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Voci Corridoio di

Numero 62—Anno IV

settimanale fraccarotto

28 febbraio 2008

PAPAVERO E PAPERE Ma dove siamo finiti? Vergogna!

QUESTIONI COSTITUZIONALI di Monto

C'è un po' di tensione nell'aria. Anche quest'anno il ricambio anzianimatricole ha determinato una varietà di conseguenze, per alcuni del tutto inaspettate. Io ad esempio, seppure intenzionato a spostare il mio asse su un ruolo più funzionale, tra la perdita alle elezioni e lo svuotamento della nostra bella redazione, ho preferito rimanere qui e coordinare, come da vignetta (grazie Elia!), i nuovi arrivati. La cosa non mi rammarica, perché il nuovo comitato (che ha avuto i miei voti) mi sembra stabile e ben assortito; mentre questo lavoro di redazione è una vecchia gioia che si rinnova, grazie soprattutto alla dedizione di Splendid (anche se prima o poi lo strangolerò), e naturalmente al supporto di Masy, morale e materiale. Quello che mi preoccupa è che - a tratti - la comunità rivela qualche cedimento, e io davanti a questo foglio a descriverveli. Diversi collegiali fanno poca vita comune. Alcuni, vuoi per il fascino del wireless, vuoi per altre derive edonistiche, rimangono nell'alveo della propria camera, con la complicità di pochi habitué: escono solo per determinate occasioni, rendendosi così organizzatori manchevoli. Altri hanno proclamato che si eclisseranno per via dei troppi impegni, compreso il poker, evidentemente, che pare diventato più importante e divertente di tutto il resto. Succede così che molte iniziative individuali non trovino il supporto degli altri, mentre - che ironia - talune decisioni sprofondano in farraginose dispute di pseudo-democrazia allargata assai procrastinatrice. Di fronte a queste situazioni, si sprecano le opinioni di molti: chi inneggia al potere del più anziano, chi si incatena alle macchinette in nome del pluralismo. Una di queste falle ha generato il problema

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DISCONOSCIAMOLI! Allibito e imbarazzato. Questi due aggettivi riassumono al meglio il mio stato d’amino per l’ennesima prova del collegio rivale. Non dico “nostro” perché, per come stanno le cose, io lo disconosco. Non ero in collegio quando l’operazione “Ambaradam” ha visto la luce il 26 marzo del 2003, sarei entrato solo l’anno successivo sentendo il riecheggiare di tale impresa. Ho visto e vissuto mille cose in collegio ma mai ho visto un’azione di risposta; ho dovuto aspettare 6 anni e 7 mesi e 2 giorni per vedere qualcosa di simile ad una risposta. È ironico pensare che se una nostra ipotetica azione fosse questo lunedì, dovremmo attendere il 4 giugno 2015 per una nuova vostra risposta! Il libricino scritto grazie ai soldi altrui è anche una bella idea. Ognuno

segue Guliano a pag. 2

http://www.collegiofraccaro.it/vdc INTERVISTA DOPPIA GASPARETTIGASPARETTI- RAVIZZA Monto a pag. 8

Questa è la domanda che mi assilla da settimane, dove siamo finiti? Dove abbiamo messo le palle? O meglio: dove le avete messe? Quando avete perso la voglia di tirare la carretta? Certo è più semplice stare dietro col gregge e vedere che qualcuno lo fa per voi, per poi aiutare e prendersene i meriti dando una spintina alla fine della salita! Non riconosco più le persone che con me hanno gioito e non, negli anni più belli della mia esistenza, quelli passati in collegio! Questo articolo vuole essere sia uno sfogo che una scossa per una situazione che deve e ripeto DEVE cambiare. Basta con la democrazia, basta con i buonismi, ora è tempo di una sana oligarchia, si parla tanto e troppo spesso in collegio di politica, questo è quello che porta: poca chiarezza e tanto casino. A noi non serve un gran bastone (tuttoinculo), servono poche persone che hanno visto com'era il collegio quando le cose “funzionavano”; non serve essere compiacenti davanti a certe situazioni o a certi atteggiamenti, serve rigore e fermezza e perché no anche qualche mazzata come i bravi genitori certe volte non lesinano ai proprio figli anche e soprattutto per il loro bene. Così non ci si troverà più di fronte a riunioni fiume senza venire a capo di nulla!Diamo ordine: iniziamo a dare il giusto ruolo alle matricole. Sono matricole e basta, e mi sembra già tanto, forse troppo: è difficilissimo essere una buona matricola ! I secondi anni dovrebbero solo essere felici che sia finito il loro primo anno e dovrebbero essere una sorta di guida per i nuovi arrivati; i terzi anni dovrebbero capire che non sono i padroni del mondo

segue Marce a pag. 14

vocidicorridoio@collegiofraccaro.it RACCONTI EROTICI L’AMBROSIA DI BEATRICE .G a pag.12

LINGUISTICA DIZIONARIO ILLUSTRATO Uzzino a pag. 12


segue Giuliano dalla prima ha la sua idea di goliardia e non mi metto a sindacare su quale sia migliore, ma su un punto non si può transigere: una risposta non può essere attesa per più di sei anni e mezzo e tanto meno una risposta deve essere indirizzata verso altri; ma i primi che debbano essere colpiti da tale azione dovevamo essere appunto noi, il Collegio rivale. Ecco qui che arriviamo al punto cruciale: quanto il Cairoli è coniglio davanti alle proprie azioni. Non e possibile che non abbiano il coraggio di presentare questa opera direttamente a noi, ma la presentino davanti ad alcuni degli altri collegi a cui probabilmente non interessa granché della nostra rivalità. Un sentore di quanto voi siate conigli l’avevamo già avuto: ricordo, infatti, che l’unica volta che avete avuto il “coraggio” di

entrare nel nostro collegio è stato il giorno della nostra finale di calcio quando, ovviamente, tutto il collegio non era presente perché già sugli spalti a vederci vincere quello che voi potete solo sognare. È proprio brutto dover competere con chi non ha neanche il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. È anche imbarazzante vedere che ogni scusa è buona per non farvi vedere qui da noi. La scusa questa volta ve l’abbiamo data noi sbagliando la data, ma nonostante abbiate subito ricevuto l’invito corretto, vi siete nascosti dietro un “vengo quando ho voglia io e non quando me lo dici tu”, peccato che voi non vogliate venire e peccato che siate capeggiati da un cerebroleso. Devo essere sincero, non mi aspettavo questo così poco potere da parte del gran bastone, pensavo che fosse il gran bastone a decidere le linee guida del collegio e sul da farsi, non sa-

Cosa cambierà con la nuova riforma Cosa è stato cambiato con la nuova riforma Universitaria? 1. La riforma sull’università approvata dal consiglio dei ministri mercoledì 28 ottobre è perfettamente in linea con tagli dell’agosto 2008 e sancisce la morte dell’Università Pubblica. 2. Il 40% dei membri del consiglio di amministrazione composto da privati. ll cda assorbirà gran parte dei poteri del senato accademico. 3. Conferma dei tagli di un miliardo di euro in 5 anni. 4. Più autonomia nella gestione dei fondi. 5. L’Anvur darà più soldi ai meritevoli e meno a tutti gli altri secondo criteri molto superficiali. I 6. ntroduzione dell’abilitazione nazionale per professori associati e ordinari attribuita da una commissione nazionale composta da membri estratti a sorteggio. 7. Con l’abilitazione, 6 anni a tempo determinato(3+3) da ricercatore e i fondi necessari (che non ci sono) si diventerebbe professori associati. 8. Cancellazione della terza fascia di docenti (ricercatori che insegnano a tutti gli effetti),scompare questa figura professionale. 9. Abolizione borse post-dottorali annuali, quindi decine di migliaia ricercatori che dopo svariati anni di precariato verranno mandati a casa. 10. Delega al governo affinché non sia più il parlamento a riformare il diritto allo studio, ma il governo, quindi nessuna garanzia o forma di opposizione a qualsiasi prossima novità . 11. Aumento del “prestito d’onore” ossia la possibilità per gli studenti di indebitarsi pur di continuare a studiare.

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Quali conseguenze comporterà? I danni saranno tantissimi, molti irreversibili. 1.=Privatizzare le università significa soprattutto che chiunque ha tanti soldi (e purtroppo in specie in Italia i soldi non ce l’hanno solo brave persone) potrà influenzare la didattica preservando le nozioni necessarie per gli interessi bancoindustriali ed eliminare tutto il resto cioè la Cultura. Le tasse aumenteranno di sicuro perché verranno stabilite da chi ha investito e fa business. 2.=Associata al punto 1 si traduce in una minore rappresentanza degli studenti sia nel senato e che nel cda dove al massimo potrà esservi uno studente. 3.=Estrema unzione non solo per l’università, ma anche per chi sperava di lavorarci. 4.=Male minore. 5.=Se in una facoltà c’è un dipartimento che (nonostante i tagli) raggiunge livelli di eccellenza e tre mediocri vengono valutati attraverso una media,così facendo si penalizzano o si eliminare tutti e quattro. 6.=L’abilitazione esiste già nelle scuole e con scarsi risultati. 7.=Non è chiaro chi deciderà chi deve essere assunto per tre anni e con quale metodo, ma non essendoci i soldi il problema riguarderà pochi eletti delle università ?meritevoli? 8.=I pochi eletti durante i 6 anni dovranno, occuparsi della didattica, anche se assunti da ricercatori precari, quindi insegnare abusivamente. 9.=Manco le briciole più. Effettivamente quella era una forma odiosissima di lavoro, una strana forma di volontariato senza la quale sarà difficile fare ricerca e orientare i giovani al lavoro. 10.=Quà possiamo aspettarci di tutto, infatti si intuisce il perché del punto 11. 11.=Non solo devi formarti velocemente per produrre, ma devi farlo anche sotto il ricatto delle banche. Questo accade in America dove alcuni giovani arrivano al punto di andare in guerra oppure si prostituiscono sul web per ripagare i debiti o i costi dello studio. Per fortuna la nostra, temporaneamente ignorata costituzione garantisce il diritto allo studio e non al prestito.

