Tecnica Molitoria agosto 2025

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Marianna Sala1 - Corinne Bani2 - Patrizia Restani2

Chiara Di Lorenzo2 - Carola Cappa1*

1Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l'Ambiente (DeFENS), Università degli Studi di Milano - Via G. Celoria 2 - 20133 Milano - Italia

2Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari Rodolfo Paoletti (DiSFeB) - Via Balzaretti 9 - 20133 Milano - Italia

Riso

Riso Violet approccio tecnologico per un compromesso fra rapidità di cottura e qualità nutrizionale

Violet Rice: a technological approach to balancing cooking time and nutritional quality

Parole chiave: riso Violet, sbiancatura, parboiling, tempo di cottura, composti antiossidanti

Sommario

Il riso Violet è una varietà pigmentata ricca di composti antiossidanti e antinfiammatori, ma il consumo è limitato dai lunghi tempi di cottura. In questo studio sono stati confrontati tre trattamenti tecnologici: sbramatura, sbiancatura e parboiling. Il riso è stato caratterizzato sia crudo che cotto in limitate quantità di acqua. I processi tecnologici applicati hanno influenzato le caratteristiche tecnologiche e fitochimiche del riso. Rispetto alla sbramatura, nel riso crudo, la sbiancatura ha ridotto la dimensione del chicco (17%), la durezza (19%), il contenuto fenolico (60%), l’attività antiossidante (59%) e il tempo di cottura (59%); mentre il trattamento di parboiling ha determinato un aumento della consistenza (110%) e una riduzione del contenuto di antocianine (88%) con tempi di cottura intermedi. L’approccio innovativo proposto ha permesso di preservare al meglio i composti nutrizionali, aumentando il contenuto di fenoli (490%) e l’attività antiossidante (450%) rispetto al riso semi-lavorato, con brevi tempi di cottura.

Keywords: Violet rice, milling, parboiling, cooking time, antioxidant compounds

Abstract

Violet rice is a pigmented variety rich in antioxidants and anti-inflammatory compounds, but its consumption is limited due to the long cooking time required. In this study, three technological treatments were compared: dehulling, milling, and parboiling. Rice samples were characterized as both raw and cooked with a limited amount of water. The technological processes affected both the physical and phytochemical properties of the rice. Compared to dehulling, milling reduced raw rice size (17%), hardness (19%), phenolic content (60%), and antioxidant activity (59%), while decreasing cooking time (59%); Parboiling resulted in a 110% increase in hardness and a reduction in anthocyanins (88%), with intermediate cooking times. The innovative strategy proposed preserved the nutritional compounds at the most (phenols +490% and antioxidant activity +450%) compared to milled sample, with short cooking times.

Fig. 1 - Riso Violet sottoposto a differenti trattamenti tecnologici.

tanamento di parte dei tegumenti esterni. Inoltre, le differenze riscontrate nei campioni crudi permangono anche nel prodotto cotto anche se la cottura ha un effetto differente nei campioni diversamente trattati. Infatti, per il campione integrale, il ΔE tra il campione crudo e cotto è pari a 3 (Tab. 1) ad indicare che le differenze cromatiche non sono percepibili visivamente (De Souza e Fernandez, 2011); diversamente, il cambiamento di colore è più evidente per i campioni parboiled e semi-lavorato essendo il ΔE pari a 14 e 17, rispettivamente. Particolarmente interessante è il campione semi-lavorato che è stato sottoposto ad un trattamento di sbiancatura parziale per cui mantiene parte dei tegumenti pigmentati (Fig. 1); poi, in seguito a cottura “tipo risotto”, i pigmenti vengono solubilizzati e successivamente (ri)assorbiti dalla cariosside che da una colorazione tendente al bianco (alti valori di L* e bassi di a*) acquisisce una colorazione tendente al rosso-rosa (con un incremento di a* del 255%).

