2. L'abbandono dei Rifiuti

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Danni causati dall'abbandono dei rifiuti in natura Vantaggi sociali, ambientali ed economici dell'assunzione di comportamenti responsabili e sostenibili

SE MI LASCI NON VALE

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale del Terzo Settore e della responsabilità sociale delle imprese


IL PROGETTO SE MI LASCI NON VALE E I 4 DOSSIER Questo opuscolo è stato realizzato dall'Associazione di Promozione Sociale “Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali – CDCA Abruzzo” all'interno del progetto “Se mi lasci...non vale! - Conoscere e prevenire” finanziato dalla Regione Abruzzo - Dipartimento per la Salute e il Welfare – Servizio Programmazione Sociale – dpf014 nell'ambito del bando “Finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza regionale promossi da organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale per la realizzazione di attività di interesse generale”. Il progetto ha l'obiettivo generale di sensibilizzare sui temi della gestione dei rifiuti, della lotta allo spreco, dello Sviluppo Sostenibile, dei cambiamenti climatici e dell'economia circolare, attraverso la realizzazione di un insieme di attività volte al raggiungimento delle differenti fasce di popolazione ed enti pubblici e privati, comprendendo anche la traduzione nelle 7 lingue straniere maggiormente diffuse nella Regione Abruzzo. In particolare, i 4 dossier sono disponibili nelle seguenti lingue straniere, al fine di coinvolgere e facilitare la comunicazione e la comprensione del necessario cambio culturale che il nostro tempo impone: rumeno, albanese, arabo, cinese, russo, inglese, francese. In particolare, i 4 dossier realizzati sono:

N. 1 - “Ciclo dei rifiuti, corretto conferimento e riciclo dei beni a fine vita: le 4R” N.2 - “Danni causati dall'abbandono dei rifiuti in natura e vantaggi sociali, ambientali ed economici dell'assunzione di comportamenti responsabili e sostenibili” N. 3 - “Usi alternativi del cibo – evita lo spreco alimentare e non solo” N. 4 - “Sviluppo sostenibile, Cambiamenti climatici ed economia circolare – comportamenti responsabili da adottare” Chiunque può diffondere e stampare i dossier, mantenendone le caratteristiche grafiche e di contenuto. “… Saremo conosciuti per sempre dalle impronte che lasciamo …”.


SE MI LASCI NON VALE


L'ABBANDONO RIFIUTI IN NATURA Danni causati dall'abbandono dei rifiuti in natura e vantaggi sociali, ambientali ed economici dell'assunzione di comportamenti responsabili e sostenibili. Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti negli ultimi anni è aumentato notevolmente e riguarda in modo indiscriminato rifiuti di qualsiasi genere e natura che vengono rilasciati in ambienti sia urbani che rurali. Le aree in cui sono presenti gli abbandoni, molto spesso, diventano, dei veri e propri ricettacoli di rifiuti tendente alla sistematicità e definitività: spesso si trasformano di fatto in vere e proprie discariche abusive, con relativo degrado ambientale e potenziale pericolo di inquinamento circostante. In alcuni casi di abbandono rifiuti, i territori interessati hanno subito delle trasformazioni molto forti, che ne hanno determinato un cambiamento totale di aspetto [“Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia” approvata nella seduta del 20 giugno 2012 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti]. Tale problematica mostra un'estrema complessità: non è riconducibile esclusivamente ad una questione di educazione al rispetto dell’ambiente e mancanza di senso civico dei singoli cittadini privati. Di frequente, infatti, l'abbandono dei rifiuti su suolo pubblico o privato diviene il sintomo ultimo e più evidente di vere e proprie attività illecite a carattere imprenditoriale che ne sono alla base. Spesso ad abbandonare i rifiuti nell'ambiente sono piccole imprese che operano nel sommerso e che, quindi, non conferiscono nelle discariche o nei centri di stoccaggio o di recupero autorizzati. Si alimenta così una filiera di illegalità fatta anche di evasione fiscale.


