Confartigianato Informa n.04

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ANNO XXVI - Nuova Serie n. 9

DICEMBRE 2014

Periodico trimestrale - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% NE/VE - ottobre - dicembre 2014 Bollettino degli Organi Direttivi di Associazione Sindacale - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 961 del 07/03/1989

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San Donà di Piave

BENE, è ARRIVATO NATALE. UN CONTRATTO PER LA PIAVE

APPALTI PUBBLICI LE NOVITà

NUOVI DECRETI LE SEMPLIFICAZIONI FISCALI



CONFARTIGIANATO

SOMMARIO

INFORMA

SOMMARIO ANNO XXVI - Nuova Serie n. 9

DICEMBRE 2014

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San Donà di Piave

5 IL PUNGIGLIONE

Periodico trimestrale - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% NE/VE - ottobre - dicembre 2014 Bollettino degli Organi Direttivi di Associazione Sindacale - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 961 del 07/03/1989

Il termine della legislatura 2010 / 2014 6 BANDI Le piccole imprese e i fondi europei BENE, È ARRIVATO NATALE. UN CONTRATTO PER LA PIAVE

APPALTI PUBBLICI LE NOVITÀ

NUOVI DECRETI LE SEMPLIFICAZIONI FISCALI

7 APPROFONDIMENTI Il Marchio d’impresa

CONFARTIGIANATO INFORMA Periodico trimestrale di Confartigianato Imprese San Donà Anno XXVI - Numero 04 Ottobre/Dicembre 2014 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.961 del 07/03/1989 Pubblicazione Registrata al ROC n. 13094 del 17/12/2005 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% NE/VE

primo piano 8 Un manifesto per il fiume 9 La civiltà del fiume Piave 10 AMBIENTE Le novità in materia di appalti pubblici

Bollettino degli organi direttivi di Associazione sindacale Direttore responsabile: Aldo Trivellato Comitato di Redazione: Nicola Beccari, Monica Carrer, Sonia Cibin, Ennio Galletti, Luisella Surian Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Boato, Chiara Franchin, Roberto Mazzardis, Vito Molinaro, Luca Nardin, Claudia Poles Direzione, Redazione, Amministrazione: via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - redazione@artigianisandona.it Editore: Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del Mandamento di San Donà di Piave via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - Fax 0421.335444 Stampa: Tipolitografia COLORAMA snc via Garda, 13 - 30027 San Donà di Piave Pubblicità: Per la pubblicità su Confartigianato Informa Tel. 0421.3351 In copertina: elaborazione grafica Tipolitografia Colorama Pubblicazione chiusa in redazione e data alla stampa il 10-12-2014.

11 sicurezza Il rischio incendio 12 fiscale Il decreto sulle semplificazioni fiscali 13 lavoro La riforma dell’art. 18 14 CATEGORIE La nuova norma UNI CIG 11554 Premi agli Artigiani 15 FORMAZIONE Quando l’impresa incontra la scuola 3



CONFARTIGIANATO

IL PUNGIGLIONE

INFORMA

IL TERMINE DELLA LEGISLATURA 2010 / 2014 Il Consiglio Direttivo nella seduta dell’undici novembre 2014, riunito nella sede centrale di San Donà, ha sancito la fine della legislatura 2010 / 2014, come già deliberato dall’Assemblea Generale dei Delegati di giugno. Pertanto tutti gli Organi Sociali sono decaduti. Giunta Esecutiva e Consiglio Direttivo possono esercitare solo ed esclusivamente tutto ciò che riguarda l’ordinaria amministrazione, mentre, per eventuali decisioni che ricadano nell’ambito della straordinaria amministrazione, sarà convocata l’Assemblea Generale dei Delegati. Di fatto si entra nel “semestre bianco” che porterà nei prossimi mesi attraverso libere e democratiche votazioni, alla nomina dei capi categoria e dei delegati comunali che formeranno poi il nuovo Consiglio Direttivo, che s’insedierà l’undici maggio 2015. Entro la fine di dicembre saranno definiti i luoghi e le date, dove si svolgeranno le votazioni. Il quadriennio trascorso, nel bel mezzo di una devastante crisi economica senza precedenti, ha visto l’Associazione artefice e protagonista di un numero incredibile d’iniziative mirate prevalentemente al supporto delle attività degli Associati, in tanti casi indicando strade alternative rispetto agli standard fin qui adottati, nella profonda consapevolezza che prima ci rendiamo tutti conto che l’attuale crisi non è una crisi passeggera ma una crisi di sistema e che nulla tornerà più come prima, meglio sarà per tutti. Dalle esperienze del passato possiamo e dobbiamo trarre gli spunti per rifondare la nostra società civile, fondandola totalmente su valori etici, morali, di onestà, traendo la forza per archiviare definitivamente l’idolatria che vede come attore principale il Dio denaro! Dal lavoro dobbiamo ricavare le risorse per vivere con dignità noi, le nostre famiglie, i nostri collaboratori, non per accumulare inutili ricchezze troppo spesso frutto di comportamenti indegni! Ecco, su questi pilastri l’Associa-

zione ha lavorato, indicando la via agli Associati per reinventarsi, per formarsi, alcune aziende sono pronte per nuove sfide, hanno appreso nuovi metodi di lavorazione, non si sono arrese e vogliono far la loro parte nel processo dell’indispensabile rinnovamento del sistema. Altre sono ancora disorientate, forse in attesa che tornino tempi migliori, che ancora non colgono che le nuove opportunità, oltre che a portar benefici all’intero sistema Paese, cambiano totalmente il modo di lavorare; dobbiamo evitare che se ne accorgano quando avranno fatto la fine dei maniscalchi dell’ottocento, convinti che il cavallo come mezzo di trasporto sarebbe durato nei secoli a venire, mentre il cavallo vapore era dietro l’angolo! Ecco, questa la strada tracciata e percorsa dall’attuale Dirigenza di quell’Associazione risorta dalle macerie del 2009/2010, fatta dagli Artigiani, per gli Artigiani e con gli Artigiani! Per continuare su questa strada che ci vede sul nostro territorio protagonisti assoluti nell’incontrovertibile trasformazione della società civile, a supporto dei nostri Associati e dell’intera filiera produttiva, è necessario incrementare ulteriormente l’attività sindacale legata a tutto ciò che riguarda l’ineguagliabile capacità produttiva del comparto Artigiano sia in termini qualitativi sia in termini di unicità dei prodotti, favorendo tutto ciò che riguarda il risparmio energetico, mettendo a disposizione le nostre conoscenze tecniche per contribuire a migliorare tutto ciò che riguarda il mondo del turismo, delle opere d’arte e della filiera agroalimentare. Da queste votazioni auspico che siano elette figure che possano far propri e dar corso a questi principi e a questi obiettivi, anche con il contributo e il lavoro dei nostri preziosi collaboratori. Ildebrando Lava

