r&f 12/2020

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retailfood dicembre 2020 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

Natale omnicanale, solo il digitale salva i consumi

TR, la ripresa passa dai fondamentali cinesi Parola di Lucio Rossetto Dossier shopping mall Lingotto tra passato, presente e futuro L’alfabeto del Retail 2020




INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 15 · numero 12 - dicembre 2020 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Camilla Rocca, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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SOMMARIO 4

N. 12 dicembre 2020

News

16 CAMBIO DI POLTRONE 18 BOLLETTINO CORONAVIRUS Decreti, ristori e limitazioni: ecco il Natale 2020

20 PAROLA DI

LUCIO ROSSETTO Lagardère TR parla sempre più italiano, ma guarda alla Cina

24 OMNICHANNEL RETAIL Lo shopping: personalizzato, automatizzato e locale

28 LA CRESCITA

DELLE DOT-COM Marketplace: acceleratori nella digitalizzazione delle imprese

29

INTERNAZIONALIZZAZIONE Evoluzione verso oriente: ibridazione e digitale

30 DOSSIER SHOPPING MALL

TAGLIO NASTRO Centro commerciale Lingotto, tra passato, presente e futuro

46 34

L’ALFABETO DEL RETAIL 2020

36 MAPIC 2020

Mixed-use, experience e phygital, l’evoluzione del Retail RE

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RETAIL RE Freccia Rossa: al via il progetto di rilancio

42 CASE HISTORY

FOOD RETAIL QSRP: confermato il piano di sviluppo per il 2021

45 EVENTO DIGITALE

Altagamma, lusso in calo Ma rimbalzo atteso nel 2021

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DOSSIER AEROPORTI Berlino-Brandeburgo, finalmente si vola

50 PROSPETTIVE TRAVEL RETAIL Duty free, tra sfide e opportunità

20

36

52

FOCUS ARREDO & CASALINGHI Con il Covid, è sempre tempo di casa

54 FOCUS FORNITORI

SICUREZZA Sanificazione e controllo, le nuove esigenze del retail

56 News Servizi e Fornitori 58 World Travel Retail 60 News International 62 Vetrina 64 La Foto RUBRICHE

4 STOCK OPTION 10 LA RUBRICA LEGALE 59 DUTY FREE WORLD 60 NEW MARKETS OUTLOOK

dicembre 2020 | retail food

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News

AUTOGRILL, ADIOS SPAGNA E ULTERIORI FINANZIAMENTI PER 300 MILIONI

A

dios Spagna, Autogrill cede le operazioni travel retail della propria controllata al gruppo iberico Areas. L’operazione si inserisce nel processo di ottimizzazione dell’allocazione del capitale e di rifocalizzazione del portafoglio contratti. Al centro della trattativa fra Autogrill e Areas c’è il 100% delle attività di Autogrill Iberia Slu, che andranno così a integrarsi con la rete dell’operatore spagnolo di proprietà del gruppo Pai Partners. Tradotto in numeri, Autogrill trasferisce ad Areas una sessantina di punti vendita, presenti in modo preponderante nelle autostrade iberiche che nel 2019 hanno realizzato circa 80 milioni di euro di ricavi (fra l’1-2% dei ricavi 2019 di gruppo e circa il 10% dei ricavi della divisione Europa esclusa Italia).

GS RETAIL FA SPAZIO ALL’ALTA PASTICCERIA DI IGINIO MASSARI

I

n vista del prossimo Natale, Grandi Stazioni Retail punta sull’alta pasticceria di Iginio Massari per fare colpo su viaggiatori e pendolari. All’interno della galleria della Stazione Termini di Roma, apre il pop-up store dedicato alle golosità del maestro italiano. L’opening capitolino rappresenta il debutto nel canale travel retail per Iginio Massari, che possiede un solo flagship a Milano. Il pop-up store di circa 40 mq, attivo fino all’11 gennaio 2021, è posizionato nella galleria centrale della stazione, in una delle aree a più forte transito, e consentirà alla celebre pasticceria bresciana di testare il mercato romano per eventuali sviluppi. Continua così lo sviluppo commerciale di Grandi Stazioni Retail che, grazie alla flessibilità del formato pop-up, rinnova la propria offerta. In questo caso tocca al comparto confectionary che ospiterà le creazioni di Iginio Massari, vincitore di oltre 300 fra concorsi, premi e riconoscenze.

Stock option |

BUY

NIKE Il board ha approvato un incremento del dividendo trimestrale del 12% a 0,275 dollari per azione. La cedola sarà messa in pagamento il prossimo 29 dicembre su posizioni al 7 dicembre. Questa decisione, spiega Reuters, evidenzia “la forza finanziaria di Nike nel mezzo della pandemia Covid-19”. L BRANDS Nel Q3 i ricavi di L Brands sono cresciuti da 2,67 a 3,05 miliardi di dollari. L’azienda è tornata all’utile, con profitti trimestrali per 330 milioni di dollari, che si confrontano con la perdita di 252 milioni dello stesso periodo del 2019. A perimetro costante, le vendite di Victoria’s Secret segnano un +4% mentre Bath & Body Works cresce del +56%. URBAN OUTFITTERS Il gruppo a cui fanno capo brand quali Anthropologie, Bhldn, Free People, FP Movement, Terrain, Urban Outfitters, Nuuly e Menus & Venues ha registrato nel terzo trimestre un utile netto per 77 milioni di dollari, in crescita del 38% sull’anno precedente. Parallelamente, i ricavi si sono attestati sui 970 milioni, in calo dell’1,8%.

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retail food | dicembre 2020

Parallelamente, per far fronte alla situazione attuale, Autogrill S.p.A. ha sottoscritto un contratto di finanziamento per cassa a medio-lungo termine di natura non rotativa per un ammontare massimo complessivo in linea capitale di 300 milioni di euro. Il contratto, della durata di 5 anni, vede coinvolti un pool di primari istituti di credito. Il finanziamento è assistito dalla garanzia di SACE S.p.A.. Autogrill, specifica l’azienda con una nota, utilizzerà i proventi del finanziamento per finanziare, direttamente o indirettamente tramite le proprie controllate, i costi del personale, gli investimenti, il capitale circolante e/o il pagamento di canoni di locazione per stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali localizzati in Italia, conformemente a quanto previsto dal Decreto Liquidità e dalla normativa SACE.

NEUTRAL

SELL

ADIDAS Adidas batte le attese nel Q3, mentre si fanno più insistenti le voci della cessione di Reebok. Il numero due dello sportswear mondiale ha archiviato il Q3 con ricavi in flessione del 3% a 5,96 miliardi di euro e l’utile netto è sceso del 10,8% a 578 milioni. Il dato dei ricavi è superiore ai 5,91 miliardi stimati dal mercato.

GEOX L’azienda calzaturiera ha archiviato i novi mesi con ricavi consolidati pari a 429,8 milioni: -33,2% rispetto all’esercizio precedente. Tuttavia gli ultimi tre mesi (-23,7%), con il progressivo ritorno all’operatività dei negozi in tutto il mondo, hanno evidenziato una ripresa culminata ad agosto con un andamento positivo dei saldi.

ABERCROMBIE & FITCH CO. Nel terzo trimestre chiuso il 31 ottobre, il gruppo ha messo a segno ricavi per 819,7 milioni di dollari, in calo del 5% sull’anno precedente, ma comunque sopra le stime degli analisti ferme a 739,36 milioni. Un risultato a cui ha contribuito il canale online, cresciuto del 43% a 382 milioni di dollari.

HARRODS Il secondo lockdown inglese mette in difficoltà Harrods. Secondo quanto riferito dal Sunday Times, il retailer di lusso starebbe riorganizzando la sua linea di credito revolving da 200 milioni di sterline poiché il secondo stop alle attività potrebbe costringere Harrods a non rispettare gli accordi con i suoi finanziatori.

CAPRI HOLDINGS Il gruppo americano cui fanno capo Michael Kors, Versace e Jimmy Choo ha chiuso il secondo trimestre dell’esercizio concluso il 26 settembre con una riduzione dei ricavi del 23% a 1,1 miliardi di dollari, in netto miglioramento rispetto al primo trimestre che era stato archiviato con 451 milioni di dollari (-66,5%).

MACY’S Nei tre mesi al 31 ottobre, l’insegna Usa ha registrato perdite nette per 91 milioni di dollari, contro un utile netto di 2 milioni nell’equivalente periodo di un anno fa. I ricavi sono scesi da 5,17 a 3,99 miliardi di dollari, battendo però i 3,91 miliardi attesi dagli analisti. In crescita l’e-commerce: +27% rispetto al Q3 2019.


®

versione Istituzionale accento giallo 100% come scritta SAN CARLO


News

INAUGURA MAXIMO CON I SUOI 160 NEGOZI

S

uperato l’impasse amministrativo, per il nuovo centro commerciale Maximo, ubicato in via Laurentina a Roma, è l’ora di accendere le vetrine. Con i suoi 65.000 mq di Gla, lo shopping center realizzato da Parsec 6 Spa ospita 160 negozi fra i quali un superstore, brand di richiamo internazionale come Primark, 12 grandi e medie strutture specializzate, oltre 40 tra bar, chioschi e ristoranti, un cinema a insegna UCI Luxe con 7 sale di ultima generazione, una palestra McFit, un family entertainment center di nuova concezione, un poliambulatorio e una clinica veterinaria, un parcheggio di 100mila mq su tre piani con oltre 3.000 posti auto. Per completare i numeri del nuovo centro commerciale capitolino, l’investimento, comprensivo delle opere di urbanizzazione, ammonta a 400 milioni di euro, mentre l’impatto occupazionale è di 1.500 assunzioni dirette, che diventano 3.500 considerando l’indotto. La proprietà ha affidato la gestione del centro commerciale a Cushman & Wakefield, che ha curato anche la commercializzazione del progetto. Commercializzazione che alla data di inaugurazione (27 novembre) risulta completa al 100%. La grande varietà dell’offerta commerciale è decisamente l’aspetto più importante di Maximo. Sono

presenti, infatti, insegne che per la prima volta si affacciano nel mondo del retail capitolino, tra queste spicca proprio il colosso dell’abbigliamento irlandese, che vanta un punto vendita di 7.000 mq. L’insegna della gdo scelta per Maximo è PAM, che apre un superstore di 4.700 mq, mentre le grandi e medie superfici sono Decathlon, Maison du Monde, Euronics, Piazza Italia, H&M, OVS, Pellizzari e La Feltrinelli. Tra le soluzioni di pubblica utilità ospitati da Maximo, oltre alla farmacia, si segnalano il poliambulatorio medico CGS Point e il centro veterinario Ca’ Zampa, alla prima apertura nella Capitale, che effettua anche servizi di toelettatura, educazione e addestramento.

SCALO MILANO PUNTA SU DIGITALE E NUOVE APERTURE

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ette nuove aperture e un’innovativa esperienza d’acquisto digitale sono gli ingredienti scelti da Scalo Milano Outlet & More per uscire dalla crisi innescata dalla pandemia Covid e rilanciare i consumi. Obiettivo: favorire lo shopping a distanza evitando assembramenti. La shopping destination Scalo Milano Outlet & More, a 15 minuti dal centro di Milano, amplia il progetto di trasformazione digitale tramite Whatsapp Business con il progetto Scalo Milano @ casa. Il progetto Scalo Milano @ casa permette al cliente di chiedere informazioni via mobile, consultare i cataloghi dei negozi ed entrare in contatto diretto con il personale del singolo store. Una volta finalizzato l’acquisto, il cliente può scegliere tre modalità per il ritiro: spedizione al proprio domicilio attraverso un corriere, pickup e consegna con servizio concierge. Parallelamente l’azienda di gestione ha proseguito i lavori per ampliare l’offerta commerciale. Si parte dal fashion con North Sails, Roy Roger’s (nel febbraio 2021), Fracomina, Lorena Antoniazzi e Maria Grazia Severi, sino ad arrivare al mondo degli accessori con il brand Borsalino, e al food con Hoddie Hot Dog, un nuovo formato dedicato agli hot dog di Mama Burger.

KIABI APRE LE PORTE AL FRANCHISING: 15 STORE IN TRE ANNI

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opo anni di esperienza nella gestione di punti vendita diretti, Kiabi si apre alle affiliazioni commerciali. La scelta del brand di moda a prezzi accessibili per tutta la famiglia punta in questo modo ad ampliare la propria rete di vendita in Italia seguendo il modello già adottato in Francia. Il focus dell’affiliazione prevede l’estensione dell’insegna a negozi in aree ad alta attività commerciale (preferibilmente situate in un centro commerciale primario) con un bacino di utenza superiore ai 50mila abitanti nell’isocrona di 10 minuti e un’area di vendita fra i mille e i 1.400 mq. Obiettivo: 15 nuovi negozi nei prossimi tre anni. Di proprietà del gruppo AFM, il brand Kiabi può contare su oltre 40 anni di esperienza nel mercato retail e una presenza in 17 Paesi, Italia compresa, per un totale di 25 milioni di clienti e 2 miliardi di euro di vendite raggiunte nel 2019.

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Pop Up Cafe: la flessibilità prende forma con Augusto Contract

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Giacomo Racugno CEO Augusto Contract Grazie a Pop Up Cafè, infatti, il ciclo di vita del locale si allunga, un aspetto importante che si inserisce in una tendenza sempre più diffusa di un uso più efficiente delle risorse e di un incentivo alla durabilità dei beni. I vantaggi di Pop Up Cafè sono molteplici: permette di abbattere i costi di progettazione, di ridurre i tempi di installazione, di ridurre i tempi di smontaggio e di allungare il ciclo di vita delle attrezzature. Le applicazioni principali del dispositivo Pop Up Café riguardano l’esercizio di bar e di ristorazione, e prevedono la preparazione e distribuzione di varie tipologie di cibo e bevande. In particolar modo, è

studiato per i seguenti mix merceologici: Cocktail, Gelato e yogurt, Sushi, Caffè, Pasticceria e pralineria, Tavola fredda e calda, Panini e pizze, Succhi e centrifughe. Il progetto Pop Up Cafè si inserisce nella visione innovatrice dell’azienda marchigiana che da anni lavora a fianco degli imprenditori della ristorazione, offrendo loro soluzioni sempre più funzionali per un settore che, oggi come non mai, è in continuo cambiamento.

www.augustocontract.com www.popupcafe.it

Comunicazione pubblicitaria

op Up Cafè è un sistema costruttivo per la realizzazione di locali della ristorazione e bar, flessibile per la configurazione degli interni, brevettato da Augusto Contract general contractor specializzato nel foodservice. È un sistema di moduli dotati di struttura in metallo, nella quale vengono inserite le attrezzature e i dispositivi tecnologici. Permette la realizzazione di locali in diverse tipologie di spazi, sia temporanei (chioschi), sia permanenti (edifici), ma sempre flessibili ai cambiamenti perché smontabili e movimentabili. Pop Up Cafè risponde alle richieste degli operatori del settore di riconfigurare il locale, di potenziarne una parte o addirittura di smontarlo e ricollocarlo altrove. «Pop Up Cafè nasce dall’ascolto delle necessità dei nostri clienti di riutilizzare le attrezzature presenti nelle loro attività, di smontarle in toto o in parte, di stoccarle in magazzino e di riutilizzarle nei progetti futuri - afferma Giacomo Racugno CEO Augusto Contract - Questo è un trend globale che vediamo crescere e di cui sposiamo il valore di responsabilità aziendale e di sostenibilità».


News

BLACK FRIDAY - CYBER MONDAY, PREVISTI ACQUISTI ONLINE PER 1,5 MLD

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el weekend più atteso dell’anno per gli acquisti sul web, che in tutto l’Occidente parte dal Black Friday (27 novembre) e si conclude con il Cyber Monday (30 novembre), gli italiani hanno speso online circa 1,5 miliardi di euro, il 15% in più rispetto al 2019. Nella stima realizzata dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano, con i commenti a cura della direttrice dell’Osservatorio, Valentina Pontiggia, si evidenzia che gli operatori particolarmente aggressivi in termini promozionali hanno realizzato fino a 6-8 volte il fatturato di un giorno medio, mentre rallenta, però, rispetto agli anni precedenti, il tasso di crescita percentuale (+15% rispetto al +20% circa realizzato sia nel 2019 sia nel 2018) per almeno due ragioni: la con-

trazione della componente servizi e l’estensione degli sconti a tutta la settimana o a tutto il mese. Per quanto concerne invece la sola componente prodotto, l’eCommerce tra il Black Friday e il Cyber Monday dovrebbe valere circa 1,3 miliardi di euro: tanti gli italiani che non hanno rinunciato a sconti e promozioni (o anche solo le spedizioni gratuite) di abbigliamento, informatica ed elettronica, gioielli, profumi, prodotti per la cura del corpo, oggetti di arredamento e giocattoli. Molto bene anche la spesa online di alimentari e vini online.

CISALFA SPORT, CONTINUANO LE APERTURE NEGLI SHOPPING CENTER

SICILIA E TORINO OUTLET VILLAGE: AL VIA LO SMART SHOPPING

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iano di sviluppo in corso per Cisalfa Sport che prosegue, nonostante la complessità dell’attuale periodo, le aperture e inaugura due nuovi punti vendita del format 3.0. Livorno e Cuneo le città interessate con i centri commerciali come canale privilegiato. Operativi rispettivamente dal 24 ottobre e dal 23 novembre, gli store di Livorno (1.380 mq) e Cuneo (1.600 mq) rappresentano un’ulteriore tappa per l’espansione di Cisalfa Sport. A ospitare i punti vendita sono i centri commerciali Parco Levante e Grande Cuneo. Affermatosi fra i leader del settore abbigliamento sportivo e lifestyle, Cisalfa Sport punta così a superare i 150 negozi per circa tremila dipendenti all’attivo. Alla base, la strategia omnicanale rafforzata dal format 3.0: un progetto di visual innovativo per una disposizione delle collezioni più accattivante e fruibile unito a materiali ecologici e illuminazione Led a basso consumo.

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n tempi di pandemia, lo shopping fisico si fa digitale, anche per gli outlet village. Dal mese di novembre Torino Outlet Village e Sicilia Outlet Village hanno dato il via allo smart shopping: servizio che permette alla clientela di fare acquisti nelle boutique dei Village attraverso il proprio smartphone comodamente da casa. Nel concreto, le boutique con il prezioso supporto dei propri sales assistant si sono attivate per offrire una vendita da remoto ai propri clienti, utilizzando whatsapp, email e social network. La lista dei marchi che aderiscono a questa iniziativa si aggiorna e amplia quotidianamente, segno che questa iniziativa ideata, sostenuta e sponsorizzata da Arcus Real Estate, sta riscuotendo ottimi risultati. Un ulteriore vantaggio, i clienti potranno approfittare delle stesse promozioni che avrebbero trovato recandosi fisicamente nelle boutique. Un servizio molto importante, dunque, soprattutto in vista delle festività di fine anno e della corsa ai regali di Natale che nel 2020 si prevede più lenta e oculata.

BRUGNATO 5TERRE OUTLET VILLAGE CHIUSO E AFFITTI SOSPESI

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on il passaggio della Liguria in zona arancione, che comporta il divieto per i cittadini di spostarsi tra i vari comuni se non per particolari esigenze di salute o di lavoro, il Brugnato 5Terre Outlet Village ha stabilito una sospensione delle aperture. Parallelamente è arrivata la comunicazione che anche gli affitti per i tenant verranno sospesi, scelta già adottata durante il lockdown di primavera. “Il bacino di utenza – ha reso noto ROS Retail Outlet Shopping – di una struttura di vendita così importante non può essere raggiunto proprio a causa delle restrizioni sugli spostamenti dovute al passaggio della Liguria in zona arancione. Le nostre misure sono utili ad affrontare insieme e in maniera collaborativa questo periodo complesso, con l’obiettivo principale di tutelare l’occupazione, la salvaguardia di tutto il capitale umano rappresentato dagli oltre 400 lavoratori”.

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La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Il credito d’imposta per locazioni e affitti d’azienda del Decreto Ristori e Decreto Ristori bis e alcuni dubbi interpretativi

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itorniamo sull’argomento del credito d’imposta relativo a locazioni e affitti di aziende (già trattato nel numero di settembre di questa Rivista) per sintetizzare le nuove disposizioni contenute nell’art. 8 del c.d. “Decreto Ristori e nell’art. 4 del c.d. “Decreto Ristori bis”. Con tali Decreti il Governo ha concesso alle imprese più colpite durante questa seconda ondata di contagi generata dal Covid-19, un credito d’imposta per i canoni di locazione di immobili a uso non abitativo e per gli affitti d’aziende relativamente ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020. La situazione emergenziale in corso sembra essere differente da quella del primo lockdown: il Governo stesso, con il D.P.C.M. del 3 novembre 2020, non ha infatti optato per una chiusura totale del Paese, ma ha previsto un lockdown che possiamo definire “selettivo”, con la conseguenza che gli esercizi commerciali sono stati - e verranno - chiusi solamente nelle “zone rosse”. Di conseguenza, le nuove disposizioni, sebbene rimandino all’art. 28 del Decreto Rilancio in quanto compatibili, presentano alcune sostanziali differenze – soprattutto in relazione ai beneficiari del nuovo credito d’imposta – che lasciano però alcuni dubbi interpretativi. Peraltro, occorre tenere presente che il testo attuale degli articoli 8 del Decreto Ristori e 4 del Decreto Ristori bis potrà ancora essere modificato in sede di conversione in legge dei due decreti. Cerchiamo dunque di rispondere alle domande che vengono poste con più frequenza sul tema.

Chi sono i beneficiari del nuovo

credito d’imposta?

Il nuovo credito d’imposta si applica, da un lato, alle imprese operanti nei settori riportati nella tabella di cui all’Allegato 1 del Decreto Ristori (tra cui ad esempio alberghi, bar, attività di proiezione cinematografica) e, dall’altro, alle imprese operanti nei settori riportati nella tabella di cui all’Allegato 2 del Decreto Ristori bis (in sostanza, le attività commerciali obbligate alla chiusura nelle “zone rosse”), alle agenzie di viaggio e ai tour operator che hanno la sede operativa nelle

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aree del territorio nazionale, caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (c.d. “zone rosse”). Alcuni dubbi interpretativi sorgono in relazione al termine “sede operativa” che parrebbe riferirsi al luogo/ai luoghi dove viene di fatto esercitata l’attività da parte delle imprese incluse nell’Allegato 2 e quindi – nel caso di società che operano nell’ambito del commercio e della distribuzione – il riferimento dovrebbe intendersi al singolo punto vendita, purché ubicato in una zona rossa. In buona sostanza, il riferimento alla “sede operativa” sembrerebbe giustificato dall’attuale situazione emergenziale che prevede limitazioni differenti a seconda della zona ove è ubicata l’attività: sembrerebbe pertanto che il Governo abbia voluto dare l’opportunità alle imprese di chiedere il credito d’imposta per ogni singolo esercizio commerciale che è stato effettivamente costretto alla totale chiusura, in quanto ubicato all’interno di una zona rossa.

Ci sono particolari requisiti da

rispettare per poter usufruire del credito d’imposta per i

mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020?

Il credito di imposta su affitti e locazioni per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 si applica indipendentemente dal volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d’imposta precedente - e quindi anche alle imprese con ricavi superiori ai 5 milioni di euro. Tuttavia, le imprese che in astratto hanno diritto al credito d’imposta per i mesi di ottobre novembre e dicembre potranno usufruirne soltanto se sussistono le seguenti condizioni: (a) abbiano subito un calo del fatturato di almeno il 50% nel mese di riferimento rispetto allo stesso mese del periodo di imposta precedente (in tal caso, il calo del fatturato dovrebbe essere riferito al singolo punto vendita) oppure (b) abbiano iniziato la propria attività a partire dal 1° gennaio 2019 oppure (c) abbiano comunque il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di comuni colpiti da eventi calamitosi e nei quali era già

Avv. Giulia Comparini in atto uno “stato di emergenza” prima della dichiarazione dello “stato di emergenza Covid-19”.

A quanto ammonta il credito d’imposta per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020?

Il credito d’imposta previsto dal Decreto Ristori e dal Decreto Ristori bis è pari al: • 60% dell’ammontare del canone di locazione effettivamente pagato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020; • 30% dell’ammontare del canone di affitto d’azienda (o di ramo d’azienda) effettivamente pagato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020. Posto che per usufruire del beneficio la sede operativa deve essere nella zona rossa, ci si chiede se il credito d’imposta spetti per gli effettivi giorni di “permanenza” in zona rossa o se sia sufficiente essere per un certo periodo in zona rossa affinché si possa beneficiare del credito d’imposta per tutti e tre i mesi. Dalla lettura della norma sembrerebbe che chiunque sia per un periodo (di qualsiasi durata) in zona rossa possa beneficiare del credito d’imposta per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020, senza una proporzione in relazione ai giorni di effettiva chiusura. Questa interpretazione sarebbe anche in linea con il fatto che il credito d’imposta viene concesso per il mese di ottobre, in cui non sono state disposte chiusure generalizzate (infatti, le “zone rosse” sono state stabilite a partire da novembre). Vi è poi da considerare che le attività commerciali stanno affrontando la seconda ondata di pandemia senza aver superato i gravi effetti economici derivanti dalla prima: la chiusura anche solo per poche settimane comporta ulteriori danni alle singole attività e può giustificare tale scelta del Governo di concedere un credito d’imposta per tutte e tre le mensilità a prescindere dagli effettivi giorni di chiusura. Come detto, al momento la disciplina del credito d’imposta presenta alcuni dubbi interpretativi che potranno essere auspicabilmente risolti in sede di conversione in legge dei due Decreti Ristori e Ristori bis e anche attraverso chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.