PERICOLI, RISCHI E DANNI L'abbandono dei rifiuti è un danno per tutti: per l'ambiente, perché i rifiuti abbandonati sporcano, possono inquinare terreni e acque, rendono i luoghi meno salubri. per chi riceve le sanzioni in caso di infrazione e i relativi costi extra di pulizia che devono sostenere i responsabili dell'abbandono. per tutti i cittadini, che pagano, attraverso la Tari, il servizio extra di pulizia relativo agli abbandoni rifiuti da parte di ignoti. Ma i danni che si corrono possono essere molteplici. Mettiamo ad esempio che dei rifiuti entrino in contatto con un fiume o delle falde acquifere, le conseguenze potrebbero essere dannose a partire da: inquinamento delle acque: i rifiuti potrebbero rilasciare nell'acqua sostanze inquinanti a danno diretto degli organismi acquatici e di chi utilizza quell'acqua. Rischio igienico-sanitario: l'acqua inquinata se utilizzata per scopo irriguo, potrebbe trasferire gli inquinanti sulle coltivazioni; gli inquinanti potrebbero raggiungere le coste e rappresentare un rischio per la balneazione e per gli organismi marini che, se ingeriti, costituirebbero a loro volta un rischio sanitario. Scadimento della qualità paesaggistica: percezione negativa del territorio e ripercussioni sulla sua attrattività turistica. Ripercussioni sulle tasche dei cittadini/e : i costi della raccolta e smaltimento dei rifiuti indifferenziati abbandonati fuori dai cassonetti rientrano tra i costi complessivi del servizio e devono pertanto essere coperti dal gettito della tassa TARI. Degrado ambientale: L'abbandono dei rifiuti potrebbe aggiungersi ad altri elementi di impatto sull'ambiente ed aumentare l'impoverimento delle risorse ambientali, in particolare dell'acqua e dei servizi correlati.


Rischio idrogeologico: vi è il concreto pericolo che i rifiuti, specie quelli ingombranti, vengano trascinati dalla corrente, ostruendo in caso di piene il flusso idrico incrementando il rischio di esondazioni. Rischio di incendio: se nell'ambiente vengono abbandonati rifiuti pericolosi, magari infiammabili, o grandi quantità di sfalci e legname, può bastare una scintilla a generare un incendio devastante, che oltre ai danni della combustione può generare ulteriori emissioni e gas inquinanti (per esempio le diossine). Ma anche smaltire sfalci e potature attraverso la combustione direttamente nei campi può essere estremamente pericoloso, soprattutto durante i periodi estivi e più caldi: una piccola distrazione può generare grandi incendi e combustione di rifiuti abbandonati nel territorio. Per questo è molto importante conoscere ogni possibile scenario ed evitare sempre di abbandonare un rifiuto in campagna in città o in spiaggia, nei fiumi, nei pozzi...insomma ovunque! Di seguito un elenco dei tempi di smaltimento dei rifiuti abbandonati in natura: (dati CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, è il sistema delle imprese che si fanno carico di riciclare i materiali di imballaggio per dare ad essi una nuova vita) 3 mesi – Fazzoletto di carta 3/6 mesi – Torsolo di mela 1 anno – Giornale quotidiano 2 anni – Filtro di sigaretta 3 anni – Guanti di lana 10 anni – Lattina di alluminio 35 anni – Materiali in nylon 50 anni – Pelle di calzature e abbigliamento 75 anni – Suole di scarpa 1.000 anni – Sacchetto di plastica 4.000 anni – Bottiglia di vetro


