retail&food 05

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retailfood maggio 2021 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

Riparte il Retail Speciale opening Centri commerciali, i grandi esclusi Case history 101Caffé, KIK, Hippocrates Scalo Milano, l’ampliamento


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Editoriale

La sconfitta dei centri commerciali

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e recenti vicende legate alle riaperture, favorite dalla progressione del piano vaccinale, hanno mostrato l’incredibile fragilità dell’industria dei centri commerciali. Che stride con il numero di occupati, la quota di Pil generata, il numero e le dimensioni delle imprese coinvolte. Nei recenti provvedimenti governativi, in vigore dallo scorso 26 aprile, non è stato previsto alcun allentamento sulle chiusure dei centri commerciali nei weekend, i giorni di maggior fatturato. Viene citata e prevista perfino la riapertura degli stadi, benché con limitazioni. Ma i centri commerciali nei fine settimana… no! Perché? Cosa non ha funzionato? La relazione con la politica, evidentemente. Forse la mancanza di proposte e soluzioni alternative e convincenti sulla gestione di flussi, ingressi, orari, prevenzione, screening, tracciatura e contingentamenti, probabilmente. La frammentarietà del settore, le troppe voci e associazioni, come abbiamo evidenziato nel numero di aprile di retail&food. La scarsa e scadente comunicazione prodotta dalle associazioni, relativamente ai centri commerciali come luoghi controllati e sicuri. Insistere per più di un anno sul grido “Fateci aprire” non ha evidentemente sortito alcun effetto positivo. Così come inseguire politici opportunisti, privi di qualità e sostanza, regolarmente smentiti dal tragico incremento di contagi e decessi. E così la “categoria” dei centri commerciali risulta essere una delle più sfavorite dal piano di riaperture presentato da Draghi. Anche oggi, quando l’incremento delle vaccinazioni accende la prima luce in fondo al tunnel. Il Covid costringe a ripensare il retail, nel suo rapporto tra fisico e digitale, ne siamo ormai tutti consapevoli. Alla luce di quanto vissuto nell’ultimo anno, è opportuno (imprescindibile?) ripensare l’industria dei centri commerciali nel suo rapporto con la realtà: società, politica, clienti, stakeholder, comunicazione.

Andrea Aiello

maggio 2021 | retail food

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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 16 · numero 5 - maggio 2021 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Adriano Lovera - adriano.lovera@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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N. 5 maggio 2021

SOMMARIO 4 News 16 Cambio di poltrone 20 News Sostenibilità 22 SPECIALE News opening 28 BRAND ANALYSIS FOOD

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101Caffè: prossimità“evoluta”, per favorire la crescita

30 B RAND ANALYSIS NO FOOD

Kik: obiettivo 40 aperture nel 2021 e 400 negozi in Italia

48 STORE MANAGEMENT

32 BRAND ANALYSIS

I (nuovi) kpi per il (nuovo) Retail

HEALTH & PHARMA Irrompe Hippocrates sul mercato, con l’obiettivo di 500 farmacie

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NUOVI TREND IWG acquista i co-wo Copernico Food al centro dell’offerta

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IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO Scalo Milano: oltre l’outlet con la formula “Smart City”

36 FOCUS REAL ESTATE

Centri commerciali “a sconto” ma la speculazione è rischiosa

38 OSSERVATORIO ADCC -

URBISTAT Centri commerciali: le performance a un anno dal lockdown

42 SCENARI FOOD

Delivery miliardario minacciato dalla grana rider

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WEBINAR ATRI ASSOCIAZIONE TRAVEL RETAIL ITALIA Aperture: consumatori e imprese sono pronti

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FOCUS TRAVEL Vettori alla carica per un’altra estate leisure

50 NETCOMM

Verso un futuro più interconnesso e sostenibile: gli scenari e i trend evolutivi dell’eCommerce

52 L’INFOGRAFICA 54 56 58 62 64

News Servizi e Fornitori World Travel Retail News International Vetrina La Foto

RUBRICHE

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4 STOCK OPTION 8 RUBRICA LEGALE 14 DAL TABACCAIO 56 DUTY FREE WORLD 58 NEW MARKETS OUTLOOK maggio 2021 | retail food

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News

GDO E LUXOTTICA TRA I RETAILER MONDIALI NEL RANKING DELOITTE

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eloitte ha presentato la 24esima edizione dello studio Global Powers of Retailing, che analizza i top retailer mondiali, rispetto ai dati di bilancio dell’esercizio annuale al 30 giugno 2020. I 250 retailer più grandi al mondo hanno generato un fatturato pari a 4.850 miliardi di dollari (periodo luglio 2019-giugno 2020), in crescita del 4,4%. I primi dieci contribuiscono per il 32,7% totale dei ricavi. Si tratta di Walmart, Amazon, Costco, Schwarz, The Kroger, Walgreens Boots Alliance, The Home Depot, Aldi, CVS Health Corp e Tesco. Fra i gruppi italiani, al primo posto in classifica c’è Conad (14,3 miliardi di $ nel periodo), seguito da Coop Italia (13,4), Esselunga (8,95), EssilorLuxottica (6,97) ed Eurospin (5,69). “Il nostro Continente è caratterizzato dalla forte concorrenza, tipica dei mercati ormai saturi” ha spiegato nel report Enrico Cosio, Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution. “Per differenziarsi, i rivenditori hanno intensificato il focus su strategie omni-channel ed e-commerce per garantire al consumatore sempre più comodità”.

CONFIMPRESE-EY: CONSUMI GIÙ DEL 38% NEL PRIMO TRIMESTRE

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un anno dalla pandemia, l’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food, elaborato da Confimprese-EY, registra un calo del -38,3% nel primo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo 2020. “Il settore in maggiore sofferenza continua a essere la ristorazione, con -51,2%” si legge in una nota. Seguono abbigliamento e accessori a -42,1%, mentre è in “forte recupero” il non food che chiude a -1,7%, grazie alle minori restrizioni concesse anche nelle zone rosse. Nel confronto con lo stesso trimestre 2019, pre Covid, emerge che i centri commerciali perdono il 72,7% delle vendite e gli outlet il 73,9%, mentre peggiorano anche le high street, ma con un dato smorzato a -57,6%. Secondo lo studio, un rapido ritorno ai consumi potrebbe arrivare da maggio, mese che potrebbe sfiorare un livello di vendite inferiore intorno al 10-20% rispetto al 2019.

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retail food | maggio 2021

Stock option |

BUY

NEUTRAL

KERING Numeri eccezionali per il colosso del lusso, che archivia il primo trimestre dell’anno con ricavi pari a 3,9 miliardi di euro, in aumento del 21,4% a tassi correnti. Il giro d’affari supera anche i livelli precedenti alla pandemia, segnando un +5,5% a tassi di cambio comparabili rispetto al primo trimestre 2019. Tra i brand, corrono Gucci, Yves Saint Laurent e Bottega Veneta HERMES Nel primo trimestre dell’anno, Hermes riesce addirittura a battere le attese del mercato e chiude il periodo con ricavi a 2,08 miliardi di euro: +38% sullo stesso periodo 2020 (a cambi correnti). Ottima la performance della parte retail: +41% rispetto al Q1 2020. Bene l’Asia (+94%), il Giappone (+20%), l’America (+23%), ancora piatta l’Europa, esclusa la Francia, a -1%. SKECHERS Nel primo trimestre 2021, il player americano ha evidenziato vendite per 1,4 miliardi di dollari (circa 1,5 miliardi di euro), in aumento del 15% sull’anno precedente. Questo risultato è il frutto del +20,2% messo a segno a livello internazionale e del +8,5% a livello domestico, dove, tra l’altro, il canale eCommerce ha fatto registrare un’impennata del 143%.

LEVI’S Anche nel primo trimestre dell’anno, i jeans più famosi al mondo risentono della congiuntura. I ricavi si attestano a 1,3 miliardi di dollari, in calo del 13% sullo stesso periodo del 2020. Però l’on line cresce del 41% e le previsioni diffuse dalla società vedono un rimbalzo a breve, con una crescita dei ricavi del 24-25% già alla fine del primo semestre. TOD’S Il colosso di Diego Della Valle ha ormai superato il miliardo di euro di capitalizzazione in Borsa e cattura investimenti, nonostante un bilancio 2020 in flessione causa Covid (637 milioni di ricavi, -30,4%). Lvmh ha confermato una volta di più il suo interesse per l’azienda, portando la sua partecipazione dal 3,2% fino al 10%, con un investimento di circa 75 milioni. PIQUADRO Il gruppo italiano ha chiuso il primo trimestre 2021 con un fatturato consolidato di 31,5 milioni di euro, +3,5% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un risultato in crescita, ma ancora piatto, dovuto alla chiusura dei negozi e all’assenza del travel retail. Proprio il marchio Piquadro ha subito una flessione dei ricavi del 13,8%, a 13,2 milioni, meglio sono andati Maison Lancel e The Bridge.

SELL

PRIMARK Associated British Foods, controllante di Primark quotata a Londra, accusa la debolezza delle vendite retail del suo marchio più famoso e chiude il primo semestre fiscale (che termina il 27 febbraio) con ricavi a 6,31 miliardi di sterline, in calo rispetto alle 7,65 del bilancio scorso. Il risultato pre tasse è stato di 275 milioni contro 298. Le mancate vendite hanno toccato il miliardo. REPLY Fashion Box, il gruppo veneto cui fa capo Reply, ha chiuso il 2020 con ricavi per 234,3 milioni, contenendo il calo legato alla pandemia al -11,4%. Ormai la quota di export è pari al 92% del totale, suddiviso tra Europa al 72% e resto del mondo con il 20%. Nel bilancio dell’anno scorso, cedono il 25% le vendite sul fronte retail, l’eCommerce cresce dell’8% e il wholesale si assesta a -5,9%. PVH Il Covid colpisce i conti di Pvh, che controlla brand come Tommy Hilfiger e Calvin Klein. I ricavi complessivi sono stati pari a 7,13 mld di dollari: -28% rispetto all’anno precedente. Il calo più pesante, -44%, per il marchio Heritage Brands. Ne deriva una perdita prima delle tasse da 37 milioni, che si confronta con un risultato positivo 2019 che era stato di 931 milioni.


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News

IRROMPE FLORENTINO PEREZ NEL DESTINO DI AUTOSTRADE

È

ancora da decifrare la cessione da parte dei Benetton della maggioranza di Aspi, che controlla Autostrade per l’Italia. A inizio mese, il primo colpo di scena. Florentino Perez, con la sua Acs (proprietaria di Abertis), irrompe sulla scena con un’offerta da 10 miliardi di euro, per l’88% di Aspi. Una quota di controllo per cui la cordata Cdp-Blackstone-Macquarie aveva offerto intorno a 9 miliardi, in una trattativa rimasta per settimane in stallo. Poi, però, in una lettera inviata da Perez al cda di Atlantia, è stato precisato che la manovra non vuole essere ostile e che l’intento concreto sarebbe quello di affiancare la Cassa depositi e prestiti, sostituendosi ai due fondi. La decisione finale dovrebbe essere presa in un’assemblea di Atlantia il prossimo 28 maggio. Sul fronte politico, da segnalare la posizione lapidaria del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, che sulla questione si è limitato a dire di non volersi intromettere in una trattativa in corso, peraltro già avviata dal precedente esecutivo.

SAN MARINO OUTLET EXPERIENCE: IL 24 GIUGNO IL TAGLIO DEL NASTRO

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prirà al pubblico il 24 giugno il San Marino Outlet Experience, di The Market PropCo S.R.L., promosso da Borletti Group, Aedes SIIQ, DEA Real Estate Advisor e VLG Capital. I primi 17mila mq di GLA ospiteranno oltre 70 punti vendita, ma il progetto prevede un ampliamento della superficie fino a 25mila mq e 130 punti vendita, per un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro. La struttura offrirà al pubblico anche una Food Terrace di mille mq, un’area parcheggio coperta da 1.400 posti e tra i servizi offerti si segnala una Welcome Lounge, con personale multilingua, in grado di fornire supporto ai clienti stranieri. Importante l’aspetto green, con un impianto fotovoltaico in grado di generare oltre 300 MWh all’anno, pari al 38% del fabbisogno totale delle parti comuni. “San Marino Outlet Experience apre su un territorio che è l’ultimo white spot per un outlet di successo” ha detto Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Aedes Siiq S.p.A. “L’alto posizionamento del prodotto unito alla finalità strategica della sua realizzazione nel contesto della Repubblica Sammarinese rappresentano un valore aggiunto per tutti i soggetti interessati, dalle amministrazioni pubbliche e indotto ai tenant e clienti”.

STORTELLINI APRE SULLA A1 ALLE PORTE DI MILANO

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uova apertura per Stortellini, il brand italiano improntato alla gastronomia emiliano romagnola, nato a Rimini sulla scia del fast food Paolino Tortellino. La location prescelta è My Chef-San Zenone Est, area di servizio molto frequentata sulla A1 in direzione nord, situata proprio alle porte di Milano, tappa fissa per il traffico diretto in Lombardia. Nel nuovo corner, adatto a una pausa veloce, tutta l’offerta sfiziosa di Stortellini come tortellini di carne al ragù o tortelli al formaggio con sugo di pomodoro o burro e salvia; per i più golosi, la novità dei tortellini fritti.

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retail food | maggio 2021

AUTOGRILL FUORI DAGLI USA PER 375 MILIONI DI DOLLARI

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utogrill Hmshost ha firmato un accordo per la cessione delle attività autostradali statunitensi a un consorzio controllato e guidato da Blackstone Infrastructure Partners, che include Applegreen Limited e B&J Holdings. Le parti prevedono di chiudere l’operazione nell’estate del 2021, dopo aver ricevuto le necessarie approvazioni governative e il consenso dai landlord. Il controvalore è di 375 milioni di dollari. L’attività autostradale statunitense di Hmshost comprende concessioni food & beverage di vari brand quali Starbucks, Burger King e Pret, che il Gruppo continuerà a gestire in qualità di licenziatario in altri canali, e concessioni convenience retail, situate in circa 60 aree di servizio autostradali negli Stati Uniti. La guidance 2021 e gli obiettivi 2024 di Autogrill sono stati rivisti alla luce degli impatti della cessione. Il flusso di cassa della guidance 2021 esclude il controvalore dell’incasso netto della cessione. I ricavi della guidance 2021 scendono a 2,3-2,7 miliardi di euro, rispetto all’indicazione precedente di 2,42,8 miliardi, mentre il flusso di cassa rimane invariato.


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La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Le “clausole Covid” nei contratti in firma: che successo stanno avendo?

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li operatori nutrivano una più che legittima aspettativa che nei contratti in firma di questi tempi venissero inserite apposite clausole Covid. L’ultimo anno è infatti trascorso con l’incertezza di quale diritto si applica ai contratti commerciali, visto che in molti di questi mancava qualsiasi clausola di forza maggiore. Giuristi e non giuristi hanno poi scoperto che la forza maggiore non è un istituto del diritto italiano, non se ne fa menzione nel codice civile, e perciò in assenza di specifica pattuizione non è possibile invocarla. Si possono tuttavia applicare altri istituti civilistici generali (impossibilità sopravvenuta, eccessiva onerosità sopravvenuta, buona fede contrattuale, recesso per gravi motivi) di cui si è già parlato in questa rivista. Dunque gli operatori si aspettavano che perlomeno nei nuovi contratti, in firma nel corso della pandemia (ce ne sono per fortuna!), le parti si affrettassero ad inserire specifiche pattuizioni. Ma ciò non sta accadendo. E per un buon motivo: è molto difficile che si trovi l’accordo su cosa scrivere. E nel dubbio è meglio affidarsi alle buone vecchie norme generali. La cosa si sta verificando un po’ in tutti i contratti commerciali. In particolare nei contratti per il godimento degli spazi commerciali, negozi, ristoranti, etc., vista l’enorme ondata di discussioni generata dalla questione dello sconto dei canoni ci si sarebbe aspettati che le parti addivenissero a un qualche tipo di accordo. Il problema è che non è chiaro cosa scrivere in una clausola Covid in quanto non sono chiare le conseguenze che il Covid avrà sul retail. Se infatti è assodato che in periodi di lockdown totale le vendite mancano per definizione e dunque il canone e gli

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retail food | maggio 2021

Avv. Alessandro Barzaghi

altri costi fissi rimangono costi puri, non è affatto chiaro quale sarà l’andamento delle vendite in casi di semi-aperture, di aperture distanziate, di aperture a singhiozzo, ma anche di aperture piene in un’epoca di transizione in cui parte della popolazione sarà vaccinata e parte no. In altre parole, l’incertezza appare troppa per poter giungere a una pattuizione soddisfacente. Un aiuto potrebbe giungere dalla pratica internazionale, dove si sono sviluppate le clausole cosiddette “di forza maggiore e hardship”, adottate e perfezionate anche a livello della Camera di Commercio Internazionale. Senza entrare in una disamina troppo specifica, di fatto queste clausole adottano un approccio progressivo, andando a differenziare le conseguenze a seconda della durata e gravità dell’evento verificatosi. Mutuando da tale pratica si può ipotizzare per le locazioni e gli affitti l’adozione di clausole di buon senso che potremmo chiamare “delle tre fasi”. - In una prima fase, il canone potrebbe essere scontato; - In una seconda fase, eliminato; - In una terza fase (al perdurare della circostanza oltre un certo termine) si potrebbe dare diritto di recesso all’operatore. In questo modo la proprietà si pone a ridosso da iniziative di recesso o risoluzione da parte del brand, mentre il tenant è garantito da un cap al danno finanziario, e la situazione è win-win. In alternativa, se non si ritiene di potersi esporre come sopra, perlomeno le parti potrebbero pattuire una clausola che le impegna a parlarsi e verificare le possibilità di rinegoziazione del canone.



News

PRESTO NUOVI CAPOLUOGHI PER UNIQLO IN ITALIA

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l brand giapponese Uniqlo ha intenzione di espandersi in Italia. Dopo lo store di Milano, in piazza Cordusio, sta cercando gli spazi adatti per aprire anche a Roma, Firenze e Torino. È quanto ha dichiarato in un’intervista Tadashi Yanai, fondatore e amministratore di Fast Retailing, la holding capogruppo di Uniqlo. Il gruppo complessivamente prevede di chiudere l’anno fiscale 2020-21 con ricavi in crescita del 10%, a 2,21 trilioni di yen (circa 17 miliardi di euro), con un margine operativo di 255 miliardi di yen, in aumento del 70,7% sull’esercizio precedente. Fast Retailing ha chiuso il primo trimestre, al 30 novembre 2020, con vendite in diminuzione dello 0,6% per 619,7 miliardi di yen (4,9 miliardi di euro). L’utile netto è sceso dello 0,7% a 70,3 miliardi di yen.

DALLE BANCHE 90 MILIONI PER SBLOCCARE MAXIMALL POMPEII

AFFONDO DI ILIAD SU UNIEURO, PRIMO AZIONISTA AL 12%

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i sblocca la partita economica che permetterà di realizzare il Maximall Pompeii, a Torre Annunziata, in prossimità dell'area archeologica. Il Gruppo Irgenre ha ricevuto una linea di credito da 90 milioni da un pool di banche composto da UniCredit, che ha agito in qualità di banca agente e “mandated lead arranger”, Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Mps Capital Services quali “mandated lead arranger”. Negli obiettivi dell’azienda, sarà il più grande hub turistico e retail del Sud Italia. Il progetto sarà realizzato su un’area di circa 200mila mq e ospiterà, oltre a numerosi servizi, circa 200 brand distribuiti su due livelli tra le più importanti griffe nazionali e internazionali. Il complesso includerà anche un hotel 4 stelle gestito a marchio Marriott Bonvoy, con 135 camere e un auditorium multimediale. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2022, mentre l’apertura avverrà a marzo 2023.

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on un’operazione da 50 milioni di euro, Iliad acquista una quota del 12% di Unieuro e ne diventa il primo azionista. Il passaggio avviene dopo “due anni di collaborazione tra le due società, nella distribuzione di sim dell’operatore attraverso le Simbox situate in 200 dei 500 punti vendita Unieuro. Iliad ha deciso di investire nel capitale di Unieuro per accompagnarla nel suo percorso di crescita e innovazione” è spiegato in una nota di Iliad. Un colpo strategico per la compagnia telefonica, che fa capo a Xavier Niel ed è guidata in Italia da Benedetto Levi, prossima a entrare anche nel segmento della telefonia fissa. È stata confermata piena fiducia all’attuale management di Unieuro, benché Iliad abbia ammesso che l’ingresso non era stato concordato, ma deciso in modo indipendente come operazione di mercato. Fra gli altri azionisti rilevanti, figurano alcuni membri della famiglia Silvestrini che complessivamente possiedono il 7,3%, Amundi Asset management (7,2%), Mediolanum Gestione Fondi sgr (4,9%) e Jp Morgan Asset Management (3,3%).

REAL ESTATE, PRIMO TRIMESTRE ANCORA DEBOLE SECONDO CBRE

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n base all’osservatorio Cbre, il volume degli investimenti nel Commercial Real Estate in Italia, nei primi tre mesi dell’anno, è stato pari a 1,4 miliardi di euro, in calo del 26% rispetto allo stesso periodo del 2020, che ancora non manifestava grandi ripercussioni dovute all’emergenza Covid-19. Il segmento Retail è ancora in contrazione, con un totale di 154 milioni di investimenti e con transazioni concentrate per lo più su asset secondari. Il settore Uffici chiude il trimestre con 337 milioni di euro investiti, in contrazione del 37%, mentre prosegue

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l’andamento positivo della Logistica, con volumi pari a 300 milioni e una crescita del 44%. “Riteniamo che, anche alla luce del progresso sul fronte vaccinale, i prossimi mesi dovrebbero vedere una ripresa dei volumi su quasi tutti i settori, ma con particolare riguardo ai settori logistico, residenziale e alberghiero” ha spiegato Alexandre Astier, managing director Capital Markets di CBRE Italy. Da segnalare che un terzo di tutti gli investimenti nazionali del periodo ha interessato l’area di Milano.


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News

THUN CAMBIA PELLE E DIVENTA LENET GROUP PER CRESCERE

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ruppo Lenet, che mescola le parole Lene (una delle prime fondatrici dell’impresa Thun) e Net. Ecco la nuova holding di Thun, che ha presentato un piano di espansione al 2024 concentrato su quattro assi principali: allargamento verso nuovi mercati, piano di rafforzamento dei canali brick&mortar, diversificazione e introduzione di nuovi settori e sviluppo del digitale. Thun rimane il brand portante e si espanderà presto, con focus su Europa continentale e Gran Bretagna. È stato creato il nuovo marchio Teddy Friends, spin off che vanta già una partnership con Warner Media, e arriva anche Luxpets, un marketplace esclusivamente on line, per il settore di alta gamma del mondo pet. Rispetto alla governance, il board della holding è composto dal presidente Peter Thun, dal vicepresidente e azionista di maggioranza Simon Thun e dall’amministratore delegato Francesco Pandolfi, affiancati da un comitato esecutivo. Sul fronte numeri, Lenet nel periodo 2021-2024 prevede un aumento di fatturato pari a 100 milioni di euro e una crescita del 13% del CAGR. Oltre il 60% della crescita attesa avverrà per linee esterne.

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TEDDY ACCELERA CON 90 APERTURE IN TRE CONTINENTI

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on solo Italia, ma anche Austria, Malta, Grecia, Bulgaria, Bielorussia, Romania, Ucraina, Marocco, Giordania, Egitto, fino alla Russia e le Filippine. Lo sviluppo worldwide di nuovi punti vendita per il gruppo Teddy (con i brand Terranova, Calliope e Rinascimento) prevede 93 nuove aperture nel 2021, che fanno seguito alle 57 realizzate lo scorso anno. Per i primi due brand, la strategia prevede l’apertura di store compresi fra 400 e 900 mq di superficie, mentre Rinascimento si adatta alla nuova formula di affiliazione agile denominata Fits you, basata su una stretta collaborazione con l’affiliato e sulla possibilità di aprire negozi di piccole dimensioni con un investimento contenuto. Il franchising in conto vendita resta la formula privilegiata. “Ma siamo consapevoli che i comportamenti di spesa dei consumatori sono in costante e repentino mutamento” ha detto il direttore sviluppo di gruppo Teddy, Pierluigi Marinelli. “Quindi, per i Paesi extra europei, stiamo valutando anche altre forme di distribuzione”.