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News

VALMONTONE OUTLET: NUOVO AMPLIAMENTO DA 15 MILIONI

A

ltre 20 nuove insegne e un centro medico polifunzionale di mille mq, distribuiti su una superficie di 6mila mq, si andranno ad aggiungere all’offerta di Valmontone Outlet. Il cantiere della Fase 4, iniziato lo scorso agosto, dovrebbe essere completato entro settembre 2021, a fronte di un investimento complessivo di 15 milioni di euro. Il centro gestito da Promos e di proprietà di DWS per conto del fondo immobiliare Grundbesitz Europa si sviluppa attualmente su una superficie di 40mila mq dove sono operativi 180 punti vendita e una food court. Il nuovo ampliamento, dunque, portando i mq a 46mila e i punti vendita ad oltre 200, permetterà alla struttura di raggiungere un’importante estensione e un’offerta merceologica tra le più variegate nel contesto dei factory outlet village italiani. L’architettura della Fase 4, a cura dello studio Lombardini 22, sarà moderna e accogliente, molto differente dalle tipiche costruzioni caratteristiche degli outlet, e sarà evidenziata, fin dall’ingresso, dal suggestivo portale per poi svilupparsi, lungo le vie del Centro, con pensiline in legno, ampie zone porticate, grandi vetrine e rigogliosi spazi verdi.

GESAC, NULLAOSTA DAL CONSIGLIO DI STATO PER L'AEROPORTO DI SALERNO

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opo nove mesi di stop, arriva la decisione del Consiglio di Stato: i lavori di Gesac sull’aeroporto di Salerno possono ricominciare. Respinto in via definitiva il ricorso al Tar che aveva impedito lo sviluppo dello scalo “Costa d’Amalfi”, il secondo della regione. A far scattare il blocco delle operazioni era stato un esposto di alcuni cittadini che, in data 24 febbraio 2020, aveva portato il Tar a sentenziare in modo negativo sulla compatibilità ambientale e urbanistica del masterplan presentato da Gesac. Sentenza stravolta dalla quarta sezione del Consiglio di Stato che, il 9 novembre, ha dato il suo nullaosta. Possono così riprendere i lavori per un progetto dal valore di 250 milioni di euro (a cui partecipano Stato, Regione Campania e il fondo F2i) che dovrebbe permettere il potenziamento dello scalo. Una buona notizia in casa Gesac, società che gestisce anche l’aeroporto di Napoli. Obiettivo: rinnovare la pista di volo e le piazzole di sosta degli aeromobili, nonché realizzare il nuovo terminal di aviazione generale e commerciale al fine di accogliere maggiori passeggeri e compagnie aeree.

LE FARMACIE HIPPOCRATES NELLE TASCHE DI ANTIN INFRASTRUCTURE PARTNERS

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a corsa alla conquista del network di farmacie Hippocrates sembra avere un vincitore: è Antin Infrastructure Partners. Il gruppo francese si assicura la società italiana con oltre 120 punti vendita attivi sul territorio nazionale, di cui circa 10 sotto il brand Lafarmacia. A corteggiare Hippocrates Holding ci hanno provato anche Pai Partners, Eurazeo e il fondo britannico Pamplona. Alla fine, però, sembra averla spuntata Antin Infrastructure Partners con una proposta di circa 420 milioni di euro (a fronte di un entreprise value inizialmente stimato sui 600 milioni di euro). Affiancata dagli advisor Mediobanca e Deutsche Bank, l’azienda fondata nel 2018 da Rodolfo Guarino e Davide Tavaniello, forte di ricavi superiori ai 200 milioni di euro, avrà ora la possibilità di ampliare ulteriormente la rete a marchio Lafarmacia e migliorare il ventaglio di servizi offerti ai pazienti. Il closing dell’operazione dovrebbe avvenire a fine del primo trimestre 2021.

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AGENZIA ICE E ALIBABA, NUOVA PARTNERSHIP PER LANCIARE ITALIAN PAVILION

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n patto, e una piattaforma, per rilanciare il Made in Italy sul mercato cinese. È questa la strategia messa in campo dall’Agenzia ICE in collaborazione con Alibaba Group che porterà alla creazione dell’Italian Pavilion. Il progetto vuole supportare il percorso di trasformazione digitale delle aziende in settori chiave per l’economia puntando sull’eccellenze della stessa. Per l’Europa si tratta di una novità assoluta. Per la prima volta, infatti, Alibaba Group stringe un' alleanza con un ente governativo come Agenzia ICE che, nel frattempo, ha già siglato 25 accordi con primari marketplace B2C attivi in 14 Paesi per promuovere e sponsorizzare l’accesso delle Pmi italiane a 1,45 miliardi di consumatori al giorno.


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FOOD&BEVERAGE: DALL’EMERGENZA ALLA TRASFORMAZIONE 4.0

allo stato d’emergenza all’inevitabile evoluzione del settore, come reagire ai nuovi scenari aperti dal Covid-19? Questo il grande interrogativo a cui Costa Group ha tentato di offrire risposta presentando la propria visione di “locale del futuro” che all’arredo ha integrato soluzioni e servizi innovativi, in collaborazione con i protagonisti del settore Ho.Re.Ca. e con Francesco Panella, noto ristoratore di Antica Pesa, ambasciatore della tradizione culinaria italiana negli USA, nonché volto televisivo. «Fin dai giorni del lockdown, abbiamo avviato una ricerca rivolta al domani, coinvolgendo imprenditori operanti in settori diversi, per trovare insieme proposte e idee che andassero oltre il dopo Covid e ne è scaturito un lavoro prezioso e attento, che ci auguriamo possa contribuire a traghettare l’ospitalità verso il futuro, con maggiore attenzione al cliente e un nuovo fondamentale concetto di “percepito”», ha commentato Franco Costa, Presidente Costa Group. Le proposte sono varie e attuabili in situazioni molto diverse: dal piccolo coffee/bakery, sino al mondo del retail, dell’hôtellerie, passando dal piccolo ristorante sino allo stellato. Imprescindibile considerare nuove disposizioni per il commercio, preservando, anzi valorizzando, la gestualità tipica italiana. Il percorso alla scoperta delle idee by Costa Group inizia proprio da qui, con l’antepriRivoluzione nel campo della conservazione ma del concept take away di dei piatti a temperatura di esercizio. Frutto Autogrill, rivisitato e integrasperimentazione e grazie alla to, indellaquest’occasione, con collaborazione con il dipartimento di Fisica un’offerta gastronomica “fast Materia dell’Università di Parma, good”della e con l’immancabile guidato Prof. Cassi, il sistema di caffè espressodalnapoletano. conservazione a temperatura di servizio, Si tratta di questo in fondo: mantiene fino porzioni sopra i 63°C, reinterpretare la a 200 ristorazione garantendo la massima italiana conservandone la sto- sicurezza alimentare, oltre che tempi di servizio rapidi ria, la cultura e l’operatività e operatività più efficiente. e serma trasformare modalità vizio. A proposito di innovazione, all’interno dei murali a libero servizio, che siano essi

riscaldati o refrigerati, è oggi possibile garantire la sanificazione delle superfici e delle confezioni degli alimenti. Un’azione preventiva oggi più che mai fondamentale e necessaria, efficace fino al 99% contro microrganismi come virus, muffe, batteri, che possono depositarsi a seguito della manipolazione dei packaging. Entrando poi nello specifico, sono tantissime oggi le soluzioni a disposizione dei ristoratori. Una grande rivoluzione è quella nel campo della conservazione dei piatti a temperatura di esercizio. Frutto della sperimentazione e grazie alla collaborazione con il dipartimento di Fisica della Materia dell’Università di Parma, guidato dal Prof. Cassi, il sistema di conservazione a caldo, mantiene fino a 200 porzioni per più giorni e sempre in condizioni termiche che eliminano il pericolo di proliferazione batterica, sopra i 63°C, oltre che tempi di servizio rapidi e operatività più efficiente. I pagamenti vengono poi gestiti grazie a nuove tecnologie per la gestione automatizzata dei contanti, migliorando la sicurezza del punto vendita, riducendo costi e tempi d’attesa e limitando i contatti tra l’operatore di cassa e il cliente. Per il beverage, proponiamo un sistema unico basato sulla tecnologia che semplifica l’esperienza d’acquisto e di gestione dei vini, per i ristoranti di tutto il mondo. Consulenza nella creazione della carta, formazione del personale, app per la gestione digitale delle wine operations, analisi e statistiche di vendita e, infine, possibilità di pagare le bottiglie solo dopo averle vendute, senza quindi dover immobilizzare capitale per la fornitura di una buona cantina. Parlando di bottiglie, a tutela della clientela, come anche del personale, è possibile applicare le proprietà antibatteriche dei raggi UVC e Led all’interno di mobili di servizio per l’igienizzazione dei bicchieri, o ancora all’interno di semplici ma scenografici porta-bottiglie da tavolo. Anche il momento dell’aperitivo deve intraprendere un proprio percorso di evoluzione. La cocktail experience, abitualmente contraddistinta dal momento di entertainment offerto dal barman al banco bar, oggi deve necessariamente trasformarsi per offrire un’esperienza più sicura ma altrettanto coinvolgente. Spostiamo dunque lo Show, sorprendendo il cliente direttamente al proprio tavolo. Il drink viene imbottigliato in eleganti boccette monoporzione servite attraverso un nuovo «rito», estremamente curato, come fosse un regalo. In questo preciso momento storico, non sono solo gli spazi a doversi convertire o adattare alla “nuova normalità”, ma ci troviamo, forse per la prima volta, in presenza di tutte le condizioni fondamentali per attuare una svolta decisiva nel settore Ho.Re.Ca. e dirigerci verso un futuro più attento e consapevole.

Comunicazione pubblicitaria

rivolta diversi, dopo che ci erso il nuovo


News DISTRIBUZIONE AUTOMATICA: CONSUMI IN STALLO

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onsumi in calo del 34% nel primo trimestre, con picchi ad aprile del -70%. La crisi sanitaria e le conseguenti decisioni del Governo centrale e dei governatori delle regioni hanno messo in ginocchio il settore della distribuzione automatica, che in Italia si compone di 3mila aziende e circa 30mila lavoratori, a cui si aggiunge un indotto di altri 12mila. I dati sono stati resi noti in occasione degli Stati Generali del Vending, evento full digital in cui è stato presentato da Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, lo Studio di settore sulla Distribuzione Automatica in Italia, seguito da un momento di dibattito con primari esponenti politici. Secondo Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, il comparto è arrivato a perdere, ad aprile, anche il 70% del fatturato e, dopo una breve ripresa, a partire da ottobre sta di nuovo crollando a picco. A pesare sulle condizioni del settore è il forte calo delle consumazioni (-33,79% la perdita progressiva dei primi sei mesi, con stime ancora più gravi per il periodo della prima ondata di COVID-19) nei luoghi dove il vending è più forte e la mancanza di aiuti dallo Stato che non ha incluso il settore nel cosiddetto DL Ristori Bis.

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SVICOM ENTRA NELLA GESTIONE DI MERCATO DI MEZZO A BOLOGNA

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rosegue il percorso di diversificazione degli asset gestiti da Svicom in cui è entrata a far parte anche la food hall Mercato di Mezzo di Bologna. L’incarico è stato affidato da Coop Alleanza 3.0, proprietario del format nato nel 2014. Tipologia di asset inedita per Svicom, la presa in carico della food hall Mercato di Mezzo mira a focalizzare il know how dell’azienda sul raggiungimento della massima efficienza gestionale e su nuovi approcci strategici. Obiettivo: ridisegnare la shopping experience mettendo ancora più in risalto il ruolo degli imprenditori del territorio coinvolti nel progetto. A circa sei anni dall’inaugurazione, quindi, l’entrata di Svicom punta a rilanciare una delle aree centrali della città di Bologna, nei pressi di Piazza Maggiore. La food hall, d’altra parte, è già diventata un riferimento enogastronomico per tutta l’area metropolitana. Dalla macelleria gourmet alla birreria-enoteca, dalla pescheria ai vari punti ristoro, sono tante le eccellenze imprenditoriali locali che hanno sposato da subito il progetto offrendo un’idea del “mangiar bene” come lifestyle.


OVS, Q3 POSITIVO E AUMENTO DI CAPITALE DA 80 MILIONI

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orse un po’ a sorpresa, forse no ma i conti di Ovs parlano chiaro: terzo trimestre chiuso a 360 milioni di fatturato, con un incremento del +6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una buona notizia per la catena di department store italiana che ora punta a un aumento di capitale per cogliere le opportunità di un mercato sconvolto dall’impatto della pandemia. Chiuso il 31 ottobre, il terzo trimestre di Ovs rappresenta un toccasana per l’azienda che ha visto crescere le performance del network in tutte le aree del Paese e in tutti i canali. A partire dall’eCommerce che ha messo a segno un +40%. Il tutto per una posizione finanziaria netta rettificata in miglioramento a 360 milioni di euro.

SOSTENIBILITÀ DELLE SPECIE ITTICHE •   •   •   •   •

76% da pescherecci MSC 79% da allevamenti ASC 100% del tonno MSC Miglioramento della tracciabilità con WWF A sostengo di 20 FIPs ( Fishery Improvements Projects)

ARCAPLANET RAGGIUNGE E SORPASSA I 360 PUNTI VENDITA

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e ultime tre aperture tra Piemonte e Lombardia portano Arcaplanet oltre quota 360 punti vendita in Italia. Un risultato storico che conferma la strategia del brand dedicato alla cura e all’alimentazione degli animali domestici che ha scelto lo sviluppo diretto per conquistare fette di mercato. Ad oggi, quindi, sono 361 i pet store Arcaplanet in Italia (in cui rientrano anche i due negozi in Svizzera) che servono circa un milione di clienti attivi.

SICUREZZA ALIMENTARE •   Conformi alla legge AFNOR NF V 45-074 •   Meno di 1 lisca ogni milione di porzioni •   ISO 9001, 14001, 22000 e OHSAS 18001

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Cambio di poltrone BURGER KING

Dopo l’avvio delle operazioni a ottobre, QSRP Group inizia a muovere i primi pezzi sulla scacchiera. A beneficiarne è Alessandro Lazzaroni che diventa general manager Alessandro Lazzaroni di Burger King Restaurants Italia. Con esperienze in McDonald’s, Galbusera e Domino’s Pizza, Lazzaroni sostituisce Andrea Valota con il compito di completare il percorso di espansione avviato nel 2014 dal fondo Kharis Capital, azionista di maggioranza di QSRP Group.

LA PIADINERIA

Nuovo general manager per la catena foodservice con 270 punti vendita all’attivo fra gestione diretta e franchising. Ad affiancare il ceo Donato Romano è stato chiamato l’ex Burger King, Andrea Valota. Andrea Valota Fra i suoi compiti: consolidare e velocizzare l’espansione della rete, nel mercato italiano e in quello europeo, e cogliere le opportunità legate all’innovazione digitale, per servire al meglio i clienti. A partire da eventuali nuove aperture dopo le 11 inaugurazioni del secondo semestre.

UNIBAIL-RODAMCO-WESTFIELD

Dopo il terremoto al vertice dell’azienda specializzata nella realizzazione e gestione di centri commerciali, la spunta Jean Marie Tritant. La nomina rappresenta la vittoria della coppia Xavier Niel-Leon Brassler (quest’ultimo ex boss di Unibail) sul precedente management. Al centro dello scontro che ha rivoluzionato l’organigramma, lo stop a un richiesta di aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro e la necessità di ricalibrare il proprio business sul mercato europeo.

EURONICS

Profondo conoscitore del mondo retail ed esperto in materia di digital transformation, Massimo Dell’Acqua è stato eletto nuovo amministratore delegato e consi- Massimo Dell’Acqua gliere di Euronics Italia. In questo ruolo, il manager con alle spalle esperienze in Kiabi, Celio, Gruppo Percas16

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si e Trussardi, avrà il compito di sviluppare la strategia digitale omnicanale del gruppo, specializzato nella rivendita di elettronica di consumo, avviata dal predecessore Alessandro Butali nel 2018.

MEDIAWORLD

Prosegue la riorganizzazione del management della filiale italiana di MediaMarktSaturn Retail Group. Dopo aver nominato Luca Bradaschia come general director sales e Marco Mazzanti come country manager commercial, MediaWorld dà l’incarico di country manager finance a Emanuele Cosimelli che così entra a far parte del board. Presente in azienda da luglio 2020, dopo un’esperienza in SEA, Roland Berger e Citigroup, Cosimelli si occuperà delle operazioni finanziarie del brand specializzato in Emanuele Cosimelli elettronica di consumo.

DUFRY

Il player svizzero duty free dà seguito alla riorganizzazione delle proprie strutture operative con la nomina dell’italiano Salvatore Aricò all’interno del comitato escutivo globale. Il ruolo assegnato è quello di chief organization & transformation officer. Obiettivo: migliorare e rafforzare la presenza del brand all’interno del panorama retail con un focus sulla trasformazione della struttura aziendale e dei processi operativi a seguito della riduzione delle aree operative da 23 a sette cluster geografici.

GRUPPO MIROGLIO

Nuovo brand director per le label Elena Mirò e Luisa Viola. Si tratta di Fabio Assecondi che, dopo essere entrato nel gruppo spe- Massimo Dell’Acqua cializzato in abbigliamento femminile nel 2019 come group strategy & trasformation director ora passa alla direzione di due marchi premium del gruppo. Con alle spalle un’esperienza a livello internazionale in Bain&Co., Assecondi avrà il compito di proseguire il processo di rinnovamento avviato dal predecessore Martino Boselli, che lascia dopo quattro anni di collaborazione.

VICTORIA’S SECRET

Il brand di proprietà della parent company L Brands ha annunciato diverse nomine all’in-

terno del proprio management. La più importante è quella avvenuta il 26 novembre con Martin Waters che diventa ceo di Victoria’s Secret Lingerie con effetto immediato. Sarà lui a tracciare la nuova strategia della label rapportandosi direttamente a Stuart Burgdoerfer, interim ceo del brand e cfo all’interno della casa madre. A sostenere la nomina di Waters, una carriera interna iniziata nel 2008 e che lo ha visto protagonista di oltre 700 apertuMartin Waters re in tutto il mondo.

JLL

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Through a Con un’entrata in carica programmata per il operations, Martin leads internationa 4 dicembre 2020, Barbara Cominelli diWorks and La Senza. venta ceo di JLL Italia. La nomina è finalizzata a guidare e rafforzare il posizionamenPrior to his role with L Brands, Mar to di JLL quale leader del settore real estate Europe’s leading health and beau per approccio tecnologico e focus data-dricountries leveraging his experience ven. Compito nel quale Cominelli potrà conallocation, brand management, mark tare sull’esperienza prebusiness models in countries around gressa in Microsoft Italia ereceived Vodafone, Martin a nonBachelor of Arts ché su un’expertise U.K. di livello europeo grazie riconoAs part of hisalcommitment to the com scimento ottenutrustees of the Boys and Girls Club o to dalla Services taskmenzione force. nella Top 50 most inspirational women in Barbara Cominelli technology.

SELFRIDGES

Dopo quasi un anno senza amministratore delegato, la catena di grandi magazzini inglese ha chiamato Andrew Keith per ricoprire il ruolo (ufficialmente in carica da febbraio 2021). Il manager torna così nel Regno Unito dopo una carriera lunga 25 anni a Hong Kong dove ha ricoperto la presidenza della luxury retail company Lane Crawford sviluppandone la strategia omnicanale e l’espansione fisica nella Cina continentale.

THE FORK

La digital company dedicata alle prenotazioni dei ristoranti a livello globale ha annunciato la promozione di Almir Ambeskovic. Già a capo della divisione che si occupa dei mercati italiano, olandese, Nord-Europa e paesi francofoni, Ambeskovic ricoprirà la posizione di vice president sales and marketing. Startupper seriale, ha precedentemente guidato diverse società IT e lavorato come consulente informatico per diverse realtà imprenditoriali.


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Bollettino Coronavirus

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n mese di dicembre pieno di attese e incognite rende ancora più incerto l’ultimo scampolo di 2020. Fra DPCM, decreti ristori e cambiamenti di fascia di alcune regioni, l’avvicinarsi del Natale sembra portare con sé poche novità per il commercio al dettaglio. A dettare la linea dovrebbe essere il prossimo decreto del presidente Giuseppe Conte in vigore dal 4 dicembre. L’attenzione, ovviamente, è posta alle vacanze sotto l’albero ma nel frattempo c’è da riempire un vuoto che rischia di accelerare, di nuovo, la pandemia. D’altronde, la folla che ha preso parte all’apertura del centro commerciale Maximo di Roma (in zona gialla) ha fatto drizzare le antenne sulla corsa ai regali. Mentre con il passaggio di Lombardia e Piemonte da zona rossa a zona arancione il 29 novembre, i clienti residenti sono tornati a formare le fila di fronte agli store in una coda di quello che forse è stato il Black Friday più moscio di sempre.

Le misure di sicurezza

Sebbene al momento in cui scriviamo non siano ancora state presentate le misure di sicurezza sanitaria che dovrebbero entrare in vigore dal 4 dicembre, alcuni fondamentali del nuovo DPCM sembrano ormai già tracciati. A livello di spostamenti, si va verso un blocco per chi vuole raggiungere le seconde case fuori dalla propria Regione dalla settimana precedente il 25 dicembre all’Epifania. Mentre sarà consentito grazie a qualche deroga il rientro nella propria abitazione di residenza o domicilio (comprese le “case di famiglia”, dicitura che dovrebbe indicare la possibilità dei ricongiungimenti famigliari per le feste). Per chi, invece, dovesse decidere di andare all’estero, stante la stretta sui comprensori sciistici stranieri, il Governo pensa a nuove forme di quarantena obbligatoria al ritorno. Per quanto riguarda gli orari delle attività, torna il coprifuoco alle 22 con possibile scivolamento alle 24 nei giorni di Natale e Santo Stefano. Linea dura sui ristoranti. Nonostante il pressing di alcune Regioni, con l’idea lanciata dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, di aprire i locali del foodservice fino alle 23, almeno nel periodo di punta delle vacanze invernali. Maggiori spiragli per il commercio al dettaglio che potranno tenere aperto fino alle 21 mentre ritornano operativi nel weekend centri commerciali e grandi magazzini. 18

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Decreti, ristori e limitazioni: ecco il Natale 2020 8 miliardi

di euro

La cifra stanziata dal DL Ristori Quater per andare incontro alle perdite di fatturato dei settori colpiti dalle chiusure. Un contributo che porta il totale degli aiuti erogati a 18 miliardi di euro.

-33%

La riduzione di fatturato che le aziende e le partite IVA devono aver subito nel primo semestre 2020 (rispetto allo stesso periodo del 2019) per accedere ai nuovi contributi a fondo perduto; a patto che l’attività non superi i 50 milioni di euro di ricavi.

4 dicembre Data in cui entra in vigore il nuovo DPCM che dovrebbe disciplinare l’attività economica, produttiva e commerciale fino all’Epifania. Scontato il blocco agli spostamenti e la chiusura del foodservice sotto le feste.

Ristori, capitolo quater

A tenere banco, comunque, è la saga sui ristori, ormai arrivati al quarto capitolo. Nella notte fra il 29 e 30 novembre, il Consiglio dei ministri ha dato il proprio nullaosta per un ulteriore scostamento di bilancio di circa 8 miliardi di euro. Una somma che fa così lievitare a 18 i miliardi messi sul piatto dal Governo per remunerare esercenti e imprenditori che hanno dovuto far fronte a un calo consistente del fatturato a seguito delle chiusure imposte dalle norme anticontagio. Oltre alle cifre, però, la vera novità del DL Ristori Quater è il rinvio al 30 aprile 2021 delle scadenze fiscali (secondo acconto Irese, Irpef e Irap) esteso a imprese e partite IVA che abbiano registrato un calo del fatturato pari al -33% nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019; a fronte di ricavi inferiori ai 50 milioni di euro registrati nello stesso intervallo di tempo. Rinviati anche i pagamenti delle pendenze col Fisco, come il programma di Rottamazione Ter e il saldo e stralcio. Nelle pieghe del decreto spuntano poi diverse indennità, come i 350 milioni per il settore fiere e congressi oppure il bonus da 1.000 euro ai lavoratori precari (per un totale di circa 700 milioni) impegnati nei settori del turismo e dello spettacolo. Salta l’estensione della platea dei beneficiari dei contributi a fondo perduto, che voleva allargare il numero degli aventi diritto anche ai professionisti che hanno subito un danno sui ricavi sebbene non rientrino nelle attività colpite direttamente dalle limitazioni dei DPCM. E per questo si parla già di un DL Ristori Cinque che potrebbe ricorrere ai 3,8 miliardi di euro del fondo Covid contenuto nella legge di Bilancio, che prevede per il 2021 un ulteriore scostamento di circa 21 miliardi di euro. N.G.



Parola di Lucio Rossetto Lucio Rossetto, classe 1967, origini veronesi e bolognese d’adozione, è business chief officer di Lagardère Travel Retail. Posizione che ha assunto dopo aver lasciato quella di ceo della business unit italiana. Laureato in Ingegneria aeronautica, Rossetto ha lavorato in Germania per BMW Rolls-Royce Aeroengines e Roland Berger nella consulenza ad aeroporti e compagnie aeree, poi in McKinsey in Italia. Ha militato in Coop, prima come direttore del canale ipermercati e non food di Coop Italia e poi come amministratore delegato in Coop Sicilia. Nel settembre 2015 la nomina a ceo Italia di Lagardère Travel Retail, società francese presente in oltre 39 Paesi nel mondo con più di 4.800 negozi.

