Cronache Sanitarie N° 57

Cronache Sanitarie ®

Fatti e Persone della Sanità Mantovana Siamo su Facebook e sul sito www.cronachesanitarie.it

NOVEMBRE 2020 Anno VI NUMERO 57 Periodico Bimestrale di informazione sanitaria gratuito

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DOPO UN MEDICO ENTRANO NELLA REDAZIONE UN PARROCO E UN SINDACO

l virus non ferma l’attività del nostro periodico e cresce con altri volontari. Vediamoli: Dopo il Dott. Gabriele Luppi, specialista in Oncologia ed Ematologia del Policlinico di Modena, entrano nella redazione il Parroco della Chiesa Immacolata di Suzzara Mons. Paolo Gibelli, medico, che avrà

lo spazio dell’editoriale ad ogni uscita del nostro periodico e il sindaco Matteo Zilocchi del comune di Pegognaga, facendo salire a 27 i volontari di ogni comuni dell’intero territorio. Questo numero di 8 pagine in più, tanti eventi e testimonianze per l’emergenza coronavirus. Successo di pubblico a

Pegognaga in un confronto fra sindaci e medici sulla esperienza della pandemia. Consegnati due PREMI per meriti al fotografo Gianni Bellesia di Moglia e al poeta-operaio Bruno Mazzacani di Pegognaga, vedi pag. 17. Un grazie agli sponsor per la loro preziosa collaborazione.

EDITORIALE DI MONS. PAOLO GIBELLI “FRAGILITÀ COME RISORSA”

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n questo numero di “Cronache Sanitarie” leggiamo le interviste a Marzia Lorenzini, logopedista e a Giulia Fiaccadori, neuropsichiatra infantile. Dalle loro parole si percepisce l’esperienza difficile, faticosa di tante famiglie con bambini o ragazzi seguiti dal Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale di Suzzara. Il lungo periodo di isolamento forzato ha messo a dura prova genitori e bambini. In questi mesi di isolamento e di forzata sospensione di tante attività e percorsi di relazione e di terapia, abbiamo toccato con mano, in modo ancora più acuto la nostra fragilità.

Un microrganismo (il coronavirus), più piccolo di un batterio, ha rivoluzionato la vita di milioni di persone nel mondo, ha provocato centinaia di migliaia di decessi, milioni di persone contagiate, ha interrotto e messo a dura prova l’attività delle scuole, delle aziende, dei servizi pubblici, ha rischiato di portare al collasso gli ospedali e operatori sanitari della “prima linea”.

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

CI HA LASCIATO IL NOSTRO DIRETTORE SCIENTIFICO PROF. PIETRO ZANINI

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utto nel mondo della medicina per la scomparsa del Prof. Pietro Zanini, ex primario di Chirurgia per 30 anni all’Ospedale di Suzzara, Direttore Sanitario per 25 anni e direttore della Scuola Infermieri/e.

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della SanitĂ Mantovana

Nel forte disagio e nella sofferenza provocata da questi limiti e cambiamenti del nostro stile di vita abbiamo tuttavia sperimentato quanto la fragilità possa essere vissuta anche come risorsa e opportunità per riscoprire nuove modalità di vicinanza e di sostegno: come dice Marzia Lorenzini, i genitori, supportati dai professionisti, sono diventati insegnanti, riabilitatori e compagni di gioco dei loro figli, la risposta a questa inedita situazione si è trasformata in occasione per rafforzare l’alleanza terapeutica con le famiglie.

Nei mesi scorsi il servizio del personale sanitario

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e dei volontari è stato spesso descritto con il linguaggio bellico della “guerra”, della “lotta”, della “prima linea”. Credo che l’immagine più adeguata e umana sia invece quello della “cura” della “presa in carico”. L’esperienza difficile che stiamo vivendo ci sta aiutando a riscoprire quanto siano fondamentali per una vita veramente umana le relazioni, l’attenzione concreta e fattiva verso chi è più in difficoltà, la disponibilità a condividere la vita delle persone più deboli e ad accompagnarle nel percorso della vita.

Alexandre Jollien, persona cerebrolesa dalla

nascita, laureatasi in filosofia, ha scritto in un’intervista: “La mia incapacità a raggiungere una piena autonomia mi manifesta quotidianamente la grandezza dell’uomo. Al cuore della mia debolezza posso così apprezzare il dono della presenza dell’altro e, a mia volta, cerco di offrire agli altri la mia umile e fragile presenza con i mezzi di cui dispongo”. Proprio come disse Gesù a Paolo: ”La mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor. 12,9).

Don Paolo Gibelli

GONZAGA OSPEDALE: NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

l primo settembre è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ospedale Civile di Gonzaga, che sarà in carica fino al 31 agosto 2024.

Il nuovo CdA è composto da Arrigo Giovannini, presidente, Roberta Borghi, Mauro Salvatore Cringoli, Raffaella Marcheselli oltre a Cesarino Neri, che faceva già parte del CdA uscente.

Queste le prime considerazioni del neo presidente, dott. Giovannini .

“Siamo onorati per l’incarico che ci è stato affidato e consapevoli delle responsabilità e delle difficoltà che il nostro ruolo comporta in un periodo ancora molto complesso nel quale gli effetti e gli strascichi dell’emergenza, tuttora non risolta, si faranno sentire.

Abbiamo comunque la certezza che la Fondazione abbia solide basi umane, organizzative e professionali, e che assieme ai nostri dirigenti e operatori, si possa continuare ad offrire alla comunità un servizio sicuro, affidabile e di qualità.

Nell’occasione è d’obbligo un sentito ringraziamento a Dante Negri, Donatella Galeotti, Lorenzo Fusari e Mauro Panisi, componenti del CdA uscente, per avere amministrato la Fondazione per due mandati consecutivi, dal 2012 al 2020, con grande passione, impegno e competenza”.

Catia Corradini Uff. Comunicazione 388 4624970

UN GRAZIE AL DOTT. CARLO MESSORA

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o avuto bisogno di una visita specialistica e su indicazioni dello stesso subito inviata al pronto soccorso per un episodio di malessere alquanto serio. Devo ringraziare il Dott. Carlo

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PIEVE DI CORIANO OSPEDALE

naugurata una nuova TAC, un traguardo molto importante per il presidio del Destra Secchia.

Servirà per la diagnostica radiologica, cardiologica e neuroradiologica con grandi vantaggi per i pazienti.

Cronache Sanitarie

Fatti e Persone della Sanità Mantovana

Bimestrale gratuito Iscritto al Tribunale di Milano in data 8-4-2011 n° 190 DIRETTORE RESPONSABILE Attilio Pignata Via C. Ravera, 9 Suzzara Cel. 346-0905483

VICE DIRETTORE Paolo Lavagnini

Messora per aver capito e fatto la diagnosi poi confermata dai medici, infermieri/e ed Oss che sono stati gentili, premurosi e tanto disponibili. Dopo alcune ore dimessa guarita

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e inviata a casa per il proseguo della cure e terapie.

Lucia Feroldi

MANTOVA: IL DOTT. CLEANTE SCARDUELLI E’ DIRETTORE DELLA RIABILITAZIONE

l neo primario è stato in prima linea nella lotta al Covid nei mesi di marzo, aprile e maggio assistendo i pazienti ricoverati in Terapia sub Intensiva respiratoria a Mantova.

RESPONSABILE SANITARIO Dott. G.Luca Occelli

REFERENTE PER EVENTI MEDICI E CORSI FORMATIVI Dott.ssa Elisabetta Vicentini tel. 333-1015524 REDAZIONE

Suzzara: Dott.ssa Anna Bonini, Dott. Roberto Messori, Mauro Pinotti, Rosanna Rossi, Prof. Renzo Gualtieri, Gilberto Zacchè, Dott.ssa Fiorenza Davolio e Prof. Gabriella Bigi, Motteggiana: Francesco Ponti Gonzaga: Carla Ferrari, Vanni Bosi, Marco Barbieri e Dott.ssa Elisabetta Vicentini Moglia: Gianni Bellesia, Valentina Amadori.

Congratulazioni e auguri di un buon lavoro da tutta la redazione di Cronache Sanitarie.

Pegognaga: Bruno Mazzacani San Benedetto Po: Dott. Roberto Lasagna Quistello: Alfio Maestrelli Modena: Dott. Gabriele Luppi

COLLABORATORi Renzo Gazzoli Dino Barbi Cav. Carlo Gasparini Ing. Ivan Ongari

EDITORE

Attilio Pignata info@cronachesanitarie.it

GRAFICA

UKI Design - Suzzara Cel 328-8299789 www.ukiweb.it

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STAMPA

UKI Design - Suzzara Il periodico viene distribuito negli ambienti sanitari pubblici e privati: nelle farmacie, parafarmacie, negli ambulatori dei medici di famiglia e specialisti di tutti i comuni del distretto, Case di Riposo (R.S.A.) di tutto il territorio, al CUP dell’Ospedale di Suzzara, nelle Istituzioni Socio-Sanitarie (A.S.L.) Laboratori Analisi privati e accreditati.

Il marchio della testata è stata registrata presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Scrivete alla redazione: attilio.pignata1951@gmail.com FINITO DI STAMPARE IL 01/10/2020

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PARAFARMACIA GONZAGA

Dott.ssa Vicentini Elisabetta

Grintuss:

in un unico prodotto un rimedio per la tosse secca e grassa La tosse è una delle cause più frequenti di ricorso alle cure mediche ma nonostante il disagio che essa può provocare, rappresenta un meccanismo di difesa primario per la protezione delle vie aeree ed ha un’importanza fondamentale per il naturale funzionamento dell’apparato respiratorio.

Per riuscire a calmare la tosse senza spegnere il suo meccanismo di difesa, è utile agire quindi proprio sulle mucose, favorendone la protezione e la normalizzazione.

Da qui nasce il nostro consiglio sull’utilizzo di Grintuss, un prodotto che modula la tosse senza sopprimerla e che protegge la mucosa, calmando l’irritazione, e favorisce la rimozione del muco.

E per il mal di gola?? Golamir 2 Act

La faringite o mal di gola è solitamente il risultato di un’infezione da parte di microorganismi (in particolare virus come rhinovirus, adenovirus, herpesvirus e a volte batteri, principalmente Streptococcus pyogenes) o di un’irritazione da fattori ambientali.

Le faringiti possono essere di due tipi: ACUTE e CRONICHE. In presenza di faringite, la gola si arrossa, si gonfia, si scalda: è il modo in cui il corpo ci parla comunicandoci che la gola è “sotto assedio”.

Complessi molecolari opportunamente estratti da piante possono essere un valido aiuto a livello locale, perché possono intervenire proteggendo la mucosa dall’azione aggressiva degli agenti esterni irritanti, idratandola e riducendo il senso di “gola secca” e il dolore.

Golamir 2Act grazie al complesso molecolare vegetale ActiFilm DOL agisce su dolore, bruciore e sensibilità alla deglutizione proteggendo la mucosa dai fattori scatenanti l’irritazione.

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SUZZARA: NEUROPSICHIATRIA INFANTILE OSPEDALE

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INTERVISTA ALLA LOGOPEDISTA MARZIA LORENZINI SULLA PANDEMIA E IL DANNO AI MINORI CON PATOLOGIE

arzia, come è stato vissuto il momento della chiusura del reparto di Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale di Suzzara che risponde ai bisogni di una importante utenza del nostro territorio?

L’utenza del Servizio di Neuropsichiatria Infantile è molto varia, è costituita da minori con diverse patologie: disabilità intellettive, autismo, disturbo da deficit di attenzione/ iperattività, disturbi dell’apprendimento, disturbi del linguaggio e del comportamento, patologie neurologiche neuromotorie….

I bambini non sono stati infettati dal Coronavirus, ma hanno risentito molto delle conseguenze dell’isolamento forzato: da un giorno all’altro si sono trovati senza più scuola, senza attività ricreative, senza passeggiate all’aperto e con i genitori che, a loro volta, potevano avere paure ed emozioni negative.

Durante il lockdown, sono state bloccate le nostre visite ambulatoriali, ma non l’attività del reparto. Fin dall’inizio abbiamo cercato di non perdere il contatto con i piccoli pazienti e con le loro famiglie e di evitare di interrompere i percorsi iniziati.

Come siete riusciti a continuare le attività con i vostri piccoli pazienti?

All’inizio, anche noi ci siamo trovati impreparati di fronte a questa chiusura totale e improvvisa ed abbiamo usato i pochi mezzi che avevamo a disposizione. Abbiamo infatti contattato tutte le famiglie al telefono e abbiamo mandato via e-mail proposte di lavoro e di intrattenimento per i bambini.

Ben presto l’Asst-Mantova ci ha fornito i mezzi per poter proporre la tele-rieducazione. Abbiamo così potuto assicurare diverse prestazioni in remoto tra visite, consulenze, terapie e colloqui.

Purtroppo non sempre è andato tutto come avremmo voluto: alcuni bambini hanno incontrato grosse difficoltà a collaborare a distanza; qualche volta la tecnologia non ha funzionato a dovere, è capitato ad esempio di dover interrompere la terapia per “banali” problemi di connessione…

I bambini e i genitori come hanno vissuto la restrizione a casa?

Direi che la famiglia è stata l’istituzione maggiormente penalizzata da questo confinamento forzato; è stata lei infatti a dover sopperire a tutto quanto è stato negato ai bambini.

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Foto del 2017: Un grazie sincero a chi da anni sostiene con generosità e costanza il Servizio di NPI, tramite l’associazione O.Zuccati: Bosi-impianti Bondeno, Coferal Palidano, Podisti AVIS Suzzara, Sig.ra Alessandra Bondioli Suzzara.

bene e dei nonni esperti della vita conosciuti per la loro professionalità allora quel bambino è fortunato. Si tratta dei nonni materni i medici dott. Pilade Zucchi e Dott.ssa Daniela Moretti

e dei nonni paterni animatori culturali Alfredo Calendi e Susi Comparsi.

SUZZARA: DONAZIONE IMPORTANTE

l Rotary club Gonzaga-Suzzara ha donato un PC ad una bimba di 5 anni non udente nella sede

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La tele-rieducazione dunque continua?

Già da un paio di anni avevamo proposto per alcuni disturbi di apprendimento la terapia da remoto. L’emergenza COVID-19 ci ha costretto ad intensificare e ad affinare l’utilizzo di nuovi strumenti. Ora potremo decidere di continuare ad utilizzare queste nuove metodiche, non per sostituire, ma per integrare gli incontri in ambulatorio.

Posso dire che questa è una opportunità, che è stata incrementata dalla pandemia e che ha rafforzato l’alleanza terapeutica con le famiglie.

Alla ripresa dell’attività ambulatoriale, dopo l’isolamento a domicilio, come hanno reagito i vostri bambini?

Sulla base della mia esperienza personale i bambini che stanno maggiormente subendo le conseguenze dell’isolamento forzato sono i bambini autistici, che, per il loro disturbo, hanno una spiccata resistenza ai cambiamenti e presentano comportamenti ripetitivi e rituali che per loro sono rassicuranti. Per tre mesi si sono dovuti adattare ad una realtà completamente priva di contatti sociali esterni e ora faticano a ristabilire anche quelle relazioni che, prima dell’emergenza, si stavano consolidando.

La maggior parte degli altri bambini invece ha ripreso volentieri la terapia, che viene vissuta come un graduale ritorno alla normalità.

PEGOGNAGA-SUZZARA: FELICITAZIONI ALLE FAMIGLIE CALENDI E ZUCCHI

a nascita di un bambino (in questo caso di Arturo) è sempre una festa se poi ha la fortuna di avere dei genitori (Elisabetta e Giorgio) con tanta voglia di farlo crescere

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I genitori, supportati dai professionisti, sono diventati insegnanti, riabilitatori e compagni di gioco dei propri figli.

I bambini, dal canto loro, hanno inizialmente vissuto lo stare a casa come una vacanza prolungata e hanno goduto della costante presenza di mamma e papà; ma ben presto hanno risentito della costrizione a questa nuova situazione priva di contatti sociali esterni, attività sportive, sfoghi fisici. L’isolamento obbligato ha messo a dura prova la tranquillità dei bambini e delle loro famiglie.

Come è ripresa l’attività del Servizio di Neuropsichiatria Infantile al termine del lockdown?

Abbiamo ripreso le attività dal “vivo” con la massima cautela e le dovute precauzioni: triage telefonico, impiego dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), distanziamento, sanificazione dell’ambiente e dei materiali al termine di ogni incontro . La ripresa è graduale e prevede per le terapie un solo accesso settimanale in ambulatorio, che viene integrato con sedute in remoto.

della Socialis di Via Mazzini a Suzzara. Presente il Presidente del Rotary Domingo Pacchioni, il prefetto

rotariano Marzia Anghi, l’Assessore Alessandro Guastalli e l’assistente sociale Carlo Soregotti

PEGOGNAGA: CENA DI SOLIDARIETÀ

n gruppo di amici per aiutare una del gruppo, colpita da SLA, hanno organizzato, con il supporto degli esercenti Sandro Contesi e Renato

Bulgarelli, una cena in piazza. Un vero successo: centosessanta persone. Il ricavato sui tremila euro, è stato devoluto all’associazione Aisla di

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Modena che assiste la giovane pegognaghese.

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PEGOGNAGA (Mn)

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Informazione Sanitaria ai sensi delle leggi 248/2006 e 145/2018 dir. Sanitario Dr. Amedeo Santachiara. Albo degli odontoiatri di Mantova

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SUZZARA: IN PENSIONE LA NEUROPSICHIATRA INFANTILE DOTT.SSA GIULIA FIACCADORI

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i conosciamo come Neuropsichiatra infantile (Npi) ma sappiamo anche della tua presenza nella realtà del Privato sociale. Ci parli del tuo percorso di formazione e della tua attività professionale?

Già al tempo delle scuole superiori avevo avuto l’opportunità di frequentare persone disabili che sarebbero diventate amici fondamentali nel mio percorso di formazione: Giancarlo Ferrari, Sonia Malagò, Carmela Petrella, Tina Terzi, Remo Munerati e altri ancora. È stato con loro che abbiamo creato, insieme ad alcuni volontari e a Genitori di ragazzi disabili, fra cui Tino Volta e Alberto Bernini, una Associazione sul nostro territorio per promuovere la cultura della disabilità. Nel giro di qualche anno l’Associazione ha poi dato vita alla CHV, cooperativa che avrebbe nel tempo realizzato importanti servizi per persone disabili adulte nella nostra realtà locale.

All’Università ho scelto di studiare Medicina con l’obiettivo di specializzarmi in Neuropsichiatria infantile e di occuparmi, anche dal punto di vista professionale, di bambini e ragazzi con disabilità.