CIMMINO APRE A FIRENZE IL SOPHIA LOREN RESTAURANT

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ofisticato e accogliente, ha aperto a Firenze il ristorante Sophia Loren – Original Italian Food, frutto della visione di Luciano Cimmino, imprenditore e presidente di Pianoforte Holding a cui fanno capo i brand Yamamay, Carpisa e Jaked. In pieno centro, il ristorante offre un servizio di ristorazione, bar, caffetteria, pasticceria e cocktail&wine bar. Sophia Loren – Original Italian Food si presenta su tre livelli per 1.500 mq, conta 270 coperti (oltre a 60 all’esterno), due cucine professionali e i due forni. L’investimento è di 2 milioni di euro. Il progetto è stato realizzato dallo Studio Redaelli e Associati, in collaborazione con Costa Group, azienda specializzata da oltre 40 anni nella proget-

tazione e arredamento per il Food&Beverage. Franco Costa, presidente di Costa Group, ha voluto sottolineare il valore dell’iniziativa dichiarando che “è stato un privilegio aver partecipato, con la creazione di arredi unici e memorabili, a questo magnifico progetto”.

ANCHE IN ITALIA I DISCOUNT “NON FOOD” DI ACTION

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al Benelux si è diffusa in tutta Europa e ora è arrivata anche nel nostro Paese. È la catena di discount Action, che conta attualmente 1.600 negozi in otto Stati del continente. I primi due punti vendita italiani sono stati aperti a Torino e a Vanzaghello (Mi) ed entro giugno è previsto che il numero cresca, con altri store concentrati nel Nord Ovest. Action fa parte del gruppo 3i, multinazionale inglese del private equity e venture capitale, quotata sull’Lse a Londra. Action dichiara un fatturato annuo di circa 5 miliardi di euro e presenta un modello commerciale diverso dagli altri retailer del suo segmento, perché solo il 35% dei prodotti in vendita è fisso, tutto il resto cambia continuamente. Nel 2020, nonostante la pandemia, ha aperto 164 nuovi negozi. I Paesi in cui è maggiormente presente sono la Francia, con oltre 500 store, l’area Benelux e la Germania, con oltre 300 a testa, mentre da poco ha tagliato il nastro del centesimo negozio in Polonia ed ha fatto il suo ingresso in Repubblica Ceca.

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News

PER ETHOS TRE BRAND “VIRTUALI” IN PORTAFOGLIO

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l gruppo Ethos approda nel mondo della ristorazione virtuale con tre nuove insegne: Sciur Burger, Sciura Pizza e Sono Fritto! L’azienda di ristorazione brianzola ha lanciato una piattaforma di e-commerce in cui sarà possibile effettuare ordini multi-insegna. Una food court virtuale in cui l’utente, accedendo da uno qualunque dei siti dei nuovi brand, potrà comporre l’ordine, anche con la possibilità di combinare i menù dei tre nuovi marchi. “Siamo stati travolti da un tracollo economico che non dipende da noi, ma siamo responsabili della nostra azienda, per questo ci siamo impegnati a trovare nuovi modi per sviluppare la nostra presenza sul mercato e ottimizzare le risorse” ha detto l’amministratore delegato di Ethos, Beppe Scotti. I punti di produzione dei brand virtuali sono ancorati alle cucine dei ristoranti del gruppo, dislocate tra Milano, la Brianza e Como. Il bacino d’utenza di queste nuove insegne punta ai clienti che si trovano entro un raggio di 5 km.

UNOX CRESCE IN PANDEMIA E PREPARA UNA NUOVA FABBRICA

Unox, tra i leader nel settore dei forni professionali per ristorazione, retail, pasticceria e panetteria, chiude il 2020 in crescita nonostante la pandemia. L’anno scorso, il gruppo padovano ha messo a segno un aumento dei ricavi del 3,5%, toccando i 139 milioni di euro. “Il foodservice equipment ha subito una contrazione superiore al 25% nel 2020. Essere riusciti a crescere, in un contesto così difficile, dimostra la nostra capacità di interpretare i bisogni dei clienti e rispondere in modo ineccepibile” ha dichiarato l’amministratore delegato di Unox, Nicola Michelon. Nell’anno in corso si prepara un’altra scommessa. Sono iniziati i lavori di costruzione di una nuova fabbrica per la produzione dei prodotti Unox, a Cadoneghe, accanto all’attuale sede, che dureranno 6 anni e porteranno alla realizzazione di ulteriori 60mila mq per la produzione, 4mila per ricerca e sviluppo, oltre a 2mila mq riservati ad aree relax e pausa pranzo. Il piano industriale 2021-2025 prevede un fatturato di gruppo intorno ai 280 milioni di euro alla fine del quinquennio.

APRE A MERANO IL CENTRO COMMERCIALE ALGO

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a aperto i battenti lo scorso 15 aprile il centro commerciale Algo a Lagundo, alla periferia di Merano, in Alto Adige. Insieme allo shopping center chiamato Twenty, ora è completa la dotazione di centri commerciali definita dall’amministrazione della Provincia di Bolzano. All’interno delle gallerie, c’è spazio per più di 50 insegne tra cui marchi noti come MCD, Road House, MPreis (alimentare austriaco), Unieuro. La struttura si presenta suddivisa su tre livelli commerciali, un livello di entertainment e tre livelli di parcheggio sovrapposti. Commercializzazione, pilotaggio e gestione delle gallerie sono stati tutti affidati a I.C.C (Italiana Centri Commerciali). Il progetto, secondo stime dei promotori, porterà con sé un sensibile effetto benefico a livello di occupazione, permettendo l’ingresso a regime di 400 risorse.

DAL TABACCAIO F676+WF Milano

“Milano Via della Spiga – Cortina Hotel Cristallo… 2h 54m 27s, Alboreto is nothing!”. Il Dogui al secolo Guido Nicheli. Ecco chi mi ricordi. O forse il Mascetti con la Titti in amici miei di Monicelli. Quello del pignoramento al tocco. Un Marcello Mastroianni a volte tanghero (poche) a volte nobile, bella presenza, Milano da bere, un’Italia fintamente opulenta che non ci manca più di tanto. Mi riporti le tue eroiche gesta, per lo più amorose, con donne dell’età delle tue nipoti. Tipo Mubaracc... Tutto vero? Come una banconota da trenta euro, ti schernisco io. Ti conosco bene e so che sei infinitamente migliore di come vuoi mostrarti. Non è colpa tua. È colpa di ciò che ti hanno fatto credere. EDONISMO REGANIANO. Non puoi essere vecchio, non puoi non essere ricco e vincente. Non puoi mostrare indecisioni pena la discesa dalla giostra del fatuo. I buoni valori dell’adolescenza: grande cultura, ottima educazione, estrema gentilezza non del tutto celati da un personaggio dannunziano con due stelle polari monolitiche. Prima, la ricchezza. Seconda, il direttore mi ha imposto di non scriverla. di Francesco Fasulo (Tabaccheria Fiamma, Milano)

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GENESIS: fino al 60% GENESIS

di risparmio energetico nella climatizzazione degli spazi retail e logistici

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significativo le emissioni in atmosfera di CO2 e di migliorare notevolmente la qualità dell’aria delle grandi superfici, con importanti vantaggi per l’ambiente e la salute delle persone.

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che oggi sono alla base delle sue realizzazioni per i grandi edifici (oltre i 500 mq) del retail e della logistica.

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Grazie al rilevamento continuo di performance e consumi, alla gestione centralizzata tramite il software proprietario Acron e alla tecnologia digitale di autoapprendimento dei dati, il sistema Genesis controlla da remoto in tempo reale temperatura, umidità, qualità dell’aria e CO2. In questo modo viene utilizzata solo la quantità di energia necessaria per l’effettivo raggiungimento e mantenimento delle condizioni ideali, evitando ogni spreco o malfunzionamento. La gestione degli impianti è così sempre ottimizzata per avere il massimo del risparmio e il miglior confort e sicurezza in ogni ambiente. Questo permette anche di abbattere in modo

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Per ogni intervento di nuova realizzazione o revamping di impianti già esistenti, Genesis offre un risparmio sui consumi di almeno il 20% garantito contrattualmente (previo audit energetico), mentre, in impianti su cui Genesis è già in uso nel lungo periodo, sono state raggiunte punte di risparmio fino al 60% rispetto ad impianti non ottimizzati. Inoltre la possibilità di scegliere Genesis sia con la formula di acquisto diretto che di noleggio operativo permette di avere tutti i benefici elencati attraverso la soluzione fiscale ideale e con un piano finanziario su misura. Il vantaggio nel taglio dei consumi garantito da Genesis è tale che nel caso del noleggio operativo è ad esempio possibile andare a risparmiare da subito fino al 100% di ogni rata. Già diversi grandi marchi italiani del retail e della ristorazione si sono affidati a Conclima e a Genesis per ottenere il massimo del risparmio sui consumi energetici e il miglior confort all’interno dei propri spazi. Due aspetti oggi irrinunciabili per ogni operatore di settore.

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grandi spazi del retail, della ristorazione e della logistica sono ambienti complessi, pensati per accogliere persone e beni nel massimo comfort e sicurezza. Questo richiede l’implementazione di soluzioni efficienti per la climatizzazione, che garantiscano qualità e purezza dell’aria ottimali. E non si tratta di un aspetto di poco conto, visti i costi e le ricadute economiche e ambientali dei consumi. Per questo Conclima ha creato Genesis, il sistema più evoluto per la climatizzazione dei grandi edifici, che garantisce un risparmio dei consumi dal 20% al 60%. Forte dell’esperienza maturata negli anni a stretto contatto con alcune delle più importanti realtà del retail (food e no-food) Conclima ha sviluppato la soluzione ideale che permette di risparmiare da subito, sia nel caso di realizzazione di nuovi impianti che nel revamping di impianti già esistenti. La progettazione di ogni intervento avviene attraverso una precisa roadmap che inizia con un audit energetico per valutare e quantificare i consumi di tutte le parti energivore della struttura: climatizzazione, illuminazione e forza motrice. Gli step successivi sono: la quantificazione del risparmio atteso, la pianificazione ingegneristica e l’installazione degli impianti. In questo modo ogni edificio viene seguito con un percorso su misura, che comprende anche le fasi di gestione full service da remoto H24 e manutenzione “pronto intervento” post installazione. Conclima è una società nata in collaborazione con Frigomeccanica Group, da oltre 50 anni leader nella progettazione, installazione, manutenzione e servizio assistenza di impianti di condizionamento, riscaldamento e refrigerazione. L’esperienza maturata dal gruppo nelle applicazioni più complesse e strategiche per l’impiantistica HVAC in campo off-shore e on-shore nel settore O&G ed Energy ha permesso a Conclima di sviluppare ai massimi livelli le tecnologie e il know-how


CAMBIO DI POLTRONE MEDIAWORLD RIENTRA IN AIRES, COSIMELLI VICE PRESIDENTE

Rinnovo del direttivo per Aires (Associazione retailer specializzati in elettronica ed elettrodomestici) per il Emanuele Cosimelli triennio 2021-2023, che segna il ritorno di MediaWorld all’interno dell’associazione dopo alcuni anni di uscita. Come presidente è stato confermato Andrea Scozzoli, di Unieuro, mentre alla vice presidenza arriva proprio da MediaWorld Emanuele Cosimelli. Completano le cariche sociali i consiglieri Alessandro Butali (Euronics), Salvatore Fanni (GRE/Trony), Roberto Omati (Expert) mentre l’avvocato Davide Rossi ricopre la carica di direttore generale. I soci Aires rappresentano un fatturato cumulato di oltre 10 miliardi di euro all’anno e impiegano oltre 26mila addetti a tempo indeterminato.

ROSSELLA SAONCELLA PRESIDENTE DEL CDA DI IGD

IGD (Immobiliare grande distribuzione SIIQ) ha rinnovato le cariche e nominato Rossella Rossella Saoncella Saoncella presidente del Consiglio di amministrazione, mentre ha confermato Claudio Albertini come amministratore delegato e nominato il consigliere Stefano Dall’Ara vicepresidente del Cda. Il nuovo consiglio è in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023. Claudio Albertini era entrato a farne parte sin dal 2006, mentre Rossella Saoncella ha esordito

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nel 2015 come consigliere “indipendente”, status che mantiene tutt’ora. Bolognese, laureata in Fisica, è dal 2005 direttore generale di Granarolo.

TRIS DI NOMINE PER MONDADORI RETAIL

Mondadori Retail ha ridefinito l’organizzazione dell’area Acquisti e category management. La responsabilità Daniele Mariani degli Acquisti book è stata affidata a Daniele Mariani, che si occuperà anche di coordinare i category manager in qualità di responsabile Category ad interim. Mariani è nel gruppo di Segrate dal 2014, mentre prima aveva accumulato esperienze in Trony, Unieuro, Darty e Decathlon. A lui farà riferimento la responsabile Buying, Patrizia Elena, che avrà il compito di coordinare i buyer dell’area Book. La responsabilità degli acquisti per l’area No book rimarrà invece nelle mani di Francesca Dionisi. La divisione Retail di Mondadori (dato al dicembre 2019) conta 575 punti vendita (quasi tutti in franchising), più 42 shop-in-shop e produce ricavi per 186,9 milioni.

AMORETTI TORNA IN P3 LOGISTICS COME MANAGING DIRECTOR

P3 Logistic Parks, investitore a lungo termine specializzato nella gestione

Andrea Amoretti

e sviluppo di immobili logistici in Europa, ha nominato Andrea Amoretti Managing director per l’Italia, che riceve il testimone da Jean Luc Saporito rimasto in carica per sei anni. Amoretti rientra in P3 dopo una parentesi di quindici mesi, in cui ha ricoperto un ruolo commerciale all’interno di Scannell Properties. In precedenza, era stato Head of construction per l’area Europa Occidentale in P3 e responsabile tecnico in Italia. Jean-Luc Saporito prosegue il suo percorso, focalizzandosi sul ruolo di Cdo (Chief development office) per tutta l’area europea.

NOVITÀ AL TIMONE DI DESPAR PER IL NORD EST Christof Rissbacher è stato nominato nuovo amministratore delegato di Aspiag Service Srl, concessionaria del mar- Francesco Montalvo chio Despar per il Triveneto, Emilia Romagna e Lombardia. Affiancherà l’attuale amministratore delegato, Francesco Montalvo, gestendo le deleghe alle direzioni auditing, affari legali, personale, finanza e affiliazione. Austriaco, originario di Innsbruck, 45 anni appena compiuti, MBA in gestione finanziaria alla Danube University Krems, Christof Rissbacher è entrato nel 2002 a far parte del Gruppo Spar Austria, leader della grande distribuzione nazionale, dove ha ricoperto il ruolo di direttore dello sviluppo e recentemente quello di amministratore delegato del Tirolo e di Salisburgo.


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f Sostenibilità News CENTRI COMMERCIALI, IL GIURAMENTO DI SOSTENIBILITÀ

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l Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) ha presentato per la prima volta il “Manifesto per la Sostenibilità”, iniziativa con cui si pone l’ambizioso obiettivo di perseguire 8 dei 17 Sustainable Development Goals definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta, nello specifico, degli obiettivi: salute e benessere, uguaglianza di genere, lotta contro il cambiamento climatico, garanzia di un lavoro dignitoso e crescita ecoRoberto Zoia, nomica, città e comunità sostenibili, consumo e presidente di Cncc produzione responsabili, partnership per gli obiettivi. L’associazione affiderà ad una società competente, esterna e indipendente il compito di valutare, anno dopo anno, le attività svolte dai soci aderenti al sistema di valutazione. “Nel definire il documento siamo partiti dall’importanza che le nostre strutture hanno sui territori in cui operano e abbiamo individuato una serie di attività cui i nostri soci possono scegliere di aderire” ha spiegato il presidente di Cncc, Roberto Zoia. “Questa è solo la prima tappa di un percorso etico-valoriale che ci vedrà impegnati nei prossimi anni e in cui crediamo fortemente”.

ANCHE IN ITALIA LA CATEGORIA “USATO” SU ZALANDO

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alando, tra i leader mondiali dello shopping on line, ha lanciato anche nel nostro Paese la categoria “Second hand”, che permette ai clienti di acquistare e vendere capi usati, sfruttando le normali condizioni di Zalando in fatto di spedizioni, opzioni di pagamento e reso possibile fino a 100 giorni. In concomitanza con il lancio, il gruppo ha diffuso i dati di un sondaggio effettuato tra i consumatori europei, dove emerge che in Italia quasi il 60% del campione richiede alle aziende di offrire opzioni di moda di seconda mano per essere aiutato ad agire in modo più sostenibile. Al secondo posto i francesi (55%), al terzo gli spagnoli (46%). Per permettere di gestire i propri acquisti ancora più facilmente, è stata aggiornata anche la lista desideri dello store: i clienti vedranno ora in automatico tutti gli articoli che hanno acquistato su Zalando e potranno caricare i capi acquistati altrove già in loro possesso, per venderli con pochi clic. Dopo aver venduto gli articoli, i clienti italiani potranno scegliere se ricevere un buono del valore corrispondente o se fare una donazione a uno dei due partner coinvolti, Croce Rossa e WeForest.

PRENDE L’AVVIO NEGLI USA IL PROGRAMMA “SECONDA MANO” DI NIKE

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el pieno spirito dell’economia circolare, il gigante dello sportswear Nike lancia la sua linea di calzature “Refurbished”, cioè usate e ricondizionate. Come funziona? Ogni volta che un cliente riporta in negozio un paio usato, questo viene ispezionato dal personale, pulito e sanificato. Poi, a seconda della condizione, viene rimesso in commercio nella linea “refurbished” e sulla scatola possono essere indicate tre categorie diverse, da cui dipende il prezzo. Ci sono quelle “like new”, messe poche volte e quasi nuove. Seguono le “gently worn”, un po’ più sfruttate e seguono le “cosmetically flawed”, ossia calzature dove è visibile un difetto, dovuto all’uso o anche solo a un problema di fabbricazione. Per ora l’iniziativa coinvolge 15 punti vendita negli Stati Uniti, tutti collocati all’interno di outlet. La novità fa parte del più ampio progetto di Nike denominato “Move to zero” che include una serie di mosse improntate alla sostenibilità, come il lancio delle Air Zoom SuperRep 2, costruite utilizzando il 20% di materiale riciclato.

GREEN B DIVENTA IL LOGO ECO-SOSTENIBILE DI BENETTON

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i troverà all’interno dei punti vendita, sulle piattaforme digitali e sui tag dei capi dei marchi che rispondono ai valori incarnati dal progetto. Si tratta del logo “Green B”, rappresentato da un’ape che ricorda il tradizionale punto a maglia di Benetton. Il marchio, e il relativo progetto, raccoglie tutte le iniziative di sostenibilità dei marchi dell’azienda: dalla concezione e realizzazione del prodotto alla catena di fornitura, dall’efficientamento energetico all’attenzione per le comunità. ”Da oggi GREEN B è l’ambasciatore dell’anima verde innata di Benetton, il simbolo di tutto ciò che per noi è sostenibile” ha detto l’amministratore delegato di Benetton, Massimo Renon. Un primo esempio concreto della nuova anima del gruppo di Ponzano Veneto è il negozio aperto di recente a Firenze, improntato all’efficienza a livello di uso di materiali, luci a Led, impianti interni che garantiscono una riduzione del consumo energetico del 20%.

LAVAZZA: PACKAGING GREEN ENTRO IL 2025 E CORSA ALL’IMPATTO ZERO IN DIECI ANNI

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avazza ha presentato “Roadmap to Zero”, un percorso articolato in diversi ambiti di intervento che dovrebbe portare il gruppo alla completa neutralizzazione del proprio impatto carbonico entro il 2030. Il colosso torinese procederà con un’attenta attività di monitoraggio e riduzione delle emissioni, affiancata dalla “compensazione” per le quote non riducibili. Già oggi, sono a zero le emissioni dirette di Co2 derivanti da stabilimenti produttivi, uffici, flagship store. Entro il 2030 si andranno a compensare quelle indirette lungo la catena, dal caffè verde al packaging, dalla logistica allo smaltimento. Sono previsti 50 milioni di euro di investimenti solo per il periodo 2020-2021. E per il 2025 tutto il packaging sarà riutilizzabile o compostabile.

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Perditi tra fragranze e consist ABBANDONATI ALLA ABBANDONATI ALLA ABBANDONATI ALLA

Perditi tra fragranze e consistenze Perditi tra fragranze

Perditi tra fragranze e consistenz e consistenze ACCELERA KAMPOS, IL BRAND DI COSTUMI AL 100% RICICLATI

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l luxury brand dall’anima sostenibile, lanciato meno di un anno fa da Alessandro Vergano, annuncia la sua espansione all’interno di alcune famose mete turistiche. Dopo Porto Cervo, è arrivato la nuova boutique a Porto Rotondo, con un punto vendita di 70 mq che ospiterà la collezione Kampos primavera/estate 2021 di costumi da bagno, ready to wear e accessori donna e uomo. E dopo la Sardegna, il 15 maggio è la volta dell’apertura a Panarea, nelle Eolie. Il marchio è presente anche in 20 multibrand coreani, in 4 indonesiani e in Spagna. Come prossimo obiettivo ci sono le isole greche. Tutta la collezione Kampos è realizzata con materiali di provenienza sostenibile, come cotone organico al 100%, cashmere naturale al 100% e tessuti ricavati da bottiglie in Pet riciclate certificate da NewlifeTM. Da gennaio la label ha riciclato ben 55mila bottiglie di plastica da 1,5 litri e 9.500 chili di reti da pesca e altro nylon rigenerato

RFI DÀ UN IMMOBILE A LEGAMBIENTE: È SCAMBIOLOGICO

Tagli pregiati, tenere consistenze, sapori decisi. Un assortimento capace di coinvolgerti in un viaggio di

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iconvertire immobili dando loro nuova vita, con funzioni di pubblica utilità e dall’impronta green. È il caso dell’ex magazzino merci Tagli pregiati, della stazione di Potenza Superiore, concesso in comodato d’uso da Retenere consistenze, te Ferroviaria Italiana (RFI), in cui Legambiente Basilicata ha inauseguici su: www.syscoitalia.com e sul nostro canale youtube gurato Scambiologico: la prima “green station” d’Italia con un supersapori decisi. mercato a chilometro zero e uno spazio per eventi e formazione. “PriUn assortimento capace di coinvolgerti in un viaggi Un assortimento capace di ma del supermercato avevamo già creato un gruppo di acquisto. Siamo partiti da quell’esperienza ampliando la rete dei fornitori, che oggi sono coinvolgerti in un viaggio di circa un centinaio” ha dichiarato Marco De Biasi, ex presidente di Legambiente Basilicata e attualmente amministratore unico di Energaia srl, l’impresa sociale che gestisce Scambiologico. Nel negozio si trovano prodotti sfusi, freschi, da forno e da banco provenienti da realtà locali selezionate. Vie-seguici su: www.syscoitalia.com e sul nostro canale youtube ne adottata la politica del giusto prezzo: le piccole aziende lo stabiliscono e Scambiologico applica lo stesso ricariSeguici su: www.syscoitalia.com co su tutta la merce. Anche l’immobile seguici su: www.syscoitalia.com e sulyoutube nostro canale you è a impatto zero, produce più energia di e sul nostro canale quella che consuma, grazie all’assenza di gas e la presenza di pannelli solari.

