


Leader nell’industria molitoria, Alapala continua a ridefinire il settore con oltre 70 anni di esperienza e una visione costante di innovazione. La novità Similago II rappresenta un passo fondamentale verso il futuro della macinazione, combinando prestazioni superiori e tecnologie all’avanguardia. Con lo slogan “Macinatura rivoluzionaria: Il Futuro Inizia qui!”, non è solo una macchina, ma una piattaforma tecnologica che ridefinisce gli standard dell’industria molitoria, mettendo in primo piano efficienza, affidabilità e sostenibilità.
Design italiano ed eccellenza ingegneristica
Similago II è il risultato di una collaborazione tra il team di Ricerca e Sviluppo di Alapala e Italdesign, rinomato per la sua innovazione nei settori automobilistico, industriale ed elettronica di consumo. Grazie a tale partnership, il molino non solo presenta un’estetica raffinata, ma integra anche un design smart che ottimizza l’efficienza operativa e migliora l’esperienza dell’utente. La sinergia tra tecnologia e design ha permesso a Similago II di ricevere importanti riconoscimenti, tra cui il Premio di Design Tedesco 2022”, il “Premio Tedesco per l’Innovazione 2022 e il Bronzo IDA Design Awards 2024.
Il design fluido e aerodinamico consente un facile accesso ai componenti interni, semplificando le operazioni di manutenzione e pulizia, aumentando così la durata della macchina e facilitando il lavoro degli operatori. Realizzato con materiali di alta qualità, è progettato per resistere a operazioni di macinazione intense, assicurando una lunga vita utile e il massimo ritorno sull’investimento. Il design intelligente riduce i tempi di inattività e ottimizza l’efficienza operativa, grazie alla possibilità di eseguire cambi rapidi dei
ci, migliorando la precisione e l’efficienza del processo di rettifica. Infine, gli operatori possono accedere ai dati di processo in tempo reale tramite un pannello di controllo avanzato, con la possibilità di gestire a distanza e ottimizzare le prestazioni della macchina.
Similago II è progettato per garantire un funzionamento continuo e senza intoppi, riducendo al minimo i tempi di fermo e ottimizzando le operazioni di manutenzione. La progettazione dell’accesso ai componenti, i cambi rapidi dei rulli e il sistema di lubrificazione centrale riducono i tempi di manutenzione, massimizzando l’efficienza complessiva. Inoltre, la macchina soddisfa i più rigorosi standard di igiene: la struttura liscia e isolata previene la condensa e la contaminazione, mentre le superfici di contatto in acciaio inossidabile (opzionali) garantiscono un’adeguata conformità alle normative di sicurezza alimentare.
Punto di riferimento a livello globale, il Gruppo Anselmo si distingue per la capacità di offrire una gamma completa di impianti altamente specializzati e diversificati, spaziando dalla produzione di pasta secca (lunga, corta, speciale e senza glutine) a quella fresca ripiena e non, inclusi formati come tortellini e ravioli, oltre a linee per snack, pellet, cereali, farine istantanee e prodotti espansi. Il Gruppo partecipa ad Ipack-Ima insieme alle aziende partner: Anselmo, FEN, Omar e la new entry Facchini, con un’offerta senza pari nel mercato globale della trasformazione di cereali e legumi, presentando in anteprima la linea per spaghetti capace di raggiun-
Fava Storci porta all’attenzione dei visitatori di Ipack-Ima una serie di innovazioni tecnologiche che sottolineano il continuo impegno dell’azienda in ricerca e sviluppo di soluzioni all’avanguardia per l’industria pastaria.
