti

A i sensi dell’art. 3, sono soggetti essenziali:

a ) soggetti di cui all’allegato I che superano i massimali per le medie imprese ai sensi della raccomandazione 2003/361/CE;

b ) prestatori di servizi fiduciari qualificati e registri dei nomi di dominio di primo livello, nonché prestatori di servizi DNS, indipendentemente dalle loro dimensioni (la definizione è riportata nel precedente paragrafo);

c ) fornitori di reti pubbliche di comunicazione elettronica o di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico che si considerano medie imprese ai sensi della raccomandazione 2003/361/CE;

d ) soggetti dell’amministrazione centrale quali definiti dagli Stati membri conformemente al diritto nazionale;

e ) qualsiasi altro soggetto di cui agli allegati I o II che uno Stato membro identifica come soggetto essenziale ai sensi dell’art. 2, par. 2, lettere da b) a e) della direttiva in oggetto (vedi sopra);

f ) soggetti identificati come soggetti critici ai sensi della direttiva (UE) 2022/2557 (soggetto pubblico o privato che è stato individuato da uno Stato membro come appartenente a una delle categorie riportate nell’allegato della direttiva di cui si tratta);

g ) se lo Stato membro lo prevede, i soggetti che lo Stato membro stesso ha identificato prima del 16 gennaio 2023 come operatori di servizi essenziali a norma della direttiva (UE) 2016/1148.

N ella categoria dei soggetti importanti, invece, rientrano i soggetti di una tipologia elencata negli allegati I o II che non sono considerati soggetti essenziali. Sono compresi i soggetti identificati dagli Stati membri come soggetti importanti ai sensi dell’art. 2, par. 2, lettere da b) a e).

Va segnalato che il 17 aprile 2025 è scaduto il termine per gli Stati membri per definire un elenco dei soggetti essenziali e importanti oltre che dei soggetti che forniscono servizi di registrazione dei nomi di dominio. L’elenco deve essere riesaminato e aggiornato ogni due anni dagli Stati stessi.

A l fine della compilazione di quest’elenco, gli Stati membri devono esigere che i soggetti coinvolti presentino alle autorità competenti ( In Italia all’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale - ACN) almeno le informazioni seguenti: a) il proprio nome; b) l’indirizzo e i recapiti aggiornati, compresi gli indirizzi mail, le serie di IP (Internet Protocol) e i numeri di telefono; c) se del caso i settori e i sottosettori pertinenti di cui agli allegati I e II; d) se del caso, un elenco degli Stati membri in cui forniscono servizi ai quali la direttiva si applica.

LTE Compuestos

Especiales S.A. de C.V.

Querétaro - MEXICO

LTE S.r.l.

SRI LTE Special Compounds Pvt. Ltd. Mumbai - INDIA PARTNER OF Cologne (BS) - ITALY

FLUOROELASTOMER

Allegato II della direttiva (UE) 2022/2555-- Altri settori critici Tabella 2

S ettore S ottosettore

1. S ervizi postali e di corriere

2. G estione dei rifiuti

3. Fabbricazione, produzione e distribuzione di sostanze chimiche

4. Produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti

a) Fabbricazione di dispositivi medici e di dispositivi medico diagnostici in vitro

b) Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica

5. Fabbricazione

6. Fornitori di servizi digitali

c) Fabbricazione di apparecchiature elettriche

d) Fabbricazione di macchinari e apparecchiature non classificati altrove

e) Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

f ) Fabbricazione di altri mezzi di trasporto

Tipo di soggetto

Fornitori di servizi postali quali definiti all’art. 2, punto 1 bis), della direttiva 97/67/CE, tra cui i fornitori di servizi di corriere

I mprese che si occupano della gestione dei rifiuti quali definite all’articolo 3, punto 9), della direttiva 2008/98/CE, escluse quelle per cui la gestione dei rifiuti non è la principale attività economica

I mprese che si occupano della fabbricazione di sostanze e della distribuzione di sostanze o miscele di cui all’articolo 3, punti 9) e 14), del regolamento (CE) n. 1907/2006 e imprese che si occupano della produzione di articoli quali definiti all’articolo 3, punto 3), del medesimo regolamento, da sostanze o miscele

I mprese alimentari quali definite all’articolo 3, punto 2), del regolamento (CE) n.178/2002 che si occupano della distribuzione all’ingrosso e della produzione industriale e trasformazione