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f News Opening Speciale

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Riapre il paese, Riparte il retail

accelerazione del piano vaccinale, l’arrivo della stagione calda e il grido d’allarme più volte lanciato dal mondo delle imprese, sia per voce delle associazioni di settore sia attraverso vere e proprie proteste di piazza, hanno indotto il Governo a imbastire una roadmap per la ripartenza del Paese. Roadmap che scandisce tempistiche e modalità per la riapertura di scuole, ristoranti, musei, cinema, teatri, ecc, e che andrà di pari passo con la riapertura dei confini regionali, condizionata al soddisfacimento, da parte dei viaggiatori, di specifici requisiti. Nella pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dl riaperture va segnalata però l’assenza - inspiegabile - dei centri commerciali, che nella bozza del decreto erano stati contemplati. Tale decisione li condanna a restare ancora chiusi nei weekend, senza una

prospettiva di ritorno alla normalità. Nonostante lo sviluppo retail non si sia mai fermato completamente, soprattutto per quelle categorie che, rientrando tra i servizi essenziali, hanno potuto mantenere aperti i punti vendita anche in zona rossa, la nuova prospettiva ha dato al mercato un’iniezione di fiducia. Fiducia che si è tradotta in una forte accelerazione delle aperture comunicate dalle aziende nel mese di aprile e che r&f ha deciso di documentare attraverso un’ampia selezione di news opening, con protagonisti grandi e piccoli player, food e non food. Tale accelerazione subirà, auspicabilmente, un ulteriore cambio di passo nel mese di maggio, quando tanti locali già ultimati, tenuti chiusi nei mesi di lockdown, potranno finalmente aprire al pubblico.

ARRIVA IN ITALIA MINISO CON QUATTRO APERTURE TRA ROMA E LA SICILIA

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sbarcato in Italia Miniso, retailer low cost che vende prodotti di ispirazione giapponese, ma con sede centrale in Cina, a Guangzhou. Il primo negozio, aperto l’8 aprile, si trova a Roma sulla via Tuscolana, a ridosso di Cinecittà. Nel corso del mese si sono susseguite altre tre aperture: al centro commerciale Porta di Roma, a Latina al centro commerciale Aprilia 2 e una terza a Catania. Forte di una proposta varia e colorata, che mescola prodotti per le casa e quelli per il target più piccolo, Miniso è considerato una sorta di concorrente d’eccellenza di Flying Tiger. Secondo il comunicato della società, l’80% dei prodotti si colloca nella fascia sotto i 7 euro e nei primi giorni di apertura, a Roma, lo scontrino medio è stato di 24,7 euro. Fondato sette anni fa dall’attuale ceo Ye Guofu, il brand è arrivato a contare 4.514 negozi distribuiti in 80 Paesi al mondo, di cui 2.768 in Cina, gli altri all’estero. Solo un centinaio sono gestiti direttamente, gli altri affidati a parti terze. In Italia la gestione del brand è in capo al distributore Shimon Ladkani, che in passato ha collaborato con brand quali Zuiki e Clayton.

ORIGINAL MARINES: ALTRI 20 NEGOZI, A QUOTA 500 IN ITALIA

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on l’apertura di ulteriori 20 nuovi punti vendita lungo tutto lo stivale, Original Marines raggiunge il traguardo di circa 500 store monomarca in Italia. Parallelamente, l’operazione ha portato alla creazione di 100 posti di lavoro. Il layout di tutti punti vendita è caratterizzato da un’allure essenziale, arricchito da arredi in legno e dettagli colorati che si ispirano al brand. Il concept è confortevole e accogliente, ideato appositamente per valorizzare i capi e regalare ai clienti una shopping experience unica nel suo genere. Original Marines, nonostante la situazione particolarmente complessa che deriva dalla pandemia ancora in corso, ha inoltre potenziato le attività di formazione della rete di vendita e ha avviato iniziative sui canali digitali con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente l’omnicanalità. L’obiettivo dell’azienda è di arrivare a circa 550 negozi, con focus sulla penetrazione nelle aree geografiche in cui è ancora poco presente.

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PER KISENÈ 20 NUOVE APERTURE AL SUD E NELLE REGIONI SCOPERTE

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Il piano del Governo

isené, brand specializzato in intimo e tessili per la casa, annuncia un piano di 20 nuove aperture. Parte del gruppo napoletano G.&C. Enterprise, il marchio dispone già di circa 60 punti vendita in Italia, concentrati per lo più al Sud (Campania, Calabria, Sicilia in particolare) e al Nord Italia. “Stiamo investendo importanti risorse per crescere su tutto il territorio nazionale - commenta Cosimo Carbonelli D’Angelo, amministratore delegato di G.&C. Enterprise - La nostra strategia di sviluppo si focalizza sulla penetrazione di aree geografiche in cui non siamo ancora presenti e sul rafforzamento delle aree di maggior forza, con una proposta commerciale ampia e caratterizzata da elevata qualità a prezzi sostenibili”. Oltre ai prodotti a marchio proprietario, Kisené, Kiwear e Lovit, i negozi Kisenè commercializzano prodotti in licenza di importanti brand italiani e internazionali tra cui Romeo Gigli, Disney e Marvel per il tessile casa, Kappa e Superga per pigiameria e biancheria intima, il più delle volte in esclusiva nazionale per le categorie di riferimento.

Dal 26 aprile 2021

Vengono ripristinate le zone gialle, tra le quali saranno consentiti gli spostamenti. ►Vengono ripristinate le zone gialle, tra le quali saranno consentiti gli spostamenti. ►C’è la novità del pass (certificazione verde) per gli spostamenti tra regioni di colore diverso: se non si hanno ragioni di lavoro, salute o necessità, servirà un certificato che attesti di essere stati vaccinati, di aver effettuato un tampone entro le 48 ore precedenti o di essere guariti dal Covid. Il pass darà accesso anche a eventi culturali e sportivi. ►Riaprono le scuole nelle zone gialle e arancioni, fino alla fine dell’anno scolastico. Nelle zone rosse l’attività didattica in presenza è garantita sino a un massimo del 75% degli studenti. ►Bar e ristoranti riaprono nelle zone gialle sia a pranzo sia a cena e solo con tavoli all’aperto. Restano asporto e delivery. Il coprifuoco è confermato dalle 22 (al momento della stesura dell’articolo è in valutazione un possibile slittamento dell’orario). ►Si potrà fare sport all’aperto: non solo quelli individuali, ma anche calcetto, basket e tennis. ►Anche musei, teatri, cinema e spettacoli all’aperto riaprono (con una capienza limitata negli spazi chiusi).

Dal 15 maggio 2021

Riaprono le piscine all’aperto e gli stabilimenti balneari, con ombrelloni e lettini distanziati.

Dal 1 giugno 2021

EURONICS RIAPRE 4 PUNTI IN LOMBARDIA GRAZIE A NOVA

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ossono riaprire e mantenere l’insegna Euronics quattro negozi in Lombardia, frutto del fallimento della ex Galimberti, alcuni dei quali erano stati assegnati in asta a febbraio. I quattro punti vendita sono passati a Nova spa, socio storico del gruppo Euronics. Si tratta degli store di Pavia, il primo ad aver riaperto, di via Solari a Milano, di Seregno e di Lonato, in provincia di Brescia. L’acquisizione prevede il rilancio e la salvaguardia dei livelli occupazionali, pari a circa 50 posti di lavoro. Con quest’accordo sale a 47 il numero complessivo degli store di Nova, di cui 28 nel Lazio, e a circa 700 il numero dei dipendenti. “Siamo certi che i quattro nuovi negozi concorreranno a consolidare il nostro sviluppo nel bacino lombardo, dove siamo presenti da soli due anni” ha commentato Stefano Caporicci, presidente di Nova. “Stiamo mettendo a fattor comune la nostra forte esperienza maturata sul territorio laziale, con molti punti in comune con quello padano”

Saranno riaperti al pubblico i palazzetti dello sport e gli stadi: massimo 25% della capienza, non oltre i mille spettatori all’aperto e i 500 al chiuso. Riaprono le palestre.

Dal 15 giugno 2021

In zona gialla, è consentito lo svolgimento in presenza delle fiere.

Dal 1 luglio 2021

È il momento di convegni e congressi, stabilimenti termali e parchi tematici. Solo in zona gialla. maggio 2021 | retail food

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f News Opening Speciale POKE HOUSE RADDOPPIA A BRESCIA E FA “30”

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oke House ha aperto un secondo negozio a Brescia, in centro città, e taglia il traguardo dei trenta negozi in tutta Europa. La diffusione del delivery è stata un formidabile acceleratore di crescita per il brand, che già l’anno scorso ha iniziato la sua strategia di penetrazione all’estero, in particolar modo con l’acquisizione di una catena già esistente a Lisbona. Attualmente la capitale portoghese è la seconda città come densità, con 5 store. In cima c’è Milano, con 13, seguita da Madrid con 3, Torino, Roma e Brescia con 2 ciascuno, poi Parma, Barcellona e Valencia con 1 ristorante. In alcune località, come Madrid, la società ha investito anche nell’apertura di dark kitchen. Il marchio, nato nel 2008 dall’idea dei fondatori Matteo Pichi e Vittoria Zanetti, dichiara un fatturato annuo di circa 12 milioni di euro e un team di almeno 200 persone. E sin dalla nascita mescola la sua presenza sia su strada sia nei centri commerciali, in versione ristorante o semplice chiosco.

LÖWENGRUBE SBARCA IN ALBANIA, PRIMA TAPPA ESTERA

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arte dalla capitale albanese, Tirana, il piano di espansione internazionale di Löwengrube, con la sua prima birreria oltre confine presso l’Arena Center. Si tratta di 265 mq. interni, 60 esterni e circa 160 posti a sedere, con con arredi in legno e decori bianco-blu ispirati alla bandiera bavarese. Nato nel 2005 da un primo pub nella periferia di Firenze, oggi il brand è arrivato a 24 in tutta Italia. Il locale in Albania è un’imponente struttura multifunzionale: oltre ad essere la sede del primo stadio del Paese, l’Arena Kombëtare o Air Albania Stadium ospita uffici, un hotel a cinque stelle e una galleria commerciale con negozi e ristoranti. Il brand, ora, guarda anche ai Balcani, specialmente Serbia e Montenegro. In Italia, sta per aprire invece una birreria a Modena che diventerà la più grande della rete. “Nonostante le difficoltà, il futuro è sempre ricco di opportunità” ha commentato Pietro Nicastro, fondatore e ceo. “Franchising significa fare rete, con i collaboratori, con gli imprenditori partner, quelli attivi e quelli potenziali. Fare rete significa unirsi e quindi essere forti, riuscire a superare anche ostacoli come questo momento”.

C’È ANCHE ZERBO SPORT A SERRAVALLE

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l marchio Zerbo Sport ha aperto un punto vendita presso il Serravalle Retail Park, a Serravalle Scrivia (Al). La novità fa parte di un piano di nuove aperture all’interno del retail park piemontese, annunciato da Aedes Siiq, che comprendeva il punto vendita di Gotelli Tuscany Mood (moda in pelle), l’arrivo di un Risparmio Casa e un negozio Ragno. Così da centrare l’obiettivo di 33 insegne presenti. Zerbo Sport è nato nel 1946 dall’omonimo fondatore Luigi Zerbo, come negozio di articoli sportivi a Gavi, sempre in provincia di Alessandria. È specializzato in abbigliamento sportivo, calzature moda, calzature per lo sport, attrezzature per la palestra e per lo sci. Obiettivo di Aedes è di raggiungere quest’anno la piena occupancy dell’outlet.

BARBUTI ARRIVA IN VENETO, AL VALECENTER DI MARCON

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isto l’andamento debole della moda uomo, è un’apertura coraggiosa quella messa a segno da Barbuti, maison sartoriale con sede principale in Campania. Il nuovo store, presso il Valecenter di Marcon (Venezia) ha una superficie di 350 mq., e porta a 11 i negozi in Italia, tutti allestiti all’interno di centri commerciali e outlet, tra cui alcuni molto noti come Valmontone (Roma), Scalo Milano, Milanofiori Assago (Mi), cui si affianca una presenza all’Interporto campano di Nola. Il brand prende il nome da un antichissimo quartiere del centro storico del Principato di Salerno, così chiamato dalla lunga barba tipica dei guerrieri Longobardi che si insediarono nella città nel settimo secolo d.C. 24

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DECATHLON SUL LAGO DI GARDA A LONATO, SPONDA BRESCIANA

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cco il nuovo punto vendita Decathlon sul lago di Garda, che si aggiunge a quelli già presenti nella provincia di Brescia a Castenedolo, Roncadelle e Seriate. Il negozio di Lonato si sviluppa su 2.500 mq, in cui lavora un team di 40 persone, di cui 30 assunti. “Perfetto per un territorio che offre infinite possibilità di praticare sport all’aria aperta, sul lago e nell’entroterra” secondo lo store manager, Roberto Del Prete. Il punto vendita si trova in prossimità del centro commerciale il Leone, a pochi km dall’uscita autostradale di Desenzano sul Garda. Offrirà esperienze di acquisto omnicanali, con la possibilità di ordinare l’intero catalogo delle oltre 85 discipline sportive presenti su decathlon.it con consegna a casa o sul punto vendita.

PER ALICE PIZZA DOPPIO COLPO NELLA PROVINCIA NORD DI MILANO

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ue aperture in due giorni: sembra un’impresa ma è realtà. Alice Pizza ha aperto due punti vendita, lo scorso mese, prima a Limbiate all’interno del centro commerciale Carrefour; e poi a Paderno, all’interno del centro commerciale Brianza. Un’operazione importante per diversi motivi. In primo luogo, il brand rafforza la presenza nell’area milanese, in questo caso nell’area metropolitana a Nord. Inoltre, con Paderno, Alice Pizza inaugura anche la formula franchising. Lo scorso autunno, Alice Pizza aveva aumentato la sua presenza sotto il Duomo con due aperture in città, tra cui quella di corso Buenos Aires con inclusa l’accademia. Ormai la società si avvicina alle 200 pizzerie nell’intera rete.

COIN: 1.500 MQ AL LINGOTTO DI TORINO

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oin inaugura il suo nuovo store allo shopping center Lingotto di Torino, con uno spazio da quasi 1.500 mq, su due piani. Un’operazione che raddoppia quella dello scorso autunno, con l’apertura di un Coin Casa. Il nuovo negozio si trova nel quinto padiglione dello shopping center e offre tutte le principali categorie merceologiche (uomo, donna, accessori, casa, profumeria). Nella proposta femminile, si segnala il corner New Generation Brand, dedicato al fast fashion accessibile, pensato per un target attento alle ultime tendenze. Il format è stato ideato per offrire tutti i servizi più avanzati: Coincard, consegna a domicilio, click&collect e pagamento rateale. “Coin è un punto di riferimento nelle città in cui è presente” afferma l’amministratore delegato di Coin spa, Roland Armbruster. “Per questa ragione abbiamo scelto di continuare a investire e a crescere nelle più belle città d’Italia, per essere sempre più veri e propri luoghi di ritrovo e di scoperta”.

ORIOCENTER: NUOVE APERTURE, NEGOZI RINNOVATI E VIRTUAL SHOPPING

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l centro commerciale Oriocenter si presenta con un brand mix arricchito e insegne storiche dotate di un look nuovo e moderno. Sul fronte dei servizi, offre la possibilità di shopping virtuale per tutti coloro che non possono raggiungere il mall a causa delle restrizioni. Più nel dettaglio, a Oriocenter ha aperto verso la metà di aprile il primo negozio Garmin Premium Dealer, dove è possibile trovare l’ampia gamma di prodotti tecnologici Garmin, che si caratterizzano per il design, l’alta qualità e il valore, ma anche perché sono dotati di funzioni che permettono di migliorare la vita di coloro che li utilizzano per allenamenti o attività indoor e outdoor. Lunedì 19 aprile è stato il turno di Rom’Antica – La Pizza Romana, dove è possibile gustare una pizza realizzata con materie prime scelte e selezionate solo da produttori italiani.

Il viaggio nei sapori continua con l’arrivo di Sicilia’s Gusta l’Isola, che arricchirà l’offerta della food court – zona cinema – con tutti i prodotti dello street food siciliano (dall’arancino alla tavola calda) e i dolci tipici della regione (cannoli, granite, cassatelle e molto altro). Nelle prossime settimane inaugureranno Barbuti, marchio italiano di abbigliamento maschile, e Refrigiwear, brand di abbigliamento outwear che apre il suo primo monomarca in un centro commerciale. Hanno inoltre riaperto con un look nuovo, moderno e funzionale due brand storici di Oriocenter: Chicco e Guess. Liu Jo Uomo ha invece cambiato location e ha aperto il nuovo negozio al primo piano nella piazza. Parallelamente, a causa delle restrizioni legate agli spostamenti, è attivo in diversi negozi il servizio di Virtual Shopping: Coccinelle, Diesel Elisabetta Franchi, Michael Kors, Weekend by Max Mara, Woolrich solo per citarne alcuni. Il servizio, pensato per i clienti che sono impossibilitati a raggiungere Oriocenter a causa delle restrizioni in essere, è attivo anche nei giorni in cui i negozi sono chiusi, come ad esempio i weekend. maggio 2021 | retail food

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f News Opening Speciale LA CANNOLERIA SICILIANA: SESTO LOCALE A ROMA E APERTURA AL FRANCHISING

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n vista dell’auspicata ripartenza post Covid, La Cannoleria Siciliana continua a puntare sulla Capitale, dove sabato 17 aprile, in via Tiburtina 328, ha aperto il suo sesto shop dedicato allo street food siciliano. Attivo a Roma fin dal 2010, il marchio inventato e lanciato da Yousef Sharafi si caratterizza per la sua varietà di cannoli rigorosamente prodotti con ricotta di pecora siciliana proveniente dai pascoli agrigentini: dal classico con frutta candita a quello con le sole scagliette di cioccolato passando per la granella di nocciola, pistacchio, nutella e la possibilità di realizzarlo a proprio piacere. Proprio questa varietà – sottolinea l’azienda in una nota – ha permesso a La Cannoleria Siciliana di vendere oltre 2,2 milioni di cannoli nell’ultimo anno. Il format, inoltre, è adatto dalla colazione al dopocena. Accanto a cannoli e cassatine trovano spazio, infatti, i prodotti iconici della cucina siciliana: dalla Pasta alla Norma nella tavola calda all’arancino nell’angolo rosticceria.

BANCO FRESCO: SBARCO IN LOMBARDIA, 6 APERTURE NEL 2021 E 10 NEL 2022

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atena retail specializzata nei freschissimi, Banco Fresco punta sullo sviluppo della rete di vendita, già a partire dal 2021. E, per farlo, scommette sulla Lombardia. Dopo un primo test di successo sul territorio piemontese a Torino e Beinasco, Banco Fresco è arrivata a Crema, dove ha aperto il 28 aprile il suo primo store lombardo. Parallelamente, la catena annuncia 6 nuovi opening nel 2021, 10 nel 2022 e punta al raddoppio nel 2023. Nato nel 2017, il marchio propone un vasto assortimento su tutte le categorie merceologiche dei freschissimi: circa 3.250 referenze, che vanno dall’ortofrutta, cuore centrale dell’offerta, ai formaggi e latticini, passando per la macelleria e salumeria, pescheria, dispensa alimentare fino ad arrivare alla panetteria, gestita in partnership con il marchio El Pan. El Pan è una caffetteria e panetteria dove poter gustare pane, con formati e ricette speciali, pizze e focacce, pasticceria; il tutto accompagnato da calde bevande e aperitivi.

SICILIA OUTLET VILLAGE TRA NUOVE BOUTIQUE E SERVIZI ONLINE

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n vista della stagione estiva, il Sicilia Outlet Village arricchisce il proprio tenant mix con nuovi brand e si presenta con boutique rinnovate. Parallelamente, consolida i propri servizi digitali. Nel dettaglio, tra le grandi firme che hanno aperto le porte al pubblico all’interno di Sicilia Outlet Village nelle ultime settimane si annovera Tommy Hilfiger. Mentre Calvin Klein, brand che era già presente all’interno del Village, ha investito in un importante restyling del negozio adattando lo stile dello store all’immagine del brand. Per i clienti che fossero impossibilitati a raggiungere la location a causa delle restrizioni territoriali che il periodo impone, è sempre possibile fare acquisti a distanza attraverso il servizio di “Smart Shopping”. Tale servizio è attivo anche durante i giorni di chiusura del Village. Infine, nell’ottica di rendere lo shopping quanto più “safe” possibile, Sicilia Outlet Village ha attivato il servizio di “Priority Entry”, che permette di prenotare in anticipo, attraverso il sito internet, il giorno e l’orario di ingresso nei negozi scelti al fine di evitare eventuali attese.

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CHEF EXPRESS PORTA LA CAFFETTERIA PANELLA AL GEMELLI DI ROMA

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orte di un accordo di licenza stipulato nel 2017 per sviluppare il brand nel settore della ristorazione in concessione, Chef Express ha aperto un nuovo bar caffetteria a marchio Panella nel complesso del Policlinico A. “Panella – Arte del pane dal 1929” è un marchio di panetteria e pasticceria ben conosciuto dai romani che da più generazioni frequentano la storica sede in Via Merulana, inaugurata quasi un secolo fa. Per la società del gruppo Cremonini, si tratta del quinto Panella aperto, dopo quelli nelle stazioni di Roma Termini, Bolzano, Roma Tiburtina, e nell’aeroporto di Torino. Il nuovo locale ha un’offerta completa di caffetteria e pasticceria dolce e salata, pizze, focacce e prodotti tipici romani, integrati da una linea di prodotti vegan e da dolci gluten free. All’offerta al banco si aggiungerà uno spazio Grab & Go con prodotti studiati appositamente per l’asporto. Il locale si sviluppa su una superficie di circa 65 mq, con tavolini interni ed esterni con circa 25 posti a sedere, ed è dotato di un kiosk digitale per ordinare e pagare rapidamente senza dover fare la fila alla cassa.

Chiusure illustri, tra Italia ed estero McDonald’s vers o la chiusura di centinaia di locali in Usa all’interno di Walmart

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l Covid mette in crisi anche la partnership tra il colosso degli hamburger, McDonald’s, e quello della GDO, Walmart. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, McDonald’s starebbe chiudendo centinaia di ristoranti negli Stati Uniti situati all’interno dei supermercati Walmart, a causa del boom di acquisti online e della crescente dipendenza dei fastfood dalle corsie drive-through per le vendite. Soluzione, quest’ultima, che i locali di Walmart non offrono. In particolare, dopo l’ondata di chiusure dei prossimi mesi, rimarrebbero solo 150 McDonald’s nelle sedi di Walmart, rispetto ai mille aperti durante una partnership trentennale. Walmart ha dichiarato che sta lavorando per trovare nuovi modelli per i suoi locali di ristorazione, concentrandosi maggiormente sui pasti da asporto, sul delivery e sull’adesione a piccole catene regionali che attirano gli acquirenti locali.

Douglas, 128 chiusure in tutta la Penisola

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a riorganizzazione di Douglas, azienda leader della profumeria e della cosmetica porterà alla chiusura di 128 store in tutto il Paese, 12 dei quali a Roma, con 457 lavoratori coinvolti. Il cronoprogramma relativo alla Capitale, secondo quanto pubblicato dalla stampa locale, prevede che i primi negozi ad abbassare le serrande saranno quelli di Casetta Mattei e piazza Santa Emerenziana con la data di chiusura fissata per il 15 maggio; poi toccherà agli store di Corso Vittorio Emanuele, Tivoli, via dei Serpenti, piazza Pio XI, via dei Castani, Torrevecchia e Ostia. A settembre sarà il turno della profumeria nel centro commerciale Feronia, a Fiano Romano. A gennaio 2022 spariranno i Douglas di piazza Vittorio Emanuele e via Tuscolana. Lo store Limoni, brand appartenente al medesimo gruppo, di Parco Leonardo a Fiumicino ha già chiuso.