IL DIVIETO DI ABBANDONO DEI RIFIUTI Il divieto di abbandono dei rifiuti è posto dall’art. 192 del D.Lgs. n. 152/2006, che dispone rispettivamente ai commi 1 e 2 che “L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati.” e che “È altresì vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee”. Quando a violare tale divieto è un’attività di impresa o un ente, la legge prevede una sanzione penale, mentre se a violarlo sono i privati, e dunque, spesso, si tratta di rifiuti di natura domestica, la sanzione è amministrativa. In ogni caso, “il responsabile dell’abbandono è tenuto a rimuovere e ad avviare a recupero o smaltimento i rifiuti, assicurando il ripristino dello stato dei luoghi”. Nel tempo è stato inserito anche uno specifico divieto di abbandono relativo a rifiuti di piccolissime dimensioni ed ai prodotti da fumo, con relative sanzioni. La tematica dell'abbandono rifiuti è molto complessa e non può essere spiegata esclusivamente con una mancanza di educazione al rispetto dell’ambiente e mancanza di senso civico dei singoli cittadini privati. Spesso l'abbandono rifiuti è il sintomo più evidente di vere e proprie attività illecite a carattere imprenditoriale: rappresenta la punta di un iceberg al di sotto del quale si cela che ad abbandonare i rifiuti spesso sono piccole imprese che operano nel sommerso, evitando di conferire i propri rifiuti nelle discariche o nei centri di stoccaggio o di recupero autorizzati. Si alimenta così una filiera di illegalità fatta anche di evasione fiscale. Il testo normativo non fornisce una specifica definizione di “abbandono”, pertanto è necessario fare riferimento alla giurisprudenza che - nel corso degli anni - ha delineato i tratti distintivi delle condotte nelle quali l’abbandono si concretizza: “L’abbandono di rifiuti ha natura occasionale e discontinua, consistendo in un atto, appunto, del tutto occasionale ed episodico di rilascio di rifiuti in una quantità tale da rappresentare un minimo impatto ambientale (Cfr. Cassazione Penale, Sez. III, sentenza del 15 aprile 2004, n. 25463). Inoltre “tale attività illecita si connota per una volontà esclusivamente dismissiva dei rifiuti, e quindi mediante l’abbandono il rifiuto viene definitivamente rilasciato dal suo detentore in un certo luogo, senza alcuna successiva volontà di attività gestoria volta al recupero o allo smaltimento” (Cfr. Cassazione Penale, Sez. III, sentenza del 16 dicembre 2015, n. 49590). Ai fini della contestazione dell’abbandono di rifiuti non è necessaria nessuna incidenza sulla integrità dell’ambiente, in quanto la condotta viene sanzionata in sé stessa in quanto viola il divieto posto dall’art. 192 D.Lgs. n. 152/2006 (Cfr. Cassazione Penale, Sez. III, sentenza del 22 gennaio 2013, n. 10927). Ciò che viene punito è l’azione in sé stessa di abbandonare i rifiuti, senza la necessità di dover accertare e documentare danni conseguenti. La natura di pericolosità o di non pericolosità dei rifiuti abbandonati non incide, dunque, sulla possibilità di far scattare l’illecito relativo, determinerà invece l'eventuale tipologia di sanzione. Bisogna distinguere l'abbandono di rifiuti (che ha carattere occasionale e discontinuo) dal concetto di discarica abusiva, prevista a livello sanzionatorio dall’art. 256, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006. Per discarica abusiva si intende “un’attività sistematica e ripetuta nel tempo, tesa ad una definitività dell’abbandono dei rifiuti accompagnato dal connesso e conseguente degrado, anche tendenziale, dello stato dei luoghi”(Cassazione Penale, Sez. III, con la sentenza dell’11 novembre 2015, n. 45145).


