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FONDIRIGENTI

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BEPI KOELLIKER

BEPI KOELLIKER

Quel gender gap formativo che penalizza il management

Il nuovo Avviso di Fondirigenti stanzia 1,5 milioni di euro per interventi formativi rivolti esclusivamente al management femminile, prevedendo specifiche premialità per le Pmi e per le imprese del Mezzogiorno

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di Lara Bernardi

In Italia esiste uno 'spread' preoccupante quanto quello sui titoli di Stato, lo spread formativo di genere, su cui è opportuno intervenire, come ci ricorda l’Europa, con politiche ed interventi idonei a recuperare terreno sul fronte delle pari opportunità e della competitività, per portare il nostro Paese ai livelli dei principali competitor internazionali. Un divario che, sorprendentemente, riguarda anche le figure professionali più elevate, come i dirigenti d’azienda. Le donne sono poco meno del 20% del totale dei dirigenti in Italia (Inps, 2019) e questo dato ci posiziona al di sotto delle medie comunitarie, specie con riferimento al management operativo. Guardando poi ai dati di Fondirigenti - il fondo di Confindustria e Federmanager leader in Italia per la formazione continua dei dirigenti - la domanda di interventi formativi rivolti alle donne manager, sebbene in crescita negli ultimi anni, presenta ancora ampi margini di miglioramento. Secondo le elaborazioni del Fondo, la quota di dirigenti donne in formazione sul totale dei dirigenti è passata, nell’arco di un decennio, dal 5% all’8%, con un incremento apprezzabile, ma ancora largamente insufficiente frutto, insieme, di un limitato ricorso alla formazione da parte del management in generale, di una ridotta presenza femminile nei ruoli di vertice e di una quota di dirigenti donne in formazione rispetto

al totale dei dirigenti in formazione che si mantiene proporzionale al livello di managerializzazione femminile. La lettura dei dati relativi agli strumenti di finanziamento gestiti da Fondirigenti conferma, sia l’avvio di un processo di progressivo aumento della partecipazione delle donne dirigenti alle attività formative, sia la lentezza con cui tale processo si compie, e la non uniforme diffusione LA QUOTA DI DIRIGENTI DONNE di tali miglioramenti

IN FORMAZIONE SUL TOTALE (v. tabella). Nell’ulDEI DIRIGENTI NEGLI ULTIMI ANNI timo triennio, l’u-

È PASSATA DAL 5% ALL'8% tilizzo del conto formazione (il “borsellino” sempre a disposizione di ciascuna azienda aderente per il finanziamento dei piani formativi) ha visto un 20,8% di partecipanti costituito da donne: in valori assoluti, sono stati oltre 20 mila gli uomini formati, contro le circa 5 mila donne, su un totale di 80 mila dirigenti in servizio nelle aziende aderenti al Fondo. La formazione “al femminile” ha riguardato soprattutto le grandi imprese, quasi il 69%, contro il 28% delle medie imprese e il 3% delle piccole. Nello stesso periodo gli avvisi (ideati per finanziare i piani formativi presentati dalle imprese su temi indicati dal Fondo) non sono riusciti a svolgere appieno la loro tradizionale funzione di riequilibrio, in particolare, a beneficio delle imprese di medie e piccole dimensioni: le donne formate sono state, infatti, poco più del 15% del totale, anche qui prevalentemente nelle imprese di grandi dimensioni. Infine, emerge con chiarezza una specifica criticità territoriale: solo il 28% delle imprese che fa formazione al Sud coinvolge in tale attività le donne, contro il 46% del Centro e il 35% del Nord. C’è ancora tanta strada da fare, dunque, e conviene percorrerla (presto) come dimostrano recenti ricerche che confermano l’efficacia e l’utilità per le imprese derivanti dall’incremento dell’investimento formativo. Tra queste quella di Fondirigenti che - in coerenza con analoghi studi pubblicati da Banca d’Italia sui benefici in termini di performance ottenuti dalle imprese attraverso la managerializzazione – ha promosso l’indagine “La Formazione manageriale delle donne: evidenze e impatto sulla produttività” (disponibile on-line sulla Open Innovation Library di Fondirigenti). La ricerca, basata sui dati reali delle imprese aderenti, ha consentito di provare con chiarezza che la formazione manageriale

