r&f 1-2/2020

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retailfood gennaio - febbraio 2020 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

eCommerce:

l’alba di una food revolution

SoftBank, dal Giappone la sfida del robot-retail. Parola di, Nicolas Boudot Primark: raddoppia a Milano e accelera al Maximo Dossier Aeroporti: Cagliari, traffico oltre la stagionalità


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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 15 · numero 1· 2 - gennio - febbraio 2020 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Norman Cescut, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario, Vincenzo Russo Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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SOMMARIO

N. 1 · 2 gennaio - febbraio 2020

4 News 14

News opening flagship La seconda vita del Mercato Coperto di Ravenna

16 News opening

18 PAROLA DI

NICOLAS BOUDOT SoftBank, il lato robotico delle vendite retail

22 OMNICHANNEL

RETAILING eCommerce: verso quota 36 miliardi nel 2020

30 30 DOSSIER AEROPORTI

Cagliari, il traffico batte la stagione

24 LA RICERCA

34 WORLD TRAVEL RETAIL 36 FOCUS EVENTO

25

38 FOCUS LOGISTICA

Lo shopping in negozio passa dal Web

PIATTAFORMA eCOMMERCE Wish, l’eCommerce dei prodotti low cost

Shopping tourism, un fenomeno sempre più italiano

P3 Logistics, l’immobiliare dello stoccaggio

40

Primark raddoppia a Milano e accelera al Maximo

DOSSIER SHOPPING MALL TAGLIO NASTRO Non solo food journey a Le Cucine di Curno

28 STAR TREK

44 BRICK BY BRICK

26 BRAND ANALYSIS

Destinazione GrandVision

18

62 Vetrina 64 La foto

40

La Focacceria Fiordiponti dal 1982: tradizione ligure, format milanese

46 ANALISI DI MERCATO GDO

Il Risiko dei supermercati italiani

50 FOCUS FORNITORI

L’era dell’experience economy

54 FORMAZIONE & CUSTOMER CARE Gli angeli di ATM

56 News Servizi e Fornitori 58 News International

RUBRICHE

4 STOCK OPTION 10 LA RUBRICA LEGALE 35 DUTY FREE WORLD 60 NEW MARKETS OUTLOOK

gennaio · febbraio 2020 | retail food

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News

REAL ESTATE: INVESTIMENTI RECORD OLTRE I 12 MLIARDI

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n virtù di una performance eccellente nel quarto trimestre, quasi 4,9 miliardi di euro, alla fine del 2019 il volume degli investimenti nel settore immobiliare in Italia ha raggiunto quota 12,3 miliardi di euro. Un valore superiore del 37% rispetto a quello del 2018 e del 6% sul 2017, anno che deteneva il precedente record. «Si tratta probabilmente della crescita percentuale più importante d’Europa. Il 2019 è stato un anno record per l’Italia – dichiara Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE Italy – che si conferma un Paese di enorme interesse per gli investitori stranieri: è del 73% infatti la quota di mercato in mano a investitori non domestici, mentre continuiamo a registrare un’attività più ridotta da parte degli investitori locali e un limitato apporto dell’investimento privato che, nonostante l’importante quota di ricchezza detenuta dai privati in Italia, raramente riguarda operazioni istituzionali». Mentre

GRUPPO CAMST PORTA TAVOLAMICA IN SPAGNA

I

l rapporto Italia-Spagna si fa sempre più importante per Gruppo Camst che, per la prima volta, porta l’insegna di ristoranti self-service Tovalamica fuori dai confini nazionali. Il nuovo punto vendita, aperto a metà dicembre a Barcellona, è il risultato di un investimento di circa 650mila euro, conta 150 posti a sedere distribuiti su una superficie di oltre 800 mq con dehor aggiuntivo che si affaccia su un’area pedonale di grande passaggio nella zona di Plaza de Europa. All’interno del locale, che non è solo ristorante self-service ma anche pizzeria, caffetteria e snack bar, operano 12 addetti formati dallo staff di Camst e Arcasa, filiale spagnola del Gruppo attiva dal 2017 di cui il Gruppo detiene il 65% delle quote (e a cui, nel 2018 si è aggiunta anche la società Comer Bien). Alla base dell’offerta, un mix di piatti tipici spagnoli e italiani. Nel 2020 Camst continuerà la sua crescita in Spagna sia per linee esterne che interne, con l’obiettivo di raggiungere gli 80 milioni di euro di fatturato.

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BUY

NEUTRAL

HUGO BOSS Quarto trimestre oltre le stime per Hugo Boss che ha visto il fatturato 2019 salire a 2,88 miliardi di euro trainato da una crescita del 4% dei ricavi e del 9% dell’Ebit. L’aumento double-digit dei ricavi in Francia e Regno Unito ha sostenuto la performance del business europeo, nonostante il mercato tedesco abbia mostrato delle difficoltà nelle attività di wholesale.

SUPREME Il brand di athleisure americano Supreme è pronto a sbarcare a Milano. Il primo store del marchio dovrebbe sorgere all’inizio dell’estate nei dintorni del quartiere Brera e all’interno di una superficie di 450 mq. Una sfida per Supreme, nato a New York nel 1994 e impegnato in collaborazioni con Lacoste e Nike, e già al centro di una controversia con la società italiana Supreme Italia.

RICHEMONT Da aprile a dicembre, il colosso svizzero del lusso ha visto il suo fatturato crescere dell’8% a 11,55 miliardi di euro. Positivi tutti gli indici dei singoli mercati con il Giappone a guidare la classifica (+13%) seguito dagli Usa (+10%). Nel periodo, il turnover dell’azienda ha messo a segno un +6% a 4,16 miliardi di euro. Nonostante Hong Kong, la regione Asia Pacifico ha registrato comunque un aumento del +2% per un totale di 1,43 miliardi di euro.

LOUIS VUITTON Tra febbraio e marzo, lo storico marchio del lusso internazionale dovrebbe debuttare nella ristorazione. La sede per la nuova avventura del brand è il flagship di Osaka dove sarà possibile sorseggiare un cappuccino mentre si acquista una borsa di ultimo grido. Il format prenderà il nome di Le Café V e occuperà l’ultimo piano del nuovo punto vendita nipponico. Accanto anche il ristorante Sugalabo V, aperto per cena.

TRIBOO Presentato il piano industriale del gruppo che punta a chiudere il 2022 a 122 milioni di ricavi. Il gruppo attivo nell’eCommerce e nei servizi marketing ha chiuso il 2019 con ricavi per 76 milioni in crescita del +8,5%. 4

retail food | gennaio · febbraio 2020

crescono i settori Hotels (3,3 miliardi di euro), Uffici (quasi 5 miliardi) e Logistica (oltre 1,3 miliardi), le performance del Retail sono stabili (quasi 2 miliardi). Attualmente, la maggiore criticità è costituita dalla cautela degli investitori stranieri influenzati da una narrativa globale che nel 2019 ha penalizzato gli investimenti nel settore Retail. Nel 2019 i grandi protagonisti sono stati i Factory Outlet, a fronte di una riduzione degli investimenti nei più tradizionali Centri Commerciali. Rimane rilevante il contributo del settore High Street nei mercati prime.

BURBERRY L’impatto della collezione di Riccardo Tisci in Cina ha portato Burberry a rivedere le stime per l’anno fiscale 2020: ricavi retail a quota 719 milioni di sterline nel terzo trimestre con una crescita del +3%. Il tutto a fronte della contrazione del titolo sulla piazza di Hong Kong (-2%).

SELL

GROM Dopo Modena, Mestre, Varese, Alessandria e Treviso ha chiuso anche Torino. Il locale simbolo della catena di gelateria italiana ha chiuso i battenti. Il motivo sembra risiedere dietro la nuova strategia di Unilever, che ha rilevato la maggioranza nel 2015. Lo sviluppo ora passerebbe più dai corner nei centri commerciali e nella GDO e meno dai locali stand alone. Ne rimangono 45 circa in tutta Italia e una decina all’estero. CALIFORNIA BAKERY A vent’anni dalla prima apertura in corso Concordia a Milano, California Bakery è andata incontro al fallimento di C.B. Italy Srl. Lo scorso 17 dicembre, il Tribunale della città meneghina ha decretato l’insostenibilità dei conti. I 150 dipendenti avrebbero chiesto di accedere al concordato preventivo. CORNELIANI Il Tribunale di Brescia ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia Corneliani contro il fondo Investcorp (che controlla oltre il 51% dell’azienda dal 2016) e gestisce il business di abbigliamento maschile. La querelle durava dallo scorso dicembre quando la famiglia aveva puntato il dito contro i mancati investimenti nel brand.


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News HEINEMANN ITALIA CHIAMA FULVIO FASSONE

Nomina operativa in casa Heinemann Italia che sceglie Fulvio Fassone come managing director. L’ex dirigente di Aeroporti di Roma è entrato in carica il primo gennaio 2020. Sussidiaria della società tedesca specializzata nel travel retail con particolare focus sul format duty free, Heinemann Italia gestisce otto negozi a marchio Heinemann Duty Free & Travel Value in alcuni dei maggiori scali del nostro Paese, in cui è presente dal 2011: due punti vendita a Bologna, uno a Torino e cinque a Catania. La nomina di Fulvio Fassone conferma l’impegno dell’operatore travel retail a un’ulteriore crescita nel mercato Tricolore. Fassone, infatti, conta un’esperienza di oltre 15 anni come direttore in alcuni dei maggiori aeroporti italiani: ha lavorato come executive vice president a Roma Fiumicino, al Torino Airport come commerciale e marketing director e all’aeroporto di Venezia in qualità di retail director.

REPORT ICCSAI, FOTOGRAFIA DEL TRAFFICO PASSEGGERI

I

dati raccolti nel Fact Book Iccsai 2019 fotografano il grado di competitività del settore con un particolare focus su Europa e Italia. Il centro Iccsai (International Centre for Competitiveness Studies in Aviation) è arrivato alla 14° edizione del proprio studio che prende le mosse da due macro fenomeni: la tenuta positiva del traffico passeggeri (seppure in rallentamento rispetto all’anno precedente) e la stagnazione del traffico merci (che registra una contrazione in valore del -3,5%). Per quanto riguarda il traffico passeggeri, le performance italiane battono quelle europee: +5,7% contro +5,3% (ma ben lontano dal +8,1% registrato nei mercati asiatici). A contribuire maggiormente sono Alitalia, che conserva il 41,6% del mercato domestico, seguita da Ryanair, con il 30% delle quote di mercato.

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retail food | gennaio · febbraio 2020

LE PROSSIME SFIDE DELL’IMMOBILIARE NELL’OUTLOOK DI C&W

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alla trasformazione del retail al tema dell’emergenza climatica, dall’impatto dell’automazione ai grandi cambiamenti politici ed economici, il report EMEA di Cushman & Wakefield analizza le dinamiche che il settore immobiliare dovrà affrontare nel 2020. «Il settore immobiliare non è immune ai grandi cambiamenti in atto. Cambiano le metriche, cambiano le funzioni. Capire l’importanza che i trend macro, come quelli demografici o come la crisi climatica solo per citarne alcuni, avranno sul settore e le sue dinamiche è altrettanto importante quanto conoscere gli andamenti di assorbimento degli spazi o l’evoluzione del rendimento», dichiara Joachim Sandberg, head of Italy & Southern Europe Region di C&W. Tra i temi chiave del report Outlook 2020 emerge che il servizio non è una scelta bensì una necessità che tutti gli investitori di tutti i settori devono ripensare; che essere sostenibili solo a parole è un rischio, perché chi non agisce ne pagherà le conseguenze; e ancora che i retailer continueranno a chiedere di più agli investitori e che i format commerciali continueranno a cambiare; che gli stili di vita evolveranno generando società più inclusive e attente, accoglienti verso tutte le fasce di età; infine che, con il supporto della tecnologia che aiuta a mettere in risalto le prestazioni, la misurazione della produttività diventerà sempre più importante nell’ambiente lavorativo. La rivoluzione in atto nel retail non è il primo cambiamento significativo che il settore subisce, poiché anche i centri commerciali e i supermercati fuori città hanno modificato radicalmente il modo di fare acquisti dei consumatori. Questo cambiamento strutturale aumenta l’efficienza del retail e offre ai consumatori una scelta più ampia in termini di quando, dove e come acquistare.

ENAC FIRMA ACCORDO ITALIA-CINA

I

talia e Cina sempre più vicine. Almeno in termini di collegamenti aerei, grazie all’accordo fra Enac e l’Aviazione Civile cinese per lo sviluppo del trasporto aereo tra i due Paesi sottoscritto a Pechino il 13 gennaio 2020. A guidare la delegazione italiana, il presidente Enac Nicola Zaccheo e il direttore generale Alessio Quaranta. Il risultato dell’incontro è stata la firma di un memorandum d’intesa finalizzato ad ampliare i collegamenti aerei tra i due Stati, a favore dello sviluppo reciproco del turismo e del business. L’accordo suggella il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche fra il nostro Paese e la Repubblica Popolare Cinese e va ad ampliare le precedenti intese datate 2015. In particolare, la rinnovata collaborazione prevede un incremento della capacità in termini di frequenze passeggeri fino a 164 voli settimanali (di cui 108 con decorrenza immediata), con un incremento di 28 voli a partire dalla stagione estiva 2021 e ulteriori 28 da quella successiva. Vengono inoltre identificati punti di destinazione liberi nei rispettivi territori mentre viene esteso il code sharing domestico su tutti i collegamenti nel territorio dell’altra nazione. A questo si aggiunge la possibilità di servire con lo stesso volo più scali dello stesso Paese (co-terminalizzazione) a eccezione delle principali rotte.

JLL: ECOMMERCE MOTORE DI CAMBIAMENTO

I

l nuovo report a firma JLL, Redefining Retail Logistics, dimostra come l’affermarsi dell’omnichannel sia un elemento trainante nella crescita della logistica di nuova generazione e nella supply-chain. La ricerca evidenzia come un’efficace supply chain e un’efficiente gestione della logistica diventeranno fattori di differenziazione cruciali per garantire ai retailer un vantaggio competitivo nell’attuale scenario di mercato. Tra i principali driver vi è quello dell’adozione di un approccio end-to-end della supply chain, che assicurerà reattività e flessibilità, consentendo ai retailer di affrontare la richiesta sia di acquisti in-store che online nel modo più efficiente e redditizio. Il fatto che i consumatori rappresenteranno il principale fattore di cambiamento nel settore del retail: il coinvolgimento dei consumatori sarà high tech e high touch e sarà importante capire come interagire con i consumatori creando un coinvolgimento senza soluzione di continuità tra il canale online e instore. E ancora che il click-and-collect svolgerà un ruolo cruciale nelle strategie dei retailer oltre che per giustificare la necessità di spazi fisici anche per bilanciare i costi relativi alle consegne.


O

ltre 130 aperture per 50 brand, in poco più di 5 anni, sono i numeri che raccontano di una giovane realtà imprenditoriale italiana che oggi è sinonimo di general contracting nel foodservice. Augusto Contract, azienda marchigiana nata nel 2013 da una costola dell’azienda di Augusto Bocchini – pioniere italiano nel design per attrezzature per l’Horeca – è stata tra le prime a introdurre il concetto di Foodservice General Contractor in Italia: forte della sua tradizione e del know how nel settore, l’azienda di Jesi da sempre si pone a fianco degli imprenditori del Food&Beverage nello sviluppo delle loro attività, facendosi carico interamente della realizzazione del locale “chiavi in mano”, un ruolo sempre più richiesto da importanti catene per promuovere la loro espansione in Italia e all’estero. La realizzazione di un locale è un’opera complessa per la numerosità e la varietà dei soggetti che intervengono e richiede pertanto un coordinamento sistematico e ben strutturato: Augusto Contract sa bene come offrire tutto questo, garantendo una realizzazione completa e di qualità, nel rispetto dei tempi, delle normative, delle modalità di esecuzione e dei costi, anche e soprattutto in contesti a elevata complessità, come aeroporti, centri commerciali, stazioni e centri città dove gli accessi sono rigidamente pianificati.

Il 2019 è stato per l’azienda di Jesi l’anno delle conferme: solo nel comparto del foodservice sono state 25 le aperture realizzate, a conferma della sua esperienza in molteplici settori, dal quality fast food all’ospitalità passando per il canale della ristorazione tradizionale. L’expertise di AUGUSTO Contract, del resto, sta proprio nel comprendere la customer experience progettata per il locale e su questa sintonizzare tutte le attenzioni realizzative, un aspetto oggi più che mai importante alla luce del fermento che sta vivendo la ristorazione negli ultimi anni. Questo settore, infatti, si sta facendo strada con nuovi prodotti, nuovi concept e nuove soluzioni in risposta ai nuovi stili di vita e abitudini di consumo. Tra i clienti principali della società si annoverano marchi del calibro di Sirio Bar, Burgez, Antica Focacceria San Francesco, O’Fiore Mio, Cioccolati Italiani, Bun e Panino Giusto, solo per citarne alcuni. Ma il 2019 è stato anche l’anno dei nuovi progetti, fra tutti la realizzazione degli arredi di Killer, nuovo ristorante milanese che ha aperto i battenti a fine novembre all’interno dell’edificio di viale Umbria che per trent’anni ha ospitato la storica discoteca Plastic, e Combo, nuovo hub dell’ospitalità, per cui Augusto Contract ha realizzato l’area ristorazione delle sedi di Venezia, Milano e Torino.

Per il 2020 l’azienda di Jesi si appresta a vivere nuove sfide, a cominciare da un maggior presidio nel comparto dell’ospitalità, con grande attenzione per le aree ristorazione di hotel, alberghi e nuove strutture ricettive, fino allo sviluppo delle aree ‘leasure’ di centri commerciali e shopping district. Il primo step? L’apertura in gennaio della palestra Zerogravity al centro commerciale Domus di Roma, la prima realizzazione della nuova decade 2020-2030.

Comunicazione pubblicitaria

AUGUSTO CONTRACT, NUOVE SFIDE PER IL PRIMO FOODSERVICE GENERAL CONTRACTOR


News

AUTOGRILL CON HMSHOST VOLA DAL TEXAS ALLA FLORIDA

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uovi contratti negli aeroporti Usa per il colosso del travel retail Autogrill che, grazie alla controllata HMSHost, inizia il 2020 con importanti operazioni in Texas e Florida. Proprio nei primi giorni dell’anno HMSHost Corp., in partnership con Java Star Inc. e F. Howell Management Services Ltd., si è aggiudicata in Texas un nuovo contratto di 10 anni del valore di 186 milioni di dollari per completare la nuova food hall all’interno dell’aeroporto internazionale Fort Worth di Dallas (DWF). Una volta realizzata, la nuova food hall offrirà ai clienti in viaggio un’esperienza gastronomica ancora più ricca e diversificata. Trinity Groves, con un’area cucina in esposizione, presenterà, a rotazione, sapori locali e un’ampia offerta che spazia dai concept Souk Kabab House, The Hall Bar & Grill, LUCK (Local Urban Craft Kitchen) e Beto & Son Real Mexican Food. Eatzi’s Market & Bakery è un concept di ispirazione europea, con prodotti gourmet esposti all’interno di un tipico mercato italiano. Spazio anche ai dolci, con le torte di Cake Bar, la cioccolata dipinta a mano di Kate Weiser Chocolates a cui si aggiunge Counter Culture Coffee, una roaster boutique dedicata al momento della pausa caffè, prodotto da coltivazioni sostenibili. Nuovi opening anche in Florida, presso l’Aeroporto Internazionale Fort Lauderdale – Hollywood International Airport, con particolare attenzione ai sapori locali ma portando anche brand conosciuti in tutto il mondo. Tra questi Rocco’s Taco&Tequila al Terminal 1 (Concourse C), Flash Fire Pizza e Shake Shack al Terminal 2.

SHOPPING NATALIZIO ONLINE: +8% A QUOTA 723 MILIARDI DI DOLLARI

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ome sono andati gli acquisti online in occasione delle ultime feste natalizie? L’Holiday Shopping Report 2019 di Salesforce li ha quantificati in 723 miliardi di dollari a livello globale, mostrando un aumento dell’8 per cento. Tra le principali tendenze emerse si annovera che i brand spingono i consumatori a iniziare prima gli acquisti natalizi. La settimana precedente alla Cyber Week il traffico digitale è aumentato infatti del 13% rispetto allo stesso periodo del 2018. I consumatori hanno riempito i loro carrelli online, ma hanno aspettato la Cyber Week per procedere a effettuare i propri ordini digitali, che hanno registrato un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2018. E ancora, che l’intelligenza artificiale elimina le incertezze durante gli acquisti e che le raccomandazioni sui prodotti e i suggerimenti di acquisto basati sull’AI hanno fatto aumentare le entrate. Infatti, il 10% degli ordini digitali e il 5% delle entrate digitali hanno avuto questa origine. Il report di Salesforse ha evidenziato inoltre che la Cyber Week 2019 ha battuto i record: ha visto un aumento delle entrate digitali globali del 15%, per un totale di 143 miliardi di dollari, che il Black Friday ha continuato a essere il giorno più importante per lo shopping digitale nel mondo e negli Stati Uniti ha continuato a generare entrate digitale fino al Cyber Monday. In tutto il mondo, il Black Friday si è rivelato il più importante evento commerciale con vendite in crescita del 24% anno su anno per un totale di 20 miliardi di dollari. Si evince anche che la corsa allo shopping a inizio stagione ha portato a un minor numero di acquisti nel periodo pre-natalizio: i ricavi digitali sono diminuiti del 27% anno su anno durante la settimana che precede il Natale, una tendenza dovuta alla riduzione della domanda nel corso dell’intero anno da parte dei consumatori che hanno acquistato i regali già a partire dal periodo estivo, approfittando delle festività o preferendo andare nei negozi fisici alla vigilia della data limite di spedizione per evitare problemi con la consegna.

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retail food | gennaio · febbraio 2020

FLOWER BURGER, AUMENTO DI CAPITALE CON BUONO VENTURES PER L’ESPANSIONE

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iorisce la partnership tra Flower Burger e Buono Ventures che finalizzano un importante aumento di capitale con l’obiettivo di sviluppare il brand famoso in Italia per la propria offerta di hamburger vegani gourmet. Nata a Milano nel 2015, l’insegna Flower Burger fa parte della società Tobeme guidata da Matteo Toto. A lui l’onore di siglare, assieme a Francesco de Mojana, founder e managing director di Buono Ventures, l’accordo che permetterà alla catena di espandersi nel nostro Paese e all’estero. La catena di vegan burgers attualmente conta 14 negozi, di cui 2 di proprietà a Milano e 12 in franchising. Dopo le aperture a Rotterdam e Marsiglia, per il 2020 sono previste altri opening internazionali nelle principali città europee attraverso un piano di sviluppo che si suddividerà in aperture dirette, joint venture internazionali e franchising. L’aumento di capitale, siglato a fine dicembre 2019, apre le porte a Buono Ventures, società di advisory e investimenti interamente dedicata al settore del food service con un ticket di equity compreso tra i 3 e i 30 milioni di euro.



News GEOX, VERSO 80 CHIUSURE IN 3 ANNI

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eox si lascia alle spalle un 2019 che il presidente e fondatore Mario Moretti Polegato ha definito in una nota «caratterizzato da un contesto particolarmente complesso» che ha portato a un calo dei ricavi a 805,9 milioni di euro (-2,6% a cambi correnti, ovvero -3,3% a cambi costanti) e avvia una ristrutturazione della propria rete distributiva che vedrà la chiusura di circa 80 negozi nei prossimi tre anni. L’effetto economico atteso nel 2022 è un calo di ricavi di circa altri 35-40 milioni ma anche un miglioramento del risultato operativo di circa 5 milioni, a fronte di costi di ristrutturazione per circa 10-15 milioni, da contabilizzare nel bilancio 2019. Lo ha annunciato la stessa Geox in una nota segnalando anche come l’amministratore delegato Matteo Mascazzini abbia raggiunto un accordo con la società per la sua uscita ed è stato sostituito alla guida del gruppo da Livio Libralesso. La ristrutturazione, ha spiegato ancora Moretti Polegato, segue la «sensibile riduzione di traffico nei negozi fisici, soprattutto in quelli situati in posizioni minori e non strategiche o in Paesi caratterizzati da tensioni socio-politiche». Un calo compensato peraltro, nota il fondatore di Geox, «dalla crescita molto sostenuta del canale online e dal buon andamento di alcuni mercati come Russia ed Europa dell’Est».

La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Le clausole di change of control Avv. Alessandro Barzaghi

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nche nei contratti dei centri commerciali ed outlet compaiono talora le clausole cosiddette di “change of control”, che in non pochi casi richiedono specifica negoziazione e sono oggetto di ampia discussione tra tenant e landlord.

COS’E’ UNA CLAUSOLA DI “CHANGE OF CONTROL” Sono clausole che fanno derivare conseguenze dalla modifica della compagine azionaria del conduttore, per il caso che muti il controllo della società intestataria dell’affitto di ramo di azienda. Non sono frequenti clausole opposte, in cui sia il brand a volersi tutelare da un cambio di controllo della società concedente. Soprattutto in ambito outlet alcuni brand ne richiedono l’inserimento atteso che può darsi il caso di outlet che siano di proprietà di diretti concorrenti. MUTAMENTO DEL CONTROLLO: DEFINIZIONE Generalmente le clausole mirano a coprire tutti i casi di cambio di controllo, non solo quello in cui cambi l’azionista di maggioranza. Spesso si fa riferimento all’articolo 2359 del codice civile, a mente del quale sono considerate società controllate: 1) le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria; 2) le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria; 3) le società che sono sotto influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa. Lo stesso articolo specifica che si computa anche il controllo indiretto. Cioè se la società A dispone della maggioranza della società B, che a sua volta dispone della maggioranza di C, si fa conto che A controlli C. Lo stesso vale per voti intestati a società fiduciarie e a persone interposte.

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retail food | gennaio · febbraio 2020

FINALITÀ La richiesta di inserire questo tipo di clausola persegue la finalità, per la proprietà, di mantenere il controllo sulla compagine del conduttore. Non tanto sull’insegna, che è contrattualizzata, quanto sulla proprietà, per esigenze di solvibilità. Spesso sono le banche ad insistere perché la proprietà includa nei contratti di affitto una clausola forte di change of control, che viene vista come una forma di garanzia del finanziamento ricevuto. GRANDI RETAILER - PROBLEMATICHE Una clausola di questo tipo è spesso più problematica per un grande gruppo che per un piccolo operatore. Il motivo è semplice: il grande gruppo vuole rimanere libero di modificare il suo assetto societario, il che può capitare per motivi vari: acquisizione, semplice riorganizzazione, spostamento di headquarter in altro paese. In generale, l’unico evento rilevante, alla luce della finalità sopra evidenziata, dovrebbe essere l’acquisizione, ma a ben guardare anche questa ipotesi è spesso scevra di rischi per la proprietà, considerato che ove i retailer importanti cambino di mano, passano da grande gruppo ad altro grande gruppo. MITIGAZIONE Non è facile mitigare una clausola di change of control. I tentativi di farlo spesso vanno nella direzione di dire che il mutamento di compagine non è vietato ove la nuova società controllante possegga la stessa patrimonializzazione, ovvero la stessa stabilità finanziaria, della precedente. E che lo stesso valga per il conduttore. L’incertezza è creata dal fatto che la formulazione si presta a diverse interpretazioni, e non è agevole ancorarla ad elementi oggettivi.


