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DOMENICA 4 DICEMBRE 2016

Settimanale di Informazione

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ANNO XV - N° 39 - DOMENICA 4 DICEMBRE 2016

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LE NOSTRE PROPOSTE


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CASORIA & l’editoriale di Nando Troise

LA MONNEZZA, L’URBANISTICA, IL CENTRO STORICO, IL FUNERALE DI ANTONIO FERRARA, LE NOSTRE PROPOSTE

Il capitolo rifiuti è diventato l’argomento più dibattuto in assoluto. Giornali, siti web e social ne hanno fatto da tempo, oggetto di discussione. Tutto questo senza trovare nessuna soluzione. Dieci anni fa furono individuati i colpevoli: Bassolino in primis, poi Impregilo, Fibe, la camorra, le discariche, l’assenza di raccolta differenziata, la mancanza di termovalorizzatori, la poco funzionalità dei Cdr, la inutilità dei Consorzi di Bacino, i Commissari di Governo, il ciclo integrato dei rifiuti, il Ministero dell’Ambiente e gli assessorati regionali, provinciali e comunali all’Ambiente. Sono tanti i colpevoli ma nessuna soluzione. Occorre la ribellione delle coscienze. L’etica, l’educazione civica, il buon vivere comune delle persone dovrebbe portare ad arrabbiarsi davanti a tanto squallido e putrido spettacolo. Invece niente. Altro capitolo: lo Stadio San Mauro. Un grazie di cuore, da sportivo e da nostalgico di tanti anni passati in modo attivo in quello stadio e nel rispetto dei miei ricordi e di quelli di tanti sportivi, va alla

Dottoressa Silvana Riccio, fino a poco fa Commissario Straordinario a Casoria. Grazie. All’apertura avvenuta l’8 novembre del 2015. Lasciamo stare la Regione Campania, la Provincia di Napoli, l’Area Nord di Napoli e soffermiamoci solo su Casoria, la nostra Città. Le domande vengono spontanee: troveremo mai un avvocato disposto a proporre causa per danno esistenziale a favore dei casoriani che vivono, loro malgrado, in una Città precipitata in questi anni agli ultimi posti per qualità della vita? E non solo di monnezza che parliamo, anche se i cumuli di spazzatura che si vedono per le strade di Arpino o per il centro di Casoria sono

impressionanti. Veniamo all’Amministrazione Comunale. Gli uomini e le donne della speranza. I cittadini hanno puntato sul Sindaco Fuccio, sull’Arch. Pietro D’Anna, sul dr. Giulio Russo e sugli altri. Invece……. Questa Amministrazione ha la possibilità, visti i poteri che si ritrova, di dare una svolta a questa Città. E ne sono tante le occasioni. Noi, nel nostro piccolo, e nel pieno spirito di collaborazione, anche perché soggetti attivi nello scioglimento della passata Amministrazione, continuiamo a fare le nostre proposte. Capiamo le preoccupazioni, i problemi di uomini e donne che si trovano ad amministrare un Comune ed una Città commissariata quattro volte negli ultimi dieci anni. E noi, ripeto, continuiamo con le nostre proposte. Sembrerò presuntuoso, o troppo innamorato di questa terra e delle sue ricchezze che, confesso, quando cammino a piedi per via Santa Croce, il mio pensiero va a via Califano a Sorrento. CONTINUA A PAG. 5


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E siccome questa strada è sogno di famelici squali del mattone, pronti a buttare giù tutto (in parte è già successo ndr) o a sperare in una bella botta di terremoto con tanti morti o in crolli (come quelli già avvenuti), trovo difficoltà a vedere, a breve, una strada bella, rifatta, con negozi artigiani di qualità. Una strada che porta verso una delle Chiese più belle del Cattolicesimo Italiano. La Chiesa che vanta le opere di Lorenzo e Domenico Vaccaro, di Angelo Mozzillo, De Martino, Solimena e tanti altri. La Basilica Minore di San Mauro Abate. Un’altra proposta riguarda il Museo di Arte Contemporanea. L’idea è stata di un giovane ed affermato artista internazionale. Il Museo è bellissimo. Ha un grande respiro internazionale. Ci sono opere di autori di 80 nazioni diverse e di importantissimi italiani dell’arte contemporanea (Barisani, Campetelli, Fiore ecc.). Altra proposta: obbligare la municipalizzata alla monnezza Casoria Ambiente di togliere sempre, dico sempre, i cumuli di rifiuti davanti al Municipio, davanti al Distretto 43 dell’Asl e davanti le sedi distaccate del Comune. E’ una questione di immagine. Un’ altra domanda sorge spontanea: ha mai avuto il Sindaco di Casoria incontri con i parlamentari della zona (Castiello, Sollo, Migliore ecc.) per rivendicare qualche finanziamento speciale? E magari anche una legge ad hoc sui parcheggi? O un vero piano di traffico? Altre proposte: la pedonalizzazione di via Santa Croce, via Cardinale Maglione e via San Mauro? A quando la riqualificazione del centro storico (non i piani di recupero)? E quella di via Santa Croce, di via Cavour, con il suo orribile e decennale crollo al civico 40 e 44? Non sembri esagerato, ma la politica urbanistica degli anni di gestione precedenti all’arrivo dell’Arch. Napolitano

sono macchie nere. Uomini appartenuti all’ ormai famoso movimento “Patto per il Progresso” ancora presenti in Città ed in entrambe le coalizioni, sia quella che sosteneva Santillo che quella che ha sostenuto Fuccio, che non hanno voluto capire che la loro politica urbanistica (ed abitativa) avrebbe portato al degrado ambientale e quindi a quello sociale. Ed in tutti questi anni mai un mea culpa ed un atto di pentimento pubblico da parte di chi ha governato la cosa pubblica. La sede del Distretto 43 in via De Gasperi è brutta! E’ un delirio architettonico! Progettata male e costruita ancora peggio. “La ruota dell’arte contemporanea e della fine dell’epoca industriale” in Largo Duca D’Aosta voluta, 10 anni fa, dall’Assessore Giulio Russo, realizzata da Antonio Manfredi e dagli artisti ospiti internazionali, non è stata mai presentata alla Città. Mai una manifestazione pubblica che la spiegasse, la descrivesse. Mai una manifestazione che spiegasse i giardinetti pubblici dedicati al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, chiedendo ai figli Nando e Rita di essere presenti. Non sono stati

capaci nemmeno in questo. Come dimenticare l’arbitraria risistemazione della ottocentesca Via Cavour, la distruzione dello storico convento delle Suore Stigmatine “Anna Lapini”; gli orrendi cantieri edili aperti. Quanti soldi sciupati…. Può un’Amministrazione seria dimenticare tutte queste cose? FALLIMENTO: i tanti scioglimenti dei Consigli Comunali avvenuti negli ultimi dieci anni sono atti politici indirizzati, principalmente, contro un modo preciso di amministrare, in Casoria, sia la politica che la pubblica amministrazione. Un fallimento che ha prodotto in questi anni tantissimi documenti, purtroppo secretati: la relazione dello scioglimento per camorra, centinaia di pagine di relazione dell’indagine amministrativa di Ambrosio prima e di Giordano poi, oltre le interrogazioni parlamentari di Florino, Sodano, Malabarba, Russo Spena. Pasquale Fuccio ha vinto perché ha convinto i suoi elettori di levare protesta contro questo modo di amministrare; Ha costruito la sua coalizione con punto principale la lotta a questo sistema ed anche a quelli trasversali e consociativi. Nei prossimi mesi, dopo il referendum, il dibattito politico riprenderà piede. Affari, collusioni, accentramento e mercato elettorale sviliscono da cinquanta anni una Casoria che senza più dignità continua a bussare alle porte dei potenti. E’ sempre più evidente il bisogno di forze nuove, di una nuova generazione politica. Il funerale di Antonio Ferrara mi ha ricordato quello di Stefano Basile. Mi sono trovato ad onorare Antonio, un ragazzo di 52 anni morto in una maniera orribile. Due morti che aprono squarci profondi sulla organizzazione ed amministrazione della municipalizzata per la raccolta dei rifiuti. Buona notte ad Antonio; Buona notte a Stefano.


