Confartigianato Informa n.6

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ANNO XXVI - Nuova Serie n. 6

GENNAIO - MARZO 2014

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San DonĂ di Piave

Riprendiamoci ilil futuro Riprendiamoci futuro

Posta elettronica certificata NON sottovalutatELA

CO.NA.I. QUESTO SCONOSCIUTO

AVVIATI I CORSI DI FORMAZIONE ATTREZZATURE



CONFARTIGIANATO

SOMMARIO

INFORMA

SOMMARIO ANNO XXVI - Nuova Serie n. 6

GENNAIO - MARZO 2014

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San Donà di Piave

5 IL PUNGIGLIONE Riprendiamoci ilil futuro Riprendiamoci futuro

Stanchi ed arrabbiati 6 INTERNAZIONALIZZAZIONE I nuovi servizi

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA NON SOTTOVALUTATELA

CO.NA.I. QUESTO SCONOSCIUTO

AVVIATI I CORSI DI FORMAZIONE ATTREZZATURE

7 INNOVAZIONE Posta Elettronica Certificata CONFARTIGIANATO INFORMA Periodico trimestrale di Confartigianato Imprese San Donà Anno XXVI - Numero 01 Gennaio/Marzo Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.961 del 07/03/1989 Pubblicazione Registrata al ROC n. 13094 del 17/12/2005 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento Postale DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 NE/VE Bollettino degli organi direttivi di Associazione sindacale Direttore responsabile: Aldo Trivellato Comitato di Redazione: Nicola Beccari, Monica Carrer, Sonia Cibin, Ennio Galletti, Luisella Surian Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Boato, Vito Molinaro, Roberto Mazzardis, Luca Nardin, Claudia Poles Direzione, Redazione, Amministrazione: via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - redazione@artigianisandona.it Editore: Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del Mandamento di San Donà di Piave via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - Fax 0421.335444 Stampa: Tipolitografia COLORAMA snc via Garda, 13 - 30027 San Donà di Piave Pubblicità: Per la pubblicità su Confartigianato Informa Tel. 0421.3351 In copertina: la manifestazione di Roma Foto: Armando Ortolan

8 speciale 9 La manifestazione di Roma Riprendiamoci il futuro 10 AMBIENTE Attenzione agli imballaggi 11 sicurezza Corsi formazione attrezzatura 12 fiscale Le novità del vecchio governo 13 lavoro La cassa integrazione in deroga 14 CATEGORIE 15 La produzione e la vendita del pane Impianti termici: terzo responsabile

Pubblicazione chiusa in redazione e data alla stampa il 10 Marzo 2014.

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CONFARTIGIANATO

IL PUNGIGLIONE

INFORMA

Stanchi ed arrabbiati Lontani dalla realtà, dalla concretezza, dalla vita di ogni giorno. La politica se n’è andata, abita in un’altra galassia, parla una lingua vecchia e incomprensibile, si nasconde nei suoi privilegi e non incontra la vita vera. Se interrogata non risponde, se interpellata non sente, se attaccata si trincera e si difende parlando di crisi. Crisi che è passata, finita, ricominciata, ancora viva, come se tutto non fosse mai successo. Siamo persino stanchi di proporre e di chiedere, di suggerire e di interrogare, di costruire ipotesi e di cercare soluzioni. Le parole che seguono sono la semplice cronaca di un dialogo arrabbiato ed ironico, sfinito e troppo impotente, rabbioso e pieno di voglia di fare. Le pagine che seguono sono la testimonianza di chi ha voce e forza per fare, una volontà strappata e fatta a pezzi da chi comanda e governa, sordo ed immobile. Perchè di fronte a domande e soluzioni concrete, dalla revisione del sistema della fatturazione agli sgravi fiscali, dalla necessità urgentissima di rivedere l’intero meccanismo del lavoro e della formazione, dalla richiesta di cultura e di sblocco degli investimenti e del credito, dalla semplificazione burocratica alla richiesta di un fisco più equo, il silenzio è totale. Allora, sembra veramente di vivere in un mondo comico, se non fosse tragica la situazione delle nostre imprese, del lavoro quotidiano, del futuro di questo paese. Perchè qui, nella trincea di chi ancora si ostina a credere che il lavoro sia un valore, crediamo che anche la protesta debba esprimersi in forme civili e democratiche. Ecco la cronaca di una rabbia che ci porta a Roma, a denti stretti e con i pugni in tasca. Pochi mesi fa, nelle strade e nelle botteghe, negli uffici, nelle imprese e nei social network, si ragionava dell’urgenza di protestare. Il riassunto lo affidiamo ad uno scambio di opinioni tra alcuni iscritti della Confartigianato di San Donà ed il presidente, Ildebrando Lava, un dialogo a distanza che trasportiamo, in sintesi, dalle righe di Internet alle pagine di questa rivista, pubblicando le risposte del

