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csv salento

Pronti per il Forum Provinciale del Volontariato

Giugno 2012 - Anno VII - n.59

dossier

Salento, crolla l’economia

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IL MIO TEMPO LIBERO SEI TU Il progetto di Insieme per i disabili onlus tra i vincitori del bando Orizzonti solidali

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ssistenza sociale, sanità e cultura: sono queste le aree di intervento dei progetti vincitori di “Orizzonti solidali”, il bando di concorso promosso dalla Fondazione Megamark di Trani, con il patrocinio della Regione Puglia e del suo assessorato al Welfare, finalizzato a sostenere lo sviluppo di iniziative di responsabilità sociale in Puglia nel 2012. I progetti sono stati avanzati da associazioni, fondazioni onlus e cooperative sociali delle province di Bari, Bat, Taranto, Foggia e Lecce e selezionati tra quasi 180 partecipanti per un finanziamento totale della Fondazione Megamark, in collaborazione con i supermercati A&O, Dok, Famila e Iperfamila, di 105mila euro. Continua a pag. 5

LE ULTIME DAL CAMPO I

l potere più grande del sistema di informazione è quello di dare un senso ed una rilevanza collettiva a storie di vita e di donne e uomini. Esattamente come è successo più o meno un anno fa, quando l’attenzione di una buona parte dei media locali era concentrata sulla situazione del Campo sosta Panareo, il campo nel quale soggiorna la comunità Rom di Lecce. Sembra ormai preistoria, quando si parlava del rischio di sgombero di alcuni abitanti del campo e delle condizioni igienico-sanitarie inumane. Dopo una lunga mediazione con le

le parole che contano

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia. Don Milani

associazioni, il Comune congelò la delibera di sgombero e l’emergenza rientrò. Qual’è ad oggi la situazione del campo? Cosa è cambiato? La risposta è semplice, niente, anzi per quanto possibile la situazione peggiora. Da un lato infatti, grazie ad un finanziamento regionale di un milione di euro è in progetto la costruzione di un albergo diffuso composto da containers che andrebbero a sostituire le strutture abitative più fatiscenti. Dall’altro lato, però, l’ordinanza di sgombero è ancora pendente, e alcune perizie promosse dalla Rete Antirazzista Salento sul sistema fognario hanno rilevato l’inadeguatezza strutturale dell’impianto che continua a produrre e far emergere i liquami che, con l’avvento dell’estate e del caldo, sono una vera e propria bomba igienicosanitaria. Continua a pag. 14

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Editoriale

di Luigi RUSSO

IL NOSTRO FUTURO

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ei mesi di settembre-ottobre 2012, come ogni anno, il CSV Salento sarà impegnato a realizzare l’appuntamento del volontariato salentino, comunemente chiamato “Forum del volontariato”. Quest’anno abbiamo deciso di diventare ancora più pellegrini nel territorio, raggiungendo per quanto possibile le oltre seicento associazioni laddove esse lavorano e agiscono, senza aspettare che esse invece raggiungano il capoluogo e il CSV dove è più comodo a quest’ultimo. Il Forum si terrà certamente a Lecce a Tricase, ma stiamo vedendo di prevedere altri appuntamenti più piccoli anche in altri centri. La caratteristica di quest’anno del nostro Forum è quella di dare, come sempre, visibilità alle associazioni e alle loro attività, ma sempre più anche di aiutare volontari e amministratori dei territori a comprendere precisamente il ruolo politico del Volontariato e del Terzo Settore, in stretta relazione e collaborazione con le Istituzioni e l’impresa, senza inutili e fuorvianti e sterili conflittualità, tipiche di un associazionismo di “denuncia a prescindere” figlio di una cultura che è stata sepolta dalla storia, con tutti i suoi interpreti, che altro non erano se non cacciatori di risorse. Abbiamo scelto, quest’anno, di sviluppare due temi fondamentali: l’ambiente e il mondo giovanile. Due focus centrali per il futuro del volontariato nella nostra provincia. Durante il Forum del Volontariato salentino avremo anche l’opportunità di condividere la grande novità del 2012, la nascita del Forum Terzo Settore, che rappresenta un deciso rafforzamento del ruolo pubblico, politico, del nostro mondo. Insomma, il nostro sistema, va avanti, si consolida, nonostante la crisi.


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IL CSV SALENTO INCONTRA IL TERRITORIO

Un ciclo di seminari formativi per responsabili di associazioni e politici, per incentivare il lavoro in rete e una maggiore concertazione delle problematiche di tipo sociale, culturale e ambientale. Russo: “Un’occasione per rafforzare il ruolo politico del volontariato e fare realmente rete”

Un’occasione per rafforzare il ruolo politico del volontariato sul nostro territorio, in un tempo nel quale le politiche fanno fatica nel solo ambito ristretto della pubblica amministrazione a dare soluzioni ai problemi della gente e del territorio”. È così che il presidente del Centro Servizi al volontariato di Lecce, Luigi Russo, annuncia l’avvio di un ciclo di seminari formativi che si presentano con una formula tutta nuova, originale, di tipo residenziale, denominata “Formazione e laboratori di condivisione”. L’obiettivo è quello di offrire un ulteriore momento di partecipazione alle Organizzazioni di volontariato salentine, finalizzato all’incentivazione del lavoro in rete, ad una maggiore concertazione delle problematiche di tipo sociale, creando relazioni utili allo scambio di buone prassi e all’individuazione di obiettivi comuni, basati sui concreti bisogni del territorio. “Non solo - aggiunge Russo - abbiamo pensato a questi momenti anche come occasione stabile di contaminazione e di sinergia con i rappresentanti politici delle pubbliche amministrazioni e con le imprese. Un’esigenza più volte espressa dalle associazioni e che chiama in causa, appunto, il ruolo politico del volontariato, i doveri di cittadinanza attiva e solidale e la necessaria sinergia in reti che, più che proclamate, dovrebbero essere costruite e agite. Questo è quello che faremo nei nostri incontri”. L’attività di formazione avrà come ulteriore obiettivo quello della qualificazione dei volontari, attraverso il potenziamento delle loro capacità gestionale, relazionale e progettuale, all’interno delle rispettive organizzazioni di

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volontariato. Come al solito, si rivolge ai volontari delle Organizzazioni di Volontariato iscritte e non iscritte al Registro regionale del Volontariato e tratterà tematiche proprie del Terzo Settore e del Volontariato. Dal punto di vista metodologico, la proposta formativa si articola in due momenti. Il venerdì 22 e sabato 23 giugno presso il Complesso Formativo Residenziale “Oasi Tabor” di Santa Caterina, marina di Nardò, con due momenti: il primo venerdì su “I Beni comuni: tesori da gestire per lo sviluppo del territorio salentino”, a cura di Daniele Ferrocino; il secondo di applicazione concreta del Bene Comune Ambiente, con riferimento principale al dossier “Visti da noi” pubblicato dal CSV Salento, sabato mattina, a cura di Luigi Russo; le attività si concluderanno con un momento collegiale che consentirà di condividere i risultati delle attività realizzate e proporre nuove analisi e approfondimenti durante gli appuntamenti previsti dopo la pausa estiva. Il 6 e il 7 luglio, inoltre, si terrà presso l’Albergo del Santuario Maris Stella di Santa Maria di Leuca un altro momento formativo con due momenti: il primo seminariale sull’argomento “La Sussidiarietà come fattore operativo di sviluppo del territorio”, a cura di Piero D’Argento; il secondo di approfondimento sul tema delle povertà e dell’esclusione sociale a cura di Serenella Pascali. Ciascuna iniziativa è aperta a circa 40 volontari.

AI NASTRI DI PARTENZA L’ORGANIZZAZIONE DEL FORUM PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO

ervono i preparativi di un’estate che per il CSV Salento si prepara ricca di novità e di entusiasmo. Mentre le attività formative con giugno e luglio chiudono i battenti della prima impegnativa tranche di attività, arrivano le prime novità dall’organizzazione dell’evento più atteso del CSV Salento: il Forum provinciale che quest’anno si annuncia essere ricco di novità e iniziative. “Abbiamo voluto – dice Luigi Russo, presidente del CSV Salento – che il Forum ripercorresse i contenuti che negli ultimi anni il Consiglio Direttivo, riconfermato nel gennaio scorso, ha perseguito nel suo progetto politico di sviluppo del volontariato provinciale. E innanzitut-

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to, abbiamo deciso la formula itinerante per radicare le esperienze del volontariato alla territorialità, per promuovere la conoscenza del Centro di servizi in maniera capillare e far conoscere tutti i servizi che offriamo a supporto, sostegno e crescita del volontariato salentino”. Infatti il Forum provinciale del volontariato quest’anno prevede due tappe una nella città capoluogo, Lecce, l’altra nel sud Salento, probabilmente Tricase. Entrambe sul finire dell’estate, tra settembre e ottobre. “C’è un tema forte che veicola i due appuntamenti – continua Russo – ed è quello della cittadinanza, del volontariato maturo che accoglie la sfida del nuovo

protagonismo politico a cui è chiamato per concorrere nella costruzione di comunità più eque e solidali”. Dal focus centrale i due momenti, distinti per territorio, affronteranno le tematiche dell’ambiente (sfruttamento del territorio, cementificazione, inquinamento etc.) e dell’educazione come riappropriazione di un terreno, questa volta simbolico, quello della “formazione ad essere”, ad essere cittadini consapevoli, esigenti, interlocutori critici nella società. Come ogni anno poi, non mancheranno i momenti di allegria, divertimento, musica, con tanto spazio riservato alle associazioni. Serenella Pascali

INTERNET E MINORI, UN PROGETTO INNOVATIVO

el numero di aprile 2012 Volontariato Salento si è occupato del tema relativo ad internet e minori, in particolare dell’utilizzo dei social network (primo fra tutti facebook) da parte degli adolescenti, I dati di Eurispes-Telefono Azzurro (estrapolati dall’indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza - 2011), oltre alle sollecitazioni di alcune associazioni, hanno persuaso il Consiglio direttivo del CSV Salento ad avviare un progetto sperimentale per approfondire l’utilizzo di internet da parte degli adolescenti e avviare quindi delle attività rivolte sia agli adulti sia ai ragazzi. Il progetto si sviluppa in diverse azioni. La prima, propedeutica al corretto sviluppo dell’intero progetto, ha vi-

sto la somministrazione di 488 questionari ad alunni delle scuole medie inferiori e superiori di Lecce, Casarano, Ruffano, Specchia, Leverano, Tiggiano. Scopo dei questionari è comprendere le abitudini degli adolescenti circa l’utilizzo di internet e dei social network, cercando quindi di scoprire in quale misura e intensità questi strumenti sono entrati nell’uso comune dei giovani. I dati estrapolati dall’elaborazione dei questionari saranno resi noti (seconda azione) attraverso incontri pubblici rivolti alle associazioni di volontariato, genitori, educatori, animatori ecc.. Gli incontri saranno anche occasione per approfondire il corretto utilizzo di internet, oltre che opportunità per raccogliere informazioni dai partecipanti adulti circa la loro percezione

di sicurezza, di rischio, la loro conoscenza di questi strumenti ed eventuali problemi che incontrano con i ragazzi, in particolare in relazione a questa tematica. Pur non avendo elaborato i dati dell’indagine, è stato realizzato un primo incontro pubblico a Melissano, su richiesta dell’associazione Familia – Associazione per la promozione e tutela della famiglia. L’associazione, ha voluto invitare i referenti del progetto proprio per l’esigenza di conoscere il fenomeno di internet e dei social network e del loro uso da parte dei minori, e iniziare una riflessione in merito, insieme ai genitori della comunità melissanese. La seconda azione prevede anche la realizzazione di interviste in profondità a volontari, genitori ecc...

sui temi discussi durante gli incontri pubblici. Le interviste avranno lo scopo di analizzare in maniera più dettagliate il punto di vista degli adulti e di costruire – terza azione – percorsi di approfondimento (formazione, consulenze) mirati alle specifiche esigenze. Parallelamente al lavoro con gli adulti, saranno progettate e realizzate, attività di informazione e laboratoriali rivolte agli alunni di almeno due scuole medie e superiori ove sono stati somministrati i questionari i cui risultati saranno comunque resi noti a tutte le scuole coinvolte. L’intero progetto sarà monitorato e valutato al fine di comprenderne l’efficacia. I risultati saranno resi noti e utilizzati per la nuova progettazione. M.G. Taliani


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IL FORUM TERZO SETTORE INCONTRA I TERRITORI

Intervista a Daniele Ferrocino, portavoce del forum provinciale: “decisiva la funzione di rappresentanza politica”

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l Forum provinciale del Terzo Settore organizza una serie di assemblee territoriali nei Comuni della provincia di Lecce per farsi conoscere e invitare le organizzazioni del terzo settore ad aderire al progetto. Gli incontri mirano a facilitare il contatto con tutti gli enti presenti sul territorio, a condividere strategie di sviluppo del territorio e a suggerire nuove proposte e linee di intervento. Per conoscere meglio il Forum provinciale abbiamo incontrato il portavoce provinciale Daniele Ferrocino. Cos’è il Forum e quali sono i principali compiti che intende svolgere sul territorio? Il Forum Terzo Settore sostanzialmente è un ente di rappresentanza di tutto il terzo settore, per capirci un po’ in alcuni casi ci hanno paragonato alla Confindustria del terzo settore. E’ chiaro che il paragone non regge, non ha assolutamente la pretesa di diventare questo però senz’altro quello di rappresentare in maniera unitaria le ragioni di tutto quel vasto mondo che comprende associazionismo, cooperazione sociale, cooperazione internazionale, impresa

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sociale, associazionismo di promozione sociale cioè tutto quello che si muove nel territorio di iniziative di cittadinanza attiva. senz’altro questo merita maggiore attenzione da parte delle istituzioni e il Forum si propone appunto di portare il più possibile compatta e unitaria la voce di questo variegato mondo nei confronti delle istituzioni: in questo senso quindi ha una funzione di rappresentanza politica molto forte che in qualche modo ci accomuna un po’ alla Confindustria, tenuto conto che noi ovviamente non abbiamo interessi di natura economica da rappresentare

nei confronti delle istituzioni. Il nostro interesse è che l’ambiente sia vivibile, che la società sia sana, che per i ragazzi ci siano delle opportunità, che per le persone malate ci siano dei servizi, che gli anziani non vengano lasciati soli, che la cultura abbia i suoi spazi, i suoi luoghi, le sue valorizzazioni, insomma che tutto quello che costituisce il tessuto sociale di una società, di una comunità, sia valorizzato. Il Forum è già composto e costituito il 19 maggio scorso. E’ possibile che vi aderiscano altre associazioni? E se sì, quali procedure bisogna seguire?