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Ildebrando Lava Presidente


BANDI

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INFORMA

LE PICCOLE IMPRESE E I FONDI EUROPEI Come accedere ai fondi gestiti direttamente dalla Commissione Europea

Contributi a fondo perduto per le Aziende che investono in Ricerca e innovazione Lo Strumento PMI del Programma HORIZON 2020

Claudia Poles Internazionalizzazione 0421.335501 europa@artigianisandona.it

Una delle novità introdotte dalla nuova programmazione europea per il settennato 2014-2020 e in particolare dal relativo Programma quadro di ricerca e innovazione – Orizzonte 2020 è lo Strumento per le PMI che permette alle piccole e medie imprese di attingere più facilmente ai fondi gestiti direttamente dalla CE essendo destinato esclusivamente a loro. Chi può partecipare? Le Aziende che hanno un progetto innovativo appartenente ad uno dei settori finanziabili (TIC, nanotecnologie, materiali, produzione, energia, ecc.) e che rappresenti un avanzamento o un’innovazione rispetto allo stato dell’arte europeo. Non sarà più obbligatorio avere un numero minimo di partner europei per presentare domanda (generalmente almeno 3 partner di 3 Paesi diversi). Tuttavia la CE suggerisce di agire non individualmente ma nel contesto di un partenariato). Cosa finanzia lo Strumento PMI? Le attività di ricerca e innovazione. Lo strumento mira ad offrire un supporto finanziario alle PMI senza porre vincoli rigidi in relazione alle aree tecnologiche entro le quali sviluppare l’innovazione. Le imprese saranno sostenute lungo l’intero ciclo di innovazione mediante una struttura composta da tre fasi che ricalcano l’intero ciclo innovativo: dalla valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea (fase 1), passando per lo sviluppo del prototipo su scala industriale e della prima applicazione sul mercato (fase 2), fino alla fase della commercializzazione (fase 3). Quali i benefici? Un contributo a fondo perduto del 70% dei costi ammissibili per le seguenti attività: 1. Lo sviluppo di studi e analisi che verifichino la fattibilità tecnologica e pratica, nonché economica, di un’idea progettuale innovativa che comporti novità significative per il settore industriale in cui si inserisce il progetto (nuovi prodotti, processi, servizi e tecnologie o nuove applicazioni di tecnologie esistenti per il mercato). L’attività potrà ad esempio comprendere valutazione dei rischi, studi di mercato, coinvolgimento degli utenti, gestione della proprietà intellettuale, sviluppo di strategie d’innovazione, ricerca partner, studi circa la fattibilità dell’idea progettuale per stabilire un progetto solido ad alto potenziale di innovazione, coerente e coordinato alla strategia aziendale e con una dimensione europea. Il risultato di questa fase dovrà contenere le specifiche di un business plan elaborato.

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Per questi progetti sarà erogata una cifra forfettaria pari a 50.000,00 euro e l’azienda avrà a disposizione 6 mesi di tempo. 2. Sulla base del business plan dettagliato risultante dall’attività finanziata nel corso della fase precedente (o in maniera indipendente e attraverso mezzi propri), potranno essere finanziati progetti con un grande potenziale in termini di competitività e crescita dell’impresa grazie ad attività di innovazione quali dimostrazione, sperimentazione, prototipazione, pilotaggio, miniaturizzazione, design, replicazione sul mercato e altre attività collegate. L’obiettivo di tali attività è quello di favorire il percorso dell’idea concettuale verso il mercato, anche attraverso attività di ricerca. Per questi progetti il contributo potrà essere compreso tra i 0,5 e i 2,5 milioni di Euro e i progetti potranno durare dai 12 ai 24 mesi. Per la commercializzazione e il lancio sul mercato dell’idea progettuale sviluppata nelle fasi precedenti, le PMI potranno beneficiare inoltre di misure e servizi di supporto indiretti quali, ad esempio, l’accesso agli strumenti di risk finance, attività di formazione, mentoring, ecc., ma non di contributi a fondo perduto. Come presentare domanda? In generale si avranno ogni anno, e per tutto la durata di 7 anni del programma Horizon 2020 (2014-2020), 4 scadenze per presentare le proposte progettuali, sia per accedere alla Fase 1 che alla Fase 2. I progetti saranno valutati secondo i criteri di eccellenza, impatto, qualità ed efficienza. Quindi sarà necessario presentare un’idea progettuale con un altro livello di innovazione, focalizzata al mercato e che abbia una precisa idea di commercializzazione. Il richiedente dovrà inoltre essere convincente sia in termini di competenza che di sostenibilità economica-finanziaria. Proprio in relazione a questi aspetti erano deficitarie le proposte italiane presentate per la fase 1 nel primo bando 2014: su 436 idee progetto ricevute, sono state approvate meno del 5% (vedi tabella). Suggeribile quindi concentrarsi nel progetto soddisfacendo tutti i requisiti richiesti.