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6 ALESSIA MANCO

Referendum Costituzionale: oggi si vota. Tutti alle urne!

Il 4 Dicembre è finalmente giunto. Oggi si vota per scegliere il destino della nostra Costituzione. Gli esiti di questo Referendum, probabilmente il più discusso degli ultimi anni, sono ancora incerti. Presto avremo delle risposte, anche se per scoprirne le conseguenze ci vorrà ancora del tempo. C’è chi, in caso di vittoria del “NO”, prevede l’avvento di un “governo tecnico” e/o nuove elezioni (sebbene le dimissioni del Presidente del Consiglio Renzi siano tutt’altro che certe), e chi, in caso di vittoria del “SI”, teme ugualmente i grandi sconvolgimenti futuri, date le profonde modifiche dell’assetto politico del nostro Stato, previste dalla Riforma. Ribadiamo per l’ultima volta le ragioni del “SI” e quelle del “NO” per chi è ancora indeciso sul voto di oggi. Il fronte del “SI” fa leva sui seguenti punti: • Leggi in tempi più rapidi: niente più bicameralismo perfetto e “navetta parlamentare”. La Camera approverà le leggi e il Senato avrà al massimo 40-45 giorni per discuterle e proporre modifiche, che la Camera potrà non accogliere. • Riduzione dei costi della politica: verrà ridotto il numero dei parlamentari, perché i senatori passeranno da 315 a 95 (più 5 di nomina del Presidente della Repubblica); il CNEL verrà abolito; le Province saranno eliminate dalla Costituzione. • Netta demarcazione delle competenze di Stato e Regioni: la riforma elimina le competenze “concorrenti”; materie come la sanità, il turismo, le politiche sociali, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia e la formazione professionale saranno di esclusiva competenza dello Stato.

• Rappresentanza degli Enti Locali in Parlamento e in Europa: il Senato diverrà il luogo della rappresentanza delle Regioni e dei Comuni. In più, il nuovo Senato dei sindaci e dei consiglieri parteciperà alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione Europea e ne verificherà l’impatto sui territori. • Maggiore partecipazione dei cittadini: il Parlamento avrà l’obbligo di discutere e deliberare sulle proposte di legge di iniziativa popolare firmate da 150.000 cittadini; saranno introdotti i referendum propositivi e d’indirizzo; si abbasserà il quorum per i referendum abrogativi (quando proposti con 800.000 firme, il quorum si abbasserà dal 50% degli aventi diritto al 50% dei votanti alle ultime elezioni, in media il 35%). Il fronte del “NO” risponde: • La Riforma non semplificherebbe affatto l’iter legislativo: il bicameralismo sarebbe solo più confuso, creando conflitti di competenza. Il Senato manterrebbe, infatti, le sue prerogative nel caso di leggi di revisione costituzionale, tutela delle minoranze linguistiche, referendum, autonomie regionali e ordinamento, funzioni e legislazione elettorale di comuni e città metropolitane, moltiplicando fino a dieci i procedimenti legislativi. Il bicameralismo perfetto, inoltre, non impedisce di legiferare: la navetta da una Camera all’altra riguarda solo il 20% delle leggi. • La riduzione dei costi della politica sarebbe poco consistente, riducendo solo di un quinto i costi del Senato. I consiglieri e sindaci, inoltre, avrebbero diritto a rimborsi spese per le loro trasferte a Roma per svolgere la loro attività di Senatori. • La Riforma farebbe un passo indietro,

indebolendo le autonomie territoriali. Si sconfesserebbe, così, l’evoluzione storica, sociale, economica e politica degli ultimi decenni. Nulla cambierebbe, invece, per le Regioni a Statuto speciale, che mantengono intatti i propri privilegi. • Non è chiaro come saranno eletti i nuovi senatori. Dovrebbero essere eletti con metodo proporzionale dai Consigli regionali, ma non è specificato come questi possano tener conto delle scelte espresse dagli elettori. Il tutto dovrebbe essere deliberato in una nuova futura legge. Il senatore-consigliere e il senatore-sindaco, inoltre, sarebbero divisi tra due incarichi, col rischio di non svolgerne bene nemmeno uno. Per i senatori la durata del mandato coinciderebbe con quella dei consigli regionali dai quali sono eletti: dunque, la composizione del Senato sarà variabile all’interno della stessa legislatura. La figura del senatore “part-time”, inoltre, non tutelerebbe le regioni, ma i propri interessi e quelli del proprio partito. I consiglieri e i sindaci che diventeranno senatori, infine, godranno dell’immunità parlamentare. • Per quanto riguarda la partecipazione popolare, infine, sia per l’introduzione dei referendum propositivi e di indirizzo, sia per la definizione di tempi, forme e limiti delle modalità di discussione delle leggi di iniziativa popolare, tutto è rinviato a eventuali leggi attuative, ma è da subito necessario il triplo di firme per le leggi di iniziativa popolare (per la cui proposta si passa da 50mila a 150mila firme). Ad ognuno le proprie scelte, ma l’importante oggi è partecipare, dare il proprio contributo, esprimere il proprio pensiero. Correte tutti alle urne, non lasciate che siano gli altri a decidere per voi!

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PAOLA CONSOLETTI

Taekwondo, la passione di un campione

Il Taekwondo è un’arte marziale coreana, è uno sport da combattimento a contatto pieno, nato fra gli anni ’40 e ’50, basato principalmente sull’uso di tecniche di calcio, nonché l’arte marziale che conta il maggior numero di praticanti in tutto il mondo. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale, alla pratica agonistica, soprattutto come sport olimpico, ma anche come esercizio ed in alcuni casi, filosofia e meditazione. E’ divenuto l’arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti. Nella lingua coreana, il termine Taekwondo si compone di tre sillabe: “tae” colpire, spezzare con i piedi, “kwon” colpire con il pugno e “do” arte, disciplina, metodo; così Taekwondo può essere tradotto come “l’arte dei calci e dei pugni”. Nella disciplina marziale del Taekwondo, sono presenti dei gradi, rappresentati dal colore della cintura che si indossa. Il colore delle cinture è associato a vari significati legati alla crescita dell’allievo in questa disciplina. La filosofia del Taekwondo ha come fondamento l’etica, la morale, le norme spirituali attraverso le quali gli uomini possono vivere senza litigare. Il Taekwondo è un’arte marziale e sport che può essere accessibile a tutte le persone, può essere eseguito sia individualmente che insieme ad altre persone, quest’arte può portare ad un miglioramento mentale, con la concentrazione, e fisico, con un miglioramento della circolazione sanguigna. A differenza di quanto si possa credere, il taekwondo non provoca nessun danno a livello articolare, anzi, grazie alla pratica costante e agli esercizi di “stretching”, gambe e braccia si abituano gradualmente allo sforzo, proprio per evitare che durante l’esecuzione di un calcio o anche di un semplice pugno, i muscoli possano

