Nat Scammacca Magazine

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Cent ro St u d i N at S c a m m a cc a

N ° 0 G IU G N O -LU G LIO -AG OS TO 2019

NAT SCAMMACCA CULTURAL MAGAZINE

Hassanal Abdullah

un poeta, traduttore e critico bengalese-americano

Flora Restivo p oe ta, tr adu ttr i c e c r i t i c o

Stanley Barkan poeta, traduttore,editore.

Gaetano Capuano

N° 0 2019

Poeta Scrittore Dialettale

Antonino Serina Recesioni e Atività Culturali’

Leonardo La Barbera Artista del vetro

21 Punti Di Nat Scammacca C.A. FOSCARI Alessandro Clericuzio U n B e at d i m e nti cato


N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

2

I NF O

Rivista Soci Centro Studi

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RE DA ZION E

S ommar i o G L E N N S C A M M A CC A

PUBLI SHI NG DIRECTO R G L EN N S CA MMA CCA VIA A R G ENT E R I A 1 8 8

2019

Presidente del Centro Studi Nat Scammacca Informatica Custode

degli

91016 ER IC E CA S A S A NT A

scritti e della biblioteca

INFO@NAT SCA MMA CCA . NE T

di nat scammacca

GRAPHIC DIRECTOR DESIGN

e dell’antigruppo.

Tr a d u t t r i c e

e

3

SOMMARIO

Designer

DESIGN WITH STYLE

Editoriale

PRO D UCT ION G L E NN S CAMMACCA F L O RA R EST IVO

F LO R A R E S T I V O Vicepresidente

del

Centro

Studi Nat Scammacca

T R A N S L ATO R S

P o e t e s s a Tr a d u t t r i c e

NEWS - EVENTI

T R A D U T TO R I G L E N N S C A M M A CC A

Novità dal mondo della cultura, scienze, arti grafiche, fotografia,

F LO R A R E S T I V O

LETTERATURA

Premi Letterari e mostre Arti Premi Letterai, Fotografici, Cinematografici Scientifici, Contributi

Poesia diRecensioni, Autori Internazionale, Poesia Saggi, Introduzioni alla Autori Italiana, PoesiaArticoli, Dialettale lettura, Prefazioni, Convegni,

Poesia

CO N T R I B U T I N G WRITERSCO L L A B O R ATO R I FLORA RESTI VO

N AT S C A M M A CC A POETA E GIORNALISTA FILOSOFO

AU TO R I S T R A N I E R I FOREIGN WRITERS

Contenuti

da :

Tr a pa n i N u ova

LETTERATURA

Antigruppo

Articoli, Critiche,alla Saggi,Recensioni, Recensioni,Saggi, Introduzioni Polemiche Letterarie Presentazioni lettura, Prefazioni, Articoli, Convegni,

B i b l i ot e ca S ca m m ac ca

CREATIVE CREATIVE DESIGNERS DESIGNERSArte SPECTACULAR e Arti figurative Hemoride ssimume factem prora menm Personali Mostre D’Arte mant. Inat, Collettive occips, caes ves con tarlope

Pubblicazioni Storiche Antigruppo Siciliano,

SCAMMACCA LIBRARY CONTRIBUTIONS OR TRAPANI NUOVA

Non Presente in questo Numero Scienze

CONTRIBUTI : BIBLIOTECA SCAMMACCA

Articoli, Convegni, Presentazioni, Teorie

PRINTING

letteratura

Nat Scammacca Testi provenienti dalla Biblioteca Scammacca, Ciclostili, libri, Filosofia

trapani nuova Articoli, Poesie,Convegni, Presentazioni, Teorie, Recensioni,

Novità in Libreria https://wwwnatscammacca.net- info@natscammacca.net

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S o m m ar io

S ommari o

SOMMARIO    MAGAZINE

Premio Letterario Internazioanle Poesia Onesta Pag.8

La Parola in Azione Pag.9

08

NEWS

10

EDITORIALE - Missione Cultura -

12

MODULO ADESIONE Centro Studi Nat Scammacca

17

STANLEY BARKAN Editore Traduttore Antigruppo

23

C.A. FOSCARI UN BEAT DIMENTICATO

30

POETI IN LINGUA ITALIANA FLORA RESTIVO

35

POETI INTERNAZIONALI -AMERICANI HASSANAL ABDULLAH

42

POETI IN LINGUA DIALET TALE GAETANO CAPUANO

48

ANTIGRUPPO 21 PUNTI PREMESSA ANTONINO CONTILIANO

51

21 PUNTI NAT SCAMMACCA

81

TRADUZIONI ENZO BONVENTRE

83

ARTISTA DEL VETRO LEONARDO LA BARBERA

87

ARTISTI JUAN ESPERANZA

90

ANTONINO SERINA NAT SCAMMACCA POETA E FILOSOFO DELLA SCIENZA

94

TRAPANI NUOVA

INFO

LINKS    MAGAZINE

3° Pagina On Line

Month 2005 • Vol. No.

Nat Scammacca Network Nat Scammacca Web Tv Na.

Nat Scammacca Site Na.

Una Schiuma di Piccoli Quanti Pag.95


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CONTRIBUTI

CONTRIBUTI

MAGAZINE

MAGAZINE

1

HASSANAL ABDULLAH

4

Hassanal Abdullah, un poeta, traduttore e critico Bengalese-Americano. Ha introdotto un nuovo

DA: ANNALI DI CA’ FOSCARI SERIE OCCIDENTALE PROFESSOR ALESSANDRO CLERICUZIO

DOCENTE DI LINGUA E LETTERATURA ANGLOAMERICANA ALL’UNIVERSITÀ DI PERUGIA

La poesia Beat in Italia: uno studio translocal:

sonetto, “Swatantra Sonnet, sette-sette patter n

Il

patter n e abcdabc efgdefg” in rima, più di 200 dei

rizoma Beat più significativo in Italia potrebbe essere

quali ha scritto in bengalese

un poeta italoameicano poco frequentato dalla critica a c c a d e m i c a , N a t S c a m m a c c a . M a n e l l a p ro s p e t t i v a glocal Scammacca e l’Antigruppo assumono un ruolo più determinante, prestandosi all’analisi di attività poetiche direttamente connesse alla poesia Beat

»» p.36

»» p.45

»» p.24

in un contesto che annulla le frontiere nazionali.

»» p.29

ESTRAT TO DA:

2 FLORA RESTIVO POETESSA

5

Flora Restivo, siciliana di Trapani, è poetessa, scrittrice in Siciliano e

ANNALI DI CA’ FOSCARI SERIE OCCIDENTALERIVISTA DIRET TA DA ALESSANDRA

ANTONINO CONTILIANO POETA

Italiano, si occupa di critica letteraria,prefazioni, recensioni, relazioni. Ha collaborato con varie riviste in cartaceo e in rete, attualmente

Antonino Contiliano è nato a Marsala, dove tuttora vive, il 6

scrive sul periodico: “Lumie di Sicilia” curato da Mario Gallo. Il

marzo 1942. Ha conseguito la laurea in Pedagogia presso

professore Gatano Cipolla ha pubblicato suoi elaborati su “Arba Sicula

l’Università di Palermo e, grazie a questa, ha insegnato pedagogia e psicologia, ma, soprattutto, storia e filosofia nei Licei e negli Istituti Magistrali della sua regione, divenendo anche per alcuni anni preside di scuole medie superiori. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta ha fatto parte »» p.49

»» p.31

»» p.51

»» p.35

3

LEONARDO LA BARBERA ARTISTA

6 GAETANO CAPUANO POETA

L e o n a rd o L a B a r b e r a n a s c e a Te r m i n i I m e re s e in

Gaetano Capuano, è nato ad Agira (EN) nel 1957.

Germania ed inizia a lavorare presso la vetre-

N e l 1 9 7 4 si t r a sfe r i sc e a M i l an o, in iz ia a s cr ivere da

ria d’arte di Karl Isele. La bottega è frequen-

a u t o d i d a t t a n e l 1 9 9 2 . V i v e a Va re s e . L a s u a p o e s i a

t a t a d a a r t i s t i c o m e E m i l Wa c h t e r, H a n s S t o c k e r,

è caratterizzata da variegate tematiche che, come

(Pa)

nel

1952.

Negli

anni

‘70

emigra

s u o l e d i re l u i , s o n o p e g n o d ’ a m o re p e r l a s u a t e r r a

»» p.81

»» p.84 https://wwwnatscammacca.net- info@natscammacca.net

»» p.46 2019

»» p.48 N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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NEWS

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NE WS

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ANTEREM RIVISTA DI RICERCA LET TERARIA collaborazione con la Biblioteca Civica di Verona Con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Verona, degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Prima Circoscrizione di Verona Il Premio è dedicato a Lorenzo Montano (Verona 1895 – Glion-sur-Montreux 1958), poeta, narratore, critico; tra i fondatori di una delle piĂš importanti riviste del primo Novecento, “La Rondaâ€? Autori selezionati della 33^ edizione (2019): Prosa inedita, Poesia inedita Opera edita, Raccolta inedita Articolo e Poesia di Nicola Lo Bianco

Comuni c a z i one da Flo ra R est ivo Mi corre il gradevole obbligo di comunicare la mia presenza tra i finalisti e una seconda segnalazio ne conce r ne nte il Premio Let terar io I nte r na z i ona le: " Po esia On est a" Fi n a l i s t a n e l l a s i l l o g e e s e co n d a s e g na lata pe r la po esia sin go la. Ringrazio la giuria,tutta e il segretario, l ' i sta nc abi le Fab io M ar ia S er pilli. Rimettermi in pista è stato difficile, m a, i n q ua lc he mo do, ce l'h o f at t a!đ&#x;‘?

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MI S SIO NE CU LT U R A

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MISSIO NE CULTUR A Al fine conservare gli scritti sto sta trasferendo in forma digit ale t ut t i g li ar t ico li pr esent i n e l l a 3° Pag ina del T r apani Nuo va, d a l momento in cui il redattore è divent at o Nat Scammacca, e c i oè dal Mar zo 1967 finendo co n la c hi usur a del Mag azine nel No vemb r e 1991, sono stati fatti i seguenti lavori: importazione delle pagine e r est aur o delle st esse, e co nv e r sione in vari formati, fra cui quella di un dat abase nel quale g li aut or i pr esent i po sso no esser e r icer c a t i seg uendo var i par amet r i. Il t o t a l e della pagine si aggira intorno 1800 pag ine di g io r nale dei vec c hi fo r mat i

EDITORIALE    INAUGURAZIONE

Presidete del centro Studi Nat Sammacca

GL E N N SC AM M AC C A D ISC O R SO D I AP ERTURA

D

NAT SCAMMACCA INVENTORE DELL’OPENSOURCE CULTURALE IN SICILIA

opo aver rigraziato sia le A u to r ità in te r v e n u te s ia il p u b blico a tutti gli intervenuti. CENTRO STUDI NAT SCAMMACCA, Nat Scammcca per chi non lo ha conoscito,molto è s ta to s c r itto , m a s p e ro c h e c h i h a p iù o m e n o la m ia e tà n e h a a v u to m o d o d i le g g e r lo , o a lm e n o d i a v e r n e s e n tito p a r la re . E ’ s t a t o G i o r n a l i s t a , R e d a t t o re , P o e t a , S c r itto re , F is ic o , F ilo s o fo lo . Ne g li u ltim i anni ho conosciuto avuto notizia che m o l t i g i o v a n i l a u re a n d i h a n n o s c r i t t o s u d i l u i , s o n o s t a t e p ro d o t t e t e s i , s a g g i , i n p a re c c h i p a e s i, s ia s u Na t S c a m m a c c a s ia s u ll’ a n tig r u p p o , d i q u e lla c u ltu r a u n d e rground che ha perniato prima il territorio S ic ilia n o , p o i q u e llo I ta lia n o , e d in fin e s i è globalizzata, dopo che è diventato redatt o re d e l l a 3 ° P a g i n a d e l Tr a p a n i N u o v a arrivando e collegando i quattro angoli del m o n d o . M a n e s s u n o lo m a i d e fin ito in v e n to re , b e n e io s i, in p r a tic a p r im a a n c o r a

In order to preserve the writings i’m is transferring in digital form all the articles present in the 3rd page of Trapani Nuova, from the moment in which the writer became Nat Scammacca, i.e. from March 1967 ending with the closure of the Magazine in November 1991, were made the following jobs: Import of pages and restoration of the same, and conversion in various formats, including that of a database in which the authors present can be searched according to various parameters. The total number of pages is around 1800 pages of the newspaper of the old format

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c h e e s i s t e s s e I n t e r n e t , c o m p u t e r e re t i globali, per come le conosciamo oggi, lui h a in v e n ta to l’ O P EN S O U RC E, p e n s a t e c i b e n e , a n n i 6 0 , in mo n d o s e n z a g l i a t t u a l i s m a r t p h o n e , s e n z a e m a i l , h a c re a t o l a cultura dal basso alla portata di tutti, che si allargava a tutti, scendendo nelle piazze e utilizzando l’autopubblicazione degli scritti che insieme a quanto prodotto dalla p a g in a d e l tr a p a n i n u o v a s c r i t t o r i è d i v e nuto un circuito globale. Andiamo ad oggi, il Ce n tro S tu d i Na t S c a m m a c c a h a a m p i o profilo per il volere dei fondatori. Tutte le in iz ia tiv e c h e s a r a n n o i n t r a p re s e s a r a n n o d i c a r a t t e re c u l t u r a l e , s o c i a l e , a r t i s t i c o , p ro p o n e d o m a n i f e s t a z i o n i r i v i s t e , e p u b b lia z io n i a ttr a v e r s o i n o s t r i m e z z i , i l s i t o d e l l ’ a s s o c i a z i o n e h t t p s : / / w w w. n a t s c a m m a c c a . n e t , h t t p s : / / w w w. n a t s c a m m a c c a . eu(3°pagina On Line) e da altre iniziative. A l m o m e n t o p ro p r i o p e r d a re u n s e g n o ta n g ib ile s to d ig ita l i z z a n d o g l i s c r i t t i d e l

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M odul o Ades io n e

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Adesioni CENTRO STUDI NAT SCAMMACCA VIA AREGENTERIA 120 91016 Casa Santa Erice

MODULO ISCRIZIONE SOCI ANNO ___________ Tesseramento: Modulo d'iscrizione all'associazione, in qualità di socio, per l'anno in corso. Tale tessera mento ha validità per tutto l'anno solare, con scadenza il giorno 31 Dicembre. IL sottoscritto Nome: ____________Cognome: ___________________ Nato/a_________________ Sesso: M F a: ______________________________ Provincia: ________ Nazione: ___________________ Data Nascita ___ / ___ _____ indirizzo _____________________________________ _______ residenza: __________________n' _____ CAP.:_ ___________ Comune di: _________________________________ Provincia: ____________________________ professione: _________________________________ Telefono:____________________ Cellulare:______________________ Fax _____________ e-mail_______________________@_________________ CHIEDE di entrare a far parte dell' ___ - ___ - ____ per L'anno corrente in quaLità di SOCIO ORDINARIO.

MODULO DI ADESIONE

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NAT SCAMMACCA INVENTORE D E L L ’ O P E N S O U R C E CULTURALE IN SICILIA IN AU G U R A ZION E CE N TR O S TU DI

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MISSIO NE CULTUR A

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GALLERIA FOTO    FOTO

giornale Trapani Nuova, il progetto da me proposto 3°pagina Trapani Nuova che può essere utile a chi vorrà studiare quel periodo storico culturale degli anni 60,70, 80, 90.

D

iscorso di apertura Presidente del Centro Studi Glenn Scammacca

D

a da sinistra verso destra, Nicolò D’Alessandro (visibile profilo), Flora Restivo, Angelo Rallo, Angelo Catalano, Sindaco di Valderice Francesco Stabile, Giuseppe Vassallo, Glenn Scammacca, Sindaco di Custonaci Giuseppe Bica.

L

I

ntervento di Francesco Giacalone,poeta, storico cultore della lingua Siciliana.

a poetessa e Vicepresidente del Centro Studi Sig.ra Flora Restivo ha letto alcune poesie di Na Scammacca

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P

ubblico in sala

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ARTICOLI

ARTICOLI

MAGAZINE

MAGAZINE

NAT SCAMMACCA

ANTONINO SERINA

Uno dei fondatori del movimento culturale

Uno Antonino S er ina nato a Castellammare del G olfo

ANTIGRUPPO, che negli anni 60,70,80 e fine

( T P ) , i l 6 . 1 0 . 1 9 3 3 , l i c e n z i a t o i n S c i e n z e B i b l i c h e, h a

anni novanta, diede vita ad una fer vida attività

c o n s e g u i t o i l d o t t o r a t o i n Te o l o g i a a l l a Po n t i f i c i a

culturale, sia con pubblicazioni che con recital di

U n i v e r s i t à S a n To m m a s o D ’A q u i n o i n R o m a c o n

piazza, mostre, convegni, ciclostili e quant ’altro

la disser tatio ad lauream e la pubblicazione di La

potesse essere utile alla diffusione delle sue idee.

figura di M elchisedec nel S almo CX, 4 (I l S acerdozio e il Messianismo Sacerdotale del re Davide) –

»» p.51

»» p.80

One of the founders of the ANTIGRUPPO cultural

R o m a 1 9 7 0 . R i ce v u to l ’i n c a r i co d i te n e re l e z i o n i s u l

movement, which in the 60s and 80s and the late

Ve c c h i o Te s t a m e n t o a l ” M a j o r N a t i o n a l S e m i n a r y

nineties, gave bir th to a fer vent cultural ac tivit y, both

d i L a c o r ” ( U g a n d a d e l n o r d ) , u n ì a l l ’i n s e g n a m e n t o

with publications and with square recitals, exhibitions, conferences, mimeographs and anything else that

»» p.90

l’attività di ricerca sul campo etno -antropologica »» p.93

fra i Lotuho, sui quali ha pubblicato il volume Miti e riti dei Lotuho del Sudan Meridionale – Di

could be useful to the dissemination of his ideas.

G i ro l a m o Ed i to re – Tra p a n i 2 0 0 2 . R i e nt rato i n I t a l i a ,

JUAN ESPERANZA

STANLEY BARKAN

Juan Esperanza è nato a Città del Messico nel 1959, dove

Sarà mio piacere e onore fornir ti ciò che hai richiesto.

ha compiuto gli studi accademici presso l’Accademia

Sicuramente, tuo padre, Nat Scammacca, era il siciliano

Nazionale di pittura, scultura e grafica “La Esmeralda”.

H e m i n g w ay, e p i ù d i q u e s to, u n o s c r i t to re c re a t i vo

Esperanza lavora per diversi anni per l’Istituto di Antropologia

che ha cercato di costruire ponti tra la Sicilia e tutte le

e Storia del Messico (INAH). come disegnatore e rilevatore

par ti del resto del mondo. Lo fece in quella che viene

nelle più importanti zone archeologiche del Messico come

definita poesia “impegnata”, saggi potenti, storie che

Chichen Itza, Montealbàn e in altri progetti archeologici raf-

toccavano il cuore, e in pubblicazioni regolar i - una

forzando ancora di più il legame con le culture di origine

straordinar ia bibliografia di opuscoli e libr i, migliaia di traduzioni con l ’aiuto di N ina quando si trattava di siciliano, e , soprattutto, la “ Ter za Pagina” di Trapani

»» p.87

»» p.89

»» p.18

»» p.23

Nuova, che per 25 anni ha regolar mente contr ibuito co n c a d e n z a s e t t i m a n a l e, d a n d o n o t i z i a a g l i a r t i s t i e scr ittor i siciliani e a quelli di altr i paesi di tutte le par ti del lavoro, ora accumulando più di mille pagine che richiedono davvero una ristampa in più volumi per l ’intero mondo letterar io da leggere e r ifer ire. dove vivo, ho inizialmente pubblicato Sicilian Antigruppo

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M MISSIO ISSIONE NE CCU ULT LTU URRA A

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C R O S S - C U LT U R AL CO M M U N IC ATIO N Stanley Barkan Dis c o r s o del M em o r ia l 2018 cittadina appena ad ovest di Merrick, dove vivo, ho iniz ia lme nte pub b lic a to Sic ilia n Antigr uppo, c on le sue sc h ie r e e c c o c os a h o s c r i t t o : c on i me mbr i di spic c o de ll’ Antig r u p p o N AT S C A MMA C C A Santo Calì, Nicolò D’Alessandro, Crescenzio Cane, Ignazio Apolloni, Pietro Terminelli, il dott. Franco Di Sarà m i o p i a c ere e onore fornirti ciò c he Ma r c o, Gia nni Die c idue , Da nilo D o lc e , hai r i c h i e st o . Sicuramente, tuo padre , Na t e poi ancora, Yossiph Shyryn, Bye S ca m m a c c a , era il siciliano H em ing wa y, Bye America, La Racccomandzione, e p i ù d i q u e st o , uno scrittore creativo c he Er ic e pe o, e f u in gr a do di - spo n s o r iz ha c e r c a t o d i c ostruire ponti tra la Sic ilia za i suoi numerosi tour in America, e t u t t e l e p a r t i del resto del m ondo. a nc he pe r pr e se nta r gli l’ Auditor iu m D a g Ha mma r skjöld de lle Na z ioni Unite a N e w Lo f e c e i n q u ella che viene definita poe - Yor k, a de mpie ndo a lla nostr a pr o me s s a s i a “ i m p e g n a t a”, saggi potenti, storie c he c o n g i u n t a d i m e t t e r e l a c u l t u r a s i c i l i t o c c a v a n o i l c u o r e , e i n p u b b l i c a z i o n i a na in pr imo pia no sulla sc e na mo n d ia le reg o l a r i - u n a straordinaria bibliogr a f ia uando Nat ha parlato dal vivo d i o p u sc o l i e libri, m igliaia di trad uz ioni da va nti a un pubblic o, li h a ip n o co n l ’ a i u t o d i N ina quando si tratta va di tizzati, suscitato in loro sentis i cil i a n o , e , s oprattutto, la “T erza Pa gina ” d i T r a p a n i N u ova, che per 25 anni h a r e go- m e n t i p i ù p r o f o n d i . L a d e f i n i z i o n e d i l arm e n t e c o n t ribuito con cadenza se ttima - p o e t a d i Tr u l y C o l e r i d g e s i a p p l i c a a nal e , d a n d o notizia agli artisti e scr ittor i l u i : u n u o m o c h e p a r l a a g l i u o m i n i { q u i , s i cil i a n i e a q uelli di altri paesi d i tutte l e p a r t i d e l l avoro, ora accum ulando più l e g g e l ’ u m a n i t à ) . . S e b b e n e N a t r i s i e d a d i m i l l e p a g ine che richiedono d a vve r o t r a l e c o l l i n e d i M o n t e E r i c e , l a s u a u n a r i st a m p a in più volum i per l’ inte r o v o c e c h e e s p l o d e c o n f o r z a “ To p i ! To p i ! m o n d o l e t t e r a r i o d a l e g g e r e e r i f e r i r e . To p i ” r i e c h e g g i a a n c o r a n e l l e m i e o r e c Le p a r o l e d i R abbi H illel mi veng ono in chie. Lui è sempre con me. Per citare m en t e : “ S e i o non sono per m e stes so, c hi s arà p e r m e ? M a se io sono per me ste sso S h a k e s p e a r e , “ Q u a n d o v i e n e u n a l t r o ?

E

Q

co sa so n o “ N o n era per il popolo sic ilia no e p e r t u t t a l ’ umanità. S ono orgoglioso di p o t e r d i r e c h e , incontrando S averio / Dic k S ca m m a c c a , c he viveva a Freeport, una

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Com pi l at o da SAVERI O A. SCAMMACCA Tr ad, di Ni na e Nat Scam m acca Di seg n i d i B eb e B ark an

B U B B EM EISES & B A B B A LU C I Conosco Stanley Barkan da molti anni e insieme ci siamo dedicati ad alcuni avvenimenti letterari sia negli Stati Uniti che in Europa, Sicilia; abbiamo promosso la Cross-Cultural Communications e la Cooperativa Antigruppo Siciliano, ambedue piccole case editrici. Con la sua tenace volontà, Stanley Barkan, attraverso la Cross-Cultural Communications, da lui fondata, ha pubblicato, portandoli alla ribalta del pubblico americano, centinaia di poeti di ogni dove. STANLEY H. BARKAN, nato a Brooklyn nel 1936, è editore di Cross-Cultural Review Series of World Literature and Art in Sound, Print, and Motion, che include addirittura cinquanta gruppi etnici, lingue nazionali, e più di cento titoli. Nel 1976 e 1978, rappresentò gli Stati Uniti alle «Serate di Poesia di Struga» in Macedonia, e nel 1987, fu uno dei dieci editori americani invitato da Teddy Kollek a rappresentare gli Stati Uniti alla Fiera Intemazionale del Libro a Gerusalemme.

