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DOMENICA 16 OTTOBRE 2016

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Settimanale di Informazione

ANNO XV - N° 32 - DOMENICA 16 OTTOBRE 2016

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Casoria & l’EDITORIALE DI NANDO TROISE

BASTA ‘NA PIZZA E ‘NA DISCARICA

Il Sindaco di Casoria decide di dedicare una strada al Generale Carlo Alberto Della Chiesa? Osservo che, all’epoca, era il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Casoria e che in quella cucina vi è nata la figlia Rita. Tante notazioni: vecchi e nuovi amici che insieme cercano di realizzare un programma di assistenza ad anziani affetti da demenza e a chi li assiste. Un’altra notazione va fatta sul tema”Urbanistica e gestione del territorio”. I socialisti sono stati per anni gli occupanti del Settore Assetto del Territorio. Oggi, lo dirige l’Arch. Salvatore Napolitano anche se l’Assessorato lo ha tenuto per se il Sindaco, l’avv. Pasquale Fuccio. Non è stato spiegato il perché una nuova amministrazione che, in campagna elettorale, ha dichiarato di mettere in atto l’esportazione della democrazia, non sia stato nominato l’Assessore all’Assetto del Territorio. A base di fosforo, a base di repressione dei diritti più elementari, fa piacere ricordare quanto dichiarava dieci anni fa l’allora Vicepresidente della Provincia di Napoli: “Casoria è stata saccheggiata. Il diritto urbanistico, in questa Città, non è stato mai rispettato”. A base di quello che affermava Antonio Pugliese, e non certo solo lui, ci sono le costruzioni di via Castagna, via Nicola Rocco, via Cavour, anche qualche “nascosta e segreta sopraelevata abusiva” dalle parti del Comando di P.M., al Corso Umberto e nella “commerciale zona”di via San Salvatore, la strada provinciale Cantariello degli afragolesi, o nella “condonata o abusiva zona” di via Brindisi e traverse. Ma ci sarà certamente dell’altro che all’intelligence investigativa delle forze dell’ordine non sarà certamente sfuggita. E la democratica Casoria raggiunse quota 300 per i condonati dall’indulto di Mastella, colui che per 30 anni è stato deputato al Parlamento ed oggi è Sindaco di Benevento. E che dicono i boss, i capi di questi giovani puledri imbizzarriti nei vicoli e nelle strade di Casoria: “e che ci possiamo fare? Non sono controllabili”. La stampa dice qualcosa? No problem, ci pensi il Sindaco di Casoria, ricordandogli una sua iniziativa di qualche anno fa quando presentò in un affollatissimo Madrinato San Placido lo Sportello Anti Racket. continua a pag. 4


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4 SEGUE da pag. 3

Piccola ulteriore nota: cin cin: il Capitano dei Carabinieri, Pierangelo Iannicca, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Casoria, è stato trasferito. Auguri al suo successore, al giovane Capitano Francesco Filippo ed a tutti i carabinieri. E poi la mente ulivista, il vicepresidente del consiglio regionale, Tommaso Casillo, in una sola settimana due e più comunicati stampa: “il commento, naturalmente positivo, sugli interventi del Presidente De Luca, poi la proposta di dedicare le Universiadi a Napoli del 2019 a Pietro Mennea”. Cosa avrà pigolato l’ex senatore nei suoi incontri con il Presidente della Giunta Regionale? Un tuffo carpiato con doppio avvitamento. Casillo lo sta facendo per difendersi dalle tanti accuse che gli rivolge la società civile, quella “politica”, i suoi ex elettori, i suoi ex delfini, i suoi ex galoppini: le privatizzazioni, le lottizzazioni, le cementificazioni. “Abbiamo fatto bene ad avviare le privatizzazioni della Nettezza Urbana e del Servizio Acquedotto ma non abbiamo poi curato una effettiva liberalizzazione”. Come diceva Gramsci – osservava dieci anni fa colui che è stato per 25 anni il leader della politica casoriana – “l’intervento statale non è

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scevro di pericoli”: salti mortali di gioia per i palazzinari di sempre. Ed è sempre il perverso rapporto pubblico – privato a ossessionare i sogni – o meglio i sonni ormai – del miscuglio politico casoriano. Le opere compensative Tav? Eccole servite sul piatto: verificate l’utilizzo. Cercate di salvare il controllo pubblico su acqua, monnezza, palazzetto, scuolabus, tributi,

lo stadio. Fate il possibile per evitare che il business dei rifiuti finisca in mano a consulenze, amici & prebende. Mancano, per adesso, solo i violini, la voce dei tanti cantanti neomelodici esibitisi in Villa Comunale nelle serate musicali, vera passione dei cittadini casoriani, e ‘na pizza, offerta nella festa paesana dei sapori locali, sempre in Villa Comunale.