Oltre alle caratteristiche cromatiche, all’aroma e al valore nutrizionale particolarmente importanti per il riso pigmentato, altri indicatori qualitativi che influenzano l’accettabilità del riso da parte del

FIERE

Ipack-Ima 2025: innovazione concreta, visione globale, risultati misurabili

Con un’edizione 2025 che ha superato ogni aspettativa, Ipack-Ima si conferma fulcro per le tecnologie di processo, confezionamento e materiali innovativi, sia in ambito food, segnando un’importante crescita rispetto al 2022: oltre 400 espositori internazionali (più che raddoppiati) e un +51% di visitatori esteri.

Tra padiglioni ad alta densità di pubblico qualificato, contenuti ad alto valore aggiunto e un networking produttivo, Ipack-Ima e Pharmintech hanno rappresentato una svolta per l’intera filiera, superando i record del 2018: 70.560 visitatori professionali (contro i 68.802 del 2018), di cui 22.579 esteri (il 32% del totale), in crescita del 22% rispetto al 2018, provenienti da oltre 100 nazioni; oltre 1.300 espositori per Ipack-Ima, di cui 38% internazionali; oltre 300 espositori per Pharmintech, di cui 35% internazionali; più di 45 incontri tematici, animati da 150 speaker di alto profilo. L’unione strategica fra le due manifestazioni si è dimostrata vincente, valorizzando una sinergia efficace e rafforzando una collaborazione in grado di generare risultati concreti attraverso la

Un secolo al servizio della produzione alimentare

Per Landucci, questa edizione della fiera è stata l’occasione di celebrare infatti 100 anni di attività, un traguardo che racchiude un secolo di innovazione, crescita e passione tramandata di generazione in generazione. Lo stand si è così trasformato in uno spazio narrativo e commemorativo, dove immagini e testimonianze hanno permesso di ripercorrere insieme a clienti, partner e visitatori i momenti più significativi della storia aziendale. Tra le novità, ha riscosso particolare interesse la linea di macchine per la produzione di snack, un segmento in forte espansione su cui l’azienda sta investendo con convinzione. Anche in questo ambito, affidabilità, precisione e flessibilità restano i tratti distintivi delle soluzioni Landucci, immutati da un secolo. Ipack-Ima 2025 ha segnato quindi una tappa memorabile, che suggella un secolo di impegno, ricerca e collaborazione. Le radici risalgono al 1925, ma lo sguardo è orientato al futuro.

Tra meccanica, meccatronica e sostenibilità

Fondata nel 1945 nel cuore dell’Oltrepò Pavese, a Codevilla, con radici che affondano fino al 1928, Brambati è oggi un punto di riferimento globale nella progettazione e realizzazione di impianti per l’industria alimentare, con una specializzazione di nicchia nella lavorazione del caffè.

La sua storia è una corsa lunga quasi un secolo, iniziata con Francesco Brambati, tecnico visionario che già negli anni ’20 sfornava macchinari per molini. Dopo la guerra, la famiglia ha messo in piedi un’azienda che non si è mai fermata: da semplice meccanica a meccatronica, fino all’automazione intelligente, puntando sempre all’innovazione. Oggi, alla guida c’è Andrea Brambati, che ha portato l’azienda fuori dai confini nazionali, conquistando mercati chiave in Europa, USA, Brasile e Vietnam. Brambati vende soluzioni chiavi in mano: impianti su misura per movimentazione, dosaggio, macinazione, miscelazione e tostatura di materie prime alimentari. L’expertise copre settori che vanno dalla torrefazione del caffè all’industria dolciaria, dai pastifici al baby food, fino all’industria plastica e farmaceutica. Ogni progetto è supportato da un servizio completo, dalla progettazione all’assistenza

vendita hanno rappresentato una conferma dell’affidabilità e della solidità delle soluzioni Italpack, nonché della capacità di evolvere di pari passo con le esigenze di un mercato in trasformazione. Ipack-Ima ha inoltre aperto nuove prospettive internazionali, soprattutto dal continente africano, segnale di una crescente domanda di soluzioni avanzate per il packaging in quei mercati. Un’altra tendenza rilevante è stata l’afflusso di operatori impegnati nella transizione dalla plastica alla carta, alla ricerca di soluzioni ecologiche sia per l’alimentare che per il non food. Le linee automatiche presentate, compatibili anche con materiali sostenibili, hanno risposto a tale esigenza.