Tra le novità più rilevanti, i risultati della continua evoluzione della linea di pasta lunga GPL 180, con un focus sulla zona di raffreddamento, che va dalla fine dell’essiccazione all’ingresso nel silo. Tale fase, da sempre cruciale nel processo produttivo, è stata oggetto di un attento studio per un risparmio energetico significativo, con riduzioni che raggiungono circa il 30%. La nuova tecnologia proposta, infatti, non solo ottimizza i consumi energetici, ma permette anche una gestione più stabile e controllata della pasta. Un ulteriore passo avanti riguarda l’utilizzo di sistemi predittivi avanzati per monitorare l’umidità della pasta in uscita dal processo, permettendo di anticipare eventuali difformità e di garantire la conformità alle specifiche qualità richieste. Fava Storci presenta anche una linea di produzione per couscous interamente montata, che dimostra come l’innovazione si appli-
pasta lunga GPL 180 da 4000kg/h e dettaglio della zona di ingresso del raffreddatore (Fava
Azienda di punta del Gruppo Pellicola e di proprietà dell’omonima famiglia, Molitecnica Sud ha concentrato la propria offerta sulle soluzioni agroindustriali.
Sistemi di trasporto e dosaggio per prodotti granulari (Molitecnica Sud).
Fondata ad Altamura, Ba, l’azienda nasce dall’idea del Cavaliere del Lavoro Giuseppe Pellicola , già capo mugnaio con una vasta esperienza nel settore, di costruire macchine per molini. Oggi, grazie alla gestione della terza generazione della famiglia Pellicola, è diventata un partner di riferimento per i clienti di tutto il mondo, con soluzioni per l’industria della pasta e del couscous, tra cui sistemi di alimentazione dei sili degli sfarinati, stoccaggio e controllo degli sfarinati, sistemi di alimentazione delle presse per linee di pasta, e sistemi di recupero e macinazione degli sfridi di pasta secca. Inoltre, fornisce soluzioni per l’industria dei prodotti granulari e farinosi, come sistemi di stoccaggio in vari materiali, sistemi di controllo dei prodotti stoccati, alimentazione, dosaggio e miscelazione, e aspirazione dai silos.
Uno studio condotto dell’ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e pubblicato su Journal of Food Composition and Analysis, si concentra sull’analisi della composizione elementare di diverse farine commerciali, con particolare attenzione ai metalli traccia tossici. L’obiettivo è identificare marcatori di contaminazione, dovuti alla crescita dei cereali in terreni contaminati e/o al processo di lavorazione a cui i cereali sono sottoposti per ottenere la farina. A tal fine, sono state acquistate e analizzate diverse tipologie di farina (grano tenero, grano duro, avena, mais, farro e riso) utilizzando ICPMS a triplo quadrupolo, situato in una cleanroom ISO 6. Arsenico, cadmio e piombo rilevati potrebbero essere legati alla contaminazione del suolo. Il vanadio è quindi identificato come un marcatore utile di contaminazione del processo, poiché è comunemente scarso nel suolo, ma molto presente nei cilindri di macinazione pesante. La scarsa manutenzione, le condizioni di usura e ragioni economiche potrebbero essere alcune delle cause della contaminazione del processo. Infine, è stato identificato un possibile marcatore per le farine di grano tipo 00, osservando la tendenza del cesio ad accumularsi nelle parti interne del chicco di grano.
Le materie prime e i parametri del processo nella produzione del pane possono modulare l’indice glicemico, che a sua volta è correlato a una maggiore soddisfazione della fame e a un migliore mantenimento della sazietà.
L’obiettivo di una ricerca uscita su Frontiers in Nutrition era indagare se l’utilizzo di farina di grano non raffinata, l’aggiunta di cereali integri nella formulazione o la variazione del tempo di cottura avessero un effetto su caratteristiche fisiche, qualità sensoriale, indice glicemico e le sensazioni di sazietà nel pane a lievitazione naturale. Ricercatori macedoni hanno utilizzato tre tipi di pane a lievitazione naturale congelato e parzialmente cotto, e cotti al termine della cottura per due tempi differenti (tempo di cottura lungo e breve). È stato effettuato uno studio randomizzato controllato incrociato con 10 adulti sani, che ne hanno consumato una quantità sufficiente ad ingerire 50 g di carboidrati disponibili. I partecipanti hanno autoriferito le sensazioni di appetito su una scala visiva analogica (VAS) di 10 cm nel corso di 180 minuti. Inoltre, i prodotti sono stati sottoposti a valutazioni di accettabilità complessiva e sono stati esaminati diversi attributi sensoriali sulla scala JAR (Just About Right). Diverse formulazioni del pane (farina raffinata, di grano non raffinata, di cereali o cereali integri) e la variazione del tempo di cottura hanno influenzato (p<0,005) le caratteristiche fisiche, texturali e sensoriali. La variazione dei parametri sopra menzionati ha ridotto l’indice glicemico, ma non in modo significativo (p>0,005). Non è stata trovata alcuna correlazione tra un indice glicemico più basso, la sazietà e la soddisfazione. Il punteggio di gradimento e l’area incrementale sotto la curva (iAUC) di sazietà e soddisfazione sono stati calcolati come più alti nel pane a lievitazione naturale con cereali aggiunti.
