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BATTERIA ITALIA

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Batteria Italia - Diamo una mossa alla mobilità sostenibile

MOBILITÀ SOSTENIBILE, TROPPO TEMPO SPRECATO

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È la sintesi del convegno "Batteria Italia" organizzato da Economy che, sul tema del futuro dei trasporti, ha messo a confronto figure istituzionali e manager di tutte le aziende-top. Parole d'ordine: intermodalità. E concretezza

di Francesco Condoluci

La mobilità sostenibile è il futuro ma la vera parola chiave della transizione è intermodalità. Ed è questa, probabilmente, assieme alla necessità di «correre e fare gioco di squadra per mettere a terra i buoni propositi», la prima leva da azionare per accelerare il processo che tutti, a parole, auspicano ma che ancora stenta a decollare. È questa la sintesi del convegno organizzato da Economy che, sul tema del futuro dei trasporti, ha fatto sedere attorno a un tavolo a discutere figure istituzionali, tecnici e dirigenti di alcune tra aziende le più importanti del Paese che si occupano di mobilità sostenibile, infrastrutture e servizi, nel corso di un dibattito al quale ha fatto da moderatore il direttore della testata Sergio Luciano. All’ordine del giorno della tavola rotonda, organizzata presso l’Auditorium delle Fs a Roma e ribattezzata “Batteria Italia, diamo una mossa alla mobilità sostenibile”, lo status quo della transizione green e i progetti per il futuro dei trasporti e della mobilità in tutte le loro declinazioni: le reti ferroviarie, quelle urbane, stradali e autostradali, la connettività e tutti i servizi connessi.

Il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica 2022

A tracciare il filo conduttore del dibattito in apertura è stato su-

RIPARTIRE DAL PIANO GENERALE bito Ennio Cascetta, DEI TRASPORTI E DELLA LOGISTICA PREPARATO DAL GOVERNO DRAGHI Presidente del comiE LASCIATO IN EREDITÀ ALLA MELONI tato scientifico per il documento di indirizzo al Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, il documento di pianificazione che definisce gli obiettivi da perseguire nell’ambito delle strategie nazionali per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili e resilienti. Nel nuovo PGTL 2022 da poco licenziato c’è, ovviamente, un capitolo dedicato allo scenario della mobilità a impatto zero. Ma c’è ancora molto da lavorare, ha fatto capire Cascetta spiegando che gli italiani utilizzano ancora poco i mezzi di trasporto pubblici. «Ogni giorno – ha aggiunto – nel nostro Paese si spostano 8 milioni di persone per 100 milioni di km e ci si sposta di più nelle province e nei territori lontani dalle grandi città. Il quadro, specie nel Mezzogiorno, non è rassicurante. L’uso della modalità sostenibile nel trasporto pubblico locale è molto basso. Pensate che ogni 1000 italiani ci sono 770 automobili quando ogni 100 francesi ce ne sono 482. Il trasporto pubblico locale serve solo il 5,5% delle persone che ogni giorno si spostano per lavoro. Se non si inverte la rotta – ha concluso – entro il 2030 la riduzione delle emissioni di carbonio non potrà arrivare al 40%. Bisogna investire sulle auto elettriche e le infrastrutture sostenibili e continuare con lo smart working». Dopo di lui è toccato a Enrico Maria Pujia, dirigente generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, spiegare la necessità di investire sui treni per accelerare la conversione sostenibile anche sul piano dello spostamento di beni. «L’Italia è l’unico Paese che ha 4 corridoi Ten-T, le reti transeuropee dei trasporti. Ma

bisogna fare in modo che le merci in arrivo al porto di Gioia Tauro possano essere rapidamente trasferite verso il centro Europa» ha annotato presentando le misure che si stanno implementando sul piano ferroviario sul versante trasporto merci.