presidente della Confartigianato. Forconi sì o forconi no? (dicembre 2013). «Questa e’ l’ultima possibilità che la politica ha di capire e attuare percorsi risolutivi dei disagi dei cittadini, dei pensionati, degli artigiani, delle aziende che non reggono più un sistema iniquo, che non rispetta le persone che lavorano onestamente, che difende chi si è strutturato per non pagare, anche se in questo modo mette a repentaglio la vita altrui, genera disagi e drammi sociali indicibili, con aziende costrette a chiudere per crediti! Lasciando a casa i propri collaboratori, pur avendo lavoro! Confartigianato San Donà non ha, al momento, aderito a nessuna iniziativa di protesta, pur condividendone in pieno lo spirito. Vogliamo dare quest’ultima possibilità alla politica, anche in virtù dei possibili nuovi assetti che si intravvedono all’orizzonte. Ma questa è veramente l’ultima spiaggia! Come presidente ho ricevuto una infinità di richieste degli Associati di prendere l’iniziativa e puntare su Roma con le nostre armi, gli scavatori, i camion, i caterpillar e tutto ciò che abbiamo. Non è vero che le Associazioni non ci sono, ci sono fin troppo, perlomeno per quanto riguarda Confartigianato San Donà! Partiamo però dalla consapevolezza che una simile iniziativa significa “Rivoluzione” e non è che poi alla sera si va tutti in pizzeria, significa guerra senza quartiere, significa buttare all’aria tutto. Sentiamo la responsabilità civile e sociale di fare l’impossibile per evitare tutto ciò, ma certamente non consentiremo di farci ulteriormente prendere in giro! O si condividono soluzioni e fatti, delle parole non ce ne facciamo più nulla! Oppure, sarà veramente la fine del sistema Paese». La crisi italiana è finita (?) (febbraio 2014). «Il Premier Letta annuncia dagli Emirati Arabi (!?) che la crisi Italiana e’ finita...non c’è più alcun dubbio...siamo governati da Alieni che vivono in un’altra galassia! Questi non hanno la più pallida idea di quali e quanti siano i nostri problemi quotidiani. Anch’io sono convinto che la crisi sia finita, nel senso che questo è e sarà il nostro standard di vita...retrocesso perlomeno di 25 anni! Altro che crisi alle spalle! Ai posteri l’ardua sentenza e la constatazione se saremo riusciti ad uscirne democraticamente. I dubbi in tal senso aumentano di giorno in giorno in modo esponenziale. Aggiungiamo i soliti scandali di spreco di denaro pubblico, e poi l’elenco, che si aggiorna quotidianamente, di Artigiani, di Imprenditori, di nostri Lavoratori, ai quali è stato sottratto tutto, tranne la dignità, che per esasperazione, per sconforto, per rifiuto di questo “modello” di società, si tolgono la vita! Il vaso e’ tracimato! Insieme, dobbiamo e possiamo porre fine a questo scempio»! Aldo Trivellato e Ildebrando Lava

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Aldo Trivellato Direttore Responsabile “Confartigianato Informa”


INTERNAZIONALIZZAZIONE

CONFARTIGIANATO

INFORMA

Nuovi servizi per l’internazionalizzazione Finanziati da Confartigianato e Venezi@ Opportunità, Azienda speciale della CCIAA

Claudia Poles Internazionalizzazione 0421.335501 europa@artigianisandona.it

Lo Sportello informativo per il supporto all’export Attivo DA MARZO 2014, ogni martedì pomeriggio dalle ore 14.00 alle ore 18.00, il servizio gratuito a sportello di un esperto per il tutoraggio alle Aziende nelle varie fasi dell’export: per lo start-up all’internazionalizzazione, per il monitoraggio dell’attività già avviata e per la gestione commerciale ed amministrativa dei rapporti con l’estero, fornendo assistenza in relazione a: - pratiche, documentazione e tariffe doganali; - dazi o eventuali sistemi di protezione dei mercati; - accordi commerciali preferenziali fra Paesi; - regimi fiscali agevolati; - free zone: presenza e loro funzionamento; - contrattualistica con l’estero: sistemi di tutela per le aziende che esportano. Allo sportello le aziende potranno anche richiedere un check up gratuito sulle potenzialità dell’impresa ad aprire a nuovi mercati internazionali. E’ possibile contattare l’Ufficio Europa per prendere appuntamento. Assistenza aziendale per l’attività di export (Contributo di 840,00 euro per le prime 8 Aziende che attiveranno uno dei pacchetti proposti) Le Aziende potranno ricevere l’assistenza specialistica di un esperto di export, con l’obiettivo di sviluppare l’attività aziendale nel mercato nazionale ed internazionale, consolidando nel breve e medio termine una quota di mercato estero. Il costo dell’assistenza dipenderà dal tipo di pacchetto attivato, che comprende un diverso numero di giorni dedicati dall’esperto all’azienda. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Europa.

I corsi di inglese per gli artigiani Finanziati da Confartigianato e Venezi@ Opportunità Ha avuto inizio il corso di inglese base di 40 ore per i nostri Artigiani, seguirà il corso di inglese commerciale di 24 ore, al fine di fornire una conoscenza adeguata della lingua inglese alle Aziende che vogliono fare export. Esauriti in poche ore i 15 posti a disposizione per ciascun corso. Al fine di soddisfare il cospicuo numero di richieste ricevute, in programma un secondo corso di inglese base, finanziato con i contributi del FART, Fondo Artigianato per la Formazione. Al corso, che dovrà essere svolto durante l’orario di lavoro, potranno partecipare solo i dipendenti delle Aziende iscritte al Fondo. Giovani tirocinanti in azienda Finanziato dal FSE il progetto per avere all’interno dell’Azienda, gratuitamente per sei mesi, un tirocinante addetto all’area commerciale ed export. Ultimata la fase di orientamento e formazione dei 6 candidati selezionati, che a fine febbraio sono stati inseriti in 5 delle nostre Aziende associate per svolgere il loro Work Experience. Finanziato anche il progetto per avere un addetto al social media marketing che vede coinvolta una delle nostre Aziende. Presentata una nuova proposta di progetto per avere all’interno dell’Azienda un addetto per l’area Marketing e Comunicazione, gratis per più di 4 mesi.

Contributi a fondo perduto per investimenti in Azienda Aperto fino all’8 aprile 2014 il Bando INAIL che finanzia interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro con contributi a fondo perduto pari al 65% delle spese sostenute. Ad Aprile i nuovi Bandi della Camera di Commercio di Venezia per i seguenti interventi: - realizzazione di business plan per start up o per nuovi business d’impresa; - accesso al credito; - realizzazione di reti di impresa per l’expo, a supporto del settore ICT e della sostenibilità ambientale; - progetti per le imprese creative. CONF-VOICE: SERVIZI TELEFONICI A PAGamento Il servizio CONF-VOICE offrirà alle imprese che non hanno un impiegato commerciale estero un ufficio commerciale estero in lingua inglese in outsourcing, sempre a disposizione telefonicamente secondo gli orari dell’azienda, senza dover investire in infrastrutture, risorse e tecnologie. In più, attivando il CONF-VOICE+, l’Azienda potrà gestire anche la corrispondenza e-mail con i clienti stranieri.