Risultati Primo bando 2014 – Fase 1 Totale proposte 2.662 Totale proposte 155 ricevute: approvate: Principali Paesi partecipanti: Italia: 436 Italia: 20 Spagna: 419 Spagna: 39 Inghilterra: 232 Inghilterra: 26 Germania: 188 Germania: 11 Irlanda: 50 Irlanda: 10


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APPROFONDIMENTI

INFORMA

Il Marchio d’impresa

Distinguersi dagli altri Valorizzare i propri prodotti/servizi difendendoli dai contraffattori È sempre più opportuno per le imprese distinguere i propri prodotti o i servizi da quelli di altre aziende. La possibilità esiste registrando un “Marchio d’Impresa”: un segno distintivo che possa essere considerato l’elemento principale dell’immagine dell’azienda e che fornisca, agli occhi della clientela, garanzie di qualità e affidabilità. La sua principale funzione risulta essere quella di permettere ai consumatori di identificare un prodotto ( bene o servizio) di una specifica azienda, in modo da distinguerlo da prodotti simili o identici di aziende concorrenti. Il marchio svolge un ruolo principale nelle strategie di marketing e promozione del nome dell’impresa, contribuendo all’affermazione dell’immagine e della reputazione dei prodotti agli occhi del consumatore, costituendo un rapporto di fiducia con i propri clienti, che sono disposti a pagare un prezzo più alto per un prodotto con un marchio a loro noto e che corrisponde alle loro aspettative. Una fiducia che è da considerare fondamentale per l’acquisizione e il mantenimento di quote di mercato. Il Codice della Proprietà Industriale definisce che possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa tutti i segni rappresentabili graficamente: parole (compresi i nomi di persone), disegni, lettere, cifre, suoni, forma del prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche. Così, un suono può essere registrato come marchio, riportando su un pentagramma le note musicali che lo compongono. Anche la forma del prodotto o del suo confezionamento può costituire un valido marchio, a condizione che il segno in questione abbia una sua autonoma capacità distintiva agli occhi del consumatore medio e che non sia costituito esclusivamente dalla forma imposta dalla natura stessa del prodotto. Il marchio d’impresa, da registrare presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, per la protezione nel nostro paese, può essere di tipo individuale: se appartiene a una singola impresa o a persona fisica o collettivo: registrato generalmente da associazioni, cooperative, consorzi per poi essere concesso in uso a quelle singole imprese che si impegnano a rispettare quanto stabilito nel suo regolamento d’uso. Il marchio può avere anche una protezione geografica più estesa (europea, mondiale) effettuando la registrazione anche in ulteriori appositi registri. In base agli elementi che lo compongono si possono individuare tre categorie di marchio: il marchio denominativo, che è costituito solo da parole, il marchio figurativo, che consiste in una figura o in una riproduzione di oggetti reali o di fantasia, il marchio misto o complesso, effetto della combinazione di parole e figure. Nelle espressioni correnti si utilizza

spesso il termine generico di marchio per indicare una molteplicità di segni o denominazioni aventi caratteristiche e finalità diverse dal marchio d’impresa tra questi la ditta, la ragione sociale o denominazione sociale , l’insegna, il nome a dominio che adempiendo a funzioni differenti dal marchio, e mancando di “novità,” elemento fondamentale di un marchio, non permettono la loro registrabilità. Da non confondere inoltre il Marchio d’Impresa con altre tipologie di possibile registrazioni di protezione quali il Marchio di qualità, la Denominazione d’origine protetta, l’ Indicazione geografica protetta, la Specialità tradizionale garantita, che seguono particolari normative di settore. Un marchio registrato attribuisce diritti esclusivi che consentono di impedire l’uso non autorizzato, da parte di altre imprese, dello stesso marchio o di un marchio simile. Non registrando il marchio si rischia di compromettere gli investimenti fatti per promuovere la vendita di un prodotto/servizio, in quanto un’impresa concorrente potrebbe adottare un marchio simile, confondendo i consumatori che potrebbero dirigersi verso i suoi prodotti/servizi invece che verso quelli del fornitore originario.

Ennio Galletti Responsabile Tesseramento Promozione Categorie Alimentaristi / Ristorazione

Regole generali per la registrazione Prima di presentare domanda di registrazione di un marchio d’impresa è opportuno osservare alcune regole generali: • assicurarsi che il marchio sia conforme alle prescrizioni di legge • verificare che il marchio non abbia nessuna connotazione negativa non solo in Italia, ma anche in altri Paesi, soprattutto se potenziali mercati di esportazione • controllare che il corrispondente nome di dominio (o indirizzo Internet) sia ancora libero • garantirsi che il marchio sia facile da leggere, scrivere, memorizzare e di facile pubblicizzazione su tutti i tipi di media • effettuare una ricerca d’anteriorità: per controllare che esso non sia identico o simile a marchi precedentemente registrati; • individuare le classi di appartenenza dei prodotti/servizi per i quali si intende ottenere la registrazione del marchio, utilizzando il Sistema internazionale di classificazione dei marchi (Sistema di Nizza)

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PRIMO PIANO

CONFARTIGIANATO

INFORMA

Un manifesto per il fiume Piave

Aldo Trivellato Direttore Responsabile “Confartigianato Informa”

Il Piave è ammalato e con lui i paesi, le persone, la cultura ed il mondo che è cresciuto attorno al suo alveo. È ammalato e richiede interventi urgenti che coinvolgano tutti, enti ed associazioni, dal Peralba al mare. Questo è il senso del “Contratto di fiume della Piave”, l’inizio di un processo, fortemente voluto anche dalla Confartigianato di San Donà di Piave, per rimediare ai mali del fiume e restituire dignità e sicurezza alle terre che lo circondano. Basterebbe dire della sicurezza idraulica o del fatto che tutto l’ultimo tratto della Piave (perchè i fiumi hanno nomi femminili e così la Piave, prima che Giosuè Carducci ne declinasse il nome al maschile) è fortemente urbanizzato, le acque sono di bassa qualità e le rive sono malconce ed erose. In realtà i “mali” della Piave sono molti e li elenchiamo nel box pubblicato in queste stesse pagine. Mali tristemente condivisi da molti altri fiumi italiani, con pesanti ricadute sulla qualità di vita di tutti e sullo sviluppo possibile dei territori storicamente nati e cresciuti attorno ai loro corsi. Per porvi rimedio, in tutta Italia sono nati i “contratti di fiume”, strumenti di programmazione strategica integrata per la pianificazione e la gestione dei territori fluviali, in grado di promuovere la riqualificazione ambientale e paesaggistica attraverso azioni di prevenzione, mitigazione e monitoraggio delle emergenze idrogeologiche e degli inquinamenti. Patti che mirano a mettere assieme gli enti e le autorità direttamente interessati alla gestione del fiume e del territorio, gli abitanti e tutti i diversi portatori di interessi, lavorando alla rinascita del bacino idrografico, richiamando le istituzioni ed i privati ad una visione non settoriale, ma integrata di chi percepisce il fiume come ambiente di vita e dunque come un bene comune da gestire in forme collettive, come recita il documento firmato lo scorso 10 novembre, nella sede del Consorzio di Bonifica del Veneto Orientale a San Donà. Un contratto siglato da comuni ed associazioni, come evidenziamo sinteticamente nel riquadro di questa pagina. L’urgenza si misura quando la Piave esonda ed invade campagne e golene, ma i problemi sono più radicali, nascono a monte e crescono lungo il corso del fiume. Così, la necessità di avviare il Contratto di Fiume nel bacino del Basso Piave è legata all’acuirsi di situazioni di criticità, in conseguenza anche dei cambiamenti climatici in atto e dei livelli di

