Diciamo - Il Quindicinale Indipendente

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Quindicinale Indipendente

Anno IV n. 85

06 FEBBRAIO 2010

GIUSEPPE CODACCI PISANELLI: L’UOMO DI SEMPRE di Cesare Lia Sembra che il nostro giornale, piccolo che sia, abbia finalmente fatto breccia sulla decisone di dedicare maggiore attenzione agli uomini che hanno reso grande la provincia di Lecce e la puglia intera. GIUSEPPE CODACCI PISANELLI darà il suo nome all’Università del Salento. E’ una delle richieste avanzate da DICIAMO attraverso un mio articolo e presa in seria considerazione da l prof. Pank iewich dell’Università del Salento, ha trovato il primo concreto SI da parte del Sindaco di Tricase Antonio Musarò. E’ giusto che il padre dell’attuale Università del Salento, ideatore dell’iniziativa culturale, abbia questo primo riconoscimento se si pensa agli anni ’50 ed a quando, partendo da una situazione veramente precaria ideò l’iniziativa di creare un Consorzio Universitario Salentino per dare vigore a sfogo a tutta una cultura che, partendo dalla nostra terra, riusciva ad imporsi all’Italia ed al mondo attraverso istituzioni che in Puglia avevano solo una sparuta presenza

nell’Università di Bari. Ricordo ancora quando l’idea prese piede ed investì tutte le amministrazioni comunali del Salento,

quelle provinciali e semplici cittadini. Ricordo ancora quando, avendo avuto l’ equiparazione alle istituzioni statali, furono chiamati a raccolta giovani e meno giovani, pronti ad abbracciare un corso di studi umanistici, per iscriversi al corso istituito presso il Consorzio U n i v e r s i ta r i o . Ricordo l’entusiasmo che l’ iniziativa determinò. Pensavamo di aver raggiunto già in capolinea e parlavamo di vera e propria Università degli

PUGLIA: REGIONALI 2010

In questo numero SOTTO A CHI TOCCA

Studi quando ancora era un tentativo di dimostrare allo Stato che tante menti qui da noi avevano la volontà e la capacità di esprimere in loco le loro possibilità scientifiche. L’On.le Giuseppe CodacciPisanelli, da buon cattolico, era sin dall’inizio fiducioso di giungere al traguardo. Era un uomo che sapeva leggere nel futuro ed era un uomo dalle grandi capacità non solo intellettive ma politiche che non si fermava di fronte al primo ostacolo. Molti nella nuova Università vedevano il proprio posto di lavoro ma Egli vedeva lo sviluppo di una terra, emarginata dal resto della Nazione, ma piena di intelligenze fertili e capaci di imporsi nel futuro. Tanti altri sacrifici ha dovuto affrontare, però, prima di raggiungere la meta. E non solo Lui! Ma chi gli è succeduto nell’incarico di Rettore dell’Ateneo, dopo il decreto di istituzione dell’Università promossa dal Consorzio. Sacrifici per l’istituzione, sacrifici per l’ampliamento, sacrifici per l’autonomia. Continua a pag.

a pag. 2 RICORDARE

a pag. 4 “AH, FORS ’È L UI!”

a pag. 5 ANNA E GLI ALTRI

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SCHIAVI DELLA NOLOGIA

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CHI È IL FANNULL ONE?

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CONSIGLIO COMUNALE CON SO RPRESA

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ALZATI E CAMMINA

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EOLICO E F OTOVOLTAICO ALL’ ASSALTO DEL SALENTO

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AGENZIA DELL E ENTRATE: BO NUS SICUREZ ZA E BO NUS ASSUNZIONI

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ASTICE AL FORNO

POLITICA & SOCIETA’

di Lucio Vergari Il 28 e il 29 marzo prossimi siamo chiamati a scegliere il nuovo governatore della Regione Puglia, ma già in questi giorni stiamo viv endo una campagna elettorale calda, nonostante il clima invernale, a causa di una situazione politica disastrata, che va ad aggiungersi a quella economico-sociale già di per sé naufragata tra le rovine di questa lunga e interminabile crisi. Continua a pag.

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TEC-

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Reciprocità e g ratuità dentro il mercato

C A S A R A N O SANT ’ANT ONI O, UN ALTRO RINVIO

di Annibale Elia

Qualche tempo fa abbiamo riflettuto sul ruolo dei cattolici nell’Italia di oggi, sulla loro laicità e sulla loro democraticità. Oggi vogliamo occuparci della questione sociale e del mercato alla luce dell’enciclica Caritas in Veritate, con la quale Benedetto XVI ha voluto imprimere un nuovo corso all’insegnamento sociale della Chiesa. Continua a pag.

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a pag. 11 INSIDIE SEMPR E DIETRO L’ AN G OL O P E R IL TRICASE

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dalla Prima segue da pag. 1

A sfidarsi saranno il presidente uscente Nichi Vendola, ex membro del PRC e attuale anima ed esponente di spicco della Sinistra Ecologia Libertà, il candidato del PDL Rocco Palese, braccio destro e uomo di fiducia di Raffaele Fitto, Adriana Poli Bortone, la cui candidatura autonoma è appoggiata dall'Unione di Centro, Michele Rizzi coordinatore regionale di Alternativa Comunista e l'imprenditore Pasquale Bacco di Fiamma Tricolore. Il presidente uscente, che ha stravinto le primarie con il 73% di preferenze, è appoggiato dal Partito Democratico, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia Libertà, Partito Socialista Italiano, la Federazione della Sinistra e la Lista Bonino Pannella, ma ha perso il sostegno dell'UDC, che sarebbe scesa in campo con il centrosinistra solo se le primarie fossero state vinte da Francesco Boccia. Il centrodestra, dopo aver pensato di candidare uno tra il magistrato Stefano Dambruoso e il giornalista Rai Attilio Romita o, addirittura, la senatrice Adriana Poli Bortone, converge, dunque, verso il consigliere regionale Rocco Palese, che però non piace all'UDC e, a quanto pare, neanche a Silvio Berlusconi che cerca invano, almeno per il momento, una strada alternativa. Ma la candidatura che fa più rumore di tutte è sicuramente quella della senatrice Poli Bortone, una figura imponente, appoggiata in pieno dall'UDC di Pierferdinando Casini che incassa anche il sostegno di Movimento per le Autonomie, Partito Pensionati, Rifondazione Democristiana, Rinascita Popolare, Democristiani e Libertà, Lista Per il Sud e Lega Meridionale.

PUGLIA: REGIONALI 2010

A queste tre figure di spicco, si sono aggiunte due altre candidature che rappresentano, a loro modo di dire, l'alternativa a questa nuova-vecchia politica: si tratta di Michele Rizzi, a quanto sembra in forte contrapposizione con Nichi Vendola, perché «rappresenta la continuità con il suo primo governo», dice il giovane operatore precario in un call center di Bari, caratterizzato da «finanziamenti alle scuole private, un padronato che delocalizza dopo aver depredato soldi pubblici, uno sfascio della sanità», mentre per la destra e, nello specifico, Fiamma Tricolore, il candidato giusto è Pasquale Bacco, medico del Lavoro, in contrasto con il PDL perché troppo centrista e per aver atteso molto prima di ufficializzare la propria scelta. Da questo quadro sembrerebbe tutto ben chiaro e definito, ma trovandoci in politica tutto ancora potrebbe succedere. Tante e troppe sono le voci che circolano circa i tentativi di persuasione da parte del Pdl nei confronti della senatrice di Io Sud perché, se tanto mi da tanto, è inutile prendersi in giro, Nichi Vendola esce fortissimo dalle primarie e super favorito nella corsa alla presidenza, con tutto il centrosinistra (a parte i franchi tiratori!!!) con lui, mentre l'elettorato opposto indeciso su chi dirigere il proprio voto, con Rocco Palese che rischia di trovarsi a capo di una coalizione di centrodestra formata solo da tanti piccoli gruppi locali. Ma, appunto, siamo in politica, quindi Rocco Palese po-

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trebbe stravincere, Nichi Vendola uscirne sconfitto, così come potrebbe spuntarla la senatrice, sconfiggendo le due potenze politiche... Ipotesi, che fanno pensare, però, come questa politica vada sempre più a deteriorarsi, guardando il proprio elettorato come dei numeri da cui attingere voti, come se tutti hanno un prezzo e possono essere comprati (o presi in comodato d'uso gratuito, cosa più probabile!!!), solo per raggiungere quell'ambita vittoria, a volte più per ripicca che per sistemare veramente una popolazione in degrado. Una cosa è certa, i cittadini si stanno ribellando, non vogliono più le decisioni prese a tavolino ma desiderano essere parte attiva ed integrante di un progetto politico che parta dalla base, da una consulta libera e democratica, come appunto legittimato dalle primarie del centrosinistra. Le persone, anche se non lo ammettono, credono ancora nei politici, anche se nelle occasioni che contano dimostrano per lo più di essere solo politicanti; prova ne è l'incontro chiesto dai cassintegrati del Cluster Adelchi con i tre massimi candidati alla regione, con la speranza e l'auspicio che qualcosa si possa muovere. Il Salento, ma il meridione in generale, è considerato il motore dell'Italia ma, cari politici, da tempo questo motore ha terminato la benzina e senza carburante non si accenderà mai.