Lagardère TR parla sempre più italiano, ma guarda alla Cina 20

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di Nicola Grolla

Con la nomina di Lucio Rossetto a business chief officer, l’operatore travel retail si appresta ad affrontare il 2021 puntando sul mercato cinese: «Là noi riusciamo già oggi a realizzare vendite che sono superiori a quelle dell’anno precedente grazie a un traffico ormai prossimo ai livelli pre-pandemici»

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l 2020 del travel retail ha rappresentato il punto più basso nella storia dell’industry. La pandemia Covid-19, la limitazione agli spostamenti, la riduzione dell’offerta aeronautica e quella sensazione di insicurezza che ha pervaso i possibili viaggiatori hanno rappresentato degli ostacoli quasi insormontabili per molte aziende del settore. Fra queste, anche la francese Lagardère Travel Retail che ha chiuso il terzo quarto con una riduzione del fatturato del -66% a livello globale. A brillare, però, è stato il mercato cinese (dove il subconcessionario è presente dal 2007 e conta oltre 400 store in 26 aeroporti) che ha messo a segno un incoraggiante +35% grazie al boom del traffico locale, nuove aperture e social commerce. «Il mercato cinese ha dimostrato che, una volta venuta meno la minaccia del virus, la domanda di viaggio è pronta al rimbalzo», ha affermato a r&f Lucio Rossetto, business chief officer di Lagardère Travel Retail. Da poco ha lasciato la sede italiana per volare a Parigi a seguito della nomina a business chief officer. Quali sono i compiti, le mansioni e le aree di competenza del suo nuovo ruolo? Lagardère ha una dimensione prevalente che è la geografia, quindi ogni Paese in cui siamo presenti fa capo a una business unit nazionale che gestisce il conto economico della propria entità. A queste si sommano delle strutture di supporto trasversali che gestiscono competenze per ciascuna business line. Tali competenze rappresentano l’oggetto della mia mansione insieme alle infrastrutture, al rapporto con i brand, agli acquisti, al marketing fino anche alla parte IT e logistica. Infine, c’è tutta la parte del corporate e social responsability in quanto strettamente collegato alla capacità delle varie business line proporre prodotti e creare l’offerta.

Nel mercato aeroportuale europeo, l’ultima novità è stata l’apertura del nuovo aeroporto di BerlinoBrandeburgo (vedi servizio a pagina 46). Qual è la presenza di Lagardère? Nel nuovo aeroporto di Berlino abbiamo aperto dieci negozi, tutti dedicati al travel essential con sei marchi diversi. Si tratta di una combinazione di insegne internazionali, come Relay che qui vede l’implementazione del nuovo format next generation, e brand locali.

+35%

La crescita del fatturato registrata nel Q3 da Lagardère TR in Cina dove è presente dal 2007 e conta 400 store in 26 aeroporti. Nonostante questa apertura, il travel retail, soprattutto quello aeroportuale, rimane in difficoltà. Che spazio c’è per soluzioni digitali che aiutino il settore a uscire dalla crisi? Credo che la difficoltà in cui si trova il comparto non faccia altro che accelerare alcune tendenze precedentemente solo abbozzate o in ancora in fase di sviluppo piuttosto che farne emergere di nuove. Questo è vero in particolare per il digitale dove ovviamente

c’è una maggiore necessità di tenere il passo con l’evoluzione delle abitudini dei clienti che in pochi mesi hanno raggiunto un livello di maturazione senza precedenti nell’utilizzo delle tecnologie. Insomma, un salto in avanti su una direzione che era già tracciata: marketing digitale, esperienze d’acquisto omnicanale, implementazione dell’eCommerce, ecc. sono fenomeni che esistevano già prima della pandemia ma che si manifestano con maggior urgenza adesso. E per quanto riguarda format e layout dei punti vendita? Attualmente non hanno subito grandi stravolgimenti. D’altronde, parallelamente all’adozione dei vari protocolli di sicurezza i volumi di traffico sono drammaticamente calati e questo ha impedito che nei nostri locali si toccassero quei livelli di saturazione tali da dover modificare format e layout. Certo, questo non significa che dei cambiamenti non siano stati realizzati. Ci siamo concentrati principalmente nel garantire la sicurezza di clienti e dipendenti al fine di creare un ambiente che sia allo stesso tempo rassicurante e funzionale. C’è il rischio che l’attuale situazione del mercato polarizzi la propensione alla spesa verso un’offerta convenience? Ci sono due tendenze contrastanti. Da un lato, se si dovesse ulteriormente ampliare la base di persone che viaggiano, come è successo stabilmente negli ultimi anni, è possibile

Nonostante permangano ancora alcuni timori sul futuro del settore, sono convinto che i driver che hanno sostenuto la crescita del comparto saranno anche quelli che traineranno la ripresa dicembre 2020 | retail food

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Parola di Lucio Rossetto

che la capacità di spesa si diluisca a causa di passeggeri basso spendenti. Dall’altro lato, il miglioramento del mix delle nazionalità, con una larga fetta occupata dalle classi medie dei paesi lontani ed emergenti, porterà nei nostri aeroporti dei passeggeri ben disposti all’acquisto. A differenza degli altri mercati, quello asiatico ha avviato la propria ripresa. Quali sono le evidenze emerse in questa fase post-Covid? Più che il mercato orientale, è quello cinese a farla da padrona. A Singapore, per esempio, si parla di pochi voli al giorno, che si contano su due mani al massimo. La Cina, invece, è in una situazione diversa. Là noi riusciamo già oggi a realizzare vendite che sono superiori a quelle dell’anno precedente grazie a un traffico ormai prossimo ai livelli pre-pandemici. Evidenze che rafforzano alcune previsioni. In primo luogo, l’importanza del mercato inter-

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no. Un’opportunità che, durante il rimbalzo estivo, l’Europa non è riuscita a cogliere a causa delle normative non armonizzate a livello comunitario. In secondo luogo, il mercato cinese ha dimostrato che, una volta terminata l’emergenza sanitaria, il traffico riprende molto velocemente, soprattutto quello di corto raggio. Un messaggio di speranza in vista dei prossimi mesi. Andando più nello specifico, che soluzioni possiamo importare dalla Cina? Sicuramente vedremo un maggiore avanzamento della digitalizzazione in alcuni processi. Mi riferisco in particolare a pagamenti, ordini e delivery. Proprio il delivery sembra uno degli strumenti maggiormente in voga. Tattica o strategia? Anche prima del Covid ci sono stati dei tentativi per introdurre questo servizio nelle hall aeroportuali. La stessa Lagardère aveva iniziato a ragionarci assieme ad alcuni partner. Di sicuro si tratta di una possibilità in più offerta sia al foodservice sia al retail più tradizionale. Credo però che i fondamentali della ristorazione in aeroporto rimarranno gli stessi. Il delivery, quindi, diventa un pezzo della torta ma non la torta intera. Con lo sviluppo dei voli low cost e la necessità di accelerare alcune tempistiche in aeroporto, per esempio, la consegna diventa uno strumento aggiuntivo per garantire l’opportunità al passeggero di consumare prima di imbarcarsi. Nelle ultime settimane ACI Europe e ETRC si sono impegnate in una campagna a favore dell’estensione del regime duty free anche agli arrivi, come già avviene in alcuni mercati extra-UE (vedi servizio a pagina 50). Che vantaggi?

Si tratta di una grande opportunità di mercato, un ulteriore elemento dell’esperienza di viaggio e un sostegno al settore aeroportuale in un momento di gravissima crisi. Secondo le stime, l’introduzione del regime duty free agli arrivi potrebbe aumentare le vendite fino al 20-30% senza andare incontro a sostanziali danni erariali in quanto, tipicamente, questa vendita si rivolge a clienti che avrebbero altrimenti comprato nei paesi d’origine. Per quanto riguarda l’Italia, in quanto vice-presidente di ATRI (Associazione Travel Retail Italia), cosa ci resta di questo 2020? Credo ci siano ancora tante paure sul futuro del travel retail. Ma allo stesso tempo sono convinto che i driver che hanno sostenuto la crescita del comparto saranno anche quelli che traineranno la ripresa. Come abbiamo visto in Cina, non appena viene meno la minaccia contingente del virus riemerge un forte desiderio di viaggiare. L’Italia poi gode di un forte appeal nei confronti dei passeggeri stranieri che considerano il Belpaese come meta principe per il turismo. Rimangono maggiori incertezze sul traffico business che, come abbiamo visto nell’ultimo periodo, può essere in parta sostituto da meeting virtuali. Infine, la questione della sostenibilità ambientale può essere un’occasione più che un ostacolo per sviluppare un nuovo modello di viaggio. L’industria aeronautica ha già cominciato da tempo a lavorare su obiettivi di lungo termine per introdurre nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Inoltre in una logica di intermodalità si potrà reindirizzare i passeggeri verso il treno e l’auto elettrica senza nel complesso intaccare la richiesta di viaggio complessiva. ¢



Omnichannel retail

Lo shopping: personalizzato, automatizzato e locale Durante la prima ondata di pandemia, mentre i negozi fisici tramontavano, quelli online conoscevano un boom, perché un mondo bloccato a casa è un mondo che fa acquisti online. La disamina di Sean Culey mette a fuoco, su scala globale, i principali elementi di innovazione

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el 2019 le vendite di eCommerce al dettaglio avevano già raggiunto i 3,53 trilioni di dollari in tutto il mondo. Oggi si prevede che raddoppieranno fino a toccare quota 6,54 trilioni di dollari entro il 2022. Amazon, il più grande rivenditore on-line al mondo, ha vissuto un decennio di crescita continua, registrando ricavi per 280,5 miliardi di dollari nel 2019. Il COVID-19 ha semplicemente accelerato quella crescita. Nel secondo trimestre del 2020, il fatturato di Amazon è stato di 88,9 miliardi di dollari, il 40% in più rispetto all’anno precedente. L’impatto che il COVID ha avuto nel rivoluzionare la vendita al dettaglio va ben oltre l’aumento temporaneo delle vendite dell’eCommerce: ha causato un cambiamento radicale nei comportamenti della gente (vedi Tabella 1). L’intero settore della vendita al dettaglio, e la catena di distribuzione che ne è alla base, è in via di trasformazione. Perché dietro le quinte è stata elaborata tutta una gamma di tecnologie rivolu-

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stasse pronunciare il nome di quello che zionarie, in attesa dell’opporsi desidera e questo arrivasse in poche tunità di entrare a pieno diritore? È esattamente ciò che Amazon aveto sul mercato. E la pandemia va in mente quando ha lanciato è stata la madre di tutte Sean Culey, transformation change agent, Amazon Echo nel 2015. Grazie le opportunità. a un’assistente vocale virtuaDopo l’approfondi- speaker & author di P3 Logistics Parks. le intelligente chiamata Alexa, mento intitolato “COEcho, e tutta una serie di altri prodotti abilitati VID-19: la svolta decisiva per l’eCommerper Alexa, gli utenti di Amazon Prime possoce?”, pubblicato sul numero di settembre, r&f no inserire gli articoli nel carrello della spepropone una nuova disamina a firma Sean sa semplicemente chiedendolo ad Alexa. Una Culey, transformation change agent, speavolta completato l’ordine, possono effettuare ker & author, frutto della collaborazione con il check-out e l’ordinazione viene automaticaP3 Logistics Parks. mente elaborata e consegnata. Echo ha inaugurato un mercato completamenUn settore trasformato te nuovo per gli altoparlanti intelligenti e altre Cominciamo con la casa. Non paga di esseaziende tecnologiche, come Google, hanno re diventata il più grande mercato online del subito lanciato un prodotto competitivo chiamondo, Amazon continua a cercare di rimuomato Google Home per impedire ad Amazon vere ogni possibile inconveniente per i consudi dominare il mercato. Ma Google è solo un’amatori. Cosa c’è di più comodo che acquistare zienda tecnologica e non un rivenditore, quintutti i prodotti in un unico negozio on-line? E di Home può riprodurre musica e rispondere se non fosse necessario andare on-line? Se ba-


Tabella 1: Cambiamento comportamentale causato dal COVID e risultati Popolazione costretta a utilizzare lo shopping Boom dell’e-Commerce, conversione on-line invece che quello fisico e a farsi consegnare il cibo invece che mangiare al ristorante

Avversione alla gestione del denaro fisico a causa della trasmissione di germi patogeni. Accesso su richiesta a beni e servizi. Preferenza per beni e servizi prodotti localmente Il lavoro da casa è la nuova norma. Boom di telepresenza/smartworking Distanziamento sociale / divieto di assembramenti

alle domande, ma non può ordinare la spesa. Da qui la partnership del 2019 con Walmart. Ora i clienti di Google Home possono semplicemente dire “Ok Google, parla con Walmart” e aggiungere articoli al carrello della spesa dicendo ad alta voce quello che desiderano e la quantità richiesta. Il sistema sa anche cosa viene abitualmente acquistato, quindi se si dice ad esempio “aggiungi detersivo”, Home saprà quale marca ordinare. Gli altoparlanti intelligenti hanno creato un nuovo canale per la domanda. Poiché Alexa e l’Assistente Google sono ora incorporati in tutta una serie di altri dispositivi come i telefoni e l’auto, nel momento in cui ci si rammenta di avere bisogno di qualcosa, si può semplicemente ordinare dicendolo ad alta voce. Verso la fine del 2019 sono stati venduti 146,9 milioni di altoparlanti intelligenti, un numero che è aumentato in modo significativo dall’inizio della pandemia di COVID. Amazon ha conquistato il 70% di questo mercato negli Stati Uniti (Google Home il 24%) e i suoi dispositivi Alexa sono ora disponibili in oltre 40 paesi, inclusa la maggior parte dell’Europa. Cosa c’è di più facile che dire ad alta voce

La partnership tra P3 Italy e Sean Culey

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a collaborazione tra Sean Culey e P3 Logistic Parks si è consolidata nel corso degli ultimi anni e il noto futurologo ha partecipato sempre in qualità di panelist alle conferenze MOMENTUM che organizziamo con l’obiettivo di riflettere sulle innovazioni e i trend che potrebbero cambiare il modo di fare business, in un futuro non troppo lontano - dichiara Jean-Luc Saporito, chief development officer e managing director di P3 Italy - Non parliamo solo di logistica, ma di vere e proprie vision sul futuro che ci consentiranno di anticipare, piuttosto che subire, i cambiamenti sempre più veloci che impattano sulla nostra società”.

da ristoranti classici a ristoranti per asporto

Pagamento contactless obbligatorio in molti luoghi. Accettazione della tecnologia da parte dei più diffidenti

Aumento delle offerte di consegna in un’ora

Domanda di prodotti freschi locali: spacci aziendali, macellai, panettieri, ecc. Più consegne a domicilio, meno visite nei negozi all’ora di pranzo o dopo il lavoro Calo delle attività di gruppo: centri commerciali / cinema / teatri

orizzontale che in verticale. Le merci vengono quindi prelevate da una brigata di robot che sfrecciano lungo la griglia nella parte superiore del cubo, ricaricandosi quando necessario e consentendo l’elaborazione e il prelievo di più ordini contemporaneamente, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questi sistemi ASRS modulari sono incredibilmente scalabili ed efficienti in termini di spazio. Possono quindi essere utilizzati in enormi centri logistici o in piccoli spazi urbani. I fornitori di ASRS come Swisslog hanno persino dimostrato come il loro sistema ASRS, chiamato Autostore, potrebbe essere integra-

quel che si desidera? E se il cliente non dovesse fare proprio niente? Nel 2015, Amazon ha lanciato un altro servizio chiamato Dash Replenishment. Si tratta di un’espansione del suo investimento nell’Internet delle cose che consente ai produttori di aggiungere questa funzionalità basata su Alexa ai loro dispositivi in modo da poter ordinare automaticamente parti di ricambio quando occorre. Ad esempio, Brother, HP ed Epson dispongono di stam- Esempio di ASRS. Immagine: Autostore. panti Dash Replenishment in grado di ordinare automaticamente l’into nei centri commerciali o nei grandi negochiostro, le brocche per l’acqua Brita possozi per sostituire i vecchi e caotici retrobottega no ordinare i filtri di ricambio e le lavatrici e le aree di stoccaggio, consentendo ai negozi Samsung e Whirlpool possono ordinare il di funzionare anche come centro logistico per detersivo monitorando il numero di lavaggi ordini on-line. completati, ecc. Anche aziende robotiche come Fabric si sono rese conto che questi sistemi possono essere installati in luoghi urbani come i parcheggi sotReinventare il magazzino terranei. Poiché le persone utilizzano sempre Indipendentemente dal fatto che l’ordine prodi più il trasporto come servizio, questi parvenga da un clic on-line, da un comando vocale cheggi, situati preferibilmente nei centri uro da un’istruzione della macchina, gli articoli bani, cadranno sempre più in disuso. Possono devono arrivare a casa, al lavoro o a qualsiasi quindi essere riqualificati utilizzando la tecindirizzo di consegna specificato. Ciò compornologia ASRS nei centri di distribuzione urbata difficoltà e costi aggiuntivi all’“ultimo mina, contribuendo a garantire consegne entro glio”, inducendo i rivenditori a rivedere la proun’ora a consumatori sempre più impazienti. pria rete di fornitura e cercare dei modi per abConsegne che a breve verranno effettuate anbattere i costi, migliorando significativamente che dalle macchine. velocità, efficienza e precisione. L’acquisizione della società di robotica Kiva da parte di Amazon nel 2012 ha cambiato il sistema del Reinventare l’ultimo miglio magazzino dal picker che andava alle scorte, Consegnare merci a casa delle persone è, nelalle scorte che andavano dal picker. Amazon la migliore delle ipotesi, piuttosto dispendiooggi ha oltre 200.000 robot Kiva che lavorano so. Diventa incredibilmente costoso se occornei suoi centri logistici negli Stati Uniti. Sure fare una consegna entro 24 ore, soprattutto permercati come Ocado, Walmart e Kroger quando aziende come Amazon continuano ad hanno anch’essi ridisegnato i loro magazzini accrescere la pressione offrendo questo serviper utilizzare un sistema di stoccaggio e recuzio gratuitamente. Al momento molte azienpero automatizzato (ASRS) a cubo, controlde, inclusa Amazon, stanno cercando di tenelato da potenti algoritmi che verificano l’ubire sotto controllo i costi non solo automatizcazione e il posizionamento delle merci sia in zando i loro magazzini, ma anche utilizzando dicembre 2020 | retail food

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Omnichannel retail rizzazione per gestire la sua flotta di droni per consegne “Wing” dalla Federal Aviation Administration (FAA) e nell’agosto 2020 anche Amazon ha ricevuto l’approvazione della FAA per i droni Prime Air. È quindi probabile che inizieremo a vedere i droni consegnare merci negli Stati Uniti dal prossimo anno e in Europa entro il 2022. Ancora una volta, il COVID ha contribuito a far cambiare idea alla gente sui droni, per la necessità di favorire una base di consumatori in grado di restare a casa e fornire un metodo di consegna asettico.

Ripensare il supermercato Gamma di dispositivi abilitati per Alexa di Amazon la gig economy in modo da pagare le persone solo per le consegne effettuate, risparmiando sui costi dei dipendenti come pensioni, ferie e assistenza sanitaria. Tuttavia, questa è solo una soluzione momentanea e quindi si tratta esclusivamente di lavori temporanei. Il piano a lungo termine è automatizzare il più possibile l’ultimo miglio, utilizzando una serie di soluzioni diverse come robot stradali e droni. I robot per le consegne di Starship Technologies sono ormai una scena consueta in alcune città britanniche, così come nei campus universitari negli Stati Uniti. Questi piccoli robot a sei ruote a guida autonoma possono trasportare articoli come pacchi, generi alimentari e fast food ai clienti entro un raggio di 6 chilometri e sono ora utilizzati in oltre 100 città e 20 paesi. Supermercati come Co-op e servizi rapidi di consegna pasti come JustEat sono stati i primi ad avvalersi di questi dispositivi. Non sorprende che Amazon abbia anche adottato robot stradali, sviluppando una versione quasi identica denominata Amazon Scout, che viene utilizzata in California, Florida e Tennessee. Questi robot, sia elettrici che senza conducente, naturalmente riducono in maniera drastica i costi di consegna. L’assenza del conducente ha acquisito maggiore importanza in questi

Robot Bossa Nova in funzione in un supermercato Walmart. 26

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tempi di pandemia, poiché le persone ora preferiscono ricevere merci senza alcun contatto fisico rispetto al passato. Non tutti vivono a 4 km da un centro logistico o da un supermercato, quindi continua a sussistere il problema di come automatizzare i tragitti più lunghi. Un’idea è il concetto di “nave madre”, in cui i furgoni (attualmente guidati da persone, ma che presto saranno autonomi) vengono caricati con i robot per le consegne e quindi portati in un punto che gli algoritmi di pianificazione stabiliscono come il punto di sosta ottimale, in modo che i robot possano recarsi nelle case designate. Daimler ha avviato una collaborazione con Starship Technologies nel 2016, investendo 16,5 milioni di euro nella società robotica per co-sviluppare il loro concetto Robovan, puntando sull’Europa come primo mercato. Un’altra casa automobilistica, la Ford, ha collaborato con Agility Robots per creare un sistema analogo, questa volta con un robot bipede chiamato Digit che porta addirittura la merce fino alla porta. Digit presenta una serie di vantaggi rispetto ai robot stradali, in particolare il fatto che può salire le scale e può quindi consegnare i pacchi direttamente negli appartamenti. Anche i velivoli sono stati considerati un modo per consegnare rapidamente merci ai clienti, grazie alla loro capacità di evitare il traffico e di viaggiare in linea retta. Amazon è stata la prima ad annunciare i suoi piani d’impiego di droni per le consegne ai clienti nel 2013 e da allora si è impegnata a lavorare al progetto. Anche altre aziende hanno visto il potenziale della logistica basata sui droni e aziende come Google e DHL hanno elaborato una loro soluzione. Il principale ostacolo sembra essere la legislazione sulla sicurezza, ma nel 2019 Google ha ottenuto l’auto-

Nonostante tutte queste innovazioni incentrate sull’esperienza dell’eCommerce, nessuno crede che vedremo presto la fine dello shopping fisico. I negozi continueranno a esistere a lungo, ma il modo di fare acquisti vedrà una radicale trasformazione tecnologica. Non sorprende che Amazon sia stata al centro di questa transizione, cercando ancora una volta di cambiare i comportamenti delle persone e risolvendo problemi e inconvenienti che prima venivano ritenuti parte integrante del modo di fare acquisti. Quasi tutti concordano sul fatto che il momento peggiore quando si fa la spesa è quello finale, in cui occorre fare la fila, togliere i prodotti dal carrello o cestello e passarli allo scanner, che sia la cassa automatica o con cassiere, per poi mettere di nuovo tutto nella propria borsa. Nelle ore di punta può diventare un calvario e spesso chi ha fretta preferisce rinunciare e andarsene. E se non si dovesse fare niente di tutto questo? Se si potesse semplicemente prendere i prodotti dallo scaffale e uscire? Non è una domanda che hanno posto i consumatori, ma una domanda che si è posta Amazon e a cui ha dato risposta. Il lancio dei negozi Amazon Go è stato simile al lancio di Echo: la gente si è meravigliata della creazione di qualcosa che nessuno osava chiedere perché non sapeva che fosse possibile. Amazon utilizza quella che chiama tecnologia “just walk out”, che consiste in visione artificiale, fusione di sensori e tecnologia di apprendimento profondo. All’arrivo si esegue la scansione, si viene tracciati e il sistema rileva automaticamente quando i prodotti vengono presi o rimessi sugli scaffali e ne tiene traccia in un carrello virtuale. Una volta finito di fare acquisti, si esce semplicemente dal negozio e avviene l’addebito automatico sull’account Amazon. L’idea è stata inizialmente sperimentata con i dipendenti di Seattle e poi implementata negli Stati Uniti nel 2019. Amazon prevede di aprire 3.000 negozi Go negli Stati Uniti entro il 2022 e ha già identificato sedi per negozi Go nel Regno Unito e in Germania. Così come la tecnologia, anche le ambizioni di Amazon sono cresciute. Nel 2020 ha lanciato Amazon Go Grocery a Seattle, un supermercato di 950 me-


tri quadrati. Per consentire acquisti di volumi maggiori, i negozi Go Grocery includono anche carrelli della spesa abilitati per Alexa chiamati “Dash Cart” dotati di telecamere, sensori e una bilancia per registrare automaticamente tutti gli articoli messi nel carrello, tenere il conteggio e quindi effettuare automaticamente l’addebito sull’account di Amazon del cliente quando esce dal supermercato. Il fatto di non dover fare la fila e pagare cambia completamente il modo di fare acquisti e, se hanno questa possibilità, i clienti sceglieranno senza dubbio di utilizzare negozi che consentono di evitare questa parte. Amazon lo sa, così come tutti i suoi competitor. Il successo del lancio di questa tecnologia da parte di Amazon ha causato la reazione immediata di altri importanti supermercati come Walmart, Carrefour, Sainsbury’s e Tesco, che hanno

Il robot Digit di Agility Robotics. implementato soluzioni sulla scia di quelle di Amazon, progettate per consentire all’acquirente di evitare la temuta coda alla cassa. Ma la maggior parte delle aziende non dispone degli ingenti capitali di Amazon da investire nell’innovazione e Amazon lo sa bene. Pertanto, nel 2020 Amazon ha annunciato che poteva dare a noleggio questa tecnologia, consentendo ad altri rivenditori, grandi e piccoli, di accedere alla funzionalità. Ha così creato quello che sarà sicuramente un nuovo modello di business molto redditizio per Amazon. Oltre a eliminare la cassa (e il cassiere), i robot hanno fatto la loro comparsa anche in negozio. Un rapporto del 2018 ha stabilito che quasi un trilione di dollari veniva perso ogni anno a causa di negozi che non avevano articoli negli scaffali, un problema che Walmart sta cercando di

risolvere con il sistema di analisi robotica del magazzino Bossa Nova che effettua continui controlli per garantire che le scorte giuste si trovino nel posto giusto e nella quantità giusta. Eventuali discrepanze vengono identificate e segnalate immediatamente in modo che un dipendente possa risolvere il problema. Walmart ha oltre mille di questi robot attualmente dislocati nei suoi negozi negli Stati Uniti e sta cercando di distribuirli anche in altri paesi. Hanno anche robot per lavare il pavimento in grado di identificare e rimuovere eventuali fuoriuscite di liquidi.