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Alessia Diano

Perizia 10392: tutta la verità su Montefibre L’articolo 2087 del Codice Civile, in merito alla tutela delle condizioni di lavoro, sancisce che: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. L’imprenditore ha dunque, per legge, l’obbligo di organizzare il lavoro in modo tale da garantire la sicurezza e la salute dei dipendenti, quest’ultima, indicata tra l’altro come “diritto fondamentale dell’individuo” nell’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana. Ma la teoria è spesso, ahimé, diversa dalla pratica. Lo sanno bene gli ex dipendenti dello stabilimento Montefibre di Acerra e Casoria. La controversa storia dell’azienda, nella quale per decenni sono stati prodotti fili sintetici, di plastica e fibre poliammidiche tessili, è stata ripercorsa nella perizia tecnica redatta dal Prof. Massimo Menegozzo e dal Dr. Pietro Comba, chiamati presso la Procura della Repubblica di Nola davanti al P.M. Dr. Giuseppe Cimmarotta l’11.06.2002 per svolgere un lavoro di consulenza tecnica sui rischi presenti nel ciclo lavorativo, con particolare riferimento al rischio amianto e altri fattori di rischio oncogeno, sulle misure di prevenzione adottate nello stabilimento e sulle eventuali patologie professionali determinate dall’esposizione a fattori di rischio rilevanti. L’esito della perizia (PROC N. 10392/2001), è chiaro: la Montefibre è colpevole di diversi reati. Nelle 362 pagine della consulenza tecnica sono stati riportati i dati dei dipendenti, le patologie da cui sono stati affetti e le errate e superficiali valutazioni fatte dagli esperti chiamati in causa nel corso degli anni. Secondo Menegozzo e Comba, nel ciclo lavorativo dell’azienda Montefibre il rischio amianto era presente fin dall’inizio della sua attività nel lontano 1977,

ma fino al 1994 l’azienda ha negato non solo la presenza del rischio amianto, ma addirittura di materiali che lo contenessero. I rivestimenti isolanti di tubazioni, le caldaie, le lastre, le guarnizioni e i telai dimostravano ben altro, ma solo a seguito di una prescrizione emanata dall’ASL NA4 nel 1997 vennero svolte delle prime indagini dalla società ESIA. (Rapporto 2206, Procura di Nola Sezione Lavoro). Indagini ritenute, tra l’altro, da Menegozzo e Comba “significativamente imprecise” in quanto “consideravano il monitoraggio ambientale come unico criterio per valutare il rischio.” Per valutare correttamente la condizioni di materiali contenenti amianto (articolo 21 D.P.R. 303/56) bisogna, invece, controllare se si tratta di materiali friabili o compatti, se i materiali sono confinanti o sottoposti a elementi disturbanti e se sono esposti ad attività usuranti. La normativa vigente, ignorata dalle indagini della ESIA, è stata poi mal interpretata anche dalla seconda valutazione condotta dall’azienda Dames & Moore. E intanto la gente si ammalava. I casi di cancri alla laringe, di neoplasie polmonari e di mesoteliomi pleurici aumentavano di giorno in giorno e sebbene già dalle prime indagini fosse stata individuata un’incidenza di mortalità maggiore per mesotelioma pleurico nella fascia

di età 45-49 anni, chi di dovere non ha saputo, o forse voluto, confermare che le gravissime, e mortali, patologie che affliggevano numerosi dipendenti della Montefibre erano direttamente riconducibili all’esposizione a materiali di accertata natura cancerogena. Sono state le contestazioni dell’ASL NA4, in particolare nella figura della Dott.ssa Maria Adele Nisi, a portare poi alle bonifiche dello stabilimento di Acerra, effettuate tra il 1997 ed il 2001, bonifiche effettuate però vent’anni dopo l’inizio dell’attività di quella che è stata definita la fabbrica della morte. Ottantotto le morti accertate per le quali è stato avviato un procedimento penale contro il gruppo lombardo. I tecnici incaricati hanno infatti potuto stabilire con certezza scientifica la connessione tra i decessi ed esposizione a materiali contenenti amianto. Per anni si è voluto negare qualcosa che era assolutamente palese. Lapidaria la sentenza di Menegozzo e Comba: “nessuna misura di prevenzione è stata messa a punto nonostante fossero dovute, conosciute e disponibili”. DOVUTE, CONOSCIUTE E DISPONIBILI. Per il testo completo della perizia si consulti: http://www.ambientesalute. eu/wp-content/uploads/perizia-montefibre-Acerra.-Menegozzo-Comba.pdf