SOTTO A CHI TOCCA di Rita De Iaco Ricomincia la bagarre elettorale. Dopo il delinearsi degli schieramenti in campo e l’ indicazione dei candidati alla presidenza della Regione, si apre la corsa alla composizione delle liste. Il toto-nomi vorrebbe in lizza numerosi assessori, sindaci e consiglieri, che dopo aver conquistato gli scranni di comuni e province, nella scorsa tornata, sarebbero già pronti ad affilare le armi per la prossima competizione. Ormai l’attività del politico è diventata un continuo rincorrere la carica più prestigiosa. Se le indiscrezioni di questi giorni dovessero essere confermate, molte amministrazioni verrebbero “decimate” dalle nuove candidature a cominciare da quella della Provincia di Lecce. Numerosi sarebbero i componenti consiglio ed esecutivo impegnati nelle prossime regionali. Fenomeno che si riverbererebbe in molte altre Amministrazioni locali. Sono passati appena sette mesi dall’insediamento dei nuovi governi, se si considera la pausa estiv a e quella natalizia, si ha contezza di quanto esiguo sia stato il tempo a loro disposizione per conoscere il territorio. Una realtà complessa e problematica che esige risposte ed interventi concreti. Eppure, sono già pronti a nuove conquiste. A farne le spese, come sempre, i cittadini. Se, infatti, amministrare significa programmare e realizzare interventi che diano soluzioni ai quesiti della comunità e ne favoriscano la crescita e lo sviluppo, ci si rende conto di come il tempo e gli sforzi profusi nelle competizioni

elettorali costituiscano energie sottratte all’attività amministrativa. Le elezioni sono certo un grande strumento di democrazia, ma se a correre sono sempre gli stessi è inevitabile che, di campagna elettorale in campagna elettorale, le istanze dei cittadini vengono accantonate e rinviate al dopo votazioni. D’altronde il fenomeno delle recentissime primarie in Puglia è la riconferma, se ancora ce ne fosse bisogno, del div ario sempre maggiore che esiste tra casta politica e società civile. La prima, arroccandosi ed avviluppandosi sempre di più in se stessa, non è ormai in grado di rappresentare gli amministrati. I giochi di potere e le trame di palazzo sono lontane anni luce da questioni sociali ed aspettative della gente. La politica diventa, ogni giorno di più, alternativa a se stessa, fenomeno confermato dal “nuovo nepotismo”. Sempre nel toto-nomi molti sarebbero i “figli d’arte” pronti a cogliere l’eredità di padri o parenti, camuffando di democrazia e svecchiamento quella che appare più come una “successione monarchica”, che va a rinforzare il tanto vituperato fenomeno clientelare, piaga della società salentina. La politica continuerà dunque il suo penoso show. Ricominceranno a comparire le gigantografie sui muri, i santini invaderanno le strade, la demagogia farà bella mostra di se nelle piazze. E la crisi, i problemi dei lavoratori, le emergenze sociali, la disperazione della gente, la società che arranca? ADESSO CI SONO LE ELEZIONI!!


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dalla Prima

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POLITICA & SOCIETA’

Reciprocità e g ratuità dentro il mercato Il S. Padre ci aiuta con la nuova Enciclica a comprendere come la questione sociale si sia trasformata in questione antropologica. Egli parla di sviluppo umano integrale. Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione. E’ questo il presupposto sul quale il Papa costruisce la CV. Proprio perché lo sviluppo è risposta dell’uomo alla sua vocazione trascendente –spiega- è necessario che il progresso sia conforme alla dignità dell’uomo. Se dunque il vero progresso consiste nella realizzazione libe ra e responsabile della vocazione che l’uomo ha ricevuto, ne consegue che “lo sviluppo umano integrale” non può non fare riferimento a Colui che chiama, cioè non può che essere trascendente. E’ questa la ragione per cui Dio e la religione non si possono escludere dall’orizzonte umano. Il secondo principio fondamentale è che lo sviluppo, per essere veramente umano, ha bisogno di fraternità. Le gravi situazioni pers istenti, se non addirittura aggravate, nel mondo globalizzato quali, per esempio, l’attività finanziaria utilizzata male, in modo prevalentemente speculativo, i flussi mig ratori abbandonati drammaticamente a se stessi, lo sfruttamento sregolato delle risorse della te rra, la corruzione e l’illegalità sono la prova per Benedetto XVI che senza carità nella verità non si dà fraternità, né sviluppo vero, umano e integrale; sono la dimostrazione che le strutture economiche e le istituzioni da sole non bastano, se manca l’attenzione alle componenti umane e umanizzanti dello sviluppo. Infine il S. Padre ins iste che le riforme vanno affrontate in una prospettiva interdisciplinare, collegando i vari aspetti dello sviluppo in una visione d’insieme. Molti problemi posti dalla “questione antropologica” sono collegati tra loro; i diritti individuali non si possono svincolare da una visione complessiva di diritti e doveri, altrimenti la rivendicazione dei diritti diviene l’occasione pe r mantenere i privilegi di pochi. A questo punto è necessario inte rpretare i segni dei tempi alla luce della rivelazione cristiana e del magistero della Chiesa. Il Papa muove dalla verità incontrovertibile che la vita è un dono. Ogni persona è essenzialmente una “vocazione”, un progetto di Dio da accogliere con gratitudine e da realizzare libe ramente e responsabilmente. Se si vuole che le relazioni umane siano solide –sia quelle personali private, sia quelle pubbliche-, esse si dovranno fondare su una carità vera. Va sottolineata quindi l’esigenza di s oluzioni nuove. Perseguire il bene comune vuol dire crea-

re le condizioni socioeconomiche affinché possano essere rimosse tutte le condizioni che ostacolano o impediscono che l’uomo possa sperimentare questo percorso e sperimentare la pienezza di sé. Più concre tamente una prima indicazione è che la vera carità implica non il fare l’elemosina ma il dare dignità, il creare

condizioni che mettano chi è nel bisogno in grado di reggersi sulle proprie gambe. E’ evidente che questo nuovo approccio domanda un impegno maggiore ai “donatori”. Il riferimento è a tante buone pratiche di successo già in essere (microfinanza, Cees ecc) E’ la riscoperta del terzo principio della rivoluzione francese, non realizzato, la fraternità. Se libertà ed eguaglianza si affidavano alle istituzioni, alle regole, all’ingegneria sociale, l’enciclica ci offre un modello caldo nel quale le persone cercano il bene comune e si coinvolgono in relazioni di fraternità creando ponti fra diverse realtà (associazioni, imprese sociali), ed al contempo i cittadini divengono protagonisti con le loro diverse scelte di consumo e di risparmio. Ne discende che non possiamo più affidarci esclusivamente alle Istituzioni per soddisfare quel diritto allo sviluppo cui tende l’umanità tutta intera. Nella CV si parla di gratuità e di dono come di parole riguardanti il me rcato, “possono e devono trovare posto entro la normale attività economica” (n.36). Il dono che troviamo nell’enciclica è un “darsi”, una modalità dell’azione, un “come” si agisce. Il sistema economico funziona su accordi tra individui aventi interessi contrappos ti che decidono di fidarsi reciprocamente, anche in presenza di informazioni incomple te e di conseguenze contrattuali non sempre prevedibili. L’enciclica invita a superare la dicotomia non profit – for profit, a favore di un’idea di economia civile, che considera l’intero mercato e ogni forma di impresa come realtà umane a tutto tondo, chiamate ad aprirsi al loro interno al dono-gratuità. Contratto e dono sono considerate forme di reciprocità alleate pe r una società più civile, e non in conflitto tra loro. Se