Sebbene i rifiuti di pane vengano spesso trasformati in pangrattato per l’uso in formulazioni per impanature, un metodo alternativo per aggiungere valore a questo sottoprodotto è incorporarlo nelle applicazioni di snack alimentari. Scienziati canadesi hanno esaminato l’estrusione del pangrattato in condizioni variabili di umidità del materiale di partenza (13, 15 o 17%) e temperatura della matrice (120° o 150°C). Per aumentare il contenuto di fibra alimentare totale (TDF) negli estrusi, la formula base del pangrattato è stata integrata con amido resistente di tipo 2 e 4 (RS2 e RS4) a diverse concentrazioni (15 e 30%). Le proprietà fisiche e tecnico-funzionali degli estrusi di pangrattato risultanti (BCE) sono state quindi analizzate. Dai risultati pubblicati su Cereal Chemistry, il contenuto di TDF nei BCE è aumentato con un contenuto di umidità del materiale di partenza più elevato, ma non è stato influenzato dalle diverse temperature della matrice. Il più alto indice di espansione radiale (6,33) tra i BCE arricchiti con RS è stato ottenuto con i BCE arricchiti con RS2 estrusi a una temperatura della matrice di 120°C e un contenuto di umidità del materiale di partenza del 13%. L’arricchimento con RS4 ha anche prodotto BCE con proprietà simili sotto determinate condizioni di estrusione.
Non è emersa una differenza significativa nel contenuto di TDF tra BCE arricchiti con RS2 e RS4 al più basso contenuto di umidità del materiale di partenza studiato. Complessivamente, l’integrazione di RS2 ha avuto un impatto meno negativo su indice di espansione dell’estruso, densità e croccantezza rispetto all’arricchimento con RS4, suggerendo una maggiore idoneità di RS2 per le applicazioni di snack alimentari. Tutti i BCE prodotti avevano contenuti di TDF superiori al 6%, consentendo loro di portare la dicitura “ad alto contenuto di fibra” secondo le normative dell’Unione Europea.
In una ricerca dell’ISS - Istituto Superiore di Sanità pubblicata su Food Chemistry, sono stati determinati 242 fattori di processo (Pf) per 34 pesticidi studiati nei prodotti di macinazione (farina, semola, crusca, semolato, crusca fine) e nella pasta raffinata e integrale. Il grano duro cv Platone è stato coltivato sul campo e trattato con formulazioni contenenti acetamiprid, lambda-cialotrina, deltametrina, benzovindiflupir e protioconazolo, a dosaggi 5 volte superiori a quelli riportati sull’etichetta. Una parte del grano non trattato è stata fortificata in laboratorio con una miscela di 31 pesticidi (organofosfati, organoclorurati, piretroidi e altri) a livelli di spiking di 1,83,5 mg kg-1. Sono stati utilizzati impianti pilota per simulare i processi industriali di macinazione e produzione della pasta. I residui di pesticidi, determinati con il metodo QuEChERS, con tecniche LC/ GC-MS/MS, sono risultati bassi in farina, semola e pasta (Pf<1), ma elevati in crusca e semolato (Pf=1,9-6,8). È quindi necessaria una selezione accurata della qualità del grano per la produzione di crusca e alimenti integrali per proteggere la salute umana e animale.