pevo che abbiate dovuto addirittura mettere a votazioni se venire qui o meno con il risultato scontato che non venendo avete dimostrato per l’ennesima volta la vostra inferiorità. Mi spiace davvero vedere un gran bastone con così poco potere e un collegio così pieno di giovani talentuosi ma pur sempre conigli. Non sapremo né leggere né scrivere, ma sappiamo benissimo riconoscere la paura. P.S. Come già detto abbiamo sbagliato a scrivere l’invito che solo voi avete letto, ma sarebbe decisamente meglio che su wikipedia correggeste le “divese” in “divise”; capisco che voi non vincete mai nulla negli sport, ma non per questo siete esentati da scrivere in italiano, soprattutto visto che internet è accessibile da chiunque. Video consigliati: http://www. youtube.com/watch?v=0yyqPbGnDPg Università: piuttosto che finanziarla la si regala ai privati Questa è l’ennesima manovra piduista de”l’utilizzatore finale” della ministra, la quale, oltre alla comprensibilissima rapida ascesa, vanta di essere stata sfiduciata dall’incarico di presidente del consiglio comunale di Desenzano del Garda per inoperosità e di essere andata fino a Catanzaro per sostenere l’esame di stato. L’università era uno dei settori pubblici ancora non svenduto ai soliti furbetti del quartierone. Succederà come per le autostrade, le ferrovie, ecc.. comprate da gente con le pezze al culo e l’amico banchiere che li presta i soldi, che poi potrai restituire dopo qualche anno aumentando il costo dei pedaggi, dei biglietti del treno o delle tasse universitarie e magari svendendo il patrimonio immobiliare. Sinceramente non penso che queste macchiette riusciranno veramente a fermare la cultura e la conoscenza però l’intenzione è quella, quindi si tratta di fermare prima possibile questi sciacalli allo sbaraglio perché una volta fatta questa “privatizzazione” sarà difficilissimo tornare indietro (vedi Obama con sistema sanitario). Quindi tutti pronti a gridare tutto il nostro disgusto non solo nelle strade, nelle facoltà, nei movimenti, ma anche alla manifestazione nazionale degli studenti prevista per il 6 novembre. novembre Longobeach

Aggiornamento sull’articolo “Trattativa Stato-mafia. Escono i nomi di Berlusconi e Dell’Utri.”: il pentito Gaspare Spatuzza deporrà al processo Dell’Utri.


DUCK HUNT (Papere al Fraccaro) Nell’ambito dei buoni rapporti instauratisi, con il S.ta Papera, è stato possibile organizzare una serata collettiva, tra Papere e Fraccarotti. Il luogo più ricercato della Pavia collegiale accoglie ben due gruppi di matricole pronte a mostrarsi in sala comune al cospetto della collegialità fraccarotta. Il clima di queste auliche mura, e tutto ciò che le circonda, è infatti qualcosa di difficilmente eguagliabile, specialmente da quei “giovani talentuosi”, ai quali consiglio gli innumerevoli reality show nei quali troverebbero il più adeguato palcoscenico per mettere in mostra le loro doti. Arrivo previsto delle Papere, ore 21.30. Matricole a rapporto dal “luogotenente” Sacha, incaricato di motivarle con ogni mezzo lecito e non per la gran serata. Sono previsti due gruppi di MQM papere, il primo alle ore 22 e il secondo per le 23. L’accoglienza è quella classica dei seguaci di Bacco e di Venere: un bel “Bimbe belle” cantato a squarcia gola e con la mano sul cuore da tutti. Arriva il momento della scelta, le nostre MQM mostrano le loro migliori doti, e soltanto

Dal diario di Paperina Con alle spalle la luce tenue di fuoco che ci aveva illuminate nella grotta dello sciamano, con il calore di un canto nelle voci e il bruciore di tanto vino in gola, correvamo attraverso l’aria arancione di Strada Nuova. Poi, rallentando, ascoltavamo un diverso tambureggiare delle suole sui ciottoli: le due torri. Riempiamo i polmoni d’aria in un respiro. Torniamo ad accorgerci del buio della notte. Uno scambio di sguardi fulminei: sappiamo come fare, non sappiamo ciò che ci aspetta. Parte il coro. Riparte. C’è qualcuno che ascolta? Quando sto per sedermi ai piedi della mia “pittura rupestre” – finalmente ho una barba da grattare nell’attesa di qualcosa!- ben note facce si manifestano sull’uscio del famigerato collegio Fraccaro. Scrivo famigerato perché, come spesso accade, solo la sera prima in una presentazione itinerante di una (lasciatemelo dire) brillante produzione cairolina, il racconto di compiute gesta fraccarotte aveva illuminato molti sguardi. Perché, signori, quattrocento chili di

alcuni tra i più meritevoli (e aggiungerei maggiormente dotati) potranno prendere parte ai giochi della serata. Giochi che si sviluppano senza particolare intoppi, e con tanto diverti-

intimorito e complessivamente “mal guidato” dalle fagiole accompagnatrici. (Magari sentirsi qualche ora prima della serata e accordarsi sarebbe stato utile.) Il secondo gruppo di Papere mostra quello che è definibile come il dark side of the moon del S.ta Papera. Mostrano il loro becco appuntito ed una insospettabile agilità durante la Leonatio (che per organismi dotati di zampe palmate è cosa non indifferente e aggiungerei alquanto insolita) organizzata per l’occasione. Vendono caro il proprio deretano e riescono anche a ad azzannare le chiappe di uno dei nostri (Budino fletti!!). Da rimarcare pure l’eccellente performance, della papera mqm ribattezzata successivamente BAM-BAM, che dà prova di grandi virtuosismi, non ben definibili su queste pagine, ma ben definiti per chi ha assistito alla serata (vero Uzzino?!). Risultato finale, due ore di festa in puro clima goliardico, litri di vino consumati, e, spero vivamente, una bella immagine della nostra collegialità.

mento, tra posizioni improponibili, mele morsicate e qualche mano morta, che ovviamente non passa inosservata. Le pudiche e pie Papere, orgogliose di rivendicare il loro status di “donne tutte d’un pezzo” (per farla breve delle “Prese meil”©), insorgono… ma Moviola mqm, rimette la mano al suo posto e anche grazie alle abbondanti quantità di vino presenti per la serata, gli animi si placano e la festa può proseguire indisturbata. Il primo gruppo di Papere non mostra particolari doti, risultando anzi

IDEM VELLE

letame, restano quattrocento chili di letame! Nel frattempo, camminando sui passi delle nostre bollate, veniamo introdotte al cospetto di incappucciati… No, non rende, lasciatemi riprendere… Dicevo: veniamo introdotte al cospetto di venticinque paia di gambe, di venticinque pantaloni calati, di venticinque falli tenuti a freno da venticinque slip: è bello constatare come il senso della decenza possa trascendere persino quattrocento pesantissimi chili di merda! Mio malgrado sono costretta ad ammettere la superiorità degli istinti animaleschi: la mia compagna di (dis)avventure, sfruttando le sue facoltà di “dinosauro”, riesce a fiutare una

preda decisamente prelibata. Quello che accade da questo momento in poi è un’esperienza mistico-formativa: competenze indubbie, tecniche finissime, movimenti rapidi e muscoli in tensione. Ci accostavamo all’arte eccelsa della “Leonatio”. Con l’ausilio di strumenti aggiunti quali ginocchiere e con un tifo di parte con la possibilità di interferire nello svolgimento dell’azione riusciamo a concludere la partita sul dignitosissimo risultato di 3 a 1. Non potrei immaginare nulla che meglio renda onore alla parola “ospitalità” del prender parte ai rituali autoctoni! Da Camuni non possiamo che sentirci a casa in questo ambiente e vi ringraziamo intonando un sentitissimo Fraccarotti culirotti! Ma da Papere dobbiamo rimetterci in cammino verso la nostra meta!

Ostrega

P.S. A nome del collegio, mi sento in dovere di ringraziare i Quarti anni e Alessandra (fagiola accompagnatrice) del S.Caterina, nonché Splendid, Gatelli, Sacha e quant’altri hanno collaborato per l’organizzazione della serata.

Il padre famiglia Camuno Nuzzo M. Francesca

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Lettera

Pubblichiamo per intero la lettera d’invito ai maialini cairolini per la presentazione della loro opera tanto titanica quanto ridicola, visto che non avevano il coraggio di presentarsi.

Luridi figli di luride scrofe, Giunse voce fra le Sacre Torri, che la vostra misera collegialita’ allo sbando abbia messo insieme un libruncolo di qualche tipo, grazie alle profonde tasche di poteri compiacenti. Giunse altresi’ voce, che tale caprina opera verra’ presentata in tutti (o molti) collegi pavesi ad esclusione dell’unico, vero, lodato e pluripremiato Collegio, di cui avete l’onore di definirvi indegni rivali.

Quanta tristezza ammanta le vostre scialbe mura, Quanta tristezza avvolge i vostri gesti, capaci solo di vilta’ e codardia. Quanta tristezza nelle vostre ciance strabordanti di errori sesquipedali. Sono bravi tutti a riempirsi la bocca con le parole insulsi cairolini.

Noi parliamo con i fatti, I fatti parlano per noi. Voi stessi decantate quest’operetta come la risposta alla nostra gloriosa “Operazione Ambaradan” 26 marzo 2003 che ha scritto nella storia pavese un nuovo, innovativo e irraggiungibile modo di vivere la parola goliardia.

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Il vostro stile maialini cairolini e’ obsoleto, le radici di atti simili sprofondano in una matrice che ha ormai fatto il suo tempo: e’ passatismo.

6 anni, 7 mesi e 2 giorni per produrre una risposta. Non siamo stupiti. Dovrebbe esser ovvio, ma cosi’ non e’ per voi, che la risposta ad un atto si porta in primis all’avversario. Invece voi cercate d’aggirare, come i codardi che siete stati in passato e che sarete anche in questa occasione.

Ma il Plinio sa essere clemente con chi e’ inferiore, e alla vostra vilta’ cerchiamo noi una soluzione. I

Plinio Fraccaro Il Collegio Fraccaro tutto

“ n nomine

Invita MercoledÌ 28 ottobre 2009 Alle ore 19.00 La rappresentanza cairolina A presentare la loro distrofica opera All’interno delle Sacre Mura Fraccarotte.”

Le modalita’ di accesso da parte di tafani giallo-neri all’interno delle nostre splendide mura, sara’ passibile di arbitraria decisione dei Fraccarotti presenti, che garantiranno l’immunita’ dei rappresentanti cairolini.

90 e piu’ Gran Bastoni ps: Parliamo con i fatti, o avete bisogno di altre scuse per non venire, ridicoli giovani talentuosi tutti parole e niente coraggio?

Per dovere di cronaca, ci sembra giusto informare tutti gli amati e non amati lettori di VdC di due cose: prima è stata inviata una copia con qualche errore sintattico dovuto al correttore di Word e poi questa versione, corretta. Ovviamente, i porcellini cairolitti non si sono presentati. Schifosamente prevedibile.

