Cronache Sanitarie






Fatti e Persone della Sanità Mantovana www.cronachesanitarie.it
Questo periodico non riceve alcun finanziamento pubblico
Dicembre 2022 - Anno XI Numero 70 - Periodico Bimestrale di informazione sanitaria gratuito








Fatti e Persone della Sanità Mantovana www.cronachesanitarie.it
Questo periodico non riceve alcun finanziamento pubblico
Anche quest’anno, nel vangelo della messa di mezzanotte ascolteremo il canto degli angeli: “Gloria a Dio nell’altodeicieliepaceinterraagli uominiamatidalSignore”. Eppure, la guerra continua a mietere vittime e distruzioni, a diffondere minacce e paure, non solo in Ucraina, ma anche in molti altri paesi della terra.
Continuaapag.3
Buon natale
col triste pensiero della guerra in corso..
In questo numero nella rubrica dell’oncologo Dott. Gabriele Luppi la storia di Alice che, guarita dopo due anni di chemioterapia rimane incinta all’età di 25 anni. Un bellissimo esempio di come l’amore per la vita aiuti a superare anche la malattia più terribile e i momenti più difficili.
Entra nella redazione il Dott. Gabrio Zacchè emerito primario ginecologico di Mantova, pioniere dalla nascita del periodico. Cura la rubrica “Storia e storie del nascere” e collabora come oratore agli eventi medici sui problemi della sfera femminile.
La redazione ringrazia i sostenitori del periodico, si adopera ad aiutare professionisti ed inserzionisti incrementando l’immagine commerciale e con esso l’attività produttiva e lavorativa.
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a pag. 33
..segue dalla prima
Anche la scelta di molti comuni di risparmiare sul consumo di energia elettrica, rinunciando alle luci di Natale, ci ricorda il dramma e la sofferenza di tante persone che non ci può lasciare indifferenti. Mai la guerra è stato lo strumento per risolvere i problemi e le controversie tra i popoli, ma molto più oggi essa appare in tutta la sua assurdità e disumanità anche perché, rendendo attuale la minaccia dell’uso delle armi nucleari, evoca la terribile possibilità dell’auto distruzione del mondo. Quale messaggio possiamo trarre allora dal Natale di quest’anno 2022? Anzitutto il messaggio che non possiamo mai dare per
scontata la pace, ma che essa va accolta e coltivata ogni giorno come dono prezioso affidato alla nostra responsabilità personale e collettiva. Poi la speranza che, nonostante tutte le contraddizioni e gli egoismi che producono violenza e morte, Dio continua a nutrire fiducia negli uomini, perché scegliendo di mandare suo Figlio ad incarnarsi, a farsi uomo, ha introdotto per sempre nella storia umana la forza dell’amore capace di vincere l’odio, la forza del perdono che disarma la vendetta, la forza della mitezza e della giustizia capaci di abbattere l’orgoglio e il ricorso alle armi. Il messaggio spirituale deve però tradursi in scelte concrete, politiche e sociali.
Ridurre la produzione ed il commercio delle armi e potenziare gli investimenti nella sanità e nell’educazione, diffondere lo stile e l’atteggiamento del dialogo e del rispetto verso ogni diversità culturale, sociale o religiosa, lottare decisamente per ridurre il più possibile ogni forma di discriminazione e di esclusione, impegnarsi con rigore e determinazione perché le risorse idriche, alimentari ed energetiche siano più equamente distribuite a livello mondiale. Solo a queste condizioni potremo scambiarci con fiducia e serenità l’augurio di “Buon Natale!”.
Don Paolo GibelliUcraina: Drammatica la testimonianza di Ilaria Torelli una ex pegognaghese, oggi insegnante della lingua inglese in una scuola in Ucraina nella città di LUTSK dove vive con il marito Leontii una situazione incredibile, che ci ha raccontato, in occasione di un suo recente rientro a Pegognaga, dove i bombardamenti sono saltuari, molti i droni che sorvolano la zona mentre il suono delle sirene è quotidiano, notte compresa.
Dobbiamo subito calarci in un bunker o correre in una zona di sicurezza, dove c’è meno rischio di morte. Si tratta di uno stato emotivo continuamente sotto pressione, è un vivere molto duro perché ci si rende conto che siamo psicologicamente a contatto con la morte, dove la vita è breve e può terminare in ogni momento. La mia esperienza dolorosa è nelle scuole dove i bambini arrivano con due zainetti perché hanno il cambio, acqua, biscotti e un rifornimento per alcuni giorni. I bambini sono traumatizzati e segnati perché ad ogni suono delle sirene devono correre nel rifugio per ripararsi. Ma la cosa terribile che ci lascia sgomenti è la loro ricreazione dove giocano alla guerra, loro non hanno la capacità della realtà e questi giochi li vivono come una favola e tutto diventa normale. E’ davvero una situazione che ha dell’incredibile racconta l’insegnante pegognaghese.
Le abbiamo chiesto come vede il futuro o meglio la fine di questa guerra e ci racconta che la guerra cioè l’invasione della Russia, ha cambiato il modo di ragionare di tutti dove vige una grande
Bimestrale gratuito
Iscritto al Tribunale di Milano in data 08/04/2011 n° 190
DIRETTORE RESPONSABILE
Attilio Pignata Via C. Ravera, 9 Suzzara (Mn) Tel. 346 0905483
VICE DIRETTORE
Paolo Lavagnini Dott.ssa Elisabetta Vicentini
incertezza sul domani. Si fa fatica a fare dei progetti solo per un mese a venire, c’è come un blocco psicologico nella testa. Oggi è tutto astratto, vincere per noi ucraini non vuol dire distruggere un’altra nazione ma difendere l’integrità della nostra nazione e con esso il diritto di vivere. Qui i soldati ucraini sono degli eroi ed esemplari perché stando dando tutto se stessi per la causa. Sul problema dell’informazione, ci racconta Ilaria c’è molta confusione, le fa male al cuore quando le dicono che l’Ucraina deve arrendersi. Sono discorsi non validi, è disinformazione. Le armi che ci arrivano non servono per uccidere ma per difenderci e questo concetto di difesa va a favore del futuro dell’Europa intera compresa l’Italia.
Le ultime notizie arrivate il 26-11-2022 prima di mandare in stampa il nostro periodico riguardano la città di KIEV AL BUIO.
RESPONSABILE SANITARIO
Dott. Gianluca Occelli
REFERENTE per EVENTI MEDICI e CORSI FORMATIVI
Dott.ssa Elisabetta Vicentini Tel. 333 1015524
Suzzara: Dott.ssa Anna Bonini Dott. Roberto Messori, Rosanna Rossi, Prof. Renzo Gualtieri, Gilberto Zacchè, Prof. Gabriella Bigi Motteggiana: Francesco Ponti
Gonzaga: Carla Ferrari, Marco Barbieri
Moglia: Gianni Bellesia, Valentina Amadori, Mirko Sacchi Pegognaga: Bruno Mazzacani
Nelle regioni occupate dell’est Ucraina gli occupanti distruggono le torrette dei collegamenti telefonici... Nelle altre città lo fanno con i furbi droni e bombe. La città di Kiev è praticamente tutta al buio, viene erogata la luce soltanto per due ore fisse al giorno. In assenza della corrente elettrica non funziona neanche il semplice collegamento telefonico indipendente da internet... In assenza di luce non funziona neanche l’acqua, pertanto nelle due ore in cui si può usufruire della luce le persone possono lavorare se hanno la WiFi. Le persone sono psicologicamente isolate e moralmente oppresse. Hanno intervistato una giovane imprenditrice di Kiev e dice questa che i russi pensano di farla franca e di piegare un popolo colpendolo al cuore, ma gli ucraini vogliono dimostrare che si può resistere anche al buio, si compreranno dei generatori e faranno tutto quello che è possibile per continuare a lavorare seppur con delle limitazioni grandissime per portare avanti la vita.
Si lavora con i bambini vicino alle finestre, l’asilo ha fatto scorta di acqua per lavarsi le mani e per bere. Ma la cosa più terribile per strada sono i semafori spenti.
Ringraziamo Ilaria Torelli che ci ha inviato questa testimonianza sulla realtà della guerra in Ucraina che pubblichiamo per dovere di cronaca. Non abbiamo testimonianze da parte della Russia che permetterebbe al lettorediavereunavisionecompletadi due popoli in guerra. Le comunicazioni finora arrivate sono dall’Ucraina.
San Benedetto Po: Dott. Roberto Lasagna Quistello: Alfio Maestrelli
San Giacomo delle Segnate: Giuseppe Brandani Modena: Dott. Gabriele Luppi Bologna: Dott. Giovanni Sorrenti Mantova: Dott. Cleante Scarduelli Dott. Gabrio Zacchè
COLLABORATORI
Renzo Gazzoli, Cav. Carlo Gasparini, Ing. Ivan Ongari, Dino Barbi, Carlo Ponti
EDITORE: Attilio Pignata attilio.pignata1951@gmail.com
Comunicazione con la Redazione: attilio.pignata1951@gmail.com
GRAFICA BMG immagine Tel. 328 0050604
Il periodico viene distribuito in ambienti Sanitari pubblici e privati; Farmacie, Parafarmacie, ambulatori Medici di famiglia e Specialisti nei comuni del distretto, nonchè in attività pubbliche ricettive, Case di riposo (R.S.A.), CUP Ospedale, Istituzioni Socio-Sanitarie (A.S.L.), Laboratori analisi.
Il marchio della testata è registrato presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Finito di stampare il 26 novembre 2022 presso Centroffset - Fabbrico (Re)
È attivo da luglio 2022 nel Suzzarese “Gioco Senza Rischi”, nuovo progetto di Azienda Socialis sostenuto da Regione Lombardia che promuove iniziative di contrasto al gioco d’azzardo patologico (GAP) e di sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni del territorio Suzzarese.
L’obiettivo di “Gioco Senza Rischi” è quello di diffondere l’adozione di misure di contrasto al gioco d’azzardo patologico attuando una prevenzione primaria, organizzando momenti finalizzati alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni territoriali, favorendo la consapevolezza dei meccanismi che portano ad una dipendenza ed intercettando i giocatori problematici e/o patologici.
Il progetto - realizzato insieme ad ATS Val Padana, ASST Mantova e Cooperativa Zero Beat - vuole dare continuità alle iniziative di “Come Gioco?”,
progettualità dello scorso anno grazie alla quale sono stati realizzati negli Ambiti di Ostiglia, Mantova e Suzzara incontri di formazione partecipati da oltre 100 operatori, videoconferenze con gli Informagiovani del territorio, attività laboratoriali all’interno delle scuole ed una campagna di sensibilizzazione.
Tra le attività promosse da “Gioco Senza Rischi” nei prossimi mesi: la diffusione della campagna di sensibilizzazione, laboratori dedicati ai più giovani, una formazione rivolta agli amministratori locali dei Comuni dell’Ambito di Suzzara (Giunte e Consigli Comunali) e l’adozione di un protocollo operativo condiviso tra servizi.
“Gioco Senza Rischi” rappresenta un’occasione per l’Ambito di Suzzara di sviluppare, implementare e realizzare ulteriori azioni di
prevenzione e contrasto al GAP attraverso la sinergia e collaborazione con ASST e ATS Val Padana per la promozione di una cultura della prevenzione e del contrasto al GAP, l’adozione di indirizzi condivisi da parte delle amministrazioni comunali dell’Ambito, la realizzazione di laboratori dedicati a ragazzi e ragazze.
Per maggiori informazioni: www.aziendasocialis.it/gioco-senzarischi
Si è concluso con l’evento di restituzione del 24 novembre “C’entriAMO”, il Centro Famiglie che ha proposto eventi e momenti di incontro, confronto e crescita alle famiglie dei Comuni del Suzzarese ed Ostigliese.
Il progetto - sostenuto da Regione Lombardia e realizzato da Azienda Socialis, ATS Val Padana e dal Comune di Ostiglia come capofila del Piano di Zona di Ostiglia – è nato nel 2020 con l’obiettivo di sviluppare un nuovo modello di Centro Famiglie sul territorio, che potesse connettere servizi ed attività già presenti a servizi di nuova attivazione per favorire l’empowerment e il supporto alle famiglie nell’ottica di un welfare di comunità.
Le iniziative, a differenza degli altri centri famiglie del mantovano, non si sono sviluppate in un solo luogo fisico ma hanno trovato la propria realizzazione all’interno di spazi e momenti strategici diffusi sul territorio con la possibilità di partecipare da remoto, una scelta dettata sia dalla situazione emergenziale del Covid-19 sia dalla volontà di agevolare le famiglie. Nei due Ambiti, le Cooperative Sociali partner Ai Confini, Minerva, Il Ponte e Simpatria hanno promosso - in collaborazione con psicologi, psicoterapeuti ed arteterapeuti - incontri rivolti ai genitori con figli
disabili seguiti dai servizi (ma comunque aperti alla cittadinanza), gruppi di auto mutuo aiuto dedicati alle famiglie che vivono situazioni di fragilità, incontri rivolti a genitori di bimbi nei primi anni di vita (fascia 0-6 anni), un corso di formazione dedicato agli operatori dei servizi; gli ultimi mesi di progetto hanno inoltre visto la nascita di un nuovo social point nel Destra Secchia dedicato alle famiglie, il “Lab105” a Sermide.
Per maggiori informazioni: www.aziendasocialis.it/centriamo
È sicuramente capitato a tutti di trovare in casa un vecchio oggetto che non usiamo da anni ma che non vogliamo buttare perché ci siamo affezionati. A volte si tratta di piccoli cimeli dal valore economico irrilevante, cose che in altri contesti butteremmo immediatamente nella spazzatura. Eppure, un legame ci spinge a conservarli: il ricordo di un tempo passato, di un’emozione vissuta, ci portano a tenere in casa questo oggetto e a prendercene cura per conservarlo al meglio nel tempo.
La Mostra Scambio Camer che si è tenuta alla Fiera Millenaria di Gonzaga a ottobre è stata l’occasione per riunire gli appassionati di motori e oggetti vintage: a fare da comune denominatore, il desiderio di andare alla ricerca di piccoli tesori in grado di far vivere delle emozioni, oggetti anche piccoli e apparentemente insignificanti per qualcuno, che risultino essere un oggetto di culto agli occhi della
persona giusta.
Girando fra i banchi colmi di ricambi, insegne e gadget legati al mondo dei motori, si ha l’occasione di immergersi in un tempo ormai passato, un’epoca in cui il rombo dei veicoli aveva un suono roboante e schietto, in cui i motori e le trasmissioni erano prodigi di pura essenza meccanica ed il vero piacere di guida stava nel godersi il “ruggito metallico” di queste fantastiche creazioni. Oltre al sentimento di nostalgico piacere per questi veicoli del passato, c’è stata anche l’occasione di apprendere due importanti lezioni: la prima, è che è bene prendersi cura degli oggetti che possediamo, in modo che questi possano durare più a lungo, facendoci risparmiare i soldi di eventuali riparazioni o sostituzioni. La seconda, è che aggiustare e mantenere in buono stato un oggetto è anche una scelta ecologica: negli ultimi decenni siamo stati portati a buttare
e rimpiazzare ogni cosa appena questa si rompe, arrivando a creare immense quantità di spazzatura inutile. Quando possibile, pertanto, sarebbe virtuoso cercare di riparare ciò che si è rotto, in modo da evitare di creare ulteriori rifiuti.
