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ISTUDI
by Economy
PROFESSIONE LOBBISTA, OLTRE I FALSI MITI
Da noi si chiama “tutela degli interessi”, ma la sostanza non cambia. Cosa fa di preciso un esperto di lobbying e che spinta può dare al business? Ne parliamo con Francesco Vivacqua, fra i più esperti lobbisti italiani
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di Vincenzo Petraglia
UNA DELLE FRASI PIÙ ESPLICATIVE DI CIÒ CHE È UN LOBBISTA E DI QUELLO CHE È IN GRADO DI FARE APPARTIENE A JOHN FITZGERALD KENNEDY, CHE DISSE “I LOBBISTI SONO QUELLE PERSONE CHE PER FARMI COMPRENDERE UN PROBLEMA IMPIEGANO DIECI MINUTI E MI LASCIANO SULLA SCRIVANIA CINQUE FOGLI DI CARTA. PER LO STESSO PROBLEMA I MIEI COLLABORATORI IMPIEGANO TRE GIORNI E DECINE DI PAGINE". Ma chi è veramente un lobbista, cosa fa di preciso e quali strumenti utilizza per raggiungere i propri obiettivi? E soprattutto quali vantaggi può offrire ai suoi clienti una figura di cui sempre più le aziende avranno bisogno per tutelare i propri interessi? Cerchiamo di sfatare qualche falso mito legato a una professione che forse in Italia è ancora vittima di parecchi pregiudizi. Economy ha incontrato Francesco Vivacqua, fondatore dell'Istituto studi distribuzione internazionale (Istudi), società di consulenza che si occupa dell’elaborazione di piani di urbanistica commerciale, che ha concorso all’avvio in Italia dei centri commerciali, e una lunga serie di incarichi manageriali e imprenditoriali nel settore della consulenza, tra i lobbisti - racconta - più accreditati in Europa e l'unico a essere presente nel Parlamento italiano e in quello europeo. Philanthropy advisor inoltre e fondatore
VIVACQUA CON LO SCOMPARSO DAVID SASSOLI dell’organizzazione internazionale no-profit Cultura&Solidarietà, che ha istituito il premio “Stelle al Merito Sociale” e che opera con le scuole di tutta Europa su progetti che riguardano i rapporti tra studenti e istituzioni.
Francesco Vivacqua lei è tra i più esperti lobbisti italiani. Le risulta che il lobbismo in Italia sia guardato ancora con sospetto e sia vittima di stereotipi?
Non è una questione di stereotipi. È che in Italia si utilizzavano i servizi degli amici, poi una legge, con sanzioni penali, ha definito questa attività “ traffico di influenze”, utile solo a raggiungere obiettivi “personali” e non generali. Da quel momento la funzione del lobbista, anche da noi, ha ripreso la sua corsa. Da noi si definisce il lobbismo “tutela degli interessi”, ma conta poco.
Eppure l’attività lobbistica può rivelarsi in molti casi fondamentale, non è così?
Direi utile e necessaria se gli obiettivi sono di natura economica e di livello europeo ed internazionale. La lobby raccorda gli interessi particolari con quelli generali, crea un equilibrio che può, talvolta, offrire risvolti sociali e di sviluppo generale.
Quali canali utilizza in genere un lobbista?
Esclusivamente quelli istituzionali. Le Commissioni legislative, le infrastrutture legislative. Esiste il Registro della trasparenza per cui l’attività, all’interno dei parlamenti, viene tracciata e monitorata. Ogni attività richiede una relazione puntuale sugli argomenti trattati.
Come si diventa e come deve essere un lobbista?
Ci si accorge di essere lobbisti quando ci si è “dentro” in piena attività! Ad esempio dopo anni di consulenza nel mondo delle imprese. Le caratteristiche di un lobbista sono sempli-

FRANCESCO VIVACQUA, LOBBISTA DI PROFESSIONE
ci ma fondamentali per il successo: capacità di relazionarsi; inclusività; autorevolezza; capacità di sintesi; cultura; conoscenza delle leggi e dei regolamenti che presiedono i vari parlamentari; memoria visiva e da “archivio” soprannaturale!
In rete gira un progetto che la vedeva protagonista con lo scomparso David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, per una Scuola europea di formazione politica da istituire a Milano...
Ci chiedevamo, con David Sassoli, perché i giovani non sono interessati alla politica e cosa fare per trascinarli dentro. Abbiamo immaginato due cose semplici: un luogo comune dove farli ritrovare: Milano e, niente corsi, niente scuola o didattica, semplicemente testimonianze, lectio magistralis, da parte di politici, di successo, che avevano completato il loro percorso nella politica ed erano pronti a raccontare la “bellezza”, l’utilità sociale, il tornaconto universale che offre l’esercizio della politica...