stirarsi. Un Campione di Taekwondo, Domenico D’Alise, nasce a Casoria, in provincia di Napoli il 16 Giugno del 1970, Campione di arti marziali in questa disciplina, Vice Campione del mondo nel 1989, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, medaglia d’oro al torneo mondiale di Los Angeles nel 1993, insegna in una Scuola il Taekwondo, esattamente nel Centro Azzurro di Casoria ed Afragola. Il maestro D’Alise organizza tornei dove partecipano i suoi allievi, esclusivamente del Centro Azzurro. Il Torneo Azzurro è un’importante occasione per dare l’opportunità a tutti questi giovani atleti, di prendere parte ad un’emozionante competizione di Taekwondo, ma è anche nello stesso momento, un modo per permettere alle famiglie degli allievi di osservare i loro progressi professionali e personali, come maggiore sicurezza caratteriale, grinta agonistica, impegno, passione e determinazione, tutti valori che il maestro D’Alise pone come obiettivi. Lo scorso Giugno, in occasione del Torneo Azzurro, il maestro ha festeggiato in-

sieme a tutti i presenti, i suoi 20 anni di attività da maestro (1996/2016), ricordando che il Centro Azzurro ha conquistato ben 49 titoli interregionali in Campania e in altre regioni, e 11 titoli nazionali. L’evento si è tenuto presso il centro sportivo C.U.S. di Napoli, una struttura idonea, ospitale a differenza del Palacasoria che ormai versa in pessime condizioni, il maestro così si vede costretto a rivolgersi per le proprie manifestazioni ad altre strutture da ormai sei anni. Il Centro Azzurro Taekwondo, di Casoria ed Afragola, si conferma sempre più come un’importante presenza sul nostro territorio, un luogo dove coltivare la passione per lo sport, inseguendo l’impegno e la disciplina, elementi fondamentali che formano non solo la professione e dunque l’atleta, ma anche la personalità in un ampio percorso educativo. D’Alise afferma, “che ama la sua città, ed è orgoglioso di non essere scappato”, ed è proprio per questo che con il suo impegno, la sua passione e la dedizione, trasmette agli allievi dei valori importanti che hanno dato e continuano a dare i loro frutti. Gli ottimi risultati ottenuti e quelli ancora in corso, attraverso i ragazzi del Centro Azzurro, sono davvero una grande soddisfazione, senza sacrifici e sudore non si arriva da nessuna parte, ed è in questo modo che gli allievi si impegnano al massimo per ottenere risultati importanti. Siamo ben consapevoli di quanto sia importante essere sostenuti ed incoraggiati, oltre che determinati, da un maestro di tale calibro, infatti il maestro, non solo si ritiene soddisfatto dei suoi ragazzi, ma, soprattutto crede fermamente nelle loro potenzialità e nel fatto che riusciranno ad affermarsi anche a livello Nazionale, conseguendo titoli importanti, grazie all’umiltà, la passione ed il rispetto che contraddistingue ogni buon atleta.

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8 ANTONIO BOTTA

Presentato, nella biblioteca civica di Casoria, il libro “La Siria con i miei occhi”

CON LA FORZA DELL’AMORE NEI TERRITORI DELL’ISIS La lettura del libro “La Siria con i miei occhi”(Campanotto Editore), che riporta la straordinaria e stupefacente avventura umana vissuta in Siria da Giovanni Abriola, autore, insieme con il giornalista Giuseppe De Silva dell’avvincente Testo, non può non far maturare la forte convinzione che gli uomini sono certamente in grado di commettere i più nefandi e orribili atti di violenza, ma a tutto ciò si oppone con fermezza una forza interiore posseduta da persone, profeti della speranza, che combattono con l’energia del bene, con le armi del coraggio, dell’amore e della fede per spronare a non rassegnarsi al male, per invogliare a far germogliare dentro di sé il seme della pace, quale frutto della giustizia, a coltivare il fiore della solidarietà

O ZER

concreta e fattiva, creando angoli di paradiso anche negli inferni di questo nostro mondo martoriato e suscitando il sorriso e la gioia dei bimbi là dove regnano la morte e la devastazione. Nella biblioteca civica di Casoria, dove Sabato 26 Novembre il libro è stato presentato in un affollato convegno moderato da Tommaso Arcella, gli Autori hanno posto in rilievo le motivazioni che hanno spinto a raccontare “l’estrema e spericolata” vicenda umana vissuta da Giovanni in un’area in cui la guerra sta distruggendo case, palazzi, scuole, ospedali, causando la morte senza pietà di donne, bambini, giovani e anziani. Nei loro interventi, intervallati dalla lettura di brani significativi del Testo, Abriola e De

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Silva hanno, infatti, bene illustrato lo scopo che li ha spinti a narrare, come in un diario, con la tecnica dell’io narrante, ciò che è accaduto al Protagonista durante il viaggio “andata e ritorno” dalla Siria e la permanenza nei territori dell’Isis: “testimoniare che l’amore e la solidarietà non hanno confini; contribuire a

descrivere una crisi che ha un impatto biblico sul mondo ed in particolare sull’Europa; raccontare per non dimenticare e segnalare, nei limiti del possibile, che l’Occidente è troppo impegnato a pensare ai propri soldi, piuttosto che a guardare oltre i propri confini e ricordare che l’Europa “E’” se è sinonimo di solida-

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DOMENICA 4 DICEMBRE 2016 rietà. Giovanni, di origini casoriane e residente a Udine, da giovane impegnato in varie missioni umanitarie in Uganda ed in Polonia, quale Presidente dell’associazione “Progetto Umanità”, si è recato, all’età di 60 anni compiuti, dopo un’accurata pianificazione del viaggio organizzato dall’associazione italiana“Amici della Siria” e guidato da”ganci” opportuni, nel Paese del dittatore sanguinario Assad per donare latte in polvere ai bambini. E il loro sorriso, la gioia dei genitori lo hanno ripagato di tutte le terribili traversie che ha dovuto affrontare e superare. Appropriata, al riguardo, la considerazione del coautore De Silva: “La misura del coraggio è superare la paura”, anche della morte, sfiorata e temuta in più di una situazione, ma Qualcuno dall’alto, oltre ai suoi amici siriani Abdul e Ahmed, lo ha sostenuto, perché, ha sottolineato il suo amico giornalista, citando Kennedy “Salvare una sola vita è salvare il mondo intero”. Ne è valsa la pena, allora, vivere un’esperienza “folle”, nel senso che Giovanni Abriola ha compiuto una pazzia d’amore, certo non ripetibile, che ha arricchito il suo già fertile mondo interiore, scuotendo con la sua “scomoda” testimonianza la nostra coscienza addormentata, indifferenti e distratti nei confronti di chi scappa da una povertà disumana e dal terrore causato dalla malvagità delle varie bande criminali, delle milizie

governative, della mafia locale controllata dall’Isis. Basta una scena, come quella di seguito descritta, per affermare che il libro “La Siria con i miei occhi” esorta ad organizzare la speranza, a dissotterrare la parte migliore di noi stessi per riscoprire la scintilla dell’Assoluto che è in ciascuno di noi, compiendo il Bene, amando ciò che è Bello, perseguendo quelle aspirazioni che hanno il sapore genuino della vera gioia: “Ci siamo trovati a distribuire il latte in polvere..Dalle case uscivano tanti bambini. Erano rapidi come scoiattoli. Prendevano un barattolo, sorridevano e scappavano via. Poi uscivano i genitori: le donne non volevano farsi vedere; erano sempre schive; controllavano che i loro bambini non combinassero guai e che nessuno gli facesse del male; poi rientravano, furtive come erano