La passione per un oggetto vintage si può rivelare, così, anche una scelta ecologica e la cura dedicata al nostro cimelio ci permetterà di rivivere ogni volta che vorremo l’emozione vissuta la prima volta in cui l’abbiamo utilizzato.
Francesco PontiMoglia: Dopo un’allucinate ricovero al pronto soccorso dell’ospedale di Mantova, durato 24 ore, il 27 luglio vengo trasferita all’ospedale di Suzzara per accertamenti perché i problemi che sembravano risolti, dopo il ricovero, sempre a Suzzara, in marzo 2022, erano peggiorati. In quel ospedale sono stata curata ed assistita con competenza e cura, devo ancora ringraziare la competenza del prof. ROTI, infermieri, oss e tutto il personale, compreso quello delle pulizie che mi hanno fatto sempre sentire come se fossi stata unica. Dopo quindici giorni, il 10 agosto, sono stata trasferita all’ospedale di Gonzaga per la riabilitazione. A causa
del deperimento fisico non riuscivo più a muovermi. Ero bloccata dalle mandibole ai piedi. In questo ospedale, che già conoscevo per esserci stata nove anni fa e prima ancora avevano rimesso in piedi mio marito dodici anni fa, hanno fatto miracoli. Grazie alla competenza della fisioterapista CHIARA BARANI, di medici, infermieri, oss, asa e tutto il personale che ruota in questa struttura, mi sono trovata a mio agio e questi tre mesi sono volati. Inizialmente ho condiviso la stanza con una signora di Suzzara molto discreta e con la quale condividevamo le stesse idee nel guardare la televisione. Quando mi hanno trasferito al primo
piano mi hanno assegnato una stanza singola e così ho potuto svolgere le mie attività senza disturbare nessuno. Ora riesco ad essere autonoma nelle mie funzioni e cammino con molta più sicurezza. Ho anche la fortuna di avere una Figlia che non ha mai fatto sentire sola. Ogni settimana trascorre tre giorni a Moglia e mi viene a trovare. Questa sua vicinanza mi da la forza di reagire.
A tutti vada il mio più sincero ringraziamento
Albertina Capisani
san Benedetto po - pieve di coriano: Un sentito ringraziamento a tutta l’equipe Medico e Infermieristica del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Pieve di Coriano, di cui ho avuto bisogno. Esprimo la mia più sincera ammirazione per la professionalità, la gentilezza e la grande efficienza che hanno dimostrato nei miei confronti nella risoluzione del mio problema. Considero le attività, che vengono svolte da medici e infermieri, un lavoro molto duro e spesso è poco riconosciuto, per cui i complimenti e i ringraziamenti nei loro confronti, sono più che doverosi.
Con stima e riconoscenza.
Dino Barbin plauso a tutto lo staFF del pronto soccorso dell’ospedale
Suzzara:
Giuseppe Berto ex funzionario Magistrato del Po e Angiolina Araldi tecnica di Radiologia Medica si sono sposati il 30 settembre del 1962 a Campitello. Il loro viaggio di nozze è stato sul Lago Maggiore. Dal loro matrimonio sono nate due figlie: Loredana ed Manuela e sono nonni di due nipoti, Samanta e Irene ed infine bisnonni del pronipote Diego. Alla festa tutti i famigliari parenti ed amici. Congratulazioni dalla nostra redazione.
Luigi Righi e Alba Menegatti di Moglia sposati nel 1970 volevano festeggiate il cinquantesimo del loro matrimonio ma causa Covid-19 lo faranno il 27 dicembre. Si sono sposati a Villanova di Reggiolo e il loro viaggio di nozze l’hanno fatto a Roma dove ricorda con grande gioia che era riuscito ad avvicinarsi al Papa Paolo VI a prendergli il braccio e stringerglielo. Non hanno figli ma una decina di nipoti. Auguri dalla nostra redazione.
Codisotto (Re) e San Prospero (Mn):
Suzzara.
Claudio Verona e Angela Trentini sono insieme da 60 anni. Sposati a Romanore con Don Angelo dalla loro unione sono nati due figli (Franco e Massimo) poi nonni di sei nipoti e un pronipote. Congratulazioni.
Si tratta di Giovanni (Gianni) Borelli e Rosa Fanetti di Codisotto (Luzzara) che si sono sposati a Suzzara nella Chiesa Immacolata nel 1972 con il sacerdote Don Romeo Dellabella di Como. Una vita dedicata alla famiglia e al lavoro. Tre figli (Antonio, Adelelmo e Francesca) e sei nipoti. Il loro viaggio di nozze è stato a Roma e dopo cinquant’anni sono ritornati in occasione di una gita. Ciro Pini ed Adriana Calziolari di San Prospero si sono sposati nella Chiesa Immacolata nel 1972 con Don Franco Raffaldini. Anche per loro una vita dedicata alla famiglia e al lavoro. Il loro viaggio di nozze a San Remo. Due figli Patrizia ed Manuela.
Suzzara.
La figlia del Dott. Carrillo, in data 25 ottobre 2022, ha superato l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense, diventando Avvocato. Rebecca, anni 27, dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Bocconi di Milano, ha intrapreso il periodo di pratica forense presso uno studio legale. Attualmente è Junior Manager in una delle migliori aziende di gestione di informazioni commerciali che valuta la solvibilità e il merito creditizio delle imprese, con sede a Milano nonché in tutta Italia e Europa.
LA NOSTRA STORIA. Dal 1921
l’elettricità è stata la nostra origine: elettricista il nonno Lisimaco Corradini e il papà Mario.
Tre generazioni Corradini, 70 anni di negozio dal 1952.
Ora ci meritiamo un giusto riposo: la pensione.
Abbiamo lavorato con l’esempio della mamma Duilia e del papà Mario, esempio di serietà, affidabilità, onestà, disponibilità ed umiltà.
Siamo persone che non hanno mai alzato la voce per far sentire che ci siamo e nel tempo siamo sempre state un punto di riferimento:
i nostri PREZIOSI CLIENTI, senza di loro non ci saremmo più da tanto tempo. Alcuni di loro ci seguono da generazioni, i loro figli che abitano in altre città continuano a venire a fare i loro acquisti da noi. Clienti che scegliendoci ci hanno sempre stimolate a dare il meglio di noi per poterli soddisfare. Abbiamo sempre dato il massimo mettendoci la faccia, la forza fisica e mentale e ci abbiamo sempre messo il cuore.
Sono stati anni luminosi ed emozionanti grazie agli incontri con persone meravigliose e alle soddisfazioni che questo lavoro ci ha donato nel tempo.
“Corradini al negòsi ad la lus”. La qualità e l’originalità ci hanno sempre contraddistinto, i nostri lampadari si accendono in tante parti d’Italia, d’Europa e anche oltre…
La scelta di chiudere è data solo dall’età, che non ci permette più di proseguire: 70 anni superati sono un bel traguardo!
Non possiamo chiudere la nostra attività senza ringraziare e salutare chi ci ha permesso di arrivare fin qui,
Un GRAZIE particolare ad ALVARO, nostro insostituibile collaboratore, prezioso ed intuitivo, da sempre al nostro fianco, con il suo ottimismo e la sua forza ci ha sostenute nel corso degli anni, ai nostri figli MARCO, NICOLA, CHIARA, che ci hanno aiutato, supportato e ci sono sempre stati vicini. Grazie a nostra sorella COSETTA sensibile e attenta e a suo marito MAURO che con la sua mente “tecnologica” ci ha aiutate nei momenti di difficoltà. Da ottobre a fine dicembre con sconti del 50% vi aspettiamo per lo “svuota tutto” per cessata attività.
preMiate 74 “iMprese storicHe MantoVa”
Sono 74 le imprese premiate da Confcommercio per riconoscere l’impegno, i sacrifici e le passioni di imprenditori che hanno contribuito a fare crescere e consolidare la vita sociale del territorio. Il prestigioso riconoscimento è andato a bar, ristoranti, botteghe artigiane e imprese di servizi per premiare e valorizzare le imprese che negli anni hanno ottenuto il riconoscimento di attività storica dalla Regione – ovvero realtà imprenditoriali con almeno 40 anni di vita.
Nella foto Letizia Zangelmi del Bar trattoria Lety a Bondeno di Gonzaga con il presidente Ercole Montanari durante la premiazione.
Mi chiamo Alice, ho 25 anni, appena compiuti.
E negli ultimi 2 anni mi sono trovata davanti alla mia sfida. Dopo una delle estati più belle della mia vita, una sera dopo la doccia mi auto-palpo il seno e sento un “nodulo” duro, mobile nella mammella sinistra.
Dopo una ecografia e un successivo agoaspirato vengo chiamata dall’ospedale di Carpi per la consegna del referto. La dottoressa che mi consegna il referto, mi spiega non essere un tipico tumore al seno, ma qualcosa di diverso non ancora identificato; le cellule risultano positive a un gene, chiamato EWSR1, a cui ancora attualmente i medici non si sbilanciano a dare un nome. Mi crolla il mondo addosso! Decido quindi di farmi seguire dal dott. L. e continuare il mio percorso presso il policlinico di Modena, dove mi sono trovata benissimo e ringrazierò sempre per tutto ciò che hanno fatto per me. Successivamente mi attende una nodulectomia al seno, ed essendo la malattia troppo ai margini del tessuto prelevato, vengo sottoposta in un secondo tempo ad una mastectomia con l’applicazione di un espansore per una successiva ricostruzione.
Dopo anche aver sottoposto il mio caso ad un anatomopatologo dell’ospedale di Padova, specializzato in forme rare, arriva il verdetto: sarcoma di Ewing della mammella.
Fortunatamente gli esami di stadiazione TAC e PET non evidenziano altre sedi di malattia. Si tratta di un tumore molto raro che in genere colpisce le ossa e eccezionalmente altri organi o la mammella. Per la rarità del caso e, credo anche per la mia giovane età, il dott. L. mi indirizza all’Istituto Tumori di Milano, reparto tumori rari, dove la dottoressa B., dopo avere esaminato con cura il mio caso, mi consiglia un protocollo di chemioterapia adiuvante, dei più pesanti, con lo scopo di ridurre i rischi di una recidiva.
Mi viene istallato il Port a Cath (catetere venoso centrale per le infusioni di chemioterapia) ed inizio i miei 9 cicli di chemio terapia in Oncologia al Policlinico di Modena: 5 di doxorubicina, vincristina ed ifosfamide (gentilmente soprannominata ifoschifo per l’effetto nauseante) ed i restanti 4 di etoposide + ifosfamide. Ogni ciclo comprende tre giorni di ricovero, ed è distante dal successivo di tre settimane. L’intero percorso di trattamento è durato in totale 7 mesi complessivi. Successivamente alla fine della chemioterapia vengo sottoposta ad un intervento di sostituzione dell’espansore con una protesi definitiva.
Inoltre vengo sottoposta a controlli ravvicinati, visite, esami di sangue, TAC e PET per verificare che tutto vada bene
e che non vi siano recidive della malattia. Ad ora, dopo due anni dalla diagnosi, posso dire di aver tenuto i denti stretti in quel periodo, molto supportata dall’amore di mia madre e dei medici e infermieri che mi hanno curato.
Il mio corpo è cambiato tanto, porta i segni di tutto questo, e perciò lo amo e lo ringrazio di essere stato forte, ancora di più di prima.
Ho dimostrato positività e serenità durante questo percorso e non ho mai smesso di fare progetti per il mio futuro; questo ha aiutato in primo luogo me stessa, ma anche le persone che avevo intorno, a superare questo difficile periodo. Un altro grandissimo aiuto, molto importante per me, è stato quello del dott. L. e di tutta l’equipe medica del COM di Modena che mi ha sempre sostenuta ed ascoltata. Sono stati davvero fondamentali per me. Conoscendo e avendo conosciuto persone con la mia stessa patologia, e vedendo i differenti percorsi di ciascuno di noi, compreso chi purtroppo non ce l’ha fatta, la paura della recidiva sarà una cosa a cui dovrò far fronte e mi accompagnerà tutta la vita.
Parliamo ancora di tumori rari, nei quali la diagnosi spesso è difficile e richiede competenze specifiche non sempre presenti in tutti gli ospedali e la pianificazione terapeutica è opportuno chevengadirettadacentridiriferimento, notiperivolumidellacasisticaelaricerca scientifica. La prima comunicazione di una diagnosi di tumore non ben definita creaspessosconcertoedisorientamento nel paziente. Il tumore di ewing, dal nome del patologo che lo descrisse per la prima volta, all’inizio degli anni venti del secolo scorso, colpisce in genere bambini e giovani adulti; si sviluppa prevalentemente nelle ossa, in particolare in quelle del bacino, della regione toracica e delle gambe, ma la malattia può insorgere anche nei tessuti molli o in altri organi diversi (esempio reniecomenelcasodiAlicemammella).
In Italia si registrano meno di 100 nuovi casi ogni anno di tumore di Ewing. La cura è ancora oggi fondata su chirurgia, chemioterapiaeradioterapia.
Ma questo non mi impedirà di vivere serenamente.
E poi, dopo due anni dall’inizio della malattia, si prospetta per me un altro percorso completamente diverso e bellissimo: una gravidanza! Perché la vita è bellissima, e io la amo immensamente.
Soprattutto quando i tumori colpiscono giovani adulti, notevoli progressi sono statifattinegliultimianniperpreservare lapossibilitàdimaternitàepaternità.La storiadiAliceèunchiaroesempiodicome l’amoreperlavitaaiutiasuperareanche la malattia più terribile e i momenti più difficili!
Dott.GabrieleLuppiuna sFilata di Moda per la preVenZione dei tuMori al seno
Suzzara: Importante iniziativa presso il negozio di abbigliamento “Incontro” dove donne di tutte le età affette da tumore al seno, hanno deciso di mostrare il loro sorriso davanti a cittadini, famigliari
e medici. Obiettivo: lanciare un messaggio di fiducia e prevenzione alla lotta dei tumori al seno. Perché questa sfilata? Doppia finalità ha detto la responsabile Loredana Dragotta tenere
alta l’attenzione sulla prevenzione e far rivivere alle donne una esperienza che vuol dire la riconquista della propria autostima. Complimenti dalla nostra redazione.
rinFresco per sostenere a.Ma.ri.ca.
Suzzara: Presso Conad di Suzzara, sempre disponibile ed aperto ad aiutare A.MA.RI.CA alcuni volontari hanno
preparato il gnocco fritto per beneficenza. La partecipazione dei cittadini fattiva e proficua, aumenta sempre più la stima e
la fiducia verso l’associazione AMARICA (Associazione Mantovana Ricerca Cancro) di Moglia e Suzzara.
donaZione a FaVore dell’associaZione “aMici di Francesca”
La Polisportiva Palidanese si era impegnata ad effettuare una donazione in favore di Francesca, colpita qualche anno fa da SLA.
I proventi derivati dalla Palidan Marcia e dalle lotterie a premi, ci ha comunicato il presidente Graziano Gramostini, organizzate nel corso della Fera dla Pepa 2022 hanno reso possibile la donazione di € 1000,00. Nella foto i volontari in un momento della fera dla Pepa.
Pegognaga:
A Polesine presso la trattoria Azzoni si è tenuto un pranzo solidale per aiutare Francesca che sta lottando contro la Sla grazie all’Associazione “Gli amici di Francesca” che hanno invitato il cantastorie Nicola Armanni per animare l’evento.
Si tratta di materiale per giochi e riabilitazione dei ragazzi con patologie neurologiche, psicologiche del linguaggio e dell’apprendimento dagli 0 ai 18 anni.