Scienziati indiani hanno condotto un esperimento per formulare una pasta senza glutine arricchita in proteine, usando farina di riso e di ceci in diverse proporzioni (90:10, 80:20 e 70:30) come ingredienti base. Tale miscela è stata arricchita con polvere di buccia di mango per aumentare i fitonutrienti e con gomma guar come agente legante. I risultati sono stati pubblicati su International Food Research Journal
I tre migliori campioni di pasta sono stati selezionati in base a qualità di cottura, colore e accettabilità complessiva di 27 formulazioni. Le proporzioni ottimali degli ingredienti sono risultate essere 80:20 per farina base e polvere di buccia di mango, con gomma guar al 10 e 4,5% della farina base. Il campione ottimizzato ha mostrato un contenuto proteico dell’11,36±0,42%, un contenuto di cenere dell’1,04±0,01%, un contenuto totale di fenoli di 154,17±2,42 mg GAE/100 g, un’attività scavenger radicale del 72,53±0,84% e un punteggio sensoriale di 8,33±0,65 come accettabilità complessiva. Le analisi microstrutturali e FTIR della pasta innovativa hanno rivelato una matrice composita amido-proteine dovuta all’incorporazione della polvere di buccia di mango. Pertanto, questa pasta innovativa con ingredienti a basso costo potrebbe essere commercialmente valida e utilizzata come alternativa dietetica per le persone con celiachia.
In una ricerca presentata su Poultry Science, scienziati emiratini hanno valutato gli effetti dell’estratto di polvere di foglie di Moringa oleifera stabilizzato con nanoparticelle di zinco (ZnNPs-MLPE) come promotore naturale della crescita nelle diete per polli. Un totale di 264 pulcini Ross 308 di un giorno è stato assegnato in modo casuale a quattro trattamenti, con ciascun gruppo suddiviso in sei repliche da 11 pulcini ciascuna. Il gruppo di controllo ha ricevuto una dieta di base senza additivi, mentre ai gruppi sperimentali sono stati somministrati 1,0, 2,0 o 3,0 cm³ di ZnNPs-MLPE per litro di miscela alimentare.
I risultati hanno dimostrato che l’integrazione con 2,0 e 3,0 cm³/L di ZnNPs-MLPE ha migliorato il peso corporeo vivo (LBW) e l’aumento di peso (BWG). L’assunzione di mangime (FI) e l’indice di conversione alimentare (FCR) non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi trattati e quello di controllo, indicando che l’additivo non ha avuto effetti negativi sull’efficienza alimentare. Tuttavia, nei gruppi trattati con ZnNPs-MLPE è stato osservato un aumento del grasso addominale rispetto al controllo.
Le analisi del sangue hanno rivelato che i gruppi trattati con ZnNPsMLPE presentavano livelli più bassi di colesterolo totale (TC), trigliceridi (TG), lipoproteine a bassa densità (LDL), lipoproteine a densi-
Scienziati irlandesi hanno condotto tre esperimenti per valutare gli effetti della sostituzione totale o parziale dell’orzo laminato con lolla di soia (SH) nel concentrato, offerto come supplemento a insilato d’erba dominato da loglio perenne o ad libitum, su consumo, fermentazione ruminale, efficienza alimentare, caratteristiche della carcassa e alcuni parametri qualitativi della carne. I risultati sono apparsi su Livestock Science
I concentrati di controllo erano composti da (g/kg peso fresco): orzo laminato (860 g/kg), farina di soia (60 g/kg), melassa di canna (50 g/kg) e minerali e vitamine (25 g/kg). Nei concentrati sperimentali, l’orzo (+ farina di soia) è stato sostituito con lolla di soia. I livelli di inclusione di SH (g/kg peso fresco) erano: SH-0 e 933 (Esperimento 1); SH-0, 200, 400, 600 e 800 (Esperimenti 2a e 2b). I concentrati sono stati somministrati ai bovini in accrescimento come supplemento all’insilato d’erba per 90 giorni nell’Esperimento 1 e per 71 giorni nell’Esperimento 2a (1,7 e 3,0 kg di sostanza secca (SS) al giorno).