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Bombardato dalla figa (ovvero vita, morte e orgasmi simulati di Sbirulino) Cari Fraccarotti, un nuovo numero di VdC significa nuovi e mirabolanti episodi di collegialità allo stato puro, di cui, nei limiti del possibile, si vuole rendere testimonianza. Dunque rieccoci qua, in quanto quel ricettacolo di immondizia di Sbirulino si è compiaciuto di fornirci nuovo incredibile materiale per quella che, di questo passo, è destinata a diventare una rubrica (nonostante mi ripugni il fatto che il protagonista sia una “minus quam merdam”). Il primo episodio che vogliamo narrare è ambientato nel porcile dove grufola il suddetto maialino. Aggirandomi annoiato all’interno di quel monumento al luridume, mi sono imbattuto in un collage di foto, tra le quali, una in particolare ritraeva la cloaca in questione circondata da alcune ragazze. Stupito del fatto che le poverette ne sopportassero il fetore e la presenza tutt’altro che gradevole, quell’essere rattesco ha precisato: “Quelle sono mie ex, però ormai ho lasciato tutto a casa.” “Ah sì?!” “Sì, sì, con una in gita ho fatto un po’ di petting, sai, quando dai una leccata qua e una là! Tra l’altro questa qua è dell’oratorio e mi ha detto che davanti niente, ma ha il deretano sfondato! Però, mi raccomando, non raccontarlo in giro che voglio mantenere una certa reputazione.” “Tu,

Nuova retrospettiva

matricola, una reputazione!? Ma sei sicuro?! E poi secondo te ci credo!?” “Ma guarda che c’è una che mi corre dietro, solo che le ho detto di no, è un cesso clamoroso e poi veramente… in questo periodo sono proprio bombardato dalla figa!” “Ma non dire cazzate!” “Ma sì, figurati che ieri sera al Nirvana, ho ballato con quattro tipe e secondo me ci stavano pure, solo che poi è arrivato quel coglione di Moviola e si è messo a importunarle con dei modi veramente da terrone, ha cominciato a fare gridolini, toccava i capelli ad una… Io voglio instaurare un dialogo, non fare come lui, ho una reputazione da mantenere, veramente! Tipo, visto che sono delle mie compagne di corso, lunedì vado da loro, mi avvicino e dico: “Ciao, vi ricordate di me al Nirvana!?” e poi le conosco un po’.” Lunedì si è saputo che le tipe in questione, invece che prenderlo di peso e stuprarlo in bagno (cosa che sarebbe dovuta accadere secondo le sue ottimistiche previsioni), l’hanno visto e hanno girato la faccia dall’altra parte. D’altronde come biasimarle, e secondo me sarebbe stato molto peggio se avesse utilizzato un siffatto approccio. Ma il nostro anti-eroe scaccia-figa non si è certo dato per vinto, tant’è che... Alla prossima! Cazza

“Mi hanno detto che con la legge fotti il prossimo, mah, nel dubbio proviamo…”

dei collegi che potevi scegliere”, dice mio mi sottometto: amaramente, non ci sono padre senza aggiungere altro. C'era solo inver- abituato. Mi rilasciano, raggiungo la stanza. Il disorientamento della prima volta a Pavia. no e squallore fuori dai vetri: tra gli alberi Perché il rettore mi ha dato una stanza così quasi spogli, la piccola? E così fredda, da svegliarsi di notte Girare in terra priva di erba (per il freddo). Si può vivere in un posto ma cch ina , e i flutti del fiume così triste? La mia 65... Conosco il mio viciinsieme a che gli scorre in- no, Simone Perelli, che trova per me qualmio padre, nanzi. Uno scenario che parola d'incoraggiamento. Non ci credo, per il Lunche non induce sono angherie: che divertimento possono goticino, commenti. Il primo dare? Riuscirò a vivere qua? La risposta a per viale incontro in collegio, questa domanda è ancora lontana. Domani Gorizia, come per molti è un altro giorno, si vedrà. viale MatteMonto altri, è sulle scale. otti: è il Passando davanti Ring di alla cucina di sotto questa pic(passaggio cola città obbligato per il piena di bunker), Pede sampietrini mi scorge e mi e zone trafPrima di entrare in collegio, Monto viveva in un scruta, occhi f i c o mondo spensierato e felice... sbarrati e lablimitato, la strada di scorrimento che circonda il mio bra serrate, sottili. Manzoni, che cucinaprossimo futuro. Il tempo è così tetro che va, non gli dà il tempo di esprimersi: ha pare tutto brutto; non si pensa che la prima- già deciso che tocca a lui darmi “il benvera possa dare altri volti: penso solo che a venuto”. E sono parole di terrore, da far Genova si stava ancora bene. A Genova c'è desiderare i quattro muri scrostati e sposempre vento, ma non avevo mai avuto fred- gli della mia stanza. “Fletti!”, ovviamente. do. A Genova pensavo di poter vivere per “Sotto il tavolo”, che proprio non mi asempre. O come scrisse il grande Caproni: spettavo. Guadagno un quarto d'ora mo“Potrei persino dire qui è gentile morire”. strando di non capire in che senso volesFacciamo una curva e leggo 'Cardano': “E' uno sero che facessi quelle cose, ma alla fine Squallore e mestizia alla camera 65, all'arrivo di Monto.

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PRESÈNTATI! Patrizio Di Carlo Patrick 20 ottobre 1990 Residente ad Alanno (PE) Diplomato con la valutazione di 96/100 al Liceo Scientifico G. Galilei Tento di studiare Lettere moderne Stanza n°45 Hobby: figa, calcio, scrivere in rima... A nziani, colonne, fagioli, matricole m olte premesse mi sembran ridicole: m i presento io sono Di Carlo Patrizio il verso è l’arma con cui castigo e delizio. Rimetto a voi la scelta del soprannome a fantasia e inventiva in voi mai dome! Tiravo già calci da dentro il pancione e da allora mai ho smesso di giocare a pallone. Quando col tempo son cresciuto e maturato un altro hobby mi ha attratto e catturato e così nel dedicarmici corpo, cuore e mente s on ormai diventato un figa-dipendente! Tornando a dove e quando son venuto al mondo: o spedale di Pescara, mentre il dì fecondo è il 20 ottobre millenovecentonovanta in cui mamma urla e papà felice canta. Liceo frequentato: Scientifico Galileo Galilei che mi ha visto diplomato con il novantasei. Ora Lettere moderne invece “tento di studiare”… lavoro e occupazione? Li posso solo sognare! La mia aspirazione è scrivere denunciando e svelare e mostrare scoprendo e smascherando giochi di potere, soprusi e false notizie: ideali e valori contrapposti alle ingiustizie. Ops… non mi ero accorto che le righe fossero dispari!!! !!! Andrea Strambi 11 maggio 1990 Laveno Mombello, in provincia di Varese Diplomato presso il Liceo Classico Statale cairoli (merda!!!) di Varese con una votazione di 100/ centesimi Tento di studiare Giurisprudenza Stanza 23 (ex-Guida)

Matteo Pizzolante detto Budino Camera 42 Nato a Galatina (LE) il 17/06/90 Diplomato presso il Liceo Scientifico “A. Vallone” di Galatina con votazione di 92/100 Tento di studiare chimica e tecnologie farmaceutiche Amo il calcio, il taekwondo e la mia terra: il Salento. Tifo Lecce ma ho anche una parte di cuore bianconera. Mi piace ascoltare un po’ tutta la musica, in particolare pop e dance. mmhh.. cosa voglio per il futuro??.. Distribuzione gratuita di preservativi!!.. ci sono già troppe tasse che gravano sulle nostre famiglie.. Ciao a tutti (soprattutto ai ragazzi), sono Pietro Pennetta e sono nato a San Pietro Vernotico (BR) il 20 maggio 1990. Potete intuire che amo lu mare, lu sule e lu ientu dato

che vengo da lu Salentu!!!

Ho frequentato il Liceo Scientifico Francesco Redi dove mi sono diplomato con la valutazione di 72/100. Tento di studiare scieze biologiche. Il mio numero di matricola è il 380913 (che quasi si avvicina al numero di ragazzi che ho avuto...). Ho diversi hobby: la figa (che preferisco depilata... ma come forse già sapete non butto via niente! Vanno bene anche i cazzi!), il basket, che pratico da 7 anni, e la fotografia “artistica” (non solo foto di donne nude… ma anche bei cazzi!). Mi piace guidare qualsiasi mezzo purché abbia un motore che, come i travioni, preferisco bicilindrico L a 90° e mangiar bene e molto (apparte polenta e risotto che son cose da polentonileghisti!!!). P.S. : cari ragazzi, se questa presentazione non vi è sembrata esauriente possiamo conoscerci più approfonditamente in camera mia... la n° 34: ad attendervi troverete una “lunga” ed indimenticalbile accoglienza!!! Massimiliano Pizzonia 10 maggio 1990 Roma (pariolino del cazzo—NdR) Diplomato al liceo classico T. Tasso con 85/100 Tento di studiare giurisprudenza Stanza 59 Fono Maffimiliano Piffonia, detto esselunga o semplicemente esse, sono nato a Roma il 10 maggio 1991 e risiedo a Roma. Mi sono diplomato al liceo classico Torquato Taffo di Roma con la votazione di 85/100 e adesso tento di studiare giurisprudenza. Gioco a basket e ascolto musica, ma i miei hobby principali sono altri: il clitoride pendulo indurito e, a volte, un po’ arrossato e il cunnilingus, cioé quando lecchi 'a sorca. In collegio sto nella stanza 59. Sebbene arrivato da poco sono già stato eletto da un altro collegiale il più brutto del collegio poiché sono "brut come el pecao".

con orgoglio, soprattutto perchè ha contribuito a rendermi ancora più intrigante tra le esponenti del gentil sesso. Molte ragazze, in queste uggiose e fredde giornate pavesi, si avvicinano a me ammiccanti, pretendenTutte queste preziodo di conoscere l'origine di questo sopranse informazioni posnome. La mia risposta è sempre la stessa: sono essere comodamente racchiuse in un' unica “Lo scoprirà la prima donna che avrà l'onoparola: SBIRULINO. E' questo, infatti, il nome che i re di varcare la soglia della mia camera 23”. Fraccarotti mi hanno assegnato e che io porto Nel frattempo, mi dedico ai miei hobbies

preferiti: provarci con le ragazze degli anziani(soprattutto se mie compagne di corso), farmela con quelle belle fighe del Nuovo e allenarmi nella respirazione per la campestre intercollegiale 2010. Infine, vi rivelo i miei segni particolari: due estese “sbucciature” sulle ginocchia e ovviamente, bimbe belle, la fava sempre rivolta all'insù!!!