Inoltre “…si ha discarica abusiva tutte le volte in cui, per effetto di una condotta ripetuta, i rifiuti vengono scaricati in una determinata area, trasformata di fatto in deposito o ricettacolo di rifiuti con tendenziale carattere di definitività, in considerazione delle quantità considerevoli degli stessi e dello spazio occupato(…). La discarica abusiva dovrebbe presentare, orientativamente, una o più tra le seguenti caratteristiche, la presenza delle quali costituisce valido elemento per ritenere configurata la condotta vietata: 1) accumulo, più o meno sistematico, ma comunque non occasionale, di rifiuti in un’area determinata; 2) eterogeneità dell’ammasso dei materiali; 3) definitività del loro abbandono; 4) degrado, quanto meno tendenziale, dello stato dei luoghi per effetto della presenza dei materiali in questione”. La sentenza ha inoltre precisato che “il reato di discarica abusiva è configurabile anche in caso di accumulo di rifiuti che, per le loro caratteristiche, non risultino raccolti per ricevere nei tempi previsti una o più destinazioni conformi alla legge e comportino il degrado dell’area su cui insistono, anche se collocata all’interno dello stabilimento produttivo” e che “la realizzazione di discarica abusiva può avvenire anche tramite un unico conferimento”. NON ABBANDONARE È UN SEGNO DI RESPONSABILITÀ VERSO GLI ALTRI E VERSO LE GENERAZIONI FUTURE. Il nostro pianeta sta soffrendo, e i danni causati dall'uomo stanno avendo delle conseguenze devastanti rispetto alla possibilità delle future generazioni di poter continuare a vivere in modo sicuro e dignitoso. Le generazioni presenti hanno la responsabilità di trasmettere alle generazioni future un luogo sano e vivibile. Per questo un gesto come quello dell'abbandono dei rifiuti in natura è un fenomeno che va combattuto e impedito, per preservare al meglio il nostro pianeta Terra. Abbiamo il dovere di diminuire il nostro impatto su di essa, per questo il corretto smaltimento dei rifiuti e il contrasto all'abbandono rappresenta è importantissimo. I NUMERI: QUANTO CI COSTA RIMUOVERE GLI ABBANDONI. L'abbandono dei rifiuti in natura, oltre a provocare danni ambientali, di degrado e scadimento dei luoghi di vita, incide molto sul bilancio delle amministrazioni comunali. La legge impone che a rimuovere gli abbandoni di rifiuti sia il responsabile dell'abbandono stesso. Il problema si pone nei tantissimi casi di abbandoni rifiuti senza individuazione del colpevole/responsabile.


In questi casi è il Comune, nella persona del Sindaco, che deve provvedere alla rimozione e bonifica del luogo interessato dall'abbandono. Ciò vuol dire che a pagare tale attività sono i cittadini attraverso il pagamento delle tasse, e in particolare della TARI. Per fare un esempio nei comuni gestiti dalla Eco.Lan (società per azioni a totale capitale pubblico costituita da 63 Comuni Soci e 71 Comuni equivalenti, che soddisfa le esigenze legate alla gestione integrale dei rifiuti, ovvero raccolta, trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani di una popolazione di circa 220.000 abitanti, residenti nel vasto territorio Frentano, Sangro-Aventino, Ortonese-Marrucino e Alto Vastese.), solo nel 2020, sono stati abbandonati 72.300kg di rifiuti ingombranti, ai quali vanno aggiunti pneumatici ed elettrodomestici, e molti siti dove invece sono stati trovati buste di immondizia e rifiuti urbani abbandonati sul ciglio della strada. Recuperare e smaltire i rifiuti abbandonati ha costi elevati. Ad esempio l'operazione di recupero e smaltimento dei “pochi” rifiuti abbandonati nella foto A ha un costo di 207 euro. Il costo delle operazioni cambia in base alla quantità e al tipo di rifiuto che va smaltito, se dovessimo trovare rifiuti speciali, questi andrebbero prima analizzati, poi rimosse da ditte specializzate e infine smaltiti generando cosi una spesa a carico del Comune di migliaia di euro, per un solo sito. Di seguito un esempio di quanto la pratica dell'abbandono dei rifiuti in natura sia un gesto che produce forti danni ambientali ed economici: le foto B, C e D sono state scattate a Torino di Sangro (CH) nel cuore della riserva naturale regionale “Lecceta di Torino di Sangro”. Sono stati ritrovati diversi Illustrazione 1: A rifiuti abbandonati e la pulizia, lo smaltimento, e il ripristino dell’area è costato 1343 euro.