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News

SIRIO SPA, ACCORDO CON PAUL PER LO SBARCO IN ITALIA

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a firma sull’accordo e l’annuncio: il noto brand di boulangerie francese Paul sarà presto anche in Italia, grazie all’accordo fra Sirio Spa e Holder SAS. L’accordo siglato il 18 dicembre, della durata di 10 anni, prevede lo sviluppo commerciale con esclusiva per la città di Milano con una previsione di aprire almeno 6 punti vendita in 5 anni di cui almeno due aperture attese nel corso del 2020. A supportare l’espansione un veicolo societario partecipato al 100% da Sirio sarà interamente dedicato al progetto. L’insegna specializzata in patisserie e boulangerie francese è riconosciuta per lo stile del suo format di caffetterie, sale da tè e ristoranti e la qualità dell’offerta. Il concept Paul verrà quindi declinato in Italia come boulangerie, dove gustare viennoiserie francese fatta con burro, panini al pane artigianale e la pasticceria francese tradizionale. E anche come bar, il Paul Le Café: 80 mq e proposta commerciale incentrata sulla piccola ristorazione e la caffetteria (in partnership con Lavazza). «Con questo brand, vogliamo continuare a crescere in Italia, coniugando la tradizione familiare e internazionale di Paul con l’esperienza sapiente di una volta, sia nella scelta delle materie prime che nella produzione di ottima qualità, con l’accuratezza e professionalità che distinguono da sempre Sirio», ha dichiarato l’ad Stefania Atzori.

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LAND OF FASHION: SALDI CON IL BOTTO

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er tutti i cinque Village del gruppo Land of Fashion, un inizio di saldi con un incremento a doppia cifra del footfall. Protagonisti degli acquisiti sono stati i capi di abbigliamento, con particolare rilevanza per lo sportswear, accanto agli accessori, traghettatori di vendite negli oltre 600 punti di vendita di oltre 300 brand di fama internazionale e di nicchia. Puglia Outlet Village, in particolar modo, ha evidenziato una crescita importante degli acquisiti dedicati ai più piccoli e alle calzature. I nuovi ingressi, tra cui The Bridge e Breil, e la profumeria sono stati i catalizzatori delle vendite per Mantova Outlet Village. Più fashion victim i visitatori del Franciacorta Outlet Village, che hanno scelto tra gli altri le boutique di Pal Zileri e Pinko. Nelle terre friulane del Palmanova Outlet Village in aumento anche il flusso di visitatori provenienti dal Veneto e dall’estero (Slovenia, Croazia e Austria) che hanno preferito gli accessori e i complementi per la casa. Valdichiana Outlet Village conferma i brand sportivi come i migliori performanti dell’offerta commerciale, senza però dimenticare le proposte più eleganti di Borbonese e Brooks Brothers.


Plebiscito, Roma

Mercato Coperto, Ravenna

Costa Group: interpretare il passato per definire il futuro

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LA RINASCITA DEL MERCATO COPERTO DI RAVENNA

Struttura inaugurata per la prima volta nel 1922, riapre oggi le porte grazie alla collaborazione tra Coop Alleanza 3.0 e Molino Spadoni, e al coraggio di ricercare nel passato la chiave per il futuro.. Persino gli arredi provengono da un intenso percorso di ricerca, a cura di Leonardo Spadoni e Beatrice Bassi di Molino Spadoni, in fiere e mercatini di paese, antiquari, botteghe… Si tratta di pezzi unici, sia per la loro originalità sia per il modo in cui sono stati contestualizzati e attualizzati, consentendo ai consumatori di immergersi pienamente nel fascino delle diverse epoche attraversate dal Mercato. Un “gioco di incastri” fatto di grande attenzione ai materiali e alle loro lavorazioni, alla coerenza con il luogo, per rendere il Mercato uno spazio unico, piacevole e accogliente. È intervenuta la creatività di molti artigiani: falegnami, fabbri, elettricisti, tappezzieri coordinati da

stributori: dal tartufo alla mozzarella di bufala fino ai prosciutti della linea premium Rovagnati con le mitiche affettatrici Berkel. Sale d’onore dedicate anche all’olio, alla pasta fresca e alle specialità di pesce. Qui cultura gastronomica e architettonica trovano perfetto equilibrio con elementi di attualità. Il cliente è accolto all’interno di una scrigno maestoso: le volte e il pavimento a marmette del 1800, con il loro fascino storico, sono state integrate all’interno di un progetto moderno e attuale a cura dell’architetto Gundi Widmann e Eleonora Vitellozzi, in collaborazione con Costa Group.

L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE Luna Park, Miami Costa Group, che firma oltre al progetto generale, il restauro e l’integrazione dell’arredo, costruendo un legame vivo con il passato.

ROMA: PLEBISCITO DEL GUSTO

Un grande mercato all’insegna del Made in Italy, aperto i primi giorni di dicembre in Via del Plebiscito, all’interno del Palazzo Doria Pamphilj. Uno spazio di oltre 600 mq all’interno del Palazzo Doria Pamphilj, suddiviso in stanze e aree ognuna con la propria proposta gastronomica: per il centro storico di Roma rappresenta, senza esagerare, il più grande progetto Food dell’ultimo periodo. Poter lavorare in questa cornice e ridare vita attraverso l’arredo a questo luogo, ha rappresentato per Costa Group un enorme privilegio. Si inizia il percorso dal caffè Toraldo, a seguire le specialità del Gastronomo Posti e i superfoods delle Açai Sisters, format già di grande successo a Milano e che, con Plebiscito, sbarca per la prima volta nella capitale. Si continua con altrettanti produttori e di-

Il viaggio di Costa Group tra mercati e food hall arriva fino oltreoceano. Tra le esperienze più recenti, la rinascita dell’ex “La Centrale” di Miami, sotto il nuovo concept del Luna Park: uno spazio immenso distribuito su tre piani consacrato alla vendita di prodotti alimentari italiani d’eccellenza e alla ristorazione. Con la fine del 2019, un gruppo di brillanti imprenditori ha raccolto la sfida con entusiasmo, per far sì che da questo spazio rinascesse qualcosa di spettacolare, nuovo e coinvolgente: grazie alla collaborazione di Costa Group le aree sono state rinnovate in chiave più fresca, attuale e divertente sotto il tema del Luna Park. Al piano terra un ampio spazio-mercato con gastronomia, salumi e formaggi, bakery e panetteria… insieme all’area pizzeria e al bar. Il secondo piano è consacrato alla ristorazione con “Puro’s”, dedicato a piatti gluten free, “n.0 Osteria”, con ricette a base di pesce ispirate dalla tradizione dell’Italia meridionale. Infine, sbarca per la prima volta negli States il Macellaio RC, ristorante di carne di Roberto

Costa che vanta ben sette location di successo tra Italia e Regno Unito, nonché coordinatore dell’intero progetto.

Comunicazione pubblicitaria

difici vuoti, strutture inadatte alle funzioni che ospitano, spazi storici dismessi... Oggi per le città cosa significa davvero “innovazione”? La rigenerazione urbana rappresenta la principale risorsa per la vera trasformazione delle città a misura di cittadino, non solo in termini urbanistici, ma soprattutto economici e sociali. Nell’ambito del Food&Beverage, tutto questo deve essere riletto come un’opportunità: materia prima per un’innovazione 2.0 più consapevole, attraverso il recupero, la valorizzazione e la trasformazione del patrimonio esistente. È quanto sta accadendo oggi in molte città italiane e non solo, dove una serie di operazioni brillanti, frutto dell’intuizione di grandi imprenditori e dell’intervento di Costa Group, hanno portato all’apertura (e spesso ri-apertura) di importanti poli del cibo.


News Opening Flagship

La seconda vita del Mercato Coperto di Ravenna Un luogo ritrovato, uno spazio innovativo, una vetrina per le eccellenze del territorio, un palcoscenico per eventi e appuntamenti culturali. Con il recupero del Mercato Coperto di Ravenna, Coop Alleanza 3.0 si assicura una destinazione commerciale sui generis

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ealizzato nel 1922, il Mercato Coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa, è da sempre il polo commerciale più importante della città. Dopo una prima ristrutturazione avvenuta nel 1984, però, il progressivo declino strutturale aveva compromesso lo sfruttamento degli spazi finché il Comune di Ravenna ne ha deciso la riqualificazione. Attraverso un successivo bando pubblico, l’operazione di recupero del complesso è stata affidata a Coop Alleanza 3.0. A guidare la riqualificazione, iniziata nel 2017, del Mercato Coperto è stato il progetto firmato da Paolo Lucchetta, responsabile del Master IUAV Retail Architecture and Design for Social and Commercial Purposes. Costo totale, 13 milioni di euro di cui: 10,4 messi sul piatto da Coop Alleanza 3.0 per il restauro, l’adattamento funzionale e la realizzazione di un punto vendita Coop all’interno della struttura; e altri 2,7 milioni di euro investiti da Molino Spadoni, azienda produttrice di farine speciali e miscele per uso domestico, che ha curato l’allestimento e seguirà la nuova gestione. Inaugurato il 5 dicembre, infatti, il Mercato Coperto prevede:

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due ristoranti, sette nuovi chioschi (panetteria, pescheria, banco succhi ed estratti, salumi e formaggi, piadineria, macelleria e gastronomia, griglieria), bar, pralineria, gelateria, cocktail bar, spazio eventi e cultura, libreria e temporary shop. In questo modo, il Mercato Coperto punta a diventare un vero centro di attrazione economica e sociale di livello europeo per i cittadini e i turisti di Ravenna. All’interno è stato realizzato un primo piano, portando a circa 4.000 mq la superficie calpestabile, accessibile grazie a scale, scala mobile e un ascensore. L’edificio ha un nuovo ingresso su via Cavour, che lo connette meglio al centro storico, e risponde ai parametri del protocollo LEED Commercial Interiors, come la conservazione più accurata possibile dell’esistente evitando inutili demolizioni, la scelta di materiali e di tecnologie ecocompatibili, il risparmio energetico e dell’acqua, e i principi del Design for all, per l’accessibilità totale per le persone diversamente abili. In termini di arredi e allestimento, Molino Spadoni ha scelto pezzi unici di antiquariato e modernariato che fanno rivivere il fascino delle epoche attraversate dal Mercato: dal tavolo

ricavato da un’antica barca lagunare dei pescatori comacchiesi per la raccolta delle anguille, fino ai disegni originali di Benito Jacovitti, tra i maggiori fumettisti italiani del ‘900, i banchi Decò degli anni ’30, i manichini e i pupazzi in cartapesta autentici, degli anni ’50. Protagonista dell’operazione, Coop è presente all’interno del Mercato Coperto con un punto vendita di 230 mq dove i clienti possono trovare un assortimento di prodotti per la piccola spesa quotidiana o per un acquisto dell’ultimo momento (ma di qualità). Spazio quindi all’ortofrutta biologica sfusa e confezionata, a salumi e latticini del territorio e a prodotti surgelati a marchio Coop. L’offerta è completata da prodotti non alimentari di uso quotidiano, come gli accessori per la telefonia, pile, lampadine, complementi per la cucina, la casa e cancelleria. Per quanto riguarda le botteghe Molino Spadoni, l’offerta si basa su prodotti di qualità, realizzati secondo criteri di sostenibilità, di presidio e controllo della filiera e di autenticità e genuinità dei sapori. Per questo stesso motivo, Molino Spadoni ha deciso di affidare il servizio caffetteria a un partner specializzato: Gruppo Pascucci gestisce il bar principale, la zona cioccolateria e la gelateria. Al piano superiore, con affaccio sul piano terra e sulle ampie vetrate dello splendido edificio, un importante bar in stile Decò, destinato alla mixologia botanica e ai classici, per un aperitivo o un dopo cena, anche gustando in compagnia le fragranti pizze alla pala. Sempre al primo piano trova posto Librerie.coop. N.G.



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f Opening News #FASHIONINSTATION, IN CENTRALE DEBUTTANO SUGAR E NICO GIANI

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rende corpo il progetto #FashionInStation lanciato da Grandi Stazioni Retail sugli scali ferroviari di Milano Centrale e Roma Termini. Nella destinazione meneghina, infatti, fanno il loro ingresso i primi due partner: SUGAR e Nico Giani. Con #FashionInStation, Grandi Stazioni Retail punta ad aumentare l’engagement dei clienti passeggeri del network ferroviario sfruttando le sinergie fra la controllata Retail Group e diversi brand italiani e non solo. A disposizione dei marchi interessati dal progetto, strutture modulari e flessibili dai 20 ai 100 mq che insistono sulle postazioni con maggiore visibilità e prestigio all’interno della Stazione Centrale di Milano e di Roma Termini. A determinare la rotazione dei brand, un calendario molto ricco affidato a Paola Bottelli, storica firma del Sole 24 Ore e advisor dell’industria del lusso. A tutto ciò, inoltre, si aggiungono tutta una serie di servizi di accoglienza del cliente passeggero finalizzati a massimizzare il contatto e il coinvolgimento con l’utente finale: dagli schermi digitali alle hostess, passando per i classici flyer e i big data raccolti da Grandi Stazioni Retail. A fare da apripista ci hanno pensato SUGAR e Nico Giani. Fino al 9 febbraio, durante un periodo molto effervescente per Milano (che si appresta a essere invasa dalla Fashion Week), i due marchi avranno uno spazio di vendita ciascuno all’interno della nevralgica Galleria dei Mosaici (in cui ogni giorno passano fino a 400.000 frequentatori).

HIROMI CAKE, PASTICCINI GIAPPONESI DA ROMA A MILANO

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opo aver conquistato Roma, la pasticceria giapponese Hiromi Cake sbarca a Milano, in viale Coni Zugna, a pochi passi dai Navigli. L’apertura arriva a un anno dall’esperimento nella capitale dove il brand ha dato inizio alla propria attività in Italia. Al centro di tutto, un approccio che segue la vecchia tradizione pasticcera giapponese che prevede una lavorazione manuale a basso impatto meccanico. Risultato? Mochi (piccole sfere a base di riso proposte con cinque farciture), doroyaki (sorta di pancake) e yougashi (rivisitazione di ricette occidentali). In particolare, quest’ultime produzioni sono diventate parte della tradizione dolciaria dell’isola e rappresentano un elemento colorato che esalta le vetrine della catena (con sedi anche a Londra, Berlino, Parigi). A lanciare il brand, Machiko Okazaki. Sposata con un italiano da 15 anni, dopo aver lanciato due ristoranti a Roma, si è data alla pasticceria del Sol Levante insieme a Mitsuko Takei e altre pastry chef giapponesi. In termini di servizio, il format prevede un’offerta di caffetteria con colazioni a base di cornetti e tè matcha, pranzi veloci con il caratteristico obento e merende che ricordano, in piccolo, la cerimonia del tè. Possibile anche il take away e la realizzazione di pacchetti da asporto.

PIZZIUM SBARCA SOTTO LE DUE TORRI DI BOLOGNA

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a piazza napoletana targata Pizzium sbarca a Bologna. Dopo Torino e Roma, continua la crescita al di fuori della Lombardia da parte della catena nata nel 2017 da un’idea di Stefano Saturnino, Giovanni Arbellini e Ilaria Puddu. Il nuovo locale nel capoluogo emiliano ha aperto il 14 gennaio in via Oberdan 30, una tipica stradina del centro storico all’ombra delle Due Torri e a pochi passi dall’università e da Piazza Maggiore con un magnifico affaccio sul Canale di Reno. Una location unica in cui è riproposto un layout caldo e informale, dal sapore vintage. Pavimenti in maiolica, tavolini e sedie in legno, lampadari di stoffa e

murales che richiamano Napoli completano l’arredo. Alla base dell’offerta, il menu con le pizze di Nani Arbellini, maestro pizzaiolo napoletano che sfrutta prodotti Dop e Igp per farcire una base di farina di tipo zero lievitata 24 ore. Immancabile l’accostamento con la mortadella e la proposta del Panuozzum, panino preparato con l’impasto della pizza e cotto al forno con diverse farciture. Ideale per sorseggiare al meglio Birrium, l’etichetta creata in collaborazione con il birrificio artigianale Balabiòtt. Con questa apertura, Pizzium raggiunge i 17 punti vendita di cui la maggior parte (sei) a Milano.

MOSCOT, L’OCCHIALE NEWYORKESE A MILANO

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orretto da performance in crescita a doppia cifra sia nel canale fisico che in quello digitale per Moscot, il brand newyorkese specializzato nella vendita di eyewear ha deciso di fare tappa a Milano. Il marchio sta proseguendo il suo piano di espansione nel Vecchio Continente e, nel 2020, si appresta ad accelerare con un’apertura nel quartiere Brera, in via Ponte Vetero 22. Per l’occasione è stata anche annunciata una limited edition ispirata dalle sfumature e dal dinamismo della città meneghina.«Siamo entusiasti di aprire in nostro primo store lombardo a Brera, simbolo dell’artigianalità e del patrimonio del design italiano. Due aspetti che si fondono bene con la nostra storia e i nostri valori», ha affermato il ceo Harvey Moscot. Il punto vendita di 65 mq incarna lo spirito classico e metropolitano del brand con elementi distintivi ben visibili: arredi vintage, oggettistica proveniente dagli archivi della famiglia Moscot, soffitti in latta e una profonda gamma di occhiali a disposizione. Attualmente, la catena di negozi è arrivata a un network di 13 store in tutti il mondo (compreso uno a Roma e quattro aperti nell’ultimo anno) anche se è il canale wholesale a farla da padrona con 1.900 rivenditori.

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DISPENSA EMILIA: ANNIVERSARIO E TAGLIO NASTRO A IL LEONE

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uale modo migliore di festeggiare il 15° anno di attività se non con un nuovo taglio del nastro? Protagonista di questo traguardo è la catena di ristorazio ne Dispensa Emilia, che, dopo la recente apertura presso il Centro Commerciale Curno (BG), ha aperto i battenti anche all’interno del centro commerciale Il Leone, vicino a Brescia. Il ristorante di Lonato, il sesto in Lombardia, è il 15° a gestione diretta e occupa circa 20 persone. Il locale ha una superficie di circa 220 mq, 106 posti a sedere ed è accessibile dall’ingresso nord dello shopping center. Nel nuovo ristorante è presente tutta l’offerta caratteristica di Dispensa Emilia: tigelle, primi piatti della tradizione, ricche insalate con ingre-

dienti tipici del territorio e un’ampia selezione dei migliori lambruschi emiliani. La nuova apertura è parte di un progetto di espansione che prevede un ulteriore e significativo incremento dei punti vendita nei prossimi 24 mesi e lo studio di nuove opportunità anche oltre confine. «L’apertura si inserisce in una più ampia strategia di espansione che si intensificherà ulteriormente nel prossimo anno, in un’ottica di crescita continua. Aperture all’interno di centri commerciali così conosciuti e visitati come quello di Lonato, sono un volano per il successo del nostro brand», ha affermato Alfiero Fucelli, presidente e ad di Dispensa Emilia.

A GLI ORSI DI BIELLA TRE APERTURE SOTTO L’ALBERO

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anta ristorazione e non solo tra le novità del parco commerciale Gli Orsi di Biella in occasione del periodo natalizio. A dicembre lo shopping center di proprietà e gestito da Sonae Sierra, situato a soli 10 minuti dal centro della cittadina piemontese e con una Gla di 41.200 mq, ha visto la riapertura della birreria bavarese Löwengrube e l’inaugurazione di due nuovi brand: la catena di ristoranti Calavera Rapido e lo store di Equivalenza (per un totale di 185 vetrine di cui 89 negozi, 15 ristoranti e un ipermercato). Per quanto riguarda la catena italiana di birrerie bavaresi Löwengrube si tratta di un riallestimento: dal layout al menu, in cui non mancano le tradizionali birre servite con il metodo di spillatura originale tedesco. Nella stessa food court trova poi spazio il ristorante messicano Calavera Rapido (Gruppo Cremonini): autentica cucina messicana, arricchita da proposte fusion, in un clima di festa tra burritos, nachos, guacamole accompagnati dai tipici frozen margaritas. In galleria, infine, ha aperto il marchio di profumi e cosmetica Equivalenza che offre fragranze in grado di soddisfare i gusti di ogni olfatto e una linea cosmetica destinata alla cura del viso, corpo e capelli per uomo e donna.

UN QUIDSTORE CHE FA LA DIFFERENZA ALLE PORTE DELL’ADIGE

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ggi e sempre di più in futuro, essere un centro commerciale green significa e significherà non soltanto ridurre l’impatto ambientale in termini energetici o evitare il consumo di suolo, ma anche scegliere contenuti etici ed eco friendly. Un esempio concreto arriva dallo shopping center Porte dell’Adige in portafoglio a Ceetrus Italy e situato a Bussolengo (VR), con Progetto Quid. Il brand dell’impresa sociale Quid, che dà lavoro a persone in condizione di fragilità promuovendo l’utilizzo di tessuti di rimanenza, ha trovato spazio per la prima volta all’interno di un centro commerciale. Inaugurato il 23 dicembre, il QuidStore formato centro commerciale si aggiunge ai tre laboratori già esistenti. Nel punto vendita sarà presente la collezione autunno-inverno 2019/20 Works of Art. «Progetto Quid non è solo un brand di moda etica, ma l’esempio concreto di come anche nel settore

moda si possa intraprendere una strada più inclusiva e sostenibile, un luogo in cui i limiti diventano punti di partenza», dichiara Anna Fiscale, fondatrice e presidente Impresa Sociale Quid. «Siamo davvero orgogliosi di ospitare nella nostra galleria questo progetto innovativo sotto tutti i punti di vista, che rappresenta una delle migliori espressioni del Made in Italy, anzi del Made in Verona e che incarna al meglio i valori della nostra vision», conclude Andrea Pallaro, direttore di Porte dell’Adige.

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Parola di Nicolas Boudot

Con più di 30 anni di esperienza nel settore dei robot umanoidi, sviluppo software e IT, Nicolas Boudot è executive committee member di SoftBank Robotics nonché VP of sales & marketing con responsabilità sui mercati di Europa, Africa e Medio Oriente. Fra i suoi campi di specializzazione, le soluzioni B2B lato consumatore e proprietario per retail, hospitaity, healthcare, education e servizi pubblici. Innovatore per lavoro, oratore per passione, Boudot ha presenziato a oltre 50 conferenze negli ultimi anni presentando al pubblico l’impatto positivo che i robot possono avere sul business nell’era digitale.

SoftBank, il lato robotico delle vendite retail 18

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di Nicola Grolla

La divisione Robotics della multinazionale di origini giapponesi ha messo sul mercato oltre 20mila robot umanoidi Pepper: un ponte fra retail fisico e processi di digitalizzazione. Ma il vero obiettivo è la piena automazione dello store (alla faccia di Amazon)

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l decennio appena chiuso, in tema di innovazione per il retail, è stato quello della digitalizzazione. La corsa ad aprire account su marketplace, canali social, notifiche push e così via ha portato il mercato a un nuovo balzo in avanti: l’automazione. Dagli assistenti vocali ai robot umanoidi, passando per store senza casse ma pieni di sensori e videocamere che tengono traccia di ogni movimento del cliente per poi addebitare il costo della spesa all’uscita, c’è la firma di SoftBank Robotics. Questa filiale con sede in Francia della multinazionale giapponese SoftBank – colosso finanziario con interessi nelle telecomunicazioni, nel commercio elettronico, nel marketing – può contare sull’esperienza di Aldebaran, già produttrice dei robot NAO (ricerca ed educazione) e Romeo (assistenza), e sulla dotazione finanziaria della parent company. Il fondo Vision 1, lanciato nel 2017 con 97 miliardi di dollari di dotazione, ne ha speso circa 76 miliardi in investimenti su startup innovative che puntassero a conquistare il mercato mainstream (e il fondo Vision 2 è già sul tavolo anche se meno attraente). A livello di robotica, il risultato è stato il lancio di Pepper: primo robot umanoide capace di riconoscere facce ed espressioni basiche umane, sa utilizzare 15 lingue e interagire con le persone attraverso sensori, Led e microfoni. Il tutto mentre si sposta su ruote attraverso un sistema di navigazioni a infrarossi, sonar e camere 3D. Eppure, c’è ancora spazio per migliorare: «Sistema di mobilità dei nostri robot, interfaccia uomo-macchina e accesso al cloud», ha spiegato a r&f Nicolas Boudot, executive committee member di SoftBank Robotics e VP of sales & marketing EMEA. Quali sono i campi di attività SoftBank Robotics e quali gli interessi nel mondo retail? Softbank Robotics è la sussidiaria di SoftBank dedicata ai progetti di robotica nata nel 2014 all’indomani dell’acquisizione della francese

Aldebaran. Un’operazione che ha dato avvio a un maggior coinvolgimento dell’azienda nel business degli umanoidi a servizio della clientela, come conferma l’investimento in Boston Dynamics avvenuto tre anni più tardi. Contemporaneamente, sono stati portati avanti progetti complementari alla robotica e relativi all’intelligenza artificiale e all’IoT. In sostanza, possiamo dire che oggi SoftBank Robotics è impegnata a sviluppare la presenza di SoftBank nel campo della robotica mettendo in sinergia tutte le conoscenze e le esperienze che emergono dai diversi settori di investimento. Un’azione che genera circa il 25%

20mila

I robot Pepper attivi in tutto il mondo, soprattutto nel retail, hospitality, banche ed education.