I n tr o d u c tio n b y Sa v e r io A . Sc a mma c c a I have known Stanley H. Barkan for many years, and together we have cooperated in many joint literary events promoted by Cross-Cultural Communications and the Sicilian publishing house in Trapani (Coop. Editrice Antigruppo Siciliano), two small presses dedicated to the publishing of poetry anthologies and hundreds of books of verse in many languages. Due to his persistance much good work has been the results BEBE BARKAN, a native of Brooklyn, ia s graduate of Hunter College. In addition to designing and illustrating books (most notably, the infolio poster and postcard collections, Sicilian Antigruppo and To Struga with Love), s he paints, designs textiles, creates wearable art, and produces soft sculptures, known as “the girl who stuffs people”, she lives with her poet-husband, Stanley H. Barkan, and their two children, Mia, and Scott, in Merrick, New York, and frequently exhibits locally and internationally. N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

STANLEY H. BARKAN, born in Brooklyn in 1936, is the editor/publisher of the Cross-Cultural Review Series of World Literature and Art in Sound, Print and Motion, which includes some 50 different ethnic, language, national, and cultural groups, more than 100 titles to date. In 1976 and 1978, he represented the United States at the “Struga Poetry Evenings” in Macedonia, and in 1987, he was one of ten American editors invited by Teddy Kol-lek to represent the United States at the Jerusalem International Book Fair. In the summer of 1990, he was the American Director of the World Odyssey Conference in Trapani, Sicily. For the past twenty-four years, he has directed the International Literary Arts Festival, which from 1990-1991, included (with David Curzon) the Reading Series at the United Nations in New York City. In 1991, Poets House and the Board of Education of the City of New York presented him with the 1991 NYC Poetry Teacher of the Year Award. From 1992-1995, he directed the Multicultural Poetry Series at Barnes & Noble and Borders superstores and the International Poets & Writers Literary Arts Weeks in New York, featuring, Italian, Israeli, Latin American, and Cajun Writers. He is the editor of Sicilian Antigruppo (1976), To Struga with Love (1978), and ABC Bestiary (1990), the co-editor (with Joost De Wit) of 50 Dutch & Flemish Novelists (1979) and (with Laura Boss) Lips 17: International Women Poets, and the author of three poetry books. The American Hotogisu (1974), The Blacklines Scrawl (1976), and a bilingual edition (with Nat Scammacca, translated by Enzo Bonventre), Due poeti americani (1994). In addition to Italian, his poems have been translated into Bulgarian. Dutch, Hebrew, Macedonian, Polish, Portuguese, Romanian, Russian, Serbo-Croatian, Sicilian, Spanich, Swahili and Turkish. In 1978, he was a Fellow of the Stichting/Amsterdam (The Foundation for the Promotion of Dutch & Flemish Literature) and was awarded a medal for his contribution to the arts from the City of Mazara del Vallo, Sicily, and, in 1995, he received an “Honorable Mention” in the Allen Ginsberg Poetry Awards at Passaic County Community College. The Sacrifice (1995) is part of a work-in-progress towards his forthcoming newand-selected collection, Bubbes & Bub-bemeises.

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BUBBEME I SE S & B AB BA L U C I

C ompila to da SA V ER IO A . SC A MMACCA Tra d, di N ina e N a t Scam m acca D is e gni di B e be Bar kan

Cenni sull’autore STANLEY H. BARKAN, nato a Brooklyn

nel 1936, è editore di Cross-Cultural Review Series of World Literature and Art in Sound, Print, and Motion, che include addirittura cinquanta gruppi etnici, lingue nazionali, e più di cento titoli. Nel 1976 e 1978, rappresentò gli Stati Uniti alle «Serate di Poesia di Struga» in Macedonia, e nel 1987, fu uno dei dieci editori americani invitato da Teddy Kollek a rappresentare gli Stati Uniti alla Fiera Intemazionale del Libro a Gerusalemme. Nell’estare 1990 fu il direttore americano del Convegno Mondiale sull’Odissea a Trapani, Sicilia. Per 24 anni ha diretto la International Literary Arts Festival che, tra il 1990-91, ha incorporato (con David Curzon) la Reading Series alle Nazioni Unite di New York; nel 1991 la Poets House the Board of Education of the City of New York gli assegnò il premio 1991 N.Y.C. Poetry Teacher of the Year Award. Ha diretto, dal 1992 al 1995, The Multicultural Poetry Series at Barnes & Noble e The International Poets and Writers Literary Arts Weeks a N.Y. per scrittori Italiani, Israeliani, Americani Latini e Cajun Writers. E l’editore delle pubblicazioni: Sicilian Antigruppo, To Struga with Love, e ABC Bestiary e coeditore (con J. De Wit) di 50 Dutch & Flemish Novelists e (con L. Boss) Lips 17: International Women Poets. E autore di tre libri di poesie, The American Hotogisu, The Blacklines Scrawl, e di una edizione bilingue (con Nat Scammacca, trad, da E. Bonventre), Due Poeti Americani. Sue poesie sono tradotte in Italiano, Portoghese, Rumeno, Russo, Serbo-Croato, Spagnolo, Swahili, Turco e Siciliano. Fellow of the Stichting/Amsterdam, e ha ricevuto una medaglia nella città di Mazara del Vallo, Sicilia. È entrato nella rosa dei premiati dell’Allen Ginsberg Poetry Awards at Passaic Community College. The Sacrifice fa parte di BEBE BARKAN, nativa di Brooklyn, laureata al Hunter College. Si occupa di illustrazioni di libri con suoi disegni (più notevole: la collezione di postcards di poesie Sicilian Antigruppo e To Strage with Love): inoltre dipinge, disegna tessuti, è stilista e produce sculture soft. È conosciuta come «La ragazza che imbottisce gente». Vive col marito poeta, Stanley H. Barkan e con i figli sposati, Mia e Scott, vicino a Merrick, N.Y. e spesso partecipa a mostre nazionali e internazionali.

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Sotto la guancia rozzamente sbarbata di Crono, orlo-dirupo di Erice su noi, raccogliamo arance limoni, nespole, nel giardino in pendenza, (il cane rincorre un gatto, salta la ringhiera del vicino). Si raccolgono nuvole come eserciti cartaginesi ... (il cane cerca un passaggio, per il ritorno). Solo, il padrone raccoglie asparagi - Tic! Tic! Tic! Gelsomino, gerani, oleandri ... Insieme, saliamo alla villa vicino alia strada, mangiamo frutti del nostro lavoro, sputacchiamo i semi, & bouquets di poemi - antologie di sogni per la gente di Trapani e per divinita antiche e nuove sopra e sotto -fracielo e terra.

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Unde r the r ough sha ve n c he e k of Cr onos, c lif f - e dge of Er yx a bove us, we pic k or a nge s le mons, ne spole f r om the slope d ga r de n. ( The dog, c ha sing a c a t, le a ps the ne ighbor 's f e nc e ) . Clouds ga the r like Ca r tha ginia n a r mie s ... ( The dog se e ks sa f e pa ssa ge , a wa y to r e tur n) . Alone , if pa dr one pic ks a spa r a g u s - Tic k! Tic k! Tic k! Ja smine , ge r a niums, ole a nde r . . . Toge the r , we r ise up to the r oa d- side villa , e a t, the f r uits of our la bor s, pic k our te e th a nd bouque ts of poe ms - a nthologie s of dr e a ms f or the pe ople of Tr a pa ni a nd the ne w a nd a nc ie nt gods ove r & unde r - be twe e ne a r th & sky.

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D ip in ti s u i mu r i d e lla c a s a d i N in a e N a t a Marausa, p o e mi E limi & G r e c i. Guardo a ttr a v e r s o i Ca n c e lli d e l So le v e n ti e c o r r e n ti a r r iv a n o a i mie i o c c h i, la mia b o c c a il mio n o me . Messi lu n g o f e r tili f ila r i. A lb e r i c a r ic h i d i o liv e , p ia tti d i c a la ma r i, p ia tto n i d i p a s ta e a g lio , b r a c io le p ie n e d i c a r n e , bevo v i n o c o s ĂŹ f o r te c h e mi p o r ta s u n e lla n e b b ia d i E r ic e . Ste s e c o me p a le tte - k n if e d c a s s e in , I e n u v o le s f io r a n o il c ie lo . . . e i c o n ta d in i s tr a p p a n o I e e r b a c c e , a n n a f f ia n o la te r r a a s s e ta ta p ie n a d i b a b b a lu c i c r a s to n i, mille f io r i tu tti i c o lo r i N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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G r a ff itied o n th e w a l l s o f N a t & N i n a ’s h o u s e in M a r a u s a , p o e ms o f In M a ra u s a E ly mia ns & G re e k s . I lo o k o u t th r o u g h t h e G a t e s o f t h e Su n , w in d s & c u rre n t s c a r r y in g m y e y e s , my mo u t h , my n a me, crops crawl a lo n g th e fe rt i l e r o w s o f e a rt h . Tr e e s h ea v y w ith o liv e s , p la te s o f c a l a m a ri , b ig p a s ta & g a rl i c , s tu ff e d m e a t b a l l s l i c e s , w in e s o s t ro n g I d r in k a n d r is e to th e mi s t s o f E r ic e . Sp r e a d li k e p a le tte - k n i fe d c a s s e in , th e c lo u d s b r u s h th e s k y . . . a n d th e c o n t a d i n i p lu c k a t t h e w e e d s , w a te r th e t h i rs t o f e a r th s tr e w n w i t h b a b a l u c i , c r a s tu n a , mille f io r i a ll th e c o l o rs Rivista Soci Centro Studi

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M I SSI O N E C U LTU R A

Stanley Barkan

Bebe Barkan

B a bba luc i di Sic ilia

B a ba luc i in Si ci l y

Ra c c o lg o a n te n n e d i b a b b a lu c i s e lv a g g i

Stanley e Bebe Barkan e Nina Scammacca

Ga ther ing the s taJks of w il d ba ba l uci

p e r N at S c am ma c c a

Ai muri Percio, se non c'e n es su n o Il l eg g e r o a l so ffitto al l e f i n e st r e e alle po rt e . Re c i t e r o al le se d i e , ai I i b r i s ug l i sc a f f a l i, ai b i c c h i e r i vuoti s ui t a v o l i . Almeno po t r o l eg g e r e ci o c h e v o g l i o!

p u b b l i c at a i n L I PS n. 8 - 9 au t u n n o , 1 98 4

T o t h e w alls

g e r mo g lia n ti d a a ltu r e d i c o l lin e d o v e te mp li

spr outing out of th e ri m of hil l s w her e te mple s

e a n f ite a tr i r ic o r d a n o g io r n i a n tic h i

So, i f th er e's no one th ere, I 'l l read to th e c eiling, th e w ind ows and d oor s. I ' I l dec laim to th e c hair s, th e books o n th e shelves, th e emp t y glasses o n th e t ab les. A t l ea s t I 'l l be ab le [ 0 rea d w h a t I want !

a nd a m phitheatre s signify the a nci e n t days

q u a n d o g e n te s e mp lic e s i a r r a mp ic a v a f u o r i d a lle v a lli p e r in c o n tr a r e il v e n to e to c c a r e la f o n te .

w hen a sim pl e pe ople c l im bed out of th e v alle ys to find the w ind to touc h the source

O r a n o i in p ie d i c o me il c a r d o s e lv a tic o tr a I e lu ma c h e c o n c h ig lie c o n ic h e s p ir a li in to r n o a ile c ime

N ow w e sta nd l ik e thistJ es a mi d th e s n ai ls the c onic shel l s spir a l ing a r oun d th e pe aks

c i c h ie d ia mo il p e r c h e e il c o me d e l s o r g e r e e la c a d u ta .

w onder ing the h ow an d wh y of the r ise a nd fall.

"Ik i e & J ac k " ac r y l i c o n ca nva s

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C.A. FOSCARI

C .A . F OSC A R I

Pro f. Al es s a n dro Cl er ic uzio

N

Elenco O p e re

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a to a Br ooklyn ne l 1924, qua r a nta a nni p iù ta r d i Sc a mma c c a si tr a sf e r ì in Sic ilia , dove ha p a s s a to il r e sto de lla sua vita sc r ive ndo poe sie , a u to - b io grafie e pr ose va r ie , e ope r a ndo c ome tr a duttor e d i p o e s ia dall’ingle se a ll’ ita lia no e da l sic ilia no a ll’ ingle se . A mic o di Ferlinghetti, ne ha tradotto e raccolto alcune poesie in un volume che ha intitolato Poesie politiche. Nell’introduzione ha dichiarato: Mentre Ferlinghetti propone il populismo in California, io faccio altrettanto qui in Sicilia. [...] Il populismo è l’ unde rgr ound de ll’ uomo c omune e di que s to u o mo comune, dei giovani, dei poveri, degli operai degli Stati U niti è il lingua ggio di c ui si se r ve La wr e nc e Fe r lin g h e tti, così come del contadino, dello studente, del manovale siciliano è il lingua ggio c on c ui si e spr ime l’ Antig r u p p o . (1977, 8). Ferlinghetti viene spesso citato nelle attività dell’Antigruppo, il cui manifesto appare direttamente ispirato all’estetica Beat: i termini ricorrenti, infatti, sono una «poetica libertaria», una «arte nuova», «spontanea», «fatta dal popolo», «a r te c ome e spe r ie nz a » e l’ a r tista c o me « r iv oluzion a r io», a c c ompa gna ti da una f or te impr onta a n tie g e monica e da una particolare attenzione all’aspetto orale della p oe sia ( Bona nno 1975, 88- 9) . Nelle parole di Scammacca, si trattava di «a group against groups, against the fascisti, the mafia, the privileged establishment which [...] collaborates to suppress the common man and his essential creative force» (1985, 93). Secondo una pratica di condivisione pubblica della poesia, che venne immediatamente percepita come una delle caratteristiche principali della lirica Beat (cf. Amoruso 1969, 143), l’Antigruppo si dedicò ad attività di letture pubbliche. I suoi membri viaggiarono ripetutamente nell’entroterra siciliano, fino a toccare lontani villaggi di contadini o di pescatori e baraccopoli di terremotati (Val Belice e isola di Ustica, tra le altre mete), diffondendo la poesia e le arti visive. Nel 1973 il gruppo pubblicò una voluminosa antologia delle proprie poesie, prose e manifesti, tra cui una sorta di dichiarazione di intenti sotto forma di lettera indirizzata al proprietario della City Lights.

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Prof. Alessand ro Cler i cuz io

C

aro Lawrence Ferlinghetti, [...] bisogna approntare un libro degli Antigruppo in Sicily, con agganci in Italy e in Usa, che faccia conoscere ai contemporanei e tramandi ai posteri, almeno per mille anni, quanto noi abbiamo operato per lo smantellamento delle baronìe culturali - di destra e di sinistra - nell’isola! La Sicilia - e tu lo sai, Lawrence - è la terra benedetta da Allah e maledetta da Gianni Agnelli. Il quale, da queste parti, rappresenta l’equivalente del vostro Henry Ford. [...] Sicily Italy Usa. Un itinerario quanto mai suggestivo, provocatorio, alludente, mafia and consciousness- expeding [sic] drugs, i riti di iniziazione agli allucinogeni concelebrati al suono dell’acid rock, il City wide Women’s Liberation e il Gay Liberation Front. LUnderground e il Movement... Ma YAntigruppo siculo - credimi, Lawrence - non è niente di tutto ciò. La nostra contro-cultura, il nostro dissenso, accompagnato ora dall’entusiasmo prorompente, ora da una sickness profonda e indefinibile, sconoscono punte estreme di violenza, l’omicidio e il suicidio, persino le forme clamorose della pubblicità. Della pubblicità all’americana, per intenderci; anche se a un recente «Palermo Pop 1971» Ignazio Apolloni e Vira Fabra insieme a Nat Scammacca si aggiravano per i vicoli della capitale maomettana indossando camicie variopinte sulle quali erano state vistosamente trascritte poesie di fuoco contro l’establishment. Nell’isola poi siamo decisamente eterosessuali. Da noi il gallismo - non certamente quello volgarizzato da un Vitaliano Brancati - ha salde radici memoriali nell’antica istituzione è èdell’harem. (Cali, Di Maria 1972, XXII, XXVIII), delicato e femmineo, il suo verso sarà più semplice e meno cumulativo». In un’impennata di maschilismo, Scammacca termina queste osservazioni affermando che le donne, «anche se hanno lingue lunghe, avranno sempre versi corti» (1970, 45).

Q

uesta lunga citazione è motivata dalla quantità di riflessioni che suggerisce: come prima cosa rivela un forte e ribadito desiderio di confronto con la Beat Generation e con la cultura statunitense in generale, sebbene con tentativi di distinzione - e un’alternanza, specialmente per Scammacca, nell’uso dell’inglese e dell’italiano. Un confronto, quindi, vólto a ribadire una condizione simile, ma una reazione sui generis. In seconda istanza, il brano denota una prossimità con la cultura araba che, seppur presentata in chiave esagerata, parlerebbe, paradossalmente, alle più irrazionali paure dell’italiano di oggi. Da ultimo, trapela da queste dichiarazioni un sessismo al tempo stesso ingenuo e sentito come fortemente identitario. Esso, infatti, informa espressamente gli scritti in cui Scammacca definisce le basi dell’estetica dell’Antigruppo e il loro concetto della figura del poeta, al quale sarebbe permesso scrivere versi lunghi solo se è «fisicamente forte» come Allen Ginsberg, mentre se «è delicato e femmineo, il suo verso sarà più semplice e meno cumulativo». In un’impennata di maschilismo, Scammacca termina queste osservazioni affermando che le donne, «anche se hanno lingue lunghe, avranno sempre versi corti» (1970, 45).

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Pro f. Al es s a n dro Cl er ic uzio

Trapani, dove il sale bianco picchIa Mi chino sulle medaglie E il mio amore ribattendo ride, Signore, se esisti, colpisami ora Affinché, il paradiso SIa con me al piu presto. Tutto è fuggito nel mattino E un tanto dI' qualcosa di più Di una poesia, piu amore di quanto ,o riesca a esprimere 50, quantunque Trapani esista a Sud E New York riflulsca nel passato. Mia madre, ciò che tutto SIgnifica, ora è diventata Una rosa vccchissillla, appassita e un po' stantia, Invece la memoria patena rivolge Nel blu i miei ultimi passi. Oh inutile urlare, inutile lamentarsi, I fiumi di Bacco non gioveranno, E quanto dicono intorno alla poesia moderna Qui casca male e s'inceppa. Un canto dei cantici è Trapani, Dove il sale bianco picchIa A ritmi, uno dopo l'altro, Tamburi che rimbombano da mare a mare. Adesso il mio dolore è l'America Quel timore che sempre durerà; Suoni dimeticati di Birmania Dove una gueerra una volta finì E questa, manifestazione estrema del tempo trasvolante, angosce vane Rimpiccioliscono il mio canto e mi dicono falso. No! la mia condizione è quella che è Sebbene gli seocdn possano ifriltguellare; QUI; rimuginare questo E lasciare che i denti Cozzino bianco su bianco. Per ironie lo posso fare, La mia disperazione vuole L'esistenza, ora E sempre. Trad.. di Enzo Bonventre

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Pro f. Al es s a n dro Cl er ic uzio

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crittore prolifico, Scammacca fu sicuramente il più notevole tra gli artisti dell’Antigruppo, e se c’è un’influenza Beat sulla sua pratica poetica oltre che sulle sue teorizzazioni, questa può essere rinvenuta nella sua prima raccolta. In a Lonely Room, nella quale topoi Beat come il sotterraneo, la strada, il carcere, le accuse al consumismo e il disagio psichico sono ricorrenti, per esempio nel lungo componimento «Complaints of the Petit Burgeois» (1966, 50-64). Sul versante teorico, scrisse ripetutamente in opposizione al Gruppo 63, di cui criticava la lingua, l’estetica e l’ideologia (cf. Mazzucchelli 2015, 188-91). Un impegno politico e sociale anche maggiore rispetto agli esordi caratterizzò le opere degli anni della maturità, come la raccolta Scammacchanat, in cui pubblicò poesie di denuncia nei confronti della politica Reagan e della decisione di impiantare missili Cruise americani in una base Nato in Sicilia. Scammacca visse e lavorò nella sua villa di fronte al mare a Erice, in provincia di Trapani, dove gli facevano visita intellettuali, persone comuni e amici poeti, e dove ospitò per vari mesi Jack Hirschman, che avrebbe tradotto in inglese le poesie di un membro dell’Antigruppo, Santo Cali. Nelle sue stesse parole, Scammacca ha dichiarato di essere stato responsible for generating a remarkable series of populist poetry events and publishing milestones, expressions of the literary-artistic magnificence that survives and is nurtured in the three-pointed isle over which the Scirocco alone has maintained continuous sway. (1985, 93)

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Prof. Alessand ro Cler i c u z io

Il rizoma Beat più significativo in Italia potrebbe essere un poeta italoam-

quanto noi abbiamo operato per lo smantellamento delle baronìe culturali - di destra e di sinistra

ericano poco frequentato dalla critica accademica, Nat Scammacca. Pochi

- nell’isola! La Sicilia - e tu lo sai, Lawrence - è la terra benedetta da Allah e maledetta da Gianni

anni dopo la formazione del movimento di poesia sperimentale Gruppo

Agnelli. Il quale, da queste parti, rappresenta l’equivalente del vostro Henry Ford. [...] Sicily Italy

6 3 , a v v e n u t a i n u n a l b e rg o d i P a l e r m o n e l l ' o t t o b r e d e l 1 9 6 3 , f u f o n d a t o ,

Usa. Un itinerario quanto mai suggestivo, provocatorio, alludente, mafia and consciousness- exped-

sempre in Sicilia, il cosiddetto Antigruppo. Nato per volere di Scammacca

ing [sic] drugs, i riti di iniziazione agli allucinogeni concelebrati al suono dell’acid rock, il City wide

in polemica con il precedente, il gruppo ha ricevuto attenzione quasi uni-

Wo m e n ’s L i b e r a t i o n e i l G a y L i b e r a t i o n F r o n t . L U n d e rg r o u n d e i l M o v e m e n t . . . M a l ’ A n t i g r u p p o s i c u l o

camente come fenomeno locale.

- c r e d i m i , L a w r e n c e - n o n è n i e n t e d i t u t t o c i ò . L a n o s t r a c o n t r o - c u l t u r a , i l n o s t r o d i s s e n s o , a c c o m p agnato ora dall’entusiasmo prorompente, ora da una sickness profonda e indefinibile, sconoscono punte

Ma nella prospettiva glocal Scammacca e l'Antigruppo assumono un ruolo più determinante, prestandosi

estreme di violenza, l’omicidio e il suicidio, persino le forme clamorose della pubblicità. Della pubblic-

attività poetiche direttamente connesse alla poesia Beat in un contesto che annulla le fron-

ità all’americana, per intenderci; anche se a un recente «Palermo Pop 1971» Ignazio Apolloni. .Fabra

tiere nazionali. Ciò è possibile sia perché Scammacca è stato definito un poeta Beat (14), sia pe rché egli

insieme a Nat Scammacca si aggiravano per i vicoli della capitale maomettana indossando camicie var-

stesso e altri membri del gruppo stabilirono un dialogo - solo in parte virtuale - con Lawrence Ferlinghetti

iopinte sulle quali erano state vistosamente trascritte poesie di fuoco contro l’establishment. Nell’isola

su tematiche e stili della poesia Beat. Nato a Brooklyn nel 1924, quaranta anni più tardi Scammacca si

poeti decisamente eterosessuali. Da noi il gallismo - non certamente quello volgarizzato da un Vitaliano

trasferì in Sicilia, dove ha passato il resto de lla sua vita scrivendo poesie, auto- biografie e prose varie, e

Brancati - ha salde radici memoriali nell’antica istituzione dell’harem. (Cali, Di Maria 1972, XXII, XXVIII)

operando come traduttore di poesia dall'inglese all'italiano e dal siciliano all'inglese. Amico di Ferlinghetti,

Questa lunga citazione è motivata dalla quantità di riflessioni che suggerisce: come prima cosa rivela un

ne ha tradotto e raccolto alcune poesie in un volume che ha intitolato Poesie politiche. Nell'introduzione

forte e ribadito desiderio di confronto con la Beat Generation e con la cultura statunitense in generale,

ha dic hiarato: mentre Ferlinghetti propone il populismo in California, io faccio altrettanto qui in Sicilia.

sebbene con tentativi di distinzione - e un'alternanza, specialmente per Scammacca, nell'uso dell'inglese

[...] Il populismo è l'underground dell'uomo comune e di questo uomo comune, dei giovani, dei poveri,

e dell'italiano. Un confronto, quindi, vólto a ribadire una condizione simile, ma una reazione sui generis.

degli operai degli Stati Uniti è il linguaggio di cui si serve Lawrence Ferlinghetti, così come del con-

In seconda istanza, il brano denota una prossimità con la cultura araba che, seppur presentata in chiave

tadino, dello studente, del manovale siciliano è il linguaggio con cui si esprime l'Antigruppo. (1977, 8)

esagerata, parlerebbe, paradossalmente, alle più irrazionali paure dell'italiano di oggi. Da ultimo, trapela

Ferlinghetti viene spesso citato nelle attività dell'Antigruppo, il cui manifesto appare direttamente ispi-

da queste dichiarazioni un sessismo al tempo stesso ingenuo e sentito come fortemente identitario. Esso,

rato all'estetica Beat: i termini ricorrenti, infatti, sono una «poetica libertaria», una «arte nuova», «spon-

infatti, informa espressamente gli scritti in cui Scammacca definisce le basi dell'estetica dell'Antigruppo e il

tanea», «fatta dal popolo», «arte come esperienza» e l'artista come «rivoluzionario», accompagnati da una

loro concetto della figura del poeta, al quale sarebbe permesso scrivere versi lunghi solo se è «fisicamente

forte impronta antiegemonica e da una particolare attenzione all'aspetto orale della poesia (Bonanno 1975,

forte» come Allen Ginsberg, mentre se «è delicato e femmineo, il suo verso sarà più semplice e meno cumulativo». In un'impennata di

88-9). Nelle parole di Scammacca, si trattava di «a group against groups, against the fascisti, the mafia,

maschilismo, Scammacca termina queste osservazioni affermando che le donne, «anche se hanno lingue lunghe, avranno sempre versi

the privileged establishment which [...] collaborates to suppress the common man and his essential creative

corti» (1970, 45). Scrittore prolifico, Scammacca fu sicuramente il più notevole tra gli artisti dell'Antigruppo, e se c'è un'influenza

force» (1985, 93). Secondo una pratica di condivisione pubblica della poesia, che venne immediatamente

Beat sulla sua pratica poetica oltre che sulle sue teorizzazioni, questa può essere rinvenuta nella sua prima raccolta. In a Lonely

percepita come una delle caratteristiche principali della lirica Beat (cf. Amoruso 1969, 143), l'Antigruppo

Room, nella quale topoi Beat come il sotterraneo, la strada, il carcere, le accuse al consumismo e il disagio psichico sono ricorrenti,

si dedicò ad attività di letture pubbliche. I suoi membri viaggiarono ripetutamente nell'entroterra siciliano,

per esempio nel lungo componimento «Complaints of the Petit Burgeois» (1966, 50-64). Sul versante teorico, scrisse ripetutamente

fino a toccare lontani villaggi di contadini o di pescatori e baraccopoli di terremotati (Val Belice e isola

in opposizione al Gruppo 63, di cui criticava la lingua, l’estetica e l’ideologia (cf. Mazzucchelli 2015, 188-91). Un impegno polit-

di Ustica, tra le altre mete), diffondendo la poesia e le arti visive. Nel 1973 il gruppo pubblicò una volu-

ico e sociale anche maggiore rispetto agli esordi caratterizzò le opere degli anni della maturità, come la raccolta Scammac- chanat,

minosa antologia delle proprie poesie, prose e manifesti, tra cui una sorta di dichiarazione di intenti sotto

in cui pubblicò poesie di denuncia nei confronti della politica Reagan e della decisione di impiantare missili Cruise americani in

forma di lettera indirizzata al proprietario della City Lights.

una base Nato in Sicilia. Scammacca visse e lavorò nella sua villa di fronte al mare a Elice, in provincia di Trapani, dove gli facev-

all'analisi di

ano visita intellettuali, persone comuni e amici poeti, e dove ospitò per vari mesi Jack Hirschman, che avrebbe tradotto in inglese le C a r o L a w r e n c e F e r l i n g h e t t i , [ . . . ] b i s o g n a a p p r o n t a r e u n l i b r o d e g l i A n t i g r u p p o i n S i c i l y, c o n a g g a n c i

poesie di un membro dell’Antigruppo, Santo Cali. Nelle sue stesse parole, Scammacca ha dichiarato di essere stato responsibile for

in Italy e in Usa, che faccia conoscere ai contemporanei e tramandi ai posteri, almeno per mille anni,

generating a remarkable series of populist poetry events and publishing milestones, expressions of the literary-artistic magnificence that survives and is nurtured in the three-pointed isle over which the Scirocco alone has maintained continuous sway. (1985, 93).