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uscite. Gli uomini, invece, avevano un atteggiamento completamente diverso. Prendevano in braccio i bambini; si avvicinavano, orgogliosi di mostrare la bellezza dei propri figli; ricevevano dignitosamente il latte, ringraziavano e posavano volentieri davanti alla macchina fotografica. Tutte le famiglie alle quali abbiamo dato il latte ci hanno ringraziato ed hanno dimostrato una grande riconoscenza. “Grazie Italia”, qualcuno ha anche pronunciato queste parole in un italiano comprensibile. Mi sono venute le lacrime.” Il valore del libro, diviso in tre parti (diario del viaggio, intervista di De Silva ad Abriola e un sintetico ed efficace affresco storico e geopolitico della Siria a cura dello stesso De Silva) risiede anche nella capacità di far conoscere da vicino, comparteci-

pandovi, le drammatiche vicissitudini dei profughi, che decidono di scappare dal loro Paese per rifugiarsi in Europa, esperienza insidiosa e rocambolesca compiuta dallo stesso Abriola durante il viaggio di ritorno. L’incontro si è concluso con l’intervento di Feisal Al Muhamad, rappresentante dell’associazione italiana “Amici della Siria”, il quale ha evidenziato che Assad fa bombardare le scuole e gli ospedali per domare la resistenza della gente colpendo cinicamente e selvaggiamente i figli e anche per impedire che gli oppositori feriti possano essere curati. I bambini rimasti soli, saranno, purtroppo, i terroristi di domani, “ce l’avranno con tutto il mondo che non si è curato di loro”. Finora 600.000 morti, ogni morto equivale a tre feriti, si contano 8 milioni di sfollati.” Di profonda intensità emotiva, commovente e vibrante di sentimenti d’amore e di speranza, l’appendice del libro in cui una mamma siriana esorta il figlio a lasciare il suo Paese, affidandolo a persone che partono per l’Occidente. Il Testo, i cui occhi in copertina sono stati realizzati dalla giovane Laura De Liso, ha ricevuto il patrocinio morale del Comune di Casoria. Presente all’evento il Sindaco Fuccio. Degno di menzione anche il sottofondo musicale, alla pianola, che ha accompagnato la lettura dei brani. I proventi della vendita del libro saranno devoluti all’associazione “Amici della Siria”.

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CARMEN PALUMBO Questa settimana ci occupiamo nuovamente di calcio e in particolare trattiamo quest’argomento attraverso le parole e i consigli di un grande professionista, il giornalista Sergio Curcio. Opinionista in molte trasmissioni sportive, Sergio Curcio è prima di tutto laureato in legge, funzionario dello Stato, nonché iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti e possiede il patentino di allenatore dal 1982. Un personaggio a tutto tondo a cui abbiamo rivolto domande sia sportive, ma anche riguardo alla difficile professione del giornalista. Signor Curcio, in qualità di giornalista, cosa pensa di questa professione e cosa consiglierebbe ai giovani che decidono di intraprenderla? Prima di tutto intendo precisare di essere un giornalista pubblicista e non professionista, ho preferito scegliere di tenere il mio tesserino anche quando avrei potuto accedere all’albo dei professionisti. Oggi i pubblicisti sono molti di più e hanno la possibilità di specializzarsi in un determinato ramo, come nel mio caso sportivo, cosa che non sempre un professionista può fare. Ai giovani che hanno intenzione di intraprendere questo mestiere posso consigliare prima di tutto di apprendere bene l’italiano e dimenticare il linguaggio dei social, poi consiglio una scrittura fluida e semplice che possa arrivare a tutti. Quando scriviamo prima di tutto dobbiamo pensare al nostro lettore e dimenticare il nostro ego, altrimenti finiamo per esprimerci come dei sapientoni senza essere compresi. Per quanto riguarda questa professione posso dire apertamente che il nostro albo è completamente inutile in Italia, perché purtroppo nel nostro paese non si va avanti mai per meritocrazia. Riguardo al rapporto tra il giornalismo su carta e giornalismo on-line, cosa può dirci? Io nasco sulla carta, addirittura scrivevo con l’Olivetti alla

fine degli anni 70’. Quello che posso dire è che oggi ci sono molti pericoli, soprattutto per chi usa un mezzo informatico come fonte di comunicazione, ma c’è comunque una deontologia professionale che ciascuno di noi dovrebbe rispettare, sia che scriva sulla carta sia che si dedichi all’on-line. La necessità in entrambi i casi è sempre quella di essere credibili al massimo e di essere intellettualmente onesti. La credibilità è la ricetta segreta per entrare in un certo circuito e distinguersi da chi cerca soltanto lo scoop. Passiamo all’ambito calcistico, in particolare cosa mi dice del Napoli e del suo campionato? Il Napoli sta ancora pagando lo shock dell’addio di Higuain e con la squadra anche Sarri devi ancora superare questa perdita. Nessuno ha metabolizzato la mancanza di un giocatore, che non era solo un attaccante, ma anche colui che riusciva a creare le premesse affinché la squadra giocasse in maniera disinvolta e con entusiasmo, senza quella pesantezza che si nota oggi tra i giocatori anche quando si riesce a concludere bene. Non credo che si tratti di una preparazione sbagliata, ma per la mia esperienza sia sul campo che di allenatore, posso dire che il pensiero e la tranquillità di avere un aiuto dal compagno è fondamentale. Ad oggi vedo molta fatica ma non entusiasmo nel voler portare a casa dei risultati. Tra i componenti della squadra ad Insigne, che ha concluso bene in queste ultime partite, voglio dire di essere sempre più napoletano cioè avere cuore caldo e testa fredda, cosa che manca completamente a Gabbiadini. Al di là delle incomprensioni con l’allenatore, Gabbiadini ha un temperamento freddo, distante, si impegna molto, ma non partecipa con entusiasmo, non condivide il sogno della squadra. Il calcio è fatto anche di entusiasmo e il Napoli vive soprattutto di questo, purtroppo Gabbiadini non corrisponde alla figura del calciatore che i tifosi napoletani vorrebbero.