S oggetti che fabbricano dispositivi medici quali definiti all’articolo 2, punto 1), del regolamento (UE) 2017/745 e soggetti che fabbricano dispositivi medico-diagnostici in vitro quali definiti all’articolo 2, punto 2), del regolamento (UE) 2017/746, ad eccezione dei soggetti che fabbricano dispositivi medici di cui all’allegato I, punto 5), quinto trattino, della presente direttiva

I mprese che svolgono attività economiche di cui alla sezione C, divisione 26, della NACE, Rev. 2

I mprese che svolgono attività economiche di cui alla sezione C, divisione 27, della NACE, Rev. 2

I mprese che svolgono attività economiche di cui alla sezione C, divisione 28, della NACE, Rev. 2

I mprese che svolgono attività economiche di cui alla sezione C, divisione 29, della NACE, Rev. 2

I mprese che svolgono attività economiche di cui alla sezione C, divisione 30, della NACE, Rev. 2

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7. R icerca Organizzazioni di ricerca

I soggetti che rientrano in quest’elenco devono notificare tempestivamente qualsiasi modifica delle informazioni trasmesse a norma dell’articolo in esame e in ogni caso entro due settimane dalla data della modifica. È previsto che ogni due anni, a decorrere dal 17 aprile 2025, le autorità competenti notifichino: a) alla Commissione o al gruppo di coordinamento il numero di soggetti essenziali e importanti che rientrano nell’elenco sopra citato per ciascun settore e sottosettore di cui all’allegato I o II; b) alla Commissione informazioni pertinenti sul numero di soggetti essenziali e importanti individuati ai sensi della direttiva in esame.

(ARTICOLI 7-13)

S trategia nazionale per la cibersicurezza

O gni Stato membro deve adottare una strategia nazionale che miri al raggiungimento e al mantenimento di un livello elevato di cibersicurezza. L’art. 7 indica, per punti, in cosa debba consistere tale strategia e quali sono le misure da adottare.

E ssa riguarda, a titolo esemplificativo: a) gli obiettivi e le priorità per la cibersicurezza che concernono i settori di cui agli allegati I e II; b) un quadro di governance per la realizzazione degli obiettivi e delle priorità di cui sopra; c) un quadro di governance che chiarisca i ruoli e le responsabilità de portatori di interessi a livello nazionale, a sostegno della cooperazione e coordinamento a livello nazionale tra le autorità competenti, i punti di contatto unici e i CSIRT (Computer Security Incident Response Team), nonché il coordinamento e la cooperazione tra tali organismi e le autorità competenti ai sensi degli atti giuridici settoriali dell’UE; d) un meccanismo per individuare le risorse e la valutazione dei rischi nello Stato membro di cui si tratta. Le misure strategiche riguardano, ad esempio: a) la cibersicurezza nella catena di approvvigionamento dei prodotti e dei servizi TIC (Tecnologie dell’ informazione e della Comunicazione) utilizzati da soggetti per la fornitura dei loro servizi; b) l’inclusione e la definizione dei requisiti concernenti la cibersicurezza per i prodotti e i servizi TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) negli appalti pubblici; c) la gestione della vulnerabilità, comprese la promozione e l’agevolazione della divulgazione coordi -

QUADRI COORDINATI IN MATERIA DI CIBERSICUREZZA

nata delle vulnerabilità ai sensi dell’art. 12 della direttiva stessa; d) le politiche di promozione e sviluppo dell’istruzione e della formazione sulla cibersicurezza; e) le misure per migliorare la consapevolezza in materia di cibersicurezza tra la cittadinanza.

A utorità competenti e punti di contatto unici

O gni Stato membro deve istituire o designare una o più autorità competenti responsabili della cibersicurezza e dei compiti di vigilanza prescritti dalla direttiva in oggetto (in Italia è l’ACN). Esse devono controllare l’attuazione del provvedimento a livello nazionale.

O gni Stato membro, inoltre, designa o istituisce un punto di contatto unico. Se l’autorità competente è una sola essa è anche il punto di contatto unico per tale Stato membro.

I l punto di contatto unico svolge una funzione di collegamento atta a garantire la cooperazione tra le autorità del relativo Stato membro e quelle degli altri Stati membri e, se del caso, con la Commissione e l’ENISA (European Union Agency for Cibersecurity, in passato European Network Information Security Agency), nonché a garantire la cooperazione intersettoriale con altre autorità competenti dello stesso Stato membro.

G li Stati devono notificare alla Commissione l’identità

dell’autorità competente e del punto di contatto, i compiti di tali autorità con le eventuali modifiche. La Commissione redige un elenco dei punti di contatto unici disponibili.