Annibale Elia

l’economia è attività umana, non è mai eticamente e antropologicamente neutrale: o costruisce rapporti di giustizia e di caritas, o li dis trugge. Non c’è alternativa. Insomma il mercato viene richiamato a lla sua dimensione originaria di inclusione sociale, ed il contratto è sussidiario alla autentica promozione umana e al bene comune. La rivoluzione culturale che intendiamo compiere come cristiani passa attraverso un supplemento d’anima da immettere nelle relazioni che vanno perseguite come bene in sé, così avranno l’effetto indire tto della loro fecondità anche nella dimensione economica. L’esempio dei nuovi attori identificati dall’enciclica mostra come la relazione accresce il bene della persona rendendo feconde due povertà: la povertà di senso di chi ha e rischia di non condividere e non aprirsi all’altro e la povertà materiale o la condizione di bisogno di chi chiede non elemosina ma pari opportunità ovvero una mano per pote r recuperare la propria dignità ed essere titolare di diritti e di doveri. L’incontro tra queste due povertà è il segreto che porterebbe alla soluzione delle tre dimensioni del problema che oggi affligge l’umanità (povertà materiale di fasce ancora troppo ampie della popolazione, degrado ambientale e crisi di senso e di felicità). Non assisteremmo allora alle scene strazianti, se volete, di ope rai sui tetti delle fabbriche, se l’economia e la società riconquistassero il rapporto con la gratuità, recuperando quindi il rapporto con l’umano nella sua interezza. PERIODICO ISCRITTO AL NR. 1005 DEL REGISTRO DELL A ST AMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE IN D ATA 26.11.2008

Direttore Editoriale Salv atore Giannuzzi d.editoriale@diciamo.it Redazione Sal vatore D’Elia, C esare Lia, Barbara F errari, Rita De Iaco, Antoni o Baglivo, Daniel e Baglivo, Vito Acc ogli, Rosanna M astria, Rocc o Chiri vì, Maria Soledad Laraia, R oberto Mol entino, Francesca Cesari, Anni bale Elia, Laura Longo, Donato Nuzz aci, Lucio Vergari, Pietro Russo, Sal vatore Errico, C arlo Pasc a, Attilio Palma, Rita Lia, Francesc o Elia, Er melinda Placì, Francesca De Marco, Sil via Lubello. Stampato c /o Associazi one Cultur ale Diciamo in Tricase, alla via G. Garibaldi, 60 Tel./Fax: 0833/784126 redazione@ diciamo.it Distribuito gratuitamente in una tiratura di 20.000 c opie La collaborazione a questa rivista sotto qualsiasi forma è gratuita. La direzione si riserva di rifiutare insindacabilmente qualsiasi testo e qualsiasi inserzione. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.


Attualità

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RICORDARE di Silvia Lubello Ormai è passata quasi una settimana dalle commemorazioni della Giornata della Memoria; il coro di m ille voci ha già detto tutto quello che c’era da dire,e questa altro non vuole esse re se non una semplice riflessione sul valore di quanto è stato visto e scritto a ques to proposito … c’è sempre un ‘ombra che si trascina lenta dietro la pietà e la commoz ione di questi giorni: que lla de l presente. Pe rché è facile parlare di Memoria, ma cosa assai più difficile è ricordare. Sono passati “Mai dimenticherò quella dieci a nni notte, dall’ultima volla prima notte nel campo, ta che ho visto che ha fatto della mia via A usch wi tz, una lunga notte dall’ultima che e per s ette volte s prangata. ho visto quella scritta tronegMai dimenticherò quel fugiare su quel mo. cancello ne ro, quello Mai dimenticherò i piccoli schiaffo alla dignità pe rduvolti dei bambini ta dell’uomo; ricordo la di c ui avevo visto i c orpi pioggia che batteva leggetras formarsi ra sui capannoni e sulle in volute di fumo sotto un pozzanghere, que l silenzio cielo muto […]” che sapeva di abbandono e Elie Wiesel, La notte indiffe renza … quelle pietre che avevano visto troppo e che nulla volevano dire, e que l mazzolino di ma rgherite finte posate sulla bocca de l forno crematorio … l’eco dei passi in que i viali vuoti. La campagna intorno e ra spoglia, e i contadini continuavano a vivere la loro vita di sempre: convivevano con il passato, allontanandolo quanto più possibile da loro. Ma il passato non è un punto m orto della storia, un qualcosa da relegare alle velleità intelle ttuali di qualche scrittore. Oggi mi chiedo quale s ia il sens o di questo ricorda re, in un mondo dove ancora l’antisemitismo regna sovrano, e quando l’unica cosa che si è veramente in grado di fare è quella di mette re confini tra sé e gli altri. Perché il mondo (occidentale sopra ttutto) non finisce mai di ghettizzare l’altro, conside randolo diverso. Non sono state s olo le frontiere geog rafiche a divide re i popoli: ognuno di noi è il vero confine che impedisce il viaggio verso l’altro. Ho sentito pronunciare molto s pesso una frase in questi giorni, ne i vari servizi televisivi: “ quando il 27 gennaio 1945 le truppe Alleate entrarono ad Auschwitz fecero segue da pag. 1

conosce re al mondo inte ro qua li orrori si pe rpetrassero al suo interno” … pe rché? Perché vi entrarono i fotografi, i re porter, e perché i loro documenti fece ro il giro de l mondo. Ecco la, a ll ora , l’importanza dello sguardo: la presa di coscienza di un evento avviene solo quando gli obie ttivi della stampa, e dei media in generale, si poggiano su di lui; diversamente, ne viene addirittura negata l’esistenza. A distanza di 65 anni non molto è cambia to: la nostra capacità di possedere la “totalità” de lle informazioni è solo apparente, cosicché poco o niente s i sa di que llo che succe de nell’Africa sub sahariana, in Medioriente, in India, in Cina … i genocidi, le cosiddette operazioni di pulizia etnica, le guerre tribali … vedere un bambino imbracciare un fucile davanti alla propria casa distrutta, lì, davanti ad una pila di cadaveri, non deve essere me no s convolgente de l vede re un volto scavato dalla morte che si aggira, pe rso, nel viale di un campo. Ma noi tutto questo non lo vediamo e quindi non è poi così importante, è lontano da noi, dalla nostra realtà, dal nostro mondo; noi non ne siamo coinvolti. Sbagliato. Il ricordare è un atto che proietta verso il futuro, che aiuta a non macchiare ancora di rosso altre pagine de lla nostra storia. Sì, perché la storia non è una ques tione personale: è la storia di tutti, la s toria dell’umanità, quella con la “S” maiuscola, quella che noi facciamo s correre sotto le dita, come se fosse un filo, e che prima o poi fa remo spezzare, perché pretendiamo che, da solo, sopporti il peso degli anni. Le immagini, i video, quelli che vediamo, ma anche quelli che non vediamo sono tiranni. Vincolano i nos tri pensie ri. Uno non prete nde che bisogna vedere Shoah di Lanzmann in lingua originale, ma ne ppure assis tere a queste forme di banalizzazione del male, dove la storia puoi smontarla e rimontarla come vuoi … come avevano fatto i ladri di A ushwitz il 17 dicembre scorso. Pe r loro quello era un furto come un altro. ARBEIT. MACHT. FREI. “Il lavoro rende libe ri”, e il lavoro è sforzo, e lo sforzo è quello di impara re a ricordare. Per a ccetta re un passato soffocante, ed essere libe ri veramente.

GIUSEPPE CODACCI PISANELLI: L’UOMO DI SEMPRE di Cesare Lia

Oggi la nostra Università ha vita autonoma e dimostra non solo alll’Italia ma al Mondo intero che l’idea di Giuseppe CodacciPisanelli non era campanilistica ma basata su un presupposto di rilancio della cultura salentina nelle grandi arterie della cultura mondiale. Oggi non solo la nostra Università sforna idee, proposte, iniziativ e culturali e scientifiche di alto livello ma nella scia di un progetto culturalmente avanzato sta trascinando scuole medie superiodi, come il Liceo Scientifico “Stampacchia” di Tricase ma anche altri della nostra provincia, che sfornano annualmente progetti di primario interesse internazionale e di riconosciuto valore scientifico e sociale. Dare il nome di Giuseppe Codacci-Pisanelli all’Ateneo Salentino non è sbagliato, anzi è obbligatorio se vogliamo una volta tanto lasciare in disparte le diatribe personali e le invidiuzze di provincia.

L’uomo merita molto di più! Ma già questo denota riconoscenza in quanti hanno seguito la Sua grandiosa opera politica e sociale, in quanti hanno riconosciuto la Sua lungimiranza ed hanno riposto in Lui la fiducia che avrebbe portato la nostra te rra molto più al di là dei suoi confini naturali. Ma non è tutto! Come dicevo nel mio precedente articolo, a Lui Tricase deve erigere un monumento perché le nuove generazioni si chiedano, s’interroghino, ricordino la Sua grandezza, la Sua magnificenza, la Sua predilezione per questa terra. Tricase deve pretendere che le Sue spoglie, unitamente a quelle dei Suoi antenati riposino nel Cimitero di Tricase, in un Mausoleo che possa ricevere la riconoscenza dei cittadini che li hanno amati e sostenuti, chiedendo alla famiglia di aderire alla richiesta avanzata per un’esigenza sentimentale e di riconoscenza, non per ofaneria e lecchinaggio.