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I ragazzi del primo Work Experience


CONFARTIGIANATO

INNOVAZIONe

INFORMA

Posta Elettronica Certificata: uno strumento obbligatorio

Molte imprese la hanno sottovalutata

Ci siamo accorti che molte imprese hanno sottovalutato il servizio di Posta Elettronica Certificata che la nostra legislazione ha reso obbligatorio per tutte le imprese.Dopo oltre due anni dall’introduzione per le società e quasi un anno per le imprese individuali molte aziende non hanno ancora compreso, né lo scopo di istituzione di questo nuovo strumento, né le caratteristiche e la peculiarità del servizio.Abbiamo inoltre notato, almeno tra le imprese che si sono a noi rivolte per l’attivazione, che molte di loro non hanno nemmeno effettuato il primo accesso alla propria casella di Posta Certificata, dimenticandola, considerandola, forse, inutile. Sempre più gli uffici pubblici centrali e locali e vari enti dialogano con le imprese solo tramite PEC abbandonando il servizio postale ( es raccomandate

A/R), con notevoli risparmi per le stesse.Abbiamo anche purtroppo riscontrato che alcune imprese non hanno ottemperato a scadenze e dovuto pagare delle penali, per non aver adempiuto nei tempi dovuti a quanto indicato in PEC aperte in ritardo. Riteniamo dover quindi ricordare che la Posta Elettronica Certificata (PEC) è il sistema che consente di inviare e-mail con valore legale equiparato ad una raccomandata con ricevuta di ritorno, come stabilito dalla vigente normativa (DPR 11 Febbraio 2005 n.68).Benché il servizio PEC presenti forti similitudini con la tradizionale Posta Elettronica, è doveroso dare risalto alle caratteristiche aggiuntive, tali da fornire agli utenti la certezza – a valore legale -dell’invio e della consegna (o della mancata consegna) delle e-mail al destinatario. La Posta Elettronica Certificata ha il medesimo valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno con attestazione dell’orario esatto di spedizione. Inoltre, il sistema di Posta Certificata, grazie ai protocolli di sicurezza utilizzati, è in grado di garantire la certezza del contenuto non rendendo possibili modifiche al messaggio, sia per quanto riguarda i contenuti che eventuali allegati.La Posta Elettronica Certificata garantisce - in caso di contenzioso - l’opponibilità a terzi del messaggio.La norma inoltre prevede

che il documento risulta essere notificato quando è depositato nella casella di Posta Elettronica Certificata del destinatario, non nell’atto della sua lettura, e da quel momento decorrono gli eventuali tempi, indicati nel documento, per ottemperare a quanto richiesto Per questo motivo si evidenzia che deve esserci una gestione “oculata” dell’indirizzo di posta elettronica certificata attivando anche tutta una serie di strumenti automatici, che i vari gestori mettono a disposizione degli utenti; tra questi si evidenzia il servizio di avviso di deposito tramite sms e, in caso di una web pec, l’inoltro automatico della Pec ad uno o più indirizzi di posta elettronica convenzionale. Grazie a queste funzioni avrete la possibilità di monitorare continuamente la vostra posta elettronica certificata, anche se assenti dall’azienda o non collegati alla stessa; in tal modo si potranno evitare spiacevoli inconvenienti in caso di notifica di documenti importanti. Un’altra cosa da evidenziare è che è certamente da preferire una web PEC, raggiungibile ovunque ci si trovi e che non preveda, o che si possa inibire , la ricezione di mail convenzionali, ciò per evitare l’attività di SPAM e/o di trovare messaggi indesiderati tra la posta certificata; tale opzione varia da gestore a gestore, sebbene la normativa lasci libertà di questa scelta sia al gestore stesso che all’utente. Per ultimo è importante sapere che esiste anche una particolare “Posta elettronica Certificata” che non sostituisce la PEC, conosciuta anche come PostaCertificat@ , tecnicamente definita quale CEC-PAC acronimo di “Comunicazione Elettronica Certificata tra Pubblica Amministrazione e Cittadino” la cosiddetta Posta Elettronica Certificata del Cittadino. La CEC-PAC, è una modalità di Posta Certificata gratuita per il cittadino, attivabile all’indirizzo www. postacertificata.gov.it, che garantisce un canale di comunicazione chiuso ed esclusivo tra Pubblica Amministrazione e Cittadino, dove non sono previste comunicazioni al di fuori di tale canale, per esempio tra cittadino e cittadino o nelle relazioni tra realtà aziendali, nei rapporti con banche, clienti e fornitori, al contrario della sorella maggiore la PEC.. Attraverso la PostaCertificat@ ogni cittadino può dialogare in modalità sicura e certificata con la sola Pubblica Amministrazione comodamente da casa o con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet senza recarsi presso gli Uffici della Pubblica Amministrazione.

Ennio Galletti Responsabile Area Organizzativa Tecnica e Sindacale

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SPECIALE

CONFARTIGIANATO

INFORMA

Senza impresa

Riprendiam

Ildebrando Lava Presidente

I numeri sono freddi, impietosi. 372 mila imprese hanno chiuso nel 2013 e di queste, i tre quarti erano imprese individuali. La disoccupazione sfiora il 13%, un calcolo che parla di oltre un milione e duecentomila posti di lavoro in meno negli ultimi cinque anni. La pressione fiscale ha superato il 44% e questo significa che tra fisco, burocrazia, leggi che consentono ai furbetti di non pagare i lavori effettuati, non c’è alternativa, si chiude. Il problema è assurdo, perchè viene denunciato da anni. Non è solo crisi. E’ lentezza, incapacità (o voglia) di reagire, di cambiare. Soprattutto, è distanza tra chi le decisioni le deve prendere ed il paese reale. Per denunciare tutto questo, per farlo in piazza, artigiani, piccoli imprenditori, commercianti, ristoratori, gente che il PIL, quando può, lo costruisce con le mani, si sono ritrovati a Roma, lo scorso 18 febbraio, con rabbia e senza avere più pazienza. Però consapevoli d’essere persone oneste e civili, padri e madri di famiglia, gente che quello che ha (anzi, aveva) lo ha edificato passando attraverso il lavoro e la concretezza, credendo che le cose si costruiscono e non si distruggono. Persone che fanno proposte, partendo dal lavoro e dalle esperienze quotidiane. Ecco il riassunto. La manifestazione ha coinvolto tutte le Confederazioni presenti all’interno di Rete Imprese Italia ed è stata l’occasione per chiedere al governo e al parlamento di prendere decisioni fondamentali per cambiare uno stato di fatto che significa fine del lavoro concreto. Stufi di denunciare, chiedere e proporre, le forze attive del mondo del lavoro si sono democraticamente radunate per chiedere riforme urgenti, che riguardino l’organizzazione statale, le istituzioni locali, la giustizia, il fisco. Temi che questo giornale, per esempio, è stanco di riassumere, perchè vengono puntualmente elencati, indagati e raccontati ad ogni edizione. E tutto questo è risultato insufficiente ed inutile, comprese le proposte concrete, pensate, scritte ed inviate a chi di dovere, come puntualmente abbiamo testimoniato. Questa stanchezza, il 18 febbraio è diventata rabbia onesta, democratica e rispettosa delle leggi, concentrando a Roma oltre sessantamila artigiani, imprenditori e commercianti, le persone che