INTERVISTA A SERGIO CURCIO: GIORNALISTA SPORTIVO E ALLENATORE DI CALCIO

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12 SABRINA CIANI

Nel desiderio si nasconde un dono

Un sodalizio con la Royal Music di Casoria che le ha aperto il cuore alla musica

A soli 10 anni, con un fisico esile, ed uno sguardo curioso ed intelligente, Anike Torone è una bambina sempre più determinata che conquista con la sua potente voce. Sogni, desideri, aspirazioni e inclinazioni: una sfida o un’opportunità? Capita a tutti i genitori di fantasticare sul futuro del proprio figlio. Da grande farà il medico o l’ingegnere? Ebbene, come diceva lo scrittore russo Vladimir Nabokov “esiste una sola scuola: quella del talento”. Ed è proprio quest’ultimo che va coltivato con passione, costanza, e che ci renderà unici. Un talento nascosto quello di Anike, che, pur essendo una studentessa modello presso la scuola San Mauro di Casoria, ama il canto, che la rende felice e che l’ha portata a tanti traguardi, non ultimo la semifinale del talent Tra sogno e realtà, il programma di La5, dove ha ricevuto il massimo dei voti dalla giuria. L’approccio alla cultura musicale è sinonimo di originalità, creatività ma è indispensabile grande attenzione, empatia e volontà per seguire i piccoli geni che vanno allenati e scoperti. Così come è accaduto ad Anike quando ha incontrato il Maestro Vincenzo Sorrentino. Come hai riconosciuto la tua dote? A quanti anni hai iniziato a cantare? Vorrei iniziare col ringraziare Dio che mi ha fatto questo grandissimo dono: il mio talento e la mia dedizione al canto. Sono grata ai miei genitori, che si sono accorti di questa mia attitudine, in particolare quando sin da piccolina mi divertivo a fare gorgheggi ed imitare i miei idoli preferiti. Ho sempre avuto il loro supporto ed incoraggiamento, infatti mi hanno iscritto presso una Accademia, dove esperti di musica hanno iniziato a prendermi per mano per farmi conoscere il meraviglioso mondo della musica. Cosa significa per te la musica? La musica è il mio mondo, a volte mi esprimo cantando e con il canto riesco a provare senso di libertà e sentirmi felice. Certo sono ancora una ragazzina, ma sin da piccola ho capito l’importanza della musica, di quante soddisfazioni possa regalare, ma non sottovaluto l’ impegno,

lo studio e la volontà, necessari per raggiungere obiettivi a cui tengo tanto. L’incontro con il maestro Sorrentino e la Royal Music cosa ha cambiato nel tuo percorso di studi? Circa otto mesi fa ho avuto la grande fortuna di entrare nella Royal Music di Casoria e conoscere una persona che per me è straordinaria: Il maestro Vincenzo Sorrentino, il mio “maestrino” come lo definisco affettuosamente. Feci un provino; ebbene il provino durò solo 30 secondi perché il maestro mentre mi accompagnava al piano, all’improvviso si fermò e disse ai miei genitori .” ma questa bambina è un talento puro, ed è mia, la seguirò io”. Devo dire che è stato subito un colpo di fulmine, anzi per omaggiare il lavoro editoriale del maestro Sorrentino con la casa editrice Turisa, è stato “Un miracolo di note”. Nella vita mi ritengo una bambina timida soprattutto a scuola, dove le mie maestre mi sentono più cantare che parlare; però quando mi trovo su un palco davanti a tante persone, mi trasformo, infatti mi chiamano “animale da palco” perché sono sicura di me e trasmetto una forza incredibile a chi mi ascolta.

Il maestro è un esempio per me e spero che un domani insieme arriveremo in alto e non voglio deluderlo! Un giorno, scherzando lui mi ha detto” Se mi segui, tu ed io arriviamo a Sanremo”. Ho solo 10 anni, ma sarebbe bello se ciò accadesse. Se tu dovessi scegliere una disciplina artistica tra ballo, canto, recitazione cosa diresti d’istinto e perchè? Senza ombra di dubbio rispondo il canto. Ripeto, ringrazio Dio per avermi regalato questo dono e voglio ripagarlo con tutte le mie forze. Soprattutto voglio dire grazie ai miei genitori, mio faro e che fanno tanti sacrifici per me e vorrei tanto che il mio sogno diventasse realtà. Alla mia giovanissima età, già mi ritengo molto fortunata, ho una famiglia splendida che mi ama e mi segue; una sorella più grande Karol, di 16 anni, una ballerina, che mi consiglia e che adoro. Il canto mi ha permesso di conoscere tante persone, artisti e gente dello spettacolo che mi hanno sempre consigliato, protetto, e coccolato. E’ pur vero però che i miei genitori mi ripetono continuamente che non è una favola e non è tutto oro quel che luccica, che devo essere responsabile, impegnarmi nello studio e pensare alle cose importanti. Bè, confesso che non li ascolto molto, li faccio arrabbiare qualche volta. Lo so, loro hanno pienamente ragione, ma il canto mi trascina e in ogni caso crescendo, maturerò sicuramente e spero di potergli dare tante soddisfazioni, e magari arrivare a Sanremo…scherzo! Adoro ballare, so fare le imitazioni però il mio cuore ha scelto il canto perché mi fa sentire me stessa. Sei ancora una bambina con tanti sogni nel cassetto, ma il primo che vorresti realizzare da grande? Bella domanda! Ho tanti sogni nel cassetto. Uno lo sto già realizzando, cantare è la mia vita. Se un giorno non potrò fare questo di mestiere, vorrei iscrivermi al corso di laurea per diventare un veterinario. Mi piacciono tutti gli animali, in modo particolare i cani. Ho un maltesino, un cagnolino dolcissimo che mi da e a cui ricambio tanto affetto.

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DOMENICO BORRIELLO

Milena Setola si racconta ai microfoni di Casoriadue

Abbiamo incontrato per i lettori di Casoriadue una giovanissima ragazza con uno spiccato talento nel canto, Milena Setola. Con lei abbiamo parlato dei fattori che l’hanno portata a percorrere questo sentiero artistico e dei sogni e progetti futuri. Grazie per aver accettato il nostro invito. Quando è nata la sua passione per la musica e quando ha deciso di intraprendere questo percorso artistico? Grazie a voi, è un piacere potersi raccontare. La mia passione per la musica è nata con me, non ricordo un momento in cui non ho cantato, ogni mio ricordo sin dall’infanzia è legato ad un microfono (giocattolo si intende). Passavo ore ed ore su una sedia di fronte lo specchio col microfono alla mano, mi guardavo e cantavo: il repertorio non era molto giovanile devo dire, parliamo dei tempi di “Attenti al lupo” e “Signora Lia” , ma il pezzo forte era “Maledetta Primavera” col suo “…che importa Se e e e e” . La decisione di far diventare il canto una mia professione è venuta di conseguenza, con lo studio, la passione, la determinazione. In un podio dei suoi riferimenti musicali, quali artisti pensa che l’abbiano influenzata maggiormente? Pino Daniele in primis, io sono cresciuta con la sua musica, grazie ai miei fratelli più grandi di me di 10 anni che già compravano tutti i suoi dischi, il suo sound ti coinvolge l’animo e per me è un maestro virtuale, poiché non ho avuto la possibilità di conoscerlo di persona…le influenze sono state diverse, la mia terra sicuramente è già un bagaglio musicale enorme ma comunque le influenze vanno da Mina a Giorgia, a Jennifer Lopez ed Alicia Keys, ai gruppi sud americani. Se proprio devo fare un Podio direi che il primo in classifica è Pino poi Giorgia