Accessorize: addio ai 25 store italiani

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a catena di negozi di abbigliamento e bigiotteria Accessorize chiude i suoi 25 negozi in Italia. E licenzia 72 persone, in gran parte donne, impiegate nei punti vendita del marchio inglese. La sola Milano nel 2019 contava su 9 punti vendita tra città e hinterland, che nei mesi scorsi si sono ridotti a quattro. Attualmente tutti i dipendenti di Accessorize sono in cassa integrazione. Dopo la chiusura della rete di vendita fisica, il brand continuerà a sopravvivere in Italia grazie all’eCommerce e a contratti di sub-franchising con altre catene. maggio 2021 | retail food

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Brand analysis Food di Andrea Penazzi

L’emergenza Covid ha accelerato dinamiche come la digitalizzazione dei servizi e l’appetibilità di aderire a un franchising. Prende piede l’eCommerce di “vicinato”. E con il 2021 e il 2022, spazio a nuove aperture

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rganizzazione centralizzata, cui fanno da contraltare attività di eCommerce e strategie di pricing di prossimità per favorire l’attività dei franchisee, format di dimensioni adatte alle nuove esigenze di consumo, oltre ovviamente a un assortimento ampio e profondo. E ancora, un forte boost sulla digitalizzazione dei servizi, a partire da WhatsApp per comunicare con i clienti. Questi i plus che hanno permesso a 101Caffè di non fermarsi neanche con il Covid e di puntare per il 2021 a una significativa crescita sia dei fatturati sia dei nuovi punti vendita in affiliazione. Crescita che dovrebbe accelerare ulteriormente nel 2022 quando, si auspica, ripartiranno i flussi turistici. «Abbiamo dei contratti già firmati e locali con somministrazione già ultimati, anche all’estero, ma i partner attendono ad aprire quando torneranno i turisti», ha raccontato un ottimista Umberto Gonnella, ceo e founder di 101Caffè, in un’ampia intervista concessa a R&F. Ottimismo dettato dalla possibilità di mantenere aperti i locali anche in un contesto di zona rossa, in virtù del proprio codice Ateco, e del proseguimento del piano vaccini che, unito ai benefici della stagione calda, dovrebbe portare al superamento della fase acuta della crisi sanitaria. Partiamo dalle criticità determinate dalla pandemia e dai lockdown. Come avete reagito in termini organizzativi e con quali risultati? Premetto che eravamo tutti impreparati all’evento pandemico, ma uno dei fattori che ci ha permesso di lavorare al meglio è stato quello di essere una rete, una grande squadra. I negozi non si sono trovati soli ad affrontare l’emergenza. E sottolineo che ancora oggi

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101CAFFÈ:

prossimità“evoluta”, per favorire la crescita stiamo organizzando riunioni, ad esempio, su come reagire in caso di positività del gestore. In questo senso, poche settimane fa abbiamo detto a tutta la rete di elaborare un piano d’emergenza finalizzato a formare collaboratori. E i nostri affiliati hanno reagito inviandoci moltissime richieste per formare persone da loro individuate a tal fine. Insistendo sul tema della squadra, cito il caso di una recente nuova affiliazione di un negozio indipendente a Viareggio, che, a distanza di una settimana dal passaggio in 101Caffè, ci ha comunicato di riuscire a realizzare in un giorno il fatturato che prima

Umberto Gonnella, ceo e founder di 101Caffè


totalizzava in ben tre giorni. E questo risultato è dovuto al fatto che è entrato a far parte di una macchina organizzativa strutturata, in grado di mettere a fattor comune le soluzioni e l’esperienza maturate dall’intera rete. Nel complesso, lo scorso anno siamo riusciti a tenere come fatturato, superando quota 15 milioni di euro, mentre nel 2021 dovremmo arrivare a 19, che era l’obiettivo prefissato per il 2020. Come avete fatto a reggere l’urto dei lockdown? Per quanto riguarda i negozi con sola vendita, il codice ateco ci ha permesso di rimanere sempre aperti; anche le caffetterie hanno potuto rimanere aperte per lo stesso motivo, con in più il vantaggio di essere state create col concetto del “take away”, pertanto già organizzate per l’asporto. Credo inoltre che la piccola metratura come la nostra sia in linea con l’esigenza della clientela, una parte della quale evita volutamente i posti grandi e affollati dove la gen-

A maggio lanceremo l’eCommerce di prossimità: una grande innovazione per il mercato te staziona a consumare. La media dei nostri punti vendita si aggira sui 45 mq, ma di recente siamo riusciti a realizzare un negozio, dotato sia di area vendita che di somministrazione, in meno di 30 metri quadrati. Ogni store conta mediamente 400 referenze, su un totale gestito dall’azienda di circa 1.600. Di recente avete annunciato importanti implementazioni sotto il profilo della digitalizzazione dei servizi. Può raccontarci in cosa consistono? Durante l’emergenza i canali di comunicazione digitale si sono intensificati. Se prima il negozio aveva un rapporto telefonico o live con il proprio cliente, adesso la relazione si è

trasferita su digitale e ciò rimarrà anche in futuro. La comunicazione, specifico, è delocalizzata perché i singoli gestori sono riconosciuti dalla propria clientela, che riconosce anche il negozio su strada. Nel dettaglio, all’interno dell’app abbiamo inserito WhatsApp, che diventa lo strumento di comunicazione digitale tra il gestore e il cliente del proprio territorio. E abbiamo anche studiato l’app affinché, lato utente finale, risulti personalizzata per i singoli punti vendita. Lo abbiamo fatto perché abbiamo visto che, altrimenti, come capita per le app standardizzate delle grandi aziende, alla lunga i clienti tendono ad allontanarsi. Restando in ambito digitale, lato eCommerce quali novità avete introdotto? A maggio lanceremo l’eCommerce di prossimità, che credo sarà una grande innovazione per il mercato. A fronte di tale novità, non spingeremo più su quello del nostro sito istituzionale. Il risultato - a cui siamo arrivati dopo un lungo processo - è che ogni punto vendita avrà un proprio eCommerce, declinato secondo i desiderata dell’affiliato: dai prezzi alla gamma di prodotto. Questa soluzione è stata molto apprezzata dai franchisee, che hanno sposato il digitale specificando che sono loro a rappresentare il brand sul territorio, a dare concretezza al concetto di prossimità. Ovviamente la piattaforma è nostra, piattaforma che è collegata a Payback. Rispetto al tema del posizionamento prezzi, specifico che operiamo in un mercato massmarket, che è quello del caffè, per cui non abbiamo un listino uguale in tutta Italia. Una cialda a Napoli ha un prezzo e a Torino ne ha un altro. È ovviamente possibile

attivare iniziative nazionali su alcuni prodotti, però poi il tema del posizionamento prezzo deve essere locale. E tutto ciò, a livello informatico, porta ad avere 150 eCommerce che fanno politiche prezzi e transazioni diverse. L’investimento legato all’eCommerce di prossimità, è interamente in capo all’azienda o ha visto il contributo dei franchisee? Rimane interamente in capo all’azienda ed è stato finanziato con una parte delle royalty che riceviamo. Quanto vale l’eCommerce sul totale delle vostre vendite? Circa il 3%, ma è cresciuto tantissimo e ha un grande potenziale. Su questo aspetto, infatti, stiamo accelerando e dai primi di maggio entrerà in azienda una persona con l’incarico di gestire solo la parte eCommerce, la quale sarà sempre integrata in una strategia omnicanale. Arrivando quindi a parlare di retail, quali sono i numeri della vostra rete di vendita attuale e quali, invece, quelli delle prossime aperture? In Italia contiamo circa 150 negozi, di cui 7 diretti, mentre all’estero siamo presenti con 8 store in 5 paesi. Per quest’anno prevediamo una ventina di nuovi punti vendita nella Penisola e una decina all’estero. Fuori dai confini, di questi giorni è l’apertura in Francia a Marsiglia e a seguire a Tolosa. Cito inoltre il prossimo opening a Tripoli, poi il primo in Oman, sempre a maggio, e successivamente in Qatar. Fuori dai confini nazionali sviluppiamo rigorosamente con la formula del master franchising. Focalizzando l’attenzione sull’Italia, in quali tipologie di location siete intenzionati ad aprire? Le rispondo partendo da dove non siamo intenzionati a farlo: dai centri commerciali di grandi dimensioni, non mi riferisco ai primissimi, che credo riusciranno a reagire, ma alla fascia subito sotto, che penso dovrà reinventarsi un po’. Questo segmento di mall è interessato da un importante cambio di insegne, in virtù delle chiusure che vedono protagonisti i comparti del fashion, delle calzature e della profumeria, che comporteranno delle vacancy importanti, difficili da commercializzare. Allo stesso modo non siamo interessati al travel retail, che abbiamo presidiato sino a inizio anno con i negozi nelle stazioni di Milano e Roma. Nelle ultime settimane prima di chiuderli, il calo dei flussi era quantificabile nell’80-90%. Arrivando, invece, alla sua domanda: ci interessa continuare a lavorare nei centri commerciali di prossimità, che abbiamo visto lavorare bene, perché sono i luoghi della spesa quotidiana. E aggiungo che ha ripreso interesse il negozio di quartiere, dove la gente si sente più sicura rispetto al grande centro commerciale. ¢ maggio 2021 | retail food

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Brand analysis No food

KIK: obiettivo

40 aperture nel 2021 e 400 negozi in Italia di Andrea Penazzi

Sbarcato nella Penisola nel 2017, il brand multicategoria tedesco ha continuato a sviluppare nuovi punti vendita anche nel 2020 e nel 2021. Il target: centri commerciali di prossimità, retail park e location periferiche stand alone. Presto il primo ingresso in un centro città, in Emilia Romagna

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entre altri operatori hanno congelato lo sviluppo, in attesa che la situazione sanitaria si stabilizzasse, Kik ha continuato ad aprire anche in località dichiarate zona rossa. «L’obiettivo è stato quello di far conoscere il brand, consapevoli che non avremmo potuto vendere la totalità della merce a catalogo ma che avremmo potuto fatturare grazie a categorie come l’abbigliamento bambino, su cui siamo molti forti, e ad altre tipologie di referenze come la cancelleria. Tra queste operazioni cito le aperture a Città di Castello (PG) e Montesilvano (PE)». Il ruolo del negozio fisico rimane dunque centrale nella strategia di espansione delineata a R&F da Marco Truppa, responsabile sviluppo immobiliare Italia Kik tessili e non-food. Uno sviluppo che, con l’arrivo del Covid, si è orientato verso location in centri commerciali soprattutto di prossimità, retail park e location stand alone, con un format rigorosamente non inferiore ai 500 mq netti di vendita. Il manager, nell’intervista, ha raccontato quindi le strategie di crescita di un brand arrivato in Italia da pochi anni, ma che può contare su una rete europea di circa 4.500 negozi e sull’interesse di svariati investitori. Facciamo innanzitutto un passo indietro, partendo dal vostro ingresso in Italia. Come si è caratterizzata quella fase? Kik è uno brand tedesco del Gruppo Tengelmann (che detiene anche il marchio OBI,

Marco Truppa, responsabile sviluppo immobiliare Italia Kik tessili

ndr) e in Europa conta più o meno 4.500 negozi, tutti a gestione diretta. Non facciamo, infatti, franchising. Nel 2017 il Gruppo ha deciso di entrare con Kik in Italia in quanto l’ha ritenuta un mercato complesso ma interessante. Nello stesso anno ha intavolato alcune trattative per aprire in location nel nord del Paese, in particolare nel Triveneto, arrivando a firmare i primi contratti. Successivamente ha fatto il suo ingresso in Lombardia e Valle d’Aosta. Il primo step di aperture si è focalizzato in queste regioni in quanto Gruppo Tengelmann era già molto forte in Austria e Slovenia. Successivamente si è deciso di proseguire verso il centrosud del Paese, arrivando a presidiare anche la Campania. Oggi contiamo circa 60 negozi all’attivo, con uno sviluppo che si è intensificato negli ultimi 3 anni, grazie alla decisione di assumere 4 manager dedicati, e l’obiettivo è di arrivare a quota 400 negozi. Fuori dall’Italia, il Gruppo punta a raggiungere entro il 2022 il traguardo dei 5.000 negozi in tutta Europa, dove recentemente ha aperto nuovi mercati come Bulgaria e Spagna. In particolare, quali i numeri dello sviluppo retail in Italia nel 2020? Nonostante lo scoppio della pandemia e le successive restrizioni, siamo riusciti ad aprire 7/8 negozi, tutti da settembre a dicembre. Le aperture previste nei mesi precedenti, a mar-


Luca Parrino Retail

e febbraio o a luglio e agosto. Ovviamente presentiamo dei ribassi, come ad esempio dopo il Natale quando tutti i prodotti natalizi, appunto, vengono proposti a 50 centesimi. Questa strategia è frutto di un calcolo: oltre a fare fatturato e a fidelizzare il cliente, risulta più vantaggiosa economicamente che rispedire in Germania la merce invenduta. Infine, ma non meno importante, ogni punto vendita ospita un corner di brand firmati in costante rotazione: si alternano grandi marchi in sconto come Puma, Nike, Adidas, Jack&Jones, ecc. Questo corner richiama sempre tantissime persone. Durante il Covid, specifico, abbiamo adattato l’offerta ai trend della domanda, in crescita su tutto il mondo della casa. Restrizioni anti-Covid a parte, in media quali sono i flussi giornalieri di un singolo punto vendita? A regime entrano tra le 800 e le 1.500 persone al giorno, dipende anche dalla location. La media, comunque, è 1.200/1.300. Quali tipologie di location cercate per le nuove aperture? Apriamo in centri e parchi commerciali e nelle location stand alone. Coprendo la fascia media e medio/bassa del mercato, entriamo negli shopping mall di secondo livello e principalmente in quelli di vicinato, mentre riusciamo ad aprire anche nei principali retail park perché i costi di gestione sono decisamente più sostenibili e ciò ci permette di investire di più nella locazione. Tuttavia, dopo il Covid abbiamo deciso di puntare maggiormente sulle soluzioni stand alone e sui parchi commerciali, perché crediamo che il blocco psicologico dello spazio chiuso continuerà a incidere sulle scelte del consumatore. A breve, inoltre, apriremo in Emilia Romagna il primo negozio su strada in un centro città. Infine, quali sono i vostri progetti lato eCommerce e digitalizzazione dei servizi? Stiamo investendo molto sulla digitalizzazione, che sarà la chiave di volta per tanti aspetti. E posso dire che abbiamo già avuto un attimo di riscontro. In particolare lavoriamo molto sui social come Facebook e Instagram, e prima della crisi eravamo soliti invitare delle blogger in occasione delle inaugurazioni, che poi raccontavano la loro esperienza di acquisto. In generale, però, puntiamo molto sul negozio fisico e sul footfall. Le referenze sono cose numerose (circa 5/6.000) che le persone trascorrono in media 25-30 minuti all’interno del punto vendita e, in questo contesto, l’acquisto di impulso si rivela fondamentale. ¢

zo, aprile e maggio, sono state in parte slittate alla seconda parte dell’anno e in parte rimandate all’anno successivo. Oltre che sul cronoprogramma, dunque, il Covid ha comportato cambiamenti sui vostri piani di crescita? Sì, prima del Covid aprivamo anche negozi più piccoli e, in virtù di questo, avevamo previsto 15-16 opening nel 2020. A seguito dello scoppio della pandemia abbiamo deciso di non scendere al di sotto dei 500 mq netti di vendita e ciò ha comportato lo stop a operazioni molto importanti su Roma, ad esempio, dove avevamo già individuato location di 470/480 mq all’interno di primari centri commerciali, che erano stati scelti pensando di poter adattare il format. La nuova strategia, fondata sulla consapevolezza che Kik ha bi-

I canoni non si sono abbassati, ciò che è cambiata è la disponibilità di location sogno di spazi medio grandi per performare, ha comportato dunque una profonda analisi e una conseguente riorganizzazione. Quali sono i prossimi step in Italia? Abbiamo intenzione di aprire in tutta la penisola e nelle isole. Ma al momento stiamo portando avanti un’espansione capillare nell’area del centro Italia, inclusa la Campania, e a salire nel Centro-Nord. Nel 2021

vogliamo aprire 40 punti vendita e arrivare a quota 100. Al momento abbiamo già raggiunto il 60% dell’obiettivo, in termini di contratti firmati, per cui dovremmo arrivare al 100%, senza problemi, entro fine anno. Le principali città-località in cui andremo ad aprire entro settembre sono Firenze, Ancona, Milano, Parma, Treviso, Napoli, Roma, Siena e Genova. In questa fase riscontrate un abbassamento dei canoni oppure no? I canoni non si sono abbassati, ciò che è cambiata è la disponibilità di location. Prima del Covid dovevamo fronteggiare una forte competizione da parte di numerosi brand, che adesso però si sono fermati o hanno quantomeno rallentato, in attesa di capire come si evolve la situazione. Mentre noi abbiamo in programma tantissime aperture sia per il 2021 che per il 2022. E nel portare avanti tale progetto stiamo riscontrando l’interesse di piccoli fondi di investimento, che ci seguono perché siamo un gruppo importante a livello internazionale e perché, appunto, abbiamo dimostrato che vogliamo continuare a crescere. Come si caratterizza il vostro format di punto vendita? I nostri negozi variano da un minimo di 600 mq, con 500 mq di area vendita, fino a un massimo di 800/850 mq lordi. All’interno di questo range siamo abbastanza elastici. I negozi Kik, oltre a essere una novità sul mercato italiano, rappresentano delle vere e proprie destination. Con un’offerta per il 70% composta da abbigliamento uomo, donna e bambino e per il 30% no food, è difficile che il cliente esca a mani vuote: quasi il 90% degli ingressi, infatti, si traduce in uno scontrino. E questo è compatibile con il nostro modello di business, che punta sui grandi flussi e non su uno scontrino medio alto. Inoltre non pratichiamo i saldi, in quanto proponiamo prezzi competitivi tutto l’anno, per cui non abbiamo problemi ad aprire nuovi punti vendita a gennaio

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Brand analysis Health & Pharma

Irrompe Hippocrates sul mercato, con l’obiettivo di 500 farmacie di Adriano Lovera

Nato con la liquidità di qualche decina di famiglie, in meno di tre anni è diventato il primo operatore indipendente del segmento. E vuole crescere ancora

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n meno di un triennio è diventato il primo operatore indipendente di farmacie in Italia. E ora, con nuove iniezioni di capitale e un partner finanziario, si prepara a crescere ancora, con l’obiettivo a medio termine di passare dalle circa 200 farmacie di oggi addirittura a 500. Un obiettivo ambizioso, che fa di Hippocrates a tutti gli effetti un primario operatore retail, forte di una presenza capillare sul territorio.

Dai capitali privati al fondo Antin Il nome della società non compare come marchio visibile ai consumatori, quindi potrebbe dire poco ai non addetti ai lavori. Ma la crescita è stata straordinaria, considerando che il 2020 è identificato in tutto il mondo come l’annus horribilis del Covid. “Siamo partiti dopo la liberalizzazione del settore del 2017, provenienti entrambi dal mondo della finanza” racconta Davide Tavaniello, fondatore e co-Ceo insieme a Rodolfo Guarino. “A quel tempo, siamo riusciti a raccogliere 53 milioni di euro da investitori privati, che abbiamo impiegato in appena 12 mesi rispetto ai 3 anni preventivati. Poi è arrivato un altro aumento di capitale da 65 milioni, sempre coperto da privati, finché nell’autun-

Da sinistra, Davide Tavaniello, fondatore e co-Ceo insieme a Rodolfo Guarino di Hippocrates 32

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Nomine di pregio nel Cda

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a governance di Hippocrates si fonda su un Cda, dove la maggioranza dei rappresentanti è espressione del socio di maggioranza, Antin, cui si affiancano alcuni indipendenti. Di recenti, sono stati cooptati due nomi d’eccezione. Uno è Oliver Windholz, tra i più importanti manager internazionali del settore farmaceutico, che ha ricoperto il ruolo di Ceo di Phoenix Pharma Se dal 2014 al 2019, guidando la crescita internazionale del gruppo e la sua trasformazione in un provider integrato nel settore healthcare. Il secondo nome è Alberto Baldan, manager di lunga esperienza nel settore retail e real estate. Ha ricoperto ruoli chiave all’interno di Auchan Group, Conforama, Rinascente e Grandi Stazioni Retail, di cui dal 2017 guida lo sviluppo strategico. “Il percorso intrapreso da Hippocrates fino ad oggi mi rende orgoglioso di entrare a far parte di una realtà dinamica e stimolante e di poter mettere al suo servizio l’esperienza maturata in questi anni” ha detto Baldan. “La significativa crescita di Hippocrates è legata a doppio filo al suo approccio al retail: per la società, infatti, la farmacia è un punto di riferimento per la comunità e, sin dalla sua creazione, ha investito perché potesse offrire servizi di eccellenza ai propri pazienti. Il mio obiettivo sarà quindi quello di rafforzare ulteriormente questi valori”.

I numeri del mercato farmaceutico

Vendite: 24 miliardi nel 2020 (-1,7%) Numero farmacie: 19.331 Farmacie private: 17.656 Farmacie pubbliche: 1.675 Rapporto per abitanti: 1 ogni 3.129

E-commerce ancora in ritardo

Fonte: Federfarma, Iqvia

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econdo il “Rapporto annuale sulla Farmacia”, redatto da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma verso la fine del 2020, sono ancora poche le farmacie territoriali (8,4%) che svolgono attività di e-commerce, e fronte di un 30,9% di titolari che lo riterrebbe utile, un 25,5% che si dichiara scettico e un 27,4% pronto ad attivarlo, una volta superata l’emergenza. Eppure, chi aveva un canale e-commerce ha registrato un aumento sia delle vendite (37,7%) sia di visitatori al canale on-line (47,2%). Di contro, è ancora forte l’abitudine a pensare alla farmacia come luogo fisico. Solo il 27,3% del campione di cittadini interpellati dallo studio ha effettuato acquisti on-line per farmaci e mascherine. Non solo, tra gli utilizzatori dell’on-line, solo il 37% ha fatto ricorso a canali di e-commerce di farmacie autorizzati dal ministero della Salute mentre una quota significativa, pari al 38,7% non ha consapevolezza di essersi giovato o meno di tali canali autorizzati dalle autorità.

no 2020 abbiamo aperto le porte a un fondo infrastrutturale, che ci è sembrato il partner ideale per crescere”. Oggi circa l’80% del capitale appartiene al fondo francese Antin, ma tutti gli azionisti precedenti, compresi i due fondatori, hanno mantenuto una partecipazion. In tre anni, Hippocrates ha assunto il controllo di 200 farmacie, ciascuna con un fatturato medio intorno a 1,7 milioni, sensibilmente più alto rispetto alla media ricavi del nostro Paese, che si attesta a 1,2 milioni. Quindi si può parlare di un giro d’affari annuo stimato in 350 milioni. Come modello di business, sono tutte farmacie di proprietà. E così continuerà ad essere. “Questa è la formula che ci permette di valorizzare al meglio il ruolo della farmacia” spiega Rodolfo Guarino. “Curiamo al massimo la professionalità del titolare, abbiamo creato una academy interna di formazione e dato vita a una nostra private label, per ora attiva sugli integratori, più avanti anche nell’igiene e nella cosmesi. Cercheremo di estendere il nostro brand Lafarmaciapunto, che ora compare sull’insegna di soli 3 punti vendita che diverranno 20 entro fine anno. Ma sopratutto, vogliamo che tutte le farmacie del gruppo siano riconoscibili per format e capacità di accogliere il cliente. Un semplice accorgimento, per esempio, è di allestire banconi aperti da cui il farmacista possa rapidamente uscire per andare incontro all’utente”.