25%

La quota del fatturato generato dalla divisione robotica all’interno di SoftBank.

del fatturato del gruppo con il Giappone come mercato principale seguito da Cina e Stati Uniti. E per quanto riguarda l’Europa? Quali rapporti con l’Italia? A livello europeo, la strategia di SoftBank Robotics è quella di posizionarsi come un platform provider inclusivo capace di creare un ecosistema di aziende partner con cui sviluppare determinate soluzioni verticali a partire dai tool in nostro possesso. L’esempio miglio-

re, in questo senso, rimane sempre Pepper, il robot umanoide che rappresenta il prodotto di punta per quanto riguarda il settore del retail e dell’hospitality. Parallelamente, sviluppiamo anche soluzioni nel campo dell’educazione che prevedono il supporto di strumenti tecnologici. Per quanto riguarda l’Italia, collaboriamo attivamente con Softec, azienda che fa parte del gruppo FullSix, che rappresenta la nostra testa di ponte per penetrare nel mercato retail. Al di là della robotica, quali sono le aree su cui state investendo maggiormente? Attualmente, oltre all’introduzione di soluzioni robotiche siamo molto interessati ai processi legati alla logistica e all’automatizzazione del punto vendita, con l’obiettivo di creare la nostra versione del negozio senza casse stile Amazon Go. D’altronde, come è stato per l’ondata di digitalizzazione di qualche anno fa, anche nel campo della piena automazione il retail si dimostra un settore ricettivo, aperto alle sperimentazioni. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che il retail ha le sue regole e le sue dinamiche, a partire dal rapporto

Come è stato per l’ondata di digitalizzazione di qualche anno fa, anche per la piena automazione il retail si dimostra aperto alle sperimentazioni gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Parola di Nicolas Boudot

diretto con il cliente. Un aspetto che non può essere mediato fino in fondo e ci “costringe” a fare i conti con quel tocco umano, di empatia che rende unica l’esperienza d’acquisto. L’obiettivo, quindi, è quello di costruire in un’ottica omnicanale il ponte fra il mondo fisico e quello digitale e sarà più facile farlo se si trova il giusto modo, il giusto mezzo, per interagire con i consumatori. Da questo punto di vista, Pepper rappresenta la miglior sintesi possibile. Quanti robot di questo tipo sono di attivi e in quali settori vengono utilizzati? Ci sono circa 20mila Pepper attivi in tutto il mondo e la maggior parte di loro svolge funzioni nel retail. A livello geografico sono distribuiti principalmente in Giappone, sede del nostro quartier generale, soprattutto all’interno dei negozi di SoftBank dove contiamo circa duemila unità attive. In Europa, 200 Pepper sono stati messi al servizio di una catena di elettronica di consumo con il compito di illustrare ai clienti che entrano in negozio le promozioni attive. Un utilizzo, quest’ultimo, sempre più richiesto dalle insegne che, sostanzialmente, demandano a Pepper l’espletamento delle funzioni di marketing. Quali altre funzioni può svolgere? In Giappone, per esempio, i clienti che entrano in un negozio con dei bambini al seguito possono affidarli a Pepper mentre completano i propri acquisti. Grazie a un programma di edutainment, infatti, il robot riesce a intrattenere i piccoli mentre li informa sui valori e la storia del brand stesso. Oltre a Pepper, che altri prodotti avete messo a disposizione dei retailer? 20

retail food | gennaio · febbraio 2020

Attualmente, SoftBanks Robotics non ha messo in commercio nulla di paragonabile a Pepper in quanto a funzionalità e finalità. Come detto precedentemente, l’area di intervento maggiore è quella relativa all’automazione dell’intero punto vendita a partire dalle attività di inventario passando per il delivery e le pulizie. In tal senso, per esempio, in Giappone e Stati Uniti è stato distribuito Whiz una sorta di aspirapolvere automatico che si presta bene anche a uffici e hotel. Si tratta, in ogni caso, di soluzioni che puntano a rendere più efficiente il business abbassando e liberando la componente di lavoro umana assegnata a certi compiti. E quali sono le difficoltà lungo questo percorso? Innanzitutto possiamo dire che il trend dell’automazione è stato abbracciato da tutti i player del retail. Tuttavia se da un lato c’è un forte interesse all’integrazione delle innovazioni tecnologiche, dall’altro si rischia di passare da un progetto all’altro senza avere il tempo per dispiegare il pieno potenziale delle soluzioni adottate. Questo perché, a fronte di capitali investiti ancora bassi, si richiedono riscontri immediati. Per quanto riguarda l’aspetto più tecnico, invece, l’introduzione di soluzioni robotiche deve sempre fare il conto con l’aspettativa del cliente. Una cosa davvero difficile da realizzare. Oggi, per esempio, molti clienti si aspettano di poter avere una chiacchierata naturale con Pepper o farsi guidare verso il prodotto che si stava cercando quasi fosse una commessa umana. Ma tutto ciò non è ancora possibile. Ci stiamo lavorando con partner come Carrefour. I test ci diranno a che punto siamo e daranno maggiori informazioni ai retailer per quanto riguarda un possibile ritorno dell’investimento. Ci sono settori merceologici o canali distributivi più aperti di altri a investimenti di questo tipo? Sicuramente l’elettronica di consumo rappresenta il settore merceologico più vicino

all’automazione e più in linea con l’adozione dei nostri robot come soluzione retail. Per quando riguarda la grande distribuzione devo dire che, attualmente, non abbiamo avuto feedback ancora soddisfacenti ma stiamo lavorando su dei sistemi che consentano al robot di seguire o guidare il cliente all’interno del punto vendita. Mentre il travel retail aeroportuale, grazie ai suoi ambienti controllati, alla sua clientela diversificata e internazionale e a percorsi di acquisto quasi obbligati si presta bene come aree di prova per i software di interazione vocale. Al di fuori del commercio al dettaglio, infine, il settore bancario guarda con grande interesse alle nostre soluzioni come strumento per abbassare i costi di gestione delle filiali fisiche. A livello europeo, sfruttando il vostro particolare osservatorio, quali sono i mercati che credono maggiormente nell’automazione come punto di svolta per il retail? Germania, Benelux e Francia rappresentano i mercati più promettenti in termini di automazione. La Gran Bretagna segue uno sviluppo più atlantico che continentale, ossia un maggior ritorno sugli investimenti piuttosto che un progetto a lungo respiro. L’Italia, invece, sta crescendo. Sicuramente vorremo fare di più nel Belpaese ma constatiamo che ci sono le basi per futuri investimenti. Quali sono i piani di SoftBanks Robotics nel 2020? Continueremo a concentrarci sull’innovazione dei nostri prodotti, soprattutto sotto tre aspetti significativi: il miglioramento del sistema di mobilità dei nostri robot, il miglioramento dell’interfaccia uomo-macchina e la comunicazione fra robot e informazioni in cloud. ¢



Omnichannel Retailing

eCommerce: verso quota 36 miliardi nel 2020 Di Andrea Penazzi

Nel 2019 le vendite online in Italia hanno sfiorato i 31,6

miliardi di euro: +15% sul 2018. Tasso di crescita che, secondo le stime del presidente di Netcomm, Roberto Liscia, rimarrà stabile nel 2020. Lo smartphone, che vale il 40% dell’eCommerce totale, assumerà ulteriore importanza nell’intero processo di acquisto

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a una parte la crescita double digit degli acquisti online, arrivati nel 2019 in Italia a quasi 31,6 miliardi di euro (+15%), con un tasso di penetrazione sul totale retail del 7,3% (era del 6,5% nel 2018). Dall’altra, l’incremento dei pagamenti digitali, anche se l’80% circa delle transazioni nei punti vendita fisici avviene ancora con il contante. Accostati, questi due trend rendono l’idea non solo della direzio-

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ne che ha imboccato da ormai diversi anni il mercato italiano del commercio B2C ma anche della sua accelerazione, dopo aver accumulato un gap significativo verso i Paesi anglosassoni e verso Germania e Francia. Di contro, «è come se si creassero in qualche misura due Italia: quella del contante, che sarà duro a morire per le ragioni note, e quella del digitale impegnata nella conversione di tutto ciò che è contante “sano” per ragio-

ni dettate dalla comodità d’uso e, in qualRoberto Liscia, che misura, per accettazione culturale presidente di Netcomm da parte del cittadino medio – ha dichiarato a retail&food il presidente di Netcomm, Roberto Liscia, in un’intervista finalizzata ad anticipare numeri e contenuti dell’eCommerce B2C in Italia nel 2020 – Siamo entrati in un’epoca in cui i pagamenti digitali vedono una crescita vorticosa e nella quale tutti gli stakeholder come banche e sistemi di pagamento si stanno impegnando per dare ampia diffusione e sicurezza all’utilizzo di carte di credito e a quelle di debito. A tal punto che, nonostante l’Italia sia ancora indietro, l’impressione è di far parte di una dimensione molto più europea». I dati 2019, dopo le previsioni rese note al Netcomm Forum di maggio, sono stati delineati dall’Osservatorio eCommerce B2C in occasione del convegno promosso lo scorso ot-


tobre dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, intitolato “L’eCommerce B2C: il motore di crescita e innovazione del Retail!” In rapida carrellata, l’Osservatorio eCommerce B2C ha reso noto che gli acquisti online di prodotti sono cresciuti del 21% rispetto al 2018 raggiungendo i 18,1 miliardi di euro, pari a 281 milioni di ordini per uno scontrino medio di circa 66 euro. L’Informatica & Elettronica è stato il settore più rilevante (+19% per un valore di 5,3 miliardi di euro), mentre Arredamento & Home living (+30%) e Food & Grocery (+42%) quelli cresciuti di più percentualmente. Turismo e Trasporti, con 10,9 miliardi di euro, si sono confermati il primo comparto dell’eCommerce

italiano, ma sono cresciuti a ritmi moderati (+9%). Il tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale retail è passato in 12 mesi dal 6,5% al 7,3%, con i prodotti al 6% e i servizi all’11 per cento. E ancora, lo smartphone è sempre più rilevante (nel 2019 vale 12,5 miliardi, +33% sul 2018) e diventerà il primo canale per gli acquisti online tra il 2020 e il 2021, sorpassando il desktop. Infine l’export, ossia il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, è stato quantificato in 4,4 miliardi di euro: il 15% del mercato complessivo. «Guardando al 2020, è verosimile che si mantenga il tasso di crescita del 15% registrato nel 2019, portando il dato assoluto sopra quota 36 miliardi di euro. E sicuramente aumenterà la componente dell’acquisto di prodotto, poiché, in coerenza con quanto si verifica già da un paio d’anni, vi è un cambiamento nel mix

di operatori che entrano nell’eCommerce: se inizialmente erano fondamentalmente startup attive nel settore del turismo, di recente sono entrati sia i brand della produzione sia quelli della distribuzione». In linea con lo scorso anno, nel quale ha registrato il tasso di incremento più elevato anche in virtù di valori assoluti ancora contenuti, il segmento del Food & Grocery si appresta a crescere esponenzialmente nel 2020: «Questo comparto è appena nato online e, essendo in tutti i paesi il primo settore di acquisto, in futuro vedrà una vera rivoluzione. Sta cambiando infatti non solo nell’offerta ma anche nel comportamento di acquisto. E in una società dove il tempo è un valore, una migliore accessibilità determina un forte sviluppo. In particolare il tema della facilità di gestione, dalla lista della spesa sino ai modelli di subscrition e di consegna in funzione delle esigenze del cliente, cambierà profondamente il rapporto domanda-offerta». Il 2019 ha visto la predominanza di comparti storicamente affini all’eCommerce come Informatica & Elettronica e Fashion: rispettivamente +19% a quota 5,3 miliardi di euro e +16% a 3,3 miliardi. «Entrambi continueranno a crescere moltissimo sul digitale. Per quanto concerne l’elettronica di consumo, l’Italia vanta una quota di vendite online alta; che tuttavia è ancora molto bassa rispetto a quella di Paesi più evoluti come Inghilterra e Stati Uniti». E proprio sul segmento dell’elettronica di consumo, Roberto Liscia ha approfondito l’evoluzione del modello di business dei vari player anche in funzione dell’inserimento di nuove tecnologie all’interno del negozio fisico: «Le evoluzioni tecnologiche mettono a disposizione dei grandi distributori sistemi sempre più evoluti. Prima si parlava di multicanalità: modello che prevedeva performance in qualche modo redditizie per ogni canale. Poi si è entrati nella dimensione dell’omnicanalità, che ha implicato non solo un cambio di paradigma ma anche di sistema perché permette al vendor di conoscere i comportamenti del cliente, indifferentemente dal fatto che abbia acquistato on o offline, e ciò comporta grossi investimenti in IT per gestire al meglio il customer journey. Ora stiamo entrando in una nuova dimensione che definirei “predittiva”, perché l’operatore deve anticipare le esigenze e i gusti dei clienti, stimolandolo anche con meccanismi di prossimità. Soprattutto in un settore così competitivo come quello dell’In-

formatica & Elettronica, nel quale il prezzo è un elemento chiave a causa dei margini ridotti, è chiaro che la conquista delle relazioni e la capacità predittiva e proattiva del sistema di offerta diventano determinanti per incrementare le quote di mercato. E le quote di mercato, in questo caso specifico, si traducono in marginalità in termini assoluti, perché in termini percentuali questa rimane molto bassa». Non solo per il comparto dell’elettronica di consumo, ma per tutti, tecnologie come chatbot, augmented reality, virtual reality, blockchain e artificial intelligence diventano il vero motore di questa evoluzione. Motore che, però, va tarato in base alle caratteristiche di prodotto e di posizionamento dei brand. «Mettendo sulla matrice da un lato le tecnologie e dall’altro i prodotti e i brand, da quelli del lusso ai più accessibili e di commodity, si scopre ad esempio che per alcuni valgono di più, nel momento in cui c’è un tema di accessibilità e di rappresentazione, l’augmented reality piuttosto che la virtual reality e la blockchain, mentre per altri è più efficace l’artificial intelligence. Arrivando ad esempi concreti: per scegliere un paio di scarpe è chiaro che la virtual reality, che permette di vederle indossate in un digital mirror diventa fondamentale. Nel fashion la virtual reality è molto importante, così come il proximity marketing. Parlando invece di grandi distributori di prodotti alimentari, la complessità dell’acquisto fa sì che l’intelligenza artificiale, che facilità la creazione della lista della spesa, sia una tecnologia dirimente. Parimenti, è evidente che la curva di adozione vede attivi per primi i grandi player e poi, quando i costi diventano più accessibili, le piccole e medie aziende. Questo perché, in un secondo momento, gran parte delle soluzioni high tech vengono gestite in cloud come servicing». Anche online, dunque, sempre meno si parla di mero processo di acquisto in favore di un vero e proprio customer journey. Perché se da un lato il brand trasmette i propri valori anche in rete, dall’altro il cliente si aspetta una crescente proposta di servizi. E tra questi la modalità di spedizione/ritiro è sempre più importante. «In base alle nostre ricerche, circa il 9-10% delle merci comprate online non sono consegnate né a casa né in ufficio, ma sono ritirate in un punto di vendita. In Paesi più evoluti come l’Inghilterra tale percentuale arriva al 25-30. Numero che impone una pluralità di strumenti e lo sviluppo di punti di ritiro. Credo, quindi – ha sottolineato Roberto Liscia – che anche in questo caso siamo soltanto all’inizio di una storia nella quale anche gli operatori della logistica giocheranno un ruolo fondamentale perché potranno specializzarsi altresì nella consegna e nel ritiro, sviluppando sistemi allargati sul territorio come ad esempio i locker». ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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La Ricerca

Lo shopping in negozio passa dal Web In base al Global Retail Study, ricerca commissionata a Ipsos da Google, emerge che gli italiani spendono metà del proprio tempo on line e l’altra metà nei negozi fisici. Il 96% usa Internet in almeno una delle fasi del processo di acquisto

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el periodo dell’anno in cui si concentrano gli acquisti dei consumatori italiani, quelli natalizi a dicembre e con i saldi a gennaio, Google ha reso noti i dati del primo Global Retail Study: ricerca commissionata a Ipsos con l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del percorso di acquisto tra l’online e l’offline in Italia e nel mondo. Secondo lo studio, gli italiani spendono metà del proprio tempo online e l’altra metà in negozio. E anche nei casi in cui l’acquisto non viene finalizzato online tramite piattaforme di eCommerce, considerano Internet una componente fondamentale nel loro processo di acquisto. Il 96% ha infatti dichiarato di aver usato il web in una o più fasi dell’acquisto: per cercare informazioni su un prodotto, l’indirizzo di un negozio o per guardare un video. Il dato è in linea con quello degli altri paesi europei.

tinuano ad ampliare e restringere le opzioni: cercano informazioni, confrontano le offerte di più retailer e passano dall’offline all’online in maniera totalmente spontanea. Il 36% del campione dichiara infatti di fare ricerche online mentre si trova in un punto vendita. In generale, le persone intervistate dichiarano di usare Internet principalmente per cercare un nuovo prodotto (46%) o un nuovo brand (49%) o un oggetto che hanno già visto da qualche parte (44%). Inoltre, leggono recensioni e raccomandazioni utili (46%) e controllano la disponibilità di un prodotto prima di recarsi in negozio (33%). «L’integrazione tra fisico e digitale nel processo di acquisto rappresenta un’opportunità per i retailer. Sebbene la complessità sia aumentata negli ultimi anni, allo stesso tempo sono cresciuti e sono diventati più sofisticati gli strumenti a disposizione delle aziende per comprendere meglio i propri clienti e rendere più efficace la loro esperienza di acquisto», commenta Simone Zucca, sector leader finance retail fashion luxury di Google Italia.

delle caratteristiche degli eCommerce, è ancora ampio il margine in termini di offerta e per incontrare i bisogni dei Simone Zucca, sector leader consumatori. Il 72% finance retail fashion luxury di Google Italia degli italiani intervistati dichiara di essere molto soddisfatto dall’esperienza di acquisto online, sebbene il 60% si aspetti un più rapido tempo di caricamento del sito in questione, e quasi la metà del campione vorrebbe avere a disposizione un numero maggiore di metodi di pagamento, nonché essere certo dei tempi di spedizione. I consumatori di oggi sono più curiosi, esigenti e soprattutto alla ricerca di un’esperienza di shopping integrata, sia che scelgano di comprare su una piattaforma eCommerce, sia che si trovino in un negozio fisico. Più della metà degli intervistati dichiara infatti di cercare online informazioni prima di effettuaConsumatore omnichannel re un acquisto e il 42% visita diversi siti inIl consumatore italiano si muove con facilità ternet prima di decidere cosa comprare e da da una ricerca online a una passeggiata fra le quale retailer. Allo stesso tempo, i consumavetrine, cercando un’esperienza fluida in cui tori sono impazienti: quasi il 60% si aspetta di trovare sempre maggiori informazioni, sodconsultare un sito che si carichi velocemendisfare la propria curiosità e infine trovare Le aspettative verso i retailer te e il 57% ritiene importante che esso abbia il prodotto che maggiormente risponde alle L’esperienza di acquisto passa ovviamenun processo di pagamento semplice e veloce, proprie esigenze. Il percorso di acquisto non te anche da quanto i retailer sono capaci di Consumers are (on and le offline) ers are shopping (onshopping ande offline) mentre per il 45% è rilevante tracciare i temè prevedibile diretto, perché persone consoddisfare le esigenze espresse dai consumapi di consegna e avere la consegna garantita tori, relativamente entro una certa data. Gli italiani che acquial processo di acquiConsumers are shopping (on and offline) stano online sono mediamente più fidelizzati sto online. A questo rispetto ai consumatori di altri mercati: solo proposito Google, il 12%, infatti, decide di non tornare a fare acper il secondo anno, 50% 50% quisti da quello che definisce il suo rivenditoha online commissionato a Proportion of time spent Proportion of time spent online (mean) re preferito, contro una media globale del 22 Kantar una ricerca (mean) per cento. Gli italiani sono quindi fedeli, ma su questo tema, che 50% 78% 78% haProportion analizzato le spent ri- onlineanche molto esigenti. Fra le aspettative prioof time (mean) ritarie spiccano: la necessità di un sito eComsposte di 35.500 conmerce semplice da navigare e facile nella risumatori in 17 paesi 78% 50% 50% cerca di prodotti (60%), con descrizioni detEMEA. Dallo studio Proportion of time spent in-store Proportion of time spent in-store tagliate, nonché la presenza di foto/video dei emerge che, sebbene (mean) (mean) prodotti (56%) e di recensioni di altri utenti ci sia stato un genein the past week in the past week 50% che hanno già acquistato (42%). Red. rale miglioramento Proprietary + Confidential

Proprietary + Confidential Italy

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Proprietary + Confidential Italy

Proportion of time spent in-store (mean)

Q1. you Which of the following haveGen you Pop done(n=743) within the last week? Base: Gen Pop (n=743) activities have done within the lastactivities week? Base:

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in the 2020 past week retail food | gennaio · febbraio

Q6.total We time wouldyou likespend you toshopping think about the totalresearching time you spend shopping (browsing, and purchasing). what proportion nk about the (browsing, and purchasing). Typically,researching what proportion of your timeTypically, is spent online versus in aof your time is spent online versus in a store? Base: Total Sample (n=509) n=509)

Q1. Which of the following activities have you done within the last week? Base: Gen Pop (n=743)

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Piattaforma eCommerce

Wish, l’eCommerce dei prodotti low cost Prodotti a prezzi accessibili, ampia varietà di catalogo e interfaccia mobile first sono le caratteristiche principali della piattaforma lanciata nel 2010 dall’ex Google, Peter Szulczewski. E con 70 milioni di utenti attivi e tre milioni di prodotti venduti al giorno punta a farsi largo nel settore digitale

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ata nel 2010 dall’idea di un ex ingegnere di Google, Peter Szulczewski, Wish è una piattaforma di eCommerce americana che fin dal nome tradisce l’ambizione del proprio progetto: portare ai clienti ciò che desiderano a prezzi accessibili. Dopo essere partita come archivio di liste dei desideri caricati dagli utenti (che per questo ricevevano una ricompensa per click), la piattaforma è giunta a contare 70 milioni di utenti attivi (su un totale di circa 160 milioni di account), oltre tre milioni di prodotti venduti al giorno e un roaster di circa un milione di merchant registrati. Consolidato il business, Wish ora si batte in un settore dominato da colossi digitali e non solo. E per differenziarsi ha puntato tutto su «un’interfaccia a metà strada fra un social network e un marketplace», ha spiegato a r&f Alessandro Pantina, country manager italia di Wish. Un approccio che anche in Europa sta dando i suoi frutti. Quali sono le caratteristiche di Wish e quali le differenze rispetto ai grandi player del settore? Wish è una società americana che nasce dalla volontà di mettere a disposizione del consumatore prodotti a portata di tutti. Rispetto ai nostri competitor ci differenzia l’attenzione posta sulle modalità di acquisto. Se gli eCommerce tradizionali ruotano attorno al momento della transazione, da cui discende anche la strutturazione della ricerca del prodotto, Wish inverte l’approccio. Con l’intento di creare un’esperienza di divertimento anche quando si fanno degli acquisti, la nostra piattaforma è costruita attorno a un’interfaccia personalizzata che favorisce la scoperta di nuovi prodotti.

Qual è il profilo del cliente? Il nostro target group è quel segmento di consumatori che cercano il risparmio, l’affare, osAlessandro Pantina, country sia un rapporto quamanager italia di Wish lità-prezzo in linea con un acquisto a breve termine. Sicuramente l’ampia gamma di prodotti e categorie fa sì che la nostra piattaforma sia molto inclusiva. Wish è fruibile soprattutto via mobile. Quali vantaggi ne derivano? Si tratta di un vantaggio competitivo molto importante se pensiamo che, nel momento in cui abbiamo fatto il nostro ingresso sul mercato, l’eCommerce non era ancora totalmente ottimizzato per un’esperienza mobile. Lo scoglio da superare riguardava essenzialmente la fruizione via smartphone delle caratteristiche dell’oggetto in vendita. Per questo abbiamo puntato a una piattaforma agile con meno testo, più immagini e un feed di ricerca che si pone a metà strada fra l’eCommerce e il social network puntando sull’engagement dell’utente. Quali sono gli ultimi risultati finanziari? E quali le direttrici di investimento? A fine 2018, abbiamo chiuso con un fatturato globale superiore ai due miliardi di dollari grazie al successo riscosso fra i clienti: nella categoria shopping, la nostra app è stata l’app più scaricata al mondo con circa 500 milioni di download. In termini di investimenti, l’Europa rappresenta un mercato in crescita per l’azienda, con una forte richiesta nel segmento degli affordable goods. L’idea per il prossimo futuro è quella di lavorare sempre più a contatto con merchant locali che riescano

a dare quel tocco in più al nostro ventaglio di offerte. La logistica è un altro degli aspetti che vi contraddistingue. Detto che il nostro consumatore predilige il risparmio economico piuttosto che la velocità di consegna, il rispetto dei tempi è un aspetto fondamentale per il successo di un eCommerce. Per questo, per esempio, abbiamo anche tutta una parte di delivery express relativamente a una certa gamma di prodotti, quelli più richiesti. In termini di contrasto della contraffazione, quali sono le attività svolte? Abbiamo un team che si occupa solamente di questo argomento e ha il compito di far pulizia di quei rivenditori che non rispettano le nostre policy e la concorrenza. Ovviamente, nel caso in cui qualcuno scappasse alla nostra rete di controllo, passiamo dalla sanzione all’espulsione del merchant. Dal vostro osservatorio, come vedete l’avanzata dell’omnicanalità? Per noi il futuro dello shopping passa attraverso la complementarietà tra canale fisico e digitale. Per questo motivo stiamo testando un programma che permetta al cliente finale sia di ricevere l’acquisto a casa che abilitarne il ritiro presso i punti vendita convenzionati. Per noi l’omnicanalità è una strategia B2B che ha lo scopo di far conoscere al merchant più nello specifico il proprio cliente e le sue abitudini di consumo. N.G. gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Brand Analysis

Primark raddoppia a Milano e accelera al Maximo Di Andrea Penazzi

L’apertura a dicembre al Fiordaliso di Rozzano rappresenta il secondo store del colosso irlandese del fast fashion attorno al capoluogo lombardo, mentre porta a cinque i punti vendita in Italia. Nel 2020 arriverà l’opening nel nuovo shopping center capitolino, Maximo. Sempre a Milano, previsto il primo shop urbano

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n attesa di aprire nel cuore di Milano, in via Torino, e a Roma nel 2020 presso il nuovo shopping mall, Maximo, lo scorso dicembre il campione del fast fashion irlandese ha avviato il secondo punto vendita attorno al capoluogo lombardo, in particolare all’interno del commerciale Fiordaliso di Rozzano. Storico shopping center, quest’ultimo, che vede comproprietaria la multinazionale Eurocommercial Properties. Il nuovo punto vendita che offre “Amazing Fashion, at Amazing Prices”, occupa una superficie commerciale di poco superiore ai 5mila mq, distribuiti su due livelli, con un’offerta che comprende le ultime novità di Primark dedicate a moda donna, uomo e bambino, in-

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retail food | gennaio · febbraio 2020

clusi calzature, accessori, biancheria intima e per la casa e beauty. Propone, inoltre, le nuove gamme “green”, che includono prodotti quali denim, biancheria da notte e lenzuola, tutte realizzate in cotone 100% sostenibile. Il layout e il design del punto vendita riflettono il format Primark più contemporaneo. Lo store presenta inoltre 52 camerini, 39 casse, Wi-Fi gratuito e quattro aree relax con comode sedute per ricaricarsi e migliorare l’esperienza di shopping. Anche i dipendenti possono godere di spazi a loro dedicati, arredati con elementi moderni e di comfort, come il Recharge Cafè, con una cucina completamente attrezzata, un arredamento luminoso e pensato per far sentire i dipendenti come fossero a casa propria.

Dipendenti che a regime saranno oltre 270. «Siamo entusiasti di inaugurare il nostro nuovo store Primark presso il Luca Ciuffreda, centro commerciale Fior- area manager daliso – ha dichiarato Luca di Primark per l’Italia Ciuffreda, area manager di Primark per l’Italia – Questa seconda location, ci consentirà di offrire ancor più amazing fashion at amazing prices, per i nostri clienti a Milano e nelle zone limitrofe». Primark, con la seconda apertura nella zona di Milano, arriva a quota cinque punti vendita in Italia: alla prima nel 2016 presso Il Centro di Arese (MI), sono seguite quelle di Verona all’interno di Adigeo, a Firenze presso I Gigli e a Brescia a Elnòs Shopping. Tutti primari centri commerciali.

Il bilancio

Guardando ai principali indicatori economici di Primark Italy Srl aggiornati all’ultimo bilancio disponibile, chiuso il 31/08/2018, si evince innanzitutto come i ricavi dalle vendite di merci siano passati da poco più di 116 milioni di euro di un anno prima a oltre 196. Parallelamente, sono passati da circa 68 milioni di euro al 31/08/2017 a più di 112 milioni gli acquisti di materie prime, di consumo e merci, così come il costo del personale è arrivato a circa 35 milioni di euro, dai 25,190 dell’eser-


cizio precedente. Nel complesso l’Ebit si attesta a 6.307.072 euro, contro 3.740.227 di 12 mesi prima, mentre il risultato dell’esercizio è cresciuto a quota 3.961.879 euro, contro i 2.105.417 del 2017. Si segnala un incremento dell’1,77% del margine lordo sui ricavi netti nell’esercizio conclusosi al 31/08/2018 rispetto a quello precedente e un incremento dello 0,21% dell’utile netto. Ebitda e Ebit sono rimasti invariati rispetto ai ricavi netti negli esercizi 2018 e 2017. Nel mondo, Primark opera in 12 paesi con 376 punti vendita (compreso lo store di Fiordaliso) e genera un fatturato di oltre 7,7 miliardi di sterline (anno 2018). Ad oggi Primark non vende online.