Confezionatrice pack 50/10 (Italpack).

MACINAZIONE

Effetto delle tecniche di lavorazione pre- e post-macinazione sul sorgo

L’obiettivo di uno studio indiano comparso su Cereal Chemistry era di valutare l’influenza delle tecniche di lavorazione pre-macinazione, come la germinazione (GT) e il trattamento idrotermico (HTT), nonché dei processi post-macinazione, in particolare la dimensione delle particelle della farina, sui risultati della macinazione e sulle proprietà nutrizionali e funzionali del sorgo.

Il frazionamento durante la macinazione ha evidenziato una resa maggiore di frazioni fini in GT (63,60%) e di frazioni più grossolane in HTT (27,80%). I componenti nutrizionali – come grassi, proteine e sali minerali – si sono concentrati prevalentemente nelle frazioni più fini, indipendentemente dal trattamento applicato. L’HTT ha mostrato una maggiore capacità di ritenzione idrica e una minore capacità di ritenzione oleosa rispetto alla GT. Le frazioni ottenute dalla germinazione hanno evidenziato un indice di solubilità più elevato e una minore capacità di gelificazione (14%). Le proprietà di gelatinizzazione – tra cui viscosità massima, viscosità a caldo e a

La ricerca dimostra che la germinazione e il trattamento idrotermico modificano in modo efficace le proprietà fisiche, chimiche e funzionali del sorgo. Tali trattamenti alterano l’integrità strutturale del chicco, influenzando sia l’efficienza della macinazione che la resa finale. Il frazionamento del sorgo, basato su trattamenti e granulometria, consente di ottenere frazioni specifiche, ricche di nutrienti e con funzionalità distinte, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di alimenti funzionali innovativi.

PANIFICAZIONE

Miglioramento delle qualità dei grani antichi

Ricercatori canadesi hanno condotto uno studio, pubblicato su Journal of Food Science, per migliorare le caratteristiche panificabili complessive di alcune specie di frumento antico mediante trattamento con emulsionanti, processo di estrusione e l’effetto sinergico derivante dalla combinazione di entrambi gli approcci. Le farine di grani antichi sono state trattate con quattro tipi di

Strategia di mitigazione dell’acrilammide

In un articolo su LWT - Food Science and Technology, ricercatori polacchi hanno confrontato la qualità tecnologica e la resa in panificazione di farine ottenute da 11 varietà di Tritordeum primaverile con cultivar moderne di grano duro e tenero, e orzo nudo. Il Tritordeum ha mostrato un contenuto simile di proteine (14,0%), ceneri (0,60%) e glutine umido (34,3%) rispetto al grano tenero (13,3, 0,54 e 31,9%), ma un indice di glutine più basso (51 contro 90%).

La resa è risultata più alta nei pani prodotti con grano duro (in media 142%) e più bassa in quelli ottenuti da grano tenero e orzo (134 e 133%). I pani a base di Tritordeum hanno registrato rese comprese tra il 133 e il 141%. Le linee e le cultivar analizzate sono state suddivise mediante clustering k-means. Le varietà HT438 e HTC1324 si sono dimostrate simili al grano tenero in termini di proprietà reologiche dell’impasto, qualità molitoria e panificabilità.

Pur presentando un contenuto medio di asparagina comparabile a quello del grano tenero (185 vs 188 mg/kg), il pane ottenuto dal Tritordeum mostrava un contenuto inferiore di acrilammide (15 vs 21,9 µg/kg). I risultati indicano che l’impiego del Tritordeum può contribuire a ridurre i livelli di acrilammide nei prodotti da forno e supportare studi di valutazione del rischio.