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Le interviste di VdC: Gasparetti & Ravizza Due grandi personaggi del nostro collegio, Daniele Ravizza (Fraccaro 1991) e Michele Gasparetti (Fraccaro 1992), si sono raccontati a ai microfoni di VdC di fronte ad ascoltatori in continuo aumento. Dall’ultimo pranzo degli ex, ecco il Fraccaro tra la caduta del muro e l’arrivo di Panella.

due sotto il balcone di Giulietta e Romeo a Verona, ma mi è stato bocciato dagli anziani. O la fototesseratio: tutte le matricole dentro a una cabiMonto: Come funzionava la primissima na, però che fosseaccoglienza delle matricole ai vostri tempi? ro visibili tutte le Quando si arrivava in collegio, a cosa ci si facce, naturalmentrovava davanti? te. Poi… Michi ti Ravizza: Io ho ricevuto una lagunatio con ac- viene in mente qua, shampoo e Plasmon. E’ stato questo il qualcosa d’altro? mio ingresso. G: Vorrei dare un Gaspa: Bigatio. Da ‘biga’. po’ d’informazioni Nella foto qui sopra, una carrellata di Ex leggendari. Si riconosce il VERO Montolivo, In che modalità? sul totosigarette, Ravizza che benedice dal sua onnipotenza il pallone e il Furla, il migliore giocatore di G: Coperta modello Esercito Italiano, anziano che voleva dire calcio mai visto in un Collegio pavese. in coperta e coppia di cavalli arabi matricolati trovare sigarette di che trascinavano l’anziano scivolando nei 8 marche, 10 nei casi più agguerriti, a orari e noi gliela facemmo la matricola, tanto per corridoi. Questo la prima o la seconda notte. improbabili tipo le 3 di notte, quando ovvia- farti capire il personaggio. Anzi, forse la prima notte festa alla piscina mente i distributori gratuiti non esistevano. Com’era organizzato il collegio? C’era un Battuda, spacciandomi per terzo anno. R : Poi c’era l’arietatio, quando il collegio Ca- decano, c’erano dei gruppi, c’era un coPer il resto come funzionava? stiglioni era chiuso si prendeva una matricola mitato? G: Bigatio. Per 6 anni successivi. In realtà mol- come ariete e veniva sfondata la porta. R: Domanda del cazzo. Era vissuta la anziato divertimento. Splendid: Ma con i piedi, mi auguro, non con nità in maniera molto forte. Tu eri il punto Ci ricordate qualcosa? la testa. di riferimento, sia in facoltà sia come anziaG: Possiamo fare nomi e cognomi, così diven- G: No no, testa, testa. Poi fummo convocati da nità, c’era un grande rispetto. Aprivi anche ta più interessante. Allora, a parte la già citata Santa Maria Vergine, che non è una battutac- le porte all’anziano. Poi era questione di bigatio, la leonatio, che consisteva in una cia, ma è il nome e il cognome della… personalità; non c’era un capo carismatico, gara, carponi, in cui mordere il sedere Sì, sì, esiste ancora, sì ti riconoscevi in certe figure. Ma eravamo all’avversario, con rovinose screpolature alle G: Fu lei che ci addebitò spese varie di serra- molto uniti. ginocchia ed escorsazioni varie. Poi avevamo ture varie, da noi non riconosciute, penso che E come si manifestava questa unità? siano ancora sospese. le Olimpiadi… R: Innanzitutto bisognava vivere il collegio, R: La gettatio della matricola con tutti i mate- R: Abbiamo lasciati un debito che pagheranno quindi gli eventi sportivi. Poi era importante rassi in un corridoio. Cioè, la matricola più i vostri discendenti. avere una figura di riferimento all’interno piccola veniva gettata dalla altre, e poi si se- Ma senza distributori dove trovavate le della facoltà, uno che ti passava gli appungnava la distanza del lancio. Poi c’era la corsa sigarette, chiedevate nelle stanze? ti, i libri. campestre. G: No! Agli erranti, ai vagabondi. Fuori dalle G: Mettiamo agli atti che io sono il primo ad mura del collegio. Fu esercitata in maniera avere vinto un torneo intercollegiale di calLa corsa campestre cos’era? R: IL giro di tutti i collegi. Poi c’era il totosiga- quasi aguzzina durante lo sciopero delle siga- cio sia come allenatore che come giocatore. rette. O sennò, siccome c’era uno della Lega e rette che ci fu nel… R: C’è stato un periodo che eravamo molto uno di giù, io avevo votato per il bacio dei R: Nel 1993 presi dal gioco. Molti esami li ho preparati G: E lì assolutamente si sul treno fra Pavia e Sanremo. Vincendo, fumava solo le Alfa na- tornavi in collegio il mercoledì, andavi in zionali… portammo noi a discoteca e pagavi da bere a tutti (e a tut10 il numero delle siga- te); quindi ti davano anche i soldi del collerette in quel periodo. gio, eri tu la banca. Il problema è che vinceR: Lui (Gasparetti, n.d.r.) vamo, quindi io ho fatto 2 anni svernando l’ho c o n o s c i u t o nei vari casinò d’Italia… laureandomi in quell’anno ed è il mio corso però, e con buoni voti. idolo assoluto, perché è Adesso tira molto lo sport, il presepe entrato in camera mia vivente, il Summer Party. chiedendomi: “Perché R: IL presepe vivente lo abbiamo inventato non mi fai la matricola?” noi, anno ’93-’94. Eravamo molto presi con G: E il professor Claudio Ciccarelli. le matricole: lui, fuori- R: La prima stella cometa è stata Bim Bum classe assoluto, venne in Bud che stava morendo come Jimi Hendrix camera mia e mi disse: del vomito in una sera spaventosa: io e “Io voglio la matricola”… Michele Gasparetti lo abbiamo salvato. Lui

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si chiama Francesco Pedersoli, come Bud Spencer: da lì Bim Bum Bud, per una canzone che inventammo io e Gasparetti. Bim Bum Bud passò un esame di Ingegneria, traccannò tutto il possibile e stava morendo tra i conati di vomito alla Jimi Hendrix. G: Cantando Vasco Rossi R: Io e lui eravamo al tavolo a cui lui aveva trangugiato e io dissi al mitico Gaspa: “Dove è Bud?”. Andammo in camera sua e lo trovammo avvolto dai conati di vomito. G: Vomitava nel cuscino praticamente. R: E allora io e il Michele qui presente spaccammo la porta e lo salvammo dai conati di vomito. E fu la stella del primo presepe. R: Ci fu una premessa: c’era una matricola che aveva i capelli lunghi e ricci, Peter Brandani, quindi oltre alla dislocatio gli facemmo una presepatio. Poi c’era uno detto il Barba (perché era barbuto) e questa persona dovette fare Giuseppe. Peter Brandanti la Madonna e poi Rosario Mastrosimone, che era alto un metro e 12, che doveva fare Bambin Gesù. Claudio Ciccarese che era una persona cattolica disse “La tua idea la estendiamo a tutte le matricole e facciamo fare il Presepe vivente”. G: IL Brandani, noto bestemmiatore, fu coinvolto anche contro la sua volontà in questa impersonazione della Madonna da Ciccarese, per portarlo sulla retta via, ma durò solo per il paio d’ore dell’esposizione. Ora penso che sia un terrorista o roba del genere. Il presepe era aperto già allora? G: Sì c’è anche una videocassetta del 1993, in cui io intervistavo come nella pubblicità di una birra che diceva: “Come, dove, quando”, in cui mi si vede girare, con un martello a mo’ di microfono, e la gente si avvicinava al martello per farsi sentire meglio. R: Sì, c’eravamo dibisi tutti i compiti, io ad esempio dovevo scegliere le pecorelle e disegnare gli elmi dei Romani, ma poi è finita come ogni festival fraccarotto: c’era il vin brulè e alle 8 e mezza eravamo già tutti ubriachi. G: Sì, era una associazione a delinquere di stampo alcoolico R: Ma voi non sapete che a inizio aprile c’era la bombardatio, una festa di gavettoni: questo non era più un collegio, c’era acqua che colava da tutte le scale, aquaplanning. Ti racconto questo aneddoto, voto 10, lacrime agli occhi ancora adesso… G: Leonardelli? R: Leonardelli. 1995. Si era aperta la stagione delle acque, c’era il pranzo degli ex e buttiamo in fontana Villani: era del 6° anno, ma volevamo lo stesso buttarlo in fontana. I corridoi grondavano acqua: Nicola Guido parte dalla 17 (circa l’attuale 62, ndr) verso la porta del rettorato e va in acquaplanning fino a tirare una testata clamorosa contro la porta del rettorato, da trauma cranico. Passano tre secondi ed esce Leonardelli. G: Che allora era Presidente dell’ISU, non so ora. R: Leonardelli squadrò Nicola Guido e gli disse

“Siamo in un collegio universitario”, con Nico- G: Sempre nell’anno delle lagunatio mutlila Guido tremante ai suoi piedi. ple, con in piani grondanti d’acqua, Rossi G: E Leonardelli apostrofò Nicola Guido con (tipico nome sardo) queste parole. “State facendo milioni di dan- R: …Fu accolto in portineria con scoreggia di ni”, già auspicando in euro… Emilio . La scena fu questa, “Scusi, sono R: Particolare erotico… ci trovammo in doccia Rossi, dalla Sardegna, vorrei sapere se quetre ragazze del Castiglioni che penso siano sta camera è stata assegnata” …scoreggia di rimaste gravide da quella sera. Emilio, “volante”, e lui capì da subito il G: D’acqua: ingravidate, d’acqua. E dopo ave- clima. re consumato gavettoni e secchi, passammo Uno del pubblico: Chi è che era andato da ai bidoni della spazzatura; andammo diretta- Emilio a chidergli di portargli le valigie in mente in doccia con i bidoni da 70 litri, con camera? Nicola Guido rimasto lì che poi fu venduto a G: Scofano, Scofano Francesco. Genova al mercato del pesce. Era andato da Emilio a chiedere di por(Esplosione di Montolivo) targli le valigie in camera ?! R: Non paghi di tutto questo, andammo al bar G: Non ricordo letteralmente la risposta di del Ponte, al Castiglioni a vedere le donne e Emilio, ma penso non fu… poi in Fiesta, Ford Fiesta, in sei, diretti al Casi- Comunque, possiamo immaginarla. nò di Saint-Vincent, a giocare. R: Al racconto di Rossi ci fu gente che si G: Sei di cui quattro presenti oggi. buttò in fontana. R: Quattro presenti oggi. Io ho perso le tasse G: Rossi poi era una persona di una tranuniversitarie, sono passato all’Autogrill, ho qullità quasi abnorme; riuscì a dare il suo preso un gratta e vinci e ho vinto quattrocen- colpo di testa lanciando un gavettone nel tomila lire che mi sono ribevuto assieme a lui. nulla, una domenica famosa del 1995 che G: E io mi sono ritirato fino al Maggio prese niente po’ po’ di meno che il vescovo dell’anno successivo. di Pavia… e ci fu un’azione diplomatica del C’era ancora Dante Zanetti? buon Dante Zanetti di altissimi livelli buroG: Sì. cratici… fu scomodato Kofi Annan per fare R: Putroppo e per fortuna, perché era un go- rientrare la cosa…solo lui poteva farlo, tra liarda. l’altro… G: IL goliarda per antonomasia, non solo nei R: Gavettone al vescovo sono 100 punti. suoi scritti apprezzava e difendeva la goliardi- G: Con un gavettone così, entri nella Hall of a, ma creò anche il cosiddetto Torchio Addo- Fame… minale. Senza farlo apposta? Torchio Addominale? G: No no, ha detto: “Stavolta G: Sì, penso che ci sia ancora faccio il pazzo anche io”. Un in biblioteca. Era una sorta di gavettone, il vescovo. Neanche parodia ironica sulla cottura Michael Jordan aveva quella del maiale secondo la ricetta probabilità. pavese. Io ce l’ho ancora Ci raccontate qualcosa d’altro firmato e potrei farlo avere a di Emilio? VdC. R: Emilio… quando ha saputo Bene, allora aspetteremo il che giocavamo d’azzardo, mi torchio del maiale. chiese “Siete mai stati a MonteG: No, no, il titolo è il carlo?”. Io dissi: “Solo una vol“Torchio Addominale”. ta, a guardare, non a giocare” e Zanetti c’era e viveva ancolui, che doveva enfatizzare ogni ra in collegio? cosa disse che a Montecarlo G: Sì, c’era ed è andato via c’era un privé in cui avevano nel 1997-1998. accesso solo gli Agnelli, i ricchi R: Di Zanetti ho un ricorinsomma, e che lui, tutto azzido..avevo telefonato la mammato e vestito, aveva vinto ma di una matricola, Guncentotrentamila lire……………….. ther, che si lamentò perché giocando a sette e mezzo! la pratica della matricola era G: Forse era un’approsimazione talmente dura che aveva del black jack… Il mitico “scatto alla Gaspa” umiliato il figlio cardiopatico. R: Io sono svenuto… Fummo convocati tutti nel G: Recuperato con i Sali. Poi cortile, tutti gli anziani, con Albertari. aveva detta che aveva la Ferrari, familiare. G: Detto anche Louis. R: Una cosa che ha detto a molti: un giorno R: Con l’economa in lacrime che diceva “Non l’ho trovato davanti alla fontana che stava fatemi più ricevere queste telefonate”… Zanet- misurando la piscina, io gli dissi “Emilio, ti fece la paternale, poi fece uscire l’economa cosa stai facendo?” e lui mi disse “Sto vee disse “Ragazzi, da domani smettetela con le dendo se può entrare il pesce siluro che ho matricole, se potete”. pescato con le mie mani” G: Questo era il suo spirito. G: Tra l’altro, non sotto i sessanta chili.