Durante la frequenza dell’Università inoltre ho lavorato come educatrice con le associazioni ANFFAS e AIAS di Bologna: volevo che la mia formazione non fosse solo quella tecnica e scientifica dell’Università ma che si nutrisse anche della condivisione della quotidianità vissuta dai ragazzi disabili e dalle loro famiglie, volevo essere partecipe al loro percorso di lotta per l’inserimento sociale.

Nel 1984 mi sono laureata con una tesi in Neuropsichiatria infantile e sono entrata nella Scuola di Specializzazione lo stesso anno.

Quasi subito ho lavorato un po’ come Guardia Medica a Suzzara ma la medicina d’urgenza non era la mia passione ed ero proprio poco portata per quel tipo di attività.

Ho allora fatto domande per altri incarichi, sempre a Suzzara, che fossero nell’area della “medicina sociale” e ho svolto attività presso il servizio di Sanità Pubblica e poi presso il Servizio per le Tossicodipendenze, che allora si chiamava NOT. Il lavoro presso il NOT mi ha molto appassionato, ho imparato l’importanza del lavoro in equipe con figure professionali diverse, ho sperimentato come fosse

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fondamentale non occuparsi solo del paziente ma di tutto il suo contesto familiare e sociale.

Nonostante svolgessi quel lavoro con grande entusiasmo, non volevo rinunciare del tutto alla mia scelta di vita che era quella di fare la Neuropsichiatra infantile.

Per questo ho partecipato ad un concorso a Perugia dove ho lavorato come Npi per quasi sette anni prima di ottenere, nel 1997, il trasferimento presso l’allora USSL di Suzzara-Ostiglia.

Qui non c’era un vero e proprio servizio di neuropsichiatria infantile: c’erano colleghe neuropsichiatre infantili, gli psicologi dei distretti e operatori della riabilitazione che si occupavano sia di adulti che di minori.

Con la collaborazione del dr. Capovilla si è riusciti e dare vita ad un servizio di Neuropsichiatria infantile vero e proprio con personale dedicato esclusivamente all’età evolutiva: un servizio unico in tutta la provincia con diverse sedi territoriali (noi eravamo la sede del Basso Mantovano: Suzzara e Pieve di Coriano).

Ho trovato un gruppo di lavoro costituito da persone preparate, serie, sempre curiose di crescere dal punto di vista professionale ed è cosi stato facile sentirsi da subito in un’equipe affiatata e desiderosa di lavorare insieme.

Ormai sono 23 anni che lavoro come Npi a Suzzara e Pieve e questo servizio è diventato proprio una parte di me.

In questo periodo ho mantenuta attiva anche la mia collaborazione, come volontariato, con la Cooperativa CHV e con l’Associazione che nel frattempo si è rinnovata ed è diventata l’associazione IDEA. In cosa è cambiata la attività del servizio di Npi, quali sono gli aspetti più importanti del tuo lavoro?

Sono cambiate molte cose in questo arco di tempo: sono cresciute le nostre conoscenze scientifiche, la capacità di individuare precocemente difficoltà nello sviluppo dei bambini, siamo in grado di programmare interventi terapeutici sempre più specifici.

Nelle situazioni di handicap l’intervento riabilitativo però non può essere solo quello “sanitario” che si svolge in ospedale. È indispensabile un costante lavoro di rete con le Famiglie e con le altre Istituzioni come gli Enti Locali, la Scuola, i Consultori Familiari, i Tribunali per i Minori, i Pediatri e con le

Organizzazioni del Privato Sociale. Solo così i progressi nell’acquisizione di competenze non restano confinati nella realtà ambulatoriale ma possono essere generalizzati, consolidati e arricchiti, in modo ecologico, nei diversi contesti di vita del bambino.

Per questo ho sempre dedicato molte energie al “lavoro di rete”, obiettivo impegnativo e non sempre facile; devo dire però di aver incontrato tante persone disponibili a collaborare e a mettersi in gioco per condividere finalità comuni.

Quali le maggiori difficoltà?

Dal punto di vista professionale la difficoltà maggiore è la comunicazione della diagnosi di un disturbo dello sviluppo di un bambino.

Questo, che penso sia sempre uno degli impegni più delicati per un medico, è un compito particolarmente complesso quando è riferito a patologie dello sviluppo in età evolutiva.

I bambini infatti, e anche le manifestazioni delle loro patologie, si trasformano in continuazione per cui c’è sempre un margine di incertezza nel prevedere le caratteristiche che potranno avere. Nello stesso tempo è proprio dentro a questa variabilità della evoluzione che si crea lo spazio per l’intervento riabilitativo e si può riconoscere ogni bambino nella propria originale unicità, al di là della diagnosi che gli abbiamo assegnato.

Momenti di soddisfazione? È soddisfazione vedere i bambini crescere e poterti stupire per le conquiste che riescono a realizzare, sentire i genitori che credono nei propri figli e li vedono nella loro interezza e non solo attraverso le caratteristiche della loro patologia.

Soddisfazione è stato il lavoro in equipe dove non sono mancati momenti di discussione ma è prevalso sempre il desiderio di capirsi.

Soddisfazione è il riconoscimento che da anni riceviamo nel nostro territorio grazie a donazioni del Rotary, dell’Associazione Opilio Zuccati, della ditta Bosi Impianti, della Coferall, del Gruppo Podistico Avis di Suzzara, della sig.ra Alessandra Ferrari e dell’Associazione “gli Amici di Daniele” di Reggiolo. Con il supporto che hanno dato al nostro servizio abbiamo potuto acquistare materiali innovativi, organizzare corsi di aggiornamento professionale e offrire ai nostri pazienti l’opportunità di percorsi di musicoterapia o supporto nella gestione di strumenti informatici.

Grande è la riconoscenza per tutti loro.

SUZZARA: ANGELICA BELLENTANI E LA TESINA SULL’INCLUSIONE

’ Associazione MilleMenti di Suzzara, con il patrocinio del Comune di Suzzara, ha organizzato la premiazione di una tesina di uscita dalla scuola secondaria di primo grado sul tema dell’inclusione. La premiata è Angelica Bellentani, che ha frequentato la classe 3B dell’Istituto Margherita Hack di Suzzara. “Questo evento è stato possibile grazie alla collaborazione di tutta la rete territoriale, creando una sinergia tra mondo dell’associazionismo, scuola e Comune.

Ringrazio tutti i ragazzi della classe di Angelica, le loro famiglie e gli insegnanti” ha detto la Dirigente Scolastica Patrizia Mantovani. Presenti anche i compagni di classe di Angelica, che hanno voluto sostenerla. “Il Comune ha creduto in questo

evento, che può essere da stimolo per il futuro, coinvolgendo i ragazzi in un tema così importante come quello dell’inclusione” ha aggiunto Raffaella Zaldini, Assessore all’Istruzione. MilleMenti ha consegnato una targa alla premiata, che da grande vorrebbe fare l’insegnante. “Grazie alla presenza in classe di un compagno con bisogni educativi speciali, mi è sembrato naturale approfondire il tema dell’inclusione”, ha detto Angelica.

“L’inclusione si compie con la conoscenza e l’accettazione della neurodiversità” ha concluso Valentina Dicembrini, presidente di MilleMenti “e noi ci impegneremo a premiare annualmente le ragazze e i ragazzi che vorranno approfondire questa tematica”.

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Nella foto la Presidente di MilleMenti premia Angelica Bellentani

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GAZOLDO DEGLI IPPOLITI GENETICA E PANDEMIA: RIPERCUSSIONI E PROSPETTIVE

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n Rocca Palatina di Gazoldo degli Ippoliti, sede dell’Associazione Postumia, erano esauriti tutti i posti a sedere concessi dal distanziamento sociale Covid, e tante sono state le persone che non hanno potuto trovare posto.

Ospite d’eccezione dell’impareggiabile padrone di casa Nanni Rossi, è stato il Professor Fabio Malavasi, Ordinario di Genetica Medica dell’Università di Torino. Tema della conferenza: “Genetica e Pandemia: ripercussioni e prospettive”.

Con lui hanno dialogato il dottor Giorgio Bondavalli e il dottor Marco Collini.

Il Professor Malavasi ha ricordato come , dal 1953, anno della sua scoperta, siano stati compiuti enormi passi nella conoscenza del genoma umano. Soffermandosi, poi, sul fatto di come, in natura, le mutazioni avvengano spontaneamente. E’ l’ambiente che poi provvede a selezionare quelle che meglio si adattano all’habitat.

Principi, questi, che, poi, il professor Malavasi ha trasferito all’attuale situazione pandemica virale, rapportata alle precedenti Ebola e Sars. Il dottor Giorgio Bondavalli ha ricordato le devastanti ricadute della pandemia sull’economia mondiale

ed italiana in particolare e, anche, le spesso drammatiche conseguenze sugli equilibri psichici di tante persone oltre che su chi, pur non colpito dal virus, ha però visto tragicamente aumentate le sue fragilità e paure, e stravolta la sua consolidata quotidianità.

Il dottor Marco Collini, infine, ha ricordato le tante analogie con altre pandemie del passato.

La peste nera del 1347 – evento che ispirò il Decameron di Boccaccio – che arrivava, pure essa, dal Nord della Cina. La Peste di Mantova del 1630, e la Spagnola, che tra il 1917 ed il 1920, ha causato 60-80 milioni di vittime in Europa ed un contagio di 500 milioni di persone nel mondo; ebbe varie ricadute e ci vollero tre anni prima che si esaurisse.

Di recente, negli anni ’70 sono comparse quelle dell’’HIV e, a seguire, Ebola e SARS. Pare davvero che ogni generazione

abbia ormai la sua malattia. Di fronte ad insipienti movimenti no vax ed a scomposti negazionismi, va ribadito con forza il valore dei vaccini. Vaccini che dopo avere contribuito con metodico, oscuro lavoro di due secoli ad eradicare il vaiolo, a contenere polio e difterite nel mondo, parevano avere perso lo smalto di un tempo. Oggi tornano di estrema attualità, come unica possibile arma contro il Covid 19.

Il dibattito che è seguito agli interventi dei tre relatori è stato assai vivace, ed intensi e prolungati sono stati gli applausi finali.

SUZZARA: APERTO UN AMBULATORIO DI AGOPUNTURA ALLA FONDAZIONE “BONI”

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i tratta del Dott. Stefano Ardenghi di Suzzara, nato a Milano, ha studiato a Parma e si è laureato a Sassari col massimo dei voti.

Dopo la laurea si è specializzato in Virologia e Microbiologia nel 1999 e anche in Agopuntura a Roma. A Suzzara dall’aprile 2020 è medico responsabile del Boni 1 e presta servizio nel nuovissimo ambulatorio di agopuntura aperto anche a pazienti esterni.

Dottore come si trova a Suzzara?

Benissimo, grazie. Mi piace la città e mi trovo bene con i suoi abitanti, persone di grande apertura mentale e pronte alla collaborazione. Sono arrivato in un momento difficile, data l’epidemia di Coronavirus e nonostante tutto i suzzaresi hanno mostrato la loro voglia di fare e di lottare uniti.

Esperienze lavorative alle spalle?

Mi sono occupato per anni di medicina d’urgenza territoriale, di medicina generale e al contempo ho praticato l’agopuntura in ambulatori privati. Ho anche esercitato nel reparto di malattie infettive di

Sassari e lavorato come medico in vari Ospedali pubblici e privati.

Quali sono le patologie che cura usando l’agopuntura? È molto efficace per alleviare i dolori dei muscoli e delle articolazioni come lombalgia, cervicalgia e sciatica. E anche è utile per ansia e depressione lieve. Rafforza il sistema immunitario, molto indicata quindi in momenti come questi per resistere meglio ai virus. È efficace per i disturbi del ciclo mestruale e della sfera sessuale maschile e femminile.

L’agopuntura non è mai sostitutiva della medicina ufficiale – che, come suggerito dall’OMS, la accetta pienamente – bensì si tratta di un sistema di cura integrativo.

Per gli esterni come avviene l’accesso?

Attraverso la prenotazione telefonando al numero della Fondazione Boni (0376-531244) I suoi hobby?

Mi piace visitare con la mia mountain bike i

sentieri naturalistici della zona, soprattutto mi piace esplorare gli angoli verdi lungo le rive del Po. Leggo libri e ascolto musica classica.

Marco Barbieri

SUZZARA, DAVANTI ALL’OSPEDALE NUOVO

IL MONUMENTO DEL MALATO RIPULITO E LA PERGAMENA NASCOSTA

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l monumento con la scritta “Solidali nel bisogno” situato davanti all’Ospedale nuovo, è stato messo a nuovo grazie alla segnalazione di Mentore Carra Coordinatore di Cittadinanzattiva A.T. di Mantova e Provincia a cui ha fatto seguito l’impegno della direzione dell’Ospedale Nuovo attivando la manutenzione degli addetti alla pulizia dei giardini.

Inaugurato l’11 febbraio del 1998, scolpito dal suzzarese Luciano Allodi, raffigura una persona in piedi che assiste una persona coricata, che un lungo braccio da dietro, cerca di abbracciare, trasmettendole solidarietà. Quel lungo braccio è la solidarietà, è l’aiuto reciproco. La scultura è stata commissionata dal Tribunale per i Diritti del Malato con allora presidente Arnaldo Venturini di Gonzaga. Dopo 22 anni ha subito le conseguenze delle varie stagioni e si è abbruttito. Ora è tornato come nuovo. Ma pochi sanno che vicino al

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monumento è stata messa a dimora una pianta e, sotto il monumento è stata sotterrata una bottiglia contenente una pergamena firmata dai volontari dell’associazione dei Diritti del Malato a ricordo per i posteri. Perché questa idea? Semplice, vedere crescere la solidarietà tra gli uomini proprio come questa pianta ci insegna crescendo. Cioè che non deve mai fermarsi. Ecco i nomi dei volontari: Andrea Moretti, Claudio Bartoli, Attilio Pignata, Emanuele Brevi, Luigi Pacchioni, Mariacristina Lanzoni, Remo Numerati, Arnaldo Venturini, Carlo Predieri, Daniela Mantovanelli, Ettorino Bellini, Jessica Barbieri e Mentore Carra. Sono passati 22 anni, cosa dire? la pianta è cresciuta e se pensiamo a questi mesi del coronavirus la solidarietà è aumentata e cresciuta.

Marco Barbieri

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

I DIRITTI DEL FAMIGLIARE VERSO IL PAZIENTE NELL’ERA DEL CORONAVIRUS

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l paziente è totalmente isolato rispetto all’esterno, privato, ancora oggi, dalla presenza dei famigliari.

Uno scenario disumano. Se vogliamo innestare un po’ di letteratura sull’argomento, ricordiamo quanto è indispensabile l’assistenza-presenza di un famigliare accanto al letto dell’ospedale di un paziente, di quanto questo aiuti nel mettere in circolo l’aria di casa, lo aiuti a risollevarsi prima dall’accidente in cui è incorso. Le disposizioni malgrado siano trascorsi mesi dall’inizio della pandemia, sono rimaste quelle ferree di sempre, i famigliari non possono vedere il paziente, né prima, né dopo, né mai durante la degenza. Prima e dopo un’operazione il paziente è solo con se

MOGLIA: DONATI 500 EURO ALL’ASSOCIAZIONE MANTOVANA PER LA RICERCA SUL CANCRO

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n grazie ad Alessandro Ferrentino e Aniello Caruso, alla Pro-Loco Coppini che hanno organizzato e donato Il ricavato al presidente Aldo Arioli della RSA Sissa e ad Albertina Capisani dell’AMRC.

stesso. Il famigliare può recarsi fuori dal reparto, suonare e adoperarsi al cambio panni sporchi-puliti.

Senza contare le difficoltà organizzative di questa situazione che porta a un sovraccarico di mansioni del personale medico che non sono proprie e quindi ci possono essere dimenticanze non volute, come la mancata comunicazione del cambio reparto del paziente, il rallentamento generale della macchina di reparto, l’inadeguatezza nel rilevare le esigenze pratiche – biancheria, toilette, ecc – del paziente.

Ma soprattutto il paziente è solo. C’è chi risponde bene a questa insufficienza emotiva. C’è invece chi fatica rispetto a una solitudine che può durare settimane. La domanda è se prese le precauzioni

BARBASSOLO DI RONCOFERRARO

CONVEGNO ANNUALE DEI MEDICI E FARMACISTI SOSPESO PER COVID-19

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l suo posto una conferenza videoregistrata sul canale YouTube della Diocesi di Mantova grazie al contributo del Medico-oncologo Dott.

Giovanni Paganini, Armando Savignano docente università di Trieste, Gabrio Zacchè primario emerito di Ostetricia e Ginecologia. Il tema trattato di forte attualità: “La comunicazione sanitaria al tempo del Covid-19, scegliere chi curare, quali criteri, le scelte etiche, il triage”.

Cliccare YouTube Diocesi Mantova.

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d’ordine, mascherina, sterilizzazione ecc., non sia possibile che un famigliare, uno, sempre quello, non possa accedere nel reparto, accanto al letto del paziente. Rispetto alla discussione di questi giorni - chiusure, aperture, dubbi amletici - è come sia possibile che il format di convivenza con il virus non sia ancora decollato e si preferisca convivere nell’emergenza. La mia persistente perplessità è a chi rivolgere queste domande. Alla politica, appiattita senza nerbo sul comitato scientifico?

Agli infettivologi, ai virologi o a chi deve ancora rispondere se un contagiato è malato oppure no?

Estratto dell’editoriale comparso su L’Huffington Post il 19 agosto 2020

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IL RUOLO DELLE FARMACIE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

arliamo subito dei cambiamenti avvenuti.

Il primo cambiamento avvenuto è stata una ordinanza per lo stop alle ricette di carta per medicine con codice (numero di ricetta elettronica) direttamente in farmacia. Per evitare la diffusione del virus, ricette via email o con messaggio sul telefono. L’ingresso nelle farmacie consentito a solo uno o più persone per non diffondere il contagio. Abbiamo visto file di persone davanti alle farmacie costrette a loro volta ad installare dei gazebi per ripararsi dal sole o dalla pioggia. Poi molte farmacie hanno

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persone non potendo andare in ambulatorio del curante per piccoli problemi di salute, si sono presentati a chiedere consigli e suggerimenti al proprio farmacista. Possiamo dire che avete dovuto fare anche da medico curante, nel limite del consentito per rispondere a più domande di salute rispetto a prima?

IL PENSIERO DELLE FARMACISTE UN CLIMA DI TENSIONE, PREOCCUPAZIONE E TRISTEZZA

’ambiente della farmacia durante il periodo della Pandemia da Covid-19 è stato pervaso da un clima di tensione, preoccupazione e anche tristezza.