PASTA

Degradazione dei FODMAP prodotti a lievitazione naturale

La riduzione degli oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili (FODMAP) negli alimenti a base di cereali è di particolare interesse per alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e della sensibilità al grano non celiaca. In uno studio canadese uscito su European Food Research and Technology, è stato esaminato il ruolo della fermentazione del lievito madre nella riduzione della digeribilità dell’amido e dei livelli di FODMAP in pane e pasta prodotti a partire dalla stessa farina di grano duro. È stata utilizzata una coltura starter commerciale per lievito madre, composta da batteri lattici omofermentanti ed eterofermentanti. Tuttavia, l’analisi dei livelli di acido lattico e acetico ha indicato una predominanza dei batteri lattici omofermentanti durante la fermentazione del lievito madre. Quest’ultima non ha determinato (P>0,05) una riduzione significativa della concentrazione di frutto-oligosaccaridi nel lievito madre. Allo stesso modo, non ha influito (P>0,05) sulla digeribilità in vitro dell’amido, né nella pasta né nel pane. Il contenuto di frutto-oligosaccaridi è rimasto stabile (P>0,05), attorno ai 10 mg/g, anche con l’inclusione del lievito madre nella produzione della pasta. Al contrario, nella panificazione –dove è stato aggiunto anche lievito di birra come agente lievitante – il contenuto di FODMAP è stato ridotto di oltre il 90%.

In conclusione, l’attività dell’invertasi del lievito, combinata con un tempo di fermentazione adeguato, è sufficiente per abbattere i livelli di FODMAP nel pane. Per una riduzione efficace dei FODMAP tramite fermentazione a lievito madre, è necessaria la selezione mirata di microrganismi capaci di idrolizzare tali composti. Restano da approfondire processi fermentativi e strategie di selezione dei ceppi microbici per ridurre i FODMAP anche nella produzione di pasta, offrendo così opzioni più tollerabili per persone con IBS o sensibilità al grano non celiaca.

Digeribilità e qualità con amido di grano modificato

La digestione dell’amido aumenta i livelli di glucosio nel sangue ed è associata a malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica e obesità. Pertanto, sviluppare metodi per controllare tale digestione è fondamentale. In uno studio coreano presentato su Foods , sono stati preparati dei noodle a base di farina di grano contenente amido di grano modificato con acido malico (MAS), il quale è caratterizzato da una elevata proporzione di amido resistente (RS) termostabile. Sono state valutate le caratteristiche qualitative e di digeribilità dei noodle con MAS aggiunto per determinare la formulazione ottimale. Il MAS è stato preparato modificando fisico-chimicamente l’amido di grano nativo mediante l’aggiunta di 4 M di acido malico e riscaldando a 130°C per 7 ore. I noodle con MAS sono stati prodotti sostituendo dal 5 al 30% della farina di grano con MAS. Rispetto ai tradizionali noodle di farina di grano, l’aggiunta di MAS ha portato a una qualità inferiore in termini di consistenza, estensibilità e proprietà di cottura, con perdite solide maggiori, che influiscono negativamente sulla qualità del prodotto finale. Tuttavia, a livelli più alti di MAS, sono stati osservati amidi meno facilmente digeribili e un contenuto maggiore di RS. L’inclusione del 10% di MAS ha portato al contenuto più elevato di RS, mantenendo comunque una qualità del noodle simile a quella della farina di grano tradizionale. Tale formulazione è stata identificata come ottimale per la produzione di noodle con MAS aggiunto. Pertanto, il MAS, grazie al suo contenuto elevato di RS termostabile, rappresenta un ingrediente promettente a basso contenuto calorico per l’industria alimentare. Ulteriori ricerche sul MAS e lo sviluppo di prodotti alimentari basati su di esso potrebbero favorire la creazione di nuove e diversificate opzioni alimentari a basso contenuto calorico.

MANGIMI

Valorizzazione ecosostenibile delle bucce di frutta

L’industria di trasformazione della frutta genera grandi quantità di bucce come scarto, che sono ricche di composti bioattivi come flavonoidi e polifenoli, noti per le loro eccellenti proprietà antiossidanti. L’utilizzo di tali bucce come ingredienti nei mangimi rappresenta una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti, contribuendo al contempo alla creazione di valore lungo la filiera produttiva.