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rappresentano la forza attiva che ogni giorno consente al paese di andare avanti. La punta di un iceberg, segno e simbolo di centinaia di migliaia di lavoratori, professionisti, artigiani, partite Iva, tempi determinati ed indeterminati, esodati e disoccupati, che nel lavoro hanno creduto e continuano a credere, chiedendo il rispetto delle norme ed un vero progetto che rilanci il “sistema Italia”. La rivista che state leggendo esce un mese dopo la manifestazione, ma continua a raccontare le richieste concrete che hanno caratterizzato quella giornata fatta di fatica, impegno, rabbia e protesta democratica. Perchè le richieste erano e sono chiare: basta ad un fisco che schiaccia imprese e famiglie e sottrae risorse allo sviluppo; basta al calvario burocratico e ad una tassazione locale irresponsabile. Anche le proposte (come sempre) sono state concrete: che lo stato saldi i suoi debiti con le imprese; che le banche ricomincino ad investire sull’economia reale; che si tolgano vincoli e costi che pesano sul lavoro, consentendo una nuova stagione di assunzioni. Liberare il lavoro, togliendo lacci e catene che lo imbrigliano, investendo sul futuro. Sempre ammesso che ci sia chi lo voglia realmente fare. (Al.Tr.)


CONFARTIGIANATO

SPECIALE

INFORMA

Foto di Armando Ortolan

impresa non c’è Italia.

moci il futuro

L’assenza della politica, dell’organizzazione e della gestione della “cosa” pubblica, la mancanza di una visione dall’alto che rimedi ai danni del passato, agendo nel presente e guardando al futuro, si misura anche in questi casi. Perchè il 18 febbraio 2014, sfortuna vuole, non c’è stato interlocutore con cui dialogare. Il governo Letta era appena caduto e quello di Matteo Renzi non era ancora nato. Balbettava, appena, le prime frasi a proposito del “fare” e del “cambiare”. E’ vero che il tempo passa veloce, ma le domande poste da mesi non sono cambiate. Forse è questa la ragione per cui, lo stesso 18 febbraio, il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Merletti, ha dato vita al tweet #matteostaipreoccupato. Ovvio, le ragioni di cui preoccuparsi sono troppe. Eppure, la manifestazione di Piazza del Popolo non è stata solo protesta e denuncia, ma la dimostrazione che esiste un reale tessuto produttivo, sociale, concreto, che crede nelle potenzialità del paese e nella democrazia. Consapevoli, peraltro, dell’assurdità della situazione: perchè tutto questo è logico, evidente, nonché scritto e richiesto da mesi. Le stesse persone, le stesse forze, le medesime associazioni che hanno protestato a Roma, sono quelle che da anni denunciano la situazione, registrano il fallimento delle politiche governative, avanzano proposte e riflettono sulla distanza tra la

vita reale e la rappresentanza della politica. Di fronte alla stanchezza, alla sordità, all’indifferenza, talvolta alla rassegnazione, la scelta è stata quella di non fermarsi, anzi di rivendicare la forza di chi continua a credere che il lavoro sia un valore. Perchè non c’è più tempo, come ha evidenziato, il 18 febbraio scorso, anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “non ci faremo rubare la speranza”. Parole che si misurano sulla pelle di artigiani, commercianti, dipendenti, professionisti, operai e lavoratori. Persone che il nuovo dizionario di un’economia distante dalla vita quotidiana ha preferito distinguere in tempi determinati ed indeterminati, collaboratori a progetto, partite Iva, statali, liberi professionisti, e poi disoccupati, cassaintegrati, prestatori d’opera, fino all’astrazione degli esodati. Un eccesso di definizioni che sta facendo dimenticare il fatto essenziale: al centro di tutto rimane il lavoro, ed è di questo che dovremmo parlare. Poche ore dopo la manifestazione del 18 febbraio, Merletti, Presidente di Confartigianato Imprese, scriveva, come riportato da tutti i giornali e da tutte le fonti di informazione, che “fatti due conti veloci, nel discorso programmatico del presidente Renzi ci sono, sul lato imprese e lavoro, 100 miliardi da trovare subito. Soltanto per pagare il debito residuo di Stato, Regioni ed enti locali verso le imprese nel 2014, vale almeno 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa circa 34-35 miliardi, cioè il 10% dei 344 e rotti miliardi del cuneo in Italia in valore assoluto. Verrebbe quasi da dire troppa grazia San Matteo!”Adesso è questione di tempo. Proprio quello che non c’è più. (Al. Tr.)