Il nostro lavoro, pur essendo stato in quei mesi molto impegnativo, è stato vissuto da noi farmacisti ancora di più come vocazione: abbiamo cercato di trasmettere alla clientela, quanto possibile un po’ di serenità con una

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introdotto la consegna di farmaci a domicilio, in forma gratuita (ma questo avveniva anche prima della pandemia). Altre ancora hanno modificato gli orari di apertura arrivando ad una farmacia che tiene aperto tutte le domeniche. Questi i cambiamenti che sono avvenuti. A questo punto una breve inchiesta ci vuole facendo il giro scegliendo alcune farmacie del nostro territorio.

Dottoresse, come avete vissuto il periodo della improvvisa pandemia?

Avete dovuto affrontare una situazione anomala e di grande responsabilità e mi spiego: le

parola di conforto nei confronti delle persone più deboli e sole e di essere di aiuto alle persone in difficoltà o ammalate attivando il servizio di consegna dei farmaci a domicilio.

La burocrazia, già impegnativa, è ulteriormente complicata quindi abbiamo attivato nuovi servizi affinchè i clienti potessero avere più agevolmente e nel minor tempo possibile tutti i farmaci necessari. In conclusione: ci auguriamo

di essere stati in questo difficile periodo un punto di riferimento per la nostra clientela sia per l’efficienza del servizio farmaceutico, sia per il rapporto umano che riteniamo essere un elemento fondamentale del nostro lavoro.

Dott.ssa Stefania Siliprandi dello Staff Farmacia 2 M

PAURA, PREOCCUPATI MA TANTO SOSTEGNO AI CLIENTI

ll’inizio, sinceramente, non ero molto preoccupata credevo che fosse una semplice infezione che poi avremo superato senza difficolta’.

Andando avanti ,invece, ho cominciato ad avere paura e soprattutto nel momento piu’ critico arrivavo la sera a casa e scoppiavo a piangere dalla tensione accumulata (d.ssa Calvani)”.

Noi della farmacia comunale abbiamo subito cercato di tutelarci con mascherine, guanti,(acquistati in tempi non sospetti) e plexiglass in modo da poter tenere aperta la farmacia e servire i clienti

preoccupati e spaesati da tutte le informazioni alcune volte contraddittorie che arrivavano dai media.

Ci siamo subito attivati per formarci in modo da cercare di dare notizie certe e sostenere i clienti impauriti Sicuramente le istituzioni non hanno aiutato le farmacie non fornendo nessuno dei dispositivi di sicurezza ma la farmacia da sempre e’ al servizio del cliente per cui le farmacie si sono tutte attivate autonomamente per non lasciare sole le persone in

questo momento molto difficile per tutti.

Abbiamo sempre cercato di trasmettere serenita’ e tranquillita’ anche se eravamo preoccupati per la nostra salute e la salute degli altri.

Sicuramente le abitudini di tutti sono cambiate e noi ne dobbiamo essere consapevoli mentre quello che non e’ cambiato ma anzi si e’ rafforzato e’ il ruolo che il farmacista svolge all’interno della comunita’ Lo Staff della farmacia comunale San Biagio

PEGOGNAGA: SOLENNE CERIMONIA RELIGIOSA

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DEBORA BUSSOLOTTI: UNA VERA BENEDIZIONE PER LA SALUTE MENTALE DI TUTTI NOI

a Dottoressa Debora Bussolotti, psichiatra che fa parte dell’Istituto Secolare Operai Parrocchiali ha raggiunto i 25 anni di Consacrazione al Signore.

Durante la Messa solenne, frate Missionario Daniele Sartori ha toccato e spiegato con grande sensibilità il tesoro della vocazione e rivolgendosi a Debora, i ringraziamenti più cari e sentiti per la preziosa testimonianza. Numerosi i sacerdoti presenti oltre ai famigliari, amici e conoscenti e i medici psichiatrici (Dott. Andrea Pinotti e Dott.

Pierantonio Magnani). Toccante l’intervento di Gina Pierro a nome dell’Istituto secolare e di Marina

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Panizza che hanno tracciato il profilo cristiano e quello dell’impegno sociale di Debora a Pegognaga, ringraziando tutti uno per uno.

La Dott.ssa Bussolotti è psichiatra e psicoterapeuta.

Lavora presso l’ASST di Mantova, dove è responsabile del reparto SPDC del presidio di Mantova, del Centro Psico-Sociale e del Centro Diurno della Città. È, inoltre, responsabile del Percorso Provinciale per il Trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione (Anoressia, Bulimia, Binge Eating Disorder). Abbiamo chiesto al direttore Dott. Andrea Pinotti Direttore dell’Unità Operativa

Psichiatrica (U.O.P.) Mantova 2 Ospedale Pieve di Coriano una riflessione e gentilmente ci ha detto: “Debora è una grandissima professionista e dirigente, sempre attenta, disponibile, preparata, costantemente aggiornata e molto lucida e precisa sia nella diagnostica che nella terapia, qualità che si associano ad una abnegazione totale al servizio ed all’utenza. Le sue grandi doti professionali sono inscindibili da una umanità ed uno spirito di accoglienza, propri della grande Fede, che permeano ogni suo comportamento. Debora è una vera benedizione per la Salute Mentale di tutti noi.”

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C.R.A. BURIS LODIGIANI LUZZARA: TESTIMONIANZE POST COVID-19

uando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché” Arrivò il giorno che tutti non avremmo mai voluto vivere. Quel male che sembrava lontano da noi ci prese e senza rendercene conto, la nostra vita cambiò. Le ragazze che curavano le nostre ferite interne e asciugavano le nostre lacrimei anche solo con un’abbraccio, senza emettere una parola, ad un tratto cambiarono.

I loro occhi erano nascosti sotto ad occhiali strani, erano occhi spenti. Non vedevamo più i sorrisi che illuminavano le nostre giornate, erano nascosti dalle mascherine. Indossavano dei camici che coprivano tutto il corpo...tutto era freddo e a volte si riconoscevano solo dalla voce. Avevamo paura, chiusi nelle nostre camere, senza uscire e poter vedere e toccare i nostri cari e le nostre amate ragazze. Le giornate erano lunghe e la solitudine pesava come un macigno. Le ragazze erano sempre presenti ma il lavoro era tanto, e il tempo si sa, è tiranno. I giorni passavano, si faticava a capire che giorno della settimana fosse.

C’era la Dottoressa che ci faceva parlare con

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dicevano “abbiamo sconfitto il nostro ma ora dobbiamo essere brave a non farlo ritornare”.

Qualche giorno dopo, inaspettatamente, ci accompagnarono in salone, quei passi e il tragitto in carrozzina per altri, erano così strani.

Era come se stessimo facendo qualcosa di proibito. Alcuni di noi erano contenti ma alcuni si erano abituati a stare nella camera, tanto da non voler uscire. Alcuni visi in salone non c’erano più. La tristezza era negli occhi delle ragazze quando noi cercavamo i nostri amici e chiedevamo se erano morti, cresceva l’angoscia, e loro ci dicevano che bisognava essere contenti di esserci e che chi muore resta vivo nei nostri cuori. Il peggio è passato ma la strada è ancora in salita. Anche le visite dei nostri cari sono ricominciate ma niente abbracci e baci, però è bello vederli e sentirli vicini.

Un grazie alle nostre ragazze che sono dei veri e propri angeli a nome degli ospiti di ieri e di oggi della C.R.A Buris Lodigiani di Luzzara.

Alessia Volpi

PANDEMIA: UNA STORIA VERA DI ISOLAMENTO DAI PROPRI CARI

na telefonata speciale mi arriva nel tardo pomeriggio di sabato 18 aprile. “Gabriele sono Giovanni da San Benedetto Po, sei il secondo a cui telefono, per dire che mi hanno dimesso e che sono a casa”.

Pagina 65 del libro Lockdown Story di Gianni Ricci, racconto del Dott. Gabriele Luppi: “Il pomeriggio di sabato 14 marzo, nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid, Giovanni mi chiama per dirmi che da 4-5 giorni ha febbre e tosse nonostante gli antibiotici che il medico di base gli aveva prescritto. Sentendo il suo stato di sofferenza e “affanno” non ho esitato a suggerire a Giovanni di andare al pronto soccorso, al massimo l’indomani, per eseguire accertamenti

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i nostri familiari attraverso uno strano oggetto, sembrava una piccola tv, lo chiamavano tablet.

Non era lo stesso che vederli da vicino e poterli toccare ma era bello poter vedere i loro occhi.

Poi arrivarono i giorni in cui ci trasferirono di stanza, la zona rossa...la zona verde... cosa cambierà mai? Il mese di marzo passò come un vortice tempestoso e distruttivo, poi aprile con la sua Pasqua mai così triste. L’immagine del Papa in televisione, durante la celebrazione dell’Angelus, in una piazza San Pietro vuota, lasciava senza fiato, e la tristezza si faceva strada dentro di noi. Le ragazze ci dicevano “andrà tutto bene “ ma i loro occhi erano spenti e tristi, allora ci chiedevamo...sarà vero?

Maggio scivolò via, era stato un mese caldo e le ragazze dicevano...”dai, siamo sulla buona strada”. Chissà, forse tutto stava passando davvero? Arrivò giugno che però sembrava ottobre, con i temporali, gli acquazzoni e l’aria fredda. Forse, era un un’aiuto per le ragazze con tutta quella plastica addosso? Il caldo arrivò verso la fine del mese. Ricordo però una mattina particolare... c’era allegria come non succedeva da mesi. Le ragazze erano felici,

ed escludere il “virus”. In effetti il 15 mattina la situazione di Giovanni peggiora con febbre e affanno tanto da richiedere un intervento urgente dell’ambulanza a domicilio. Giovanni viene portato al pronto soccorso di Mantova dove viene subito isolato dai familiari e sottoposto ai vari accertamenti che confermano un grave quadro di polmonite da Covid-19. Giovanni fin da subito ha coscienza della gravità del quadro clinico e del pericolo di vita. La figlia mi teneva aggiornato con messaggi e telefonate. Lo sconforto dei familiari precipita quando i medici avvisano che, non potendo mettere Giovanni in terapia intensiva, lo trasferiranno in hospice-Covid, una struttura residenziale dedicata

alle cure palliative di pazienti con prognosi infausta. Tuttavia, se pur lentamente, le cure cominciano a funzionare e la situazione clinica di Giovanni progressivamente migliora al punto che a inizio aprile viene proposto il trasferimento in un reparto dedicato alla riabilitazione respiratoria. Il miglioramento è costante fino alla dimissione del 18 aprile non essendo più necessaria l’ossigenoterapia.

La storia di Giovanni è quella di tantissime persone in questo periodo, molte purtroppo con esito infausto, storie che hanno in comune la percezione del rischio di morte in una situazione di isolamento dai propri cari.”

DOMINGO PACCHIONI E’ IL NUOVO PRESIDENTE DEL ROTARY

er l’annata 2020-21 del Rotary GonzagaSuzzara composta da circa 40 soci, il nuovo presidente è il Dott. Pacchioni 49 anni, laureato in Economia e Commercio a Modena, ex direttore della Millenaria ed ex presidente di Suzzara Servizi che gestisce la farmacia comunale San Biagio, attuale consulente aziendale e gestionale in alcune delle realtà produttive più

importanti della provincia mantovana tra cui il Consorzio Latterie Virgilio, quest’anno avrà il compito di guidare un Club composto da circa 40 soci. Un grazie alla commercialista Elisa Ferrari che ha condotto il precedente mandato con zelo e professionalità

VIAGGI ORGANIZZATI •

31 OTTOBRE: Mostra di Monet e gli Impressionisti a Bologna

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28/30 NOVEMBRE: Ritorno a Napoli – viaggio in treno, visite guidate della città, piatti tipici della gastronomia napoletana

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07/08 NOVEMBRE: visita a Siena e viaggio in Treno a Vapore – Mostra mercato del Tartufo Bianco sulle colline senesi

05/08 DICEMBRE: La Transiberiana d’Italia e Matera – la tradizione del Natale abruzzese e la rappresentazione della Natività nelle grotte di Matera

7 DICEMBRE: Abbazia di Novacella e Bressanone – atmosfere natalizie TANTE ALTRE PROPOSTE IN PREPARAZIONE.

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PARLIAMO DI LOMBALGIA CON LA DOTT.SSA DEMARK MIRJANA

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ott.ssa come possiamo definirla una lombalgia?

Si tratta di un dolore di origine muscolo-scheletrica che coinvolge la regione lombare della colonna vertebrale. Quando il dolore si irradia a livello dell’arto inferiore il quadro clinico prende la connotazione di lombosciatalgia (regione posteriore della coscia) o lombocruralgia (parte interna della coscia).

Quali sono le cause?

Traumi, malformazioni congenite, artrosi vertebrale, ernia discale, scoliosi, vizi posturali, sovraccarico funzionale.

Che cure ci sono?

Esistono cure di tipo farmacologico, chirurgico, busti/corsetti e fisioterapico. Mi soffermerò sul trattamento riabilitativo e fisioterapico. Si articola fondamentalmente su 2 fasi: la prima, volta al trattamento della sintomatologia dolorosa e funzionale (contrattura della muscolatura paravertebrale), la seconda, mira al mantenimento dei risultati ottenuti e alla prevenzione di possibili ricadute.

In cosa consiste il trattamento riabilitativofisioterapico? Tecar massoterapia, crioterapia.

In un secondo momento: ginnastica vertebrale per la correzione dei vìzi posturali (pilates posturale, metodo Mezieres e cranio sacrale).

DOTT.SSA DEMARK MIRJANA Fisioterapista

RIABILITAZIONE POST INTERVENTI CHIRURGICI

GINNASTICA POSTURALE

MASSOTERAPIA

TRATTAMENTO DELLA SCOLIOSI

TECARTERAPIA

RIABILITAZIONE POST TRAUMI

TRATTAMENTO PATOLOGIE DELLA COLONNA VERTEBRALE

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RIABILITAZIONE NEUROLOGICA

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PER INFO E APPUNTAMENTI TEL. 327-6673067 - VIA STELVIO ZONTA 3/D SUZZARA

I PRECEDENTI ARTICOLI DELLA DOTTORESSA

Ecco gli argomenti apparsi nelle precedenti uscite del nostro periodico. Chi fosse interessato può contattare il cell. 346-0905483 per avere una copia gratuitamente N 55 di Giugno 2020 a pag. 12: Terapia cranio sacrale

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lavoro per impedire ad altri di entrare) dove avete la vostra brandina e tavolo dove dormire e mangiare, i piatti che userete e toccherete solo voi, la vostra asciugamano e se siete fortunati ad avere due bagni, imparerete a chiudere a chiave il bagno che dal quel momento sarà solo esclusivamente il VOSTRO bagno. Immaginate di perdere persone a voi care oppure semplici conoscenti…immaginate che durante un vostro turno muoia una vostra cara amica d’infanzia e siate voi ad avvisare il marito per telefono…e di ritrovarvi lungo i gradini delle scale di servizio a piangere senza

che nessuno vi veda. …noi che abbiamo solo una certezza da tutto ciò: che non saremo più gli stessi, perché i nostri occhi e il nostro spirito pur sorridendo, piangeranno silenziosamente al ricordo di questi momenti e di ogni singolo istante vissuto tra le mura del nostro reparto sentendoci inermi davanti ad un qualcosa più grande di noi.

Anche noi infermieri/e siamo figli, mogli, mariti, padri e madri.. a voi il Covid 19 ha limitato la libertà.. a noi ha impedito di stare con la nostra famiglia come avremmo voluto, ci ha negato istanti che non torneranno mai più.

COME E’ CAMBIATA LA VITA CON IL CORONAVIRUS?

marzo 2020: una data che nessuno di noi potrà più scordare. È cambiata la vita? E come? È cambiata per tutti allo stesso modo? Quali sono stati i risvolti psicologici, i cambiamenti interiori, gli effetti che ha avuto sulle nostre relazioni umane, affettive, sentimentali?

Riusciremo a far evolvere tutta questa fatica e

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N 52 dicembre 2019 pag. 15: Cryo-shock terapia N 51 Ottobre 2019 pag. 5: Tecarterapia

REPARTO COVID-19 TESTIMONIANZA DI UNA INFERMIERA DI GONZAGA

i sono ritrovata a fare dei turni con orari impossibili in mezzo a dolore e morte, turni che arrivano anche alle 60/70 ore filate in piena emergenza…immaginate di trovarvi ad assistere mentre intubano vostra madre pensando a come rassicurare vostro padre che si trova nel reparto a fianco…immaginate di tornare a casa ed insegnare ai vostri figli a starvi lontani finchè non vi siete spogliati, lavati e disinfettati (e passa almeno un’ora prima di permetterglielo) …finchè un giorno a casa vostra scegliere una stanza da usare solo voi (e che chiuderete a chiave quando sarete a

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e cefalea muscolo- tensiva.

N 54 di Aprile 2020 pag. 11: Ginnastica posturale N 53 Febbraio 2020 pag. 11: Incontinenza urinaria e riabilitazione pavimento pelvico

questo dolore in qualcosa di positivo? Riusciremo ad imparare dalla storia? Ecco le risposte in un libro di Gianni Ricci, Ediz. Artestampa Modena.Il libro, al costo di 17 euro, si intitola “Lockdown Story”: storie modenesi raccontate durante la quarantena da Codiv-19. Un libro per non dimenticare quello che è accaduto pochi mesi fa. In questo diario di vita

personale e sociale, Gianni Ricci vuole rispondere almeno in parte a queste domande, rispecchiando pensieri, sensazioni ed emozioni di una piccola ma variegata campionatura di popolazione modenese e non, che ha vissuto questo difficile e straordinario periodo. I diritti d’autore saranno devoluti al progetto Modena Hospice.

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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QUESTO SMART WORKING E’ DAVVERO SMART? STRATEGIE PER LA SOPRAVVIVENZA

ra le tante novità conosciute durante la pandemia, dobbiamo sicuramente inserire ai primi posti lo “smart working”. Lo scrivo proprio così perchè la maggior parte di noi si è avvicinato al termine inglese e al suo significato in un batter d’occhio! E tanto velocemente è stato tradotto in “lavoro da casa”. Ma è proprio così? E soprattutto, dopo diversi mesi che cosa ci ha insegnato e in cosa, invece, ci ha appesantito?