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occupazione ed impermeabilizzazione dei suoli: il limite di sfruttamento e sopportazione del corso fluviale impone una stategia unitaria di salvaguardia. Il patto firmato a San Donà costituisce un primo passo, tessera di un mosaico che dovrà coinvolgere molti altri attori: intervenire sul basso corso della Piave avrebbe poco senso, senza pensare all’intero corso del fiume. Si parla, infatti, di un coordinamento generale degli obiettivi per tutto il bacino del fiume Piave, compreso l’alto e il medio Corso, adottando un modello di “Contratto dei Contratti”, agendo per ambiti territoriali in tratti definiti del fiume, ma integrati e coordinati tra di loro attraverso un sistema di progetti condivisi. Ritornando a pensare alla Piave come ad un organismo vivo, concreto simbolo del Veneto che ha favorito lo sviluppo di quella civiltà del fiume che per troppo tempo abbiamo dimenticato. Aldo Trivellato I firmatari dell’iniziativa Associazione Naturalistica Sandonatese Canoa Club San Donà di Piave Centro didattico Il Pendolino Comune di Eraclea Comune di Fossalta di Piave Comune di Jesolo Comune di Musile di Piave Comune di Noventa di Piave Comune di San Donà di Piave Confartigianato Confcommercio Confesercenti Consorzio Bim Basso Piave Consorzio Bim Belluno Consorzio Bim Treviso Consorzio di Bonifica Veneto Orientale Dipartimento Tesaf Università di Padova FIPSAS Venezia Gal Veneto Orientale Vegal Legambiente Veneto Orientale Provincia di Venezia


CONFARTIGIANATO

PRIMO PIANO

INFORMA

La civiltà del fiume Il manifesto firmato a San Donà ricorda e riassume il fondamentale ruolo avuto dalla Piave nello sviluppo dei territori che lo fiancheggiano, nella definizione della sua economia e della sua storia, ricordando quanto i Veneti debbano a quel fiume. Ne riportiamo gli aspetti principali, rammentando come, invece, la Piave sia stata sfruttata e maltrattata per troppi decenni. L’ambito territoriale individuato dal Contratto di Fiume fa riferimento al bacino del fiume Piave ricadente all’interno della Provincia di Venezia, ed interessa i Comuni di Noventa di Piave, Fossalta, San Donà, Musile, Eraclea e Jesolo. Il tratto del fiume in questione convoglia le acque, raccolte nel bacino idrografico del Piave di circa 4.100 kmq, direttamente nel Mare Adriatico (attraverso alcune connessioni idrauliche una piccola frazione viene scaricata nei fiumi Sile e Livenza); il corso d’acqua necessita di particolare attenzione per le elevate portate interessate. La sicurezza idraulica risulta un obiettivo prioritario nella gestione del fiume; in passato eventi catastrofici come quello avvenuto nel 1966 hanno lasciato il segno nella memoria del territorio, sottolineando l’importanza di una gestione sostenibile del sistema fluviale. Gli aspetti legati alla particolare natura idraulica vanno valutati anche alla luce della peculiarità del territorio in questione, che risulta sottoposto a bonifica idraulica, all’interno del quale il fiume Piave scorre su un alveo pensile. In questo territorio, il fiume attraversa diversi ambienti di pianura, da quelli agricoli a quelli edificati, che possono essere interessati da una intensa urbanizzazione con spiccata vocazionalità turistica lungo il litorale e da un edificato più rarefatto nella bassa pianura, con buone valenze paesaggistiche e con una potenziale vocazionalità turistica ancora inespressa in cui il fiume fa da corridoio e filo conduttore. All’interno della golena fluviale nel basso corso del fiume Piave insistono proprietà private. Nel tratto fluviale di interesse sono intercettate due infrastrutture di primario interesse per la mobilità interregionale, quali l’autostrada A4 e la rete ferroviaria Venezia-Trieste, a cui andranno ad aggiungersi, probabilmente, altre importanti infrastrutture come ad esempio il tracciato TAV. Nel bacino della Piave troviamo, inoltre, ambienti di pregio come la Laguna del Mort e le Pinete di Eraclea, le Anse di Noventa e Fos-

salta, le aree golenali, il ramo della Piave Vecchia e la Pineta di Cortellazzo. Va tenuto conto anche del fatto che il fiume Piave è un elemento di connessione di due importanti siti Unesco, “le Dolomiti” e “Venezia e la sua Laguna”. Il fiume Piave è una risorsa importante non solo economica, ma anche turistica e sociale, essendo un corridoio su cui si sviluppano piste ciclabili, vie navigabili, attività di svago e salutari, pesca ed educazione ambientale. Il “Contratto di fiume della Piave” è nato per valorizzare tutto questo e per evitare che il degrado continui. I primi passi consistono nella redazione di un piano strategico che coinvolga tutti i firmatari, dando vita ad un vero e proprio piano d’azione che dovrà investire tutto l’asse della Piave, concretizzando la carta degli intenti firmata a San Donà.

I mali del basso corso della Piave Artificializzazione delle portate per la presenza di derivazioni a monte Scarsa qualità delle acque nel tratto finale Elevato fenomeno della risalita del cuneo salino Usi impropri delle golene fluviali Artificializzazione del corso nella parte terminale (Piave nuovo) Presenza di discariche abusive lungo le sponde Fenomeni erosivi delle rive interne alle golene Ridotto trasporto solido connesso a problemi di erosione del litorale Trasporto di materiali da monte con ostruzione di ponti e deposito sugli arenili Presenza del Siluro (Silurus glanis)