Le donazioni tramite l’Associazione “O. Zuccati” sono arrivare grazie alla ditta Bosi Impianti di Bondeno, dal Gruppo Podistico Avis Suzzara e Alessandra Ferrari Alla cerimonia presenti i volontari dell’associazione “O. Zuccati” con il presidente Dott. Giuseppe Crotti, Attilio Pignata segretario, Dott. Egidio Faglioni tesoriere, Edgardo Galli consigliere. Fra i donatori presente Vincenzo Bonaretti a nome del gruppo podistico AVIS Suzzara infine gli operatori del servizio Dott.ssa Chiara Vincenzi Medico neuropsichiatra responsabile Neuropsichiatra Infantile UONPIA Territoriale Basso Mantovano Sede di Borgo Mantovano e Suzzara, Dott.ssa Teresa Gemelli Psicologa Psicoterapeuta, Dott.ssa Loriana Prisco Fisioterapista, Dott.ssa Martina Bolognese
Suzzara:
Terapista della Neuropsicomotricità, Dott.ssa Melissa Galimberti Logopedista, Dott.ssa Annalisa Legnante Logopedista, Dott.ssa Maria Gloria Natalizio Logopedista, Dott.ssa Trudy Mondini Logopedista, Dott. Samuele Ferraresi Educatore Professionale.
Nella foto la Dottoressa Chiara Vincenzi dell’UONPIA (Unità Operativa Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza) del Territoriale Basso Mantovano Sede di Borgo Mantovano e Suzzara.
Presso la Scuola Arti e Mestieri, oltre 50 persone, grazie a “Salviamo il cuore” e Rotary Gonzaga-Suzzara, hanno partecipato al corso per conoscere le nozioni di base per salvare bambini a rischio di soffocamento, utilizzando manichini digitali e simulatori. Un grazie ai medici istruttori, Chiara Rovesti, Mattia Biagi, Elia Martini e dell’infermiera pediatrica Francesca Magnaguagno, perché oltre a fare prevenzione si è parlato anche dell’alimentazione in età pediatrica.
corso gratuito di disostruZione in età pediatrica
donaZioni al reparto di neuropsicHiatria traMite l’ass.ne “o. Zuccati”
giVe teetH a cHance. tootH Vs i
“Dai una chance ai tuoi denti” “Denti contro impianti” Cosa è meglio?
La risposta è: dipende!
Tutti noi sappiamo cos’è un impianto dentale, molti di noi ne hanno almeno uno in bocca e più o meno tutti ne siamo contenti.
L’implantologia moderna ha raggiunto livelli di eccellenza e di predicibilità di risultato inimmaginabili solo 20 anni fa ed è
destinata a superarsi sempre più. Ma non parleremo di impianti, bensì di denti.
Quando il dente è irrimediabilmente compromesso gli impianti sono la giusta soluzione, ma se il dente è recuperabile le cose non stanno così. Senza addentrarci in temi etici o medico-legali è innegabile che un dente recuperato è meglio di un impianto.
A volte il recupero dell’elemento dentale può essere più lungo e talvolta più costoso, ma anche se
la strada è tortuosa vale la pena percorrerla.
Come?
Scegliendo innanzitutto un dentista che si occupi di parodontologia (che cura la piorrea e che mette impianti quando necessario), attraverso la collaborazione paziente-igienistadentista perché il successo della terapia che sia fatta di impianti o denti è frutto di impegno reciproco.
volutamente semplicistico o con un tono eccessivamente condiscendente o dolce, che di solito si utilizza con i bambini più piccoli. Mi è capitato di subire questo
Nel precedente articolo ci siamo concentrati sulla legge 104/92, la legge 68/99 e le diverse agevolazioni riconosciute nel nostro Paese perché ogni persona possa vivere una vita il più possibile dignitosa e libera. Questo mese, tratteremo il tema delicato dell’abilismo.
La parola “abilismo” tenta di racchiudere le discriminazioni, volontarie o involontarie, che vengono perpetrate nei confronti delle persone con disabilità, nonché la tendenza a pensare che un certo grado di dignità della vita possa essere raggiunto solamente avendo un corpo abile. Esistono diverse forme di abilismo, alcune palesi e altre più difficili da individuare e riconoscere come tali: oltre all’aperta discriminazione delle persone con disabilità abbiamo anche una serie di comportamenti che possono svilire la persona come tale, come ad esempio non considerare chi ha una disabilità per una posizione lavorativa perché si diffida della disabilità stessa: come abbiamo visto nei precedenti articoli, infatti, vi sono leggi e figure professionali che lavorano costantemente per cercare di spezzare queste tendenze. Un’altra azione nociva e purtroppo frequente è il mantenimento di barriere architettoniche che impediscono l’accesso a servizi e strutture che invece dovrebbero poter garantire un’accessibilità totale per tutti coloro che lo desiderano. A livello di atteggiamenti, invece, può essere avvilente avere a che fare con individui che si rivolgono a noi con un linguaggio
trattamento in prima persona e di conoscere chi lo subisce più di frequente rispetto a me: non è piacevole dover dimostrare che la disabilità con la quale si convive non ci rende inferiori in quanto persone, una simile pressione può danneggiare notevolmente l’autostima e portare, alla lunga, a una valutazione del proprio sé che finisce per rispecchiare i pregiudizi subiti dagli altri. Giunti a questo punto del discorso si potrebbe pensare che evidenziare la presenza di una disabilità nel raccontare la storia di una persona sia sempre una strada corretta da intraprendere, in realtà questo non è necessariamente vero: esaltare il fatto che una persona abbia potuto compiere una serie di azioni e raggiungere determinati traguardi “nonostante la disabilità” significa far passare per eroiche situazioni che appartengono alla quotidianità di molti, come svolgere bene un lavoro o prendere buoni vuoti all’università, si cade quindi in un malcelato pietismo nei confronti delle persone con disabilità e alla costruzione di nuovi pregiudizi.
Può essere difficile combattere gli schemi abilisti poiché spesso non ci si rende conto di averli e di quanto possano essere dannosi per la persona. È necessario riconoscere come la disabilità sia una caratteristica della persona che nella maggior parte dei casi non risulta dominante e non impedisce di vivere una normale quotidianità. Tentare di superare il nostro istinto di approcciare la persona disabile con prudenza, quasi timore, diversamente da come faremmo con le persone non disabili, può essere un primo passo verso il superamento degli schemi nocivi e i meccanismi di allontanamento del nostro cervello. Trattiamo in modo diverso anche coloro che portano gli occhiali? Non lo facciamo perché moltissime persone li portano e così facendo riescono a compensare la loro disabilità visiva. Senza occhiali, lenti a contatto e tutti gli strumenti che conosciamo, tantissime persone sarebbero penalizzate nel loro quotidiano e fortemente limitate: basti solo a pensare all’importanza di una buona vista mentre si è alla guida di un mezzo. Esistono molteplici modi e innumerevoli ambiti in cui alcuni sono meno abili di altri. Ognuno di noi, prima o poi, ha bisogno dell’aiuto di qualcuno per poter raggiungere un obbiettivo. Dunque, non lottiamo per i diritti delle persone con disabilità, ma per quelli di tutti, così che ogni persona possa godere di un mondo più equo.
Che Internet e i Social Network siano diventati terreno fertile per la finzione è ormai noto. Fake News, profili falsi, bot con cui conversare e trolls da cui difendersi proliferano in rete. L’inversione della realtà ormai è avvenuta. La rete sembra lo scenario di un romanzo. Uno degli aspetti più inquietanti della finzione sul web, però, è quello che coinvolge il nostro modo di mostrarci sui Social Network.
La necessità di approvazione sociale, fenomeno che è sempre esistito, oggi grazie a Facebook, Instagram, TikTok (per citare i più famosi) è più immediata e, soprattutto, misurabile in termini di like. Pubblico una foto, attendo l’approvazione altrui, mi sento meglio. In termini psicologici questo meccanismo si chiama rinforzo positivo e fa leva sull’area del cervello chiamata Nucleus Accumbens, dove un complesso sistema neuronale è pronto a rilasciare dopamina (l’ormone della felicità) a ogni consenso, a ogni mi piace. Da qui la necessità di pubblicare contenuti interessanti e che rispondano a un modello. Non si tratta più di proporre se stessi in tutte le sfumature (i social erano nati con l’intento di condividere la propria vita con gli altri), ma offrire solo ciò che di se stessi possa funzionare.
Finiamo per dare una forma predefinita alla nostra personalità (la parola fingere, derivi dal latino fictus, che vuole dire dare forma…strano ma vero!). Sui Social Network noi rispondiamo a un’esigenza della società: quella di essere sempre felici.. La malinconia, la tristezza, la noia e la sofferenza sembrano non aver posto in questa società. Sono degli incidenti di percorso. S’insinua dentro di noi la sensazione che se siamo tristi non funzioniamo, non performiamo, stiamo fallendo. Per questo iniziamo a mentire agli altri e anche a noi stessi. La perfetta messa in scena di questa finzione la troviamo sui Social, dove sembra vengano vissute vite meravigliose. Una rincorsa a pubblicare i viaggi più belli, gli eventi più interessanti, gli outfit più accattivanti, le conoscenze più stimolanti. Risate, divertimento, soddisfazioni, relazioni perfette, lavori appaganti, fisici in forma. Una vita fittizia, passata sotto il filtro della felicità. È vietato mostrare le fragilità e le debolezze. Si rischierebbe di perdere consensi e destabilizzare un equilibrio già precario, perché affidato all’approvazione altrui. Il voler mostrare agli altri il proprio lato gioioso non è di per sé una colpa e neanche un meccanismo completamente sbagliato. L’atto meccanico del sorriso finisca per renderci davvero contenti. Pertanto anche fingere di essere felici a volte può diventare salutare. Il rischio, però, è l’esigenza di essere solo quella cosa, di essere solo felici. Mostrando un unico aspetto di noi si perdono le infinite sfumature della tavolozza di colori che ci rende così interessanti e diversi l’uno dall’altro.
Ma poi ci siamo chiesti cosa succede quando torniamo nella realtà? Quando nelle difficoltà di tutti i giorni non riscontriamo questa perfezione tanto ricercata nei social?
Riusciamo a comprendere che tutto non può essere perfetto e che gli errori, la
sofferenza, i problemi fanno parte della vita? Che la felicità a volte deve essere sudata? E che ci vuole tempo, fatica e tanto lavoro per raggiungere gli obiettivi? Nel web tutto sembra veloce, senza fatica. I processi sono tutti lineari: sognofaccio- arrivo all’obiettivo con un super risultato. Sappiamo però che nella “realtà” non è così: ci vuole determinazione, anni di studio e anche qualche errore per arrivare ad un risultato. La difficoltà è quando stacchiamo il nostro sguardo dai social e torniamo alla vita vera, dove si fa fatica, dove si incontra la sofferenza e la perfezione non esiste.
Con questa riflessione non vogliamo demonizzare i social, internet, la tecnologia ma vogliamo restituire a loro il giusto spazio, la loro giusta funzione che non è creare “un mondo parallelo che porti le persone a estraniarsi dalla realtà, a credere che tutto debba essere perfetto e che la felicità sia l’unica emozione da ricercare”.
Per fare questo dobbiamo anche ritrovare spazi, momenti, relazioni nella vita reale. Non arrenderci e creare situazioni che ci facciano stare bene, incontrare amici che ci possano capire…ricominciare a vivere di emozioni, profumi, sguardi e note.
l’
Dopo la lunga pausa forzata riprende la “Palestra di Italiano”, pensata dal Centro d’Ascolto Caritas di Suzzara, per dedicare uno spazio a donne straniere che non hanno molte possibilità di sperimentarsi sul territorio e quindi faticano ad imparare la lingua; questo perché sono limitate dai bimbi piccoli o dal fatto di avere poche occasioni per spostarsi o interagire con le altre persone; all’interno di molte famiglie infatti, a parte il marito che è obbligato a parlare italiano sul posto di lavoro, alle mogli questa possibilità viene a mancare.
La “Palestra di Italiano” non va a sostituire il corso ufficiale di lingua che permette di raggiungere i vari livelli ma permette alle donne di “allenarsi” nella conversazione o anche solo
nell’acquisizione dei concetti base della lingua, necessari alla vita quotidiana. Si parte infatti dalla loro esperienza per costruire i temi dei vari incontri, che spaziano quindi da nozioni che riguardano la famiglia, il luogo di provenienza, la cucina, gli interessi personali e la loro vita in Italia. Il progetto prevede anche delle attività manuali e delle uscite per visualizzare e utilizzare direttamente le cose imparate. Lo scopo delle uscite è anche quello di familiarizzare con alcuni luoghi chiave del paese in cui vivono, come la realtà del Piazzalunga che possa permettere loro di accedere a servizi e strumenti che spesso non sanno di avere a portata di mano. Un grazie alle “maestre” Nicole, Martina, Arianna e Francesca
•Trattamento viso con estetista GRATUITO
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ORARIO DI APERTURA LUNEDÌ SABATO 8:00 13:00 15:30 19:30
Ezio, un infermiere sempre disponibile, professionale e aperto ai cambiamenti per crescere, ha lavorato per 22 anni prima a Guastalla e poi altri 21 a Suzzara dove la sua esperienza suzzarese si è arricchita per le innovazioni tecnologiche lavorando nella sala gessi, negli ambulatori per piccoli interventi, sempre in collaborazione con un medico. Basti pensare che Ezio ha registrato 1700 medicazioni in un solo anno.
La sua passione professionale lo ha portato a svolgere la professione mantenendo sempre alto il rapporto di fiducia e rispetto con i malati e le persone che numerose sono passate per gli ambulatori e qui Ezio vuole ringraziare i due primari ortopedici il Dott. Gianluca Castellarin e il Dott. Gabriele Cavazzuti assieme a tutti i numerosi medici specialisti delle due equipe.
Poi altri ancora, scusandosi se dimentica qualcuno e ricorda la Caposala Eneide Gandolfi, la responsabile infermieristica Fernanda Bonaretti, la radiologia per la condivisione dei pazienti, il servizio farmacia, la mensa tutto il settore amministrativo e poi Rosanna Rossi responsabile del CUP con i quali ha diviso le strategie e gli appuntamenti
ambulatoriale. Un giorno un medico ortopedico, aggiunge Rosanna Rossi parlandomi di Ezio, lo definì “un autentico appassionato del suo lavoro” Rosanna continua dicendo: “Questa è proprio la definizione che meglio descrive le caratteristiche professionali e personali di Ezio Tartari Assegnato, in qualità di “gessista”, agli
ambulatori ortopedici, ha sempre svolto i suoi incarichi con la stessa dedizione, cura e attenzione che ognuno di noi pone per le cose che ama e che gli appartengono.
Sempre col sorriso e di buon umore, ha saputo accogliere gli utenti e collaboratori lasciando trasparire quanto amasse il suo lavoro e rivolto, in primis, a dare il proprio meglio in ogni intervento che era chiamato a fare. Con il suo guadagnato ritiro dall’attività, ci mancherà la sua esperienza, il suo esempio di impegno e soprattutto di passione che Ezio ci ha mostrato ogni giorno rendendolo un collega amato e apprezzato”
Alla domanda Ezio, ora cosa farai? ..ci ha detto che farà il nonno ma deve inventarsi degli hobby dal momento che non ha mai trovato il tempo per coltivarli aggiungendo però che vorrebbe fare dei viaggi.
La redazione di Cronache Sanitarie augura un meritato riposo.
Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana
Quali sono le caratteristiche di questo mese dell’anno?
Come trarre beneficio da ciò che abbiamo oggi per generare benessere ed equilibrio per noi stessi e per le persone che amiamo?
è possibile acquietare se dirigiamo l’attenzione verso esperienze positive, per dare spazio per esempio a pensieri di fiducia, di sicurezza, di gratitudine, di gioia.
Nell’articolo del mese di ottobre abbiamo abbracciato l’idea che le inquietudini e i problemi che incontriamo possono risolversi attraverso uno stato di presenza mentale che contempla la consapevolezza che noi non siamo le nostre emozioni
Come il mare a volte è agitato dalle tempeste, così gli esseri umani si trovano a volte confusi nei turbamenti della vita. Come il mare non è il nubifragio, così noi attraversiamo varie difficoltà, che non identificano in nessun modo l’essenza della nostra natura profonda
nascono spontanee da questo nucleo interiore.
Sono suggerite da un’intuizione e un istinto che conosce perfettamente chi Sei e di che cosa hai bisogno per stare bene. Non cercare le cause del disagio o dell’ansia nei ragionamenti. Le cause delle tue difficoltà non si risolvono così, anzi si complicano e si cronicizzano.
L’energia in grado di darti la forza per migliorare la tua situazione proviene da dentro di te: la produci tu da un punto interno invisibile ai tuoi occhi.
Vediamo insieme: il mutare delle stagioni è uno spettacolo che si rinnova ogni anno; affascinante e talvolta stressante per la nostra costituzione psicofisica che deve affrontare cambiamenti notevoli della temperatura atmosferica, insieme ad altre modificazioni dell’ambiente: come la quantità e la qualità della luce, la variazione dei colori del cielo e della vegetazione.
Si tratta di una vera e propria metamorfosi della natura che ci circonda di cui facciamo parte come esseri umani
Questo ciclo di avvicendamento delle stagioni è in perenne mutamento dinamico e ci ricorda come anche noi modifichiamo il nostro equilibrio interno e il nostro aspetto con il trascorrere del tempo. Una condizione di costante serenità e calma non è possibile, nello stesso modo in cui non è possibile che 365 giorni all’anno ci sia la Primavera. Così il nostro stato fisico ed emotivo si trasforma in continuazione, mostrando una varietà di condizioni fisiologiche e stati d’animo che periodicamente variano: si tratta di un equilibrio in continua evoluzione, in cui salute e temporanea malattia si alternano nel tempo, insieme alle emozioni e ai pensieri corrispondenti. Questa è anche la visione della Medicina Tradizionale Cinese, che vede l’essere umano soggetto alle stesse leggi di rigenerazione e cambiamento verificabili nel mondo naturale
Nelle puntate precedenti abbiamo appreso che lo Shiatsu è un metodo di Medicina complementare che serve a riequilibrare la salute generale della persona, portando armonia e bilanciamento anche alla sfera emotiva. La maggior parte delle persone sperimenta saltuariamente o sistematicamente uno stato di agitazione mentale che
Oggi vediamo qual è la risorsa che ognuno di noi può attivare autonomamente per prendere il timone della propria nave e orientare la vita verso una direzione di salute e realizzazione
Nella cultura in cui siamo immersi la logica razionale è uno strumento utilizzato in ogni circostanza. Tuttavia, quando davanti a una situazione difficile, davanti a una scelta da compiere ci fermiamo a ragionare infinitamente, provochiamo spesso un blocco dell’azione, come un senso di paralisi di fronte a un bivio. In questi casi alcuni chiedono consigli, o si lasciano guidare dalle abitudini che già in passato non hanno portato vantaggi. Esiste una parte di noi che non siamo in grado di percepire che è capace di guidarci verso la destinazione migliore per noi.
Si tratta di un nucleo interiore collegato
Questa energia vitale è la componente più autentica di te, ma la maggior parte delle volte viene repressa. Da questo originano ansia, attacchi di panico, depressioni e sintomi fisici di ogni tipo. L’ondata destabilizzante dell’ansia o di altre emozioni difficili da dirigere arriva per farti scoprire quell’area segreta di te che manifesta le tue passioni, le tue potenzialità e i tuoi talenti.
Come l’Acqua supera ogni ostacolo e fluisce sicura verso la sua destinazione, così nel tuo spazio di silenzio interiore è presente una sorgente di vita; se la lasci emergere scopri che il disagio termina velocemente, mentre questa vitalità ritrovata ti porterà lo stimolo necessario per rifiorire anche in pieno Inverno.
al tuo istinto innato: questa è la tua guida, proviene dal tuo inconscio.
Se ascolti il suo messaggio, le decisioni migliori arriveranno inaspettatamente di colpo.
Le azioni giuste per la tua realizzazione
Nonostante sia un disturbo conosciuto e piuttosto diffuso spesso all’interno delle famiglie questo è un argomento tabù. Sfatiamo da subito il mito che la causa sia psicologica, o un carattere particolarmente timido e chiuso: la balbuzie è un disturbo neurocomportamentale multifattoriale, dovuto a quattro grandi famiglie di fattori che tra di loro concorrono al suo esordio, allo sviluppo e alla sua severità.
comunicativo in cui ci si trova, dalle richieste quotidiane (scolastiche, familiari), dalla pressione temporale percepita .
Adesso che ne abbiamo chiarito in linea generale l’origine, cerchiamo di descrivere la balbuzie: un’immagine molto usata e particolarmente chiara è quella di un iceberg. Ciò che noi vediamo, quello che chiamiamo “iceberg” è in realtà solo la punta di un qualcosa di molto molto più grande, ma nascosto: lo stesso vale per la balbuzie. La punta dell’iceberg sono i sintomi chiari e visibili (chiamati “caratteristiche overt”) cioè ripetizioni di parole monosillabiche o di parti di queste come sillabe o fonemi (ad es. “vo-vo-voglio” oppure “v-vvoglio”), prolungamenti (ad esempio “vvvvvvoglio”) oppure blocchi, cioè quegli istanti in cui la parola sembra essersi bloccata in gola e non uscire; talvolta i blocchi sono accompagnati da tensione fisica anche evidente e/o movimenti della testa o del corpo.
punta del nostro iceberg, quella che tutti vedono) e le emozioni e i pensieri correlati (ciò che gli altri non vedono ma che ha un peso enorme nel cuore e nei pensieri della persona con balbuzie).
Finisco questa chiacchierata lasciando qualche piccolo e generale consiglio fruibile da subito (che ovviamente non vuole andare a sostituire un’eventuale terapia) nel caso aveste figli o nipotini con balbuzie:
• Quando li vediamo in difficoltà non finiamo per loro le parole o le frasi, ma con calma, aspettiamo che siano loro a completare ciò che stanno dicendo;
• Non mettiamo loro fretta, guardiamoli negli occhi (anche nel momento in cui loro stessi può darsi che distacchino lo sguardo in concomitanza con l’incepparsi delle paroline) e manteniamo il contatto oculare anche durante l’episodio di balbuzie;
Vediamoli insieme:
• Innanzitutto quelli fisiologici, ovvero il genere (maggiore incidenza nei maschi) e la predisposizione genetica, ma questo non significa che la balbuzie del figlio sia “colpa” del genitore, attenzione! Innanzitutto ad essere trasmessa è la SOLA predisposizione e non la gravità del disturbo, inoltre in questo caso l’adulto stesso potrà avere un ruolo ancora più cruciale nel sostenere il bambino per raggiungere una fluenza migliore, quindi il genitore si dovrà vedere non come il colpevole di un problema ma come uno speciale alleato per affrontarlo;
• Un secondo fattore è il livello di competenza linguistica acquisita, e se è ad esempio presente un disturbo di linguaggio.
• Una terza famiglia di fattori sono quelli psicologici relativi quindi agli stati d’animo, alla capacità di autoregolare le proprie emozioni in generale, ma anche l’impatto emotivo che la balbuzie stessa ha sul piccolo e sui suoi genitori; e qui dobbiamo stare attenti alle convinzioni e ai pensieri che in modo più o meno consapevole la persona con balbuzie o i suoi familiari si creano a riguardo.
• L’ultima famiglia è costituita dai fattori ambientali cioè dal contesto
Questa però è solo la punta, la parte più piccola del nostro iceberg immaginario, l’unica evidente; la sua restante parte nascosta, di dimensioni decisamente maggiori, è fatta di quelle che vengono chiamate le “caratteristiche covert”, cioè evitamenti, ansia, paura, isolamento, vergogna,frustrazione fino alla fobia sociale.
In genere la balbuzie insorge tra i 3 e i 5 anni, nel periodo in cui i bambini sviluppano il linguaggio; è infatti conosciuta la cosiddetta “balbuzie fisiologica”, che ha una durata inferiore ai sei mesi e si può manifestare in una fase di “rodaggio” della propria competenza linguistica. Sono molto frequenti i casi di balbuzie in epoca prescolare che vanno incontro a una remissione spontanea (circa l’80%); l’evoluzione di questo disturbo purtroppo non è prevedibile con certezza, quindi il consiglio è di rivolgersi a un professionista esperto che possa individuare, ove presenti, fattori di rischio di cronicizzazione per ipotizzarne l’andamento e soprattutto identificare precocemente i bambini più a rischio di mantenere la balbuzie nel tempo, per indirizzarli ad una presa in carico precoce. Un concetto che vorrei fosse chiaro: la balbuzie NON E’ UNA MALATTIA, ma una caratteristica di una persona; pertanto dalla balbuzie non si guarisce poiché non si può eliminare un disturbo geneticamente determinato, ma si può imparare (e con grandi risultati) a gestirne le manifestazioni visibili (la
• Non diciamo al bambino “sta calmo”, “respira”: so che sembra il consiglio più ‘logico’, ma non lo è in quanto i bambini sanno benissimo che si deve respirare e sanno come farlo, ma in quel momento sono in balia di qualcosa che non controllano e andando a cercare maggiore controllo rischiano di incrementare le tensioni fisiche di compenso.
• Non viviamo la balbuzie come un tabù o una vergogna, ma parliamone liberamente, senza paura.
Ultimo ma non ultimo:
• Se avete dei dubbi, chiedete a un esperto prima che certe emozioni e pensieri (la parte grande e nascosta del nostro iceberg) mettano radici profonde che poi sarà più difficile (anche se possibile) andare a estirpare.
Per qualsiasi informazione non esitate a contatarmi, vi ospiterò presso il mio studio... vi aspetto.
La Reumatologia è una branca della medicina che si occupa di tutte quelle manifestazioni cliniche che interessano il sistema muscolo-scheletrico e il tessuto connettivo dell’organismo. Le malattie reumatologiche possono infatti interessare molti organi ed apparati quali muscoli, ossa, articolazioni e numerosi organi interni, identificando nel complesso malattie che possono avere un coinvolgimento sistemico.
Le patologie reumatologiche costituiscono un’importante causa di dolore in chi ne è affetto, determinando in molti casi disabilità, limitazione delle normali attività di vita quotidiana e lavorativa, perdita anche temporanea dell’autonomia con ripercussioni importanti sulla qualità di vita dei malati e delle loro famiglie.
Perchè è importante una diagnosi precoce?
L’importanza di una diagnosi precoce si riflette soprattutto sulle patologie infiammatorie, poiché consente l’attuazione di un trattamento terapeutico specifico, mirato sul paziente, al fine di limitare l’evoluzione della malattia e delle conseguenze ad essa correlate.
La complessità delle malattie reumatologiche richiede in molti casi un’azione multidisciplinare tra vari specialisti per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico.
Quali sono le patologie per le quali i pazienti si rivolgono al reumatologo?
I pazienti che più frequentemente si rivolgono
al reumatologo sono molto spesso quelli affetti da sindrome fibromialgica, una sintomatologia dolorosa diffusa presente a livello di “tutto il corpo”, con dolori non ben localizzabili, insonnia, astenia, mialgie diffuse che non rispondono ai trattamenti antidolorifici classicamente prescritti.
La lombalgia, il cosiddetto “mal di schiena”, rappresenta un sintomo che viene inviato alla nostra attenzione soprattutto se associato ad altre caratteristiche cliniche di tipo “infiammatorio”, che lo differenziano dalle forme “meccanico-degenerative”.
L’osteoartrosi, rappresenta la malattia reumatologica più frequente nella popolazione generale. Si trattata di una patologia cronica degenerativa che colpisce le articolazioni sulla quale influiscono numerosi fattori di rischio, in particolare l’età avanzata, il tipo di attività lavorativa, i traumatismi e l’obesità.
Tra le malattie metaboliche, la gotta è quella che più necessita di una valutazione reumatologica soprattutto nella sua fase acuta, dove si rende necessaria un’accurata diagnosi differenziale per poter impostare un corretto trattamento terapeutico.
L’osteopenia e l’osteoporosi sono patologie riguardanti lo scheletro che si caratterizzano per la perdita di massa ossea, quantificata attraverso la valutazione densitometrica (DXA), e che rappresentano un fattore di rischio per la comparsa di fratture soprattutto a livello vertebrale e femorale. La presenza invece di sintomatologia
tipicamente “infiammatoria” a livello dell’apparato articolare con dolore (soprattutto notturno), tumefazione, rossore, calore delle articolazioni e limitazione funzionale, richiedono un’attenta valutazione nel sospetto di patologie infiammatorie (es artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondiloartriti, e altre).
Patologie sicuramente non così diffuse nella popolazione generale, ma che necessitano di uno stretto monitoraggio clinico sono quelle che riguardano il tessuto connettivo e i vasi (connettiviti e vasculiti). La persistenza di alcuni specifici sintomi [esempio secchezza oculare con necessità di ricorrere al continuo utilizzo di lacrime artificiali (xeroftalmia), secchezza del cavo orale (xerostomia), dita delle mani che cambiano colore con l’esposizione alle basse temperature (fenomeno di Raynaud), mialgie diffuse, intensa astenia, improvvisa comparsa di impotenza funzionale con difficoltà a vestirsi o ad alzarsi da una sedia con cefalea e disturbi visivi], andrebbe sempre analizzata e monitorata dal paziente, dal medico curante e se necessario anche attraverso valutazioni specialistiche al fine di un corretto inquadramento diagnostico.
Per prenotare la visita rivolgersi al Centro Medico di Reggiolo Tel. 0522 972376
Dott.ssaFedericaLumetti CentroMedicoPolispecialistico ReggioloePegognaga
Il bilancio delle diverse attività svolte dall’AVO nel corso del 2022 che sta terminando, è positivo in quanto le varie iniziative stanno dando una risposta importante ai bisogni socio-sanitari della comunità e della direzione dell’Ospedale di Suzzara.
Sono due i servizi svolti dai volontari: In portineria per collaborare, con il personale addetto alla vigilanza, al rilevamento della temperatura ed al controllo del Green Pass, e attualmente nello spazio del CUP per indirizzare o accompagnare le persone nei reparti, ambulatori o servizi.
Ma l’AVO è presente anche nei momenti culturali come l’incontro avvenuto a Mantova con il neo eletto Presidente Nazionale della Federavo Francesco Colombo che ha scelto proprio l’AVO di Suzzara come primo incontro con le AVO della Lombardia.
Obiettivo: allargare gli orizzonti sul territorio cercando di sensibilizzare il mondo della scuola e del lavoro. Infine una serata medica di informazione sulla prevenzione della propria salute con il Dott. Massimo Giovannini, Dott. Mattia Biagi e Dott.ssa Maria Cecilia Casari Durante l’anno poi le riunioni del direttivo e l’assemblea dei soci.
