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INNEXTA
by Economy
FINANZA ALTERNATIVA A MISURA DI PMI FINANZIARE L'IMPRESA
Nei primi sei mesi del 2022 ha mobilitato 2,6 miliardi di euro, in crescita del 32%. Corre il debito, meno le asset class legate all'equity. Tutti i numeri del comparto illustrati all’Alt-Finance Day organizzato da Innexta
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VALORI DEI FLUSSI DI FINANZIAMENTO DA CANALI ALTERNATIVI AL CREDITO BANCARIO PER LE PMI ITALIANE. EVOLUZIONE NEGLI ULTIMI SEMESTRI (Valori in € milioni)
CANALE
Minibond Crowdfunding: reward based Equity based Lending based Invoice trading Direct lending (*) Private equity/ VC: fondi (**) Business angel (*) Euronext Growth Milan (***)
1° SEMESTRE 2021 2° SEMESTRE 2021
1° SEMESTRE 2022
559,0 2,8 59,0 95,9 325,6 719,0 628,0 27,0 190,1
TOTALE
1.978,8 2.570,7 2.606,4
(*) = stima (**) = solo operazioni di early stage ed expansion (***) = OPS e aumenti di capitale, escluse le SPAC
FONTE: QUADERNO DI RICERCA LA FINANZA ALTERNATIVA PER LE PMI IN ITALIA
di Riccardo Venturi
Crescono i minibond e il direct lending, ma sono in difficoltà la raccolta dei fondi dedicati al private capital, la corsa alla quotazione su Euronext Growth Italia, le campagne di crowdfunding. È un quadro in chiaroscuro quello che emerge dal quaderno di ricerca La finanza al-
ternativa per le Pmi
in Italia, presentato lo scorso 24 novembre all’Alt-Finance Day, la giornata della Finanza Alternativa organizzata da Innexta in collaborazione con Unioncamere, Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi e School of Management del Politec-
nico di Milano. Ma la traiettoria indicata dalla ricerca è complessivamente positiva: il mercato della finanza alternativa per le Pmi rispetto al credito bancario continua a crescere, pur rimanendo ben distante dai riferimenti di altri Paesi come la Germania e soprattutto la Francia. Nel 2021 ha mobiNEL QUADERNO DI RICERCA litato risorse per oltre SULLA FINANZA ALTERNATIVA IN ITALIA 4,5 miliardi di euro, I DATI POSITIVI SUPERANO contro i 3,2 miliardi QUELLI NEGATIVI del 2020; e il primo semestre del 2022 è andato molto bene, con un flusso record di 2,6 miliardi e un incremento del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante le difficoltà registrate

GIANCARLO GIUDICI
sul capitale di rischio. «Si tratta di un risultato cui ha contribuito in misura significativa il settore pubblico» dice il prof. Giancarlo Giudici, curatore del quaderno, docente ordinario della School of Management del Politecnico di Milano e direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting, «grazie ai capitali investiti direttamente e indirettamente o garantiti da istituzioni europee come il Fondo Europeo per gli Investimenti e da enti come Cassa Depositi e Prestiti e Fondo Italiano di Investimento Sgr». A crescere maggiormente nel primo semestre dell’anno tra i finanziamenti alternativi sono dunque minibond e direct lending. Le Pmi non
finanziarie italiane emittenti di minibond
fino al 30 giugno 2022 sono state 614; fra queste, ben 65 si sono affacciate sul mercato per la prima volta nel primo semestre 2022. Il controvalore collocato negli ultimi 12 mesi coperti dalla ricerca è stato di 836,5 milioni di euro, di cui 277,5 milioni nel secondo semestre 2021. Il primo semestre 2022 mostra un ottimo andamento, anche considerando che di solito le emissioni si concentrano verso la fine dell’anno. In 6 mesi si sono registrati 105 collocamenti con 559 milioni di euro raccolti, record storico. Il flusso degli ultimi 12 mesi è quindi pari a 836,45 milioni contro 455 milioni del periodo precedente, con una crescita dell’84%. Il controvalore medio delle emissioni è pari a 4,12 milioni, in leggera crescita. «Riteniamo che diverse Pmi abbiano ‘anticipato’ l’incremento dei tassi di interesse per il futuro e abbiano voluto raccogliere capitale prima di trovarsi spiazzate nei prossimi mesi» osserva Giudici. «Si tratta di un mercato importante, che continuerà a crescere sostenuto dai progetti di basket bond». Occorre sottolineare che i numeri