Per quanto riguarda le adesioni, la risposta più semplice è rivolgersi o al CSV che naturalmente ci offre assistenza anche in questo, e quindi qui presentare la domanda che verrà inoltrata appunto al forum oppure rivolgersi direttamente alla segreteria del forum che al momento sto curando personalmente presso la comunità Emmanuel e si può fare riferimento ai numeri di telefono 0832 358 300 oppure all’indirizzo di posta elettronica forumterzosettorelecce@gmail. com. In ogni caso proprio per agevolare le adesioni e anche per presentare ed avere un interscambio più proficuo con le organizzazioni di terzo settore del territorio stiamo partendo proprio in questi giorni con una campagna di assemblee territoriali. Quindi dal 18 al 20 giugno percorreremo tutto il Salento, dal basso all’alto proprio per presentare per un verso l’iniziativa e dall’altro per recepire dalle associazioni del territorio quelli che possono essere i loro bisogni: chi vuole avere più informazioni può partecipare all’assemblea e chiedere di persona quello che può essere l’interesse specifico. Valentina Valente

CONFERENZA ANNUALE DI CSVNET

Bologna si è chiusa domenica 27 maggio 2012 la Conferenza Annuale di Csvnet, dedicata al tema “La frontiera dei territori”. La Conferenza è stata l’occasione per individuare piste innovative per l’evoluzione delle attività dei CSV, a supporto di un volontariato capace di mettere a sistema il proprio impegno per un nuovo modello di partecipazione civile e di coesione sociale. Il presidente Stefano Tabò ha iniziato e concluso i lavori ricordando che “ il volontariato è sempre presente nella nostra quotidiana vita sociale dove si costruisce lo sviluppo autentico dei nostri territori”. 250 iscritti, 6 gruppi di lavoro concentrati sul futuro assetto dei Csv, 2 testimonianze di volontariato internazionale e una tavola rotonda per riflettere sulle tante esigenze e volontà che animano il vasto mondo del volontariato. Questi i numeri ed i contenuti dell’importante appuntamento della rete dei Csv. La giornata di sabato 26 maggio si è aperta con la presentazione di alcuni importanti progetti e protocolli d’intesa. Giorgio Povegliano, dirigente della Rete Ferroviaria Italiana ha presentato il progetto che, grazie alla collaborazione con la rete dei Csv, consentirà di implementare l’accesso al mondo del volontariato e del terzo settore alle cosiddette “stazioni impresenziate”, spazi e locali dismessi da poter riqualificare con attività di utilità sociale. Sandro Pasqual, direzione regionale SIAE Emilia Romagna ha infine illustrato l’accordo che consentirà ai Csv di accedere a tariffe agevolate sugli oneri dei diritti d’autore per la realizzazione di manifestazioni e spettacoli realizzati

per fini sociali. Per quanto riguarda il territorio e il volontariato internazionale, la rete dei Csv si è confrontata con molta passione. Infatti, i territori, quelli che abitano i Csv con il loro lavoro quotidiano e stratificato, si fanno frontiera per essere attraversati e per far incontrare bisogni e far nascere opportunità. Sempre la mattinata di sabato ha visto poi la presentazione

Un momento della conferenza di Bologna 25-27 maggio 2012

del Catalogo di Csvnet, una raccolta dei saperi, delle conoscenze e delle migliori buone prassi dei Csv che ha l’obiettivo di costruire un patrimonio di esperienze da condividere tra la rete, al fine di realizzare percorsi di crescita e di scambio. Un lavoro che si propone di portare all’attenzione degli stakeholder di Csvnet, dati e conoscenze in grado di sostenere l’innovazione e il progresso del volontariato stesso, riconoscendo l’azione dei Csv a sostegno di tali percorsi. Sono 280 i progetti, le iniziative e buone prassi di cui si compone il Catalogo, divise per ambiti di intervento quali: la

formazione, la promozione del volontariato, l’analisi e la ricerca. Più di 60 fra questi progetti sono stati realizzati con fonti alternative di finanziamento. Una proposta di stimoli apprezzata anche dal presidente dell’ACRI, Giuseppe Guzzetti, che nel salutare l’assemblea ha ribadito l’importanza del sistema composto da Volontariato, Fondazioni e Csv come insostituibile presidio, nell’insieme del terzo settore, per rispondere ai bisogni sociali rispetto ad un welfare pubblico che rischia l’estinzione. Un appello a non rassegnarsi è giunto da Antonio Miglio, vicepresidente ACRI, che ha proposto di individuare nuovi percorsi di collaborazione tra Csv e Fondazioni. In questo quadro interpretativo anche l’intervento di Carlo Vimercati, presidente Co.Ge., che ha valorizzato la necessità di continuare a promuovere l’attività volontaria sui territori. Infine Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore, in un messaggio fatto pervenire all’assemblea, ha rilanciato l’ulteriore compito a cui sono chiamati a rispondere le realtà sociali di volontariato e terzo settore, che “non debbono solo garantire coesione sociale, ma anche sviluppare processi di nuova partecipazione, volti a far rinascere nei cittadini la speranza che il cambiamento sia possibile, che la via d’uscita dalla crisi stia in soluzioni che si possano trovare attraverso la condivisione sociale e la responsabilità condivisa”. La Conferenza si è conclusa domenica 27 maggio con l’assemblea dei soci. Luigi Conte


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di Lara ESPOSITO

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5 PER MILLE 2010, UN TAGLIO DI 80 MILIONI

n vero e proprio scippo, realizzato in silenzio e senza alcuna formula di giustificazione plausibile. È quello maturato nei confronti dei fondi del 5 per mille del 2010, divenuto ormai un 4 per mille, con un buco di circa 80 milioni di euro, praticamente il 17% della percentuale effettiva. La quota dell’Irpef assegnata dai contribuenti agli enti non profit, alle università alla ricerca, o alle attività sociali dei Comuni, infatti, ammonta a 463milioni di euro ma la somma che sarà distribuita è di 383milioni di euro, come si vede anche dagli elenchi dei beneficiari 2010 appena pubblicati dall’agenzia delle Entrate (in realtà a essere distribuiti saranno 375milioni, considerando gli

enti ammessi alla ripartizione e non gli esclusi). Un taglio inaspettato dal sapore del paradosso visto che nel 2009 il gettito dell’Irpef è addirittura aumentato dello 0,2% rispetto all’anno precedente, attestandosi sui 146,5miliardi di euro, così come è cresciuto il numero di contribuenti che hanno scelto questo prezioso strumento di supporto al mondo del non profit passati da 15,4 a circa 16milioni di persone. L’amministrazione finanziaria ai ministeri competenti giustifica la sforbiciata con l’esigenza di allineare alla effettiva disponibilità in bilancio delle risorse da distribuire. Per gli enti di volontariato e le onlus il taglio sarà di circa 47milioni di euro: secondo la distribuzione delle

risorse, infatti, al dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali andranno 253,5milioni di euro a fronte dei 300 spettanti. Agli enti di ricerca scientifica e università, facenti capo al ministero dell’Istruzione, andranno 55,6milioni di euro, a quelli di ricerca sanitaria, afferenti al ministero della Salute, 54milioni, ai Comuni – e quindi all’Interno – 12milioni e alle associazioni sportive dilettantistiche, facenti capo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, i milioni saranno circa 7,4. E le sorprese non finiscono qui. I fondi del 5 per mille 2011 che verranno erogati il prossimo anno, subiranno un taglio del 33%, col rischio che la solidarietà diventi, col tempo, una parola vuota.

AMMESSI 2012, PUBBLICATI GLI ELENCHI DEFINITIVI

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ono ufficialmente 36.792 gli enti ammessi al beneficio del 5 per mille 2012. Le liste definitive degli enti del volontariato e le associazioni sportive dilettantistiche sono state aggiornate rispetto a quelle uscite il 14 maggio scorso e sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov. it). Rispetto agli elenchi provvisori, sono stati ammessi altri 19 enti esclusi nella prima pubblicazione. In costante aumento il numero degli ammessi negli ultimi anni con 35.526 enti di volontariato nel 2011 e 33.689 nel 2010. Prossima scadenza il 2 luglio, data entro cui i legali rappresentanti degli enti di volontariato dovranno presentare alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesti i requisiti di ammissione all’elenco cui deve essere allegata copia del documento di rico-

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noscimento del legale rappresentante che sottoscrive. Stesse regole anche per le associazioni sportive, i cui rappresentanti legali però dovranno presentare la documentazione richiesta alla struttura del Coni competente per territorio. Ci sarà tempo anche per i ritardatari: quest’anno, infatti, possono partecipare al riparto delle quote del 5 per mille anche gli enti che presentano la domanda d’iscrizione e la documentazione integrativa entro il prossimo 1° ottobre, versando una sanzione di 258 euro utilizzando il modello F24 con il codice tributo dedicato “8115”. I requisiti per l’accesso al beneficio del 5 per mille 2012 devono essere posseduti alla data di scadenza delle domande di iscrizione relative a ogni settore. E rimanendo in tema di scadenze, arriva quasi come una burla il decreto della Presidenza consiglio dei ministri che sancisce le modalità di ac-

cesso al 5 per mille per gli enti che si occupano di beni e attività culturali. Secondo il testo del relativo ministero possono accedere al beneficio gli enti senza scopo di lucro legalmente riconosciuti, che realizzino attività di tutela, di promozione o di valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, che dimostrino di operare in tale campo da almeno cinque anni rispetto all’anno finanziario di riferimento e che abbiano realizzato, nel suddetto periodo, attività di tutela, di promozione o di valorizzazione di beni culturali o paesaggistici appartenenti a soggetti pubblici, ovvero aperti alla pubblica fruizione, di valore complessivamente almeno pari a euro 150mila. Precisazioni importanti che arrivano, però, con un ritardo imperdonabile: il Decreto è stato pubblicato proprio il 30 maggio scorso, giorno della scadenza della prima iscrizione telematica. Un tempismo perfetto.

CARO GOVERNO...

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Onorevole Professor Mario Monti, Professore Vittorio Grilli», inizia così la lettera aperta che alcune fra le più note sigle del non profit italiano hanno indirizzato ai responsabili del dicastero dell’Economia per avere lumi sulla sorte del 5 per mille 2010. Una richiesta esplicita per chiedere innanzitutto trasparenza e correttezza di rapporto tra amministrati e amministratori e quindi una risposta articolata e ufficiale rispetto alle anticipazioni sul taglio di 80milioni al 5 per mille espressi in un articolo del Sole 24 Ore di lunedì 21 maggio. A proporla il 25 maggio scorso sigle come l’Ail, AIC - Associazione Italiana Celiachia, AIRC, AISM, Amnesty International, ASSIF, Cesvi, CINI, Emergency, FAI, Lega del Filo d’Oro, Medici senza frontiere, Save the Children, Terre des Hommes, Vita magazine e WWF. La petizione sta facendo il giro del web, raccogliendo oltre 2300 adesioni.

GUIDA ALLE AGEVOLAZIONI FISCALI

n dossier online curato da Carlo Mazzini per agevolare gli enti non profit nella giungla della burocrazia fiscale. È “Le agevolazioni da non perdere” pubblicato sul sito de “Il Sole 24 ore”, una guida pratica associata alla pubblicazione cartacea “Gli aiuti fiscali per il non profit”. Tanti i benefici elencati dal Mazzini. Innanzitutto la riduzione dell’Ires al 50% per gli enti tra cui fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, di esperienze e ricerche, che abbiano scopi esclusivamente culturali, oltre a quelli il cui fine è equiparato per legge a fini di istruzione o beneficenza. In secondo luogo, la deduzione della base imponibile delle erogazioni liberali a favore di onlus e di associazioni di promozione sociale. Da non dimenticare, inoltre, le diverse previsioni di deducibilità per le donazioni effettuate da aziende a favore di soggetti tra i quali Ong,

enti di istruzione, beneficenza, organizzazioni che realizzano programmi culturali e che gestiscono parchi. Per gli enti non profit, com’è noto, esiste un regime fiscale agevolato che consiste nel calco-

lo forfettario del reddito delle associazioni per le attività commerciali fino a un massimo di 250mila euro annui. Per le associazioni, inoltre, da non dimenticare il regime di defiscalizzazione che prevede la detassazione delle quote sociali e dei corrispettivi versati dai soci per acquistare beni o servizi forniti dall’associazione. Defiscalizzazione cui possono accedere le attività delle Onlus grazie alla decommercializzazione delle attività istituzionali e non concorrenza alla formazione del reddito imponibile delle attività connesse. Infine, l’acquisto delle ambulanze da parte delle organizzazioni di volontariato e delle Onlus per cui è riconosciuto un credito di imposta ai venditori che può essere usato in compensazione con altre imposte e contributi. L’ente che acquista l’ambulanza ottiene corrispondentemente una riduzione del prezzo finale del 20 per cento.