Partiamo dagli aspetti positivi...di certo abbiamo imparato che il modo nel quale eravamo solito lavorare non era né l’unico possibile né forse quello più efficace. In secondo luogo, abbiamo imparato ad utilizzare nuove tecnologie oppure utilizzare al meglio quelle che già conoscevamo; questo ci ha consentito anche di ampliare le nostre prospettive rispetto all’utilizzo di tali tecnologie da parte dei nostri giovani. Speriamo, infatti, di aver trovare almeno una risposta alla domanda ancestrale “E’ un bene che i ragazzi utilizzino così tanto i social?” Posta la questione (e la domanda) in termini volutamente riduttivi, di certo abbiamo scoperto che in determinate circostanze esse possono risultare molto utili. Uno tra i bisogni umani più profondi è quello della socialità e della relazione e in un periodo (quello appena trascorso) dove il contatto e un rapporto troppo ravvicinato con le altre persone poteva essere potenzialmente dannoso, di fatto le tecnologie ci hanno aiutato a sentirci più vicini e a soddisfare questo nostro innato bisogno.

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Tornando però al concetto di “smart” dobbiamo notare anche i lati negativi...lavorare da casa non è certamente rapido e veloce. Ci possono essere un sacco di interruzioni, i tempi sono più dilatati, si fatica a creare una vera divisione lavoro/famiglia con il rischio di lavorare di più ed essere alla fine più stanchi. Infatti, un rischio molto alto è quello di incappare in una fase di esaurimento psico-fisico, in inglese “burn out”.

Il concetto di burn out nasce nel campo sportivo ad indicare quegli atleti arrivati ad un punto di non ritorno sotto il profilo delle prestazioni, ad un limite massimo, letteralmente bruciati. Poi il concetto si è espanso ed oggi a maggior rischio burn out sono le tutte le professioni di cura, in particolare quelle sanitarie; a causa della pandemia ora molti altri professionisti e lavoratori incorrono in questo problema.

Come fare per sopravvivere? Prima di tutto è importante riconoscere i segni dello stress e

comprenderli (ascoltare il respiro, il battito, il corpo), in modo da riprendere il controllo su noi stessi e quindi della situazione.

Successivamente leggere i pensieri legati a sopraffazione, stanchezza, frustrazione, come normali e legittimi; ci stiamo abituando a un nuovo modo di vivere e questo è tremendamente faticoso. Come ultima cosa, ma non la meno importante, creare spazi appositi all’interno della casa dedicati al lavoro, in modo da non confonderli con altre attività, avendo la possibilità di chiudere la porta quando si è finito di lavorare, perchè è fondamentale darsi sempre un orario di chiusura!

Dott.ssa Ilaria Panarelli Psicologa Psicoterapeuta

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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COSA SIGNIFICA ESSERE ALCOLISTA

ensavo che essere alcolista, significasse soltanto avere problemi con l’alcol. In seguito ho capito che io avevo dei problemi anche in altri campi della mia vita.

Più tardi ancora, ho scoperto che la mia “malattia” non proveniva “dal di fuori”, non era causata dalle circostanze della vita, ma che essa veniva “dal di dentro”, e che la mia malattia ero ”io”. Durante le riunioni, ho sentito degli amici dire: “Per me è stato molto difficile accettarmi alcolista”. Pure per me. Ho capito, però, che questa malattia non era il frutto di errori altrui, ho dovuto ammettere di essere differente, accettare le mie paure

SUZZARA: CROCE ROSSA ULTIMO TURNO IN 118 MA VOLONTARIO IN AREA 3 (PROTEZIONE CIVILE)

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ono stati in tanti a ringraziare il volontario autista soccorritore della Croce Rossa di Suzzara referente nazionale della Croce Rossa Graziano De Leonardis, che per limiti di età non può guidare l’ambulanza. Ringraziamenti per aver dato tanti insegnamenti a tutti, sempre discreto e professionale con una disponibilità straordinaria. Ma tutti i ringraziamenti sarebbero molti di più se pensiamo alle persone povere e con difficoltà sociali (non hanno il cellulare o facebook per ringraziare) dove Graziano ha aiutato, nel silenzio, in momenti difficili (vedi terremoto, migranti, rifornimenti di viveri, indumenti, medicinali ecc) Insomma anche lui fa parte degli eroi sconosciuti da ringraziare per l’impegno socio-sanitario nella Protezione Civile come istruttore nazionale, delegato provinciale area emergenza CRI dove organizza dei corsi per diventare volontari e diventare operativi nel P.M.A. (Punto Medico Avanzato) e assistenza alle persone nei campi allestiti in occasione di emergenze o disastri naturali (alluvioni, terremoti, ecc).

ALTRE NOTIZIE CHE NON SONO APPARSE SUI NOSTRI GIORNALI LOCALI E PROVINCIALI Ha gestito il personale volontario che la Croce rossa nazionale ha inviato per l’emergenza Covid-19 nell’aprile-Maggio nel mantovano e oltre. Si tratta di medici, infermieri/e e Oss che hanno prestato servizio nelle R.S.A. di Canneto S/Oglio, RSa Schivenoglia e altre in provincia di Cremona. Volontari arrivati da Napoli, Roma, Milano, Avellino, Matera e dalla Toscana. Il compito di Graziano era quello di gestire i problemi che si presentavano come l’alloggio, la protezione Covid ma anche le paure o le crisi piscologiche che nelle RSA, durante i giorni drammatici, succedevano. Gli abbiamo chiesto come ti sei sentito e ci ha detto: “Per me è stata una bella esperienza”.

Congratulazioni Graziano da tutta la nostra redazione.

irragionevoli, e impedire che il risentimento, l’odio e le questioni senza importanza invadessero il mio spirito. Ho dovuto accettare le mie ossessioni e i miei difetti. La verità, nuda e cruda, non è sempre il piatto preferito.

Anche se in certi momenti non riesco ad accettare tutto, devo imparare a cambiare i miei atteggiamenti.

Devo cambiare quelle cose che posso, devo lottare, visto che sono pigro, per natura. Ho scoperto, invece, che quando chiedo a Dio d’aiutarmi, ricevo coraggio per mettermi al lavoro, ed arrivo a cambiare le cose, qualunque esse

siano, e, questo mi incoraggia a perseverare e a continuare su questa via. “Cosa significa essere alcolista”? Per me significa: accettazione, onestà, fede e cambiamento.

Tel. A.A per Re Guastalla 334-7469749 Tel A.A. per Mn 334-73413270 L’amico Paolo ci ha lasciati A lui la nostra riconoscenza per aver fondato il gruppo “Speranza” e aver iniziato la collaborazione con questo periodico.

Gruppo “Speranza” Guastalla

MANTOVA: E’ NATO IL 118 PER GLI ANIMALI DOMESTICI

L

a pandemia ha creato delle difficili condizioni di vita agli animali domestici per causa di persone ricoverate in Ospedale.

A Mantova mancava una associazione che prestasse assistenza, senza scopo di lucro, per offrire un primo soccorso salvavita e il trasporto verso la struttura veterinaria di fiducia del proprietario o se non disponibile verso la clinica veterinaria più vicina con una tariffa ad intervento. Ora l’Associazione c’è. Per chi fosse interessato, l’associazione, nata grazie a Stefano Nuvolari, è raggiungibile via email a ambulanzeveterenarieazzurre@gmail.com O alla omonima pagina facebook. Per la

realizzazione si è incaricato Soccorso Azzurro (Mantova Salus).La sede è presso il Green Park e si chiama Associazione Ambulanze Veterinarie Azzurre che offrirà servizi di assistenza 24 h. I soci fondatori sono: Guerrino Nicchio (presidente), Daniela Lanza, Stefano Nuvolari, Katia Dusi, Elena Pizzoli, Maurizio Zordan e Sante Benetti. A breve verrà organizzato il primo corso di formazione per i soccorritori volontari.

SAN BENEDETTO PO-QUISTELLO IL RISTORANTE IL “CORNIONE” OFFRE UNA CENA A TUTTI I VOLONTARI DELLA CROCE BIANCA

O

rganizzata dai titolari Giuseppe Falavigna e Mara Corsini assieme alla redazione di Cronache Sanitarie (presenti Carla Ferrari, Gianni Bellesia, Roberto Lasagna) la serata è stata aperta dal vice direttore del periodico Paolo Lavagnini che ha ringraziato per il riconoscimento i volontari impegnati (una cinquantina) per la Pandemia. Poi il saluto di Giuseppe e i ringraziamenti dal presidente della Croce Bianca Alfio Maestrelli, del sindaco di Quistello Luca Malavasi, di San Benedetto Po Roberto Lasagna ai titolari del ristorante e ai volontari. Gradita la presenza dei responsabili di Porto Emergenza, Soccorso Azzurro, Protezione civile e applausi per il filmato curato dal fotografo Gianni Bellesia. Una bella

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

serata dove i titolari hanno condiviso ringraziamenti e solidarietà con tutti coloro che si sono impegnati in prima line nell’emergenza Covid-19.

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Studio Microscopia Dentale

Studio Protesico

D

opo “tanta” attesa lo studio del Dott.

Fabrizio Ballerini in Suzzara è lieto di comunicare ai propri pazienti l’installazione in struttura della nuova tac dentale come BEAM (CBCT) modello CS8200 3D, ultimo ritrovato della tecnologia, lanciato sul mercato a settembre 2020 e già a disposizione dei nostri pazienti. Eh già siamo ormai alla terza TAC sostituita negli ultimi 6 anni, a dimostrazione del continuo sforzo ed impegno fatto dal nostro studio per offrire servizi sempre più efficienti ed efficaci.

Perché è importante avere una TAC di ultima generazione in studio?

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

PEGOGNAGA: SERATA SULLA PANDEMIA

S

i è tenuto al parco Florida di Pegognaga, la sera del 25 agosto, l’evento d’informazione sanitaria organizzato da Cronache Sanitarie in collaborazione con la Pro-loco capitanata dal sindaco del paese ospitante, Matteo Zilocchi.

Il tema della serata è stato “La pandemia: quale lezione trarre dall’esperienza del Corona Virus”. Hanno partecipato i sindaci di Pegognaga, Matteo Zilocchi, di Suzzara, Ivan Ongari, di Gonzaga, Elisabetta Galeotti e di Borgo Mantovano, Alberto Borsari ed anche medici quali Dott. Federico Marzo, direttore sanitario dell’ospedale di Suzzara, Dott. Gianluca Occelli, Chirurgo all’ospedale di Suzzara e direttore sanitario di Cronache Sanitarie, ed il Dott. Gabriele Luppi, oncologo al Policlinico di Modena; presenti inoltre Padre Stefano Menegollo, cappellano al Poma di Mantova, e Monica Tomirotti, coordinatrice dell’RSA Bovi.

Il moderatore dell’evento Gianni Bellesia ha proposto ai suoi ospiti diversi punti di riflessione che hanno catturato l’attenzione delle duecento persone presenti; molte le analisi, le critiche e le idee avanzate dagli ospiti riguardo ai cambiamenti che hanno influenzato il mondo

I

l primo ringraziamento va al fotografo Gianni Bellesia che ha coordinato con zelo ed alta professionalità la serata coinvolgendo gli ospiti e tenendo alta l’attenzione del numeroso pubblico.

A seguire, il sindaco di Pegognaga Matteo Zilocchi insieme all’assessore Silvia Scarduelli, preparando l’area in modo sicuro e distanziato con 200 posti a sedere. Poi la presidente della Pro-Loco Flexum di Pegognaga, Teresa

Giovanni Madini

Renzo Gazzoli

del lavoro e dell’economia, la società ed anche i singoli individui nel periodo del lockdown.

“Quando tutto questo sarà terminato, ci si dovrà ricordare di questi insegnamenti che le circostanze ci hanno indicato: una sanità eroica da ammirare, un sistema organizzativo decisamente da liquidare, una scienza da riconoscere” la frase con cui Bellesia ha concluso la serata, ben sintetizzando tutte le riflessioni degli ospiti che, attraverso le loro esperienze, hanno raccontato di come i sindaci si siano sentiti “abbandonati” dalle dirigenze politiche, provvedendo con il loro ingegno e buon senso a colmare quel vuoto e quella paura che dilagava fra le persone; lo stesso impegno e premura è stato dimostrato anche dai medici che, nonostante le difficoltà dovute allo stato d’emergenza, non hanno mai abbandonato i loro pazienti, così come è successo all’RSA Bovi, in cui nessuna persona è mai stata lasciata sola dinanzi alla paura della pandemia e della solitudine. “Nessuno è morto solo” ha dichiarato don Menegollo nel raccontare la passione e l’amore che ha spinto i volontari ad andare fra i pazienti contagiati per aiutarli spiritualmente ed emotivamente

RINGRAZIAMENTI

Di Mauro e il vice Guido Carra, nella serata il servizio è continuato con Patrizia Martinelli e Letizia Valenza coadiuvati dalla instancabile Teresa. Non posso scordare i tecnici delle luci e microfoni, un grazie a Maurizio Serafini e Alex Migliorini per la diretta su FB, sul portale “Parla con me”. Gradita la presenza di diversi medici di famiglia e pediatra, infermieri, assistenti sociali e altri operatori sanitari. Un grazie alla parrocchia, e agli sponsor locali che

nella lotta contro il virus.

Commovente il racconto di Giovanni Madini di San Benedetto, guarito da Covid-19, che ha spiegato come l’amicizia sia l’arma più forte per far guarire lo spirito nei momenti di tristezza e paura.

Durante la serata, inoltre, il Direttore di Cronache Sanitarie, Attilio Pignata, ha premiato Gianni Bellesia per aver qualificato eventi medici ed incontri pubblici, Bruno Mazzacani, il poeta operaio e la presidente della Pro-loco, Teresa Di Mauro, per il grande lavoro da sempre svolto.

Cosa dovremo quindi imparare da questa situazione, che ancora non è terminata?

Dovremo certamente stare attenti e non crederci mai superiori a qualsiasi malattia, pertanto dovremo ricordarci delle persone che in questi mesi abbiamo riconosciuto come eroi e ricordarci più spesso di ringraziare le persone, anche per il più piccolo dei gesti. Se capiremo questa lezione, saremo veramente in grado di apprezzare la vita.

Francesco Ponti

hanno sostenuto l’evento e al corrispondente della Voce di Mantova Riccardo Lonardi, della Gazzetta Vittorio Negrelli, infine al vice direttore di Cronache Sanitarie Paolo Lavagnini per il servizio fotografico. Commovente il racconto di Giovanni Madini di San Benedetto e del giornalista Riccardo Lonardi e plausi per gli interventi di Renzo Gazzoli di Pegognaga e Alfio Maestrelli di Quistello.

Riccardo Lonardi

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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Melatonina regola il sonno e non solo

L’utilizzo della Melatonina ormai è noto a molti. Tutti sanno che è secreta dalla ghiandola pineale (epifisi) dell’uomo e degli altri mammiferi, ma pochi sanno che viene prodotta anche da fegato, intestino, monociti, linfociti ed ovaio. Agisce nelle ore notturne poiché la luce blocca la sua secrezione. La secrezione notturna si interrompe anche se durante la notte siamo esposti ad una fonte di luce intensa. Quindi è fortemente sconsigliato dormire con la luce accesa ed è consigliato togliere la radiosveglia dal comodino perché pare che anche le onde elettromagnetiche incidano sulla sua sintesi! La Melatonina regola i ritmi circadiani di sonno e veglia, modula il sistema immunitario, ha un’azione antinfiammatoria perché facilita la produzione di cortisolo (ormone secreto dalle ghiandole surrenali) ed ha un effetto sulla maturazione sessuale. A prova di ciò, le donne eschimesi spesso accusano ritardi dell’ovulazione a causa delle ore di luce prolungate per un semestre intero!

riscontra nei voli aerei a lunga percorrenza.

Questi fastidi sono: turbe del sonno, nausea, inappetenza, irregolarità digestive, malessere generale con astenia e depressione.

I problemi peggiori si riscontrano quanto più sono i fusi orari attraversati e se si viaggia verso est.

Può essere utilizzata nelle insonnie con difficoltà di addormentamento, in quelle con risvegli ricorrenti durante la notte o nei risvegli precoci. È utile anche per i malesseri da jet lag dovuti al cambio di fuso orario che si

Staff Farmacia Comunale San Biangio

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Alcuni farmaci quali beta bloccanti, antinfiammatori,benzodiazepine e l’aumento di peso ne riducono la sua secrezione MODALITÀ D’USO: Si consiglia l’assunzione di una compressa poco prima di coricarsi.

Per la riduzione del tempo richiesto per prendere sonno l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di 1 mg di Melatonina poco prima di coricarsi.

Per alleviare gli effetti del jet-lag, l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione di almeno 0,5 mg di Melatonina poco prima di coricarsi il primo giorno di viaggio e per alcuni giorni dopo l’arrivo a destinazione.

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“L

PEGOGNAGA LA TECNOTERM COMPIE 50 ANNI. I RINGRAZIAMENTI DEL COMUNE

’Amministrazione Comunale di Pegognaga, in occasione del cinquantesimo anno di attività, conferisce un attestato di benemerenza alla ditta Tecnoterm in segno di stima e di ringraziamento per il contributo offerto allo sviluppo dell’economia pegognaghese con passione e lungimiranza”.

Il messaggio è contenuto nella targa che il sindaco Matteo Zilocchi ha consegnato, a nome della comunità, al fondatore dell’azienda Erminio Valenza. Il riconoscimento è stato attribuito nell’ambito della festa del cinquantesimo 1970-2020 promossa dalla ditta pegognaghese-specializzata nell’installazione di impianti termoidraulici e di condizionamentocon un elegante allestimento e un buffet dello staff Tanino all’aperto, naturalmente nel rispetto della normativa anti Covid. Prima del taglio della torta dei cinquant’anni di attività lavorativa Erminio Valenza, circondato dalla moglie Katia, dai figli e attuali gestori Federico e Carlo, e dalla nuora Elisa, organizzatrice dell’evento, ha ringraziato tutti coloro, clienti e fornitori che hanno contribuito alla crescita dell’azienda. “Diventare imprenditore e realizzare le proprie aspettative-ha detto con comprensibile emozione Valenza-è un obiettivo che richiede tempo, passione, capacità e fortuna. Sono contento di essere arrivato a questo traguardo, partendo dalla società durata vent’anni, con l’amico Franco Berni.