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Monica Carrer Segretario


AMBIENTE

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INFORMA

Un interessante convegno organizzato dalla nostra Associazione

LE NOVITA’ IN MATERIA DI APPALTI PUBBLICI in collaborazione con Euro-Soa

Vito Molinaro Referente Servizio Ambiente Tel. 0421.335410

La nuova direttiva europea sugli appalti pubblici (n. 2014/24/UE) e le continue e numerose modifiche normative che vanno a incidere sull’attuale Codice dei contratti pubblici e, non da ultimo, le nuove disposizioni emanate dall’A.N.AC. in materia di qualificazione delle imprese, impongono agli operatori economici di tenersi costantemente informati sulle attività legislative. Recependo questa necessità, la Confartigianato di San Donà, in collaborazione con Euro-Soa, ha organizzato un incontro di aggiornamento in materia di appalti pubblici, relativi a lavori, che si è tenuto presso il Park Hotel Continental a San Donà di Piave lo scorso 28 novembre. Tra gli argomenti trattati dai relatori, Ing. Franco Ventrucci e Arch. Sara Iori, Direttori Tecnici di Euro Soa, è stato posta particolare attenzione alle principali novità in materia di: - Associazioni Temporanee di Imprese, dove è stato approfondito il tema delle tipologie di ATI e l’obbligo di ricorrervi per soddisfare i requisiti di qualificazioni richiesti in sede di gara e l’abrogazione del divieto di modificare la composizione dell’ATI stessa in sede di esecuzione dei lavori introdotto dalla Legge n. 80/2014; - Avvalimento plurimo: con le disposizioni date dalla Legge n.161/2014 di recepimento delle Direttive comunitarie che consentono l’avvalimento frazionato (ossia il ricorso a più d’una impresa ausiliaria per categoria) per la dimostrazione dei requisiti in sede di gara e l’istituito dell’avvalimento anche in sede di attestazione SOA; - Soccorso istruttorio: che consente all’appaltatore, previo pagamento di una sanzione pecuniaria, di sanare le irregolarità essenziali in sede di offerta; questo grazie alla modifica al comma 2-bis all’art. 38, del Codice dei contratti modificato dalla Legge n.114/2014. - Subappalto: con il decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali che è intervenuto nuovamente sulla soli-

darietà nell’appalto, modificando l’articolo 29, comma 2, del D.lgs. 276/03 ed eliminando soprattutto la responsabilità solidale in ambito fiscale; - Categorie di qualificazione: dove, con la Legge n.80/2014, è stata ridefinita la suddivisione delle categorie super-specialistiche, sia a qualificazione obbligatoria che a qualificazione non obbligatoria; Particolare accento, inoltre, è stato posto alla corretta valutazione degli oneri di sicurezza e del costo della manodopera. Durante l’incontro, anche in sede di dibattito finale,

sono state fatte alcune riflessioni inerenti il bando-tipo, gli appalti urgenti in deroga (il cosiddetto “Sblocca Italia”) in materia di edilizia scolastica e dissesto idrogeologico. Nel corso dell’incontro sono state date, inoltre, informazioni relative alle procedure di concordato preventivo e in materia di qualificazione SOA: le nuove disposizioni relative ai trasferimenti di azienda che prevedono un inasprimento dei parametri di valutazione e che consentono, ai fini dell’attestazione SOA, di trasferire i requisiti di qualificazione. L’incontro ha visto la partecipazione dei rappresentanti di oltre settanta aziende.

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CONFARTIGIANATO

SICUREZZA

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Il RISCHIO INCENDIO

CONSIGLI PRATICI PER EVITARLO Riportiamo alcuni suggerimenti per una corretta prevenzione degli incendi nei luoghi di lavoro. Per prima cosa è necessario conoscere gli ambienti di lavoro e le lavorazioni più a rischio, analizzare i pericoli più comuni che possono far nascere un incendio e la sua propagazione. Per quanto riguarda i depositi di materiali infiammabili (vernici, solventi, carburanti, ecc) e facilmente combustibili (carta, cartoni, tessuti, legno, ecc) è necessario che il quantitativo di queste sostanze, che possono anche dare luogo alla formazione di atmosfere esplosive, sia limitato a quello strettamente necessario per la normale conduzione dell’attività e tenuto lontano dalle vie di esodo. Inoltre, dove possibile, le sostanze infiammabili devono essere sostituite con altre meno pericolose. Il deposito di materiali infiammabili deve essere realizzato in luogo isolato o in locale separato tramite strutture dotate di adeguate caratteristiche di resistenza al fuoco. I lavoratori che manipolano sostanze infiammabili o chimiche pericolose devono essere adeguatamente informati, formati e addestrati sulle misure di sicurezza da osservare. Si ricorda poi che i materiali di pulizia, se combustibili, devono essere tenuti in idonei armadi o in appositi ripostigli. Al termine delle pulizie il materiale deve essere allontanato all’esterno dei luoghi di lavoro negli appositi spazi e contenitori. Chiaramente gli impianti elettrici dei locali in questione devono essere realizzati in conformità alle specifiche tecniche tali da garantire il rispetto della regola dell’arte. Serve poi massima attenzione nell’utilizzo di fonti di calore: i luoghi di lavoro, dove si effettuano saldature o c’è presenza di fiamme libere, devono essere tenuti liberi da materiali combustibili ed è necessario tenere sotto controllo le eventuali scintille. Detti lavori devono essere eseguiti all’interno di aree idoneamente aerate. E’ necessario valutare il rischio interferenziale con altre lavorazioni (es: verniciatura, manipolazione di sostanze infiammabili). I condotti di aspirazione di cucine, forni, seghe, molatrici, devono essere tenuti puliti per evitare l’accumulo

di grassi o polveri. Infine la valvola di intercettazione dì emergenza del combustibile deve essere collocata in posizione facilmente accessibile e segnalata e oggetto di manutenzione e controlli regolari. Concludiamo con qualche indicazione relativa alle aree non frequentate di norma da personale (cantine, locali di deposito) ed ogni area dove un incendio potrebbe svilupparsi senza poter essere individuato rapidamente: queste aree devono essere tenute libere da materiali combustibili non essenziali e devono essere adottate precauzioni per proteggerle contro l’accesso di persone non autorizzate.

Roberto Mazzardis Referente Servizio Sicurezza Te. 0421.335430

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FISCALE

CONFARTIGIANATO

INFORMA

IL DECRETO SULLE SEMPLIFICAZIONI FISCALI LE PRINCIPALI NOVITÁ INTRODOTTE

Luisella Surian Responsabile Area Fiscale Vice Direttore

Lo scorso 30 ottobre è stato approvato dal Governo il Decreto Legislativo sulle semplificazioni fiscali. Tra le varie novità introdotte, riportiamo una sintesi delle principali.