SPECIALE TERREMOTO EMILIA

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di Lara ESPOSITO

TERREMOTO IN EMILIA, I NUMERI DELLA SOLIDARIETÀ

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Ecco le iniziative promosse per fornire assistenza alle popolazioni colpite dal sisma. Online il sito del CSV Modena per fornire supporti e aiuti

ante le iniziative promosse per fornire assistenza, aiuti e soccorsi alle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto. Continua la catena di solidarietà che va dalle istituzioni ai cittadini, passando per le associazioni di volontariato. Gli operatori del Centro di Servizio per il Volontariato di Modena hanno pubblicato e gestiscono il sito terremoto.volontariamo. com, una sezione per capire che cosa serve sui territori colpiti dal sisma ed una per chi si vuole mettere a disposizione con ore di volontariato. Il sito non ha solo l’obiettivo di mettere in rete le disponibilità provenienti da tutta Italia, ma anche di realizzare una banca dati utile dopo l’emergenza per fare riferimento ad una leva volenterosa, distinguibile anche sulla base delle competenze e delle attitudini personali. Sono bastate poche ore ai volontari per mobilitarsi da tutta Italia a prestare la propria opera e il proprio impegno alle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto. Il sito messo su dal CSV di Modena conta in pochi giorni oltre duemila candidature. Nel frattempo, Anpas (associazione nazionale pubblica assistenza), Croce rossa, Misericordie, gestiscono i campi dove vi sono migliaia di persone sfollate a causa del sisma. Un microcosmo dove soprattutto per gli operatori è fondamentale l’assistenza psicologica oltre a quella materiale, per far fronte al

nemico numero uno: la paura. Negli allestimenti dei campi, proprio grazie ai volontari, non manca l’animazione per i bambini per ricreare un ambiente quanto più possibile vicino alla vita quotidiana della normalità. La rete del Terzo Settore modenese ha, inoltre, attivato un conto corrente per raccogliere fondi a favore dei progetti delle associazioni che operano sui territori colpiti dal sisma. I fondi raccolti con le donazioni verranno destinati alle oltre 150 associazioni di volontariato, di Protezione civile, di promozione sociale e altri soggetti del terzo settore, spesso a loro volta vittime del sisma, che sono operativi sui territori devastati dal terremoto e per progetti da loro promossi relativi alla fase di ricostruzione. L’impegno è di gestire tali fondi con la massima trasparenza, dando comunicazione delle donazioni raccolte e della destinazione delle stesse. È possibile effettuare donazioni in denaro con versamento diretto, senza commissioni, presso tutte le Agenzie Unicredit Banca Spa sul conto di Tesoreria 1 abbinato al codice filiale 3182 o agli sportelli Unicredit in Italia o con bonifico sul c/c intestato a “Emergenza terremoto rete del Terzo Settore provincia di Modena” al seguente Iban: IT 69 W 0200 8129 300 001 020 931 15. Attraverso il sito, è inoltre possibile donare direttamente tramite carta di credito e PayPal. Alle dona-

zioni sul sito si aggiungono una serie di possibili alternative. La Provincia di Modena ha attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti per raccogliere risorse che saranno interamente devolute alle persone colpite dal terremoto: codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicando la causale “terremoto maggio 2012”. La Regione Emilia-Romagna, inoltre, ha attivato una raccolta fondi rivolta sia ai privati sia agli Enti pubblici (con causale Contributo per il terremoto 2012 in Emilia-Romagna). I privati possono fare un versamento sul c/c postale n. 367409 intestato a Regione Emilia-Romagna - Presidente della Giunta Regionale - Viale Aldo Moro, 52 - 40127 Bologna. È possibile inoltre fare un bonifico bancario alla Unicredit Banca Spa Agenzia Bologna Indipendenza – Bologna all’Iban coordinate bancarie internazionali: IT – 42 - I - 02008 - 02450 – 000003010203. Per gli Enti pubblici è previsto l’accreditamento sulla contabilità speciale n. 30864 accesa presso la Banca d’Italia - Sezione Tesoreria di Bologna. È stato attivato anche un servizio di sms solidale al numero 45500 in cui si possono donare due euro per dare un aiuto alle popolazioni delle zone colpite dal terremoto. L’iniziativa è frutto di un accordo tra Regione Emilia Romagna e Protezione Civile Nazionale.

DONARE, UN GESTO CHE FA LA DIFFERENZA S cegliere di donare è un atto di grande attenzione e solidarietà, ma è necessario conoscere le modalità più appropriate per farlo. In particolare, in questi giorni di grande sofferenza per le popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto, si moltiplicano le richieste di fondi di solidarietà e aumenta la volontà di compiere piccoli/ grandi gesti solidali inviando un contributo a chi ha più bisogno. È importante innanzitutto scegliere con attenzione le organizzazioni che operano sul campo e mettere a disposizione beni in ottimo stato di conservazione ed efficienza e soprattutto realmente utili alle esigenze dell’organizzazione che li riceve. In molti casi, inoltre, è più utile donare direttamente un contributo economico, in modo che si possano acquistare direttamente sul posto ciò di cui c’è più bisogno in base alle esigenze specifiche. È importante, inoltre, ricordarsi di donare quando i riflettori dei media e l’onda emotiva siano passati perché è in questa fase che gli aiuti spesso scarseggiano. Ma quali sono i benefici fiscali per chi decide di fare un’erogazione liberale per le popolazioni colpite dal terremoto? Le persone fisiche devono effettuare le erogazioni liberali in denaro attraverso operazioni tracciabili. Se la donazione viene effettuata a favore di Onlus o Aps iscritte nel registro nazionale previsto all’art. 7, legge 383/2000, diventa deducibile sino al 10% del reddito imponibile, con un massimo di 70mila euro. In alternativa si può utilizzare la disposizione prevista all’art. 15, lettera i-bis, T.u.i.r., nella quale si prevede la detrazione di imposta del 19% per le erogazioni liberali sino a 2.065,83 euro ma è fiscalmente meno conveniente. La scelta della deduzione o della detrazione deve essere unica per tutte le erogazioni liberali presenti nella propria dichiarazione dei redditi. Le imprese, invece, possono usare le disposizioni previste dall’art. 27, legge 133/1999 che rendono deducibili dal reddito d’impresa le erogazioni liberali in natura o in denaro a favore di fondazioni, associazioni, comitato

o enti (individuati e riconosciuti attraverso un apposito decreto prefettizio della provincia in cui si è verificato l’evento) che lavorano a favore delle popolazioni colpite da eventi calamitosi. È consigliabile, anche in questo caso, utilizzare metodi di pagamento tracciabili. Per quanto riguarda, invece, le donazioni in natura (beni e servizi) è prevista la deducibilità piena in quanto i beni ceduti gratuitamente non si considerano destinati a finalità estranee a quelle dell’impresa. Esiste però il rischio che rimanga attiva, per le donazioni in natura, la “destinazione a finalità estranee a quelle dell’impresa” ai fini del pagamento dell’Iva. Con la donazione in denaro, invece, questo rischio viene eliminato.

6 MILIONI PER L’EMILIA

A metterli a disposizione le Fondazioni di origine bancaria

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e Fondazioni di origine bancaria di tutta Italia metteranno a disposizione delle zone colpite dal terremoto in Emilia Romagna 6milioni di euro. Risorse che saranno impiegate in formule concordate con l’Associazione Regionale della Fondazioni dell’Emilia Romagna all’interno del quale si è già costituito un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti delle Fondazioni del territorio. Dopo questa fase di soccorso alle popolazioni e alle aziende, l’azione di supporto alla ricostruzione si concentrerà in particolare sulle scuole, le strutture sociali, il patrimonio storicoartistico e i settori produttivi più colpiti dal sisma. A questo scopo si è già insediato un gruppo di lavoro regionale che collaborerà con gli enti locali e con la Regione per coordinare le rilevazioni dei dati e le necessità più impellenti per le popolazioni colpite. Intanto le quattro fondazioni bancarie della provincia di Modena hanno già concordato, come primo intervento, di istituire un fondo straordinario che concorrerà a finanziare i lavori di ripristino degli edifici che ospitano le scuole materne, elementari e medie danneggiati dal sisma. A breve sarà istituito un tavolo tecnico che avrà il compito di valutare la situazione nelle zone colpite e le priorità d’intervento.


ASSOCIAZIONI

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IL MIO TEMPO LIBERO SEI TU OLTRE L’EMERGENZA, NELLA LOGICA

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Il progetto di Insieme per i disabili onlus uno dei vincitori del bando Orizzonti solidali

ssistenza sociale, sanità e cultura: sono queste le aree di intervento dei progetti vincitori di “Orizzonti solidali”, il bando di concorso promosso dalla Fondazione Megamark di Trani, con il patrocinio della Regione Puglia e del suo assessorato al Welfare, finalizzato a sostenere lo sviluppo di iniziative di responsabilità sociale in Puglia nel 2012. I progetti sono stati avanzati da associazioni, fondazioni onlus e cooperative sociali delle province di Bari, Bat, Taranto, Foggia e Lecce e selezionati tra quasi 180 partecipanti per un finanziamento totale della Fondazione Megamark, in collaborazione con i supermercati A&O, Dok, Famila e Iperfamila, di 105mila euro. In provincia di Lecce l’associazione “Insieme per i disabili” Onlus di Alessano riceverà un contributo di 10mila euro per “Il mio tempo libero sei tu”, un progetto per offrire attività educative e laboratoriali a persone diversamente abili che hanno concluso ogni percorso riabilitativo e sono relegate in casa. Obiettivo del progetto è favorire l’apprendimento di nuove abilità occupazionali, potenziare le attività manuali, sviluppare la capacità di condivisione di spazi e accrescere l’autonomia migliorando la qualità della vita e occupando in modo costruttivo il

tempo libero. Il fine ultimo è quello di costituire una cooperativa sociale per l’inserimento lavorativo dei ragazzi diversamente abili, impegnati a gestire una bottega solidale con i prodotti da loro realizzati. Tra le altre organizzazioni vincitrici del bando, l’associazione ‘Tecnici di radiologia domiciliare medica volontari’ di Andria (Bat) che riceverà 25mila euro per realizzare un servizio di radiologia domiciliare, l’associazione socioculturale e multietnica ‘Integrimi Onlus’ di Lucera (FG) per un finanziamento di 20mila euro per organizzare una manifestazione multietnica, la Fondazione “Carlo Valente” Onlus di Bari per organizzare corsi di vela rivolti a giovani in condizione di disagio mentale e la cooperativa sociale ‘Insieme con Padre Pio’ di Martina Franca (Ta) per acquistare le attrezzature odontoiatriche del primo centro di medicina odontoiatrica per pazienti diversamente abili. È di 10mila euro, invece, il contributo offerto all’associazione di promozione sociale “La Différance – ricerca e produzione teatrale” di Bari per realizzare, con il coinvolgimento di minori a rischio, un laboratorio linguistico – teatrale e mettere in scena l’opera “Giulietta e Romeo” in dialetto barese.

DELLA COOPERAZIONE

Emergenza flussi dal nord Africa. Nel convegno promosso da Integra onlus il confronto partecipato tra istituzioni, associazionismo, operatori sociali

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olo la cooperazione può consentire di andare oltre l’emergenza e di fare accoglienza vera. Questo il risultato più significativo emerso dal convegno-dibattito “Accoglienza ed Emergenza: due logiche a confronto”, organizzato a Lecce dall’Associazione Integra Onlus, in collaborazione con il Parlamento della Legalità, a più di anno dall’avvio dell’emergenza flussi dal nord Africa. Di fatto, lo stato di emergenza scadrà entro sei mesi, con il rischio per 1.400 migranti di rimanere intrappolati in un limbo burocratico, senza avere consapevolezza del proprio destino. L’incontro è stato l’occasione per un confronto partecipato tra istituzioni, associazionismo e operatori sociali al fine di sottolineare l’importanza del “fare rete” con le organizzazioni che si occupano di assistenza e prima accoglienza ai migranti, quale strumento fondamentale per creare un Paese multiculturale e in grado di offrire una speranza a chi diventa migrante. Il tema dell’accoglienza – questa l’opinione condivisa in linea generale dai partecipanti – va affrontato secondo una prospettiva di integrazione culturale e sostegno agli enti impegnati quotidianamente nel risolvere i problemi dell’assistenza. In questa logica è stato sottolineato il ruolo di Integra onlus come ente di tutela, impegnato nell’offrire numerosi servizi, dai corsi per l’in-

ASHRÈ, BEATI COLORO CHE SONO IN CAMMINO

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C.A.Sa. propone un progetto per valorizzare il ruolo dei disabili nelle case di riposo

li orizzonti del volontariato dell’associazione C.A.Sa. (Comunità Animatori Salesiani) si allargano ad una nuova iniziativa a servizio della città. L’associazione è ormai ben nota a Lecce per Div.ergo, il progetto lavorativo rivolto a diversamente abili, per i 13 anni di presenza continuativa in pediatria con il Clown’s day e per le domeniche in villa animate da Fantaroa. In questi giorni l’associazione ha dato il via ad un nuovo progetto a servizio delle anziane ospiti di una casa di riposo. A rimboccarsi le maniche per offrire le proprie energie e le proprie capacità in questa iniziativa di volontariato, sarà un gruppo di giovani disabili, che hanno scelto di impegnare le proprie passioni e il proprio tempo per vivere la compagnia con le anziane signore che spesso, lontano dalla propria casa e dai propri affetti, soffrono la solitudine. Ashrè è il nome di questo progetto che si propone di abbattere ancora un’altra barriera culturale, che impone ai disabili di collocarsi socialmente tra coloro

che necessitano soltanto di cure e non hanno nulla di bello da offrire gratuitamente ad altri. È una scommessa sul fatto che ognuno, ma proprio tutti, abbiano qualcosa di bello da offrire per rendere migliore la vita degli altri. Perché essere bisognosi non vuol dire non aver nulla da regalare agli altri. La storia del gruppo Ashrè parte da molto lontano, quando sei anni fa una dozzina di ragazzi volontari e disabili si incontravano il sabato per vivere un momento di festa e compagnia. Di belle esperienze in questi anni se ne ricordano tante, ma Ashrè vuol dire “beati coloro che sono in cammino”, e il cammino insieme ha fatto crescere questi ragazzi che oggi, per diventare grandi, scoprono di aver qualcosa da dare e da dover imparare per incontrare le signore della casa di riposo. Questo nuovo tratto di strada potrà essere percorso in compagnia dei volontari che vorranno prendere parte al progetto, perché di strada da fare ce n’è ancora tanta. Luigi Conte

segnamento della lingua italiana, dall’orientamento e accompagnamento, ai servizi socio-sanitari, all’inserimento socio-lavorativo, ai laboratori per il recupero di mestieri antichi e alla mediazione linguistico-culturale. E’ proprio la mediazione che, attraverso figure professionali di alto livello seppur non ancora riconosciute dallo Stato, riesce a garantire la copertura delle maggiori lingue parlate dagli ospiti ma, soprattutto, a fare da ponte tra le diverse culture. Durante il dibattito è stato evidenziato come l’emergenza Nord Africa appaia un dato strutturale, in quanto fenomeno avviato più di un anno fa e non ancora concluso, un fenomeno a cui si aggiunge ora anche l’alta percentuale di migranti di origine afghana non appartenenti al continente africano. Una situazione che rende necessaria un’organizzazione stabile delle risorse del territorio, un abbattimento degli ostacoli formalistici in modo da sollecitare una riconsiderazione d’insieme del problema della consistenza dei programmi Sprar per l’accoglienza dei rifugiati, della delicata questione dei minori non accompagnati e delle domande di asilo politico in tempi brevi. Il fine ultimo è sempre quello di creare una società solidale fondata sul principio di sussidiarietà, che dia un’opportunità d’inserimento ai migranti considerandoli un valore aggiunto. Sara Mannocci

A MONTERONI LO SPORTELLO INFORMA HANDICAP

Il servizio è ideato e gestito dall’associazione di volontariato Giovani handicappati

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l via a Monteroni allo sportello “Informa handicap”, uno spazio che va incontro alle persone con disabilità e alle loro famiglie promossa dall’associazione di volontariato “Giovani handicappati” in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Salento. Il servizio, assolutamente gratuito, offrirà apposita consulenza legale sulla disabilità e mira ad assolvere ad una funzione informativa aiutando i cittadini ad individuare il tipo di bisogno, i percorsi possibili e le modalità di accesso ai servizi per i disabili. Lo sportello sarà aperto presso la sede dell’associazione in via Vincenzo Sabato nei giorni di lunedì (ore 9.30-11.30), mercoledì (17-19) e venerdì (ore 9.30-11.30).