Negli anni settanta il mercato offriva molto lavoro, mentre oggi il contesto per l’artigiano è molto cambiato, occorre tanta professionalità, adempiere a norme burocratiche sempre più

F

complesse, combattere la crisi economica e governare il cambiamento per garantire un futuro all’azienda”. Cinquant’anni fa la ditta si chiamava “Termoidraulica Valenza e Berni” e in breve si era radicata nel tessuto economico del territorio. Nel 1985 Erminio Valenza ha brevettato un dispositivo per il ricambio dell’aria e il recupero del calore degli ambienti chiusi, in particolare per riciclare il calore e per raffreddare l’aria negli allevamenti zootecnici di suini e bovini. Nei primi anni novanta Erminio Valenza trasforma l’impresa in azienda familiare. Nel 1999 entra

nell’attività il figlio Federico e quattro anni dopo la ditta si amplia con l’assunzione di apprendisti e con la costruzione di un nuovo fabbricato adibito a magazzino e uffici.

Oggi la Tecnoterm, che lavora nel campo dell’installazione e manutenzione di impianti di riscaldamento civili e industriali, termoidraulici e di condizionamento, è condotta dai fratelli e soci Federico e Carlo Valenza, coadiuvati dai dipendenti Angelo, Rossano e Matteo.

Vittorio Negrelli dalla Gazzetta di Mantova 15 settembre 2020

UN PLAUSO ALLE GUARDIE DAVANTI ALL’OSPEDALE

anno parte dei professionisti della vigilanza privata che stanno prestando servizio in diversi fra cui anche dei giovani che hanno mostrato grande senso di responsabilità, spirito di sacrificio, massima abnegazione al lavoro e al ruolo, sì perché non si trattava solo di misurare la febbre ad ogni persona che entrava in Ospedale ma chiedere dove doveva andare e controllare sul foglio le persone che avevano una visita prenotata. Si tratta di un filtro, che continua ancora, per evitare il contagio del coronavirus. Tutte le guardi hanno dimostrato di avere una pazienza infinita e la cosa che ha compito è la serietà del colloquio cioè poche domande e molta empatia

per ascoltare con attenzione il problema delle persone. Con fare gentile, con una divisa sempre in ordine, stanno permettendo lo svolgimento del servizio senza nessun problema. Da segnalare la collaborazione del personale del vicino ufficio ritiro referti che con gentilezza aiutano a capire e indirizzare le persone nei servizi o ambulatori dell’Ospedale.

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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Il Dott. Roberto Mortati

SALUTE e BENESSERE

ci spiega i vantaggi della

Ossigeno-Ozono-Terapia

Dott. Roberto Mortati 1983 con la costituzione della Società Scientifica Italiana di Ossigeno-Ozono Terapia (SIOOT), di cui io sono socio. È grazie alla SIOOT che si hanno i migliori protocolli da seguire (approvati dall’Istituto Superiore della Sanità), nelle varie applicazioni sull’Ozono Terapia.

Per quali patologie si usa questa terapia?

Per un’infinità di patologie esempio: Herpes Zoster, Ernie Discali, Artrosi, Reumatismo Articolare, Fibromialgia, Tendinite, Traumi… Ovviamente io, come Fisiatra, utilizzo l’Ossigeno-OzonoTerapia per patologie di mia competenza, esempio: Ernie Discali (Cervicalgia, Cervicobrachialgia, Lombalgia, Lomboscialtagia), Atrosi (Spalla, Ginocchio, Anca, Caviglia..), Tendiniti, Fibromialgia, Parkinson…

Ha appena detto che lei è un Fisiatra oltre ad Ozonoterapetua?

Si, sono un Medico Chirurgo specializzato in Medicina Riabilitativa (Fisiatria) ed in più sono Ozonoterapetua con Master II° livello presso Università degli Studi di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

Quindi lei oltre a visitare i pazienti li cura?

Proprio così, dopo aver fatto un’accurata visita, per una corretta diagnosi imposto un progetto riabilitativo per curare il paziente con Ossigeno-Ozono. È come prendere per mano il paziente dal primo giorno della visita fino alla sua guarigione.

Come agisce l’Ozonoterapia?

L’azione dell’Ozono si manifesta a livello di tutte e tre le linee metaboliche fondamentali: A. Metabolismo Glucidico (accelera il processo della glicolisi con produzione di ATP)

20

Buongiorno Dottore, ma cos’è l’Ossigeno-Ozono-Terapia?

E’ una terapia medica basata sull’erogazione di una precisa quantità di azoto (3-4 %) miscelata ad ossigeno medicale (96-97%) nell’organismo.

Fa parte delle terapie alternative?

No, è una pratica adiuvante al farmaco, è una medicina complementare, non è una terapia del dolore, ma curativa.

Come si ottiene questa medicina di Ossigeno-Ozono?

Grazie a dei generatori di Ozono dotati di tubi di “siemens” dentro i quali finisce un fluido di ossigeno medicale che viene bombardato da scariche elettriche di 4000/15000 Volt. Tale energia è necessaria per scindere il legame tra due atomi di ossigeno della molecola O2. Gli atomi scissi poi si ricombinano nella forma allotropica di O3. È importante che i generatori di Ozono siano molto precisi e ad alto livello, perché devono essere forniti di fotometro per garantire l’esatta concentrazione della miscela Ossigeno-Ozono.

E’ da tanto che si utilizza questa terapia?

L’Ozono fu scoperto nel 1840 da Christian Friedrich Schonbein il quale ne descrisse l’odore caratteristico e, questo gli ispirò il nome Ozono, dal greco ozein, cioè emanare odore. Nel tempo venne sempre più utilizzato, infatti nella prima guerra mondiale i tedeschi utilizzarono l’Ossigeno-Ozono per curare le ferite settiche dei soldati.

In Italia l’Ozono Terapia ha avuto ufficialmente inizio nel

B. Metabolismo Lipidico (catabolismo dei grassi e conseguente aumento di produzione di energia) C. L’Ozono reagisce con aminoacidi essenziali (Metionina, Triptofano) o contenenti zolfo.

Importanti sono gli effetti dell’Ozono sui globuli rossi e sul microcircolo: 1.

Aumenta la deformabilità e filtrabilità sui globuli rossi.

2.

Aumenta la produzione dei 2,3 fosfoglicerato con maggiore cessione di ossigeno ai tessuti periferici.

3.

Riduce l’aggregabilità piastrinica e la viscosità plasmatica.

4.

Riduce il fibrinogeno plasmatico.

5.

Determina un aumento del flusso ematico tramite il rilascio di NO, a livello degli sfinteri capillari da parte delle cellule endoteliali.

6.

Ha un’azione antiossidante attivando le funzioni enzimatiche antiossidanti protettive endogene delle cellule.

Ha un’azione BATTERICIDA, FUNGHICIDA e VIRUSTATICA. L’azione Battericida deriva dal contatto dell’Ozono e microrganismi ed è dovuta alla distruzione della capsula del batterio sottoposta al processo ossidativo dal gas e dai perossidi.

L’azione Virustatica dell’Ozono si esplica invece, a carico dei recettori cellulari presenti sulla superficie virale in modo tale da impedire il contatto tra virus e cellula bersaglio: questo determina l’arresto del ciclo replicativo.

Quindi è efficace anche contro il coronavirus?

Certo che si! Infatti sono numerose le strutture che utilizzano l’OssigenoOzono-Terapia per il Covid 19, proprio

per la sua azione virustatica.

Come agisce sul dolore?

La terapia con Ozono induce una rapida scomparsa del dolore, soprattutto articolare e sull’edema, normalizza la temperatura locale con aumento della mobilità e funzionalità articolare. Questi effetti sono da ricondurre a principali fattori: 1.

Aumento della sintesi, liberazione di proteine / enzimi neutralizzanti le citochine pro-infiammatorie.

2.

Rilascio locale di citochine antinfiammatorie.

3.

Inibizione della sintesi di prostaglandine pro infiammatorie.

4.

Liberazione di Bradichinine.

5.

Inibizione e potenziamento dei sistemi locali antiossidanti (intra ed extra cellulari).

6.

Inibizione del rilascio di proteinasi dai globuli bianchi.

Sintetizzando: l’Ozono è in grado di trasformare le sostanze che producono l’infiammazione, trasformandole in modo che non possano più produrre dolore; inoltre, favorendo il microcircolo e la nutrizione dei tessuti, attraverso una migliore ossigenazione, aiuta la guarigione.

Quali sono le vie di somministrazione?

Le principali vie di somministrazione sono: 1.

Grande Auto EMO Infusione.

2.

Piccola Auto EMO Infusione.

3.

Intramuscolare.

4.

Intrarticolare.

5.

Sottocutanea.

6.

Insufflazione (anale, vaginale, uterina, uretrale).

7.

Via topica (oli, creme, dentifrici, lozioni ozonizzate).

8.

Idropinica (acqua ozonizzata).

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

Si parla tanto dell’Ossigeno-OzonoTerapia per il trattamento delle ernie e delle protusioni discali. Come agisce?

Il trattamento delle ernie e protusioni discali (cervicali, dorsali, lombo-sacrali) è molto, molto efficace! Perché non ha solamente una funzione antidolorifica, ma specificatamente curativa, in quanto diminuisce il volume dell’ernia o della protusione. Infatti l’Ozono Terapia permette di: 1.

“Essiccare” l’ernia.

2.

Eliminare l’infiammazione locale.

3.

Decontrarre la muscolatura.

4.

Poter intervenire anche su ernie già operate.

La riduzione del volume dell’ernia o della protusione, si ottiene grazie al potere ossidante dell’Ozono, che agisce sui mucopolisaccàridi ricchi di acqua con disidratazione del materiale erniato e conseguente riduzione del volume dell’ernia o della protusione.

Per quanto riguarda l’azione antalgica dell’Ozono nell’ernia discale, c’è da sottolineare il fatto che l’Ozono determina una riduzione della sensibilizzazione delle radici nervose, ha un azione diretta sulle fibre simpatiche del nervo sinuvertebrale, ripristina il tono delle pareti vasali del plesso venoso periradicolare con conseguente riduzione dell’edema radicolare e decongestione del forame di coniugazione, inoltre ha un azione reflesso terapica dei Trigger-Point.

Oltre alle ernie e protusioni discali, quali altre patologie cura, grazie all’Ossigeno-Ozono-Terapia?

La maggior parte dei miei pazienti (7080%) soffre di patologie del rachide (es.

Cervicalgia, Cervicobracalgia, Dorsalgia, Lombalgia, Lombocruralgia e Lombosciatalgia), ma vengono trattati anche pazienti con dolori alle spalle, gomiti, ginocchia, mani…(per problemi di varia natura, come Artrosi, Tendiniti, Capsulati, Traumi ect. ect.).

Esistono delle controindicazioni?

Secondo uno studio clinico effettuato da Jacobs, già nel 1981, l’Ossigeno-OzonoTerapia è considerata la metodica con meno rischi in assoluto, infatti l’Ozono è privo di effetti collaterali. Bisogna però precisare alcune controindicazioni all’uso dell’Ozono nella pratica Medica: 1.

Via respiratoria.

2.

Ipertiroidismo (solo per la GAEI e insufflazione), in relazione all’accelerazione del metabolismo ed alla possibile comparsa di tachiaritmie.

3.

Gravidanza (sempre), per la mancanza di studi clinici controllati.

4.

Favismo (solo per la GAEI e le insufflazioni), perché agisce sulla glicolisi determinando un aumento del consumo di G6PD. 5.

Ipoglicemia (GAEI) 6.

Epilessia, bisogna porre attenzione in quanto le iniezioni dolorose possono scatenare attacchi epilettici.

7.

Bambini (GAEI), poiché non esistono ancora protocolli per i bambini.

Qual è il target di pazienti che viene nei suoi ambulatori?

Praticamente io visito pazienti di qualsiasi età, dal ragazzo che ha un problema di

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

tendinite o ha subito un trauma, all’adulto con ernie discali, fino all’anziano con patologie dell’invecchiamento (Artrosi).

Dott. Roberto Mortati Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro con voto 105, specializzato con Lode in Medicina Fisica e Riabilitazione (Fisiatria) nella medesima Universtità. Dal 2011 è iscritto alla Società Scientifica Italiana di Ossigeno-Ozono Terapia (SIOOT) ed è socio sostenitore (ASOO). Nel maggio 2020 presso l’Università degli Studi di Pavia, facoltà di Medicina e Chirurgia, ha conseguito il Master di II° Livello in Ossigeno-Ozono-Terapia con tesi dal titolo: “Ossigeno-Ozono-Terapia nel trattamento della Lombosciatalgia da ernia discale con tecnica infiltrativa intramuscolare paravertebrale: esperienza personale.

Il Dott. Roberto Mortati è un Medico Fisiatra Libero Professionista, riceve nei migliori ambulatori delle nostre province (Mantova, Modena e Reggio Emilia) e negli ambulatori del Centro Medico di Reggiolo-Pegognaga, si occupa della riabilitazione delle patologie di natura Ortopedica, Traumatologica, Neurologica e Reumatologica.

Il Dott. Roberto Mortati, nella pratica d e l l ’ O s s i g e n o - O z o n o -Te r a p i a , utilizza esclusivamente macchinari all’avanguardia di altissima precisione, certificati CEE.

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OSPEDALE DI SUZZARA

D

IL TAGLIO DELLE PIANTE PIANTUMATE NEL 1988 DAL COMITATO DIFESA AMBIENTE

a una base di un parco pubblico si è arrivati, dopo 32 anni, ad un bosco senza manutenzione. Parliamo delle piante abbattute nell’area verde dell’Ospedale di Suzzara. Ma vediamo prima la storia aprendo il libro “Mantova e il problema dei suoi laghi” di Don Egidio Azzi ediz. Bottazzi. Siamo nel 1988. L’allora Comitato Difesa Ambiente di Suzzara, si legge a pag. 289, nato nel 1985 da un gruppo di volenterosi con il Prof. Paolo Bianchi, primo presidente e poi il Dott.

Marzio Zenezini con animatore instancabile il Vigile Giovanni Improta del Comune” si trovava in piena attività di iniziative per la tutela dell’ambiente. A Pag. 291 si legge: “29 marzo 1988 in occasione della “Giornata del verde” nell’area circostante il nuovo Ospedale, il CDA con volontari e ragazzi ha collaborato a creare un vivaio di 1400 pianticelle. E conclude: In un prossimo futuro, potrebbe essere una base utilissima per un parco pubblico”.

Poi nel 1992 e a pag. 25 del libro “Cronaca di una campagna di solidarietà per acquisto di una TAC”, si legge: Nel febbraio del 1992 il Dott.

Roberto Savazza inoltrò la richiesta all’Azienda Regionale delle Foreste della Regione Lombardia per la cessione gratuita di mille piante per la campagna acquisto di una TAC per l’Ospedale nuovo dell’USSL 49. Durante la fiera millenaria di Gonzaga iniziò una promozione con la relativa raccolta di fondi. L’iniziativa denominata “Una pianta per la TAC” aveva consentito di raccogliere 2,7 milioni circa delle vecchie lire. Le piante presso l’Ospedale di Suzzara furono poi piantumate

da volontari. Ma perché in queste settimane il taglio? Il provvedimento si è reso necessario per evitare che, in caso di nubifragi o eventi meteorici violenti con forti raffiche di vento, alberi o grossi rami danneggino i cavi che, in caso di rottura, causerebbero grave blackout all’ospedale. Il provvedimento, richiesto da Enel, ha trovato subito l’accordo della direzione generale di “Ospedale di Suzzara Spa” e del servizio ambiente del Comune di Suzzara. Per dovere di cronaca ricordiamo che il plesso ospedaliero, in caso di blackout ha un generatore che scatta automaticamente e che può avere un’autonomia di molte ore. Tuttavia

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Enel, ha ritenuto assolutamente necessario provvedere al taglio di filari di alberi che si trovano in corrispondenza o nelle immediate vicinanze dei tralicci che portano la media tensione. Cosa dire? Dal 1988 le piante sono cresciute libere e abbandonate al loro destino creando un “bosco libero” con problemi dovuto a una mancata manutenzione. Ora rimane un triste vuoto. Al posto degli alberi tagliati verrà effettuata una nuova piantumazione di essenze autoctone meno invasive.

Marco Barbieri Nella foto l’area verde senza le piante

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OLTRE LA MASCHERINA, C’E’ DI PIU’: CHI SALVERA’ LE ESPRESSIONI?

e espressioni facciali sono essenziali per una corretta interazione sociale e per interpretare le emozioni altrui. Alla luce di ciò, l’uso della mascherina può provocare non poche difficoltà nel captare ciò che l’altra persona sta vivendo in quel determinato momento. Ma, in pratica, cosa significa quando “abbiamo le facce”? Le espressioni del viso, chiamata mimica, sono modelli di comportamento innati e universali.

Noi, esseri umani, lasciamo trasparire anche il nostro pensiero ed il nostro stato d’animo, dato che le “smorfie” sono difficilmente controllabili spontaneamente. Esistono 6 emozioni universali che presentano gli stessi movimenti facciali in ogni persona, di ogni popolo e cultura: felicità, tristezza, rabbia, disgusto, paura e sorpresa.

Quindi, come già indicato, queste ci permettono di comunicare al mondo come ci sentiamo. Come fare, indossando una mascherina, lei stessa complice nel nasconder dietro sé la verità?

Possono, riescono, gli altri ad intercettare il nostro stato d’animo e rispondere in modo appropriato?

Riflettiamoci. E’ un ostacolo rilevante. Quasi come se fossimo paralizzati; come un quadro con solo lo sfondo, mancante di dettagli. Complicato, siamo d’accordo? Quando vediamo l’espressione altrui, qualsiasi essa sia, il nostro cervello riproduce inconsciamente e automaticamente quell’emozione. I nostri neuroni specchio si attivano e ci permettono di imitarle, aiutandoci a capire come si sentono gli altri. Cosa crea? Empatia. Le espressioni del viso ci consentono di comunicare

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

oltre le parole, arricchendo e accompagnando quello che diciamo in molte occasioni. Oltre a ciò, interpretare quelle altrui ci consente di dedurre i loro desideri o bisogni ancor prima che vengano trasmessi attraverso altri canali. In definitiva, la mimica ci rende socialmente più intelligenti.

Ed ora? Non essere in grado di riconoscere le “facce” di chi ci circonda può ostacolare le nostre relazioni sociali. Allo stesso modo, l’incapacità o la difficoltà nell’esprimere correttamente quello che proviamo rappresenta una sfida per chi ci è affianco. “Le emozioni cambiano il modo in cui vediamo il mondo e come interpretiamo le azioni degli altri” (P. Ekman).