L’INTERVISTA

Luca Ciuffreda, area manager di Primark Italia Innanzitutto, il tema dello sviluppo retail di Primark in Italia. Quali criteri deve avere un centro commerciale per essere preso in considerazione nel vostro piano di sviluppo in Italia? Quando Primark decide di approcciarsi a un nuovo mercato, o più semplicemente a un nuovo centro commerciale o a un nuovo quartiere, lo fa in risposta alla domanda locale, che spesso ci porta a operare in zone ad alta densità di popolazione. Inoltre, per noi è altrettanto importante che la nostra presenza abbia un impatto positivo a livello locale in termini di sviluppo

Il brand in pillole Numero di Pdv nel mondo 376

Fatturato wordwide

7,7 miliardi di euro (2018) 5

Ricavi totali in Italia oltre 196 milioni (2018)

Format Pdv/mq 5.000-6.000

Edifis Intelligence

Numero di PDV in Italia

economico, benessere della comunità e livelli di occupazione. Con oltre 75.000 dipendenti provenienti da 181 paesi, nell’ultimo anno finanziario Primark ha creato più di 4.500 nuovi posti di lavoro. Il 30% dei nuovi assunti era precedentemente disoccupato, mentre il 10% ha iniziato con noi il suo percorso professionale. Primark è un datore di lavoro fortemente impegnato per offrire un ambiente lavorativo di qualità ai propri dipendenti, non solo per favorire il migliore servizio possibile ai clienti, ma anche per venire incontro alle necessità locali. Infine, prima di entrare in un nuovo mercato, Primark conduce numerosi incontri preliminari con tutte le parti interessate, tra cui autorità locali, organizzazioni operanti nei settori della vendita al dettaglio e addetti alla gestione dei centri commerciali. In ogni fase del progetto, lavoriamo a stretto contatto con ciascun partner affinché Primark possa costruire solide relazioni a livello locale e, al tempo stesso, abbia un impatto positivo nelle comunità in cui opera. In base alle posizioni lavorative aperte su Roma, si evince che il prossimo punto vendita in Italia sarà all’interno del centro commerciale Maximo. Quali le motivazioni di questa scelta e quali saranno le caratteristiche dello store? Apriremo nel primo semestre 2020 un nuovo store nell’area a sud di Roma. Sulla scia dei risultati ottenuti nei nostri negozi in tutta Italia, il nuovo punto vendita della Capitale rifletterà il nostro impegno nell’offrire ai nostri clienti un’esperienza di shopping innovativa, coinvolgente e unica. In alcuni store all’estero avete introdotto anche dei punti di ristorazione. Pensando al futuro negozio di Milano in via Torino o ad altri possibili sviluppi urbani, è ipotizzabile che introdurrete questa formula anche in Italia? L’esperienza in-store svolge un ruolo fondamentale nell’ispirare e coinvolgere i nostri clienti. Nel corso degli anni abbiamo rivoluzionato i nostri punti vendita e proseguiamo nel nostro impegno volto a offrire una shopping experience sempre più innovativa, ben al di là di un semplice punto vendita. I nostri store, infatti, sono una meta imperdibile per tutti i nostri clienti. Per questo motivo, attualmente stiamo valutando di introdurre nei mercati in cui operiamo servizi come aree di ristoro e saloni di bellezza, già accolti con estremo entusiasmo nei nostri store in Regno Unito e Irlanda. Dal negozio al Centro di Arese a quello all’interno del Fiordaliso di Rozzano, in virtù dell’esperienza maturata in questi anni sul mercato nazionale avete apportato migliorie al format del punto vendita in termini di esposizione, assortimento, layout, ecc?

Il panorama retail è in continua evoluzione e l’innovazione svolge un ruolo chiave per raggiungere il successo. In questo contesto, il design e il layout dei nostri nuovi store si basano su un modello di business d’ispirazione contemporanea che riflette il nostro impegno per offrire esperienze sempre più coinvolgenti e uniche a tutti i nostri clienti. Spostando l’attenzione sugli aspetti economico-finanziari, al 31/08/2018 la voce delle rimanenze è superiore a 4 milioni di euro, seppur in diminuzione. Nel 2019 e soprattutto con l’apertura del nuovo punto di vendita al Fiordaliso stimate di ottimizzare ulteriormente lo stock di prodotto e quindi di diminuire questa voce? Uno dei nostri principali obiettivi è quello di assicurare una corretta disponibilità di scorte così da poterne disporre al momento giusto nel posto giusto. Nel bilancio si fa riferimento all’affitto di ramo d’azienda come tipologia contrattuale adottata nei centri commerciali. Quanti anni durano mediamente tali contratti? Sono estendibili? Sebbene non commentiamo i dettagli degli accordi contrattuali, prendiamo molto seriamente i rapporti con tutti i nostri partner, compresi quelli dei centri commerciali in cui operiamo. Per noi è importante avere un ottimo rapporto, fondato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione. Il successo di questo nostro approccio è evidente nella longevità dei nostri store in alcune delle principali destinazioni di shopping europee. In base a quali parametri vengono definite insieme alle proprietà dei centri commerciali le “attività per contributo canoni”, pari a oltre 1,9 milioni di euro al 31/08/2018? Sono i contributi versati dai nostri gestori per la stipula dei contratti di locazione, i cui vantaggi sono distribuiti sull’intera durata del periodo concordato. Tuttavia, non rilasciamo ulteriori dettagli circa le condizioni di locazione rispetto a quanto già indicato nei rendiconti finanziari pubblicati. ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Star Trek Eyewear

Destinazione GrandVision di David Montorsi

Mentre prosegue il percorso di acquisizione di GrandVision da parte di Essilux, per un nuovo colosso dell’ottica con più di 17mila negozi worldwide, il retailer olandese continua la sua crescita economica e di network. In Italia GrandVision si sta riorganizzando per gettare le basi per il rilancio

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fine novembre dell’anno scorso EssiliorLuxottica, il colosso europeo dell’ottica (16 miliardi di fatturato, 57 di capitalizzazione, circa 9.200 punti vendita, tra cui più di 370 Salmoiraghi&Viganò in Italia, e 150mila addetti nel mondo) ha lanciato un’emissione obbligazionaria per 5 miliardi di euro. L’operazione del Gruppo italofrancese ha fatto registrare una domanda finale di oltre 13 miliardi di euro da parte di investitori istituzionali e permette a Essilux di (ri)finaziare anche una parte del corrispettivo da pagare in relazione al potenziale acquisto di GrandVision. Insomma, nel 2020, dovrebbe concludersi la maxi acquisizione da parte della multinazionale dell’ottica di GrandVision, retailer olandese “peso massimo” del settore con 7.366 negozi (di cui 424

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retail food | gennaio · febbraio 2020

in Italia) in 44 paesi, 37mila addetti, oltre 150 milioni di clienti worldwide, annunciata l’estate scorsa, provocando un vero terremoto nel settore, secondo solo alla fusione dell’ottobre 2018 tra Essilior e Luxottica. Da una parte infatti i francesi con il loro 45% nel mercato delle lenti e 7,2 miliardi di fatturato nel 2017 in un centinaio di paesi, dall’altra la company veneta di Agordo (BL) col suo 25% del mercato delle montature con 9,2 miliardi di giro d’affari due anni fa in 150 paesi al mondo. L’operazione ha portato alla creazione di una società in grado di controllare quasi tutto il mercato e la filiera degli occhiali nel mondo, a cui si aggiungerà uno dei maggiori player della distribuzione retail del settore come GrandVision. Anche per questo l’ultimo processo di acquisizione è sottoposto alla verifica dell’Antitrust.

Essilux e GrandVison, peso massimo da 20 miliardi di ricavi

Ma facciamo un passo indietro. La “fusione del secolo” che ha dato vita al colosso dell’ottica italofrancese sembrava partita col piede sbagliato. I primi mesi del 2019 hanno visto lo scontro all’interno tra le due anime del gruppo sulle nomine del management con pesanti ripercussioni sull’andamento del titolo in Borsa contemporanei al deposito da parte della Delfin (holding della famiglia Del Vecchio che controlla poco più di un terzo di Essilux) della domanda di arbitrato presso la Camera di commercio internazionale. A maggio è tornato il sereno tra Leonardo Del Vecchio (presidente di Essilux) e Hubert Sagnièrs (vicepresidente Essilux e leader di Essilior) con la delega di alcuni poteri a Francesco Milleri (ceo di Luxottica fortemente voluto dal patron) e Laurent Vacherot (ceo di Essilior International) con la conseguente nomina condivisa del management e la revoca dell’arbitrato. Seppellita l’ascia di guerra e archiviati sei mesi di crescita nonostante i problemi interni (ricavi in aumento del 7,3% a quota 8,776 miliardi e un utile di oltre un miliardo), Essilux è uscita allo scoperto nel pieno dell’estate dell’anno scorso con l’annuncio delle trattative per acquistare GrandVision. L’operazione


Fonte aziendale

GRANDVISION NV: TREND EBITDA ADJ E EBITDA ADJ MARGIN (IN MILIONI DI EURO)

prevede 12-24 mesi per essere perfezionata: Essilux rileverà dall’olandese Hal holding il 76,2% in GrandVision a un prezzo di 28 euro, da aumentare dell’1,5% nel caso la chiusura non si verifichi entro l’estate di quest’anno. Il controvalore è di circa 5,5 miliardi. Dopo il perfezionamento dell’operazione Essilux lancerà un’Opa obbligatoria sulle azioni rimanenti in circolazione arrivando a una spesa complessiva di 7,1 miliardi. L’accorpamento prevede un piano industriale che cuberà quasi 20 miliardi di euro, per un colosso che toccherà più di 17mila punti vendita. Il bilancio 2018 di Essilux ha visto 16,16 miliardi di ricavi con un utile di 1,87 miliardi in leggera discesa sull’anno precedente a causa dell’effetto cambi (+3,2% a cambi costanti) con un mercato sviluppato per metà nel Nord America e un quarto in Europa.

GrandVision: segno “più” su ricavi ed Ebitda

Dal canto suo gli affari in casa GrandVision NV (la capogruppo), guidata dal ceo Stephan Borchert, vanno a gonfie vele: nel 2018 ha chiuso con 3,72 miliardi di euro di ricavi (+10% sul 2017) con un Ebitda di 576 milioni (+4,5%) e un utile di 237 milioni. I primi nove

L’azienda in pillole Proprietà HAL Holding, ma processo di acquisizione da parte di EssiliorLuxottica Sede Schiphol, Amsterdam Management Stephan Borchert ceo; Joerg Mingers ceo GV Italy

Retail 7.366 insegne worldwide di cui 424 in Italia Insegne in Italia 27 Solaris, 292 GrandVision, 105 Corner Optique

Fonte aziendale

Settori di business Retail ottica

mesi del 2019 confermano il trend segnando una crescita a cambi costanti dell’8,1% a quota 3,039 miliardi di cui quasi il 5% di crescita organica e il 3,2% per acquisizioni (prevalentemente Optica2000 in Spagna e McOptic in Svizzera) con un Ebitda adj a 461 milioni (+3,3%) e un Ebitda adj margin del 15,2% (trend leggermente negativo rispetto al 15,9% dei primi 9 mesi del 2018 per investimenti). Scende l’indebitamento netto a 831 milioni (867 a giugno 2019) e schizza alle stelle l’eCommerce con un +60% del giro d’affari. Numeri appetitosi per una realtà che macina affari e continua a strutturarsi. Prosegue infatti lo sviluppo della piattaforma omnicanale in tutti i paesi della company olandese, anche grazie alla modernizzazione della supply chain con il nuovo hub regionale di Porto che provvederà al rifornimento di gran parte dell’Europa: Danimarca, Italia, Portogallo, Spagna e Svezia. Il G4 (Benelux, Germania, Francia e UK) che rappresenta quasi il 60% del giro d’affari della company, cresce del 3,5%, meno il resto dell’Europa (tra cui l’Italia) con poco meno di un terzo del business complessivo, con un comunque buon 2,9% soprattutto legato alle acquisizioni. Vanno benone le Americhe e l’Asia con +7,9%, tutto di crescita organica. Il gruppo di Amsterdam, presente nel belpaese con la controllata GrandVision Italy srl, affonda le sue radici a Helsinki in Finlandia nel 1891 e ha visto la sua espansione internazionale negli ultimi 30 anni con l’ingresso di Hal holding (finanziaria della famiglia Van der Vorm) in Pearle Vision in Belgio e Olanda nel 1996, per poi diventare a seguito di varie acquisizioni e fusioni GrandVision nel 2010. Nel 1999 gli olandesi fanno il loro ingresso in Italia con una collaborazione con Ottica Avanzi, per poi raddoppiare nel 2014 con Optissimo. Nel 2015 nascono le insegne GrandVision by Avanzi e GrandVision by Optissimo (in Italia GrandVision è presente anche con l’insegna Solaris e Corner Optique con corner dedicati nella GDO) e inizia la riorganizzazione societaria che vede la nascita della filiale americana del gruppo olandese con la fusio-

ne di Angelo Randazzo srl e Avanzi Holding srl. Dal 2019 la controllata Corner Optique srl sarà incorporata in GV Italy.

Italia in rosso, ma con le basi per una crescita solida

In attesa di dati economici dell’esercizio 2019, i primi due anni della filiale italiana del retailer olandese sono stati dedicati alla riorganizzazione della supply chain (unica sede centrale operativa, unico magazzino, unico sistema operativo diffuso su tutta la rete), del network vendita e del management. La rete all’estate scorsa contava 424 punti vendita di cui 27 Solaris e 292 GrandVision, con 105 Corner Optique (+2 negozi sull’anno prima). Se in Europa e nel mondo GrandVision miete successi, nel Belpaese i numeri sono faticosi: 206,8 milioni di fatturato (-1,6% sul 2017), sia per la riorganizzazione sia per la focalizzazione sull’ottimizzare il margine commerciale che è rimasto sostanzialmente stabile a 131,1 milioni (-0,1% sull’esercizio precedente), mentre l’Ebitda è stabile intorno a 10 milioni. Riorganizzazione, senza dubbio, ma quello che pesa sui conti della filiale italiana guidata da aprile 2018 da Joerg Mingers (ex Douglas Italia), sono gli ammortamenti e le svalutazioni (+21,7 milioni dai 13,8 del 2017 ai 35,5 del 2018) con una incidenza del 17,2% sul fatturato (era il 6,6% il precedente esercizio). Le principali cause sono la svalutazione di più di 19 milioni a seguito dell’Impairment test, oltre a quella del marchio Optissimo, abbandonato per puntare sull’insegna GrandVision, ma presente ancora in bilancio. Il risultato quindi segna un rosso importante di 21,9 milioni, a fronte dei 0,9 dell’anno prima, che però non riflette l’andamento della gestione economica ordinaria che comunque procede verso il rilancio. Insomma, le perdite nell’ultimo esercizio sembrano proprio necessarie per gettare le fondamenta di un rilancio e di una crescita solida anche nel Belpaese. Dal 2019 dovremo vedere anche nei numeri l’inversione di tendenza necessaria per rimettere la branch italiana in linea con i trend europei del Gruppo. ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Dossier Aeroporti

Cagliari, il traffico batte la stagione Di Nicola Grolla

Oltre i picchi estivi, lo scalo sardo si sta attrezzando per fare il balzo oltre i cinque milioni di passeggeri. Forte di un’offerta retail bilanciata (e a misura di delivery), guarda al 2024 quando sarà ultimata la riorganizzazione degli spazi; a partire dal duty free

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ttivo dal 2003 e in concessione qurantennale a Sogaer Spa dal 2007, l’aeroporto “Mario Mameli” di Cagliari ha fatto proprio il claim turistico della Regione: The endless Island (letteralmente: l’isola infini-

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retail food | gennaio · febbraio 2020

ta). A dirlo sono i progetti e le performance che insistono su uno scalo da 4.739.077 di passeggeri nel 2019, per una variazione annuale del +8,8% e un balzo importante dei passeggeri internazionali a 1,3 milioni per un incremento del 25,5 per cento. Nel 2019, le trat-

te estere con più passeggeri David Crognaletti, direttore sono state, inve- commerciale di Sogaer ce, quelle che collegano lo scalo sardo a Londra Stansted (126.567), Madrid (76.065) e Barcellona (59.976). I mercati internazionali più performanti quanto a volumi di passeggeri movimentati risultano quello tedesco (311.210 viaggiatori), seguito da quello spagnolo (245.155) e quello inglese (192.094). A livello di rotte nazionali, invece, sono quelle legate alla continuità territoriale (Roma Fiumicino e Milano Linate) che incidono maggiormente occupando il 45% del totale passeggeri con 1.512.905 transiti tra arrivi e partenze. Direttrici di viaggio che, con i loro flussi, danno forma all’offerta retail gestita da David Crognaletti, direttore commerciale. Con 20 anni di esperienza negli aeroporti milanesi, il manager ha puntato in prima persona sulla crescita di Cagliari trasferendosi qui con la propria famiglia da ormai tre anni: «Per un periodo ho fatto commuting da Milano a Cagliari, in aereo. Ci mettevo meno a


venire qui che a tornare a casa in tangenziale», ha raccontato Crognaletti. Un aneddoto che rende bene le particolarità dell’aeroporto di Cagliari: una catchment area di 1,5 milioni di persone (l’intera Regione) e la necessità di un collegamento costante con il continen-

te, la cui sola alternativa è la nave. Per farlo, il network voli di Sogaer può contare su 53 vettori che nel picco estivo raggiungono fino a 95 destinazioni (23 nazionali e 72 internazionali).

Non mi piace parlare di destagionalizzazione del traffico mi interessano di più le condizioni per creare nuove stagioni

Costruito su una superficie di 47.591 mq, lo scalo è risultato giustamente dimensionato per assorbire il traffico sviluppato negli ultimi anni, e ora sta prendendo la rincorsa per spiccare un balzo oltre i cinque milioni di passeggeri partendo da un ribilanciamento delle aree airside e landside. A offrire questa opportunità commerciale, una esigenza organizzativa: avendo maggiori aerei in base la notte e pronti a partire la mattina seguente, il controllo degli accessi e la gestione dei bagagli devo essere riadattati per sopportare i picchi di

Espansione modulabile

viaggiatori e spostati in un area più spaziosa. Questo consentirà di ricalibrare la suddivisione delle superfici liberando finalmente spazio per la creazione di un vero e proprio duty free walkthrough. A seguire, da qui al 2024, il Masterplan prevede anche interventi al di fuori del terminal. A sud dell’aerostazione, che si appoggia sulla Laguna di Santa Gilla, decine di migliaia di metri quadri di ex aree dell’Aeronautica Militare sono passate in concessione a Sogaer che ha già ipotizzato lo sviluppo di spazi per light e hard maintenance e l’installazione di un polo di ricerca universitario legato all’aviazione. Progetti ambiziosi, tra cui l’espansione – il cui progetto è stato affidato a OneWorks – dello stesso aeroporto, che guardano al traguardo dei 10 milioni di passeggeri.

Oltre la stagionalità

Per raggiungere traguardi a doppia cifra, però, il “Mario Mameli” deve superare alcuni scogli: la stagionalità del traffico, la questione della continuità territoriale e una maggiore differenziazione commerciale fra airside e landside. Per quanto riguarda la stagionalità, Sogaer è già sulla buona strada. I dati di traffico sottolineano il picco dei mesi estivi (con il periodo giugno-settembre sempre sopra soglia 500mila passeggeri mensili), ma analizzando i dati rent à car emerge uno zoccolo duro business che sorregge il traffico negli altri periodi dell’anno, fino al minimo di febbraio con poco più di 200mila passeggeri. A incidere su entrambi i periodi, c’è la questione della continuità territoriale: «Purtroppo anche quest’anno si è arrivati tardi e non gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Dossier Aeroporti si sa come andrà a finire. Confidiamo molto nella proroga», ha rivelato Renato Branca, COO e Accountable Manager. Al momento, la richiesta di proroga dell’attuale convenzione con le compagnie aree in scadenza il 15 aprile è al vaglio di Bruxelles (il 28 gennaio è atteso il responso, ndr). Un passaggio obbligato, visto che non ci sarebbero i tempi tecnici per la pubblicazione del bando e la ricerca di nuove compagnie interessate, ma non meno complicato: il destino di Alitalia e Air Italy è ancora in sospeso. Per loro la proroga deve essere un’opzione remunerativa. Mentre la Sardegna e il suo indotto turistico non possono rimanere appesi a una scadenza burocratica per programmare la prossima stagione. Soprattutto se i clienti da attrarre sono quelli internazionali, che già ora iniziano a prenotare. Un bottino davvero ghiotto per Sogaer, impegnata in una revisione commerciale dei format presenti: la ripetizione aiuta a consolidare il posizionamento dello scalo, ma una maggiore varietà di insegne serve ad attirare i clienti (il 47% dei quali spende mediamente un’ora all’interno dell’infrastruttura). «Non mi piace parlare di destagionalizzazione del traffico – ha affermato Crognaletti – mi interessano di più le condizioni per creare nuove stagioni. Insomma, non dobbiamo spalmare il traffico che già abbiamo ma creare nuovi elementi di attrattività. Da qui deriva, per esempio, il nostro supporto allo sviluppo di tutto ciò che è movimento e sport all’aria aperta, compresa la Prada Cup, e gli itinerari dell’entroterra da scoprire». In tal senso, da un punto di vista retail, l’esempio da seguire è quello del punto vendita Baccusardus che ripropone, al di fuori del terminal in prossimità degli stalli rent a car, il wine bar in formato aperitivo già con successo sulla costa a Villasimius. Un punto di ritrovo che lavora tutto l’anno ed è diventato una meta anche per l’utenza urbana che qui può sempre ritrovare i sapori dell’isola attraverso uno storytelling azzeccato e un servizio empatico.

Landside parallelo

Con i suoi 2.948,9 mq di superficie totale, il landside rappresenta lo spazio più esteso in termini retail. Distribuito su due piani paralleli, presenta due offerte ben distinte. Al piano terra, zona arrivi, un supermercato a insegna Crai accoglie tutti i passeggeri (e rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità aeroportuale) in cerca di un acquisto veloce, confezionato, pronto da mangiare appena si arriva a destinazione. Di fronte, 32

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4.739.077

Il totale dei passeggeri registrati nel 2019 con un +8,8% rispetto ai dodici mesi precedenti e picchi di 500mila viaggiatori nei mesi estivi.

+25,5% L’incremento dei passeggeri internazionali transitati per l’aeroporto di Cagliari nell’ultimo anno

sorge il punto informativo della Regione: un cubo di vetro da cui spiccano le promozioni territoriali a tutto schermo e che accoglie una selezione di design e artigianato locale (vero e proprio leitmotiv commerciale dello scalo). Nello spazio fra i due store, i banchi di due compagnie rent a car (B-Rent e Sixt). Gli altri operatori, circa una ventina, trovano posto fuori dal terminal in un palazzina dedicata nei pressi del parcheggio multipiano (da 1.300 posti e un progetto di ampliamento già in cantiere). Una soluzione che presto verrà uniformata con lo sfruttamento di un’altra area agli arrivi che ospiterà i desk degli operatori. Per quanto riguarda l’offerta food, un Moka Cafè offre un punto d’appoggio di caffetteria e tavola fredda. Salendo alla zona partenze, ci si imbatte subito in una prima novità: il risto-


le iniziative B2B all’interno del Business Center utilizzato per conferenze, corsi e incontri con la stampa.

Airside, grandi spese e grandi formati

Passati i controlli di sicurezza, il cui accesso è posizionato in modo asimmetrico rispetto alle linee parallele su cui si sviluppa il landside, si entra nella zona duty free: un percorso di pochi metri che si snoda su se stesso prima di buttarsi lungo l’airside dove si ripropone la logica della galleria commerciale già vista in precedenza. Inutile sottolineare come il duty free sia, di fatto, una soluzione temporanea ancora in cerca di una sistemazione complessiva in cui comunque compaiono diversi corner fashion con la presenza di brand come Boggi,

rante self service Gusto posizionato sul mezzanino, da marzo lascerà posto all’apertura di un McDonald’s (con Chef Express). Sotto al mezzanino, il negozio di artigianato A jo’ Kose di Sardegna che fa il paio con lo store Bonu dedicato ai prodotti enogastronomici sardi. Più generalista l’offerta fashion con marchi come Marina Militare e Camomilla Italia a cui si aggiungono la selezione di Carla Verona e lo sportswear del produttore Eye. Una libreria Mondadori e il negozio di souvenir e abbigliamento Waltale intercettano gli impulsi d’acquisto travel essential. Spicca su tutti, in prossimità del servizio avvolgibagagli operato da Safe Bag, il punto vendita Natoo (Lagardère) con le sue soluzioni healthy per la colazione e il pasto principale mentre Rossosapore e Moka Cafè mettono in menù specialità come la pizza e i panini. Sempre in landside, spazio anche per

MC2, Espadrilles, Motivi e altri gestiti dall’operatore locale Ambrosio, presente in Sardegna con numerosi punti vendita. Un peccato per le poche referenze esposte che, soprattutto nel campo della cosmetica, riprendono marchi e produzioni locali. Superata senza troppi indugi quest’area, si apre una superficie di 1.614 mq totali. Qui vengono riproposti i marchi Carla Verona e Bonu (per entrambi, stessa offerta), mentre si caratterizza diversamente il settore food. In termini di proposta locale, l’enoteca Argiolas propone la propria lista dei vini perfetti per un aperitivo sostanzioso. Wine Bar 1920, invece, affonda le radici nella storia rossoblu del Cagliari Calcio (il cui merchandise store è in diretto collegamento al ristorante) e le preparazioni gastronomiche sarde. Sul fondo, l’area dedicata alla birreria bavarese Lowengrube, alla caffetteria Etigua by Lavazza e alla tavola fredda

di Gourme (con tanto di market annesso). Per quanto riguarda l’offerta non-food, l’aeroporto di Cagliari si differenzia per una serie di punti vendita che potrebbero fare invidia ad alcuni concept store da high street: moda, design, accessori, complementi d’arredo sfidano il cliente, lo invogliano a entrare per scoprire le realtà del territorio, le sue eccellenze senza la paura di non sapere come far stare in valigia un tappeto, un quadro, un vaso o un capo voluminoso dal momento che tutti gli store sono abilitati al delivery. Ecco allora che proposte come quelle di Isola e Ca’mé assumono un loro senso accanto ad abiti, magliette e jeans trendy di Loi con prezzi medi elevati che strizzano l’occhio a una clientela alto spendente. Vip che possono dedicarsi un trattamento di classe in più nella rinnovata lounge realizzata con Prima Vista (brand di Avia Partner). ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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World Travel Retail GMR AIRPORTS ALLARGA IL NETWORK

INDIA – Contratto di sette anni per GMR Airports Limited (GAL), filiale di GMR Infrastructure, che gestisce le operazioni duty free al nuovissimo Kannur International Airport, nel Kerala, dal dicembre 2018. Prima operazione con target esterno al proprio network di aeroporti fra cui Delhi e Hyderabad. Aeroporto di connessione, punta sul turismo e intanto segna già 540mila passeggeri internazionali (aprile-novembre 2019).

HARDING FIRMA ACCORDO CON P&O CRUISE

UK – Il rivenditore internazionale Harding ha annunciato di aver siglato un contratto di cinque anni con P&O Cruise e la flotta di lusso Cunard fino al 2027. Sul contratto, la gestione di 6mila mq retail su 8 navi. In termini di merchandise si va da produttori locali a grandi brand internazionali come Dyson, Apple, Jo Malone e Tom Ford. Il format, invece, è il risultato di una survey fra oltre 20mila viaggiatori.