ASSOCIAZIONI

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UNA RETE DI ASSOCIAZIONI A DIFESA DELLA DISABILITÀ

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Un momento della Giornata del rispetto dei diritti della persona - Lecce 24 maggio 2012

e Associazioni onlus AEEOS, Associazione Europea Extraeuropea Operatori Specializzati, CNIS, Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati, e Associazione Difesa Diritti hanno organizzato a Lecce, presso il Grand Hotel Tiziano, la “Giornata del Rispetto dei Diritti della Persona”. La legge regionale n. 24 del 2003 istituiva per il 24 maggio la “giornata del diversamente abile” per la diffusione della conoscenza dei diritti e dei problemi delle persone disabili, al fine di favorire la loro piena integrazione nella società. Da qui l’idea di un convegno rivolto a tutti gli operatori sociali e sanitari, ai volontari del Terzo settore, ai disabili e alle famiglie, un luogo di confronto con le Istituzioni.

La mattinata si è aperta con la lectio magistralis di docenti dell’Università del Salento, del Comitato Italiano Paraolimpico e di Renato Pigliacampo, persona sorda e docente del Laboratorio per l’Handicap e le Attività di Sostegno università degli studi di Macerata. È emerso che ogni persona deve essere “vista” nella sua singolarità e globalità, senza trascurare l’affettività. Ognuno ha i suoi bisogni, le sue aspettative e una crescita, che deve essere supportata nel rispetto del singolo “progetto di vita”. Ci sono quindi dei diritti esigibili, che le istituzioni devono dare direttamente e senza ricorrere a tribunali. La seconda parte della mattinata è stata dedicata a “Servizi sociali e servizi sanitari: loro integrazione, interazione e rete”. I diversi soggetti presenti hanno parlato

di quanto fatto per raggiungere questo fine. È stata un’occasione di dialogo tra le Istituzioni che si occupano di disabilità: Asl, Inps, Comune, Provincia, Magistratura, Comitato Consuntivo Misto. Si è convenuto che il confronto tra questi soggetti pubblici debba essere sistematico così da evitare problemi, spesso prevedibili. Ci si è concentrati sul riconoscimento dell’invalidità e sull’importanza della preparazione per i funzionari e per chi difende i diritti dei disabili: spesso non si conoscono bene le procedure e non si conosce la documentazione prescritta dalla legge. Nel pomeriggio si è parlato di scuola, formazione, lavoro e delle attività delle associazioni della del territorio salentino. Nella sessione sulla scuola si è parlato di integrazione scolastica: come è e come dovrebbe essere. Importantissima è la stesura del Piano Educativo Individualizzato, PEI, e la formazione degli operatori scolastici. Avere un supporto nella scuola è un diritto che deve essere disgiunto da diversi tagli socio-sanitari. Nel momento dedicato alla “Formazione Professionale, Università e Lavoro” si è discusso di come l’università venga incontro alle difficoltà dei disabili e di come bisognerebbe potenziare le fasi dell’orientamento e della formazione professionale. Indubbiamente molto interessante è stato il momento dedicato alle associazioni che a vario titolo difendono i diritti della persona. Il convegno è stato fruibile da tutti: la sala era infatti accessibile e tutti gli interventi sono stati tradotti in LIS, in modo da rendere partecipi le persone sorde presenti. Sara Beaujeste D’Arpe

DIALOGARE PER RAFFORZARE IL VOLONTARIATO

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Concluso con successo il progetto regionale coordinato da Apmar onlus e che ha visto in rete altre nove associazioni

l risultato più importante? “Aver creato davvero un lavoro di rete tra tutte e dieci le associazioni partecipanti, con l’auspicio di continuare con lo stesso impegno”: così Antonella Celano, presidente di Apmar onlus di Lecce, Associazione Persone con Malattie Reumatiche, traccia il bilancio del progetto “Dialogare nella rete per dialogare con il territorio” partito un anno fa grazie alla collaborazione di dieci associazioni pugliesi ed al finanziamento di Fondazione con il Sud. Il bando della Fondazione - “Sostegno a Programmi e Reti di volontariato 2010” - ha selezionato il pro-

getto tra le circa 240 proposte delle associazioni di Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Calabria e Sardegna. A coordinare le attività, dunque, Apmar onlus, soggetto ideatore ed attuatore. “Un ulteriore fatto significativo è che le associazioni con cui abbiamo condiviso l’esperienza appartengono a diverse aree di interesse – sottolinea Celano – dalla salute, alla disabilità, alle problematiche delle donne. Ci auguriamo di poter lavorare insieme anche su altri progetti, per la qualità della vita di tutti quei cittadini che vivono con patologie croniche, per le persone al centro dell’attività di tutte

le nostre dieci associazioni e al centro della nostra rete”. Uno degli obiettivi di fondo del progetto, infatti, era quello di rafforzare la collaborazione esistente con le associazioni coinvolte, sviluppando insieme una tematica che potesse qualificare il volontariato e migliorare la comunicazione tra le associazioni, tra le associazioni e i propri “pubblici” di riferimento e con il territorio in generale. La collaborazione ha dato vita ad un corso di formazione sul dialogo e la relazione d’aiuto, che ha inteso qualificare i volontari e migliorare le loro capacità di relazionarsi con l’al-

DIECI ANNI DI IMPEGNO E SOLIDARIETÀ

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A festeggiarli l’associazione 360° Spazio giovani Scorrano

ompie dieci anni di attività l’associazione “360° Spazio giovani Scorrano”, un luogo aperto al dialogo giovanile su temi d’importanza sociale. Una ricorrenza importante per fare il punto sulle attività realizzate in questo intenso decennio e soprattutto un’occasione per ringraziare tutti i volontari e i direttivi che in questi anni di impegno gratuito hanno contribuito ad organizzare eventi, progetti sociali e manifestazioni di solidarietà. Un sentito moto di gratitudine è rivolto, inoltre, all’intera comunità scorranese, agli sponsor e all’Amministrazione comunale, preziosi partner e

compagni di viaggio, senza i quali l’associazione non avrebbe potuto realizzare così tante iniziative e affrontare problemi sul disagio sociale, sui temi vicini ai bambini e ai giovani. Il messaggio che nel tempo l’associazione scorranese ha diffuso attraverso momenti di dialogo e di confronto riguarda la sensibilizzazione su quattro temi in particolare, la violenza sui bambini, la droga, la guida in stato di ebbrezza e il razzismo. Tra gli eventi proposti in questi ultimi dieci anni, la “Mostra della Cuddhura” accompagnata dal progetto “Diamo voce al silenzio”, il “Presepe Vivente”, “Note

tro. L’interazione è poi seguita con la fase degli stage durante la quale i volontari, operanti nei settori più disparati, hanno potuto cimentarsi con utenti e ambiti di intervento diversi dal loro. Queste le nove associazioni che, coordinate da Apmar, hanno partecipato al progetto: Dall’altra parte – Medici e Pazienti insieme (Modugno), Avo “Don Pasquale De Luca” (Lecce), Nps Italia Onlus/ NPS Puglia (Taranto), Associazione Alzheimer (Lecce), G.N.A. Onlus – Gruppo Assistenza Neoplastici (Ostuni), Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (Lecce), Unione Casalinghe e Lavoratrici Europee Onlus (Lecce), Da Sparta a un mondo a colori (Erchie) e Comitato Abbattimento Barriere Architettoniche Onlus (Lecce). Sa.Ma.

contro il cancro”, “Veglioncini”, “Giornate ecologiche”, “Notte bianca”, “Pasqua in piazza”, “Bimbi in festa” accompagnato dal progetto “un futuro senza cancro”, “Raccolta alimentare”, “Tutti insieme per Giorgia”, “Il mondo che vorrei”, “Non lasciamoli soli” e i numerosi interventi di clownterapia presso il reparto di Pediatria dell’ospedale di Scorrano. L’impegno sociale e di solidarietà verso chi ha bisogno di “360° Spazio giovani Scorrano” non si ferma certo qui. «Siamo sempre pronti – si legge in una nota del Consiglio direttivo – ad accogliere chiunque voglia unirsi a noi nel campo del volontariato per aiutarci ad esaudire i nostri e i vostri sogni… Basta un piccolo aiuto per regalare un sorriso».


DOSSIER

8 schiosità del credito ed ovviamente una maggiore difficoltà per le imprese e per i privati di accesso ai finanziamenti. Gli alti tassi di interesse, di almeno due punti superiori alle media nazionale scoraggiano la richiesta di finanziamenti e quindi influenzano negativamente gli investimenti.

CROLLA L’ECONOMIA DEL SALENTO Il Pil provinciale scende di cinque punti percentuali con inevitabili effetti sull’economia di tutto il Salento. A sostenerlo, il rapporto sull’economia salentina della Camera di Commercio leccese. Il volontariato chiama in causa istituzioni, imprese e società civile di Luigi RUSSO

I DATI DELL’ECONOMIA SALENTINA Un rapporto che non lascia spazio ad interpretazioni quello presentato lo scorso 1° giugno dalla Camera di Commercio sull’economia salentina e che interroga tutti, le imprese come le istituzioni e la società civile, il mondo del volontariato. Dai dati pubblicati emerge che la netta fase recessiva del nostro Paese tra la fine del 2011 e il primo trimestre di quest’anno, condiziona pesantemente l’economia leccese: il Pil provinciale nel 2011 è, infatti, diminuito del -5,4% a fronte di una diminuzione più contenuta di quello pugliese (che registra un -1,1%) e dell’aumento di quello nazionale (+1,6%). Tra il 2010 e il 2011 il 48,5% degli imprenditori intervistati nella ricerca della Camera di Commercio dichiara che il proprio fatturato è peggiorato e prevedono che lo sarà anche per il 2012. Il 33% circa lo ritiene invariato, mentre solo il 18% ha dichiarato introiti positivi. Nel 2011 salgono al 56% quelli che dichiarano peggiorati i loro flussi economici. In termini assoluti il numero delle imprese però è salito con un saldo tra nuove attività e cessazioni di imprese di 939 unità. Soffrono di più le piccole imprese, ditte individuali e società di persone, che sono le più numerose sul territorio. Il tessuto imprenditoriale, tuttavia, si sta irrobustendo,

con una crescita del 7,6% delle società di capitali, un incoraggiante segno di solidità delle imprese salentine. TURISMO LA PRIMA RISORSA Per quanto riguarda la ripartizione per settori di attività economica, l’industria manifatturiera sembra essere il comparto che più di tutti ha subìto gli effetti negativi della crisi economica, il 94% delle aziende è in difficoltà. Di converso, il comparto che sembra aver resistito meglio è quello dei servizi alle imprese, male anche l’edilizia (90% in difficoltà) e il commercio (88%). Il valore aggiunto del settore agricolo della provincia leccese, risulta diminuito di oltre 15 punti percentuali (Puglia: -14,3%; Italia -9,2%), mentre quello prodotto dall’industria ha registrato, tra il 2008 ed il 2009, una flessione di -9,7 punti percentuali (Puglia: -8,9%; Italia: -9,3%). A conferma dell’importanza rivestita dal settore terziario per il territorio leccese, il valore aggiunto prodotto dalle attività dei servizi ha continuato a crescere anche nel periodo di massima diffusione degli effetti della crisi (2008-2009). Infatti per la nostra provincia si registra un incremento dello +0,6%. Il turismo è la risorsa economica più rilevante. Non a caso gli arrivi nella provincia di Lecce sono stati nel solo 2010, ultimo dato disponibile, ben

910.622, un valore di gran lunga superiore rispetto a ciò che si registra per le altre province pugliesi. Tuttavia, nonostante l’elevata attrattività rispetto al turismo italiano, il territorio provinciale non sembra esercitare la stessa capacità nei confronti del turismo internazionale. GLI EFFETTI: LA DIFFICOLTA’ DI ACCESSO AL CREDITO Quali sono le conseguenze maggiori della crisi sul tessuto imprenditoriale leccese? Prima di tutto una diminuzione degli ordini da parte della clientela per il 67,2% degli imprenditori intervistati, maggiori difficoltà nella gestione della cassa, dei pagamenti e degli incassi, una maggiore compressione dei margini, una minore competitività sui servizi/prodotti offerti, una riduzione degli ordini ai fornitori, maggiori difficoltà sul piano organizzativo e gestionale, riduzione del personale ed, infine, difficoltà di accesso al credito. Uno dei gravi problemi che attanagliano l’imprenditoria leccese, ma anche le famiglie è la difficoltà di accesso al credito che impedisce di avviare un sempre più urgente percorso di ripresa economica. Il mercato creditizio risulta pressoché immobilizzato in quanto, un contesto come quello attuale ha determinato un incremento della ri-

OCCUPAZIONE: NON MOLTI I LICENZIAMENTI MA C’E’ DIFFERENZA DI GENERE Sul lavoro nonostante i pessimi risultati del Pil leccese solo il 16,5% degli imprenditori, per far fronte alla crisi ha licenziato, a fronte dell‘80% che mantiene il numero dei lavoratori. Un flebile 3%, si dice fiducioso sulla possibilità della propria azienda di assumere nuova forza lavoro. Il tasso di disoccupazione è più elevato (15,6%) rispetto a ciò che si riscontra a livello nazionale (8,4%) e regionale (13,1%). Tuttavia esso ha mostrato, nell’ultimo anno, un’inversione di tendenza ed infatti dopo aver raggiunto il picco massimo nel 2010 (17,7%), nel 2011 è diminuito di due punti percentuali. I giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano sono il 37%. Dieci punti percentuali distanziano il nostro tasso di occupazione al 44% e quello italiano, al 54%. C’è poi una forte differenza di genere: il tasso di disoccupazione femminile è al 20% mentre e quello maschile si attesta intorno al 12,8%. QUALCHE SEGNALE POSITIVO Non tutti gli indicatori economici, però, sono negativi: un segnale positivo viene dal commercio estero che nel 2011 ha recuperato fette di mercato perse negli ultimi tempi. Si era passati, infatti dal 2007 al 2010 ad un -21% oggi siamo ad un + 32%: trainano in modo particolare la meccanica con un + 110%, i trasporti (+ 10,8%) l’elettronica (+ 30%) la metallurgia (+ 40%) la farmaceutica (27%) il sistema moda (9,7%). ) Secondo gli scenari di previsione Unioncamere, l’export continuerà a crescere anche nel 2012. CALANO CONSUMI E RISPARMI MA I SALENTINI INVESTONO NEGLI IMMOBILI Gli stipendi dei leccesi sono in media molto più bassi che nel resto d’Italia, circa ¾. Nel 2010, precisamente, il reddito procapite delle famiglie leccesi si attesta su un valore pari a 12.259 euro annui, contro una media italiana pari a 17.029 euro. Non va meglio nelle altre province pugliesi, ad eccezione di Bari e Taranto, dove si registrano livelli di reddito procapite più elevati intorno