Dott. Psicologa Portioli Maria Giulia cell. 333 8271517

23

TURNI FARMACIE DEL TERRITORIO OTTOBRE 2020

R

1

SUZZARA FARM. COMUNALE SAN BIAGIO

16

SUZZARA FARM. BREVIGLIERI NUVOLATO FARM. TERZIOTTI

1

SAN BENEDETTO PO FARM. POLIRONE

16

SUZZARA FARM. BREVIGLIERI

2

SAN BENEDETTO PO FRAZ. PORTIOLO FARM. LONETTI

17

SAN BENEDETTO PO FARM. GHIDINI

2

SAN BENEDETTO PO FRAZ. PORTIOLO FARM. LONETTI

17

SAN BENEDETTO PO FARM. GHIDINI

3

SAN BENEDETTO PO FRAZ. PORTIOLO FARM. LONETTI

18

SAN BENEDETTO PO FARM. GHIDINI

3

SAN BENEDETTO PO FRAZ. PORTIOLO FARM. LONETTI

18

SAN BENEDETTO PO FARM. GHIDINI

4

GONZAGA FARM. CONTI

19

SUZZARA FARM. 2 M SUZZARA

4

GONZAGA FARM. CONTI

19

MOGLIA FRAZ. BONDANELLO FARM. ROVEDA

5

GONZAGA FARM. CONTI QUISTELLO FARM. TERZIOTTI

20

SUZZARA FARM. 2 M SUZZARA

5

GONZAGA FARM. CONTI

20

MOGLIA FRAZ. BONDANELLO FARM. ROVEDA

6

SUZZARA FARM. DELL’OSPEDALE - QUISTELLO FARM. TERZIOTTI

21

MOTTEGGIANA FARM. CARITÀ

6

SUZZARA FARM. DELL’OSPEDALE

21

SUZZARA FARM. ALDROVANDI

7

MOGLIA FARM. BERNI QUISTELLO FARM. TERZIOTTI

22

MOTTEGGIANA FARM. CARITÀ

7

SUZZARA FARM. DELL’OSPEDALE

22

SUZZARA FARM. ALDROVANDI

8

MOGLIA FARM. BERNI

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PEGOGNAGA FARM. MORI

8

MOGLIA FARM. BERNI – QUISTELLO FARM. TERZIOTTI

23

SUZZARA FARM. 2 M SUZZARA

9

GONZAGA FRAZ. BONDENO FARM. BONDENO

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PEGOGNAGA FARM. MORI

9

GONZAGA FRAZ. BONDENO FARM. BONDENO

24

SUZZARA FARM. 2 M SUZZARA

10

GONZAGA FRAZ. BONDENO FARM. BONDENO

25

SUZZARA TABELLANO FARM ASINARI

10

GONZAGA FRAZ. BONDENO FARM. BONDENO

25

SUZZARA TABELLANO FARM. ASINARI

11

PEGOGNAGA FRAZ. POLESINE FARM. MANCINELLI

26

SUZZARA TABELLANO FARM ASINARI

11

PEGOGNAGA FRAZ. POLESINE FARM. MANCINELLI

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SUZZARA TABELLANO FARM. ASINARI

12

PEGOGNAGA FRAZ. POLESINE FARM. MANCINELLI

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SUZZARA FARM. ALDROVANDI

12

PEGOGNAGA FRAZ. POLESINE FARM. MANCINELLI

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MOTTEGGIANA FARM. CARITÀ

13

GONZAGA FRAZ. PALIDANO FARM. COMUNALE

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SUZZARA FARM. ALDROVANDI

13

GONZAGA FRAZ. PALIDANO FARM. COMUNALE

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MOTTEGGIANA FARM. CARITÀ

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GONZAGA FRAZ. PALIDANO FARM. COMUNALE

29

SUZZARA FARM. COMUNALE SAN BIAGIO

14

GONZAGA FRAZ. PALIDANO FARM. COMUNALE

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SUZZARA FARM. COMUNALE SAN BIAGIO

15

SUZZARA FARM. BREVIGLIERI NUVOLATO FARM. TERZIOTTI

30

SUZZARA FARM. COMUNALE SAN BIAGIO

15

SUZZARA FARM. BREVIGLIERI

30

SUZZARA FARM. COMUNALE SAN BIAGIO

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SAN BENEDETTO PO FARM. POLIRONE

ORA ANCHE DUE FARMACIE APERTE DI DOMENICA

isale ad alcuni anni fa un problema che riguardava i turni domenicali delle farmacie, che, prima non si era mai presentato perché una farmacia aperta alla domenica c’era sempre stata. Poi arrivano i turni stabiliti dall’ex ASL che decide un calendario annuale e a Suzzara capitava per diverse volte all’anno che le farmacie erano tutte chiuse e il cittadino doveva recarsi nei vicini paesi limitrofi.

24

NOVEMBRE 2020

All’epoca si era mosso il Tribunale dei Diritti del malato (Mentore Carra) , lettere al direttore e il nostro redattore Gilberto Zacchè che aveva sollevato e scritto il disagio a nome di alcuni cittadini. Ma quest’anno la situazione è notevolmente migliorata. Cosa è successo? Le farmacie del territorio del comune di Suzzara, si legge sulla rete civica del comune, si sono rese disponibili per il periodo estivo e si stanno

organizzando per tutto l’anno a svolgere turni aggiuntivi nella giornata di Domenica. Infine una farmacia di Suzzara ha modificato i suoi orari e adesso ha aperto tutte le domeniche dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00 Cosa dire? A Suzzara d’ora in poi potremmo trovare anche due farmacie aperte di domenica e questo è un fatto positivo meritevole di un ringraziamento.

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

P

PEGOGNAGA:IL COMUNE PREMIA E RINNOVA L’IMPEGNO CIVICO PER CONTINUARE A COMBATTERE TUTTI ASSIEME QUESTA PANDEMIA

ubblico Encomio per l’impegno, la dedizione e il tempo dedicati in supporto alle iniziative messe in campo dall’Amministrazione Comunale durante l’emergenza Covid-19 .

Pegognaga ha ringraziato pubblicamente medici, infermieri, ma in generale tutti gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza covid-19, i tanti volontari che hanno dato un aiuto fondamentale nel momento più critico, così come le aziende che hanno contribuito con alimenti o altri materiali di pubblica utilità.

Ha attribuito ufficialmente la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, dando seguito a quanto stabilito unanimemente in consiglio comunale. Ha conferito anche la cittadinanza onoraria a Carlo Bottani per lo straordinario impegno umano nel reperire mascherine e altri dispositivi di protezione individuale destinati a cittadini, enti locali, associazioni di volontariato, farmacie, RSA

e strutture ospedaliere. Gradita la presenza dell’Ordine dei Medici e degli Infermieri della Provincia di Mantova, rappresentati dal dottor Stefano Bernardelli e da Andrea Guandalini. IL GRAZIE DELLA CROCE ROSSA Porteremo questa onorificenza ad ogni nostro singolo volontario, il nostro é stato e sarà sempre un lavoro di squadra, perché solo insieme siamo riusciti e riusciremo, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno ad essere al servizio dei più fragili! sessantasei i premiati. Vediamoli: Adriano Simonini, Alessia Faini, Alessio Davolio, Alexandro Salvato, Alice Allamprese, Andrea Alice Sommi, Andrea Giovannini, Anna Spinazzi, Antonio Gigante, Antonio Lotito, Gavino Conconi, Amedeo Schivi, Barbara Cugini, Carmela Masino, Cristian Lotti, Cristiano Tagliavini, Paola Ballabeni, Magnani, Daniele Furgeri, David Galafassi, Davide Ploia, Diana Anceschi, Elvio Benatti, Emanuela

Callegari, Federico Guaita, Morena Fiorini, Francesco Di Salvo, Gaia Ronzoni, Giancarlo Rossi, Gianni Zanotti, Giovanni Scrivano, Giulia Benati, Giuseppe Zerillo, Ilaria Davolio, Katia Gatti, Ketty Modenese, Letizia Faglioni, Letizia Valenza, Lorenza Guaita, Lorenzo Bigliardi, Maria Luisa Mantovani, Maria Luisa Scrivano, Maria Rita Capone, Maria Sandra Corti, Marina Panizza, Martina Ancini, Massimo Calciolari, Massimo Malagutti, Matteo Iori, Matteo Lodigiani, Mattia Cerati, Mauro Pecchini, Oriano Mari, Paola Luitprandi, Pasquale Palumbo, Patrizia Bigi, Patrizia Lasagna, Vanna Bianchi, Rino Bulgarelli, Sabina Restani, Gianluca Selogna, Stefano Lasagna, Willwr Malagutti. Poi ci s o le ditte: Forneria Alba, Savioli srl, Caseificio Caramasche, Pata spa, Europasale srl, Mondo Vivo srl, Azoni Pol Carni srl, Catellani Elettrodomestici, Società Agricola Magos, Lavorwash spa, Azieda Agricola Egidio e Corrado Zanotti, Brioo Srl.

Foto Vittorio Negrelli

U

SAN BENEDETTO PO IL COMUNE RICONOSCE E RINGRAZIA IL PERSONALE SANITARIO

n grazie a medici e infermieri impegnati in prima linea nei difficili mesi del lockdown per far fronte all’emergenza Covid-19.

Rivolgiamo il nostro ringraziamento anche a tutto il personale occupato presso la nostra Rsa che con dedizione e impegno ha rischiato la propria vita per proteggere i più fragili.

Presso il chiostro all’interno del municipio

sono stati consegnati degli attestati. Presente il sindaco Dott. Roberto Lasagna e il presidente Ordine dei Medici Dott. Stefano Bernardelli.

Siete stati eroici nell’affrontare questa tragedia e possiamo solo vagamente immaginare quanto sia stato incredibilmente difficile trovare il coraggio e la forza per alzarsi ogni mattina e vivere in prima persona tutto questo. Avere

messo a disposizione, ha aggiunto il sindaco, non solo le vostre competenze, ma anche quel surplus di umanità, che si è rivelata la cura più efficace per allontanare la paura e la solitudine. A voi il nostro grazie più sincero e tutta la nostra ammirazione.

Marco Barbieri

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25

C

TU-ICS: IL VOLONTARIATO A SEGUITO DELL’EMERGENZA

on l’emergenza sanitaria di quest’anno tanti aspetti della vita quotidiana sono radicalmente cambiati: la scuola, il lavoro, le interazioni sociali. Mai come in questo momento il mondo del volontariato ha dovuto attivarsi rapidamente e dimostrare di essere pronto a dare una risposta alle difficoltà vissute dalla comunità; ma la solidarietà ha dovuto scontrarsi con questa nuova realtà e rimodellarsi secondo le regole di sicurezza.

Nato proprio all’inizio di questo periodo caotico, il progetto dedicato al volontariato occasionale Tu-ICS - finanziato da Regione Lombardia sembrava aver subito un breve arresto ma è stato prontamente capace di reinventarsi attivando una fitta rete di volontari dimostrando che all’interno dell’associazionismo, un settore in difficoltà nell’ultimo decennio, un’evoluzione e un ricambio generazionale sono possibili.

Tante le iniziative proposte dalle associazioni cui il progetto ha dato supporto nella ricerca di volontari, e significativa la risposta della comunità - soprattutto da parte dei più giovani.

A causa delle restrizioni da marzo a maggio il volontariato si è fatto “smart”, da remoto via telefono o in videochiamata, con 31 volontari impegnati nel servizio di supporto telefonico “Tu come stai?” ideato dall’associazione il Gruppo di AL; con la fine del lockdown e l’arrivo dell’estate oltre 100 giovanissimi volontari hanno permesso lo svolgimento in sicurezza dei Summer Point nei 6 comuni del distretto (i centri estivi gestiti dalle Coop. Alce nero, C.H.V. e Minerva, dal Circolo Coop. Forti e Liberi, A.S.D. Suzzara e le Parrocchie dell’Unità Pastorale di Zara) per 6/7 settimane dedicando tempo e passione ai più piccoli.

Durante l’estate nasce la prima iniziativa anche sul Distretto di Ostiglia con la Coop. Ai Confini, la “Redazione di Comunità” di 15 ragazzi che raccontano il territorio attraverso un giornalino virtuale; con le riaperture delle scuole i Comuni di Pegognaga, Gonzaga e Suzzara hanno proposto l’iniziativa “Sorveglianti speciali: school edition”, una chiamata ai volontari per far rispettare le regole di distanziamento e fruizione

26

degli spazi.

Anche durante l’autunno continuerà l’impegno dei partner del progetto (Arci Primo Maggio, Il Formicaio, WWF Mantovano, Casa delle

Farfalle, Moglia punto a capo e Amici.net), della rete e del gruppo di lavoro (i facilitatori delle Coop C.H.V. e Minerva) nella ricerca di volontari per le iniziative che si formeranno sul territorio.

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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CENA SOTTO LO STELLE A SAN BENEDETTO PO

tare insieme attorno ad un tavolo ben imbandito per ricominciare da dove eravamo rimasti: questa l’idea che ha dato vita alla cena redazionale tenutasi martedì 18 agosto nella splendida cornice rurale della corte Fraccana dei genitori di Paolo Lavagnini, Eva e Franco, a Bardelle di San Benedetto Po. Il bisogno di riunire tutti i redattori di Cronache Sanitarie per fare il punto della situazione ed organizzare eventi futuri ha immediatamente preso la piega di un grande “ritrovo di famiglia”: infatti, come da miglior tradizione, le persone si sono trovate attorno ad un tavolo magistralmente imbandito grazie alla famiglia Lavagnini ed a Valentina Amadori, aiutati dal Dott. Mario Cominotti e dalla Dott. ssa Elisabetta Vicentini.

Durante la serata è stata data voce a tutti i redattori presenti che hanno raccontato cosa significhi per loro Cronache Sanitarie, testimoniando come, nel corso di pochi anni, il periodico diretto da Attilio Pignata sia riuscito a coinvolgere nel proprio progetto persone provenienti da varie realtà lavorative, tutte accomunate dal desiderio di fare qualcosa di buono per la società, e ad organizzare molti eventi di prevenzione ed informazione sanitaria.

La coesione instauratasi fra tutti i redattori e collaboratori ha inoltre fatto sì che Cronache Sanitarie si sia ben presto trasformata in una grande famiglia, un gruppo sempre aperto ad accogliere nuove persone, durante la serata in redattore Bruno Mazzacani, il poeta-operaio di Pegognaga, per l’occasione, ha regalato ai

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

presenti una copia del suo ultimo libro, in cui compaiono composizioni dedicate ad alcuni redattori del periodico.

Ce la farò con un piccolo aiuto dei miei amici la traduzione di quanto cantavano nel ’67 i Beatles in With a little help from my friends: questa, probabilmente, la miglior sintesi del lavoro svolto da Pignata e tutti i collaboratori, una storia di un progetto in cui hanno saputo credere e che, di giorno in giorno, sta portando grandi soddisfazioni, dando a tutti determinazione e voglia di fare, per affrontare al meglio il terzo decennio del Ventunesimo secolo.

Francesco Ponti

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G

CARI AMICI, VOGLIO DIRVI GRAZIE!

razie ai nostri 251 mila donatori, perché grazie a loro Avis Regionale Lombardia ha contribuito a donare 466.705 delle sacche raccolte … Un impegno costante condiviso da tutte le 648 sezioni comunali coordinate dalle rispettive 12 sezioni provinciali, che grazie al loro lavoro apportano un forte contributo nel garantire l’autosufficienza della nostra regione.

Basti pensare che il 40% delle sacche di

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sangue e il 30% di plasma raccolti provengono dalle nostre unità di raccolta associative sul territorio, in convenzione con gli ospedali della regione. Questi numeri ci rendono orgogliosi ma ci spingono ad impegnarci ogni giorno di più con l’obiettivo di avvicinare sempre più giovani alla cultura del dono.

Sono loro il nostro futuro, sensibilizzarli significa continuare il trend positivo degli ultimi

anni e portare la loro attenzione ad aiutare chi ha più bisogno ci riempie di orgoglio …. .

Anche durante l’emergenza da Covid -19 il loro contributo si è rivelato fondamentale e non è mai venuto meno. Questi numeri ne sono la conferma, ci rendono orgogliosi e ci spingono ad impegnarci ogni giorno di più.

Il Presidente Oscar Bianchi

RITORNO NELLE AULE AVIS SUZZARA CON IL MONDO DELLA SCUOLA

Le attività programmate nelle scuole si sono fermate a febbraio 2020 a causa dell’interruzione delle lezioni per Covid, ma tra settembre 2019 e febbraio Avis Comunale Suzzara ha portato nelle classi il progetto provinciale “La mia vita in te” sostenuto dalle Associazioni del dono Avis, Aido, Abeo/Admo e dalle Istituzioni.

Oltre agli incontri in classe erano state previste alcune attività che non hanno potuto aver seguito come i premi per il miglior disegno nella primaria e il buono libro per la secondaria inferiore e superiore.

Ma abbiamo intenzione di ricominciare, non appena possibile, ad incontrare i ragazzi, di presenza o virtuali, a parlare con loro di

donazione e solidarietà, a riprendere il filo di discorsi interrotti.

Gli studenti delle 4° dell’Istituto Manzoni erano stati coinvolti dalla psicologa Avis Alessandra Cagalli in attività di Focus molto stimolanti, per loro ma anche per noi volontari.

Nelle classi 5° delle superiori il dott. Marzi aveva chiarito molti dubbi sulle donazioni di sangue, organi, tessuti e cellule. Ed infine nelle classi 5 elementari e nelle terze medie Silvana Magri e Sergio Spezia attraverso slides avevano affrontato con i ragazzini i temi propri del progetto.

Ora riprenderemo. Ciao ragazzi buon rientro a voi ed ai vostri insegnanti Gabriella Bigi

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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In caso di dieta seguita per periodi prolungati, oltre le tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico.

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professionista che ha svolto con grande passione il suo lavoro e lui stesso aggiunge: “ho fatto quello che avevo scelto e per me è stato il lavoro più bello e appagante del mondo.

Ma “essere medico”, aggiunge, ufficiosamente non si va mai in pensione e sono pertanto disponibile per visitare e consigliare, se richiesto.

PALIDANO DI GONZAGA OTTIMO RICONOSCIMENTO DEL TITOLO “PEPA DAL MAGNAN” EDIZIONE 2020

on poteva essere scelta migliore che premiare due donne, professioniste della sanità, impegnate sull’emergenza della Pandemia: Dottssa Patrizia Frignani, medico di famiglia a Bondneo e a Gonzaga, Caposala Eneide Gandolfi coordinatrice del Pronto Soccorso, Dialisi, riabilitazione e Area Medica dell’Ospedale di Suzzara.

Elogi e congratulazioni dal sindaco di Gonzaga Elisabetta Galeotti che ha ricordato l’impegno di tutto il volontariato e tutti quanti hanno e stanno facendo per questa emergenza.