Illustrazione B

Illustrazione C

Illustrazione D

I costi di bonifica degli abbandoni rifiuti sono elevati. Nei Comuni in cui opera la Eco.Lan, nel 2020, il solo smaltimento dei rifiuti ingombranti ha prodotto un costo di più 11.500 euro. Costi evitabili se al posto dell'abbandono rifiuti in natura si fosse scelto semplicemente di usufruire del servizio di ritiro ingombranti e rifiuti pericolosi. Tale servizio è gratuito e può essere richiesto chiamando gli appositi numeri verdi o seguendo le procedure online sui siti degli enti gestori e dei Comuni di residenza. Oltre alla possibilità di ritiro a domicilio ci sono anche apposite aree dedicate al conferimento dei rifiuti ingombranti e pericolosi. È fondamentale quindi che tutti i rifiuti seguano il giusto ciclo di raccolta, per non creare un forte danno ambientale ed economico alle nostre comunità: se tutte le tipologie di rifiuto vengono conferite nel giusto modo possono essere avviate anche tutte le altre attività relative a riuso, riciclo e recupero. Otterremmo un minore consumo di risorse, minori costi di gestione e i nostri luoghi di vita sarebbero più salubri e più belli!


COSA SONO I RIFIUTI PERICOLOSI I rifiuti pericolosi sono quei rifiuti urbani o speciali che possono avere un’origine civile o industriale. A causa dell’alta concentrazione di sostanze inquinanti presenti al loro interno, è necessario ridurne la pericolosità. Per tale motivo vengono sottoposti a specifici trattamenti per renderli innocui. Non seguono dunque le regole della raccolta differenziata tradizionale, utilizzando i mastelli casalinghi, bensì vengono raccolti in modo differenziato con apposite procedure. Un esempio sono i RAEE o gli oli esausti, ognuno dei quali ha uno specifico iter di raccolta, trattamento, recupero smaltimento specifici, anche in base alla tipologia di produttore (un rifiuto pericoloso derivante da attività casalinga, come i RAE o l'olio esausto derivante dalla cucina, è diverso da rifiuti pericolosi generati da attività di lavorazione industriale). Per la loro classificazione e definizione, oltre che lo smaltimento, bisogna consultare la normativa europea 1357/2014 del 18.12.2014 che sostituisce l’allegato III della direttiva 2008/98/CE. QUALI SONO I RIFIUTI PERICOLOSI In questa categoria possono rientrare gli scarti industriali, provenienti dalla produzione conciaria e tessile, dalla raffinazione del petrolio, dall’industria fotografica o metallurgica o da altri processi chimici. Possono includere anche solventi, oli esauriti, rifiuti della ricerca medica e veterinaria. Questa classe di rifiuti comprende tuttavia anche quelli di origine civile, come le pile esaurite e i medicinali scaduti. COME SI DEFINISCONO I RIFIUTI PERICOLOSI Secondo il decreto legislativo 192 del 2006, si definisce rifiuto “Qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia intenzione o obbligo di disfarsi”. Tra questi i rifiuti pericolosi richiedono una particolare attenzione per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento. In base al tipo di sostanze in essi presenti ricevono una specifica classificazione.