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Attualità

“AH, FORS’È LUI!” di Ermelinda Placì

… A molti quest e poche parol e cant at e magari d a una indimentic abil e Maria Callas, in quella che è e ri man e l’op era più “popolare” ed intramontabil e del nostro grand e maestro Gius eppe Verdi , semb reranno sconosciute. Son trat te da Traviata. Quell a st essa Traviata, ispirata dal celebre dramma di Al ex andre Dumas figlio , La donna delle Camelie (1852), con cui si concluderà l a stagione lirica l ecces e il 24 febbraio prossimo. Un’opera, ch e per l ’argomento tratt ato - al meno agli inizi – dovette scontrarsi con l a c ensura e l’ “ostilità” del pubblico dell’epoca. L a prima rappresent azione alla Fenic e di Ven ezia (6 marzo 1853) fu un clamoroso fiasco ; per ricevere n egl i anni enormi consensi da ispirare t ante dell e rivisitazioni cinematografiche, ch e si sono succedute nel tempo, magari con qualche piccola v ari azione al drammatico fin al e. Una stori a mozzafiato e s empre di grande attual ità d a renderl e indimentic abili Basterebb e rico rdare l a ro mant ica stori a t ra la giovan e p rostituta di Hol lywood Vi vian Ward, interpretat a d a una magnifica Jul ia Roberts e Edward L ewis, il cinico affarista milionario, int erpret ato dal l’elegant e Richard Gere, in Prett y Woman (1990), o ancora al musical in terpretato d al f ascinoso Ewan McGregor e l a rossa Nicol e Kid man protagonisti d i Moulin Rouge! (2001). «Ah, forse è lui!» - dic e Violetta, donna perduta. Ma a chi si riferisce? Ma nien te poco d i meno ch e al l’amore, quello con la A maiuscola. Si in tend e. «Croce e del izia al cor». E gi à! P erché, chi almeno una volt a nell a vit a non ha patito pene d ’amore? E ment re i nostri innamorati sono già intenti a c el ebrare la lo ro fest a fra pochi gio rni, scopriamo ch e l’amore resta il p iù ten ero dei sen timenti ; un s entimento ch e, malgrado l’aumento d ell e sep arazioni e d ei divorzi, malgrado l a crisi, malgrado tut to, conti-

nua ad app assionare scritto ri, c ant autori e rockstar, filosofi, sociologi , registi e chi più ne ha più ne mett a. A riv elarlo? Il rapporto del Censis 2009 (“L’Espresso, 7 gennaio 2010”). Sarà pur div ent ato “liquido” l’amo re, p er citare Zy gmut Bau man (Amore liquido, Laterza, 2006), che al la solidit à d ei rapporti amorosi dei nostri nonni e d ell e nostre mamme, contrappon e l a fragilit à d ell e nostre rel azioni int erp ersonal i n ell’epoca del la globalizzazion e, ma lui continua a resistere anche dinanzi al più cinico del l’uomo e al la più subdola delle donne. La stessa Viol ett a, usa a «foll eggiar di gioia in gioia…P ei sentieri del piacer», ri man e meravi gliata e stupita nel pro vare quell’emozion e…« È strano!... È strano!...In cor/Scolpiti ho quegli accenti!/Saria per me sv entura un serio amor?». E anch e G abri el e Muccino, torn ato in Ital ia dopo l’esperi enza american a, non teme di riparti re da dove ci h a l asciato : precisamente da Baciami ancora, seguito de L ’ultimo bacio (2001) in uscita da pochi giorni nell e sale cin ematografich e di tutt a Itali a, anticipato in radio dalla c anzone colonna sonora del film, firmata da ni ent e popo’ di meno che da lui: Lorenzo Cherubin i, ali as Jovanotti. Per non parl are dei t esti dell e nostre più accred itat e roc kstar, da Gi anna N annini -, anche l ei ha firmato n el 2009 con “Sogno”, la colonna sonora dell a discussa pellicola di Donatell a Maiorc a con Val eri a Solarino e Isabell a Ragones e, “Vio la di Mare” , che racconta la storia d ’amore fra due donn e-, per passare a Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Elisa, Paol a Tu rci e vi a dic endo. E anco ra chissà cosa ci at tend e p er l ’edizion e già chiacchierat a del Festiv al di Sanremo 2010?! Nell’att esa possiamo fare un salto in lib reria dove accanto ai trattat i di psichi atri e sociologi, (t ra i più not i Paolo Crepet e Franc esco

Alberon i), troviamo sull’argo mento anche un libro del filosofo franc ese J ean-Luc Nancy, d al titolo qu anto mai eloqu ent e: Sull’amor e (Boll ati Bori ghieri, 2009). Altro che nichil ismo, alt ro ch e fin e d ei buoni sentimen ti, altro che c risi di v alori! E si, occorre dirlo. A p rimeggiare in tutto qu esto non è l’amore sensual e, b ensì quel lo romantico . Controtend enza di tutt e le controt endenze? O solo un modo per dire che n e scars eggia sempre più?!!! « A quell’amor e ch’è palpito/Del l’universo intero». Dimentic avo …Buon San Valent ino a tutti! Innamorati e… non.

ANNA E GLI ALTRI di Rita Lia Avevo dodici anni quando la mia professoressa ci comunicò che il libro che avremmo letto nell’ora di narrativa sarebbe stato “Il diario di Anna Frank”. Fino ad allora il mondo dell’olocausto mi era assolutamente sconosciuto, ma da quel momento si aprì a me con tale intensità che negli anni successivi sono passata da Green a Levi a Wisel senza stancarmi mai di scoprire quanto l’uomo sia in grado di essere crudele, quanto sia capace di giustificare alla propria coscienza le atrocità che riesce a commettere. Non riesco ancora oggi a capacitarmi che l’uomo che accarezza amorevolmente i suoi cani sia lo stesso che senza pietà ordina l’annientamento di una etnia, di un popolo reo di aver crocifisso Gesù Cristo e per questo perseguitato

dall’inizio dei tempi. Il 27 gennaio, giorno della Memoria, ho ascoltato in televisione il discorso che Elie Wisel ha tenuto davanti al nostro Parlamento, parole dure come pietre per un paese che ha vissuto quella vicenda da alleato dei tedeschi, parole finalizzate a rendere il ricordo sempre vivo, soprattutto ora che i testimoni diretti sono così pochi, ora che i giovani sono così distanti da vicende lontane nel tempo, ora che l’antisemitismo trova spazio sempre più ampio arrivando a negare l’Olocausto, a considerarlo un’invenzione degli Ebrei che, pur di mettere in cattiva luce il nazismo, si inventa i forni crematori, i numeri di riconoscimento apposti sul braccio di migliaia di persone, la scomparsa di milioni di esseri

umani, si inventa Auschwitz. Invito i ragazzi a leggere Primo Levi, nato chimico e morto scrittore, suo malgrado, il quale diceva che “chi nega Auschwitz è proprio quello che è pronto a rifarlo”. Ma invito i ragazzi a non fermarsi a Levi, ad imparare dalla Storia, a guardarsi intorno. Se è vero che Hitler partorì l’idea del genocidio avendo conoscenza di ciò che accadde al popolo armeno durante la prima guerra mondiale, è anche vero che a nulla è servita la Shoah se, dopo questa, abbiamo assistito inermi alla Cambogia, al Ruanda, alla Bosnia. L’uomo è sempre uguale a se stesso, un animale che vuole primeggiare su altri animali. È per questo che occorre fornire alle nuove generazioni gli strumenti per riflettere su cosa l’umanità è ancora in grado di fare. Questo è il senso più profondo, più vero del Giorno della Memoria perché come ha sottolineato Wisel nel suo discorso:” Non dobbiamo consentire che il nostro passato diventi il futuro dei nostri figli!”.


