Confartigianato 03 2015

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ANNO XXVII - Nuova Serie n. 12

dicembre 2015

Periodico trimestrale - novembre - dicembre 2015 - DIstribuzione gratuita Bollettino degli Organi Direttivi di Associazione Sindacale - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 961 del 07/03/1989

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San Donà di Piave

Buone Feste

da Confartigianato

Il fondo per il credito alle aziende

vittime di mancati pagamenti

è una realtà!


per tutti i servizi affidati a

caaf confartigianato • compilazione modello red inps/inpdap • compilazione dichiarazione isee • detrazione inps/ndap • calcolo e dichiarazione per le imposte sugli immobili • successioni

Via Perugia, 2 - San Donà di Piave - Tel. 0421.335370


CONFARTIGIANATO

INFORMA

SOMMARIO

SOMMARIO ANNO XXVII - Nuova Serie n. 12

DICEMBRE 2015

Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del mandamento di San Donà di Piave

5 IL PUNGIGLIONE

Periodico trimestrale - novembre - dicembre 2015 - DIstribuzione gratuita Bollettino degli Organi Direttivi di Associazione Sindacale - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 961 del 07/03/1989

Regole oneste per poter lavorare Buone Feste

da Confartigianato

6 LE OPPORTUNITà Nuove imprese a tasso zero 7 APPROFONDIMENTI

IL FONDO PER IL CREDITO ALLE AZIENDE

VITTIME DI MANCATI PAGAMENTI

È UNA REALTÀ!

Le controversie civili e commerciali

CONFARTIGIANATO INFORMA

8 primo piano

Periodico trimestrale di Confartigianato Imprese San Donà Anno XXVII - Numero 03 Novembre/Dicembre 2015

Il fondo “Serenella”

Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.961 del 07/03/1989

9 primo piano

Pubblicazione Registrata al ROC n. 13094 del 17/12/2005

Per sostenere l’onestà

Distribuzione gratuita

Bollettino degli organi direttivi di Associazione sindacale

10 primo piano

Direttore responsabile: Aldo Trivellato Comitato di Redazione: Nicola Beccari, Monica Carrer, Sonia Cibin, Ennio Galletti, Luisella Surian Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Boato, Chiara Franchin, Roberto Mazzardis, Luca Nardin, Claudia Poles Direzione, Redazione, Amministrazione: via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - redazione@artigianisandona.it Editore: Associazione Artigiani, Piccole e Medie Imprese del Mandamento di San Donà di Piave via Perugia, 2 - 30027 San Donà di Piave Tel 0421.3351 - Fax 0421.335444 Stampa: Tipolitografia COLORAMA snc via Garda, 13 - 30027 San Donà di Piave Pubblicità: Per la pubblicità su Confartigianato Informa Tel. 0421.3351

L’emendamento alla finanziaria presentato in Senato 11 ambiente CAEM: Consorzio Acquisto Energia e Multiutility 12 sicurezza La sicurezza nei luoghi di lavoro 13 fiscale La legge di stabilità 2016 14 LAVORO Giro di vite sulla Cigo

In copertina: Elaborazione Tipografia Colorama Pubblicazione chiusa in redazione e data alla stampa il 23-12-2015.

15 CATEGORIE La prestazione energetica degli edifici 3



CONFARTIGIANATO

INFORMA

IL PUNGIGLIONE

Regole oneste per poter lavorare Il Fondo Serenella è diventato una realtà. La Commissione Bilancio ha approvato l’emendamento alla legge di Stabilità che prevede l’istituzione, nelle concrete casse del ministero dello Sviluppo economico, di un fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti. Avrà una dotazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018. Al fondo potranno accedere quelle imprese che risultano parti offese in un procedimento penale dalla data del primo gennaio 2016. Questa è una vittoria, della rabbia e dell’indignazione, dell’ostinazione e della razionalità. Perchè l’inizio è rabbioso e disperato. È la storia incredibile di aziende sane che devono chiudere, fallire, soffocate nel gorgo di mancati pagamenti, subappalti, cause civili, private della necessaria liquidità per pagare i fornitori e i dipendenti, costrette a diventare insolventi nei confronti del fisco e perseguite di conseguenza. È la vicenda che abbiamo raccontato in tutti questi mesi, riassunta con stile, commozione e fermezza, nel libro “Io non voglio fallire” di Serenella Antoniazzi ed Elisa Cozzarini, edito da Nuova Dimensione di Portogruaro. Quella disperazione è diventata ostinata convinzione: che ci debbano essere regole giuste ed oneste per poter lavorare. Il caso “Serenella”, da cui prende nome il fondo, ha portato alla luce il problema, trasformando in racconto pubblico il malessere e l’indignazione di migliaia di piccole e medie aziende ed imprese artigiane. La conclusione positiva, l’istituzione di un fondo, nell’attesa di una legge che sia in grado di tutelare e garantire i pagamenti delle aziende che lavorano regolarmente e con onestà, è il risultato di un percorso fondato sulla necessità di colloquiare, interagire, portare in primo piano le emergenze. Fino a formulare proposte concrete: la via seguita dalla Confartigianato di San Donà, raccontando e dimostrando i fatti, proponendo, quindi, le possibili soluzioni. Un percorso che vi illustriamo nelle prossime pagine, evidenziandone i particolari. L’istituzione del fondo è stato un passo fondamentale, in quanto concretizza, nella Legge di Stabilità, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, la disponibilità dello stanziamento. La proposta approvata, è stata ideata e realizzata a San Donà, quindi presentata direttamente al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, e con-

tiene anche una serie di punteggi da attribuire ai diversi casi: 10 punti per le microimprese (meno di 10 occupati; fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro o totale annuo di bilancio non superiore a 2 milioni; non appartenenti a gruppi imprenditoriali), 5 per le piccole e 3 per le medie; punteggi aggiuntivi per chi opera sul mercato da più di 5 o 10 anni, ha investito in attrezzatura e macchinari negli ultimi 3 anni, ha incrementato il personale negli ultimi 5 anni, non ha licenziato alcun dipendente a seguito del mancato pagamento per il quale chiede di attingere al fondo. I criteri, come l’intero impianto della proposta che ha dato origine al Fondo Serenella, si ispirano al principio di tutela di piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani, che costituiscono il tessuto economico e lavorativo del nostro paese. Il Fondo Serenella è una vittoria, ma è soprattutto il primo passo verso una diversa considerazione e valutazione del lavoro di un’azienda e dei suoi rapporti con debitori e creditori, credito e fisco. La sua nascita è anche il racconto di una vittoria ottenuta con la ragionevolezza e la democrazia; le vie che hanno condotto al risultato sono state quelle della comunicazione e della denuncia, del confronto e dello scambio di idee, fino all’atto conclusivo: la formulazione di una proposta. Concreta, proprio come nello stile artigiano. Aldo Trivellato