RIFIUTI PERICOLOSI: CLASSI DI PERICOLO I rifiuti pericolosi vengono classificati in base alle differenti classi di pericolo. HP 1 Esplosivo: a seguito di una reazione chimica può sviluppare gas che abbiano una temperatura, una pressione o una velocità pericolosi per cose e persone. HP 2 Comburente: se entrano in contatto con l’ossigeno possono provocare la combustione di altri materiali. HP 3 Infiammabile: possono essere liquidi, solidi, gassosi, reattivi a contatto con acqua, autoreattivi e autoriscaldanti. HP 4 Irritante: può provocare irritazioni ad occhi e pelle. HP 5 Nocivo: può essere tossico per alcuni organi bersaglio in caso di esposizione o inalazione. HP 6 Tossico: può rivelarsi tossico se bevuto, inalato o iniettato. HP 7 Cancerogeno: può causare il cancro. HP 8 Corrosivo: può corrodere la pelle. HP 9 Infettivo: possono essere presenti dei microrganismi vitali o tossine che causano malattie nell’uomo. HP 10 Teratogeno: può nuocere alla fertilità e alla riproduzione umana. HP 11 Mutageno: può portare a mutazione genetica di una cellula. HP 12 Liberazione di gas a tossicità acuta: può liberare gas tossici se viene in contatto con acqua o acido. HP 13 Sensibilizzante: contiene sostanze sensibilizzanti per respiratori.

la pelle o gli organi


HP 14 Ecotossico: rischioso per l’ambiente. HP 15 Rifiuto che non possiede direttamente una di queste caratteristiche di pericolo ma può manifestarle successivamente: tutti quelli che potrebbero presentare rischi per l’ambiente in futuro.

Rifiuti pericolosi a rischio infettivo I rifiuti infetti o a rischio infettivo sono generalmente di tipo sanitario. Si tratta di quei materiali provenienti da ambienti di isolamento infettivo in cui è presente il rischio di trasmissione biologica aerea. Possono includere anche rifiuti contaminati dai liquidi biologici secreti o escreti da pazienti in isolamento infettivo. Comprendono inoltre i rifiuti da sepoltura, cremazione, esumazione ed estumulazione. Fanno parte di questa classificazione anche i rifiuti da attività veterinaria. La legge che ne disciplina il trattamento è il DPR 254/03, ed in particolare l’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179, regola la gestione dei rifiuti sanitari.

Rifiuti pericolosi in agricoltura Anche i rifiuti prodotti in campo agricolo possono presentare un grado di pericolosità. Si tratta soprattutto di oli esauriti prodotti da motori, freni e trasmissioni idrauliche, batterie esauste, veicoli e macchine da rottamare, fitofarmaci non più utilizzabili, farmaci ad uso zootecnico non più utilizzabili o scaduti. Altri scarti prodotti dalle aziende agricole, come oli vegetali esausti, pneumatici usati o materie plastiche, non sono inclusi tra quelli potenzialmente pericolosi.

ABBANDONO DI RIFIUTI PERICOLOSI Il problema del “littering”, o abbandono, riguarda tutte le tipologie di rifiuti, ma diventa particolarmente rischioso per quelli pericolosi. Infatti, oltre al degrado ambientale causato dall’abbandono di per sé, si hanno ripercussioni sull’ambiente, sulla qualità di vita e sull’igiene urbana. Secondo quanto disposto dall’articolo 256 comma 2 del Testo Unico Ambientale e dall’art. 34 del DL n. 205/2010, è prevista una sanzione pecuniaria che va da 300 a 3.000 euro per chi trasgredisce al divieto di abbandono, che raddoppia in caso di rifiuti pericolosi. Resta tuttavia difficile trovare i veri colpevoli di questo reato. Quando vengono rintracciati è grazie ad una serrata attività investigativa e all' uso di un elevato numero di forze dell’ordine, che devono far fronte ai difficili accertamenti necessari per far emergere queste violazioni.


COME GESTIRE I RIFIUTI PERICOLOSI Nell’art.190 del DL 152/2006 viene richiesto a chi produce rifiuti pericolosi di tenerne traccia in un apposito registro (quantità, tipo) che deve essere consultabile dall’autorità di controllo. Per ridurre l’alto impatto ambientale è necessario trattarli in maniera speciale. In base alle condizioni in cui si trovano e alla tipologia, potranno subire diversi tipi di smaltimento. Per esempio, alcuni solventi, acidi e basi possono comunque essere recuperati o rigenerati. Altri materiali pericolosi possono essere sottoposti ad un trattamento chimico-fisico-biologico, oppure essere avviati all’incenerimento, mentre alcuni rifiuti solidi possono anche essere portati in discarica. Prima di procedere vengono analizzati per stabilire il centro di raccolta e smaltimento più adatto.