Focus sul Centro Nord, centri minori e app in arrivo In quale direzione avverrà la crescita? Hippocrates ha obiettivi precisi. Si focalizza sul Centro Nord. Oggi è presente soprattutto in Lombardia e Triveneto e cresce rapidamente in Piemonte, Liguria, Emilia e Tosca-

na. Il progetto di espansione prevede almeno 70 nuove acquisizioni l’anno. La localizzazione delle farmacie sarà variegata, ma con una certa predilezione per quelle di provincia o di quartiere, proprio quelle che durante la pandemia hanno riscoperto un ruolo centrale come punto di riferimento della comunità, al contrario di quelle del centro città o delle aree di passaggio, che hanno sofferto maggiormente. Anche la farmacia, in questo contesto, affronta i cambiamenti e la sfida del mercato retail nel suo complesso. Ossia quello di coniugare il carattere fiduciario e rassicurante del professionista, con l’esigenza di aprirsi alle nuove tecnologie e ai nuovi canali di marketing. “Intanto, al di là della vendita dei farmaci, svilupperemo il più possibile l’area dei servizi, mettendo a disposizione degli utenti esperti come il nutrizionista, esami come l’Ecg, oltre naturalmente ai tamponi ed esami per la ricerca del Covid” dice Davide Tavaniello. “Poi sicuramente lavoreremo all’integrazione tra canale fisico e e-commerce”. Hippocrates non è orientata alla stipula di accordi con operatori terzi, come marketplace o operatori di delivery, quanto piuttosto alla creazione di un app proprietaria. Restando al presente, Hippocrates si è subito messa a disposizione per aprire le proprie farmacie alle vaccinazioni Covid, nelle Regioni in cui questa possibilità è diventata concreta. ¢ maggio 2021 | retail food

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Il progetto di ampliamento

SCALO MILANO: oltre l’outlet con la formula “Smart City” di Andrea Penazzi

Con la posa della prima pietra nel 2022, l’outlet di Locate di Triulzi darà il via all’ampliamento. I negozi saranno oltre 200, contro i 155 attuali. Nella nuova piazza, l’offerta avrà un posizionamento premium, anche nel segmento food. E si punta sui servizi

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ggi più che mai, mentre il mondo della politica è impegnato a elaborare il piano di riapertura degli esercizi commerciali e quello della grande distribuzione a chiedere la riapertura nei weekend degli shopping center, Scalo Milano guarda oltre il Covid con il Future Vision Plan. E lo fa adottando il concetto di “smart city”. Denominazione che, nel caso specifico, arricchirà l’offerta retail e food dell’outlet meneghino con numerosi servizi a beneficio della clientela e soluzioni a vocazione green. Il tutto, esaltando il concetto di prossimità. «Il Covid ci ha obbligati a pensare al futuro. Da ciò nasce questo piano a 5 anni, che sono riuscito a portare avanti grazie anche alla visione dei nostri azionisti - ha dichiarato a r&f l’amministratore delegato di Sca-

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lo Milano, Davide Lardera, che ha prosedi 60mila abitanti circa - per andare a Esseguito - Sul concetto di “smart city”, qualcolunga doveva dirigersi con la macchina verso sa è già stato fatto anche prima della pandeMilano, impiegando circa 20 minuti, mentre mia: Scalo è stato il primo outlet ad avere gli oggi può comodamente ritirare la spesa reAmazon Locker. E ancora, cito gli investimencandosi a Scalo». Tra gli altri servizi introdotti sulle colonnine di ricarica delti di recente, “Scalo Milano @casa” che perle auto elettriche. Ma il Covid ci mette la vendita online tramite Whatsapp, al ha portato a compiere un altro quale hanno aderito 40 negozi. step: l’introduzione degli EsseAl momento l’outlet milanese presenta lunga Locker, che ci consentoun tasso di occupancy del 93-94%, con 7-8 no di avere la grande distribuunità vuote di cui 4 in negoziazione. «Ma un zione alimentare senza ospitapaio le tengo volutamente sfitte perché, se re il negozio fisico. E in questo capita l’occasione di un temporary store, servizio vi è un importante ridevo avere l’unità pronta», ha specificasvolto green: prima un citto il manager. tadino di Locate, di Opera o in generale dei comuni Davide Lardera, amministratore limitrofi - per un totale delegato di Scalo Milano


La classifica europea

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i recente, la classifica stilata tra gli outlet di grandi dimensioni dall’Outlet Centre Performance Report Europe ha posizionato Scalo Milano al 3° posto in Italia e all’11° in Europa. Tale indagine ha coinvolto i manager di 1.149 negozi, appartenenti a circa 110 marche prodotte da 76 brand internazionali, per verificare le performance e la tenuta del rapporto con le proprietà in relazione ai mutati bisogni. Il Future Vision Plan di Scalo Milano risponde anche agli elementi di criticità rilevati dallo studio europeo che ha indagato il punto di vista dei manager degli store presenti negli outlet. Il 20% di loro ha sperimentato una durissima crisi economica, dovuta al calo delle vendite causato in gran parte dal blocco degli spostamenti, che ha messo il 50% di loro nelle condizioni di non riuscire a onorare i canoni di locazione con conseguenti contenziosi legali. Ciò non è avvenuto nel caso di Scalo Milano, dove la direzione ha applicato un canone di locazione solo in percentuale sul volume d’affari da aprile 2020 a giugno 2021. head of research-Director di Savills

Con l’espansione spazio a 45 nuovi store Tra i progetti a breve/medio termine di Scalo Milano vi è la posa della prima pietra dell’ampliamento, prevista per il prossimo anno, con un orizzonte di fine lavori fissato per il 2023. Tale iniziativa rappresenta la seconda extension del village inaugurato nel 2016, dopo quella completata a luglio 2019 che portò in dote 22 nuovi negozi, per una Gla complessiva di 35mila mq

mix. Successivamente, con la posa della prima pietra (l’anno prossimo, ndr), imprimeremo un’accelerazione. Accelerazione necessaria perché saranno ben 45 i negozi da allocare, ai quali si aggiungeranno quelli sulla parte esistente. La pandemia, infatti, ha messo in difficoltà alcuni operatori, per cui qualcuno ha chiuso e qualcun altro non si sa se e come riuscirà a superare questa fase. Di conseguenza abbiamo la necessità di intercettare un numero più elevato di marchi.

Meno food, più fashion nella nuova “piazza”

e 155 punti vendita. Focalizzando l’attenzione sui numeri del nuovo intervento, questo porterà all’apertura di 45 tra negozi e ristoranti, per un totale di oltre 200 unità commerciali. Sul fronte occupazionale, si calcolano 300 nuovi posti di lavoro, in aggiunta ai 1.200 attuali. Ma il punto di partenza sarà un nuovo multipiano di 20.000 mq con ulteriori 800 posti auto, propedeutico all’ampliamento, che faranno di Scalo Milano la prima realtà in Italia a ottenere la certificazione “Parksmart”. Il cuore dell’intervento sarà invece la piazza sopraelevata, dove troveranno spazio sia alcune attività di ristorazione di alto livello che nuovi brand premium del mondo fashion. Il tutto collegato al parcheggio multipiano tramite una passerella dedicata. «L’idea è quella di iniziare con una commercializzazione soft a settembre/ottobre di quest’anno e, nel frattempo, di studiare il brand

«Per quanto riguarda il brand mix della piazza sopraelevata, abbiamo previsto 3 o 4 punti di ristoro, coinvolgendo chef stellati con la formula bistrot» prosegue l’amministratore delegato. «Quindi la concentrazione di locali food sarà decisamente inferiore rispetto a quella della food court attuale, dove è presente la ristorazione generalista, da McDonald’s a La Piadineria, che funziona molto bene e che ci aiuta a incrementare la permanenza del consumatore». L’offerta non food, invece, vedrà l’inserimento di numerosi brand fashion di segmento premium, in continuità a quanto stiamo realizzando nella galleria esistente: «Per esempio, abbiamo appena aperto gli store Luxuryzone, Murphy & Nye e Semicouture. E abbiamo firmato con Datch. Presto sarà il turno

di UYN, brand molto famoso che sponsorizza 11 nazionali di sci. In quest’ultimo caso, l’imprenditore ha deciso di dare vita a Scalo da quello che sarà il primo flagship dell’insegna. Tale inserimento, frutto di una trattativa non semplice, rappresenta per me un motivo di grande orgoglio in previsione delle olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Anche in questo caso, dunque, la pandemia non ci ha fermato e l’obiettivo della commercializzazione è quello di alzare il livello, andando verso il premium e, a tendere, nel giro di qualche anno, verso il segmento del lusso». In un’ottica votata alla visione del 2030 verranno realizzati, inoltre, 1.500 mq di uffici destinati al co-working (ubicati al livello +2 della struttura, quindi proprio sopra la nuova piazza) che consentiranno alle persone di tornare a lavorare vicino casa e in un luogo che offre un profondo tessuto di servizi interconnessi: shopping, ristorazione, un asilo nido, spesa domestica con Esselunga Locker, ricariche per auto elettriche e connessione con il centro città grazie al passante S13. «Per il co-working abbiamo previsto affitti orari, di mezza giornata, giornata intera, settimanali, tramite abbonamenti che dobbiamo ancora studiare. I benefici di questa scelta consistono nell’incrementare la pedonabilità nell’intero arco della settimana, soprattutto nella piazza sopraelevata, di allungare la permanenza e di creare occasioni di consumo in primis per la ristorazione, dal caffè al pasto completo. Crediamo molto in tale soluzione, che, insieme all’asilo nido interno a Scalo - che presto sarà aperto anche al pubblico e non più solo ai figli dei dipendenti - e agli Esselunga Locker, rappresenterà un servizio di grande valore per le famiglie». Parallelamente, si persegue l’obiettivo della sostenibilità ambientale, attraverso il ricorso alle certificazioni. «Oltre al multipiano con la certificazione Parksmart, abbiamo attivato la procedura per certificare BREEAM tutta la parte retail di Scalo Milano, sia quella costruita che quella di futura realizzazione. E poi, probabilmente, faremo certificare Leed lo spazio di co-working. Questo per avere un oggetto finale completamente certificato», ha concluso Lardera. ¢ maggio 2021 | retail food

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Focus Real Estate

Centri commerciali “a sconto”

ma la speculazione è rischiosa

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umento esponenziale della parte variabile negli affitti, necessità di diversificare i tenant e prezzi in ribasso che in teoria, ma solo a determinate condizioni, possono dar luogo a investimenti immobiliari speculativi. Il real estate, nel segmento retail, esce rivoluzionato dalla pandemia, per l’effetto dei troppi mesi passati senza ricavi, ma anche per alcuni trend già in corso, che il periodo Covid ha soltanto amplificato. Il momento di incertezza è cosa nota. Più interessante è ragionare sulle prospettive nel breve-medio termine.

Shopping center sotto i 1.000 euro/mq A livello di scambi, i volumi sono ancora deboli e questo non stupisce. Secondo l’ultima rilevazione di Cbre, ammontano a 154 milioni di euro le transazioni registrate nei primi tre mesi dell’anno, che hanno interessato prevalentemente asset secondari. Tuttavia, osser36

retail food | maggio 2021

Gianpietro Ferrari, head of operations RE/MAX Corporate

va la nota di Cbre, la crescita dei rendimenti osservata nel corso del 2020 si è arrestata durante l’inizio di quest’anno. E prosegue la compressione degli yield nel settore grocery, per effetto della tenuta dei ricavi che ha interessato in generale il segmento dei beni alimentari dall’inizio dell’emergenza sanitaria a oggi. Anche questo è un elemento che sta caratterizzando la frammentazione del settore e che non permette di trattare l’immobiliare retail nel suo insieme, ma di spezzettarlo almeno nelle sue tre componenti principali: high street, gdo pura legata all’alimentare e centri commerciali. Come segnala il report annuale “Real Estate Data Hub” elaborato dagli uffici studi di RE/MAX Italia e Avalon, le differenze tra high street e centri commerciali sono marcate. Nel primo caso, nonostante un drastico calo dei passaggi (-45,8% il footfall medio a Milano e -42,9% a Roma) canoni e prezzi tutto sommato tengono. E anzi, forse già

Il valore degli immobili sprofonda e si naviga in cerca del giusto mix fra i tenant. Però, a fronte di rendimenti teorici sopra il 10%, la strada dell’acquisto opportunistico è poco praticabile da inizio anno bisognerebbe registrare un debole segno di rialzo. “Le high streets, in fondo, sono sempre quelle. L’offerta di spazi è limitata al numero di negozi già esistenti e i brand, specialmente i grandi big del lusso, sono comunque alla ricerca di negozi in location strategiche, che hanno un grande valore di marketing, al di là dei ricavi che generano” ragiona Gianpietro Ferrari, head of operations RE/MAX Corporate. Il discorso è diverso per i centri commerciali. La situazione particolare ha innescato, o accelerato, una serie di processi già in atto, come le chiusure di molti punti vendita dei big del fast fashion (come H&M e Inditex) o come la spinta della digitalizzazione su acquisti di generi alimentari. I valori al metro quadrato degli shopping center sono in calo almeno dal 2018. Ma oggi, per quanto le medie siano approssimative e sfuggano all’analisi dei casi particolari, il ribasso è pesante. Re Max registra valori di 2.683 euro/ mq nel 2018, 1.395 euro nel 2019, crollati addirittura sotto i 1.000 euro per il 2020.


Canoni, sconti fino al 60% ma si allunga la durata Un tema dominante del momento è la revisione dei contratti di affitto dei tenant. Secondo il Data Hub, su un campione di oltre 20 asset tra Gdo e centri commerciali, per un totale di 726 unità, il 32% nel campione ha richiesto la rinegoziazione del canone, ma tutti i casi si sono verificati nei centri, non nella Gdo. Lo sconto sul canone medio è stato del 31%, ma con punte minime del 4% e massime del 60%. “Al di là dei numeri, sono emersi numerose casistiche” aggiunge ancora Gianpietro Ferrari. “I centri commerciali con maggior potere contrattuale hanno concesso sconti o addirittura azzerato il canone per un certo periodo, a fronte però di un allungamento della scadenza del rapporto. E in moltissimi casi, i

VALORE MEDIO (€/mq) SHOPPING CENTER CORE/VALUE ADDED YIELD <10%

2.654

2.370

OPPORTUNISTIC YIELD >11%

2.683 1.395

32%

Max: 60% Media: 31% Min: 4%

contratti che prevedevano un canone fisso sono stati trasformati in un mix, in cui la parte variabile, quindi legata agli incassi, ha assunto ora un peso rilevante”. Per restare attrattivi, molti centri commerciali stanno cercando di diversificare l’offerta e l’utilizzo degli spazi, anche se le soluzioni quasi sempre portano con sé elementi positivi e negativi. L’aumento di attività leisure, di light entertainment e la crescita del food servono sicuramente ad ampliare la potenziale platea, ma non danno garanzie sulla continuità dei ricavi per i tenant (per i primi due esempi), mentre rispetto al food l’offerta è sempre più standardizzata e non è semplice catturare nuove nicchie. Si percorrono anche altre vie, come ad esempio adibire spazi di coworking nei centri, adattare spazi per un utilizzo a carattere logistico o aumentare i tenant nel campo dei servizi alla persona. Tutte mosse, anche qui, che favoriscono il footfall, ma in realtà incidono poco a livello di revenue immobiliari. Sul fronte della gestione degli spazi, l’e-commerce sta giocando un ruolo notevole. “La penetra-

2016

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zione dell’e-commerce ha creato una grey zone nell’utilizzo della superficie commerciale. Per gli spazi che hanno subito un processo di ibridazione, e che virano verso una destinazione semi-logistica o “click and collect”, si presenterà la necessità di distinguere il valore dei ricavi generati dal centro da quelli generati dal magazzino” segnala nel report Giacomo Silvestri, development manager di Foruminvest, operatore che si occupa di sviluppo e investimento.

Speculazione rischiosa, l’unica via è investire nel restyling Resta da vedere, infine, se il momento di incertezza potrebbe scatenare una corsa agli acquisti di centri commerciali “a sconto”, specialmente in chiave speculativa. A livello teorico, in effetti le statistiche registrano rendimenti che possono sfiorare anche l’11%, specialmente per i centri commerciali considerati

2019

994

2020

Dati tratti da "Real estate Data Hub" elaborato da RE/MAX Italia e Avalon Real Estate

PERCENTUALI DI RINEGOZIAZIONI RICHIESTE PER CENTRI COMMERCIALI E GDO Rinegozazione Sconto canone

“secondari”, per location o per bacino d’utenza. Ma non c’è nulla di semplice e automatico. “Il discorso non si può generalizzare. Dipende dalla localizzazione e dalla caratteristiche del centro” ragiona ancora Ferrari di RE/MAX. “Intanto, senza alcuni aspetti il business non gira. Mi riferisco a due in particolare. Il primo è il corretto equilibrio tra piastra alimentare e negozi: se è presente un ipermercato di fascia medio alta o un discount, i negozi della galleria devono puntare allo stesso target di clientela. E poi ci vuole una parte di entertainment dignitosa”. Oltre a questo, senza un progetto di rilancio non se ne fa nulla. “Se un fondo decidesse di acquistare a sconto un centro commerciale in periferia, avrebbe come unica strada di successo quella di investire almeno la stessa cifra dell’acquisto in un piano di restyling, di marketing e di reletting per alzare il livello dei brand presenti. Se qualcuno accarezzasse il sogno di comprare uno shopping center, lasciarlo così com’è, e rivenderlo tra due anni pensando di guadagnarci, farebbe un buco nell’acqua”. A.L. maggio 2021 | retail food

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Osservatorio ADCC - UrbiStat

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el mese di marzo 2021, la maggior parte dei centri commerciali (68%) ha registrato un numero di presenze superiore rispetto al marzo del 2020 (mese in cui è iniziato il lockdown nazionale). L’entità dell’incremento delle affluenze si attesta attorno al +56%. Il 14% dei centri mostra più o meno lo stesso numero di visite mentre il 18% dei direttori dichiara che i loro centri hanno registrato un numero di visite inferiore rispetto allo scorso anno, con una media del calo di circa il -29%. Questi sono alcuni tra i dati elaborati da UrbiStat nella quarta indagine CAWI dell’osservatorio ADCC (Associazione dei Direttori dei Centri Commerciali). L’indagine, svolta con continuità trimestrale, ha come obiettivo principale la valutazione del sentiment dei direttori in merito alle affluenze e ai fatturati registrati nel periodo gennaio-marzo 2021. Il campione dei centri commerciali presi in esame è costituito da 63 centri presenti in 17 regioni italiane. La maggior parte degli shopping center (73%) è di piccole o medie dimensioni (meno di 40mila mq di Gla) e il 60% di essa registra un livello di occupancy (misurato in unità commerciali aperte) tra il 90% e il 100%. Proseguendo nel merito dell’indagine, nel mese di marzo 2021 il 60% dei centri commerciali ha prodotto fatturati (vendite complessive dei tenant) superiori rispetto

di Luca Amadio data analyst di UrbiStat

Centri commerciali: le performance a un anno dal lockdown Stefano Pessina, head of AM Shopping Centers presso Generali Real Estate e presidente di ADCC

allo stesso mese del 2020, con un aumento medio pari al +37%. Di gran lunga inferiore è la percentuale dei centri (22%) che ha registrato un fatturato inferiore rispetto al marzo del 2020, con una media del calo attestabile intorno al -24%. Le restrizioni hanno impattato negativamente e in maniera ancora più decisa la performance della ristorazione nei centri commerciali. Il 40% dei centri analizzati mostra, infatti, nel mese di marzo 2021 un fatturato di bar e ristoranti inferiore rispetto allo scorso anno e la media del calo delle vendite è di circa il -46%. Nell’ultimo trimestre (gennaio-marzo 2021) per la maggior parte dei direttori dei centri (62%) le perNel mese di marzo 2021 il FATTURATO COMPLESSIVO DEI TENANT formance in termini di è stato inferiore, superiore o più o meno lo stesso rispetto presenze e fatturato soallo scorso anno (marzo 2020)? no state in linea con le % V.a. aspettative, per il 30% soInferiore 22% 14 Più o meno lo stesso 18% 11 no state inferiori mentre Superiore 60% 38 solamente per l’8% sono Totale 63 state superiori alle attese. Per quanto riguarda le Nel mese di marzo 2021 il FATTURATO COMPLESSIVO previsioni dei 63 direttoDI BAR E RISTORANTI è stato inferiore, superiore o più o meno lo stesso rispetto allo scorso anno (marzo 2020)? ri in merito a presenze e % V.a. fatturato per il prossimo Inferiore 40% 25 trimestre (aprile-giugno Più o meno lo stesso 25% 16 2021), la maggior parte Superiore 35% 22 di essi è ottimista su una Totale 63 prossima ripresa dei cenGuardando ancora più in là nel tempo come sarà la stagione estiva tri commerciali: l’84% di del Centro/dei centri commerciali da lei gestiti, essi prevede un aumento in termini di presenze e/o fatturato? % V.a. delle visite e il 79% ipotizPositiva 24% 15 za un incremento anche Moderatamente positiva 68% 43 del fatturato. In generale, Moderatamente negativa 3% 2 quasi la totalità dei diretNegativa 3% 2 tori (92%) si aspetta una Non saprei 2% 1 stagione estiva positiva Totale 63 38

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dei centri commerciali in termini di visite e vendite. «L’indagine mostra un marcato ottimismo, che io condivido, in merito al prossimo futuro - dichiara Stefano Pessina, presidente ADCC - Il centro commerciale tornerà e continuerà a essere un luogo di socialità in cui i nostri visitatori vorranno vivere un’esperienza unica, appagante, avvolgente. Il centro commerciale deve cogliere questa opportunità di miglioramento e trasformazione. I direttori con la loro professionalità sono pronti a raccogliere la sfida».

Centri commerciali come hub vaccinali È stato infine chiesto ai direttori dei centri di valutare l’iniziativa di circa 200 tra centri e parchi commerciali, gallerie e factory outlet, i quali si sono resi disponibili a essere utilizzati come hub vaccinali per contribuire a velocizzare la campagna vaccinale. Il 70% dei direttori valuta tale iniziativa in maniera molto positiva, con un voto pari 8, 9 o 10, su una scala da 1 a 10. Le principali ragioni di coloro che hanno risposto in maniera positiva risiedono nel fatto che il centro commerciale come hub vaccinale rappresenterebbe un valido contributo per agevolare il processo delle vaccinazioni e per ritornare gradualmente alla normalità, e aumenterebbe allo stesso tempo la frequentazione del centro commerciale stesso. Solamente il 12% dei direttori intervistati valuta negativamente tale iniziativa, principalmente perché considerano i centri commerciali come strutture non idonee a ospitare eventi organizzati da terzi. Per quanto riguarda i centri commerciali gestiti dai 63 direttori, il 32% ha già aderito all’iniziativa di ospitare spazi per hub vaccinali ed. e il 37% si renderebbe disponibile a farlo. R



COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia Enzo Andreis • Presidente AIGRIM Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia Cristian Biasoni • A.D. Chef Express Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy Sergio Castelli • A.D. Areas Italia Mario Federico • A.D. McDonald’s Italia Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop Produzione & Servizi Franco Manna • Presidente Sebeto Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Alessandro Pirinoli • Managing Director Compass Group Italia Tommaso Putin • Resp. Pianificazione e controllo Serenissima Ristorazione Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs and Europe Business Dvlp. Autogrill Antonio Savoia • Presidente Edifis Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon Renato Spotti • A.D. Dussmann Service Lino Stoppani • Presidente Fipe Andrea Valota • General Manager Italy Burger King Danilo Villa • Direttore Generale CAMST Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

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Scenari Food

Tra Borsa e fondi, i big del settore attirano capitali e sfornano novità. Ma l’inquadramento dei fattorini ormai scuote il mercato. E per qualche analista, c’è un eccesso di enfasi

DELIVERY MILIARDARIO

minacciato dalla grana rider

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ust Eat, solo nel primo trimestre dell’anno, ha tagliato un traguardo stratosferico: 200 milioni di ordini ricevuti, considerando tutti i Paesi in cui è presente. Deliveroo, nello stesso periodo, li ha praticamente raddoppiati passando da 33 a 71 milioni di ordini. E la società con il logo del canguro è stata protagonista dell’Ipo miliardaria a Londra. L’elenco delle performance potrebbe proseguire, perché il gradimento della formula delivery da parte dei consumatori è fuori discussione. E proprio in questo segmento si fatica a stare dietro alle continue novità che il mercato regala. Ma non mancano gli aspetti controversi.