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GIUSEPPE NAVARRA

Street Control o City Control? Domenica 4 sett. un mio coetaneo che conosco dai tempi in cui giocavo a pallone mi ha fatto leggere un avviso del Comando di Polizia Municipale (CdPM) e mi ha chiesto: “Pinù, ma pecché invece ‘e scrivere street control, nunn’anne scritto cuntrolle stritte?” La scelta dell’espressione inglese è, a mio avviso, una scelta felice anche se l’omofonia tra l’inglese “street” e il napoletano “stritte” aveva portato il mio amico fuori strada. Ormai l’inglese impazza nel politichese, nel burocratichese, nello sport, per non parlare del linguaggio tecnico-informatico e Street Control suona meglio di Controllo delle Strade. Breve, conciso. Nell’avviso del CdPM destinato ai cittadini casoriani si annuncia che dal 5/9/2016, grazie ad un “sistema di rilevamento Street Control”, verranno effettuati i seguenti controlli delle infrazioni del Codice della Strada: sosta vietata, copertura assicurativa e revisione dei veicoli. Segue un nutrito elenco di strade da monitorare a destra ed a sinistra di Via P. di Piemonte e Pio XII, compreso il centro storico ad eccezione di Via P. Ludovico, Via Nuova P. Ludovico e Via San Benedetto. Naturalmente anche Arpino sarà sorvegliata. Nel nr 27 di Casoriadue, Valeria Postiglione ha illustrato esaustivamente il funzionamento di questo moderno rilevatore di infrazioni, ma ha anche ipotizzato la nullità dei rilevamenti telematici in base ad un parere del Ministero dei Trasporti: Parere nr 2291 del 3/5/2012. Il codice della Strada prescrive che l’infrazione deve essere contestata in loco al trasgressore e, solo dopo aver accertato la sua irreperibilità, la multa può essere inviata via posta. Perciò no alle multe “en passant” dalle Street Control Cars. Il vigile è obbligato a scendere dalla Street Control Car, a fare una breve ricerca del trasgressore e solo se non lo rintraccia,

può stendere il verbale da inviare. Poi passa alla successiva auto in sosta vietata. Ma quel che lascia perplesso più di un destinatario dell’avviso riguarda la sospensione dello Street Control nella sosta pranzo (12- 16) e dopo la movida (ore 19). Si potrà impunemente infrangere la legge nella sosta pranzo e alla movida serale? Forse non disponiamo di un sufficiente numero di vigili e di auto? E gli scooteristi con e senza casco? E quelli che non allacciano la cintura? E quelli che, affetti da otite cronica, guidano con una mano al volante e l’altra all’orecchio dolente? Costoro sono esclusi dallo Street Control? Non sarebbe bene estendere i controlli anche a loro? Una City Control onnicomprensiva sarebbe più adeguata a contenere le intemperanze dei nostri cittadini. Comunque plaudiamo a questa bella iniziativa che, si spera, porterà un poco d’ordine in questa sfortunata città. Nel commentare l’iniziativa con altri amici è stato notato che lo Street Control non includeva neppure “Munnezza e Dogshit Control”. Per cui ognuno ha dato il suo contributo alla discussione citando esperienze di altre istituzioni. Pare che il nostro Governatore acquisterà (o ha già acquistato,) 8 droni, 200 webcam, telecamere a infrarossi ecc. per il controllo ambientale. E’ la lotta ai roghi. Perché non prendere lo spunto dall’iniziativa del nostro Governatore ed