Nell’Esperimento 2b, i concentrati sono stati offerti ad libitum ai bovini in fase di finissaggio per 70 giorni.
Nell’Esperimento 1, l’inclusione di SH nel supplemento concentrato non ha avuto effetti su: assunzione totale di SS, incremento ponderale giornaliero (LWG), rapporto di conversione alimentare (FCR) o rapporto acetato-propionato nel fluido ruminale. Nell’Esperimento 2a, all’aumentare del livello di inclusione di SH nel concentrato, si sono osservati una riduzione del LWG e un aumento del FCR, men tre l’assunzione totale di SS non ha mostrato differenze fra i trattamenti. Nell’Esperimen to 2b, un aumento del livello di SH nel con centrato ha determinato un incremento del consumo di SS e del FCR, oltre a una riduzione del LWG, del peso alla macella zione, del peso della carcassa e del punteg gio di grasso della carcassa.
Nell’Esperimento 2b, l’aumento del livello di SH nel concentrato non ha influenzato il colore del muscolo longissimus ma ha aumentato la percentuale di acidi grassi saturi totali, acido vaccenico, linolenico e acidi li noleici coniugati, riducendo al
Leader nella progettazione e realizzazione di macchine cubettatrici, General Dies presenta una macchina nuova, che rappresenta un concentrato di tradizione, tecnologia e prestazioni senza precedenti, racchiudendo in sé l’esperienza e la storia dell’azienda. La K96 si distingue per una struttura robusta, componenti selezionati e dimensionati, regolazione manuale o automatica dei rulli, raffreddamento dei cuscinetti dei rulli con rilevamento temperatura, espulsione rapida della trafila, lubrificazione automatica, arganello elettrico e automazione.
La macchina si caratterizza per un design rinnovato, che ottimizza lo spazio e migliora il flusso operativo. Tra le innovazioni più rilevanti spicca il sistema di tensionamento della slitta motore, che garantisce maggiore precisione e riduce l’usura nel tempo, così come l’introduzione di sensori di rilevamento per le porte aperte, che migliora la sicurezza degli operatori e permette un controllo più efficace dell’intero processo produttivo.
Tecnologia all’avanguardia per prestazioni ottimali
Il nuovo sistema di rotazione lenta, integrato direttamente nel gruppo motore principale, rappresenta un’importante innovazione in termini di praticità operativa. Questa soluzione semplifica lo sbloccaggio della trafila, facilita la regolazione dei rulli e rende più agevole lo smontaggio della trafila, migliorando sensibilmente l’efficienza nelle operazioni di manutenzione. Inoltre, i nuovi condotti di aerazione assicurano una migliore dissipazione del calore, garantendo prestazioni ottimali anche durante i cicli di lavoro più intensi. Il portellone, completamente riprogettato, facilita l’accesso alle componenti interne, rendendo le operazioni di manutenzione più rapide ed efficienti.
Attraverso le proprie aziende, Cusinato Giovanni e CMB, la Cusinato Group ha recentemente progettato, realizzato e installato tre impianti di rilievo per clienti attivi in diversi settori. Il primo, dedicato alla produzione di pasta corta, è stato sviluppato per La Moderna in Messico. Collocato a 2.800 m di altitudine e progettato per soddisfare i più stringenti requisiti antisismici, l’impianto vede l’intervento di CMB nella sezione di ricezione e trattamento delle materie prime, mentre Cusinato ha curato il sistema di trasporto e stoccaggio del prodotto finito. Il secondo progetto riguarda invece la produzione di pet food per First One in Italia. Un impianto innovativo orientato alla sostenibilità ambientale, alle buone pratiche sociali, all’accuratezza dei processi e alla selezione delle materie prime. In questo contesto, Cusinato ha contribuito in modo importante alla sua realizzazione collaborando con il cliente fin dalla fase iniziale di progettazione.