COME STOCCARE I RIFIUTI PERICOLOSI Per stoccaggio si intende l’insieme delle attività di smaltimento che prevedono sia il recupero che il deposito preliminare dei rifiuti ed è regolato dall’art.183 del DL 152/2006. Questo deposito temporaneo, che spesso si trova nel sito di produzione, deve comportare in ogni caso una corretta separazione dei rifiuti e non generare alcun tipo di inquinamento del suolo, del sottosuolo o delle acque. Lungo tutta la filiera di trattamento di questi rifiuti speciali, dallo stoccaggio, al trasporto allo smaltimento, si deve sempre prevedere che rechino un’etichettatura speciale, che deve contrassegnare anche l’area di deposito ed i contenitori in cui vengono conservati. Si tratta del codice CER (Codice Europeo Rifiuti), che ne indica provenienza, origine e tipo, e nel caso di materiale pericoloso è sempre seguito da un *.

COME TRASPORTARE I RIFIUTI PERICOLOSI Il Testo Unico Ambientale all’articolo 193 disciplina anche il trasporto di questa classe di rifiuti. Bisogna tuttavia distinguere i rifiuti pericolosi secondo la normativa dei rifiuti, che hanno il codice CER seguito da un *, e quelli secondo il trasporto di merci pericolose ADR, che quindi sono assegnati ad uno numero ONU.

COME SI SMALTISCONO I RIFIUTI PERICOLOSI La rimozione dall’area di stoccaggio avviene con mezzi autorizzati al trasporto dei rifiuti speciali e pericolosi, per poi essere stoccati temporaneamente per effettuare delle analisi su campione che indicheranno presso quale impianto debbano essere conferiti. Ogni anno o ogni 3 mesi, in base alla quantità, si trasportano in appositi impianti di recupero o smaltimento a seconda della natura e della pericolosità del rifiuto. Si conclude così definitivamente il ciclo di vita di un rifiuto speciale pericoloso o non pericoloso. Ci sono delle aziende private che si occupano della gestione dei rifiuti, ma anche i grandi aziende municipalizzate offrono questo servizio.


DOVE SMALTIRE I RIFIUTI PERICOLOSI Generalmente occorre informarsi sulla presenza di appositi centri di raccolta o contattare società specializzate nello smaltimento. Alcune aziende municipalizzate offrono un servizio di smaltimento a pagamento a domicilio per i privati che vogliono disfarsi di una serie di rifiuti speciali sia pericolosi che non, fornendo anche contenitori ad hoc, conformi alle prescrizioni di legge, e mezzi idonei ed autorizzati. Tra i vari tipi di rifiuti pericolosi figurano: Vernici di scarto