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Aldo Trivellato Direttore Responsabile “Confartigianato Informa”


LE OPPORTUNITà

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NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO Nuova imprenditorialità: Mise, pronti 50 milioni per giovani e donne Conto alla rovescia per “Nuove imprese a tasso zero”, il nuovo incentivo per giovani e donne che vogliono avviare una micro o piccola impresa. A partire dal prossimo 13 gennaio infatti, sarà possibile presentare domanda - esclusivamente per via elettronica. Le risorse finanziarie destinate all’intervento sono pari attualmente a circa 50 milioni di euro, la cui consistenza si autoalimenta grazie ai rientri dei mutui relativi alle agevolazioni già concesse a partire dal 2006. La consistenza del Fondo, inoltre, potrà essere incrementata da ulteriori risorse comunitarie, nazionali e regionali. Claudia Poles Formazione, Bandi, Finanziamenti 0421.335501 europa@artigianisandona.it

Beneficiari Gli incentivi sono rivolti alle imprese di tutto il territorio nazionale composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne (indipendentemente dall’età) e costituite in forma di società da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda. Anche le persone fisiche possono richiedere i finanziamenti, a condizione che costituiscano la società entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni. Finanziamento Gli incentivi consistono in un finanziamento agevolato senza interessi (a tasso zero) della durata massima di

8 anni, che può coprire fino al 75% delle spese totali. Le imprese devono garantire la restante copertura finanziaria, cioè il 25% delle spese ammissibili complessive, e realizzare gli investimenti entro 24 mesi dalla firma del contratto di finanziamento. Iniziative ammissibili Sono agevolabili le iniziative che prevedono programmi d’investimento non superiori a 1,5 milioni di euro relativi a: • produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli • fornitura di servizi alle imprese e alle persone • commercio di beni e servizi • turismo Possono essere ammessi anche i progetti nei seguenti settori, considerati di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile: • filiera turistico-culturale, intesa come attività per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché per il miglioramento dei servizi di ricettività e accoglienza • innovazione sociale, intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali o soddisfano nuovi bisogni sociali

L’iter e i tempi per ottenere le agevolazionI

Spese ammissibili

Limite massimo ammissibile (%) Attività da realizzare

Terreno

Produzione di beni industria /artigianato

10%

Trasformazione di prodotti agricoli

10%

Servizi alle imprese

-

Servizi alle persone

-

Commercio di beni e servizi

-

Turismo – Filiera turistico culturale

-

Opere murarie Costruzione/ Acquisto/ Ristrutturazione 40% Costruzione/ Acquisto/ Ristrutturazione 40% Acquisto/ Ristrutturazione 40% Acquisto/ Ristrutturazione 40% Acquisto/ Ristrutturazione 40% Acquisto/ Ristrutturazione 70%

Impianti/ macchinari/ attrezzature

Brevetti/ licenze/ marchi

Servizi ICT

Formazione

Consulenze

Nessun limite

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5%

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Nessun limite

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Nessun limite

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Nessun limite

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Nessun limite

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Presentazione e valutazione delle domande

Presentazione e valutazione delle domande Non le ci domande sono graduatorie, né click-day, le domande in base all’ordine Non ci sono graduatorie, né click-day, verranno esaminate in base verranno all’ordineesaminate cronologico di presendi presentazione. la verifica è prevista una valutazione di merito tazione. Dopo la verifica formale, ècronologico prevista una valutazioneDopo di merito cheformale, comprende anche un colloquio con che comprende anche un colloquio con gli esperti del Soggetto gestore il finanziamento. gli esperti del Soggetto gestore il finanziamento. L'iter e i tempi per ottenere le agevolazioni Inserimento immagine RETI D’IMPRESA OPERANTI NEL SETTORE DEL TURISMO: al via il Bando MIBACT per la concessione di contributi

Finalizzato a promuovere e sostenere i processi di integrazione tra le imprese Le aggregazioni beneficiarie (contratti di rete, A.T.I., Consorzi, Società consortili) RETI D’IMPRESA NEL SETTORE DELminimo TURISMO: via il eBando turistiche attraverso lo strumento delle reti d’impresa, con l’obiettivo di supportare dovrannoOPERANTI essere costituite da un numero di 10alpiccole micro MIBACT imprese. per la concessione di contributi i processi di riorganizzazione della filiera turistica, migliorare la specializzazione Almeno l’80% di queste dovranno essere imprese turistiche. e la qualificazione del comparto e incoraggiare gli investimenti per accrescere la Le proposte progettuali debbono comprendere spese ammissibili complessivaFinalizzato a promuovere e sostenere i processi di integrazione tra le imprese turistiche capacità competitiva e innovativa dell’imprenditorialità turistica internazionale, in mente non inferiori 400.000,00 euro, fronte di undicontributo a fondo perduto attraverso lo strumento delleareti d’impresa, cona l’obiettivo supportare i processi di particolare sui mercati esteri. di 200.000,00 euro. riorganizzazione della filiera turistica, migliorare la specializzazione e la qualificazione del comparto Domande e incoraggiare gli investimenti per accrescere la capacità competitiva e dal 14 dicembre al 15 gennaio 2016. innovativa dell’imprenditorialità turistica internazionale, in particolare sui mercati esteri.