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questo Tricoli, che purtroppo non aveva un R: Io lì ho iniziato a fumare. Raccontateci qualcosa contro il Cairoli. Ri- gran rapporto con la doccia, quindi chi riuscivalità con gli altri collegi nei primi anni va a vederlo in doccia vinceva uno swatch. Tu vuoi raccontare quella di Cazzaniga? ‘90. R: Io ho due ricordi contro il Cairoli. Il primo è G: Allora, ci sono anche delle foto che testilegato a lui. Lui vinceva quando raccontava ai moniano l’avvenuta soppiantatio di water, con croupier di San Remo e Saint Vincent dei no- cemento a presa rapida, davanti al portone stri attacchi al Cairoli, allora sapevo che andava bene. Poi il Cairoli l’ho vissuto sia sul piano goliardico che sul piano sportivo, era molto forte la rivalità. G: Loro erano anche abbastanza competitivi, vedo da Vdc che adesso stan davvero messi male. R: Noi invidiamo Cazzaniga: la prodezza più grossa è quella del Cazzaniga. G: Il Cazzaniga varesotto, più o meno da quelle parti. Dott. Ravizza e Uzzino, lil genio e l’ignoranza. Ingegnere. R: E Pasquale Trucoli. Cazzaniga era una per- del Cairoli. sona che si era votata interamente allo stu- Ancorato davanti alla porta ?! dio. Scattavano le gare di cronometro: chi G: Questa fu l’azione e questo fu ciò che venriusciva a tenerlo più di un minuto in sala ne messo in opera. Il Cazzaniga coinvolto in comune. Cazzaniga era una persona, che a- uno dei suoi rarissimi momenti di collegialità, desso professionalmente si è affermato, è in deciso di mettere la materia prima nel cesso, California… però persona collegio-Università, quindi cagò e le sue feci furono depositate in università-collegio. Poi c’era una gara con pompa magna, con tanto di fanfare davanti al

cesso, a sua volta depositato con cemento a presa rapida davanti al portone del Cairoli. Le fotro le ho viste in Economato prima. Quindi la materia prima fu del Cazzaniga. Salì alla ribalta delle cronache e lì è rimasto. Insomma si è riscattato per tutti quegli anni, perché sue erano le feci. G: Perché sue erano le feci. R: Non si era mai visto, mai partecipato alla vita collegiale. Poi fece questo. R: Depositate successivamente, perché prima espletate in un sacchetto, poi intervenne il cardiochirurgo Viganò, le mise in una borsa termica e furono portate ancora a temperatura… e ivi con operazione di grandissima cura furono depositate fumanti. Come un cuore espiantato. Toz: C’è uno in collegio che non si vede, però quando lo vedi passare tutto nudo infarinato sai che ha scopato con la sua ragazza. G: Da qui la Farinata degli Uberti. Si chiama Uberti, la farinata? Verbania: No, Uberti sono io. (Risate generali e divagazioni) Vi ringrazio, grazie mille: davvero memorabile.

Propositi di un Ex-Dittatore

del giornalino all’esterno del Plinio. Ci sarebbe anche la collaborazione con Inchiostro (suca) da ravvivare e con tutte le potenzialità del caso da esplorare (soprattutto viste le notevoli doti della direttrice). Ora, a pensarci con calma, anche Pampa, appena uscito dal collegio mi aveva scritto una mail con uno dei suoi mitici elenchi delle rubriche settimanali che aveva intenzione di creare e mantenere da exdirettore; dopo due numeri però è stato completamente risucchiato dall’attività lavorativa e politica. Magari trovo anche io un sindaco di un piccolo paesino disposto a farmi assessore al cazzeggio ( o allo Sport, Cultura e Politiche giovanili ) e tutti i miei propositi rimarranno tali, ma per adesso sappiate che non ho nessuna intenzione di sparire e che quindi non vi libererete tanto facilmente di me.

Per la prima volta in cinque anni posso dire di aver letto tutto VdC, dalla prima all’ultima lettera, godendomelo tutto, cercando tutte le chicche che solo “quei pazzi di VdC” sanno infilare tra una pagina e l’altra (comunque, fedele alle vecchie tradizioni, a me piace dar fastidio a Idro). Ho letto anche il polpettone politico di Longobeach e il trattato di omoeconomia di BigJim. Se ci fosse stato avrei letto pure la recensione di quattro pagine dell’ultimo disco della Vanoni. Non lo avevo mai fatto, anche perché, bene o male, tutto quello che veniva pubblicato passava prima per il mio monitor e il giovedì mattina solo l’idea di riprendere in mano il frutto di quella che era stata (molto frequentemente) un’intera notte di lavoro a tratti entusiasmante ma spesso anche sfinente se non addirittura frustante, mi nauseava. Questo non vuol dire che non abbia sempre apprezzato moltissimo ogni contributo e articolo, che fosse richiesto o spontaneo (e posso vantarmi di non aver mai censurato niente e nessuno, nonostante le tentazioni ci siano state!): dai mattoni della coppia Gamba-Longo ai trattati economici del Sassone Ema, ma anche gli articoli filo-berlusconiani scopiazzati dalla rete di Cesario. E vorrei fare i compli-

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menti a Yoghi per lo splendido sonetto che finalmente è stato pubblicato e che meriterebbe di essere affisso accanto a quelli del Rettore Zanetti. Sarà il calo improvviso di responsabilità, o il fatto che date tutta una serie di eventi estivi più o meno piacevoli adesso non ho praticamente un cazzo da fare fino a settembre 2010, ma mi stanno venendo un sacco di idee per rubriche, articoli e collaborazioni varie per il nuovo giornalino. Prima fra tutte una rubrica a quattro mani con Guida (a cui devo ancora proporre la cosa ma che so non si tirerà indietro) su tutte le cose da super-nerd-inside che mi hanno sempre appassionato ma che non hanno mai trovato spazio nella mia vita collegiale o nel giornalino. Poi, vista l’assenza di studenti di filosofia, pensavo di riesumare le consulenze filosofiche (vedi num. 22) che Colucci aveva lanciato per sostituire il sessuologo Marce e subito abbandonato nonostante l’apprezzamento, chissà che la cosa mi ispiri anche per fare l’ultimo esame. Con l’aiuto del “buon” Tonucci vorrei cominciare una serie di interviste in tutti i collegi, in modo da proseguire con l’opera di diffusione

Johnny Mason


REGOLAMENTO delle CUCINE a cura di Monto Articolo 1 INTRODUZIONE L'utilizzo degli spazi comuni di un collegio, quali sono le cucine, richiede l'osservanza di alcuni basilari principi di civiltà. In seguito a svariati richiami da parte del Rettore, per via dello stato di disordine e sporcizia in cui le cucine sono state abbandonate da utenti forse distratti (e di certo negligenti), vorrei portare la vostra attenzione sui buoni propositi più volte espressi in assemblea (e che, comunque, si presumono di buona educazione), traducendoli in regole alla portata di tutti. Oltre ai rapporti tra noi collegiali, non va dimenticato il rispetto per gli estranei, quali sono gli ospiti che pernottano in collegio e legittimamente si aspettano la disponibilità di cucine pulite ed attrezzate, dipendente non solo dal Rettore, ma anche alla nostra comunità. Il seguente regolamento è frutto di riflessione su una lunga ed appassionante esperienza di fruizione delle cucine, quale la si augura a tutti.

Art.1 - La cucina deve essere utilizzata con attenzione, per rispetto della sicurezza e delle cose comuni. COMMENTO Questo primo articolo, molto semplice, individua due principî da tenere sempre presenti, su cui si fonda ogni regola successiva: il rispetto della sicurezza e la tutela della “comunione”. La sicurezza è un bene tutelato a livello costituzionale e, a pioggia, da molte leggi di varia natura; mentre la comunione è il diritto (privato) di più soggetti sul medesimo complesso di beni. In materia, qualunque eventuale lacuna è regolabile secondo l'art. 1102 del nostro Codice Civile, che recita: “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”.

Nella foto qui sopra le forze speciali messe in campo da Montolivo per sorvegliare sulle cucine. Scagnozzi senza paura e senza cuore, pronti a qualsiasi cosa. Da notare le posture da fighi.

