EDITORIALE
Oltre l’equinozio
l’intensa estate di Papa Francesco di EMILIO SALVATORE
I
l prossimo 23 settembre cadrà l’equinozio d’autunno ossia il momento in cui su tutta la Terra vi saranno esattamente dodici ore di sole e dodici ore di buio. La linea che divide l’emisfero illuminato da quello immerso nell’ombra passerà dai meridiani, uno dopo l’altro, a motivo della rotazione terrestre. La Terra risulterà divisa in due da questa linea, da questo confine. Vorrei partire da questa ricorrenza astronomica per una riflessione che ho sviluppato nel corso dell’estate guardando alla straordinaria testimonianza di Papa Francesco.
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un’altra stra re e rr o rc e ep a. «E’ possibil della guerr a ll e u q a d le di da? Diversa questa spira a d e ir sc u dato, agPossiamo », ha doman ? e rt o m e mdolore penso ai ba « io c c ra b a giungendo a loro...» bini, soltanto
Infatti l’estate che sta finendo lo ha visto protagonista di una serie di gesti che hanno lasciato il segno nel cuore dei credenti e dei non credenti. Il primo è stato aver smitizzato l’estate come tempo di vacanza. Il Papa non ha avuto un soggiorno particolare da qualche parte: solo il giorno di Ferragosto ha sostato a Castelgandolfo, poi ha continuato la sua attività, restando in Vaticano, per poter meglio seguire le vicende della Chiesa e del mondo. Tutto era iniziato il 23 giugno, con l’assenza al concerto organizzato “in suo onore” in Vaticano per l’Anno della fede. Il comportamento, per quanto apparentemente ruvido e scortese, diceva con chiarezza la priorità di altre incombenze urgenti. E di fatto prima l’enciclica Lumen fidei; poi la decisione
di canonizzare Giovanni Paolo II e – in modo inatteso – Giovanni XXIII; l’intenso lavoro di riordino dello IOR e più in generale le finanze vaticane; una variegata e importante riforma vaticana in campo giudiziario. Ma, in modo particolare, la simbolica ma epocale visita a Lampedusa dell’8 luglio. Con quest’ultima il Papa ascriveva a se stesso un ruolo unico nel mondo, colui che rimette sull’agenda dei grandi le storie dei piccoli e dei dimenticati. Lo stile è chiaro: Lampedusa è una frontiera non solo geografica ma anche culturale e religiosa, ma invece di analizzarlo dalla cattedra, il Papa lo se-
n.8
Settembre 2013
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