Reinventare completamente il modo di fare acquisti

Per vedere come queste tecnologie si combineranno per trasformare la vendita al dettaglio, basta andare in Cina. Alibaba e JD.com, i giganti dell’eCommerce cinesi, hanno reinventato completamente lo shopping unendo lo shopping fisico e on-line per creare un’esperienza in negozio del tutto nuova e altamente personalizzata definita “Vendita di nuova generazione” o “Vendita senza confini”. La filosofia della vendita al dettaglio di nuova generazione di Alibaba può essere vista nei suoi supermercati Hema “progettati da zero”, che permettono di fare acquisti dallo smartphone. I clienti possono visualizzare informazioni dettagliate sui prodotti mentre si spostano nel negozio scansionando i codici QR e ricevono sconti e offerte personalizzate sul telefono mentre si trovano in negozio. I clienti possono anche “provare” abbigliamento e trucco virtualmente con la realtà aumentata, senza dover fare la fila per i camerini o cercare capi di prova: un bel vantaggio, in un momento in cui molti camerini sono chiusi e provare i vestiti non è visto di buon occhio. Questo crea un’esperienza di acquisto di generi alimentari tattile, coinvolgente e interattiva. Hema si concentra sul cibo freschissimo e mette a disposizione dei cuochi che cucinano per i clienti piatti da provare sul posto; se il piatto risulta di suo gradimento, cucineranno per il cliente un pasto usando la sua spesa. Il supermercato funge anche da centro logistico e fornirà ai clienti generi alimentari e pasti cucinati entro 30 minuti se vivono nel raggio di 3 km da un supermercato Hema. Il primo negozio Hema è stato aperto a Shanghai nel 2016 e ora ci sono oltre 228 negozi in tutta la Cina, con la prospettiva di aprirne 2.000 entro il 2022. Nel maggio 2020, Alibaba ha anche aperto il suo primo villaggio Hema, un concetto che intende espandere. È facile capirne il motivo. I negozi Hema registrano entrate per metro quadrato 3 o 5 volte maggiori rispetto alla concorrenza. La ragione è chiara: ai clienti piace molto l’idea. I negozi Hema hanno avuto così tanto successo che molti hanno cambiato casa per vivere nel raggio di consegna di 3 km

da Hema, con il conseguente aumento di valore degli immobili nelle vicinanze del negozio. Anche JD.com, la più grande società cinese di commercio elettronico, ha una filosofia simile, chiamata “Vendita senza confini”. Come Alibaba, l’azienda immagina acquisti privi di barriere e supportati da dati, collaborazione e innovazione. Ha abbracciato tutte le tecnologie descritte precedentemente, costruendo centri di distribuzione completamente automatizzati che riforniscono negozi e centri logistici urbani tramite la logistica del tubo sotterraneo, per poi consegnare le merci al cliente avvalendosi di droni e robot stradali. JD.com si è anche resa conto, come Amazon, che può fare ottimi profitti offrendo la propria tecnologia ad altre società. I commercianti, le aziende di abbigliamento di lusso e le catene alberghiere, hanno collaborato con JD.com in modo da poter offrire ai propri clienti un’esperienza di acquisto senza confini.

Conclusioni

Da almeno cinque anni ribadisco che il futuro della catena di distribuzione e della vendita al dettaglio è PAL: Personal, Automated and Local, ossia personalizzato, automatizzato e locale. Personalizzato, in quanto le aziende utilizzano sempre di più gli algoritmi per tracciare i nostri movimenti, le decisioni di acquisto e le abitudini di visualizzazione dei prodotti al fine di offrire articoli, sconti e offerte personalizzati. Strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come la realtà aumentata, rivoluzioneranno i settori della vendita al dettaglio come l’abbigliamento, risolvendo gli attuali problemi che incontra il cliente on-line legati a taglie standardizzate e complesse politiche dei resi. Ad esempio, l’innovativa soluzione EeSpoke di Ardorn, start-up della moda, combina sistemi di misurazione digitali e avatar 3D per stabilire la taglia esatta e consentire una prova virtuale prima dell’acquisto che, unita alla produzione su misura, assicura abiti della misura perfetta, risolvendo i dubbi, riducendo i resi ed eliminando gli sprechi. Automatizzato, per via di tutti gli strumenti descritti in questo articolo, dai magazzini ASRS, ai droni e robot stradali, fino agli ordini on-line, ai negozi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dove la gente può entrare e pagare le merci con la mano o il viso. E locale, perché il rivenditore e la sua catena di distribuzione saranno incentrati sul consumatore e saranno loro ad andare da lui, non il contrario. Stiamo tornando a un mondo di negozi locali, però con alle spalle una tecnologia davvero potente. Ciò consentirà ai rivenditori di concentrarsi sulla fornitura di prodotti, servizi ed esperienze più esclusivi piuttosto che dedicarsi a conteggiare le scorte, riempire gli scaffali e riscuotere contanti. Lo shopping non è morto, è solo addormentato. Al suo risveglio si troverà trasformato. ¢ dicembre 2020 | retail food

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La crescita delle dot-com

Marketplace: acceleratori nella digitalizzazione delle imprese

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na nuova rivoluzione è alle porte, Amazon apre la sua farmacia online, per ora solo in America. E il mondo delle farmacie perde punti in borsa. Nell’anno del Covid, basterebbe questa notizia per far capire la portata storica dello sviluppo presente e futuro dell’eCommerce e dei marketplace. Guardando invece all’Italia, con oltre 8 miliardi di euro di fatturato e più di 16mila persone occupate nel 2019 – un trend in forte crescita negli ultimi 5 anni – i marketplace risultano il settore economico a maggior crescita non solo dell’eCommerce, ma del totale dell’economia del settore privato nella Penisola, configurandosi come un attore chiave nello scenario retail e non solo. Arrivando al 2020, l’eCommerce legato alla vendita di prodotti dovrebbe superare quota 23 miliardi di euro, pari al +31% rispetto al 2019, con una penetrazione dell’8% sul totale dei consumi. Altrettanto indicativo, quest’anno le vendite eCommerce B2C di prodotto vedono le dot-com scendere di due punti, al 75%, rispetto ai player tradizionali, che salgono al 25%, a dimostrazione delle significative performance (+43%) fatte registrare online dagli operatori della grande distribuzione alimentare e non. Con questi numeri e sul concetto di omnicanalità si è aperto l’evento in streaming intitolato Marketplace: Ruolo e Opportunità per lo Sviluppo delle Imprese, promosso da Netcomm, Il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, che si è svolto mercoledì 18 novembre. Tra gli ospiti dell’evento, il presidente dell’Agenzia ICE, Carlo Ferro e i rappresentanti di alcuni dei principali marketplace, come Alibaba, Amazon, eBay, Eprice, LaRedoute e ManoMano.

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Roberto Liscia, presidente di Netcomm

A questi interventi è seguito quello del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano. «I marketplace – ha spiegato Roberto Liscia, presidente di Netcomm – sono un attore sempre più rilevante nel panorama della distribuzione e sono diventati un punto di riferimento per i consumatori. Questo lo hanno ben compreso non solo le aziende che decidono di aprire una propria vetrina sui siti aggregatori, ma anche i retailer che hanno incluso questo modello di servizio all’interno del proprio business. L’auspicio – prosegue Liscia – è che i marketplace possano rappresentare per le imprese italiane un canale per superare la crisi in atto. Pensando in particolare al piccolo dettaglio, i marketplace potrebbero agire come soggetto abilitatore del proximity commerce, in un momento in cui l’integrazione tra canali fisici e digitali dei negozi di vicinato non solo è un bisogno dei consumatori, ma una strada necessaria per rimanere competitivi». Geograficamente le imprese marketplace appaiono distribuite su tutto il territorio nazionale, seppur con una prevalenza nel Nord Ovest del Paese, così come per il fatturato, che nella sola Lombardia sfiora i 5 miliardi di euro. Guardando alla loro distribuzione merceologica, i comparti Elettronica/ICT e Moda sono quelli maggiormente rappresentati tra i marketplace attivi in Italia, ma è dal comparto generalista – con uno dei tassi di crescita più elevato negli ultimi 5 anni – che si origina più della metà del fatturato (56%) e dell’occupazione, coinvolgendo praticamente la metà dei 16.400 dipendenti dell’intero settore. Ugualmente in ascesa guardando il

periodo dal 2015 a oggi le piattaforme del Food & Beverage (+122,9% nell’arco 2015-19) e quelle del Travel (+102,2%). Comparti, che insieme a quello generalista, hanno registrato anche le migliori performance in termini occupazionali.

L’eCommerce B2B

Parallelamente alle vendite online su marketplace B2C, un trend in forte ascesa, anche se ancora agli albori in Italia, è dato dalle vendi- Luca Curtarelli, head te online su marketplace of business development Italy di Alibaba B2B, con un evidente riflesso nella nascente convergenza tra i marketplace B2B e il settore fieristico. Di eCommerce business-to-business ha parlato Luca Curtarelli, head of business development Italy di Alibaba – nel mondo Alibaba.com annovera oltre 26 milioni di buyer e 190 paesi rappresentati – che ha evidenziato come nel 2020 si sia verificata una forte accelerazione nel processo di digitalizzazione da parte delle aziende italiane, anche per quanto concerne il segmento delle piccole e medie imprese. «Con l’inizio della pandemia abbiamo visto un incremento importante dell’adesione di queste realtà, sia lato vendita che lato acquisti – ha dichiarato il manager – Il tasso di adesione ad Alibaba.com è stato del +300%, trainato soprattutto dalla crescente richiesta di prodotti italiani e di prodotti differenzianti per maggiore qualità, andando oltre la logica del solo fattore prezzo quale elemento chiave per la scelta dell’acquisto. Di questo +300%, che include dai grandi gruppi alle medie, piccole fino alle micro imprese, il 70% è costituito da aziende che hanno hanno meno di 50 dipendenti». A.P.


Internazionalizzazione

Evoluzione verso oriente: ibridazione e digitale

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a sempre impegnata nell’internazionalizzazione digitale per i brand italiani sul mercato cinese, Retex rappresenta il ponte per un business retail sempre più globalizzato e ibridato. Aspetti fondamentali che, con l’impatto dell’emergenza Covid, hanno iniziato a bussare fortemente alla porta di marchi e aziende italiane attive in settori diversi, dal fashion alla GDO, ma tutte alla ricerca di uno sbocco sul mercato che riesca a dare un senso agli investimenti in omnicanalità. «Una parola spesso abusata e altrettanto spesso non realizzata», ha raccontato a r&f Andrea Negrin, managing direcor di Retex. La GDO è stato il campione del retail in questo 2020. Ma ha dovuto fare i conti con un rapido processo di evoluzione. Dove stiamo andando? Quando ho iniziato a lavorare io, negli Anni 90, in concomitanza con la nascita di Amazon e Alibaba, si pensava che il futuro della grande distribuzione sarebbe stato negli ipermercati e nei centri commerciali. Nonostante l’eCommerce fosse già nato e si iniziassero a vedere i primi progetti digitali. E vista come è andata a finire la storia non ci resta che assumere un dato incontrovertibile: il retail è un perenne caleidoscopio di cambiamenti in continua evoluzione. Collegare tutto ciò, come fanno alcuni, a dei trend dovuti alla necessità del momento, al lockdown, alla crisi economica, è un ragionamento sbagliato. L’unico vero format che, nella GDO, ha fatto un salto quantico è il discount, che negli ultimi 10 anni è cresciuto del 24% a livello europeo. Per il resto siamo di fronte a processi di ibridazione.

Andrea Negrin, managing direcor di Retex

Di che tipo? Due in particolare. Il primo riguarda la compenetrazione fra la ristorazione e i supermercati. Proprio negli ultimi due, tre anni molte catene aprono una loro food court all’interno dei propri spazi. Questo perché già prima del lockdown l’out of home trainava la trasformazione dei format che portava a pensare che, poco alla volta, le persone avrebbero sempre meno cucinato a casa e quindi sempre meno comprato al supermercato a favore di una maggiore frequentazione del foodservice. La seconda grande ibridazione, che spiega molto bene il boom del “sotto casa”, è quella fra supermercato e discount. Quest’ultimo non è più un format caratterizzato da un layout spartano e servizi scarni. Mentre il primo è alla ricerca di un nuovo posizionamento a livello di prezzo e offerta di item messi in vendita. E poi c’è l’eCommerce. In che modo la digitalizzazione accelerata indotta dal lockdown ha favorito questo canale e contribuito a far atterrare concretamente il concetto di omnicanalità? Retex nasce proprio con questa mission: cercare di dare concretezza all’omnicanalità. Una parola spesso abusata e altrettanto spessa non realizzata. Sicuramente, oggi, il concetto è più chiaro ma viene adottato con velocità diverse a seconda del settore di riferimento. Il food inteso come grande distribuzione e ristorazione, per esempio, è più lento nel creare quel ponte tra fisico e digitale capace di offrire un’esperienza senza frizioni al cliente. Il motivo risiede nelle economie di scala che si possono generare e che, visto

l’attuale stato della domanda, non permette un cambiamento più netto. Nel retail nonfood, la cosa è completamente diversa. Qui l’omnicanalità sta già generando cambiamenti nel mondo fisico con le grandi catene del fast fashion, per esempio, che dichiarano di chiudere un certo numero di store non tanto perché non reggono la concorrenza ma perché l’innovazione sta marciando permettendo di ingaggiare il cliente lungo tutto il customer journey e non solo nel negozio high street. Cosa manca per un completo dispiegamento delle potenzialità dell’omnicanalità quindi? Essenzialmente si tratta di una questione di sensibilità tecnologica che, molte volte, è un problema strutturale di processo che coinvolge, per esempio, la catena logistica di approvvigionamento. Il mercato cinese, invece, sembra molto più avanti da questo punto di vista. Parecchie puntate più avanti direi. Per un consumatore cinese, oggi, è assolutamente impensabile fare un’esperienza d’acquisto portandosi dietro il portafoglio. Grazie alla larghissima diffusione e funzionalità di piattaforme come WeChat, creare una user experience senza barriere diventa più facile, più di uso comune, più social. Tanto che ora siamo di fronte a un nuovo, ulteriore capitolo della saga: lo streaming commerce. Un fenomeno che lo stato, nel 2016, aveva cercato addirittura di arginare ma senza successo visto l’impatto dirompente sul mercato, dove questa pratica pesa per il 9% del valore delle vendite online; 61 miliardi di dollari di business. Insomma, se vogliamo guardare al futuro del retail non dobbiamo più volgere lo sguardo agli USA, ma alla Cina. E cosa possono fare le aziende italiane per avvicinarsi a questo mondo? Come Retex siamo i fornitori del servizio Pavilion Italia lanciato da Agenzia ICE in collaborazione con Tencent per creare in WeChat una piattaforma di vendita per 300 brand italiani. In questo modo, i brand del Made in Italy potranno contare su una vetrina online finanziata dal governo italiano e supportata, a livello logistico e amministrativo, da Retex. Oltre a questo, i brand italiani devono iniziare a conoscere. N.G. dicembre 2020 | retail food

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Dossier shopping mall Taglio nastro

Centro commerciale Lingotto, tra passato, presente e futuro di Andrea Penazzi

Con l’acquisizione del Padiglione V e la sua conversione a piazza retail, il centro commerciale Lingotto arricchisce la propria offerta con 25 nuovi negozi. Ma l’evoluzione del progetto sviluppato da Pradera e AXA prevede ulteriori due step: una nuova food court e il restyling dell’ingresso nord

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n un’unità commerciale adibita provvisoriamente a museo del Lingotto, la nostra attenzione si focalizza su una fotografia di grande formato, in bianco e nero, risalente al 1923. Nell’instantanea presa dall’alto si vedono l’ex stabilimento Fiat con la famosa pista di collaudo sul tetto e attorno solo prati ad eccezione di un singolo edificio. È una scuola, ancora presente, come ha raccontato a r&f il direttore del centro commerciale in forza a Savills, Fabrizio Cardamone, che abbiamo incontrato il giorno prima che la Regione Piemonte fosse dichiarata zona rossa. In quella mostra temporanea, il Lingot-

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seggiata di negozi, ci si imbatte in to parla del Lingotto, a testiun’imponente rampa per automomonianza di un intervento bili che conduce al piano superiore e di rinnovamento e svilupquindi a un fronte vetrina di circa 800 po in più fasi - l’inaugurametri, intervallato da piazze e dalzione dell’ampliamento e il contestuale rebranding Fabrizio Cardamone, direttore la vista sul Giardino delle Meraviglie e sull’iconica Bolla di Giovanni portano la data del 21 otto- del centro commerciale Agnelli, con annesso eliporto. Oltre bre 2020, mentre la nuova a un’architettura che non nasconde e anzi food court verrà completata nella primavera esalta la sua anima industriale, per capire il del 2021 - che guarda al presente e al futucentro commerciale Lingotto - che consigliaro fondando le ragioni del proprio essere su mo a tutti di vedere - è necessario elencauna storia lunga un secolo. re un ulteriore elemento. Nel palazzo, oltre Siffatta premessa, non deve stupire se all’inai 30mila mq di retail, sono presenti 45mila gresso nord del centro commerciale Lingotmq di uffici, due hotel 4 stelle, uno student to, invece di una piazza o di una lunga pas-


housing, una fiera, un auditorium, un cinema, una pinacoteca e un polo odontoiatrico d’eccellenza. E ancora, dirimpetto all’ingresso nord sono ubicati il primo Eataly e, con apertura il prossimo 8 dicembre (Covid e dpcm permettendo), l’ultima fatica di Oscar Farinetti, Green Pea: un centro commerciale improntato sul concetto di sostenibilità ambientale. «Sono due vicini di casa con cui intendiamo dialogare e, proprio per questo motivo, abbiamo deciso di fare un ulteriore sforzo rinnovando completamente la facciata e l’ingresso nord, che è considerato quello principale», ha spiegato ancora il direttore del centro commerciale Lingotto. Sul lato opposto della struttura, invece, presto sarà inaugurato il nuovo grattacielo della Regione Piemonte, mentre sullo sfondo rimane il progetto del Parco della Salute che dovrebbe trovare posto proprio in zona Lingotto. Dulcis in fundo, l’edificio del Lingotto è vincolato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, per cui «ogni intervento di modifica necessita da una parte di un’approvazione formale, che comporta un lungo iter burocratico, e dall’altra di una profonda attenzione e rispetto per la cittadinanza, che considera il Lingotto come un simbolo della città, un bene comune nonostante la proprietà sia frazionata tra una serie di attori privati. Quasi ogni cittadino, infatti, può dire di aver avuto in famiglia o tra i propri cari una persona che ci ha lavorato», ha sot-

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le fasi di sviluppo: ampliamento, food court e restyling ingresso nord

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milioni di euro, l’investimento

tolineato Fabrizio Cardamone. In termini di accessibilità, la struttura è servita da 4mila posti auto (a pagamento tranne che nelle prime due ore Roberto Limetti, managing a fronte di una con- director di Pradera sumazione), una fermata della metropolitana che porta proprio il nome di Lingotto, cinque linee del trasporto pubblico di superficie e una pista ciclabile che sta per essere completata. Il centro commerciale Lingotto è stato inoltre tra i sette progetti italiani presentati a Mapic 2020 (vedi articolo a pag. 36), con Roberto Limetti, managing director di Pradera, che nel proprio intervento si è focalizzato sulle opere di valorizzazione ed estensione del mall, condotti insieme al partner AXA. Il progetto - ha precisato - si articola in più fasi. La prima ha portato all’ampliamento di 12mila mq, con l’acquisizione dalla fiera del Padiglione V, di cui per ora è stato commercializzato l’82% e un altro 10% è in fase di contrattazione avanzata. La seconda, che si concentrerà nella piazza antistante l’ingresso del multisala, vedrà la realizzazione entro marzo 2021 di un’importante food court, la cui commercializzazione è già arrivata al 90%. La terza ed ultima, invece, prevede la ristrutturazione dell’ingresso nord, che dà su Eataly e su Green Pea, con l’obiettivo di incrementare le sinergie con queste strutture. Sempre in questa area ci sarà una zona dedicata alla 500 elettrica in virtù di una joint venture siglata con Fiat Chrysler Automobiles.

Restyling e nuova piazza

Conclusi i lavori di restyling totale e ampliamento dell’ex 8Gallery, i torinesi possono frequentare un centro commerciale nuovo sia di nome che di fatto. Di nome, innanzitutto, perché la storica struttura si riposiziona come marchio, ripresentandosi come

Progetto in pillole Proprietà Pradera e AXA Sviluppatore

8 Gallery Immobiliare SRL Gestore Savills Località Torino Localizzazione Urbana Tipologia Centro commerciale Apertura ampliamento

21 ottobre 2020

Gla aggiuntiva 8.000 mq Negozi aggiuntivi 25 Totale store 100 Posti auto 4.000 Bacino d’utenza

1,6 mln abitanti/30 minuti in automobile

Àncora alimentare

Conad (800 mq)

Centro Commerciale Lingotto. Di fatto perché questo luogo simbolo per la città incrementa di 8.000 mq la superficie disponibile con nuovi spazi per shopping, relax e divertimento. Il progetto, sviluppato da 8Gallery Immobiliare e Pradera con un investimento di oltre 20 milioni di euro, ha portato dunque all’estensione della galleria commerciale a oltre 30mila mq, permettendo l’apertura di medie superfici e distribuendo l’offerta retail su due livelli. Un aumento del 35% che accoglie 25 negozi, per un totale di oltre 100 punti vendita. Il progetto di L22 Retail, brand del Gruppo Lombardini22, ha previsto un restyling totale della struttura attraverso la valorizzazione conservativa di molti elementi originali dell’edificio. Impianti e travi a vista, illuminazione, trattamento delle pavimentazioni: tutto contribuisce all’esaltazione dello spirito industriale del luogo. Gli spazi commerciali sono stati ridistribuiti per creare un percorso unitario che, partendo dal rinnovato ingresso nord, collega tutti i cortili della galleria commerciale al primo piano, per poi scendere al piano terra negli spazi del Padiglione V, la parte sud dell’edificio Lingotto in precedenza adibita a fiera che oggi è diventata una nuova piazza coperta, ricca di negozi e spazi per momenti di incontro e condivisione. L’annessione del Padiglione V è stata possibile grazie a un collegamento di 40 metri realizzato sezionando 28 travi in dicembre 2020 | retail food

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Dossier shopping mall Taglio nastro acciaio lunghe 35 metri. Il grande e scenografico foro di 550 mq di collegamento tra il piano terra e il primo piano, per un’altezza totale di 12 metri, è stato l’intervento più significativo dell’ampia opera di ristrutturazione degli spazi. Ora l’offerta aggiuntiva è declinata su due livelli ed è facilmente accessibile grazie ai due nuovi ingressi dedicati al piano strada e agli ascensori panoramici. Il progetto di restyling si è concretizzato poi con il potenziamento del sistema di accessi al centro commerciale reso più identitario e riconoscibile. I nuovi brand del Padiglione V sono: Arcaplanet, Capello Point, Clayton, Coin (l’unico sviluppato su due piani, ha aperto con il format di home decoration Coincasa, mentre l’intero department store sarà inaugurato a primavera 2021); Conad; Decathlon (con il suo primo virtual shop in Italia), dm drogerie markt; Game 7 Athletics, Harmont&Blaine, Jd Sport, Lama Optical, L’Erbolario, OVS, Primadonna Collection, Rosso Caffè. Bottega Verde, Golden Point, Juice, Swarovski (spostamento dalla Corte I) e Kisené (spostamento dalla Corte II) completano l’attuale offerta del Padiglione V che da qui alla prossima primavera si arricchirà ancora di nuovi marchi. «Con l’inaugurazione della nuova piazza abbiamo potenziato l’offerta in termini di medie superfici, di cui il centro commerciale era un po’ carente, e abbiamo guadagnato GLA avanzando al piano +1 il fronte negozi, portandolo a filo struttura, proprio in corrispondenza della nuova area a cui si accede tramite scale mobili. Sottolineo che, forando il pavimento al piano +1, abbiamo permesso alla nuova area ubicata a livello zero di essere illuminata da luce naturale, in virtù della grande vetrata in copertura dell’edificio voluta da Renzo Piano, da cui si vede l’eliporto dove era solito atterrare l’avvocato», ha testimoniato ancora il direttore. Tra gli altri

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lavori già realizzati, il relamping dell’intera struttura, la tinteggiatura delle pareti, l’inserimento di segnaletica a bandiera e la realizzazione delle prime canne fumarie in quella che sarà la nuova food court.

La nuova food court fronte multisala

Durante il prossimo anno anche la galleria sarà interessata dai lavori di ristrutturazione e, soprattutto, sarà completata la nuova food court. Lo spostamento delle attività ristorative in prossimità del cinema permetterà di promuovere al meglio la rinata vocazione del centro all’intrattenimento e alla ristorazione. In particolare, l’ingresso Nord verrà valorizzato come accesso principale in stretto dialogo con la nuova food court.