Insomma un anno caratterizzato di servizi importanti e utili, grazie alla disponibilità dei volontari. L’AVO è sempre pronta ad accogliere nuovi volontari. Vuoi diventare volontario anche tu? Per info cell 347 0974340 (Emanuela) oppure 349 2593166 (Rossana)
Schivenoglia: Si tratta di un progetto appena terminato che ha coinvolto i residenti interessati (tre gruppi di una decina di persone) invitate a cucinare. Sì, proprio a far da mangiare. Obiettivo: l’attività racchiude molteplici esperienze, in quanto coinvolge tutti i canali sensoriali, vari aspetti cognitivi,
diVerse ceriMonie per la Festa dell’unità naZionale e delle ForZe arMate
Roncoferraro: Non solo la presenza sui vari Monumenti (Roncoferraro, Villa Garibaldi, Barbassolo, Nosedole, Casale, Garolda, Barbasso) la messa, i fiori, le corona d’alloro, ma anche brani dedicati ai caduti, il discorso celebrativo del sindaco, poi letture alla scoperta di vicende militari e famigliari. Un grazie al Sindaco, alla filarmonica di Governolo, Carabinieri, Parroco, Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, le scuole, prof. Calciolari, Dott. Archi, Prezzavento, per la corale organizzazione.
socio-affettivi e mnemonici ma dobbiamo aggiungere che la cucina rappresenta un’attività che caratterizza la quotidianità: un momento di incontro, scambio e cura dell’altro. L’obiettivo era promuovere il benessere della persona, favorendo momenti di condivisione e convivialità attraverso una attività per
loro significative. E ci sono riusciti. Al termine sono stati consegnati ai nonni chef l’attestato di partecipazione, un ricettario con le ricette realizzate durante il laboratorio e un cappello da chef personalizzato. Complimenti a tutti coloro che si sono impegnati.
i parcHeggi rosa docce idroMolecolari: un sisteMa per Migliorare la Qualità della Vita degli anZiani
Ostiglia: Si tratta di posti auto dedicati alle donne in stato di gravidanza oppure ai genitori con bambini piccoli, ovvero che hanno meno di due anni di età. Oltre agli stalli di parcheggio riservati a queste categorie sono previsti anche dei pass che consentono di accedere ad esempio alle zone a traffico limitato. Si tratta di una possibilità prevista da una specifica normativa che è stata emanata a livello nazionale e che dà ai Comuni la possibilità di istituire queste agevolazioni relative a queste categorie, per i propri residenti.
Schivenoglia: Nella residenza sanitaria assistenziale di Schivenoglia sono arrivate le nuove docce idromolecolari che consentono di lavare gli ospiti costretti a letto senza che si debbano alzare. Ogni apparecchiatura costa circa 25mila euro, l’acquisto è stato reso possibile grazie alla partecipazione a un bando promosso da Gruppo di azione locale Terre del Po
Barbassolo di Roncoferraro: Di fronte ad un calo demografico che sta aumentando e fra qualche anno porterà a dei problemi sociali seri, serve una cultura generazionale. Occorre recuperare la libertà e il piacere di creare figli, ma anche poter dialogare e ascoltare le donne, così come occorre rivedere il ruolo fondamentale dei consultori nella prevenzione.
Questo e altro ancora si è discusso a Barbassolo di Roncoferraro all’annuale appuntamento medico-scientifico arrivato alla 23° edizione, dove quest’anno si è parlato di: “I ‘miei’ primi 280 giorni. Focus sulla gravidanza”
Una decina gli oratori che dopo i saluti del sindaco di Roncoferraro e del direttore dei Consultori Familiari dell’ASST Mantova, hanno relazionato al folto e attento pubblico costituito prevalentemente da ostetriche, medici, operatori sanitari e studenti di scienze infermieristiche.
Nella foto da sinistra: Don Stefano Tognetti (parroco di Roncoferraro), Armando Savignano (docente di filosofia morale, Università di Trieste), Sergio
“La quercia Millenaria”), Giovanni Paganini (medico internista,
Rossi (sindaco di Roncoferraro),
Salute, Diocesi di Mantova), Mons. Paolo Gibelli (medico e parroco Suzzara), Gabrio Zacchè (primario emerito Ginecologia e Ostetricia Mantova), Stefano Pellizzardi (Direttore SC Consultori Familiari ASST Mantova), Don Maurizio Chiodi (professore di Bioetica Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, Roma), Gianpaolo Grisolia (Direttore FF SC Ostetricia e Ginecologia, Mantova), Maurizio Tedoli (Chirurgo, membro della Consulta Pastorale della Salute Diocesi di Mantova). Altri relatori non presenti nella foto: Don Maurizio Chiodi (Ordinario di bioetica Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del Matrimonio e della Famiglia), Roberto Bondavalli (psicologo psicoterapeuta), Maria Luisa Costa e Daniela Simoncelli del CAV di Mantova.
Mantova: Siamo felici di comunicare una bella notizia per i nostri operatori Ginecologi e Ostetriche ma anche le donne che afferiscono al nostro Centro. E’ arrivato, grazie a Fondazione Comunità Mantovana e alle donazioni ricevute il nuovo ecografo per rendere il nostro ambulatorio sempre più adeguato ad accogliere le donne.
Mantova: Sono 39 i nuovi infermieri neolaureati nell’ultimo anno accademico. Durante la cerimonia di benvenuto sono stati premiati anche i veterani della professione, con quarant’anni di iscrizione all’albo di infermiere o infermiere pediatrico. Ecco i nomi degli infermieri che sono iscritti dal 1982: Morena Baù, Oscar Bovi, Virna Gobbi, Silvia Mori, Valeria Piazzola, Monica Roetta, Maria Rita Savazzi, Carolina Scutteri e Marinella Teresi.
Magnacavallo: Meritano un plauso gli organizzatori della festa che hanno suscitato interesse e curiosità. Un modo per socializzare, dopo le restrizioni del Covid-19. La festa è stata animata dalla musica dei Round Kings. Partecipazione, socializzazione e solidarietà, una formula vincente perchè il ricavato è stato devoluto alla Pediatria dell’Ospedale di Pieve.
Mantova: Si tratta di dodici storie che parlano di fine vita. Lo ha scritto Angelo Rossi e si intitola “Esserci fino all’ultimo” edito da Il Rio dove racconta di lettere, poesie, espressioni di gratitudine da parte
di pazienti e familiari. Angelo è andato a trovare a casa 12 pazienti, 5 familiari, 3 operatori palliativisti, affrontando il tema da vari punti di vista, in particolare raccontando le paure, speranze, desideri,
passioni, vuoti incolmabili, di come affrontano la malattia e il tema della morte.
inFerMieri: neo laureati e riconosci
un liBro sulle cure palliatiVe
unione dei coMuni loMBardi Mincio po: attiVaZione di progetto contro le truFFe agli anZiani
Sustinente:
Le truffe, purtroppo, sono sempre attuali ed in continua evoluzione. Noi tutti possiamo esserne vittime, gli anziani in particolare, anche a causa di una sempre più ridotta rete sociale (figli, amici, vicinato) attorno a loro, che la pandemia inoltre ha contribuito ad aggravare annullando in alcuni casi la rete di riferimento, anche a causa dell’isolamento a cui ci ha costretti.
Tutto ciò ha reso più vulnerabili le persone anziane, aumentandone l’esposizione a possibili raggiri e truffe da parte di finti tutori dell’ordine, finti medici e operatori sanitari o operatori di ditte di distribuzione dell’energia, telefonia ecc. che hanno approfittato dalla situazione. L’Unione dei Comuni Lombarda Mincio Po, composta dai Comuni di Serravalle a Po e Sustinente, partecipando e vincendo un bando di Regione Lombardia, ha messo in campo una serie di iniziative per la prevenzione di raggiri e truffe, avvalendosi della preziosissima
Le iniziative hanno visto quattro incontri in cui i relatori hanno concretamente portato problematiche, suggerimenti e soluzioni nei confronti di diversi tipi di truffe (informatiche e non), raggiri e truffatori; è stata attuata anche la distribuzione di materiale informativo.
Il progetto, che non si limita agli utilissimi e fondamentali incontri con le Forze dell’Ordine, vede anche una continuità tramite la creazione di una rete “stabile e attiva” sul territorio per supportare le persone anziane che vivono momenti di paura e sconforto causati dalla tentata truffa, tramite operatori dei servizi sociali e specialisti, e permettere alla cittadinanza di possedere gli strumenti per riconoscere possibili raggiri e saper affrontare la problematica individuando i servizi da attivare in caso di bisogno.
Inoltre il progetto si pone come ulteriore obiettivo quello di agevolare i rapporti tra la cittadinanza, la Polizia Locale e Associazione Locale di Prevenzione e Sicurezza che opera sul territorio, tramite un contatto telefonico diretto (366 9375287) attivato allo scopo e che i cittadini dell’Unione Mincio Po possono utilizzare sia per segnalare che per avere supporto in caso di sospetto di tentativo di truffa o raggiro.
trasFeriMento del dott. andrea canossa in un nuoVo aMBulatorio
Sustinente: Si informa inoltre che il Dr. Andrea Canossa, medico di medicina generale, dal mese di novembre ha trasferito l’ambulatorio nello stabile di proprietà comunale noto come “ex Unicredit”, sito in Via Monsignor Trazzi n.11, mantenendo gli stessi orari: Lunedì: 15.00- 1730, Martedì: 18.00 - 20.00, Mercoledì: 15.00 - 17.30, Giovedì: CHIUSO, Venerdì: 18.00 -20.00
Pieve di Coriano: Tanta gente, autorità, dirigenti, diversi sindaci e loro, i professionisti della salute, portando le riflessioni sulla storia del presidio e poi inaugurazione di una targa alla memoria di Silvia Abbate. Una giornata emozionate con uno slogan: il passato
costruisce il futuro ma anche importante con la prova dei numeri che fanno la differenza. Vediamoli: 600 dipendenti, 30.00 accessi in Pronto Soccorso, 7.000 ricoveri, 1.200.000 prestazioni ambulatoriali, insomma l’Ospedale di Pieve ha commentato il direttore generale
Dott. ssa Azzi Mara è un gioiello della nostra azienda. Una struttura di confine con grandi potenzialità per il territorio tutto del Destra secchia.
Pieve di Coriano: Un lettino elettrico e tre lettini pediatrici, grazie al ricavato dell’asta di beneficenza del pittore poggese Massimo Lodi che aveva messo all’asta alcune delle sue opere, a Revere di Borgo Mantovano nel locale “Il Tartufo”. Il ricavato era stato devoluto ad Abeo per l’acquisto di quattro lettini destinati al reparto di pediatria.
Chiacchierate con i vicini, discorsi a cena con amici, vacanze e gite con i parenti... Quando l’udito inizia ad affievolirsi, non sono solo i suoni a scomparire. Perdere l’udito può sembrare una parte inevitabile dell’avanzare dell’età ma esistono modi per migliorarlo, anche quando gli apparecchi acustici non bastano più. La ricerca ha trovato un nesso tra perdita dell’udito e solitudine, depressione e declino cognitivo. A seconda della situazione una protesi acustica o un impianto uditivo possono aiutare in maniera importante.
Gli impianti cocleari rendono i suoni più chiari, migliorano la capacità di comprendere le conversazioni e la qualità della vita di coloro che hanno una perdita uditiva profonda Con un controllo dell’udito e un confronto con il suo audioprotesista potrà scoprire qual è la soluzione migliore per lei, se una protesi acustica di ultima generazione oppure un impianto cocleare.
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QUANDO CONVIVI CON LA PERDITA DI UDITO, NON TI PERDI SOLO DEI SUONI.
Finisci per perderti molte esperienze della vita. Fare conversazione diventa difficile. Ascoltare musica non è più un piacere. Le risate e le battute spiritose degli amici sono coperte dal brusio in sottofondo.La perdita di udito può sembrare inevitabile dell’età che avanza, ma ci sono migliorare l’udito, anche quando le protesi acustiche non sono più sufficientemente utili.
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dell’orecchio che rende difficoltoso l’utilizzo senti isolato perché il tuo apparecchio acustico non ti è sufficientemente utile?
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Non rinunciare a sentire significa non rinunciare a vivere.
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I suoi colleghi hanno inviato messaggi di amicizia e gratitudine.
“Grazie per il tempo che hai dedicato ai servizi, alla professione, ai cittadini e alle cittadine”, hanno detto i suoi colleghi durante la cerimonia di saluto.
La nostra redattrice Ostetrica Carla Ferrari ha aggiunto: Angela in consultorio è sempre stata una certezza, un punto di riferimento, persona accogliente e competente sempre pronta al confronto senza essere giudicante. Professionale, persona stimata, disponibile leale e rispettosa dotata di grande umanità.
Angela ha ringraziato tutti per la calorosa manifestazione di affetto e stima. Auguri di un meritato riposo dalla nostra redazione.
Si tratta di oltre una ottantina di partecipanti fra cui Mons. Paolo Gibelli e Don Alberto Formigoni. Alla Messa ha partecipato anche un monaco cresciuto nella comunità spirituale “Don Dossetti”, padre Luca Daolio che vive proprio in quella zona ed è originario di Brusatasso di Suzzara.
Stupenda foto ricordo scattata dal fotografo Gianni Bellesia di Moglia.
Alla cena annuale redazionale con gli auguri di Natale sono intervenuti anche amici e famigliare dei redattori per ascoltare il bilancio di un anno intenso. Entra nella redazione il Dott. Gabrio Zacchè, ex primario ginecologo, che da dieci anni scrive la rubrica “Storia e storie del nascere”. Un anno intenso, il periodico piace ed è cresciuto, hanno detto i volontari del direttivo, presso l’accogliente ristorante San Lorenzo a Pegognaga, molti i ringraziamenti rivolti ai medici specialisti, ai redattori e soprattutto loro, i sostenitori, che permettono di mantenerlo gratuito e di arrivare in altri comuni lontani. Al termine omaggi floreali, dolci, calendari, foto ricordi e tanta socializzazione in un clima di serena amicizia. Buon Natale a Tutti.
Suzzara: E’ successo al Centro Sociale “Città di Suzzara” dove la redazione di Cronache Sanitarie ha organizzato
Sorrenti diabetologo e Dott. Gianluca Occelli chirurgo vascolare Ospedale di Suzzara. Hanno risposto le istituzioni (un sindaco, un vice, un assessore una consigliera), il mondo del volontariato, gli operatori medici ed infermieri dell’Ospedale Montecchi, vecchio e nuovo (una decina) ma soprattutto loro: malati operati o curati per fare domande sulle terapie e la prevenzione. Questo è stato molto bello e utile.
hanno lavorato in cardiologia e nell’ambulatorio quando allora i mezzi di diagnosi e cura erano sconosciuti (Lidia Teopompi, Bruna Parmigiani e Ida Sironi) e non esisteva il servizio 118 e la rete dell’emergenza. Gradito il rinfresco finale, grazie a
un convegno medico sui disturbi del cuore (aritmia e dolore) con illustri specialisti: Dott. Michele Carrillo medico di famiglia moderatore, Dott. Matteo Calestani cardiologo ospedale di Suzzara, Dott. Renato Rosiello cardiologo emodinamista con alle spalle undicimila coronografie e direttore della riabilitazione cardiorespiratoria ospedale di Mantova, Dott. Giovanni
Molto interessanti le diapositive che verranno presentate anche su FB da parte degli organizzatori di Cronache Sanitarie per poterle diffondere sui media e fare informazione. Bello il momento dove un suzzarese colpito da infarto ha voluto farsi fotografare dai volontari della Croce Rossa e dal cardiologo che lo hanno salvato. Come anche la foto con il grazie agli infermieri/e della vecchia guardia dell’ospedale vecchio che
Il pensiero del sindaco Ivan Ongari “La qualità dei relatori (non solo scientifica), i soggetti sia organizzatore (Cronache Sanitarie) che ospitante (Centro Sociale) hanno permesso di realizzare un evento importante, riconosciuto e molto apprezzato a giudicare dai commenti e battute scambiate anche nei giorni successivi. Complimenti sinceri a tutti, complimenti a chi cerca ogni giorno di iniettare energia nel sistema comunità”.