A SAN PIETROBURGO SI PUNTA SUL FOOD

RUSSIA – Tempo di aperture retail all’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo. Nell’area partenze

domestiche sono stati inaugurati un gastromarket, una caffetteria, una giocattoleria, pescheria e farmacia. Spicca l’offerta food di Craft: prodotti locali, enoteca (144 vini e 130 birre) e café con le referenze in menù acquistabili anche a scaffale. Il tutto da consumare su posti con vista pista.

CONCESSIONI QUINQUENNALI A INCHEON

COREA DEL SUD – Incheon International Airport Corp. (IIAC) svela le carte: otto concessioni, cinque per grandi aziende e tre per PMI, settore duty free al Terminal 1. E qui è già partita la gara fra gli attuali operatori, con Lotte Duty Free e Shingsegae Duty Free, un pdv a testa, che puntano a recuperare posizioni su The Shilla Duty Free (tre pdv). In ballo, contratti da cinque anni.

OASIS OF THE SEAS, PRESENTATO IL NUOVO PIANO RETAIL

BUDAPEST AIRPORT, CRESCONO I RICAVI DA CONCESSIONE

UNGHERIA – Risultati positivi per Budapest Airport che ha registrato un +8,5% in termini di ricavi da concessioni nel 2019. Numeri generati da un traffico record che ha toccato quota 16 milioni di passeggeri. Un’ottima base per affrontare i quattro anni che portano all’estensione del terminal in cui sicuramente giocherà un ruolo centrale Heinemann: da vent’anni presente nello scalo dove gestisce 2.320 mq.

MARINA BAY, 0ERMINAL CROCIERISTICO FINO AL 2027

SINGAPORE – La società quotata alla Borsa di Londra, Global Ports Holding (GPH), attraverso la joint venture SATS-Cruise Services, ha esteso il suo contratto di operatore al Marina Bay Cruise Centre fino al 2027. Un hub da 1,7 milioni di passeggeri l’anno e un +7% atteso in termini di rotte attive durante l’anno.

USA – Offerta tutta nuova per Starboard Cruise Srvices e Royal Caribbean International che introducono sulla propria flotta il format Oasis of the Seas (risultato di un investimento complessivo di 165 milioni di dollari). Caratteristiche: 7mila mq di retail divisi in otto zone tematiche. Quella jewellery ospita il primo John Hardy shop con collezione balinese.

PRIORITY PASS, SEI NUOVE LOUNGE PER I PASSEGGERI VIP

UK – Il brand Priority Pass ha svelato alcuni dettagli di sei nuove o Cina rinnovate private lounge attive da novembre 2019. Tre hanno aperto negli Usa, le altre in Russia, Messico ed Ecuador. Il totale dei punti vendita per l’azienda di proprietà del Gruppo Collinson raggiunge le 1.269 location. Fra queste, anche un particolare interesse anche per le lounge ferroviarie russe.

GINEVRA, SCALO A QUOTA 620 MILIONI DI TURNOVER

SVIZZERA – L’aeroporto di Ginevra ha reso noti i dati di attività del 2019: +1,3% nel turnover commerciale raggiungendo quota 620,9 milioni di dollari e 31,5 milioni di visitatori. A spingere le performance, gli ultimi interventi infrastrutturali sullo shopping landside, l’offerta lusso e quella gastronomica che hanno controbilanciato una minore spesa per passeggero (-0,9%). 34

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duty free world | DUFRY SI RAFFORZA ALL’AEROPORTO DI PERTH

AUSTRALIA – Presenza più forte di Dufry in Australia. Con le novità presentate all’aeroporto internazionale di Perth con aperture sia agli arrivi che alle partenze del Terminal 3, il retailer duty free dà seguito a un accordo di sviluppo di sette anni firmato nel 2018. Firma a cui ha fatto seguito anche il rinnovo al walkthrough del T1 nel 2019.

HINAN, LE VENDITE DUTY FREE VOLANO A +35%

CINA – Crescita a doppia cifra per le vendite duty free nell’isola di Hinan, dove il governo cinese ha concesso di attivare un progetto commercial pilota. I dati sulle vendite hanno registrato un +35% per un totale di 1,97 miliardi di dollari. A livello di prodotto, sono la cosmetica, la pelletteria e gli accessori, compresi gli orologi ad attirare circa il 34% dei clienti.

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

New retail records for leading duty free hubs – but for different reasons Nuovi record per i maggiori hub duty free – ma per ragioni diverse

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he new year started on a high note for the two biggest airport location for duty free sales. Incheon International Airport and Dubai Duty Free (DDF), which runs the majority of the retail offer at Dubai International Airport, both broke records to achieve sales of more than US$2 billion each in 2019. Incheon hit US$2.43 billion, up +2.7% year-on-year, while DDF reached US$2.029 billion, an increase of +0.7% on 2018. The growth rates are telling, and point to an increasingly skewed passenger picture, and to where future airport retail growth may lie. Dubai is the world’s busiest international airport. At the time of writing it had not released its full-year 2019 traffic data but in the half-year it was down by -5.6% (in part due to a runway closure) and in the third quarter it fell again by -4.5%. In 2018 the Emirates hub processed 89,15 million passengers, with growth of just +1%. The year before growth was +5.5%. By contrast, Incheon’s traffic reached 71,17 million in 2019 according to airport operator Incheon International Airport Corporation (IIAC). This was up by +4.3% from 68,26 million in 2018. The increase in 2018 was +10%. IIAC says its strong duty free growth was helped by increased passenger traffic – including a +12% surge in high-spending Chinese travellers. Also contributing were various retail renovations and the opening of arrivals duty free shops. DDF on the other hand generated its new sales record without the benefit of a rise in passengers numbers. Instead it had to be creative with its marketing and promotional programme. For example, on the company’s 36th Anniversary Day (on 20 December) customers were offered a 25% discount on a range of products, resulting in 190.208 transactions, amounting to sales of US$30.59 million in the 24-hour period. That is three times the average transactions per day of 66.500 in 2019. F also opened a series of high-end spaces for Chanel, Maison Christian Dior and Gucci while a 1,100sq m retail space in Terminal 3 Arrivals was set to debut in January. The retailer has proved that even in periods of traffic decline, sales can go up when customers are presented with an appealing offer.

L’

anno nuovo è iniziato alla grande per i due principali duty free aeroportuali in termini di vendite. L’Incheon International Airport e il Dubai Duty Free (DDF), che gestisce la maggior parte dell’offerta retail al Dubai Internationa Airport, hanno entrambi battuto ogni record registrando 2 miliardi di dollari di vendite ciascuno nel 2019. Incheon ha raggiunto i 2,43 miliardi, +2,7% anno su anno, mentre DDF ha toccato i 2,029 miliardi, per un aumento del +0,7% sul 2018. I tassi di crescita raccontano, sottolineano una situazione passeggeri sempre più distorta e indicano quale potrebbe essere il futuro della crescita aeroportuale. Dubai è il più trafficato scalo al mondo. Mentre scriviamo non sono ancora stati pubblicati i consuntivi 2019 relativi al traffico ma sono disponibili i dati parziali di metà anno, che riportano un calo del -5,6% (dovuto in parte alla chiusura della pista), e quelli del terzo quarto, per un ulteriore decrescita del -4,5%. Nel 2018, l’hub emiratino ha accolto 89,15 milioni di passeggeri, con una crescita di appena l’1%. L’anno prima ancora la crescita era stata, invece, del +5,5%. Per contrasto, il traffico passeggeri a Incheon ha raggiunto i 71,17 milioni di passeggeri nel 2019 secondo i dati del gestore Incheon International Airport Corporation (IIAC). Ciò significa una crescita del +4,3% rispetto ai 68,26 milioni di passeggeri del 2018. Allora la crescita era stata del +10%. IIAC afferma che la forte crescita duty free è stata aiutata proprio dall’aumento del traffico passeggeri – incluso un +12% di viaggiatori cinesi alto spendenti. A ciò hanno contribuito anche diversi rinnovamenti retail e l’apertura di negozi duty free agli arrivi. DDF, viceversa, ha generato il nuovo record di vendite senza il benefizio di un aumento dei passeggeri. Piuttosto ha dovuto far ricorso alla creatività attraverso le proprie campagne di marketing e promozioni. Per fare un esempio, durante il giorno del 36° anniversario (il 20 dicembre) ai clienti è stato offerto uno sconto del 25% su un ampio ventaglio di prodotti realizzando 190.208 transazioni per un totale di 30,59 milioni di dollari in 24 ore. Superate così le 66.500 transazioni medie giornaliere registrate nel 2019. Infine, DDF ha aperto anche diversi spazi luxury come Chanel, Maison Christian Dior e Gucci mentre uno spazio di 1.100 mq agli arrivi del Terminal 3 ha aperto a gennaio. I retailer hanno provato che anche in un periodo di calo del traffico le vendite possono saline se ai clienti è offerta una proposta convincente.

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Focus Evento

Shopping tourism, un fenomeno sempre più italiano Presentati i dati di Risposte Turismo relative a chi viaggia per acquistare. Un trend trasversale che nel nostro Paese ha Milano come meta principale (dove si reca il 31% del campione). A trainare, le performance di aeroporti, stazioni e la leva del tax refund

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enutosi il 3 dicembre a Milano nella sede della Confcommercio locale, l’evento Shopping Tourism, organizzato dalla società di ricerca e consulenza Risposte Turismo (a cui hanno partecipato circa 200 operatori del settore), ha fatto da cornice alla presentazione dello Shopping Tourism Italian Monitor. Lo studio, diviso in due sezioni e quattro capitoli, prende in esame le abitudini e i comportamenti di chi ha come prima motivazione lo shopping nel momento di mettersi in viaggio. Tanto a livello internazionale, che nazionale. L’incidenza del fenomeno in Italia Particolare attenzione è stata posta sul fenomeno entro i confini nazionali, dove rappresenta una grande potenzialità di sviluppo per il segmento della macro-industria turistica. Da un’indagine realizzata su un campione di oltre 700 connazionali emerge come almeno un terzo di italiani si sia messo in viaggio motivato dallo shopping. Per questi, Milano è la destinazione più visitata al mondo (31%) anche se si posiziona al secondo posto come meta associata allo shopping tourism nella percezione del campione (48% dei rispondenti, dietro al 55% raggiunto da New York e davanti al 41% di Londra, al 31% di Parigi e al 18% di Roma). Le motivazioni che spingono a visitare Milano e le altre mete dello shopping tourism sono sostanzialmente le stesse: maggiore scelta rispetto al luogo di residenza (39% dei casi) e prezzi più convenienti (31% dei rispondenti). A livello di merceologie, vince l’abbigliamento (82% delle citazioni) seguito dalle calzature (51,3%) e dai prodotti enogastronomici (43,7%). Prodotti acquistati prevalentemente lungo le vie dello shopping o centri città (76%), negli outlet (57%) e nei centri commerciali (47%).

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La leva del travel retail

Contiguo al fenomeno dello shopping tourism c’è il dinamismo del canale travel retail: sono almeno otto su dieci i turisti italiani che hanno fatto almeno un viaggio per shopping ad aver acquistato negli aeroporti o nelle stazioni ferroviarie. «Nella nostra indagine sul rapporto tra gli italiani e lo shopping in viaggio – ha dichiarato Francesco di Cesare, presidente di Risposte Turismo – emerge come il 20% dei turisti italiani affermi di voler viaggiare per shopping in futuro. Una delle sfide da cogliere è quella di trattenere questo potenziale di domanda il più possibile all’interno dei confini nazionali, agendo su quelle leve che sembrano più di altre motivare il turista italiano orientato allo shopping: approfittare di sconti e saldi, combinare tale attività con la visita a luoghi di interesse culturale, esplorare e acquistare produzioni tipiche». Il tax refund Strumento ancora poco conosciuto dai viaggiatori italiani, il tax refund rappresenta un servizio sempre più apprezzato dai turisti extra-UE. Lo sanno bene i negozi di fascia alta (il 94% dei quali ha attivato il servizio) e quelli appartenenti a catene (92% di attivazione). Secondo i dati che Global Blue ha presentato durante l’evento, in Italia, il Tax Free Shopping da gennaio a ottobre di quest’anno ha registrato un +16%, rispetto al 2018, a fronte di una media europea pari a +10%. Una crescita, quella osservata nel Vecchio Continente, trainata principalmente dai viaggiatori statunitensi (+25%) seguiti dai viaggiatori provenienti dal Sud Est Asiatico (+15%) e da quelli dei Paesi del Golfo che hanno fatto segnare una crescita del 13% nell’ultimo periodo.

Il ritorno brick&mortar Lo shopping tourism rappresenta anche una possibilità di sviluppo per i brand che sviluppano nel retail fisico. Secondo lo Shopping Tourism Italian Monitor, infatti, il peso dei turisti sul totale della clientela in termini di footfall (flussi all’interno dei negozi) rappresenta mediamente il 70% del totale ingressi, e in termini di acquisti è pari al 54%. Distinguendo gli esercizi commerciali indipendenti da quelli appartenenti a catene, il tasso di conversione più elevato si registra tra i primi, in cui entra mediamente un 72% di turisti che poi pesano per il 59% delle vendite totali. In generale, in termini di spesa media, il turista spende più del cliente locale in 3 su 4 dei negozi indagati: «Negli ultimi dieci anni abbiamo rafforzato l’identità del distretto attraverso l’ideazione di format e progetti di marketing territoriale che hanno contribuito a rendere Milano un polo di attrazione a livello internazionale. Abbiamo trasformato uno shopping district in una meta esperienziale che è un mix di cultura e lifestyle di alta gamma», ha raccontato Umberto Griggi, segretario generale di MonteNapoleone District. N.G.



Focus Logistica

P3 Logistics, l’immobiliare dello stoccaggio

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ttiva dal 2001 sotto l’insegna Pinnacle, che dà avvio al proprio business in Repubblica Ceca, P3 Logistics ha saputo adattarsi allo sviluppo del mercato attraendo partner e investitori internazionali. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il fondo sovrano di Singapore GIC che ha spinto l’azienda verso una posizione di leadership in Europa. Tutto grazie a un network di 197 depositi per oltre 4,3 milioni di mq di superficie in nove Paesi. A guidare P3 Logistics in Italia è il managing director Jean-Luc Saporito, a cui r&f ha chiesto di spiegare le direttrici di investimento nel settore logistico. Come si struttura la presenza di P3 Logistics in Italia e quale quota occupa il business italiano rispetto a quello europeo? In Italia abbiamo circa 260mila mq di strutture esistenti e a reddito divisi in sette parchi e sette immobili. Un altro di circa 180mila mq è in costruzione in provincia di Rovigo. Infine, abbiamo anche dei terreni edificabili sia a Roma, per 50mila mq costruibili, che in provincia di Bologna dove gestiamo l’immobile di Lamborghini e Ducati. In totale, a livello europeo, contiamo circa 4,3 milioni di metri quadri. Quindi il mercato italiano rappresenta attualmente circa il 6% del nostro portfolio logistico con la prospettiva di veder aumentare questa fetta nel corso del 2020, quando verranno completati gli ultimi progetti in pipe. In termini di sviluppo, invece, l’Italia occupa il 14% del nostro investimento europeo. Dopo le prime operazioni sotto il brand Pinnacle, l’azienda ha avuto diverse svolte importanti. Quali sono e come hanno impattato sul vostro business? Nel 2013, l’avvento del fondo di private equity internazionale TPG e del suo partner immobiliare Ivanhoé Cambridge che hanno acquisito P3 Logistics da Arcapita realizzando alcune importanti operazioni in Europa Centrale e Orientale da circa un milione di metri quadri. In questo modo è aumentata sensibilmente la nostra presenza sul mercato logistico, ulteriormente

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retail food | gennaio · febbraio 2020

rafforzata nel 2016 dall’arrivo in società di GIC. Il fondo sovrano di Singapore finora ha messo sul piatto 1,8 miliardi di euro garantendoci una crescita costanJean-Luc Saporito, managing te, soprattutto in director di P3 Logistics Italia Europa Occidentale e focalizzandosi sulla velocizzazione un affittuario temporaneo e successivamente delle operazioni di sviluppo: quello che prima abbiamo sviluppato il progetto di espansione facevamo in tre anni di lavoro ora lo facciamo in linea con le performance del committente. in dodici mesi. Questo, se vogliamo, è il nostro punto forte. Come si struttura, più nello specifico, In che modo l’eCommerce impatta sulla l’attività di sviluppo messa in atto logistica? da P3 Logistics? L’eCommerce impatta principalmente sulla tiAccompagniamo i nostri clienti seguendo le pologia di immobili che ci vengono richiesti. Mi tendenze del mercato che richiede sempre spiego meglio: lungo tutta la filiera della distripiù soluzioni customizzate e chiavi in mano buzione l’aumento dei volumi e la velocità delle che si adattano bene alle loro esigenze di creoperazioni richiede spazi adeguati ai compiti da scita. Inoltre, l’attività di sviluppo rappresensvolgere, che sia l’evasione degli ordini oppure ta per noi un modo sostenibile per far crescelo stoccaggio della merce. In seno a questi spazi, re il nostro business al di là degli immobili efpoi, nascono nuovi bisogni e opportunità come fettivamente posseduti. magazzini di prossimità o depositi altamente E quali sono le maggiori esigenze meccanizzati e automatizzati. Certamente, tutdei vostri clienti? to ciò ha un impatto sul retail in senso lato: sofI clienti in generale ci contattano sia in merito ferenza di alcune attività brick&mortar, variaa immobili esistenti che da costruire ex novo. A zioni nelle affluenze verso outlet e centri comlivello di localizzazione ci chiedono di rimanere merciali, traffico stradale generato, ecc. vicino ai nodi autostradali, nel baricentro geoSostenibilità e tecnologia vanno grafico di loro interesse. Le piazze più impora braccetto. Come declinate questo tanti sono Milano seguita da Bologna, Roma e rapporto? Verona. Non trattiamo invece la questione di Il primo passo è quello di verificare la readioperatività interna dei vari siti logistici: moviness degli immobili a ricevere una certificamentazione merci, pedane, scaffali, ecc. zione ambientale, quindi: presenza di luce Qual è l’ultimo progetto di cui vi siete Led, riciclo dell’acqua, sistema di riscaldaoccupati? mento e areazione, ecc divengono strumenti Per quanto riguarda il macrocosmo del reche qualificano in senso sostenibile la struttail, possiamo citare Rajapack che si occupa tura. Alternativamente, consideriamo anche di imballaggi. Ci hanno contattato perché, a il recupero di brown field attraverso azioni di fronte di una costante crescita del loro bubonifica. Infine, siamo fra le prime aziende ad siness, non avevano ancora un volume tale aver sottoscritto il Global UN Compact, un da poter incorporare uno stabile confinante protocollo che impegna la società a pubblie ammortizzare fin da subito l’investimento care ogni anno un report sulla sostenibilità necessario. Ci siamo quindi mossi per trovare della propria attività. N.G.


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Dossier Shopping Mall Taglio Nastro

Non solo food journey a Le Cucine di Curno Di Andrea Penazzi

Il concetto di food hall trova ulteriore applicazione al Centro Commerciale Curno, dove la nuova piazza di oltre 5mila mq porta in dote 17 ristoranti, ma anche aree family-friendly per oltre 350 mq. Al vaglio, da parte delle proprietà, il restyling dell’intero mall

D

ue generazioni di shopping center, una attaccata all’altra, costituiscono ad oggi quello che nel 1994 fu il primo mall acquisito in Italia da Eurocommercial Properties: il Centro Commerciale Curno. A fronte di un investimento superiore ai 10 milioni di euro, lo scorso 28 novembre la multinazionale olandese (nata nel 1991, con un portafoglio di 28 shopping center tra Francia, Belgio, Svezia ed Italia, dove ne conta otto, per un valore com-

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plessivo di 4,2 miliardi di euro) ha inaugurato l’ampliamento dello storico centro bergamasco aprendo al pubblico una piazza da 5.400 mq, denominata Le Cucine di Curno. L’operazione porta in dote 17 ristoranti interni e aree esterne adibite a food truck e dehor. La formula adottata è stata quella della food hall, evoluzione darwiniana della food court, dalla quale si differenzia soprattutto per un diverso e più ampio concetto di servizio al consumatore finale. Non più solo somministrazione,


dunque, con sedute sia pertinenziali dei singoli retailer sia in comune, che si dimostrano di fatto inutilizzate negli orari lontani dai pasti, ma anche spazi per le famiglie e postazioni di co-working attrezzate per la ricarica dei device elettronici e la navigazione su Internet, pensate per attrarre studenti e professionisti durante l’intero arco della giornata. La progettazione de Le Cucine di Curno è stata

affidata alla società di architettura e ingegneria One Works, che con Eurocommercial Properties ha portato a termine una decina di anni prima, al Carosello di Carugate, un’altra piazza di ristorazione altrettanto innovativa per i suoi tempi. Il centro commerciale bergamasco, che prima dell’extension contava sino a 6,2 milioni di visitatori all’anno, punta dunque a incrementare sensibilmente il proprio footfall in virtù di una proposta aggiuntiva, con una funzione anche autonoma che inizia alle 9 del mattino e prosegue sino alle 24. «Per delineare l’evoluzione del concetto di food hall da quello di food court è possibile tracciare un parallelismo con l’evoluzione stessa che negli ultimi anni vede protagonisti i centri commerciali – ha raccontato a r&f Stefano De Robertis, head of marketing di Eurocommercial Properties Italia – Se prima gli shopping center avevano una funzione prettamente commerciale, a cui via via si sono aggiunti spazi comuni e servizi, in una logica di differenziazione complessiva della customer experience, lo stesso sta accadendo alle piazze della ristorazione, che vedono più spazi dedicati ai servizi e i tavolini per mangiare diventare anche postazioni di coworking integrato. A riconferma, degli oltre 5mila mq che costituiscono Le Cucine di Curno, ben 355 mq sono spazi bimbi o family friendly; vi sono inoltre 57 prese per la ricarica di device elettronici e tablet per la navigazione, grazie ai quali si può studiare, lavorare e socializzare. Sono presenti

inoltre toilette più grandi, con aree pappatoie e nursery. Proprio quest’ultime posizionate all’interno delle food court sono diventate un concetto che noi di Eurocommercial abbiamo introdotto a Carosello. E oggi rappresentano un trend. Infine Le Cucine di Curno vive molto di spazi esterni con soluzioni temporary adibite a food truck e street food, a rotazione nel corso dell’anno, e dehors che verranno allestiti in un secondo momento con le insegne Signorvino, Doppio Malto e Fram».

La nuova proposta food

I 17 ristoranti che compongono l’offerta de Le Cucine di Curno rappresentano un food brand mix equilibrato con molteplici proposte enogastronomiche in cui la ristorazione tradizionale incontra le sofisticate tendenze gourmet e dove l’offerta dinamica tipica del fast food dialoga con proposte più slow. Tra i marchi leader della moderna ristorazione vi sono Alice Pizza, Chiquita Fruit Bar, Capatoast, CioccolatItaliani, Dispensa Emilia, Doppio Malto, Fram Fish, Fritto Divino, Johnny Rockets, I Love Poké, KFC, La Piadineria, Màs Mexico, Old Wild West, Rossopomodoro e Signorvino. Alcuni di essi, come Fritto Divino e Màs Mexico, sono presenti per la prima volta in Lombardia. La birreria Doppio Malto è il locale più grande in virtù dei suoi 450 metri quadrati. Ma la novità de Le Cucine di Curno è rappresentata dalla Mainardi Bakery: il locale è firmato e gestito dal noto chef televisivo Andrea Mainardi, testimonial e brand ambassador della food hall. L’offerta gastronomica de Le Cucine di Curno si arricchisce della presenza di food truck che, in modalità temporary e a tema regiogennaio · febbraio 2020 | retail food

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Dossier Shopping Mall Taglio Nastro Proprietà CC Auchan e Brico (47,6%); Eurocommercial Properties (52,4%) Gestione CC Klépierre

PROGETTO IN PILLOLE

Inaugurazione CC

1991

Fonte: ©Edifis Intelligence

Inaugurazione Le Cucine di Curno novembre

nale, saranno allestiti nella piazza esterna, completando con un’apposita proposta street food i numerosi eventi a tema cibo e non solo. Punto di forza de Le Cucine di Curno sarà infatti l’attività di food court marketing dedicata che, con un importante piano di attività e di eventi, sosterrà sia nei weekend che nelle giornate infrasettimanali e in differenti fasce orarie la ristorazione, tra cui spicca una vera e propria accademia di cucina gestita da famosi chef dei più popolari programmi tv, alternati a coinvolgenti show cooking, in programma nel 2020. Per la prima volta in Italia a Le Cucine di Curno vi sarà una speciale area esterna per cani, il Bau Bar, pensata per condividere i pasti insieme ai propri amici animali e dotata di sedute a tema per i padroni, attrezzature per l’agili-

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retail food | gennaio · febbraio 2020

properties

Investimento Circa 10 milioni di euro

Gla totale Oltre 36mila mq Alimentare Conad (dal 15 febbraio 2020)

Proprietà Eurocommercial

2019

Progettazione One Works Gla Oltre 5mila mq Ristoranti 17

Le Cucine di Curno:

5.400 17 600 355 per

e

mq,

ristoranti interni

sedute.

mq di spazi bimbi o family friendly

ty dei cani e distributore con cibo confezionato secco. «Quella di Curno è un’area fortemente competitiva, per cui la presenza di catene ristorative sul territorio è significativa. Durante la commercializzazione abbiamo quindi operato in un’ottica di differenziazione, mantenendo comunque delle catene category killer nei rispettivi settori come componenti del brand mix – ha proseguito Stefano De Robertis – Tra le novità figurano due o tre operatori non presenti sul territorio bergamasco, come Fritto Divino e Fram Fish, oltre ovviamente alla Mainardi Bakery. Ma la diversificazione interessa anche la tipologia di operatori e il servizio, tra quello al tavolo e comune, e lo scontrino medio. Sottolineo che ci sono ulteriori ristorazioni nel centro commerciale, che abbiamo mantenuto nelle postazioni lungo la galleria, come McDonald’s, Cibiamo, Paolino e Giovanni Rana». Ma il progetto de Le Cucine di Curno nasce con l’intenzione di creare uno spazio adibito non solo alla ristorazione. Il piacere di stare insieme, di ritrovarsi e ristorarsi è il leitmotiv dei suoi spazi. Tra le novità, l’area Kids&Family per ristorare e divertire i più piccoli e poter mangiare con loro o rilassarsi mentre giocano, dotata di una zona pappatoia, di spazi reading&learning, area digital con schermi touch e area gaming.