Ottimizzazione dell’insilato di loietto perenne

La crescente domanda di prodotti chimici bio-based e materiali sostenibili ha posto l’acido lattico di origine biomassa al centro dell’attenzione, in quanto componente chiave per la produzione di acido polilattico (PLA) biodegradabile. Il loietto perenne (Lolium perenne) rappresenta una materia prima promettente grazie all’elevata resa in sostanza secca (SS), alla sua adattabilità e alla diffusa applicazione in agricoltura.

In uno studio illustrato su Fermentation, ricercatori tedeschi hanno analizzato un processo integrato a cascata per la produzione di acido lattico a partire da insilato, concentrandosi su come la regolazione del pH, il momento della raccolta e le caratteristiche della biomassa influenzino la resa di acido lattico, mantenendo al contempo l’efficienza agronomica. I risultati hanno evidenziato il ruolo determinante della gestione del pH e della durata dell’insilamento nell’ottimizzazione della produzione. Un periodo di insilamento di 21 giorni è risultato ottimale, in quanto ha garantito rendimenti massimi e costanti di acido lattico.

Mantenere il pH tra 4,5 e 6 si è rivelato essenziale per stabilizzare la fermentazione: in particolare, la tamponatura con citrato a pH 6 ha

MACCHINE

La rivoluzione verticale del fotovoltaico per i sili

SiloSolare è l’innovativa struttura brevettata da Borghi per l’installazione verticale di pannelli fotovoltaici su sili nuovi o già esistenti. Un sistema intelligente che consente di trasformare le superfici laterali degli impianti di stoccaggio in generatori di energia pulita, massimizzando l’efficienza, senza occupare ulteriore suolo. Versatile, compatibile e indipendente, è una struttura autoportante che può accogliere qualsiasi tipologia di pannello fotovoltaico ed è compatibile con tutti i sili dotati di fondazione in cemento. Il peso dei pannelli non grava sulla struttura esistente, quindi non sono necessari interventi di rinforzo né ricalcoli strutturali, con un evidente risparmio in termini di tempo e costi. Oltre alla produzione di energia, SiloSolare offre un beneficio termico concreto: nei mesi estivi, contribuisce a ridurre la temperatura esterna dei sili, migliorando le condizioni di conservazione del materiale stoccato e potenzialmente abbattendo i costi legati al raffreddamento. Il primo impianto dimostrativo si trova presso la sede Borghi a Melara (Ro), dove un silo pilota con pannellatura verticale è visibile a tutti gli interessati.

Test rapidi per micotossine

Il Ministero della Salute ha revisionato le linee guida per la prevenzione e la gestione del rischio di contaminazione da micotossine nella produzione di mais e altri cereali destinati all’alimentazione umana e animale. La decisione nasce dalla crescente incidenza e dalla maggiore variabilità delle contaminazioni, aggravate dagli effetti dei cambiamenti climatici. Oggi la contaminazione delle produzioni agricole non può più essere gestita come un’emergenza o con interventi straordinari, ma richiede un approccio strutturato e programmato. Ciò implica l’implementazione di sistemi di autocontrollo da parte degli operatori, su tutte le materie prime in ingresso. La strategia più efficace per ridurre il rischio micotossine consiste nell’eseguire test rapidi e nel rifiutare i lotti contaminati, prima che entrino nei processi di trasformazione. Alitest è distributore ufficiale per l’Italia dei test rapidi Charm Sciences Inc., azienda americana leader nello sviluppo di tecnologie e soluzioni per la sicurezza alimentare nei settori lattiero-caseario, agroalimentare e cerealicolo. I test Charm per il monitoraggio delle micotossine sono affidabili, semplici da utilizzare e progettati per essere eseguiti in azienda, anche da per sonale non specializzato.

Durante la fase di accettazione dei cereali in ingresso, è fondamentale ricorrere a metodi analitici rapidi per valutare in tempo reale la conformità dei prodotti, definirne la destina zione d’uso e attuare eventuali misure correttive. I test a flusso laterale Charm offrono risultati in pochi minuti: il valore quantitativo si ottiene inserendo lo strip nel lettore Charm EZ-M, evitando costosi invii a laboratori esterni e lunghi tempi di attesa. I test ROSA® per micotossine consentono l’estrazione dei campioni con acqua (tecnologia WET®) o solventi come metanolo e ace tonitrile (tecnologia FAST), offrendo flessibilità e rapidità. Alitest mette a disposizione un’ampia gamma di test per la ri levazione delle principali micotossine nei cereali: aflatossina, DON, fumonisina, ocratossina, tossine T-2/HT-2. I test sono certificati FGIS e applicabili su un ampio numero di cereali e legumi: grano, mais, orzo, avena, segale, soia, riso, miglio, sorgo, triticale, semi di girasole, lino, ceci, lenticchie…

Sistema Charm EZ-M per la lettura dei test rapidi micotossine (Alitest).