Il botto di Glovo e la maxi Ipo di Deliveroo Gli spagnoli di Glovo si stanno presentando sempre più come protagonisti del mercato e ormai hanno capito che, oltre al cibo, i consumatori desiderano ricevere a casa tut42

retail food | maggio 2021

to: farmaci, spesa, pulizia della casa. Il gruppo ha appena chiuso un round di finanziamento da 450 milioni di euro e punta a diventare protagonista del Quick Commerce, servizio di consegna a domicilio della spesa e di altri prodotti in pochi minuti in qualsiasi momento della giornata. In Italia, la realtà guidata da Elisa Pagliarani ha inaugurato due dark store a Milano, il primo a Torino, e punta ad almeno 15 sul territorio nazionale entro la fine dell’anno, con in programma 100 assunzioni. Ormai, per i consumatori con lo smartphone in mano, Glovo è in concorrenza diretta con Amazon, che rincorre con la sua proposta “Fresh”. Fra le opzioni commerciali, si fa strada sempre di più la formula dell’abbonamento per fidelizzare il cliente, inaugurata da tempo da Amazon con Prime, che sostituisce l’applicazione dei costi di consegna a ogni ordine. “Prime” è anche il nome dell’abbonamento per il delivery di Glovo: 7,99 euro al mese e consegne gratis per ordini sopra i 10 euro, in zona. Stessa offerta e stesse condizioni da parte di Deliveroo, con l’abbonamento

Plus. Deliveroo è stato il vero fenomeno delle scorse settimane, in chiaro scuro però. È arrivato sul London Stock Exchange il 31 marzo al prezzo di 3,90 sterline per azione, cioè un valore della società superiore ai 7 miliardi, con il vento in poppa e il favore del mercato.

Will Shu, fondatore e Ceo di Deliverro, il giorno dalla quotazione in Borsa a Londra. Di fianco, il post con cui ha ricordato su Linkedin i suoi esordi


Just eat italia: “Il contratto dei rider è tutto a spese nostre”

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l trattamento economico-contrattuale dei rider è un tema “caldo” per tutto il settore. Di recente, anche Deliveroo ha dovuto affrontare uno sciopero dei fattorini in Gran Bretagna. Il problema è che si scontrano la necessità di un business model flessibile con la garanzia di diritti dei lavoratori. Con la decisione di applicare in Italia un contratto collettivo nazionale, quello della Logistica, Just Eat ha segnato senz’altro uno scatto in avanti sul tema. Una decisione non solo relativa all’Italia, ma estesa, in forme diverse, ai vari mercati in cui è presente. In Italia, ora la realtà guidata dal country manager Daniele Contini assumerà i rider esclusivamente con un contratto “part time” (con regimi orari di 10, 20 o 30 ore). Il delivery, però, è un settore in forte espansione, ma che ancora fatica a produrre utili. L’applicazione di un contratto di lavoro più oneroso dovrebbe comportare un esborso maggiore. Dove verrà scaricato? “Il nuovo modello di lavoro subordinato è un investimento enorme nel quale crediamo fortemente e cui siamo giunti in allineamento con la strategia globale del gruppo. Essendo un investimento sulla crescita, non prevediamo un aumento dei costi né a carico dei clienti né dei ristoranti” è la risposta categoria fornita da Just Eat Italia a Retail&Food. “Siamo sicuri che questo nuovo modello ci consentirà di fornire un servizio migliore e di qualità e costituirà un valore aggiunto per i consumatori”. Il tema del profitto comunque resta. Just Eat – Takeaway.com ha chiuso il bilancio 2020 con una perdita di 151 milioni di euro, nonostante un balzo colossale dei ricavi passato da 416 milioni a 2,04 miliardi. Un terzo dei ricavi, 712 milioni, infatti se n’è andato sotto la voce “courier costs”, cui vanno aggiunti altri 464 milioni di costi del personale fisso e 608 milioni di spese operative. Ad ogni modo, la crescita non si arresta. “Nel corso di quest’anno porteremo il nuovo modello in 23 città italiane con l’assunzione di 4.000 rider” dicono ancora dalla società. “Dal punto di vista dei ristoranti, registriamo attualmente una crescita del 40% e crediamo che l’accelerazione al digitale sia destinata a consolidarsi e il miglioramento del servizio possa portare benefici. Attualmente copriamo con il servizio 1.200 città, 108 province, il 100% dei comuni con più di 50.000 abitanti e il 66% degli italiani (40 milioni) e la crescita della copertura territoriale rimane una nostra priorità”. Daniele Contini, country manager di Just Eat

Deliveroo Italia, obiettivo 300 città Ad aprile Deliveroo ha portato a 273 i Comuni italiani serviti. Il servizio è stato esteso ad Ancona (Marche), a Lagundo (Alto Adige), si è rafforzato nella cintura nord-ovest di Torino (Alpignano, Collegno, Rivoli), a Pordenone (Friuli Venezia-Giulia) e in provincia di Roma ad Acilia, Dragona e Monterotondo. Cresce anche la spesa a domicilio: più di 200 supermercati convenzionati in 30 città con Carrefour Italia, Conad e Fresco Market. “L’obiettivo 2021” ha detto il general manager per l’Italia, Matteo Sarzana, “è raggiungere 300 città.” Matteo Sarzana, general manager per l’Italia di Deliveroo

E ha fatto effetto, in quei giorni, ricordare il percorso del ceo e fondatore Will Shu, che otto anni prima era stato il primo rider di Deliveroo, portando una pizza di Rossopomodoro Uk a Londra, nel quartiere di Chelsea. La Borsa, però, è poco romantica. Evidentemente la valutazione era gonfiata e nelle settimane successive il prezzo delle azioni si è stabilizzato almeno il 30% sotto il livello di quotazione. Un bello scivolone. Perché?

Rider e vita normale frenano l’euforia Le ragioni del mercato sono sempre molteplici. Ma gli analisti hanno segnalato almeno due fattori. Il primo è di tipo sociale:

il delivery tira, ma con i vaccini e il ritorno alla vita normale il ricorso agli ordini da casa si affievolirà. Il secondo più tecnico: anche in Gran Bretagna, i continui scioperi e le richieste di paghe più pesanti, da parte dei rider, mettono a rischio il business. Proprio a Londra, di recente, la Suprema Corte ha accolto un ricorso dei “tassisti” Uber, decretando che non possano essere considerati al 100% lavoratori autonomi, dunque vadano inquadrati con qualche forma di lavoro subordinato. I gestori dei fondi saranno scappati da Deliveroo, temendo che lo stesso concetto possa essere applicato ai rider. Con un conseguente aumento dei costi gravanti sulla società. Bisogna ricordare che il risultato 2020 di Deliveroo è stato di 309 milioni di sterline di perdita. A.L. maggio 2021 | retail food

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Webinar ATRI Associazione Travel Retail Italia

APERTURE: consumatori e imprese

sono pronti

Le sfide a medio termine del settore, nelle parole di Mario Resca, presidente di Confimprese, ospite di ATRI

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l piano di riaperture deciso dal Governo, che iniziato ad aprile entra nel vivo questo mese, ha senz’altro ridato fiato e fiducia all’economia, con il commercio in prima fila. Non mancano le criticità, per l’applicazione di alcune regole. Ma almeno delinea un percorso e segna un cambio di passo della politica. Esecutivo, ristori e strategie da mettere in campo da parte delle imprese sono state al centro di un webinar organizzato da Atri (Associazione travel retail Italia), che ha avuto come ospite Mario Resca, presidente di Confimprese. In cui si è parlato, anche, di collaborazione fra sigle di categoria. “La pandemia pesa sui con-

FOTOGRAFIA DEL RETAIL PRE-COVID

Fatturato: 445 miliardi Imprese: 1 milione 290 mila Occuppati: 3,4 milioni

ti, inutile negarlo. Ma già nei mesi scorsi, ad ogni riapertura delle attività, abbiamo registrato un rimbalzo. Segno che il consumatore è reattivo. Sarà pratico il web, ma le persone seguono le persone, desiderano i negozi, non hanno paura dei centri commerciali”. C’è da guardare con favore, quindi, all’ultima parte della stagione primaverile e all’estate. Ecco il primo input di Resca. “Altro spunto positivo: il cambio di Governo. L’esecutivo di Mario Draghi ha capacità tecniche senz’altro diverse rispetto a quello precedente” ha aggiunto Resca. Pur ammettendo che il quadro generale è a tinte più rosee, grazie alla campagna vaccinale che fino all’anno scorso era impos44

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Da sinistra, Mario Resca, presidente di Confimprese e Stefano Gardini, presidente di Atri sibile, il numero uno di Confimprese dà atto all’ex presidente della Bce di aver portato a Roma un approccio maggiormente pratico e orientato ad ascoltare le esigenze degli imprenditori. Ma sul lungo periodo, la sfida è ancora difficile.

I nodi: burocrazia, dimensione aziendale, marketing Senz’altro il retail italiano ha bisogno di aiuti concreti. “Le nostre imprese vivono solo se crescono. E per il 2021 hanno annunciato 1200 nuove aperture, nonostante le difficoltà” ha detto Resca. Ma il panorama nazionale sconta anche diversi limiti, emersi durante il confronto. In cima a tutto c’è la burocrazia, che frena in modo particolare gli investimenti dell’estero. Poi c’è il problema dimensionale. “Il piccolo-è-bello non è più sufficiente per competere e questo è noto da tempo” secondo il presidente di Confimprese. Nonostante questo, fatichiamo come sistema a “produrre” grandi player. La Gdo è andata bene anche durante la pandemia, ma non abbiamo una sola catena di supermercati che abbia varcato i confini nazionali. Stesso discorso per le catene di hotellerie, nonostante siamo un campione mondiale del turismo. E ora, la crisi creerà inevitabilmente una selezione. “Che di per sé, non è negativa. Si sa, cash is the king si dice in questi casi” ha aggiunto Resca. Quindi, investitori istituzionali o di private equity, con tanta liquidità disponibile, sono pronti a mettersi in portafoglio a prezzi di saldo catene di casa nostra in difficoltà, specie se di piccole dimensioni e con un occhio particolare rivol-

to al food. La ricetta per ripartire? “Quale che sia la dimensione aziendale, non cambia. Oggi gli operatori devono curare tutti gli aspetti, senza sottovalutarne alcuno: valore del brand, livello del servizio, rapporto qualità-prezzo, presenza sui canali e-commerce. E lavorare per conoscere il cliente. Una volta lo faceva il bottegaio di persona, oggi si usano i big data e i social, ma il concetto è lo stesso. Il consumatore acquista d’impulso. E tu devi essere subito pronto, con la proposta giusta” secondo Resca.

Fronte comune tra sigle associative “A livello associativo, il confronto con Confimprese è importante” ha ragionato in conclusione il presidente di Atri, Stefano Gardini. “L’ultimo anno ha confermato una volta di più come sia indispensabile l’unità di intenti e la maggiore integrazione possibile fra sigle associative, specialmente quando occorre rapportarsi alla politica” ha aggiunto. Quanto al travel retail, la ripresa del business è legata a doppio filo alla ripresa del turismo. La velocità delle vaccinazioni e l’apertura di corridoi aerei “safe” sono condizioni indispensabili, almeno per guardare con fiducia all’estate. Mentre, sul fronte della macchina burocratica, non sarebbe male se il sistema approfittasse del momento per svecchiare alcune rigidità, come ad esempio i bandi di gara per la concessione degli spazi retail negli scali. Un meccanismo lento, che non tiene conto di un dato di fatto: i ricavi retail non sono più ancillari per il business di aeroporti e stazioni, ma ricoprono un ruolo sempre più centrale. A.L.



Focus Travel

VETTORI ALLA CARICA

per un’altra estate leisure di Adriano Lovera

Le compagnie low cost pianificano a tutto spiano sugli scali italiani. Ma con il corto-medio raggio e il turista basso-spendente, il tourism shopping è ancora in affanno. Speranze, però, per gli americani

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tando almeno agli annunci, i vettori si aspettano un enorme rimbalzo per l’estate alle porte. Specialmente le compagnie low cost. Portatrici, per loro natura, di un turismo domestico, al massimo concentrato entro i confini europei. Da Ryanair alle sue concorrenti dirette, tutte in queste settimane hanno presentato un “operativo voli” extra large, per quanto riguarda i collegamenti interni al nostro Paese e con il resto d’Europa. “Siamo estremamente fiduciosi per l’estate” ha affermato di recente Eddie Wilson, ceo della compagnia irlandese, intervenuto in diverse conferenze stampa organizzate con altrettanti scali regionali italiani. Molti dei quali, in fondo, sopravvivono grazie alla presenza di Ryanair nell’alta stagione. Certo, non mancano le note positive sul fronte extra continentale. Ma sarà una goccia nel mare. Poca roba per risollevare i conti dei duty free e sostenere il travel shopping.

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Tanta Sardegna e Mediterraneo nella summer 2021 Quest’anno Ryanair dichiara 3 miliardi di euro di investimenti sull’Italia e l’apertura di 100 nuove rotte. Ha potenziato Orio al Serio, con la novità Belfast, e Genova, con l’ingresso di Malta. Ha investito su Palermo, con 40 rotte in totale, dove accanto ai consueti Londra e Bergamo, arrivano Alghero, Cagliari, Cuneo, Leopoli, Rimini e Siviglia. Più tratte anche da e per Torino, dove l’estate prevede 19 rotte e le new entry Creta, Corfù, Palma di Maiorca e Pescara. E poi ancora Bari, Lamezia e Crotone, Treviso, Napoli. Tutti scali in cui il vettore ha aumentato la presenza. Gli sforzi coinvolgono anche gli scali maggiori. Investendo 200 milioni di euro, ecco due nuovi aerei (per un totale di 7) basati a Milano Malpensa, dove sono arrivate le novità

di Corfù, Santorini, Zante e Barcellona. Gli irlandesi vanno a fare concorrenza diretta in casa di easyJet, che sullo scalo varesino hanno basati più di 20 aerei. La compagnia dalla livrea arancione, intanto, non sta a guardare e inaugura i voli anche da Linate, come Catania e Palermo, e aprono rotte come il collegamento di Olbia con Torino, Verona e Bari. Su Milano Linate, vanno segnalate anche le manovre della spagnola Volotea, che apre verso Catania, Lampedusa e Pantelleria, e intanto piazza una nuova base a Olbia. La Sardegna è nel mirino di tante compagnie. Come ad esempio Wizz Air, che ha pianificato quattro nuove rotte da e per Olbia. Che cosa mostra questo quadro? Proprio come l’anno scorso, anche l’estate 2021 sarà una stagione fatta in gran parte di turismo di prossimità, e molto poco di lungo raggio, quello che porta i top spender mondiali nelle vie dello shopping, negli outlet e nei centri commerciali. “In questa fa-


Stati Uniti in prima fila con i voli “quarantena free” Emirates fa da test per il Travel Pass della Iata

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ra investimenti dei grandi vettori internazionali e voli Covid-tested che sembrano funzionare, qualcosa si muove anche a livello di collegamenti extra continentali. E in prima linea come bacino di provenienza si sono posizionati gli Stati Uniti. Emirates, ad esempio, dal 1 giugno fa ripartire la tratta Milano-New York, con tre frequenze settimanali, come prosecuzione del volo Dubai-Milano. E sempre dall’emirato, è passato da tre a quattro frequenze settimanali del volo su Roma Fiumicino. Emirates, pur essendo tutt’altro che una low cost, sta praticando prezzi abbordabili e applica una politica di cancellazione iper flessibile, con possibilità di “cambio data” ed estensione della validità del biglietto fino a 2 anni. Inoltre il vettore ha un ruolo cruciale, perché sta testando Travel Pass, l’applicazione ufficiale sviluppata dalla Iata, che dovrebbe contenere le informazioni relative alla negatività o allo status di vaccinato dei passeggeri. Una sorta di passaporto sanitario internazionale, che dovrebbe essere accettato in tutti gli scali. Il primo utilizzo è avvenuto sul Dubai-Barcellona del 15 aprile. L’altra grande novità riguarda i voli “Covid tested” da e per gli Usa, che evitano al turista l’obbligo di quarantena al loro arrivo, sempre con la necessità di partire con un test negativo ed effettuarne un altro in aeroporto. Ormai questi voli, da semplice test partito a fine 2020, stanno diventando strutturali. American Airlines, con questa modalità, ha riattivato dal 4 aprile il servizio giornaliero New York-Malpensa e dall’8 maggio il tri-settimanale su Roma. Allo stesso modo, la collaborazione tra Alitalia e Delta Air Lines permette ai viaggiatori l’opportunità di raggiungere l’Italia dagli Stati Uniti senza obbligo di quarantena grazie ai voli “Covid tested”, operati in codeshare, New York - Roma (Alitalia) e Atlanta – Roma (Delta). Su questo punto, va ricordato come lo scalo di Roma Fiumicino sia uno dei pochissimi al mondo ad aver ottenuto la valutazione massima di cinque stelle da Skytrax sui protocolli sanitari anti-Covid. E sta arrivando anche Neos (gruppo Alpitour). “La fase sperimentale di questi voli ha dimostrato che il modello Covid-Tested è valido” ha detto l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone. Obiettivo di Adr, espresso in Commissione Trasporti alla Camera, è attivare uno schema più esteso di protocolli di viaggio basati sui controlli pre-partenza, da poter applicare su tratte strategiche considerate ormai a basso rischio dal punto di vista sanitario, come Canada e Giappone oltre agli Usa.

C’È ANCHE IL FRECCIAROSSA COVID-TESTED

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nche i treni sperimentano la formula “Covid tested”. Dal 16, Trenitalia ha dato vita ai Frecciarossa su cui è consentito l’accesso ai soli passeggeri negativi al Covid-19. Si tratta di una coppia di treni giornalieri, sulla tratta Roma-Milano senza fermate (partenza 8.50 da Roma Termini per Milano Centrale a alle 18 da Milano). Per poter salire a bordo occorre presentare una certificazione di un tampone molecolare o antigenico rapido negativo, effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza. Oppure è possibile effettuare gratuitamente il tampone il giorno della partenza, presso i centri della Croce Rossa in prossimità delle stazioni di Termini e Centrale.

Pronti a viaggiatori allergici agli assembramenti

Con l’avanzare delle vaccinazioni, è evidente comunque che i flussi turistici sono destinati a tornare. Che sia verso fine anno, nel 2022 o anche l’anno successivo, l’Italia resta una meta ambita. “Il tema, però, è che il mondo del commercio e del retail si troverà di fronte a un turista che non sarà più lo stesso e che si muoverà su direttrici alternative” ragiona Alberto Corti, responsabile della sezione Turismo di Confcommercio. “In primo luogo, chi viaggia cercherà di non ammassarsi in outlet e centri commerciali, perché se l’abbondanza di persoAlberto Corti, ne prima poteva addirittura essere responsabile della un elemento di richiamo, ora rapprese i nostri clienti prediligosezione Turismo senta un freno. E nessun negozio può no i voli nazionali, da qui la di Confcommercio reggere solo con lo shopping su appuntamento, perché si raccoglie un decisione di offrire loro annumero di persone così basso da non cocora più frequenze per viaggiare in Italia nei prire neanche i costi”. Un pezzetto di somesi estivi” ha spiegato Lorenzo Lagorio, luzione ci sarebbe. Non utile per restituire country manager di easyJet per l’Italia. E se volumi ai grandi outlet e centri commernon fosse chiaro che questo scenario è desticiali, ma almeno per provare accrescere il nato a restare dominante a lungo, basta sopfatturato di quei brand che hanno una forpesare la mossa di easyJet, che addirittura te presenza nelle città, comprese le piccole. ha già aperto la vendita dei voli per l’estate “I turisti, almeno nel breve, abbandonano 2022. Dal punto di vista economico, i vettori le città affollate a favore di itinerari in luospingono con una politica di prezzo iper agghi più aperti, in centri minori lontani dal gressiva sperando di fare cassa il prima poscaos, dove la prevalenza delle attività comsibile. Poi, se la pandemia dovesse peggiorare merciali è composta da dettaglio puro, di e i voli tornassero ad essere cancellati, i bipiccole medie dimensioni” prosegue Corti glietti godono di politiche di cancellazione di Confcommercio. “Perché non provare a così flessibili da indurre i clienti a non premettere insieme quella miriade di piccoli tendere il rimborso, ma piuttosto a spostapunti vendita? Creare un network territore in avanti la prenotazione. Altrimenti, nel riale che abbia la stessa capacità attrattiva peggiore dei casi, potrebbe sempre esserci il di un grande shopping center”? ¢ ricorso al “voucher”. maggio 2021 | retail food

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Store management

I (nuovi) KPI per il (nuovo) Retail

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KPI (key performance indicator) per uno che ama il retail sono come la palla ovale per chi ama il rugby. In sostanza sono ciò che la squadra si “passa” per andare in meta. Come non ci sono altri modi per fare meta senza palla così non esiste la possibilità di gestire bene il retail se non ci passiamo le informazioni giuste; le stesse servono per intraprendere le azioni giuste e, at the end, per andare in meta cioè vendere in modo efficiente e redditizio. Non vi annoio con indici che chi legge conosce perfettamente ma vorrei fermarmi su due elementi che invece mi torneranno utili quando sbirceremo il futuro prossimo. Primo spunto. I KPI oggi più comuni nascono da un contesto specifico ed un obiettivo di mappatura specifico. Il contesto in cui sono nati era chiaro: un cliente consumista (baby boomer) che andava in negozio per un principio di soddisfacimento chiaro del proprio bisogno: acquistare. Il Retail, ricordiamolo, inizia a crescere come presenza e “concetto” con l’aumento della ricchezza degli anni ‘70/’80 quando il cliente si affaccia agli agi e vuole, semplicemente, comprare cose. Consumismo. Avere il frigo e l’armadio pieno era una soddisfazione di per sé. I KPI si creano come conseguenza manageriale di questo modello; andava verificata l’efficienza di vendita e quindi il famigerato clienti/persone entrate e fatturato/clienti. Secondo spunto. L’intera catena di comando nelle reti retail che si andavano creando aveva bisogno di sintesi, di capire immediatamente su quali negozi agire per migliorare e su quali aspetti del negozio concentrarsi. Le analisi dei KPI, quindi, di-

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retail food | maggio 2021

ventano lo strumento madre di gestione delle aziende che su questo approccio hanno costruito centinaia di retail managers. Ricordo i miei lunedì mattina a raffrontare le medie di 100 negozi in giro per il mondo per capire che telefonate avrei dovuto fare nei due giorni successivi. Tutto bene, se non fosse che un giorno qualunque cambia tutto per tutti, in un lampo traumatico. Puff! La validità di questo approccio globale e condiviso diventa parziale, quasi fastidiosamente inutile. In un lampo “virale”, infatti, tutti vediamo in faccia un cambiamento forte che abbiamo (nessuno escluso) ignorato credo per inerzia, pigrizia organizzativa la definirei. Cambia il cliente che ora è più giovane e non è interessato ad avere l’armadio pieno. “Comprare meno e comprare meglio” potremmo dire. Cambia l’approccio sociologico al consumo. Il cliente diventa content hunter e socialmente responsabile. Una rivoluzione. “Compro solo se mi fa stare bene!” Rivoluzione tecnologica ed accessibilità all’acquisto sempre e ovunque. “Compro dove, cosa e quando voglio”. E quindi se cambia il modello retail i KPI rimangono gli stessi? Beh, ovviamente e purtroppo, no. Ora atto creativo: ipotizziamo un modello nuovo e cerchiamo di capire i nuovi KPI ed il nuovo retail management. Mi pare evidente che lo store management non può più analizzare unicamente ciò che succede da quando una persona entra a quando esce. Se ipotizziamo che invece ci sia la base

per una relazione di marca continua fra una comunità di clienti e negozio che inizia prima della visita e continua dopo la visita beh, allora la questione cambia in modo forte. Sono uguali due negozi che hanno 23% di conversione e 232 euro di scontrino medio? Se uno pubblica 3 post a settimana e manda 146 WhatsApp di follow up e l’altro zero? Se uno ha una fidelizzazione del 12% e l’altro del 42%? Se uno ha un tasso di aperture delle mail del 2% l’altro del 32%? Ovviamente no. Si apre dunque, a mio avviso, una stagione di modellazione delle attività dentro lo store che porterà alla sua misurazione e comparazione e poi, in ultimo, alle politiche aziendali di indirizzo delle attività. Oggi molte aziende retail non danno indicazioni su come impostare il lavoro di drive to store (pre sales) e clienteling (post sales e re-sales) semplicemente perché non c’è know how consolidato. È come se alla nostra squadra di rugby chiedessimo di giocare a calcio, magari con la palla ovale. Ci può provare ma forse dovremmo cambiare schemi ed allenamenti. Concludo, i KPI sono la più potente arma organizzativa che abbiamo. Dobbiamo fermarci un attimo e capire se sono attuali. Chiamare lo store manager per sgridarlo di una vendita/metro quadro bassa ha senso se lui poi vende via WhatsApp passando dal sito dell’azienda? Ad astra per aspera mie cari retail addicted. Francesco Aimi, Founder Tertium


Nuovi trend

IWG ACQUISTA I CO-WO COPERNICO

Food al centro dell’offerta

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l gruppo IWG, colosso degli spazi flessibili già presente in Italia con Regus, Spaces e Signature, ha da poco concluso l’acquisizione di Copernico. Un’operazione strategica, che mostra l’attenzione dei grandi operatori al mondo del coworking italiano, specialmente per quanto riguarda la presenza nelle città principali. “Con l’ingresso di Copernico nel nostro portfolio, oggi siamo in grado di soddisfare pressoché qualsiasi esigenza, in termini di qualità e ubicazione. In totale sono più di 84 i business center di IWG in Italia, per un totale di oltre 227.000 metri quadrati di superficie a uso uffici” ha spiegato Mauro Mordini, country manager per il nostro Paese di IWG, in un colloquio con Retail&Food. Nel network entrano ora 14 spazi di coworking e uffici distribuiti a Milano, Bologna, Torino, Cagliari, Varese e Trieste, che continueranno ad operare con il marchio Copernico-Iwg. Gli investimenti in questo segmento sono un segno evidente del lavoro che cambia: sempre più un misto tra home working e flex working. Anche queste dinamiche hanno un effetto sul mondo del retail e della ristorazione. Da un lato, ci sono centri commerciali che stanno riconvertendo spazi inutilizzati in aree per il lavoro condiviso. Inoltre, anche l’offerta di ristorazione all’interno dei quartieri e attorno ai building per smart working deve adeguarsi e seguire il tipo di clientela. Ma c’è un terzo aspet-

Mauro Mordini, country manager per l’Italia di IWG to, perché le realtà più moderne e organizzate prevedono all’interno un’offerta food. Ed è proprio il caso di Copernico.