Il progetto

Le Cucine di Curno si presenta come una grande piazza ovale costruita e concepita secondo le più attuali ed ecosostenibili tendenze per gli spazi retail dedicati al food & beverage, su cui si affacciano 17 ristoranti con 600 posti a sedere. Un’area smart & simple, di dimensioni medie, lineare, facile da percorrere, collegata all’esistente galleria del centro commerciale di Curno. Aperta a tutte le ore della giornata, è completata da tre aree bimbi e una speciale area cani esterna, il Bau Bar, ed è dotata di 500 nuovi parcheggi coperti. La grande food hall, che si estende su una superficie di 5.400 mq, è sormontata da una volta a geometria complessa alta 17 metri, la cui struttura è intervallata da porzioni vetrate che consentono alla luce naturale di illuminare lo spazio sottostante. L’ingresso della luce sarà controllato e filtrato in relazione all’esposizione solare: le parti vetrate saranno più ampie nella zona esposta a nord, mentre quelle orientate a sud, est e ovest saranno in parte schermate, in modo da garantire il controllo dell’irraggiamento solare. Internamente il tamburo della cupola è stato rivestito in legno con un pattern che riprende quello della facciata esterna e

che, grazie all’alternarsi di listelli verticali in aggetto e non, consente di migliorare notevolmente l’acustica dell’area di ristorazione. L’inserimento del nuovo volume ridisegna la parte centrale della facciata del centro, con un grande fronte vetrato della lunghezza di circa 20 metri, che costituisce anche un nuovo accesso, contribuendo a far diventa-

Il centro commerciale oggi e domani Inaugurato nel 1991, il Centro Commerciale Curno conta 87 negozi per una Gla complessiva di oltre 36mila metri quadrati. La comproprietà dello shopping center è suddivisa tra una quota Auchan e Brico del 47,6%, mentre Eurocommercial Properties detiene la maggioranza con il 52,4 per cento. Tra i brand più importanti spiccano MediaWorld, Cisalfa Sport, Bershka, Maisons du Monde e Terranova. L’ipermercato, di 11mila mq di vendita, vedrà il prossimo 15 di febbraio il cambio di insegna da Auchan a Conad, con circa una settimana di chiusura per effettuare i lavori. Lavori che non porteranno a una riduzione della superficie ma che dovrebbero permettere la realizzazione di una macelleria con banco servito, di una gastronomia e l’ammodernamento del parco macchinari. Da sottolineare l’apertura al suo interno, con ingresso dalla galleria, di un Pet Store Conad. Il periodo di cantiere de Le Cucine di Curno è stato anche l’occasione per il progressivo restyling di otto negozi e l’apertura di cinque nuovi brand: Jack & Jones, DentalPro, Intimissimi Uomo, NAU! e Conbipel. «Il Centro Commerciale Curno ha 28 anni e, sebbene nel tempo abbiamo sempre mantenuto un certo appeal, necessità ormai di un restyling. Necessità ancora più evidente in seguito all’inaugurazione della nuova food hall», ha commentato Stefano De Robertis di Eurocommercial Properties Italia.

re la nuova food hall una vera e propria destinazione aggiunta al centro commerciale, un luogo di incontro che potrà funzionare anche autonomamente. Il rivestimento esterno composto da listelli verticali in terracotta è stato studiato per armonizzare al massimo il nuovo volume con l’edificio esistente, mentre la scelta di utilizzare questi elementi con differenti

sfumature di colore, texture e dimensioni, consente di conferire al volume dinamicità e movimento. Nell’ottica di massimizzare l’interazione tra interno ed esterno, molti dei ristoranti sono stati dotati di dehor esterni, che sfruttano l’ombreggiatura degli alberi delle aree verdi intono al centro. Con questo stesso obiettivo, di fronte all’edificio si apre una grande piazza che mette in relazione i nuovi ristoranti con l’asse commerciale di via Fermi, in cui potranno tenersi spettacoli e iniziative per grandi e bambini e che, in futuro, verrà ulteriormente ampliata per ospitare i chioschi per i mercatini. Completano il disegno esterno due aree verdi, una allestita con giochi per i bambini e una speciale per i cani. Il tema della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente ha caratterizzato Le Cucine di Curno in tutte le fasi di progettazione e costruzione. Il complesso infatti è stato progettato secondo i criteri del protocollo BREEAM International, adottando soluzioni impiantistiche e architettoniche atte a garantire sia i fabbisogni energetici che quelli idrici-sanitari, contenendo al massimo i consumi e i costi di esercizio, e garantendo il mantenimento nel tempo delle opere, la flessibilità d’uso e le condizioni ambientali necessarie per lo svolgimento delle attività e il benessere delle persone. ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Brick By Brick

La Focacceria Fiordiponti: tradizione ligure, format milanese

Q

uale miglior modo di gustarsi una pausa pranzo veloce o uno spuntino pomeridiano se non poter rivivere, semplicemente camminando sotto casa o vicino all’ufficio, un’esperienza e un sapore unici legati a un ricordo di mare e di sole? Mettendo in relazione l’amore dei milanesi per la costa ligure e le dinamiche di un mercato, quello del food retail, fortemente orientato alla specializzazione del prodotto e a un concept di punto vendita coerente e immersivo, con un ottimo rapporto value for money, nasce cinque anni fa il primo punto vendita meneghino del brand La Focacceria Fiordiponti dal 1982. Da una parte, dunque, oltre 30 anni (allora) di attività portati avanti dalla famiglia Fioridiponti, con al timone Alberto che ha fondato lo storico panificio tuttora operativo a Santa Margherita Ligure nel quartiere Corte. Dall’altra, l’intuito imprenditoriale di Federico Servadio, co-fondatore di La Focacceria e già esperto in ambito retail in quanto socio fondatore di Urban Fitness. Al termine di un anno, il 2019, che ha visto il salto di qualità nello sviluppo del business con la creazione di un centro di preparazione unico, e a poche settimane dall’aperture del primo punto vendita con somministrazione e tavolini

Inizio attività 2014 Punti vendita 6 Dimensione format 30-50 mq Canali Urban Urban e centri commerciali Scontrino medio 7-8 euro Piano sviluppo 10 pdv totali entro il 2020 44

retail food | gennaio · febbraio 2020

Fonte aziendale

L’insegna in pillole

(con la consulenza di Engel & Voelkers Commercial Milano), abbiamo incontrato Federico Servadio per conoscere i prossimi step della crescita di La Focacceria Fiordiponti dal 1982. Facciamo un passo indietro, dalla nascita del brand alla realizzazione del centro di preparazione, avvenuta nel 2019. Come è nato e come si è evoluto questo progetto? Diversi anni fa ho conosciuto il panificio gestito a Santa Margherita Ligure dalla famiglia Fiordiponti, che rappresenta un punto di riferimento per residenti e turisti per la produzione e vendita di focacce. Dopo aver capito che c’era un interesse reciproco nello sviluppare questo progetto su Milano, ho messo a disposizione la mia mentalità imprenditoriale, sviluppata in altri settori come le telecomunicazioni e le reti vendita di telefonia, di energia e poi con Urban Fitness. Abbiamo quindi aperto un primo punto vendita in via Monte Nero cinque anni fa, dotato di canna fumaria: era un classico locale con produzione interna e con un servizio di colazione, pranzo e aperitivo serale. Questo locale esiste ancora e performa molto bene. Tuttavia la sua replicabilità è molto complessa in quanto sono difficili da trovare, oltre che costose da mantenere, delle location posizionate in maniera corretta. Nel tempo ho quindi elaborato l’idea di realizzare un centro di produzione separato, che abbiamo aperto in via Tertulliano, in zona Corso Lodi, circa sei mesi fa. Parallelamente è nato il brand La Focacceria Fiordiponti dal 1982, con un design unico, senza le classiche spighe nel logo, e adatto per attività sia marketing che social. Di qui lo sviluppo della rete, arrivata con l’apertura in via Cusani a quota sei punti vendita. Dopo aver realizzato il forno centrale abbiamo sviluppato una serie di punti vendita pic-

coli, dotati solamente di bancone per l’asporto e senza canna fumaria. Tra questi locali si distingue per il suo successo quello di corso Magenta: presenta una vetrina fronte strada, si estende su 30 mq, è dotato di un bancone, dietro al quale lavorano due persone, più qualche sgabello. Lato prodotto, proponiamo non solo le classiche focacce Genova, Farinata e Recco, ma anche quelle farcite in superficie: ad esempio quella con i pomodorini secchi che è la più venduta, con crudo e pomodori e salmone e avocado. Il coinvolgimento dello chef Matteo Torretta ci ha permesso di proporre focacce con ingredienti gourmet e di avere una visibilità anche social. A fine gennaio sarà la volta di via Cusani, con un locale più ampio dotato di tavolini, nel quale effettueremo anche servizio di somministrazione. Questa scelta è motivata dal fatto che in certe zone vorremmo incrementare il fatturato, inserendo caffè, insalate con focaccia e soluzioni per la sera. Al momento lo scontrino medio è di 6-7 euro, grazie soprattutto alle focacce farcite che possono costare anche 8 euro, mentre il fatturato per singolo locale arriva a 250mila euro annui. Il delivery, portato avanti con Deliveroo e Glovo, incide circa per il 20 per cento. Quali sono i numeri di La Focacceria e gli obiettivi per il 2020? Dai sei locali attuali, contando quello in via Cusani, vorremmo arrivare a una decina entro fine anno, tutti diretti, di cui almeno due all’interno di centri commerciali ubicati su Milano o lungo la cintura urbana. Per farlo si dovrà prima strutturare un modello organizzativo, anche di produzione, che funzioni 7 su 7. I contatti sono avviati. La presenza di uffici, studenti e turisti è il nostro target di riferimento nella scelta delle location. A.P.


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Analisi di Mercato GDO

Il Risiko dei supermercati italiani Di Nicola Grolla

Dall’operazione Conad-Auchan a tutti gli assestamenti di mercato, la distribuzione italiana inizia il 2020 con una certa dose di attivismo societario a cui, tuttavia, fanno da scenario andamenti in chiaroscuro: dalla flessione dei consumi alle vertenze occupazionali, passando per un cambio di format che sembra poter fare a meno degli ipermercati

A

leggere la cronaca economica relativa al business della grande distribuzione organizzata, il 2019 sembrerebbe il resoconto di un Risiko dove i carrelli prendono il posto dei carri armati e si contendono un mercato che ha registrato una crescita del +1,9% nel terzo trimestre e chiude l’anno sul +1,7% (dati Nielsen). L’ultimo lancio di dadi ha visto l’avvio del cambio insegna per 546 punti vendita a seguito degli accordi siglati a settembre 2019 da Carrefour con Etruria Retail e Apu-

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lia Distribuzione. In questo modo, alcuni punti vendita della rete franchising di Etruria Retail manterranno l’insegna La Bottega, mentre il brand Rossotono continuerà a essere presente in alcuni store di Apulia Distribuzione. Ma a tenere banco è stata senza dubbio l’operazione Conad-Auchan, ora sotto i riflettori dell’Antitrust. Annunciato a maggio 2019, per un valore intorno al miliardo di euro, l’accordo fra le due aziende prevedeva il passaggio di parte della rete francese al player italiano (il tutto all’interno di una com-

pleta dismissione del business tricolore che valeva una quota del 6%). A novembre 2019, erano 66 i punti vendita riconvertiti – altri 27 ne seguiranno – e 2.409 gli addetti assorbiti. «Un’operazione complementare in termini di quota di mercato e tipo di format, gli ipermercati», ha spiegato l’ad di Conad, Francesco Pugliese. Resta il nodo dei lavoratori che hanno scioperato il 23 dicembre contro un piano che al momento prevede 3.105 esuberi (sostanzialmente dimezzati rispetto alle stime iniziali).


Fonte: dati Nielsen

rmance positive delle regioni del Sud. – dichiara Laurent Zeller, amministratore delegato di Nielsen Connect Italia fronte di un’inflazione in costante calo dal terzo trimestre del 2018, anche la pressione promozionale si contrae, endo quindi gli acquisti seppure in un periodo di relativa calma come questo.”

Caprotti. Questioni economico-famigliari che non hanno distolto l’azienda guidata dal ceo Sami Kahale dall’acquisizione di sei punti vendita Auchan in Lombardia e dal lancio di montare della Le spesa neloperazioni largo consumo nel continente europeo in generale cresce del +2,2% nelseterzo trimestre delformat. Il primo è La Esse, convedue nuovi è Esselunga che, nell’epoca post-Caprotti altre rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una percentuale spiegata da una crescita dei prezzi del +2,5% nience urbano aperto nel centralissimo Corso nior, sta cercando di cambiare pelle e rafforA beneficiare dei cambiamenti seguiti dalla un calo contenuto dei volumi delrete -0,3%. Italia che rappresenta il primo esperimento di zarsi a livello societario. L’11 gennaio, Maridecostruzione della Auchan Retail Itaquesto tipo per Esselunga. Distribuito su 400 na Caprotti e la madre Giuliana Albera hanno lia (che, secondo le fonti Conad, ha perso un etto alla media europea, per ilfatturato complessivo (+1,9% vs. +2,2%) ma su tre piani, il punto vendita offre mq suddivisi esercitato diritto di prelazione sul rimanente miliardo in trel’Italia anni edunque oggi cedesi 1,1colloca milioni alal di sotto mente sopra media nei volumi di vendita (+1,9% vs. -0,3%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi un ventaglio di circa 2.500 referenze e punta 30% della società in mano a Giuseppe e Viola giorno), anche altri operatori della GDO. Uno vs. +2,5%). tutto sull’esperienza omnicanale per soddisfare i bisogni di spesa della clientela e la fruizione di prodotti in loco. Nel bar del negozio posizioIntervista a Stefano Gambolò, nato al piano terra, con la sua cucina a vista, è direttore marketing di Selex Gruppo Commerciale possibile consumare un pasto comodamente Come si è chiuso il 2019 finanziario di Selex? schissimo e sul potenziamento seduti o bere un caffè gustando i prodotti della Il Gruppo dovrebbe chiudere il 2019 a 11,150 miliardel reparto surgelati. I superpasticceria Elisenda. Al primo piano spazio a di di euro, registrando un crescita del +4.2% rispetto mercati tradizionali saranno freschi, freschissimi e piatti pronti, mentre al al 2018. È positivo anche il dato di crescita della prosempre più specialistici, in partiduttività al metro quadro con un +1,2%. Abbiamo una colare nei freschissimi, proprio per piano interrato il classico market si modernizquota di mercato del 9,7% se consideriamo la nostra mantenere un gap significativo con il preza grazie a una modalità di chekout basato su presenza con iper, super, superettes, discount e drug cedente canale discount. Il tutto, ovviamente, senza tecnologia RFID. Il secondo è il superstore di per un totale di circa 2.300 punti vendita in tutte le trascurare il tema innovazione. Brescia: 4.600 mq all’interno del Triumplina regioni della Penisola, eccetto la Sicilia A livello di referenze, come si compone il Retail Park caratterizzati da un layout totalPer il 2020 sono previsti 300 milioni di vostro merchandise mix e in che percentuale mente rivisto dove il tradizionale fronte casse investimenti. In che modo saranno utilizzati? sono presenti prodotti alimentari e non? viene sostituito dai laboratori di produzione Prevalentemente nella rete vendita. Sono conferSelex Gruppo Commerciale ha una tale varietà di fora vista. Anche Carrefour si è approvvigionata mate 67 nuove aperture e 81 ristrutturazioni, quamat e conseguenti metrature che il mix merchandise da Auchan via Conad con 28 punti vendita del si il 30% in più rispetto al 2018. Ma saremo focalizchiaramente varia di conseguenza. Ma ragionando su formato di prossimità diffusi principalmente zati anche sullo sviluppo dei format, sui nuovi stili store di 1.500 mq, un format rilevante per il nostro di vita e sui consumi emergenti, sulla sostenibilità e Gruppo, abbiamo circa il 70% dell’assortimento dea Milano. Altri gruppi, invece si sono mossi in sull’omnicanalità. dicato al mondo food e il 30% a casa&persona e alle maniera autonoma. È il caso di Végé che ha A che punto è la strategia omnicanale? merceologie varie non alimentari. concluso due operazioni a cavallo dell’anno: Nel 2019 abbiamo implementato il canale eComSomministrazione e grande distribuzione si l’entrata di Bennet nell’alveo delle consociate merce: cosicomodo.it in due anni e mezzo dalla naavvicinano sempre più. Come interpretate e l’accordo relativo ai contratti d’acquisto con scita ha raggiunto i 44 punti vendita che offrono il questa tendenza? Metro Italia (vedi box). Clicca&Ritira e l’home delivery, e stiamo per aprire C’è un’evoluzione nelle abitudini degli italiani dal alla Campania. Il fatturato quest’anno è cresciuto del 70%, un buon segnale. La strada è quella giusta, anche perché l’incidenza del solo Clicca&Ritira raggiunge in alcuni punti vendita il 4-5%. Discount e supermercati, come si differenziano gli interventi su questi due format? «Sicuramente per i discount ci stiamo focalizzando e lo faremo anche il prossimo anno sul fresco e fre-

punto di vista alimentare, noi dobbiamo cercare di intercettare i cambiamenti e andare incontro alle esigenze dei clienti rimanendo fedeli alla promessa di massima qualità dell’offerta. Continueremo a lavorare sulla distintività anche rispetto ai consumi fuori casa. Abbiamo già presente in quasi tutte le nuove aperture di medio /grandi dimensioni uno spazio ristorazione, più o meno ampio, anche in funzione degli spazi disponibili e della location.

Marca e consumi: alti e bassi

A caratterizzare il mercato della GDO sono le performance della Marca del distributore (MDD). Al centro della fiera bolognese Marca (dal 15 al 16 gennaio), un convegno dedicato dove sono stati forniti i dati IRI: un prodotto su cinque della grande distribuzione organizzata è rappresentato da etichette che gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Analisi di Mercato GDO Parole di Francesco Pugliese, ad Conad e Francesco Avanzini, direttore generaleConad

La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia

Ogni 100 Euro di consumi alimentari, il 5,1% remunera gli azionisti della filiera agroalimentare estesa La ripartizione di 100 Euro di consumi alimentari Fornitori di logistica, trasporto, packaging, energia e utenze

32,8 Euro

Personale

Casse dello Stato

31,6

19,9

Euro

Euro

Utile della Fornitori di filiera macchinari e agroalimentare immobili estesa

8,3

5,1

Euro

Euro

Banche

1,2 Euro

Importazioni nette

1,1 Euro

Fonte: The European House - Ambrosetti

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat e AIDA – Bureau van Dijk, 2019

portano lo stesso brand dell’insegna. Nel 2019 questo fenomeno ha messo a segno un +4,6% arrivando a conquistare il 19,9% del mercato complessivo per un totale di 11 miliardi. Certo, anche le vendite seguono i trend dei format, quindi la private label funziona molto bene negli specialisti del settore Casa&Persona e nei discount (rispettivamente, +6,9 e +3,9%) mentre soffre negli ipermercati (-2,9%) che rimangono l’unico canale in sofferenza. Tuttavia, è chiaro per i consumatori il valore della MDD che, secondo quanto stimato dai ricercatori di The Europea House Ambrosetti, fa risparmiare fino a 28 miliardi di euro all’anno; circa 110 euro annui a famiglia. Eppure, questo non sembra bastare a invertire un trend generale in flessione. Nella prima settimana utile non viziata dagli hype vacanzieri, secondo i dati Nielsen per Osserva Italia, il calo a livello nazionale è stato dello 0,86% con picchi del -1,53% al Sud e del -2,43% al Centro. Più contenuta la perdita del Nord Est (-0,45%) e la crescita del Nord Ovest (+0,18%).

I trend in atto

Insomma, dovessimo fare un bilancio, «in questa fase iniziale del 2020 ci si può attendere una stabilità propedeutica a ulteriori inve48

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stimenti», ha affermato Riccardo Passerini, partner EY in Italia. L’evoluzione continua, soprattutto per quanto riguarda i format: «È assodata l’idea per cui le grandi superfici siano in crisi e che l’avvento del digitale non le abbia aiutate. È in corso un ripensamento fortissimo di queste aree rivedendo le modalità di presentazione del non-food, come l’elettronica per esempio, o tramite la creazione di corner che amplifichino la teatralità nel punto vendita facendo leva sul digitale. I clienti sono sempre più consapevoli che online ci si

Presentati alla stampa a metà dicembre, i conti di Conad per il 2019 riscontrano un aumento del 5,9% raggiungendo quota 14,3 milioni di euro (con un progressivo di 800 milioni rispetto al 2018). Dati significativi che si inseriscono all’interno di un attivismo da parte dell’insegna GDO in tema di acquisizioni e riconversioni che l’ha portata a coprire una quota del 13,3% sul mercato nazionale. Consolidata la leadership nel segmento supermercati (22,8%) e quella in alcune regioni italiane, la rete Conad conta 3.651 punti vendita (di cui 515 presenti in comuni sotto i cinquemila abitanti). A questo network si aggiungono altri concept di vendita come 42 distributori di carburante, 139 parafarmacie, 15 ottici e 42 petstore. La conferenza di presentazione è stata anche l’occasione per il confronto con i vertici dell’azienda. «Consapevoli di aver creato sviluppo in una delle fasi economiche più difficili della storia del Paese, cresciamo investendo nello sviluppo di nuove imprenditorialità sui territori e cogliendo nuove sfide», ha affermato l’ad Francesco Pugliese. Sul piatto, fino al 2021, 1,2 miliardi complessivi di investimento. Diverse le tematiche affrontate durante la conferenza: «Il calo della fiducia degli italiani è legato ad alcuni fattori di preoccupazione: il 19% per il lavoro, il 12% per l’ambiente e l’economia. Questo incide sul nostro mondo: solo il 28% crede che sia il momento di fare acquisti», ha affermato Pugliese. D’altro lato, se si consuma meno si consuma meglio: «Il prezzo è ancora fattore competitivo, ma ci sono sempre più prodotti accessibili di fascia premium che sale del 2,6% a valore e pesa per il 32% delle vendite». In termini di sviluppo, «il nostro sguardo è rivolto in avanti con due format: Spazio Conad e Conad City, attrazione e prossimità», ha spiegato Francesco Avanzi, direttore generale di Conad. Sul futuro del retail, Pugliese ha affermato: «C’è difficoltà di standardizzazione, soprattutto per quanto riguarda l’offerta evoluta e ibrida. Il rischio è quello di non cogliere le peculiarità e la domanda del territorio».

Intervista a Giorgio Santambrogio, ad Gruppo Végé A inizio gennaio, alla ripresa dei lavori, Gruppo VéGé ha incontrato la stampa per annunciare le novità 2020. A tre mesi dall’ingresso di Bennet che ha colmato la quota del Gruppo in Lombardia e Piemonte consentendo di puntare anche sul format mini-supermercato, è stata annunciata una nuovo operazione. Si tratta dell’accordo con Metro Italia (49 punti vendita sul territorio per un fatturato di 1,74 miliardi) finalizzato al mercato dei consumi fuori casa. Operativa dal primo gennaio 2020, la partnership si svilupperà in ottica B2B: «La ristorazione diventa sempre più concorrenziale alla distribuzione a causa delle mutate abitudini di consumo. Ma i ristoratori si riforniscono nei nostri network e per questo vogliamo incidere sulla filiera a partire da un preciso anello della catena», ha affer-

mato Giorgio Santambrogio, ad di Gruppo VéGé. In questo modo, l’azienda sale a 35 imprese mandanti, un fatturato al consumo stimato a fine 2020 di 10,9 miliardi euro generato da una rete multicanale e multinsegna di 3.528 esercizi commerciali. Con l’amministratore delegato, r&f ha commentato i dati. Ai nastri di partenza, Gruppo VéGé si presenta rafforzata. Il fatturato 2019, anche se stiamo ancora raccogliendo i dati dai nostri associati, si dovrebbe chiudere con un +3,41% a rete costante e sta rasentando il +10% a rete


possa informare in maniera esaustiva ma per concretizzare l’acquisto si preferisce il negozio. Circa il 70% delle decisioni di acquisto viene fatto online, ma il 90% delle transazioni avviene nel canale fisico. Tutto ciò ci dice due cose: la prima è che non esistono modelli di gestione separati per i canali di vendita, ma dobbiamo confrontarci con il comportamento del cliente. La seconda è che iniziamo ad avere lo sviluppo di superfici più piccole, che fanno da vetrina per un mondo più ampio attraverso l’introduzione di touchpoint digitali che espandono le referenze a scaffale», ha concluso Passerini. In termini di industria, invece, la GDO deve ricalibrare il proprio peso all’interno della filiera agroalimentare estesa. Secondo un position paper stilato da The European House Ambrosetti «la distanza fra distribuzione e industria di trasformazione va allargandosi. Abbiamo messo a confronto il 2011 con il 2017, e la quota di utile che va alla GDO rispetto al totale della filiera si è assottigliata dal 13,1% all’11,8%. Se guardiamo invece la percentuale dell’industria di trasformazione, si passa dal 41,1% al 43,1%. Da notare che la contrazione delle quote è un fenomeno che ha coinvolto anche l’agricoltura e la ristorazione, mentre a trarne maggiori frutti è stato il comparto dell’intermediazione commerciale – categoria in cui sono inseriti i grossisti», ha spiegato Benedetta Brioschi, responsabile scenario food&retail di The European

corrente perché abbiamo registrato diverse aperture. Sostanzialmente, in un mercato complesso come quello della GDO italiana, manteniamo una solida posizione di vertice. Con l’arrivo di Bennet, MultiCash e Metro Italia dobbiamo saper conciliare la nostra capacità d’acquisto centralizzata con la personalizzazione della singola insegna. Diversificazione è la parola chiave del vostro sviluppo. Cosa significa? Sullo stesso territorio posso accedere a diverse offerte del Gruppo VéGé: dal cash&carry al superette, passando per il supermercato e la drogheria. Qualche best practice? A Catania abbiamo un Decò Gourmet dove c’è la possibilità di partecipare a una degustazione enoga-

Intervista a Marco Pedroni, presidente Coop Italia Come si è chiuso il 2019 finanziario di Coop? E quali progetti per il 2020? Il 2019 è stato un anno di contrazione dei consumi reali; soprattutto nella seconda parte Coop mantiene i valori di fatturato dell’anno precedente pur a fronte di una deflazione alla vendita di quasi l’1%, ovvero: 14,7 miliardi di giro d’affari complessivo di cui 13,4 miliardi solo retail con una quota di mercato pari al 13,5%. I nostri obiettivi nel 2020 si concentrano più sulla crescita dei clienti che sulla crescita del fatturato. Per farlo potenzieremo molto l’area delle attività comuni tra le cooperativenonché le attività promozionali, di comunicazione, sociali e di loyalty. In termini di omnicanalità e digitalizzazione, come procede lo sviluppo dei servizi nelle varie cooperative? Abbiamo esperienze diverse fatte dalle singole cooperative sa livello nazionale. Una è EasyCoop, l’eCommerce di Coop Alleanza 3.0 avviato a Roma e poi esteso a parte dell’Emilia e del Veneto. Un servizio avanzato e innovativo di spesa online con oltre 10.000 prodotti in assortimento di cui 3.000 freschissimi. L’altra è CoopDrive, esperienza delle cooperative del NordOvest, il servizio è attivo in varie città con acquisto online e ritiro in aree dedicate del punto vendita. E nel caso del supermercato Coop a Milano Bicocca la spesa fatta online si può ritirare nei locker refrigerati. In generale, penso che l’importanza del web e della digitalizzazione crescerà molto. Noi abbiamo scelto di integrare il digitale nella nostra rete fisica, scommettendo sul fatto che il negozio cambierà pelle ma rimarrà protagonista. L’ultimo rapporto Coop mostra che i consumi degli italiani si fanno sempre più consapevoli. In che modo il merchandise mix va incontro a queste esigenze? È cambiata la propensione agli acquisti e continuerà a cambiare. I nostri consumatori, per oltre il 75% soci di Coop, hanno in un certo senso precorso i tempi stimolandoci in maniera positiva. Le richieste di informazioni sulle filiere dei prodotti, le domande sull’origine delle materie prime, sull’etica di chi produce, sulla sostenibilità ambientale del prodotto sono da molto tempo il nostro principale stimolo a far meglio. È un circolo virtuoso, impegnativo per Coop e benefico per tutto il mercato. Per esempio sulla plastica, nel 1980 i soci Coop lanciarono una cam-

stronomica all’interno di un’area dedicata del punto vendita. E lì di fianco, sempre in capo alla stessa rete, c’è un Cash&carry che rifornisce i ristoratori della zona. In Campania abbiamo degli imprenditori che frequentano assiduamente lo store, stanno con i clienti tutto il giorno offrendo loro prodotti e possibilità di socializzare. Infine, c’è un tipo di offerta per cui prezzo basso e profondo assortimento fanno la differenza. Con Bennet è arrivato il format Drive. Che progetti per l’omnicanalità? Vogliamo imparare da loro come fanno e riprodurre lo stesso servizio in altri punti vendita della rete. Per quanto riguarda l’aspetto digitale, invece, stiamo lavorando sull’eCommerce.

pagna per disincentivare l’uso dei tradizionali shopper e un appello a non abbandonarli nell’ambiente. Non è un caso quindi che nel 2009, ben prima che la normativa rendesse obbligatorio il superamento degli shopper in plastica, Coop avesse già attuato la sostituzione, evitando l’immissione nell’ambiente di circa 450 milioni l’anno di sacchetti tradizionali. Somministrazione e grande distribuzione si avvicinano sempre più. Come interpretate questa tendenza in termini di format e offerta? Le esperienze più recenti e strutturate sono quelle di Nova Coop, la cooperativa di consumatori che opera in Piemonte. Nei punti vendita di Cuneo e di via Botticelli a Torino sono stati aperti i Fiorfiore Cafè, ovvero spazi che a fianco di un servizio tradizionale di caffetteria e bar offrono la possibilità di scegliere preparazioni gastronomiche fino ad oggi disponibili solo all’interno del punto vendita, privilegiando i prodotti a marchio Coop e le eccellenze del territorio. In generale, la diffusione di attività di somministrazione/ristorazione nei supermercati o ipermercati è connessa a tre aspetti: l’evoluzione della domanda consumatori, l’idea che il negozio è luogo di incontro e di socializzazione e non solo di distribuzione delle merci, la possibilità di valorizzare ulteriormente i nostri prodotti di MDD. Parallelamente, le grandi superfici stanno cambiando pelle riducendo gli spazi e incorporando servizi aggiuntivi e maggiore non-food. Come impatta questo fenomeno sulla rete di vendita? E sul personale? Le nostre cooperative hanno affrontato il tema, alcune in modo più radicale come Unicoop Firenze che è uscita dal formato iper, altre riducendo le superfici o progettando strutture medie. In generale, si valorizza il food, soprattutto i freschi e i freschissimi, si riducono abbigliamento, multimedia ed elettrodomestico. Tutto questo però deve tener conto del posizionamento del punto vendita; in aree urbane ben collocate e servite anche iper di taglia media continuano a far molto bene. Di certo non ha più senso considerare separati i diversi formati, ma parte di un unico contesto competitivo.

