72 - VS Marzo 2014

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ASSOCIAZIONI

ACCESSIBILITÀ WEB, QUALE FRONTIERA?

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L’associazione ADA Salento propone più formazione e informazione, potenziamento della banda larga e impegno da parte della pubblica amministrazione

L’Italia è molto avanti per quanto riguarda la normativa sull’accessibilità dei siti internet e sulla trasparenza digitale, il vero problema è che la legge non viene applicata». È questo l’amaro commento di Luigi Di Viggiano, presidente dell’associazione di volontariato “ADA Salento” sul voto passato in parlamento europeo che prevede l’obbligo di rendere accessibili tutti i siti della pubblica amministrazione e quelli privati che forniscono servizi come le compagnie elettriche, i fornitori di gas e acqua, gli asili nido, le poste e le banche, le società di trasporti e i servizi sanitari. Al vaglio, infatti, un disegno di legge che impone l’accessibilità da tutti gli strumenti usati dall’utente per la navigazione e suggerisce un limite di tempo di un anno per adeguarsi alle linee guida tecniche chiamate standard Wcag 2.0. per permettere, ad esempio, agli utenti di ingrandire il testo o le immagini, di navigare solo con la tastiera e con l’ausilio di lettori di schermo, di avere sottotitoli per i video etc. Questo renderebbe il web utilizzabile non solo ai disabili (sordi ciechi o persone con disabilità motoria), ma anche più fruibile da parte degli anziani. In Italia la normativa, effettivamente, non manca. In primis la numero 4 del 2008, la cosiddetta “legge Stanca” su “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, ma anche la legge 82 del 2005, il “Codice dell’amministrazione digitale” aggiornato con il decreto legislativo 33 del 2013 sul “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. «Sono

ottime leggi – continua Di Viggiano, esperto anche di normativa informatica – che prevedono l’accessibilità ma anche la necessità di trasparenza e di continuo aggiornamento delle informazioni. Le pubblicazioni telematiche, infatti, ormai hanno valore legale ed è un diritto di tutti i cittadini poter accedere liberamente alle informazioni. Su questo – incalza – siamo ancora indietro, basti pensare che spesso persino i siti degli Ambiti territoriali non sono costantemente aggiornati». Non usa mezzi termini Di Viggiano anche alla luce del lavoro che quotidianamente l’associazione svolge per fare assistenza alle persone anziane, in particolare quella fiscale. L’Odv, infatti, è convenzionata come Caf e Patronato e effettua numerose operazioni, ad esempio, per la gestione delle pensioni attraverso il sito dell’Inps che ha reso obbligatoria la via telematica per il disbrigo di alcune pratiche. «Cerchiamo sempre di non limitarci all’assistenza dei nostri assistiti, ma di renderli autonomi attraverso la formazione anche se i siti continuano ad essere ostili per le persone disabili o con difficoltà visiva. Basti pensare che nel migliore dei casi l’accessibilità si traduce nella sola possibilità di ingrandire i caratteri». Ma cosa si può fare, a conti fatti, per migliorare questa situazione e applicare davvero le leggi già esistenti? «Bisogna investire innanzitutto nella formazione e informazione dei cittadini– propone Di Viggiano - sulle opportunità degli strumenti telematici e aumentare la banda larga. È necessario, inoltre, che la Pa si adegui alla norma non solo formalmente, ma in maniera sostanziale, lavorando per rendere il diritto di accesso alle informazioni da parte di tutti una realtà».

VIENI A DONARE CON ME?

LA SICUREZZA STRADALE A SCUOLA

Dalla Fidas leccese arriva un monito contro le catene “bufala” di solidarietà e un invito a donare tutto l’anno grazie alle associazioni di volontariato