Lo sviluppo del brand “me.nu”

La società, infatti, ha un brand proprietario dedicato alla ristorazione, me.nu, che si occupa del servizio per ora all’interno di 4 uffici a Milano. Ed è molto più di un semplice bar posto all’interno della zona di lavoro. “Dopo l’acquisizione, i nuovi spazi continueranno a operare con il marchio Copernico e anche il food brand manterrà la sua identità. Si tratta di un servizio imprescindibile che rende completa l’offerta pensata per i clienti” ha aggiunto Mordini di Iwg. In primo luogo, al bancone “Bancopernico”, si possono prendere cibi e bevande da mattina a sera per colazione, coffee break, pranzo, cocktail e aperitivo. Si può consumare ai tavolini presenti all’interno o anche chiedere che il personale porti il pasto alla propria scrivania. Ma soprattutto, Me.nu dispone di un servizio delivery con cui ordinare un pranzo completo, con piatti preparati da ristoranti partner, da far recapitare per colazione o pranzo, sia in un ufficio Copernico, ma eventualmente anche in un altro luogo di lavoro. A patto che la prenotazione sia fatta da un cliente Copernico. E se si usano le salette Copernico per incontri di lavoro formali, c’è anche la possibilità di ordinare un catering. Per ora, tutto questo è possibile solo a Milano.

Sempre più clientela privata

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econdo una ricerca realizzata da DAStU-Politecnico di Milano, il 51% degli spazi coworking in Italia si concentra nelle aree urbane. In Italia se ne contano 779, il 60% dei quali al Nord con il primato per Milano, che ne ospita 119. Ma negli ultimi anni la diffusione cresce anche nelle zone periferiche. Il Covid ha modificato la clientela di questi spazi, secondo invece una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha interpellato 87 responsabili degli spazi in 127 città. Il 57% di loro ha perso clienti nel 2020, ma nel contempo sono aumentate le richieste del 35% provenienti da abitanti del quartiere in cui si trova il cowo. E infatti, il 37% del campione dichiara ormai di avere tra i clienti stabili dipendenti che sono in home working, ma preferiscono comunque lavorare in un ambiente diverso dall’abitazione. “In futuro, la presenza di un’offerta food non potrà mancare in nessuna location. È un asset fondamentale nel nostro format e certamente evolverà parallelamente all’evolvere degli uffici” dice ancora il country manager. Come si caratterizzerà l’offerta? “A fianco della varietà, ciò che sicuramente non mancherà saranno le opzioni healthy e in generale l’attenzione alla salute e al benessere, in linea con un più ampio progetto di sostenibilità dei nostri centri”. A.L. maggio 2021 | retail food

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r&f Netcomm

di Roberto Liscia Presidente Netcomm www.consorzionetcomm.it

Verso un futuro più interconnesso e sostenibile: gli scenari e i trend evolutivi dell’eCommerce

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o scenario del retail ha subito negli ultimi anni una profonda evoluzione generata sia dalle opportunità offerte dalla trasformazione tecnologica, sia da un cambiamento delle richieste dei consumatori che sono diventati più consapevoli ed esigenti nell’esperienza d’acquisto. Questa evoluzione, innescata e abilitata dal digitale, ha scardinato e ricomposto con nuove logiche gli elementi della catena del valore della distribuzione, dando vita a nuovi modelli di business, nuovi servizi e nuove modalità di relazione tra l’azienda e i propri clienti. Il Covid-19 ha indubbiamente accelerato i ritmi del cambiamento degli scenari di mercato e di acquisto, rendendo l’eCommerce un canale di vendita essenziale per il reperimento di beni e prodotti e affermando definitivamente la sua rilevanza anche in un paese come l’Italia dove era meno radicato e diffuso rispetto ad altri contesti esteri. Secondo una recente ricerca di Netcomm condotta da The European House-Ambrosetti, anche in Italia l’eCommerce può essere considerato come una vera rete del valore, un distretto del digitale che coinvolge ampiamente sia le aziende che vendono online sia le realtà che forniscono servizi alla filiera - quali tecnologie, pagamenti, logistica e marketing - con un impatto importante su aziende, occupazione e fatturato. Nel 2020 il retail digitale in Italia ha prodotto ricavi per circa 58,6 miliardi di euro e si è posizionata al terzo posto tra le 99 attività economiche per incidenza sul fatturato del settore privato nel 2019, con un peso del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane. Oggi la filiera dell’eCommerce e del digital retail coinvolge 678mila imprese e oltre 290mila lavoratori tra venditori, piattaforme online e operatori di servizi; tale dato è destinato a crescere velocemente, sia per l’orientamento dell’ecosistema economico verso i canali digitali, sia per l’importante sviluppo

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che sta caratterizzando le imprese già all’interno di questa rete del valore. Le quali, già cogliendo gli strumenti offerti dalla digitalizzazione e dall’omnicanalità, hanno saputo reagire prontamente fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, tanto che durante il lockdown di marzo e aprile il 50% dei merchant e brand owner ha visto crescere il proprio fatturato da vendita online di oltre il 100%. In questo contesto, la possibilità di dialogare a distanza e di ricevere prodotti e servizi altrimenti irreperibili, oltre ad essere stata una necessità, è divenuta una modalità sempre più familiare e apprezzata da parte dei consumatori italiani, tanto che questi ultimi hanno dichiarato di voler continuare ad utilizzare abitualmente i canali digitali anche quando l’emergenza sanitaria sarà terminata. Ad oggi sono circa 27,2 milioni i consumatori che dichiarano di aver effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 12 mesi e, secondo una ricerca realizzata da Netcomm a ottobre 2020, il 53% dei consumatori digitali italiani vorrebbe che i negozi tradizionali di quartiere sfruttassero questo momento per cambiare in maniera permanente, adottando nuove forme di vendita

e di dialogo, procedendo all’integrazione dei canali digitali e fisici e proponendo forme di pagamento sempre più digitali a scapito del contante. La sfida da parte dei consumatori e dell’ecosistema è stata lanciata: le imprese che saranno più flessibili, adattive, che non si lasceranno sfuggire le opportunità delle vie aperte dal digitale, ma anche quelle che saranno in grado di mantenere costanti le proprie evoluzioni in termini di strumenti, servizi, personalizzazione dell’offerta e formazione - dell’attuale forza lavoro e di quella del futuro -, sapranno competere sui principali mercati potenziando la propria rete di vendita e valorizzando la propria brand reputation. Di questi e di molti altri temi legati al cambio di passo che il mercato del digitale ha subito e della trasformazione che sta vivendo l’intera rete del valore si parlerà alla seconda edizione interamente digitale di Netcomm Forum 2021 (diretta streaming il 12 e 13 maggio), l’evento di riferimento per il retail digitale italiano, che in quindici anni ha accompagnato lo sviluppo del commercio elettronico e della trasformazione digitale. ¢



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L’Infografica maggio 2021 | retail food

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f Servizi e Fornitori News IL NUOVO ANTI TACCHEGGIO DI CHECKPOINT SYSTEMS

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heckpoint Systems accompagna la riapertura dei centri commerciali e dei negozi con una nuova gamma di antenne antitaccheggio. Con le soluzioni NEO l’azienda promette capacità di rilevamento e connettività ottimizzate, anche per le etichette di dimensioni più ridotte, in grado di migliorare le performance di vendita. Tutta la connettività è wireless e Bluetooth integrata, così da liberare il negoziante dalla necessità del cablaggio a pavimento. Le antenne si collegano direttamente alla rete del negozio, ai dispositivi mobili e alla piattaforma SaaS Cloud di Checkpoint, abilitando un controllo remoto in tempo reale. Tutti i dati provenienti dalle antenne vengono sincronizzati sul cloud, con la possibilità quindi di accedere alle informazioni utili in qualsiasi momento. La portata standard del rilevamento è aumentata e ora le antenne possono essere posizionate fino a 2,7 metri di distanza l’una dall’altra.

COMPASS FA CONCORRENZA A KLARNA IN NEGOZIO

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ompass, società di credito al consumo del gruppo Mediobanca, ha lanciato Pagolight, un servizio di “buy now pay later” dedicati ai negozi convenzionati. Il consumatore può suddividere le spese comprese tra 60 euro e 3.000 euro in quote mensili (da 3 a un massimo di 12) che verranno addebitate automaticamente sul conto corrente, senza interessi o commissioni. Dunque, non si tratta in alcun modo di prestiti. “Una soluzione conveniente che privilegia la semplicità e la velocità del pagamento, grazie a un iter completamente digitale per l’erogazione immediata del credito e con una dilazione personalizzabile sulla base delle esigenze del cliente” spiega una nota della società. di credito al consumo del gruppo Mediobanca. Pagolight è di fatto uno smartpos evoluto, che si avvale di una applicazione proprietaria e che consente in pochi minuti, attraverso una carta di pagamento e la tessera sanitaria, di offrire credito su piccoli importi. “Il credito al consumo nel 2020 ha subito il forte impatto dell’emergenza, che ha causato il blocco dei consumi” ha commentato Francesco Caso, direttore generale di Compass. “La situazione attuale richiede nuovi strumenti di credito per agevolare gli acquisti supportando la ripresa economica”.

IDEASFERA E KIMBE INSIEME PER SERVIZI A 360 GRADI

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rende il via l’accordo tra Ideasfera e Kimbe, per offrire a centri commerciali e negozi un ventaglio di servizi integrati. Ideasfera è una società leader nella gestione di sistemi di Crm e nello sviluppo di strategie di promotion marketing. Kimbe, invece, si occupa di organizzare eventi per centri commerciali e Gdo, sia come puro entertainment (attrazioni, kids play area, ricorrenze) sia per progetti che coinvolgono soggetti vari, dalle scuole alle associazioni. “Questa nuova collaborazione è l’opportunità perfetta per garantire al cliente un interlocutore unico e assicurargli un duplice vantaggio: avvalersi di un servizio di qualità e raggiungere un’economia di scala” ha commentato Lorenzo Rizzi, founder e account manager di Ideasfera. “Per presidiare un nuovo settore, come quello degli eventi, ci sono due possibilità: strutturarsi e allocare risorse specifiche o individuare un partner e iniziare un percorso assieme” ha aggiunto Marco Barbagli, managing director di Ideasfera. “ La mia conoscenza diretta con Sergio Ravanelli, amministratore delegato di Kimbe, ha fatto sì che la scelta ricadesse su di loro”.

DA IMECON I NUOVI CLEANIUM THERMOSCAN

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mecon, azienda italiana parte di Voilàp Holding, presenta Cleanium Thermoscan, la soluzione all-in-one per l’igienizzazione delle mani e il controllo ad infrarossi della temperatura. La colonnina, ideata e costruita in Italia, è un prodotto che integra insieme un thermoscanner automatico e un erogatore di gel igienizzante contactless. Il sistema di ricarica, isolato dall’ambiente esterno con serbatoio in vetro, permette l’erogazione di più di 3 litri di gel con una sola ricarica. “Cleanium Thermoscan è una soluzione professionale studiata per la sicurezza delle persone in ambienti pubblici e privati” ha spiegato il ceo di Imecon, Fabio Vairani. “Dalla ristorazione ai punti vendita retail, fino agli uffici pubblici della PA, la versione Thermoscan rappresenta un elemento essenziale per una adeguata prevenzione sanitaria nell’emergenza che stiamo ancora oggi vivendo”.

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I NUOVI PROIETTORI EPSON ANCHE PER IL VISUAL MERCHANDISING

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pson amplia la gamma di videoproiettori con la serie EB-L700, che comprende nuovi modelli laser 3 Lcd compatti e ad alta luminosità. Con questa nuova linea, l’azienda giapponese offre videoproiettori laser a basso costo, in nuove categorie di luminosità (tra 5.200 e 7.000 lumen), eliminando problemi quali la sostituzione delle lampade e gli schermi piatti, ingombranti e poco flessibili. Disponibile a partire da giugno, la nuova serie EB-L700 è dotata di opzioni di connettività di ultima generazione, tra cui il supporto del segnale 4K, wireless 5GHz di livello enterprise, Miracast aggiornato e supporto per il nuovo sistema di presentazione wireless di Epson. L’installazione è più semplice grazie all’ampio zoom e allo scorrimento della lente, HDBaseT e flessibilità di posizionamento a 360 gradi. I nuovi modelli hanno un design compatto, minimalista e discreto che si adatta perfettamente a qualsiasi ambiente e offrono immagini nitide e realistiche per applicazioni estese, quali showroom aziendali, visual merchandising per il retail, musei e luoghi di intrattenimento.

DA SDS LE NUOVE POLIBOX E POLIBOXBAG 100% MADE IN ITALY

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n risposta ad uno scenario mutato a livello globale anche nella consumazione dei pasti nella ristorazione, SDS si distingue grazie alla sua nuova linea di borse e zaini isotermici POLIBOXBAG. Mai come in questo momento il food delivery ha visto crescere i suoi clienti ed ha rappresentato per molti ristoratori una soluzione ed un’opportunità. Proprio in tema di qualità e sicurezza alimentare una novità prossima al lancio è l’innovativo sistema SAFELIVERY. POLIBOX SAFELIVERY è un contenitore isotermico dotato di “Smart Lock”. Si potrà così garantire elevati livelli di sicurezza igienico-alimentare durante le fasi di distribuzione in quanto il contenitore potrà essere aperto solo tramite codice comunicato esclusivamente al cliente finale. Innovazione, sicurezza, qualità però non possono prescindere dalla scelta di SDS per la sostenibilità e l’ambiente, per questa ragione nei prossimi mesi SDS presenterà POLIBOX OCEAN nuovi box in polipropilene espanso e materiale riciclato derivante dalle reti di pesca dell’industria ittica. POLIBOX OCEAN ha proprietà fisiche e prestazioni identiche ad altri POLIBOX, ma con un risparmio sulle emissioni di CO2 di almeno un 7%. SDS con POLIBOX da sempre pone attenzione su una filiera produttiva controllata rigorosamente Made in Italy nel pieno rispetto dei sistemi di certificazione di prodotto del TUV.

M-CUBE PER IL PRIMO CONCEPT STORE ITALIANO DI LENOVO

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-Cube, gruppo italiano leader nella digitalizzazione dei punti vendita, ha curato l’installazione dei Led presso Spazio Lenovo, il primo concept-store europeo del noto brand informatico, inaugurato a Milano. Si tratta di una superficie di 800 mq distribuiti su due livelli, un’eco-sistema esperienziale, culturale e sociale dedicato all’innovazione. M-Cube si è occupata di realizzare un’esperienza visiva d’impatto che non solo comunichi il prodotto ma trasmetta anche il carattere fortemente innovativo del brand, allo scopo di interagire con il cliente dall’esterno per condurlo all’interno. È stato installato un primo LED Wall 4000x4000 rivolto verso l’ampia area espositiva del piano terra e ben visibile dall’esterno e un secondo LED Wall a colonna (4000x500) posto tra le scale e l’ascensore. Al secondo piano, un altro LED Wall 4000x2500 accompagnato da due schermi da 98 pollici pensati per lo showcase dei prodotti. “Il progetto realizzato per Spazio Lenovo” afferma Leonardo Comelli, Chief Marketing Officer di M-Cube, “ha dimostrato l’adeguatezza delle nostre soluzioni digitali in contesti in cui si vuole ricreare un ambiente dinamico, caldo e accogliente, per creare quel legame emozionale tra il consumatore e il suo brand”.

GODADDY STILA LE REGOLE PER RIPARTIRE DI SLANCIO

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on il piano di riaperture del Governo, anche la ristorazione torna a vedere la luce. GoDaddy, società che fornisce soluzioni a 360 gradi per il business on line, ha stilato una serie di regole imprescindibili per i ristoratori che si apprestano a riaprire. In primo luogo, avvisare i clienti. Basta una piccola campagna marketing, via mail o Whatsapp, per contattare i clienti che anche solo una volta, magari ordinando un delivery, abbiano lasciato un contatto. Oltre a questo, utilizzare subito i canali social più battuti, Facebook e Instagram, con un post accattivante. Per chi non l’avesse già fatto, indispensabile compilare una propria scheda per farsi trovare con Google Maps. Un piccolo investimento andrebbe fatto per farsi trovare tra i primi risultati nelle ricerche in Rete, magari sfruttando Google Search Ads. Poi, procedere alla creazione dei menù digitali, anche grazie al Qr Code, e infine ampliare i servizi del proprio Pos affinché accetti la più vasta gamma possibile di strumenti, non solo carte ma tutto ciò che è contactless.

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World Travel Retail TRAVEL PASS, SCATTO IN AVANTI DI IATA

CANADA – Tra i vari sistemi di certificazione sanitaria elettronica, da utilizzare in aeroporto, il Travel Pass della Iata si pone senza dubbio come quello più avanzato e pronto a diventare uno standard. Emirates è stata la prima a testarlo ufficialmente, sul volo Dubai-Barcellona. Sono seguite Etihad, che lo ha già adottato per le tratte fra Abu Dhabi e il Nord America, Swiss (gruppo Lufthansa) che lo sperimenta sulla tratta Zurigo-Londra. E tra i vettori che hanno ottenuto l’accreditamento c’è anche Neos (gruppo Alpitour) che ha in mente di sfruttare Travel Pass per i viaggi leisure sulle Canarie.

primo negozio tradizionale, che riesce a essere aperto h24, anche in assenza di personale, grazie alla tecnologia Just Walk Out fornita da Amazon.

LAGARDÈRE RIAPRE CON LA “BOLLA” IN OCEANIA

WELLINGTON – Lagardère Travel Retail ha festeggiato la riapertura dei suoi negozi negli scali della Nuova Zelanda, un risultato possibile grazie alla “bolla sanitaria” che ha permesso la ripresa dei voli fra l’arcipelago e l’Australia. Si tratta di circa 40 negozi, sparsi in 8 aeroporti, che espongono vari brand come Aelia Duty Free, Relay, TikiTour, Whittaker’s, All Blacks, MAC e Tech2Go. Tutti gli store erano chiusi ininterrottamente dall’aprile 2020.

GUANGZHOU È LO SCALO CON PIÙ PASSEGGERI NEL 2020

GINEVRA – L’associazione mondiale ACI (Airports Council International) ha pubblicato i dati di traffico preliminari relativi al 2020. Lo scalo con il maggior numero di passeggero è stato quello cinese di Guangzhou (Canton), il Bai Yun International, con 43.8 milioni. Nella top ten si trovano sette scali cinesi e tre americani. Per il solo segmento del traffico internazionale, vince Dubai con 25,8 milioni. Per fare un raffronto con il 2019, lo scalo americano di Atlanta era in vetta con la bellezza di 110 milioni di passeggeri.

BUSINESS TRAVEL: ALMENO UN TERZO DEI VOLUMI A RISCHIO

DOPPIO COLPO PER HUDSON NEGLI SCALI USA

USA – Due novità di rilievo per Hudson, parte del gruppo Dufry. Nello scalo di Myrtle Beach, in Carolina del Sud, e presto anche a Chicago e San Josè, ha installato la prima postazione completamente automatica, che propone una grande varietà di prodotti: shaving, occhialeria, elettronica, giochi e altri accessori. Al Love Field International Airport di Dallas, invece, ha inaugurato il

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GRAN BRETAGNA – Solo un terzo dei “frequent flyer” del segmento business, in Europa, prevede di riprendere la stessa frequenza dei viaggi d’affari dopo la pandemia. Gli altri ne effettueranno meno, sostituendo gli incontri non necessari con le più pratiche “zoom call”. È quanto emerge da un sondaggio di YouGov, che ha interpellato circa 1.500 manager europei. Sul teme, recentemente, si è espresso anche Bill Gates, secondo il quale il 50% del business travel pre-Covid non sarà mai più recuperato dall’industria aerea.

PERNOD RICARD APRE IL PRIMO STORE IN AEROPORTO

IRLANDA – Pr Gtr, la divisione travel retail di Pernod Ricard, ha inaugurato il suo primo store al terminal 2 dello scalo internazionale di Dublino, insieme all’operatore Aer Rianta International. Il brand scelto per l’apertura è Jameson TasteHouse, famoso whisky del gruppo, e il format è caratterizzato da un mix tra elementi tradizionali,

JFK, IN STAND-BY L’AMPLIAMENTO DEL TERMINAL 4

USA – Annunciato l’anno scorso in pompa magna, con un investimento di quasi quattro miliardi di dollari, al momento è in stand by il progetto di espansione del Terminal 4 dell’aeroporto di New York Jfk. Lo ha affermato il ceo della società che gestisce il T4, Roel Huinink, senza specificare se il progetto sia accantonato del tutto o solo rimandato. La pandemia ha comportato un drastico calo del traffico e, nei prossimi mesi, “sarà anche necessario rivedere i contratti con i brand attualmente presenti” ha aggiunto il manager. come le botti di legno in vista, e grandi wall-display e opere d’arte dell’artista locale James Ear-

ley. Sono previsti anche eventi live, come show sulla preparazione dei cocktail.


duty free world |

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

Europe: from the frying pan into the fire Europa: dalla padella alla brace DAL 2022 TORNANO I TRENI NOTTE EUROPEI

OLANDA – Parte dalla cooperativa olandese European Sleeper il progetto di ridare vita ai viaggi in treno notturni tra le capitali europee. Il consorzio ha annunciato che, dall’aprile del 2022, sarà attivo un servizio ferroviario che collegherà Bruxelles e Praga, passando per Amsterdam, Berlino e Dresda. Ma Elmer van Buuren, uno dei co-fondatori, si è spinto ancora più in là: “Stiamo già pensando anche a un collegamento sotto la Manica fra Londra e il continente, perché a dispetto della Brexit, gli interscambi tra i due territori, sia leisure sia business, sono importantissimi”. Partner del progetto è l’operatore ferroviario ceco, RegioJet.