DOSSIER ai 13mila euro. I consumi risultano praticamente immobilizzati in tutta la Puglia. A Lecce i consumi riferiti al totale dei beni e servizi sono diminuiti del -0,2%. Si è indebolita la capacità di spesa delle famiglie leccesi e questo si ripercuote sullo stile di vita e sulla impossibilità di accantonare risorse per l’acquisto di beni che non siano di prima necessità. I consumi alimentari, sono rimasti stabili (+1% in 4 anni), ogni famiglia spende in media 2.595 euro procapite, in linea rispetto alla media nazionale (2.686 euro). Sul fronte dei risparmi se in media ogni famiglia italiana è riuscita ad accantonare, nel 2010, una cifra pari a 5.123 euro annui, ogni famiglia leccese ha risparmiato, in media, 3.283 euro. I leccesi sono molto più prudenti, scelgono di investire in terreni e immobili anziché in attività finanziarie. DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE Particolarmente significativi risultano essere i ritardi accumulati nelle “infrastrutture economiche” le strade (60,2) la rete ferroviaria (43,1) gli aeroporti (17,0). Performance, invece, particolarmente positive per i servizi a banda larga e per le strutture per l’istruzione. LE SOLUZIONI DEL RAPPORTO Tra i fattori che potrebbero favorire la crescita del sistema produttivo si evidenzia (53,5% dei casi) la revisione del sistema di tassazione delle imprese, la riduzione dei tempi burocratici necessari all’avviamento e la gestione delle pratiche aziendali (19,5%), l’agevolazione dell’accesso al credito (per il 26%) e l’introduzione di vantaggi e sgravi fiscali le imprese in rete. Altri interventi riguarderebbero un adeguamento delle infrastrutture ed un maggior impegno nel combattere la concorrenza sleale.

LA PAROLA A GUGLIELMO FORGES DAVANZATI Q ual è il suo punto di vista riguardo la crisi salentina È in grossa difficoltà l’impalcatura europea innanzitutto, sono in difficoltà i Paesi periferici cosiddetti Pigs europei e ancora più in difficoltà sono evidentemente le aree periferiche all’interno dei paesi periferici. Io partirei da una considerazione più generale che riguarda l’impalcatura istituzionale dell’Unione europea e le politiche economiche che stanno mettendo in atto per poi arrivare al Salento, all’economia salentina. È chiaro che da un paio di anni l’UE ha deciso di seguire una linea di austerità che significa riduzione della spesa pubblica e aumento della pressione fiscale. Partiamo da un dato che è il più rilevante del rapporto della Camera di commercio: l’Italia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo e ancor più l’economia salentina, soffrono un problema rilevantissimo che è il problema del razionamento, della restrizione del credito. Partendo da politiche di austerità si attiva un meccanismo perverso per cui sono le politiche di austerità stesse a ridurre l’erogazione di finanziamenti da parte delle imprese per una serie di nessi. Se si riduce la spesa pubblica e aumenta l’imposizione fiscale, l’effetto immediato è una contrazione della domanda aggregata, interna ai singoli paesi. Siccome i risparmi dipendono dai redditi delle famiglie, la riduzione della domanda aggregata ha due effetti negativi: da un lato accresce la disoccupazione nei nostri territori in particolare la disoccupazione giovanile che ormai viaggia intorno al 30% almeno quella sui dati ufficiali, ed ha un ulteriore effetto perverso probabilmente ancora più negativo, di erosione dei risparmi delle famiglie. In altri termini i giovani – continuiamo a chiamarli

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce Giugno 2012 - Anno VII - n.59 Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006 Direttore Responsabile: Luigi Russo

Redazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Luigi Conte, Sara Mannocci, Lara Esposito. Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis Le foto firmate sono offerte gratuitamente dagli autori Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce Tel. 0832.392640 - Fax 0832.391232 - Direttore: 335.6458557

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così anche se trentenni, quarantenni che non trovano impiego o restano inattivi – per sopravvivere hanno bisogno evidentemente di attingere ai risparmi ancora delle famiglie di

origine, questo riduce la massa di risparmi, riduce la propensione al risparmio ma anche il volume dei risparmi, quindi riduce i depositi bancari, aumentano le sofferenze bancarie, il che è testimoniato da tutti i dati disponibili anche non di parte, mi riferisco non soltanto ai dati che diffonde l’ABI che ovviamente fa il suo mestiere di protezione del sistema bancario, ma a tutti gli altri dati disponibili anche sul fronte Istat, quindi sul fronte ufficiale; all’aumento delle sofferenze bancarie fa seguito evidentemente una riduzione dell’offerta di moneta da parte delle banche, quindi il circolo vizioso si accentua, riducendosi l’offerta di credito si riducono gli investimenti, si riduce l’occupazione, si riduce il Pil, e tutte le variabili viaggiano con segno negativo. Ma questo circolo vizioso, da dove nasce? È il fato oppure una difficoltà della classe dirigente salentina di anticipare in qualche modo questi fenomeni e governarli? Ma io direi che ormai le politiche economiche, da parecchi anni, si giocano a livello europeo, neppure più nazionale e tanto meno regionale, locale. Ho seguito dei provvedimenti della Regione Puglia in particolare, ma sono provvedimenti tampone che in qualche modo cercano di contrastare questi fenomeni, e il problema della restrizione del credito non si risolve, cioè le regioni, gli enti locali non hanno poteri per risolvere problemi di questo tipo, e quindi non mi sentirei di parlare di irresponsabilità delle classi politiche.

Come mai la provincia di Lecce sconta una differenza così grande rispetto anche alle altre province pugliesi, sia riguardo al Pil sia riguardo anche altri fattori, altri indici, come mai questa differenza, sempre perché periferia della periferia? Oppure c’è qualcos’altro? C’è qualcos’altro, forse qui c’è una responsabilità delle classi dirigenti ma non di ora, del passato. In questo senso, da circa vent’anni, da quando seguo il dibattito di politiche economiche nel Salento, a parte gli ultimi due anni di intensissima crisi, si è ripetutamente avanzata l’idea che lo sviluppo economico di quest’area debba dipendere dalle sue presunte “vocazioni naturali”: turismo, enogastronomia e quant’altro. E coerentemente le istituzioni locali hanno intrapreso politiche di valorizzazione delle vocazioni naturali. Il problema è che, io non nego evidentemente che il turismo, l’enogastronomia possano essere fattori di crescita, il punto è un altro, il punto è che le cose vanno bene se questi settori vengono stimolati da una fase di relativa tranquillità, per così dire, da una fase di crescita economica. Quando le cose volgono al peggio, emergono tutti gli elementi di deficit strutturale di un modello di sviluppo basato sulla presenza di imprese di piccole dimensioni poco internazionalizzate, poco innovative, che operano prevalentemente su un mercato di sbocco locale. La struttura produttiva del Salento è fondamentalmente questa, imprese piccole, che non fanno innovazione pur avendo centri di ricerca eccellenti anche in quest’area che non fanno innovazione e non esportano quindi lavorano fondamentalmente o su forniture di imprese che stanno in aree più ricche oppure lavorano su mercati locali. È un problema culturale. Se si calano le politiche economiche di austerità in un sistema economico di questo tipo l’effetto è devastante per questa ragione. Se le strutture che operano su mercati locali subiscono una riduzione della spesa pubblica l’effetto è una riduzione della domanda quindi si riducono i profitti e i rapporti banca e impresa diventano ancora più complicati. E il circolo vizioso si avvita sempre di più...Sì, perché riducendo il profitto le imprese hanno minore potere contrattuale nei confronti delle banche.


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ASSOCIAZIONI

TUTELA DEL TERRITORIO, NASCE UNA NUOVA ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO

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A fine giugno la firma di atto costitutivo e statuto del Comitato per la tutela delle dune e fascia costiera di Porto Cesareo. L’invito a cittadini, istituzioni, associazioni ad aderire come fondatori

na nuova associazione di volontariato, che nasce con il preciso obiettivo di tutelare il territorio creando sinergia tra le diverse forze locali. Saranno sottoscritti lunedì 25 giugno alle ore 19 presso l’associazione turistica Pro Loco di Porto Cesareo l’atto costitutivo e lo statuto del “Comitato per la tutela delle dune e della fascia costiera di Porto Cesareo”, odv ai sensi della legge quadro 266/91. E’ in questa prospettiva che i promotori dell’associazione invitano tutta la

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cittadinanza, i turisti, i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni ad aderire come soci fondatori, apportando le proprie idee ed il proprio sostegno. L’associazione, ovviamente apartitica e senza fini di lucro, “si propone di diffondere la cultura della legalità a tutela delle dune e della fascia costiera di Porto Cesareo, di educare e sensibilizzare i cittadini ad essere vigili e custodi del proprio patrimonio naturalistico e paesaggistico – scrivono i promotori -. Lo sviluppo

AL MARE SERVIZI SANITARI GRAZIE AL VOLONTARIATO

grazie all’impegno dei volontari che si sblocca la situazione sanità nella marina di Torre Chianca. Il direttivo dell’associazione Marina di Torre Chianca Onlus rende noto un importante risultato dopo anni di interlocuzioni e porte chiuse. L’associazione informa residenti e turisti che dopo tre anni di richieste presso il servizio sanitario dell’Asl di Lecce e presso l’assessorato alle Politiche della salute della Regione Puglia per la stagione estiva ormai già iniziata si potrà usufruire per un periodo più lungo del pronto soccorso con guardia medica e del presidio del 118 con dispensario farmaceutico. Infatti i servizi sanitari saranno attivi dal 20 giugno al 10 settembre.

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socio-economico-culturale del territorio infatti passa attraverso l’utilizzo eco-sostenibile della costa, la ricerca continua del corretto equilibrio fra la salvaguardia dell’ambiente naturale e del paesaggio, la libera fruizione del litorale. Questo può avvenire nel rispetto delle peculiari valenze naturalistico-ambientali-paesaggistiche e nello sviluppo delle attività turistiche collegate, volte al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale”.

ECCO LA BIMBULANZA!

opo anni di impegno e dedizione, è finalmente pronta la “Bimbulanza”, la prima ambulanza pediatrica a Lecce e nel Sud Italia a misura di bambino benedetta e inaugurata sabato 26 maggio presso la Cappella dell’Ospedale V. Fazzi di Lecce. Il progetto è stato fortemente voluto dall’associazione “Cuore e mani aperte” di don Gianni Mattia che lavora da anni per promuovere progetti di solidarietà e beneficenza, tra cui la Casa d’accoglienza S. Caterina Labourè, foresteria che accoglie parenti di degenti residenti lontano dal luogo di cura inaugurata nel 2004. L’ambulanza pediatrica realizzata grazie alle donazioni di tanti cittadini, trasporterà i bambini che hanno la necessità di spostarsi nelle strutture mediche del territorio nazionale che saranno assistiti dalla presenza di personale medico adeguato e da un volontario clown.

OTRANTO LEGALITY EXPERIENCE, A LUGLIO LA TERZA EDIZIONE

Il nesso tra economia, finanza e crimine organizzato nel ricco programma di OLE, che troverà spazio tra Lecce e Otranto

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n’occasione davvero preziosa per capire e studiare le relazioni tra economia, finanza e crimine organizzato quella offerta dalla terza edizione di OLE-Otranto Legality Experience, evento promosso dalla rete Flare (Freedom legality and rights in Europe), da Libera e dalla Regione Puglia, in programma tra Lecce e Otranto dal 16 al 29 luglio. Il programma-tra lezioni, workshop, dibattiti e seminari - si divide in tre parti, la Summer school legality experience, l’OLE summer camp e l’OLE Forum. La Summer school, a Lecce dal 16 al 20 luglio, avrà tra i temi formativi le principali reti del crimine organizzato, le principali agenzie e strategie internazionali di contrasto, il recente fenomeno del business ambientale che, secondo i dati di Legambiente 2010 vede la Puglia tra le regioni italiane più col-

950 GRAZIE DI CUORE

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pite con il 10,2% di reati rispetto al totale di quelli accertati. Il Summer camp, sempre a Lecce dal 23 al 27 luglio, si svolgerà su quattro filoni tematici: il ruolo delle istituzioni europee nella lotta alla criminalità organizzata a livello finanziario;

finanza e commerci internazionali: i confini invisibili fra legalità e illegalità; i traffici di armi, i traffici di stupefacenti. Infine l’OLE Forum troverà spazio ad Otranto dal 27 al 29 luglio e farà spazio a dibattiti ed iniziative culturali.

TRA LECCE E BARI, UNA STORIA DI SOLIDARIETÀ Protagonista l’associazione Sara che si occupa di cardiopatie congenite e acquisite

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a solidarietà non conosce spazio: con questa consapevolezza, l’associazione “SARA” onlus di Copertino ha voluto portare a conoscenza con una lettera di ringraziamento una storia di dolore e solidarietà che intreccia Lecce e Bari. Nei giorni scorsi si è tenuta la manifestazione conclusiva dei progetti dei genitori “Tra palco e realtà”, in collaborazione con il IX Circolo didattico Japigia. Uno spettacolo in memoria di Patrizia, una mamma che è venuta a mancare all’età di trentotto anni per una patologia cardiaca lasciando due bambini in tenera età. Alla fine dello spettacolo la sorella Monica ha consegnato un contributo volontario all’associazione “SARA” onlus.