LEGGE DI STABILITA’ 2015 Tra proroghe, conferme e novità sono diverse le disposizioni fiscali contenute nella Legge di Stabilità 2015. Ne riportiamo alcune.

- DICHIARAZIONI D’INTENTO: l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati delle dichiarazioni di intento ricevute viene trasferito in capo all’esportatore abituale (cioè colui che può beneficiare della non imponibilità iva sull’acquisto di beni e servizi); fino a oggi l’obbligo era invece a carico di colui che riceveva la dichiarazione d’intento. L’esportatore abituale a seguito di tale modifica dovrà consegnare al proprio fornitore oltre alla dichiarazione anche la ricevuta di presentazione della stessa all’Agenzia delle Entrate.

- PROROGA FINO AL 31/12/2015 DELLA DETRAZIONE PER INTERVENTI DI RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO: anche per il 2015 quindi rimane la detrazione nella misura del 50% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia;

- RIMBORSI IVA: è stato elevato da euro 5.147,00 a euro 15.000,00 il limite entro il quale i rimborsi iva annuali e infrannuali verranno liquidati senza necessità di prestare apposita garanzia (fidejussione). Per importi superiori a e 15.000,00 in luogo della garanzia potrà essere richiesta l’apposizione del visto di conformità da parte di un professionista abilitato. - RESPONSABILITA’ SOLIDALE NEGLI APPALTI E SUBAPPALTI: il Decreto interviene sulla disciplina della responsabilità solidale negli appalti e subappalti di opere e servizi abrogando i commi 28 – 28-ter dell’art. 35 del D.L. 223/2006 con la conseguente eliminazione: • del vincolo di solidarietà tra appaltatore e subappaltatore per il versamento all’Erario delle ritenute Irpef dipendenti (ricordiamo che la solidarietà ai fini IVA era già stata soppressa dal D.L. 69/2013); • della sanzione amministrativa (da e 5.000 a e 200.000) prevista a carico del committente in caso di pagamento delle fatture prima di aver acquisito l’idonea documentazione che attesti il versamento delle ritenute in questione. Rimane invece il vincolo di solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore per: • la corresponsione ai lavoratori dei trattamenti retributivi; • il versamento dei contributi previdenziali e assicurativi (Inps, Inail e Cassa Edile).

Fabrizio Boato Vice Responsabile Area Fiscale

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- PROROGA FINO AL 31/12/2015 DELLA DETRAZIONE PER ACQUISTO DI MOBILI/ELETTRODOMESTICI: riconfermata la detrazione nella misura del 50% su un a spesa massima di e 10.000 per acquisto di mobili ed elettrodomestici (questi ultimi rientranti in classe A+ e A per i forni) destinati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione; - PROROGA FINO AL 31/12/2015 DELLA DETRAZIONE PER INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA: rimane anche in questo caso invariata la misura della detrazione del 65% delle spese sostenute fino al 31/12/2015 per interventi di riqualificazione energetica degli edifici. - RIVALUTAZIONE TERRENI E PARTECIPAZIONI: viene riproposta la possibilità di rideterminare il costo dei terreni edificabili e agricoli e delle partecipazioni non quotate, possedute alla data del 01/01/2015 dalle persone fisiche, società semplici, associazioni professionali ed enti non commerciali. Entro il termine del 30/06/2015 è necessario provvedere alla redazione e asseverazione di una perizia di stima e al versamento dell’imposta sostitutiva calcolata sul valore del terreno/partecipazione rivalutato applicando le seguenti aliquote: • 2% per le partecipazioni non qualificate • 4% per le partecipazioni qualificate e per i terreni


CONFARTIGIANATO

LAVORO

INFORMA

LA RIFORMA DELL’ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI COSA CAMBIA (FORSE) DAVVERO

L’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori è ormai da mesi oggetto di un dibattito (acceso) tra i partiti e le parti sociali. La ragione di tale attenzione da parte del Governo e dei cittadini intorno a questa norma è facilmente spiegabile. Lo Statuto dei Lavoratori (ossia la legge del 20 maggio del 1970) contiene, infatti, le norme sulla tutela e sulla libertà dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro. L’art. 18 disciplina i licenziamenti dei lavoratori che avvengono senza giusta causa riconoscendo allo stesso, in caso di licenziamento illegittimo, il diritto alla reintegra (ovvero il posto di lavoro) oppure o in aggiunta anche il risarcimento dei danni. Tale norma è stata oggetto di una radicale ancorché pasticciata revisione con la Legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero). Prima capire quali novità il Governo è intenzionato a introdurre è opportuno esaminare sia pur sommariamente l’attuale assetto normativo. Ad oggi è considerato illegittimo il licenziamento discriminatorio, il licenziamento intimato senza giusta causa (grave inadempimento contrattuale ed extracontrattuale del lavoratore) e senza giustificato motivo oggettivo (crisi economica, riorganizzazione e ristrutturazione aziendale). Se il giudice accerta l’illegittimità del licenziamento e ne dichiara la nullità, le conseguenze sono diverse a seconda della fattispecie presa in esame. Licenziamento discriminatorio. E’ il licenziamento intimato in violazione dei diritti fondamentali del lavoratore (es. licenziamento per motivi razziali o religiosi) e in considerazione della sua gravità viene sempre dichiarato nullo indipendentemente dalle ragioni adottate. La nullità del licenziamento discriminatorio comporta il diritto del lavoratore al reintegro del posto di lavoro alle medesime condizioni economiche e con le medesime mansioni presistenti al licenziamento. Oltre al reintegro il lavoratore ha diritto altresì al risarcimento dei danni subiti che di norma è pari alla somma delle retribuzioni che avrebbe percepito dal giorno del licenziamento fino alla data del reintegro. Ottenuto il reintegro il lavoratore ha diritto ad ottenere un’indennità sostitutiva nel caso in cui decidesse di non rientrare in azienda. L’indennità deve essere pari a 15 mesi di retribuzione. Tale possibilità è stata prevista dal lavoratore al fine di consentirgli di non entrare in un ambiente di lavoro a lui ostile e sfavorevole. Licenziamento economico. Questo tipo di licenziamento viene intimato per ragioni economiche legate alla crisi aziendale o alla necessità di razionalizzare e contenere i costi attraverso operazioni di ristrutturazione e razionalizzazione aziendale. Si parla in questo caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Se il giudice accerta che il licenziamento è illegittimo perché avvenuto in assenza del giustificato motivo oggettivo, il reintegro non è automatico. Infatti il diritto alla reintegrazione del posto di lavoro sorge solo nel caso in cui il fatto organizzativo o produttivo adotto a fondamento del licenziamento risulta manifestamente infondato (es. un’azienda licenzia lavoratore adducendo alla base del provvedimento la soppressione del suo posto di lavoro, mentre poi