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iffidate dalle catene “bufala di solidarietà. L’appello arriva da Emanuele Gatto, presidente della Fidas leccese dalla colonne dell’house organ “Fidas News” dell’Associazione Leccese Donatori Volontari Sangue. Da giorni, infatti, imperversa su whatsapp un messaggio simile a questo: “Mi aiuti a diffonderlo? C’è bisogno di sangue A Rh negativo per una bambina che sta male…aiutami a diffonderlo. Grazie non diffonderlo su facebook, la famiglia non è d’accordo. La referente è Elisa Montagnoli – tel . 345/…… Mandalo ai tuoi contatti whatsapp”. Un annuncio che ricorda la bufala della presunta richiesta di sangue del gruppo B+ da parte dell’Ospedale Meyer di Firenze. «Dopo un paio di anni di calma – interviene Gatto – ci troviamo nuovamente a dover combattere contro queste bufale mediatiche che non aiutano in alcun modo la nostra opera di volontari e di donatori». Secondo il presidente Fidas, infatti, non esiste alcuna bambina parente/ amica/conoscente di Elisa Montagnoli che necessiti di sangue A Rh -. L’appello lanciato dallo stesso Gatto è un’occasione in più per ribadire che, nei casi di emergenza e di assoluto bisogno, sono i Centri Trasfusionali ad effettuare le necessarie segnalazioni alle associazioni di donatori di sangue presenti

sul territorio, le quali, a loro volta, provvedono a contattare direttamente i loro soci affinché si rechino a donare. «Il caso di questo messaggio apre una riflessione molto importante che tutti quanti dovremmo fare: una volta che leggo questo messaggio quale è la mia reazione? Mi limito a diffonderlo tra i miei contatti o effettivamente mi attivo per poter andare a donare?». Purtroppo, nella maggior parte dei casi, la tendenza è quella di inoltrare il messaggio senza chiedersi come poter fare a salvare una vita. Un gesto che serve solo a mettere a posto le coscienze ma che non aiuta davvero le persone malate. «Bisogna ricordare, poi – continua Gatto – che le donazioni di sangue, di qualsiasi tipologia, sono importanti tutto l’anno e che tutti Centri Trasfusionali sono sempre pronti ad accogliere i cittadini che intendano donare il proprio sangue. Invece di far circolare queste bufale – incalza – perché non mandiamo ai nostri amici un messaggio (su whatsapp, facebook, twitter, via mail, con un semplice sms) del tipo “Ehilà!!!io domani sto andando a donare. Vieni con me?”. Allora si che in questo modo avvieremo una vera catena di solidarietà che, non con le parole, ma con i fatti consentirà di salvare la vita a tantissimi malati».

Si chiama “Biciclettando” il nuovo progetto di “Cicloamici Lecce Fiab” nato per incentivare l’uso consapevole e responsabile della bicicletta

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er seminare le basi della sicurezza stradale fin dai banchi di scuola, l’associazione “Cicloamici Lecce Fiab” ha inaugurato lo scorso 12 marzo il progetto “Bicliclettando” della durata di un mese e rivolto agli alunni delle classi terze della Scuola Primaria “Ammirato Falcone” di Lecce. Storia della bicicletta, educazione stradale, norme di comportamento, prove di abilità, manutenzione della bicicletta e ciclofficina saranno gli argomenti dell’iniziativa che avrà come obiettivi favorire atteggiamenti positivi per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, sensibilizzare gli alunni al concetto di “sostenibilità ambientale” e “mobilità sostenibile”, adottare comportamenti corretti da tenere sulla strada e incentivare l’uso della bicicletta come mezzo per gli spostamenti brevi (casa –scuola) ma anche come mezzo per socializzare e divertirsi. Il bambino può rappresentare un ottimo collegamento nella diffusione di una nuova cultura dell’educazione stradale, giacché è il “nuovo cittadino” da educare, ed anche il cittadino per il quale gli adulti si rendono disponibili a rivedere i propri modelli comportamentali sulla strada. Il concetto educativo: “I bambini diventano attivi nel traffico” costituisce il concetto base da cui partire per educare i più piccoli allo spirito critico verso i comportamenti sbagliati e verso gli aspetti negativi che spesso la viabilità presenta. Il progetto si integra con la partecipazione al Concorso Nazionale per le Scuole collegato a “FIAB Bimbimbici”, uno strumento per verificare il grado di maturazione della consapevolezza acquisita. A conclusione del corso, l’11 maggio prossimo, in occasione della manifestazione nazionale della Fiab “Bimbimbici”, si svolgerà una pedalata cittadina, alla quale sono invitati a partecipare l’intera scolaresca, i genitori e gli insegnanti.


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