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NUOVE MIGRAZIONI
by Economy
Il lato B dell'ignorantocrazia
A fronte della crescita di un "astensionismo ragionato", emerge la tendenza ad allearsi su progetti concreti: la democrazia sta riprendendosi i propri spazi, ma ricominciando dal basso
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di Mario Abis
Astensionismo in costante incremento (ad ogni turno elettorale + 6/7%), partecipazione netta al 2022 (vedi studi dell’Università Federico II Napoli) del 45%, e quelli che non votano ormai sono molto di più di quelli che votano; maggioranze e governi instabili ed in evaporazione ancora prima di cominciare, lentezza pachidermica di chi dovrebbe governare rispetto a velocità quantistiche di ciò (fra economico tecnologico sociale) e di chi (giovani per esempio) dovrebbero essere governati... Solo la furbizia, dall’ignorantocrazia che pervade i vecchi media, trasforma in costume e in cronaca quella che è la questione politica centrale: che la struttura della democrazia rappresentativa non c’è più, che i partiti altro non esprimono se non se stessi, che per pezzi di società (a cominciare dai giovani) la forma-stato potere-democrazia semplicemente non esiste… Non è più dunque l’evidenza ormai consolidata che la politica è debole e non rappresentativa, ma è quella più nuova che il potere espresso da questa politica non c’è più e che la questione democratica non sta più nella dialettica partitica a cominciare dal rapporto destra sinistra, ma sta nella questione: chi si sostituisce al o ai poteri derivati dalla politica. Qui fantasie, incubi e dubbi si saldano e dimostrano qualcosa che va ben oltre la ormai vecchia modernizzazione dei media
NON SOLO LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA NON ESISTE PIÙ, MA NON C'È PIÙ NEPPURE IL POTERE ESPRESSO DA QUESTA POLITICA
dentro la politica; la nuova modernizzazione riguarda appunto non la politica ma i poteri. Quella situazionista di Debord dei primi anni 60’… “la politica la fanno i servizi segreti…” non è certo una visione radicale ma quasi una constatazione. In questo deserto dei tartari i poteri invisibili e forti (insieme ai sevizi ci possiamo mettere centrali finanziarie e centrali massoniche) ci sono sempre stati, la novità riguarda la potenza della sua incidenza. Nuova, e di natura opposta, è invece la consapevolezza sociale che si sta formando e che cerca risposte al potere di poter fare. E qui sono fondamentali i territori dove più facilmente che nella centralità degli stati nazione avvengono processi di trasformazione sociale, ambientale, tecnologica, culturale, che vedono (il modello è sempre lo stesso) allearsi su progetti concreti soggetti diversi, imprese, enti intermedi, università, banche, fondazioni in particolare quelle di comunità. E nei quartieri, dentro le città, si formano lavorano e progettano (dalla Lombardia alla Sicilia, dai piccoli comuni appenninici a paesi di costiera sardi) comunità di cittadini che cercano e trovano alleanze e sostegni finanziari, e non dimentichiamo che le imprese hanno un nuovo modello che crea valore partecipativo, l’Esg (il governo sociale dell’ambiente). Insomma una nuova dinamica sostituisce i conflitti della vecchia politica: potere nuovo è quello segreto oppure si sta in parallelo formando per alleanze un potere diverso che ha a che fare con l’idea (una volta utopistica) di una democrazia pienamente realizzata dal ”basso“…?