Attualità

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SCHIAVI DELLA TECNOLOGIA di Francesca De Marco Nel vastissimo mondo della tecnologia c’è aria di fes ta. Il 27 Gennaio è sta to, infatti, presentato ufficialmente al mondo l’ultimo gioiellino nato in casa Apple, il tanto atteso iPad, presentato come un oggetto “magico e rivoluz ionario” da Steve Jobs in pe rsona, nume ro uno dell’azienda. Sigle e nom i strani, che sembrano non significare nulla, sono entrati prepotentemente ne lla nostra vita, ma pe r stare al passo con i tempi non si può evitare di conos cere. E allora vediamo di cosa si tratta. L’IPad è un tablet pc senza tastie ra, un oggetto a metà strada tra uno smartphone e un laptop. Ma quali s ono le caratteristiche di questa perla de lla tecnologia? Un display touch scree n da 9,7 pollici con una tastie ra virtuale e una leggibilità e ccezionale ideale pe r libri, giornali e videogiochi. Il peso è di soli 680 grammi. Una piccola tastie ra fisica supplementare e un dock per ancorare l'iPad, sia verticalmente che orizzontalmente, sono gli accessori venduti separatamente. Il microprocessore, della Apple stessa, è a 1Ghz e il collegamento Wi-fi è il più veloce sul me rcato. La batteria dura fino a 10 ore, in standby un mese circa. L'iPad utilizzerà tutti i programmini (le cosidde tte Application) de ll'iPhone, oltre a quelli, nuovi, messi a punto appositamente pe r il table t. Sarà disponibile in tre versioni, con una ram da 16, 32 0 64 Gb ad un prezzo che non è stato ancora reso noto ma che, parola di Jobs, sarà “incredibile”. Che dire davanti a una simile presentazione? Wow! L’ iPa d sembra essere già diventato un oggetto cult destinato a rivoluzionare il mondo della tecnologia. Questo gioie llino sarà oggetto de l desiderio pe r tutti gli amanti dei netbook. Come al solito, Apple punta tutto sullo stile, tralasciando qualche cara tteristica hardware che rende tutti i suoi prodotti inferiori ai mode lli di punta delle altre case (per esempio, esistono computer molto più potenti dei MacBook, smartphone molto più com pleti dell'iPhone e così via). Tuttavia, anche l'occhio vuole la sua parte, e la Apple conosce be nissimo l’arte di incantare con le sue forme e la sua accortezza ne i de ttagli. Ma aspettative troppo alte rischiano di causare delusione. Si m ormora, infa tti, che, messo a

confronto con altri appa recchi, l’ iPad sembri esse re un po’ di tutto ma niente di specifico. Non è un portatile, perché troppo pesante, non è un telefono, perché non consente di chiamare, non è minimamente paragonabile ad un vero lettore ebook, perché lo scherm o è pur sempre quello di un com pute r, con tutti i problemi che una le ttura prolungata por-

ta, non è una console pe r videogiochi.. insomma, può fare tutto questo ma non è nulla di tutto questo. La domanda è: ne vale la pena? Ad oggi, sembra proprio di no, ma la nos tra società non è fatta per tirars i indietro davanti a qualcosa di così tecnologicamente allettante. Anche nel mondo de ll’informatica sentirsi parte di una tribù è diventa to indispe nsabile e fare la fila in negozio per essere uno dei primi ad avere l’ultimissim o modello di questo o quell’appare cchio ci fa sentire “nel cerchio”. Molto spesso ciò che abbiamo tra le mani viene usato al minimo delle sue pote nzialità, un po’ pe r una reale incapacità a star die tro alle continue innovazioni da cui siamo bombardati, un po’ perché quello che conta è avere, anche senza alcun bisogno. La tecnologia gestisce sempre di più diversi aspetti della nostra vita, tanto da averci reso schiavi ed incapaci di farne a meno. In un attimo diventa possibile fare qualsiasi cosa.. noi siamo la gene razione che può avere il mondo ai suoi piedi con un semplice click.. possiamo viaggiare nei posti più belli del pianeta senza sposta rci dal nostro divano, poss iamo conosce re qualsiasi cosa ci interessi senza dover sfogliare alcun libro, possiamo fare lo shopping in vestaglia nel nostro salotto, possiamo porta rci dietro centinaia e centinaia delle nostre canzoni preferite, salvandole in “aggeggini” piccolissim i, possiamo suonare magnificamente senza aver mai messo mano s u di uno s trume nto musi-

cale.. possiamo conoscere m igliaia di persone, da ogni parte del mondo, se nza aver mai stretto loro la mano o se nza esserci s cambiati un sorris o, se non quello virtuale! Bisogna stare attenti ad osanna re la tecnologia come se fosse la soluz ione ad ogni tipo di problema; se, per un verso, questa “lampada di Aladino”, con un budget di desideri infinito, ha semplificato notevolmente la nos tra vita, ha dimezzato il tempo necessario a fare le più svariate cose e ci pe rmette di avere infinite occasioni che prima non erano m inimamente immagina bili, dall’altro ha la capacità di complicare anche le cose più semplici (pe nsiamo a quanto tem po ci fa perde re quando le sue funzioni non s ono ottimali!) e di farci pe rde re, in un istante, tutto quello che le abbiamo affida to. Ma la cosa veramente g rave è che ci ha fatto dime nticare il gusto puro e sano di alcuni m omenti che sono vita vissuta. I ragazzi, oggi, non sanno cosa vuol dire fare una rice rca sfoglia ndo un libro, non conoscono neanche minimamente la dolcezza dell’odore di quelle vecchie pagine. E vogliamo parlare dei rapporti tra le persone? Internet ci pe rmette di restare in contatto con tutti i nostri amici sparsi per il mondo, ma rende queste relazioni fre dde, facendoci dimenticare quanto sia bello sentire la voce dell’altro attraverso il tele fono o usare ca rta e penna e dedicargli del vero tempo della nostra giornata; i nos tri rapporti col mondo este rno e con gli altri si s tanno dileguando, nascondendosi dietro un monitor, togliendoci la possibilità di crescere con esperienze naturali, come conoscere qua lcuno, creare un rapporto fatto di tutto, di corpo e anima, e viverlo nella nos tra vita di tutti i giorni. Oggi non facciamo altro che corre re perché la logica, e anche la necessità, è “fare, fare, fare”, ma dovremmo chiederci quanto ci resta de lle nostre giornate, quanti ricordi di emozioni e di mome nti riusciam o a conservare, quante riflessioni, che ci aiutino a impara re, riusciamo a fare, quante esperienze e quanti se ntimenti possiamo dire di aver condiviso con gli altri.. pe rché die tro a tutta ques ta tecnologia ci siamo pur sempre noi.. e noi siamo questo.. queste sono lo vere cose che disegnano una vita.


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CHI È IL FANNULLONE? Nel Seicento, ai tempi della caccia alle streghe, l’iconografia tradizionale diffuse il modello e l’immagine della strega “verace”. Solitamente si trattava di una donna rappresentata accanto ad un fila toio o nell’atto di intesser fili e sempre accompagnata da qualche animale, tale da richiama rne i tratti diabolici, che poteva essere un gatto ne ro, un corvo, una civetta oppure un topo o una rana. In tempi più vicini ai nos tri, e più precisamente all’epoca dell’unificazione italiana - me ntre com inciava ad avviarsi la discussione intorno alla cosiddetta “Questione me ridionale” nel Mezzogiorno si registrò l’aumento de l fenome no de l brigantaggio. Cesare Lombroso (1835-1909) - noto antropologo e criminologo positivis ta, del quale Torino quest’anno nel centenario della morte ne celebra l’opera ed il pensie ro con l’apertura al pubblico del Museo di antropologia criminale presso il Polo m useale universita rio torinese - tracciava, grazie agli studi anatomici sul cranio del brigante Giuseppe Vilella, l’identikit del perfe tto criminale. Identikit costruito sulla base di caratte ristiche naturali, biologiche e anatomiche riconosciute tipiche dell’uomo me ridionale e medite rrane o (mandibole sporgenti, naso camuso, orecchie a sventola, capelli folti e riccioluti, ecc.). Vedeva luce così il cele bre libro L’uomo delinquente (1876), al quale polem icamente Filippo Turati (18571932) avrebbe risposto qualche anno più ta rdi con un opuscolo dal titolo: Lo stato delinquente (1883). L’autore, che aveva sempre avuto un approccio problematico al positivismo, metteva in discussione le cause meteoriche e fisiologiche addotte dal Lombroso e, richiamandosi alla tradiz ione de ll’illuminism o e del riformism o giuridico dei Beccaria e dei Romagnosi, imputava la crescita della delinquenza alla società borghese del tempo e ad una legis lazione pe nale, che adope rava strumenti scarsamente efficaci, pe rché più propensa a re prime re il crim ine piuttosto che ad educare, e sopratutto incline a favorire gli interessi di una parte, quella più ricca, facoltosa ed in combutta con lo Stato e con una classe dirigente, dedita al trasform ismo parlamentare e alla corruzione (a queste affermazioni sarebbero seguiti tutta una serie di scandali come que llo de lla Banca Romana 1889-1893, che vide coinvolti fra gli altri Giovanni Giolitti e Francesco Cris pi). In tempi non sospe tti, era il 1963, Fabrizio De Andrè com pose una ballata dal titolo Il fannullone, dove si raccontava la storia di un tale che dormiva quattordici ore al giorno e la notte invece se ne andava in giro e pe r ques to era malvisto dalla gente per be ne. Ma a lui di lavorare proprio non andava, per qualche tempo s’era pure incaricato di trovare occupazione come lavapiatti, ma alla fine, all’aumento de lla fame per spreco d’energia, preferì tornare alla sua attività prediletta: non fare niente tutto il tempo. E allora chi è il fannullone? Non è un

di E.P.