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Monica Carrer Segretario


AMBIENTE

CONFARTIGIANATO

INFORMA

ATTENZIONE AGLI IMBALLAGGI Il Co.Na.I. questo sconosciuto…

Vito Molinaro Referente Servizio Ambiente Tel. 0421.335410

Il Co.Na.I. è un consorzio privato, senza fini di lucro, istituito dal D.Lgs. 22/97. Al consorzio devono aderire obbligatoriamente produttori e utilizzatori di imballaggi con lo scopo di attuare un sistema di gestione finalizzato al recupero e al riciclo dei rifiuti di imballaggio. La mancata adesione al consorzio, per i soggetti obbligati, si configura come una violazione di norme in materia ambientale e comporta sanzioni che possono variare da 10.000 a 60.000 euro. E’ quindi utile che tutte le aziende pongano la massima attenzione e valutino attentamente l’eventuale obbligo d’iscrizione. Sostanzialmente i soggetti tenuti all’adesione sono: a) i produttori d’imballaggi e gli importatori d’imballaggi vuoti; b) gli utilizzatori (distributori/commercianti) e gli importatori d’imballaggi pieni (merci imballate). Rileviamo, quindi, come una larghissima parte delle imprese siano soggette a tale obbligo poiché la norma coinvolge, oltre ai produttori, anche chi utilizza imballaggi per i propri prodotti oppure, molto più semplicemente, commercializza merci imballate. Possono quindi rientrare nella categoria “utilizzatori”, e conseguentemente essere obbligate ad aderire al Co.Na.I., tutta una serie di attività, all’apparenza “non interessate” quali, a solo titolo indicativo e non esaustivo: - tipografie (utilizzatori e, potenzialmente, produttori se, ad esempio, stampano anche solo etichette); - aziende metalmeccaniche (ad esempio se effettuano importazioni dall’estero); - panifici, pasticcerie, gelaterie (utilizzatori, vendendo i loro prodotti utilizzando imballaggi); - abbigliamento; - puliture a secco (utilizzatori, carta, sacchetti di nylon, grucce in metallo); - parrucchieri, estetiste (qualora vendano prodotti) - ecc… Iscriversi al Co.Na.I., per una piccola impresa che s’inquadra nella fattispecie di “utilizzatore”, è molto semplice e prevede il solo versamento, una tantum, di una quota fissa pari a 5,16 euro. Nel caso invece la ditta abbia registrato, nell’esercizio precedente, ricavi per prestazioni o vendite, superiori a 500.000 euro, alla quota fissa andrà sommata una quota variabile, calcolata con percentuali diverse a seconda della casistica nella quale ricade il soggetto richiedente l’iscrizione. Per i produttori d’imballaggi o gli importatori d’imballaggi vuoti, invece, la sola iscrizione al Co.Na.I. non è sufficiente. Per questi soggetti, infatti, vige l’obbligo di adesione anche ai cosiddetti “consorzi di filiera”, costituiti per ciascun materiale con cui sono realizzati gli imballaggi (CIAL per l’alluminio, COREPLA per la plastica, COREVE per il vetro; RILEGNO per il legno, RICREA per l’acciaio e COMIECO per la carta). A onor del vero, però, rileviamo che, se l’iscrizione è relativamente semplice, la successiva gestione delle procedure per i produttori e gli importatori d’imbal-

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laggi sia pieni che vuoti, può presentare delle complessità. Per questo motivo, e viste le pesanti sanzioni riservate agli inadempienti, invitiamo tutti gli associati a rivolgersi all’ufficio ambiente dell’associazione, previo contatto telefonico, per una opportuna valutazione della propria posizione.

DICHIARAZIONE MUD 2014 RESTA CONFERMATA LA SCADENZA AL 30 APRILE E’ stato recentemente approvato, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2014; il cosiddetto “MUD”. Nel MUD, come da prassi oramai consolidata, andranno dichiarati i rifiuti gestiti nel corso dell’anno precedente (in questo caso il 2013) e la scadenza per la presentazione è fissata al 30 aprile 2014. Evidenziamo che, come lo scorso anno, rimane confermato l’obbligo di presentare il MUD anche per tutte le aziende che svolgono attività di trasporto di rifiuti conto terzi. Vediamo in sintesi chi sono i soggetti tenuti alla presentazione: • imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi; • imprese ed enti che hanno più di dieci dipendenti e sono produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, da lavorazioni artigianali e da attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento fumi; • chi effettua a titolo professionale attività di raccolta e trasporto di rifiuti; • commercianti e intermediari di rifiuti senza detenzione; • imprese ed enti che effettuano operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti; • imprese agricole che producono rifiuti pericolosi con volume di affari annuo superiore a euro 8.000,00; • chi effettua attività di trattamento dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti e materiali; • soggetti coinvolti nel ciclo di gestione dei RAEE rientranti nel campo di applicazione del D.lgs. 151/2005. La presentazione del MUD dovrà avvenire esclusivamente per via telematica con la sola eccezione della comunicazione rifiuti semplificata, riservata a chi produce, nella propria unità locale, non più di 7 rifiuti e, per ogni rifiuto, utilizza non più di 3 trasportatori e 3 destinatari finali. La dichiarazione semplificata, redatta su modello cartaceo, andrà spedita alla Camera di Commercio con raccomandata.


CONFARTIGIANATO

SICUREZZA

INFORMA

ATTREZZATURE DI LAVORO CORSI DI FORMAZIONE OBBLIGATORI E VERIFICHE

Dal 12 marzo 2013 vige l’obbligo di formazione specifica per l’utilizzo di attrezzature , mentre il “Decreto del Fare” semplifica l’iter per le verifiche tecniche periodiche. Al via una nuova opportunità formativa per gli associati. Organizzati, grazie ad una convenzione con un’azienda di Noventa di Piave, sono in calendario corsi obbligatori per l’uso delle attrezzature di lavoro allestiti in specifiche aree di addestramento, sia coperte che in campi prova esterni. I corsi in programma potranno ottenere dei contributi dalla EDILCASSA VENETA (EX CEAV), per le imprese edili\dipintori che versano i relativi contributi, con un notevole abbattimento dei costi. Al momento, per gli altri settori, non ci sono contributi attivi, pur avendo la nostra associazione “stimolato” gli enti preposti. Si sottolinea, che dal 12 marzo 2013 tutti gli operatori, per poter utilizzare le attrezzature indicate nell’accordo Stato regione, devono obbligatoriamente frequentare dei corsi di formazione teorici e pratici (con relative verifiche di apprendimento intermedia teorica e finale sull’esercitazione pratica) : piattaforme elevabili, corsi da 8 o 10 ore ; carrelli elevatori con conducente a bordo: Corsi di 12 o 16 ore ; gru a torre (per cantieri edili): corsi da 12, 14 o 16 ore ;gru su autocarro: corsi da 12 ore;Escavatori, pale caricatrici frontali, terne e autoribaltabili a cingoli: Corsi da 10, 16, 22, 28 e 34 ore a seconda della tipologia.