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Le aggregazioni beneficiarie (contratti di rete, A.T.I., Consorzi, Società consortili) dovranno essere costituite da un numero minimo di 10 piccole e micro imprese. Almeno l’80% di queste dovranno essere imprese turistiche.


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APPROFONDIMENTI

Le risoluzioni alternative delle controversie civili e commerciali Nella vita di una impresa capita sempre più spesso essere coinvolti in conflittualità tra soggetti ove diventa prioritario considerare la tempestività con la quale si possa risolvere la controversia e di contempo mantenere un buon rapporto anche dopo aver risolto il conflitto. Lo strumento principale di risoluzione delle controversie è l’intervento di un giudice (terzo, imparziale ed equidistante dalle parti). Il legislatore ha voluto recentemente introdurre una soluzione alternativa , che diversamente dalla risoluzione giudiziale , non è fondata sull’autorità dello Stato, ma sulla volontà delle parti e sulla loro autonomia privata. Si sviluppano, pertanto e sempre più, importanti strumenti di risoluzione alternativa delle controversie ove è offerto alle parti un ambiente nel quale potersi confrontare per risolvere la loro controversia senza alcuna imposizione, valorizzando i propri interessi, senza necessariamente limitarsi a dover far valere solo i diritti. LA MEDIAZIONE La mediazione è l’attività professionale svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella eventuale formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa. A decorrere dal 20.09.2013, chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa ad una controversia in materia di diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, condominio, da responsabilità medica e/o sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, e’ tenuto, preliminarmente, a esperire il procedimento di mediazione. Riservatezza - Tutte le fasi del procedimento si svolgono nella più assoluta riservatezza e confidenzialità; tutti i dati riguardanti le parti ed il procedimento di mediazione sono e restano riservati fatta salva l’esplicita autorizzazioni di una o di entrambe le parti di rendere pubblica parte del procedimento. Rapidità - con tempi massimi di 3 mesi contro una media di 10 anni per giungere a una sentenza definitiva in un giudizio civile (fonte: Suprema Corte di Cassazione, Ufficio Statistica). Economicità -Le spese del procedimento di mediazione sono contenute e più economiche rispetto ad un procedimento giurisdizionale ordinario.

L’ARBITRATO Il codice di procedura civile prevede un istituto alternativo definito arbitrato che garantisce una giustizia rapida, a costi contenuti e che si conclude con l’emissione di un lodo equiparato ad una sentenza di 1° grado. L’arbitrato è un processo a tutti gli effetti solo svolto da un “tribunale privato” che si svolge in contraddittorio tra le parti e con una durata di soli pochi mesi, con costi certi e al termine del quale un soggetto (o un collegio) non togato emette una sentenza. E’ applicabile per prevenzione e soluzione di controversie in ambito civilistico. Riservatezza - In Tribunale le udienze e le sentenze sono pubbliche; nell’arbitrato i soggetti coinvolti sono tenuti a osservare la massima riservatezza e pertanto le udienze sono private e la decisione saranno conosciute solo dalle parti. Si tratta di un procedimento flessibile; le udienze vengono calendarizzate di comune accordo tra Arbitri, Parti e Difensori nei giorni e negli orari ritenuti più compatibili. Rapidità - Il Codice di Procedura Civile obbliga gli Arbitri a emettere la Sentenza entro 240 giorni; un termine molto breve rispetto ai tempi dei Tribunali.. Economicità - I costi dell’Arbitrato sono molto più contenuti rispetto a un procedimento ordinario. L’aspetto più importante è che tali costi sono conosciuti dalle parti prima di iniziare la lite.

Ennio Galletti Tesseramento Promozione Categorie Alimentaristi / Ristorazione

I vantaggi economici e fiscali della mediazione 1. Esenzione dall’imposta di bollo, dal contributo unificato e da ogni altra tassa e/o imposta; 2. Esenzione dall’imposta di registro sino a euro 50.000 (imposta poi dovuta solo per l’eccedenza); 3. Riconoscimento di un credito d’imposta pari all’importo pagato per le indennità fino a un massimo di euro 500,00. I vantaggi della mediazione rispetto ad una “causa” a) La sentenza non elimina il conflitto mentre la mediazione “destruttura” il conflitto; b) Il mediatore non si limita a regolare le questioni passate, ma ridefinisce la relazione in prospettiva futura (rinegoziazione del complessivo rapporto contrattuale); c) La mediazione elimina le incertezze della sentenza: d) Controllo del procedimento e dei risultati; e) Con la mediazione non si rischia la condanna alle spese.

In materia di mediazione e arbitrato l’associazione ha istituito, per i propri soci, un servizio di consulenza gratuito, su appuntamento,tenuto presso i suoi uffici.

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PRIMO PIANO

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CE L’ABBIAMO FATTA!