(14)

Prof. Alessando Clericuzio

Gullo, Tano (2012). «Il poeta beat trapanese Scammacca, storia di amori e di follie». La Repubblica, 11 maggio, 40.

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Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati

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FLORA RESTIVO

Flora Restivo, siciliana d Trapani, è poetessa, scrittrice in Siciliano

e Italiano, si occupa di critica letteraria, prefazioni, recensioni, relazioni. Ha collaborato con varie riviste in cartaceo e in rete, attualmente scrive sul periodico : “Lumie di Sicilia” curato da Mario Gallo. Il professore Gatano Cipolla ha pubblicato suoi elaborati su “Arba Sicula. Flora Restivo, Sicilian from Trapani, is a poet, writer in Sicilian and Italian, deals with literary criticism, prefaces, reviews, reports. He collaborated with the magazine: “Lumie di Sicilia” edited by Mario Gallo. Professor Gatano Cipolla has published his works on “Arba Sicula. Flora Restivo-

A PUNTO CATENELLA

Mai busserò alle vostre porte scolorite dal piscio dei cani. Restate chiusi dentro e sferruzzate miseri giorni a punto catenella. Io guarderò la vostra ragione volata sulla luna per copulare con il senno di Orlando e riderò fino a morirne

Flora Restivo

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AT THE CHAIN POINT

I will never knock at your doors faded by dogs piss. Stay locked inside and knitted miserable days a chain stitch. I will look at your reason flown to the moon to copulate with wisdom of Orlando and I will laugh to death.

Flora Restivo

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da:

Poetessa dialettale autrice delle raccolte poetiche Ciatu (Sfamemi, 2004) e Po Essiri (Samperi Editore, 2008). Non deve sorprendere questo suo

POESI A DEL NOST R O T EMPO

primo libro di racconti che richiama qualità importanti già presenti nella Ha elaborato prefazioni, traduzioni, saggi cr itici,

sua poesia: l’essenzialità del dettato, lo sguardo acuminato ed ironico sul

e ha par tecipato a diverse giurie di premi letterari.

mondo e una forte sensibilità. La misura del racconto breve riesce dunque

Colla bora a per iodici e r iv is te, ca r tacei e in rete,

a riproporle, dette qualità, con nuovo equilibrio e tensione narrativa.

come: Ar te e folk lore di s icilia , R iv is ta italia na di

Proprio riguardo all’essenzialità del dettato, scrive Marco Scalabrino

letteratu ra dialetta le, Siciladaes M u s ae, Via delle

nel suo saggio introduttivo (Flora Restivo – Dda notti chi spariu la luna

belle donne e La poesia e lo spirito. ed è presente

& autri cunti): “Edgar Allan Poe ha individuato nella short story gli

in molte antologie. Ha pubblicato Ciatu (Sfamemi,

elementi della essenzialità, della densità, della unicità; Henry James ha

2 0 0 4 ) e Po Es s ir i (S a mper i Editore, 2 0 0 8 ) e D u dici

affermato che il racconto bisognerebbe “farlo tremendamente conciso,

( E d i z i o n i d e l C a l a t i n o, 2 0 1 1 ) . R e c e n t e m e n t e h a

con la più stringata scelta di particolari”; Evelyn Waugh ha sostenuto che

fatto par te deg li ar tis ti pres enti nella ra ccolta di

“lo stile non è un attraente ornamento applicato, ma parte dell’essenza

racconti “I ta lo”, dedicata ai nos tr i amici animali,

stessa”. Questi, dunque, gli elementi che caratterizzerebbero il genere; e

e in “Nu ov i S a lmi ”, r iv is ita zione dei S a lmi di Dio.

si viene realmente inghiottiti nella lettura di questi racconti che spiazzano, sorprendono, a cominciare dal primo racconto “La notte in cui sparì la

Cuntrastu

luna”, che principia inquadrando un insonne trentottenne insegnante di greco e latino. Una bella donna “statuaria”, “al culmine del suo fascino” a

Eranu tutti frati e ju nun avia soru tutti ricchi e ju nun avia scarpi tutti santi e ju a d d iv a v a lu n f e r n u e r a n u tu tti mo r ti e ju li b u r r ic a i.

cui nulla mancava se non la capacità di avere una relazione duratura con

contrasto – Erano tutti fratelli / e io / non avevo

i personaggi e le azioni. Tra i racconti più belli vanno segnalati ”Mano

sorelle / tutti ricchi / e io / non avevo scarpe // tutti

pelosa”, che richiama la favola di Barbablu, “Storia di Maria soprannome

santi / e io / covavo l’inferno / erano tutti morti / e io /

“l’orba” professione …puttana”, lo splendido e commovente “Le ali di

li sotterrai.

Angelo”, “Nozze d’argento” e “Franco”. Un libro, dunque, che, se si fa

DUDICI (DODICI) – Racconti in siciliano

apprezzare nella traduzione in lingua, nella versione in dialetto si suppone

Edizioni del Calatino (Castel di Judica, 2011)

ancora più dilettevole, per il senso e l’evocatività di parole e suoni e colori

Prefazione di Marco Scalabrino

e allusioni propri della lingua e d’una comunità.

Traduzioni a cura dell’autrice

Flora RESTIVO

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un uomo, perché “ogni volta che una storia aveva inizio, sembrava quella giusta, ma dopo un po’ di tempo, si stufava, la persona la disgustava, così lasciava perdere tutto.” Un racconto che procede come un film “che la vede spettatrice e protagonista nello stesso tempo.” E torna all’infanzia e alla sua storia familiare personale, segnata dall’azione più riprovevole che si possa compiere nei confronti di un figlio – l’incesto – ripetutosi negli anni fino al gesto estremo di liberazione da parte della vittima, con l’uccisione del padre progettata nei dettagli. Una storia che al pari delle altre di cui nulla diremo, però, per non privare il lettore del piacere di farsi trasportare da esse, riga dopo riga, viene raccontata in modo davvero avvincente, con una forza descrittiva che rende vividi e plastici i luoghi,

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ER OSI ONE

S trema cullare spoglie… s biancare lini… P ercepire n e l b u io di sbriciolate attese i l g uaito del pensiero a c c a rtocciato e vinto…

N on filtra fiato dall’ottusa atmosfera F l o r a R e st i v o

EROSION Bone cradle spoils ...... whiten linen ........ Sense in the dark of crumbling expectations the whim of thought crumpled and won ........ doesn't filter breath shallow atmosphere.

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POESIE AUTORI ITALIANI

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POESIE AUTORI ITALIANI

PAROLE PERDUTE Forse il mistero sta in quei versi che non ho ancora scritto quelli che mi svegliano di notte come se chiamassero con voci da sirena e la mattina non trovo più

LOST WORDS

FLORA RESTIVO A NEW DAY.

I shattered in dawns of unripe colors and days dripping with fears: a screaming phone a mermaid chasing life a voice that becomes an enemy yet you love ... I see my fragments flapping a common into I feel no pain I'll be air I'll be rain I'll be shred of the inexplicable becoming.

persi per sempre

UN GIORNO NUOVO.

Mi sono frantumata in albe dai colori acerbi e giorni grondanti di paure: un telefono che grida una sirena che insegue la vita una voce che si fa nemica eppure ami… Vedo i miei frammenti agitarsi in un volgare esercizio non provo pena sarò aria sarò pioggia sarò brandello dell’ inesplicabile divenire.

Tras. Glenn Scammacca

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Perhaps the mystery is in those verses that I haven’t written yet

D’un tratto capisci che non sei poeta ma collezionista di parole perdute.

those who wake me at night as if they were calling with siren voices and in the morning I can’t find anymore lost forever flowers never bloomed of which only an unusual scent remains the vague hint of another loss pushing his chin on his neck. Suddenly you understand that you are not a poet but collector of lost words. Flora Restivo -Tras. Glenn Scammacca

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fiori mai sbocciati di cui rimane solo un profumo insolito il vago sentore di un’altra perdita che spinge il mento sul collo.

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Fracesco Virga, Flora Restivo, Nicola Lo Bianco Massimo Occhipinti al Centro Studi Nat Scammacca

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POESIE AUTORI AMERICANI

Abou t t h e Po et Hassanal Abdullah, a BangladeshiAmerican poet, translator, and critic. He introduced a new sonnet form, Swatantra S on n e t , se v e n - seven stanza pattern and ab cda b c e f g d e f g rhym ing schem e, mor e t han 2 0 0 o f w h ich he w rote in B engali. H e i s t h e a u t h o r of 42 books in various genres, has written a 304-page epic, Nakhatra O Manusar Prochhad (Ananya, 2007, 2nd edition 2017), where, based on several scientific theories, he illustrates relations between human beings and t he u n i v e r se . T h e second edition of his S el ec t e d P o e m s w as published in 2014. He edited the Twentieth Century Bengali P o e t r y ( B a n g l a Te x t , M o w l a , 2 0 1 5 ) . His three bilingual poetry collections, Breath of Bengal (CCC, 2000), Under the Thin Layers of Light (CCC, 2015) and Swatantra Sonnets: Bengali with English Translation (Feral Press & CCC, 20 1 7 ) a r e a v a i l able at A mazon.com . His book, Kobiter Chhanda (Bangla Academy

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POESIE AUTORI AMERICANI 1997, 2nd e d. Mowla , 2011) ha s be e n a unive r sity r e f e r e nc e te xt in Ba nglad e s h since 1997. In 2016, he was invited to attend the International Silk Road Poetry Festival in Szechuan , China where he was awarded the Homer European Medal of Poetry & Art. He also received the L a b u b h a i F o u n d a t i o n Aw a r d ( 2 0 1 3 ) f o r his innovative sonnets, and was the honor a ble me ntion of Que e ns Bor ough Po e t Laureate in 2007. He has been a featured poet in many venues on the tristate area since 2000. He translated Charles Baudelaire, Anna Akhamatova, S t a n l e y K u n i t z , N a z ı m H i k m e t , To m a s Tr a n s t r ö m e r, N i c a n o r P a r r a , Wi s l a w a Sz ymbor ska a nd Ge r a ld Ste r n a nd m a n y more into Bengali, and more than 35 Bengali poets into English. His own poetry has been translated into nine different languages. He contributed to several wor ld poe tr y a nthologie s. Mr. Abdu lla h is a NYC high sc hool ma th te a c he r a n d the editor of an international bilingual poetry magazine, Shabdaguchha, since 1998. Ha ssa na l Abdulla h: Poe t Voya g e r, a bilingual (Bengali-English) anthology about his work, including critical essays, interviews and letters, was published in April, 2017 from Dhaka by Puthiniloy Publication on his 50th B i r t h d a y. H a s s a n a l r e c e i v e d a t r a n s lation grant from the Queens Council on the Arts and was invited to the 2nd I nte r na tiona l Poe tr y Fe stiva l, Cha lk id a , Greece, in 2019. The first volume of h i s C o l l e c t e d P o e m s ( B e n g a l i Te x t ) was recently published in Dhaka.

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HASSANAL ABDULLAH

H a s s a n a l A b d u lla h , u n p o e ta , tr a d u tto r e e critico bengalese-americano. Ha introdotto un nuovo sonetto, Swatantra Sonnet, settes e tte p a tte r n p a tte r n e a b c d a b c e f g d e f g in rima, più di 200 dei quali ha scritto in bengalese. È autore di 42 libri di vari generi, ha s c r itto u n ' e p o p e a d i 3 0 4 p a g in e , N a k h a tr a O Manusar Prochhad (Ananya, 2007, 2a edizione 2017), in cui, basandosi su diverse te o r ie s c ie n tif ic h e , illu s tr a le r e la z io n i tr a g li e s s e r i u ma n i e l' u n iv e r s o . L a s e c o n d a edizione dei suoi Selected Poems è stata pubblicata nel 2014. Ha curato la poesia bengalese del ventesimo secolo (Bangla Te x t, M o w la , 2 0 1 5 ) . L e s u e tr e r a c c o lte d i poesie bilingue, Breath of Bengal (CCC, 2000), Under the Thin Layers of Light (CCC, 2015) e Swatantra Sonnets: Bengali w i t h E n g l i s h Tr a n s l a t i o n ( F e r a l P r e s s & CCC, 2017) sono disponibili su Amazon. com. Il suo libro, Kobiter Chhanda (Bangla A c a d e m y 1 9 9 7 , 2 a e d . M o w l a , 2 0 11 ) è s ta to u n te s to d i r if e r ime n to u n iv e r s ita r io in Ba n g la d e s h d a l 1 9 9 7 . N e l 2 0 1 6 è s ta to invitato a partecipare al Festival internazionale della poesia della via della seta a Szechuan, in Cina, dove è stato premiato la medaglia europea di poesia e arte di Omero. H a a n c h e r ic e v u to il L a b u b h a i Fo u n d a tio n Award (2013) per i suoi sonetti innovativi, e d è s ta to la me n z io n e d ' o n o r e d e l Q u e e n s Borough Poet Laureate nel 2007. È stato N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

u n p o e ta d i p r imo p i a n o i n m o l t i l u o g h i dell'area tristatale dal 2000. Ha tradotto Charles Baudelaire , Anna Akhamatova, S t a n l e y K u n i t z , N a z ı m H i k m e t , To m a s Tr a n s t r ö m e r, N i c a n o r P a r r a , Wi s l a w a Szymborska e Gerald Stern e molti altri in bengalese, e più di 35 poeti bengalesi in inglese. La sua poesia è stata tradotta in nove lingue diverse. Ha contribuito a diverse antologie di poesia mondiale. Abdullah è un insegnante d i ma te ma tic a d e l l i c e o d i N e w Yo rk e redattore di una rivista internazionale di poesie bilingue, Shabdaguchha, dal 1998. Hassanal Abdullah: Poet Voyager, un'antologia bilingue (bengalese-inglese) sul suo lavoro, inclusi saggi critici, interviste e lettere,è stato pubblicato ad aprile 2017 da Dhaka dalla pubblicazione Puthiniloy per il suo 50 ° compleanno. Hassanal ha ricevuto una borsa di traduzione dal Queens Council on the A r ts e d è s ta to in v i t a t o a l 2 ° F e s t i v a l Internazionale di Poesia, Chalkida, in Grecia, nel 2019. Il primo volume dei suoi Poesie Raccolte (Testo Bengalese) è s ta to r e c e n te me n te p u b b l i c a t o a D h a k a .

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POESIE

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POESIE

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A p p e n a D io S a r à M o rto

When God i s d e a d W h e n G o d i s dead I wi ll sw i m i n the river. I wi ll p l a y f o o t b all a n d g e t a l o t o f fans to ch e e r f o r i t .

Appe na Dio sar à m or t o Nuot e r ò ne l f ium e . gioc he r ò a c alc io e avr ò m olt i f an c he m i sost e r r anno.

W h e n G o d i s dead I wi ll c l i m b t he big tree u p i n Fo re st P a r k n ear m y h o u se a n d k i l l a l l t h e squ irrels to s a v e m y g a rden full of vegetab le s.

Appe na Dio sar à m or t o Salir ò il gr ande albe ro a Fore st Par k vic ino a c asa m ia e uc c ide r ò t ut t i gli sc oiat t oli pe r salvare le ve r dure de l m io g ia r dino .

W h e n G o d i s dead I wi ll e a t a t u na fish san d w ich a n d f i v e f r i e d cockroaches a s a si d e o r d e r a n d a sk y o u g u ys to reth in k a b o u t M o se s, Jesus, Mu ha m m a d , a n d Krishn a fo r w h o m y o u have been k illin g each o t h e r f o r cen turies.

Appe na Dio sar à m or t o M ange r ò un panino al t onno e c inque sc ar af aggi f r it t i. Chie de r ò a voi r agaz z i c om e f os s e un [ pre c e t t o, di ripe ns a re , a M osè , Ge sù, M uham m ad e Kr ishna e t ut t i que lli c he hanno uc c iso un se c olo dopo l’ alt ro.

W h e n G o d i s dead I wi ll st o p w r itin g p oems a n d b e l i e v e m e, my lad y, I wi ll b e i n a b ed w ith you fo r t h re e c o n secu tive d ays an d n ight s a n d w i l l n e v e r be sep arated.

Appe na Dio sar à m or t o Sm e t t e r ò di sc r ive re poe sie , e c re dim i, m ia signor a, r im ar r ò in un le t t o c on t e pe r t re gior ni e pe r t re not t i e ne ssuno m ai m i se pare r à da te .

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AN XIETY IN TH E MILK Y WAY T h is is th e b e w ild e r in g b o d y o f th a t p o e m w h o s e e mo tio n - d r e n c h e d e y e s , la s t n ig h t, ma d e me p a s s io n a te . Sittin g in a d r e a m- c lu tc h r o o m o f a n a s to u n d in g h o u s e s u r r o u n d e d w ith ta ll tr e e s a n d tr e n c h e d in c r ic k e ts h u m, I r e lis h e d e a c h a n d e v e r y tw is t a n d tu r n o f h e r lu s tr o u s limb s c o mp le te ly s le e p le s s th r o u g h o u t th e n ig h t.

Sta r tin g f r o m th e to e n a il, g lid in g u p th r o u g h th e s mo o th n e s s o f th e s le n d e r b o d y to th e s w a y o f h e r p e r f u me d h a ir, la s t n ig h t, e v e r y c e ll o f h e r s k in w a s in my to ta l c o n tr o l, a s if I w e r e a b r a z e n b is o n o f tw e n ty - tw o , a v ib r a tin g v a lia n t, a n d s h e w a s a n u n v e ile d v irg in o f b lo o min g e ig h te e n . I e n tir e ly d is s o lv e d in to h e r lu min o u s la b y r in th . N o , it’s n o t a d r e a m. Be lie v e me , I w a s u p f o r th e w h o le n ig h t w ith my n e w p o e m— p lu n g in g d e e p in to th e s u c c e s s in th e c a s c a d e f ille d u p w ith th e p r o p o s itio n o f th e w in d , I p e r me a te d th r o u g h th e f o r tu n a te g r e e n s o f th e e a r th . A n d , to d a y, w a lk e d o u t

H assan al Ab d u l l ah Trad. Glenn S cammacca & Flora R estivo

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h a n d - in - h a n d , v ic to r io u s Yo u k n o w, a f te r a ll, s h e h e r s e lf is a p o s tmo d e r n is t.

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POESIE

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MY EXPERIENCE IN A GRAVE

Q u e st o è l o stupore della poesia o c c h i i n t r i s i di em ozione. L a sc o r sa notte mi sono elettrizzato. S e d u t o i n u na stanza da sogno d i u n a c a sa meravigliosa c i r c o n d a t a d a alberi ad alto fusto c u l l a t o d a l frinio dei grilli, H o a ssa p o r a to ogni centimetro d e l l e su e m em bra lucenti se n z a m a i dormire per tutta la notte .

H assan al Ab d u l l a h Trad. Glenn S cammacca & Flora R estivo

Sai, dopotutto, lei è postmoderna

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L a s t y e a r, d u r in g th e s u mme r v ac a t i o n , I d u g a g r a v e f o r my s e lf . I th o u g h t I w o u ld h a v e g o o d u s e o f i t s o me time . L e t me te ll y o u mo r e a b o u t th e s t o ry . . . I a c tu a lly d id n ' t h a v e to d ig a n ew g ra v e , I ju s t h a d to o c c u p y a n o ld o n e a n d th e n f ix e d it u p a little . To b e f r a n k , I le a r n e d it f r o m o th e r p e o p l e . O c c u p y in g h o me s , la n d , la n g u a g e , s ta te s , a n d e v e n p o litic s is a g r e a t h u m a n p ra c t i c e . I a ls o in s ta lle d a w o o d e n d o o r to t h e g ra v e . W h o e ls e w o u ld in s ta ll s u c h a d o o r b u t m e ! With in a c o u p le o f mo n th s a f te r t h e b re a k , I g o t a c a ll f o r u s in g it. A s titc h in time . . . a s th e y s a y ! So I e n te r e d , tu r n in g th e k e y, a s t h e d a rk n e s s w o v e its ta n g ib le to n g u e a ll o v e r t h e w a l l , a lo n e n e s s c r u mb le d me . T h e v e r y f ir s t n ig h t w a s u n b e a r ab l e . T h e r e w a s a f r e e z in g c o ld f u r ling b e n e a t h m y b o d y. I to o k o ff my c lo th e s a n d s q u e e ze d t h e m u n d e r m e . T h e n ig h t w a s lo n g , f e a r f u l, f r a n t i c , a n d m e rc i l e s s . At daybreak, I w e n t o u t r e s p o n d in g to my n a tu ra l c a l l — w h o w o u ld e v e r ma k e a lo o in a g ra v e ! Sile n tly f in is h in g it f a s t, I w e n t b a c k in . Ro a c h e s , w o r ms , le e c h e s a n d ma n y mo r e c r e e p y - c r a w lie s s c a re d m e t o d e a t h . T h in k in g o f s n a k e s , my b lo o d g r e w c o l d . Bu t my g r u e s o me d a y s in th e g r a v e g r a d u a lly c r a w le d in to c r u c if ie d c o n v u l s i o n s .

N o , n o n è un sogno. Cr e d i m i , sono stato sveglio tutta la notte p e r q u e st a n uova m usa, i m m e r so n e lla gioia del successo , i n u n t u r b i nio di vento tum ultuos o, i n o g n i u m ore che perm ea la terra. O g g i so n o uscito, m a n o n e l l a mano, vittorioso.

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CHE ANSI A L A VI A LAT T E A

A p a r t i r e d a ll' unghia, sfiorando l e c u r v e d e l suo corpo snello l ' o n d e g g i a r e dei suoi capelli prof uma ti, so l o l a sc o rsa notte, o g n i p u n t o della sua pelle v i b r a v a so t to il mio tocco, sf a c c i a t o c om e un eccitato ventid ue nne , e l e i sb o c c iata nel fiore suoi dic iott'a nni. I n l e i , m i so no dissolto totalmente i n l e i , l a b i r into accecante di emoz ioni.

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POESIE

LA MIA DOLOROSA ESPERIENZA

L ' an no sc or so, dur a nte le va c a nz e e stive , H o tr ova to un buc o pe r me ste sso. Pens a vo di f a r ne buon uso a tempo de bito.