Conclusioni

«Dalle 6 canne fumarie attualmente installate, arriveremo a circa 8-10. Ma l’idea è quella di inserire almeno 12-15 unità di ristorazione. Una parte degli operatori è già presente al Lingotto e verrà quindi spostata nella nuova food court, come ad esempio Rossopomodoro e Old Wild West - ha proseguito Fabrizio Cardamone - mentre altri arriveranno presto. L’idea, pensando alla vicinanza con Eataly, è quella di offrire una proposta food complementare e alternativa, a vocazione pop». Lo spostamento della food court è funzionale a creare un polo di ristorazione e intrattenimento con il cinema, che conta 11 sale tra cui la più grande di Torino con ben 700 posti a sedere. Area che sarà circoscrivibile in termini di flussi, favorendo una corretta fruizione degli spazi anche negli orari di chiusura del centro. Sotto il profilo del confort, questo sarà favorito dall’abbondante presenza di luce naturale, che caratterizza l’intera struttura del centro commerciale Lingotto, fatto di porticati e piazze coperte da ampie vetrate.

L’ingresso nell’estate del 2018 del nuovo assetto proprietario, composto dai gruppi Pradera ed AXA, per un deal dal valore di 105 milioni di euro, ha dato nuova linfa all’allora centro commerciale 8Gallery. L’ampliamento e i prossimi lavori sulla food court, che comportano un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro, mirano a far crescere i fatturati e il footfall annuale, quest’ultimo con l’obiettivo delle 10 milioni di persone. Prima dell’emergenza Covid, la presenza degli uffici ha garantito un’alta frequentazione del centro commerciale lungo l’intero arco della settimana lavorativa, con flussi tra le 16 e le 20mila persone al giorno, e la ristorazione fortemente avvantaggiata nell’orario di pranzo. Mentre nel weekend il pubblico era ed è composto prevalentemente dai residenti, con punte di 25mila presenze giornaliere. Lo smart working rappresenta dunque, in questo 2020, il nemico numero uno del Lingotto. Ma il bacino di 1,6 milioni di persone nell’isocrona dei 30 minuti in automobile, la presenza di numerosi attori privati nel medesimo plesso, l’accessibilità garantita dal trasporto pubblico locale, la sinergie con altri player del territorio e infine i nuovi progetti green, legati alla viabilità elettrica e alla copertura che diventerà un giardino pensile, oltre alla componente storico-affettiva per i torinesi, costituiscono la migliore delle garanzie per la buona riuscita del nuovo progetto Lingotto. ¢





Mapic 2020

Mixed-use, experience e phygital, l’evoluzione del Retail RE

di Andrea Penazzi, Nicola Grolla

La due giorni 100% digital della fiera dedicata al retail real estate ha proposto 25 sessioni live. Il convegno sul mercato italiano si è concentrato su 7 progetti. Tra i marco temi: convergenza on-offline e il ruolo delle città

L’

accelerazione impressa dal Covid al processo di trasformazione già in atto nel mercato del Retail RE trova conferma nei padiglioni digitali di Mapic 2020 (17-18 novembre): la prima edizione 100% digital della fiera di Cannes. Scelta obbligata, questa, per Reed MIDEM, dopo 25 anni consecutivi in cui la kermesse autunnale al Palais des Festivals è stata considerata un appuntamento imprescindibile a livello internazionale per tutti – o quasi – gli attori del comparto. Il crescente sviluppo di spazi a uso misto, l’esperienza del cliente e la complementarità fisico-

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digitale sono stati trasversalmente al centro del dibattito che a livello congressuale si è articolato in 25 sessioni live, per un totale di 114 relatori e tra i 150 e i 460 ascoltatori per singola sessione. Le due giornate di MAPIC Digital hanno riunito in diretta più di 2.300 decisionmaker internazionali del settore immobiliare commerciale, del retail e del leisure. La piattaforma di networking ha contato invece 1.272 incontri virtuali organizzati tra professionisti.

Le linee guida

«Sia che provengano dal Regno Unito, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dai Paesi Bassi, dalla Ci-

na, dall’Italia o dalla Francia, durante i dibattiti di Mapic Digital è emerso un consenso sull’analisi dell’evoluzione del settore. Tutte le parti interessate hanno concordato sul fatto che il settore immobiliare retail ha rapidamente accelerato la sua trasformazione in lifestyle ed experience destination. È fondamentale dunque stabilire una solida collaborazione per definire la comunità degli utenti di domani sui territori, e speriamo che Mapic Digital abbia contribuito a sostenere proprio questo», ha dichiarato in chiusura Nathalie Depetro, direttrice di Mapic, cui hanno fatto seguito le parole di Francesco Pupillo, direttore di LeisurUp, l’evento dedi-


ni e mettendo a disposizione degli spacato al leisure – creato da Mapic zi». Nel mezzo, gli interventi di Luca – che è stato oggetto di numeroLucaroni, in qualità di vice presidente se sessioni. «Il settore del retail e vicario del CNCC, Stefano Nigro, fodel leisure ha dimostrato più volreign investment department director di te in passato la sua capacità di riItalian Trade Agency, Francesco presa e non c’è dubbio che, quan- Francesco Pupillo, do la crisi sanitaria sarà superata direttore di LeisurUp Pupillo di Reed MIDEM, che ha annunciato la forte volontà di riorganize ci saremo adattati, i clienti torzare l’evento sul Retail Re in Italia una volta neranno volentieri nei luoghi fisici. Lo spettaterminata la pandemia, e Cristina Ottaiacolare rimbalzo del settore di quest’estate ne è no di Invest in Italy. La manager ha fatto il la prova. Il retail si riprenderà e farà perno su punto sull’andamento degli investimenti nel esperienze più personali, rafforzate dall’intereal estate in generale e nel retail in particograzione del digitale a tutti i livelli». lare nella Penisola, scesi nel primo semestre del 2020 rispettivamente a quota 3,9 miliardi Italy forum: never stop, e circa 900 milioni di euro, specificando che il what’s next… comparto italiano sta affrontando questa crisi Come da tradizione, l’evento sul economica con basi più solide rispetto a quelcomparto italiano e, in partile dimostrate durante la precedente crisi ficolare, sui principali progetnanziaria. Inoltre ha sottolineato che in queti che ne caratterizzano la sta fase il rapporto tra i capitali internazionali pipeline, ha chiuso di fate quelli italiani si è invertito, con questi ultimi to il Mapic. L’avvio dell’inche hanno superato quota 50%, a conferma di contro, intitolato Italy foun approccio più wait and see degli investitorum: never stop, what’s Roberto Zoia, neo presidente ri stranieri. next… ha visto protagonidel Consiglio Nazionale sta il neo presidente del dei Centri Commerciali Consiglio Nazionale I progetti made in Italy dei Centri Commerciali, Roberto Zoia, Ma sono i progetti, alcuni in parte già realizzati, che ha definito i sette progetti presentati a Maaltri in cantiere e altri ancora presenti solo sulpic Digital la risposta migliore che il mercato la carta, i veri protagonisti. In ordine di esposipossa dare in questo momento storico. Lo stesso zione, Luca Maganuco, managing director di manager, a chiusura dei lavori, ha spiegato inMulti Corporation, ha illustrato gli intervenvece quali iniziative ha messo in campo l’Assoti di efficientamento energetico e l’ampliamenciazione, soprattutto nelle relazioni con la polito di 2.800 mq di Forum Palermo, che nella tica, per sostenere il comparto: «Durante il pririnnovata piazza principale ospiterà nuovi opemo lockdown nessuno si aspettava la reazione ratori di ristorazione. L’inaugurazione è previche siamo riusciti ad avere durante l’estate, con sta per aprile-maggio 2021. settembre che ha visto quasi la parità rispetto ai Roberto Fraticelli, responsabile di Eurodati 2019. I centri commerciali sono un hub di commercial Properties per l’Italia e CFO, socialità, le idee non mancano, i capitali ci sono, ha presentato i vari lavori che vedono protagocertamente dovremo adattarci ulteriormente nista I Gigli. Al centro commerciale più visitama la nostra industria ha già dimostrato di esseto d’Italia è stata costruita una terrazza esterna re resiliente cogliendo tutte le opportunità che si sono presentate negli ultimi anni, per cui sono sicuro che riusciremo a superare, con l’aiuto anche delle istituzioni, questa fase. In audizione alla commissione della Camera abbiamo avanzato due proposte importanti – ha proseguito Zoia – Con la prima, finalizzata a passare la nottata, abbiamo chiesto di inserire nei due decreti Ristori degli aiuti per i nostri commercianti a livello di fondo perduto e credito d’imposta, aiuti che si erano visti riconosciuti precedentemente in misura decisamente marginale. Con la seconda, che guarda alla ripresa, abbiamo chiesto maggiore libertà nel gestire le vendite promozionali di fine stagione, tre mesi di riduzione dell’IVA e parità di regole, di tassazione e di approccio verso l’occupazione con l’online. Parallelamente, abbiamo dato la nostra disponibilità a diventare un hub di aiuto sanitario, favorendo, per esempio, la diffusione dell’app Immu-

dove hanno trovato ulteriore sfogo la ristorazione; è stato creato uno sport lifestyle district con l’ingresso di marchi del calibro di Adidas, Nike, JD Sport e AW Lab; è in corso la realizzazione di nuova piastra interna di circa 1.570 mq al piano 1 che collega le due piazze principali, chiamata il Cammin de’ Gigli, dove troveranno spazio brand come Antico Vinaio, I Love Poké, Fratelli La Bufala, Pompi, Il Barbiere, una kids area e uno spazio di co-working; sotto la piastra, al piano terreno, sono stati ricavati 370 mq di Gla aggiuntiva per i negozi, e infine è stata realizzata una digital mall. L’inaugurazione è prevista, Covid permettendo, per il 18 dicembre. Roberto Limetti, managing director di Pradera, si è focalizzato sugli interventi di valorizzazione ed estensione del Centro Commerciale Lingotto, condotti insieme al partner AXA (vedi Dossier shopping mall, pag 30). Anand Remtolla, head of new projects Italy di Ceetrus, ha descritto Merlata Bloom Milano, sottolineando il fatto che è l’unico progetto retail urbano nel capoluogo meneghino e che si posizionerà, in particolare, all’interno del nuovo smart district di Milano, con un’importante visibilità sull’autostrada A4 Torino – Venezia e un’accessibilità garantita dai mezzi pubblici locali tra cui la nuova fermata del passante. L’offerta, distribuita su 70mila mq di Gla, si articolerà complessivamente in 150 spazi di shopping esperienziale, cinque aree food per un totale di 40 ristoranti, oltre 10mila mq di intrattenimento e cultura, e 20mila mq di urban farm. L’esperienza, ha sottolineato il manager, è la parola chiave del progetto. Il capoluogo lombardo è protagonista con ulteriori due progetti, Mind – Milano Innovation District, descritto da Diego Valazza, senior development manager retail di LendLease, e Milano Santa Giulia Spark One e Spark Two, raccontato da Fabrizio Zichichi, project lead MSG & head of retail, LendLease Services (Italy) Srl.

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Mapic 2020 delivery è una strada che in moltissimi hanno percorso ma da cui è difficile estrarre grandi profitti. Per questo bisogna fare chiarezza e trovare le giuste sinergie per abbracciare dei trend che sono qui per rimanere e impattano le nostre abitudini. Pensiamo ai centri commerciali: prima il F&B era la chiave di volta per aumentare i profitti e attirare clientela. Ora si riparte da zero, ma con l’obiettivo di farsi trovare pronti», ha concluso Benjamin Calleja ceo e founder di Livit, design company attiva in 40 Paesi al mondo.

Mercati e shopping, come rinasce la città

Entrambi vedono nell’offerta retail un’anima molto importante. Il primo, con 500mila mq di sviluppo in capo a LendLease, si andrà a comporre nell’arco di 10 anni di 300mila mq di uffici, 130mila mq di residenziale, 35mila mq di retail e 30mila mq di hospitality, più ulteriori servizi accessori. Il secondo progetto, invece, vedrà sorgere ai piedi dei nuovi edifici a destinazione uffici 2mila mq di spazi commerciali lungo una promenade di 200 metri fronte vetrina, adibiti a ristorazione. I tagli dei locali andranno dagli 80 ai 300 mq, con dehors esterni, vetrine apribili, sedute, ecc. La commercializzazione è già avviata. La consegna degli spazi di Spark One è prevista per il 2021, mentre di Spark Two per l’inizio del 2022. Per la parte di ristorazione si stima un flusso di 3,5 milioni di visitatori l’anno. La carrellata è stata completata da Edoardo Favro, amministratore delegato di RES – Real Estate Strategist, che ha illustrato le innovazioni apportate a To Dream, presentato per la prima volta a Cannes nel 2019. Nel nuovo masterplan, il progetto torinese da 270mila mq di area di intervento si suddivide in due parti: una open mall di 45mila mq, e uno spazio di intrattenimento, servizi, accoglienza più retail park di 39mila mq, per un totale di 84mila mq di Gla. Nel merito dell’offerta si contano oltre 100 attività, più di 25 ristoranti, un cinema con 10 sale, un hotel con 120 stanze e una zona ludica con una pista di kart, sala giochi, tappeti elastici, laser game, ecc. Il cantiere dovrebbe aprire nel primo trimestre 2021, mentre il taglio nastro è previsto entro Natale 2022.

Digitale e fisico, promessi sposi

Dall’immobiliare al digitale, il salto si fa sempre più breve. Anche quando gli investimenti sembrano contrarsi: «Il capital market è in di38

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minuzione del -20% e lascia sul terreno circa 20 miliardi di dollari. Eppure, grazie alla forte accelerazione dell’eCommerce, alcuni trend si sono rafforzati e ora diventano nuovi canali di sviluppo. Mi riferisco in particolare al flagship, sempre più esperienziale e showroom grazie alla tecnologia, al format convenience, che incontra il minor potere d’acquisto dei clienti. A fare da ponte, il digitale», ha affermato Mike Bellhouse, head of retail capital markets di JLL. A lui il compito di introdurre il panel Think physical retail, think different. A proposito di negozio fisico, Swarovski ha presentato il suo concept di store inclusivo: «Il layout è pensato per restituire l’home feeling, colori caldi e spazi sicuri lasciano spazio ad aree espositive e di engagement dove riappropriarsi delle routine quotidiane, come guardarsi allo specchio prima di uscire o personalizzare i propri accessori. Clienti e staff rimangono in collegamento anche a distanza grazie al gateway del sito internet», ha spiegato Kolj Kiofsky, global evp retail management di Swarovski. Per quanto riguarda l’eCommerce, la proposta di Zalando si allarga anche al business B2B: «Con il lancio di Connected Retail abbiamo messo in collegamento con i nostri sistemi oltre 2.200 retailer in 8 Paesi per un totale di 4,6 milioni di ordini», ha ricordato il vice president direct to consumer di Zalando, Carsten Keller. Attraverso questo progetto, il marketplace tedesco è riuscito a creare un network di negozi fisici che fungono da punti di stoccaggio merci. Silos di prodotti dislocati sul territorio e capaci di rispondere agilmente alle variazioni di inventario sulla piattaforma di cui diventano a tutti gli effetti dei supplier. Evoluzioni che si stanno concretizzando anche nel F&B, dominato dagli aggregatori. «Il

Con l’esecuzione dei lockdown a livello locale e nazionale, il relativo smart working e il blocco di scuole e terziario, il ruolo dei centri urbani è stato rimesso in discussione. L’assenza di colletti bianchi e turisti ha quindi lasciato spazio agli abitanti di zone che si sono ritrovate sguarnite. Un tema su cui si è concentrato il panel Reshaping urban landscapes to be fit for the future. Dal dibattito è emersa chiara l’idea di ritornare a presidiare questi luoghi. Come sta provando a fare Ingka Centres: «Basandoci su 40 anni di esperienza nel settore degli shopping centre e con oltre 45 strutture attive, abbiamo deciso di avviare un progetto di sviluppo urbano. Con l’apertura dei nostri meeting places, come il Kings Mall di Londra aperto a inizio anno, vogliamo fornire una nuova esperienza ai residenti dando loro una proposta convenience, in linea con lo stile del quartiere e caratterizzata dall’offerta di local heroes», ha raccontato Ekaterina Kirichenko, concept & customer experience developer di Ingka Centres. Una mission a cui, a Oslo, ha cercato di dare risposta anche lo sviluppatore immobiliare OSU. Nell’ex zona portuale di Bjørvika, la società ha completato il progetto misto Barcode: 12 edifici in fila a uso commerciale, residenziale e uffici. Oppure Time Out Market, format nato a Lisbona grazie alle conoscenze del gruppo editoriale omonimo che ha ridato nuova vita al mercato cittadino ospitando 26 ristoranti, 8 bar e dozzine di altri negozi nonché artigiani del cibo. Insomma, la versione più autentica e moderna della food hall. Un fenomeno, quello che lega F&B e mercati, messo in evidenza da Joan Bousquets, professore ad Harvard, architetto e progettista urbano: «Da Barcellona a Tolosa, il reshaping delle città deve avere l’ambizione di mantenerle attive, vitali. I mercati cittadini rappresentano storicamente dei punti nevralgici per la popolazione tanto che il loro rilancio rappresenta una leva per tutte le attività circostanti: dai bar alle caffetterie, passando per ristoranti e negozi che intercettano un traffico residente più fedele». ¢



Retail RE

Freccia Rossa: al via il progetto di rilancio

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ono ufficialmente partiti i lavori per il restyling del centro commerciale Freccia Rossa di Brescia, che oltre a un rinnovamento architettonico vedrà l’arrivo di nuovi brand, con focus soprattutto su intrattenimento e ristorazione. I dettagli dell’intervento, che comporterà un investimento di circa 5,8 milioni di euro, sono stati descritti dalla nuova proprietà, la Resolute Asset Management, e da Cushman&Wakefield, a cui è stato affidato il progetto. Il centro commerciale Freccia Rossa sarà dunque sottoposto a un radicale processo di riqualificazione architettonica e commerciale, della durata di 18 mesi, finalizzato al rilancio e riposizionamento strategico del complesso come luogo di shopping, intrattenimento e socialità per la città di Brescia e tutta la provincia.

Il restyling

Il restyling di Freccia Rossa si articola in due macro-fasi, con la prima che a sua volta si suddivide in due step. Il primo riguarda il miglioramento estetico e funzionale degli spazi comuni oltre che un upgrading tecnologico in termini di sostenibilità ambientale,

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risparmio energetico e sicurezza. I lavori in partenza prevedono il rifacimento completo dei bagni e delle nursery e procederanno con l’ammodernamento della galleria e dei parcheggi, la sostituzione della pavimentazione e della segnaletica interna. Con il secondo step, è previsto il restyling della food court, della terrazza e l’inserimento di una grande area gioco per i bambini. La seconda fase del progetto andrà a perfezionare il riposizionamento del centro: l’obiettivo è rendere Freccia Rossa non solo un luogo di acquisto, ma soprattutto di intrattenimento per tutta la famiglia, di socialità, esperienza e scoperta, caratterizzato da un’offerta ristorativa e leisure unica e innovativa. «Dall’apertura oltre 10 anni fa, Freccia Rossa ha fortemente subito le trasformazioni del mercato e l’ingresso di nuovi competitor – dichiarano Mario Bertolotti, partner e country head di Resolute Asset Management Italy, e Paolo Nannini, amministratore delegato di Freccia Rossa Shopping Centre SPA – Abbiamo acquisito un centro in difficoltà, ben consapevoli della sfida, ma allo stesso tempo convinti del potenziale enorme di una destinazione, che è parte della storia e del vissuto dei bresciani. In quest’ottica abbiamo scelto di affidare a uno specialista internazionale, Cushman & Wakefield, non solo la gestione e commercializzazione del centro, ma anche la progettazione del restyling, che si fonda sulla vision condivisa di Freccia Rossa come componente attiva della città, motore di business e di crescita per gli operatori, la collettività e il territorio». Interpellata sul tema, a margine della conferenza la proprietà ha confermato che negli ultimi mesi, anche a seguito del lockdown, ma non solo, il centro ha purtroppo sofferto un

calo significativo dell’occupancy, con l’uscita di diversi brand e operatori. “Bisogna dire però che, già dal primo momento in cui abbiamo iniziato a presentare ai retailer il nostro piano di rilancio, la risposta degli operatori è stata più che positiva. Molti stanno manifestando il proprio interesse alla location, con la convinzione, che è anche la nostra, che la crisi non abbia intaccato il potenziale indiscusso di Freccia Rossa. Contiamo di ripopolare completamente le gallerie del centro al completamento della fase due, e di lavorare alla commercializzazione della nuova ala (area nord) contestualmente, con un obiettivo temporale di perfezionare la nuova area leisure da qui a tre anni”.

Rigenerazione urbana

I lavori di rinnovamento del centro commerciale Freccia Rossa si integrano all’interno del più ampio progetto di riqualificazione urbanistica del Comparto Milano, promosso dal Comune di Brescia, che prevede la rigenerazione dell’area industriale urbana dismessa attraverso un mix di spazi residenziali, commerciali, artigianali e direzionali. «Il rilancio di Freccia Rossa è un tassello fondamentale ed è molto importante, soprattutto in questo momento complicato – spiega l’assessore al Marketing urbano Valter Muchetti – Il commercio è una risorsa imprescindibile per la nostra città, ma attraversa una congiuntura non semplice, anche a causa all’epidemia in corso. Sono certo che un progetto di così ampio respiro, con un investimento importante e la nascita di nuovi posti di lavoro, potrà fare da traino anche ad altre attività della zona e avrà un riflesso positivo sul quartiere e sul centro storico in generale». A.P.


2021 crescere FOTO LORENZO CICCONI MASSI TESTO RENATO KIZITO SESANA

retail&food con Amani per garantire casa, scuola e salute ai bambini e alle bambine di strada di Nairobi, Kenya e Lusaka, Zambia. Questo calendario è dedicato al centro Mthunzi che da vent’anni, a Lusaka, accoglie bambini di strada altrimenti senza speranza. I proventi sono destinati a loro.

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Case history Food retail

QSRP: confermato il piano di sviluppo per il 2021

di Massimo L. Andreis e Andrea Penazzi

Con una crescita del 10% all’anno e oltre mille ristoranti in 7 paesi europei, QSRP, piattaforma del fondo Kharis Capital che sviluppa e gestisce 5 format di ristorazione rapida, svela numeri e progetti di espansione. La parola al ceo, l’italiano Alessandro Preda

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SRP, che ha sede in Lussemburgo, è una piattaforma operante nel mercato della ristorazione veloce nata con uno scopo ben preciso: connettere brand primari, investitori finanziari e industriali (franchisee) e partner di fornitura al fine di offrire ai propri clienti eccellenti esperienze di consumo attraverso un network composto ad oggi da oltre 1.000 ristoranti (il 67% in franchising) sparsi in 7 diversi paesi europei, dove lavorano complessivamente circa 6.000 persone, considerando i soli locali in gestione diretta del network. «Il nostro obiettivo è quello di sviluppare la ristorazione veloce sia nei mercati in cui già siamo presenti con gli attuali marchi in portfolio sia in nuovi mercati, espandendo il nostro brand portfolio», così ci spiega l’italiano Alessandro Preda, ex ceo Europe in Autogrill e attuale chief executive officer di

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un progetto che risale al 2014, quando il fondo Kharis Capital (società di direct investment partnership) enAlessandro Preda, tra nel mondo del Amministratore Delegato quick service: l’eQSRP sordio è nel ruolo di master franchisee di Burger King in Italia e in Polonia; quindi, nel 2016, acquisisce le attività di Quick in Belgio e Lussemburgo e nel 2018 i marchi O’Tacos in Francia e Nordsee in Germania. Oggi nel portfolio di QSRP rientrano 5 insegne: oltre a 280 locali Burger King, il colosso del fast food di Miami di cui detiene il master franchisee in Italia, Belgio, Lussemburgo, con un ulteriore presenza in Polonia, la holding lussemburghese possiede i marchi Nordsee (ol-

tre 365 ristoranti di pesce in Germania e Austria con un’impronta internazionale), Quick (fondata in Belgio nel 1971, la catena di hamburger ha oggi all’attivo più di 80 pdv in Belgio e Lussemburgo), O’Tacos (oltre 270 location specializzate in cibo halal sviluppate principalmente in franchising, con una forte connotazione digitale) e Go! Fish (neonata insegna focalizzata nell’offerta “democratica” di pesce sbarcata ad agosto a Oriocenter con la sua seconda location assoluta, cui è seguita una terza apertura in un centro commerciale vicino a Bruxelles). In quali paesi sono attivi i ristoranti della rete QSRP? Al momento operiamo in Italia, Francia e isole francesi, Belgio, Lussemburgo, Austria, Germania, Olanda, Svizzera e Polonia. Siamo presenti anche in alcuni paesi dell’est e del nord Africa. La quota italiana incide circa per il 25%


delle vendite della nostra rete; l’Italia è dunque un mercato fondamentale, in cui vediamo ottime prospettive di sviluppo considerando la limitata presenza di catene organizzate e il tasso di crescita dei consumi out of home. Qual il target del consumatore dei vostri format? I brand sono molto diversi tra di loro, questo è un nostro punto di forza, e il target è quindi eterogeneo. Con le nostre food proposition raggiungiamo le famiglie con bambini, i teen e i giovani adulti, sia manager che studenti e lavoratori che vogliono godersi un pasto gustoso, accessibile, consumato in un ambiente confortevole e informale. Ultimamente stiamo assistendo a una crescita della così detta fascia media, che sceglie i nostri ristoranti e le proposte premium al posto del classico casual dining. Che peso hanno il delivery e l’asporto nei locali delle vostre catene? Assieme al drive thru, take away e home delivery sono due canali importanti per le formule di ristorazione veloce che, anche grazie alla digitalizzazione dei processi e sistemi di mobile ordering, stanno diventando una componente importante delle vendite. Tali soluzioni si stanno dimostrando vincenti come alternativa al dine nel periodo della crisi da Covid-19. La penetrazione dei servizi di home delivery è molto differente fra i vari paesi in cui operiamo e presenta quote rilevanti soprattutto in Francia e Belgio ma tassi di sviluppo interessanti in Italia e Germania. In che canale siete più presenti coi vostri format? Quali saranno i segmenti di sviluppo? Molto dipende dal brand e dalla tipologia di offerta: mentre Burger King e Quick coprono tutti i segmenti del fuoricasa, abbiamo altri format che preferiscono un ambiente più urbano come O’Tacos (che dopo la Germania, a breve arriverà anche in Italia): qui abbiamo concentrato le aperture nelle zone dove la richiesta di specialità halal è più forte, per poi continuare l’espansione verso i centri città. In generale le nostre formule si prestano, tramite formati modulari, a coprire tutti i canali del foodservice: ne è riprova che siamo presenti in città (sia in centro sia in periferia), centri commerciali, stazioni, aeroporti, autostrade e strade di viabilità.