lavoratore, non è iscritto all’Istituto di previde nza sociale, non rece pisce indennità di disoccupazione, anzi lui a lavorare proprio non ci pensa. Perciò non va confuso con il disoccupato, che invece è colui che dopo aver lavorato, da un giorno all’altro si ritrova per la strada. Dopo mesi di cassa integrazione, per far sentire la propria voce, un tempo se ne andava a manifestare per le vie della città, oggi s’arrampica come i gatti sopra i tetti e, visto i tempi duri, sarebbe disposto ad arrampicarsi pure sugli specchi pur di ottene re dignità. Non va confuso neppure coll’inoccupato, ovvero il giovane appena fres co di studi (prima laurea, seconda laurea, specializzazione, ecc. ecc.) che ogni giorno si prodiga a dispensare curriculum vitae di qua e di là nella speranza di trovare una prima occupazione. Né va confuso con chi il posto ce l’ha ed ogni mattino, dopo aver timbrato il carte llino, s’assenta per un caffè e poi in ufficio chi c’è, c’è. Poiché la lingua italiana è ambigua, qui si ris chia l’equivoco. E il fannullone non ci sta. Sentendosi illegittimamente us urpato del proprio titolo onorato, potrebbe aversene a male, magari anche quere lare, ma siccome lui è un bonaccione alla fine anche questo impegno richiede rebbe troppa ene rgia, con la solita disinvoltura ce rtamente dopo qualche giorno tornerebbe alla propria pe culia re occupazione. Ma poiché, come diceva il buon vecchio Platone “a ognuno il suo”, per am ore di giustizia, per que ll’altro occorrere bbe inventare un nuovo te rmine, coniare un neologismo, trovare il giusto nome. A questo ci avrebbe pensato la lingua te desca che, amante delle distinz ioni, allo spregiativo Nichtstuer (scansafatiche) affianca il popolare Faulpelz (poltrone, fannullone) distinguendolo ancora da Faulenzer, dal verbo faulenzen che vuol dire poltrire, lazzaronare, che più di tutti si adatterebbe al picaro s pagnolo d’altri tempi APERTO TUTTO L'ANNO SI EFFETTU ANO PICCOLE CERIMONIE ed al nos trano furGRADITA PRENOT AZIONE bacchione.


dai Paesi

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CONSIGLIO COMUNALE CON SORPRESA di Laura Longo Tricase - Il Consiglio com unale compie la prima mossa pe r scioglie re il nodo Adelchi. «Va profuso ogni sforz o pe r venire incontro a queste pe rsone». Così esordisce il sindaco, Antonio Musarò poco prima di iniziare il dibattito. La seduta infatti è anche l’occasione pe r presentare mozioni più concre te: dal gesto di solidarietà de l cons igliere, Vincenzo De Rinaldis di offrire il gettone di prese nza a favore degli operai al varo unanime di un consiglio ad hoc sulla questione Adelchi. Ma la prima sessione consiliare del 2010 esordisce con un’altra iniziativa singolare: pe r il 22° anniversario della scompa rsa del concittadino Codacci Giuse ppe Pisane lli, il primo cittadino ha proposto di organizzare un consiglio per intesta rgli l’Università del Salento, come è accaduto, peraltro, per l’Università di Ba ri in ricordo di Aldo Moro. Per l’ordina ria amministrazione invece, la minoranza ha contestato la gestione del servizio di consule nza in materia di agevolazioni finanz iarie, oggi curato da un ente privato. Antonio Coppola, capogruppo del Pd, ha suggerito la revoca dell’Ufficio comunitario perché non è stato is tituito né un bando di gara, né attuata un’indagine di me rcato pe r individuare almeno 5 soggetti. Inoltre il centrosinistra si è lamentato dell’elevata

percentuale di guadagno dell’ente che si attesta intorno al 7%. «Non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire» ha dichiarato costernato Claudio Pispe ro, ex assessore alle Attività produttive, riba-

dendo che l’attività è a titolo gra tuito e che in nessun modo pesa sul bila ncio comunale, senza conta re poi, che la rendita del servizio offerto dagli esperti esterni non può supera re i 20mila e uro. Ma si ricade per l’ennesima volta nella polemica politica qua ndo è la volta delle interrogazioni di maggioranza, considerate dalla giunta come “stimoli pe r proseguire al meglio il proprio lavoro”, dall’opposiz ione invece, mere azioni propagandistiche. Alle richieste del suo gruppo di maggioranza, ha replicato l’assessore agli Affari legali, Ippazio Cazzato, illustrando il deprecabile sta to di via Cadorna causato dalle continue inon-

dazioni e stra ripamenti per l’inopportuno restringimento della carreggiata. Mentre, pe r que s to incre s cios o ca s o, l’amministrazione ha de ciso di anda re in giudizio come parte lesa e di fa r causa al responsabile dei lavori, nel frattempo è in a ttesa del finanziamento di zona Puzzu grazie al quale si spera di risistemare il manto s tradale di via Cadorna con del basalto. Per la ques tione della raccolta dei rifiuti, l’assessore re nde noto che la raccolta diffe renziata ne l corso del 2009 ha raggiunto una media totale del 24%, con picchi de l 26% nel mese di marzo e ottobre. Diversamente per la riqualificazione del Palazzetto dello sport sono s tati impiegati circa 50 mila e uro, denaro pe raltro non sufficiente pe rché sono necessarie ulte riori spese attestabili a 35-40 m ila euro per rende re com ple tame nte opera tivo l’edificio. Per i piani di zona 2010/2012, l’assessore Pispero ha ribadito che l’ex scuola elementare di via Castiglione sita in Depressa riceverà circa 500 mila euro dalla Regione Puglia, dove è previsto anche un ulteriore adeguamento di altri 470 mila euro per la sua comple ta riqualificazione. L’edificio infatti è destinato a diventare una struttura pubblica pe r minori in affido, unica sia ne ll’Ambito te rritoriale di Gagliano che a livello provinciale.

ALZATI E CAMMINA “Alzati e Cammina” è la denominazione della nuova soluzione re stata pensata da Casciaro dopo un’attenta osse rvazione meccanica del fabbro Nunzio Casciaro che s ta facendo sbalor- dell’andatura degli animali quadrupedi. L’invenzione (in fase dire le pe rsone con disabilità. Almeno di brevetto) è già stata collaudata e quelle a cui finora è stata m ostrata e testata su alcune persone tra cui Luig i, fatta provare. Si tratta di una struttuun signore di 66 a nni di V ignacastris i, ra innovativa in meta llo leggero che, tetrapleg ico, da 24 anni su una sedia a attraverso un sistema a cerniere, pe rrotelle, a causa di un tragico incidente mette al porta tore di handicap di solsul lavoro. Luigi, dopo una iniziale perlevarsi come se stesse appoggiato su plessità, ha preso coraggio grazie alle delle s tampelle e in seguito, mediante rassicurazioni dello s tesso Nunzio Cail movimento delle mani, di passeggiasciaro. Per ben dieci se dute di prova il re azionando delle leve le quali a loro disabile ha provato su se stesso un volta sono collegate a te rra g razie a nuovo modo di stare al mondo e si è delle aste che poggiano su basi antidetto “s tupito e soddisfatto” per l’idea scivolo. Pochi gesti e il disabile può del fabbro suo compaesano. “Alzati e passare, per esempio, dalla sedia a Cammina” è s tata già proposta ad alcurotelle o dal le tto ad una posizione ne strutture me dico-riabilitative saleneretta e in camm ino. tine segno evidente della forza con cui Trazione, stabilità ed equilibrio s tatico una semplice intuiz ione si può imporre e dinamico sono le tre cara tteristiche agli occhi dei deside rosi di guardare il dell’idea meccanica che sembra essemondo all’impiedi. D.N.


dai Paesi

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di D.N. EOLICO E FOTOVOLTAICO ALL’ASSALTO DEL SALENTO semplice sconcertante valutazione dei dati, nabile risoluzione del problema, senza la