MERCATI

Rapporto FAO sulle prospettive globali

Secondo l’ultimo rapporto della FAO, le prospettive per i mercati mondiali delle materie prime alimentari sono nel complesso ottimistiche. La produzione è prevista in aumento per tutte le principali commodity, eccetto lo zucchero. Il nuovo  Food Outlook sottolinea però che, nonostante le tendenze produttive agricole siano solide, la produzione alimentare globale rimane vulnerabile a diversi fattori, dagli eventi climatici avversi alle tensioni geopolitiche, alle incertezze delle politiche commerciali e alle condizioni economiche globali.

Per quanto riguarda la produzione globale di grano, dovrebbe registrare una crescita modesta, trainata da un aumento del 13% nell’UE, dovuto a migliori rese per via del clima, e da una possibile produzione record in India, imputabile alla maggiore superficie coltivata. Tuttavia, si prevede una diminuzione del consumo pro capite.

La produzione di cereali secondari, invece, dovrebbe aumentare del 3,4% fino a raggiungere un livello record, grazie alle buone prospettive in Brasile, UE e soprattutto USA, dove il mais potrebbe vedere un incremento del 6% grazie all’aumento delle superfici coltivate. Anche nell’Africa australe la produzione di mais potrebbe aumentare grazie a condizioni climatiche favorevoli.

Secondo la FAO, la produzione globale di riso dovrebbe arrivare a 551,5 milioni di tonnellate (+0,9%), nuovo record storico, grazie agli incrementi in Asia. Gli scambi commerciali raggiungeranno 60,5 milioni di tonnellate (+1,4%), stimolati dalla domanda africana e dalle esportazioni di India e Sud America. Il consumo pro capite globale è in aumento, in particolare, +2% nei Paesi a basso reddito e con deficit alimentare.

La FAO ha inoltre pubblicato la sua prima previsione per la produzione mondiale di riso, anticipando un aumento annuale dello 0,9%, che porterebbe la produzione a un nuovo record di 551,5 milioni di tonnellate, dovuto principalmente all’incremento atteso della produzione in Asia. Il commercio internazionale di questo cereale potrebbe crescere dell’1,4% nel 2025, raggiungendo un livello

record di 60,5 milioni di tonnellate, spinto da una forte domanda in Africa e da un aumento delle esportazioni dall’India e dall’America Meridionale. Per quanto riguarda il consumo alimentare pro capite di riso – il cereale più importante per l’alimentazione umana – è previsto in aumento a livello globale, con una crescita particolarmente marcata del 2% nei Paesi a basso reddito e con deficit alimentare.

Il Food Outlook presenta anche la cifra aggiornata dalla FAO per la stima globale delle importazioni alimentari (Global Food Import Bill - FIB) nel 2024, prevista in aumento del 3,6% rispetto all’anno precedente, fino a raggiungere quasi 2.100 miliardi di dollari USA. Questo incremento è stato determinato principalmente da un’impennata del 29,3% nei costi di importazione per caffè, tè, cacao e spezie, da un aumento dell’8,1% dell’Import Bill per frutta e verdura e da una crescita del 5,6% per i prodotti a base di carne. Al contrario, il dato per altri gruppi di prodotti alimentari ha registrato un calo, incluso quello del 4,6% per i cereali. Nel 2025, le tensioni commerciali e l’incertezza politica influenzeranno probabilmente il FIB, incidendo su volumi e prezzi delle importazioni, in particolare per i prodotti sensibili come le bevande tropicali e i prodotti di origine animale. L’impatto varierà in base al paese e al prodotto, a seconda di fattori come la dipendenza dalle importazioni e la disponibilità di alternative. Eventi climatici avversi e interruzioni delle catene di approvvigionamento potrebbero inoltre contribuire a far aumentare ulteriormente i costi di importazione.