assume nell’immediatezza un nuovo lavoratore per lo svolgimento delle medesime funzioni). In questo caso il reintegro viene accompagnato dal pagamento di un’indennità economica pari a 12 mensilità. Al contrario il diritto al reintegro non è previsto nell’ipotesi in cui il giustificato motivo oggettivo edotto a fondamento del licenziamento, risulta non “manifesto”. In tal caso il giudice pur accertando la illegittimità del licenziamento, dichiara risolto il contratto di lavoro e condanna il datore di lavoro al pagamento di un’indennità economica che va da un minimo di 12 a un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto. Questa norma riguarda le imprese con più di 15 dipendenti. Licenziamento per giusta causa. E’ il licenziamento che viene intimato a seguito di un grave inadempimento contrattuale (es. assenza ingiustificata per oltre 3 gg dal posto di lavoro) o grave inadempimento extracontrattuale (es. impiegato di banca condannato per truffa). Siamo nell’ambito dei c.d. licenziamenti disciplinari che riguardano fattispecie molto gravi in ordine alla condotta aziendale del lavoratore. Nel caso in cui venisse accertata giudizialmente la non sussistenza della giusta causa posta dall’azienda a fondamento del licenziamento le tutele poste dal legislatore sono essenzialmente di tre tipi: - Reintegra e risarcimento danni (massimo 12 mensilità). Tale tutela si applica se il fatto contestato non sussiste oppure sussiste, ma per esso è previsto una sanzione disciplinare di tipo conservativo. Anche in questo caso è prevista un’indennità sostitutiva alla reintegra su richiesta del lavoratore; - Tutela obbligatoria standard (da 12 a 24 mensilità). Non ricorrono gli estremi della giusta causa o del giustificato motivo soggettivo, in questo caso la sanzione consiste nel pagamento di un’indennità che va da 12 a 24 mensilità senza il diritto alla reintegra; - Solo tutela risarcitoria (dalle 6 alle 12 mensilità). Tale tutela sorge in caso di violazione della procedura legale. In questo caso il datore di lavoro viene condannato a pagare un’indennità economica che va da un minimo di 6 ad un massimo di 12 mensilità, senza la reintegra del lavoratore. Questo in sintesi l’attuale testo normativo vigente dopo la riforma Fornero. Ma come cambierà il nuovo testo dell’art. 18 voluto dall’attuale Governo? In realtà ancora poco si sa sulla neoriforma ma i rumors che si sentono intorno al testo in discussione in Parlamento sembrerebbero confermare che il diritto alla reintegra sussisterebbe solo in caso di licenziamenti discriminatori o disciplinari, mentre scomparirebbe per tutte le altre tipologie di licenziamenti (le più frequenti) ossia i licenziamenti per motivi economici. Per quest’ultimi sussisterebbe solo il diritto ad un indennizzo economico il cui valore sarebbe legato all’anzianità di servizio.

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Nicola Beccari Coordinatore Area Lavoro


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CONFARTIGIANATO

INFORMA

La nuova norma UNI CIG 11554

La Certificazione volontaria degli operatori gas

Sonia Cibin Vice Segretario

Chiara Franchin Referente Ufficio Sindacale Categorie

E’ stata recentemente pubblicata la norma UNI 11554:2014 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti sugli impianti a gas di tipo civile alimentati da reti di distribuzione – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, destinata agli operatori del post contatore gas. La norma - elaborata dal CIG (Comitato Italiano Gas) stabilisce “i requisiti di conoscenza, abilità e competenza”, ispirandosi ai principi enunciati dalla legge 4/2013, in materia di professioni sprovviste di ordine o albo. I profili specialistici individuati per la figura professionale sono tre: 1) la figura “apicale” del responsabile tecnico, che ha il compito di ideare l’impianto a gas (tubazioni e sistemi relativi all’evacuazione dei prodotti di combustione) oltre che sovrintendere alle operazioni di montaggio e pianificarne la manutenzione; 2) l’installatore, cui spetta il compito di gestire tutte le operazioni di realizzazione dell’impianto, mettere in funzione gli apparecchi (caldaie, piani di cottura...) e predisporre la documentazione relativa all’impianto; 3) il manutentore, infine, che deve garantire la manutenzione ordinaria dell’impianto e, in caso di guasti, la riparazione, eventualmente aggiornando la documentazione. La certificazione è volontaria e non cogente, ovvero non è richiesta dalla legge. Gli impianti a gas soggetti sono di tipo civile, alimentati da reti di distribuzione, quali impianti per la climatizzazione degli edifici, produzione di acqua calda sanitaria (anche centralizzata), cottura, installati in unità abitative o strutture di ricezione. Inoltre vengono definiti, in funzione della portata termica degli apparecchi asserviti e della pressione di alimentazione, due livelli per ognuno dei profili specialistici sopra elencati: 2° livello: impianti domestici e similari per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia, a valle del punto di inizio, asserviti ad apparecchi aventi portata termica nominale singola non maggiore di 35 kW; 1° livello: impianti al servizio di edifici adibiti ad uso civile per l’utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla 1a, 2a e 3a famiglia, a valle del punto di inizio, asserviti ad apparecchi aventi portata termica nominale singola maggiore di 35 kW (o complessiva maggiore di 35 kW se installati in batteria) e alimentati da gas combustibile a pressione non maggiore di 0,5 bar. La UNI 11554 non si applica agli impianti a gas destinati alla produzione industriale e artigianale e agli impianti che alimentano apparecchiature con portata termica nominale superiore a 1000 kW. Di fatto si considerano ormai tracciati i requisiti professionali di chi riveste e svolge un ruolo fondamentale nel garantire una corretta installazione e, di conseguenza, la sicurezza degli impianti a gas di tipo civile; inoltre l’intento era quello di favorire, tra i diversi paesi dell’Unione Europea, un reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali, quale garanzia per il libero spostamento degli operatore del settore gas in Europa.