ORA DRITTI VERSO UNA LEGGE CHE TUTELI I PAGAMENTI ALLE AZIENDE CHE LAVORANO CORRETTAMENTE

Monica Carrer Segretario

La commissione Bilancio dice sì al fondo per le aziende vittime di mancati pagamenti: il “Fondo Serenella” Il 18 Novembre è stato approvato in Commissione Bilancio l’emendamento alla legge di Stabilità che prevede l’istituzione – al ministero dello Sviluppo economico – di un fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti: Il Fondo Serenella dal nome della nostra collega imprenditrice, Serenella Antoniazzi, artigiana di Concordia Sagittaria, di cui abbiamo ampiamente parlato nel corso dell’anno, che ha dato il via a tutto semplicemente raccontando in un libro – “Io non voglio fallire” (Nuovadimensione) – la storia della sua impresa. L’anno scorso abbiamo ascoltato la sua storia e l’abbiamo sostenuta in questo suo difficile momento, ma abbiamo anche capito che da tale denuncia poteva nascere una proposta: cambiare le regole per le aziende che subiscono il fallimento o il concordato di terzi, aziende sane travolte a causa dalle difficoltà (reali?) di altri. “Quotidianamente incontriamo numerosissime aziende che lottano per salvare la propria azienda da spesso insuperabili difficoltà a seguito del dilagare di uno “sport nazionale”: non onorare i pagamenti per i lavori svolti – ha più volte affermato il nostro Presidente Ildebrando Lava – Pagamenti che non vengono effettuati senza alcuna motivazione o contestazione, per leggine inique che anziché tutelare colpiscono in maniera rilevante le attività artigianali – e non – dell’intero territorio nazionale. Un malvezzo che sta distruggendo un numero impressionante di aziende e che sta intaccando l’intero sistema sociale”. La proposta strutturata e studiata da Confartigianato San Donà e “presentata” in prima persona al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, ha trovato un appoggio trasversale dalla politica che ha portato all’istituzione di un “fondo destinato alle aziende vittime di mancati pagamenti, che hanno intrapreso la via giudiziaria con atto di denuncia – querela non archiviata e quindi ammessa dal Tribunale, per reati di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, estorsione, false comunicazioni sociali a danno dei creditori o reati similari”. Il racconto del Sole 24 Ore Il Sole 24 Ore, attraverso le sue testate giornalistiche e radiofoniche, ha seguito da vicino la vicenda di Serenella e la battaglia intrapresa per ottenere l’approvazione del fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti. Il 18 novembre 2015, il blog http://barbaraganz.blog.ilsole24ore.com (in cui potete leggere l’intero articolo) ha ricostruito la storia. Ne riportiamo un breve stralcio. (...) Serenella dal nome dell’imprenditrice veneta che ha dato il via a tutto semplicemente raccontando in un libro – “Io non voglio fallire” (Nuovadimensione) – la storia della sua impresa, la AGA (dalle iniziali dei due

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fratelli che la fondarono: Arnaldo, padre di Serenella, e Giuseppe Antoniazzi), settore pulitura dei metalli, nata nel 1972 come società in nome collettivo a Concordia Sagittaria, Venezia. “Li ricordo sempre all’opera, con le loro tute blu rinforzate sulle maniche per non bruciarsi. Negli anni, accanto a loro, hanno lavorato e sono cresciuti tanti ragazzi, che poi si sono fatti una famiglia; alcuni ormai sono anche diventati nonni. È un orgoglio pensare che, nel nostro piccolo, abbiamo dato un contributo alla crescita del Paese, creando lavoro e benessere, a beneficio del tessuto sociale”, scrive. È stata per prima la Confartigianato di San Donà di Piave a capire che dalla denuncia poteva nascere una proposta: cambiare le regole per le aziende che subiscono il fallimento o il concordato di terzi, aziende sane travolte a causa dalle difficoltà (reali?) di altri. E la proposta – messa a punto condividendo su un gruppo Facebook, le Brigate artigiane, idee e segnalazioni, casi e opinioni – è stata quella di un “fondo destinato alle aziende vittime di mancati pagamenti, che hanno intrapreso la via giudiziaria con atto di denuncia – querela non archiviata e quindi ammessa dal Tribunale, per reati di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, estorsione, false comunicazioni sociali a danno dei creditori o reati similari” Una causa che ha trovato un appoggio trasversale dalla politica: Mario dalla Tor, senatore Ncd-Udc, la prima firma dell’emendamento che nel comunicato sull’istituzione del fondo spiega di essere arrivato alla proposta dopo avere conosciuto la storia dell’imprenditrice, e propone di dargli il suo nome – fondo Serenella, appunto; e poi Simonetta Rubinato, Giorgio Zanin e Sara Moretto (Pd), Emanuele Prataviera (ex Lega Nord, ora lista Tosi), Francesco Vanin (Movimento 5S), con il supporto della vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. “Quotidianamente incontriamo numerosissime aziende che lottano per salvare la propria azienda da spesso insuperabili difficoltà a seguito del dilagare di uno “sport nazionale”: non onorare i pagamenti per i lavori svolti – spiega Ildebrando Lava, presidente della Confartigianato San Donà (alla quale l’azienda di Antoniazzi non è nemmeno associata, ndr) – Pagamenti che non vengono effettuati senza alcuna motivazione o contestazione, per leggine inique che anziché tutelare colpiscono in maniera rilevante le attività artigianali – e non – dell’intero territorio nazionale. Un malvezzo che sta distruggendo un numero impressionante di aziende e che sta intaccando l’intero sistema sociale”. Un numero impressionante di casi, ripete Lava, che potrebbero trovare il coraggio di non perdersi in ingiunzioni di pagamento che non portano a nulla, ma dovrebbero denunciare, querelare, portare allo scoperto le situazioni e chiedere che ci siano controlli immediati. Denunce di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, estorsione, false comunicazioni sociali a danno dei creditori o reati similari. (...)