Trad. Glenn S cammacca & Flora R estivo

Sono e ntr a to, dopo una pa usa di me si, H o dovuto usa r lo. Meglio pr e ve nir e c he c ur a r e . . . c osì dic ono! C os ì e ntr a i, gira ndo la c hia ve ne ll'osc ur ità , che te sse va f or me ta ngibili su tutto il mur o, la solitudine mi sbr ic iolò. Fin da lla pr ima notte , f u insoppor ta bile . C ' er a f r e ddo, il ge lo a vvolge va il mio c or po. Mi s ono tolto i ve stiti e li ho str e tti sotto di me. L a n otte e r a lunga , pa ur osa , a gita ta e disuma na. A ll' a lba , Sono usc ito spinto da uno stimolo na tur a le chi ma i l’ a vr e bbe f a tta in que l posto! Sile nz iosa me nte e ve loc e me nte , Sono tor na to de ntr o, racc a pr ic c ina ti sc a r a f a ggi, sa nguisughe , ve r mi, m i h a nno spa ve nta to a mor te . Pens a ndo a i se r pe nti, il mio sa ngue ge lò. Ma i mie i br utti gior ni pie ni di sa c r if ic i ha nno tr o v a to un’usc ita in que l da nna to buc o

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L ascia c he ti dic a di più su que lla stor ia . . . In rea ltà non dove vo tr ova r e un posto nuovo, dovevo oc c upa r ne uno ve c c hio e poi a ggiusta r lo un po’ . Per e sse r e sinc e r o, l'ho impa r a to da a ltr e pe r so n e . O ccupa r e c a se , te r r e , sta ti, e lingua , la politic a è uno spie ta to me stie r e de ll’ uomo. H o a nc he insta lla to, una por ta di le gno ne l mio buc o. C hi a ltr o insta lle r e bbe una simile por ta tr a nne me !

Hass an a l Ab d ulla h

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SWATANTRA SONNET 77 I ’ v e h e a r d th e n o b le s o u n d o f y o u r f o o ts t e p s , m y l o v e . Co me , c o me c lo s e r, a n d s lo w ly o p e n y o u r h e a rt . S p re a d th e f r a g r a n c e o f y o u r b e a u tif u l b r e a s ts . Le t t h e d o o r b e c lo s e d . E mb r a c e me tig h tly w ith y o u r g e n t l e h a n d a n d s e t y o u r s w e e te s t lip s o n min e lik e a w i l d d o v e . K e e p o n c r a w lin g u p to f in d in g my h e a rt ’s m a i n t h re a d v iv id a s th e s p r in g , tr e mb lin g a t th e o c e a n fl o o r. Ta k e o ff th e s e a mle s s b o u tiq u e s a r i a n d ra i s e b o t h h a n d s to u n tie y o u r h a ir ; b r u s h me lik e r o s e p e t a l s . With o u t y o u , I a m a lw a y s lo n e ly, d r y a n d d a rk . I mp la n t th e f r e s h , e te r n a l lig h t in my g re e n l a n d . D o n ’t b o th e r ma k in g th e b e d to n ig h t, r at h e r s o o t h e th e w a r mth o f my te n s e b o d y — my tr o p ic a l c e l l s , s p r e a d in g th e p u r e to u c h o f y o u r a s to u n d i n g s p a rk .

H o s e n tito il lie v e s u o n o d e i tu o i p a s s i, a mo r e mio . Vie n i, v ie n i p iù v ic in o , e le n ta me n te a p r i il tu o c u o r e . D iff o n d i la f r a g r a n z a d e i tu o i s e n i. A b b a n d o n a ti f r a le mie b r a c c ia , s f io r a mi c o n le tu e d o lc i ma n i a p p o g g ia le tu e la b b r a mo r b id e s u lle mie , c o me u n a c o lo mb a in n a mo r a ta . Co n tin u a p a s s o d o p o p a s s o f in o a tr o v a r e il f ilo d e l mio c u o r e v iv id a p r ima v e r a , o n d e g g ia n te o c e a n o . To g li il s a r i f a c e n d o lo c a d e r e le n ta me n te , u s a le ma n i p e r s c io g lie r e i c a p e lli; c o s p a rg ime n e c o me p e ta li d i r o s a . Se n z a d i te , s o n o s o lo , in a r id ito e s e n z a s c o p o . I llu min a la mia a n ima c o n il tu o f u lg o r e ir id e s c e n te . N o n d is tu r b a r ti, s ta n o tte a r if a r e il le tto , p iu tto s to c a lma il c a lo r e d e l mio c o r p o v ib r a n te - f a i s c in tilla r e c o n il tu o to c c o p u r o l’ o r o d e lla mia p e lle , s t u p e fa ce nte c re at u ra

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POESIE

SE AVRO’ UN PO DI SOLDI

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WI T H A L I T T L E C A SH If i have a little cash, i will open an art shop. My modernist call Will raise echo and journey to Corners of places not reached before. Let few days pass by, If i have a little cash, i will wash your Soft feet with spring water.

S e a vrò un po’ di soldi, apr irò un ne gozio d’ arte . L a m ia pensata m i p ro curerà fam a e viaggi i n l u oghi m ai raggiunti pr ima. D o p o qualche giorno, se a v rò un po’ di soldi, lav e rò i tuoi p i e d i n i m orbidi in acqua di sorge nte . S e a vrò un po’ di soldi compre rò un luogo paradisiac op a sseggerò tutto il giorno lungo i suoi se ntie ri sa rò s vegliato dal canto degli uc c e lli e d o rm irò serenam ente, come una v olta. O g n i preoccupazione sarà spazzata v ia. C o n u n po’ di soldi e d a l lora p a sse rò il tem po i m m e r so nella natura ascoltando le api. C o n v e rsazioni a distanza: n o n si parlerà più da filo a filo n o n si sprecherà più energia. B a n g ladesh, prendi nota. F i n a lm ente appoggerò la testa sul tuo pe tto e p o t rò dorm ire in tranquillità tutta la notte m a solo quando avrò un po ’ di soldi.

If i have some money i will buy the giant sky— Wandering all day on its floor Birds will wake me up And they will again put me asleep easily. The world will find my hands in its own If the crooked line of restlessness Is wiped away. With some money I will spend my time listening to the bees. Faraway conversations: No longer talking from wire-to-wire No more wasting of sinew. Bangladesh, take note of it I will rest my head upon your breast And sleep all night in tranquility When i have just a little cash

H assan al Ab d u l l ah Trad. Glenn S cammacca & Flora R estivo

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POETI DIALET TALI

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Gaetano Capuano, è nato ad Agira (EN) nel 1957. Nel 1974 si trasferisce a Milano, inizia a scrivere da autodidatta nel 1992. Vive a Varese.La sua poesia è caratterizzata da variegate tematiche che, come suole dire lui, sono pegno d’amore per la sua terra. È inserito in più di 40 antologie di premi letterari, è stato pubblicato in riviste e giornali in tutto il territorio nazionale, internazionale. Si sono occupati della sua poesia ed è stato recensito da critici e poeti : Franco Loi, Pietrangelo Buttafuoco, Nicola Gardini, Angelo Gaccione , Lina Riccobene, Franca Alaimo, Sebastiano Burgaretta, Flora Restivo, Renato Pennisi, Tommaso Romano, Sergio Spadaro, Salvatore Di Marco, Giuseppe Cavarra, Paolo Messina, Giuseppe Cottone. Le sue opere sono consultabili nelle Biblioteche Pubbliche Comunali. Con la sua poetica ha ottenuto consensi in premi letterari. Presiede il Premio Letterario Nazionale A.& A.Valenti di Milano da 26 edizioni. Ha pubblicato : Rispicchiannu Ricurdanzi, Thule 1996 PA; Vientu d’Autunnu, Zane LE 1999; Assapurannu Silenzi , Quaderni del Giornale di Poesia 2007 PA; A Putìa, Rosaliaeditions 2010 BG; Milanisarii Rosaliaeditions 2016 BG;’Ncàlia ncàlia, Ass,ne Famiglia Agirina 2017 MI.

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POESIE PICINÌU

I cannot understand it . I mumble and I stutter from my troubles,

’A uèrra e ’a paci castìu e premiu eppuru c’è cu’ cuva piccati surdu ô scrusciu dê catini

I praise and damn both war and peace and yet there’s someone hatching sins deaf to the of chains.

Nanni…catananni ’nsignanu duttrini ’n difisa dâ santa libirtà ma unni, quannu e pirchì furunu mai caputi niànnu ’a fidi di ssu cumannamièntu

Grandparents, ancestors, teach doctrines defending holy liberty, but where when and why were they ever understood denying trust in this commandment.

E iu ’ncagnu, sparru mrtiplicu, assummu e u cuntu nun torna

And I get angry, misspeak I multiply and add but the count is wrong.

Nun mi raccapizzu chiù!

I cannot understand it any more I mumble and I stutter but I don’t bend my hump.

Chicchìu,arrancu ma nun calu u jimmu.

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( 16 )

( 16 )

’Ncardiddutu e lustru di menti giadi raciunièri nô millinovicientutrenta cuòmu Kojak tenenti ’nsapunannu e rasulannuci facci, testa e pila d’aricchi ogni tantu pròia i ngramagghi di un uomu cattivu senza figghi, sulu suliddu ’n cumarca di l’abbannunu

Dresses to a “ t” and sharp of mind already an accountant in nineteen hundred thirty like Lt. Kojak as I lather and shave his face, his head and cut the hairs inside his ears once in a while he does complain about the woes of a single man without children, all alone, abandoned to his solitude.

Quann’è ’n lena ciuciulìa risulenti : “ Ma iu…mai muòru?”

When he feels good he whispers with a smile: “ But am I ever going to die?” What can I say to you, I answer, you are going to outlive me.

Chi vuliti ca ci dicu vossignurìa vurrica macari a mia! Grazi, grazi assai pâ crianza e binivulenzia ma corchi vota liggirà ’nto Currieri Dilla Sira : “ Attruvatu stisu, chê piedi a palitta scaçiuni u tanfu ca sbummicava sutta ’a porta!”

Thank you, thank you so much for your good manners and benevolence, but at one point you will read in the Corriere Della Sera : “ Found lying on the floor with his feet stiff on account of the smell emanating from underneath the door .

E ’n sichitanza ritichìa : “ Ma iu…mai muòru?”.

And then he repeats : “ But am I ever going to die?”.

Dal libro ’A Putìa (La bottega) 2010 Rosaliaeditions

Dal libro Assapurannu Silenzi ( Assaporando Silenzi)

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POESIE

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ELEGY

Nun mi raccapizzu chiù! Di picinìu chicchìu, arrancu

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Traduzione del prof. Gaetano Cipolla:

2007 Quaderni del Giornale di Poesia Siciliana. Traduzione di Gaetano Capuano

Traduzione del prof. Gaetano Cipolla

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ELEGIA Non mi raccapezzo più! // Di lamentazioni balbetto, arranco. // La guerra e la pace / castigo e premio / eppure / c’è chi cova peccati / sordo al rumore delle catene. // Nonni…bisnonni / insegnano dottrine / in difesa della santa libertà / ma dove, quando e perché / furono mai comprese / negando la fede / di questo comandamento. // E io / mi prendo di collera, sparlo / moltiplico, assommo / e il conto non torna. // Non mi raccapezzo più! // Balbetto, arranco / ma non piego la schiena.

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Come un cardello lucido di mente / già ragioniere / nel millenovecento trenta / come Kojak tenente / insaponando e rasandogli / faccia, testa e peli di orecchie / ogni tanto porge le afflizioni / di un uomo vedovo / senza figli, solo soletto / in combriccola dell’abbandono. // Quand’è in lena sussurra sorridente : // “ Ma io…non muoio mai?”. // Che volete che gli dica / vostra signoria seppellisce anche me ! // Grazie, grazie assai per l’educazione / e benevolenza / ma qualche volta leggerà / sul Corriere Della Sera : //

“ Ritrovato disteso, piedi rigidi / causa il tanfo / che emanava sotto la porta! // E in continuazione replica : // “ Ma io…non muoio mai?”.

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2 1 P U N T I I N T R ODU CE A N TON IN O CON TILIA N O

Gli “anti” al congiuntivo dell’estetica populista di Nat Scammacca … i “nuovi 21 punti” Se per J. Bruner la poesia è un modo di pensare e di agire il mondo al congiuntivo (non accettare l’ovvio come tale ma meno ovvio; far vedere l’invisibile meno invisibile; rendere logico l’illogico e l’inconoscibile meno inconoscibile), non meno tale è il pensiero estetico “anti” del visibile e del dicibile dell’arte e della poesia, quello problematizzato dal poeta siculo-americano Nat Scammacca (in Sicilia) sul finire del Novecento. È la posizione che Scammacca ha elaborato sia nello scritto dell’“Estetica Filosofica Populista dell’Antigruppo Siciliano” che nei “nuovi ventun punti” della poetica “Antigruppo” sul finire degli anni Sessanta del Novecento e nel magma dei rivolgimenti della contestazione culturale e politica del ’68. È l’estetica “anti” che, a difesa dell’individualismo democratico radicale, è proposizione dell’inclusività culturale e politica democratica delle parti senza parte (per dirla con l’ambivalenza paradossale de la politicità dell’arte e la politicità della politica di J. Rancière del “Disagio dell’Estetica”, 2004/2007). Nella visione “anti” di Nat Scammacca, distante dai blocchi di potere dell’epoca, il disaccordo politico contro l’ordine esistente, il dissenso estetico per la diseguaglianza delle parti (emarginate dal “comune” sensibile e sociale condiviso) e la lotta per l’eguaglianza si ritrovano, almeno per chi scrive, nel pragmatismo “antimetafisico” deweyano (Ericepeo I – p. 65 – non a caso, ci sembra, ci lascia una poesia “In difesa di John Dewey”). E, per inciso, al fine di rendere visibili i termini dell’intento dei “nuovi 21 punti”, sulla base del presupposto del principio della differenza nella somiglianza, non esitava a dichiarare d’impatto che la questione toccava il diritto della partecipazione di tutti e ciascuno; senza discriminazione pregiudizievole, ognuno, mediante la propria individualità artistico-poetica unica, era soggetto capace di partecipare alla costruzione di un comune sentire del mondo e di percepire quel mondo come il “comune” stesso che egualmente attraversava la sensibilità e i linguaggi della politica e dell’estetica. Per la prima volta, i “nuovi ventun punti” videro la luce fra le pagine del giornale “Trapani Nuova”; subito dopo furono impaginati per i tipi di Celebes Editore, Trapani, 1970. Vengono ripubblicati nel 1990 insieme con le poesie (et alia) nell’opera Ericepeo; precisamente nel terzo volume, “Ericepeo III”. Ericepeo è opera in tre volumi e, a suo tempo, edita da Coop. Editrice Antigruppo Siciliano, Il Vertice/Editrice e Cross-Cultural Communication. Il perché degli “anti”, si legge nella nota introduttiva, è nel fatto che un poeta o uno scrittore “antigruppo non può permettersi il lusso di essere inclusivo o esclusivo; […] scopo principale dell’antigruppo è quello di incoraggiare la polemica. […] attaccare lo status quo di certi ambienti, di certi scrittori pacifici, intrappolati in una certa corrente. […] in armonia pacifica con la loro esistenza, con il loro mondo sociale e culturale, con un gruppo letterario”. Liberi, “antiintellettualistici e comprensibili all’uomo comune”, hanno tuttavia l’obbligo di “un’espressione sofferta”. Perché la politicità dell’arte e della poesia, nel linguaggio che gli è proprio, mantenga vivo e costante il polemos dialettico con la politicità della politica, come tensione permanente tra le

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21 PUNTI INTR O D UCE ANTO NINO CO NTI L I A N O

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parti in gioco del/nel sistema, è necessario che gli “anti”, conservando una certa distanza tensiva, nell’intreccio duale e congiuntivo del consenso/dissenso rispettino il proprio del linguaggio artistico. Quello del poeta Scammacca, infatti, è il congiuntivo del sogno di una poesia “Imperfezione Antigruppo” – “ […] so / che il mio io è infinitamente / imperfetto” (Ericepeo II, p.55) –, quanto capace di curare e mantenere una pratica e pragmatica “visione del mondo” duale, plurale. Una visione che sappia cogliere la coniugazione della “bellezza” come relazione plurale o molteplicità di “parti” e “differenze” che, fermo il principio della “somiglianza”, sapessero costruire un mondo di consistenza co-operativa oltre i limiti e le regole dell’ordine dell’establishment. “Solo similarità nelle nostre differenze” (Ericepeo III, p. 17), recita il primo (1) de “i nuovi ventun punti dell’Antigruppo”; dall’altro, il ventesimo (20) punto recita: “scopo principale dell’arte è la ricerca delle vere differenze tra una cosa e l’altra; ogni cosa è unica e veramente differente da un’altra, […] Arte è contraria a qualsiasi similarità o identità scientifico-religiosa universale; è contraria all’universale astratto e dilettantesco (corsivo nostro) della ricerca per la perfezione identica (forma perfetta platonica) delle copie tecnologiche, fatte in serie” (Ericepeo III, p. 17).

2 Gli ideali di perfezione (i sogni del mondo al congiuntivo) – scrive Nat Scammacca – galleggiano in questa articolazione di eterogeneità (relazionali e cooperative), perché tutta l’esistenza “ha la sua ombra immateriale. Ogni cosa che è presuppone ciò che non è […] L’uno privo dell’altro rimane incompleto e imperfetto” (“Bellezza emozionale”, Ericepeo II, p. 99). Una visione del mondo, questa del poeta Scammacca, che rifiuta e osteggia ogni omogeneizzazione ideologica curata ad hoc, o quella del potere dell’establishment che, direbbero G. Deleuze/F. Guattari e M. Foucault, cura la disciplina e il controllo delle parti sociali escluse, in quanto potenzialmente ribelli e anti-intruppamento; per cui necessario è neutralizzare lo sguardo di chi non sai da che posizione ti guardi (J. Lacan). In gioco – scrive Scammacca – è lo sguardo “populista” (il popolo escluso) o plurale (come l’intendeva lui) che lotta contro “l’opinione pubblica”, ovvero quel tipo di opinione fatta e controllata dall’élite classista al potere e dai mass-media di supporto (giornali, editoria etc.). Lo sguardo dei piccoli e delle piccole cose contro i grandi e le inquadrature identitarie (la morte delle differenze nell’astrazione medusea della “similarità logicistica”) furono il lievito della posizione della battaglia culturale-politica dei “ventuno punti” di Scammacca; furono elaborati a livello teorico e posti a dibattito, mentre i suoi testi poetici ce ne hanno reso l’esempio dilatato come poesia concreta e informazione comunicativa dell’“io nel noi”. Da ognuno perfettamente godibile, estetica e poesia furono sparse per le strade e le piazze dei recital popolari, e a voce dispiegata (non c’è testo di poesia di Nat che non trasudi di questa aria). Una poetica di fondo stimolava quella scrittura, l’oralità e i testi attorno a questo nucleo fermo delle singolarità pragmatiche in cammino e divenire, e ciascuno componente dell’Antigruppo era chiamato a incorporarne il tessuto critico come permanente democrazia non delegata. In fondo la loro identità stava nell’essere “anti” e nella logica inclusiva del diverso piuttosto che in quella dell’“idem” escludente e annullante le differenze dell’altro, le parti fuori sistema. I ventun punti della poetica di Nat Scammacca erano molto chiari a tal proposito, e di certo non ignoravano la qualità dello scrivere letterario e poetico. Quando uno scrittore non ha niente da dire e bene, è bene che taccia, evitando così di “far perdere tempo all’uditorio. È necessario, logicamente, che l’autore si orienti a studiare una certa linea del passato […], seguendo […] il suo pensiero. In tal maniera il

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2 1 P U N T I I N T R ODU CE A N TON IN O CON TILIA N O

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passato dà una certa influenza all’artista del presente ma contemporaneamente l’artista s’impone al passato attraverso il processo di ricerca che riflette soltanto l’io dell’artista; sarà l’uomo del presente a imporsi agli scritti del passato e non gli scritti del passato a imporsi all’uomo di oggi” (XXI, Estetica Filosofica Populista dell’Antigruppo Siciliano, p. 82). Se l’individualità scappava dalla subordinazione a un partito, all’organizzazione di un blocco che, comunque, chiedeva disciplina di linea e di condotta univoca e uniforme, non si era affatto disponibili a quella unificante di una linea poetica standardizzata che non fosse quella della sovversione continua e propria della/alla lingua poetica. L’Antigruppo fu così un vero aggregato “populista” o pluralità in cammino (preferiamo un’analogia logico-matematica) anziché un insieme gruppale di poetica e anime che si rafforzavano nella sovrapposizione dell’onda armonica del pianoforte, o di altro strumento a corde di lunghezza limitata. Non tutti avevano la griglia di un’unica identità e la stessa “immaginazione” visiva, o metaforica, o tematica. Ciò risulta anche dalle coeve pagine della Rivista “Impegno70”, poi “Impegno80” (diretta da Rolando Certa). Ognuno, come parte, vedeva il mondo, l’azione poetica e il linguaggio poetico d’uso in base ai propri presupposti; ma, essendo “comune” il mondo estetico-politico in cui battagliare, si cercava/sperimentava di con-vivere, con-sistere e di cooperare come se si fosse una concreta tensione congiuntiva di eterogenei; e ciò senza, naturalmente, alienare la tendenza democratica del polemos dissensuale che li strutturava in maniera particolare. Un testamento, ci sembra, questo dell’estetica populista di Nat Scammacca quanto mai attuale nell’oggi dell’inquinamento estetizzante e di acritico consenso dell’informazione e della comunicazione (nell’ attuale società di massa deprivata delle fabbriche dell’ira e avviata sempre più agli eccessi del godimento privato); una potenzialità da ri-svegliare e, senza sosta, ri-cominciare ri-generando l’estetica populista e distinta partizione politica degli “anti” al congiuntivo dissensuale. Antonino Contiliano (Marsala, 10 luglio 2019)

RECENSIONI ATTIVITA’ CULTURALI Antonino Contiliano Premio Nat Scammacca Erice 2014

. Nina Scammacca e Antonino Contiliano

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1 Primo traguardo di un poeta non deve essere la forma o il linguaggio, ma il tono con il quale egli, poeta, si esprime . Il nostro orecchio coglie subito il tono di una poesia quando questo è espresso giusto, cioè quando il poeta ha artisticamente intuito una fra le possibili migliori espressioni. Né le parole, né la forma creano questo tono, ma un insieme di atteggiamenti colti nel momento giusto; generalmente, la vera espressione si coglie dalla l i ng u a p a r l a t a perché la lingua parlata è Punic a a da r c i il modo miglior e di e s p r ime r c i e perché implica la totale partecipazione del l’individuo al modo primitivo di espressione linguistica. Una espressione letteraria impersonale non riuscirebbe mai ad ottenere i l g i u st o t ono, perché il giusto tono è pa r tic ola r e , e d è pa r tic ola r e a d un in d iv id u o .

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3 Il poeta deve essere pronto a polemizzare e deve essere contrario ad accettare qualsiasi tipo di autorità espressa sia da un capogruppo, da una etica poetica, da una religione o dalle varie case editrici: a ) v iv a tutti i p r e s umib ili s o tto b o s c hi le tte r a r i, l’ e s p r e s s io ne d e g l i i n s i g n i fi c a n t i è d e mo c r a z ia d ir e tta ; b ) lib e r tà to ta le a g li e nti, a lle c o munità , a g li ind iv id ui d i p er i fe r i a ; c ) c he il g o v e r no lo c a le a p p o g g i c o n un f iume d i d e na r o g li s cr i t t o r i l o c a l i e l e lo r o iniz ia tiv e ; d ) p iù e ne r g ia , p iù a p p o g g io a i mo v ime nti c e ntr if ug hi! a b b a s s o t u t t i i m o v i m e n t i c e ntr ip e ti! e ) c he i p e g g io r i s c r itto r i, i b a lb uz ie nti s uo nino p ur e la lo r o c a m p a n a i m p a r a n d o d a q ue l s uo no il ling ua g g io ;

2 N on è l a fo r m a c h e c r e a i l c a p olavoro ma l’ atteggiamen to del poet a st es s o . Importante è che l’autore di uno scritto sia in continua contestazione e perciò sia l’atomo s i n g o l o c h e p r e me contro gli altri atomi orga niz z a ti e disc iplina ti e c he c e r c hi d i s c o mpi g l i a r l i c o n i l suo atteggiamento di c onte sta z ione ; c he c r e i il c a os e modif ic h i la lo r o organizzazione che a sua volta richiederà una riorganizzazione; senza di lui, senza questo at t eg g i a m e n t o d ello scrittore non avve r r e bbe , inf a tti, a lc un muta me nto o miglio r a me n to . Il mu t a m e n t o a nche se per un lavoro impe r sona le può se mbr a r e pe ggior a me nto è s e mp r e pi ù v a l e v o l e d el non cam biare. Il peggior ma le de ll’ e siste nz a , in ve r ità , è il no n c a mb iare, il rimanere fermi, la posizione fissa, la posizione acquisita con l’autorità, è insomma tutto lo status quo. Ecco dunque perché l’atteggiamento negativo del poeta di fronte al l o st a t o d e l l e cose è una delle qualità pr inc ipa li pe r uno sc r itto impor ta nte e v a lid o .

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f ) c he la p o le mic a inf ur i! a b b a s s o i c a p ig r up p o e g li s c r itto r i i m p o r t a n t i e i p o e t i p iù b r a v i! g ) r ic o no s c e r e a p a r ità d i me r ito la p r o te s ta d e g li s c r itto r i, d e i c o n t e s t a t a r i d i p ia z z a ( c he no n s c r iv o no ) , d e g li s tud e nti e d i tutti g li U ltimi; r i d i m e n s i o n a r e i l c o nc e tto d i s c r itto r e c he no n f a p iù p a r te d i una c la s s e p r iv ile g i a t a , u n a c l a s s e d i p o c hi, p e r c hé o g g i, tutti s a p p ia mo le g g e r e e s c r iv e r e ; h) c he nie nte s ia s a c r o ! le is tituz io ni c o ns id e r a te s a c r e s ia no i p r i m i b e r s a g l i ; i ) c he o g ni c o s a s ia d iv e r s a d a un’ a ltr a ; c he s i ins is ta a me tte r e i n r i l i e v o l e d i ff e r e nz e e no n le s o mig lia nz e tr a i p e ns ie r i, i s e ntime nti, le p e r s o n e , g l i s c r i t t o r i , i g o v e r ni, i p o p o li.