e Jennifer Lopez. Tra i brani che mi hanno colpito maggiormente c’è “Bene o male”, una canzone che ha un ritmo tipicamente mediterraneo e il cui testo è stato scritto proprio da lei. Come nasce questo testo e quale messaggio ha voluto trasmettere alle persone che ascoltano la sua musica? Bene o male, è un brano dedicato alla mia terra, alla mia Napoli, terra di amarezze e bellezze incredibili, terra di speranza. Ecco il messaggio di bene o male è di speranza, l’ho scritto in un periodo in cui Napoli era continuamente sotto attacchi in Tv, e io sentivo il mio Io attaccato, nelle strofe sottolineo questa amarezza, ma nel ritornello esplodo col calore e la passione per questa terra “E’ in questo mare che io voglio restare ed è questa terra che io voglio baciare” costi quel che costi. Lei è giovanissima, ma ci sembra di capire che è anche abbastanza determinata. Quali sono gli obiettivi e i progetti in cantiere a breve termine e quali, invece, i sogni che coltiva per la sua carriera? Il progetto in cantiere è un progetto già attivo da qualche anno, sono infatti in giro col mio quartetto acustico dove ripropongo i miei inediti e cover del sopracitato Pino. Sarà in uscita il 2 dicembre il mio ultimo inedito “Sempre più difficile” sui digital store, brano che ha tentato le selezioni di Sanremo Giovani 2017. Per quanto riguarda i sogni: sono tanti, mi accontenterei di poter lavorare sempre e solo nel mondo della musica, così come lo auguro a tutti i ragazzi che come me coltivano con determinazione questa grande passione. Di certo io considero ogni giorno un nuovo inizio: finchè ci sarà la musica nella mia vita i giorni non avranno mai fine.


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ROSA BERTENNI Crescenzo Cecere, agente FIFA ed esperto soprattutto di calcio giovanile, ha espresso per noi di CasoriaDue le sue considerazioni sull’andamento del campionato italiano. Prendendo in analisi i vari campionati e le loro caratteristiche, quale preferisce tra loro e perché? “Ovviamente quello italiano, infatti è il campionato che seguo di più. È un campionato tattico con una forte intensità, dove ovviamente nel corso degli anni sono passati grandi giocatori”. Essendo lei un procuratore, è costantemente aggiornato sulle varie mosse di mercato, come vede quindi il prossimo mercato di gennaio? Può svelarci qualche trattativa? “Trattative al momento non ce ne sono. Ci sono sondaggi e sarà un mercato molto movimentato guardando anche un po’ l’andamento del campionato abbastanza livellato, visto i punti delle squadre in questo momento. Non c’è ancora una squadra che prevale totalmente sulle altre. Ci saranno squadre come Roma, Milan, Lazio che andranno a rinforzarsi e ci sarà quindi sicuramente qualche colpo di mercato. Rimanendo in tema mercato e soffermandoci un attimo sul Napoli, essendosi infortunato Milik, quale sarebbe secondo lei un valido sostituto? “In questo momento Milik mancherà ancora qualche mese, prima del totale recupero, quindi diciamo che per Febbraio dovrebbe essere pronto a tornare in campo, a meno che non ci siano complicanze. Ma non credo che attualmente sia nei programmi del Napoli prendere un sostituto dell’attaccante, sta aspettando sicuramente il suo ritorno. La società non andrebbe a prendere una concorrenza forte. Si è parlato anche di Pavoletti, ma penso sia difficile che avvenga un acquisto per sostituire il polacco”. Per concludere, può farmi il nome di un giovane ragazzo che a suo parere farà sicuramente strada nel mondo del calcio, e perché? “Ce ne sono diversi, ma secondo me chi farà strada sarà Coppolaro, il difensore centrale della nazionale Under 19’ italiana, che gioca attualmente nel Latina. È un giocatore molto forte e secondo me ha grandi potenzialità per giocare nel calcio big”.

Cecere: “Quello italiano è un campionato livellato”


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Antonio Valenti

“Nativity in the World” mostra di arte e cultura presepiale a Napoli by Umberto Grillo

La location è di quelle straordinariamente belle esteticamente e culturalmente: il Chiostro Santa Maria La Nova di Napoli, sede della Onlus “Oltre il Chiostro” con alla presidenza il professore Giuseppe Reale, nel cui Ambito si colloca il Centro Permanente di Ricerche e Studi sul Presepe Napoletano di cui è fondatore e responsabile il professore Umberto Grillo, uno che ha la fissazione del presepe, napoletano ovviamente, ma non è Luca Cupiello assolutamente: lui è cultore, studioso ed artista del presepe napoletano. L’evento è “Nativity in the World”, una mostra presepiale che è ormai un appuntamento fisso nel periodo natalizio per gli amatori e i cultori del Presepe Napoletano: la mostra resterà aperta dal 29 novembre al 29 gennaio dal lunedì al venerdì ore 9,30/15 sabato e domenica ore 9,30/14. Cosa caratterizza questa esposizione presepiale, Umberto? “La selezione degli artisti espositori, sono tutti elementi di indiscussa bravura che si impegnano in questa meravigliosa arte essenzialmente per passione. Inoltre le opere esposte non si limitano ad illustrare la natività ma molte propongono scene e personaggi dell’ottocento napoletano ed hanno un grande valore storico e culturale oltre che artistico per il pregio della fattura delle opere che riflettono anche il pregio ispirativo dei maestri espositori” Ispirazione che ebbe per antesignano San Gaetano, nostro copatrono, con San Gennaro, ed emigrante all’inverso dal Nord al Sud, una specie di Cazzaniga, prima maniera, del Bellavista di Luciano De Crescenzo. Il nostro San Gaetano rivoluzionò il presepe di San Francesco, sostituendo personaggi arabi con personaggi napoletani mostrati nei loro lavori e nella loro quotidianietà: un colpo di genio della nostra fervida fantasia che il buon Gaetano, santo emigrante, aveva ben assimilato e che fece la fortuna del presepe nel mondo e nei secoli. Umberto Grillo è uno storico, scrittore, artista e critico d’arte italiano,

specializzato nella cultura napoletana e, in particolare, in quella del XVIII secolo. Da anni è impegnato in dibattiti ed esposizioni presepi ali non solo a Napoli ma in Italia ed anche all’estero ed è appena rientrato da Praga per una delle sue innumerevoli missioni per diffondere cultura e arte presepiale napoletana: un vero maratoneta esportatore della cultura napoletana. Comincia, la storia presepiale, un giorno senza pioggia e senza vento e lui non bussa ad un convento “Decisamente no, bussammo, oltre venticinque anni fa, io e Luciano Testa, ma alla porta del preside Antonio Aschettino che, con la moglie Anna, è stato un grande appassionato e cultore del presepe a Napoli ed era il presidente della sezione locale dell’Associazione Amici del Presepi fondata da Angelo Stefanucci, e da quel momento, cominciò la nostra storia nel mondo presepiale”. Ma chi è Luciano Testa? Inseparabile compagno d’avventura nell’arte presepiale, è il braccio operativo: sommo artigiano e ispirato artista nonché studioso del mondo pastorale ed ha creato autentici capolavori esposti in tutto il mondo, tecnica sopraffina anche nella fatturazione dei pastori di piccole dimensioni, i “muschilli” nel mondo degli amatori, e altre dimensioni minime. Nella Mostra espone, tra le altre opere, una pregevole scena napoletana in un ventaglio. Di Luciano Testa anche la serie di pastori che il Mattino offrì anni fa ai suoi lettori. Il maestro oggi ha un grosso rimpianto. “Capita spesso, anche con le mie opere, che un artista napoletano costruisce il prototipo e poi la produzione in serie viene eseguita all’estero con grave pregiudizio sia qualitativo che lavorativo per la nostra Città. Si sacrifica tutto alla logica del mercato e dell’economia”. Questa, caro Maestro, è purtroppo tutta un’altra storia: la solita storia che nell’arte presepiale come in tutte le arti e in tutte la attività, affonda a affossa dignità, professionalità e produttività napoletana e meridionale da un secolo e passa.