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PRIMO PIANO

Per sostenere l’onestà Riportiamo integralmente la lettera di Ildebrando Lava, indirizzata a deputati e senatori, contenente la proposta d’istituzione di un fondo destinato alle aziende vittime di mancati pagamenti, che hanno intrapreso la via giudiziaria con atto di Denuncia Querela non archiviata e quindi ammessa dal Tribunale, per reati di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, estorsione, false comunicazioni sociali a danno dei creditori o reati similari. Preg.mi Onorevoli, quotidianamente riscontriamo il disagio di numerosissime aziende che hanno lottato e che stanno lottando per salvare la propria azienda dalle spesso insuperabili difficoltà a seguito del dilagare dell’attuale “sport nazionale” e cioè, il non onorare i pagamenti per i lavori svolti; pagamenti che non vengono effettuati senza alcuna motivazione o contestazione, ma semplicemente tutelati da leggine completamente inique che anziché tutelare colpiscono in maniera rilevante le attività artigianali e non, dell’intero territorio nazionale. Malvezzo che sta distruggendo un numero impressionante di aziende e che sta intaccando l’intero sistema sociale. Riscontriamo quindi che la necessità di istituire un fondo destinato alle aziende vittime di mancati pagamenti, che hanno intrapreso la via giudiziaria con atto di Denuncia Querela non archiviata e quindi ammessa dal Tribunale, per reati di truffa aggravata, insolvenza fraudolenta, estorsione, false comunicazioni sociali a danno dei creditori o reati similari. Fondo che appare sempre più necessario a fronte di un’escalation di aziende sostanzialmente sane, messe in serie difficoltà, se non in vero e proprio rischio di sopravvivenza, da altre aziende, che troppo spesso appaiono organizzate per strutturarsi un percorso che porta al famigerato concordato e/o fallimento pilotato, e quindi, in un sol colpo, eliminano i propri debiti scaricandoli sui fornitori che inevitabilmente non possono che trovarsi in difficoltà, spesso insormontabili. Questo stato di cose, permesso da assurde leggi concorsuali e fallimentari, sta devastando il sistema economico, soprattutto quello delle piccole e piccolissime imprese, che a fronte di scelte imprenditoriali imposte da altri, si trovano in un batter d’occhio da una situazione economica tranquilla all’anticamera del fallimento per mancanza di liquidità dovuta ai mancati pagamenti da parte di quei “galantuomini” che si sono strutturati per non pagare il dovuto a chi onestamente ha fatto con scienza e coscienza il proprio lavoro, mai contestato, ma semplicemente non pagato, sfruttando appunto leggi assurde e inique. Soprattutto i piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, che non dimentichiamolo rappresentano il tessuto economico del nostro paese, non riescono ad incassare la loro giusta prestazione, si trovano costretti a chiudere, al fallimento o al concordato, che genererà altri fallimenti e concordati, quindi, ci si trova davanti ad una spirale perversa che trascinerà nel proprio vortice una miriade di imprese serie che lavorano ed hanno lavorato nel rispetto delle regole. Questa è una realtà che da un momento all’altro può trascinare chiunque nel proprio vortice, distruggendo il tessuto sociale, economico, etico, legato prevalente-

mente alla piccola impresa, che in decenni è riuscita a trasformare e creare quello che attualmente è il nostro sistema Paese. Quello dei fallimenti e dei concordati è un problema che non può più essere sottovalutato, è un problema che molti imprenditori hanno vissuto e stanno vivendo, è un problema che colpisce e va a colpire aziende che lavorano e danno lavoro, problema apparentemente inarrestabile che sta distruggendo tutto ma va fermato, ad esempio, facendo sì che esperienze come quelle denunciate nel libro “Io non voglio fallire” di Serenella Antoniazzi, siano di riferimento per tutte quelle aziende che si vedono sottratto il frutto del loro lavoro e che normalmente si arrendono, invece devono reagire, trovando il coraggio e la forza di denunciare i loro “committenti falliti” che a volte riprendono a lavorare sotto altri nomi, portandoli in tribunale con l’accusa di reato. Questo sistema, attualmente molto poco utilizzato, va applicato ovviamente a quei casi in cui il reato effettivamente ci sia, e sarà il tribunale ad ammettere o meno la denuncia, dando inizio ad un iter giudiziario che al termine porterà alla condanna penale di quei committenti che utilizzando a loro uso e consumo le norme vigenti, derubano e in alcuni casi spingono fino al suicidio, quella fascia di imprenditori onesti che si trovano drammaticamente e completamente indifesi. Ovviamente, è necessario intervenire sull’attuale legge fallimentare con l’inserimento di norme tali da tutelare in futuro le aziende colpite a cascata da fallimenti e concordati e il Parlamento e il Senato della Repubblica sono sicuramente i soggetti in grado di proporre e sostenere nuove norme eque e nel contempo però, far sì che chi ha reagito come descritto nel libro, non venga neutralizzato. Il fondo che si propone di istituire, potrà ridare un orizzonte a quelle aziende che come abbiamo ribadito lavorano nel rispetto delle regole, che per scelte altrui si trovano ora davanti al baratro, mettendogli a disposizione le somme impropriamente sottratte, da restituire in un tempo medio lungo (10/15anni), possibilmente a tasso zero e sempre possibilmente, con una parte a fondo perduto. L’istituzione di un fondo così strutturato, che vede le imprese colpite da ingiusti fallimenti e concordati, come destinatari privilegiati, è fondamentale per far ripartire l’economia, è un supporto importante che si può dare alle piccole e medie imprese che non hanno mai smesso di reagire, come dimostra il loro impatto sull’economia. Le nostre imprese ed i nostri imprenditori hanno bisogno di incontrare un adeguato sostegno sul tema su esposto e il Parlamento e il Senato della Repubblica, con l’istituzione di questo fondo, può iniziare un progetto di ristrutturazione e riqualificazione anche etica delle imprese che trova ricaduta anche nella forza lavoro quindi nei dipendenti delle aziende stesse che si troveranno in condizione di poter lavorare e dar sostentamento alle proprie famiglie. Confidando che la nostra proposta possa trovare un esito positivo, ringraziandovi per la sensibilità e l’interessamento che avete concretamente dimostrato, ritenendoci a Vs. completa disposizione per ogni approfondimento, porgiamo cordiali saluti. Ildebrando Lava 9

Ildebrando Lava Presidente


PRIMO PIANO

CONFARTIGIANATO

INFORMA

L’EMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA PRESENTATO AL SENATO

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AMBIENTE

CAEM CONSORZIO ACQUISTO ENERGIA E MULTIUTILITY:

FORNITURE DI ENERGIA ELETTRICA E GAS PER LE IMPRESE ARTIGIANE Risparmiare sui costi energetici è possibile grazie al consorzio CAEM creato dalla Confartigianato di Vicenza e promosso dalla nostra Associazione anche nel nostro territorio. In un periodo in cui i nostri uffici ricevono un numero considerevole di richieste di aiuto da parte degli associati relative alle bollette di energia elettrica e gas sul libero mercato, il Consorzio Artigiano si configura come un valido e sicuro appoggio. Poca chiarezza nell’esposizione della bollette, conguagli esorbitanti, contratti non confrontabili tra fornitori diversi e soprattutto taciti rinnovi di contratti con automatico ricalcolo del prezzo sono solo alcune delle principali difficoltà evidenziate dagli artigiani che ci hanno contattato. Il CAEM è un consorzio che opera dal 2001 a favore delle imprese associate alla Confartigianato, compito di questo consorzio è quello di negoziare annualmente le tariffe per le forniture di energia elettrica e del gas, per conto delle imprese aderenti allo stesso. Il consorzio ha acquisito competenze utili all’individuazione dei fornitori di gas ed energia elettrica, più affidabili, capaci di rispondere nel modo migliore e con le condizioni più vantaggiose ai bisogni delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese. Incontri, telefonate, trattative, corrispondenza, stipula del contratto di fornitura, tutto tempo che il consorzio fa risparmiare all’imprenditore, occupandosene direttamente. Questo è possibile visto che da anni il prezzo dell’energia elettrica e del gas non è più imposto in un regime di monopolio, ma è invece frutto di una contrattazione tra le parti. Il libero mercato dell’energia elettrica e del gas è caratterizzato un numero elevato di fornitori tra i quali la concorrenza è ovviamente molto forte, purtroppo in seguito alla contrazione dei margini di guadagno è divenuto anche un mercato poco trasparente, per le Imprese Artigiane è necessario avere un punto di riferimento certo cui affidare la trattativa per le proprie forniture. In questo senso il CAEM assicura un continuo monitoraggio del mercato elettrico/gas e delle infinte proposte tariffarie poco chiare o comunque di difficile comprensione ai non addetti ai lavori. Al mese di maggio 2015, sono circa 6.000 le imprese consorziate che già si avvalgono del CAEM e del suo servizio di assistenza per la negoziazione delle tariffe energetiche. Il CAEM

è il consorzio che opera per conto delle associazioni provinciali, con l’obiettivo di offrire tariffe vantaggiose e anche per verificare l’eventuale correttezza dei fornitori in caso di contenziosi o problemi che possono sorgere (es. conguagli improvvisi). Ad oggi i nostri uffici offrono il servizio di verifica delle bollette e un confronto tra l’offerta del fornitore in questione e l’eventuale offerta di CAEM. Per aderire al consorzio o anche solo per chiedere informazioni, è possibile rivolgersi presso l’ufficio Ambiente Sicurezza Sindacale, Dott.ssa Chiara Franchin. Chiara Franchin Referente Ambiente

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SICUREZZA

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LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Roberto Mazzardis Referente Servizio Sicurezza Te. 0421.335430

LE MODIFICHE APPORTATE AL TESTO UNICO E’ stata modificata in alcune parti la “Bibbia” della sicurezza nei luoghi di lavoro, ovvero l’ormai famoso D.lgs 81/2008. Con il D.lgs 151/2015, che reca disposizioni per la razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese, hanno introdotto degli aspetti positivi, ma anche purtroppo aggravi delle sanzioni previste.

REGISTRO E DENUNCIE INFORTUNI: il datore di lavoro dovrà denunciare l’infortunio alla Pubblica Sicurezza solo nei casi di prognosi superiori a 30 giorni o per quelli mortali (prima era dai 3 giorni in su), sarà abrogato entro il 23/12/2015 (salvo proroghe) l’obbligo di tenuta del registro degli infortuni cartacea perché entro marzo 2016 (salvo proroghe) saràprevista la telematizzazione delle procedure di infortunio e di malattia professionale verso l’INAIL.

In breve, le novità positive che interessano le imprese, sono:

Gli aspetti negativi riguardano invece un notevole aumento delle sanzioni.

LAVORO ACCESSORIO (VAUCHER): le norme di sicurezza si applicano solo nel caso in cui il committente di prestazione di lavoro accessorio è un imprenditore o un professionista. Negli altri casi si applicano le norme previste per il lavoratore autonomo (quindi gli obblighi si riducono notevolmente). Il lavoro domestico a carattere straordinario (compreso insegnamento, assistenza malati-disabili) è escluso dall’applicazione del D.lgs 81/2008.

MANCATA FORMAZIONE E VISITE MEDICHE: se il Datore di Lavoro, non ha sottoposto i lavoratori alla sorveglianza sanitaria (ammenda da 2000 a 4000 euro), non ha formato i lavoratori, i preposti, gli addetti antincendio e primo soccorso, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (e per ognuno di questi ammenda da 2000 a 4000 euro), nel caso abbia più di 5 lavoratori queste sanzioni vengono raddoppiate, e addirittura triplicate nel caso abbia più di 10 lavoratori.

USO ATTREZZATURE DI LAVORO: è stato chiarito definitivamente che anche il Datore di Lavoro è considerato un “operatore” come i lavoratori, quindi anche lui soggetto a frequentare i corsi di formazione di abilitazione per il loro uso (cosa che l’Associazione aveva sempre sostenuto). CORSI CHE PUO’ FARE IL DATORE DI LAVORO: si ritorna all’antico (era già previsto nella vecchia “legge 626”) ovvero che il Datore di Lavoro può fare direttamente anche l’addetto antincendio e primo soccorso senza nessun vincolo. Prima, se aveva più di 5 lavoratori, non poteva farlo lui in prima persona, ma doveva nominare altri lavoratori in forza all’azienda.

Ricordiamo che l’Associazione offre un servizio di primo check-up GRATUITO in azienda, assieme ad un tecnico esperto in materia di sicurezza, per verificare lo stato di attuazione dei tanti obblighi a carico del datore di lavoro, per proporre poi un piano, concordato insieme, di adeguamento\miglioramento della situazione. Per ulteriori informazioni o per avere il check-up gratuitotelefonare all’Ufficio Sicurezza (rif. Mazzardis Roberto, tel. 0421/335430).