Pastiglie dei freni

Scarti di inchiostro

Filtri a carboni attivi

Soluzioni esauste per il fissaggio e la sbiancatura

Polveri di sabbiatura

Soluzioni acquose di lavaggio

Vetri di auto

Emulsioni non clorurate

Rottami di veicoli

Oli minerali esausti

Adesivi e sigillanti

Filtri olio e gasolio

Acidi di decapaggio

Solventi esausti antigelo e per grasso

Solventi vari

Soluzioni per distillazione dei solventi

Filtri a secco

Stracci, assorbenti, indumenti

Contenitori in metallo di vernice

Batterie

Lana di roccia

Contenitori in plastica puliti

Medicinali

Parti in plastica e paraurti

Toner

Marmitte catalitiche

Batterie alcaline

Liquidi antigelo

Oli combustibili e carburanti diesel

Liquidi per freni

Carburanti e miscele

Bombolette spray


QUALI RIFIUTI SONO RIFIUTI PERICOLOSI? PNEUMATICI: I pneumatici fuori uso rappresentano dei rifiuti speciali ma non vengono considerati pericolosi. Per questo possono essere ritirati gratuitamente a domicilio fino a 4 pneumatici per anno, (il costo è di circa 50 euro) oppure portati al Centro di Raccolta comunale, dove verranno presi in carico. RAEE: I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (WEEE) rientrano tra i rifiuti pericolosi. Solitamente provengono da elettrodomestici, come computer ed elettro-utensili ormai non più utilizzabili o vecchi. Lavatrici, frigoriferi, cellulari, etc. richiedono una raccolta separata, poiché spesso contengono gas e materiali che rilasciati tal quale nell'ambiente possono creare gravi danni ecologici e per la salute umana. Anche i monitor, sia delle TV che quelli dei vecchi PC possono rientrare nella categoria dei RAEE. Anche i refrigerators rientrano nella categoria dei Rifiuti da Apparecchi Elettrici ed Elettronici (RAEE). Sono considerati pericolosi dalla normativa vigente a causa del loro notevole impatto sull’ambiente e per i gas refrigeranti in essi contenuti. TONER E CARTUCCE PER STAMPANTI: Il toner di stampa può essere classificato come rifiuto pericoloso o meno in base alle sostanze in esso presenti. Lo stesso vale per le cartucce per le stampanti e seguono le stesse indicazioni dei toner circa la classificazione del rifiuto. Anche le fotocopiatrici ed i fax rientrano in questa categoria. BATTERIE ESAUSTE: Pile e batterie esauste rappresentano dei rifiuti da smaltire in modo corretto data la loro potenziale pericolosità. NEON: I neon, come tubi fluorescenti o lampade a basso consumo energetico, possono contenere sostanze pericolose come il mercurio. Per un corretto smaltimento occorre pertanto trattarle in modo appropriato e maneggiare con cura. FARMACI SCADUTI: sono considerati rifiuti sanitari non pericolosi, per questo sono regolati dalle norme sui rifiuti speciali non pericolosi. Solo i medicinali citotossici e citostatici (in grado cioè di distruggere cellule con le quali vengono in contatto, come i chemioterapici ad esempio) sono ritenuti pericolosi, per cui seguono la normativa ad hoc sui rifiuti pericolosi. La raccolta differenziata dei farmaci scaduti utilizzati in ambito domestico si può fare portando i farmaci negli appositi centri, o presso farmacie e ambulatori medici dotati degli appositi cassonetti.


OLI ESAUSTI: Sono classificati come pericolosi tutti gli oli esausti provenienti dalla lavorazione industriale. Anche gli oli di frittura esausti prodotti in ambito domestico o della ristorazione, richiedono di non essere dispersi nell’ambiente data la loro pericolosità. ROTTAMI FERROSI: Alcuni tipi di rottami metallici, ferrosi e non, sotto determinate condizioni cessano di essere considerati pericolosi. INERTI: I rifiuti inerti, provenienti da demolizioni di edifici e prodotti da cantieri edili, vengono classificati come rifiuti speciali.


CONSIGLI PER CONTRASTARE L'ABBANDONO RIFIUTI Fare la raccolta differenziata Segnalare abbandoni al Comune di residenza o all'ente gestore Dare il buon esempio e spiegare a chi non lo sa perché è importante non abbandonare rifiuti nell'ambiente Rimuovere sacchetti o altri materiali prima di fare la pulizia dei bordi strada con trinci e tagliaerba Evitare di bruciare i rifiuti sia in caminetti o caldaie che in luoghi aperti


SE MI LASCI NON VALE

CDCA Abruzzo 3491357990 abruzzo@cdca.it cdca.abruzzo@gmail.com www.cdcaabruzzoaps.wordpress.com www.contrattodifiumefeltrino.it

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