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Premi agli artigiani

Tre nostre aziende artigiane sono state premiate dalla Camera di Commercio di Venezia: “Premiazione del Lavoro, del Progresso Economico e dell’Innovazione”. La cerimonia si è svolta domenica 5 ottobre 2014 presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista nel Sestiere di San Polo a Venezia. Sono state premiati: 1) GUERRINO CROSATO della ditta CROSATO IMPIANTI S.R.L. Premio ad imprenditori in attività o in pensione da non più di 5 anni, con almeno 35 anni di lavoro. Il Sig. Guerrino Crosato ha iniziato la sua attività artigianale il nel 1971 come ditta individuale, quale termoidraulico. Nel 2005 ha costituito con il figlio Lorenzo la società Crosato Impianti Srl. 2) GIANLUCA STEFANI Premio ad imprenditori eredi e continuatori del fondatore (parenti ed affini). Nel1963 il Signor Dino Stefani ha iniziato la sua attività di impiantista; prosegue l’attività il figlio Gianluca ha proseguito l’attività dal 1997. 3) ENRICO E FRANCESCO ZANCHETTIN della ditta MODELLERIA ZANCHETTIN DI ZANCHETTIN ENRICO, FRANCESCO & C. S.N.C. Premio ad imprenditori eredi e continuatori del fondatore (parenti ed affini). Il Sig. Pierino Zanchettin ha aperto la sua attività di modellista in legno nel 1968. Dal 2000 i figli Enrico e Francesco sono subentrati nell’attività del padre in società.

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CONFARTIGIANATO

formazione

INFORMA

I corsi di formazione del settore alimentare

Quando l’impresa incontra la scuola La collaborazione tra la Confartigianato e l’Istituto Cornaro di jesolo

Le imprese e la scuola si incontrano, perchè la qualità premia, ma va raggiunta, coltivata ed aggiornata. Fattori che chiedono una costante formazione dei lavoratori e dei professionisti; ecco perchè la formazione non può essere banalmente considerata come la soddisfazione di un obbligo legislativo, ma come un evento concreto in cui ci si sofferma a riflettere sulla propria professione per migliorarla ed aggiornarla adeguatamente. Per rispondere a queste esigenze nel settore della produzione, manipolazione e vendita di sostanze alimentari, la Confartigianato di San Donà di Piave ha dato vita ad una fattiva collaborazione con l’Istituto Alberghiero “Elena Cornaro” di Jesolo, esperienza che realizza concretamente l’unione fra mondo del lavoro e mondo della formazione. Infatti, la Legge Regionale 2/2013, modificando i precedenti dispositivi nel settore alimentare, a proposito di igiene, ha previsto che la formazione del personale addetto alla manipolazione degli alimenti sia affidata direttamente al datore di lavoro, che ha il compito di impartirla. Inoltre, il Regolamento CE 852/2004, che interessa l’igiene dei prodotti alimentari, prevede che gli operatori del settore alimentare devono assicurare che gli addetti abbiano ricevuto addestramento e formazione in materia di igiene alimentare, in relazione al tipo di attività svolta. I principi sono quelli contenuti nel sistema HACCP, relativo alle norme igienico-sanitarie del settore, sistema che da sempre viene insegnato e messo in atto nelle scuole alberghiere. In poche parole, se saranno i datori di lavoro che dovranno dare un’adeguata formazione agli addetti, prima di tutto dovranno essere loro adeguatamente formati. Ragionando su questo principio, i capi Consulta della Confartigianato sandonatese, per le categorie Turismo e Commercio ed Alimentazione, Nicolò Boschin e Alessandro Cella, hanno lavorato perchè si giungesse alla realizzazione di corsi per la formazione nel settore alimentare, in

collaborazione con l’Istituto Alberghiero Cornaro di Jesolo e lo Studio QuAlimenta di San Donà. Il primo corso è stato presentato al SIAN dell’Asl 10 Veneto Orientale ed è già stato avviato nei laboratori del Cornaro. La durata è di sei ore, tre di teoria e tre di pratica nelle aule attrezzate ed ha come scopo quello di fornire agli operatori del settore alimentare un supporto per assicurare addestramento e formazione adeguata degli addetti, garantendo nel contempo una buona qualità igienica degli alimenti prodotti, con attenzione anche agli aspetti nutrizionali. Infatti, i risultati attesi sono l’accrescimento della consapevolezza dei partecipanti a proposito delle norme di igiene della persona e delle lavorazioni, nonché il miglioramento delle competenze in materia di utilizzo del manuale HACCP e dell’efficacia nell’applicazione del metodo in azienda. Una iniziativa radicalmente nuova, che ha ottenuto il plauso della dott.ssa Bertoli e del dott. Sciacco, dirigenti del servizio SIAN della Ulss n.10 Veneto Orientale, i quali hanno evidenziato che a loro conoscenza si tratta del primo corso in regione, strutturato con queste modalità, del tutto rispondente alle esigenze già evidenziate più volte dal loro servizio quale indispensabile “formazione continua” degli operatori del settore alimentare. Il corso, tenuto da esperti e docenti del settore, è rivolto ai responsabili dell’autocontrollo alimentare ed è destinato a tutti i comparti della trasformazione alimentare (ristorazione, snack bar, gastronomia, pasticceria, panificazione, gelateria...), al settore carni e prodotti ittici e al commercio-distribuzione alimentare. Realizzando un circolo virtuoso che inizia dalla realtà delle imprese, attraversa le aule del Cornaro, dove la teoria incontra quotidianamente la pratica concreta delle professioni connesse al settore alberghiero, della ristorazione e del turismo, per ritornare, tramite la formazione reale, al mondo del lavoro. (a.t.)

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San Donà di Piave Via Perugia, 2 Tel. 0421 3351 Fax 0421 335444

Jesolo Via E.Borsanti, 11 Tel. 0421 951388 Fax 0421 335522

Eraclea Via Roma, 20/b Tel. 0421 232636 Fax 0421 335544

Quarto d’Altino Piazza San Michele, 47 N/2 Tel. 0422 823105 Fax 0422 826301

Torre di Mosto Via Roma, 31 Tel. 0421 325655 Fax 0421 326546

www.artigianisandona.it - info@artigianisandona.it - www.confartigianato.it


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