Moglia:
Organizzato dal nostro periodico insieme al Comune di Moglia ed alle Associazioni di volontariato sociosanitarie, il Dott. Cleante Scarduelli pneumologo e cardiologo ha spiegato con professionalità, esperienza e soprattutto passione i disturbi respiratori del sonno, dalla diagnosi fino al trattamento, valorizzando il concetto che il sonno è essenziale per la salute. Quante informazioni, che non conosciamo, sul come siamo fatti, la sincronizzazione e il coordinamento cervello e cuore. Molto interesse ha suscitato quando ha spiegato i disturbi del sonno, cioè
cosa fanno le apnee (il russare) e le complicanze cardiache che possono portare (aritmie, ipertensione, infarto, morti improvvise) o addirittura le apnee fanno urinare di più alla notte. Poi i consigli, come, le ore giuste del sonno che vanno dalle 7 alle 8 per gli adulti, le abitudini comportamentali dove oggi si dorme poco, c’è carenza di sonno e fra le tante complicanze sono aumentati gli incidenti stradali e sul lavoro ma anche l’obesità come causa dei disturbi del sonno. Insomma una serata ricca di spunti e tanta attenzione. Ottima la condotta del moderatore Gianni Bellesia
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Cronache Sanitarie Fatti e Persone della Sanità Mantovana
Suzzara:
Dietro ogni grande storia c’è una grande donna e, quella che vi raccontiamo oggi, è l’avventura di Lucia Viani e della sua famiglia iniziata nel 1984 a Sailetto.
Proprio qui i genitori di Lucia rilevano una storica attività centenaria per aprire una merceria in grado di soddisfare le esigenze di tutti: nel loro negozio, infatti, non si vende solo biancheria intima, ma anche maglie e pantaloni e, addirittura, fiale per fare la messa in piega. Negli anni 80, il negozio di paese non è un semplice esercizio commerciale, ma un vero e proprio “centro commerciale” in cui andare a fare spesa e trovare tutto ciò che serve: è un decennio di crescita economica e gli affari vanno bene, portando così la famiglia ad allargare la propria attività, ampliando più volte la superficie del negozio fino a raddoppiarla.
Con gli anni 2000 la situazione economica cambia e le varie difficoltà si fanno sentire: tuttavia, ogni crisi può essere un’opportunità per chi la sa cogliere e Lucia intuisce quella che le si sta presentando. Nota, infatti, che a Suzzara manca un negozio che venda prodotti come i suoi, sia per quanto riguarda le taglie, sia per quanto riguarda il genere ed i marchi.
Il 17 marzo 2017, sfidando la scaramanzia, Lucia apre la propria attività doppiozeropiù in centro a Suzzara, nella storica via XI febbraio, dando inizio ad un secondo capitolo della propria storia lavorativa. Dopo cinque anni, il bilancio è assolutamente positivo: la visione di Lucia è stata corretta, riuscendo a individuare una propria fetta di mercato che la concorrenza non riesce a soddisfare. La Nostra, infatti, punta tutto sulla qualità del prodotto, offrendo capi robusti, resistenti e in grado di soddisfare tutti i gusti.
Da quando sono qui – racconta Lucia – ho ricevuto grandi soddisfazioni: ogni giorno accolgo almeno due clienti nuovi e quelli storici continuano a venire da me perché conoscono la qualità dei prodotti che offro. Il valore aggiunto? Tanta esperienza per saper consigliare i clienti. Molte persone applicano il “fai da te” anche con gli abiti e l’abbigliamento intimo, trovandosi poi a indossare capi che non li valorizzano, facendoli addirittura sentire a disagio. Quando un cliente viene da me, invece, gli consiglio un prodotto della taglia adeguata, affinché possa essere valorizzato nel modomigliore.Èdavveroimportante per me il valore umano ed i clienti lo capiscono e apprezzano.
Lucia, nella sua storia lavorativa, ha vestito generazioni di persone, offrendo abiti per tutti i gusti e le esigenze: dall’intimo ai costumi, passando per le tute ed i pigiami sia tradizionali che adatti a persone ricoverate in ospedale o che stanno affrontando percorsi di riabilitazione. Qualsiasi sia la vostra esigenza, Lucia saprà soddisfarla, impreziosendo ogni acquisto con simpatia e preziosi consigli.
Se un giorno mi vedrai vecchia, se mi sporcherò e non riuscirò a vestirmi, abbi pazienza e ricorda quanto tempo ho passato ad insegnartelo.
Se quando ti parlo ripeto sempre le stesse parole, non mi interrompere e ascoltami, quando eri piccolo ogni notte dovevo ripeterti la stessa favola per farti addormentare.
Se quando non vorrò farmi il bagno, non mi sgridare pensa a quando ti inseguivo e inventavo mille storie per convincerti a lavarti!
Quando vedrai la mia ignoranza sulle nuove tecnologie, abbi pazienza e non fare quel sorriso ironico ma ricorda quanto ci ho messo a insegnarti a leggere!
Se per un momento non riesco a ricordare, dammi tempo e non ti innervosire perché la cosa importante non è quello che ti devo dire ma il bisogno che ho di dirtelo!
Quando le mie gambe non serviranno più, non trattarmi come un peso ma aiutami cosi come io ho aiutato te quando eri piccolo.
Quando ti dirò che ho voglia di morire non ti arrabbiare perché un giorno capirai anche tu perché lo dico. Capirai che alla mia età non è più vivere ma sopravvivere, e si aspetta di potersi addormentare e risvegliare in un regno fatto di pace. Un giorno capirai che nonostante i miei errori, ho sempre cercato di fare il meglio per te quindi se puoi, quando sarò vecchia regalami ancora un po di tempo, regalami un po di pazienza e dammi una spalla su cui piangere cosi come io feci con te molte volte!
Aiutami a camminare, aiutami a terminare i miei giorni in amore e pazienza, in cambio io ti darò un sorriso, l’eredità dell’immenso amore che mi legherà per sempre a te e la forza di lasciarmi andare, senza aver paura.
Sono trascorsi 3 anni da quando sono diventata “soccorritore”, GRAZIE soprattutto a persone che durante il percorso hanno creduto in me e mi hanno letteralmente impedito di mollare. Tre anni durante il quale il mondo é cambiato, mettendo in luce ancora di piú come non va sottovalutata l’importanza/il ruolo di queste persone.
Soccorritori sono persone che investono il loro tempo per gli altri, per il quale non vale il detto “é il tuo lavoro” e un semplice grazie gli riempie il cuore e li ripaga per ogni sforzo. Tre anni dove ho conosciuto persone che piano piano, in punta di piedi sono diventate amiche, punti di riferimento insegnandomi/ spiegandomi che possiamo essere il soccorritore migliore del mondo, il più esperto, il più preparato, all’interno del migliore equipaggio, ma purtroppo non
Suzzara:
si possono salvare tutti, perche ci sono persone che purtroppo non possono essere salvate. Quindi consapevoli di non essere Dio, abbiamo come unico scopo quello di dare il meglio di noi stessi e fare tutto quello umanamente possibile. É un concetto forte, ne sono consapevole, ma ripetermi queste parole mi aiuta a non “portarmi dietro” gli strascichi del turno. Non é sempre facile farlo e quando non ci riesco, béh so che posso sempre contare sui miei punti fermi! “Soccorritore” non una parola qualsiasi, ma rappresenta tanti significati!! Significa il voler mettersi in gioco, impegnarsi per un grande scopo: aiutare gli altri. Rappresenta ore di formazione, di risate, di scleri perchè quella manovra non ti viene, condividere momenti di tensione, ansia, supporto morale pre esame, ma anche gioia e soddisfazione di quando tutto è finito, con persone che ad
inIzio percorso erano sconosciute ma ora sono amici.
“Soccorritore” significa far parte di un gruppo, di un equipaggio, significa non esser solo !!!
Semplicemente grazie a chi mi ha aiutato, supportato e sopportato per raggiungere questo!!
Dopo il successo del convivo degli ex ospedalieri alla sagra del paese a San Prospero di Suzzara, gli assenti e altri nuovi che si sono aggiunti, hanno organizzato un secondo appuntamento dove hanno aderito presso la pizzeria Da Marco, una ventina di ex ospedalieri e non. Alla conviviale hanno risposto quattro medici e 15 infermieri/e che hanno lavorato nell’Ospedale vecchio Montecchi e poi anche in quello nuovo. Durante la serata sono state regalate diverse foto di cene e altri ricordi fatte durante la vita lavorativa.
Borgo Virgilio:
Simona Lepidi responsabile settore servizi sociali di Borgo Virgilio ha presentato per i saluti, il sindaco Francesco Aporti poi l’Assessore ai Servizi Sociali Teresa Amatruda, l’Assistente sociale Francesca Marchesini, la vice sindaco Elena Dall’Oca, la Protezione Civile Sirio e poi loro, i fondatori e promotori, gli Amici del Forte, presente la loro presidente Eugenia Avanzi, il consigliere Antonio Zangara (l’anima delle tante iniziative sempre ben riuscite) con la moglie e altri volontari.
Simona Lepidi ha coinvolto le persone con canti, supportati dalle musiche di Veroni e Carlotta. Insomma una giornata speciale per ragazzi speciali. Per info: 349 1427049.
Pegognaga:
La cartoleria Dory di Doriana Zapparoli e Dea Papotti sono state premiate dal Comune per essere un punto di riferimento per famiglie e ragazzi, con attenzione al cliente e proposte sempre nuove. Due brave persone, attente, pazienti,
disponibili e sempre sorridenti con attenzione e sensibilità verso il sociale e verso tutti gli eventi pubblici in particolare quelli benefici e solidali. Quando si chiede o si presenta a Doriana una iniziativa per far crescere l’immagine del paese, finalizzata al solidale, non c’è bisogno di tante parole, ci sto, dice subito e questo modo di esserci la onora ed onora la comunità.. Complimenti dalla nostra redazione.
Pegognaga:
Si è svolta presso la Bocciofila di Pegognaga la 21esima “festa dei nonni” con un pranzo conviviale e gioco della tombola. Applaudito l’intervento del sindaco Matteo Zilocchi sugli aiuti a famiglie in difficoltà. Il ricavato della festa è stato devoluto alla Coop Sociale Simpatria.
BeneFicienZa all’unione ciecHi
San Benedetto Po:
Presso ARCI Primo Maggio, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, hanno organizzato una conviviale di solidarietà per far conoscere, informare e prevenire le malattie dell’occhio nei vedenti e portatori di disabilità visiva plurime.
attestato di
Pegognaga: Ha raggiunto il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Complimenti a Massimo e ai figli Marco e Marcello, ha detto il sindaco Matteo Zilocchi, ai quali va un sentito ringraziamento per aver contribuito con la loro attività artigianale allo sviluppo dell’economia pegognaghese.
alla Festa dei nonni in centoVenti BeneFicenZa alla coop sociale siMpatria
BeneMerenZa alla ditta tarana carpenteria snc
Pegognaga-Massimeno:
Massimeno è il paese più piccolo del Trentino ma diventa il più grande per i pegognaghesi perché è nel loro cuore. Addirittura c’è un pegognaghese che ci andrebbe tutti gli anni perché per lui è come un sogno e se lo dice uno che ci va da quasi 50 anni, allora siamo curiosi di conoscerlo. Si tratta di Renzo Falavigna classe 1943, persona affidabile, un volontario sempre disponibile. Una vita da camionista prima dipendente poi autonomo ma anche autista delle corriere, ha le mani di uno che non è mai stanco di lavorare. Gli abbiamo chiesto i suoi ricordi e la prima cosa che ha detto riguarda quel lontano 1975, quando una domenica sono partiti da Pegognaga per Massimeno in 4 (purtroppo tre sono già scomparsi: Aldo Giovannini, Franco Davolio e Uber Pavesi). Quante volte Renzo, nel corso di tanti anni, ha fatto i giri con un vecchio furgone Fiat per portare e poi riprendere i ragazzi che andavano in vacanza a Massimeno. All’inizio la Casa interessava, ma non essendo ancora stata acquistata i volontari cominciarono a sistemare la vicina struttura “la Toponia”, un vecchio caseificio in pessimo stato. “Ci siamo fatti su le maniche”, ci ha detto Renzo, e abbiamo piano piano fatto degli interventi fra cui il fissaggio di quattro colonne per consolidarla e renderla sicura. Poi negli anni seguenti, con l’acquisto della Casa, sono stati fatti diversi interventi,tra i più recenti la sistemazione del piano terra con la mensa e la cucina e la sistemazione del primo piano con le camere da letto e i rispettivi bagni. Sono tante le persone che si sono impegnate e si impegnano per fare i lavori utili al funzionamento della Casa: per esempio le pulizie prima e durante l’apertura estiva in giugno e poi per la chiusura autunnale, la tinteggiatura, i lavori idraulici, le riparazioni dei mobili, il taglio dell’erba e qui meritevole di segnalazione è il volontario Saverio Russo instancabile e brillante volontario con la moglie Fabrizia sempre in cucina a cui
dedica tante ore ascoltando e osservando tutti i ragazzi che da anni vede crescere e maturare. Ricordo due persone sempre disponibili per fare lavori: Mario Mazzali e Bruno Mazzocchi. Anche Lorenzo Coroni è sempre presente, attivo e motivato. Un ricordo corre allo scomparso Renzo Panzani preciso e puntuale, poi tanti altri e mi scuso se li ho dimenticati. Un ruolo molto importante dal punto di vista educativo e formativo hanno avuto le care e indimenticabili suore e gli animatori che hanno contribuito a creare amicizie seguendo progetti educativi (amore per la natura con gite bellissime, incontri, confronti, momenti di musica, commedie, feste, riflessioni con preghiere, momenti religiosi) che favoriscono la crescita e la maturità della persona. Renzo ci racconta come l’ esperienza di Massimeno ha fatto nascere amicizie con gli abitanti del paese che sono sempre molto accoglienti con i pegognaghesi. E’ bello sapere che ci sarà
un gemellaggio per rafforzare i rapporti fra due comunità unite e solidali. Quante persone vorrei ringraziare. Per me è un grande orgoglio che lo scomparso ed indimenticabile Don Dante Lasagna abbia scoperto questo paese, che frequento da sempre.
San Benedetto Po: Si sono sposati nella chiesa di San Benedetto Po con Mons. Cesare Testoni
Il loro viaggio di nozze a Sanremo. Sono nati due figli: Lidia e Marco e sono nonni di tre nipoti: Eleonora, Beatrice e Davide
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Lo stupore nel comprendere quanto un trattamento olistico può donare.
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(Emotional Freedom Techniques)
Pegognaga:
Floriterapia
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Reiki
Riflessologia plantare
Shiatsu
I trattamenti sono personalizzati in base alle problematiche individuali.