Le energie rinnovabili che salveranno il pianeta, e su cui la Regione Puglia ha deciso da qualche tempo di investire, rischiano seriamente di compromettere il Salento se già gli impianti presentati fino ad oggi, nell’ordine delle centinaia, dovessero essere realizzati. La denuncia delle associazioni e dei comitati, che nell’emergenza sorgono continuamente e ormai ovunque, si fa sempre più incisiva. Da più parti insomma è diffusa l’ idea che nel territorio pugliese manchi un progetto organico e una pianificazione energetica razionale che ponga sui piatti della bilancia da una parte il fabbisogno energetico del territorio e dall’altra la salute della popolazione, la qualità della vita, la biodiversità e l’integrità del paesaggio. E se tutti quegli insediamenti eolici, fotovoltaici e a biomassa, ad oggi già previsti, dovessero essere realtà nel giro di cinque anni, nel 2015 in tutto il Salento lo scenario che si presenterebbe davanti agli occhi sarebbe sorprendente: decine e decine, centinaia, forse quasi un migliaio di torri d’acciaio alte 150 metri con tanto di pale aerogeneratrici. Ovunque, dal Basso Salento al brindisino, da Otranto a Gallipoli, si vedrebbero solo e soltanto gli eminenti “ventilatori eolici” e non si conterebbero le migliaia di ettari di impianti fotovoltaici che trasformerebbero la campagna salentina in un unico grande specchio. Ettari di campi sottratti alla natura e alle produzioni silv oagro-pastorali, desertificati artificialmente per essere coperti di pannelli di silicio, accanto ai quali fanno sfoggio decine di centrali a biomasse. Il cittadino insomma non sarà mai in grado di pensare che le energie rinnovabili che salveranno il pianeta, siano state trasformate, in questi mesi, nello strumento di devastazione sopra prospettato, ma è la

seppure parziali, reperiti presso gli uffici tecnici della Regione, che permette di aprire gli occhi, senza preconcetti, sullo scenario futuro e sul quale si vorrebbe chiudere gli occhi. Dopo un conteggio sommario e parziale (si veda il box accanto), a Palazzo dei Celestini, sede della Provincia di Lecce, si rileva che già ad oggi sono stati presentati progetti eolici e fotovoltaici per un totale di ben oltre 2.000 Megawatt e piani per circa 50 centrali a cippato di legno, oli vegetali grezzi e biomasse legnosa per circa 200 MW. Cioè una quantità potenziale enorme di energia elettrica che basterebbe a soddisfare un territorio di gran lunga più grande dell’intero Grande Salento. Si aggiunga che la centrale a carbone di Cerano già produce quantitativi di energia in surplus, in grandissima parte esportati fuori dalla Puglia. Le associazioni ambientaliste sono perentorie: “si configura, dicono, il reato di procurato disastro ambientale, si tratta per il Salento di una vera e propria calamità artificiale provocata dall’uomo”. Una sola chance è stata data alla Regione: “occorre varare nel prossimo Consiglio regionale, l’ultimo disponibile, la moratoria di tutti gli impianti, senza tergiversare, come fatto sin ora, adducendo questioni di incostituzionalità o meno della stessa. La moratoria, già per altro richiesta da mesi da centinaia di associazioni, cittadini, politici e diversi sindaci locali, non risolverà il gravissimo problema creato, né spegnerà la calamità abbattutasi sul Salento per cause politiche, ma permetterà, concedendo una finestra temporale di respiro, seppur minima, di concertare un’azione con tutti gli enti coinvolti, volta alla necessaria ed improcrasti-

necessità di ricorrere alla magistratura italiana ed europea (Corte di giustizia)”. Da mesi la mappa dello scempio è ben chiara alle associazioni ambientaliste del territorio, che all’origine sono state allertate da funzionari pubblici e politici di ambo gli schieramenti animati da principi virtuosi, quali per esempio Nicolino Sticchi (Pd), Pasquale Gaetani (Pdl), il difensore civ ico della Provincia Giacinto Urso, per tentare di mettere un freno alla selva degli impianti attraverso manifestazioni di sensibilizzazione, lettere-appello, diffide e vari ricorsi agli organi di giustizia amministrativa a tutti i livelli. È notizia di oggi, che il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Antonio Maniglio dopo aver partecipato ad un allarmante convegno a Cursi, ha scritto d’urgenza al presidente della V commissione consiliare Ambiente della Regione Pietro Mita, per chiedere di fare il “punto della situazione”: «ad oggi - scrive Maniglio - si assiste, almeno a liv ello di presentazione di progetti, a una moltiplicazione di richieste che, se accolte, deturperebbero in modo irreversibile il nostro paesaggio rurale. Non penso, per essere espliciti, che un impianto fotovoltaico che si estende su 100 ettari nella campagna salentina, nelle terre del Negroamaro, sia un passo in avanti verso la modernizzazione e l’innovazione, ma è la distruzione di una storia secolare di lavoro, di cultura contadina, di un bene paesaggistico. Si avverte l’urgenza di fare il punto sulla situazione attuale». Intanto nei prossimi giorni l’assessore alle attività produttive Salvatore Perrone presenterà un dossier sulle energie rinnovabili nel Salento.

Economia

AGENZIA DELLE ENTRATE: BONUS SICUREZZA E BONUS ASSUNZIONI di Marco Sponziello

In pole position il bonus sicurezza, che si rivolge alle PMI e ai tabaccai, e la comunicazione attestante il mantenimento del livello occupazionale annuale, condizione questa indispensabile per continuare a beneficiare del credito d'imposta sulle assunzioni. Sconto per telecamere e video-sorveglianza anti-criminalità, si riparte - Si rinnova, quindi la presentazione dell'istanza, in via telematica, per l'assegnazione, nel 2010, del bonus sicurezza. Le Pmi che svolgono attività commerciali di vendita al dettaglio e all'ingrosso, e/o attività di somministrazione di alimenti e bevande, e i rivenditori di generi di monopolio possono presentare, infatti, a partire dalle ore 10.00 di oggi, l'istanza di attribuzione del beneficio, utilizzando il modello IMS. La trasmissione telematica della richiesta deve essere effettuata mediante l'utilizzo del software "CREDITOSICUREZZA". Il Kit completo per l'invio dell'istanza è disponibile gratuitamente sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Il menù della sicurezza agevolata - Il credito d'imposta scatta per l'installazione di impianti e attrezzature di sicurezza poste in luogo di esercizio dell'attività. Tra i beni sui quali è applicabile il bonus rientrano i sistemi di pagamento con moneta elettronica, gli appa-

recchi di videosorveglianza, i sistemi di allarme, le inferiate, le porte blindate, gli infissi e vetri di sicurezza, le casseforti, le cassette di sicurezza e le macchinette antifalsari. Bonus sicurezza 2010 - Il beneficio ha già raggiunto ben 3.839 PMI cui sono stati attribuiti complessivamente 7.230.908 euro utilizzando le risorse stanziate per il 2010. Si tratta, infatti, delle PMI escluse negli anni precedenti dal contributo per esaurimento delle risorse stanziate. Per il bonus assunzioni è il momento della conferma - Si è aperta ieri la finestra temporale utile per l'invio della comunicazione annuale da parte dei datori di lavoro che beneficiano del credito d'imposta sulle assunzioni. I soggetti che nel 2008 o nel 2009 hanno ottenuto l'accoglimento dell'istanza di attribuzione del bonus assunzioni sono tenuti, infatti, a pena di decadenza dal contributo concesso per l'anno 2010, a presentare entro il 31 marzo 2010, la comunicazione attestante il mantenimento del livello occupazionale annuale. Si ricorda che la comunicazione deve essere redatta sul modello C/IAL e trasmessa mediante il prodotto di gestione denominato "COMUNICAZIONE IAL".


Che passione la cucina! Le ricette di Francy a cura di Pietro Russo

ASTICE AL FORNO

Ingredienti: • • • • • • •

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IL PIATTO PRONTO

1 astice di circa 1 kg; Mezzo bicchiere di Brandy; 1 limone sprem uto; due spicchi d’aglio; olio; Sale e pepe; Prezzemolo tritato.

PREPARAZIONE Tempo di preparazione:

PREPARAZIONE DELLA SALSA VERDE

1.

30 mi nuti

Tempo di cottura:

mettete in un contenitore dell’olio, de l succo di limone, sale, pepe, uno spicchio d’aglio schiacciato, un ciuffetto di prezzemolo e mezz o bicchiere di brandy; mescolate ed emulsiona te il tutto.

PREPARAZIONE DELL’ASTICE

20 mi nuti in forno preris caldato a 200°

Difficoltà: Media

1.

2.

3.

4.

Mettere a bollire una pentola di acqua, raggiunta la bollitura, immergete la testa dell’astice pe r farla morire, se è ancora viva. Tagliare in due l’astice, pulite lo inte rnamente, eliminando il sacchetto de lla sabbia e il tubicino intestina le, e immergete lo ne lla salsa verde. Mettetelo in una teglia da forno, insieme alla salsa verde, e cuocete lo in forno pre riscalda to a 200°, per circa una ventina di minuti. Spennellate di tanto in tanto e quando avrà raggiunto il tipico colore rossastro (tendente all’arancione), togliete lo dal forno e servite lo con de lle fettine di limone, pe r de corazione.