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Psicologa-Psicoterapeuta

LETIZIA SERVILLO

Adolescenza: ricchezza e rischi Quarta giornata formativa sui minori stranieri e il loro diritto all’istruzione Si chiama “Adolescenti: ricchezza e rischi” il Programma di Formazione Continua indetto dall’Istituto Regina Coeli di Napoli (luogo ospitante), con il patrocinio della Camera dei Deputati, in collaborazione con Meridonare, la Fondazione Banco di Napoli, il Centro Italiano Femminile Comunale di Benevento, il Centro di Ricerca Coordinato Escapes. L’obiettivo del Programma di Formazione è affrontare la tematica dei disagi e delle potenzialità degli adolescenti in una prospettiva interdisciplinare e critica, proprio ora che il parlamento italiano sta discutendo il disegno di legge sul diritto alle origini biologiche, il disegno di legge sul bullismo e cyber bullismo e il disegno di legge sull’accoglienza dei minori stranieri. Il mio intervento dal titolo “Minori stranieri: origini, accoglienze e nuove appartenenze psicosociali” è collocato nella quarta e ultima giornata formativa, che si terrà il 6 dicembre 2016. Giornata centrata sui “Minori stranieri e diritto all’istruzione”, con la partecipazione anche della Dott.ssa Elena De Filippo, Presidente della Cooperativa Sociale Dedalus e dell’avvocato Romina Amicolo. Sarà, inoltre, l’occasione di un confronto sulla tematica dell’accoglienza residenziale dei minori con la Dott.ssa Beatrice D’Angelo, assistente sociale, già responsabile dell’Ufficio accoglienza residenziale del Comune di Napoli. Sulla BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

tematica del disagio minorile nella Napoli del Settecento, affidato alla Prof.ssa Raffaella Salvemini, Primo ricercatore ISSM CNR, alla quale seguirà la riflessione conclusiva di Suor Rosaria Meterangelo sulla attualità del messaggio di JEANNE ANTIDE THOURET. Una giornata che vede al centro dell’interesse i minori stranieri e il processo di interazione (e non inclusione o integrazione) interculturale, denso di problemi. Tale processo pone diversi dilemmi, sia per il minore che per la società, riconducibili all›incontro/scontro tra diverse identità culturali, tra modi diversi di concepire e agire i ruoli familiari e sociali delle singole comunità di appartenenza. La scuola, i servizi sociali, la giustizia sono solo alcune tra le istituzioni statali che quotidianamente si confrontano con la crescita di una società sempre più multiculturale. Una nuova generazione di adolescenti che spesso si rende più concretamente percepibile e rilevabile attraverso manifestazioni quali: il ritardo scolastico, il disagio individuale e familiare, il maggior rischio di devianza sociale. Questi alcuni dei punti che verranno affrontati durante la giornata formativa, con l’intento di aprire nuove finestre di scambio e dialogo sulla tematica affrontata. Per approfondimenti o informazioni è possibile scrivere a psicologa@letiziaservillo.it o visitare il sito www.letiziaservillo.it

A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Dieta e diabete: attenzione ai picchi glicemici Il diabete mellito è una patologia ad elevata prevalenza nei paesi industrializzati, in cui ha assunto un andamento epidemiologico. Spesso si associa ad obesità, dislipidemia, ipertensione arteriosa. Una dieta appropriata, che risponda alle linee guida vigenti in materia, rappresenta uno dei cardini nella terapia del diabete mellito. Il ruolo dell’alimentazione nel trattamento della malattia è così importante che a tal proposito i medici preferiscono parlare non di dieta ma di vera e propria “terapia nutrizionale medica per il diabete” (dietoterapia). Contrariamente a quanto molti credono l’alimentazione ideale del diabetico non è affatto complessa o restrittiva. Per la maggior parte delle persone la dieta va infatti semplicemente adattata alla malattia, di certo non stravolta. Sebbene alcuni alimenti vadano consumati con moderazione esiste comunque un’ampia gamma di alternative salutari tra le quali il diabetico può scegliere.

Gli obiettivi principali della dieta per la terapia del diabete mellito sono: il controllo glicemico il controllo del peso corporeo il controllo della lipidemia la prevenzione ed il trattamento dei fattori di rischio o complicanze legate alla nutrizione La terapia dietetica è molto simile nei due tipi di diabete anche se: per i diabetici di tipo 1 andrà posta maggiore attenzione all’apporto di alimenti ed in particolar modo di carboidrati. La dieta dovrà limitare al massimo i carboidrati semplici e fornire regolari e frazionati apporti di carboidrati complessi. Obiettivo primario è la massima riduzione delle unità di farmaco e la normalizzazione del quadro glicemico. per i diabetici di tipo 2, spesso in sovrappeso, la dieta andrà calibrata in modo tale da favorire la riduzione del peso corporeo fino a livelli accettabili. Un semplice calo ponderale del 5-10% migliorerà il controllo metabolico

favorendo la riduzione della glicemia, della pressione arteriosa ed il miglioramento del quadro lipidico. Naturalmente la dieta dovrà tener conto dei gusti e delle preferenze Nello specifico una dieta a base di carboidrati e fibre vegetali a basso indice glicemico si è dimostrata la più efficace nel controllo della glicemia, dei livelli plasmatici del colesterolo e degli altri fattori di rischio cardiovascolare: in particolare le verdure e i legumi sono da introdurre giornalmente grazie ai loro effetti benefici; bisogna inoltre preferire sempre l’alimento integrale il cui consumo, grazie alla elevata presenza delle fibre, permette un miglior controllo glicemico. Da evitare pane, patate, succhi di frutta industriali, prodotti da forno quali biscotti, merendine e dolci raffinati. Il consiglio è quello di preparare tutto in casa, con alimenti biologici e poco raffinati. In ogni caso si consiglia di essere seguito da specialisti del settore: medici, nutrizionisti e dietisti.


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IDA PICCOLO

VITALI E BUONOMO: BINOMIO PERFETTO

Nei giorni scorsi al Teatro Italia si è tenuta una commedia brillante che ha visto come protagonisti: Ottavio Buonomo e Alvaro Vitali in: 8×1= 1 Ottavio 2 atti di Pasquale Fornì regia di Buonomo, rappresentazioni, parodie, citazioni, rievocazioni dei momenti storici insieme al comico “Pierino” con 25 attori in scena . Ottavio come mai questo titolo di calcolo? “Perché interpreto 8 personaggi storici dalla metodologia Greca fino alla seconda guerra mondiale, si parte dalla creazione fatta a modo nostro fino alla guerra con il dittatore; ho scelto un cast di tutti attori bravi e validi, c’è Alvaro Vitali che farà Tigellino spalla di Nerone, ho scelto Alvaro perché è la memoria storica del cinema Italiano poi ha incarnato una maschera “Pierino” ed è stato bello collaborare e spero continuare insieme a lui”.