Q uadri nazionali di gestione delle crisi informatiche

O gni Stato membro deve istituire o designare una o più autorità competenti responsabili della gestione degli incidenti e delle crisi di cibersicurezza su vasta scala (autorità di gestione delle crisi informatiche) In Italia è l’ACN.

S e le autorità istituite o designate sono più di una, lo Stato membro deve indicare quale di tali autorità funge da coordinatore per la gestione di incidenti e crisi di cibersicurezza.

O gni Stato membro adotta un piano nazionale di risposta agli incidenti e alle crisi di cibersicurezza su vasta scala. Il piano definisce in particolare: a) gli obiettivi delle misure e delle attività nazionali di preparazione; b) i compiti e le responsabilità delle autorità di gestione delle crisi informatiche; c) le procedure di gestione delle crisi informatiche; d) le misure nazionali di preparazione, comprese le esercitazioni e le attività di formazione; e) i pertinenti portatori di interessi del settore pubblico e privato e le infrastrutture coinvolte; f) le procedure nazionali e gli accordi tra gli organismi e le autorità nazionali pertinenti per garantire

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il sostegno e la partecipazione effettivi dello Stato membro alla gestione coordinata degli incidenti e delle crisi di cibersicurezza su vasta scala.

Team di risposta agli incidenti si sicurezza informatica (CSIRT) O gni Stato membro istituisce o designa uno più CSIRT (in Italia è un organo dell’Agenzia della cibersicurezza nazionale). Essi sono conformi ai requisiti di cui all’art. 11, comma 1. Si occupano almeno dei settori, dei settosettori e dei tipi di soggetto di cui agli allegati I e II e sono responsabili della gestione degli incidenti in conformità a una procedura definita.

I CSIRT devono disporre di un’infrastruttura di informazione e comunicazione adeguata, sicura e resiliente da utilizzare per scambiare informazioni con i soggetti essenziali e importanti o con altri portatori di interessi pertinenti (art. 10, par. 3).

Cooperano e scambiano informazioni pertinenti conformemente all’art. 29 con comunità settoriali o intersettoriali di soggetti essenziali e importanti. Partecipano, inoltre, alla revisione tra pari (art. 19). Essi possono cooperare con team nazionali di risposta agli incidenti di sicurezza informatica di paesi terzi o con organismi equivalenti di paesi terzi.

O gni Stato membro notifica alla Commissione l’identità dei CSIRT. Questi ultimi svolgono i seguenti compiti (art. 11, par. 3):

a ) monitorano e analizzano le minacce informatiche, le vulnerabilità (intese come punto debole, una suscettibilità o un difetto di prodotti TIC o servizi TIC che possono essere sfruttati da una minaccia informatica) e gli incidenti a livello nazionale e, su richiesta, forniscono assistenza ai soggetti essenziali e importanti per quanto riguarda il

monitoraggio dei loro sistemi informatici e di rete;

b ) emettono preallarmi, allerte e bollettini e divulgano informazioni ai soggetti essenziali e importanti interessati, alle autorità competenti e agli altri pertinenti portatori di interessi, in merito a minacce informatiche, vulnerabilità e incidenti;

c) forniscono una risposta agli incidenti e assistenza ai soggetti essenziali e importanti interessati;

d ) raccolgono e analizzano dati forensi e forniscono un’analisi dinamica dei rischi e degli incidenti;

e ) effettuano su richiesta del soggetto essenziale o importante una scansione proattiva dei sistemi informatici e di rete del soggetto interessato per rilevare la vulnerabilità con potenziale impatto significativo;

f ) partecipano alla rete di CSIRT e forniscono assistenza reciproca;

g ) se del caso, agiscono come coordinatore ai fini del processo di divulgazione coordinata delle vulnerabilità di cui all’art. 12;

h ) contribuiscono allo sviluppo di strumenti sicuri per la condivisione delle informazioni di cui all’art. 10 par. 3. Possono effettuare una scansione proattiva e non intrusiva dei sistemi informatici e di rete accessibili al pubblico di soggetti essenziali e importanti.

D ivulgazione coordinata della vulnerabilità e banca dati e uropea della vulnerabilità

O gni Stato membro deve designare uno dei propri CSIRT per coordinare la divulgazione della vulnerabilità individuate nei prodotti o servizi TIC e fare in modo che le persone fisiche o giuridiche negli Stati membri possano segnalare in forma anonima, qualora lo richiedano, una vulnerabilità al CSIRT. u

Foto di tiero da iStock.

