rocca san silvestro: percorsi innovativi di ricerca e valorizzazione Silvia Guideri
Archeologo, Parchi Val di Cornia SpA
La Rocca di San Silvestro, cuore del parco archeominerario cui ha dato il nome, è un insediamento fortificato medievale, potremmo dire come tanti altri, anche se il suo stato di conservazione lo rende di fatto eccezionale, ma in realtà la sua eccezionalità è molteplice. Rocca San Silvestro è forse, come scrive Sauro Gelichi nella sua bellissima presentazione al primo volume dedicato al restauro di rocca di San Silvestro di Andrea Arrighetti1, il castello italiano più noto alla comunità scientifica europea da quando Riccardo Francovich lo ha messo al centro di un pioneristico progetto di ricerca2, le cui finalità, oltre a quelle disciplinari sulla formazione della Signoria territoriale, sui villaggi abbandonati e sulla archeologia della produzione mineraria e metallurgica3, furono fin da subito quelle di innescare una antesignana riflessione sull’uso pubblico o sulla utilità sociale della ricerca archeologica. In quegli anni Riccardo Francovich fece battaglie per rivendicare una diversa concezione della tutela dei siti archeologici, come profondamente integrata a quella dei contesti e dei paesaggi in cui questi siti si collocano e comprese, con la consueta lungimiranza, la necessità di rendere fruibili le aree che con risorse pubbliche erano state indagate. A Rocca San Silvestro, tra il 1984 e la prima metà del decennio successivo, è stato realizzato il primo scavo estensivo in Italia di un sito fortificato, che ha rappresentato un punto di arrivo e di partenza nello studio della signoria rurale e dell’incastellamento4. Tramite queste ricerche, Riccardo Francovich riuscì ad evidenziare per la prima volta il ruolo strategico che la gestione delle risorse minerarie ha avuto nel processo di affermazione della stessa signoria feudale attraverso una vera e propria iniziativa ‘imprenditoriale’. Accanto allo scavo intensivo del castello negli stessi anni fu avviata una sistematica ricerca di superficie5 nell’intero territorio Campigliese, per ricostruire, attraverso l’archeologia dei paesaggi, i sistemi di insediamento nei vari periodi storici (dalla protostoria all’età moderna) e l’approccio delle comunità alle risorse disponibili6. A. Arrighetti, Rocca San Silvestro. Archeologia per il Restauro, Firenze 2017, Recensione in “ ARCHEOLOGIA MEDIEVALE” XLV, 2018 (S. GELICHI). 2 Sullo scavo di Rocca San Silvestro, condotto dal Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena dal 1984 al 1994, cfr. in ultimo: Riccardo Francocvich, Rocca San Silvestro, Roma 1991. 3 Riccardo Francovich Chris Wickham, Uno scavo archeologico ed il problema dello sviluppo della signoria territoriale: Rocca San Silvestro e i rapporti di produzione mineraria, “Archeologia Medievale”, XXI (1994) 4 FRANCOVICH R. GELICHI S. PARENTI R., Aspetti e problemi di forme abitative minori attraverso la documentazione materiale nella Toscana medievale, All’Insegna del Giglio - Firenze - 1980 5 A. CASINI, Archeologia di un territorio minerario: i Monti di Campiglia, in R. MAZZANTI (a cura di), La scienza della terra nella Provincia di Livorno a sud del fiume Cecina, Livorno 1993, pp. 303.314 6 A. CASINI, R. FRANCOVICH, Problemi di archeologia mineraria nella Toscana medievale: il caso di Rocca Sam Silvestro (LI), in Les Techniques Miniéresde l’Antiquité au XVIII Siècle, Edition du CTHS, Paris 1992, pp. 249-265 1