HARDING RETAIL RIPARTE, MAXI ACCORDO CON CARNIVAL UK

GRAN BRETAGNA - Arrivano buone notizie per Harding Retail, il secondo operatore mondiale nella gestione di spazi commerciali nelle navi da crociera, che a febbraio negli Usa aveva richiesto il concordato preventivo assistito da Kpmg. Nel Regno Unito ha siglato un accordo di 5 anni per gestire gli spazi sulle navi P&O Cruises e Cunard, entrambi del gruppo Carnival. Tra i frutti dell’accordo, arriverà il primo negozio su una nave da crociera di Mulberry, brand inglese di abbigliamento in pelle di fascia alta.

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hile all eyes seem be fixed on China’s booming offshore duty-free market of Hainan, travel retailers in Europe continue to suffer catastrophically because the aviation business has gone from very bad last year, to worse in the first quarter of 2021. Optimists were hoping that vaccine rollouts would lead to an improving travel picture. Not yet. ACI Europe’s latest data show that Q1 passenger traffic in EU/EEA/ Swiss and UK airports decreased by 88% – with a progressively worse performance from January to March. Olivier Jankovec, Director General of ACI Europe, said: “If anything, these figures show not only that the crisis has not receded, but that things have actually got worse for airports since the beginning of the year”. It is not an entirely hopeless scenario, however. As I wrote last year in this column, the recovery of domestic aviation would spearhead travel retail’s recovery. And the evidence for that is becoming clearer. Internal travel in the US has allowed traffic levels to regularly exceed 1.5 million passengers a day in April, whereas in the same month in 2020, reaching 100,000 on any given day was considered good! The rising tide of US domestic travellers has allowed convenience retailers like Dufry-owned Hudson, and Paradies Lagardère, to reopen more of their landside units and recover some income. In Europe the situation is similar. ACI Europe’s Q1 data show that the top five best-performing airports for traffic are all Russian and Turkish. Istanbul Airport (-64%) was the busiest airport in the region, followed by Moscow Domodedovo (-18%), Moscow Sheremetyevo (-60%), Istanbul Sabiha Gokcen (-48%) and Moscow Vnukovo (-26%). A major reason for these gateways taking the leading positions on the table is the geographical size of their home markets and their domestic aviation networks. They have also benefited from less severe lockdowns and travel restrictions giving travel retailers there – Heinemann and Dufry among them – some much-needed custom. But duty-free sales, which are reliant on international travel, remain minimal and that is a worry. ACI’s Jankovec warned: “Beyond rock bottom traffic, the financial resilience of Europe’s airports is faltering by the day. We desperately need to get the recovery underway this summer and are anxious to see the vaccination rollout finally improving the situation”.

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entre tutti gli occhi sembrano fissati sul fiorente mercato duty-free offshore di Hainan, in Cina, i travel retailer in Europa continuano a soffrire in maniera catastrofica, dal momento che il business dell’aviazione si è mosso da un anno pessimo l’anno scorso, a un andamento se possibile anche peggiore nel primo trimestre del 2021. I più ottimisti speravano che la diffusione dei vaccini avrebbe portato a un quadro decisamente migliore del settore viaggi. Ma non è ancora il momento. Gli ultimi dati di ACI Europe mostrano, per il primo trimestre dell’anno, un calo dell’88% del traffico combinato degli aeroporti europei, più Gran Bretagna e Svizzera. Con una performance addirittura in peggioramento da gennaio a marzo. Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe, ha dichiarato: “Questi dati dimostrano non solo che la crisi non è diminuita, ma che le cose sono addirittura peggiorate per gli aeroporti dall’inizio dell’anno”. Comunque, l’orizzonte non è completamente senza speranza. Come scritto più volte, è inizialmente il traffico aereo nazionale a guidare la ripresa del travel retail. E le prove stanno diventando sempre più chiare. La ripresa dei viaggi domestici negli Stati Uniti ha permesso ai livelli di traffico di superare regolarmente 1,5 milioni di passeggeri al giorno il mese scorso, mentre nello stesso mese del 2020, raggiungere i 100.000 in un giorno era già considerato un buon risultato. La massa crescente di viaggiatori nazionali, negli Stati Uniti, ha consentito ai retailers come Hudson (gruppo Dufry) e Paradies Lagardère di riaprire un buon numero dei loro punti vendita e di recuperare qualche porzione di ricavi. In Europa si sta verificando una situazione simile. I dati del primo trimestre di ACI Europe mostrano come i primi cinque aeroporti, per volumi di traffico, si trovino tutti in Russia e Turchia. Sono l’aeroporto di Istanbul (-64% rispetto allo stesso periodo 2020), seguito da Mosca Domodedovo (-18%), Mosca Sheremetyevo (-60%), Istanbul Sabiha Gokcen (-48%) e Mosca Vnukovo (-26%). Uno dei motivi principali del ruolo di primo piano che hanno assunti questi scali nel ranking, risiede nella dimensione geografica dei loro mercati nazionali e del network. Ma senz’altro i due Paesi hanno beneficiato di un panorama con minori restrizioni sanitarie, che hanno permesso ai travel retalier - Heinemann e Dufry su tutti – di riprendere prima l’attività normale. Ad ogni modo, le vendite duty-free, che sono legate a doppio filo al traffico internazionale, rimangono deboli e questa resta una preoccupazione. Jankovec, di ACI, ha avvertito: “Al di là dei livelli di traffico, il problema è che la tenuta finanziaria degli aeroporti europei vacilla di giorno in giorno. Abbiamo un disperato bisogno di avviare la ripresa entro quest’estate e siamo ansiosi di vedere miglioramenti concreti della situazione grazie ai vaccini”.

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f International News

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

Wechat/Weixin, un fenomeno social in Cina

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eChat/Weixin è l’app di social media e messaggistica più popolare in Cina. A fine settembre 2020, il numero totale degli utenti attivi mensili di questa piattaforma era di oltre 1,2 miliardi. Per questa ragione, essa è ormai vista come un imprescindibile strumento di marketing per raggiungere innumerevoli consumatori. Innanzitutto, riteniamo utile fornire le seguenti precisazioni. Spesso leggiamo erroneamente che Weixin vada intesa come la versione cinese di Wechat. In realtà, le due differenti app dello stesso sviluppatore Tencent (fig.1) fanno riferimento a due gruppi di utenti ben distinti: l’app Weixin è utilizzata dai residenti cinesi che hanno numeri di telefono con prefisso +86, mentre quella di Wechat è la versione internazionale disponibile in tutti gli altri paesi. Pur condividendo parte delle loro funzionalità, le due app utilizzano server differenti al fine di rispettare le particolari regole di mercato del governo cinese e non sono comunicanti, un account dell’una non può avere contatti o sottoscrizioni da parte di utenti dell’altra. Entrambe si presentano come a metà strada tra un sistema di messaggistica e un social network. Infatti, oltre alla possibilità di scambiarsi messaggi di testo o vocali e di fare videochiamate o videoconferenze tra molti utenti, esse hanno le funzionalità di condividere informazioni con i propri contatti (come Facebook), di ricercare i propri amici in prossimità o di fare nuove amicizie facendosi riconoscere agitando il telefono. Inoltre, è possibile trasferire denaro

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da un account ad un altro, effettuare pagamenti attraverso la lettura del QR code, usufruire di sconti e promozioni e aprire account aziendali per promuovere il proprio business e le proprie attività. Da un punto di vista marketing, bisogna sottolineare come vi siano, in termini di interfaccia utente e caratteristiche di quest’ultimo, significative differenze con i social media e le app di messaggistica comunemente utilizzate in Europa. Innanzitutto, uscendo dalla logica delle comunicazioni individuali (o di gruppo), attraverso il proprio account ufficiale, una azienda può inviare post a tutti gli utenti contemporaneamente e aprire negozi virtuali che consentono di ricevere ordini di acquisto, pagamenti e organizzare consegne, migliorando al contempo l’esperienza utente dei clienti e la propria immagine. Al fine di aprire un account ufficiale, generalmente ci si affida ad una agenzia di marketing digitale che segue il processo di sottoscrizione, fornisce consulenza sulla gestione,

informa sulle normative relative alla pubblicità in Cina, nonché sulle caratteristiche dei target e sulle abitudini di lettura dei consumatori. Esiste poi il canale WeChat Live Streaming che permette di pubblicare brevi video e trasmettere in live streaming su Weixin. Al momento però esso accetta solo sottoscrizioni da aziende continentali. Pertanto, solo le aziende con filiali nel continente cinese possono prendere in considerazione il suo utilizzo. Un ultimo aspetto che connota le differenze con ciò che avviene in Europa è quello relativo ai costi, poiché il mercato cinese è molto più grande di quello a cui siamo abituati, il costo delle promozioni sono naturalmente più alti ma esso va rapportato al numero di potenziali clienti target che possono essere raggiunti. Infine, va ricordato che oltre a Weixin ci sono in Cina anche altri canali di promozione online come Weibo (sito di micro blogging), Xiaohongshu (piattaforma social media e-commerce nota anche come Red) e Douyin (nome cinese di Tik Tok).

Logo Wechat

Fig.1: Tencent, lo sviluppatore di Wechat/Weixin.


TACO BELL PORTA A TIMES SQUARE LA “CANTINA” AL 100% AUTOMATICA

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aco Bell ha appena inaugurato il suo nuovo store nel pieno centro di Manhattan, a Times Square, improntato al 100% al format “phygital”. Il nuovo “cantina restaurant” è quasi completamente automatizzato, con intervento limitato del personale. Gli ordini vengono impartiti su diversi schermi touch e dopo poco, tortillas e “Crunchwrap Supremes” sono disponibili in una serie di box chiusi, che si trovano sulla parete opposta. Al bancone, invece, si perfeziona ancora l’ordine delle bevande alcoliche. L’apertura a New York fa parte di una strategia ampia di Taco Bell, che prima della pandemia prevedeva la bellezza di 50 nuovi ristoranti da inaugurare entro il 2022 su tutto il territorio newyorchese. Il progetto ha naturalmente rallentato, ma secondo la società sarà possibile arrivare almeno a 25 nuove aperture già entro la fine del 2021.

ORA IN CALIFORNIA IL TENANT PUÒ PAGARE IN BITCOIN

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a stravaganza arriva dalla California, ma è presentata con molta serietà. Il tenant potrà pagare l’affitto in Bitcoin. Ad affermarlo Rick Caruso, proprietario dell’omonimo gruppo immobiliare che gestisce diversi appartamenti di lusso, alcuni Starbucks e anche mall come il The Grove di Los Angeles e il The Americana at brand a Glendale. Caruso, in un’intervista televisiva, ha detto che inizierà ad accettare pagamenti in criptovaluta, sia dai retailer sia dai turisti in affitto negli appartamenti. E anzi, ha spiegato che il suo gruppo ha anche investito liquidità in criptomoneta, insieme al partner Gemini. “Queste monete non sono una moda, ma sono destinate a restare. Le considero un buon investimento” ha spiegato. E ha aggiunto: “Le società che vincono la fiducia del consumatore sono quelle che anticipano i cambiamenti e si fanno trovare dove il cliente vuole che siano. Ecco il senso della nostra mossa”.

BUFFET IN AFFANNO, FRESH RICORRE AL CHAPTER 11

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on la pandemia, la formula buffet non poteva che subire un colpo mortale. Così la società Fresh Acquisitions LLC insieme a diversi affiliati, tra cui Buffets LLC, ha deciso di aderire alla bancarotta controllata tramite il meccanismo del Chapter 11. La rete è formata da quasi un centinaio di ristoranti, che operano tramite diversi brand tra cui Furr’s Fresh Buffet, Old Country Buffet, Ryan’s e Hometown Buffet. Il marchio Old Country Buffet dovrebbe essere uno dei più colpiti dalle chiusure. Ma la società, in una nota, ha precisato che durante il chapter 11 proseguirà la normale operatività della maggior parte dei ristorante e che, anzi, dopo la ristrutturazione del debito, ci sono ottime prospettive di crescita e di recupero post-Covid. Tra le operazioni messe in campo, un prestito ponte da parte di VitaNova Brands, altro operatore della ristorazione.

MACY’S ACCELERA SUL FORMAT BACKSTAGE CON 45 APERTURE

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’anno scorso il colosso retail americano ha dovuto chiudere oltre cento negozi tradizionali, ma in compenso ha deciso di investire su un canale di crescita promettente. Macy’s si appresta ad aprire altri 45 punti vendita Backstage, il suo brand di proprietà che offre abbigliamento a basso costo, e saranno tutti negozi con la formula “in store” all’interno di altrettanti centri commerciali. E si tratta solo del primo passo, di un programma più ampio che prevede addirittura 270 nuovi Backstage. “Questo brand è stato uno dei nostri maggiori successi, prima, durante e dopo la pandemia” ha detto il ceo del gruppo, Jeff Gennette, parlando durante la settima edizione del Retail-Round Up, organizzato da J.p. Morgan. Backstage è stato lanciato nel 2015. Secondo dati riportati dallo stesso Ceo, nell’ultimo anno i suoi store hanno performato meglio del 20% in media rispetto al complesso dei punti Macy’s. A parte l’apertura di nuovi in-store, verranno anche riaperti dei Backstage indipendenti, che erano stato temporaneamente chiusi. maggio 2021 | retail food

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f International News ADESSO AMAZON APRE ANCHE IL SALONE DI BELLEZZA

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n’altra novità di Amazon, sperimentata per la prima volta a Londra. Il colosso dell’e-commerce ha aperto nella capitale inglese un negozio di parrucchieri, naturalmente in chiave futuribile. All’interno di trovano dispositivi per la realtà aumentata, tablet, e una serie di prodotti per il benessere dei capelli, da ordinare direttamente sul posto. Si tratta di uno spazio di circa 450 metri quadrati su due piani, a Brushfield Street, nel quartiere trendy di Spitalfield. Aperto sette giorni su sette, il servizio sarà inizialmente rivolto ai soli dipendenti del quartier generale di Amazon a Londra, distante appena cinque minuti a piedi. Nelle prossime settimane sarà aperto anche al pubblico, su prenotazione, sebbene il listino prezzi non sia ancora stato reso noto.

GAMESTOP, SCOSSA AI VERTICI PER TENTARE IL RIMBALZO

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ameStop, travagliato retailer mondiale dei videogiochi, tenta la strada del ricambio ai vertici per tentare di ripartire, fiaccato da una perdita 2020 per 215 milioni di dollari e da un business ormai stagnante, dal momento che gli utenti sono sempre più abituati ad acquistare i videogame con il semplice download. A fine marzo è salita in sella Jenna Owens, veterana del settore tech passata per Amazon e Google, reclutata come Cfo. Poi è stato annunciato che, da luglio, lascerà il suo posto l’attuale Ceo George Sherman, reclutato appena due anni fa. Ancora non si conosce il sostituto. Secondo un report di Telsey Advisory Group, non è semplice risollevare il business di un gruppo che conta al mondo la bellezza di 4.800 negozi fisici. Ma una mano alle vendite potrebbe provenire dall’imminente lancio delle nuove console di Microsoft e Sony.

TOMMY HILFIGER ENTRA NEI GRANDI MAGAZZINI KOHL’S

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ohl’s, la più grande catena americana di grandi magazzini al dettaglio, ha annunciato che in circa 600 punti vendita arriverà anche la proposta di abbigliamento maschile a marchio Tommy Hilfiger, affiancata da un’ampia scelta del marchio anche sul canale on line. L’annuncio è solo l’ultimo step di una seria di accordi, che ha portato tra i corridoi di Kohl’s altri brand come Cole Haan, Eddie Bauer e Sephora. Kohl’s, che si caratterizza per un’offerta a basso costo, sta cercando in questo modo di elevare il livello medio dei prodotti. Ma soprattutto, come rilevato da numerosi analisti, testimonia il trend ormai in atto da qualche mese negli Stati Uniti, che vede importanti brand abbandonare i grandi mall, stile Macy’s, a favore di department store al dettaglio di minori dimensioni, che stanno funzionando molto meglio rispetto agli shopping center.

I BIG DEL LUSSO LAVORANO PER FARSI LA BLOCKCHAIN

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i chiama Aura Blockchain. È il nome di un progetto annunciato insieme da Lvmh, Gruppo Prada e Richemont, che punta a promuovere l’utilizzo di un’unica soluzione blockchain globale, aperta a tutti i marchi del lusso a livello mondiale, per garantire ai consumatori maggiore trasparenza e tracciabilità dei prodotti. “I marchi del lusso” scrivono i tre brand in una nota, “hanno una storia unica da raccontare per la qualità dei materiali, l’artigianalità e la creatività. La tecnologia offerta da Aura Blockchain Consortium permette al consumatore di avere accesso diretto alla storia dei prodotti e alla loro garanzia di autenticità”. Il sistema tecnologico è costituito da una blockchain privata multi-nodale ed è protetto dalla tecnologia ConsenSys e da Microsoft. Registrerà le informazioni in modo sicuro e non riproducibile e genererà un certificato unico per ogni proprietario. Stando all’annuncio, i brand Bulgari, Cartier, Hublot, Louis Vuitton e Prada sono già attivi sulla piattaforma.

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NIKE, VIA AI CONTROLLI SUI RETAILER INFEDELI

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ike è pronta a chiedere precise rassicurazioni ai suoi rivenditori autorizzati, sul fatto che nessuna scarpa in edizione limitata venga trafugata dal magazzino, per essere ceduta illegalmente ai marketplace on line. Lo ha riportato il Sunday Times. Se il colosso dello sportswear dovesse avere dubbi, è pronto anche a tagliare le forniture. Secondo l’articolo, il mercato del resale in Gran Bretagna è così fiorente che diversi portali di vendita on line hanno preso l’abitudine di contattare direttamente dei dipendenti dei negozi Nike, per farsi rifornire dei pezzi più pregiati, come le Air Jordan o le Air Max Dunks. Sui siti di ecommerce, alcuni modelli vengono venduti anche al doppio del prezzo rispetto a quello applicato al dettaglio.


TIME OUT MARKET ARRIVA ANCHE A DUBAI

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a aperto da poche settimane anche negli Emirati arabi, a Dubai, Time Out Market, il format fisico collegato al noto brand di magazine Time Out, che sotto un unico tetto racchiude un mix tra proposta food e vari negozi, quasi sempre improntati all’artigianato locale. Il nuovo market di Dubai è nella zona centralissima Souk al Bahar, e contiene 17 ristoranti e tre bar, più una vista mozzafiato sul Burj Khalifa. L’apertura è stata condotta insieme al partner locale Emaar. Si tratta del primo market in Medio Oriente e il settimo nel mondo, che affianca quelli già esistenti di Lisbona, Miami, New York, Boston, Montreal e Chicago. In rampa di lancio, entro il 2021, è previsto anche lo sbarco a Praga.

ORA H&M APRE AL NOLEGGIO ANCHE PER L’UOMO

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’iniziativa si chiama “One/Second/Suit” e per ora è stata lanciata in Gran Bretagna ad aprile, per poi approdare negli Stati Uniti dal 13 maggio. Nei reparti H&M Man è possibile noleggiare abiti formali, da utilizzare magari per un colloquio di lavoro, il cui costo è addirittura “zero” se la riconsegna avviene entro le 24 ore e naturalmente con i capi in ottimo stato. Il colosso svedese, in passato, aveva già sperimentato il noleggio, ma solo per alcuni abiti femminili in un flagship store di Stoccolma. La novità ha comunque una valenza di marketing e in parte improntata alla sostenibilità. Quanto al conto economico, il primo trimestre dell’anno, chiuso il 28 febbraio scorso, è stato ancora difficile, con una perdita nel periodo di 1,39 miliardi di corone (circa 135 milioni di euro), contro un utile dello stesso periodo precedente che arrivava a 2,5 miliardi di corone.

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f Vetrina Dolci, ecco le nuove basi di Carte D’Or Professional Unilever Food Solutions presenta al mondo della ristorazione le nuove basi neutre Carte D’Or Professional, in 5 versioni: Mousse (confezione da 750 grammi), Sorbetto (1 kg), Croccante (1 kg), Mille Torte (770 grammi) e Gelatina (1 kg). Si tratta di semilavorati dal colore e gusto neutri, personalizzabili e combinabili tra loro per dare vita a dessert originali. Per ispirare gli Chef nella creazione di dessert e nell’utilizzo delle nuove basi, è stato anche creato un Ricettario Carte D’Or scaricabile sul sito internet www. unileverfoodsolutions.it nella sezione Dessert.

Plose arricchisce la gamma con le bibite frizzanti Fonte Plose ha aperto la bella stagione presentando una nuova linea di bevande frizzanti. Al !00% naturali, completano la gamma di bevande biologiche che vanno sotto lo stesso brand BioPlose. Aranciata amara, acqua tonica, ginger, cola, gassosa, limonata, aranciata, chinotto, cedrata, pompelmo rosa, spuma bianca: questi i gusti realizzati dall’azienda altoatesina per offrire una nuova esperienza di bere buono e biologico. Tutte in confezione di vetro, senza conservanti e coloranti artificiali, si presentano in bottiglie da 275 ml, ideali per bar e ristorazione.

Tonno Mare Aperto con apertura facilitata Mare Aperto, tra le maggiori aziende delle conserve ittiche, ha reso disponibile su tutta la sua gamma di prodotti un sistema di apertura più avanzato tecnologicamente, denominato Peel Seam, che garantisce funzionalità e affidabilità, evitando il frequente rischio di tagli o la rottura della confezione. La praticità dell’apertura è molto apprezzata sia dai consumatori sia dalla ristorazione. Garantisce l’integrità del prodotto al 100% e permette facilmente di separare il tappo dal resto della lattina, lasciandola completamente aperta.

Arrivano in Italia le “piccanti” di Doritos Doritos, uno degli snack più venduti al mondo, lancia per la prima volta in Italia la campagna di comunicazione “Couch”, con uno spot volto ad esaltare le principali caratteristiche del prodotto: il gusto unico e l’ineguagliabile croccantezza. La campagna sarà on line sui principali canalii social fino al 30 maggio e si conclude con la presentazione della partnership con GameStopZing, leader mondiale nella distribuzione del gaming, che dà diritti ai consumatori Doritos a speciali promozioni.

Da Moretti la bionda filtrata a freddo Tra le maggiori novità 2021 di Birra Moretti, ecco arrivare sullo scaffale la nuova “filtrata a freddo”, nel formato da 55 cl per la grande distribuzione e 30 cl per l’Ho.Re.Ca. È una lager delicatamente aromatica, rinfrescante, dalla gradazione alcolica modesta (4,3%). La filtrazione a freddo prevede di portare la bevanda a 1 grado sotto zero prima di passare al filtro, tecnica che “pulisce” la birra ma ne esalta le caratteristiche. Vengono usati due differenti luppoli, uno inserito all’inizio della bollitura, l’altro alla fine. Il vetro è trasparente, ma trattato con protezione Uv. Ottima in vista dell’estate, è ideale da abbinare a paste con sughi bianchi a base di pesce e verdure, o focacce con formaggi a pasta morbida. 62

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f La Foto

Westfield Stratford City - Londra: la coda per entrare da H&M dopo la riapertura di bar, palestre e negozi avvenuta il 12 aprile. In Inghilterra, il numero di visite nei negozi è aumentato di quasi il 200% la settimana successiva la fine del lockdown. I dati arrivano dal British Retail Consortium (BRC) e da Springboard, provider di ricerca, che hanno rivelato anche un forte aumento del traffico sia nelle strade principali che nei centri commerciali di tutto il Paese.

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