GreenPlast 2025 in linea con le aspettative

Si è svolta a fine maggio l’edizione 2025 della mostra-convegno GreenPlast, e secondo gli organizzatori i risultati sono nel complesso in linea con le aspettative.

L’evento, dedicato alla sostenibilità nel settore delle materie plastiche, ha registrato 17.373 visitatori, che hanno incontrato i 200 espositori presenti (75% italiani e 25% esteri), suddivisi tra produttori di materie prime (22%), trasformatori (18%) e costruttori di impianti (60%), provenienti da 19 Paesi e distribuiti su una superficie di 5.500 metri quadrati.

U na partecipazione che ha contribuito a consolidare la visibilità di un appuntamento ormai riconosciuto nel panorama fieristico e convegnistico del settore. Dalle testimonianze raccolte tra gli espositori emerge soddisfazione, legata soprattutto alla qualità dei contatti stabiliti più che al loro numero. Il profilo dei visitatori ha evidenziato un interesse sempre più concreto verso soluzioni sostenibili, confermando la validità di un evento interamente dedicato ai materiali, alle tecnologie e ai processi di trasformazione della plastica e della gomma, con particolare declinazione in chiave di sostenibilità ambientale, anche in un contesto geopolitico ed economico complesso come quello attuale.

G reenPlast offre una panoramica sempre più completa delle soluzioni per l’efficientamento energetico degli impianti, dell’eco-design e delle tecnologie più avanzate per la trasformazione, il riciclo e il riutilizzo delle materie plastiche. Anche il convegno internazionale “Shaping a sustainable future for plastics”, co -

ordinato da AMI – Applied Market Information e da Promaplast, organizzatore della manifestazione, ha mantenuto un’affluenza soddisfacente. L’iniziativa ha riunito esperti e operatori dell’intera filiera per riflettere sulle opportunità e le sfide offerte dalla transizione ecologica.

A nche quest’anno GreenPlast è stata parte di The Innovation Alliance, l’evento di filiera che ha riunito quattro manifestazioni in un’unica visione integrata, espressione della capacità innovativa della meccanica strumentale al servizio della manifattura. Un ecosistema articolato, che ha spaziato dai materiali alle tecnologie per la lavorazione delle materie plastiche con focus sulla sostenibilità di GreenPlast al packaging e food processing di Ipack-Ima,

dalla stampa e converting di Print4All alla logistica di magazzino di Intralogistica Italia, con un filo conduttore chiaro: innovazione, digitalizzazione e sostenibilità come leve strategiche. L’edizione appena conclusa ha visto, in totale, la presenza di 108.458 operatori professionali da 143 nazioni, che hanno potuto scoprire le novità tecnologiche proposte da 1.857 espositori – il 39% dei quali provenienti da 38 Paesi esteri.

T he Innovation Alliance, però, si prepara a una nuova fase: ciascuna delle manifestazioni che la compongono seguirà una propria programmazione, in risposta alle esigenze specifiche di settore e al posizionamento nel calendario fieristico internazionale. u

PFAS: per la prima volta un tribunale li collega a un decesso

Per la prima volta, un tribunale italiano ha stabilito un legame diretto tra un decesso e l’esposizione alle PFAS, ormai noti composti chimici perfluorurati impiegati in diversi processi industriali.

L a vittima è Pasqualino Zenere, ex operaio dello stabilimento Miteni di Trissino (Vicenza), dove ha lavorato dal 1979, quando l’azienda si chiamava ancora Rimar ed era controllata dal Gruppo Marzotto, fino al 1992. Zenere è morto nel 2014 a causa di un tumore alla pelvi renale. A metà maggio, il Tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza definita storica: per la prima volta, un giudice ha riconosciuto che la malattia che ha portato al decesso è stata provocata dall’esposizione professionale a due specifici prodotti chimici della famiglia delle PFAS, il PFOA (acido perfluorootta -

noico) e il PFOS (perfluoroottansolfonato), due PFAS a basso peso molecolare, da tempo bandite dall’Unione Europea per la loro pericolosità ambientale e per la salute umana.

L a famiglia delle PFAS include più di 10000 diverse sostanze chimiche, tutte ritenute persistenti (forever chemicals), ma non tutte ritenute pericolose allo stesso modo.