Per te cos’è il teatro e come ti definisci? “Mi definisco un attore innamorato, bisogna innamorarsi del Teatro se no non lo si fa mai bene, arricchendo il pubblico di risate; il teatro per me è tutto quello che non riesco ancora a capire”. Alvaro come hai trovato questa union e cosa ne pensi del poliedrico Ottavio? “Un ragazzo con tanta fantasia e a me piace lavorare con i giovani che hanno tutta questa voglia di fare Teatro; perché diciamo la verità di teatro non se ne fa più, E poi questa bella idea, la parodia di Pierino insieme all’umanità, una cosa nuova sperando che sfondi”. Come stai vivendo questo ritorno? hai trovato tutto come prima? “Sempre bello stare a teatro, se vedi che il pubblico ti aiuta dai di più, inventi qualcosa

pur di trattenerlo e farli ridere, ho ritrovato il mio vecchio pubblico rallegrando quattro generazioni sotto lo stesso tetto - termina Pierino - e tutto questo mi rende soddisfatto e felice del mio grande lavoro e passione”.

MAURO INGANNATO

ASSUNZIONI: AGEVOLAZIONI E BONUS AL TRAGUARDO Sono in scadenza gli sgravi per assumere nuovo personale, i bonus Garanzia Giovani e quelli previsti dal progetto Garanzia Over e dal programma “Ricollocami”. Con la fine del 2016 si chiude il termine per usufruire di una serie di agevolazioni, di seguito un breve panorama: Per gli apprendisti assunti con contratto professionalizzante è prevista, per i primi tre anni, una decontribuzione quasi totale per aziende fino a 9 dipendenti. Oltre all’aliquota a carico del lavoratore (5,84%), il datore di lavoro dovrà versare a proprio carico l’1,61% per i primi tre anni. Per i giovani NEET (giovani inoccupati e non studenti) è previsto un incentivo economico (bonus) a favore dell’azienda che varia da 3.000,00 a 12.000,00 euro a seconda della classe di profilazione del lavoratore. Per il reintegro e la ricollocazione dei lavoratori disoccupati e che hanno percepito ammortizzatori sociali, si aggiunge per le imprese campane un incentivo di 7.000 euro in caso di assunzione a tempo indeterminato, ed ai lavoratori vanno 800 euro al mese per 6 mesi. Infine le agevolazioni di cui alla legge di stabilità 2016. Per le nuove assunzioni a tempo indeterminato fatte entro il 31 dicembre 2016, vi è una decontribuzione del 40% per due anni fino a 3.250,00 euro all’anno.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

SEMPLIFICAZIONE, SOMMESE E CIARAMELLA: CON LEGGE STABILITA’ EVITIAMO DI AGGIUNGERE AL DANNO LA BEFFA

“La delibera della Giunta sulla nuova legge di stabilità completa il percorso costruito in questi 18 mesi, con il condiviso e fondamentale contributo della IV Commissione Speciale, sul versante della semplificazione e della sburocratizzazione”. Così il presidente e il vicepresidente della IV Commissione Speciale Pasquale Sommese e Antonella Ciaramella. “La previsione di sanzioni per il mancato rispetto dei tempi di conclusione dei procedimenti, previsto dalle leggi 11 e 22 e dal regolamento regionale n. 2, ci consentirà finalmente di evitare ulteriori episodi, come avvenuto di recente con la sentenza che ha condannato la Regione a pagare 1 milione di euro circa di risarcimento per i ritardi della burocrazia. Con un danno notevole alle nostre casse e la beffa ulteriore per

l’impossibilità da parte delle imprese di realizzare progetti industriali con positiva ricaduta occupazionale e di sviluppo. “In attuazione della funzione a noi affidata della valutazione e verifica preventiva, abbiamo come Commissione Speciale –

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aggiungono Sommese e Ciaramella - istituito con apposito regolamento un nucleo operativo che vigilerà sui procedimenti, lavorando a stretto contatto con i settori della Giunta interessati, ed informando tempestivamente i cittadini sulla concreta attuazione delle disposizioni. “Il nostro obiettivo non è vessatorio, ma vuole concorrere a ricreare un clima positivo di fiducia tra l’Amministrazione ed i cittadini fornendo a questi le risposte attese nei tempi giusti. Il controllo preventivo che portiamo avanti vuole anche far sì che i dirigenti ed i funzionari rispettino le scadenze che noi stessi ci siamo date. Non basta fare buone leggi, se poi le stesse non vengono concretamente attuate. Crediamo questo sia il modo giusto per assolvere all’incarico ricevuto”, concludono Sommese e Ciaramella.

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GIUSEPPE NAPPA

Mary Cerbone, una rivelazione della nuova melodia napoletana

Mary Cerbone è un’artista umile con una voce che vibra e arriva dritto al cuore della gente. Da poco è uscito il suo nuovo lavoro discografico dal titolo “ Oggi sono io” un album registrato presso la Zeus Record. Un disco che già sta confermando il suo successo, nato dopo tantissimo lavoro e la collaborazione con due grandi maestri nel campo musica napoletana F. Franzese e N. Danisi. Le canzoni di Mary ormai si sentono ovunque. Tantissimi sono i suoi impegni. Da martedì 06 dicembre inizierà anche una serie di trasmissioni televisive su Prima TV Napoli canale 199 e 873 del digitale terrestre dalle ore 21.00 alle 22.30 degli editori Pasquale Liberti e Antonio Di Genova. Le trasmissioni si possono seguire anche in streaming www. primatvnapoli.com. Mary Cerbone un’artista che in pochi anni è nel cuore di Napoli e dei Napoletani e presto dopo il successo che sta riscuotendo questo album si sta pensando ad un nuovo singolo quindi non ci resta altro che non perdere d’occhio un artista che rimarrà nella storia.

Gianluca Grimaldi

Terra dei fuochi: nasce il progetto Veritas

Dopo una breve e forte esposizione mediatica relativa alla terra dei fuochi, un’ondata di silenzio sembra essersi nuovamente riversata su quella che molti definiscono la più grande tragedia della Campania, altri un’esagerazione senza reali fondamenta scientifiche. Questo ha certamente stimolato la nascita di Veritas, un nuovo progetto che vuole far luce sugli aspetti ancora poco chiari della diffusione di agenti patogeni nelle nostre aree. Diffusione dovuta allo sversamento e alla combustione illegale di rifiuti tossici nella zona di Napoli-Caserta, attraverso un intervento di smaltimento gestito dalla camorra. Il titolo del progetto, eloquente e d’impatto, già incarna la portata innovativa dell’esperimento: un’operazione che prenderà in considerazione un campione di cittadinanza per esami a livello medico-sanitario. Verranno, infatti, reclutati 100 volontari cui sarà somministrato un questionario anamnestico e che saranno sottoposti a esami tossicologici, fino ad analizzare l’insieme dei dati raccolti. Veritas è nato dalla collaborazione tra la Rete Cittadinanza e Comunità, ossia un gruppo di 26 associazioni dell’area campana, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e S.H.R.O. diretto dal Prof. Antonio Giordano. Al fine di sostenere “Veritas” è possibile effettuare una donazione sul sito web meridonare.it, sul quale sono riportati anche i dettagli e gli aggiornamenti del progetto, nella piena trasparenza della gestione delle donazioni effettuate.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

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Ferdinando Troise Stampa:

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DOMENICA 4 DICEMBRE 2016


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