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LITTLER
by Economy
Quei contributi da proteggere dal fisco
in collaborazione con
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Le somme versate alla previdenza complementare sono deducibili fino a 5.164 euro. È importante dichiarare gli importi eccedenti, che così non saranno tassati al momento dell’erogazione della prestazione
di Luisa Leone
Tra le agevolazioni fiscali cui la previdenza complementare dà diritto c’è la deducibilità dei contributi versati ai fondi pensione. Il limite per questa deducibilità è di 5.164 euro l’anno, i vecchi 10 milioni di lire. Rientrano in questo calcolo e sono quindi dedotti dal reddito direttamente in busta paga sia i contributi versati dall’iscritto che quelli versati dal datore di lavoro per il lavoratore ma non le quote di Tfr devoluto alla previdenza complementare. Per quanti abbiano iniziato a lavorare a partire dal 2007, però, si prevede un trattamento particolare quanto alla deducibilità dei contributi. Se nei primi cinque anni di impiego le somme versate sono inferiori a 5.164 euro, cosa che può accadere a inizio carriera, c’è la possibilità di sfruttare il margine di deducibilità non utilizzata nel primo quinquennio nei 20 anni successivi al quinto. Anche in questo caso però è individuato un limite annuo massimo, che è di 7.700 euro. Viceversa può accadere, e per i dirigenti succede spesso, che i contributi versati annualmente superino la soglia di 5.164 euro. In questi casi è importante ricordare di inviare al proprio fondo pensione una comunicazione ad hoc, che indichi qual è l’eccedenza rispetto all’importo massimo. In questo modo, infatti, le somme non saranno tassate al momento dell’erogazione della prestazione. Nel caso si abbiano dei familiari fiscalmente a carico iscritti al fondo, se i contributi versati per loro (sommati a quelli del titolare) eccedessero i 5.164 euro, bisogna ricordare di comunicarli per avere diritto allo stesso trattamento fiscale. In questo caso sarà un doppio regalo per i propri cari che, oltre alle somme versate, potranno godere anche dell’esenzione fiscale sulle stesse o parte di esse.
Ma come fare per comunicare al Fondo i contributi non dedotti? Per gli iscritti a Previndai è molto semplice: basta entrare nella propria Area riservata, dove è disponibile la funzione “Contributi non dedotti”, che consente di compilare l’apposito modulo, che andrà poi firmato e inviato al Fondo sempre via web. È bene sapere che
NELL'AREA RISERVATA DEL SITO DI PREVINDAI È DISPONIBILE LA FUNZIONE "CONTRIBUTI NON DEDOTTI" il dato relativo ai contributi eccendenti il limite di deducibilità, per i dirigenti in servizio, si può trovare facilmente nella Certificazione Unica fornita dal datore di lavoro. Per i versamenti di natura volontaria, invece, sarà l’iscritto a dover determinare il quantum dei contributi non dedotti. In questo caso può tornare utile il riepilogo dei contributi versati annualmente, che viene inviato da Previndai. Anche per i familiari fiscalmente a carico è disponibile la funzione per la dichiarazione dei contributi non dedotti, che si trova nella loro Area riservata. È molto importante ricordare che la dichiarazione dei contributi non dedotti deve essere inviata entro il 31 dicembre di ogni anno; salvo che si maturi il diritto alla prestazione prima del 31 dicembre. In questo caso il modulo andrà mandato al Fondo, al più tardi, nel momento in cui si richiede l’erogazione. Infine, può essere utile sapere che se negli anni passati si fosse dimenticato di comunicare a Previndai i contributi non dedotti, fintanto che la posizione non è stata liquidata, è possibile rimediare e comunicare al Fondo le quote non dichiarate in passato.