House Ambrosetti. Più in generale, «la filiera nel suo complesso ha registrato performance molto positive, con più di 530 miliardi di fatturato, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente, e un valore aggiunto di 120 miliardi dovuto al lavoro di 3,6 milioni di occupati». Eppure «c’è bisogno di una maggiore razionalizzazione affinché il bilanciamento della ricchezza di filiera non avvenga a discapito di qualcuno. In questo senso, aziende ancora troppo piccole, nonostante l’eccellenza del risultato, non risultano competitive a livello extra-nazionale penalizzando l’export, che rappresenta una leva fondamentale per il comparto». ¢ gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Focus Tecnologie per il Retail

Foto di LG Electronics

L’era dell’experience economy Di Andrea Penazzi

Sicurezza, sistemi di pagamento e punto cassa, comunicazione in-store attraverso digital signage e ancora cloud computing: sono solo alcuni tra i più importanti ambiti di sviluppo della tecnologia per il mondo del retail. Strumenti ormai indispensabili per gestire le attività sia di back che di front end

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onostante il fattore umano, in primis il sapersi rapportare al cliente finale da parte degli addetti alle vendite, rappresenti tuttora un fattore determinante per il successo di un retailer, la tecnologia è ormai dirimente

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nell’affrontare un mercato sempre più competitivo e veloce. Un’ulteriore conferma, in questo senso, arriva da una recente ricerca condotta da M-Cube e dall’Università Bocconi di Milano, focalizzata sulla percezione delle tec-

nologie nel punto vendita. Nello specifico, lo studio ha indagato la percezione delle tecnologie e delle soluzioni digitali installate nella rete di punti vendita retail e, di conseguenza, la loro efficacia in termini di utilità, facilità d’adozione e impatto sul ruolo del personale,


sull’esperienza d’acquisto e sui risultati del negozio. Ad emergere, in primis, il dato che per oltre il 75% degli intervistati la tecnologia è ritenuta decisamente utile, senza differenza per genere, età, nazione di provenienza, livello di istruzione e durata media dello shopping. In particolare, però, l’utilità della tecnologia risulta maggiore per i più giovani e per chi è cliente abituale del brand. Analogamente la tecnologia è ritenuta facile da usare, di nuovo senza distinzioni particolari nel campione, benché con incidenza superiore nella fascia relativa ai giovani e agli istruiti, che la valutano come più pratica e intuitiva. Per circa l’80% degli intervistati, tuttavia, la tecnologia impatterà sul ruolo del personale, il cui cambio di ruolo è atteso maggiormente dai clienti più giovani e istruiti. In particolare, inoltre, l’utilità della tecnologia viene associata all’impatto che essa ha sul personale soprattutto se la promessa alla base intende dare libertà al cliente nell’esperienza d’acquisto (capacità di orientarsi nella proposta e nella customer experience, consultazione cataloghi e raccolta di informazione e infine metodi di check-out). Per quanto riguarda invece l’impatto che la tecnologia ha sulla percezione del brand secondo il cliente, il riscontro è largamente positivo: per il 73% la tecnologia cambia in meglio la percezione del brand, soprattutto per i clienti abituali e quelli di età giovane. Inoltre, l’attitudine al passaparola positivo sul negozio è molto elevata per tutto il campione. Ne consegue, infine, che l’utilità dei contenuti digitali in store è responsabile dei risultati del negozio, per effetto sul branding, sull’esperienza d’acquisto e sul passaparola aumentati dalla tecnologia.

guito di un parere del Garante Privacy (che specifica che, se non vengono registrate delle immagini, le telecamere sostanzialmente non ricadono nella restrittiva regolamentazione privacy), è stato di fatto sdoganato il riconoscimento facciale. La nostra soluzione di conteggio persone prevede, tramite tecnologie di riconoscimento facciale, l’identificazione (senza registrazione, quindi in linea con le direttive del Garante) del sesso e dell’età del consumatore. Si tratta di elementi di grande interesse per chi ha importanti flussi commerciali: siamo quindi certi che questo tipo di profilazione rappresenti un’opportunità per gli operatori del settore retail. Parlando di sviluppo hardware, quali saranno le caratteristiche dei modelli Hikvision nel 2020? Si va verso funzioni di videoanalisi sempre più spinte e potenti incorporate nelle telecamere, che garantiscono che l’allarme scatti LE INTERVISTE AI FORNITORI solo quando ce n’è davvero la necessità, oltre a una sensibilità alla luce sempre maggiore Gianluca De Simeis, KA & Vertical e a risoluzioni sempre più elevate. sales manager presso Hikvision Il tutto a costi ogni giorno più accessibili. Molto interessanti sono poi le novità che inteLe telecamere, oltre ad ressano le nostre telecamere assolvere il compito della termiche: compatte, ma con sicurezza, sempre di più le stesse funzioni dei modelli permettono l’implementazione top di gamma, sono estremadi nuove funzioni, legate ad mente competitive e quindi ideesempio al monitoraggio dei ali per gli operatori del settore flussi e quindi allo studio del Gianluca De Simeis retail, che potranno vedere ancomportamento del consumatore. Lo sviluppo tecnologico, in ambito che di notte grazie alla tecnoloretail, verso quali ulteriori funzioni sta gia termica. andando? Declinando le vostre proposte in L’evoluzione tecnologica si sta dirigendo verbase a specifici contesti, quali sono le so una forma di profilazione sempre più spevostre soluzioni retail in store e più cifica e raffinata del consumatore (e in gein generale all’interno delle gallerie nerale delle figure rilevate dalle immagini: commerciali? persone, cose, targhe). In particolare, a seLe soluzioni di business intelligence (con-

teggio persone per tracciare traffico e volume dei clienti, mappe di calore per comprendere cosa va per la maggiore e rilevamento code in tempo reale per migliorare l’esperienza d’acquisto della clientela) sono ormai essenziali per garantire la sicurezza degli locali, ma anche e soprattutto lo sviluppo del business dei negozi, grandi o piccoli che siano. Per le gallerie commerciali, caratterizzate da grandi superfici anche esterne (es. parcheggi), dove occorrerebbe mettere in campo un elevato numero di apparati di ripresa e dove l’avvicendarsi di luce e buio potrebbe dare problemi di qualità dell’immagine, suggeriamo le telecamere panoramiche Panovu, dotate di tecnologia Darkfighter. Esse garantiscono immagini nitide e fruibili in tutte le condizioni di luce e su aree estremamente ampie, senza perdere nessun dettaglio (come accade invece con le comuni speed dome, che mentre si concentrano su un’area non registrano sui punti non inquadrati). Il tutto installando un unico apparato di ripresa e posando un cavo soltanto. Può raccontarci una case history recente di particolare successo in ambito retail? L’ultimo lavoro, svolto a favore di uno dei principali player nella distribuzione di articoli elettronici e di telefonia, prevedeva la protezione di grandi superfici con notevoli quantità di merce di alto valore. La protezione è stata estesa dall’area vendita ai magazzini, fino alla parte esterna dei parcheggi e delle aree circostanti all’edificio (che soffriva un alto rischio furto, sia di giorno che di notte). Sono state utilizzate telecamere panoramiche Panovu a 360°, che incorporano 8 camere ad alta risoluzione, fornendo un’immagine complessiva ad altissima definizione dell’intera struttura.

Giorgio Benevelli, presidente di Italretail Srl

Con la tecnologia sempre più protagonista all’interno del pdv e nella customer journey, il punto cassa Giorgio Benevelli e la fase di pagamento diventano centrali. Verso quali soluzioni tecnologiche sta andando il mercato? Nel corso del 2019 il punto cassa è stato interessato da un’accelerazione tecnologica senza precedenti, che ha comportato la trasformazione dell’apparecchio Misuratore Fiscale ancora legato a una legge del 1983, seppur con gennaio · febbraio 2020 | retail food

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Focus Tecnologie per il Retail

successive modificazioni - nel nuovo Registratore Telematico, che sfrutta l’impiego delle attuali reti di telecomunicazioni per effettuare l’invio telematico dei corrispettivi. Il Registratore Telematico impiega tecnologia già predisposta per l’introduzione di nuove modalità operative, con l’invio di ulteriori tipologie di dati già a partire dal 2020 (pensiamo, ad esempio, alla cosiddetta Lotteria degli Scontrini). Ma al di là degli aspetti legati ai cambi normativi, il punto cassa moderno, sempre più connesso, è diventato ormai il punto nevralgico nella gestione della propria attività: strumento indispensabile per automatizzare e migliorare l’efficienza dei processi operativi, che consente di inviare dati in tempo reale verso altri software, sedi remote e servizi cloud. Oltre ai pagamenti elettronici, anche quelli in denaro contante hanno subito negli ultimi anni un processo di evoluzione e automazione, con la comparsa sul mercato di soluzioni professionali per il trattamento del denaro che, un tempo appannaggio della Grande Distribuzione Organizzata, grazie alla riduzione dei prezzi e delle dimensioni ora diventano appetibili e accessibili anche per molte altre tipologie di attività Retail. I numerosi vantaggi derivanti dall’impiego di queste macchine interessano sia l’esercente che la clientela. Restando sul tema dell’evoluzione e dell’innovazione tecnologica, quali sono le vostre soluzioni pensate per le catene food e non food? Italretail per prima ha creduto nell’enorme potenziale delle soluzioni di cassa basate su sistema operativo Android, mentre i competitor erano ancora focalizzati sulle classiche soluzioni Windows. Gli importan52

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ti investimenti effettuati ci hanno permesso di acquisire un significativo vantaggio competitivo e di proporre sul mercato soluzioni efficienti, veloci, moderne, accessibili all’acquisto e caratterizzate da bassi costi di gestione. Ma la scelta hardware non è il solo fattore determinante nel successo delle nostre soluzioni: il vero cervello del punto cassa è costituito dai due software che sviluppiamo internamente: CashAndra - specifico per il mercato retail – e RistorAndro – specifico per il settore della ristorazione. Il nostro team di sviluppo dispone di una visione completa di quelle che sono le esigenze sia degli esercenti che dei tecnici che effettuano installazioni e manutenzioni. I nostri software sono in costante evoluzione e rispondono in maniera efficace alle esigenze specifiche di singoli negozi, che hanno bisogno di funzioni gestionali da affiancare alle attività di vendita, come a quelle di catene di negozi, che necessitano invece di scambi costanti di dati con altri applicativi. A seguito dell’uscita di scena della Ricevuta Fiscale, numerose categorie di attività che la utilizzavano hanno ora adottato il Registratore Telematico. Come funziona la vostra rete distributiva in Italia? Italretail distribuisce le proprie soluzioni tramite una rete commerciale composta da area manager e da oltre 400 rivenditori autorizzati distribuiti in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. Per i nostri partner organizziamo periodicamente presso la nostra sede corsi introduttivi e di aggiornamento e mettiamo a disposizione un servizio di assistenza dedicato, con tecnici specializzati in grado di assistere i Registratori Telematici per hardware e firmware, oltre a un help desk di secondo livello per le esigenze riguardanti i software da noi sviluppati.

Nicola Micali, business solutions product & marketing manager di LG Verso quali soluzioni e funzionalità sta andando il comparto del digital signage? Parlando di monitor signage, in Italia negli ultimi anni si è vissuto un vero e proprio boom: una crescita a valore nel 2017 rispetto al 2016 di quasi il 30%, nel 2018 rispetto al 2017 intorno al 15% e ancora di quasi 5 punti nel 2019. Questo trend è da spiegarsi con Nicola Micali il processo di digitalizzazione in atto, alimentato dalla necessità di comunicare in maniera dinamica. Per tale motivo, i dispositivi non sono più utilizzati solo nei classici scenari di viaggio come aeroporti e stazioni ferroviarie o nelle grandi strutture, ma anche le piccole e medie attività commerciali fanno sempre più uso di questi schermi, che poi possono essere combinati o installati singolarmente. Quali sono le vostre soluzioni in funzione dei vari contesti e dei target di riferimento? LG Electronics offre un ampio ventaglio di soluzioni. Quella Oled è una tecnologia che in ambito business ci ha consentito negli ultimi due anni di realizzare schermi prima impensabili. Cito tra tutti l’Oled in Glass, particolarmente studiato per il retail del lusso, è bifacciale e incastonato in una elegante cornice di vetro. Ci sono poi i Wallpaper: dei fogli elettronici spessi poco meno di 4 millimetri, che è possibile anche curvare. Fino ad arrivare all’Oled Transparent, presentato nel febbraio 2019 ad Amsterdam e arrivato a metà anno circa sul mercato italiano. Sono tutti display non retroilluminati, per cui i vantaggi princi-


pali sono la qualità delle immagini, con il nero perfetto e il contrasto infinito, e l’estetica in virtù di spessori estremamente sottili. Tra le altre soluzioni menziono l’Ultra Stretch: un LCD retroilluminato a led dalla forma particolare, largamente utilizzato sia in Italia che all’estero in ambiti come il retail e il transportation. Infine quelli ad alta luminosità, che ultimamente sono sempre più richiesti in ambito discount e mall: rispetto ai tradizionali che vanno dai 350 ai 700 nit, questi arrivano sino 4000 nit. Tali monitor vengono installati o nelle vetrine o all’esterno, per cui sono concepiti per resistere ad acqua, polvere e umidità, e allo stesso tempo per contrastare sia l’illuminazione naturale che quella artificiale. Questi monitor possono interfacciarci tra loro o con altre tecnologie per offrire una comunicazione ancora più personalizzata al cliente? Buona parte di questi sono dispositivi intelligenti, alla pari di smartphone e smart tv. Li chiamiamo monitor webOS, in quanto dotati di un sistema operativo LG che consente di creare un ecosistema, oppure attraverso il protocollo beacon possono interfacciarsi ad esempio con gli smartphone grazie ad App sviluppate ad hoc. Possono avere anche interazioni attraverso sensori NFC o barcode. In questo momento, tuttavia, il mercato tende ancora a utilizzarli per il delivery del contenuti e non per alimentare eventuali interazioni. Infine, può raccontarci le principali case study di recente realizzazione in ambito retail piuttosto che travel come aeroporti e stazioni ferroviarie? Partendo dagli aeroporti, il Marco Polo di Venezia ha scelto le dotazioni della divisione Business Solutions di LG Electronics per migliorare l’esperienza visiva e la fruizione delle informazioni da parte dei passeggeri. Il sistema informativo al momento è composto da quasi 500 monitor. Per quanto concerne la moda, nel 2019 abbiamo collaborato con Trussardi: è stato il primo case study a livello europeo con Oled Transparent, che è stato installato in Piazza della Scala durante la Milano Design Week. Un’altra realizzazione è avvenuta nel corso di Apritimoda 2019: LG ha contribuito alla realizzazione di una suggestiva installazione composta da 9 monitor Ultra HD posizionati al quinto piano dello storico Palazzo Trussardi alla Scala. Ancora a Milano, ma in ambito food, nei quick restaurant di Poke House abbiamo installato dei videowall per la visualizzazione delle menu board, caratterizzate da cornici spesse soltanto 0,9 millimetri.

Massimo Savazzi, CX Sales

object). Alla base, l’assunto che il ruolo e la responsabilità della persona rimangono totali, con l’intelligenza artificiale a suo servizio. Come Oracle, La tecnologia è sempre più sulla parte infrastrutturale, protagonista della customer a novembre abbiamo lanciajourney. Verso quali soluzioni to il concetto di Generation 2 sta andando il mercato e quali Cloud, in quanto ci siamo resi sono le proposte di Oracle? conto che lo sviluppo esponenOracle è una delle poche aziende, nel Massimo Savazzi ziale della tecnologia comporpanorama tecnologico, a coprire tutti i ta difficoltà all’uomo anche nella gestione processi di front end, quindi relativi alla cudell’infrastruttura stessa. stomer experience, di back end e anche reParlando di ingegnerizzazione lativi al personale, quindi HCM (human cadei processi, si staglia la rivoluzione pital management). La società ha costruito in atto della logistica. una strategia a 360 gradi finalizzata ad aiuCon il concetto di Prime, Amazon ha evoluto tare il processo di evoluzione delle aziende l’economia dell’esperienza nell’eCommerce. in tutta la loro struttura: dal personale alla Ha creato un percorso a livello esperienziale value chain, dalla supply chain ai meccaniche ha trasformato il significato stesso di losmi di produzione, sino alla relazione con gistica, rendendola una parte fondamentale il cliente finale. L’elemento fondante sono i nella relazione brand-cliente. Un esempio dati e Oracle, nel mondo, è la data company di questa evoluzione: una catena come Doper eccellenza. Negli ultimi anni ci si è resi mino’s Pizza fa addirittura vedere al cliente conto che, con l’introduzione dell’IoT e la non solo la posizione ma anche la temperasparizione del confine tra mondo fisico e ditura della pizza nel suo percorso di delivery. gitale, c’è una mole di informazioni enorme E il cloud serve, perché tutto questo procesnon paragonabile al passato. A fare la diffeso deve essere monitorato, con il brand in renza, oggi, la disponibilità di tecnologie in qualità di referente e responsabile. Parallegrado di attivarli istantaneamente. In quelamente sta aumentando il carico stesso delsto scenario, il concetto di customer journey la logistica, per cui c’è una differenziazione diventa molto importante, a tal punto che a più livelli, con hub cittadini, di quartiere e si è arrivati al concetto esteso di experiencentrali, che porta a un processo di reinterce economy, che prevede una completa inpretazione del ruolo degli attori impegnati gegnerizzazione dell’esperienza, non solo in questa catena. nella relazione persona-brand ma anche per Di conseguenza, come si evolve il personale dell’azienda e nei vari procesl’eCommerce? si interni. L’eCommerce è ormai il touch point primaArriviamo quindi alla funzione della rio in termini esperienziali di vendita. E non realtà virtuale. solo: il momento dell’acquisto deve essere L’uomo non è più in grado di processare inserito all’interno del contesto relazionale, l’immensa mole di dati a disposizione, quinper cui devono esservi agganciate tutte le atdi ha bisogno dell’intelligenza artificiale. Da tività del cosiddetto modern marketing. L’ecirca un anno abbiamo iniziato a parlare Commerce, inoltre, deve permettere espedel concetto di augmented: come ad esemrienze in realtà virtuale o aumentata, e inpio l’Augmented SFO (Space, Fashion and cludere tutte le modalità di pagamento, per cui comparta l’integrazione del back end. Infine, può raccontarci le best practice realizzate da Oracle con brand di moda, ristorazione, lusso, ecc? Abbiamo lavorato con una primaria casa automobilistica sportiva italiana, che, nel ripensare il proprio processo in una forma esperienziale, ha ridisegnato l’accompagnamento del cliente dalla fase di acquisto a quella della consegna. Giglio Group, che realizza l’eCommerce per numerosi fashion brand, ha scelto Oracle per trasformare l’acquisto online in un momento esperienziale fondamentale. E ancora con Moleskine, che ha rivisto il proprio eCommerce e il suo portale online fondendoli. ¢ development director & eXperience strategist di Oracle Italia

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Formazione & Customer care

Gli angeli di ATM

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novembre mi sono recato allo spazio ATM con tutti i documenti necessari per il permesso di circolazione della mia auto diesel. Appena arrivato all’ingresso mi accoglieva, come previsto, una lunga fila di persone di tutte le età, di nazionalità diverse, ordinatamente in coda assistite da due persone con un pettorale giallo per farsi riconoscere chiamati Tutor di Linea. Questi offrivano un sorriso e, con garbo e tranquillità, l’aiuto necessario rispondendo alle domande di tutti indicando a quale sportello avrebbero dovuto presentarsi per la richiesta dell’abbonamento ai mezzi pubblici con tariffe agevolate. Questi angeli dal pettorale giallo, che ho scoperto poi essere due persone che in genere verificano sui mezzi pubblici chi ha il biglietto timbrato e chi ha fatto il furbo, non sono di ATM ma del Comune e parte dello spazio dell’ufficio permessi aree B e C è in concessione ad ATM. Mi stavo mettendo in coda quando l’uomo dal pettorale giallo mi rivolge un sorriso, dicendomi che per quello che mi serviva non dovevo fare quella coda, ma entrare direttamente, avvicinarmi al totem e digitare l’operazione richiesta in modo da avere un numero con l’indicazione del mio sportello. Intanto mi sedevo in attesa del mio turno che arrivava inaspettatamente in 3 minuti, perché in realtà dietro agli sportelli ci sono dodici persone che si attivano per sveltire le operazioni. La signorina del mio sportello mi accoglie con un grande sorriso, legge i documenti che ho portato, mi rassicura che sono a posto, che il permesso mi è concesso, e chiede il parere anche di un’altra signorina che a sua volta mi si avvicina, anche lei sorridendo, e mi rassicura. In 15 minuti ho fatto tutto e posso circolare fino al 2022, perché prima di andarmene il mio piccolo angelo dello sportello 3 mi consegna, senza averlo ne-

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anche chiesto, un foglio con elencati gli anni in cui scadranno i permessi per le macchine con emissioni gas proibite. Sono talmente stupito di trovarmi addosso tutta l’empatia dell’ufficio che ringrazio, mi complimento con le signorine e chiedo di parlare con il gestore di tutta questa quantità di angeli del cittadino. Si chiama Attilio Leoni e quando sente i miei apprezzamenti per tutto quello che ho visto e provato mi fa sedere e mi racconta la sua filosofia e metodologia di formazione basata sui corsi di neuroscienza che lui ha fatto e sul corso all’ascolto che sta seguendo e che fa seguire al suo team dell’ufficio. Non solo: telefona poi al suo diretto superiore, architetto Fabio Mosconi, direttore area servizi diversificati che, come top manager ATM, ha dato il via da tempo a una rivoluzione epocale del personale a contatto con il pubblico: autisti, controllori, e personale degli uffici e degli sportelli che sono davvero tanti. Nell’ufficio degli angeli ATM sono in 32 dei quali 12 si alternano nel front office. L’architetto Mosconi mi spiega che tutto il personale ATM segue corsi di formazione diversificati condotti non dai soliti formatori in aula di neuroscienza, ma anche sul campo. Formatori dei corsi, recentemente sono stati il presidente dei City Angels di Milano, un criminologo di fama e altri professori di corsi relazionali. Mi spiega anche che, in alcune occasioni difficili per i milanesi, tutti i dirigenti e i funzionari degli uffici ATM di Milano, inclusa la segretaria del direttore generale, con un pet-

torale ATM scendono per le strade ad aiutare e dialogare con i cittadini, ad ascoltare i loro problemi e cercare di risolverli con un sorriso. Ha organizzato anche corsi digitali, di lingua inglese, e continui corsi di aggiornamento sulle innumerevoli procedure del Comune di Milano. Ma come viene selezionato il personale che sta a contatto con il pubblico? L’ufficio personale di ATM è composto da 12 dirigenti che nella fase 1 preparano una griglia di requisiti. Chi risponde a questa griglia viene selezionato. Non perciò solo chi ha un curriculum di studi prestigioso. Quello che conta sono i precedenti incarichi a contatto con il pubblico. La successiva fase 2 spetta all’architetto Fabio Mosconi che incontra i selezionati e pone loro una prima domanda. “Come sei uscito dalle situazioni difficili della tua vita?” Un po’ a modello Richard Branson che chiede nei colloqui che ho fatto quando lavoravo con lui “Dimmi quanti fallimenti hai fatto nella tua vita e raccontami come ti sei risollevato”. I miei due angeli dell’ufficio che mi hanno assistito erano precedentemente entrambe disoccupate ma la prima aveva lavorato come cameriera in un ristorante e la seconda come commessa in un negozio: subito scelte in ATM per il contatto con le persone perché molti manager delle prestigiose università con i loro master in Italia e all’estero, non possiedono quella predisposizione naturale all’empatia, al sorriso e a quella umanità che al giorno d’oggi è necessaria in ogni situazione dalla vendita di prodotti ai servizi e alla consulenza. L’empatia è un movimento spontaneo dettato dai valori, dalla generosità e da tutta quella umanità che magari pensavamo di non possedere per gli altri esseri umani. L’empatia è spontanea, autentica, sincera e nobile perché è un dialogo tra due anime. Alberto Pasquini


CARTA, ENERGIA PER LA MENTE Il 60% dell’energia usata per produrre la carta in Europa è rinnovabile. Leggere su carta non consuma e rimane impresso. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: Statistiche CEPI, 2018 CEPI rappresenta il 92% della produzione europea di carta e paste per carta


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f Servizi e Fornitori News VERSATILITÀ, SOLIDITÀ E ANIMA GREEN PER ONFRAME DI MASSERDOTTI

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n continua evoluzione a fianco degli operatori retail, il Gruppo Masserdotti mette a disposizione Onframe, una nuova business unit dedicata a catene, brand e player della GDO con il compito di supportarli nello studio e nella realizzazione on demand di frame e light box in alluminio e tessuto totalmente personalizzabili. Capaci di conferire eleganza e praticità alla comunicazione indoor, le soluzioni Onframe coniugano l’estrema facilità di montaggio al massimo impatto visivo. Mono o bifacciali, da appendere a parete o stand alone, retroilluminati con Led, i light box realizzati da Onframe possono essere customizzati grazie a un inedito configuratore basato su software proprietario (strumento essenziale per effettuare rapidi cambi di immagini e promozioni temporanee nei punti vendita). Tra i plus dei prodotti Onframe c’è la fornitura delle stampe prodotte con tecnologie all’avanguardia utilizzando inchiostri a base acqua su teli in poliestere. Il risultato? Un frame che coniuga solidità, versatilità e un’anima green. Un modo per rispondere alle ultime tendenze del settore in cui anche l’insegna diventa un simbolo di sostenibilità.