Si effettuano consulenze di Naturopatia
E’ possibile verificare lo stato energetico del corpo tramite un test effettuato con un apparecchio che ne rileva il campo elettromagnetico e successivamente testare i prodotti, integratori più idonei per riequilibrare eventuali squilibri.
Operatori: LinaEsterRivaStorchi, CristinaCarra,SimonaTerziotti
Attestati di Livello Reiki UsuiI trattamenti reiki, fatti da un operatore qualificato, agiscono su stress, ansia, depressione, dolore fisico di varia natura, emicranie, rinforza il sistema immunitario e stimola il sistema linfatico ed endocrino, aiuta nella rigenerazione dei tessuti e nel recupero dai traumi.
nellafoto:LinaEsterRivaStorchi, CristinaCarra,SimonaTerziotti
Si chiama VolAmbiente, il gruppo di volontari che si sono mobilitati per un ambiente più pulito e che si sono aggregati alla storica associazione ambientalista laurenziana, attiva nel campo della tutela e salvaguardia dell’ambiente dal 1987. L’attività messa in campo dai volontari negli ultimi due anni, è ormai molto più di una sperimentazione, nasce infatti come scelta civica di un gruppo eterogeneo di persone fortemente impegnato in campo ambientale, scrive Vittorio Negrelli sulla Gazzetta di Mantova in occasione della sagra presentando una mostra fotografica del lavoro svolto. Al pegognaghese promotore dell’iniziativa Ermes Furgieri gli abbiamo chiesto come mai questa iniziativa?
“Girando per le vie del mio paese, ho maturato la necessità di portare a compimento un’iniziativa di raccolta dei rifiuti”. Ho lavorato per portare avanti questa iniziativa spontanea con degli
amici dandoci un’organizzazione. Abbiamo chiesto al Comune l’assistenza necessaria corrisposta positiva dopo che volambiente ha aderito all’associazione “Laboratorio ambiente”
Il nostro obiettivo principale oltre alla raccolta era ed è quello di sensibilizzare le persone su queste problematiche con il “Bel vivere” ma se devo essere sincero mi piacerebbe poter vivere in un paese come il nostro, pulito e ordinato, dove emerga un senso civico”.
Ermes cosa hai provato nel vedere durante la mostra le immagini di tanti altri volontari che si sono uniti al nobile progetto?
“Tanta soddisfazione e la fierezza di trovare persone con le mie stesse sensibilità,ma soprattutto giovani” Perché ci sono comuni dove queste iniziative crescono e sia allargano coinvolgendo anche le scuole, altri invece non riescono a decollare. Quanto vale il discorso che ci vuole la persona motivata, affidabile al posto giusto?
“Forse serve umiltà, generosità, abnegazione e poi serve fare emergere la forza del gruppo”.
Progetti per il futuro?
“Assumereiniziativeperampliareilgruppo. Sensibilizzare i giovani, giovanissimi mediante le scuole”
Ermes, ultima domanda: obiettivi?
“Uscire e non trovare cose da raccogliere. Tornare con i secchi vuoti”
Nelle Metamorfosi, poema epicomitologico di Ovidio, si racconta dell’eccezionale concepimento dell’eroe greco Perseo, figlio di Danae e di Giove Acrisio re di Argo aveva una sola figlia Danae, bellissima, che fu rinchiusa dal padre in una torre per evitare che si avverasse quello che l’oracolo aveva predetto, e cioè la sua morte da parte del nipote. La sfortunata Danae era controllata da sentinelle armate che avevano il compito di non far passare nessun uomo.
Ma Giove, invaghitosi della ragazza, riuscì comunque a raggiungerla assumendo la forma di una pioggia d’oro e a fecondarla. Quando nacque Perseo, Acrisio perse la testa dal terrore e, rinchiusi Danae e il figlio in una cassa, li fece buttare in mare per liberarsi di loro e cambiare il destino. Per volere di Giove la cassa rimase a galla, fu trovata sulla sponda dell’isola di Serìfo, di cui era re Polidette, fratello di Acrisio, e i due naufraghi furono accolti benignamente.
A distanza di anni Perseo uccise involontariamente il nonno durante alcuni giochi funebri.
MANTOVA
A partire dal Rinascimento molti pittori illustri rappresentarono il singolare concepimento, tra questi Correggio, Rembrandt e Tiziano (1490-1576) che ritornò più volte sul soggetto.
Qui presento la Danae del Tiziano conservata nel museo di Capodimonte (Napoli), in una delle versioni più riuscite.
La donna, nuda sul letto disfatto, volge lo sguardo verso l’alto, avvolta in un’ombra compiacente e aspetta tranquillamente
LUIGI GATTI, 100 ANNI CASTEL GOFFREDO ELISABETTA BALLASINA, 106 ANNI
il suo amato; il corpo è languido, rilasciato, le gambe, benché coperte da un lembo, sono aperte a ricevere la pioggia fecondante; l’emozione di Danae è tradita dalle pieghe del letto, le cui lenzuola stringe con la mano destra ingioiellata. Danae si dona a Giove per amore, come è testimoniato anche dalla presenza di Cupido simbolo del sincero sentimento amoroso, non è l’oro che la seduce.
La scena appare ambientata all’interno di una alcova, cui allude la pila di cuscini, la tenda rossa del baldacchino e la base di una colonna classicheggiante sullo sfondo.
Gli altri quadri della Danae, nelle numerose repliche richieste al pittore, presentano ogni volta piccole varianti: ora con Cupido, ora con una anziana custode, ora con la pioggia, ora con lampi e fulmini, ora con un cagnolino ora senza, ora col lenzuolo ora senza.
Gabrio ZacchèSUZZARA DOLORES (ADA) FLACCHI VED. DALLASTA, 107 ANNI
Quistello:
Il vino è arte, il vino è passione: un prodotto dalla storia millenaria, le cui origini si perdono nel mito. Per ottenere un buon prodotto, oggi come ieri, servono molto lavoro e tanta esperienza, oltre ad una saggia commistione fra tradizione e innovazione: qualità che appartengono da sempre alla Cantina di Quistello. Questa, infatti, si impegna quotidianamente per portare nei bicchieri delle famiglie un vino buono
che rispetti la terra: se sull’ottima qualità del prodotto mai ci sono stati dubbi, ora non ve ne sono nemmeno sul rispetto ambientale. La Cantina ha ottenuto l’importante certificazione Equalitas “Modulo Organizzazione Sostenibile”, traguardo raggiunto grazie al rispetto dei cinque fattori previsti: tre requisiti iniziali, buone pratiche di lavorazione, buone pratiche economiche, buone pratiche sociali e buone pratiche di comunicazione.
Le buone pratiche sociali sono da declinare nei confronti dei lavoratori, al fine di garantire diritti, pari opportunità e lavoro per i giovani, evitando ogni tipo di discriminazione. Inoltre, le qualifiche devono essere coerenti con le mansioni svolte e, attraverso dei questionari di monitoraggio e soddisfazione, è possibile avere uno spaccato realistico delle condizioni lavorative dei collaboratori. A ricoprire un ruolo importante è anche
il welfare, strumento fondamentale per mantenere saldo e vivo il rapporto tra l’azienda ed il dipendente.
Aspetto fondamentale del lavoro è la formazione, garantita attraverso dei piani ad hoc per il personale, per i terzisti e per i lavoratori, seguita da una registrazione per verificare il corretto apprendimento.
Infine, la certificazione Equalitas si preoccupa anche delle relazioni con il territorio, ragione per cui ha sviluppato un questionario da sottoporre ai confinanti almeno ogni tre anni per raccogliere informazioni utili a migliorare i rapporti di convivenza.
Le buone pratiche sociali rappresentano uno dei cinque requisiti fondamentali che la Cantina di Quistello si impegna a rispettare per il benessere della Terra e dei suoi clienti: una missione svolta con dedizione e passione che continueremo a raccontarvi nei prossimi numeri
È davvero necessario utilizzare percorsi ciclopedonali realizzati appositamente? Pare di no. Abbiamo una enorme quantità di varianti fruibili per tutte le gambe. Il nostro territorio, caratterizzato essenzialmente da ambienti rurali e dalla presenza del fiume Po, offre diversi spunti di interesse ed il percorso dei 4 comuni ne è un esempio. Partendo dalla tranquilla Motteggiana, di fianco alla Villa Ghirardina (commissionata da Ludovico III Gonzaga), si può parcheggiare l’auto ed iniziare il cicloviaggio in direzione Sailetto, attraversando Zara e percorrendo la strada “Zanetta” in territorio suzzarese. È necessario prestare un po’ di attenzione poiché questa strada è transitata da auto e mezzi agricoli, ma offre spunti interessanti quali diverse ville tipiche restaurate oltre al nobile palazzo Grassetti a Sailetto (villa del Seminario), di prossimo restauro da parte del Comune di Suzzara. Proseguendo per il “fortino”, in direzione argine Po, sono visibili altri immobili rurali tra cui un antico
caseificio dalla caratteristica forma ottagonale ancora da restaurare. La stradina che porta a Torricella è piuttosto tranquilla e consente di salire sull’argine del Po in prossimità della meravigliosa Corte Quaranta. Da qui, il percorso ci porta sull’argine maestro, costeggiando “Corte Fabbrica”, dove è possibile mangiare su prenotazione, gli abitati di Tabellano, i borghi Arginotto e Gonzagone con altre belle corti e maneggi, fino ad arrivare a Riva di Suzzara con l’accogliente zona di attracco fluviale con bar ristorante. Proseguendo sempre sull’argine in direzione Luzzara, si attraversa il Parco San Colombano, visitabile e percorribile sia a piedi che in Mtb. Il Parco è ben curato e presenta diversi spunti di interesse; non ultimo, nei periodi più caldi, offre ampie zone d’ombra. Giunti a Luzzara, si può proseguire sino a Guastalla verso il lido Po su strada arginale. Se il giro dovesse risultare troppo pesante, si può invertire la rotta a Luzzara, scendendo in zona Corte Zamiola e percorrendo tutta la stradina interna,
di fatto a metà via fra la strada statale della Cisa e argine Po. Si arriva così al Crocile Tosini, si attraversa tutta Suzzara per poi riprendere il percorso verso Motteggiana utilizzando le strade “basse”. Questa zona offre la vista su tanti canali di irrigazione quali il “Trigolaro” e “Imperia” lungo le strade Cherubina, Strozza e Campana; passando per San Prospero, si raggiunge di nuovo Motteggiana percorrendo l’argine.
Mantenendo un’andatura rilassante, è un giretto di circa 3 ore ma garantisce la possibilità di scattare tante foto grazie alla prevalenza del percorso in argine maestro. Si possono “consumare” circa 600 Kcal in funzione della velocità di esercizio e chilometraggio complessivo.
Carlo PontiNatura è il mio nome che passa di bocca in bocca per fermarsi alla parola detta. Quello che sto per dirvi, sono i miei ultimi allarmi dettati dalle tante malattie che mi assillano.
Ed è proprio delle malattie che vi voglio parlare: le mie malattie!
Sono decenni su decenni e con il tempo hanno superato abbondantemente il secolo che, soffro di disturbi oramai cronici che voi sapiens mi avete inflitto Purtroppo i miei mezzi naturali non bastano per curarmi e voi, non vi siete degnati di soccorrermi, anzi, nonostante la notevole precarietà in cui verso, continuate a danneggiarmi.
Già dai primi anni settanta del secolo scorso alcuni di voi sapiens molto illuminati ebbero a segnalare al mondo intero i miei disturbi affermando che si sarebbero aggravati se non curati per tempo. Soltanto dopo vent’anni da quella data i potenti che vivono e operano grazie alla mia presenza, hanno ammesso l’esistenza dei malanni che mi trascino. Nei decenni successivi, sono stata sottoposta ad altre analisi riscontrando il gravissimo stato della mia salute. Allora si è deciso di assumere impegni nel breve e lungo periodo, per provvedere alle cure. Ad oggi, nessuno li ha mantenuti
Come posso fidarmi delle vostre promesse - nonsietepiùcredibili- deduco che siete diventati la mia condanna e i miei malanni si riverseranno su di voi: come già sta avvenendo.
Voi sapiens pensavate che quello che state vivendo con angoscia, non sarebbe mai avvenuto, poveri ingenui, egoisti, irresponsabili e predatori dei miei patrimoni, convinti di farla sempre
franca.
Avrete notato che le mie stagioni non sono più quelle di un tempo, con molta fatica assolvo il lavoro che mi è stato assegnato: non sono più in grado di darvi l’acqua che vi serve, la mia pelle –che chiamate suolo - si sta seccando dal caldo e dal poco nutrimento, le vostre coltivazioni soffrano e sotto la mia pelle un tempo molto fertile, ora, di tanto in tanto escono i microrganismi per scioperare per le morti sul lavoro dei loro compagni, sventolando le loro bandierine per rendersi visibili.
Gli alberi non smettono di vegetare privandosi del riposo invernale. Molti insetti, uccelli e animali stanno andando via per sempre chissà, se
tecnologie elettriZZanti
Quando si pensa alle scelte ecologiche del futuro, le prime innovazioni che ci vengono in mente sono i motori elettrici o alimentati da biocarburanti di origine vegetale. Certo, queste soluzioni motoristiche sono importanti e ricoprono una sostanziosa fetta dei possibili
rimedi alla deriva climatica che abbiamo causato, ma non sono la panacea di tutti i mali. Le soluzioni, infatti, vanno studiate in ogni campo dell’agire umano, al fine di rendere più sostenibili ed ecocompatibili le nostre azioni.
L’agricoltura non fa eccezione e la fiera
Eima Internatiol, esposizione dedicata alle macchine agricole e alle tecnologie applicate al settore primario tenutasi a Bologna, è stata un palcoscenico importante per presentare le novità del futuro. Oltre alle ben note soluzioni motoristiche elettriche, ibride e a metano, è stato proposto un attrezzo che consenta di utilizzare scariche elettriche per combattere le erbe infestanti al posto dei tradizionali pesticidi. Questo strumento, infatti, è in grado di convertire l’energia meccanica in elettrica, utilizzando scariche ad alto voltaggio che si creano a contatto col suolo e che percorrono la pianta infestante sino alle foglie più alte per poi scendere alle radici. Nel frattempo, un altro elemento dell’attrezzo viene a contatto con un’altra malerba, chiudendo il circuito elettrico e danneggiando istantaneamente la clorofilla della pianta.
Questo sistema presenta numerosi vantaggi: in primis, la soluzione è applicabile a tutte le specie infestanti, mentre i diserbanti tradizionali variano
andranno su un altro pianeta per trovere abitanti migliori
Smettetela di riscaldare i mari: non vi siete ancora accorti che state cuocendo il pesce li dentro?
L’ingordigia di pochi è la fame di tanti; alterando tutti i miei equilibri sono sopraggiunti virus a voi letali; non avete mai smesso di fare delle guerre tra di voi. Continuate a fare troppe cose sbagliate, non pensate di farmi scomparire, non accadrà, nonostante tutto.
Sarete prima voi a cessare la vostra presenza, le vostre malattie sono peggiori delle mie.
Renzo Gazzolia seconda della pianta da eliminare; le successive variazioni metereologiche, inoltre, sono ininfluenti sul lavoro svolto, permettendo a questo attrezzo di sostituire completamente l’uso di erbicidi. A tal proposito, con questo sistema ad elettrodi si risolve il problema della crescente resistenza delle infestanti ai pesticidi tradizionali, assicurando una maggiore efficacia con un minore impatto ambientale.