L’intermodalità? È la strada obbligata per la sostenibilità dei trasporti

E che la mobilità sostenibile in Italia non possa prescindere dal trasporto su rotaia lo ha ribadito a chiare lettere anche Fabrizio Favara, chief strategy officer Gruppo FS Italiane, il quale ha insistito sul fatto che «intermodalità nell’ambito del trasporto vuol dire sostenibilità». «Ecco perché bisogna realizzare tutte le forme di intermodalità possibili nel nostro sistema dei trasporti – ha aggiunto – peraltro, usare i fondi del Pnrr per interventi sull’intermodalità vuol dire dare un valore etico agli investimenti fatti con risorse pubbliche perché impattano meno sull’ambiente e rendono i trasporti appunto “sostenibili”. L’obiettivo ultimo è infatti quello di raggiungere la resilienza». Favara non ha mancato di parlare anche dei cantieri già avviati proprio grazie alla leva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «Le difficoltà al momento sono legate all’aumento dei costi delle materie prime – ha puntualizzato – quando il Pnrr è stato immaginato, la guerra, con tutte le sue conseguenze, non c’era. Ma oggi, più petrolio, carbone e gas». Bettoni ha messo l’accento sulla “vexata quaestio” della burocrazia: «Il tema della decarbonizzazione va affrontato con coraggio – ha tuonato – non è possibile che per costruire un piccolo parco fotovoltaico servano 30 autorizzazioni! Il cambiamento climatico non si ferma. Siamo in un’emergenza e serve una legislazione d’emergenza per accelerare i passaggi verso gli obiettivi di sostenibilità ambientale».

L’auto è sempre la più amata dagli italiani

Obiettivi che giocoforza si potrebbero raggiungere soprattutto con la conversione alle auto elettriche. Un traguardo alla portata? In teoria sì, ma l’Italia non parte certo in una posizione vantaggiosa, visto che il nostro con l’8% di auto elettriche immatricolate «non è un mercato maturo» e ha inoltre un grosso problema di obsolescenza delle vetture endotermiche: «Un terzo del nostro parco circolante è antecedente allo standard Euro 4. Il che vuol dire che queste auto rilasciano emissioni cento volte più inquinanti rispetto a quelle commercializzate adesso» ha annotato infatti Andrea Cardinali, presidente Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.

GIORGIO RAMENGHI DI WINDTRE che aggiornare il Pnrr, serve accelerare con il completamento delle opere per evitare che subentrino altri incrementi di prezzi. Non ci possiamo fermare proprio adesso. Servano partnership sia a livello locale che nazionale per facilitare quelli che sono oggi le difficoltà di scambio modale».

Decarbonizzazione avanti tutta, stop alla burocrazia

Ma la sostenibilità della mobilità passa necessariamente anche dal mondo dei veicoli e delle infrastrutture stradali. In Italia i dati, del resto, dicono che per 17 mila chilometri di linee ferroviarie ci sono oltre 167 mila km di rete stradale. Ma le autostrade si possono conciliare con il rispetto dell’ambiente? A rispondere a questa domanda ci ha pensato Francesco Bettoni, presidente di Autostrade Lombarde e Brebemi, illustrando l’idea della costruzione di un parco fotovoltaico lungo le autostrade,

dove è possibile produrre energia per far funzionare anche la tecnologia innovativa sperimentata appunto da Brebemi e cioè la ricarica dinamica ad induzione o DWPT che permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi wireless mentre viaggiano. «Sulla transizione verso l’energia pulita dobbiamo essere ottimisti – ha sottolineato Bettoni – perché abbiamo tutte le risorse, le intelligenze e la tecnologia necessaria a ribaltare l’attuale situazione di schiavitù nei confronti di chi ci vende petrolio e gas. Sfruttando l’acqua, il sole, il vento e i rifiuti, entro il 2030 potremmo aumentare la produzione di energia solare, eolica e idroelettrica. In Europa siamo secondi in Ue per le rinnovabili ma siamo al 23esimo posto per l’autonomia energetica. Eppure, secondo uno studio dell’Università di Oxford aumentando del 55% la produzione di rinnovabili si potrebbero sostituire interamente

LA BREBEMI, PRESIEDUTA DA FRANCO BETTONI, STA SPERIMENTANDO LA RICARICA DINAMICA AD INDUZIONE PER I VEICOLI IN MOVIMENTO

FRANCESCO BETTONI, PRESIDENTE DI BREBEMI

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