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Ammesso che le abitudini abbiano una funzione fondamentale per la vita e per la sopravv i v en z a d e l l ’ u o mo, sia com e individuo o c ome c ompone nte de lla soc ie tà de gli u o min i, dobbiamo tener presente che l’uomo comune segue sempre la pista delle abitudini anche quando queste abitudini diventano controproducenti e sono pesanti remore per il progresso d el l a c i v i l t à ; l ’ uom o rimane legato a lle sue a bitudini f ino a c r e a r e c ondiz ioni s o c ia li as s ur d e n e l l e q u ali brancola ciecame nte , si dispe r a , ma r ima ne tota lme nte inc a p a c e d i spezzarne la struttura e modificarla. Ancora peggio è il caso in cui l’uomo non si accorge che queste abitudini lo soffocano e lo tengono a livello animalesco dell’esistenza, come succede in una società primitiva agreste quale quella dei siciliani che vivono ai margini d el m o n d o i n d u striale ignorando il be ne sse r e de l mondo mode r no pe r c hé inc a pa c i, p e r tutte le abitudini che li soffocano, a stendere la mano e afferrare quel benessere. Peggio ancora quando tra questi uomini ci sono anche quelli più istruiti e quelli che occupano una p o s i z i o n e d i c o mando che preferiscon o non a llunga r e la ma no pe r f a r e qua lc osa p e r c h é tutta questa palude, quest’acqua stagnante significa vivere tranquilli e pacifici anche se soltanto in seno alla loro classe, e accettano queste condizioni per abitudini pur sapendo che, se l e c o se cam biassero, essi divente r e bbe r o die c i volte più r ic c hi, più pote nti; c h iu d o n o c o sì i l c e rchio vizioso da dove si può sc a ppa r e solta nto c on la e migr a z io n e . Se questi uomini, a causa delle proprie abitudini, pur avendone l’occasione, non desiderano cam b i a r e l e c o se e migliorarle, a chi il c ompito di c onte sta r e e pr ote sta r e ? Allo s c r ittore ed essenzialmente al poeta. Non si deve creare il contenuto di un discorso perché il con t e n u t o è p r e sente in noi e attorno a noi; da lle c ose c he non a c c e ttia mo a ttingia mo la ragione per scrivere e non solo la ragione, ma anche l’impulso, la spinta e, direi, l’istinto.

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An c h e s e e s i s te s s e D i o, e g l i vo r re b b e p ro p r i o q u e s to da l p o e t a , c he l ’ uo m o r i m ane s s e il b a mb in o c h e n a s c e n d o d ic e n o e q u e s to n o f o s s e u n a v e r ità a c c e t t a t a p e rl o m e n o d a g li s c r itto r i s e n o n d a lle p e r s o n e c h e s ta n n o in p o ltr o n a . A n n u n ci o p e rc i ò , d a q u e s t e p a g in e , q u e s ta n u o v a r e lig io n e s e c o n d o la q u a le g li s c r itto r i n o n d e b b o n o p i ù p e rm e t te r e a c o lo r o c h e s o n o b e n v e s titi, a c o lo r o c h e s i g o d o n o la v ita a d i s c a p i t o d e g l i a l t ri , di bendare gli occhi ai loro simili e certe volte anche agli scrittori stessi, accettando lo s ta tu s q u o , lo s ta tu s q u o c h e è la c o n d iz io n e p e g g io r e p e r u n u o mo . L’u o m o v i v e s u l l a terra soltanto pochi anni e non deve abbandonarsi, anche se sa che Dio non esiste, e non d e v e p e r d e r e c o mp le ta me n te la s p e r a n z a n e lla p r o p r ia e s is te n z a . D e v e e s s e re l ’u o m o a s c o p r ir e la s u a e te r n ità in q u e s to mo n d o , p a r a d o s s o d e i p a r a d o s s i , u n e s s e re e t e ro g e n e o c h e d iv e n ta e te r n o , c h e c a mb ia e r ima n e lo s te s s o d i p r ima ; d e v e e s s e re l ’u o m o a c r e a r s i u n p a r a d is o s u lla te r r a , ma n o n q u e l p a r a d is o s o g n a to d a t u t t e l e re l i g i o n i . Il p a r a d is o d e ll’ u o mo d e v e c o n s is te r e n e lla p a r te c ip a z io n e , n e ll’ e s s e re u n i n d i v i d u o d i fferente da tutti gli altri, ogni uomo in sé un mondo individuale, ogni uomo in sé un Dio. Se c’è quel tizio che protesta e dice, « ma io voglio vivere in pace, so che la mia esistenza finirà e perciò voglio vivere tranquillo accettando le cose così come s o n o » s i d e v e r is p o n d e r e :n o e a s s o lu ta me n te n o . Q u e l tiz io n o n d e v e fa re a l t ro c h e trovare una pistola e spararsi perché egli non vuole lottare per diventare un Dio. Se accetta la sua vita effimera, ombra di un’ombra sfuggente nel tempo,ciò che esiste e non esiste, ciò che esiste e non esisterà mai per sempre e sempre, egli certo non vale niente e a un simile nichilista non resta altro che suicidarsi.

Ecco perché, come ho già detto, la polemica è il tessuto dei capolavori. Se gli scrittori e i poeti non comprendono questa fondamentale necessità di polemizzare, allora, il mondo e la società ritornerebbero alle condizioni nelle quali si trovavano i cinesi centinaia di anni fa, qu a n d o i se c oli passavano senza appor ta r e a lc un c a mbia me nto. Aff inc hé gli scr itto r i e i po e t i si a n o in continua contestazio ne è impor ta nte c he gli individui sc r ittor i n o n s i accordino tra di essi e che vivano nel caos letterario e che ciascuno di essi offra la propria i n t erp r e t a z i o n e della situazione sociale , il suo modo di r isolve r e i pr oble mi c he i n e s s a es i s t o n o , c o sì c h e le m asse possano ve de r e que lla situa z ione non solta nto da un la to ma d a t ut t i i p u n t i di vista dei diversi scr ittor i e poe ti a ff inc hé in e ssi, le ttor i- ma ssa , n a s c a i rrevo c a b i l m e n te la comprensione de lla ve r ità c omple ssiva de lla lor o ste ssa e sis te n z a i n u n a so c i e t à d i uomini. È assoluto dove r e de llo sc r ittor e c r e a r e una nuova r e li g io n e , una nuova moralità della contestazione, che non lasci più tranquille le persone contente.

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Il poeta deve sempre basarsi sulle proprie esperienze piuttosto che su nozioni impersonali o dialoghi intellettuali dialoghi intellettuali.

Che ognuno accetti la realtà dell’altro; non imponendo, perciò, la propria realtà, la propria esperienza, i propri principi, la propria poetica, il proprio linguaggio.

Ques t a t e si so stiene l’enfasi sul ’individua lismo, su opinioni o pr oponime nti e nu n c ia ti soltanto dal’individuo e mai per delega dal capogruppo o da un critico filosofo come Croce o da un critico di estetica. La critica è sempre un’arte derivata, forse tra le più basse e più volgari, la quale tende ,anche se “paternalsticamente”, sempre di sopraffare l’artista in questione, piuttosto che essere sottomessa a lui. La critica non deve esprimere solo l’opinione di un uomo; per essere critica valida dovrebbe riassumere l’opinione di milioni di persone.

Nel giudicare gli scritti di un’altra persona si deve, in primo luogo, cercare di accettare la realtà di quella persona sia come individuo che come insieme di principi. Non si tratta, perciò, di mettere in dubbio, come potrebbe fare un qualsiasi critico-pignolo, il perché lo scrittore abbia usato tale parola invece di tal’altra; ma una volta che lo scrittore si è espresso in quel modo, accettare la realtà quella che è (egli, però, potrebbe anche accettare la mia realtà ).

Non accettiamo nessun corpo letterario la cui testa pensa per gli altri, dirige i movimenti delle membra-gruppo, privandole della libera espressione che è unica vera espressione artistica. Sosteniamo la comunicabilità prima di ogni cosa, la comunicabilità tra individuo e i n d i v i d u o o t r a individuo scrittore e s oc ie tà , soc ie tà ma ssa ope r a ia , c onta dina e c la s s e m edi a . P o si z i o ne assurda è quella di a lc uni c he pr e f e r isc ono ta glia r e la pr opr ia g o la e s t rap p a r e l a p r opria lingua pur di no n da r e a l’ a ltr o individuo la possibilità di s e n tir e e di comprendere, e questo è il caso dei gruppi di avanguardia italiana. Essi sono i p ri m i c o l p e v o l i, sostenitori degli scritti ge ne r ic i e impe r sona li, se mpr e a lla r ic e r c a d i u n a o g g e t t i v i t à sim ile al caos del mondo ne l qua le vivono e c he , in ve r ità , li e s c lu d e e p er c i ò n e g a l oro la facoltà di ’’cala r si” ne l’ unic a r e a ltà r a ppr e se nta ta da e ssi s te s s i.

Ci sono molti modi per risolvere dei problemi e raggiungere dei traguardi. Il mio è uno, e lo difendo, e credo sia il migliore per raggiungere la mia felicità relativa. Su un livello politico, potremo dire, per esempio, che per raggiungere una felicità relativa, un popolo usa un metodo politico, economico ecc…, mentre un altro popolo ne usa uno diverso. Credo che sia intelligente accettare entrambe le realtà — si meglio

potrebbe dare ad accettarle senza

esse più anteporre

o la

meno valore ma è propria realtà —.

I l mo n d o , o g g i, è c o s ì e te r o g e n e o , e s p r e s s o s u v a r i liv e lli d i r e a ltà c h e n o i n o n s i a m o p i ù capaci di accettare un solo modo di vedere le cose o per dirlo più chiaro, tutta l’esistenza. D ic o , a n z i, c h e il mo n d o p o tr e b b e e s s e r e v is to in u n a d e c in a d i mo d i d i v e rs i : s i a a l i v e l l o fisico, o filosofico, o psicologico, o scientifico, o letterario ecc… Ognuno di essi una realtà c o n p r e g i a tti a d e s c r iv e r e , s p ie g a r e e r is o lv e r e p r o b le mi e q u e s iti s c i e n t i fi c i e a rt i s t i c i . N o n è q u e s tio n e d i c o n v in c e r e l’ a ltr o , ma s e mp lic e me n te u n p r o c e s s o p e r fa re a c c e t t a re a l’ a ltr o la tu a r e a ltà , d a to c h e l’ a ltr o n o n c a mb ie r à ma i la s u a r e al t à c o n l a t u a . R i p e t o , q u e s to p r o c e s s o n o n a v v e r r à . O g n i e s s e r e u ma n o è u n p ic c o lo mo n d o i n s é e d è t e rri b i l me n te g e lo s o d i q u e s to s u o mo n d o in to c c a b ile . L a s u a r e a ltà , p o tre b b e , a l m a s s i m o , fa r s c o p r ir e n e lla r e a ltà d e ll’ a ltr o tu tte q u e lle c o s e c h e e r a n o r ima s te n e l ’o m b ra o c h e q u e l ’ a ltr o n o n a v e v a s c o p e r to d a s o lo ; g li s i d à , c o s ì, la p o s s ib ilità d i r i v a l u t a re s e s t e s s o e l a propria realtà. La vera comunicabilità tra due individui-mondi non esiste, perché se esiste s s e io d iv e n te r e i ” tu ” e tu d iv e n te r e s ti ” io ” c o l r is u lta to d e lla d is t ru z i o n e d i e n t ra m b i .

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A questo punto il lettore potrà chiedere come mai io insista sulla comunicabilità quando a ff e r m o c h e l a v e r a c o m u n i c a b i l i t à n o n e s i s t e . S e m p l i c e : l a v e r a c o m u n i c a b i l i t à n o n es i s te e n o i d o b biam o contentarci di que st’ a ltr a c he potr e mo c hia ma r accettare l a te s i d e i

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fi si ci , i q ua li s c i occamente af fer man o c he l e par ticel l e ato m ic he, bas e del l a no s tra esi s te n z a ,

Dare

più

enfasi

alle

espressioni

concrete

che

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a

quelle

generiche.

s o n o i d e n t i c h e e n o n i m p o r t a a c h i a p p a r te n g a n o : e s s e s o n o t a l m e n te s i m i l i c h e i l te m p o s te s s o p o t re b b e a n d a re s i a av a n t i c h e i n d i e t ro. B a s t a s o l a m e n te u n p i cco l o r a gi o n a m e n to p er far c ade re quest i castelli scient if ici di c ar ta: no i s iam o tal m ente grandi c he no n p o s s i a m o ve d e re l a d i f fe re n z a t ra u n e l e t t ro n e e l ’a l t ro, m a l a d i f fe re n z a e s i s te e d è co m p l i c at a co m e lo è la di f feren za t ra un essere um ano e l ’al tro. La real tà di c ias c u n indiv idu o è s e p a rat a d a ogni a ltra e va esamin at a so lt a nto es am inando s e s tes s i, no tando l e dif feren ze e l e s o m igli a nze, s co pren do in se stessi co n l ’aiu to del l ’al tro, co s e pr im a s co no s c iu te. Q ue s to è i l va l ore de lla co mun icab ilit à è pseudo- c omunic a bilità , que lla c ioè di c oglie r e le v ib r a -

zi on i d e l l a l u c e, del suono che fanno vibr a r e in noi, noi ste ssi, c he c i f a nno c on o s c e r e n o i s t e ssi e p e r ciò indirettam ente tutta l’ e siste nz a e ste r na . E qui r ic or de r e mo c h e o g n i p art ic e l l a d e l l ’ esistenza è una monad e c he in se ste ssa r if le tte il mondo pe r c hé è s imile al mondo (anche essendo particolare e individuale); allo stesso modo la particella e, l ’u o m o , g u a r d ando allo specchio il rif le sso di se ste sso, r ie sc e a ve de r e gli a ltr i, c io è mette in luce se stesso nel processo di conoscere gli altri. Noi siamo perciò esseri eterog ene i e d o b b i am o desiderare di rima ne r e ta li e non spe r a r e in una c omunic a bilità c h e p o s s a d i st r u g g e re il nostro individualismo. O gni co s a in s é è u na co s a diver s a; q u e s t a è l a ra gi o ne s e cond o la quale n o n si dovrebbe r e a ltà , potr e bbe , a l ma ssimo, f a r sc opr ir e n e lla realtà dell’altro tutte quelle cose che erano rimaste nel’ombra o che quel’ altro non avev a sc o p e r t o da solo; gli si dà, cos ì, la possibilità di r iva luta r e se ste sso e la p r o p r ia real t à . L a v e r a comunicabilità tra du e individui- mondi non e siste , pe r c hé se e s is te s s e io diventerei ”tu” e tu diventeresti ”io” col risultato della distruzione di entrambi.

L e lin g u e p r imitiv e , p r ima d i c r is ta lliz z a r s i in f o r me p o c o e la s tich e , i n g e n e ra l e , e ra n o f o r ma te d a p a r o le c h e s u b ito c r e a v a n o n e lla me n te u n a imma g in e c o n c re t a d e l l e c o s e d i questo mondo e dell’esistenza stessa. Esempio di tale linguaggio sono L’Iliade e la Bibbia. Le lingue moderne incorporano, invece, parole generiche che in poesia hanno una funzione n e g a tiv a . Pr e n d ia mo a d e s e mp io le p a r o le in f in ito , a mo r e , b e lle z za , p a ra d i s o , i n fe l i c i t à e c c … s o n o p a r o le c h e mo lti s c r itto r i, o g g i, h a n n o il d if e tto d i met t e re n e l l e l o ro p o e s i e e n o n s o lta n to i p o e ti in e s p e r ti s o n o c o lp e v o li d i c iò , ma a n c h e q u e l l i d e l l ’a v a n g u a rd i a , a n z i q u e s ti u ltimi, d ir e i, s o n o i v e r i c o lp e v o li, p e r c h é il le tto r e n o n a rri v a a c o m p re n d e r e il s ig n if ic a to d i u n a lo r o f r a s e d o v e q u e s te p a r o le s i s u s s e g u o n o s e n z a n e s s o l o g i c o . Tr a g li s c r itto r i d e l p e r io d o r o ma n tic o , K e a ts f u il p iù c a p a c e n e ll a c re a z i o n e d i i m m a g ini concrete e Shelley il più incapace perché, anche se bravo tecnicamente, la forma della s u a p o e s ia r ima n e v u o ta a c a u s a d e lle imme n s e p a u s e c r e a te d a p a r o l e g e n e ri c h e c h e p e r il lettore non hanno alcun significato. Ogni scritto deve creare un immediato contatto c o n il le tto r e , d e v e e s s e r e u n a v e r a e s p e r ie n z a p e r il le tto r e , il q u a l e a rri c c h e n d o l a s u a personalità può nei rapporti con gli altri uomini servirsi di quella esperienza evocata.

NI

SI

CA CO NO L O L’ A ’D M ’A E R LE IC SS AN AN O DR DI O

.

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7 Dare pi ù i m p o r t a n z a a l c o n t e n u t o ch e alla f orm a. For m a p ri m a e c o n t e n u t o d o p o ? Contenuto pr ima e f or ma dopo?

passato attraverso diverse esperienze artistiche, nel momento della vera creazione della poesia egli, poeta, si sentirà immerso in una realtà più vera di qualsiasi altro momento della sua esistenza e questa realtà si tra sformerà in realtà-poesia attraverso una spontanea intuizione, divenuta spontanea ed intuizione per le seguenti ragioni: 1 ) c a p a c ità te c n ic a ;

Q ue s t a è l ’e te r n a qu esti o n e. E qu i for se è meglio ved ere il p rob lem a at t ravers o l a f i los o f i a d e l l a p si co l o gi a e l a f i l o so fia d ella fisic a. Q uand o nel gremb o mater n o i l ba m b i n o p ren de fo r ma , co sa v i en e p r im a, il contenuto, p rotop lasma, o la fo r ma d e ll ’ u o m o ? È la forma a priori? Mai la madre potrebbe inter venire in quel naturale processo del contenuto, protoplasma, o della for ma che, apr ior isticamente o no, per natura, si sviluppa i n q u e l ’in d i vi d u o ch e è n el su o gremb o. Cer to l ’ind ivid uo avrà for m a d i uom o, q u e s t a a pr io r is t i c am e nte è u n a ver i tà ; l a for ma, in questo senso, p reesiste m a non p re e s i s te i l fatto che il naso di quel ’uomo avrà una cer ta lunghezza, né che i suoi occhi avranno un co lo re az z u r ro o n o cci o l a ; tu tto qu esto av viene p er p uro c aso q uand o uno sp e r ma t ra milioni sale la china nel processo di concepimento. E anche se l ’uomo potesse decidere q ua l e s p e r m a d ovesse i mpregn a re l ’uovo, gli occ hi, il naso, ecc. avreb b ero q ue l co l o re e q u e l l a fo r m a per pu ro ca so, perch é non è la volont à d ell ’ uom o a c reare q ues to fat to a pr i o r i , m a d ipen de da gl i u r ti , da l l e com b inazioni e d alle st r ut t ure d elle cellul e, de g l i atomi, degli elementi di cui è formato quel’uomo.Spostiamo ora questi termini al poeta e a ll a s u a p o te n z i a l e po esi a . S a ppi am o già c he gli im p ulsi p er se stessi com e o n de di un mare agitato s’infrangono sulle rive e sulle spiagge dell’essere e che alcuni tentacoli dell’ego caotico escono e s’indirizzano come un fiume di sentimenti verso un obiettivo.

2 ) lib e r tà d i e s p r ime r e i p r o p r i s e n time n ti; 3 ) u n a le g g e r is s ima g u id a in v e c e d i u n p e s a n te c o n tr o llo in te lle ttu a l e a l p u n t o , q u a s i , d a p o te r d ir e c h e la p o e s ia s c r iv e s e s te s s a ; 4 ) u n tr a s c e n d e r e d e ll’ in te r o e s s e r e d e l p o e ta n e l q u a le s o n o a r mo n i z z a t e i n a l t i s s i m o r a p p o r to d i v ib r a z io n e , d i c o n s a p e v o le z z a , d i a v v e r te n z a , tu tta la r e a ltà e tu tte le q u a lità d e ll’ e s s e r e u ma n o : a ) s e n time n ti; b ) p a s s io n i; c ) in te lle tto e a b itu d in i; il tu tto a ttr a v e r s o u n a s u b lima z io n e d e l s e s s o . I n u tile n e g a r lo , q u e s t a è l a v e ri t à , a n c h e s e mo lti s i r if iu ta n o d i r ic o n o s c e r la . N o i s ia mo q u e lli c h e s ia mo e i l n o s t ro i s t i n t o s e s s u a le è u n p u n to f o n d a me n ta le n e lla c r e a z io n e p o e tic a .

D a l m o d o d i s co r re re d i q u e s to f i u m e d i p e n d e rà i l f a t to s e l a p o e s i a s a rà u n c a p olavo ro o m e n o. Co me l o sper ma che sic uram ente p rend erà for m a d i uom o, la p o e s i a d ov rà ave re i l l i n g u a g gi o e l e p a ro l e d e l p o e t a f ra n ce s e, i n g l e s e o i t a l i a n o c h e e s s o s i a ; s ì , q u e s to è d e c i s o a p r i o r i a l l a p o e s i a ; a l t ra re a l t à a p r i o r i è i n o l t re i l f at to c h e s a r à u n a p o e s i a . Tu t t a v i a i l c o r s o d i q u e s t o f i u m e d i p a r o l e - p o e s i a n o n p o t r à m a i d i p e n d e re d a u n a m e c c a n i c a d e c i s i o n e e d e s s e re u n a p o e s i a d i a l t o v a l o re ; n o n s i po trà d ire p r i m a , perci ò, se l a po es ia sarà com p ost a in d ec asillab e o in r ima b a c i at a . I n o gn i m o d o, q u e s te co n d i z i o n i to g l i e re b b e ro a l l a p o e s i a l a ve r a e s s e n z a c re a t i v a . Invece la poesia avrà i capelli di un certo colore, così, naturalmente e non deciso da una forma automatica e prescelta. Il poeta veramente consapevole dei suoi mezzi non sottoporrà perciò il suo componimento ad un eccessivo controllo intellettuale con una scelta di forma

a priori, ma avendo, col tempo, acquisito abitudini ed essendo

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8 Più peso alla passione che dell’intelletto perché la poesia guidata dal puro intelletto si allontana dal lettore di massa.

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La vera colpa di questo modo di pensare e di agire è sempre dei giornalisti e degli s c r i t t o r i a ff e r m a t i c h e , p u r p r o f e s s a n d o s i u o m i n i l i b e r i e a g e n d o i n t a n t i a l t r i c a s i d a uomini liberi, lo stesso creano attorno a loro un mito di irraggiungibilità. Un uomo veramente libero, un uomo veramente onesto deve riconoscere il marciume, il difetto della sua posizione e soltanto allora l’uomo-scrittore-giornalista non sarà strumentato di una posizione di autorità, parte cioè del’establishment nel quale si trova.

Perché è importante la passione più dell’intelletto? Perché la passione è la sostanza dell’individuo stesso. È naturale che esistano due estremi da evitare; primo, lasciarsi andare agli impulsi ciechi non ancora capaci psicologicamente di seguire una precisa pista, una direzione positiva con un obiettivo oggettuale; quando cioè il poeta si abbandona ad atteggiamenti schizofrenici e freudiani e si esprime su un piano di limitata comprensione e con espressione artistica idonea soltanto tra le mura di un manicomio; secondo, si può salire a un livello puramente intellettualistico e perciò ridursi a un espressione pallida derivata e copia di quella vera e viva.

E non dobbiamo sogghignare davanti ai russi o ai cinesi che nei loro paesi i n s t a u r a n o l ’ a u t o c r i t i c a . C e r t o a l l a a u t o c r i t i c a f o r z a t a è s e m p r e d a p r e f e rire quella volontaria che tiene l’uomo-giornalista-scrittore in guardia e facendogli desiderare la libertà e dandogli la forza di non creare un clima di paura.

Gl i e st r e m i st i l inguistici di un metod o inte lle ttua listic o sono molto e vide nti in tu tte le es p re ssi o n i sp e cializzate com e ad ese mpio le sc ie nz e , la f isic a e la ma te ma tic a e a n c h e certa letteratura di avanguardia i cui scrittori intellettualistici tendono, creando simboli, ad es c l u d e r e d a ogni partecipazione l’ uomo di ma ssa . A que sto punto c ’ è da d ir e c h e l ’art e p i u t t o st o che rimanere esclusa da lla sc ie nz a , da lla ma te ma tic a , da lla f isic a , d a lla l et t er a t u r a d ’ a vanguardia deve conqu ista r e que ste sc ie nz e c osic c hé , pe r e se mpio , il f is i co-a r t i st a p o ss a descrivere il m ondo de gli a tomi in un modo ta le c he una te or i a c o me quella della relatività diventi comprensibile e perciò proprietà comune a tutti gli. uomini.

Un atteggiamento anarchico invece di una posizione letteraria stabilizzata e autoritaria che, con la complicità di qualche critico, strumentalizza i mezzi di comunicazione, arrecando grave danno al lettore.