Questo attrezzo si sposa con l’ottica di un’agricoltura all’avanguardia che permetta all’agricoltore di conoscere tutte le caratteristiche del terreno lavorato direttamente dal proprio ufficio o dalla cabina del trattore, dando la possibilità di svolgere solo le lavorazioni necessarie al fine di ridurre lo stress del terreno.
La grande sfida del presente è “produrre tantoinquinandopoco”, un obiettivo che può apparire paradossale ma che passo a passo si sta dimostrando possibile grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie create ad hoc per l’agricoltura del futuro. L’innovazione è elettrizzante
Il freddo ci impedisce di svolgere particolari lavori sia nell’orto che nel giardino, le temperature basse e il gelo saranno comunque provvidenziali per il terreno che svilupperàlastrutturaadattaadaccoglierea primaverainuovisemi.
Semineinpienaterra:
Faveepiselli.
Piantagionietrapianti: Aglio,madrined’asparagi,bulbidicipolla.
Campoefrutteto: Se il terreno non è gelato si possono ancora
pinatare piante da frutta, rosai, arbusti... concimareconfertilizzanteorganico.Sututte le piante è possibile eseguire trattamenti preventivi.
Giardino e terrazzo: Non è più possibile irrigare il prato, e non occorre eseguire altri tagli. Se il terreno non è gelato, si può continuare il trapianto di bulbi, mentre il tappeto erboso deve essere concimato con fertilizzanti a base di calcio, affinchèrimangapiùverdeduranteilperiodo invernale.Sipossonopiantarerosai,pianteed arbustidafiore.
E’ il mese che richiede meno ore lavorative. Le piante a causa del clima freddo non necessitanodiparticolaricure,consigliabilela manutenzioneecuradeiprorpiattrezzi.
Faveepiselli.
Campoefrutteto:
Potare meli, peri, susini, peschi, albicocchi, viti,nashi,mandorli,ribes,lamponi,mirtilli. Liberare i rami rimasti dai frutti secchi e
concimareilterrenoconfertilizzanteorganico.
Trattare le piante da frutto, alberi e cespugli con appositi olii e prodotti, consultarsi con il prorpiorivenditoredifiducia.
Giardino e terrazzo:
In giornate con clima temperato, si possono seminare pratoline, viole del pensiero, primule, piselli odorosi, miosotis. Si trapiantanobulbiditulipani,giacinti,narcisi, anemoni, ranuncoli, iris e cespugli di rose. Potareiglicinieiclematis.Ripuliredallefoglie seccheiltappetoerboso,evitandoiristagnidi acqua.
CalendariodiBacco
DicembreleCURIOSITÀ
Questaèlafasepiùimportanteperlariuscita delvino,nellacantinailvinoinizialaseconda fermentazione.Ilprimoquartodilunaèilpiù indicato per i vini frizzanti, mentre l’ultimo quarto è ideale per ottenere vini dolci o invecchiati.
GennaioleCURIOSITÀ
Effettuare il terzo travaso, se si desidera un vino frizzante operare in luna crescente, al contrarioselosivuolefermo,inlunacalante.
Ormai siamo nel periodo più freddo dell’anno e d’inverno come tutti sanno le piante vanno in riposo vegetativo, ma i nostri balconi possono ancora riservarci delle sorprese. Prima di tutto bisogna ripulire le vaschette o fioriere (meglio se in coccio) da erbe infestanti rinnovando il terriccio arieggiandolo un po’ e successivamente aggiungendo anche una buona quantità di nutrimento/concime sempre con integratori naturali o simili, ma vanno benissimo anche quelli chimici, liquidi o granulari, sempre reperibili presso il vostro rivenditore di fiducia. Cosa possiamo seminare? Basilico, Carote, Cavolfiori e cavoli, Cipolle, Erba cipollina, Valeriana e Timo, Spinaci e Rucola. Vedrete che nonostante il freddo nel giro di alcuni giorni i vostri semi saranno pronti a germinare e spunteranno le prime foglioline, potete anche proteggere il vostro semenzaio con tessuto non tessuto per limitare il disturbo del vento freddo. Questo vi permetterà di iniziare l’anno con già un balcone pronto e rinnovato e avere già alla fine inverno inizio primavera i primi frutti.
LAVAGNINI PAOLOIngredienti:
4 uova
150 gr. di farina bianca 150 gr. di fecola 300 gr. di zucchero Succo di 1 mezzo limone/arancia 1 bustina di Lievito ½ bicchiere di latte ¾ di olio di semi circa 130/140 gr.
Unire la farina con la fecola aggiungere le 4 uova poi il latte, l’olio, lo zucchero e il succo di limone.
Amalgamare bene il tutto e aggiungere il lievito per ultimo. Versare il composto in un recipiente imburrato e infarinato, mettere a cuocere in forno a 150/160 gradi per 35/40 minuti.
Il 3 di ott0bre scorso, alcune persone che transitavano lungo la provinciale Pegognaga-Suzzara, all’altezza del calvacavia dell’autostrada, notavano un animale morto che non avevano mai visto prima.
Poteva sembrare una Nutria adulta, o un Tasso grande, ma i passanti non avevano di certo osservato gli aculei presenti sul dorso del soggetto morto, qualcuno a seguire pare abbia visto due piccoli nelle zone del Parco San Lorenzo, quindi può significare che lì ci possano essere una o due famiglie.
Sono animali bellissimi con i loro aculei zebrati, il loro peso corporeo varia da 12 a 25 kg ma ci possono essere esemplari che superano i 32 kg.
Istrice: è ricoperto di peli e di aculei di colore bianco e nero (questi sono peli modificati) sono presenti sul dorso, sui fianchi e sulla coda, attaccati sulla cute
sul corpo sono presenti peli bianchi.
Gli arti sono robusti e presentono piedi con unghie corte e forti, il piede anteriore ha 4 dita quello posteriore ne ha 5.
Denti canini e incisivi molto forti, attenzione a non farsi morsicare, ma sappiate che di solito morde solo per difendersi .
Le orecchie sono piccole poco sviluppate, grande nuotatrice, si sposta e si muove soprattutto nelle ore notturne, di giorno vive nelle tane, vive come animale monogamo e la stagione riproduttiva è in primavera con durata della gestazione di 90/100 giorni.
Mangia prodotti vegetariani, ama molto l’erba giovane, i tuberi, bulbi, frutta e germogli, patate, granoturco, insalata e piante dell’orto, come le fave.
In inverno si avvicinano ai frutteti e ai vigneti mangiando le cortecce nel caso trovino poco da mangiare.
Animale molto diffuso in toscana, in collina, nel Lazio e in Sicilia, ma ora si vede che si è ambientata bene nel nostro territorio mantovano, e nella zona del parco San Lorenzo dove le colture sono intense, ricche di piante e di siepi, l’istrice riesce a nascondersi bene.
Dopo pochi giorni dalla segnalazione dell’ISTRICE, è stato segnalato la presenza di un Tasso nei dintorni del parco San Lorenzo di Pegognaga.
Il Tasso è un animale notturno mammifero carnivoro della famiglia dei mustelidi e protetto, presenta un corpo ricoperto di pelo bianco e grigio con una maschera bianconera, orecchie piccole e
coda di circa 20-25 cm.
La gravidanza del Tasso dura 60 giorni e possono nascere da 1 a 5 piccoli per ogni femmina, vengono allattati dalla madre per 60 giorni a 3 mesi sono già indipendenti.
Se non viene disturbato non è pericoloso, quando vede l’uomo si allontana ed è difficile vederlo di giorno, escono dalle tane solo di notte, la tana può essere abitata da più animali e a differenza di altre tane (VOLPI NUTRIE) presenta più
e sfregando contro i cespugli o nelle loro tane tendono a staccarsi. Gli aculei hanno lunghezze diverse, vanno dai 10 ai 20 cm a seconda della posizione o dall’età del soggetto, i peli sono nerastri e possono raggiungere la lunghezza di 20 cm; i peli possono emanare un sostanza tossica che creerebbe infiammazione e dolore dove si è stati punti; sulla testa o
accessi; nelle zone fredde possono andare in letargo e risvegliarsi in primavera; la loro alimentazione è di lombrichi, piccoli mammiferi (topi e talpe), lucertole vipere/serpentelli, frutta, erba giovane e germogli.
Nel mantovano sono state segnalate presenza di Tassi nei comuni di San Benedetto Po nelle zone golenari del Po, a Quistello nelle golene del fiume Secchia, e a Ostiglia è stata ritrovata una carcassa nel 2017 sull argine del Po, quindi anche se si vedono poco fate attenzione perché potreste incontrarli, state attenti di non avvicinarvi perché potrebbero cercare di pungervi con gli aculei o di modervi.
Giulio Bezzecchi Medico VeterinarioL’isolamento sociale forzato vissuto durante la pandemia ha fatto emergere la questione della solitudine e del bisogno di relazionalità, soprattutto per i soggetti che rischiano una situazione di “isolamento”, in particolare gli anziani.
Il ritorno alla socializzazione molte volte ha bisogno di essere sollecitato da nuovi stimoli e per questo motivo come amministrazione Reggiolese abbiamo pensato di introdurre un nuovo servizio dal titolo “Nonni meno soli”, un nuovo progetto realizzato con la collaborazione delle associazioni del territorio che prevede la realizzazione di servizi, iniziative ed interventi pensati per gli anziani allo scopo di contrastare la solitudine e di promuovere la
Concordia (Mo):
socializzazione e l’aggregazione, offrendo risposte ad una fascia consistente di persone che non necessitano di servizi sanitari ed assistenziali, ma richiedono interventi di natura integrativa, con iniziative ricreativo-culturali, attività di svago che molti cittadini anziani non possono concedersi da soli.
Il progetto infatti riconosce il bisogno di aiuto della persona anziana nell’affermare il suo diritto all’inserimento sociale e promuove azioni positive finalizzate ad incoraggiare le esperienze aggregative e a mantenere una vita sociale attiva.
Tutte le attività si svolgeranno al Centro Sociale Nino Za in via IV Novembre 19 e saranno completamente gratuite e libere come orario di partecipazione.
Si è tenuta nei giorni scorsi, in Piazza 29 maggio a Concordia la cerimonia di consegna ad ASP di una nuova vettura per il progetto “Mobilità Garantita” con cui sarà implementato il servizio di trasporto di persone con difficoltà motorie, in particolare di anziani e disabili presso i servizi diurni di ASP. L’iniziativa è stata condotta in collaborazione con la Società PMG Italia che ha coordinato la sponsorizzazione di numerose imprese locali, che con il loro contributo hanno reso possibile l’acquisto del veicolo, che espone sulla carrozzeria le insegne degli imprenditori, commercianti ed artigiani che hanno finanziato l’iniziativa. La vettura integra il pullmino già in dotazione ad ASP e acquistato sempre grazie alla collaborazione di PMG Italia e la sponsorizzazione di imprenditori. Alla cerimonia di consegna erano presenti il presidente di Asp Stefano Paltrinieri, i sindaci di Concordia Luca Prandini e di San Possidonio Carlo Casari, Gianluca Palazzetti in rappresentanza di PMG Italia e alcuni rappresentanti delle imprese che hanno contribuito all’acquisto del mezzo. Il Sindaco Luca Prandini ha ringraziato ASP per il costante impegno nel potenziare i servizi assistenziali per anziani e disabili del territorio e ha rimarcato il valore di quegli imprenditori che hanno deciso di fare rete con le istituzioni e contribuire ad offrire ai cittadini un servizio importante come quello della mobilità.
Luzzara:
“Ringrazio tanto la Direttrice sanitaria, dott.ssa Cinzia Gentile di Azienda Usl - Irccs di Reggio Emilia, e il Responsabile dell’infermieristica territoriale, Matteo Soprani, con i loro collaboratori e predecessori – commenta la sindaca Elisabetta Sottiliper l’attenzione e l’ascolto in questi mesi alle mie richieste per la comunità di Luzzara” Punto Prelievi di Luzzara, viale Filippini 63 (struttura alla sinistra del pensionato, al piano terra) Orario di apertura: LUNEDI e MERCOLEDI dalle 7.30 alle 9.30 Accesso: solo su prenotazione, effettuabile presso CUP di Guastalla, MEDICUP della Medicina di Gruppo di Luzzara, Farmacup presso le Farmacie di Luzzara; Accessi diretti dalle 8.30 solo per persone che devono effettuare il prelievo per PT-INR per dosaggio TAO e che abbiano una DEMA in corso di validità (prelievo singolo o prelievi multipli). Non prenotabili/gestibili le urgenze, prelievi ai bambini, accessi diretti per le gravide, categorie per le quali è necessario per il momento recarsi al punto prelievi di Guastalla.
consegnato ad asp un nuoVo MeZZo per il trasporto di persone con diFFicoltÁ Motoria
da lunedì 28 noVeMBre riapre il punto prelieVi a luZZara (re)
Viola frazione di Pegognaga:
Palma, aveva 93 anni e questo vuol dire diverse generazioni, almeno tre, che ha visto nascere e crescere.
La sua scomparsa corre ai ricordi del passato, quando si nasceva nelle case di campagna, senza comodità e tanta povertà di strumenti, solo l’esperienza, la bravura e tanta fortuna, permetteva il parto a domicilio.
L’Ostetrica era sempre da sola e Palma Mortoni ved. Sabbadini, lo ha fatto per 35 anni.
Lascia due figli, Dario e Claudio con la moglie Monica che definisce Palma una grande persona, “per me è stata una madre perché avevo solo 18 anni quando
Quistello:
mi sono sposata e da allora ho vissuto sempre con lei e mi manca tanto”
Poi è nata la sua amata nipote Chiara Bene ha fatto il parroco Don Nicola Cattarin a ricordare il suo lavoro di far nascere i bambini, valorizzando il dono della vita.
Sul numero 2 del nostro periodico nell’agosto del 2011 in una intervista disse: “quando il parto naturale andava bene, si provava il piacere di fare l’Ostetrica, ci si sentiva orgogliosi di avercela fatta e la soddisfazione era veramente impagabile”
Palma all’inizio usava la bicicletta, poi il motorino, ed infine la vespa per arrivare poi alla macchina.
Eugenia Ascari, direttore generale di Aspef ha vissuto una vita dedicata agli ospiti delle due Rsa Isabella d’Este e Luigi Bianchi Per ventuno anni ha diretto l’Azienda Servizi del comune di Mantova. La sua carriera era cominciata, nel 1988, nell’allora Ussl 48 di Ostiglia e proseguita, dieci anni dopo, all’azienda ospedaliera Carlo Poma, poi nel 2001, è cominciata la sua esperienza come direttore di Aspef, dove era riuscita a farsi amare e stimare anche dal personale. Eugenia Ascari aveva 63 anni e abitava a Quistello e lascia un ricordo forte delle sue doti professionali ed umane.
Pittore, scultore e maestro d’arte amava il contatto con la gente ed era un punto di riferimento per chi in sé scopriva una vena artistica nascosta e chiedeva di farla emergere. Sapeva insegnare e tirar fuori ciò che non si vedeva. I suoi quadri sono stati esposti in numerose mostre in Italia e all’estero. Amava ritrarre fiori, paesaggi e immagini di nudo. Una figura poliedrica che ha riempito la scena culturale mantovana.
ato “palMa” l’ostetrica cHe Ha Visto nascere diVerse generaZioni di BaMBini
“eugenia ascari”, una Vita dedicata agli anZiani
il pittore “piVa” ..il ricordo di un BraVo Maestro d’arte