Più nel dettaglio, in quali tipologie di location andrete a sviluppare i singoli brand? Con riferimento a BK, il format che funziona meglio è quello del free standing drive through, anche se comporta tempi di realizzazione più lunghi in quanto è collegato a operazioni immobiliari che vanno dal risanamento di edifici esistenti alla costruzione su green field. In entrambi i casi sono necessarie autorizzazioni e soluzioni tecniche complesse. Rispetto ai centri commerciali siamo piuttosto selettivi poiché, in questo momento, per noi operatori rappresentano un question mark per almeno due motivi: a livello normativo abbiamo visto, già prima del Covid, il tentativo di ripristinare la chiusura domenicale che avrebbe un

go che spesso i parchi commerciali si trovano in prossimità di importanti arterie stradali e quindi risultano di facile accesso. In virtù di queste motivazioni i retail park, insieme ai drive trought, rappresentano le aree di sviluppo di maggiore interesse per Burger King. Quali le preferenze, invece, per O’Tacos e Go! Fish? Se per BK si parla di metrature che oscillano dai 180 ai 450 mq a seconda della tipologia di location, per O’Tacos e Go! Fish ci si attesta rispettivamente sui 70-100 mq e sui 50-150 mq. Poi esistono implementazioni di O’Tacos realizzate a Bruxelles e a Parigi in centro città, dove i volumi giustificano superfici differenti. Però, in linea di massima, O’Tacos e Go! Fish sono formati molto agili che nascono con l’idea di un livello di investimento abbastanza contenuto, compreso tra i 300 e i 400mila euro, e quindi sono facilmente sviluppabili sia nei centri città sia nelle traffic location, come stazioni e centri commerciali. Quali sono gli obiettivi di sviluppo retail per il futuro? Storicamente la nostra crescita organica è stata pari a circa il 10%: pensiamo di mantenere questo ritmo di sviluppo con circa 100 locali all’anno nei mercati di presenza. Inoltre

impatto molto forte; durante questa pandemia si è manifestata una riduzione importante del traffico in virtù non solo delle disposizioni imposte a livello nazionale e regionale, ma anche, e più in generale, di una diversa attitudine del consumatore. Per quanto concerne, invece, i parchi commerciali? Tutte le formule di ristorazione trovano beneficio quando, nella medesima location, sono presenti dei traffic builder, che possono essere negozi di articoli sportivi, per la casa o per gli animali. A maggior ragione questa caratteristica è valida per BK che lavora su grossi volumi. Inoltre il retail park, a differenza di molti centri commerciali, consente di realizzare locali accessibili dall’esterno, che possono operare anche dopo l’orario di chiusura dei negozi, e di costruire la drive line per la consegna in auto. A breve, inoltre, inizieremo a testare un servizio, prenotabile tramite App, di consegna al cliente direttamente nel parcheggio, per cui non sarà più necessaria la drive line. Aggiun-

siamo sempre aperti a valutare l’espansione in altri mercati e a portare i nostri format nelle nazioni dove ancora non sono presenti, seppur concentrando i nostri sforzi per la crescita organica e sistemica soprattutto nei nostri mercati chiave. Nel 2020 apriremo una porzione di locali inferiore rispetto al 2019, ma la nostra industry, soprattutto il segmento delle ristorazione veloce, si è dimostrata particolarmente resiliente alla crisi, quindi nel 2021 torneremo ai ritmi di sviluppo precedenti. I nostri piani di investimento, infatti, sono stati confermati. Infine, dopo la prima apertura di Go! Fish in Italia a Oriocenter, state già trattando con altre proprietà immobiliari per avere nuove location? Non abbiamo ancora avviato contrattazioni con altri landlord perché vogliamo prima stabilizzare il concept. Inoltre, il nostro approccio consiste nello sviluppare i nostri marchi anche e soprattutto in franchising, per cui, in questo momento, stiamo dialogando con i potenziali franchisee. ¢ dicembre 2020 | retail food

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Evento Digitale

Altagamma, lusso in calo Ma rimbalzo atteso nel 2021

N

emmeno l’alto di gamma sfugge al Covid. Settore storicamente più resiliente di altri, il lusso fotografato dall’ultimo osservatorio Altagamma è in difficoltà. Il mercato si chiuderà nel 2020 con una flessione del -20-22% mentre l’inizio della ripresa avverrà solo nel corso del prossimo anno. A sostenere l’analisi di Altagamma, i consueti report Altagamma Consenus e il Worldwide Market Monitor 2020 in collaborazione con Bain&Company.

il consolidamento del retail digitale (+22%) e del mercato cinese (+18%), vero campione uscente dalla crisi. Per questo «la reattività delle imprese ai grandi cambiamenti in atto sarà cruciale. Ciò richiede maggiori investimenti e un contesto che li incentivi con interventi pubblici in ricerca, formazione, digitalizzazione, green transition», ha affermato Matteo Lunelli, presidente Altagamma. «Abbiamo vissuto un anno difficile, costellato da cambiamenti repentini e inaspettati, e il lusso non ne è uscito indenne», ha affermato Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain avendo sotto gli occhi gli ultimi dati del moLe evidenze nitor. L’accelerazione imposta dalla pandeNel 2021 è attesa una crescita a doppia cifra mia, soprattutto dal lato digitale dei consuin tutti i comparti mediamente del 14%, con mi e del commercio, ha già The “new normal” trajectory of the personal luxury goods market was interrupted fatto sì che in futuro «non by the rude awakening of 2020, leading to the first decrease in more than 10 years si parlerà più di industria New Covid del lusso, ma di mercato normal “Sortie du temple” Democratization Crisis Chinese Bulimia Reboot Crisis dell’eccellenza culturale e creativa. In questo nuovo contesto, i brand vincenti saranno quelli che partiranno dalla propria eccellenza, reinventando al contempo il futuro grazie ad una mentalità ribel'19-'20EYoY le», ha concluso D’Arpizio. '96-'19CAGR

+6%

MIL

201118 Bain-Altagamma Lu ... TED v2

-23% -22%

Current

I dati del Consensus

exch. rates Constant exch. rates 3

Online luxury doubled its weight in the total market in 2020, a skyrocketing performance worth five years of growth; clear road to 2025 DIGITAL

BLAST

ONLINE INFLUENCED PURCHASES

Evolution of the online personal luxury goods market (€B | 2015–2025F)

75% 75% 2019

+€16B +€16B

>85% 85% 2020

DIGITALLY ENABLED PURCHASES

2025% 2019

+50% YoY

4050% 2020

What happened in 2020: • “Brand.com” flourishing (+80% growth vs. 2019) as brands increase investments • Asia (China) with the steepest growth (~1,5x the average 2020 online market growth), although Europe & Americas also shook up • Stellar performance for accessories (shoes) and beauty (mainly skin care) increasing by ~60% – Digital is cracked for the first time for most players/categories (including hard luxury) MIL

201118 Bain-Altagamma Lu ... TED v2

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A tracciare le prospettive del settore ci ha pensato l’Altagamma Consensus. A livello di merceologie, nel 2021 una forte crescita è attesa dalla pelletteria (+16%) che potrebbe tornare sui livelli del 2019, cosmetica (+15%) e abbigliamento e calzature (+14%). Da segnalare la prestazione di gioielli e orologi: un +12% appeso alla ripresa del travel retail. Il canale

di riferimento rimane quello fisico che torna a crescere del +15%, nonostante la corsa del mercato digitale che presenta crescite double digit a partire dall’wholesale (+18%), vero e proprio campo di battaglia dei colossi online. Allungando lo sguardo al prossimo anno, le previsioni per il 2021 confermano la stabilità del mercato cinese che dovrebbe addirittura crescere del +20% in termini di acquisti trainato dall’entrata in gioco di nuovi consumatori. Moderata ripresa prevista anche per l’Occidente: Europa a +11%, Nord America a +12%.

I trend di Bain & Company

Per quanto riguarda l’anno in corso, il report di Bain stima un mercato dei beni di lusso personali in contrazione del -23%, con una perdita di circa 217 miliardi di euro di valore; un balzo indietro di dieci anni. L’andamento altalenante degli ultimi due trimestri e l’attesa per il periodo natalizio devono scontare l’effetto del Covid. Per questo la chiusura dell’anno oscilla fra un -21 e -25% rispetto allo scorso anno. Questo significa una perdita del -60% di profitti. Numeri che tracciano anche il profilo di nuovi trend emergenti tra cui i consumi locali (Europa e Usa resilienti ma è la Cina a crescere +45%), un forte ricambio generazionale (con i più giovani che contribuiranno al 180% della crescita del mercato nei prossimi anni), l’esplosione del digitale (che raddoppia al 23% il peso nel settore del lusso), il ripensamento del network brick&mortar. A livello geografico è l’Asia l’alfiere della prossima tappa del mercato del lusso. Nonostante una sorprendente ripresa del mercato americano (grazie a un forte rimbalzo nel Q3 e lo sviluppo di location secondarie) che recupera al -26%, la Cina continentale batte tutti mettendo a segno una crescita del +45%. Male l’Europa che, bloccata da un Q2 in lockdown, vede crescere solo l’online. E proprio in rete, il lusso si è mosso in linea con gli ultimi sviluppi: +16 miliardi di euro transati e una crescita che per il 2025 dovrebbe toccare quota 105-115 miliardi (+30%). N.G. dicembre 2020 | retail food

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Dossier Aeroporti

Berlino-Brandeburgo, finalmente si vola di Nicola Grolla

Atteso per il 2012, lo scalo della capitale tedesca ha subito diversi ritardi che ne hanno fatto slittare l’inaugurazione a fine ottobre. E sebbene, a causa della pandemia Covid, sia attivo solo il Terminal 1, l’offerta travel retail si estende su 20mila mq di superficie e 111 negozi; in attesa dei passeggeri internazionali

R

ischiava di trasformarsi in una Selerno-Reggio Calabria in salsa tedesca, ma alla fine, nonostante numerosi rinvii, il 31 ottobre è stato ufficialmente inaugurato l’aeroporto di Berlino-Brandeburgo. Lo scalo, che sostituisce lo storico aeroporto di Berlino Tegel (che ha cessato l’attività a novembre), rappresenta la vera novità a livello europeo per il mercato travel retail. Un’infrastruttura di circa 360.000 mq (per quanto riguarda il Terminal 1) che punta ad accogliere, una volta passata la crisi Covid, fino a 58 milioni passeggeri nel momento in cui il masterplan 2040 sarà completato con l’apertura di ulteriori terminal. «Con questa apertura, i viag-

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giatori tedeschi possono finalmente usufruire di un’infrastruttura per i prossimi decenni. Qui, i nostri clienti potranno trovare accessibilità intermodale, sicurezza nella gestione dei protocolli anti-contagio, ottimi livelli di servizio in pista e non solo», ha commentato durante la conferenza stampa di inaugurazione Engelbert Lütke Daldrup, ceo della società di gestione Flughafen Berlin Brandenburg GmbH.

Una storia a lieto fine

Situato a sud della città, nelle prossimità dello scalo di Schönefeld (che diventerà il Terminal 5 della nuova aerostazione), l’aeroporto di Berlino-Brandeburgo doveva inizialmente entra-


4 miliardi di euro

Il costo totale per la costruzione del nuovo aeroporto di BerlinoBrandeburgo; quasi il doppio rispetto ai 2,5 miliardi di euro ipotizzati nei primi progetti del 1996.

58 milioni

I passeggeri attesi una volta che sarà completato il masterplan 2040.

20mila mq

La superficie commerciale dedicata all’offerta travel retail all’interno del Terminal 1 che accoglie un totale di 111 punti vendita fra airside e landside.

5.400 mq

L’estensione totale dei punti vendita Heinemann, l’operatore travel reail con la presenza commerciale più consistente. re in funzione nel 2007. L’idea era quella di sostituire il vecchio scalo Tempelhof in chiusura l’anno successivo. Ma così non è stato. E sì che i primi progetti sono datati 1996 e prevedevano un investimento di 2,5 miliardi di euro. I lavori, in verità, iniziarono solo dieci anni più tardi e vennero subito interrotti a causa delle proteste degli abitanti della zona che, a forza di cause giudiziarie, fecero slittare la data di inaugurazione all’autunno 2011. Peccato che i problemi fossero solo all’inizio. Negli anni, infatti, fallì una delle aziende coinvolte nel progetto, ci fu una gara d’appalto che inizialmente avrebbe riguardato 7 imprese e finì per coinvolgerne 35, le spese lievitarono per far fronte a una richiesta di aumentare del 70% gli spazi commerciali ed emersero alcune lacune tecniche necessarie per ospitare sia i giganti del cielo come gli Airbus A380 sia le compagnie low-cost. In questo modo, anche la scadenza del 2012 non fu rispettata, mentre i costi per la manutenzione di strutture realizzate ma non utilizzate toccavano quota 10 milioni di euro al mese. Alla fine, però, con un costo

ormai lievitato a oltre 4 miliardi di euro (a cui si sommano 300 milioni di euro di aiuti pubblici anti-Covid, nonostante non fosse ancora decollato o atterrato un singolo aereo), il “Willy Brandt” ha avuto il nulla osta.

Terminal 1, il cuore travel retail

In attesa che ritornino i flussi di passeggeri pre-pandemia, il cuore commerciale dello scalo è il Terminal 1: 20mila mq diffusi su due livelli di cui 9.000 mq airside (con 2.000 mq dedicati al food&beverage) e 4.000 mq landside a cui si aggiungono i circa 1.400 mq nell’area extra-Schengen; per un totale di 111 punti vendita fra ristoranti, fast food, negozi fashion, duty free, ecc. Protagonisti, a livello travel retail, sono i subconcessionari Heinemann, Lagardère Travel Retail e Casualfood. Più nello specifico, la tedesca Heinemann ha inaugurato sei store per un totale di 3.000 mq di superficie che arriveranno a 5.400 mq una volta completata l’apertura degli ultimi tre punti vendita. Su tutti spicca il tradizionale Duty Free & Travel Value Shop, di 1.600 mq caratterizzato da una forte influenza locale a livello di offerta e layout. A questo punto vendita se ne aggiungono altri tre con lo stesso format e due dedicati a fashion, accessori, orologi e gioielli per un totale di 680 mq. Heinemann, infine, è presente anche al Terminal 5 con due walkthrough mentre all’interno del Terminal 2 (in apertura nel prossimo anno) sono previsti 760 mq duty free. Per quanto riguarda l’offerta di Lagardère Travel Retail, il player francese opera dieci outlet travel essential per un totale di circa 865 mq. Lo spazio è suddiviso su sei brand che combinano una proposta internazionale (come nel caso di Relay, Hub Convenience e Lego) con una più locale (grazie a insegne come

Look54, Ampelmann e Departure BER). In questo modo, Lagardère espande il suo network travel retail tedesco che ora conta sulla presenza in 10 scali e 39 stazioni per un totale di 120 store. A completare l’offerta, per quanto riguarda il comparto food&beverage, è Casualfood con 12 punti vendita fissi e una serie di location mobili. Per l’occasione, l’azienda ha sviluppato tre nuovi brand: East Side Berlin, Berlin Pub e Deli Berlin – tutti improntati a restituire l’atmosfera tipica dei bar e ristoranti della capitale tedesca. Oltre alle novità, Casualfood ha aperto anche i format più conosciuti come Goodman&Filippo, Hermannn’s. Beans&Barley, Basta!, Kilkenny Pub, Quicker’s e Kamps. INTERVISTA

Norbert Minhorst,

head of non-aviaton marketing BER L’apertura dell’aeroporto di Berlino-Brandeburgo era attesa nel 2012. In che modo questo ritardo ha inciso sulla disposizione travel retail? «Il layout dell’airside, ridenominato Market Square, è riNorbert Minhorst masto essenzialmente immutato nonostante il ritardo dei lavori. Tempistiche che, però, da un lato hanno permesso ai retailer di adottare gli ultimi e più innovativi concept dei propri format aeroportuali; dall’altro, ci hanno permesso di dare forma al giusto mix grazie al cambiamento di alcuni operatori e brand. A livello architettonico, i maggiori cambiamenti sono stati riservati all’area luxury dove abbiamo rimosso alcuni mu-

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Dossier Aeroporti ri per creare un format shop-in-shop al posto della precedente disposizione che prevedeva quattro negozi stand alone». L’emergenza Covid ha stravolto l’industry aroportuale. Pensa che avviare le operazioni in questo momento storico sia un limite o un’occasione per testare i vostri format commerciali? «Da un certo punto di vista, l’attuale basso numero di passeggeri ci aiuta a rendere più fluidi alcuni processi: individuazione delle aree delivery, percorsi dedicati per passeggeri e dipendenti, ecc. Ma tutti gli stakeholder attendono la ripresa del traffico così da testare realmente le capacità e la bontà delle nostre scelte travel retail». Fra gli operatori protagonisti c’è la tedesca Heinemann. Come si struttura l’offerta? «Heinemann è impegnata sia nel comparto duty free e travel value sia nella gestione di alcuni concept brandizzati. In entrambi i casi, l’offerta è calibrata per restituire un forte sense of place grazie a immagini e visual che riprendono gli elementi più caratteristici e iconici della città di Berlino nonché attraverso il coinvolgimento di alcuni brand molto conosciuti dalla popolazione locale che si sommano a un’offerta più internazionale». Vista l’attuale situazione sanitaria e le varie normative sul distanziamento fisico e l’igienizzazione degli spazi, pensa che il walkthrough sia ancora un modello valido per il business travel retail? «Sì, penso che il modello walkthrough sia ancora valido all’interno del business travel retail aeroportuale. Analizzando le vendite all’aeroporto di Berlino Tegel, dove erano presenti percorsi commerciali con o senza walkthrou-

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gh, abbiamo capito che questo tipo di format ha una capacità di engagement molto più alta. Come sappiamo, infatti, le performance del retail aeroportuale sono trainate dagli acquisti d’impulso, quindi diventa essenziale mostrare nel migliore dei modi l’offerta ai potenziali clienti cercando di catturare la loro attenzione e trattenerli nelle diverse aree commerciali finché il loro volo non viene annunciato; per un dwell time di circa un’ora».». Ci può dire qualcosa anche sulla proposta food&beverage? «L’offerta food&beverage è costituita da un mix equilibrato di brand locali, come la catena berlinese di birrerie e caffetterie Currywurs, e nazionali/internazionali, come Marché e Starbucks. Più in particolare, soprattutto in airside, la proposta è stata pensata per andare incontro a budget e tempistiche diverse con la possibilità di accedere tanto a referenze fast food quanto a menu di livello ristorativo». eCommerce e delivery sono i due trend che si sono imposti nel mercato dei consumi del 2020. Pensa che questi strumenti possano trovare una maggiore applicazione anche in aerporto? «Diversi retailer hanno testato servizi eCom-

merce e delivery che, per il momento, si sono rilevati più un’aggiunta che una sostituzione delle classiche vendite aeroportuali. Certo, attraverso la consegna, magari al domicilio del cliente in partenza o arrivo, c’è la possibilità di aumentare i volumi di vendita. D’altronde, perché comprare solo una bottiglia di vino da portare in valigia quando posso riceverne un’intera scatola a casa?» Che profilo di passeggero vi preparate ad accogliere non appena il traffico tonerà a salire? «In quanto aeroporto della capitale, nel breve-medio termine BER accoglierà sia un traffico leisure, in particolare turisti che programmano un weekend lungo, sia un traffico business. Berlino, infatti, è una meta molto conosciuta e frequentata per il settore fieristico e convegnistico. A lungo termine, cioè con il superamento della fase più acuta della pandemia Covid, speriamo di accogliere passeggeri internazionali di lungo raggio e diventare una delle porte di ingresso principali per la Germania». Prossimi passi? «Dopo la cerimonia di apertura, la nostra attenzione si è subito concentrate sul fornire il supporto necessario ai nostri tenant in difficoltà al fine di coordinare al meglio le operazioni in vista della ripresa del traffico. Il prossimo anno, inoltre, daremo avvio anche alle operazioni al Terminal 2 che ha una potenzialità di oltre sei milioni di passeggeri e punta su una offerta travel retail già delineata negli scorsi anni che prevede il coinvolgimento, tra gli altri, di Heinemann, WHSmith e Casualfood». ¢


CARTA, ENERGIA PER LA MENTE Il 60% dell’energia usata per produrre la carta in Europa è rinnovabile. Leggere su carta non consuma e rimane impresso. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: Statistiche CEPI, 2018 CEPI rappresenta il 92% della produzione europea di carta e paste per carta


Prospettive Travel retail

Duty free, tra sfide e opportunità

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ormat aeroportuale per antonomasia, capace di generare a livello globale un valore di circa 60 miliardi di dollari, il duty free si candida a diventare la leva per far ripartire il travel retail e riportare un po’ di liquidità nelle casse delle società di gestione. Di fronte a una crisi senza precedenti, che secondo i dati presentati al 30° congresso annuale di ACI Europe costringe gli aeroporti europei a bruciare cassa per 350 milioni di euro alla settimana (e tagliare investimenti per 2,6 miliardi di euro se si considerano solo i primi 20 scali a livello continentale), l’associazione che riunisce il network aeroportuale europeo insieme a ETRC ha messo sul piatto un progetto che punta a estendere i format con regime duty free anche alla zona arrivi. Una mossa che potrebbe generare circa 4,3 milioni di euro di valore aggiunto e che è entrata a far parte del Round Table Report on the Recovery of European Aviation, ossia l’insieme di proposte condivise da oltre 20 associazioni del settore dell’industry aeroportuale con l’Unione Europea al fine di delineare una via di uscita dalla crisi.

Le potenzialità

Secondo i dati emersi dall’analisi indipendente condotta da York Aviation (basati sui livelli di traffico 2019) le potenzialità insite nell’estensione del regime duty free agli arrivi aprirebbe le porte a 41.500 nuovi posti di lavoro, contribuirebbe a un ritorno in tasse pari a 1,6 miliardi di euro e aumenterebbe la quota nel mercato travel retail fino al 20-30% delle vendite totali. Specialmente dal primo gennaio 2021 quando, uscita la Gran Bretagna dall’Unione Europea, molti piccoli aeroporti regionali potrebbero sfruttare i benefici del traffico d’Oltremanica (con l’Irlanda in prima fila e pronta a capitalizzare un boost di circa 45 milioni di euro all’economia). In generale, stante la situazione attuale fortemente impattata dal Covid-19, l’impatto iniziale dell’estensione agli arrivi del modello duty e tax free potrebbe generare circa 1,3 miliardi di euro di valore aggiunto ogni milione di passeggeri.