Nella foto da sx Graziano Gramostini, Sindaco

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ANALISI ACQUA, VINO E OLIO INTOLLERANZE ALIMENTARI

REGGIOLO: IL DOTT. ELVIO LORENZINI HA CONSEGNATO IL CAMICE

opo 40 anni di servizio come medico di famiglia, il Dott. Lorenzini, (suo figlio è titolare della farmacia di Palidano) è andato in pensione lasciandoci il ricordo di una

N

NOLEGGIO ELETTROMEDICALI

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Elisabetta Galeotti, Dott.ssa Patrizia Frignani, caposala Eneide Gandolfi la Pepa del 2019 Anna Gemetto.

POI UN GRANDE GESTO DI SOLIDARIETA’ PER AIUTARE UNA MALATA DI SLA Una signora affetta da Sla ha ricevuto un contributo di mille euro, ricavato dalla lotteria, per acquistare una macchina speciale. La gente ha risposto con grande affetto e solidarietà.

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i n i t t c a a f sa i c l o D

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Ingredienti: 500 ml di latte – 4 tuorli d’uovo – 100 gr di zucchero – 30 gr di farina – una bustina di vanillina – 250 ml di panna - biscotti oro Saiwa q.b. – marsala q.b.

Preparazione: In una ciotola lavorare i tuorli con lo zucchero fino a diventare una crema, poi aggiungete a poco a poco la farina e vanillina insieme senza smettere di mescolare finché il composto risulta amalgamato. Nel frattempo mettete il latte in una pentola portate ad ebollizione poi toglietelo dal fuoco ed aggiungetelo alla crema e mescolate bene. Trasferite il tutto di nuovo nella pentola e portate ad ebollizione tenendo sempre mescolato per non creare grumi fin quando la crema non si addenserà.

Una volta che la crema è addensata trasferitela in una ciotola e copritela con la pellicola e mettetela nel frigorifero per raffreddarsi. Raffreddata la crema aggiungetegli la panna montata, amalgamando delicatamente perché non smonti. Prendete un piatto mettete il marsala e allungatelo con un po’ di acqua perché altrimenti sarebbe troppo forte.

Prendete una pirofila e fate uno strato di biscotti immersi velocemente nel marsala poi aggiungete uno strato di crema, livellatela poi ripetete l’operazione biscotti e poi crema, ultimate con uno strato di biscotti. Mettete la torta in frigorifero per almeno 3 ore prima di mangiarla e BUON APPETITO Consiglio: nella crema raffreddata potete aggiungerci 80 gr di gocce di cioccolato per i più golosi e se non la volete alcoolica al posto del marsala potete mettere del caffè diluito e leggermente zuccherato.

Rubrica curata da Lavagnini Paolo Vicky

SAN BENEDETTO PO

O

RICONOSCIMENTO DAL CIRCOLO “I TIGLI”

gni anno il “Circolo Culturale Ricreativo I TIGLI” di San Benedetto Po Frazione Bardelle, organizza la FESTA DI PRIMAVERA, quest’anno visto il periodo COVID 19 tale festa non è ancora stata organizzata ma lo sarà appena possibile. Era l’occasione, oltre che per la solita tavolata, per assegnare dei riconoscimenti con una targa ricordo personalizzata per l’importante traguardo raggiunto, otto decenni di vita personale vissuta. Per il 2020, ci ha confermato la presidente Mora Armanda, che entro l’anno verrà riproposta la giornata ovviamente rivista e

con tutte le precauzioni del caso onde evitare problemi di carattere sanitario.

Nella Foto qui presente del 2019 vediamo un momento del riconoscimento consegnato a LAVAGNINI FRANCO, socio Fondatore, premiato dalla stessa Presidente Mora Armanda e dalla Vice Braghini Clara.

PANE E DOLCI Di Paganini Bruno & C. s.n.c.

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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R

ARTE IN ARTI E MESTIERI

ipartire dall’arte per dare un segno di ripresa, questo il leitmotiv della mostra “Arte in Arti e mestieri” tenutasi domenica 6 settembre negli ambienti della scuola Bertazzoni. Hanno partecipato all’evento, insieme al numeroso pubblico, il presidente della Fondazione, Giovanni Marani, e Mauro Carrera, curatore della rassegna. Gli ospiti, durante il rinfresco

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preparato dagli allievi del corso di ristorazione, sono stati anche allietati dalla musica grazie all’intervento di alcuni alunni delle classi di chitarra, Diego Franciosi, coro, Lisa e Silvia Manfredini, e pianoforte, Chiara Calestani e Francesco Po nti.

Francesco Ponti

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STORIA E STORIE DEL NASCERE

L

LA VOCE DELL’OSTETRICA NEL PARTO

’accompagnamento ostetrico costante e personalizzato, one to one, è fondamentale per una fisiologica evoluzione del travaglio di parto e per un suo vissuto gratificante. Rafforza il senso di benessere offrendo un sostegno 7 non invadente. Crea un’atmosfera di calma e sicurezza psicologica in cui vige confidenza e fiducia ed allevia la paura evitando il panico.

Il parto deve avvenire in un ambiente senza troppa luce, troppo rumore e attività e con poche persone presenti. L’ostetrica sussurra o parlare con tono di voce basso, parla il meno possibile, incoraggia il compagno presente a seguire il suo esempio e dissuade altre persone eventualmente presenti ad avviare dialoghi inutili.

L’ostetrica parla con tono rilassato, dolce, privo di tensioni e ascolta. Ascolta la donna che emette suoni diversi nelle varie fasi del travaglio e tramite questi comprende il suo procedere. Il passaggio da gemiti contenuti a lamenti ad alta voce può segnalare che si sta avvicinando la dilatazione completa, mentre i suoni gutturali ed insistenti sono tipici del periodo espulsivo. Ascolta anche il battito del nascituro evidenziandone intensità, frequenza e variazioni, indici del suo star bene pur nello stress dell’attività contrattile uterina.

L’ostetrica parla nella sosta tra le contrazioni espulsive quando madre e neonato, entrambi,

S

prendono fiato.

Dà indicazioni, rasserena, inserendosi in tal modo nel lavoro psico-fisico della donna. Durante le contrazioni più frequentemente sta in silenzio ma nella fase espulsiva incoraggia lo sforzo fisico specialmente quando la spinta diventa più faticosa.

Utilizza una sorta di ritornello ripetitivo, quello che Elisa Benassi nel suo “Partorire cantando” chiama “nenia da parto”. Utilizza una stringa di poche parole unite in una concatenazione semplice, dal lessico molto elementare, del tutto priva di qualunque complessità sintattica, come: “brava”, “bene”, “ancora”, forza”, “soffia” ecc. Si tratta di semplici comandi che incoraggiano, indirizzano l’azione e ne segnalano l’efficacia.

Sono una guida speciale che accompagna l’incremento dell’attività contrattile, il suo acme ed il suo risolversi, con un procedimento di imitazione sincrona. Diventa una efficace partecipazione al parto, una imitazione che coinvolge l’operatrice anche fisicamente quasi fosse lei a partorire. La nenia da parto, con il suo ritmo tono e musicalità, svolge quindi tre funzioni pratiche: sottolinea la forza della contrazione e della spinta, indirizza lo sforzo materno, segnala

la discesa del bambino nel canale del parto.

La voce dell’ostetrica è fondamentale in ogni cultura, anche in quelle primitive dove la levatrice è la mamma, la nonna o la pluripara esperta del villaggio. Presso i nativi americani ad esempio, dove le levatrici sono chiamate “madre cordone” o “con le donne”, canti e musiche accompagnano le partorienti, le quali vengono anche aiutate e accompagnate a vocalizzare.

Gabrio Zacchè

MANTOVA: NARRARE LA PANDEMIA COVID-19

ul quaderno n 5 (Etica Salute e Famiglia) del consultorio presieduto dal Dott.

Gabrio Zacchè sono riportate informazioni, testimonianze, esperienze, bioetica e speranze. Raccoglie l’esperienza mantovana di 20 professionisti. Ma chi sono gli autori di questi quaderni consultabili on-line ogni mese sul sito www.consultorioucipemmantova. it ? Eccoli: Armando Savignano, docente di Bioetica all’Università degli studi di Trieste, Presidente della Associazione Virgiliana di Bioetica all’ISSR di Mantova. Gabrio Zacchè Primario emerito di Ostetricia e Ginecologia, Presidente del Centro di Consulenza famigliare Ucipem di Mantova, Vicepresidente Associazione Virgiliana di Bioetica. Chiara Baraldi, già medico di Medicina Generale endocrinologa. Paolo Breviglieri, Psicologo e psicoterapeuta Consultorio di Suzzara.

Giuseppe Cesa, Psicologo e psicoterapeuta

Consultorio Ucipem di Mantova. Federica Cestaro, Ostetrica Ospedale “C. Poma” di Mantova. Paolo Costa, Medico, già Primario della Unità Operativa Malattie Infettive di Mantova. Egidio Faglioni, Sacerdote e Parroco emerito di Suzzara. Giovanna Gamba, farmacista. Paolo Gibelli, Medico, Sacerdote, Parroco di Suzzara. Stefano Menegollo, Sacerdote, Cappellano Ospedale “C. Poma” di Mantova. Anna Orlandi Pincella, già insegnante e Preside, Pubblicista. Laura Orlandi, Pedagogista, Coordinatrice del Nido di infanzia di Poggio Rusco. Giovanni Paganini, Dirigente Medico, Oncologo dell’ASST mantovana.

Attilio Pignata infermiere, pubblicista. Paola Sampietri, OSS Ospedale “C. Poma” di Mantova.

Chiara Savignano, giornalista, pubblicista, specializzata in digital marketing e comunicazione online. Franco Sissa, Medico di base a Cerese di Borgo Virgilio. Renzo

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

Tarchini, Medico, già primario di nefrologia Ospedale di Mantova. Alessandra Venegoni, Ostetrica del Consultorio Ucipem di Mantova.

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U

PEGOGNAGA: GRUPPO PASSERA LOGHINO ALDEGATTA UN BEL LIBRO SUL DIALETTO E UN ELOGIO PUBBLICO AD ALFREDO CALENDI

na bella serata in campagna per presentare il libro “Dialettando” piccola raccolta di termini, aneddoti e detti popolari prima dell’estinzioni, curato da due ex insegnanti Prof. Alfredo Calendi e Prof. Cesira Dalmaschio, Ediz. E.Lui Tip. Reggiolo, per conto Edizioni della Passera, pag 212 con disegni di Ambra Tonelli e Bruno Davolio.

La serata è stata aperta dal presidente Renzo Gazzoli che ha detto questo è il 15mo libro in 34 anni di attività del nostro gruppo.

Al termine il Presidente Gazzoli ha elogiato Alfredo Calendi che si è sempre impegnato come animatore culturale non solo quando insegnava ma anche adesso, insegnando ancora.

Il suo grosso contributo quasi di mezzo secolo a Pegognaga è stato lungamente applaudito.

Nella foto di gruppo, da sx: Alfredo Calendi, Cesira Dalmaschio, Renzo Gazzoli, Sergio Aldrighi, Ester Tedeschi, Silvia Scarduelli, Wainer Mazza

W

MOTTEGGIANA: WAINER MAZZA FESTEGGIA 45 ANNI DI CARRIERA CON UN LIBRO SUL SUO PERCORSO

ainer Mazza il professionista del dilettantismo festeggia i 45 anno di carriera con un libro, anzi il settimo. Si intitola “Vite Parallele”, ovvero un percorso di arte e di vita, ediz. Lui Editore Reggiolo. Diciamo subito che è un libro particolare che traccia a grandi linee la sua storia di poeta-cantastorie attraverso un’invenzione scenica interpretata da “Wainerino”, ipotetico “figlio”, che affiancato a Wainer ripercorre, in una mostra spettacolo, il suo percorso artistico e umano. Una invenzione di Wainer che piace e diventa una piccola “opera” letteraria se pensiamo che ha 75 anni, che li porta bene con l’aria di un ragazzino. Sì. Wainer è così. Un tutto fare che si dedica alla scrittura, sia in dialetto che in italiano. Il “Menestrello del Po” ha un archivio ricco e variegato. Pensate che al suo attivo ci sono oltre 500 canzoni con musica e parole

di sua composizione, più di 3000 componimenti poetici, 5000 eventi tra spettacoli e intrattenimenti vari, 20 incisioni tra collaborazioni, musicassette e cd, passaggi televisivi su almeno 20 televisioni e altrettanto radio locali, nazionali, comprese Rai e Mediaset, e internazionali. Il nome di Wainer Mazza è presente in oltre cento pubblicazioni di carattere locale e nazionale.

Cosa dire di Wainer?

Siamo di fronte ad un protagonista-personaggio sobrio, contenuto, spesse volte ironico, divertente e

istrionico, altre volte riflessivo e pungente per situazioni di disagio da lui vissute assieme alla sua gente. Quella gente che lui ama incondizionatamente e che spesso ha portato alla ribalta, come ama ogni paese e frazione della provincia mantovana che ha battuto a tappeto portando la sua comunicativa nei luoghi più disparati e diversi del sociale, nelle situazioni più rocambolesche e alle volte assurde, raccogliendo sempre ciò che c’è di bello e propositivo.

Come il suo ultimo libro.

FRUGANDO FRA I RICORDI… 1800: IL MEDICO CHE ANDAVA A VISITARE I MALATI CON IL CAVALLO “Arte più misera, arte più rotta /non c’è del Medico che va in condotta”

Q

uesta ode scritta dal Dott. Arnaldo Fusinato di Schio nel 1885, rappresenta la vita del medico condotto.

“Col mattutino canto del gallo, balzi dal letto, monti a cavallo”…Nel passato lavorava 24 ore al giorno, sempre reperibile, due settimane all’anno di ferie 8se le faceva aveva l’obbligo di trovarsi e pagare un sostituto adeguato). “Senza tregua,

senza respiro come la posta sei sempre in giro”… il medico faceva l’internista, il dentista, l’ostetrico, il chirurgo, ecc “Se tu guarisci qualche ammalato, è Maria Vergine che l’ha salvato ma per disgrazia s’egli ti muore, t’urlano dietro: Can d’un dottore”!

Nella foto il medico condotto a cavallo, un vero “umile eroe”. Per gentile concessione di Davide Martinelli

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

di professione ho appreso e messo in

prime

pubblicazioni

scientifiche,

DA QUISTELLO E DA ALBEROBELLO A RIVA DI SUZZARA

UNA POZZANGHERA A FORMA DI CUORE

E’ successo a Suzzara all’entrata dei Giardini davanti all’Ospedale Vecchio, dopo una temporale ecco la sorpresa: una pozzanghera a forma di cuore che ha scoperto Paolo Lavagnini e che pubblichiamo volentieri.

QUANDO UNA FOTO VALE PIU’ DI MILLE PAROLE

Tommaso e Matilde Martani di San Rocco Quistello, assieme al nonno Lorenzo di Suzzara e cugini Madga e Nico da Alberobello (Bari) in visita ai quattro personaggi in piazza a Riva di Suzzara, muniti di mascherine protettive dato il periodo di Covid-19.

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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

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CI HA LASCIATO IL NOSTRO DIRETTORE SCIENTIFICO PROF. PIETRO ZANINI

E

UN GRANDE MEDICO AL SERVIZIO DELLA SCIENZA

merito chirurgo ed urologo il Prof. Zanini è stato allievo a Milano, del grande maestro, pioniere della neurochirurgia italiana, Prof.

Gianmaria Fasiani, del Prof. Luigi Gallone e successivamente fu partecipe della scuola di Armando Trivellini, considerato il suo vero Maestro, al quale fu legato da imperitura riconoscenza ed affetto grandissimo. Amico del Prof. Gianfranco Pellegrini bresciano come lui stesso e del celebre chirurgo Prof.

Giuseppe Pezzuoli, vanto della chirurgia italiana nel mondo, ma umanamente partecipe fraterno degli eventi lieti e tristi della vita di Piero Zanini che ha avuto modo di aggiornarsi continuamente in Francia, Germania, Inghilterra ed America. Arriva a Suzzara nel febbraio del 1966.

I

l Prof. Zanini aveva una grande passione per la storia in particolare di Francia (tutta la rivoluzione francese) che per anni riportò sul mensile “L’Eco di Suzzara” di Vanni Buttasi

E’

Il Professore è stato per 40 anni al servizio della scienza, una carriera lunga e brillante, davvero invidiabile. Medico stimato, si è sempre distinto per le doti professionali ed umane, molto disponibile all’ascolto, aperto alla collaborazione corretta, un vero signore dai modi garbati, uomo instancabile per il quale l’Ospedale ed i malati, vengono prima di tutto.

Arriva a Suzzara nel febbraio del 1966.La prima conferenza scientifica viene tenuta nel luglio del 1968 presso il salone del Centro Ricreativo FIAT-OM di Suzzara con il Prof.

Augusto Pederzini e Mons. Luigi Cavagnari su: “Il trapianto di rene”. Ne seguirono decine e decine in ogni ambiente del nostro territorio con serietà di impostazione, chiara discussione e completa documentazione.

LE SUE RICERCHE

dall’ottobre 2004 all’ottobre 2010. Ha scritto un libro intitolato “Rivisitazioni storiche” ediz.

Lui Reggiolo 2012, pag 176, ovvero la storia di 14 uomini e 8 donne che hanno segnato e

LA SCUOLA PER INFERMIERI/E GENERICI

stata aperta nel 1969 ed è durata nove anni diplomando 171 infermieri/e. Si tratta del periodo più bello della storia dell’Ospedale di Suzzara. Una scuola che ha offerto un futuro

sicuro a dei giovani. Il Prof. Zanini è stato assieme alla direzione fondatore e direttore didattico della Scuola, una delle più importanti della regione. Chi volesse consultare tutti i

1969-70 il primo anno scolastico con 19 diplomati

R

ingrazio questo periodico che mi ha dato la possibilità di fare alcune considerazioni postume sul Prof. Pietro Zanini, mio collega ed amico, da poco scomparso. Zanini era venuto a fare il primario chirurgo all’ospedale di Suzzara, per concorso, nel lontano 1966. Era stato allievo-chirurgo nell’istituto, assistente e poi aiuto, di Patologia Chirurgica della Università statale di Milano con il Prof. Armando Trivellini.

Dove studiando e lavorando aveva acquisito la Specialità in Chirurgia Generale e poi il ruolo di Libero Docente Universitario in materia Chirurgica nello stesso Istituto. Di Lui mi parlava sempre il Direttore Amministrativo, omio amico fraterno, Ido Traldi, tragicamente scomparso nel 1995 privando la moglie e il figlio del suo affetto, e della sua scienza la comunità mantovana che ne apprezzava la sua straordinaria intelligenza e capacità amministrativa e politica in Suzzara , Moglia e in Provincia. Di Pietro mi parlava sempre come della colonna portante dell’Ospedale, come di

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cambiato il mondo. Un libro inedito.