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FISCALE

LA LEGGE DI STABILITA’ 2016 Alcune norme sono ancora in discussione al Parlamento e potrebbero subire modifiche Numerose novità fiscali, e alcune conferme, contenute nel Disegno di Legge “ Stabilità 2016” e di particolare interesse per le nostre imprese. Di seguito ne illustriamo alcune, considerate di maggior rilievo per le aziende artigiane. - Innanzitutto vengono nuovamente prorogate fino al 31/12/2016 le percentuali di detrazione del ‘bonus casa’: quindi, ancora per un anno, la detrazione sarà del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, del 65% per le opere finalizzate al risparmio energetico, mentre termina il 31/12/2015 la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe A+ (quest’ultimo era sempre legato a interventi di ristrutturazione edilizia). - Viene introdotta una disposizione definita “Super ammortamenti” finalizzata a incentivare gli investimenti in beni strumentali. Consiste in una maggiorazione (solo ai fini fiscali) del 40% del costo di acquisto del bene da ammortizzare (esempio: acquisto autocarro euro 10.000 + iva; il costo da ammortizzare sarà pari a 10.000 + 40% = 14.000). L’agevolazione vale sia per l’acquisto di beni nuovi sia per i nuovi contratti di leasing (in questo caso l’aumento del 40% viene applicato sul canone) effettuati dal 15/10/2015 al 31/12/2016. Dall’agevolazione sono esclusi gli immobili. - Prevista la possibilità di emettere la nota di credito nei confronti di clienti assoggettati a procedure concorsuali nel momento in cui viene emessa la sentenza di fallimento, concordato preventivo, amministrazione straordinaria, per recuperare l’iva addebitata precedentemente in fattura e non ancora incassata. In precedenza l’emissione della nota di variazione per recuperare l’iva poteva avvenire solo al termine della procedura (quindi anche dopo molti

anni). Questa disposizione però entrerà in vigore a partire dalle operazioni effettuate dal 01/01/2017: CONFARTIGIANATO ha proposto la modifica di tale previsione richiedendo di anticiparla al 01/01/2016! - Modifica del limite di utilizzo del contante, che passa dagli attuali 1.000 euro a 3.000 euro; il nuovo limite sarà applicato anche ai libretti di deposito bancari o postali al portatore, o di titoli al portatore sia in euro che in valuta estera. Settore Autotrasporto: nello stesso articolo è prevista l’abolizione dell’obbligo della tracciabilità dei pagamenti dei corrispettivi relativi ai contratti di trasporto su strada. - Previste modifiche al regime forfettario introdotto dalla Legge di Stabilità 2015: viene aumentata di 15.000 euro (portando il limite a 30.000 euro) per i professionisti e di 10.000 euro per le altre imprese (con nuovi limiti quindi compresi tra 25.000 e 50.000 euro in funzione del codice attività Ateco 2007 di appartenenza), la soglia dei ricavi/compensi per essere ammessi al regime forfettario. Si ricorda che tale regime dal 01/01/2016 sarà l’unico “agevolato”, al quale potranno aderire sia le nuove imprese sia le imprese già esistenti, per queste ultime anzi si tratta di un regime naturale (se sono rispettate ulteriori condizioni previste). La particolarità di questo regime consiste nella modalità di determinazione del reddito, il quale è determinato forfettariamente, applicando percentuali prestabilite (anche queste diversificate in base alla tipologia di attività svolta) ai ricavi/ compensi fatturati, indipendentemente dai costi sostenuti (ininfluenti per la determinazione del reddito imponibile); sul reddito così determinato si applica l’imposta sostitutiva del 15% (per le attività iniziate dal 01/01/2016 tale percentuale è ridotta al 5% per i primi cinque anni).

Luisella Surian Responsabile Area Fiscale

Fabrizio Boato Vice Responsabile Area Fiscale

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LAVORO

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GIRO DI VITE SULLA CIGO ECCO COME CAMBIERA’ LA CASSA INTEGRAZIONE ANNO 2015-2016

Nicola Beccari Coordinatore Area Lavoro

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo n. 148/2015 avvenuto in data 24/09/2015, il Governo ha ufficializzato la riforma della Cassa integrazione anno 2015/2016. Il provvedimento è uno dei numerosi decreti attuativi nei quali si articola il Jobs Act ed è destinato a riscrivere le regole operative che disciplinano i trattamenti di integrazione salariali in materia di Cassa integrazione Ordinaria e Straordinaria e Contratti di Solidarietà. Va detto fin da subito che tale provvedimento si inserisce all’interno di un quadro di riforma più ampio avente riguardante il sistema degli ammortizzatori sociali. Invero, ciò che emerge da testo della riforma è un nuovo paradigma caratterizzato dal seguente binomio: integrazione salariali ordinarie e straordinaria/fondi di solidarietà. Le ordinarie sono destinate alle aziende industriali, edili artigiane, estrattive e manifatturiere, le straordinarie sono invece rivolte alle aziende industriali con più di 15 dipendenti e quelle commerciali con più di 50. Per quanto riguarda i fondi di solidarietà bilaterali sono previste delle importanti novità a partire dal 1° gennaio 2016. Essi infatti diventeranno obbligatori per le aziende con più di 5 dipendenti che non ricorrono all’istituto della Cassa integrazione. Ciò premesso, passiamo ora ad esaminare quelle che sono le novità più importanti introdotte dalla Riforma. Per quanto riguarda le regole procedurali previste per la CIGO sono stati introdotti degli oneri aggiuntivi a carico delle imprese, sia di natura finanziaria (è previsto un aumento consistente dei contributi addizionali legato alla durata della CIGO) sia di natura burocratica/amministrativa (titolari dell’impresa dovranno in sostanza rendicontare ogni cosa, compreso il nominativo dei dipendenti coinvolti e le ore di sospensione. La domanda va inoltre presentata trascorsi al massimo 15 giorni dall’effettiva entrata in vigore del nuovo regime lavorativo, che sia esso una riduzione delle ore o che si traduca invece in una totale sospensione, l’obbligo per le aziende di pagare anticipatamente la CIGO ai dipendenti ed è previsto un tetto massi-