Dal 1971, STM Microtec fornisce soluzioni integrate e test per la macinazione e il dosaggio, offrendo una gamma completa di servizi personalizzati, dalla singola macchina a pacchetti completi per numerose applicazioni industriali.
Per il settore alimentare molitorio, l’azienda propone soluzioni avanzate per lo shifting proteico, un processo di macinazione ultrafine e classificazione che separa le proteine dalle fibre o dall’amido, ottenendo farine speciali ad alta concentrazione proteica.
Molino a pioli con sistema criogenico per una più alta concentrazione di contenuto proteico (STM Microtec)
La crescente domanda di alimenti proteici non può più essere soddisfatta solo dalle fonti animali. Inoltre, l’impatto ambientale della produzione di proteine animali ha spinto l’industria alimentare a ricercare fonti proteiche alternative, come quelle di origine vegetale derivate da legumi, frutta secca, cereali e sottoprodotti dell’industria alimentare.
Lo shifting proteico consente di macinare e classificare un prodotto in modo ultrafine, separando le proteine da fibre e amido. Il risultato è una farina speciale con un contenuto proteico superiore al 35%, ideale per la produzione di burger vegetali, baby food, sosti-
Nel settore molitorio, la miscelazione rappresenta una fase tecnica cruciale, che incide direttamente sulla costanza qualitativa del prodotto finito. Che si tratti di farine o di blend specifici per prodotti da forno, pasta o alimenti funzionali, la precisione del processo di miscelazione è oggi un requisito imprescindibile. MAP, divisione di Wamgroup, è specializzata da oltre 40 anni nella tecnologia della miscelazione, fornendo macchinari affidabili e ad alte prestazioni per l’industria molitoria. Con oltre 10.000 miscelatori installati a livello globale, è presente in numerosi impianti europei e internazionali, inclusi quelli del settore alimentare certificato, dove efficienza operativa e qualità del processo sono fattori chiave.
Uno degli aspetti più apprezzati dai molini è l’elevata omogeneità di miscelazione ottenibile in tempi contenuti: i miscelatori MAP garantiscono risultati uniformi in pochi minuti, anche in presenza di componenti con densità differenti, ottenendo maggiore flessibilità produttiva e riduzione sensibile dei consumi energetici.
Miscelatore monoalbero WAH (Wamgroup).
La Fondazione Vincenzo Agnesi ha organizzato un convegno a Roma intitolato “Io sono pasta – Patrimonio della cucina italiana”, con la partecipazione di istituzioni, imprenditori e innovatori del mondo agroalimentare, impegnati a definire una visione condivisa per affrontare le sfide globali.
Un museo della pasta per unire imprese e istituzioni
Il presidente della Fondazione Vincenzo Agnesi, Alberto Falini, ha annunciato lo sviluppo di un nuovo museo della pasta, pensato come punto di aggregazione per le imprese e la comunità. Il progetto mira a superare la concorrenza tra imprese e a creare valore collettivo, facendo della pasta una “bandiera invisibile” del Made in Italy.
La sostenibilità e la sovranità alimentare
Il Capo Dipartimento Sovranità Alimentare del Ministero dell’Agricoltura, Marco Lupo, ha evidenziato gli sforzi del governo italiano per sostenere la filiera della pasta. Fra gli interventi più significativi, ci sono 32 milioni di euro destinati al Fondo grano duro e 2 miliardi di euro per i contratti di filiera nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Inoltre, è stata confermata la proroga al 2025 del modello sperimentale di etichettatura di origine per la pasta. Lupo ha sottolineato la crescente preoccupazione per i dazi statunitensi, ma ha ribadito la forza del sistema italiano basato sulla qualità del prodotto, piuttosto che sulla quantità.
Il settore agroalimentare italiano è chiamato ad una doppia sfida: mantenere vive le tradizioni e abbracciare l’innovazione tecnologica. Il presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Luigi Gusmeroli, ha enfatizzato l’importanza di sostenere le PMI nell’adozione dell’intelligenza artificiale, sottolineando il divario tra grandi imprese (che adottano AI nel 61% dei casi) e piccole imprese (solo il 16%).