I nfatti a livello europeo ed internazionale si stanno definendo percorsi separati per le PFAS a più basso peso molecolare e quelle polimeriche (es. fluoroelastomeri)

S econdo la decisione d el giudice, Zenere sarebbe entrato ripetutamente in contatto con le sostanze sopra citate - attraverso inalazione, ingestione e contatto cutaneo - durante le sue attività lavorative. “È la prima volta che una sentenza riconosce ufficial -

mente il nesso tra un caso concreto di morte e l’esposizione alle PFAS in ambito lavorativo”, ha dichiarato l’avvocato Adriano Caretta, legale della famiglia Zenere e rappresentante dell’Inca Cgil di Vicenza.

L a sentenza non attribuisce responsabilità penali, ma riconosce il legame causale tra le mansioni svolte dall’operaio e la patologia sviluppata. Un riconoscimento importante per i familiari e per le battaglie legali in corso.

I l pronunciamento del tribunale giunge in un momento delicato: è infatti in fase conclusiva il processo davanti alla Corte d’Assise di Vicenza contro 15 ex dirigenti della Miteni, accusati di aver caus ato la massiccia contaminazione da PFAS che ha interessato circa 350mila abitanti nelle province di Vicenza, Padova e Verona. u

Foto

Impianto di pirolisi di PFU in Svezia

Antin’s NextGen Fund, Scandinavian Enviro Systems (Enviro) e Michelin hanno costituito una joint venture per lo sviluppo di impianti di pirolisi di PFU (Pneumatici a Fine Uso), in vari Paesi Europei, con l’obiettivo di innovare il mercato.

La joint venture si chiama Infiniteria (Cuibhil Luxco 2), il primo impianto commerciale è in costruzione a Uddevalla, in Svezia, e il completamento è atteso nel secondo semestre 2025, con una produzione iniziale di ca. 35.000 tons/anno.

La tecnologia innovativa impiegata da

Infiniteria è stata sviluppata e brevettata da Enviro e assicura la produzione di nero di carbonio di recupero (rCB) e olio pirolitico (TPO – Tyre Pyrolysis Oil) ai più alti livelli prestazionali e qualitativi. Il business plan corrente prevede lo sviluppo e la costruzione di una serie di impianti di scala adeguata per il riciclo dei PFU in Europa.

I prodotti (rCB e TPO) sono di interesse per il mercato ed è facile prevedere accordi che coinvolgano più impianti e più attori interessati all’acquisto. La Michelin stessa si è impegnata ad acquistare quo-

Comet investe nella formazione

La formazione è da sempre uno dei pilastri della cultura aziendale del produttore di mescole in gomma Comet. A fine maggio è stata inaugurata la Comet Academy, un articolato programma di incontri, momenti formativi e opportunità di apprendimento dedicato ai collaboratori dell’azienda.

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di costruire un percorso di crescita professionale e aziendale, favorendo la condivisione delle competenze specifiche di ogni area, valorizzando il contributo di tutte le funzioni e promuovendo una visione integrata dei processi. I temi affrontati saranno sia tecnici sia trasversali, con un focus particolare sul mondo delle mescole in gomma e silicone, ambito in cui Comet vanta un’elevata specializzazione.

La Comet Academy rappresenta un ul-

teriore passo verso una cultura d’impresa fondata sulla formazione continua, la condivisione del know-how e la collaborazione tra team, considerati elementi centrali per stimolare l’innovazione e costruire strategie di lungo periodo.

L’impegno di Comet nella formazione si estende anche al mondo dell’istruzione tecnica superiore. L’azienda, infatti, collabora attivamente con l’ITS Nuove Tecnologie della Vita – Giulio Natta Academy, contribuendo alla formazione degli studenti del corso Tecnologie chimiche della gomma e delle materie plastiche. Lo scorso mese di maggio, il Ceo Matteo Bernini ha portato in aula l’esperienza industriale di Comet, rafforzando il ruolo dell’azienda come partner strategico nella trasmissione di competenze specialistiche alle nuove generazioni.

te significative sia del rCB che del TPO prodotti dal primo sito, minimizzando il rischio d’impresa di Infiniteria.

La forte presenza di Michelin nel mercato di riferimento contribuirà anche all’accesso alla materia prima (PFU) necessaria ad alimentare gli impianti.

Non appena l’impianto di Uddevalla diventerà operativo, soddisfacendo le basi di progetto, Infiniteria perseguirà un piano di implementazione accelerata in tutta Europa. Gli impianti potranno essere a modulo singolo (35 KT/a) oppure doppio (70 KT/a). u

Un impegno che produce risultati concreti: attualmente, il 50% del personale del laboratorio Comet proviene proprio da questo ITS. Un dato che testimonia la solidità del legame tra formazione e mondo del lavoro, e conferma il valore di un modello formativo che mette in connessione scuola e impresa. u

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