acquistare qualche dronetto, mini-webcam e videocamere per scoraggiare gli sversamenti abusivi e punire coloro che lasciano in loco i depositi canini? A questo punto un altro amico cita la trovata del Sindaco di Olbia che ha lanciato la campagna “Ripresi con le mani nel sacco” e ha fatto circolare un camion vela con le immagini dei posa-sacchetti-perstrada. In alternativa, suggerisco io, il CdPM potrebbe fare un appello agli internettisti, ai frequentatori del social web, ai facebooikisti, ai tweetisti, agli youtubisti per Promuovere una campagna anti-cittadini-zozzoni, imbratta-strade, posa-sacchetti delle piazzole di sosta dei raccordi e insozza-periferie. Ormai un gran numero di giovani e meno giovani si sposta in città munito di ipad, ipod, smartphone, cellulari con zoom incorporato ed aggeggi di ultima generazione. I possessori di questi tecno-gioielli potrebbero foto-riprendere o videoriprendere i trasgressori ed inviare foto e filmati all’autorità competente per i provvedimenti o farli circolare sul web. La vergogna è un deterrente più efficace delle sanzioni, sperando che nessuno si suicida per questo. Perché non organizzare una task force di whistleblowers per la tutela dell’ambiente? Guardie ambientali-ausiliarie-volontarie? Gli amici scuotono la testa in segno di diniego. “Prussò, non si può. C’è la privacy”, obiettano e m’informano che “a Roma il Comandante Clemente ha fatto sorgere un vespaio di proteste perché su segnalazione di tweeters ha comminato multe ad alcuni trasgressori”. Si, è vero, replico. Non c’è ancora una legge che protegga i whistleblowers anticorruzione e anti-zozzoni. Ma la nostra è una provocazione. La provocazione dei tanti che non ne possono più di vivere nella sporcizia per colpa di una minoranza di cittadini incivili.

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DANIELA ABBATE

Il nuovo volto del turismo religioso

In occasione del centenario dalla fondazione della Chiesa del Sacro Cuore di Casoria visitatori e fedeli hanno potuto ammirare la nuova facciata dell’edificio. I lavori di ristrutturazione e di abbellimento sono cominciati in estate e sono terminati con l’apertura della Porta Santa e la visita da parte del Cardinale Crescenzio Sepe. Dopo quasi 50 anni dall’ultima volta, l’esterno della Chiesa brilla di una luce nuova. Che possa essere uno dei fari per i turisti che vorranno ripercorrere la storia della nostra città.


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ANTONIO BOTTA

IL CARDINALE SEPE A CASORIA PER LA BENEDIZIONE DELLA MENSA DEI POVERI

“Se si sogna da soli, il sogno resta tale, ma se si sogna insieme, allora è possibile che esso diventi splendida realtà”: è accaduto ciò con la realizzazione della prima mensa dei poveri a Casoria, situata nell’ex chiesetta di Sant’Antonio Abate, in via Duca d’Aosta, a pochi metri dall’omonima chiesa di cui è parroco don Marco Liardo, convinto e tenace sostenitore del Progetto di carità. Egli, però, è ben consapevole che senza la mano provvidenziale di Dio e senza il fattivo apporto di tanti fedeli, il sogno non si sarebbe attuato.. “La mensa Caritas”- afferma, infatti, - “nasce da una proposta fatta da un fedele anni fa. I lavori iniziarono tre anni fa grazie al generoso impegno del sig. Gaetano Lanzano e della sua impresa edile. Abbiamo avuto aiuti di lavoratori della parrocchia Beato Vincenzo Romano di Melito e di una folta schiera di volontari, sempre disponibili. Tutti vorrei ricordare e ringraziare, come anche Associazioni che hanno contribuito con fondi raccolti per lo scopo specifico. Ma fin dall’inizio della comunicazione della notizia che si voleva aprire una mensa per i bisognosi, tanti hanno voluto offrire qualcosa. Commoventi sono stati soprattutto gli oboli di chi si è fatto carico di qualche spesa più grande, come il frigorifero, o del quattordicenne che ha ricavato 42 euro dalla vendita dei suoi libri usati e li ha generosamente offerti. Alla notizia che si stava per aprire, annunciata ad Agosto, circa 80 persone hanno risposto con entusiasmo. Il 26 Settembre scorso l’inaugurazione e il rodaggio di una settimana; il 5 Ottobre la benedizione del Cardinale Crescenzio Sepe alla presenza di circa 200 persone, tra ospiti, volontari,il decano don Massimo