Una semplificazione attesa è stata inserita nel “Decreto del Fare” e riguarda l’obbligatorietà delle verifiche di determinate attrezzature di lavoro come alcune di quelle precedentemente elencate (mezzi non immatricolati) e ascensori, montacarcichi (attrezzature specificatamente elencate nell’allegato VII dal Dlgs 81/2008). La novità è che il datore di lavoro può rivolgersi per le verifiche, successive alla prima omologa, direttamente ad un Soggetto Abilitato di suo gradimento, senza dover richiedere l’intervento dell’ ARPAV. Se invece si decide di chiamare solo l’ARPAV, quest’ultima ha l’obbligo di intervenire nei termini di legge previsti. Inoltre, anche in occasione della prima verifica, che deve avere luogo entro 45 giorni dalla messa in servizio per il tramite dell’Inail (ex ISPESL), qualora quest’ultimo non intervenga, il datore di lavoro può avvalersi di un Soggetto Abilitato a sua scelta. Chiaramente questi obblighi di verifica, nonché il controllo delle relative scadenze, sono oneri del datore di lavoro e le inadempienze sono sanzionate sia amministrativamente che, in alcuni casi, penalmente.

NON SONO PIU’ VALIDE LE AUTOCERTIFICAZIONI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI Dallo scorso 1° giugno 2013 c’è l’obbligo di redigere la valutazione dei rischi aziendali o tramite le procedure standardizzate emanate dal Ministero oppure tramite il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale - D.V.R. Ricordiamo che tutti i datori di lavoro che sono in possesso di una “semplice” autocertificazione dei rischi, ai sensi dell’art. 29 comma 5 D.lgs 81/2008, stilata su un qualsiasi tipo di modello cartaceo, devono aver già redatto il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale – in sigla D.V.R. – oppure compilato l’autocertificazione dei rischi tramite le procedure standardizzate emanate dal Ministero. Queste ultime, pensate in teoria per semplificare la redazione della valutazione in capo al datore di lavoro, in realtà, se applicate alla lettera, sono piuttosto complesse e gli aspetti da valutare sono tantissimi. Per tal motivo come Associazione proponiamo a tutti i datori di lavoro la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi aziendale - D.V.R.. Ricordiamo che potevano autocertificare l’avvenuta valutazione dei rischi aziendale soltanto le aziende fino a 10 addetti (per addetti si intendono di-

pendenti, soci, collaboratori). E’ escluso da questi obblighi esclusivamente colui che lavora da solo (quindi senza dipendenti, collaboratori, soci, stagisti, interinali, vaucher, ecc). Questa autocertificazione inoltre NON copriva l’obbligo di valutare i rischi specifici per i quali servono comunque delle valutazioni apposite, quali quelle relative a rumori, vibrazioni, rischio chimico, incendio, movimenti ripetitivi e dei carichi, P.O.S. nei cantieri, ecc. Le sanzioni per chi non ha ancora ottemperato sono piuttosto salate (migliaia di Euro e con risvolti penali). Pertanto, chi è ancora in possesso delle “vecchie” autocertificazioni dei rischi SCADUTE E NON PIU’ VALIDE, è vivamente pregato di contattare l’Ufficio Sicurezza per avere un preventivo per la redazione del D.V.R. e delle valutazioni specifiche.

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Roberto Mazzardis Referente Servizio Sicurezza Te. 0421.335430


FISCALE

CONFARTIGIANATO

INFORMA

FISCO 2014

le novità del vecchio governo

Luisella Surian Resp. Area Fiscale Vicedirettore

DICHIARAZIONE IVA 2014 IL CREDITO ANNUALE Il credito iva determinato in sede di compilazione della dichiarazione annuale può, in alternativa, essere utilizzato in compensazione con l’iva periodica a debito (cosiddetta compensazione ‘verticale’), oppure per compensare altri tributi a debito quali ritenute, imposte Irpef, Ires e Irap, contributi inps e inail, (cosiddetta compensazione ‘orizzontale’), ovvero richiesto a rimborso o, infine, utilizzato in parte per compensare e il rimanente richiesto a rimborso. Per l’utilizzo in compensazione con altri tributi sono però previste delle limitazioni e specifici adempimenti in relazione dell’ammontare del credito. Per importi fino a Euro 5.000,00 la compensazione è libera e può avvenire già dal 1° gennaio dell’anno successivo, mediante esposizione della stessa nel modello F24. Per importi superiori a Euro 5.000,00 e fino a Euro 15.000,00 la compensazione con altri tributi a debito può essere effettuata a partire dal giorno 16 del mese successivo alla presentazione della dichiarazione iva (considerato che la dichiarazione iva può essere presentata a partire dal 1° febbraio, nell’ipotesi trattata la compensazione può avvenire solo a partire dal giorno 16 marzo, se viene presentata entro il mese di marzo, si dovrà attendere il 16 aprile e così via). Infine per poter compensare importi superiori a Euro 15.000,00 è necessario il ‘visto di conformità’ rilasciato da un soggetto abilitato; anche in questo caso l’utilizzo è subordinato alla presentazione della dichiarazione iva “vistata” e la compensazione potrà avvenire a partire dal giorno 16 del mese successivo. Inoltre per la compensazione del credito iva di importo superiore a euro 5.000,00 con altre imposte e contributi a debito, devono essere utilizzati i canali telematici Entratel o Fisconline; ciò comporta che i relativi mod. F24 dovranno essere presentati esclusivamente con tale modalità. Ricordiamo che con decorrenza 01/01/2014 il limite massimo della compensazione “orizzontale” è stato aumentato a euro 700.000,00.

Fabrizio Boato Vice Responsabile Area Fiscale 12

CONTRIBUTI INPS ARTIGIANI E COMMERCIANTI PER IL 2014 Continua l’aumento progressivo delle aliquote contributive per artigiani e commercianti previsto dal D.L. 201/2011 e che si fermerà nel 2018 al raggiungimento dell’aliquota del 24%. Per il 2014 le percentuali e il reddito minimo e massimo sono così sintetizzate: - aliquota del 22,20% per gli artigiani - aliquota del 22,29% per i commercianti - reddito minimo 15.516,00 - reddito massimo 76.718,00 (euro 100.123,00 per soggetti privi di anzianità al 31/12/1995) Questi invece gli scaglioni di reddito e relative aliquote da applicare per la quota di reddito eccedente il minimale: - prima fascia: da euro 15.517,00 fino a euro 46.031,00 aliquota del 22,20% per artigiani e 22,29% per commercianti; - seconda fascia: da euro 46.032,00 fino a euro 76.718,00 (ovvero euro 100.123,00) aliquota del 23,20% per artigiani e 23,29% per commercianti. Rimane la riduzione di 3 punti percentuali per i coadiuvanti e collaboratori con età non superiore a 21 anni. Confermata anche la riduzione del 50% dei contributi dovuti dai soggetti con più di 65 anni di età e titolari di pensione INPS. Ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica Prorogati dalla legge di stabilità 2014 gli incentivi edilizi con l’obiettivo di dare sviluppo al settore delle costruzioni e dell’immobiliare. Pertanto sono confermate fino al 31/12/2014 le detrazioni del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica (diventerà del 50% per il 2015) e del 50% per le ristrutturazioni edilizie (diventerà del 40% per il 2015). Prorogata anche l’agevolazione per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo dell’immobile ristrutturato.