NOTIZIE

ProPak Asia si conferma protagonista di processo e packaging

Si è conclusa l’edizione 2025 di ProPak Asia, la più importante fiera dell’Asia dedicata alla trasformazione e al confezionamento nel Sud Est asiatico, che promuove l’innovazione e lo sviluppo sostenibile nella filiera agroalimentare.

Nei quattro giorni, i visitatori hanno potuto scoprire le tecnologie più all’avanguardia per automazione, trasformazione digitale e packaging sostenibile, proposte da oltre 2.000 brand leader da 42 Paesi, con 15 padiglioni nazionali e regionali, tra cui Baviera, Cina, Francia, Italia, Giappone, Malesia, Nord America, Singapore, Corea del Sud, Spagna e Taiwan, mentre sono stati più di 400 i convegni e seminari tecnici organizzati in collaborazione con enti pubblici, associazioni e partner privati, sia locali che internazionali.

L’ UNIDO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale, che promuove uno sviluppo industriale sostenibile nei Paesi in via di sviluppo e nelle economie in transizione, collabora da anni con il salone di Bangkok, ed ha avuto un impatto concreto sull’innovazione e la sostenibilità dei settori della trasformazione, del confezionamento e dell’intera filiera alimentare. In occasione dell’ultima edizione, UNIDO si è proposta di rafforzare lo scambio di conoscenze e le opportunità di accesso ai mercati, attrarre nuovi partner e connettersi con le catene di fornitura internazionali, alla presenza di rappresentanti di progetti attivi in Paesi come Cina, Cambogia, Pakistan e Mongolia, per promuovere sinergie su temi cruciali quali il packaging alimentare sostenibile, la riduzione delle perdite alimentari, la mitigazione del cambiamento climatico e la sicurezza alimentare.

Secondo Luciana Pellegrino, presidente della World Packaging Organization (WPO), ProPak Asia rappresenta l’evento più importante nella regione ASEAN per la World Packaging Organization (WPO), che ha organizzato a Bangkok eventi per stimolare il

AISTEC festeggia 30 anni a Roma AGENDA

L’Associazione Italiana di Scienza e Tecnologia dei Cereali (AISTEC) è stata fondata a Roma nel 1995 da un gruppo di ricercatori di diverse istituzioni scientifiche – tra cui anche il prof. Raimondo Edoardo Cubadda , promotore dell’iniziativa –, che avevano colto l’esigenza di creare un punto di riferimento scientifico per il settore di cereali e prodotti derivati. Tra le finalità si annoverano: lo sviluppo della scienza e della tecnologia dei cereali, il trasferimento dei risultati della ricerca al mondo produttivo, l’organizzazione di incontri di studio, il dialogo con la Pubblica Amministrazione, il contributo alla standardizzazione dei metodi di analisi, la collaborazione con realtà nazionali e internazionali, in particolare con l’International Association of Cereal Science and Technology (ICC).

Per festeggiare i 30 anni di attività, AISTEC organizza il 9 ottobre un evento celebrativo presso la propria sede di Roma, che vedrà la partecipazione di esperti di rilievo del mondo accademico e della ricerca. Nel corso dell’incontro saranno analizzati i cambiamenti che hanno interessato la filiera cerealicola negli ultimi tre decenni, dalle pratiche agronomiche alle tecnologie alimentari, dalla genetica alla comunicazione.

L’evento sarà caratterizzato da una serie di interventi di esperti che ripercorreranno i principali cambiamenti nel settore cerealicolo. Verranno trattati temi come l’evoluzione delle pratiche agronomiche, delle tecnologie alimentari, della genetica dei cereali, degli aspetti economici e delle politiche agricole (PAC), oltre all’evoluzione della comunicazione nel settore. La mattinata si concluderà con una tavola rotonda e un dibattito con i relatori, prima del pranzo sociale.

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