VdC è morto, viva VdC!

ne e l’atmosfera faccia impegnata e gioconda del buon Pampa sono diversi: tendenzialmente tropche sghignazza tra se e pa confusione ma se, davanti a chissà quale nuovo articolo. E riescono alla fine è solo la prima redazione. La a mancarmi tutti… e penQuesto articolo doveva comparire sul numero sare che sulla foto di regente pian piano si 101. Per colpa della Redazione di infermi di dazione non ci sono mai scremerà, perché la mente che infesta ormai VdC, compare solo stato! Mi metto a sfogliar costanza è dote di ora. pochi. Ovviamente pdf e mi rendo conto di compare sulla poresser l’unico nella stanza Anno nuovo, sensazioni strane. Le cose cam- che ha scritto sul mitico ta il Toz, simbolo biano, lo so bene. Ma trovarsi davanti sempre Numero 1 di VdC: 7 divivente di quanto un quadro nuovo, riesce ancora a sbalordirmi. cembre 2005. Quattro ansia bello aver E così eccomi in questa vecchia stanza: “carte ni, un’immensità, anche vent’anni (anche se nautiche”, chissà poi perché han deciso di solo a dirlo. Così rialzo lo vent’anni non li hai appendere i Caraibi alle pareti di una stanza sguardo e vedo un sacco più da un po’ pavese così fredda. I segni del tempo ci sono di volti nuovi anche se Mat!). Purtroppo anche qui: la lavagna tanto voluta e tanto mal non così nuovi. Nuovi lì. A non è ubriaco, montata, l’armadietto eternamente e insensa- parte Montolivo, che amquindi non regala tamente scassinato e poi la Dolly. La dolcissi- metto ha la sfortuna di Uno dei ragazzi seguiti da Violetto nelle attività di le sue chicche di ma Dolly, la stampante perfetta. Alzo lo sguar- essersi fatto la nomea di sostegno che lo tengono tanto occupato. “poco velata” gedo dal mio pc, dal Master bianco e cerco con lo rompiballe in quella stannialità. Mi sento un sguardo i riccioli di Elia&Giovanni, gli occhi fissi za, anche se la sua passione, forse, terrà in po’ fuori posto, lo ammetto. Ma forse è un po’ seriosi di Mesi Mesi e, perché no, la vita questo bellissimo giornalino. La situazio- anche giusto così… do qualche dritta qui e là, rispondo alle domande ma vedo che i ragazzi se la cavano alla grande da soli. Non mi aspetto un gran 101 di VdC, però vi assicuro che è bellissimo aspettarsi che un altro VdC ci sia. La batteria del mio Toshiba Penso di essere abbastanza romantico (ancora grazie ragazzi) si sta scaricando, durante l’amplesso… quindi posso salire alla mia tanto attesa camera 3 e smettere di pensarci e tornare sospirando in me stesso, con le mie grandi Dico sempre un “Ti Amo” prima di gioie e i miei mille impegni. Sempre vostro. “Puttana”!

...E UZZINO DISSE...

Violenza

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VOLUPTA’S KARMA a cura di .G L’AMBROSIA di BEATRICE Già al primo esame della vista esprime la forza data dal suo colore ambrato scuro, che la rende diversa nel gran panorama odierno. Un colore particolare, che ad alcuni può ricordare certi passiti e moscati del Sud, dato da qualità autoctone difficilmente diagnosticabili ad un esame della pelle d’origine. Ma con solo poco calore dato dal contatto delle mani il suo aspetto cambia e si può intravedere in profondità il rosa pallido e tenue che evidenzia la sua vera struttura, ottenuta da un invecchiamento molto leggero e da un affinamento in ambienti freschi ed aerati. Al tatto si individuano molteplici aspetti. Da una sensazione rugosa di primo contatto si passa al velluto della buccia di pesca, per poi trovare le sensazioni del muschio di prima mattina o, ancora meglio, la sensibilità umida ma consistente del frutto di mare appena sgusciato. L’udito viene ricompensato durante le degustazioni da quei teneri umidi suoni di sciabordii che si apprezzano solo in meditativo silenzio e con movimenti lenti. Il profumo, invece, ricorda freschezza primaverile di prima estate, con essenze di fiori, di frutti maturi fra i quali spicca l’albicocca, e a volte la susina. Bisogna però aggiungere che questo senso muta a seconda dell’uso e del consumo della stessa. Difatti, dopo aver as-

saggiato lungamente questo delizioso prodotto, queste essenze cambiano in profumi più forti, che possono ricordare anche il fieno dopo una pioggia o un campo di timo ed origano. Ma la sua massima rivelazione si scopre all’esame della lingua e della bocca. Le sue fragranze e il suo spessore sono autentici. Si incontra un sapore un poco frizzantino, un poco vellutato, ma sempre liscio, fresco, mai ruvido, non tannico, e non si incontrano gradi di acidità che possano non piacere. Del resto, quale senso migliore come il gusto colto da lingua, bocca, labbra e palato per apprezzarla? Assaggiata con gradevolezza, garbo, cogliendola con la giusta meditazione, secerne sapori in quantità e qualità di gran classe. Con pazienza e dedizione, volendo cogliere tutte le angolazioni, luoghi remoti interni ed esterni, la lingua e la bocca trovano un piacere notevole che viene

ricambiato in modo naturale, cedendo a sua volta piacere dall’essere assaporata e colta. Gustandola invece con foga e voracità è capace di dare cariche ed effluvi stordenti che possono lasciare il gran retrogusto di sentirla alle labbra per parecchio tempo dopo la degustazione. Si consiglia di servirla in ambiente confortevole, ad una giusta temperatura, senza eccedere nel voler freddi o caldi eccessivi, ed abbinata a cibi leggeri che non appesantiscano. Si presta anche a simbiosi e fusioni corporee molto particolari colmandola di sfiziosità come panna, fragoline e frutti di bosco, cioccolato fondente in polvere, e non ultimi i sorbetti di frutta. Indumenti intimi di vario tipo abbinati ad autoreggenti o calze molto velate sono un buon contorno per presentarla al meglio.

.G

IL DIZIONARIO ILLUSTRATO a cura di Uzzino parte II° Cari amici, continua il mio contributo al prestigio del nostro giornalino con quest'opera di grande valore, a puntate, per esaltare la vastità terminologica della lingua italiana. Gli esempi tratti dal mio parlato e le illustrazioni, fedeli ai concetti, vi permetteranno di individuare visivamente gli oggetti con maggiore facilità, arricchendo così la vostra padronanza semantica. Co | pri | ta | vo | lo s. m. telo di stoffa (o plastificato) che si stende sulla tavola per apparecchiare la mensa: c. di lino, di cotone, quadrato, rotondo. Es. “Mi presti il copritavolo, che viene a pranzo mio cugino?” “Quando hai finito di sparecchiare, sbatti il copritavolo.”

Yoghi. A chiunque altro daremmo un Uzzino. Bere un po', ok. Fare un po' semaforo rosso, ma questa volta le di casino, ok. Entrare in camera di imprese del giurista di lago hanno Spank (con Savini in stato inservibisapore di miracolo. Per aver fatto sì le), ok. Nascondergli il libretto, ok. che al suo ingresso in camera di SaDimenticarsene, ok. Ma non ricorcha, con la sola forza del pensiero, un darsene nemmeno quando lo vede portacenere andasse in frantumi da fuori di sè, la notte prima di un solo, e un quadro si staccasse dalla parete di- esame, che torna a Milano per cercarlo in struggendosi sul pavimento, meravigliando gli casa… SCOPPIATO astanti, diamo questo semaforo verde... a tutti voi: mettete in moto e fuggite!! GRANDE CETACEO

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Violetto, tra le altre cose, l’ex semaforista. Non intrattiene le Papere. Non si fa nemmeno vedere, a questo primo sodalizio: troppi impegni o solo per fare il bravo marito? Scrive al Cairoli, ma commette errori di battitura compromettenti. Attivista arrugginito, da cui ci aspettiamo qualcosa di più. Certo, non come un tempo, ma nemmeno così. Ritornerà verde? SETTE IN CONDOTTA


CARTA CANTA

a cura di Andrea Derpo-Goran Marcobelli

definire assurdo sarebbe riduttivo e ne sviluppa le premesse spingendo verso l’estremo la sua logica del bizzarro, testimoniando un rigore implacabile e allo stesso tempo un’inventiva in grado di competere con le più astruse teorie cosmologiche. Un’atmosfera onirica regna sovrana nelle prime pagine, grazie a una galleria di personaggi che mette insieme echi letterari (il kafkiano Gregor Samsa, agente segreto al servizio di un ente oscuro) e cinematografici (il suo capo Seth Brundle, che i seguaci di David Cronenberg non esiteranno a identificare) con figure storiche (lo scienziato Carl Sagan, il cosmonauta Yuri Gagarin) e creazioni letterarie che eLa Terra, ci insegnano a cheggiano i romanzi s cu ola, è come d’appendice di fine Ottoun’arancia. Nei panni di cento (la sfortunata ma una civiltà avanzatissitenace Maddy Holbright ma, con un vantaggio e il ricercatore, entomot e c n o l o g i c o logo, esploratore, John sull’umanità di diverse Martin). Ma con il prosemigliaia di secoli, chi saprebbe quindi resistere a sbucciarla? Le guire della storia nuovi elementi vengono invisibili creature aliene che si muovono die- impiantati sull’asse portante di questo scenatro le quinte di questo sensazionale romanzo rio singolare. Il fascino della Frontiera si rivela breve di Stross no di certo e, non paghi di in tutta la sua forza al compagno colonnello questo, dopo avere spianato la Terra il 2 otto- Gagarin, mandato in ricognizione dal PCUS a bre del 1962 la trasportano istantaneamente bordo di un ecranoplano, incaricato di condurun milione di anni nel futuro, a 160.000 anni- lo in una “storica missione quinquennale […] luce dalla sua sede originaria. La destinazione là dove nessun sovietico è mai giunto prima, dell’evento noto ufficiosamente come “lo Spo- per esplorare nuovi mondi, ricercare nuove stamento” è nella Piccola Nube di Magellano, civiltà e stabilire fraterne relazioni socialiste dalla quale la vecchia Via Lattea appare come con loro”. E con lui anche i pionieri Maddy e un enorme gorgo rossastro, che tinge di san- Martin, arruolati dal Servizio Coloniale e spediti come carne da cannone sul desertico congue le notti prive di Luna. tinente codificato come F-2004, New Iowa, a Gli inquilini del pianeta si ritrovano così schia- Fort Eisenhower, un “avamposto a metà stravi di un disco enorme, che gli scienziati sti- da tra il Selvaggio West e l’Era del Radar”, non mano potere ospitare molti miliardi di Terre tarderanno a scoprire il risvolto più cupo vista l’immensa estensione della sua superfi- dell’ignoto. cie e che, in virtù della sua massa stimata in non meno di cinquantamila soli, è una prigio- Negli strascichi di un conflitto geopolitico mai ne cosmica che schiaccia al suolo razzi e son- sopito, la trama si tinge del fumo della spyde, sbaragliando qualsiasi tentativo di sfida story fino a consegnarci, per “bocca” dei perda parte della più avanzata tecnologia missili- sonaggi più improbabili di tutto il libro, le stica terrestre. Malgrado le potenzialità por- guest star in trasferta dalla Metamorfosi e tentose dispiegate agli umani, nemmeno lo dalla Mosca, una catena di rivelazioni in un Spostamento ha saputo tuttavia cristallizzare processo a cascata, un effetto domino che, definitivamente la Guerra Fredda, che anzi si seppure capace di illuminare l’intero universo avvia, nei distopici anni Settanta che fanno da narrativo di Charles Stross, potrebbe non consfondo alle vicende della novella, a riscaldarsi durre nemmeno a un esito definitivo. È un gioco di scatole cinesi che sarebbe piaciuto a sempre di più. Philip K. Dick, che delle realtà annidate fece “Universo Universo distorto” distorto parte da un assunto che una delle colonne portanti della sua cosmogoCari lettori e lettrici, il caldo si fa sentire, e per quanto permetta di vedere le gentili lettrici con meno vestiti, (cosa sempre gradita) purtroppo tende anche a limitare la capacità creativa del sottoscritto, fra ritardi dei vari programmi, esami e pura e semplice voglia di non fare nulla (sì, come Emil ha fatto tutto l’anno). Ma può un critico come me farsi fermare dal caldo, specialmente quando si potrebbe avere l’onore di pubblicare un articolo sull’ultimo numero di Vdc? Certo che no- e quindi eccomi qui, a recensire il mio libro settimanale.