Massimo Sabatini, direttore generale di Fondirigenti

I PIANI FORMATIVI DI FONDIRIGENTI E LA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE MANAGER

Conto formazione 2019 Conto formazione 2020 Conto formazione 2021 Piani Dirigenti 1.350 1.000 2.300 11.000 8.200 20.000

Avviso I-2019 I-2020 2-2020 I-2021

FONTE: FONDIRIGENTI Piani Dirigenti 1.100 50 700 600 2.500 100 1.500 1.200 Ore formazione 180.000 120.000 300.000 Ore formazione 180.000 5.000 85.000 70.000 Risorse impegnate 13.000.000 9.000.000 22.000.000 Risorse impegnate 15.500.000 500.000 7.000.000 7.000.000 Donne Manager 20,80% 20,73% 21,47% Donne Manager 15,08% 14,94% 15,52% 16,94%

ha un impatto positivo sulla produttività delle imprese interessate e che le aziende che coinvolgono anche le donne manager nella formazione ottengono incrementi di produttività superiori a quelle che prevedono la partecipazione solo degli uomini: il bonus di produttività è del 9% superiore rispetto a chi fa formazione solo per dirigenti uomini. Se queste evidenze confermano l’utilità dell’investimento in formazione al femminile, altre rilevazioni e indagini effettuate dal Fondo, attraverso progetti di ricerca svolti sui territori in collaborazione con le associazioni dei soci (Iniziative Strategiche), dedicati al tema della diversità e dell’inclusione, fotografano una readiness sulle priorità di D&I nei programmi e nei processi di apprendimento ancora contenuta: solo il 5,82% dei rispondenti ad una survey ritiene, infatti, che il Paese sia effettivamente pronto a fare formazione su questi temi perché realmente pronto a cambiare atteggiamenti e comportamenti. «Sulla base di queste evidenze - sottolinea il direttore generale di Fondirigenti Massimo Sabatini - abbiamo deciso di dedicare risorse mirate alla formazione delle donne manager. Si tratta di una scelta che va a coprire un’esigenza di grande attualità, a cui lo stesso Pnrr dedica un’attenzione trasversale in tutte le missioni, oltre ad interventi mirati attraverso la Missione 5, dedicata, appunto, a inclusione e coesione. Con questa iniziativa intendiamo utilizzare appieno il ruolo della formazione come 'fattore abilitante' delle politiche, rafforzando la capacità del Fondo di rispondere, dati alla mano, alla domanda di competenze che viene dalla società e dalle imprese, specie nelle realtà e nei territori che ne hanno più bisogno». L’intento è, quindi, di aumentare la partecipazione delle donne manager all’attività formativa, per generare impatti positivi sulla competitività delle imprese e favorire, indirettamente, la managerializzazione (al femminile) delle imprese. Sono queste le ragioni e le priorità che hanno portato Fondirigenti a pubblicare l’Avviso 2/2022, che stanzia 1,5 milioni di euro per interventi formativi aziendali rivolti esclusivamente al management femminile, dando priorità specifiche alle Pmi e alle imprese del Mezzogiorno. L’Avviso – i cui termini per la presentazione dei piani scadranno il 18 gennaio 2023 - propone diversi ambiti di intervento, di estrema attualità rispetto allo scenario economico-sociale, focalizzandosi non solo sui temi maggiormente legati a priorità di politica industriale ma anche sull’investimento nelle competenze manageriali necessarie per supportare le aziende nella gestione del cambiamento organizzativo, produttivo ed economico. Le aree di intervento riguardano, infatti, la sostenibilità ambientale e sociale, la transizione digitale, la gestione dei rischi (rischio energetico, finanziario, sicurezza della supply chain, sicurezza dei dati) e delle crisi, le competenze per il cambiamento e la diversity&inclusion. «In tempi non certo facili per imprese e lavoratori – conclude Sabatini – l’Avviso di Fondirigenti rappresenta un tentativo di innescare positive azioni di sistema nelle quali pubblico e privato siano fianco a fianco nel raggiungere gli obiettivi sfidanti che l’Europa ci pone anche in termini di inclusione e crescita». Lavorando insieme - questo è l’auspicio - sarà più facile ridurre (almeno) lo spread formativo.

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