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mo di ore da utilizzare in CIGO). In buona sostanza la riforma –pur presentando degli aspetti positivi (es. estensione della CIGO anche agli apprendisti) – sembra dare l’impressione di voler scoraggiare l’imprenditore ad utilizzare lo strumento di integrazione salariale. Infatti, in attesa che l’Inps intervenga con circolari interpretative, la nuova normativa sembra voler in qualche modo “punire” proprio quelle imprese che fanno un uso costante e duraturo della CIGO. A conferma di ciò è sufficiente segnalare come il legislatore abbia voluto “legare” l’aumento del contributo addizionale previsto per la cassa integrazione non più al limite dimensionale dell’impresa (ossia al numero dei lavoratori) come avveniva in passato, bensì all’effettivo utilizzo della CIGO stessa. In altri termini, la logica che ispira la riforma è la seguente: più CIGO viene utilizzata più aumenta il carico contributivo nei confronti dell’impresa (in crisi), insomma una sorta di bonus malus ! Non solo ! A cambiare (in chiave negativa) è anche la base imponibile sulla quale verrà calcolato il suddetto contributo. Invero, mentre prima il contributo veniva calcolato sull’ammontare dell’integrazione salariale corrisposta al lavoratore, ora invece sarà calcolato sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al dipendente per le ore di lavoro non prestate ! Trattasi di aumento di costi non indifferente (8-10% in più) per le aziende che non potrà non essere tenuto in debito considerazione quando l’azienda dovrà decidere se utilizzare la CIGO oppure procedere a misure più radicali come ad es. i licenziamenti per crisi aziendale. In conclusione, a nostro avviso, appare fin troppo evidente, come, attraverso questo provvedimento, il legislatore abbia voluto eliminare quelle “false virtù” della CIGO che in passato hanno garantito la sopravvivenza di un numero importante di imprese che nella realtà dei fatti non erano più competitive e che rappresentavano un costo sociale oltre che economico ingiustificato. Solo sotto questo profilo, dunque, è possibile condividere il senso della Riforma.


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CATEGORIE

La prestazione energetica degli edifici Dal 1° ottobre è entrato in vigore il nuovo attestato Dal 1° ottobre 2015 entra in vigore il nuovo Attestato di Prestazione Energetica (APE) degli edifici, a seguito dell’abrogazione del DPR 59/2009 e l’entrata in vigore dei 3 decreti attuativi del 26 giugno 2015 che aggiornano le Linee Guida, i requisiti minimi di efficienza e la relazione tecnica di progetto. Il nuovo modello ora allineato ai nuovi standard europei è obbligatorio per tutti gli edifici messi sul mercato: in caso di vendita va allegato al rogito, mentre deve essere consegnato all’inquilino quando si stipula un nuovo contratto di locazione. La validità di massima del certificato è di dieci anni a partire dalla data del suo rilascio; ad ogni attività di ristrutturazione o riqualificazione deve essere aggiornato. La nuova scala di classificazione della prestazione energetica degli immobili è formata da 10 classi: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G (dal più efficiente al meno efficiente) e viene determinata tramite l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in termini di energia primaria non rinnovabile. Questo indice tiene conto del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile non solo per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria, come era prima del 1 Ottobre 2015, ma anche di altri servizi come la climatizzazione estiva, la ventilazione, l’illuminazione artificiale e il trasporto di persone o cose (es ascensori e scale mobili - gli ultimi due fabbisogni non sono previsti negli edifici con destinazione residenziale). All’interno dell’APE, oltre alla classe energetica, è stato inserito un nuovo indicatore della prestazione energetica invernale ed estiva dell’involucro edilizio al netto degli impianti presenti, che serve a conoscere la qualità della muratura dell’edificio. Il fine è quello di contenere i consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento, poiché nella grande maggioranza degli edifici esistenti le criticità si presentano soprattutto sulla base dell’involucro edilizio. Tutti gli immobili, anche quelli non residenziali, vengono

classificati secondo i KWh/mq anno, a differenza del passato dove gli immobili non residenziali avevano come unità di misura dell’indice di prestazione i KWh/ mc anno. Le novità riguardano anche le indicazioni da inserire all’interno degli annunci immobiliari perché si dovrà utilizzare una targhetta precompilata da inserire direttamente all’interno dell’annuncio. Di questo aggiornamento dovranno tenere conto le agenzie immobiliari, i mediatori e i privati che devono vendere o affittare un immobile. Il nuovo decreto introduce la definizione degli edifici ad energia quasi zero che sta ad indicare tutti quegli edifici, siano essi di nuova costruzione o esistenti con fabbisogno energetico quasi nullo, coperto in misura significativa da fonti rinnovabili, prodotte all’interno del confine energetico dell’edificio La norma inoltre stabilisce che entro il 31 dicembre 2018 gli edifici pubblici ed in generale dal 1 gennaio 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere edifici ad energia quasi zero. Verrà realizzato un sistema informativo comune per tutto il territorio nazionale: il SIAPE, che comprende la gestione di un catasto nazionale degli attestati di prestazione energetica, degli impianti termici e dei relativi controlli e ispezioni pubblici. Il SIAPE dovrà essere istituito dall’Enea entro la fine del 2015, ed essere incrementato entro marzo di ogni anno da parte delle Regioni e Province autonome con i dati relativi agli attestati dell’ultimo anno trascorso. Le regioni dovranno definire piani e procedure di controllo che consentano di analizzare almeno il 2% all’anno degli APE depositati territorialmente. I controlli dovranno essere prioritariamente orientati alle classi energetiche più efficienti e saranno basati anche su sopralluoghi tecnici negli edifici che hanno ottenuto la certificazione.

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Sonia Cibin Referente Categorie


San Donà di Piave Via Perugia, 2 Tel. 0421 3351 Fax 0421 335444

Jesolo Via E.Borsanti, 11 Tel. 0421 951388 Fax 0421 335522

Eraclea Via Roma, 20/b Tel. 0421 232636 Fax 0421 335544

Quarto d’Altino Piazza San Michele, 47 N/2 Tel. 0422 823105 Fax 0422 826301

Torre di Mosto Via Roma, 31 Tel. 0421 325655 Fax 0421 326546

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