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LAVORO

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LA CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA E IL FUTURO DELLE PMI

Luci e ombre di questo modello di ammortizzatore sociale Anche quest’anno si è assistito al solito balletto di cifre intorno ai finanziamenti da destinare alla Cassa integrazione in deroga e solo all’ultimo momento si è appreso che il Governo ha stanziato per il 2014 circa 400 milioni di euro. Trattasi di una cifra importante anche se, ad avviso di chi scrive, sarebbe comunque insufficiente per finanziare un sistema di ammortizzatore sociale che, nato in via eccezionale e provvisoria nel 2004 doveva almeno nelle intenzioni del legislatore costituire un paracadute per tutte le aziende che di regola sono escluse dalla cassa integrazione ordinaria. L’esperienza degli ultimi anni conferma, almeno in linea generale, che tale strumento ha costituito, nonostante le critiche che fin dall’inizio ha sollevato, un aiuto considerevole per migliaia di piccole e medie imprese e di lavoratori. I dati, ancorché provvisori, lo dimostrano. A settembre 2013 sono state concesse solo in Veneto circa 6,8 milioni di ore di cig che rappresenta circa l’8% della ore autorizzate a livello nazionale. Si tratta di una cifra inquietante che testimonia la gravità della crisi (ma ha senso parlare ancora di crisi ?!) ancora in corso e le difficoltà in cui versano migliaia di aziende artigiane e non. Ed è proprio in considerazione della drammaticità della situazione che ci si deve interrogare sulla funzionalità e sull’utilità di questa forma di ammortizzatore sociale diventato con gli anni sempre più strutturali nel Paese. Al riguardo va fin da subito rilevato che senza la cig in deroga molte imprese avrebbero chiuso i battenti e che la tenuta, sia pur parziale, del livello occupazionale, almeno nella nostra Regione, è legata ormai a questa tipologia di intervento. E’ noto, infatti, che le aziende artigiane non utilizzano la cig in deroga per procedere a ristrutturazioni aziendali o per eludere la normativa vigente in materia di licenziamenti, piuttosto la usano per affrontare i periodi di forte congiuntura economica garantendo ai propri dipendenti la salvaguardia del posto di lavoro. Tuttavia, non sono pochi i casi di cig in deroga utilizzate da aziende che di fatto sono fallite o che versano in situa-

zioni tali da escludere una ripresa lavorativa (presupposto questo indispensabile per accedere alla cig). Ciò comporta che le risorse anziché andare alle imprese che lo meritano vengono, a conti fatti, utilizzate per mantenere in vita artificialmente aziende ormai decotte. Inoltre, va ricordato che la cig è per sua natura un trattamento di tipo assicurativo che come tale dovrebbe basarsi su di un equilibrio tra contributi versati dalle imprese e pagamenti effettuati dall’Istituto. Invece, per ragioni di tutela sociale si è voluto erogare il trattamento anche al di fuori del rapporto assicurativo e quindi in situazioni nelle quali esso non è sorretto da alcuna contribuzione. Il motivo di tutto questo è semplice: al fine di evitare situazioni di forte disagio sociale causate dall’esclusione da questo tipologia di intervento di aziende che non versano regolarmente i contributi - con pesanti ripercussioni a danno dei lavoratori - lo Stato ha voluto estendere tale copertura a tutte o quasi le realtà aziendali, senza fare distinzioni fra quelle che sono in regola con i contributi previdenziali e quelle che non lo sono. L’effetto di tale scelta, pur nobile almeno nelle intenzioni, è stato, però, deleterio: un utilizzo sconsiderato e pericoloso delle risorse in nome del vecchio detto: “tanto paga Pantalone”. E’ evidente quindi che in questo contesto la CIG in deroga è destinata ad implodere a causa degli elevati costi finanziari che esso comporta e della mancanza di controlli sul suo corretto utilizzo. Il mondo dell’artigianato e delle pmi è consapevole che l’attuale sistema degli ammortizzatori sociali è destinato a cambiare radicalmente ed essere sostituiti con quello della sospensione Bilaterale/Aspi, ma soprattutto siamo ormai tutti consapevoli che se vogliamo un sistema di sostegno del reddito dei lavoratori in difficoltà degno di un Paese moderno dobbiamo uscire dalla logica dell’assistenzialismo e ridisegnare un sistema di ammortizzatori sociali basato su situazioni di reale bisogno facilmente controllabili.

Nicola Beccari Coordinatore Area Lavoro

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Nuove Regole in materia di produzione e vendita di pane

Sonia Cibin Vice Segretario

Il Responsabile Tecnico La Regione Veneto disciplina con la legge regionale n. 36 del 24/12/2013 (BUR n. 115 del 27/12/2013) le norme in materia di panificazione. Le attività di panificazione, che potranno assumere la denominazione di “panificio” sono quelle dove si svolge l’intero ciclo di produzione del pane. L’impresa deve nominare un responsabile tecnico dell’attività produttiva. L’apertura di un nuovo panificio, il trasferimento e la trasformazione di panifici già esistenti sono soggetti alla presentazione di una SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività), ai sensi dell’articolo 19 della legge 241/90, dove sia indicato un responsabile dell’attività per ogni unità produttiva. Il responsabile tecnico dell’attività produttiva è assoggettato a un corso di formazione, con verifica finale di apprendimento. I contenuti, la durata del corso e l’individuazione dei titoli professionali devono essere ancora stabiliti con provvedimento della Giunta Regionale. Non è assoggettato al corso il responsabile tecnico che risulta in possesso di uno dei seguenti requisiti: 1) avere prestato la propria opera almeno tre anni presso un’impresa di panificazione con

la qualifica di operaio panettiere o una qualifica superiore secondo la disciplina dei vigenti contratti; 2) aver esercitato per almeno tre anni l’attività di panificazione in qualità di collaboratore familiare o socio prestatore d’opera, (titolare) con mansioni di carattere produttivo. I panifici attivi alla data di entrata in vigore della presente legge devono comunicare al SUAP competente, entro novanta giorni dalla stessa data, il nominativo del responsabile dell’attività ai fini dell’annotazione nel registro delle imprese.