M-CUBE ACQUISISCE IL 100% DI STOREVER

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empo di acquisti per M-Cube, azienda italiana attiva nel settore delle soluzioni audiovisive per il marketing in-store, che ha acquisito il 100% di Storever. L’azienda belga, con filiali operative in Francia, Germania, Spagna e Cina, è stata fondata nel 2003 e faceva parte del portfolio Manlio Romanelli, ceo M-Cube. del Gruppo Audio Valley SA. Con oltre 170 clienti all’attivo in oltre 60 Paesi per un totale di 16mila negozi in tutto il mondo, Storever fornisce soluzioni di radio in-store e digital signage. Con questa operazione, dunque, M-Cube arricchisce il proprio ventaglio di offerte che ora possono contare su un totale di 400 brand e una base di 45mila punti vendita serviti in tutto il mondo nei settori Fashion&Luxury, Retail, Finance&Insurance, Ristorazione, GDO e Automotive. Numeri che valgono all’azienda triestina nata nel 2001 il primato a livello continentale. «L’acquisizione permette al gruppo M-Cube di unirsi a uno storico operatore del settore permettendoci un ingresso da protagonisti in due nuovi mercati», ha affermato Manlio Romanelli, ceo M-Cube. A seguito dell’acquisizione, Bern Hofstoetter, attuale ceo di Storever, rimarrà operativo all’interno di M-Cube.

SONAE SIERRA LANCIA IL BOX PHYGITAL

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VECCHIO VOUCHER ADDIO, È TEMPO DEL COUPON 4.0

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evoluzione del classico coupon passa da On2Off, giovane azienda nata nel 2019 e specializzata nel drive-to-store. Con Coupon 4.0, infatti, è possibile sia favorire le campagne pubblicitarie digitali che tenere traccia delle vendite in negozio attraverso la raccolta dati. A differenza dei moderni coupon, quello creato da On2Off non si limita alla digitalizzazione di un codice a barre o QR code, ma deve essere attivato in negozio generando un dato di acquisto che la piattaforma attribuisce istantaneamente alla pubblicità. La soluzione permette così di sapere dove e quando è avvenuta la vendita nonché quale sia stato il mezzo online che l’ha generata (per esempio: un post social oppure un banner online). «Il nostro Coupon 4.0 aggiunge a uno strumento commerciale tra i più conosciuti due funzionalità: tracciabilità e attribuzione, permettendo così di ottimizzare il planning pubblicitario. Se finora questa è stata una prerogativa delle campagne a performance per gli eCommerce, il nostro obiettivo è dare alle catene retail la stessa opportunità», ha spiegato Giuseppe Vetro, fondatore di On2Off.

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n po’ negozio, un po’ pop-up, un po’ eCommerce, Sonae Sierra lancia un innovativo progetto di customer experience: Sierra Box. «Il risultato – spiega Anna Renacco, marketing manager Italia di Sonae Sierra – è un prodotto flessibile, modulabile, plug & play che consente ai brand di sfruttare le logiche tipiche dell’eCommerce». Ideato dal dipartimento marketing dell’azienda internazionale specializzata in property management, Sierra Box si presenta come un cubo a misura di cliente. Prima di entrare nel box, il consumatore è chiamato a fornire alcune informazioni utili a identificare i suoi gusti e le sue esigenze di acquisto. Superata questa fase ed effettuato l’accesso, l’utente inzierà il suo viaggio sensoriale personalizzato grazie alle proiezioni sulle pareti della stanza e ai suggerimenti d’acquisto proposti attraverso la rielaborazione dei dati raccolti all’ingresso. A conclusione dell’esperienza, il Box rivelerà tutti i dettagli circa i prodotti individuati, insieme alle informazioni sul negozio in cui acquistarli, sia fisico sia online, potendo fornire anche codici sconto e promozioni personalizzate. Il lancio del progetto ha visto una prima installazione all’interno degli spazi di CityLife Shopping District a Milano.


COOL HEAD, A SIGEP QUATTRO NUOVI PRODOTTI PER L’HO.RE.CA.

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igep è da sempre l’appuntamento fisso per le ultime novità in termini di equipment. Lo sa bene Cool Head Europe che porta in fiera quattro nuovi prodotti dedicati al mondo Ho.Re.Ca. e apprezzabili anche da aziende produttrici di gelati e bevande per via della loro flessibilità in termini di brandizzazione. «Il design e la sostenibilità sono i punti attorno ai quali abbiamo lavorato per aumentare la nostra gamma, e sono quei punti cardine che ci hanno portato a creare una nuova linea di prodotto», ha spiegato Umberto Chiatto, marketing manager di Cool Head. Nello specifico, le vetrine RC 300BM e RCF 52 rispondono a due funzionalità diverse: la prima è uno slim cooler da terra, la seconda è una vetrina di dimensioni minori che può essere incassata o utilizzata come espositore da banco. Progettate per essere ecosostenibili, si contraddistinguono per un design elegante: interno in colore nero e maniglie integrate nel profilo della porta. Approccio simile è stato pensato anche per l’ideazione del freezer a pozzetto CG 150C e del freezer da banco RNG 90. Entrambe le soluzioni si contraddistinguono per un alto livello di personalizzazione e un facile utilizzo all’interno di pub, ristoranti e bar.

LG ELECTRONICS A TUTTA LUMINOSITÀ CON XE4F E XS4F

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ue novità sul fronte del digital signage per LG Electronics che lancia le serie XE4F e XS4F. Le due soluzioni, che fanno parte della linea di display high brightness, rispondono a esigenze differenti: outdoor la prima e indoor la seconda. Entrambe, però, offrono al mercato business una tecnologia all’avanguardia che esalta la creatività, l’impatto visivo e la flessibilità di utilizzo in contesti commerciali. Create per farsi notare, entrambe le serie vantano una luminosità da 4000nit che consente una visibilità eccezionale e la possibilità di comunicare qualsiasi messaggio in modo unico e indimenticabile. Dotati di pannello IPS sono in grado di garantire un’eccellente qualità delle immagini e colori nitidi da ogni angolazione. Da sottolineare, per XE4F, la particolar resistenza grazie a un grado di protezione IP56 che lo rende affidabile in qualsiasi condizione atmosferica. L’XS4F, invece, nella sua configurazione window facing è pensato per stare in vetrina e rendere unico e distintivo il look di qualsiasi punto vendita.

GIGLIO GROUP VOLA IN COREA CON GF RETAIL

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ccordo coreano per Giglio Group che ha siglato una partnership con GF Retail, specializzato nell’import di prodotto luxury nel mercato asiatico. La società italiana fondata da Alessandro Giglio nel 2003, quotata in Borsa dal 2018 e attiva nella progettazione, realizzazione e gestione di piattaforme eCommerce ad alto valore aggiunto, si è impegnata nella fornitura (per i prossimi tre anni) di beni di lusso Made in Italy. La collaborazione, perfezionata attraverso I-Box Distribution (divisione di Giglio Group dedicata alla gestione delle vendite per le collezioni in e off season), riguarda prodotti prettamente fashion per un valore di tre milioni di euro nel 2020. A livello distributivo, GF Retail mette a disposizione una piattaforma eCommerce collegata con i migliori marketplace coreani, nonché una rete di ne-

gozi fisici. In questo modo, Giglio Group prosegue la sua strategia di internazionalizzazione e conseguente aumento dei volumi di vendita. In Corea, infatti, il mercato dei beni di lusso è in continua crescita per un valore attualmente stimato intorno ai 12 miliardi di euro e tassi di crescita futuri intorno al 7%. «L’accordo con GF Retail è un’ulteriore conferma dell’esecuzione della strategia di ampliamento dei mercati distributivi internazionali per Ibox Distribution – ha commentato Alessandro Santamaria, managing director digital & strategy di Giglio Group – Crediamo fondamentale nell’ampliare sempre di più le aree geografiche di distribuzione con accordi strategici con player locali che garantiscono al nostro Gruppo sempre di più una maggior capacità di vendita globale». gennaio · febbraio 2020 | retail food

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f International News WALMART CORRE VERSO L’AUTOMAZIONE DELLA GDO

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l gigante della distribuzione americano Walmart ha deciso di scattare verso un maggiore grado di automazione dei processi. Il primo passo è l’attivazione del format Neighborhood Market. Il punto vendita, testato a Coral Way in Florida, si caratterizza per essere un concentrato delle ultime innovazioni tecnologiche per il retail. Soluzioni che puntano a velocizzare le operazioni e recuperare tempo sia nell’acquisto che nella vendita. La location è la prima a ospitare un grocery pick-up a Miami e la consegna nello stesso giorno. Il negozio fisico, inoltre, abilita i clienti al self-checkout riservando loro una corsia preferenziale e un servizio di assistenza per finalizzare la transazione (gli operatori possono farlo in qualunque parte del negozio grazie a un device portatile). Questa soluzione rappresenta un’evoluzione del format pilota provato in alcuni store nell’Arkansas. «I nostri associati in tutto il Paese ci chiedono di spendere meno tempo possibile in azioni ripetitive e prestare maggiore attenzione al cliente finale. Espandendo la possibilità del self-checkout e il servizio Check Out With Me, i nostri collaboratori possono focalizzarsi sulle vendite e l’assistenza al cliente velocemente», ha affermato Patrick Shanks, regional vp Neighborhood Market. L’automatizzazione del convenience è solo l’ultimo passo di Walmart che nell’aprile 2019 aveva già aperto un punto vendita da 4.700 mq chiamato Intelligent Retail Lab dove processori, camere e sensori tenevano traccia del cliente.

CVS PROGRAMMA NUOVI HEALTHHUB PER IL 2020

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marce spedite l’insegna americana CVS Health sta portando avanti il piano di riammodernamento del proprio network. Iniziato nel 2018, il progetto HealthHub si caratterizza come un format che mette al centro dell’esperienza l’offerta di servizi (che copre il 20% della superficie commerciale). Dalle consulenze contro apnea notturna e sul trattamento del diabete, agli incontri con il dietista (anche via app) e il solito merchandise mix a scaffale. «Ci siamo impegnati ad avere circa 600 hub di questo tipo entro la fine dell’anno. Con un ritmo di 12 store riconvertiti a settimana siamo in linea per raggiungere quota 1.500 entro la fine del 2021», ha affermato il ceo Larry Merlo a CNBC. I risultati incoraggianti per continuare lo sviluppo sono stati «un maggior traffico in store, maggiori margini per il negozio e un grande apprezzamento della componente servizi». Insomma, l’idea è quella di diventare un punto di riferimento per i clienti sul territorio e punto d’appoggio per i professionisti del settore. Entrambe le categorie possono usufruire degli spazi delle wellness room per corsi di formazione ed eventi.

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WIRED, DAL MAGAZINE AL TRAVEL RETAIL

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alla carta stampata al sito online per finire in una vetrina travel retail. Il percorso commerciale del brand Wired, omonima testata del gruppo Condé Nast dedicata a scienza e tecnologia, scrive un nuovo capitolo. Grazie all’attività di Stellar Partners, Wired ha aperto il primo store di elettronica di consumo e accessori all’interno dell’aeroporto di Newark Liberty, al Terminal B. La testata americana non è nuova a esperienze retail dopo che già aveva sperimentato il canale attraverso una serie di pop-up store a New York e Los Angeles. «Siamo orgogliosi del successo ottenuto dai nostri temporary store su cui contiamo di costruire quello dei negozi permanenti come questo; un luogo dove i clienti possono toccare e vedere quei prodotti di cui possono leggere ogni giorno sulle nostre pagine», ha spiegato l’editor-in-chif Nick Thompson. Il tocco della redazione sarà evidente nella scelta delle referenze che faranno parte di un range di prodotti raccomandati dai giornalisti della testata (a cui ci si può abbonare con sconto a seguito di un eventuale acquisto in store).

VENDITE GAMESTOP, NESSUN MIRACOLO DI NATALE

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a stagione delle vacanze di Natale non ha portato così bene ai conti di GameStop. Il retailer specializzato nella rivendita di materiale videoludico, ha reso noto le performance sotto l’albero: le vendite globali sono cadute del 27,5% a 1,83 miliardi di dollari durante le nove settimane di vacanza terminate il 4 gennaio. Le vendite a perimetro costante scendono del 24,7%. Da GameStop non si sono meravigliati più di tanto. Piuttosto, secondo il rivenditore, il declino sarebbe spinto anche dalla mancanza di novità hardware, soprattutto sotto le feste. Eppure, «da un punto di vista di prodotto, abbiamo visto una crescita nelle vendite di Nintendo Switch confortandoci sulla bontà del nostro approccio per cui le vendite possono essere incrementate solo se supportate da una tecnologia innovativa», ha commentato George Sherman, ceo di GameStop. Fatte le somme, alla fine, GameStop si prepara ad accogliere dati fiscali contrari alle aspettative; attualmente la decrescita delle vendite a parità di network dovrebbe attestarsi intorno al 19-21%.


A INGKA CENTRES, IL KINGS MALL SHOPPING CENTRE DI LONDRA

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fronte di un investimento complessivo di 170 milioni di sterline (oltre 198 milioni di euro), comprensivo anche della futura ristrutturazione/valorizzazione, Ingka Centres ha acquisito da Schroder UK Real Estate Fund il Kings Mall di Londra. L’obiettivo della società appartenente a Ingka Group è quello di trasformare il centro commerciale situato a Hammersmith in una mixed-use destination urbana, con lo store Ikea quale principale àncora. Questa operazione, che oltre al centro di 27mila mq include anche il parcheggio di circa 600 posti auto, rappresenta la prima in UK per il colosso immobiliare, che ha annunciato ormai due anni fa una nuova strategia di sviluppo che prevede investimenti pari a 7,3 miliardi di sterline nella trasformazione del proprio business in risposta al cambiamento in atto nel mercato retail. Kings Mall diventerà quindi il primo progetto mixed-use in una location downtown, con all’interno un Ikea city store. «I nostri progetti urbani sono finalizzati a essere più vicini e quindi a intercettare un maggior numero di persone. E il Kings Mall rinnovato sarà una location ideale per raggiungere milioni di londinesi», ha dichiarato Gerard Groener, managing director di Ingka Centres.

STARBUCKS PUNTALE PICCOLE COMUNITÀ CON 100 STORE

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l colosso americano del coffee-to-go ha messo nero su bianco le strategie per il 2025. L’obiettivo di Starbucks è quello di rafforzare la presenza del brand nelle piccole comunità meno servite a livello foodservice. Così, a cinque anni dal lancio dell’iniziativa degli store di comunità, l’insegna della sirena ha annunciato di voler aggiungere nuovi punti vendita: 85 iniziali per un totale di 100 entro i prossimi cinque anni. Il target sono ancora una volta le aree meno sviluppate, sia urbane che rurali. Attualmente, Starbucks gestisce 14 location di questo tipo in tutti gli Usa, ma per continuare a crescere secondo questo modello è necessaria una rivisitazione del format. «Questo tipo di store comunitari rappresentano un modello di successo per l’azienda», ha affermato John Kelly, vicepresidente esecutivo degli affari pubblici. «Negli ultimi cinque anni – ha continuato Kelly – abbiamo supportato i nostri partner e i nostri clienti diventando un punto di riferimento per i quartieri». A caratterizzare questo format ci sono spazi dedicati agli eventi e alle conferenze aperte al pubblico. L’intero progetto, in questo modo, conta di creare 300 opportunità di lavoro, circa 60 milioni di sviluppo economico indiretto e dare maggiore impulso a contractor locali affinché si possano affacciare su un mercato nazionale.

Ogni giorno buone notizie, anche online su retailfood.it

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f International News GIAPPONE, IL PASSPARTOUT INTERNAZIONALE

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er il terzo anno di fila, è il Giappone ad assicurarsi il primo posto dell’Henley Passport Index, la classifica dei documenti i cui possessori possono raggiungere più destinazioni senza una precedente Visa. Sulla base dei dati dell’International Air Transport Association (IATA), il Giappone vanta uno status di visa free o visa-on-arrival con 191 nazioni e supera Singapore (con un punteggio di 190) e Corea del Sud a pari merito con la Germania (entrambe a 189). In generale, però, le top 20 posizioni sono dominate da Paesi europei. Emirati Arabi, Oman e Arabia Saudita hanno messo a segno i più marcati con sette, due e quattro punti in più. La Cina, invece, perde cinque punti nonostante i picchi di turisti in uscita sempre più consistenti.

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

Le previsioni (orientali) della moda

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uali sono le previsioni nel settore della moda a livello internazionale per il 2020? Per rispondere prendiamo spunto da un’interessante ricerca che l’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) ha recentemente pubblicato a seguito di interviste effettuate a circa 300 operatori (buyers ed espositori) durante l’ultima edizione di Centrestage (la risposta di Hong Kong alle Fashion week di Milano, Parigi e New York). Centerstage è un importante appuntamento che, giunto al suo quarto anno, si svolge ogni settembre a Hong Kong. Nell’ultima edizione ha ospi-

BOSE CHIUDE 119 STORE PER IL DIGITALE

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etichetta di accessori audio Bose ha annunciato la chiusura di metà dei suoi punti vendita distribuiti globalmente: una ritirata da mercati come Europa, Giappone, Nord America e Australia. Rimane integro il network in altri quattro Paesi asiatici. Il motivo? Molti clienti del fornitore di equipaggiamento audio ormai comprano online. In totale, sarebbero 119 i negozi fisici a chiudere (il primo fu aperto nel 1993). «Originariamente, i nostri negozi davano alle persone una possibilità di testare e provare i prodotti – ha affermato Colette Burke, vice presidente delle global sale di Bose a The Verge – All’inizio questa era un’idea radicale, ci focalizzavano su ciò di cui i clienti avevano bisogno, e continuiamo a fare la stessa cosa ora». In questo modo, Bose compie un passo verso una dimensione wholesale a spiccata presenza digitale. In verità, altri 130 negozi Bose continueranno a vendere auricolari e cuffie HiFi in Cina, Corea del Sud, India ed Emirati Arabi Uniti.

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Una delle sfilate Primavera/Estate 2020 a Centerstage tato più di 240 marchi fashion provenienti da 23 paesi con la presenza di 8.500 buyers provenienti da 74 paesi, organizzando a contorno sfilate ed innumerevoli eventi Vediamo allora sinteticamente i principali sentiment e trend che sono emersi per il 2020: - Market outlook: il 16% dei buyer e il 39% degli espositori prevede che le vendite diminuiranno nei prossimi 12 mesi (contro percentuali meno pessimistiche espresse nel 2018, rispettivamente del 13% e del 8%) e ciò è in linea con preoccupazioni, più o meno consolidate, come il rallentamento dell’economia globale, che rimane la più grande sfida per molti (più del 50% degli intervistati), le perplessità sulla crescita dell’economia della Cina continentale e le turbolenze Sino-US. Al riguardo, si prevedono impatti negativi sul mercato della controversia commerciale sino-americana in corso, soprattutto a causa

dall’inclusione nella Sezione 301 degli Stati Uniti di tariffe doganali pari al 15% sulla maggior parte dell’abbigliamento e dei tessuti confezionati di origine cinese. - Prodotto e tendenze: l’abbigliamento casual rimane il più popolare, è diventato accettabile in un numero crescente di contesti sociali e il suo uso sembra essersi trasformato in una pratica quotidiana. In totale, il 70% degli acquirenti e il 50% degli espositori sono convinti che il livello più alto della domanda sarà ancora concentrato su questa tipologia di prodotto, seguita da quella degli accessori moda (borse, calzature e occhiali da sole). Per quanto riguarda le tendenze, rimane confermato l’interesse da parte dei buyers internazionali nei confronti di marchi emergenti, spesso espressione dell’immagine di giovani designers, non solo asiatici. Anche l’Italia, durante le ultime presentazioni della primavera/ estate 2020, grazie al supporto di EMI (Ente Moda Italia) molto attiva nella promozione del made in Italy nel mondo, è stata per la prima volta ben rappresentata a Centerstage dalla presenza di 12 brand emergenti (Anneclaire, Borri Giovanni, Carditosale, Chiara Allegranzi – Milano, Chicca Lualdi Beequeen, Collirossi, Complit, Eyelet Milano, Mora 1962, Sguardi, The Packing Man e Viamontenapoleone). In tal senso, alla luce della sua marcata specializzazione nel lancio di nuovi talenti, rafforzata dalla forte sinergia con i prestigiosi retailers locali che offrono ai marchi partecipanti il contributo del proprio know how e un canale di accesso diretto al mercato di Hong Kong, Centrestage si pone come un punto di riferimento a sostegno dei marchi emergenti e come una destinazione per la ricerca di talenti. Questi valori sono esaltati dal connubio con la città di Hong Kong, riconosciuta come trendsetter per il mondo fashion e il lifestyle, uno dei principali centri economici della regione caratterizzato da un target di consumatori locali molto sofisticato.


FIGLI 2020 FOTO FRANCESCO ZIZOLA TESTO PIETRO VERONESE

retail&food con Amani per garantire casa, scuola e salute ai bambini e alle bambine di strada di Nairobi, Kenya e Lusaka, Zambia. I proventi saranno destinati all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti del Kivuli Centre, casa di accoglienza per bambini di strada di Nairobi

Per acquistare questo calendario Amani Ong Onlus Via Tortona 86, 20144 Milano tel. +39 02 48951149 bottega@amaniforafrica.it www.amaniforafrica.it


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f Vetrina Le linee “alternative” di Alpro Conosciuta da tutti gli operatori del settore, la linea di prodotti Alpro a base vegetale ha sviluppato una nuova soluzione per i professionisti del bar. Alpro for Professional, infatti, permette ai baristi di allargare la propria offerta rivolgendosi a clienti che ricercano alternative salutari e sostenibili senza dimenticare il gusto. Ecco, dunque, le bevande a base di soia, mandorla, cocco e avena perfette per un cappuccino (vegano o free from) a regola d’arte.

Rizzoli Emanuelli, delizie a portata di tubetto Tutto il gusto dell’inimitabile salsa piccate Rizzoli Emanuelli in un pratico tubetto da 60 gr. È questa l’ultima novità per la storica azienda parmense che presenta la referenza Delizie di Acciughe in salsa piccante. Venduta in un pratico ed elegante tubetto dorato, la pasta d’acciughe gourmet rappresenta una morbida fusione di gusto e fantasia. Pensata per preparazioni veloci e stuzzicanti, la salsa Rizzoli Emanuelli punta a esaltare ogni preparazione grazie a una stagionatura di sei mesi in botti di legno che le dona una nota speziata.

Kimbo e chef Gennaro Esposito per un caffè stellato

Segafredo Zanetti, 12 miscele fra tradizione e originalità Dall’esperienza e la cura della filiera nascono le nuove miscele di Segafredo Zanetti, marchio globale fra i leader nel mercato dell’espresso. La gamma si differenzia in due categorie, ciascuna delle quali con sei miscele che si distinguono per intensità, livello di tostatura e profilo aromatico-gustativo. Nella categoria Le Classiche rientrano i blend più vicini al gusto italiano per il caffè. Nella categoria Le Origini, prodotti 100% arabica e monorigine che rispecchiano le caratteristiche distintive delle zone d’origine.

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retail food | gennaio · f ebbraio 2020

Tic Tac, per il 2020 edizione limitata con Coca-Cola Forte di una storia che risale al 1969, Tic Tac continua a rimanere al passo con il tempo grazie alle proprie edizioni limitate. Fra queste, c’è Tic Tac Coca-Cola: risultato di una collaborazione unica fra il marchio statunitense e Ferrero, questa referenza unisce freschezza e brio. Disponibile per tutto il 2020 in tre diversi formati (33, 100 e 200 confetti), l’edizione limitata è riconoscibile dal logo Coca-Cola e il colore rosso che rivedono l’iconica confezione di caramelle.

Dalla collaborazione con lo chef stellato Gennaro Esposito nasce Kimbo 5 Origini: un blend delle migliori qualità di caffè arabica attentamente selezionate e tostate. Kimbo rivisita così la tradizione del caffè napoletano contemporaneo allo stesso modo in cui lo chef Esposito rivisita i piatti della cucina partenopea. La nuova miscela ha un carattere distintivo e un aroma ricco. La linea è proposta in un’ampia gamma: macinato per moka e cuccuma, in capsule (compatibili Nespresso) e in cialde compostabili. Altra novità riguarda la confezione soft pack da 180 gr con valvola salva-aroma.

Fabbri 1905, specialità light sotto spirito Perfette per soddisfare ogni piccolo capriccio o rendere ancor più speciale un dolce della tradizione, le Specialità al Liquore di casa Fabbri 1905 sono i marchi di fabbrica della distilleria italiana. Ciliegie, ciliegie al cioccolato, albicocche, marron glacé, uva, macedonia di frutta, babà: la gamma Fabbri dei “sotto spirits” è in grado di rispondere ad ogni preferenza di gusto, avvolgendo e coinvolgendo tutti i sensi. Rigorosamente vegan e gluten free, queste piccole delizie sono state rilanciate in versione light per risultare accessibili a un maggior ventaglio di clienti.


Serata benefica in occasione dei 180 anni della Fondazione Istituto dei Ciechi e dei 100 anni dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti, a sostegno del Centro Diurno per ragazzi non vedenti con disabilità complesse.

©Daniele Aloisi

lunedì 23 marzo 2020 - ore 20

Budapest Festival Orchestra Iván Fischer direttore Patricia Kopatchinskaja violino Prevendita telefonica 02 465 467 467 (lunedì - venerdì 10/13 e 14/17) Costo dei biglietti da 15 a 170 Euro (esclusa prevendita)

Richard Strauss Der Rosenkavalier - Walzerfolge n. 1 Jean Sibelius Concerto in re min. op. 47 per violino e orchestra Gustav Mahler Adagio della Sinfonia n. 10 Richard Strauss Till Eulenspiegels lustige Streiche op. 28

Coordinamento generale

Con la collaborazione


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f La Foto

Una città a misura di robot è sorta all’interno del centro commerciale Bicocca Village, a Milano. La manifestazione, che si è svolta con successo in oltre 30 città europee coinvolge 74 robot e diverse tecnologie di ultima generazione presentate alle più importanti fiere internazionali di Las Vegas, Berlino e Pechino. Obiettivo: «Vogliamo raccontare ai bambini, ai genitori e ai nonni delle tecnologie del domani e come le stesse saranno in grado di cambiare la nostra vita». E quale miglior posto se non la piazza contemporanea dello shopping center? 64

retail food | gennaio · febbraio 2020


Milano 16 - 17 Maggio

PALAZZO DEL GHIACCIO

Le stelle del vino tornano a Milano per la 3° Edizione di Best Wine Stars

Degustazioni MasterClass ShowCooking Premiazioni

Il NETWORK di BWS è un’iniziativa dedicata al MONDO HORECA

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