Un’accoglienza toccante, quella ricevuta dall’odv copertinese da parte dei genitori e docenti nella scuola di Bari. «La nostra associazione – si legge nella lettera – ringrazia di tutto “cuore”, il dirigente scolastico Patrizia Rossini, Annalisa Riefolo El Moudden, Monica Bozzi e tutto il comitato dei genitori IX circolo didattico Jaligia 1 di Bari per averci regalato una splendida serata». L’associazione “SARA” onlus sensibilizza l’opinione pubblica sulle problematiche inerenti le cardiopatie congenite e acquisite attraverso varie attività sul territorio, collabora da sempre con i reparti di cardiologia-cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari.

n grazie di cuore ai 950 sottoscrittori e ai loro consulenti, vicini e lontani, che con la dichiarazione dei redditi dell’anno 2010, hanno deciso di devolvere il loro 5 per mille in favore del Centro di Solidarietà “Madonna della Coltura” onlus di Parabita. È il sentito moto di gratitudine che viene direttamente da Fiorentino Seclì, presidente dell’associazione, che sottolinea le modalità con cui verranno spesi i 17.342,86 euro previsti dalla donazione grazie alla quale sarà realizzato un ambiente autonomo per consentire la fornitura di un pasto caldo, di una doccia, dei vestiti ed una accoglienza occasionale e momentanea ai bisognosi e ai privi di rete parentale. Il servizio del progetto “Aggiungi un posto a tavola”, attualmente svolto all’interno della “casa per anziani”, grazie al quale dall’inizio dell’anno sono già stati distribuiti gratuitamente 900 pasti, risulta, infatti, limitativo poiché le richieste sono sempre più numerose. Un esempio importante di come una intera comunità si stringa tutta insieme, senza distinzione alcuna, per risolvere un problema o una emergenza di chi è in difficoltà.


WELFARE

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di Serenella PASCALI

PARTE LA RILEVAZIONE 2011 DEI MINORI FUORI FAMIGLIA

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Sono interessati i servizi sociali di tutti i Comuni pugliesi. La scadenza è il 15 luglio 2012

rano 3.349 in totale i minori fuori famiglia nell’ultima rilevazione effettuata dall’Osservatorio regionale delle Politiche sociali nel 2009 e riguardante le annualità dal 2007 al 2009. Nei giorni scorsi è partita, in collaborazione con l’Ufficio per il Garante dei diritti dei minori, la quarta rilevazione regionale dei “Bambini e adolescenti fuori dalla famiglia di origine”, in collegamento con la rilevazione nazionale del Centro di Documentazione per l’infanzia e l’adolescenza. I dati riguardano i minori fuori dalla famiglia di origine per l’anno 2011, dal gennaio a dicembre. Nei giorni scorsi i dirigenti dei servizi sociali dei comuni pugliesi, hanno ricevuto una scheda che dovrà essere debitamente compilata e inviata entro il 15 luglio agli indirizzi dell’Osservatorio regionale delle politiche sociali in via Caduti di tutte le Guerre,

15 Bari. Oppure si può optare per l’invio telematico attraverso la piattaforma dedicata sul sito www.osservatoriosocialepuglia.it, utilizzando l’username e la password che i responsabili dei servizi sociali riceveranno. “È estremamente importante essere precisi e tempestivi nell’invio – spiega Anna Maria Candela, dirigente regionale del Servizio programmazione e integrazione sociosanitaria – per consentire in tempi utili l’elaborazione dei dati e la redazione del rapporto sui minori fuori famiglia che vorremmo presentare durante la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in programma, come ogni anno, il 20 novembre. Quest’anno la rilevazione e’ anche importante per l’attivazione delle nuove azioni regionali a sostegno dell’affido familiare”.

STABILITE LE TARIFFE REGIONALI PER GLI ASILI NIDO

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Approvate nella Giunta regionale dello scorso 9 maggio vanno da un massimo di circa 845 euro al mese ad un minimo di circa 527 euro, sulla base del tipo di prestazioni e della tipologia di nido interessata

rano attese da tempo le tariffe di riferimento regionale per gli asili nido in Puglia. E nella delibera n 901 dello scorso 9 maggio sono state definite, secondo un range che comprende le diverse sezioni e dimensioni di asili nido definiti dal regolamento 4/2007. “Da questo momento in poi – spiega l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile – ci auguriamo che i servizi per la prima infanzia e in particolare le prestazioni erogate negli asili nido autorizzati al funzionamento siano assimilabili e che nessuno possa più speculare sul bisogno delle famiglie, nel rispetto, fondamentale del lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici che vi sono impegnati”. Infatti, a tariffe diverse da quelle di riferimento regionale, supportate dalla erogazione di prestazioni aggiuntive di carattere alberghiero e socioeducativo, eventualmente praticate dai soggetti gestori, si può pervenire solo se preventivamente richieste e concordate con le famiglie o con i Comuni committenti, e descritte nella carta dei servizi della struttura interessata. “Peraltro

è utile ricordare – le fa eco Anna Maria Candela, dirigente regionale del Servizio programmazione e integrazione sociosanitaria – che i Comuni che definiscono rapporti convenzionali con le strutture gestite da soggetti privati, ovvero con i soggetti privati gestori di strutture a titolarità pubblica, sono tenuti a richiedere annualmente ai soggetti gestori la documentazione attestante la regolarità contributiva per le stesse strutture”. Da questo momento in poi insomma in Puglia, l’inserimento in un asilo potrà costare fino ad un massimo di 845,30 euro per bambino al mese, partendo da un minimo di 528,72 euro. La distinzione varia in base al numero dei posti di cui il nido dispone e la tipologia (lattanti, semidivezzi, divezzi). Le tariffe di riferimento regionale sono calcolate per strutture omogenee, sulla base dei costi di totali di gestione, calcolati considerando contratti di lavoro annuali (comprese le ferie), e applicando il parametro dei 280 gg. e 11 mesi per 36 ore settimanali. Il numero

NUOVE TARIFFE PER LE STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, la Regione provvede alla modifica

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opo la sentenza del gennaio 2012 del Consiglio di Stato che ha ratificato la sentenza del Tar Puglia che annullava la delibera di Giunta regionale n. 279/2010 nella quale si determinavano le tariffe per le strutture residenziali per anziani, la Giunta regionale, nella seduta del 25 maggio scorso ha riapprovato le tariffe di riferimento regionale con la deliberazione n. 1037. Nel merito, la sentenza del Consiglio di Stato non annullava, infatti, lo studio di fattibilità che consentiva la determinazione di quelle tariffe, ma la definizione delle stesse come tariffe massime (e non di rifermento) nonché l’applicazione del fattore di riduzione per le economie di scala prima che le modifiche all’art. 32 del R.R. N. 4/2007 fossero vigenti. L’assessorato al Welfare, di concerto con l’assessorato alle Politiche per la salute, dopo un incontro con le associazioni di categoria, non ha potuto far altro che riapprovare le tariffe, non potendo accogliere, almeno fintanto che la Regione sarà in piano di rientro dal deficit sanitario, le richieste di incremento delle tariffe, perché la maggiore spesa non avrebbe avuto copertura. Le strutture interessate sono quelle del titolo V del regolamento regionale n. 4/2007 dall’articolo 62 all’articolo 67. Le nuove tariffe di riferimento regionale sono applicabili a tutte le strutture autorizzate in via

definitiva, che abbiano o meno un rapporto convenzionale con la Asl. Eventuali abbattimenti o incrementi rispetto alle tariffe appena approvate, dovranno essere sempre motivate all’utenza e rispettare comunque quanto stabilito per i lavoratori nei contratti collettivi di lavoro. La nuova delibera ottiene come risultato principale quello di sbloccare i pagamenti delle Asl ai soggetti gestori, visto che il ricorso di un soggetto gestore e la sentenza del Consiglio di Stato avevano prodotto ormai un ritardo di oltre sei mesi. “Abbiamo tessuto – dice l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile – un fitto lavoro di rete e di concertazione interassessorile e con le associazioni di categoria, per arrivare allo studio di fattibilità del settembre 2009, necessario alla determinazione delle nuove tariffe. La approvazione ultima rappresenta un risultato che riteniamo di valore per i cittadini e le cittadine pugliesi, e per la trasparenza del sistema di erogazione delle prestazioni residenziali per gli anziani, anche a tutela dei lavoratori”. Le tariffe per le strutture residenziali per anziani vanno da un minimo di 31,26 euro giornalieri della Casa di riposo ad un massimo di 92,90 euro per la Residenza sociosanitaria assistenziale, che comprende la quota sanitaria.

dei posti bambino è riferito alla ricettività o capienza della struttura, e non alla presenza programmata. “E’ appena il caso di ricordare che queste cifre non costituiscono la retta a carico delle famiglie, ma la tariffa corrispondente al costo pieno. Alle rette ciascun Comune perviene sulla base di quanto concordato con i gestori, di quanto stanziato nel bilancio comunale dell’anno e delle fasce ISEE di contribuzione”. Dall’Assessorato fanno sapere inoltre che a breve, e comunque per l’inizio del nuovo anno scolastico, saranno attivati anche i buon servizio di conciliazione per il sostegno alle famiglie che iscrivono i loro bambini ai servizi diurni, asili nido compresi. le risorse che saranno utilizzate sono quelle della Linea 3.3 del PO FESR 2007-2013. A tal riguardo si evidenzia che e’ aperta la procedura per l’iscrizione di tutti i titolari e gestori di strutture e servizi nel catalogo dell’offerta, attraverso la piattaforma accessibile dal link: http://pugliasociale.regione.puglia.it (Sezione Catalogo dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza).

SLA, QUALE FUTURO?

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osa sarà dei fondi per la sclerosi laterale amiotrofica? Una vecchia disposizione del governo Berlusconi, divenuta in questi giorni attuativa, farebbe sì che a decidere delle sorti dei fondi per la non autosufficenza e per l’organizzazione dei livelli essenziali di assistenza, siano le Regioni, sulla base degli stanziamenti fatti dal Governo centrale. Ma quali fondi? Quali stanziamenti? La domanda non è peregrina, giacché i fondi destinati alla sclerosi laterale amiotrofica erano quelli del 5 per mille del 2010, gli stessi chesembrerebbero essere spariti dall’assegnazione: si parla di ben 80 milioni di euro. Una cifra che potrebbere significare l’azzeramento del fondo per la Sla già di per sé tanto risicato. E allora la mobilitazione si fa più forte e le associazioni di familiari si organizzano per protestare sonoramente contro la mancanza di una posizione chiara da parte del Governo. Ma a dire la propria è anche il Forum nazionale del Terzo settore che attraverso il suo rappresentante nazionale, Olivero dichiara guerra: “Dimostreremo che il no profit è unito in questa battaglia, al di là delle diverse sensibilità sociali. Il welfare sussidiario non può essere considerato esclusivamente un costo, proprio in un momento in cui, al contrario, serve un investimento strategico su questo fronte, come spinta verso un nuovo modello di sviluppo”.


DISABILITÀ

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UN MANIFESTO PER L’ACCESSO UNIVERSALE ALLA CULTURA

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Garantire l’accesso all’arte ai disabili non solo è possibile, è anche necessario

a cultura è un bene di tutti, indispensabile alla crescita ed al benessere di tutti e, in quanto tale, deve essere accessibile a tutti. Questo è il principio fondante che sta alla base della nascita del “Manifesto della cultura accessibile a tutti” presentato a Lecce nel primo appuntamento di Artlab12, progetto della Fondazione Fitzcarraldo, che anticipa l’edizione 2012 che si terrà dal 22 al 29 settembre. La proposta del manifesto nasce dai lavori del Tavolo di Confronto “Culturaccessibile” in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 2010. Inizialmente dedicato all’accessibilità nei musei, il

manifesto è stato successivamente ampliato per diventare un vero e proprio paradigma di riferimento a livello nazionale per l’accesso universale a tutti i luoghi ed ai momenti d’arte e cultura. Quello dell’accessibilità ai contenuti artistici delle persone con disabilità fisica, cognitiva e sensoriale è un tema tanto importante quanto finora poco discusso. Il Manifesto, quindi, nasce proprio dall’esigenza di considerare la questione dell’accessibilità come una questione «fondamentalmente etica», si legge nella premessa, perché «le manifestazioni culturali hanno una responsabilità sociale ben precisa, in quanto realizzate in spazi pubblici o

aperti al pubblico, e attraverso il ruolo sempre più incisivo della dimensione educativa, formativa e ricreativa, si ribadisce il diritto di accesso a tutti i luoghi e alle iniziative della cultura». All’appuntamento di Lecce hanno partecipato alcuni operatori culturali del territorio, impegnati direttamente sul campo dell’accessibilità, come Luigi Mangia, del Sindacato Sfida, che ha sottolineato l’importanza innanzitutto della spesa pubblica e delle politiche sociali che non possono essere considerate un peso quando si parla di tutela per le persone con diversa abilità, per Mangia «il Manifesto della cultura accessibile a tutti è senz’altro

uno strumento importante per definire le regole da seguire per garantire a tutti l’accesso alla cultura ed alla conoscenza». Il lavoro da fare nel campo della tutela dei disabili nel loro accesso ad ogni luogo o ogni aspetto della vita è davvero tanto, sicuramente non è solo una questione che riguarda l’universo artistico. Allo stesso tempo però arte e cultura sono importanti generatrici di valori e principi, sanno creare bellezza e trasformare la vita, le sensazioni e le conoscenze di ogni persona, e anche se ancora molto c’è da fare, tanto può venire proprio da qui. Luigi Apollonio

ZIGULÌ, UN MODO DIVERSO DI RACCONTARE LA DISABILITÀ P uò succedere, digitando su google le parole “Massimiliano Verga”e “Zigulì” di inciampare su righe come queste: «Sei insopportabile, preferirei masticare la sabbia piuttosto che sentirti. Anche dei chiodi nelle mutande sono più piacevoli della tua voce». «Per un genitore, un figlio handicappato sta a un figlio sano come per un alpinista una valigia sta a uno zaino». Massimiliano Verga è il padre di Moreno, un bambino di otto anni gravemente disabile. “Zigulì – la mia vita dolceamara con un figlio disabile”, è il libro da cui queste righe provengono. Quello che Verga offre ai lettori non è tanto un racconto compiuto, quanto una raccolta di pensieri e immagini quotidiane su che cosa significhi affrontare la vita con un figlio disabile. In questi stralci di vita si alternano rabbia, smarrimento, senso di impotenza, ma la trama su cui queste emozioni sono intessute è data da uno smisurato e denso amore, che proprio per la sua interezza e possenza, può permettersi, di tanto in tanto, di esternare con spietata ironia e durezza, anche gli aspetti più crudi di questa convivenza.