Scrivete a redazione@diciamo.it per dare un giudizio alle ricette pubblicate e per contribuire alla rubrica con le vostre ricette.


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Sport

CASARANO-SANT’ANTONIO, UN ALTRO RINVIO Ancora una sosta dopo quella di domenica scorsa. La Virtus dovev a ospitare i campani del Sant’A ntonio che l'impeg no di D'Anna nella rappresentativ a non consente di Carlo Pasca E' stata una settimana di lavoro pe r il casa del Matera e al Capozza contro il Casarano di Bianche tti che domani al Bacoli, avevano ra llenta to il cammino del Capozza avrebbe dovuto affrontare uno scontro difficile e decisivo per le sorti della stagione rossoazzurra. Dopo la sosta forzata di dome nica scorsa, infatti, dovuta alla temporanea indisponibilità di Sim one D’Anna, impegnato nella Coppa Carnevale con la Rappresenta tiva di Serie D, Villa & Co erano chiamati al confronto con il Sant’Antonio Abate, te rzo in classifica con quattro lunghezze di vantaggio sui sale ntini e reduce dalla pesante sconfitta casalinga nel derby contro la Turris. Que llo contro i campani doveva essere il prim o di una Mister Salvo Bianchetti serie di scontri dire tti che con il fattore Casarano, proprio nel m omento in cui le campo a proprio vantaggio i rossoazzurri squadre davanti in classifica hanno iniziaerano intenzionati a sfrutta re nel m iglio- to a cedere punti preziosi. “Il pareggio re dei modi per continua re a sognare un interno è grave” – ha affermato il tecnico ritorno nel calcio professionis tico. Già Bianche tti – “soprattutto pe rché è arrivadomenica scorsa i ragazzi di Bianche tti, a to nella giornata ne lla quale dovevamo Pianura, avrebbero avuto la possibilità di vincere per avvicinarci un po’ alle squadimostrare che il momento grigio e ra dre al vertice. Non voglio trovare attepassato: i due pa reggi consecutivi, in nuanti o scuse bana li, ma per noi che

giochiamo su un terreno in erba naturale è più complicato creare gioco rispe tto agli altri che solitamente utilizzano il s intetico”. In effe tti la situazione del terreno del Capozza è a dir poco drammatica: ampie zone del campo sono ormai impraticabili, più simili ad un te rre no agricolo che a un campo da calcio. A poco se rve il lodevole impegno degli addetti ai lavori, ovviamente encom iabili: il te rreno va rifa tto e basta. Nonos tante tutto Bianchetti non si arrende e anzi rincara la dose e incita i suoi a non cade re nella rassegnazione: “Ho raccomandato ai miei ragazzi di non farsi prende re dal pessimismo. Noi dobbiamo m irare al prim o posto e dobbiamo s cende re in campo con il precis o inte nto di vincere. Abbiamo ancora tante partite da dis puta re, il tempo non ci manca e ci sono tanti incontri dire tti da sfruttare nel migliore dei modi”. A cominciare proprio da quello di domani contro l’ostico Sant’Antonio che per l'impegno di D'Anna non potrà essere effettuato.

INSIDIE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO PER IL TRICASE di Donato Nuzzaci Il primo mese del nuovo anno solare s i è chiuso con una serie pio. E così pe r be n 96’ minuti gli undici di Ciullo hanno resis tito di risultati che gettano più luci che ombre sul ritrovato collet- in tutti i modi agli attacchi, andando varie volte vicino ad un tivo del Tricase. inaspettato vantaggio. Le ultime buone affermazioni L’obiettivo di cos truire la salvezsono sta te quelle col Massafra za giornata dopo giorna ta è in casa (1-0) contro un diretto stato finora largamente ragconcorrente pe r la salvezza, e giunto. Ma ciò ovviamente non un ecce llente pareggio a re ti basta, perché fino al termine bianche con l’ostico Fortis Tradel torneo ci saranno altre doni, agganciato quest’ultimo al meniche m ozzafiato, a comintreno dei play-off quasi garanciare dalla prossima che vedrà titi. gli uomini di Ciullo e De ll’Abate Con Mitri in ottima vena e un impegnati con blasoni di medioCorvaglia con la testa sul te rrealta classifica quali il Sogliano, no, il T ricase seppure in dieci poi tra quindici giorni il Manduuomini, ha saputo contro i baria e poi il Luce ra. Le insidie resi domenica scorsa impostainsomma sono sempre dietro Orazio Mitri re bene la gara fin dal princil’angolo.


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DICICRUCI di S. Laraia 1

Orizzontali

1. Ha ricevuto un Nobel per la Pace piuttosto ambiguo; 6. Se si forma, è impossibile scivolare; 12. Misura la pressione....di uno pneumatico; 14. Guida spirituale musulmana; 15. Se piccolo, è grazioso sul viso; 16. In provincia di Roma, una frazione di Fonte Nuova; 18. Nel comune di Lentini, Base 15 Aerea US A; 20. Breve..es empio; 21. Mandar giù; 22. Sultanato asiatico; 24. Dittongo di paese; 25. Yoko, musa di Lennon; 27. Il West del cowboy; 29. Sigla di Trieste; 31. Si ripetono in retata; 32. Ha diretto " Gli uccelli"; 37. Ninfe, figlie di Nereo e Do ride; 38. Un vino del crotonese; 39. Delle Amazzoni o de Janeiro; 40. Valle trentina; 41. Equivale a 1000 m; 42. Raganella arborea; 43. Organizzazione degli esportatori di petrolio; 45. Non credente; 22 47. Preposizione articolata; 48. Centro Commerciale torines e; 50. Una delle Sinfonie di Beethoven; 51. La speranza d ei romani; 53. E' solito mescere; 54. Golfo tra il Vietnam e la Cina; 58. Strumento a fiato; 60. Un grande del calcio milanista. 32 Verticali 37 1. Abbellito, decorato; 2. Nella bussola, indica il Nord; 3. Un estremità del ramo; 4. Nel gioco del lotto, sono la combinazione di due numeri; 5. Un serpente..av volgente; 6. Insieme a Tieste uccise Crisippo; 7. Metallo simile allo stagno; 8. Lo si cerca in caso di pioggia improvvisa; 9. Posta in profondità; 10. Difetti ereditari; 11. Terza cavità dello stomaco dei ruminanti; 13. 43 Una canzone..inglese; 17. La Bator capital e della Mongolia; 18. Metropoli californiana; 19. Un hobby ricco di profumi; 23. La di Codra figlia del Mago Iorio; 26. Emaciato, smunto; 28. Antico cantore; 29. Lo oblitera il viaggiatore statunitense; 30. Tenuto in gran considerazione; 31. La Mole Antonelliana 51 ne è il simbolo; 32. La notte di S. Silvestro se ne inaugura uno nuovo; 33. L'inizio della fine; 34. Sigla di Cremona; 35. Vi ritorna Mike dopo il lavoro; 54 36. Mammifero tipico australiano; 44. Folgorò Paride; 46. Mezzo tono; 49. Appena.. ostentato; 50. Il gas delle insegne luminose; 51. Poco..stimabile; 52. Il genere di Jackson e Madonna; 55. Simbolo dell'ettolitro; 56. Nome senza vocali; 57. In fondo alla canoa; 59. Un gruppo di vitamine.

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Affianco le soluzioni del cruciverba del numero E Z precedente con cui è stata premiata la sig.ra Lucia 9 10 E B E De Giorgi

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REGOLAMENTO Il primo, che da mercoledì 10.02.2010 dalle ore 9.00, invierà a: redazione@diciamo.it la soluzione del cruciverba, riceverà in premio una ricarica telefonica di 10 € dell’operatore preferito. Non sono ammessi gli stessi vincitori per almeno 3 concorsi consecutivi.

AVVENNE 10 febbraio 1840 - La regina Vittoria sposa il principe Alberto. L’età vittoriana informa un periodo artistico e stilistico particolare, tanto che a questa coppia viene dedicato nel 1899 il Museo di arti decorative di Londra. 11 febbraio 1990 - Il leader politico sudafricano Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace nel 1993, viene rilasciato dalla prigione di Paarl, in Sud Africa, dopo aver scontato 27 anni della pena di ergastolo a cui era stato condannato per le sue azioni politiche. 14 febbraio 1404 - Nasce Leon Battista Alberti, architetto e umanista. Una delle maggiori figure del Rinascimento, elaboratore della prospettiva matematica e teorico dell’arte.

Nuova Trigel S.r .l . Sede e Stabilimento: Via Aldo Moro, s .n. - 73039 Tric ase (Le) Italy www.nuov atrigel.it - info@nuov atrigel.it


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