9 È n e c e s s a r i a l ’ a s s e n z a d i q u a l siasi “pau ra”, la pien a libertà e la lotta aper t a c o nt r o c o l o r o c h e s o s t e ngon o lo statu s qu o. Trop p o sp e sso il poeta e lo scrittore s i r if iuta no di sc r ive r e o di dir e que llo c he p e n s a n o perché ciò potrebbe mettere in pericolo la loro carriera di scrittore e di poeti. Basta, infatti, urtare qualche giornalista o qualche direttore di una qualsiasi casa editrice, o magari uno s cri t t o r e i n f l u e nte per bloccare il pro pr io a vve nir e . Molte volte a vvie ne c he lo s c r itto r e esageri tali pericoli non prendendo, così, una posizione a favore o a sfavore di una qualsiasi tesi, e assumendo, perciò, anche senza volerlo, una posizione letteraria qualunquista.

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È necessario Patteggiamento polemico artistico che mette in dubbio le posizioni più accettate, in modo che il lettore, dopo una attenta lettura, non accetti, quale lettore-pecora, la pappa propinatagli per proteggere gli interessi dello status quo e perciò capitalistici; una assoluta enfasi su tutto Patteggiamento dello scrittore, sulla sua moralità, la sua posizione in relazione alle cose piuttosto che alla valorizzazione del modo di scrivere stilisticamente e formalmente. Non importa quale forma lo scrittore impieghi ma sono importanti gli atteggiamenti personali dello scrittore. Un critico letterario può ritenersi ed essere ritenuto onesto, sincero, veritiero, eppure può commettere sempre un fondamentale errore perché sempre approfitta di tutti i mezzi di comunicazione che gli vengono messi a disposizione affinché i suoi pensieri diventino leggi; leggi autoritarie che non permettono ad altre espressioni più deboli di gareggiare con lui dato che non possono partire da una piattaforma di diffusione come la sua. Egli, critico affermato, accettato e divenuto autorità detta leggi e, anche se cerca di negare il fatto, segretamente in cuor suo si gloria al pensiero che la sua voce abbia un gran peso su tutti gli altri e disprezza questi altri che non sono riusciti a sollevare la testa, li disprezza perché sa che quando gridano e protestano, la loro voce può raggiungere soltanto un numero limitato di ascoltatori e di lettori .

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La pr o p r i a l o g i c a porta il critico a pensa r e c he non si può pe r me tte r e a tutti di e s p r ime r e la propria opinione poiché alla cima della piramide letteraria c’è spazio per pochi e solo a q u es t i p o c h i sp etta il privilegio di spa nde r e su un va sto e la rgo r a ggio la pr opr ia p a r o la . Quale soluzione dunque a questa situazione? La soluzione dipende dagli stessi critici che, invece di ignorare tutti quei manoscritti che giacciono sulle loro scrivanie e che raccolgono p o l v e r e , so l o p e rché essi non li riteng ono me r ite voli di a tte nz ione , potr e bbe r o te n ta r e d i pubblicarne alcuni e così dare voce agli sconosciuti anche se poco meritevoli. Ma chi dei cri t i c i , l a ssù , a vrebbe il coraggio di f a r e una c osa simile ? Essi sa nno c he le pa gi n e d e lle riviste a disposizione sono poche e che le grandi case editrici stampano un numero limitato di libri e perciò non sanno frenare la tentazione di accaparrarsi questi mezzi di comunicazione e chiudere la porta in faccia ai ’’nuovi”. Si tenga presente che questo sistema letterario n o n v i e n e c r e a t o soltanto dalla struttur a c a pita listic a , ma da i c r itic i ste ssi c he si d ic o n o comunisti, anarchici e che, una volta inseriti nel sistema, sollevano mura di esclusività che racchiudono il privilegio per i primi, i migliori, e soltanto per essi. Punto cardine, nel campo l et t er a r i o , sa r e b be quello di elim inar e l’ immor a le a z ione di pr e mia r e i migliori, d a n d o alloro sempre i primi posti riconoscendo solo a loro il diritto di comunicare con il lettore. È proprio questo che avvilisce gli altri e li fa sentire confinati alla periferia, che li fa ritorcere su se stessi in un ristretto ambiente senza alcun contatto rinnovatore con gli ambienti più progrediti e più agguerriti. In verità se ci fosse uno scambio di pensieri e di espressioni si potrebbero scoprire vari scrittori di periferia che scrivono tanto bene quanto quelli che stanno al’apice della famosa piramide. 1

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L’articolo pubblicato nel maggio 1970 sull’« Espresso » da Umberto Eco a difesa della grande editoria e di quei pochi

scrittori a servizio dell’ establishment c contro tutti gli altri meno bravi è un esempio perfetto di ciò che sto dicendo.

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11 Che la forma sia l’estensione del contenuto e perciò libera espressione del contenuto. Peso,dunque, sulla spontaneità che su una formalistica espressione creata a priori e che deforma l’espressione artistica. È ovvio che i giovani non possono venirci a dire: i nostri scritti aderiscono alla formula predetta dunque, sono capolavori. Ci sono, infatti, migliaia di giovani che sentono il bisogno di scrivere quando sono innamorati; è scontato che tutti dicano sempre la stessa cosa e che i loro lavori siano troppo ingenui e manchino di mezzi di espressione e di una certa esperienza artistica: non possono avere, dunque, un valore artistico. Se, invece, uno scrittore, ma g a r i c o mu n is s imo , f a d e lle p r o v e c o n tin u e e r ie s c e c o l te mp o a d a c q u i s i re d e l l e a b i t u d in i e la s tic h e , d e i me z z i c o n s is te n ti, a llo r c h é s i tr o v e r à n e l mo me n t o g i u s t o i n c u i s e n t e il bisogno di dire qualcosa, in cui ha qualche passione e se stesso da esprimere, si esprime r à s p o n ta n e a me n te ma c a r ic o d i q u e lle a b itu d in i d i e s p r e s s io n i a r t i s t i c h e g i à a c q u i s i t e . È n e c e s s a r io c e r to n o n ig n o r a r e l’ imp o r ta n z a d e lla p r ima v o lta q ua n d o i l p o e t a s e n t e i l bisogno di sublimare una sua passione in poesia; proprio quello infatti, è il momento in cui il giovane scrittore dovrebbe essere incoraggiato. In certo senso durante l’anno 1957 la Fiera Letteraria ebbe in Italia proprio questa funzione, ma incoraggiava i giovani in modo troppo paternalistico. Saper incoraggiare i giovani, infatti, è cosa molto difficile. Questo compito, a parer mio, dovrebbe essere lasciato alle scuole. A cominciare dalle scuole elementari necessariamente ogni istituto dovrebbe avere il suo piccolo giornale sul quale, sin da bambini, si possa imparare ad esprimere le proprie idee; sul quale il bambino possa vedere stampate le sue creazioni che per lui valgono sicuramente quanto gli scritti del migliore scrittore d’Italia. Ma perché si ottenga una cosa simile si dovrebbe cambiare sia la politica che la legge italiana, la quale impone il proprio controllo anche su un giornalino scolastico, ostacolando con tutta la pesante burocrazia anche la libera espressione di bambini appena usciti dalla culla. Qualsiasi ostacolo alla libera espressione di stampa dovrebbe essere interpretato noncostituzionale. Ogni scrittore dovrebbe avere la libertà di descrivere qualsiasi altro scritto r e c o me e g li lo v e d e , e s e lo v e d e c o me u n d ia v o lo , c h e lo d ip in g a p u re c o s ì , i n t e re s s a n te , p e r ò , c h e g li s i d ia l’ o p p o r tu n ità d i r is p o n d e r e lib e r a me n te s u l l o s t e s s o m e z z o d i d iff u s io n e . I l g io r n a lis mo , a llo r a , d iv e n te r e b b e mo lto p iù in te r e s s a n t e a n c h e s e , i n c e rt i casi, più volgare. Inoltre non dovrebbe essere permesso a nessuno di ripararsi dietro i l p a r a v e n t o l e g a l e d i u n a l e g g e i n s u l s a c o m e q u e l l a d e l l a q u e r e l a p e r d i ff a m a z i o n e . Q u a n d o l o s c r i t t o r e i m m e rg e i l c o n t e n u t o d e l s u o d i s c o r s o i n f o r m e c h e s e g u o n o t a l e

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o tal’altra moda, destinata col tempo a passare, quella forma che egli credeva innovatrice e molto diversa dalle precedenti, in verità, diventa la bara dei suoi scritti. Soltanto quegli scrittori che riescono a superare le costrizioni di forma suvvivono e generalmente, sono coloro che per la propria spontaneità e per la ricchezza del proprio individualismo non possono conformarsi alle regole.

s c e n d e n d o p e r c iò , n e l p r o f o n d o d e l p r o p r io io p e r d iv e n ta r e o r r ib il i v e rm i c h e s t ri s c i a n o nel fango del sesso, uno stato assurdo nel quale nessun animale o uomo potrebbe rimanere e suvvivere, oppure si rimane ipocritamente sotto la guida dell’intelletto agendo falsamente, perché lo scrittore intelligente che non si abbandona ai propri impulsi non può esprimerli come veramente essi sono, ma ne esprimerebbe soltanto una copia.

Più la forma è complicata e stabilita a priori, meno il poeta riesce a sopportare il peso del tempo. A questo punto, lo scrittore di avanguardia fa le sue obiezioni e dice: « la lingua stessa è forma e perciò bisogna distruggere questa lingua se vogliamo distruggere tutto il modo di pensare dettato da una società capitalistica che fino ad oggi prevale nel nostro paese ».

L’ u n i c a s p e r a n z a c h e r i m a n e a l l o s c r i t t o r e è p e r c i ò q u e l l a d i s u b l i m a r e q u e s t i i m p u l s i e istinti del proprio io, riconoscendo il valore di essere soggetto proprio quando questi impulsi si imbattono in un oggetto esterno, dando inizio ad una esperienza, esperienza che, ripetuta, diventa abitudine, abitudine utile e necessaria che non possiamo distruggere. Per concludere, l’individuo acquisisce queste abitudini e queste esperienze e, nella scelta per preferire l’una o l’altra abitudine, egli diventa uomo intelligente.

Ma questo è un ragionamento da sofisti; perché agire così significherebbe annullare l a pro p r i a e si st e nza, annullare le espe r ie nz e a c c umula te a ttr a ve r so ge ne r a z ioni, a ttr a verso migliaia e migliaia di anni; significherebbe volere ignorare la ricchezza che l ’u o m o h a a c c u mulato durante le epoc he de lla sua e siste nz a . I n ve r ità , se gli sc r itto r i i t al i a n i d i a v a n g uardia fossero coerenti c on se ste ssi, a llor a , pe r logic a , non potr e b b e r o permettersi nemmeno di ragionare con la lingua tradizionale-capitalistica. Ammetto che anche questo mio ragionamento diventa sofismo, ma mi ci costringono proprio quelli dell’avanguardia ogni volta che riesco a metterne uno con le spalle al muro. Cred o , p e r ò , c h e la cosa debba essere vista sotto due a spe tti;uno soc iologic o e l’ a ltr o p s i co l o g i c o . S e in questo istante l’uo mo a nnulla sse le pa r ole , la lingua , tutti i me z z i con i quali descrive e conosce il suo ambiente egli, non soltanto distruggerebbe la l i n g u a , m a a n c h e l’um anità. S e l’uomo non potr à più f a r si inte nde r e dic e ndo ’’ p o r ta ” p e r c h é l ’ i d e a d e l l a p a r o l a ’’ p o r t a ” è s t a t a d i s t r u t t a , n o n p o t r à p i ù a p r i r e o c h i u d e r e l a p o r t a p e r c h é avrà dim enticato tutta la sua e spe r ie nz a e il lingua ggio a ttor no a ta le p arol a . U n a se t timana sotto simili co ndiz ioni e l’ uma nità tutta pe r ir e bbe ; e c c o p e r c iò l ’u t i l i t à d e l l a l ingua che rappresenta tutto c iò c he l’ uomo ha impa r a to ne l suo me z z o m i l i o n e d i a n n i sulla terra. Per il rinn ova me nto de lla lingua si possono solta nto s o s tit u i re, a q u e l l e che vogliam o scartare, a ltr e pa r ole , ma a c ondiz ione c he que ste n u o v e p a r o l e s i a n o e s p r e s s i o n i c o m u n i d e l p o p o l o . Q u e s t o è m o l t o d i ff i c i l e , e g l i a d e r e n t i al gruppo di avanguardia 63 dimenticano che non c’è scrittore nella storia che abbia p o t u t o d a so l o c reare un nuovo lingua ggio; il popolo, inve c e , può f a r lo. Da l la t o p s icologico, sappiamo che le parole sono abitudini, ma non abitudini acquisite attrav ers o i m p u l si r imasti ciechi, ma im pu lsi c he sono r e si inte llige nti da que ste a bit u d in i. È ch i a r o c h e m o lti scrittori del’avang ua r dia voglia no c on pr oposte inte lle ttua li e s p r imere nelle loro opere ciechi impulsi. E qui ci troviamo dinanzi a una forte contraddizione perché, o ci si abbandona completamente ad una espressione impulsiva,

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Questa scelta, a sua volta, sarà molto indicativa perché, se la forma delle sue parole-abitudini è rigida, egli non sarà capace di esprimersi spontaneamente; se queste abitudini-parole-esperienze sono radicate in lui debolmente, allora l’individuo balbetterà e non sarà capace di esprimersi, perché non sa quale parola-abitudine ripetere; non potrebbe essere, perciò, mai un grande scrittore. Un contadino impara le sue abitudini rigidamente e per questa ragione è incapace di affrontare una nuova situazione che richiede abitudini più elastiche, meno rigide e perciò più adatta b ili e mo d if ic a b ili s e c o n d o il p r o b le ma imme d ia to c h e s i d e v e r is o l v e re . N a t u ra l m e n t e , quando per abitudine si fa sempre la stessa cosa e poi, di colpo, ci si trova davanti a una situazione nuova che richiede un adattamento delle proprie abitudini e una nuova combinazione di esse, si rimane incapaci di adattarsi. Lo stesso dicasi per i muscoli. Un sollevatore di pesi, ad esempio, è il peggiore giocatore di pallacanestro, perché i suoi muscoli, hanno preso l’abitudine di una continua ripetizione, mentre il gioco di pallacanestro richiede muscoli che sappiano affrontare nuove situazioni. La stessa cosa vale anche per lo scrittore e le sue parole e le sue frasi che devono essere elastiche ed imparate tanto bene da dare vita ad espressioni spontanee, se invece egli non è completamente padrone di tali espressioni dovrà cercarle come se si trovasse in una stanza buia dove vuol catturare un gatto nero che non c’è. Vo g lio d ir e c o n c iò c h e l’ a n ima u ma n a e la s o mma d e l s u o lin g u a g g i o ; t o g l i e t e i l l i n g u a g gio dal’uomo e avrete distrutto l’individuo perché egli sarà costretto a ritornare bestia cieca e a servirsi soltanto di impulsi ciechi per risolvere i problemi che gli premono. L’ u o mo , f o r s e is tin tiv a me n te è d o ta to d i c e r te f a c o ltà c h e g li f a n n o ri c o n o s c e re l e fo rm e belle esistenti nel mondo. Esiste, come sembra, nel’individuo stesso una naturale guida che v a in c o r a g g ia ta , ma a lla q u a le n o n s i p u ò d e tta r e le g g e ; c o me p r o v a l a p s i c o l o g i a G e s t a l t .

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Ci sono certe forme naturali di triangoli o di cerchi che sono belli perché la maggior parte degli uomini li vede belli. C’è un accordo che non dipende dalla capacità acquisita, istruita ed esperta. E allora, quale sarebbe il modo di incoraggiare nel’uomo tale guida naturale? Dan d o f i d u c i a a tutti, al’operaio, al c onta dino, a l’ uomo se mplic e , a llo sc r itto r e d i s ec o n d o o t e r zo ordine, sul concetto c he e gli ha di c iò c he è be llo e non c ostr in g erlo ad ascoltare forme a priori, nel momento in cui tende a creare una nuova espres sione che si esprime con tutto il suo essere in un momento di estasi totale senza es se r e o st a c o lato da parole che non c onosc e pe r c hé poc o usa te . Sic ur a me nte qu e llo che st o d i c e n d o è in netto contrasto c on le opinioni c r e a te f a lsa me nte e inga nne v o lmente dalla stampa capitalistica e specialmente dai critici che, con abilità e con ogni mezzo, cercano di formare una opinione di massa che è sempre conveniente al g r u p p o c h e controlla la stam pa. I ne vita bilme nte , c olor o c he sono sta ti c a pac i d i evi t a r e q u e st o inganno disprezzano c hi si è la sc ia to inga nna r e ; e ssi f a nno un g r a v e err o r e , p e r c h é non capiscono che g li ste ssi me z z i impie ga ti da i gr uppi di c ontr o llo sono i soli mezzi per raggiungere l’orecchio degli uomini semplici, e se essi vogliono rimediare al danno, devono usare questi stessi mezzi e questo stesso linguaggio. Ma ritornando al contenuto e alla forma di un’opera dobbiamo ammettere che la m i g l i o r e e sp r essione artistica si ha qua ndo le a bitudini de ll’ uomo sono molto p la s t i ch e e si p l a s m ano spontaneam ente e in br e vissimo te mpo, e sse ndo e sse il te s s u to d el c o n t e n u t o che si congela natura lme nte sulla pa gina a ttr a ve r so una sc e lta p r iv a d i e si t a z i o n e , che non è più semplic e sc e lta inte llige nte di pa r ole , di e spr e ss io n i, d i f o r m a , m a una intuizione mista d i se ntir e c ome un vibr a r e di a lc une c or de s tr u m e n t a l i t u t t e allo stesso momento, e ne ssuna f uor i tono; l’ individuo è una so mma d i q u e st e v i b razioni naturali e sponta ne e , l’ or e c c hio de ll’ inte lle tto, le pa ssion i, il s en t i r e d e l l ’ i n dividuo stesso. È cer to c he pr ima di giunge r e a una simile pr e par a z ione artistica, il poeta o lo scrittore deve aver fatto molta strada attraverso momenti arti st i c i r i u sc iti o falliti. È sem pre da dispr e z z i que l’ a r tigia no c he , una volta s c e lta u n a f o r m a c o s truisce la cosa in serie se nz a usa r e più né inte llige nz a , né intuiz io n e . Mi dispiace ammetterlo, ma il 90 % della poesia di tutti i tempi è stata scritta proprio così. I poeti divenuti bravi artigiani della poesia, seguono una forma — sonetto, rima baciata — proprio alla stessa maniera dell’artigiano che sceglie la forma della sedia per costruirla poi in serie. Oggi, leggendo queste poesie avvertiamo un senso di stanche z z a p e r c h é risentiam o continuame nte , c ome ne lle poe sie di E. A. Poe , lo ste s s o b att i t o m o n o tono che ci stanca e ch e può soddisf a r e solta nto i più pigr i, dispo s ti a vivere una esistenza monotona. Mentre è facile comprendere che le poesie di Pavese, e quelle ultime in special modo, resisteranno al tempo perché prive di qualsiasi forma a priori, esterna, perché sono poesia. La forma è l’estensione di un contenuto espresso N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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spontaneamente ed artisticamente. La stessa cosa vaie per le poesie di Esenin per quelle di Cendras nelle quali non esiste alcuna distanza impersonale tra poesia ed uomo; non si tratta s ol t a n t o d i e sp r essione di idee, m a di pa ssioni; r ic e r c a c ioè di e spr ime r e l’ uomo s te s s o . S o n o a sso l u t a mente convinto che princ ipa le sc opo de lla poe sia è pr opr io que s to : n o n è i l f a t t o c h e l ’ u o m o r i e s c a a l a s c i a r e s u i f o g l i s c r i t t i i s u o i p e n s i e r i e i s u o i s e n t im ent i m a c h e l asci sul foglio se stesso, dopo a ve r tolto tutti i ve li supe r f lui tr a lu i e il l et t o r e . È p o ssibile una cosa sim ile? Ce r ta me nte è c osa molto diff ic ile pe r c hé le p a r o le una volta sul foglio, sono soltanto e sempre simboli, ma, e qui sta il miracolo della poesia, quando il tutto viene detto attraverso un momento di espressione artistica, come h o a ff e r m a t o s o p r a , o t t e n i a m o s i m b o l i c h e r i e s c o n o a r a p p r e s e n t a r e l ’ u o m o s t e s s o . Così, il lettore di un altro tempo, di un’altra generazione può riuscire a toccare l’anima di un poeta già morto, già annullato dalla tragedia della sua esistenza, da t u t t o q u e l n e r o che l’uom o cerca inutilme nte di e vita r e e c he solo c on una poe s ia , la s ciando cioè se stesso su un foglio di carta, può vincere almeno per un certo tempo

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strada semplice della sequenza logica hanno creato ciascuno un centinaio di poesie valevoli.

Ch e l a p o e s i a s i a u n a l o g i c a s e qu en za razion ale oppu re u n a giu stapposizione concreta di immagini e, anche se mancante di sequenze razional i , e s s a p o e si a , s i c o m p l e t i a l l a man iera di Gestalt, per cu i an ch e se le parti sono meno o più del’intero, è sempre comprensibile e completa. Per raggiungere* uno scopo, e nel nostro caso, una poesia completa, esistono vari modi; s i p o t r e b b e se g uire la logica

La poca resa dei poeti italiani è da attribuire, secondo me, alle scuole italiane e in special modo al liceo classico dove si insegna ai discepoli che più un p o e t a o u n o s c r i t t o r e s c r i v e i n f o r m a s t u d i a t a e d i ff i c i l e , p i ù è v a l i d o e a t t e n d i b i l e . Prova di quanto sto dicendo è che se chiedete ad uno studente liceale chi è il più bravo poeta italiano dei nostri tempi, senza alcun dubbio vi risponderà: Montale. Pe r c h é r is p o n d e r à c o s ì? Pe r c h é i lic e i s o n o s c u o le c la s s is te . A c o n c l u s i o n e d i c i ò i o s u g gerisco ai poeti italiani di avanguardia che invece di distruggere la lingua italiana, come protesta al capitalismo, comincino col distruggere le scuole di classe quali i licei italiani.

— uno più uno fanno due —, ma non è detto che una immagine ben d e s c r i t t a d e b b a e s s e re l o g i c a e m a t e m a t i c a ; s i p o s s o n o , i n f a t t i , e s p r i m e re u n a s e r i e d i i m m a g i n i , u n a d i e t ro l ’ a l t r a , n o n a v e n t i a l c u n a s e q u e n z a l o g i c a m a c h e s a r a n n o s e m p re i m p re s s i o n i c o n c re t e c o m p re n s i b i l i a l l e t t o re c h e intuirà spontaneamente il significato della poesia. È ovvio, però, che in questo caso i l p o e t a i n c o r r e nel rischio di creare pe r la ma ggior pa r te de i c a si solta nto un cu mu lo di i mm a g i n i se n za alcun significato. Que sta è inf a tti la r a gione pe r la qua le pr e f e r is c o un a p o e si a d i E m ily D ickinsón o di Robe r t Fr ost inve c e c he que lla di un Ungar e tti o un Mo n t a l e . D i ckinson e F rost usarono una logic a se que nz a poe tic a di ide e e d i s e n timenti e, anche se entrambi fecero l’errore di servirsi di una forma a priori, fortunatamente non seppero rispettarla perché il loro individualismo era più forte di qu al s i a si f o r m a prestabilita. S ono entr a mbi poe ti sogge ttivi e a nc he se Fr ost qu a lc h e vo l t a t e n t a d i e s sere obiettivo, la sua obie ttività de sc r ive la sogge ttività di se s te s s o . La poesia di Montale e di Ungaretti è invece la ricerca di una poetica irrazionale e impersonale di cui il lettore deve intuire il significato, intuire il più, cioè la poesia intera invece del l e v a r i e p a r t i che, anche m esse insie me , sono se mpr e me no de lla poe sia inte r a . N e lla maggioranza dei casi la poesia ermetica cerca di escludere il poeta dalla sua stessa poesia, aggiungendo così al’impersonalità di espressione una obiettività assurda, quasi inumana, fred d a , c h e i n M ontale è una cattiva r e minisc e nz a de i pr inc ipi c la ssic i di T. S. E lio t. C h i amo si m i l e poetica una congiura p e r e sc lude r e le pe r sone umili da un inte ll ig e n te apprezzamento delle cose migliori. È certo che Montale rappresenta la peggiore espressione poetica italiana degli anni nostri perché la sua poesia ha la sola funzione di soddisfare un ristretto numero di persone ed esclude perciò la massa media e il popolo dalla partecipazione alla letteratura. Ecco come si spiega il fatto che Ungaretti e Montale non siano riusciti a s cri v e r e p i ù d i due o tre buone poesie c ia sc uno, me ntr e Fr ost e Dic kinson se guen d o la

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OPERA DI CRESCENZIO CANE

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13 Che mai

il poeta nella via

esprima odio o amore e non rimanga di mezzo, cioè non sia mai impersonale.