Il fatto è, che Zigulì è stato trasformato mediaticamente in un iceberg aguzzo di irriverenza e cattiveria, affinché fosse notato nell’oceano dell’offerta letteraria, lasciandone il valore più vero e umano sotto la linea di galleggiamento e quindi, escluso dall’orizzonte dello sguardo di chi, non si arrischi in un’immersione. Abbiamo chiesto all’autore, spesso tacciato di cinismo, crudeltà e frustrazione, come si sia relazionato a questo modo di presentare e di percepire il suo libro: «All’inizio ci sono rimasto molto male perché, a me sembra evidente che non sia così. Il bello dei libri è che ognuno ci può trovare quello che vuole; però credo sia intelligente, per lo meno, leggerli dall’inizio alla fine. Io non rispetto chi avanza una critica, nel momento in cui non ha letto per intero quello che sta criticando. Faccio esplicito riferimento ad un capitoletto molto breve che si intitola “farti fuori”, che è stato quello che ha fatto bene al marketing, perché poi alla fine, quando qualcosa è sensazionale tutti siamo morbosi e andiamo a cercarlo. Però chi ha riportato degli stralci di

DONNE DISABILI: SOLO IL 2% LAVORA

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doppia discriminazione delle donne con disabilità”, organizzato a Milano dalla Ledha e dallo studio legale associato Linklaters. Luisella Bosisio Fazzi, consigliera Ledha, così commenta i risultati della ricerca: “Vivono un doppio disagio: per la loro condizione fisica o mentale e per l’appartenenza al genere femminile”. Per quanto riguarda la salute, secondo Fazzi: “Capita che le donne con disabilità, soprattutto psichiche siano vittime di violenze psicologiche”. Basta pensare, racconta, “alle persone ospitate nei centri, lavate e assistite da uomini, vestite in modo sciatto, che così vengono private della loro femminilità”. Connesso a questo tema c’è quello delle violenze sessuali: non vi è un database con tutti i dati e non ci sono aggravanti specifiche. SBDA

“farti fuori” non è mai arrivato al post scriptum finale, per sua stessa ammissione. Qualcuno l’ho scovato e gli ho chiesto di rileggere. Non avrà più uno spazio per riscrivere quell’articolo ma almeno spero cercherà uno spazio nella sua coscienza per metterla a posto.» Luca Spagnolo

FA PASSI AVANTI LA LEGGE SUL “DOPO DI NOI”

“Vivono un duplice disagio: per la loro condizione fisica o mentale e per la loro appartenenza al genere femminile”

onne disabili e lavoro: non esistono dati Istat e pertanto un gruppo di donne della FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, ha raccolto questi dati esaminando le pensioni di disabilità dell’INPS. Solo il 2% tra i 15 e i 65 anni lavora, contro il 7,7% degli uomini. Riferendo il dato a persone non disabili, le donne che hanno un lavoro sono il 33% contro il 58,2% degli uomini. Dalla ricerca emerge come la discriminazione non riguardi solo il mondo del lavoro, ma anche l’istruzione e la salute. Sono infatti il 15,3% tra i 15 e i 44 anni a non avere titolo di studio, mentre solo lo 0,6% tra le donne non disabili. Il dato cresce con l’età: tra 45 e 65 sono il 22,5%, contro il 5,7% delle donne non disabili. I dati sono stati presentati nel convegno “‘La

Massimiliano Verga, autore del libro “Zigulì” - Ph. L. Spagnolo

Lo stato stanzia anche 150 milioni di euro

Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno famigliare” è questo il nome di una proposta di legge conosciuta come “Dopo di noi” da anni ferma alla Camera. Finalmente la XII Commissione Affari Sociali ha dato il via libera, stabilendo uno stanziamento di 150 mila euro, reperiti dai giochi d’azzardo. Già nel testo del 2010 si prevedeva l’istituzione del “Fondo per l’assistenza alle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare”, per finanziare programmi di intervento svolti da associazioni di volontariato e da altri organismi senza scopo di lucro volti alla cura e all’assistenza di persone affette da grave disabilità, progetti per la creazione di case-famiglia e famiglie-comunità. Il piano di azione contiene interventi raggruppabili in sei grandi direttrici: prevenzione della disabilità, integrazione non solo scolastica ma anche universitaria, abbattimento delle barriere architettoniche, diritto allo sport, al tempo libero e al turismo, promozione di una nuova immagine della persona disabile.


DISABILITÀ

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IN PUGLIA I TG AVRANNO LA LIS

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La Giunta regionale ha approvato un regolamento per la concessione di contributi alle emittenti televisive locali per la promozione della lingua italiana dei segni nei telegiornali, mediante l’impiego di professionisti qualificati

ntro la fine di giugno in Puglia sarà possibile per le persone audiolese, seguire, come tutti, i telegiornali locali. A compiere questo grande passo avanti nell’accessibilità di tutti all’informazione, diritto fondamentale, è l’assessorato regionale al Welfare che finanzierà le emittenti televisive locali che intenderanno realizzare telegiornali con la lingua dei segni, la LIS, in applicazione a quanto stabilito dall’art. 42 della legge regionale 31 dicembre 2010, n. 20. Al momento l’assessorato regionale al Welfare ha provveduto alla redazione di un regolamento regionale per la concessione di contributi alle emittenti televisive locali per la promozione della lingua dei segni italiana (LIS) nei telegiornali, mediante l’impiego di professionisti qualificati come traduttori del linguaggio LIS, in possesso di qualifiche conseguite con corsi di formazione professionali riconosciuti. A seguito di ulteriori approfondimenti, connessi al recente switch-off dall’analogico al digitale, ma anche all’audizione avuta con l’Ente Nazionale Sordi e all’approfondimento di note e suggerimenti formulati da FIADDA e altre organizzazioni di rappresentanza delle famiglie di persone sorde, sono anche stati elaborati emendamenti che saranno discussi prima della definitiva approvazione, in particolare per tarare meglio i requisiti di valutazione dei progetti e per aggiungere all’impiego della LIS anche i sottotitoli per le persone sorde che vogliano utilizzare la lingua italiana.

I passi successivi saranno l’approvazione del regolamento in Consiglio e la pubblicazione dell’avviso per la concessione dei contributi alle emittenti televisive. Secondo il regolamento appena approvato dalla Giunta regionale, saranno privilegiate le emittenti televisive a carattere regionale, la cui periodicità dell’informazione con la lingua dei segni sia giornaliera e che dedichino oltre 15 minuti all’informazione con la Lis, nella fascia di punta dalle 19 alle 21. La disponibilità finanziaria è di 600mila euro complessivi. “L’inclusione sociale delle persone con disabilità – ha chiarito l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile – non è solo assegni di cura e assistenza diretta. Ci sono forme di esclusione dai diritti fondamentali che sono più subdole ma non meno discriminanti, come il diritto all’informazione. Riteniamo che rendere accessibile l’informazione locale alle persone con problemi di udito, con compromissioni più o meno gravi, sia un dovere, un obbligo, per valicare quei confini che già fisicamente impongono alla persona sorda un allontanamento dalla vita cittadina e dunque dalla partecipazione. Questo per noi è il reale welfare inclusivo, far sì che ciascuno possa conoscere e dunque cimentarsi nell’esercizio della partecipazione, la pratica vera della democrazia”. Serenella Pascali

SÌ ALL’ADOZIONE PER COPPIE CON FIGLIO DISABILE

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Parere favorevole della Corte d’Appello di Milano che ribalta la sentenza del Tribunale dei minori. “L’handicap non è solo malattia”

na decisione importante che getta un ponte verso un nuovo concetto della disabilità, da non considerare esclusivamente come limite o malattia. E’ la decisione presa dalla Corte d’Appello di Milano, che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale dei minori sul caso di una coppia milanese con un figlio naturale disabile intenzionata ad intraprendere la strada dell’adozione internazionale. I magistrati del primo grado - pur con il parere favorevole di Carabinieri, servizi sociali, psicologo Asl – in linea con l’orientamento del Pubblico Ministero avevano negato la possibilità di adozione per una coppia già gravata dalla malattia del figlio naturale,

considerando le problematiche e i rischi che indubbiamente un’adozione, per di più internazionale, porta con sé. Ma la Corte d’Appello di Milano ha basato la propria decisione favorevole all’adozione, accogliendo il ricorso della coppia, proprio sulla forza ‘speciale’ di un nucleo familiare già preparato alla diversità, in grado di accogliere il disagio e la sofferenza, e per questo ancora più capace di affrontare le rilevanti difficoltà connesse all’adozione. “Negare a due genitori che hanno un figlio disabile la possibilità di adottare un bambino – ha motivato quindi la Corte d’Appello - significa considerare l’handicap solo ‘come malattia’, come condizione

statica e assoluta anziché risultante dall’interazione tra il disabile e tutto quanto lo circonda. E soprattutto vuol dire non comprendere che proprio quell’impegno, che padre e madre mettono nel cercare di migliorare la vita del loro piccolo, può diventare fonte di energie che possono essere spese anche per costruire la relazione con il minore che potrebbe essere loro affidato”. La decisione di vietare l’adozione in sostanza nasce da un pregiudizio sulla disabilità, in contrasto con la Convezione Onu sui diritti delle persone con disabilità, la Costituzione e la legge 67 del 2006, che vieta la discriminazione sulla base della disabilità.

ACI PER IL SOCIALE: INFORMARE PER UNA MOBILITÀ SICURA

Forte partecipazione a Lecce alle giornate rivolte a persone anziane e con disabilità. Testimonianze, problematiche, proposte

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avorare sul fronte della mobilità accessibile e sostenibile, per tutti, ma soprattutto per coloro – persone anziane o con disabilità – che possono incontrare le difficoltà maggiori. E’ questo il percorso su cui si sta muovendo l’Aci che, nell’ambito del progetto nazionale Aci per il sociale, ha realizzato anche a Lecce due giornate informative, occasione di aggiornamento sulle tematiche della mobilità in sicurezza. Gli incontri, gratuiti e tenuti da relatori esperti nelle materie trattate, attraverso slides e brevi filmati hanno sviluppato argomenti tecnici e giuridici, arricchiti da informazioni dedicate alla categoria di specifico riferimento, quali la fenomenologia

della incidentalità e sicurezza stradale, i comportamenti pericolosi e quelli che garantiscono una mobilità più sicura, le tecnologie a supporto della sicurezza, la normativa di riferimento per la categoria debole relativamente alla mobilità e le novità introdotte dalle ultime leggi di riforma del Codice della Strada. E’ stata numerosa la partecipazione, da parte di persone con disabilità e non, studenti, persone non udenti e ipoacustiche, sportivi, che hanno reso testimonianze ed esposto questioni da sottoporre all’attenzione dell’Aci. Tra le diverse problematiche, è stata sottolineata la difficoltà per i non udenti, non potendone sentire la sirena, a percepire la presenza

dell’ambulanza che arrivi da dietro, pur con il segnale luminoso attivo. Sarebbe opportuno quindi lanciare gli abbaglianti in modo tale che anche in questi casi l’ambulanza possa essere percepita. Presente alle giornate anche Enzo Vitti, neo-campione italiano pentathlon Classe 55 paraplegici, che ha sollevato una questione relativa agli automobilisti con disabilità e alle aree di servizio: dal momento che si sta andando verso la presenza esclusiva di stazioni di rifornimento automatiche e quindi senza personale, sarebbe opportuno che in ogni area ci fosse almeno una persona per consentire all’automobilista con disabilità di essere servito. Le giornate informative quindi

– che verranno ripetute il prossimo anno con incontri specifici rivolti a persone straniere - hanno raggiunto lo scopo di fornire informazioni e strumenti cognitivi e procedurali “ad hoc” per le diverse tipologie di persone, per far sì che ciascuno sia più consapevole dei rischi che si corrono nell’utilizzo della strada come guidatori e come pedoni, oltre a offrire strumenti utili a districarsi nella burocrazia del codice stradale. Risultato non meno importante è stato quello di sensibilizzare su questioni spesso poco approfondite, portandole all’attenzione di persone disabili e anche di chi non vive determinati problemi. Sara Mannocci


DIRITTI

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A BUDAPEST LO SCETTRO DE LA TESTA NEL PALLONE

Serse Cosmi e Gianni Ippoliti in un momento della manifestazione - Ph. Luca Spagnolo

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l Calcio fa bene. E non parliamo dell’elemento chimico. Al di là degli scandali, delle scommesse, delle partite truccate e delle bizze delle prime donne in calzoncini, esiste ancora un calcio sano, pulito, impegnato che riappacifica l’anima con il corpo e che veicola parole ed esempi di solidarietà, cooperazione, condivisione, in opposizione al messaggio imperante di antagonismo e performance. Un esempio di questo calcio è “La Testa del Pallone”, evento ormai consolidato nelle estati salentine, che nel mese di giugno ha contato la sua quinta primavera, concedendosi anche il gusto di avere degli ospiti di eccezione come Fabrizio Miccoli, Serse Cosmi e Gianni Ippoliti. Ma la Testa nel Pallone, non è stato solo campetti

LE ULTIME DAL CAMPO

Condizioni igieniche del Panareo sempre peggiori e un’ordinanza di sgombero nel cassetto

e tacchetti. La settimana di eventi infatti ha proposto al pubblico e agli ospiti provenienti da tutta Italia e da diversi paesi d’Europa un ricco carnet di appuntamenti culturali, ludici e scientifici. Di grande impatto mediatico la cerimonia di apertura ufficiale, nella maestosa cornice dello stadio Via del Mare e l’inusuale partitone “tutti in campo” che ha coinvolto, in contemporanea, circa 240 calciatori e che si è conclusa su un democratico 1 ad 1, non senza l’immancabile episodio da moviola in occasione del calcio di rigore che poi ha determinato il pareggio. Una polemica ironica e colorata, senza livori e recriminazioni ma solo occasione per schernirsi e punzecchiarsi con il gusto della celia. Divertimento, ma anche riflessione. Soprattutto in occasione del convegno svoltosi nell’aula didattica dell’Azienda Sanitaria leccese dove prestigiosi esponenti della medicina psichiatrica e portatori di esperienze dirette, hanno testimoniato come il calcio, e tutto lo sport in generale, abbia ormai svestito le sue usuali vesti di intrattenimento ricreativo per assurgere alla dignità di importante strumento di riabilitazione psicosociale. Numerose sono le evidenze che dimostrerebbero come gli effetti psicologici della pratica sportiva si fondino su precisi effetti di riattivazione neurologici indotti sull’ippocampo, con il conseguente potenziamento delle abilità cognitive dell’individuo. Tutto questo naturalmente impreziosisce il valore del Torneo, ma non distoglie dal calcio giocato, presso gli impianti sportivi del complesso Torre Rinalda. La squadra de “Li vagnuni salentini”, padrone di casa e detentrice del titolo del torneo scorso, cede lo scettro alla compagine di Budapest, e piazzandosi al terzo posto. Argento alla squadra lombarda del Magenta. Luca Spagnolo