nia privata. I sottotesti che potremmo voler leggere in Universo distorto sono molteplici, dalle potenzialità mitopoietiche della letteratura alle connessioni della fantascienza con l’immaginario popolare, fino alla ricostruzione d’ambiente capace di gettare una nuova, sinistra luce sui mitici anni Settanta (e non solo quelli, a dire la verità). I retroscena sono poi una sintesi mirabile tra la frenesia speculativa di Accelerando e la sindrome del controllo che fa da sfondo alla Galassia “eschatonizzata” de L’alba del disastro, che riesce a fare affiorare progressivamente la profondità di una prospettiva postumana (o postesapodica?) in un contesto apparentemente relegato in una dimensione atemporale. E l’elemento di maggior pregio di questo romanzo breve è forse proprio la sua carica immaginifica, capace di regalarci visioni spiazzanti coniugando il surreale all’orrore, senza paura di innestare la marcia quando si tratta di virare il sogno nell’incubo.

Voci di Corridoio

Megadirettore Galattico: Simone Pellegrin Dittatore Naturale: Giovanni Mason Numi Tutelari: Elia Ferrari Giovanni Ferrari Direttore Responsabile: Giorgio Montolivo Caporedattore: Carlo De Grazia Art Directors: Marco Rossi Andrea Violetto Redazione: Francesco Guida Luca Tagliabue

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segue Marce dalla prima solo perché possono dire a tizio e a caio di flettere, magari facendo le stesse cose e gli stessi errori che loro criticavano tanto. Comunque ricordate che venite sempre dopo tutti gli altri con più anni di collegio e più esperienza alle spalle; quindi sappiate stare al vostro posto in tutte le situazioni, dopodiché vengono tutti gli altri, quelli che non dovrebbero solo tirare la carretta ma guidarla, chiaramente seguendo una sorta di gerarchia di anzianità. Ho sentito un sacco parlare tramite mie fide spie che ci sono un sacco di argomenti su cui non vi trovate d’accordo in collegio, così voglio dare la mia modesta opinione come un vecchio saggio. Punto uno “I Secessionisti”. Ma siamo matti? Non ci si può permettere di tenere in seno al collegio una piaga simile, non siamo un dormitorio o una residenza, siamo un collegio con regole scritte e non scritte che devono essere fatte rispettare, nel bene e nel male, non avendo paura di ritorsioni dall’alto perché miracolati. Un po’ di palle! “Ma così non ci fa fare il presepe vivente, il concerto o la cena delle matricole!” non voglio nemmeno sentirne parlare, tutte cose tranquillamente rinunciabili per l’unione del collegio, chi vi vieta di mettervi vestiti da pastore o da madonna in cortile? Vorrà dire che non si offrirà mangiare e bere! Chi vi vieta di fare una cena delle matricole in corridoio o alla cooperativa? Volere è potere, non me ne frega un beneamato biiiippp se una matricola ha 31 anni, evidentemente è così indietro da non capire a cosa serva la matricola, è sempre l’ultimo arrivato in una famiglia e quindi sta alle regole del posto in cui si ritrova; se poi gli viene anche permesso di fare proseliti in giovani persone ancora troppo deboli per decidere da sole, allora siamo alla frutta: quel-

lo che non capisce è che fra un anno o due se ne va e il poveretto circuìto con la forza dello stesso idioma rimarrà da solo e sarà brutto allora vivere senza il suo paparino. Avrei piacere di fare quattro chiacchiere con il Che Guevara sardo ‘de no artri’; ditegli, se vuole, chi sono e come trovarmi. Vogliamo parlare dell’altro “tieniiltempo” sardo? Che dopo un inizio (l’anno scorso nda) da brava matricola ha sclerato e se ne è distaccato. Ora dà consigli ai poveri neo-arrivati su che strada fare per non incontrare i “brutti e cattivi” in giro per il collegio! Questo dimostra che non ha capito un cazzo: bisogna farsi conoscere e apprezzare invece di scappare e rifugiarsi in quattro mura sgattaiolando come ladri. Chiedetegli come ha vissuto bene il collegio dalla primavera dell’anno scorso in avanti, oppure chiedete a quel furbone di Biscotti come ha vissuto bene gli anni al Fraccaro per poi emigrare in quel posto da sfigati che è il cairoli, accolto a braccia aperte solo perché presunto giocatore di calcio, di infimo livello peraltro (sfigati!). Eccoci al gemello cattivo, che solo dal nome si capisce il perché non ha capito nulla: lui il suo l’ha fatto, non si può negare, ma dimostra così di averlo fatto senza divertirsi e senza capire cosa c’era dietro! Piaciuta l’ovilatio o la penetratio? Immagino di no, e per questo stai tranquillamente con chi non la vuole fare e li tratti come tuoi compagni d’anno? Bravo! Punto due: argomento Talio. Arrivato a marzo non ha fatto matricola, se non un paio di atio; ma non dovete sperare che non tenga il collegio, ha già dimostrato di avere un briciolo di palle quest’anno per rimanere. Per me sarebbe giusto che le facesse, anche se le conosce: dovrebbe venire da lui la voglia di essere come gli altri, perché non è più bello e né tantomeno più intelligente degli altri da bypassare tutto, solo perché arrivato in primavera (da vedersi

come una fortuna ?!) Sennò l’anno prossimo potrà fare matricola e non se lo merita. Certe questioni sono già state affrontate anni addietro con Montolivo e Gamba, che, con tutto il bene che possa volergli, non hanno brillato in presenza il loro anno di matricola! Dare seguito a queste anomalie sarebbe un errore. Ma confidando nell'intelligenza di Talio, credo che sarà un ottimo protagonista del presepe vivente, ho un’idea sul ruolo; se volete chiedetemi pure! Punto tre: argomento cairoli. Credete di non saper ribattere ad un libro scritto da ex del loro collegio? Invitateli e smerdateli, ci sono loro quinti anni che non hanno mai visto dal vivo e mai toccato la coppa cairoli (come scrisse il buon vecchio Violenza), mai vinto una partita in nessuno sport contro di noi! Sono passati 6 anni dalla sveglia con la merda e relativo video, e si muovono solo ora a scrivere qualcosa? Menomale, grazie a Dio non siamo soli! E’ l’unico collegio che merita la nostra rivalità e quindi facciamoli entrare (questa volta quando il collegio è presente, non come alla finale, con la compiacenza chi sappiamo): facciamogli presentare il libretto anche da noi e magari compratene uno così saranno felici, poveri. Basta poi chiedere il permesso per qualunque cosa, vengono le Nuovine… permesso, festa… permesso, pisciare… permesso... il collegio è vostro, non suo o di una falange di secessionisti che non sanno nulla: combattete per renderlo glorioso durante i vostri anni nelle sacre mura come è stato per chi vi ha preceduto. Non date tutto per scontato, la pappa non è sempre pronta e non ci saranno sempre le persone che tirano la carretta. IDEM VELLE

segue Monto dalla prima I riferimenti alla foto pubblicata a pag. 8 di VdC #101, oltre che impliciti ed anonimi, sono di pura fantasia. Li giustifica e palesa lo spirito umoristico della testata. Sia ciò inteso a scanso di ogni equivoco, nonché rivendicazione pseudo-giuridica.

AVVISO Molti di noi si sono già mossi per andare a sentire Guccini, che suonerà al PalaRavizza il 27 novembre. Per info, potete rivolgervi al manicure personale di Guccini (Juanita #50).

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contro cui Marce si scaglia col proprio articolo. Difficile non trovarsi d'accordo con queste parole di spronamento: il collegio non può andare alla deriva come se qualcuno potesse poi risolvere tutto in un colpo. Il problema è conciliare questo “bisogno di autorità” con le dinamiche del collegio stesso. Il discorso pronunciato da Violenza in assemblea, pur muovendo da problematiche sentite e ben individuate (poco rigore e poca iniziativa), ha preso una pessima piega, portando a dire sia che il più anziano comanda, sia che il Comitato ha potere esecutivo. Due concetti non solo contradditorî, ma anche ambedue falsi. Benché per ogni collegiale, anche dopo la matricola, persista il dovere di seguire le indicazioni dei più anziani, non basta essere cagati lì da sette anni per governare l'intero collegio; figuriamoci per contrastare il Consiglio degli anziani. Certo, vi sono state in passato personalità di spicco che avevano quasi tutta la collegialità dietro di sé; ma solo grazie a un'esperienza ed un carisma capaci di persuadere la mag-

Marce

gioranza, godevano di tale prestigio. In ogni situazione di conflitto, non è il più anziano, ma la comunità degli anziani (dal quarto anno in su), ad avere l'ultima parola. Analogamente, non essendo mai esistito un decano (dal 1968 in poi), solo il Consiglio degli anziani potrebbe stabilire che, con o senza elezioni, una o più persone vengano investite di un simile imperio. Anche il Comitato, perciò, non può andare oltre le funzioni di rappresentanza che gli sono proprie: il Comitato presiede suoi pari - non sottoposti. Così, ammesso che Marce abbia goduto di un consenso molto ampio, se Giuliano (che stimo e non ho intenzione di porre a confronto) mira ad una posizione analoga, sappia che questo dipende esclusivamente dalla libera fiducia che saprà attrarre. Lo stesso valga per Violetto, Messina, Gotta o chiunque si troverà al centro di tali dispute. Io, come al solito, non mi limiterò a scrivere; ma vi romperò amorevolmente le scatole. Idem velle.