Questo mio appello al poeta ad odiare o amare veramente, forse, causerà un certo allarme, ma sono convinto che un poeta il quale preferisce la via di mezzo, non potrà mai raggiungere una poetica viva e palpitante… M a c o sa i n t e n d o per via di m ezzo? La via di me z z o sa r e bbe uno sta to d’ a nimo in c u i un a p e r so n a è passiva e soddisfatta; il tr ova r si in pe r f e tta a r monia c on l’ e siste n z a d a non aver niente di che lamentarsi. Ovviamente si trovano in questo stato quelle persone ch e o c c u p a n o le migliori poltrone e sono e sse a dif e nde r e lo sta tus quo: ogni ca mb ia mento infatti, potrebbe soltanto peggiorare le cose nei loro riguardi. Essi non considerano inoltre che un buon stato di cose sotto ogni punto di vista, quasi un paradiso, invece di esse r e u n b ene, è un m ale perché s ottr a e a l’ uomo la sogge ttività f a c e ndolo div e n ta r e un o g g e t t o . Q u ando perciò il poeta si tr ova in pa ssività , dir e i qua si in le ta rgo, q u a n d o t ut t o i l su o e ss ere dorm e e solo il su o inte lle tto svola z z a c ome un uc c e llo, e gli d à v ita ad u n a p o e si a scialba, im personale e di poc o e ff e tto, c he non vibr a e non f a v ib r a r e .

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anticonformismo e lo ostentano come una bravata di ragazzi per bene, quasi con il r o s s o r e a lle g u a n c e e s e mp r e c o n u n g r a n d e s f o r z o d i e mo z io n i c h e re n d e l a p a g i n a d a e s s i s c r itta d e f o r me c o me u n a ma n o c o n c in q u e p o llic i. Ce r to no n v o g l i o e s c l u d e re i l fatto che nella letteratura esistono uomini come Baudelaire capaci di usare le parola c c e o d i f a r d e s c r iz io n i v o mite v o li c o me s e p a r la s s e r o n a tu r a lm e n t e ; g l i u o m i n i c o s ì ci sono stati. Ma è inutile cercare di essere volgari quando per natura si è soltanto d e i p ic c o li b o rg h e s i p e r c h é a llo r a s i a g ir à d a d o p p i ip o c r iti e d o p p i v o l g a ri . A q u e s t o p u n to è n e c e s s a r ia u n a s p ie g a z io n e d e lla p a r o la v o lg a r e . D a l p u n t o d i v i s t a b o rg h e s e è v o lg a r e q u e l’ e s s e r e u ma n o c h e s i e s p r ime n a tu r a lme n te s e n z a a ffe t t a z i o n i , u n i n d i v id u o c io è c a p a c e d i d ir e c h ia r a me n te il s u o a mo r e e il s u o o d i o . P e r m e q u e s t a n o n è v o lg a r ità ma s o lta n to u n a e s p r e s s io n e u ma n a . È v o lg a r e in v ec e q u e l l a p e rs o n a c h e f a ls a me n te c e r c a d i e s s e r e v o lg a r e me n tr e è in ib ita d a tu tte le co n d i z i o n i e l e re l a z i oni della società che cercano di limitare la naturalezza e la spontaneità dell’uomo. Quando un borghese tenta di fare questo gioco allora è doppiamente volgare. Vale la pena, in v e c e , a s c o lta r e u n u o mo c h e b e s te mmia e c h e è v o lg a r e v e r a me n t e p e rc h é s i v e d o n o i suoi nervi che pulsano e guardando nei suoi occhi rabbrividiamo perché in lui vediamo il guerriero arabo carico di odio che affonda nel petto del siciliano la sua lama e squarciandoglielo ne afferra il cuore e poi lo addenta mentre il sangue gli cola giù dal mento. Perché r a b b r iv id ia mo d in a n z i a u n o s p e tta c o lo s imile ? Pe r c h é q u e ll’ o d i o n o n è fa l s o , è v e ro .

L’ o d i o e l ’ a m o r e n o n d e v o n o e s s e r e u n a s e m p l i c e e s p r e s s i o n e e l e giaca, una sbavatura patetica inesperta come dice G. Zagarrio nella rivista « Ponte » parlando degli errori compiuti dai vari Busà ecc… Questa specie di poesia elegiaca patetica è la peggiore che possa esistere e diventa pes si m a q u a n d o il poeta scappa avan ti c e r c a ndo di a ssume r e una posa poe tic a c h e n o n s ent e e c h e n o n è sua, cadendo a volte ne l r idic olo, pe r c hé c ostr e tto a d a ssume r e u n a sovrastruttura poetica non propria, stonata in confronto alla quantità di amore e di odio ch e e si st e n e l lo scrittore stesso. È v e r o, c i sono uomini pic c oli e de vono c onte n ta r s i di sc r i v e r e i l p iccole poesie e non c e r c a r e di e spr ime r e più di que llo c he sono. Pe r c h é sforzarsi ad essere diversi? Quanto meglio sarebbe se molti scrittori italiani scrivessero del la l o r o v i t a borghese, dei loro de side r i borghe si! Non sa r e bbe r o f or se que sti s c r itti un documento veritiero per far conoscere in futuro quello che veramente essi sono, i nv e c e d i g o n f iare il proprio petto e sf ida r e il c ie lo c ome Pr ome te o, f a lsif ic a ndo tu tto ? A s s e n z a d i v e r ità è nelle poesie di ava ngua r dia c he c onte ngono un sa c c o di par o la c c e come culo, c…, natiche ecc… Si vede subito che Testa, Perriera ed altri ostentano il loro

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14 Che il poeta-critico non lodi gli altri poeti scrittori soltanto per eccessivo rispetto ai loro sentimenti e alle loro convinzioni o perché desidera vivere in pace. Quello dei critici italiani è un comportamento troppo signorile e direi troppo cristiano. Essi seguono due metodi; lodano dolcemente uno scrittore fino alla nausea, così che i lettori non leggono più un libro di critica perché sanno che è inutile dato che si tratta sempre di lodi v ers o u n d e t e r m inato scrittore che, g e ne r a lme nte , non va le nie nte ; o r ic or r ono al c o n o d i silenzio, non parlando mai dell’avversario, della persona che detestano o invidiano (io ho pubblicato alcuni libri di poesie, un saggio e parecchi articoli e ho ricevuto soltanto complimenti ed elogi; non ho ancora ricevuto una critica negativa né su me né sulla mia poesia). Esistono parecchie riviste tecniche letterarie, capaci di aprire polemiche l’una contro l’altra, ma il discorso rimane sempre fra tecnici e soltanto pochi possono seguirlo e questi pochi spesso lo fanno faticosamente. Dalle pagine di queste riviste, gli scrittori si dilettano a creare difficili ghirigori intellettuali, parole ed espressioni scientifiche — spesso usano anche parole straniere — servendosi di parole addirittura sconosciute, come se la polemica fosse un giostrare matematico piuttosto che linguistico; una giostra simbolica invece che una lotta fra esseri umani. Direi che in molte personalità letterarie a volte affiora un po’ il carattere mafioso, perché impongono ai critici di non parlare male di questo o di quel’ altro s cri t t o r e , d i n on toccarlo troppo da vic ino, c osì c he il disc or so de l c r itic o r iman e s u u n campo generico, campato in aria, mai toccando la persona come se le parole non avessero o ri g i n e n e l ’ u o m o. Il critico è costre tto a pa r la r e solta nto di pr inc ipi e , se uno n o n è d e l giro, non capirà mai quello che il critico vuole dire. Anche tra gli scrittori, naturalmente, esiste un gran desiderio di organizzare, di inquadrare, di ordinare e finanche di disciplinare i pensieri, i sentimenti. Coloro che non si sottomettono a un gruppo o non rispettano le regole del gioco vengono lasciati nelle zone oscure dell’ oblio, nelle zone da dove quello scrittore che non ha voluto sottomettersi non può esprimere il suo pensiero. Oh se invece, l o s c r i t t o r e c a pisse che è proprio il c a os a da r e la spinta e a f a vor ir lo c ome in d iv id u o ! Quando non ci sono autorità da riconoscere, quando nessuno è superiore ad un altro, al l o r a e so l o a llora si potrebbero ved e r e pa r e c c hi sc r ittor i inc lusi ne lle ma glie d i c o mu n i c a z i o n e c o m e l a T V, l a r a d i o , l e r i v i s t e , i g i o r n a l i e c c . E d e c c o u n e s e m p i o d i c i ò che v o g l i o d i r e : a N ew York ci sono miglia ia di c a se c ine ma togr a f ic he c he ha n n o ig n o rat o t u t t o l ’ a p p arato e le direttive di Hollywood, e sse si c onte nta no di c omuni c a r e c o n m e z z i i n d i p e n d e n t i ; r a p p r e s e n t a n o u n a c o m u n i c a z i o n e n o n u ff i c i a l e , d i c o n t r a b b a n d o d i re i , p e r c h é non rispettano né le leggi né i r e gola me nti de lla sta mpa di la rgo c o n s u mo che e sc l u d e t u tti i testi di H enry Mille r e di a ltr i sc r ittor i c ome lui c he pa r la n o c o n tr o N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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la s o c ie tà c a p ita lis tic a . I l c a o s in c o r a g g ia la s itu a z io n e lo c a le , il g o v e rn o l o c a l e e , i n u ltimo , , la lib e r tà in d iv id u a le ; s c o r a g g ia le d ir e ttiv e d i u n p u n t o d i a c c e n t ra m e n t o , di una unica fonte di opinione, e dunque non saremmo costretti a vedere i films di So p h ia L o r e n s o lo e n o n a s c o lte r e mmo p iù M o r o e s o lta n to M o r o , P a s o l i n i , M o ra v i a , Sa n g u in e ti e c c … , e n e lla c ittà d i N e w Yo r k milio n i d i ma s s e - p e co re n o n l e g g e re b b e ro p iù s o lta n to q u e i g io r n a li c h e s o n o f r u tto d e l g r a n d e g io r n a lis mo . La m i g l i o re e s p re s s io n e d i c a o s f u p r o p r io q u e lla d e l p e r io d o d e lla g u e r r a c iv ile f r a n c e s e o d e l l a ri v o l u z io n e r u s s a d e i p r imi te mp i, q u a n d o o g n i u o mo a v e v a la p o s s ib ilit à d i d i re l a s u a o p i n io n e n e i c o n g r e s s i e n e lle c o mmis s io n i, n e lle r iu n io n i c h e s i te n e v a n o i n t u t t o i l P a e s e . L’ u o mo s e mp lic e p a r te c ip ò a ttiv a me n te , p e r la p r ima v o lta , a lla v i t a d e l l a c o m u n i t à e d e lla n a z io n e , d iv e n n e o r a to r e e p e r s in o s c r itto r e e s i s c o p r ir o n o m i g l i a i a d i p e rs o n e c a p a c i d i s c r iv e r e , d i o rg a n iz z a r e e d i d is o rg a n iz z a r e . M e n tr e l’ u o m o è u n i n d i v i d u o , me n tr e a n c o r a p u ò r e s is te r e a i te n ta tiv i d i a ma lg a ma r s i c o n a ltr i, e g l i d e v e i n c o ra g g i a r e il c a o s e la d is o rg a n iz z a z io n e , d e v e r if iu ta r e d i a c c e tta r e q u a l s i a s i s c h i e ra m e n t o di cittadini numero, succubi di uno stato che sia quello americano o quello russo. Che l’uomo avverta il pericolo di una società moderna, inclusa quella letteraria, di dimensioni mastodontiche, dove centinaia di milioni di esseri umani devono sottos ta r e e o s s e q u ia r e u n a a u to r ità c e n tr a le , e s s e n d o tr o p p o d e b o li c o m e i n d i v i d u i . D i re i c h e o g n i u o mo c h e a ma la lib e r tà , s ia in c a mp o le tte r a r io c h e in q u e l l o s o c i a l e e p o l i t ic o , n o n d o v r e b b e f a r e a ltr o c h e s a b o ta r e tu tti i me z z i d e lla s o c i e t à m o d e rn a a ffi n c h é q u e lli c h e s ta n n o a c a p o v e n g a n o p r e s i d a l c a p o g ir o e p e r d a n o la fi d u c i a n e l l ’o rd i n e d i premere il grilletto del fucile dinanzi alle masse di studenti ed operai in contestazione.

O P E R A D I R O B E R TO Z I TO N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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15 Il po e t a d e v e sentire un naturale am o r e pe r il c a os e pe r la c onf usione , spe c ia lmen te in campo letterario e non desiderare che un ambiente qualsiasi si sistemi disciplinatamente per soddisfare un pigro senso di ‘ organizzazione e di ordine che alloca tutti in posizioni f i s s e b l o c c a n d o u n a r a p i d a i n t e r- r e l a z i o n e t r a i p u n t i e s t r e m i d e l m o n d o l e t t e r a r i o . Dov r e b b e e sse r e riconosciuto, una vo lta pe r se mpr e , c he lo sc r ittor e non è una p e r s o n a di eccezione. Oggi ci sono migliaia, o meglio, centinaia di migliaia di scrittori, perché è finito il tempo in cui leggere e scrivere era privilegio di pochi; oggi perciò essere scritt o re n o n è p i ù una posizione di privile gio. Sc r ive r e dà a llo sc r ittor e una gr a nde s o d d is fazi o n e e q u e st a, generalm ente, è la r a gione pe r la qua le lo sc r ittor e sc r ive . Pur tr o p p o ogni uomo ha in sé parte del fanciullo e vuole essere ascoltato, ammirato e come il b amb i n o p r e t e nde la attenzione dei g e nitor i, c osì lo sc r ittor e vuole l’ inte r e sse d e l p u b b l i co su q u e l l o che egli è e sui suoi pr inc ipi. I noltr e e gli si illude di pote r “ suv v iv e r e ” al d i l à d e l l a s ua stessa m orte e rim ane r e ne lla me mor ia de lla ge nte , ne i libr i e m a g a r i in una sola poesia. Nel desiderio vivissimo di comunicare con i suoi simili, lo scrittore s i s e r v e d e l l i b r o e più facilmente di r iviste e di gior na li; que sto è un me z z o f a c ile p e r i m p o r si a l ’ a t t enzione degli altri, più f a c ile c he sc e nde r e in pia z z a , f e r ma r e il tr a ff ic o , cos tr i n g e r e i p a ssanti ad ascoltarlo c ol pe r ic olo di subir e le c onse gue nz e di una a z io n e p u rt r o p p o m o l to scomoda; un m etodo c he non osse r va r e gole , c ome Soc r a te c h e n o n o s s e r v ò m a i u na regola fino alla sua c onda nna a mor te . È c hia r o c he molta ge nt e o g g i voglia far tacere i giovani che hanno riscoperto il valore della protesta e della contestazio n e i n p i a z z a e nel foro; perché prop r io il f or o è il ’’ libr o” c he tutti possono le g g e r e e che non può essere controllato o inserito nel sistema dell’establishment e proprio questa è la ragione per la quale l’autorità combatte con ogni mezzo questo modo di espressione.

Co mp ito d e l v e r o s c r itto r e è p r e v e n ir e i p e r ic o li e a v v e r tir e i g io v a n i c o n t e s t a t a ri c h e p r e s to o ta r d i c o lo r o c h e d e te n g o n o u n a p o ltr o n a s i o rg a n iz z e r a n n o e c e rc h e ra n n o l a chiave per ammanettare e mettere a dormire chi sente il bisogno, per amore o per odio, d i p r o te s ta r e c o n tr o u n a e s is te n z a e u n a s o c ie tà o rg a n iz z a ta ma le . Es s i a t t a c c h e ra n n o s ic u r a me n te p r ima a liv e llo p s ic o lo g ic o , c e r c a n d o d i c o n v in c e r e g l i u n i v e rs i t a ri , g l i scrittori, i poeti ecc… che la protesta viene da coloro che sono” psicològicamente” squilib r a ti e c h e la c o n te s ta z io n e è u n p e r ic o lo n o n s o lta n to p e r la s o c i e t à m a p e r g l i s t e s s i c o n te s ta to r i. Ce r c h e r a n n o d i c r e a r e in c h i p r o te s ta u n s e n s o d i d u b b i o e d i i n fe ri o ri t à . E se questo non basta, cominceranno a trattare l’argomento a livello pseudo-scientifico, c io è s o c io lo g ic o e , c o n s ta tis tic h e a lla ma n o , c e r c h e r a n n o d i p r o v a re c h e e s s i h a n n o ragione. E se con questo agire non sono riusciti ancora nel loro intento, mobiliteranno le forze più rispettate del mondo capitalistico, gli scienziati, i quali, senza dubbio, riusciranno a provare che in una società di uomini il contestatore non può e non deve esistere.

Lo scrittore, invece, è un pigro, è un pusillanime, se ne sta dietro le quinte, non si espone come i giovani di ora, come l’oratore estemporaneo, come Socrate che non s cri sse m a i u n libro. N on è facile ne mme no que llo c he f e c e Cr isto qua ndo sc e se n e lla s i na g o g a p e r d ire ciò che pensava an c he dina nz i a i dotti. I l mito de llo sc r ittor e n o n è al t ro c h e u n a a ureola creata attorno a lui e c he bisogna f a r c a de r e a ff inc hé lo scr itto r e ri m a n g a q u e l l o che veram ente è: uno c he ha a vuto l’ oppor tunità di ve nde r e i suo i lib r i perc h é i n se r i t o nel’ establishment del mondo; uno c he a f or z a di gomita te e c on s mis u rat a a m b i z i o n e ha fatto in modo che il suo libr o si tr ovi sugli sc a ff a li di ogni lib r e ria. Che gli scrittori accettino questa ridimensione della loro importanza, che ricono s ca n o i l c o r a g gio di un giovane che sc e nde in pia z z a c on un c a r te llone di pro te s ta ; che valutino la decisione di un oratore estemporaneo il quale, più di qualsiasi scrittore, i n cor a g g i a g l i assalti contro l’ordine de lle c ose e c ontr o la le gge politic a de ll’ u o mo . O P E R A D I R O B E R TO Z I TO N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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Importante è che lo scrittore scriva non con lo scopo di fare arte ma perché ha una ragione ben precisa; se non ha niente di valido da dire che rimanga in silenzio. Creare artisticamente potrebbe essere per alcuni la sola ragione per scrivere; ma che in q u es t i c a si c i ò rimanga chiaro e non ve nga r ic ope r to da una str uttur a , da una c o mp lic a ta spiegazione dell’arte con il solo scopo d’ingannare il lettore di massa. Ovviamente questo tipo di arte può soddisfare soltanto esigenze immediate e temporanee. L’uomo ambizioso s cri v e c o sì c o me un altro esercita la pr of e ssione di a vvoc a to, di me dic o o di in g e g n e r e ; p er l u i sc r i v e r e diventa una occupaz ione , una a ttività . Que sti a r tisti me stie r a n ti c o n il con t r o l l o d e i mezzi di inform azione otte ngono il sopr a vve nto sui ve r i c r e a tor i d ’ a r te e d i ca p o l a v o r i r iuscendo così anche pe r dive r si de c e nni a tir a nne ggia r e sul’ inter o a mb ient e l e t t e r a r i o nazionale e qualche volta a nc he inte r na z iona le , c ome ha nno f a tt o q u e g li es t re m i st i a n g losassoni che condusse r o la le tte r a tur a a l vuoto simbolismo sur r ea lis tic o .

Una gran parte della letteratura italiana esprime proprio questo vuoto avendo messo sul t ro n o m i t i c o d el genio Mallarm é e Va le r y pe r sviluppa r e poi lo stile e r me tic o c h e , a lle s ue c o n c l u si o n i astruse, per i lettori non ha a lc un signif ic a to, pe r c hé il signif ic a to d e lla p o es i a r i m a n e chiuso nel’animo del poe ta ste sso. Ed è logic o pe r c iò c he oggi in I ta lia p rev a l g a n o sc r itti come quelli dell’av a ngua r dia 63. Una inte r pr e ta z ione ve r a me n te a r tis tica della vita potrebbe essere data dalla esperienza artistica che proietta la comunicabilità al di là degli scopi momentanei, come la meta di semplice partecipazione. Forse l’arte potrebbe essere la ricerca dell’individuo di scoprire il bello nella esistenza e in se stesso. Ma queste riduzioni in termini artistici non devono essere proiettati in avanti in modo da crear e u n a f o r m a modello quasi mitiz z a ta e poi str ume nta liz z a ta c he c ostr inge g li s c r itt ori a d a t t e n e r si a schemi non più ela stic i, non più a de gua ti a un mome nto a r tis tic o c h e

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angolazione che partendo da un punto X tende a una linea Y, tracciando una strada che nessuno prima di lui ha mai tracciato. L’individuo può prefiggersi dei traguardi, se questi sono suoi e rappresentano il suo modo di risolvere i problemi politici, religiosi, scientifici o culturali. Soltanto con questi scopi i suoi scritti avrebbero un valore ben preciso. Abbiamo ascoltato critici che difendono una posizione democratica capitalisticaliberale-etica-filosofica e parlano dei pericoli che incorre uno scrittore quando si pref ig g e c e r ti tr a g u a r d i d i lib e r tà ; e s s i n o n f a n n o a ltr o c h e limita r lo en t ro u n a c e rt a i d e o logia economica, politica, ecc… Essi parlano in questo modo perché non vogliono c h e le o p e r e e l’ a r te d i u n o s c r itto r e s e r v a n o a d is tr u ir e id e o lo g i c a m e n t e u n p o p o l o . La sola speranza che ci rimane è che siano proprio gli scrittori a creare un ambie n t e l e t t e r a r i o e n o n c o l o r o c h e e g o i s t i c a m e n t e s t r u m e n t a l i z z a n o i m e z z i d i d i ff u sione per incatenare le masse in un conformismo che ne rende facile il controllo e c h e p o r ta le s te s s e ma s s e a f a r e il g io c o d i g u e r r a e d i s f r u tta me n t o v o l u t o d a i p o c h i .

18 Prova della validità di una poesia e la sua comunicabilità attraverso la recitazione; concetto tutto all’opposto del pensiero dell’avanguardia — Gruppo 63, Gruppo 70 ecc… —, che danno una assurda importanza al lato visivo.

ri c hiede liber tà d i e s p re s s io n e p rag m a t i c a e c h e , s e n z a d u b b i o , è i l m i g l i or modo pe r r isolvere u n a s itu a z io n e a rtis t i c a p e r u n i n d i v i d u o - a r t i s t a - c r e a t o r e - s cr ittor e.

17 Ric o n o sc e r e in ogni individuo una c a pa c ità a r tistic a c he , inc or a ggia ta , pr e sto o ta r d i, dopo molte esperienze, porterà lo scrittore e il poeta a scrivere qualcosa di valide. A q u es t o p u n t o , è im portante che l’individuo c ur i la sua c a pa c ità di r e spir o; se e g li f is ic a mente è forte il suo dovrebbe essere un lungo verso, una lunga frase; se invece è delicato e femmineo, il suo verso sarà più semplice e meno comulativo e non alla maniera di Alien Gi nsb e rg ( l e d onne perciò, anche se ha nno lingue lunghe a vr a nno se mpr e ve r si c o r ti) . È as s o l u t a m e n t e im portante che lo scr ittor e pr e nda una de te r mina ta posiz ione , c h e tr o v i, p erc i ò , n e l ’ e si s tenza un posto da dov e pa r la r e e c he que sto suo pa r la r e a bbia una p r o p r ia N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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Mario Cassisa - Il Libro di Nat N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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19 Che s i a c c e t ti , u n a v o l t a p e r s empre; il prin cipio di ridu rre la poesia nei s uo i t e r mi n i p i ù s e m p l i c i e ch e qu esto sia con siderato u n prin ci pio a r t i s t i c o .

20 Che no n s i t r a t t i d i u n a e s p r e s sion e sch izof ren ica, cioè di u n a i nvo l uz i o ne de l l a e s p r e s s i o n e c h e f a parlare il poeta con se stesso i nve c e c he c o n u n i n t e r l o c u t o re estern o.

21 Che la poesia sia principalmente una ricerca dell’esistenza e dell’uo m o ne l l a e s i s t e n z a , c o n lo in ten to di scoprire u n a strada pragmatica cioè, le migliori possibilità, per la “suvvivenza” dello uomo per la creazione di scopi valevoli per continuare l’esistenza. Che l’uomo trovi eventualmente la sua eternità nella stessa esistenza e non annulli se stesso nella incomunicabilità,nel nulla, nel silenzio. ( « Tr ap an i N u o v a» , 1 4 g en n ai o 1969)

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TRADUZIONI RECENSIONI

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TRADUZIONI In a village

N ato a Tra pa ni nel 1944, En zo B o nventre c u n o ttim o po eta ed u n tradu tto re co n¬ o sc i uto

Nato a Trapani nel 1944, Enzo Bonventre c un ottimo poeta ed un traduttore con¬osciuto anche all’estero. È presente in varie antologie poetiche dell’Antigruppo 73 e dell’Antigruppo 75. Nel 1988 ha pubblicato la silloge Okusiksak e nel 1989 ha pubblicato la traduzione di Benedizioni Comuni del poeta americano Arthur L. Clements. Come traduttore si è concentrato maggiormente sulla poesia scozzese e su quella americana ed ha pubblicato varie traduzioni nel settimanale Trapani Nuova. Inoltre ha collaborato a numerose rassegne di cultura. Sue poesie sono state tradotte in spagnolo, rumeno, inglese e greco.