BORGO SAN NICOLA, OLTRE 1300 I DETENUTI PRESENTI

Rimane critica la situazione sovraffollamento nel penitenziario leccese. In programma la costruzione di un nuovo reparto per 200 posti

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l potere più grande del sistema di informazione è quello di dare un senso ed una rilevanza collettiva a storie di vita e di donne e uomini. Esattamente come è successo più o meno un anno fa, quando l’attenzione di una buona parte dei media locali era concentrata sulla situazione del Campo sosta Panareo, il campo nel quale soggiorna la comunità Rom di Lecce. Sembra ormai preistoria, quando si parlava del rischio di sgombero di alcuni abitanti del campo e delle condizioni igienico-sanitarie inumane. Dopo una lunga mediazione con le associazioni, il Comune congelò la delibera di sgombero e l’emergenza rientrò. Qual è ad oggi la situazione del campo? Cosa è cambiato? La risposta è semplice, niente, anzi per quanto possibile la situazione peggiora. Da un lato infatti, grazie ad un finanziamento regionale di un milione di euro è in progetto la costruzione di un albergo diffuso composto da containers che andrebbero a sostituire le strutture abitative più fatiscenti. Dall’altro lato, però, l’ordinanza di sgombero è ancora pendente, e alcune perizie promosse dalla Rete Antirazzista Salento sul sistema fognario hanno rilevato l’inadeguatezza strutturale dell’impianto che continua a produrre e far emergere i liquami che, con l’avvento dell’estate e del caldo, sono una vera

e propria bomba igienico-sanitaria. Una condizione di pericolo che coinvolge soprattutto i più piccoli, e non solo per colpa della fogna. L’allarme è lanciato da Katia Lotteria, della Rete Antirazzista Salento: «Abbiamo effettuato delle analisi sui cani abbandonati che vivono nei dintorni del campo e abbiamo rilevato che molti di essi sono affetti da rogna. Considerando che i bambini del campo sono molto spesso, per gioco, a contatto con gli animali del circondario, il rischio di contrarre malattie è molto alto, e spesso ciò accade». La situazione quindi, è in peggioramento da un punto di vista sanitario ed in stallo da un punto di vista politico. Sotto quest’ultimo aspetto, infatti, non solo l’ordinanza di sgombero è pronta nel cassetto per essere tirata fuori nel momento più conveniente, ma chi ha la responsabilità del campo, il Comune di Lecce, non sta attivando alcuna iniziativa per risolvere il problema fognario e quello, più in generale, delle condizioni igienico sanitarie. Ciò che è più preoccupante è la totale assenza di una responsabilità etica, indispensabile in ogni uomo ed in ogni amministratore, che porti innanzitutto a preoccuparsi di quei diritti fondamentali alla vita ed alla salute di cui ognuno è portatore. Luigi Apollonio

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’ critica, al pari della maggior parte dei penitenziari italiani, la situazione del carcere Borgo San Nicola di Lecce, che ad oggi ospita più di 1300 detenuti rispetto ad una capienza ordinaria di circa 650, facendo registrare un sovraffollamento pari al 101,4%. I dati emergono dall’ultimo monitoraggio effettuato dal Comando di Polizia penitenziaria, che ha registrato una realtà comunque non grave come quella dell’estate 2010, quando il numero dei detenuti era arrivato a toccare quota 1500. Ma oggi la situazione è aggravata dalla drammatica morte di un detenuto rumeno dopo uno sciopero della fame portato avanti per cinquanta giorni aspettando invano l’incontro con il magistrato, mentre altri detenuti hanno avviato la stessa forma di protesta. Nei primi quattro mesi dell’anno sono stati già registrati 337 eventi critici tra suicidi, molti tentati e qualcuno riuscito, aggressioni, atti di autolesionismo e altre criticità. Segnali di un quadro d’insieme che riesce con difficoltà a soddisfare, secondo gli obiettivi che prevede la Costituzione, le esigenze della popolazione carceraria, di cui peraltro il 40% ancora in attesa di giudizio. Mancano i fondi ed il personale – il comando di Polizia penitenziaria

risulta sempre sottonumero – con la conseguenza che più della metà dei detenuti rimane non coinvolto nelle diverse attività trattamentali, dai corsi scolastici e professionali, a quelli di teatro e pittura, ad un laboratorio editoriale fino alle varie iniziative attivate nel braccio femminile, tra cui il noto progetto di Officina Creativa con i prodotti Made in carcere. Dal monitoraggio la popolazione carceraria risulta composta da 1.244 uomini e 81 donne, 334 persone di nazionalità straniera, 70 con problemi di tossicodipendenza. Nel blocco dell’alta sicurezza inoltre vivono 275 persone, tra cui anche un collaboratore di giustizia, mentre sono 172 gli esponenti della criminalità organizzata. Ad alleggerire il carico del sovraffollamento dovrebbe arrivare la costruzione di un nuovo reparto, previsto dal piano carceri del governo Berlusconi, che ospiterà duecento detenuti. Il progetto dovrebbe però procedere di pari passo con un adeguato piano di assunzioni, la cui mancanza rischierebbe di far rimanere chiusa la nuova struttura. Sono almeno settanta per il carcere di Lecce i nuovi posti che dovrebbero essere attivati, tra agenti penitenziari e staff di psicologi, medici, personale di servizio. Sara Mannocci


SPECIALE BS CAMP

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di Alice MI

BOLLENTI SPIRITI CAMP: LE GIOVANI IDEE FANNO RETE

Tutti partecipanti, nessuno spettatore” è lo slogan della V edizione del Bollenti Spiriti Camp, svoltasi dal 31 maggio al 2 giugno presso le manifatture Knos a Lecce. Una tre giorni dedicata alla presentazione dei progetti vincitori del bando “Principi Attivi”, ma non solo. La partecipazione al Camp era aperta anche ai giovani che hanno voluto mettere in mostra le proprie idee. “Il Bollenti Spiriti Camp non è un evento, non è una vetrina, ma una grande esperienza collettiva, una piattaforma da attraversare collettivamente” ha spiegato l’assessore regionale alle Politiche Giovanili Nicola Fratoianni. “Questo è un momento pensato per fare

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rete - ha aggiunto Annibale D’Elia, responsabile Bollenti Spiriti - costruire relazioni tra i giovani che si mettono in gioco”. Nel “Mercato delle idee”, posto al centro dell’ampio spazio delle manifatture, l’esposizione dei progetti sostenuti e non da Bollenti Spiriti; tre sale messe a disposizione per i “Camp a tema”, momento di presentazione e confronto delle giovani idee; lo Spazio Arena o “pensatoio”, luogo di svolgimento delle presentazioni, come i Laboratori dal basso, il nuovo bando Bollenti Spiriti e i “Wow! Camp”, esperienze provenienti da tutta Italia e grandi fonti d’ispirazione; Il “Cinecamp”, rassegna di corto, medio e lungometraggi prodotti da giovani autori

IDEE PER UN TERRITORIO PIÙ ACCESSIBILE

ella prima giornata dedicata al “Territorio”, sono stati presentati progetti inerenti ecologia e ambiente, trasporto e mobilità, turismo, sviluppo sostenibile e altro ancora. “Aquabilia” è un’associazione di Corsano che punta sull’integrazione sociale attraverso lo sport. Una squadra di giovani, esperti nelle attività sportive accessibili in acqua, specializzata nella subacquea per disabili e nelle attività ricreative e terapeutiche. Le attività offerte vanno dallo snorkeling al nuoto, alla terapia multisistemica per disabili psichici. Il team offre opportunità di turismo acquatico accessibile in tutto il Salento. Tra le altre iniziative, una passerella portatile che consente l’accessibilità in più spiagge e il noleggio di una barca accessibile per tutta l’estate. Estendere la fruizione del patrimonio culturale della Puglia a tutti i cittadini, anche a coloro che hanno esigenze specifiche quali i diversamente abili, gli anziani e i

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pugliesi in collaborazione con Apulia Film Commission; infine i “Fuori Camp”, performance artistiche e musicali svoltesi nel giardino delle manifatture. “Per fare innovazione bisogna che qualcuno costruisca le condizioni di possibilità – ha commentato Fratoianni - ed è quello che la Regione Puglia ha provato a fare. In tanti ci hanno accusato di costruire politiche spot, utili solo a creare consenso elettorale. Noi invece pensiamo che grazie a questo tipo di programmi la nostra regione sia diventata un luogo migliore, capace di misurarsi con la competizione internazionale e provare a reagire alla crisi”. Tre giorni diversi per tre temi differenti: Territorio, Conoscenza, Cittadinanza.

l tema della “conoscenza” è stato il filo conduttore della seconda giornata di camp. Innovazione tecnologica, ricerca scientifica, web e multimedia, comunicazione, e-learning, scuola e formazione, imprenditorialità, sono alcuni dei temi affrontati. Progetti come “Reminiscence Video Therapy”, che sperimenta gli effetti della videoterapia su soggetti con deficit di memoria e “Tecnoabilitiamoci”, sono esempi di come la conoscenza possa mettersi al servizio dei più deboli. “Tecnoabilitiamoci” ha formato, con 150 ore di preparazione teorica e pratica, un’equipe di giovani (abili e disabi-

bambini è l’obiettivo dell’impresa leccese “ Turistingioco”. Punto di forza è la creazione di itinerari culturali e naturalistici, modellati in base alle esigenze specifiche di ognuno. Realizzati itinerari anche per i non vedenti, utilizzando la tecnica della percezione tattile. I tour infine possono essere effettuati anche in LIS. L’associazione culturale J.A.N.U.B. (in arabo sud) è un laboratorio di ricerca urbana, che affronta le problematiche della città contemporanea in maniera transdisciplinare. La proposta progettuale “Artigianub” è di valorizzare le antiche maestranze e le tecniche artigianali tradizionali quali il mosaico, la lavorazione del ferro battuto e quella della pietra, con lo scopo di trasmettere le tecniche di costruzione tradizionali alle giovani generazioni ponendo particolare attenzione alle popolazioni migranti residenti in Puglia, per permettere loro un reale inserimento socio-lavorativo.

CITTADINANZA E FARE ANTIMAFIA

li) sui temi dell’accessibilità e dell’usabilità, da applicare alla progettazione dei siti web. Un’equipe specializzata nell’intervento tecnologico a vantaggio dell’integrazione, che offre una consulenza sulle tecnologie informatiche per disabili, progettazione e sviluppo del web accessibile. L’incontro del “pensatoio” è stato dedicato alle politiche per l’autonomia e la partecipazione dei giovani. Tra gli altri sono intervenuti Giovanni Campagnoli di Vedogiovane, Alberto Cottica del Progetto EdgeRyders del Consiglio d’Europa, Marina Silveri del Consorzio Aster Regione Emilia Romagna

e l’assessore regionale alle politiche giovanili Nicola Fratoianni. Nel suo intervento, Fratoianni ha sottolineato come il programma Bollenti Spiriti abbia funzionato perché parte da un rovesciamento di prospettiva: “Nel nostro paese per molto tempo le politiche giovanili sono state costruite a partire dall’idea dei giovani come devianza o problema da risolvere. La Regione Puglia ha scommesso sui giovani considerandoli un’opportunità da cogliere e creando un quadro di possibilità per fare in modo che potessero costruire attivamente il proprio futuro. Tutto ciò è stato fatto puntando sulla formazione,

sulle competenze e sulla “fertilizzazione” del territorio, cioè sulla creazione di un contesto favorevole rispetto agli elementi di innovazione e creatività. La caratteristica assolutamente peculiare della nostra vicenda è che la gran parte dei giovani che hanno intrapreso questa esperienza sono rimasti in relazione con la pubblica amministrazione, che gli ha accompagnati, condividendo lo sviluppo dei progetti e aiutandoli a risolvere i problemi che si sono via via presentati, per fare in modo che un’intuizione non rimanesse tale, non restasse una politica spot o un’iniziativa di bandiera”.

CONOSCENZA E POLITICHE GIOVANILI

Cittadinanza attiva, inclusione sociale, infanzia, disabilità, migranti, non profit, legalità, lavoro e occupazione, salute, volontariato, sport, alcuni temi dei progetti presentati nell’ultimo giorno di camp, dedicato alla “Cittadinanza”. Tra i progetti presentati, quello dell’associazione culturale leccese “I semi della diversità”, ha lo scopo di promuovere l’inclusione sociale e la biodiversità presso alcuni soggetti della società civile. Attraverso la pratica del teatro, il progetto, rivolto principalmente ai bambini, lavora sulla costruzione di senso di una convivenza sostenibile, valorizzando le diversità. “DifferenteMENTE” è un’associazione senza fini di lucro che, attraverso la realizzazione del progetto “Che genere di cittadinanza” si pone come obiettivo diffondere la cultura e l’educazione delle differenze di genere e di orientamento sessuale, prevenire fe-

nomeni di omofobia e transfobia, favorire la decostruzione e la rielaborazione di modelli culturali pregiudizievoli, che portano ad una diffusa confusione rispetto a concetti chiave quali “orientamento sessuale”, “sesso biologico”, “transessualismo”. L’Associazione “TreGiriDiTè” opera nel contesto del volontariato e della cooperazione internazionale e ogni anno organizza, all’interno del progetto nazionale “Piccoli Ambasciatori di Pace” anche nel Capo di Leuca un campo di accoglienza per bambini disabili provenienti dai campi profughi Saharawi. Nel pomeriggio si sono tenuti una serie di workshop tematici sul “fare antimafia sociale” volti non soltanto ad informare, ma a costruire concretamente opportunità di impegno, promossi dalle associazioni Libera e Flare. I workshop interattivi hanno visto coinvolti i partecipanti

nell’ideazione d’iniziative sul territorio che poi le associazioni si impegneranno a supportare e implementare. Gli argomenti dei workshop: giovani per la legalità in Europa (a cura di FLARE), lo sport come mezzo di sensibilizzazione e impegno (a cura di FLARE, UISP e LIBERA), presidiamo il territorio (a cura di Libera Puglia), trova il bene (a cura di Libera Puglia), Italia libera tutti (a cura di Libera Puglia). “La legalità è per noi il punto di gravità di un sistema realmente democratico; senza un impegno costante, quotidiano e diffuso di tutti i cittadini, i fenomeni criminali non potranno mai essere sconfitti. Riteniamo dunque essenziale creare le condizioni per cui ogni singolo cittadino sia in grado di essere informato, consapevole e attivo nella promozione della legalità e nel suo impegno personale”(associazione Libera).


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