Scade il termine per nomina del Responsabile Tecnico di Tintolavanderia Si ricorda che, entro il termine perentorio del 28 luglio 2014, le imprese che già esercitano attività di tintolavanderia alla data di entrata in vigore della Legge Regionale (28 luglio 2012), devono designare un Responsabile Tecnico in possesso dei requisiti di idoneità professionale, comunicandolo al SUAP territorialmente competente. Per acquisire l’idoneità professionale ci sono diverse modalità. Con un periodo di inserimento presso imprese del settore non inferiore a: 1) un anno, se preceduto dallo svolgimento di un rapporto di apprendistato della durata prevista dalla contrattazione collettiva; 2) due anni in qualità di titolare, di socio partecipante al lavoro o di collaboratore familiare degli stessi; 3) tre anni, anche non consecutivi ma comunque nell’arco di cinque anni, nei casi di attività lavorativa subordinata. Per coloro che invece, dal 28 luglio 2012, hanno intenzione di iniziare un’attività di tintolavanderia possono acquisire l’idoneità professionale oltre che con l’inserimento in azienda sopra elencata, anche con

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frequenza a corsi di qualificazione tecnico-professionale della durata di almeno 450 ore complessive da svolgersi nell’arco di anno. Oppure grazie ad un attestato di qualifica in materia attinente l’attività conseguito ai sensi della legislazione vigente in materia di formazione professionale, integrato da un periodo di un anno presso imprese del settore. Oppure con un diploma di maturità tecnica o professionale o di livello post-secondario superiore o universitario, in materie inerenti l’attività di tintolavanderia. Ricordiamo inoltre che costituisce esercizio dell’attività di tintolavanderia chi esegue i trattamenti di lavanderia, di pulitura chimica a secco e ad umido, di tintoria, di smacchiatura, di stireria, di follatura e affini, di indumenti, capi e accessori per l’abbigliamento, di capi in pelle e pelliccia, naturale e sintetica, di biancheria e tessuti per la casa, ad uso industriale e commerciale, nonché ad uso sanitario, di tappeti, tappezzeria e rivestimenti per l’arredamento, nonché di oggetti d’uso, articoli e prodotti tessili di ogni tipo di fibra.


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Il settore Installazione

Impianti alimentati da Energie Rinnovabili A fine gennaio la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome ha stabilito i criteri per i corsi di formazione specifici per chi installa e fa manutenzione di piccoli impianti a energia rinnovabile: da caldaie, caminetti e stufe a biomassa, fino ai sistemi solari fotovoltaici e termici sugli edifici, passando per sonde geotermiche e pompe di calore. Questo perché, dal 4 agosto 2013, data di entrata in vigore della legge 90/2013 (D.L. 63/2013 art 17), ad installare questi impianti può essere solo personale che ha frequentato corsi formativi. Il Responsabile Tecnico (RT) che risultava già in possesso dei requisiti tecnico- professio-

nali e titolare quindi della lettera c) DM 37/2008, prima dell’entrata in vigore della legge, può continuare ad esercitare su impianti alimentati da Energie Rinnovabili. Coloro invece che, a decorrere dall’entrata in vigore della legge 3/08/2013 n.90 (4 agosto 2013), non rientravano nella fattispecie abilitante di cui alla menzionata lettera c), devono frequentare un corso di 80 ore. Gli RT hanno poi l’obbligo di aggiornamento che è pari a 16 ore in 3 anni. Il termine dal quale decorre l’obbligo di aggiornamento è il 1 gennaio 2014 e la scadenza del triennio è stabilita al 31 dicembre 2016.

IMPIANTI TERMICI: Terzo Responsabile

L’impresa individuale può essere assimilata ad una persona giuridica Precisazione in una sentenza della Corte di Cassazione. Confartigianato nazionale ha finalmente chiarito la definizione della figura di “Terzo Responsabile” che ricordiamo, con l’entrata in vigore, lo scorso 26 giugno, del DPR 74/2013 sulla manutenzione e conduzione degli impianti di climatizzazione estiva ed invernale, è stata valorizzata. In particolare, la categoria aveva evidenziato la preoccupazione in merito alla definizione di “Terzo Responsabile” fornita dall’art 52 del Decreto 22 novembre 2012 il quale recita: “terzo responsabile dell’impianto termico: la persona giuridica che, essendo in possesso…” dove secondo alcune interpretazioni , tale definizione impedirebbe alle imprese individuali, che non sono considerate persone giuridiche, di svolgere il ruolo di terzo responsabile. Il nostro sistema nazionale ha evidenziato che sulla definizione di “persona giuridica” è comunque già intervenuta la Corte di Cassazione che, in una sentenza

di qualche anno fa (Cassazione penale, sez III, sentenza 20.04.2011 n. 15657), ha specificato che “l’attività riconducibile all’impresa individuale è attività che fa capo ad una persona fisica e non ad una persona giuridica intesa quale società di persone (o di capitali), tuttavia non può negarsi che l’impresa individuale ben può assimilarsi ad una persona giuridica nella quale viene a confondersi la persona dell’imprenditore quale soggetto fisico che esercita una determinata attività: il che porta alla conclusione che, da un punto di vista prettamente tecnico, per impresa deve intendersi l’attività svolta dall’imprenditore-persona fisica per la cui definizione deve farsi rinvio agli artt. 2082 e 2083 del c.c..” In base a tale sentenza, pertanto Confartigianato chiarisce che dalla definizione di “Terzo Responsabile” non sono da considerarsi escluse le imprese individuali.

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