citati non considerano le emissioni avvenute fra il 2020 e il 2021 nell’ambito del programma ‘Fondo Patrimonio PMI’ di Invitalia. Si tratta di un provvedimento che ha sostenuto, durante il periodo della pandemia, la patrimonializzazione delle Pmi che hanno effettuato un aumento di capitale di rischio, mediante il coinvestimento da parte di Invitalia in obbligazioni o titoli di debito di nuova emissione. Le Pmi italiane che hanno beneficiato della misura sono state 154, per un controvalore complessivo di 264,5 milioni di euro. L’altro comparto a crescere in maniera significativa è quello del direct lending, l’opportunità per soggetti non bancari, in particolare fondi di credito e piattaforme fintech, di erogare prestiti diretti alle imprese. Si tratta del segmento dove è più difficile raccogliere informazioni esaustive, perché non pubblicamente disponibili. Nuovi fondi continuano ad arrivare sul mercato e hanno cominciato a investire, spinti anche dalla nascita di Eltif e di ‘Pir alternativi’. Il contributo che è arrivato da questo segmento può essere stimato in 1,2 miliardi di euro per gli ultimi 12 mesi, con una buona crescita nel primo semestre 2022 (719 milioni) rispetto ai 6 mesi precedenti (524,7 milioni) e ancora di più rispetto al primo semestre 2021, con un incremento tendenziale del 55%. Protagonisti di questa crescita sono soprattutto tre realtà che erogano finanziamenti diretti alle Pmi. Opyn, piattaforma di digital lending per le piccole e medie imprese, anche grazie al suo fondo di investimento alternativo Magellano, in cui ha investito il Fondo Europeo per gli Investimenti, nel secondo semestre 2021 ha erogato finanziamenti diretti per 236,95 milioni di euro, cresciuti a 380,4 milioni nel primo semestre 2022. Credimi si concentra sul direct lending digitale; nel giugno 2022 ha strutturato un’operazione di cartolarizzazione da 26,6 milioni di euro, sottoscritta per 25 milioni da Mediocredito Centrale e per 1,6 milioni dalla stessa Credimi, per finanziare Pmi aventi sede al Sud, accessibile per le società di persone e di capitale con almeno due anni di vita. Nel secondo semestre 2021 la piattaforma ha erogato finanziamenti diretti per 200,5 milioni di euro, cresciuti a 254,8 milioni nel primo semestre 2022. Azimut Direct, piattaforma fintech nata dall’esperienza di Epic Sim, specializzata nell’accompagnare le Pmi verso il mondo dei minibond, direct lending, private e public equity, in un anno ha originato 76 prestiti in direct lending a vantaggio di 62 imprese che hanno raccolto 133,6 milioni. «Quello del direct lending è un mercato che dipende tantissimo dai fondi degli investitori istituzionali» evidenzia Giudici, «quindi da quello che apportano i fondi di credito e le assicurazioni. È un mercato che sta andando bene sia per le medie che per le piccole imprese, e anche per le grandi. Certo è ancora molto piccolo, rispetto ai finanziamenti bancari conta ancora molto poco». La crescita della finanza alternativa per le Pmi deve ora affrontare le sempre più insistenti voci di una possibile recessione. In questo scenario di maggiore incertezza e rischio, sono le asset class legate all’equity che mostrano segnali di debolezza,
AI RISULTATI POSITIVI DELLA FINANZA mentre corre il debito. ALTERNATIVA PER LE PMI Si tratterà di capire se HA CONTRIBUITO IN MODO IMPORTANTE IL SETTORE PUBBLICO un peggioramento del contesto economico e finanziario potrà frenare la rincorsa della finanza alternativa in Italia rispetto agli altri Paesi Ue, oppure rafforzarne il ruolo di strumento addizionale utile per ridurre i vincoli di accesso al capitale per le Pmi. «Molto dipenderà dall’atteggiamento dei fondi di investimento e degli investitori professionali» aggiunge Giudici. «Se confermeranno il loro interesse così come pare, perché continua a crescere il numero di Sgr, di fondi, di investitori che puntano sul finanziamento dell’economia reale, se questo interesse sarà confermato il mercato crescerà; altrimenti l’Italia rimarrà in una fase di gap rispetto alla dimensione della finanza alternativa negli altri Paesi europei».