LA NUOVA ERA DELLA DEMOCRAZIA TECNOLOGICA
Semplificare, attraverso importanti investimenti, la transizione digitale a tutti i livelli: dalle Pmi alla Pa. È la mission del Gruppo Esprinet, operatore globale nella consulenza, vendita e noleggio di prodotti tecnologici e nella cybersecurity
Rendere la tecnologia più democratica tramite un accesso più semplice possibile alle soluzioni più avanzate e diversificate oggi disponibili. È la mission del Gruppo Esprinet, leader in Sud Europa, quarto nel Continente e fra i primi dieci a livello globale, nella consulenza, nella vendita e noleggio di prodotti tecnologici e nella sicurezza informatica. Una facilitatore tecnologico potremmo dire con una profonda vocazione alla sostenibilità ambientale e sociale che, favorendo la tech democracy, come un hub di servizi tecnologici (il suo payoff è “Enabling your tech experience”) si pone l'obiettivo di semplificare la vita di persone e organizzazioni, siano grandi che piccole e medie imprese. Il Gruppo, che è in una fase di ulteriore ampliamento dei servizi offerti tramite una serie di nuovi investimenti, fornisce circa 130mila prodotti (Pc, stampanti, accessori, software, cloud, datacenter & cybersecurity, smartphone, audio-video, tv, gaming, elettrodomestici, mobilità elettrica) di oltre 650 produttori a 31mila rivenditori business e consumer attraverso molteplici modelli di vendita, sia self-service (piattaforma di e-commerce best-in-class e negozi cash & carry) sia assistita (tele-vendita e system engineers sul campo). Oltre a fornire servizi di vendita all'ingrosso tradizionali (bulk breaking e credito), Esprinet, quotata presso Borsa Italiana, forte di 1.700 collaboratori e 4,7 miliardi di euro di fatturato nel 2021, offre insieme con una piattaforma di e-commerce chiavi in mano a centinaia di rivenditori, anche la gestione in-shop per migliaia di punti vendita al dettaglio; e soluzioni di pagamento e finanziamento specializzate per la comunità di rivenditori offrendo anche generazione della domanda da parte degli utenti finali e analisi dei big data ai principali produttori e rivenditori tecnologici che sempre più esternalizzano le attività di marketing. Servizi come cloud, software di collaborazione, sistemi
di Vincenzo Petraglia

di videoconferenza, infrastrutture IT avanzate e soluzioni di elettronica di consumo specializzate come elettrodomestici connessi o piattaforme di gaming sono nuove aree di crescita a valore aggiunto che alimentano un ulteriore aumento futuro dei ricavi per il settore, mentre i servizi logistici e finanziari, nonché il modello di vendita “a consumo”, offrono crescenti opportunità di espansione dei margini. Ambiti in cui pertanto Esprinet sta investendo molto offrendo soluzioni sempre più complete e innovative. «Siamo consapevoli di quanto l’innovazione digitale sia strategica per mantenere alta l’asticella della competitività del nostro Paese», spiega Alessandro Cattani, amministratore delegato del gruppo. «Secondo l’indice creato dalla Commissione Europea (Digital Economy and Society Index), per misurare i progressi dei Paesi europei in digitalizzazione, il livello delle Pmi italiane nella digitalizzazione è al di sotto della media europea. Per questo il nostro impegno è da sempre quello di erogare servizi addizionali per far sì che la tecnologia venga fruita in modo più semplice. Abbiamo così deciso di
Alessandro Cattani, Ceo del Gruppo Esprinet avviare un’ulteriore evoluzione strategica verso un futuro ruolo di “full service provider” per l’ecosistema distributivo, incentrata inizialmente sull’ingresso nel settore del renting, del noleggio operativo quindi, che si affiancherà in modo sinergico alla tradizionale attività distributiva del gruppo». Un'operazione che si inserisce in un Piano Industriale 2022–2024 ambizioso che prevede per il 2024 ricavi superiori a 5,6 miliardi di euro e un Ebitda Adj. superiore a 125 milioni di euro, con il business del renting che nella sua fase di avvio contribuirà a tale risultato con 5 milioni di euro. Esprinet ha creato una specifica divisione focalizzata proprio allo sviluppo di servizi digitali per affiancare e supportare le Pmi nel processo di transizione digitale, accelerato dalla pandemia, siglando una partnership con Alkemy Play, la divisione dedicata alle Pmi di Alkemy, società anch’essa quotata e specializzata nell’evoluzione del modello di business di grandi e medie aziende, per proporre servizi e soluzioni digitali che consentiranno ai rivenditori di offrire ai clienti la possibilità di creare la propria vetrina e-commerce. «Il nostro ingresso nel segmento del renting», conclude Cattani, «rappresenta un’opportunità sia per le imprese e per la pubblica amministrazione, con la quale sempre più lavoreremo con l'obiettivo di renderla più agile e con servizi più fruibili, sia per il gruppo. Le prime, noleggiando la strumentazione, possono anche spalmare i loro costi; per il nostro gruppo, invece, si aprono nuove opportunità per la propria redditività e per rafforzare il livello di servizio erogato e la cooperazione con i fornitori e rivenditori. Sarà infatti possibile esercitare il controllo sul ciclo di vita del prodotto, abilitando meccanismi di ritiro, ricondizionamento, rivendita ed eventuale smaltimento del rifiuto tecnologico, in una logica di maggiore adesione ai principi Esg».