FRAMMENTI MANCANTI Rubrica poetica a cura di Eleno porterà, Savini ha deciso di proporci un quadro malinconico di una stagione fredda, bianca. Dal punto di vista strutturale, l’autore mette la palla in buca sin dall’inizio, con uno stupendo enjambement, creando suspanse tra il primo e il secondo verso, espandendo all’infinito i luoghi coperti dalla brina. Il tocco da maestro, che anticipa il genio savinesco, è il finale: quel sole pallido che sembra dirci addio, giocando a nascondino con la nebbia. La nebbia ci apre un altro universo, un’altra facoltà del nostro: la preveggenza. La tematica di questa poesia è infatti adattabile all’ambiente paese, soprattutto di questi giorni, quando, per andare alla nave devo portarmi una sega e tagliare la nebbia. io stesso, prima di leggere la data di composizione, pensavo che Savini senior l’avesse scritta nell’intimità della sua camera, tra una flessione e l’altra. Dopo Uzzino la storia si ripete: il Collegio ha ospitato ed ospita dei veri poeti.

*** La brina sui prati sui tetti è dappertutto. In giro il freddo regna sovrano e il sole viene nascosto a poco a poco. Angelo Savini (1989) ***

Pochi versi, di un’essenzialità spontanea, scritti quasi di getto quando Angelo era ancora in culla. Mentre si legge la poesia, è ancora possibile vedere le manine da infante prendere calamaio e penna e rendere espliciti i propri sentimenti. Ben consapevole della imperitura fama che la rubrica “Frammenti mancanti” di Vdc gli

Il poeta in un ritratto della maturità

I PERCHÉ DEL SOMA Mentre trafficavo per cercare la risposta Perchè si dice fare un brindisi? al primo "Perchè" dell'anno, ho tovato un'altra cazzata degna di nota: il brindisi La parola 'brindisi' deriva dal tedesco 'Bring nel mondo anglosassone si chiama Dir's', che letteralmente significa "porto "toast" (proprio nel senso di fetta di pane questo (bicchiere) a te". Questa formula è abbrustolita). "Mah, chissà perchè?" mi stata utilizzata inizialmete dai popoli ger- son chiesto.. E così ho scoperto che antimanici; il "Bring Dir's" si è poi diffuso camente gli inglesi non iniziavano mai a bere senza aver prima inzuppato una crosta di pane abbrustolito nel vino, e da lì è nato l'uso di chiamare il brindisi, toast appunto. PS. a grande richiesta di tutti i miei 4 lettori ricominciano i "Perchè de Soma"!!! Seeeeeeee!!! Grandeeee!!! Dato che però il Soma ha la fantasia di un criceto che ha deciso di andare alle Barbados solo perchè ha pensato che qui fa veramente freddo e se fa freddo poi nevica e la neve è bianca e lui in fondo odia il bianco, se avete dei perchè da porre al Sommo Soma, potete inviarli comodamente da casa nell'Europa Mediterranea, ed è stato traslit- con raccomandata A/R contenente 573 terato in intaliano con "brindisi", in spagno- euro, un gratta e parcheggia da mezz'ora, lo con "brindis" e in francese con "brinde". un innaffiatore blu e una cannuccia entro La radice dell'omonima città è invece greca la data indicata sul fondo della confezio(Brentèsion) e le parole non sono perciò ne. corradicali né tantomeno sinsemiche. Alla prossima!!!

In serbo per voi una sospresa sosprendente: nel prossimo numero il primo grande concorso della nuova gestione di VdC. Da leccarsi i baffi!

Novembre al cinema Gli appuntamenti del mese Ben tre rassegne di diversa origine allietano il nostro autunno. KOS: Libera-mente (LM) Cineforum su bioetica e libertà Aula del '400, ore 20:30 GHISLIERI MUSICA: Berliner Cafè (BC) Cineforum sul movimento berlinese anni '30. Aula Magna Ghislieri, ore 20:30 BLUESFORCE: Cinestesia (CS) Cinema muto e colonna sonora live. Spazio Musica, ore 21 mer 4 | BC | "Lulù - Il vaso di Pandora" di Georg Wilhelm Pabst (Ger, 1928) gio 5 | LM | "Le invasioni barbariche" di Denys Arcand (Can, 2003) mar 10 | CS | "The crowd" di King Vidor (USA, 1928) gio 12 | LM | "Lo scafandro e la farfalla" di Julian Schnabel (FR, 2007) mar 24 | BC | "M - Il mostro di Düsseldorf" di Fritz Lang (1931)

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Antologia Clandestina

imparato a fotografare i sentimenti delle persone che ci prendono con sé. Per adesso posso definirmi un libro puro, fabbricato a mano da Ti suonerà strano che io sappia scrivere, di una famiglia che aveva nei piedi la Storia del solito le parole si trovano su tutto il mondo, se avvicini il mio corpo, il più delle volte viaggio naso al mio corpo, incatenato nella mente di qualcuno, potrai sentire l’aria di aspettando che, per qualche motivo, Kathmandu, con le magari il più (futile), lui cominci a sue spezie, i suoi arosolleticarmi dappertutto. Sono il libro, mi, le mogli che prenon quel libro, né quell’altro, ma queparano l’urd dahl, e le sto libro. Gli antichi romani direbbero nonne che osservano “idem”. Scusate il Latino, noi libri la vita e non parlano. siamo stati preparati a ricevere qualsiTutto il resto è capitaasi tipo di linguaggio. Le nostre conoto velocemente: sono scenze non si fermano soltanto qui, stato accompagnato in infatti sappiamo tutto della nostra Italia da uno zaino dal storia, chi ci ha fatto, chi ci ha comquale ogni tanto sbuprato, sul perché mi trovo qui abbancava un pelato che mi donato sul sedile di un treno diretto osservava con curiosichissà dove. Prima vi ho mentito, noi tà. L’ultimo mio prolibri sappiamo quasi tutto, infatti non prietario (almeno il avendo i tuoi cinque sensi, abbiamo più duraturo) mi conti nuava ad aprire, chiudere, passava delle ore a guardare le mie pagine

1° novembre 1959 – 2009

Voci di Corridoio ricorda il fondatore del nostro Collegio. Cinquant'anni fa moriva Plinio Fraccaro (Bassano del Grappa, 8 gennaio 1883 - Pavia , 1 novembre 1959), il grande Rettore del Dopoguerra che rilanciò le sorti del nostro Ateneo. Suo l'esperimento dei nuovi collegi universitari; porta il suo nome il nostro collegio, voluto da Fraccaro ed istituito postumo, nel 1963. Così la lapide posta all'ingresso:

“QUESTO EDIFICIO, ANNESSO IN ORIGINE ALL’OSPEDALE SAN MATTEO E DAL 1933 INTITOLATO COME SCUOLA MILITARE A LUIGI MENABREA, NEL 1955 FU DONATO DAL COMUNE ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI, CHE LO DESTINÒ A SEDE DI UN NUOVO COLLEGIO UNIVERSITARIO. L’OPERA, IDEATA DA PLINIO FRACCARO, RETTORE DAL 1943 AL 1959, FU ATTUATA NEL 1963 DAL SUO SUCCESSORE, LUIGI DE CARO. A RICORDO DELLA DEDIZIONE CON CUI PLINIO FRACCARO PROMOSSE IL RINNOVAMENTO DELL’ATENEO PAVESE, IL COLLEGIO DI PAVIA PORTA IL SUO NOME. PAVIA, 11-XI-MCLXIII.” Quel 1° novembre di cinquant’anni fa sarebbe stato il primo giorno dell’ultimo anno da Rettore, dopo sedici anni di carica, dal 1943 al 1959 (con il solo breve intervallo della Repubblica Sociale Italiana, che lo fece dimettere), nel corso dei quali si distinse per importanti meriti scientifici e ricevette la laurea honoris causa in lettere di Oxford. Il Centro per la Storia dell'Ateneo lo ricorda per il “suo non smentibile ma bonario scetticismo sulla natura degli uomini, non disgiunto, tuttavia, da un profondo rispetto per ogni forma genuina di umanità”.

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bianche, come se i solchi della penna fossero già sul mio corpo. Pensa, pensa e ripensa, e alla fine si accese una piccola miccia nella sua testa: lasciarmi su di un treno a caso, libero di viaggiare e di ricevere i pensieri dei viaggiatori. Non so chi mi scriverà, questo è certo, come sono certi i pensieri liberi che mi amplieranno. Eleno

Corri corri cairolino, ma tanto il fuoco non si spegne...


Pubblichiamo, scusandoci per il ritardo, la lettera con cui il nostro Rettore si scusava della propria assenza alla finale di calcio dell’anno passato.

“Cari ragazzi, mi congratulo con tutti voi per i successi sportivi che danno lustro al collegio. La serie continua e spero che possa allungarsi. Avrei voluto essere presente alla finale di calcio e condividere con voi speranze, gioie e pene, purtroppo per motivi di salute non ero presente a Pavia. Spero comunque di poter festeggiare con voi i prossimi appuntamenti. Vostro Rettore, Giorgio Panella�

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SAPEVATELO for DUMMIES Visto che settimana scorsa è stato troppo difficile vogliamo darvi una seconda opportunità con il Sapevatelo for Dummies. Gli indizi sono gli stessi ma 2 delle immagini sono state sostituite con altre meno impossibili. se non lo indovinate ora... dovete cambiare mestiere. per il resto vale tutto come settimana scorsa e insieme al fraccarotto misterioso vogliamo anche la soluzione dei 2 intrusi se no niente squirting toy! (ricordo che uzzino non lo riceverà comunque)

Cari collegiali, sono lieto di annunciare l’organizzazione di un evento che potrà sembrare per terroni, ma nasce proprio dal desiderio di trascorrere una serata di musica folkloristica meridionale (Pizzica salentina e Tarantella siciliana, naturalmente accompagnate da buon vino) con coloro che terroni non sono per niente. La serata si terrà presso la Baracca del Vigile sulla Strada del Canarazzo (Carbonara Ticino, fraz. Casoni): se cena o happy hour, se venerdì 13 o 20 novembre, se quest'anno o il prossimo, sarà stabilito a seconda delle adesioni. Il giorno e l'ora saranno comunicati appena possibile. L’invito è esteso ad amici ed amici di amici, specie se del sesso debole, che allieterò con l'instancabile suono del mio tamburello. Sarei felice se aderiste in gran numero! Per maggiori INFO, camera 43. Lecce

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