In 2019, the analysis suggests that for EVERY MILLION one way seats to non-EU destinations, arrivals Duty and Tax Free shops would have supported:

€16m in GVA

155 JOBS

€6m

IN TAX REVENUES

On this basis, across the EU AS A WHOLE, Arrivals Duty and Tax Free shops would have supported around:

€4.3bn in GVA

41,500 JOBS

€1.6bn

IN TAX REVENUES

ormai datato per lo sfruttamento commerciale degli arrivi. Senza modificare le quote di vendite attuali, la nostra proposta punterebbe a offrire ai passeggeri un’ulteriore occasione d’acLe dichiarazioni quisto durante la loro esperienza di viaggio», ha «L’introduzione del duty e tax free shopping commentato il presidente ETRC, Nigel Keal. negli aeroporti europei si presenta come una «Gli aeroporti europei stanno affrontando le grande opportunità per rinnovare un approccio più difficili condizioni della storia moderna in termini di potenEstimated Impact of Duty and Tax Free Arrivals Shops across the EU zialità commerciali. Sfruttando il loro ruolo di accessi economi£4,000 33,700 40,000 ci privilegiati a un territorio, pe30,300 25,300 26,900 £3,000 30,000 rò, potrebbero recuperare la distanza a livello di introiti rispetto £2,000 20,000 12,100 ai concorrenti non-UE e riporta€2,625 €2,800 €3,150 €3,500 re dentro il perimetro comunita£1,000 10,000 €1,275 rio, grazie ai format duty e tax free €1,000 €1,050 €1,200 €1,325 €475 £0 0 agli arrivi, le vendite disperse in 2020 2021 2022 2023 2024 altre terze parti», gli ha fatto eco Olivier Jankovec, direttore geSource: York Aviation nerale di ACI Europe. N.G. GVA TAX REVENUE JOBS 50

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Focus arredo & casalinghi

Con il Covid, è sempre tempo di casa di Andrea Penazzi

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ei primi sei mesi di crisi sanitaria ed economica, quindi da marzo ad agosto 2020, secondo Confesercenti la spesa media delle famiglie per il segmento mobili e arredamento è diminuita di 166 euro, per un dato complessivo di -4,2 miliardi. Tuttavia, proprio tale segmento ha dimostrato maggiore resilienza rispetto ad altri comparti, con alcuni operatori che, nonostante le restrizioni imposte da Governo e regioni in termini di apertura dei negozi, hanno continuato a inaugurare nuovi punti vendita e/o ad annunciare importanti piani di sviluppo. A testimonianza, lato arredo e lato casalinghi r&f ha intervistato rispettivamente Mondo Convenienza e Kasanova. LE INTERVISTE

Dario Carosi, owner di Mondo Convenienza Innanzitutto, quali sono i key numbers di Mondo Convenienza? Il 2019 si è attestato su un fatturato di 1,5 miliardi di euro, a Dario Carosi fronte di circa 20 milioni di clienti. Nel 2020 il 30% delle vendite è generato attraverso i nostri sei canali digitali. Contando la recentissima apertura presso il centro com52

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merciale ESP di Ravenna, abbiamo inaugurato il punto vendita numero 44 della catena, mentre abbiamo 32 hub logistici sparsi su tutto il territorio italiano. Nel 2019, inoltre, in virtù di un’operazione di M&A, abbiamo aperto tre negozi in Spagna: due a Barcellona e uno a Madrid. Parallelamente, in entrambe le città abbiamo avviato anche un hub logistico. Infine, sempre lo scorso anno il nostro catalogo è stato stampato in 100 milioni di copie. Parlando di sviluppo, in Italia e all’estero, quali sono i vostri progetti? La Spagna rappresenta la nostra prima sfida di internazionalizzazione verso l’Europa. Il mercato italiano, invece, va verso la saturazione: ci mancano complessivamente solo 2 o 3 store nelle città più strategiche. Per questo motivo stiamo costruendo dei negozi di dimensioni differenti, come quello di Ravenna, di circa 1.500 mq, dove, per caratteristiche di bacino, non avremmo potuto inserire il classico punto vendita di 3-4mila mq. Oltre al formato ridotto, che avevate già sperimentato in altre location, quali sono gli elementi di innovazione presenti nel nuovo store romagnolo? Nel punto vendita di Ravenna abbiamo, per la prima volta, eliminato completamente le casse. Ciò è reso possibile dal fatto che la vendita viene conclusa al 100% con un tablet e un mobile pos di cui il venditore è dotato. Nel concreto, quindi, il cliente può procedere con l’acqui-

sto e il pagamento della merce mentre magari è comodamente seduto sul divano che ha deciso di comprare. E questo ci porta dei vantaggi, innanzitutto economici, perché il venditore, non dovendo più accompagnare il cliente alla cassa e spiegarli come finalizzare la transazione, risparmia circa 12 minuti a vendita. Tempo che, su un totale di 4mila venditori, ha un impatto economico positivo stimato in svariati milioni di euro l’anno. Inoltre, applicando questa soluzione progressivamente in tutti i negozi, i cassieri saranno trasferiti in forza vendita e tutti gli spazi dove c’era la barriera casse saranno trasformati in aree di esposizione e vendita. Ma la cosa più importante, dal mio punto di vista, è il miglioramento della customer experience: per il cliente, infatti, il momento più brutto è quando viene lasciato alla cassa. Eliminando questo processo abbiamo raggiunto un obiettivo importante. Come si struttura la vostra offerta digitale in un’ottica omnicanale?


Per strutturarci e realizzare una strategia omnicanale completa, nel 2017 abbiamo dato vita alla Mondo Convenienza Digital Factory, di cui sono co-founder e ceo, alla quale lavorano circa 200 persone. Ed è proprio grazie a questo progetto che riusciamo a reggere l’urto del Covid, nonostante quasi tutti i negozi siano chiusi. Nel merito della strategia omnicanale, la mappatura della customer journey ci ha permesso di scoprire che in media ogni cliente si imbatte in un minimo di 78 a un massimo di 150 touch point prima di effettuare l’acquisto. Tradotto in numeri, nel 2019 abbiamo registrato 20 milioni di accessi al sito web, 1,5 milioni di chiamate, 100mila videochiamate da remoto e, con il Covid, questi numeri stanno raddoppiando. Ad oggi, come già accennato, il 30% del fatturato di Mondo Convenienza passa dai canali digitali. Questo valore riusciamo a generarlo attraverso l’uso di molteplici strumenti e non soltanto con l’eCommerce di mondoconv.it. In totale i canali digitali di vendita sono sei: sito eCommerce, telefono, chat online, servizio “Dolce casa” - che prevede la visita di un consulente a domicilio e la redazione di un progetto di arredo customizzato, completo, chiavi in mano - e la vendita tramite diversi social network. Quest’ultimo fenomeno sta crescendo a doppia cifra.

Maurizio Ghidelli, CEO del Gruppo Kasanova Come sono andate le vendite per Kasanova nei primi 9 mesi dell’anno Maurizio Ghidelli e qual è l’andamento della rete dei negozi fisici e dell’eCommerce? Chiaramente l’anno è stato condizionato dai vari lockdown che hanno inciso sui ricavi. Posso dirle, però, che dal 18 maggio siamo ripartiti con una grande spinta: il fatturato è incrementato a doppia cifra e questo trend è continuato sino quando, purtroppo, ci è stato imposto nuovamente di chiudere. Eravamo riusciti addirittura a tornare in utile, seppur con una piccola ri-

duzione dei ricavi. Questa ripartenza e questi risultati sono stati possibili grazie alla strategia studiata durante il periodo di lockdown in primavera, basata sulla previsione di quali sarebbero stati i trend post riapertura. Può farci qualche esempio? Sicuramente l’attivazione di Conto Aperto, che subito dopo il lockdown ci ha consentito di accontentare quella percentuale di clientela che avrebbe voluto comprare prodotti casalinghi ma che, per motivi economici, avrebbe rimandato. Tale iniziativa ha permesso agli affezionati di Kasanova, sostanzialmente con una semplice stretta di mano - non con un finanziamento -, di effettuare l’acquisto e di pagare un po’ alla volta. Ovviamente, in questo modo abbiamo messo a rischio una fetta dei nostri ricavi: è stata una scommessa ispirata a quel libretto che erano soliti utilizzare alcuni negozi tanti anni fa, quando c’era un rapporto one to one tra commerciante e cliente impensabile al giorno d’oggi. Ma grazie alla grande capacità dei nostri assistenti alle vendite nell’ingaggiare la clientela e a un’adeguata comunicazione social il risultato è stato sbalorditivo. E oggi posso dire che il rischio è stato minimizzato in quanto abbiamo già recuperato oltre l’80% del credito previsto. E in termini di omnicanalità? La seconda attività svolta è consistita proprio nell’attivazione di una vera strategia omnicanale, su sui Kasanova puntava tantissimo già da tre anni, e che si basa su una connessione, una simbiosi fra negozio fisico e web. In pratica abbiamo accelerato sull’attivazione di servizi che spaziano dall’acquisto online e ritiro in negozio, alla prenotazione sul web con verifica ed eventuale acquisto in store, e ancora alla realizzazione di uno scaffale infinito - che è quello del web - per cui se il prodotto non è presente nel punto vendita viene ordinato online direttamente all’interno del negozio e inviato a casa. Parallelamente abbiamo attivato una strategia di CRM che ci ha permesso di raccogliere i nominativi dei clienti e di dare loro la vip card, su cui attivare sconti particolari nel caso concentrino gli acquisti su Kasanova, inteso come gruppo e non come singolo negozio. Tutto questo ci ha permesso di essere pronti una volta terminato il lockdown primaverile e di incrementare non solo il fatturato ma anche lo scontrino medio. Quanto sono cresciute, quindi, le vendite online? I mesi di aprile, maggio e in parte anche mar-

zo sono stati sorprendenti, con il fatturato online cresciuto di 12 volte, per cui il nostro sito passerà dai 3 milioni di euro totalizzati nel 2019 a circa 12-13 nel 2020. Le crescite ancora nel mese di novembre sono state esponenziali, pari a 10 volte il dato di riferimento, nonostante alcuni negozi fossero aperti, e dobbiamo vedere i risultati del Black Friday. Arrivando quindi al tema dello sviluppo retail, quali sono i vostri progetti per il 2021? Prima del 2020 eravamo pronti ad andare all’estero, convinti che i 570 negozi dell’ecosistema Kasanova in Italia fossero più che sufficienti. Menomale ci siamo fermati in tempo perché lo smart working, favorito dall’arrivo della fibra ultraveloce, porterà sicuramente un cambiamento nel mondo del lavoro, con i negozi di prossimità che acquisiranno sempre maggiore peso. In virtù di questo trend

abbiamo realizzato un piano industriale che prevede l’apertura di 100 negozi in affiliazione commerciale, con una formula molto semplice basata sul conto vendita, concentrata nelle piccole città da 30mila abitanti. Questi negozi, oltre a dare un servizio, saranno utili anche ad alimentare la nostra strategia omnicanale perché diventeranno dei pickup point. Per quanto riguarda, invece, il canale dei centri commerciali? Negli anni ’90 abbiamo iniziato il nostro sviluppo negli shopping center perché erano più competitivi in termini di canoni di affitto rispetto ai centri storici. E in quel canale abbiamo costruito il nostro successo. In questo momento storico sono dell’idea che si possa ancora collaborare con tali proprietà, le quali, però, devono accettare che le logiche di affitto attuate prima della crisi debbano essere riviste. ¢


Focus Fornitori sicurezza

Sanificazione e controllo, le nuove esigenze del retail di Nicola Grolla

Telecamere termiche, pellicole igienizzanti e silos di dati condivisi diventano la nuova frontiera della sicurezza nel punto vendita. Alla prese con normative ballerine, serrate, nuovi metodi di acquisto e interazione, per i brand lo scopo è uno solo: far valere il proprio investimento

N

el mondo del retail, l’impatto dell’emergenza Covid ha visto esplodere il tema della sicurezza. Soprattutto quella sanitaria che, se precedentemente veniva spesso derubricata sotto la voce “pulizie”, ora si arma di tecnologie e innovazioni tali da cambiare lo stesso modello di business delle aziende del commercio al dettaglio. Dalle telecamere termiche alle pellicole igienizzanti passando per la condivisione dei vari silos di dati raccolti dalle singole business unit, riuscire a ricostruire la giusta serenità per favorire gli acquisti diventa la priorità.

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retail food | dicembre 2020

INTERVISTA A

Gianluca De Simeis, KA & vertical sales manager di Hikvision Da inizio pandemia ad oggi, come sono cambiate le esigenze in tema di sicurezza dei retailer? La percezione della sicurezza si è orientata verso la protezione del cliente e dello staff. Distanziamento, mascherina e igiene delle mani sono diventate una garanzia necessaria. Diversi casi di interi staff di negozio contagiati o costretti a

quarantene hanno messo i retailer davanti alla necessità di chiudere alcuni punti vendita o ridurre le operazioni, riscontrando perdite di fatturato in un momento già di per sé difficile. È anche cresciuta l’esigenza della sicurezza “tradizionale” laddove la crisi sociale genera un aumento di furti sia professionali che di necessità. Quali servizi e/o soluzioni offrite? Hikvision ha immediatamente proposto sul mercato soluzioni altamente specializzate per la misurazione della temperatura corporea, rilevamento mascherina e gestione flussi e occupancy. Dalle telecamere ad alta risoluzione per porti e aeroporti a quelle compatte per uffici e negozi, fino ai terminali dedicati ai varchi protetti con controllo accessi. A tutto ciò si aggiungono telecamere di conteggio persone a visione stereoscopica per gestire correttaGianluca De Simeis mente la quantità di persone presente in negozio e segnalare visivamente la raggiunta soglia di ingresso. Come si adattano queste soluzioni


a seconda del canale di riferimento? Le soluzioni cambiano a seconda sia della metratura del negozio sia del settore specifico. In un high street fashion, magari di alto livello, per esempio, si preferiscono le telecamere che possono fare la propria analisi in automatico senza che il cliente si senta eccessivamente guidato verso uno specifico percorso. Quali sono i trend in atto in tema di integrazione dei sistemi di monitoraggio e backoffice? Hikcentral, Ivms di Hikvision, consente la centralizzazione e l’integrazione dei sistemi di videosorveglianza e gli attuali sistemi di rilevazione temperatura e occupancy. L’acquisizione di questi dati consente inoltre lo sviluppo di statistiche orientate al marketing e alla analisi vendita aggiungendo valore all’investimento in tecnologia di videosorveglianza. Investimenti significano anche costi. Quali sono i benefici, il ROI una volta implementate tali soluzioni? Il rapporto tra vantaggi e livello tecnologico raggiunto dai sistemi di videosorveglianza e il loro costo è migliorato enormemente negli ultimi sei, sette anni. In generale, con un investimento minimo si influisce sulla percezione della sicurezza nei clienti e nello staff, sulle differenze inventariali minimizzando le perdite causate da furti e mancate vendite e sulla sicurezza classica contro assalti e rapine. Il ROI, anche solo per l’influenza sui furti, può realizzarsi facilmente in 12 mesi. INTERVISTA A

Federico Zat,

amministratore unico di Wippy Idea Srl Con lo scoppio della pandemia, le esigenze in tema di sicurezza da parte dei retailer sono cambiate. Come avete Federico Zat risposto? Wippy nasce nel 2016 con l’obiettivo di creare prodotti che potessero contribuire alla sanificazione di oggetti e ambienti. Il primo prodotto realizzato è stato SweepCart che permette di sanificare il carrello della spesa. Un sistema in anticipo sui tempi, dal momento che la sua adozione ha avuto ampia diffusione solo a partire dal 2020. Da marzo in poi le richieste hanno cominciato a fioccare, sia in Italia che all’estero. Con lo scoppio della pandemia, i retailer si sono subito attivati per offrire ai propri clienti quella sensazione di sicurezza necessaria per favorire gli acquisti. Oltre SweepCart, quali sono le altre soluzioni proposte? Successivamente a SweepCart ci siamo con-

centrati sullo sviluppo di materiali sanificanti per ambienti indoor. Da qui è nato WiPure, un pannello decorativo e comunicativo capace di depurare l’aria in modo passivo e integrarsi senza problemi con l’arredo e la cartellonistica del punto vendita. Stessa matrice anche per WiGlass, una pellicola trasparente e di facile utilizzo che ha trovato applicazione nei frigoriferi dei punti vendita travel retail del subconcessionario Areas-MyChef. L’obiettivo, in questo senso, è quello di fornire ai clienti la possibilità di servirsi in autonomia e sicurezza garantendo che i prodotti scelti possano essere subito consumati senza timore di contaminazione. Oltre alla GDO e al travel retail in quali altri ambiti è stata scelta l’esperienza di Wippy? Stiamo riscontrando un grande successo nell’ambito del trasporto pubblico locale. A Treviso, Pordenone e Gorizia i mezzi pubblici hanno installato WiGlass sui finestrini dei veicoli. Inoltre siamo technical partner dei Mondiali di sci di Cortina. In prospettiva ci aspettiamo molto dal canale food&beverage. Ma come funziona il meccanismo di sanificazione? Il meccanismo di funzionamento è la fotocatalisi artificiale. Quando la pellicola viene a contatto con la luce attiva l’additivo da noi sviluppato e presente sulla superficie che trasforma, per ossidazione, gli elementi inquinanti in sali innocui e anidride carbonica eliminando così in modo naturale ed ecosostenibile tutti i rischi. Il processo, infatti, ha un’azione antimicrobica, anti-muffa e deodorante. La crisi economica indotta dal Covid-19 però mette un freno agli investimenti. Dal vostro osservatorio, che disponibilità c’è da parte delle aziende? I nostri clienti, all’indomani dello scoppio dell’emergenza, da un lato si sono spesso trovati di fronte a un marasma di offerte e possibilità; dall’altro, hanno dovuto fare i conti con una normativa poco chiara o diversa a seconda della regione in cui operavano. Questo ha senza dubbio messo in difficoltà i retailer che dall’oggi al domani hanno dovuto far fronte con un tema lontano dal proprio approccio lavorativo.

messo a dura prova tutti i security manager delle aziende. Prima della pandemia ci si occupava principalmente di loss prevention e sicurezza della struttura contro possibili danneggiamenti, sia fisici che virtuali. Successivamente, si è passati alla sicurezza di clienti e dipendenti. Non che prima questa attenzione non ci fosse, ma la pandemia ha cambiato le priorità. Ed è emersa la mancanza di comunicazione fra i vari silos delle aziende. In che modo la tecnologia è riuscita a superare queste barriere? Prendiamo la questione del contingentamento degli ingressi. All’indomani del primo lockdown in molti si sono mossi su soluzioni tattiche come lettori termografici a mano, hostess e inservienti per il controllo fila. Mentre, come è successo in qualche caso, implementando un occupancy estimator con tanto di schermo su cui viene mostrato il numero di persone presenti rispetto al totale dell’occupabilità, magari ricordandolo anche con un messaggio audio, si possono ottenere effetti diversi che fanno bene tanto alla sicurezza quanto al marketing, alle vendite, alla gestione delle risorse umane, ecc. In particolare, qual è stato il tipo di servizio offerto da Axis? Ci siamo attenuti al nostro ruolo consulenziale con un approccio di co-progettazione assieme al cliente. L’obiettivo è stato quello di fornire soluzioni su misura che avessero come perno la gestione integrata dei diversi aspetti della sicurezza. In particolare, abbiamo agito per migliorare gli asset già presenti in casa del brand. Con l’aggiunta di un software di data analysis, per esempio, una telecamera può trasformarsi in qualcosa di più che un semplice strumento di sorveglianza. In generale, però, il problema principale che stiamo affrontando insieme ai nostri partner è quello dello scaglionamento degli ingressi che impatta fortemente sulla customer experience in negozio. Eppure, in questo momento, gli investimenti in tecnologia possono risultare un costo troppo eccessivo per i retailer. In che modo, quest’ultimi, possono mettere a valore le implementazioni innovative? La capacità e la necessità di mettere insieme i bisogni dei diversi stakeholder presenti all’interno di una stessa realtà commerciale diventa INTERVISTA A la priorità principale per riuscire a valorizzare Pietro Tonussi, business gli investimenti in tecnologia. In un periodeveloper manager Southern do di forte razionalizzazione della spesa, Europe di Axis anche la figura del security manager deve evolvere in quella del risk manager e quindi approcciare il tema sicurezza in Nel mondo post-Covid, modo olistico e trasversale, in collaboracome sono cambiate le zione con le altre strutture organizzative: priorità in termini di da chi si occupa di IT ed eCommerce a chi sicurezza per il retail? prepara le campagne marketing passanLo scenario nel mondo retail è Pietro Tonussi do per la logistica e le risorse umane. ¢ cambiato moltissimo. Il Covid ha dicembre 2020 | retail food

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f Servizi e Fornitori News UNICOMM SCEGLIE MAGNEWS PER IL CRM MARKETING

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l Gruppo Unicomm, realtà attiva nella grande distribuzione organizzata italiana, ha scelto MagNews, integrated communication platform di Diennea e integrata con Koncentro di Konvergence, la piattaforma omnicanale di retail automation. In questo modo, l’azienda GDO sarà in grado di migliorare le proprie operazioni di CRM marketing a supporto delle relazioni con i propri clienti e l’automatizzazione di alcuni processi di comunicazione. MagNews permette di orchestrare tutte le attività di comunicazione su tutti i diversi canali attivi, in modo efficace e coerente, generando customer journey di valore che puntino a migliorare la customer experience e massimizzare l’ingaggio della customer base. Dalla piattaforma è possibile gestire campagne di comunicazione broadcast personalizzate e automatizzate, secondo logiche data driven finalizzate ad aumentare il customer life time value dei clienti registrati. Nel progetto per il Gruppo Unicomm, MagNews si integrerà con Koncentro, la piattaforma di retail automation di Konvergence disegnata per supportare da un’unica console tutte le attività tipiche di un retailer. «La sinergia tra le due piattaforme è il fulcro del progetto. Promozioni commerciali personalizzate basate sui comportamenti d’acquisto saranno distribuite con logiche intelligenti su diversi canali di comunicazione, dalle email agli sms, dalle push notification ai registratori di cassa», ha spiegato Galizio De Galitiis, chief marketing officer di MagNews.

PICK MEAL UP REINVENTA IL TAKE AWAY DIGITALE

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asporto paga. Almeno nel caso di Pick Meal Up, app che offre il servizio di ritiro nel punto vendita a prezzo fisso e fa incontrare ristoratori e consumatori su una medesima piattaforma. Lanciata nel 2020 segnato dall’emergenza Covid e dai successivi lockdown, Pick Meal Up è già stata scaricata da 10mila consumatori con un tasso di crescita mensile degli ordini del +300%. Alla base del successo, una tecnologia pensata per incentivare le persone a recarsi presso i proprio locali preferiti potendo contare su un’offerta a prezzo fisso da portar via. Attualmente attiva sulla città di Milano e zone limitrofe, Pick Meal Up offre ai ristoratori un’ulteriore opportunità di visibilità e, agli utenti, la possibilità di acquistare pasti in una fascia di prezzo fra i 7 e i 14 euro. Una volta fatta la propria scelta, il pagamento avviene in modalità contacless direttamente sull’app mentre per il ritiro basta mostrare all’esercente il QR code ricevuto per riscattare l’acquisto. «Il periodo che stiamo affrontando ha portato alla richiesta di maggiore sicurezza e alla necessità di reagire alle difficoltà e trovare nuove soluzioni da parte dei ristoratori penalizzati da questa crisi. La nostra app permette di riscoprire le potenzialità della vendita da asporto, che non prevede costi di consegna, minimi di spesa o la necessità di affidarsi ai rider», ha spiegato Carlo Farina, co-founder di Pick Meal Up.

PANASONIC E INTERPORTO DI PADOVA, AUTOMAZIONE A MISURA DI OPERATORE

L SCANDIT, IL PHYGITAL DIVENTA UN MUST HAVE

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gni retailer possiede una strategia omnichannel composta da molteplici touch point. A livello tecnologico, poter seguire il cliente e offrirgli funzionalità e servizi che possano aiutarlo nel modo più completo possibile, non è più un nice to have ma è un must», ha dichiarato Maurizio Costa, sales manager Italy di Scandit. Da qui parte l’approccio del provider di soluzioni tecnologiche che ha messo nel mirino due driver del new normal: da un lato, la volontà di migliorare la user experience degli utenti e, dall’altro, la necessità di portare efficienza nei propri processi, riducendo in molti casi anche i costi degli asset. Tutto attraverso il ricorso ai tradizionali barcode che condensa la filosofia phygital dei brand. Ma quali sono le soluzioni concretamente implementabili? Mobile shopping (in abbinamento alla realtà aumentata in grado di sovrapporre diverse informazioni su un’unica interfaccia), self-scanning o scan&go (dotando il cliente di un device personale che allarga il numero di touch-point della strategia omnichannel), loyalty (capace di raggiungere il cliente con couponing e promozioni nel momento in cui è di fronte a un determinato scaffale dello store piuttosto che a casa) e informazioni personalizzate (come le preferenze gastronomiche o le intolleranze alimentari).

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ogistica e intermodalità sono sempre più centrali nell’economia post-Covid. A testimoniarlo è la case history di Panasonic e Interporto di Padova. A unire le due realtà, l’adozione da parte della seconda dei dispositivi rugged professionali Toughbook progettati dalla prima. Il risultato? La trasformazione dell’operatore terminalistico in un vero e proprio direttore d’orchestra che può contare sull’integrazione con tutti i dispositivi automatizzati dell’infrastruttura. Da qui il raggiungimento di una maggiore efficienza, migliori condizioni di lavoro (soprattutto in termini di sicurezza ed ergonomia), più dati a disposizione, incremento della produttività e nascita di nuove funzioni e mansioni qualificate. Cruciale in questo senso si dimostra la scelta dei dispositivi, che devono essere in grado di operare in un ambiente di lavoro difficile, come quello di un terminal container, e di dimostrarsi affidabili per il business - sia in termini di qualità del lavoro, che economici.


COMPASS E MAXIMALL: CARD CO-BRANDED PER SPINGERE I CONSUMI

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n collaborazione con Maximall, brand di Irgenre Group specializzato nel mercato dello sviluppo e della gestione di strutture commerciali, Compass ha lanciato una nuova carta di credito co-branded. A tutti i clienti del centro commerciale di Pontecagnano (SA) sarà offerta una carta con credito immediato di mille euro da spendere all’interno dei negozi della struttura. La card è attivabile direttamente all’interno dello shopping center salernitano dove Compass ha inaugurato una nuova filiale. «La collaborazione con Maximall nasce dall’esigenza di rispondere in modo concreto alle difficoltà dei clienti e punti vendita del centro commerciale: un’iniziativa che sono certo permetterà al Maximall di Pontecagnano di diventare ancora di più un punto di riferimento per la città di Salerno e per l’intera provincia», ha commentato Antonio Manari, direttore centrale commerciale di Compass. «Siamo certi, oggi più che mai, che in un momento storico come questo è necessario lanciare un forte segnale di vicinanza ai nostri clienti e di spinta allo shopping in maniera agevole, non solo in termini di accoglienza e comfort, ma anche di liquidità», ha ribadito Corrado Negri, ad di Irgenre Group.

AUGUSTO NEL MONDO DELLA DARK KITCHEN CON KUIRI

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e fino a qualche anno fa la consegna di cibo a domicilio era un servizio offerto da pochi ristoranti, oggi il fenomeno si è consolidato e trasformato in una vera e propria industria. Questo nuovo trend sta cambiando le dinamiche della ristorazione con l’introduzione di nuove tipologie di business come le dark e le cloud kitchen. Per questo Augusto Contract, primo foodservice general contractor italiano, ha deciso di seguire il trend come dimostra l’ultima realizzazione dell’azienda di Jesi in questo comparto: Kuiri. Progettato da AtelierP, Kuiri è una cloud kitchen formata da una serie di moduli di 15 metri quadri dedicati a diversi brand della ristorazione che si occupano di consegna a domicilio. Un servizio di kitchen sharing nato con l’obiettivo di velocizzare il compito di chi vuole avviare una nuova attività di food delivery. Per il primo lancio a Milano, Augusto Contract si è occupato di tutte le opere edili e di impiantistiche. «La ristorazione sta cambiando velocemente e richiede soluzioni sempre più snelle e innovative, con la possibilità di ridurre i costi. In questo senso Kuiri si propone come un progetto davvero all’avanguardia», ha affermato Giacomo Racugno, ad di Augusto Contract.