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nomi degli insegnanti e dei diplomati vedi il libro “La Scuola per Infermieri Generici 19691978” ediz. Bottazzi Sett 1993, 56 pag. con 8 foto inedite.

1976-77 ottavo corso (il penultimo) con 16 diplomati

PROF. MAURIZIO FONTANILI

solito accade per il ruolo del Primario Chirurgo, che è quello più esposto al giudizio del paziente perché il risultato del suo lavoro si appalesa di più. A Suzzara venuto Pietro succedeva a Stoccada, che io non ho conosciuto, poi al Prof.

Pescatori, romano, del quale non conserviamo un gran ricordo, e al Prof. Pelloja, insigne studioso e chirurgo di scuola modenese, che fu premiato con la vincita di un burrascoso successivo concorso per la Chirurgia dell’Ospedale Poma di Mantova. Zanini si inserì bene nell’ospedale della Bassa, pronto sempre a collaborare con tutti e on particolare con il ginecologo dr:. Angeli e con Il dr. Carusillo Anestesista. Ebbe anche la soddisfazione di entrare con il suo reparto nel nuovo Ospedale di Suzzara inaugurato dal Ministro della Sanità Rosi Bindi nel 1997. Io sono venuto a Mantova a dirigere la divisione che era stata del Prof. Pelloja nel 1987 che due anni dopo fu unificata con quella che era stata del Prof.

Benedini. Ho conosciuto e apprezzato il collega

Zanini conoscendo le sue doti professionali ed umane che in buona sostanza professionali , che lo hanno reso amico e sono tuttora ricordate con riconoscenza da tutta la comunità che gravitava sull’ Ospedale di Suzzara. Vorrei qui ricordare un suo atteggiamento. Dopo essermi insediato al Carlo Poma io organizzai delle sedute operatorie mensili che facevo guidare al mio Maestro allora Presidente della società italiana di Chirurgia e dell’international College of surgeons, il Prof. Giuseppe Pezzuoli. A queste invitavo i primari di chirurgia di Suzzara, Viadana, Guastalla, Castiglione e Poggio-Rusco, oltre ai miei collaboratori di Mantova. Era una occasione per socializzare tra di noi e aggiornare le nostre conoscenze.

Zanini che era assiduo frequentatore di queste sedute didattico- scientifico-tecnico dimostrava sapienza e umiltà. Era il suo carattere, che è poi quello che lo ha reso così popolare.

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

S

ono entrato in sala operatoria dopo la morte dell’Infermiere Armando Soldani e ci sono andato molto volentieri. Oltre che

I I

l Dott. Caforio ha prestato servizio dal 1981 al 1983 poi si traferisce a Mantova e ritorna a Suzzara in veste di primario chirurgo dal 2006 al 2017. Ha collaborato negli anni della maggior crescita della chirurgia di Suzzara dove anche il Dott. Ettore Benatti (scomparso nel 2006 a soli 57 anni) aveva fondato il sevizio endoscopico e il Dott. Amedeo Cavalca, attuale primario, è pioniere della chirurgia vascolare.”Il primo Agosto del 1981 è stato anche il mio primo giorno di lavoro in chirurgia a Suzzara,

P

arlare del Prof. Zanini mi emoziona, anche se non l’ho mai conosciuto dal punto di vista professionale, perché quando sono arrivato all’ospedale di Suzzara era già andato in pensione. E’ stato uno dei fondatori della

ci ha detto il Dott. Caforio, ono arrivato con 40 minuti di ritardo. Il prof. Zanini ha accettato le scuse (colpa del treno) con volto severo ma senza alcun rimprovero.

Nei mesi successivi ho capito che il Prof. non rimproverava nessuno....non ne aveva bisogno. Il suo modo di lavorare serio, scrupoloso, appassionato e rispettoso dei pazienti e di tutti i collaboratori era ricambiato nello stesso modo.

Era coadiuvato in reparto, in ambulatorio e

DOTT. GIANLUCA OCCELLI

chirurgia di questo nosocomio, noto chirurgo, appassionato di storia, un professionista dedito al lavoro. Persona affabile, di grande cultura, impegnato nel sociale.

Con la scomparsa del professor Zanini e

soprattutto in sala operatoria da collaboratori, medici e infermieri, altrettanto scrupolosi, seri e rispettosi. Mi vengono in mente tanti nomi e tanti volti .

Pensavo che il tempo avrebbe diluito questi ricordi. Invece la scomparsa del prof.Zanini li ha fatti rivivere con grande nitidezza...e tanta tanta nostalgia.

Grazie Prof. ...di tutto

dell’ingegner Edi Bondioli sono venuti a mancare due personaggi che hanno fatto la storia di Suzzara.

l’etica, l’attenzione, la disponibilità erano valori importanti e fondamentali. Un uomo di scienza molto preparato e aggiornato ma anche un profondo cultore. Posso dire che ho passato degli anni molto belli e a distanza di alcuni decenni il ricordo è sempre vivo. Al suo funerale mi sono commossa.

stato di salute lo tranquillizzava sempre… guardandolo negli occhi e toccandogli una spalla. Ero una giovane infermiera alle prime esperienze lavorative e ricordo la sua professionalità e la sua educazione sia verbale che gestuale.. la sua figura statuaria si muoveva in stanzoni dieci pazienti con garzo e disciplina.

ruolo. Grazie Prof, Lei ha permesso a tanti infermieri/e di vincere la sfida più importante della vita: la vittoria del pensiero, della qualificazione professionale.

2011-2020 DIRETTORE SCIENTIFICO DEL NOSTRO PERIODICO

ua, era la rubrica “I Grandi e le malattie”, ovvero i grandi personaggi storici e le malattie. Donne ed uomini famosi, ammirati o temuti da tutti tranne che dalle malattie

L

DOTT. MARIO CAFORIO

a migliorare la qualità della stessa, intesa come servizio terapeutico reso dall’uomo all’uomo.

INFERMIERE ATTILIO PIGNATA

na Persona importante della mia vita, il mio maestro: mi ha diplomato infermiere, è stato il primario della chirurgia dove ho lavorato gli anni più entusiasmanti e Direttore dell’Ospedale dove sono stato assunto di

S

saputo trasmettere le sue capacità umane e professionali ai suoi colleghi e dipendenti tutti. Il professore era impegnato a vari livelli nel difficile e complesso campo sanitario.

Nell’assistenza sanitaria ha saputo contribuire

CAPOSALA MAURIZIA VENERI

hi scrive ha lavorato con il prof. Zanini negli anni ottanta ai primi anni del mio esercizio infermieristico.

Ho il ricordo di un chirurgo di poche parole sia con il personale che con il paziente ma quando parlava con il personale abbozzava sempre un sorriso come dire…ti dò un comando ma non voglio essere severo ..e quando parlava con il paziente operato e ansioso di sapere del suo

U

osservazione. Io l’ho sempre ammirato e rispettato anche quando era in pensione perché è stato come un maestro.

CAPOSALA LELLA BERNI

o avuto la fortuna di conoscere e prestare servizio negli anni di maggior espansione della chirurgia di Suzzara grazie alla figura di grande spessore scientifico ed umano del Professore. Io ho un ricordo molto bello di quegli anni, persona gentile con gli ammalati, era educatissimo e comunicativo. Ricordo la visita medica con lui era un cerimoniale dove

C

un bravo chirurgo il professore Zanini è stato una persona democratica, che dialogava e rispettava tutti. Mai arrabbiato, mai una

SUOR ERMINIA BORASCHI CAPOSALA COMPARTO CHIRURGICO

l Prof. Zanini è stato un punto di riferimento importante a livello umano e professionale.

Direttore Sanitario e Primario Chirurgo, dove io ho lavorato per 10 anni, posso dire che è stato un uomo di grande cultura per aver

H

INFERMIERE CARLO PREDIERI

’ambiente dove piaceva fare relazioni profonde, è stato il Rotary GonzagaSuzzara dove è stato anche presidente nel 2006 sostenendo un concetto chiaro: “cercherò di esplorare molti cammini culturali”..

che implacabili li perseguitarono ed alla fine spensero la luce. Fin dal nascita del nostro periodico, che lo aveva sostenuto caldamente, per 4 anni ha collaborato con impegno e

LE SUE MASSIME

“Il mondo dell’assistenza è il più splendido di qualunque altro mondo, perché è il solo in cui tutta l’obbiettività è rivolta all’uomo”. Poi “L’edificio della letteratura, dell’arte, della musica ed il pianeta delle frontiere dottrinali

Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana

passione permettendo un salto di qualità e di crescita di anno in anno, proprio grazie ai suoi inediti e qualificati racconti sui personaggi storici. Nel viene stampato il libro:

scientifiche, è più splendido, magnifico e profondo di qualunque altro”.

“La cultura è un orizzonte che mi ha sempre affascinato. Una strada difficile ma pur sempre libera e bella”.

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Q

TESTIMONIANZA DEL MONS. EGIDIO FAGLIONI PARROCO EMERITO DI SUZZARA NON SI VIVE PER LA MORTE, MA PER LA VITA

uando mi è stata comunicata la morte del Prof. Pietro Zanini devo dire sinceramente che mi è molto dispiaciuto, perché non è morto un medico, ma una persona per me molto importante.

Il mio ricordo del prof.

Zanini è di una persona molto capace nel campo professionale, come medico, ma soprattutto come uomo pieno di umanità, sapeva metterti sempre a tuo agio nei primi incontri professionali, che sono sempre i più complessi. Lui con il suo umore e con il sorriso sempre sul viso, aveva sempre delle belle parole e non ti faceva pesare la situazione, ma soprattutto mi coinvolgeva con domande esistenziali a sfondo religioso. “Non si vive per la morte ma per la vita”! E questa frase me la porto stampata bene nella testa, specialmente

PALESTINA: SULLA FINESTRA DEL SECONDO PIANO PER VEDERE MORIRE LA MADRE.

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i è arrampicato lassù per ore Jihad Al-Suwaiti ogni giorno sulle pareti di un Ospedale in Palestina. Lo ha fatto per raggiungere un punto dal quale riusciva a vedere il letto di sua madre ricoverata lì per un tumore e affetta dal coronavirus. Ha scalato le condutture e si è accucciato lì sul davanzale del secondo piano. Lui voleva esserci, in silenzio dietro ad una finestra, ma esserci, sì proprio per lei, la mamma, senza la quale lui non sarebbe mai stato. Sigaretta in mano e lo sguardo fisso sul vetro. Una immagine che ha fatto il giro del mondo e fa venire la pelle d’oca.

adesso che non è più con noi.

Caro dottore, sono molto triste per la tua scomparsa, ma una cosa devo dirti, che sono orgoglioso di aver conosciuto una persona come te.

Che sarà di me dopo la morte? Che senso ha per me la vita? Dove vado con tutto il bagaglio dei miei sforzi, delle mie pene, delle mie magre consolazioni? In tali domande la morte appare come una sfida radicale al pensare umano, una sfida da cui nasce una riflessione seria. E’ come una sentinella che fa da guardia al mistero.

E’ come la roccia dure che ci impedisce di affondare nella superficialità. E’ un segnale a cui non si sfugge e che ci costringe a cercare una meta per cui vale la pena di vivere. E’ il “vallo estremo” (E. Montale) da cui ci viene come un contraccolpo, il bisogno di lottare contro l’apparente trionfo della morte e

HANNO FESTEGGIATO

CANNETO SULL’OGLIO Irene Peron 102 anni CODISOTTO DI LUZZARA Nidia Piccinini ha compiuto 106 anni. Alla sindaca che le ha chiesto quale sia il suo segreto di longevità ha risposto: “Sto leggera a pranzo e a cena, e qualche volta bevo un buon bicchiere di lambrusco.

MONZAMBANO Luigina Volpi 100 anni

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SOAVE DI PORTO MANTOVANO Ines Todeschi 100 anni MANTOVA Bice Vincenzi 100 anni CASALOLDO Decimo Cerati 100 anni il Maestro, con la maiuscola.

MOGLIA: GRAZIE SUOR ANSELMA E SUOR IOLANDA

e due sorelle che lavoravano da anni alla Rsa Pietro Sissa di Moglia, sono tornate alla Casa Madre delle Suore Orsoline “Cuore di Gesù” di Asola. A Moglia le Orsoline avevano prestato la loro opera anche alla scuola materna. Moltissime le testimonianze su FB per il bene fatto in tanti anni alla RSA: Laura Aroldi: “un grandissimo abbraccio per il bellissimo sostegno per gli ospiti”. Le Suore avevano una parola buona per tutti. Un abbraccio”. Alex Miglorini: “L’importanza delle Suore è Valore, Insegnamento, Educazione”.

San Benedetto Po

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un’esigenza profonda di cercare il senso della vita, di giustificare la fatica dei giorni.

Quando ci sentiamo soli, quando nessuno sembra volerci più e noi stessi abbiamo ragioni per disprezzarci o essere discontenti di noi, quando la prospettiva della morte o di una perdita grave ci spaventa e ci getta nella disperazione, ecco che dal profondo del cuore riemerge il presentimento e la nostalgia di un Altro che possa accoglierci e farci sentire amati, al di là di tutto e nonostante tutto.

Come riscoprire il volto del Padre quale volto vero, attraente? Siamo dunque invitati a guardare alla vita e alla storia come un pellegrinaggio verso il Padre: non si vive per la morte, ma per la vita, e questo approdo finale è legato a Qualcuno che ci viene incontro e garantisce il nostro avvenire come patto di alleanza con lui.

Ecco come ho conosciuto il Prof. Zanini: una persona che accetta di mettersi in ricerca e di aprirsi ad un orizzonte più grande!.

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SUZZARA E L’ABBRACCIO AL CAVALIER EDI BONDIOLI

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L’anno 2020 si sta chiudendo con due lutti la cui scomparsa ha segnato la storia della città di Suzzara nel campo economico e scientifico: l’imprenditore Edi Bondioli e il prof. Piero Zanini.

anta emozione, piazza gremita per salutare il “garzone” che divenne leader dell’imprenditoria suzzarese, un uomo di azione, Cavaliere Edi Bondioli. Ha fondato un impero della meccanica di 1700 dipendenti e sedi in tutto il mondo. Un vero suzzarese che ha amato la sua città, la sua gente, la sua famiglia, la sua fabbrica.

Consiglio l’edizione straordinaria del mensile “Eco di Suzzara” di 16 pagine con 38 foto a colori, 24

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CI HA LASCIATO IL DOTT. ALFREDO BAISI ANESTESISTA-RIANIMATORE

ottor Alfredo Baisi, medico anestesista e specialista della terapia del dolore, ha prestato servizio all’Ospedale di Suzzara, Guastalla poi alla Casa di Cura S. Clemente e presso il Centro Medico San Giacomo di Suzzara per ritornare in questi ultimi anni all’Ospedale di Suzzara. Un professionista capace e preparato ad affrontare emergenze e salvare vite umane come lo è stato in prima linea, come tutti i medici ed infermieri ed OSS per il pericolo del contagio, causato dalla pandemia del coronavirus.

Un medico fantastico, disponibile e generoso sempre pronto ad aiutare.

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testimonianze (toccante quella dei figli e delle nipote) dedicato al papà e al nonno. Una edizione speciale, un documento molto importante, (si trova nelle edicole), una scheda umana e professionale senza precedenti, che merita di entrare e rimanere in ogni casa grazie al direttore Vanni Buttasi ed editore Bruno Melli del mensile “L’Eco di Suzzara” di Agosto 2020 e settembre 2020 a pag. 12-13.

Molti lo ricordano per la compagnia che faceva prima di entrare in sala operatoria.

Il Dott. Angelo Edoardo Bellani ha scritto su FB: “Ciao Fred! Da oggi c’è un angelo in meno su questa terra. Vola alto amico mio!

Dott. Gianluca Occelli: “Era un professionista serio, preparato, affabile, cortese, sempre disponibile, di grande esperienza. Lavorava da anni nell’Ospedale di Suzzara dopo varie esperienze in altri nosocomi. Un abbraccio AL da tutti noi dell’ospedale.”

L’amico Massimo Tarana di Pegognaga lo descrive come un vero amico, generoso, sempre disponibile e amante della compagnia,

non solo degli amici ma anche dei cavalli.

SUZZARA: CI HA LASCIATO LIDIA BOSELLI PIONIERA E FONDATRICE DELL’AVO

i è spenta Lidia Boselli, vedova Murino. Aveva 86 anni. Era la sorella dell’indimenticabile don Lino Boselli, parroco dell’Immacolata, prematuramente scomparso a soli 65 anni il giorno di Natale del 2001.

Ha sempre accudito e seguito il fratello Lino anche durante la malattia. Persona buona e generosa, la sua vita per la famiglia e nel volontariato dell’AVO infatti è stata fondatrice, assieme al fratello Don Lino, dell’AVO e nel libretto ”Dieci anni di vita dell’AVO” a pag. 12 disse: “lo faccio perché sento il bisogno di aiutare gli altri” . Il presidente Dott. Enrico Guida la ricorda come.. ”una persona piena di carità e di umiltà che ha sempre espresso nell’opera giornaliera di assistenza nei malati di consolatrice nelle ore di tristezza verso i famigliari”. Anche Rossana Siliprandi la ricorda come.. ”esempio per noi tutti. Lidia non ha mai mollato. Era presente fino al termine”. Vivo il ricordo della serata del 2018 dove, grazie all’interessamento di Bruno Melli è stato ricordato Don Lino con una serata musicale

e Lidia era felice per le belle testimonianze ricevute di suo fratello. Indimenticabile l’intervento del parroco Mons.

Paolo Gibelli che ha detto: in Ospedale 15 anni fa, Don Lino che andavo a trovare, un giorno mi disse: “ma tu non verresti a fare il parroco a Suzzara”. Ecco, dopo 15 anni sono quà!. Un lunghissimo applauso ha premiato questa riflessione come dire mai come stasera Don Lino sarà contento perchè nella sua Suzzara ora c’è il parroco giusto che piace ai suzzaresi.

CI HANNO LASCIATO MANTOVA Teresa Molinari Ved. Morelli anni 100 MOGLIA Angelo Ferraro anni 101

MANTOVA Vittorina Bernardelli, vedova Bellomo, aveva 106 anni.

SUZZARA Margherita Mandruzzato vedova Giroldi 106 anni. Era la decana di Suzzara e madre dell’ex sindaco Mario Giroldi MARMIROLO Maria Elisa Maffia ved. Crocenzi 100 anni

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