Recentemente ci è pervenuto il libro, in formato piccolo, Due poeti americani (Nat Scammacca e Stanley H. Barkan), cura e traduzione di Enzo Bonventre (Casa Editrice II Salice, Potenza 1994). Le sue traduzioni vanno al di là della lettera e delle parole, poiché ricreano la poesia in modo originale senza allontanarsi affatto dal testo originale. Eccone un esempio: “Mia nipote dalle guance di nitida porcellana /mi chiede nella luce del sole /in un mattino di primavera: / Che posso fare di questi petali Gialli? Puoi mangiarli subito / ma senza cucinarli, risposi. /Sono teneri”. Il suo nuovo volume di poesie bilingue Leon Asirio, tradotto da Laura Grange in spagnolo e pubblicato da Editorial Eva (Venafro, 1994), era stato già pubblicato nella prima edizione italiana di Leone assiro, nelle Edizioni Tracce di Pescara nel 1993. Questa nuova edizione, in elegante veste tipografica, contiene poesie brevi ma espressive, tanto brevi che a volte ritornano / ad un certo frammentismo novecentesco: “E promessa al navigante / questo aulire di rose / e di verbene. / E sale / il candido frullio del mare”. Uno stato d’animo, un paesaggio, un personaggio, un sentimento bastano ad Enzo Bonventre per creare una poesia altamente lirica ed intimistica. Spesso l’ironia bonaria serpeggia tra i versi in cui la parola essenziale riacquista il suo vero valore etimologico: “Leone assiro. / Di pietra / intinto nel rosolio / pardon nel petrolio / e cullato al rumore sinistro / della guerra, /o bellezza del color mavì.” La poesia di Enzo Bonventre si rivolge pure al sociale, alla natura, alla ricerca della solitudine e della libertà. Poesia quanto mai scandita che emerge da un sottofondo culturale degno di encomio: Venezia: “Riso di bimbi e ressa di piccioni / Venezia è di un ’epica bellezza / una gondola è sagoma/ irriconoscibile/e dentro il felze / batte un cuore antico / dimentico l’ora/assorto/nell”ancestrale visione”.

In

Smeddum o Life Thrown yirth, but aye the biade howks, sun skinkles, rain breenges the hairst lowos gowd. Thrawn yirth, but aye the smeddum o life scunners it.

A village in Alaska

Met a maiden sweet and fair But I was so slow and bashful That she left me standing there When l see her with another I watch through tear dimmed eyes For she does not know I love her And her beauty I idolize When I meet another maiden I can 't find the words to say I am wishing and waiting For her love some sweet day. (Sung to the tune of Clementine) da "From the Heart" di Web e Morris -1984-

Brio della vita

T erra amara,

ma il cavolo cappuccio cresce sempre, il sole splende, la pioggia scroscia, ondeggiano le bionde spighe. Terra amara, ma il brio della vita s e m p re l a s g o m e nt a . Trad. dallo Scots di Enzo Bonventre Atros (rivista internazionale di poesia diretta da Duncan Glen in Scozia)

IIn un paisi In un paisi di l'Alaska incuntrai una picciotta dulci e bedda ma fui tantu lentu e vrigugnusu chi mi lassau stari dda Quannu la viu eu nautru taliu attraversu occhi affannati di lagrimi pirchù nun sapi chi jò l' amu e adoro la so billizza Quannu incontru nautra picciotta nun trovu li palori pri diri sugnu ardenti e aspettu lu so amuri unjornu dulci. (Cantata eu lu mutivu di "Clementine")

Traduzione in lingua siciliana di Enzo Bonventre Cecina - Li 16/05/2003

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L’Occhio di Nat Opera di Leonardo La Barbera Donata a Stanley Barkan nel 2014

La natura del materiale definisce e caratterizza il lavoro di Leonardo La Barbera. Il vetro, fatto di ossido di silicio con le sue trasparenze che, sin dai tempi più remoti, restituiscono al nostro immaginario una materia nobile e suggestiva, ha catturato da decenni l’artista siciliano che realizza forme e inclusioni vetrose colorate di grande impatto. La materia che ha a che vedere con la luce, soprattutto, determina tra casualità e intenzione quasi tutta l’opera dell’artista. Nella lunga attività che va svolgendo in Sicilia ingloba, nelle lastre base, vetri di colori diversi. Negli anni ha approfondito artigianalmente la ricerca estetica e la potenzialità narra-tiva sfruttando tutte le componenti dei fragili volumi, delle trasparenze cristalline e dei colori che restituiscono dimensioni quasi fisiche, eppure materialmente reali. Forme inventate di vetro che assumono il linguaggio impalpabile della luce e sposano il bronzo, il ferro, la pietra.

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Leonardo La Barbera nasce a Termini Imerese, Palermo, nel 1952. Negli anni Settanta emigra in Germania e inizia a lavorare presso la vetreria d'arte di Karl Isele a Freiburg. La bottega è frequentata da artisti come Emil Wachter, Hans Stocker, Hans Studer, Ra-nier Dorwarth, Hanz Guenter Fanlooch e Jurgen Brodwolf. Questi si avvalgono di questa bottega per realizzare i loro bozzetti e cartoni in vetrate artistiche. A questo punto La Barbera sente il bisogno di dipingere e disegnare e frequenta, con profitto, il corso libero di disegno, tenuto all’Università di Freiburg da Hans Peter Stosinger. Nel 74 aderisce al movimento d'arte di Freiburg diventando socio della galleria "Die Schwarzekloster", dove conosce artisti come Mario Cerali, Josef Beuys, Manfred Bluth e Peter Dreher. Negli anni a seguire La Barbera lavora ricercando nei suoi pastelli, acquarelli e disegni una propria identità e la trova elaborando gli insegnamenti del maestro Stosinger. L'artista nei suoi "paesaggi immaginari", opere che scaturiscono dall'inconscio, evidenzia lo studio della linea che trasforma in linee irregolari. In una linea c’é la vita, l'universo. La linea vive in tutte le sue forme e direzioni, la linea stessa è vita. In queste immensità di linee l'artista vede l'umanità e ogni singola linea simboleggia un essere, una persona e cosi, in ogni opera, secondo lo stato d'animo, c'è dentro un mondo: "il mondo che lo circonda, il suo monde". Sue opere si trovano presso collezioni private di musei e pinacoteche in Italia, Germania, Francia e Australia.

The nature of the material defines and characterizes the work of Leonardo the Barbera. The glass, made of silicon oxide with its transparencies that, since the most ancient times, return to our imaginary a noble material and evocative, has captured from decades the sicilian artist that realizes shapes and inclusions colored vitreous of great impact. The matter that has to do with the light, especially, determines between randomness and intention almost the entire work of the artist. In the long activity that goes playing in Sicily incorporates, in the base plates, glasses of different colors. Over the years has deepened handcrafted aesthetic research and potential narrates-tiva by exploiting all the components of the fragile volumes, of crystalline transparencies and colors that return size almost physical, yet materially real. Invented forms of glass that assume the impalpable language of light and espouse the bronze and iron, stone.

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Leonardo the Barbera was born at Termini Imerese, Palermo, in 1952. In the Seventies it emigrates in Germany and began to work in the glassware of art of Karl Isele in Freiburg. The Bottega is frequented by artists such as Emil Wachter, Hans Stocker, Hans Studer, Ra-nier Dorwarth, Hanz Guenter Fanlooch and Jurgen Brodwolf. These are taking advantage of this workshop to realize their sketches and cartoons in artistic glassware. At this point the Barbera feels the need of painting and drawing and attends, with profit, the free course of drawing, taking at the University of Freiburg by Hans Peter Stosinger. In 74 adheres to the movement of art of Freiburg by becoming a member of the gallery "Die Schwarzekloster", where he met artists like Mario Cereal, Josef Beuys, Manfred Bluth and Peter Dreher. In the years to follow the Barbera works by searching in his pastels, watercolors and drawings an identity of its own and is preparing the teachings of maestro Stosinger. The artist in his "imaginary landscapes", works that arise from the unconscious, highlights the study of the line that transforms in jagged lines. In a line there is the life, the universe. The line lives in all its forms and directions, the line itself is life. In these immensity of lines the artist sees humanity and every single line symbolizes a being a person and thus in every work, according to the state of mind, there is inside a world: "the world that surrounds him, his monde". His works can be found in the private collections of museums and art galleries in Italy, Germany, France and Australia.

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LEONARDO L A BARBER A

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Juan Esperanza

è nato a Città del Messico nel 1959, dove ha compiuto gli studi accademici presso l’Accademia Nazionale di pittura, scultura e grafica “La Esmeralda”. Juan Esperanza è nato a Città del Messico nel 1959, dove ha compiuto gli studi accademici presso l’Accademia Nazionale di pittura, scultura e grafica “La Esmeralda”. Esperanza lavora per diversi anni per l'Istituto di Antropologia e Storia del Messico (INAH). come disegnatore e rilevatore nelle più importanti zone archeologiche del Messico come Chichen Itza, Montealbàn e in altri progetti archeologici rafforzando ancora di più il legame con le culture di origine. Il trasferimento in Europa nel 1983 innesca l'incontro diretto con le culture mediterranee, ponendolo a contatto con le antiche culture: Etrusca, Greca Romana e Sicana. Dopo aver vissuto per alcuni anni a Roma, nel 1990 si trasferisce definitivamente a Sutera, dove vive e lavora. La sua multiforme ricerca artistica abbraccia varie forme espressive, dalla pittura alla scultura, al disegno, all'istallazione e ripercorre un cammino che parte da un vivace cromatismo capace di incarnare l'anima messicana a un linguaggio espressivo più essenziale basato su segni e colori fortemente legati al paesaggio e alla luce della Sicilia, sempre conservando un sapiente equilibrio tra l'intensità espressiva della cultura mesoamericana e l'aulica classicità della cultura occidentale. Le sue opere rivelano nelle scelte formali e poetiche la sua anima messicana, vengono esposte in prestigiose rassegne d’arte contemporanea come la XLIV Biennale di Venezia, la IV Bienal de Cuenca Ecuador, la II Biennale D’Arte Sacra di Siracusa, la II e la III Triennale d’Arte Sacra Contemporanea di Lecce. Ha esposto, inoltre, in numerose personali e collettive in Spagna, Francia, Germania, Belgio, Emirati Arabi, Stati Uniti, Australia, Venezuela, Ecuador, Argentina, Messico. Nel 2017 ha realizzato l'installazione Reperti, nel corso di una residenza d'artista presso il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo di Agrigento. I suoi lavori creano una suggestione di rimandi a figure mitologiche trasversali a tutte le culture e religiosità, che sottolineano la dimensione ctonia e la fatale attrazione verso la morte delle complesse e ricchissime culture mesoamericane, riscontrabile anche nella dimensione dionisiaca della cultura occidentale: il femminile ambivalente, capace di donare la vita e di condurre alla morte, della dea Tlazoltéotl, proposto anche nella sua dimensione più materna e sublime nelle figurine femminili in terracotta variamente interpretate dall'artista nel corso della sua ricerca estetica, il Serpente Quetzalcoal, altra figura mitica che attraversa Oriente e Occidente, dal mito classico alla cristianità, al bestiario medievale, il mito terribile dello Tzompantli, teoria di crani legata ai sacrifici umani che nella riproposizione di Esperanza non perde la sua dirompente emozionalità orrorifica pur elevandosi a motivo cromatico e decorativo, l'enigmatico Chac Mool, l'uomo – dio in posizione distesa con la testa rivolta al lato desto, destinato ad accogliere le offerte per i sacrifici, o forse a contenere acqua e a fare da specchio per la meditazione. Un viaggio attraverso simboli e segni universali, il cui volto si dispiega circolarmente nel tempo mostrando inusitati legami tra la sublime tensione verso l'eterno della classicità e la terribilità del Divino delle immense civiltà precolombiane.

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PRESENTAZIONI

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ANTONINO SERINA NAT SCAMMACCA

Juan Esperanza

POETA E FILOSOFO DELLA SCIENZA Si sono interessati al suo lavoro: Mario De Candia, Enzo Bilardello, Lucia Spadano, Antonio

Federico Brook,Toti Carpentieri,Julian Zugazagoitia Giorgio Di

Mi perdoni per questa estrema lentezza nel rispondere. E mi perdoni l’averla dovuta obbligare a insistere. Sono stato davvero travolto dai viaggi e dalle cose in queste ultime settimane. Non volevo affrettare la mia risposta e darla troppo superficialmente; volevo anche leggere la sua introduzione. Finalmente ho trovato un poco di tempo e le rispondo. Io trovo mollo intensa e molto vera la poesia di Scammacca e trovo molto bello e onesto il modo in cui la scienza entra in questa poesia. Mi sembra che con gli occhi del poeta sappia vedere la scienza a fondo e trarne lo stupore, la novità e le visioni che sono nel profondo della scienza. Insomma, il mio giudizio, da profano che capisce pochissimo la poesia, ma anche da fisico che legge con curiosità queste immagini, è del tutto positivo.

Genova, Guglielmo Gigliotti,Laura Oddo, Daniela Filaccia,Emilia

Carlo

D’Avossa, Carolyn Christov-Bakargiev, Celia S.Birbragher, Javier Anzurez, Federico Brook, Toti Carpentieri, Julian Zugazagoitia Giorgio Di Genova, Guglielmo Gigliotti, Laura Javier Anzurez,

Valenza, Mario Tona, Laura Odo, Claudio Milluzzo, Enrico Crispolti,Vincenzo Nicastro,Cristobal Munoz, Sergio Troisi, Franco Spena, Aurelio Pes, Elisa Fulco, Francesco Santacono, Paola Nicita, Rocco Giudice,Francesca Pietracci, Licia Buttà,Giovanna Cavarretta,Elena Muller,Nino Amadore,Giusi Diana,Aldo Gerbino Anna Maria Ruta,Luigi Tallarico,Marcello Palminteri,Marina Giordano,Giovanni Valenti,Daniela del Moro,Diego Gulizia,Valerio Cimino, Giuseppe Condorelli, Toti Carpentieri,Antonio Picariello, Anna Boschi,Margaret Failoni,Armando Arias, Beatriz Pintado De Mapelli, Alessandra Vicari, Giulia Ingarao,Manuela Conciauro, Teodolinda Coltellaro, Alessandro Bertacchini, Arturo Camacho, Suny Ramirez,,Karla Bañuelos Sàenz, Corina Prèolato,Giusi Diana,Giuseppe

Ingaglio,Francesco

Gallo,Annamaria

Augello,

Valentina De Miceli, Marco Meneguzzo, Aldo Gerbino, Tano Siracusa,

Luca

Delfino,Marisa

Montalto

Monella,Vinny

Scorsone,Francesco M. Scorsone,Carmelo Strano, Salvatore Scalia, Guglielmo Nardocci,Maria Tiziana Sidoti, Marco Curatolo, Anna Lisa Giunta, Rita Ferlisi, Alba Romano Pace, Dario Orphèe, Nicolò D’Alessandro

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Carlo Rovelli Premessa: Poesia e scienza in Nat

Carlo Rovelli (Verona, maggio 1956), fisico teorico e cosmologo, è direttore del gruppo di ricerca in gravità

quantistica all’Università di Aix-Marsiglia e membro dell’Institut Universitaire de France. Dopo la lettura delle poesie filosofiche e metafisiche di Ericepeo II di Nat Scammacca, che gli avevo proposto durante l’estate scorsa nell’incontro di studi: “Dai quark alle galassie”, da lui tenuto a Soprabolzano, mi scrive in questi giorni: Io trovo molto intensa e molto vera la poesia di Scammacca e trovo molto bello e onestoil modo in cui la scienza entra in questa poesia. Rovelli è anche filosofo della scienza; legato alla più antica tradizione greca scientifico-filosofica presocratica, riscopre soprattutto in Anassimandro e Democrito i germi dell’attuale sviluppo delle teorie scientifiche della relatività e della meccanica quantistica. Per conciliare le due opposte teorie ha lavorato con Lee Smolin e Abbay Ashekar alla Loop Quantum Gravity Theory. La sua opera principale è: La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose, Raffaello Cortina Editore 2014. Capire la struttura fondamentale granulare della realtà, secondo la gravità quantistica, spiega l’autore, significa cogliere una struttura di interazioni, di relazioni, di vibrazioni che pullulano, fluiscono, come nel sasso, nelle acque d’un lago. Noi siamo nel mondo, siamo mondo. Sette brevi lezioni di fisica, Adelphi 2014, è invece un best seller. “Un libro che ho scritto - dichiara l’autore - con amore cercando di metterci molto di quello che sono, del modo in cui percepisco e comprendo le cose”. Lo stile è vivace ed affascinante. Tratti della sua prosa spesso manifestano intensa ispirazione poetica e grande spiritualità naturalistica, razionale c laica, perché egli realmente vive quello che scientificamente pensa. In realtà, telefonai al professore alla fine di agosto, il 29 alle ore 9,30 e mi rispose da Stoccolma mentre partecipava all’assemblea internazionale dei fisici teorici; riprovai dopo un mese, il 30 settembre, alle 9,30 di sera, c rispose che viaggiava per Londra per essere ospite l’indomani alla BBC News; riprovai ancora dopo 15 giorni, il 14 ottobre e lasciai un messaggio alla segreteria, essendo egli occupato, dopo due giorni, il 16, ebbi finalmente la graditissima risposta.

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Presentazione: Come decifrare lo Scammacca del Dicono che tutto è movimento “ ... come decifrare lo Scammacca del ’’Dicono che lutto è movimento... ”. Lavoro arduo, difficile, quello di Serina, come è sempre difficile coniugare poesia e scienza”. Confesso che di primo impatto, avendo letto in gioventù alcune produzioni del poeta, il solo titolo di questo ultimo, almeno per ora, originale lavoro di Antonino Serina aveva suscitato in me una serie di interrogativi. Scammacca e la scienza? Serina e Scammacca, l’epistemologia e la poesia? Ma che rapporto ci può essere in questa strana simbiosi? Poi ho letto. E istintivamente, mi sono ritrovato a ripensare l’aforisma di Shakespeare per cui “ci sono più cose in cielo e in terra... di quante ne sogni la filosofia”. Saggiamente scrive Serina che le descrizioni poetiche dello Scammacca “possono apparire surreali, fantasiose, deliranti perché appartengono alla realtà scientifica e non tutti sono disposti ad accettarla o a comprenderla ... ma i fondamenti scientifici e filosofici credo che corrispondano a prospettive scientifico-filosofiche valide anche se discutibili”

“ ... come decifrare lo Scammacca del ’’Dicono che lutto è movimento... ”. Lavoro arduo, difficile, quello di Serina, come è sempre difficile coniugare poesia e scienza”. Confesso che di primo impatto, avendo letto in gioventù alcune produzioni del poeta, il solo titolo di questo ultimo, almeno per ora, originale lavoro di Antonino Serina aveva suscitato in me una serie di interrogativi. Scammacca e la scienza? Serina e Scammacca, l’epistemologia e la poesia? Ma che rapporto ci può essere in questa strana simbiosi? Poi ho letto. E istintivamente, mi sono ritrovato a ripensare l’aforisma di Shakespeare per cui “ci sono più cose in cielo e in terra... di quante ne sogni la filosofia”. Saggiamente scrive Serina che le descrizioni poetiche dello Scammacca “possono apparire surreali, fantasiose, deliranti perché appartengono alla realtà scientifica e non tutti sono disposti ad accettarla o a comprenderla ... ma i fondamenti scientifici e filosofici credo che corrispondano a prospettive scientifico-filosofiche valide anche se discutibili” D’altra parte come decifrare lo Scammacca del “dicono che tutto è movimento e il mio sentire è legato a questo pensiero”. E che significato attribuire a “si gira fermi con Mach, solo noi restiamo fermi”. Alla base delle tesi di Antonio Serina c è, intanto, un imponente impianto filosofico, vi sono poderose letture, ma cé in particolare la considerazione che la filosofia è integralmente problematica, cioè totalmente critica, per cui nessuna posizione, anche metafisica, è mai definitiva, perché ha sempre da riconquistarsi il terreno rispetto a nuove obiezioni possibili. Oggi, soprattutto, nel tempo in cui lo scenario aperto da Heisemberg e Bohr attende ancora di essere chiarito. Infatti, per il principio di indeterminazione tanto più precisa è la misura della posizione di una particella, tanto meno precisa è la misura della sua velocità e viceversa; cioè noi non possiamo accreditarci come osservatori neutrali di un universo dalle proprietà da noi perfettamente conoscibili, come voleva il vecchio realismo, perché le qualità specifiche che misuriamo e che attribuiamo alla realtà esterna sono invece relative al modo in cui le otteniamo e dipendono dai punti di vista da cui partiamo. In altri termini, sul piano dell’indagine scientifica è gioco forza passare da una prospettiva exo-fisica che guarda la natura per indagarne le leggi da fuori, da una astratta posizione di assolutezza, ad una prospettiva endo-fisica, in cui si tiene conto della nostra presenza di esseri umani viventi nella natura”. Siamo di fronte alla crisi dello stesso concetto di verità dal momento che, unitamente alle suggestioni che vengono appunto N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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dal campo della scienza, già a partire da Nietzsche si era messa in discussione l’idea stessa dell’essere concepito come misura stabile e definitiva della realtà retta da principi conoscibili, un essere concepito come ordine della natura e insieme della razionalità. E allora ritorna la poesia, le sue misteriose anticipazioni e “la sensazione musicale delle cose” che in Scammaca diventa “richiamo al rapporto io-universo, non solipsismo, narcisismo, ma rapporto cosmico, un io dilatato, un noi con valore di rappresentanza collettiva”. Eraclito scriveva che “noi stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo”. E poiché nessuna impresa conoscitiva sensata, sia essa scientifica, filosofica e anche metafisica, può accampare la pretesa di cogliere la totalità del reale, anche l’eclettico ma realista Plutarco riteneva che i miti poetici potessero essere riflessi di verità superiori, convinto assertore della loro necessità non come assoluta verità, bensì quale patrimonio universale da cui attingere. Così Serina, indagando sul poeta siculo-americano, cerca di cogliere la scienza in una natura che poeticamente ama nascondersi e mostrarsi, mettendo insieme realtà lontane, linguaggi diversi, in nome non dell’unicità ma dell’unità del reale. Lo Scammacca dei “due mondi che tendono l’uno all’ altro per unire deserti di polvere a sogni e sono in ciascuno di noi” oggettivizza di fatto il rapporto io-universo non assolutamente scindibile e non necessariamente possibile altrimenti. Inesistenza dell’uno è esistenza dell’altro, costituiscono una totalità autoreferente solo nell’unità, sono la natura, quel “ordo el connexio idearum esi ac ordo el connexio rerum” del vecchio Spinoza, alla luce delle nuove spiegazioni scientifiche degli empiriocriticisti Mach e Avenarius ”. Per Serina la compartecipazione cosmica dell’io diviene uno degli aspetti fondamentali del pensiero scammacchiano e così ’’come il mondo esterno è divenuto mondo interno, il mondo fisico e il nostro mondo psichico sono due mondi che tendono all’unità dentro ciascuno di noi”. Non a caso, nota che “fuori della sensazione non esiste niente di reale, neanche le cose, gli oggetti... e fisica e psicologia si diversificherebbero solo per la diversa funzionalità”. Fino a poco tempo fa nessuno pensava che l’energia emotiva fosse un flusso,” il flusso di oscillazioni di energia fisica ondulatoria che fa dell’io, del noi e di tutto ciò che esiste, un unico mondo, un’unica realtà fisica e psichica... in cui tutti siamo fatti di quanti, di particelle elementari, di onde elettromagnetiche, di forze interattive”. Scammacca, con la sua scrittura, decisamente futurista, viva, veloce Lavoro arduo, difficile quello di Serina, come è sempre difficile coniugare poesia e scienza. Soprattutto in questo caso, per la stessa atipicità della poesia di Scammacca, straordinario interprete della propria esistenza, istintivo, sognatore, libertario, uomo vero a Erice Creedmoore, laggiù sotto il cielo del Queens. Pazzo, anziché filosofo per alcuni, proprio per quell’essere insieme egocentrico e sensibile, lunatico e solare, viscerale e razionale, presente e lontano. Poeta e filosofo, per Serina, appunto perché nei suoi scritti la dualità fenomenologica si compone in una unità antropologica, capace di andare oltre la quieta persistenza di una scialba accettazione delle cose, “senza comprenderle” come direbbe Heidegger. Si può essere più o meno d’accordo sull’analisi, non semplice e mai banale, del nostro autore e rimane sospeso e .senza risposta il chiederci se in qualche modo, sul piano della interpretazione, l’io narrante sia stato condizionato dall’io narrato e viceversa, una sorta di bivalente felice o sofferta trasposizione, tipica o forse necessaria tra lo scrittore e l’oggetto del suo scrivere, ma certo quest’opera è decisamente da leggere, come tutti i buoni scritti che suscitano interesse, interrompono certezze e aprono a considerazioni altre che meritano ulteriori riflessioni. Di certo, a parte la passione e Yimpetus intellettuale, nel vergare il presente lavoro non sono mancate l’etica del coraggio, della libertà, la voglia di ricerca il chiedersi laicamente il perché delle cose. Oggi si è più numerosi che mai prima a pensare che l’opera liberatrice della ragione e della scienza non è N AT S C A M M A C C A M A G A Z I N E

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TRAPANI NUOVA

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esaurita e l’universo non è né logico, né assurdo, non è giusto né ingiusto, è soltanto così come è. Grazie anche a pensatori come Serina, perché ogni volta che ci offre le sue riflessioni ci aiuta a capire, a interrogarci sempre su qualcosa di nuovo, con la sua capacità di andare oltre gli schemi predefiniti, di uscire fuori dal banale, quotidiano, uso di un senso comune, che oggi è solo conformismo, più o meno interessato. Serina sa più di noi, perché ce lo dicono i suoi scritti, che il futuro è soprattutto cogliere l’autenticità di un presente libero dalla paura e dal dogmatismo. Salvatore Bongiorno

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NOVITA’ IN LIBRERIA

Carissimo Antonino, ho appena finito di leggere il suo testo, con emozione e quasi imbarazzo, perchĂŠ come sempre lei mi lusinga troppo nei suoi scritti. Imparo molto da quello che lei scrive, e scopro prospettive che per me sono interessantissime. Le sono profondamente grato.

Carlo Rovelli

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