REAIR CON SAVE PER L’IGIENIZZAZIONE DEL MARCO POLO

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icurezza al primo posto per SAVE, il gruppo che gestisce lo scalo “Marco Polo” di Venezia che si affida a REair per l’igienizzazione di alcuni aree del terminal; a partire dai finger che collegano aeromobili e aeroporto. REair è un trattamento basato su soluzione fotocatalitica e studiato per garantire la sanificazione degli spazi grazie a una rete di applicatori certificata con elevata professionalità e un prodotto unico nel suo genere. Grazie all’applicazione di un coating trasparente, completamente inodore e incolore (altamente indicato per l’utilizzo su superfici vetrate), le molecole contenute si attivano quando vengono colpite dalla luce sprigionando un effetto batteriostatico, fungistatico e anti-inquinamento. Già utilizzato negli ambienti del Porto di Bari da agosto 2020, «gli ambiti di applicazione di REair sono diversi: dalle abitazioni agli uffici, dai siti produttivi al settore terziario fino al mondo scolastico e a quello sanitario. Non possiamo che essere orgogliosi della fiducia che SAVE ci ha riservato e che REair abbia potuto dare il suo contributo alla sicurezza in un settore importante e così profondamente colpito dall’emergenza sanitaria come quello del trasporti», ha affermato Raffaella Moro, ceo e founder di REair.

LA TECNOLOGIA NFON POTENZIA LE CHIAMATE DI 120 STORE MAXI ZOO

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l telefono squilla in cloud da Maxi Zoo Italia che si è affidata alle soluzioni di NFON Italia per migliorare la comunicazione aziendale. Grazie all’accordo tra le due realtà, in 120 negozi Maxi Zoo Italia sarà installata Cloudya, soluzione di servizio telefonico in cloud che permette la sostituzione della più tradizionale tecnologia ISDN. Il progetto italiano fa parte di una ristrutturazione digitale che Maxi Zoo, brand di proprietà della tedesca Fressnapf, ha già avviato in tutta Europa (dove sono stati riconvertiti già oltre 700 punti vendita della catena specializzata nel pet food) che dovrebbe coinvolgere un totale di 1.500 store sfruttando così i benefici di un’economia di scala diffusa su tutta la rete. «La soluzione di NFON garantisce efficienza, flessibilità, velocità di rilascio e risparmio sui costi. Grazie all’implementazione in più paesi, le nostre telefonate intra-aziendali sono ora gratuite in tutta Europa. Il processo di migrazione non è stato interrotto dalla pandemia del Covid-19», ha affermato Reinhard Zehetmair, head of IT service delivery international di Fressnapf Tiernahrungs GmbH. dicembre 2020 | retail food

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World Travel Retail MRG APRE THE SCOOP A SAN FRANCISCO

USA – All’aeroporto internazionale “Harvey Milk” di San Francisco arriva l’ultimo format di casa Marshall Retail Group. Il travel retailer di proprietà di WHSmith ha inaugurato The Scoop: snack di origine locale (disposti in bella mostra su uno scaffale refriferato) ma anche libri, travel essential e merchandise dedicato alla città. In questo modo, MRG supera quota 300 locali in 46 aeroporti a livello nazionale.

DUFRY A MISURA DI SHOPPER CON ANECDOTE

ZURIGO – L’operatore Dufry AG debutta con un nuovo format all’aeroporto internazionale di Zurigo. Si tratta del brand Anecdote che alza le saracinesche all’interno di The Circle con un’offerta di stampo duty free: dagli accessori al fashion, passano per liquori, tabacchi e gioielli. Tutto su una superficie di 600 mq che si apre anche all’area metropolitana che conta circa 3,8 milioni di abitanti.

VOLI SENZA META, OK ALLE VENDITE DUTY FREE

COREA DEL SUD – Anche sui voli senza meta sarà permessa la vendita duty free. Al fine di capitalizzare un fenomeno nato in piena pandemia, il ministero delle Finanze sud coreano ha dato il via libera per un anno a queste attività. Rimane fissa invece la quota di acquisti permessi per un totale di 600 dollari a persona.

THAILANDIA, ANNO NERO PER IL TRAVEL RETAIL

THAILANDIA – La società statale Airports of Thailand (AoT) chiude i conti dell’anno fiscale 2020 registrando una diminuzione del 53,3% nei ricavi da concessione per un totale di 260 milioni di dollari. Forte l’impatto sui ricavi non-aeronautici che sono calati del 47,6%, per una perdita di 13,2 milioni di dollari. Il motivo? La mancanza di passeggeri che al 30 settembre raggiungevano solo i 72,6 milioni (-48%).

UK – Per il momento si tratta solo di un progetto pilota, ma easyJet e Gategroup hanno stretto un accordo per estendere la soluzione ePax sulle rotte invernali del vettore. L’implementazione consentirà ai passeggeri di utilizzare una piattaforma intuitiva per accedere al retail in volo via mobile. Un modo per potenziare le vendite e mantenere le misure di sicurezza e le distanze fra viaggiatori e staff.

USA – Niente crociere fino a fine anno negli Stati Uniti. A confermarlo è la Cruise Lines International Association (CLIA) che raggruppa il 95% degli operatori a livello globale. Nonostante le autorità americane abbiano dato il nullaosta a salpare dal primo di novembre, i membri dell’associazione hanno preferito desistere e proseguire lo stop che ormai dura da sette mesi e pesa su un indotto di oltre 420mila dipendenti.

retail food | dicembre 2020

SENEGAL – Il nuovo ceo di Lagardère Travel Retail in Africa, Sountou Bousso, ha messo sul tavolo le ambizioni dell’operatore travel retail nel continente. Partendo da una forte presenza negli scali “Blaise Diagne” International Airport (contratto decennale da 575 milioni per il duty free Relay) e “Leon Mba” Airport (600 mq fra retail e food). Prossimo obiettivo: migliorare le operazioni e la prossimità al mercato.

EASYJET E GATEGROUP LANCIANO IL PROGETTO ePAX

STOP CROCIERE AMERICANE PER IL 2020

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LE AMBIZIONI AFRICANE DI LAGARDÈRE

HYDERABAD, È ORA DEL CLICK&COLLECT

INDIA – Trasformare i passeggeri in shopper ora è possibile all’aeroporto internazionale di Hyderabad. Grazie all’introduzione del servizio click&collect all’interno del duty free i viaggiatori potranno preordinare i prodotti per il pickup agli arrivi o alle partenze. Obiettivo: cogliere le opportunità del new normal per migliorare la presenza digitale del brand.

AIR TRAVEL BUBBLE RIMANDATA A DICEMBRE

HONG KONG – Primo tentativo di bolla aerea con Singapore rinviato a causa di un picco di contagi a Hong Kong. Il progetto, che doveva partire il 22 novembre, prevede la realizzazione di un corridoio turistico Covid-free che evita la quarantena all’arrivo. Per accedervi, i passeggeri dovranno completare un round di test diagnotisci prima e dopo l’arrivo a destinazione.


duty free world | FENDI ARRIVA A TAIWAN CON TASA MENG

TAIWAN – Una partnership italo-taiwanese porta Fendi all’aeroporto internazionale di Taoyuan. Posizionato nell’area partenze, il punto vendita operato dal subconcessionario Tasa Meng ha una superficie di 66 mq e presenta un layout in linea con gli ultimi dettami della maison. Fra le referenze, oltre le iconiche borse personalizzabili, spiccano le linee Peekaboo ISeeU and Peekaboo Iconic Essential dedicate alla clientela maschile.

DAL MAR BALTICO ALLO SHOPPING CENTER

FINLANDIA – Dal Mar Baltico al centro commerciale Iso Omena il passo è breve per Viking Lines. La compagnia di traghetti finlandese ha infatti aperto un pop-up store dedicato alle core category del retail a bordo: fashion e accessori, beauty e confectionary; tutto in vendita con un prezzo ridotto del -20% in linea con l’offerta che si può trovare sui vascelli della compagnia.

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

Luxury’s biggest ever hit – but there’s good news toor Lusso, un colpo mai visto - ma ci sono anche buone notizie

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he global market for personal luxury goods will be down by almost a quarter at the end of this year according to Bain-Altagamma’s latest market analysis. That shocking drop to €217 billion reverses gains over the past six years, all thanks to the Covid-19 crisis. Regressing back to 2014 levels is a blow. For some channels like travel retail, the backwards march could be even worse. Bain’s report says that the luxury market, which has been traditionally tourist-driven, «will consolidate its local nature globally in the coming years». It adds: «Covid-19 has forced luxury spending to shift from “when travelling” to “at home”». That is a warning shot across the bows of the travel retail industry. By 2025, Bain estimates that tourist spending on luxury will be as low as 30% of the pie, down from 50% in 2015. This year all retail channels for luxury were negatively impacted except online which had exceptional growth of 50% to €49 billion. Bain estimated that the hit to travel retail in 2020 will be about 70% – worse than any other channel, and in large part due to the Chinese staying at home. Travel retail now has a fight on its hands. Assuming trips abroad eventually pick up, the channel will stay relevant. But 2020 has been a year of profound change in the way we shop. The acceleration of online means that travellers will be far more focused on comparing the airport offer with eCommerce players like JD.com for example – and price and availability of the right products will count. Claudia D’Arpizio, lead author of the Bain study, says: «While the industry has suffered from a pause in global travel, we believe it has the resilience to manage through the crisis. We have faith in its ability to transform and redefine its purpose to meet new customer demands, especially for younger generations». Travel retail also needs some selfbelief in its ability to pivot. With all the buzz surrounding possible vaccine approvals, more travel bubbles could form in 2021. If they do, airport retailers in particular will need to be ready with the right brands, more entry-priced luxury products, and a strong message on sustainability and the environment.

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econdo Bain e Altagamma, il mercato globale del lusso personale diminuirà di quasi un quarte del suo valore alla fine dell’anno. Un calo shoccante che toccherà quota 217 miliardi di euro che inverte i progressi registrati negli ultimi sei anni a causa della crisi Covid-19. Tornare ai livelli del 2014 rappresenta un duro colpo. E per alcuni canali come il travel retail il passo indietro può essere anche peggiore. Secondo il report di Bain, il mercato del lusso, che storicamente è stato trainato dal traffico turistico, «consoliderà la propria natura locate a livello globale nei prossimi anni». E aggiugne: «Il Covid-19 ha costretto la spesa per il lusso a trasferirsi dal “viaggio” alla “casa”». Si tratta di un colpo di avvertimento per tutta l’industria travel retail. Entro il 2025, Bain stima che i turisti che spendono in lusso saranno inferiori del 30%; -50% dal 2015. Quest’anno, tutti i canali retail dedicati al lusso hanno segnato prestazioni negative eccetto l’online, che ha registrato una crescita del 50% a 49 miliardi di euro. Bain ha stimato che per il travel retail la perdita sarà di quasi il 70% nel 2020 – peggio di tutti gli altri canali soprattutto a causa dei mancati flussi cinesi. Il travel retail ha quindi un problema fra le mani. Assumendo che i viaggi all’estero alla fine riprenderanno, il settore rimarrà rilevante. Ma il 2020 è stato un anno di profondi cambiamenti nel modo in cui facciamo shopping. L’accelerazione dell’online significa che i viaggiatori saranno sempre più portati a comparare l’offerta in aeroporto con quella di player digitale come JD.com per esempio – prezzi e disponibilità del prodotto saranno quindi fattore chiave. Claudia D’Arpizio, autrice dello studio Bain, ha commentato: «Mentre l’industria del lusso ha sofferto per la pausa del turismo globale, crediamo abbia la resilienza necessaria per gestire la crisi attuale. Abbiamo fiducia nella sua abilità di trasformarsi e ridefinirsi per incontrare le nuove richieste dei clienti, soprattutto quelli delle nuove generazioni». Lo stesso travel retail ha bisogno di maggiore autostima nelle proprie capacità. D’altronde, con tutto il clamore sull’arrivo del vaccino, diversi corridoi turistici sicuri potranno essere realizzati nel 2021. In questo caso, i retailer aeroportuali dovranno essere pronti con le giuste referenze, più prodotti lusso di base e un forte messaggio sulla sostenibilità e l’ambiente.

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f International News GUITAR CENTER CHIEDE IL CHAPTER 11

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l più grande venditore di strumenti musicali statunitense, Guitar Center, ha chiesto la protezione del Chapter 11 con un piano di riduzione del debito pari a 800 milioni di dollari. L’insegna, che conta quasi 300 punti vendita a cui si sommano i 200 a marchio Music & Arts, potrà contare sul supporto finanziario della private equity company Ares Management Corp (proprietaria della maggioranza della catena) e di nuovi investitori come Carlyle Group e Brigade Capital Management che hanno già messo sul piatto un investimento da 165 milioni di dollari.

MYTHERESA PREPARA L’IPO AMERICANA

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eTailer di lusso tedesco Mytheresa Group ha iniziato a muovere i primi passi verso la quotazione a Wall Street. La mossa arriva in un momento cruciale per il brand che, sulla scia del lockdown e del boom dell’eCommerce, ha visto crescere il proprio business online (oltre 250 firme internazionali in vendita). La notizia dell’IPO ha trovato conferma dalla parent company MYT Netherlands Parent BV che tuttavia non ha ancora svelato il numero d’azioni che l’azienda vuole mettere sul mercato né l’obiettivo di prezzo per azione. Le stime di Bloomberg parlano comunque di una valutazione fra 1 e 1,5 miliardi di dollari.

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New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

Hainan Island, ecco i progetti duty free in arrivo

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el 2019, il 70% dello shopping di lusso dei consumatori cinesi è stato effettuato al di fuori dei propri confini (67 miliardi di dollari su un totale di 98). Appare chiaro, quindi, l’intento del governo cinese di rimpatriare tale business attraverso lo sviluppo del canale duty free che, in Cina, è rappresentato per il 26% dalle vendite effettuate sull’isola di Hainan. Nel nostro articolo apparso sul numero di settembre abbiamo già descritto in dettaglio le significative manovre del governo cinese intraprese quest’anno per incentivare ulteriormente la crescita già esponenziale dell’industria duty free sull’isola. Ma come cogliere questa opportunità e quali sono gli attori di riferimento? Le licenze duty free offshore in Cina sono legate a specifiche location e vengono assegnate alle società statali, le cosiddette SOE (state owned enterprise), che si affidano per la gestione ai traditional license holder: TIMES’DF (Shenzhen Duty Free), CNSC (China National Service Corporation), Zhuhai DF e CDFG (China Duty Free Group). A loro volta quest’ultimi, per lo sviluppo dei progetti, si affiancano agli operatori globali: DFS (Duty Free Shopping Group), Dufry, Lagardère Travel Retail, King Power, Heinemann. Nel caso particolare, il governo provinciale di Hainan ha scelto come SOE l’HDH (Hainan Development Holdings Co.Ltd) e l’HTID (Hainan Tourism Investment Development Co.Ltd). Vediamo quindi come si giocano le complicate relazioni tra i diversi players citati nei principali progetti in arrivo sulll’isola: il Mission Hills e il Mova Mall, entrambi locati ad Haikou (il maggior centro economico dell’isola), e il Sanya Yacht Club, situato nell’omonima località, cuore pulsante dell’isola e shopping destination molto apprezzata.

Mission Hills – Grazie a una partnership tra DFS e Times’DF, è un complesso retail di prima categoria che abbraccia un’offerta multicategoria il cui sviluppo è pianificato in tre fasi. Una prima fase, la cui apertura è prevista entro gennaio 2021 in coincidenza con il capodanno cinse, contempla il concept store World of DFS su una superficie di 1.000 mq. Una seconda fase, entro dicembre 2021, prevede l’ampliamento dell’offerta su 14.000 mq aggiuntivi dedicati ai settori fashion, orologi, occhiali, cosmesi e gioielli. Infine, una terza fase, quella del completamento, è in calendario per dicembre 2022: galleria commerciale, entertainment e flagship store dei brand più iconici per una superficie complessiva di 40.000 mq. Mova Mall – Promosso da una partnership tra HDH (la più grande state owned company del governo provinciale) e Dufry (2.200 negozi in 220 aeroporti dislocati in 64 paesi), è un nuovo downtown duty free, anch’esso multicategoria, che coinvolge su un totale di circa 31.000 mq due edifici: il Capricorn (due piani) e l’Acquarius (tre piani). Il completamento è previsto per il primo trimestre del 2021. Il progetto, si cala nell’esistente complesso Mova, ottimamente interconnesso con tutti i mezzi di trasporto e che presenta un’offerta hospitality, dining ed entertainment (quattro milioni di visitatori nel 2019). Sanya Yacht Club – Nato da una collaborazione di Dufry con CNSC (China National Service Corporation), la prima compagnia duty free approvata in Cina con 12 store già esistenti nel Paese, è un progetto collocato nel cuore della località turistica su un’area di 43.000 mq, vicino all’International Yacht Marina. Il SYC avrà il suo opening nel terzo trimestre del 2021.


AMAZON APRE LA FARMACIA VIRTUALE: MEDICINALI CON SCONTI DELL’80%

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l progetto di farmacia virtuale vede la luce sulla piattaforma Amazon. Il colosso dell’eCommerce apre una nuova linea di business: i medicinali. Consegna in due giorni, senza costo per gli utenti Prime, e un’offerta di medicinali generici che permetto un risparmio fino all’80%. Con l’acquisizione di PillPack nel 2018 per 750 milioni di dollari, Amazon si è aperta la strada per il business pharma. Un mercato, quello delle prescrizioni mediche, che negli Usa vale circa 500 miliardi di dollari, di cui 67 miliardi spesi nelle farmacie retail nel 2019. La possibilità di acquisto dei medicinali con prescrizione avviene direttamente sul sito Amazon o via app. L’obiettivo è quello di raggiungere i clienti che hanno bisogno di medicazioni abituali, come le pillole per la pressione, gli anti allergeni e gli ansiolitici. Non un ventaglio di referenze da emergenza, insomma. I pazienti potranno chiedere ai propri medici di base di mandare direttamente ad Amazon Pharmacy le ricette (assieme al numero di assicurazione sanitaria). Gli sconti per i membri Prime quando pagano senza assicurazione sono amministrati da una società separata, la Inside RX. Quest’ultima può contare sulla collaborazione con una rete di 50mila farmacie (comprese quelle attive all’interno dei competitor fisici Walmart, Costco, CVS, ecc).

JD SPORTS IN TRATTATIVE PER ACQUISIRE DEBENHAMS

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rattative esclusive avviate fra JD Sports e Debenhams per salvare la catena di department store britannica dal rischio fallimento. Secondo le ultime indiscrezioni apparse su The Times, il retailer specializzato in abbigliamento e articoli sportivi ha avanzato un’offerta per rilevare 124 punti vendita e circa 12mila dipendenti. L’obiettivo di JD Sports è quello di garantirsi alcune delle migliore piazze high street a un prezzo accessibile e far leva sul popolare eCommerce di Debenhams per migliorare le proprie prestazioni online. Sul tavolo, al momento, rimangono alcuni ostacoli che minano la firma ufficiale a partire dal tema dei contratti di locazione dei negozi e la rinegoziazione dei canoni. Entrata in amministrazione controllata (per la seconda volta nella sua storia) lo scorso aprile, la catena di department store fondata a Londra nel 1778 non ha retto alle chiusure determinate dal lockdown. Nel caso l’offerta di JD Sports andasse in porto si tratterebbe di una doccia gelata per il retail taycoon Mike Ashley che aveva avanzato, tramite Frasers Group, un’offerta di 125 milioni di sterline. Troppo poco per Debenhams che valuta il proprio business intorno ai 300 milioni di sterline. Alla finestra rimangono Next e Marks&Spencer, interessati a rilevare alcuni punti vendita della rete ma non il network completo, a cui si aggiunge The Hut Group per quanto riguarda il sito internet.

NEINVER E NUVEEN RE FESTEGGIANO L’APERTURA DI AMSTERDAM THE STYLE OUTLETS

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o scorso 26 novembre ha aperto al pubblico Amsterdam The Style Outlets, il primo outlet center nell’area di Amsterdam, frutto della joint venture tra Neinver e Nuveen Real Estate. Il village, che conta 19mila mq di superficie lorda affittabile (GLA) e oltre 100 negozi, ha aperto con il 75% circa di negozi locati e una selezione curata di proposte per il fashion, fra cui alcuni brand disponibili per la prima volta negli outlet del mercato nazionale. Il complesso da 110 milioni di euro, che a pieno regime creerà 600 posti di lavoro, costituisce il primo progetto nei Paesi Bassi per il sodalizio fra Neinver, il secondo player nel settore outlet a livello europeo (primo in Spagna e Polonia), e Nuveen Real Estate, uno dei principali gestori di investimenti a livello mondiale. In particolare, con Amsterdam The Style Outlets, la joint venture estende il proprio perimetro internazionale a cinque paesi (Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna) e arricchisce il proprio portfolio che ora conta 15 asset operativi, con 1,4 milioni di euro di GAV (Gross Asset Value), rafforzando il proprio posizionamento come grande investitore nel settore degli outlet in Europa. Per Neinver, co-titolare e gestore del centro, si tratta della ventunesima aggiunta al suo portfolio che ora ha raggiunto i 510mila mq di GLA.

MONOPRIX, AL VIA LA CAMPAGNA DI ESPANSIONE EUROPEA

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addoppiare il proprio fatturato nei prossimi dieci anni grazie a un piano di aperture a livello europeo è l’ambizione di Monoprix. Il brand di grandi magazzini dalla vocazione urbana, dal 2012 di proprietà del gruppo della grande distribuzione francese Casino, attualmente dispone di una rete di circa 800 punti vendita in Francia, comprese le insegne monop’ (convenience store) e Naturalia (cibo organico). Recentemente, inoltre, Monoprix ha aperto un flagship store da 5.000 mq di superficie commerciale a Montparnasse, nel centro di Parigi. Ma la vera sfida sta nell’espansione a livello continentale con cui Monoprix punta a raggiungere i 10 miliardi di fatturato entro il 2030. I mercati messi nel mirino sono Germania, Belgio, Olanda, Portogallo e Spagna dove l’azienda francese è pronta a estendere il proprio business in franchising. Il progetto si inserisce all’interno di una transizione più grande che ha coinvolto tutto il gruppo Casino. Dopo aver venduto l’insegna Leader Price al discount Aldi, infatti, Casino si sta riorganizzando verso negozi di prossimità (135 punti vendita aperti nel 2020 e 175 attesi per il prossimo anno) e commercio online (che attualmente copre solo il 6-7% delle vendite effettuate nei canali supermercati e ipermercati). dicembre 2020 | retail food

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f Vetrina

Peroni UNI, bottiglia per la sostenibilità La birra fa bene alla sostenibilità ambientale. A ribadirlo, direttamente sulle bottiglie, è Peroni. Da sempre impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale, lo storico birrificio italiano dona un tocco informativo in più al formato UNI, birra con vuoto a rendere. Presente, sul collo di bottiglia (da 20, 33 e 66 cl), il simbolo verde e bianco del riciclo.

Acqua Frasassi, nuovi formati 100% riciclabili Al supermercato come al bar, Acqua Minerale Frasassi lancia le nuove bottiglie da 50 cl in rPET, materiale realizzato con plastica riciclata al 50% ma riciclabile al 100%. In anticipo sulle direttive UE in materia, l’acqua che sgorga dalle fratture della Scaglia rossa ha dato avvio anche al progetto Frasassi ReFriends per creare un circolo virtuoso nella produzione.

Tre versioni di rum Zacapa sotto l’albero Un tris al gusto di rum per Zacapa, distilleria specializzata in superalcolici guatemaltechi di proprietà del brand Diageo. In vista del Natale (e quindi già dotate di pratica confezione regalo) arrivano Zacapa 23, Zacapa XO e Zacapa Royal. Tutti prodotti con puro succo di canna da zucchero a 2.300 metri di altezza, i rum di Zacapa si contraddistinguono come un sofisticato dopopasto.

Fabbri 1905 rilancia l’iconico Marendry Con la storica bottiglia a forma di shaker, Fabbri 1905 (ri)lancia una nuova linea liquoristica: Marendry. Nata negli anni ’50, l’etichetta dal retrogusto di amarena si presta per alchimie e nuovi twist, mai oltre i 21 gradi. Una gradazione alcolica moderata che, insieme a naturalità e ingredienti preziosi, consente la giusta dose di versatilità per barman e mixologist.

Kimbo, per il caffè focus sull’Ho.Re.Ca Focus sull’Ho.Re.Ca per Kimbo che lancia le nuove referenze della gamma Caffè Filtro e dei golosi Kimbo Choco Chicci. Nella prima categoria rientrano la 100% Arabica e il Decaffeinato (disponibili entrambe nelle versioni da 64 e 226 gr). Nella seconda, gli sfiziosi bocconcini di cioccolato fondente e polvere di caffè disponibili in un pratico astuccio on the go da 20 gr.

Oleificio Zucchi tris di eccellenze per Natale Poche idee per questo Natale? Oleificio Zucchi potrebbe avere la soluzione. Con gli Zucchi Christmas Pack offre la possibilità di regalare o regalarsi un tris delle migliori produzioni olearie. Disponibili online, i pacchetti sono realizzati con gli abbinamenti di oli pensati dagli esperti dell’azienda. In regalo, per chi acquista, anche un utile libro di ricette.

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f La Foto

La pandemia non ferma la tradizione delle Christmas window, ossia gli allestimenti a tema natalizio dei grandi brand high street. In questo caso parliamo di Macy’s che ha deciso di dedicare questo spazio promozionale ai lavoratori essenziali; veri e propri eroi del 2020. 64

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