Vellutino, il Sindaco Pasquale Fuccio e una folla di fedeli attratti dall’idea di vedere attuata anche nel nostro territorio una iniziativa in grado di favorire un centinaio di “invisibili”tra coloro che vengono serviti nella sede e coloro che preferiscono l’asporto”. Molto soddisfatto il nostro Arcivescovo dell’apertura della mensa, “segno” concreto di carità fattiva, “di una Chiesa, come spesso ha sottolineato, “non centrata su se stessa, ma missionaria, proiettata verso la comunità degli uomini”, in particolar modo di coloro che si trovano ai margini del banchetto della vita, di quelli che sono costretti a rosicchiare le briciole sparse dagli insaziabili ingordi. Dunque, la mensa dei poveri, benedetta da Sua Eminenza, è espressione di una fede viva, genuina, capace di stimolare l’uscita dalle mura della sagrestia e del tempio per aprire il cuore al bene di tutti, in particolare delle vittime di una persistente crisi economica, purtroppo in crescita, soprattutto nei nostri territori, “Nel momento in cui facciamo un gesto di bontà, di solidarietà, di generosità” – ha posto in evidenza il Cardinale – “incontriamo Cristo, che ci ripaga per quello che facciamo e noi non ci dobbiamo mai stancare”. Gli indigenti, infatti, che bussano alla porta della mensa per ricevere un piatto caldo, rivelano il volto del Padre celeste e chiedono la capacità, da parte dei volontari, di porsi nei loro confronti in atteggiamento accogliente e fraternamente premuroso, in cui ciascuno possa sentirsi rispettato nella sua dignità di figlio di Dio. Al riguardo, i circa 80 volontari, che si alternano, dal Lunedì alla Domenica, alle ore 12,00, a servire Cristo nei poveri (“Avevo fame e mi

avete dato da mangiare”, avevo sete e mi avete dato da bere”), illuminati dal confronto con la Parola di Dio e sostenuti dalla preghiera e dall’ Eucaristia, sono consapevoli che bisogna imparare ad ascoltare con umiltà, a prestare attenzione ai silenzi, spesso più eloquenti di qualsiasi parola, agli sguardi, alle espressioni del viso, per costruire una relazione di amicizia fraterna, per dire al povero che è una persona importante, per fargli capire che anche lui è una ricchezza per noi, che dalla sua storia, dalle sue vicende si può imparare qualcosa per la nostra vita. Il fatto che don Marco abbia intitolato la mensa a S. Teresa di Calcutta rivela il modo in cui egli desidera che ci si avvicini agli indigenti che beneficiano della mensa: per la Suora, elevata di recente agli onori degli altari, che offriva il sorriso e l’amore del Padre celeste agli ultimi tra gli ultimi, non contano solo gli atti di bontà, di umana e cristiana solidarietà, ma soprattutto la tenerezza e la delicatezza con i quali vengono compiuti, fino a far dire a un infermo, qualche attimo prima di morire e da lei curato: “Ti ringrazio, perché finalmente ho conosciuto il volto di Dio e ho sperimentato quanto mi vuole bene: Il Signore ha il tuo sguardo e ha i tuoi occhi. Ora posso morire contenta, senza paura”. Nell’anno pastorale in cui il Cardinale Sepe invita le comunità ecclesiali della Diocesi napoletana a vivere la terza opera di misericordia corporale, “Vestire gli ignudi” , l’apertura della prima mensa dei poveri a Casoria costituisce una concreta occasione per “vestire” di dignità “con il mantello della carità” fattiva e operosa per tutte le persone che beneficiano del servizio della mensa.


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GIANLUCA GRIMALDI

Napoli e il terzo settore raccontati da Alessandro Sansoni Volontariato, giornalismo, politica: una conversazione con il dott. Alessandro Sansoni può portare a vari argomenti. Quella che svolge è un’attività variegata e piena che lo vede protagonista come presidente della federazione provinciale di Napoli della MODAVI (Movimento delle associazioni di volontariato italiano) e consigliere nazionale dell’ordine dei giornalisti. MODAVI Federazione Provinciale di Napoli, di cui lei è presidente, si occupa di vari ambiti, tra cui integrazione dei migranti. Qual è la linea da seguire in tale ambito? Ci deve essere un approccio controllato, non un’accoglienza spregiudicata. Allo stesso tempo bisogna fare iniziative tarate sulla propria appartenenza etnica. Si può chiedere, pretendere che rispettino le nostre leggi, dopodiché le iniziative per favorire l’integrazione devono considerare che si tratta di comunità diverse e quindi deve esserci anche la possibilità di preservare la loro identità etnica. Nell’ottica napoletana come si colloca il volontariato? Parlare di volontariato è riduttivo, dovrebbe parlarsi del terzo settore, un mondo variegato: parte dell’attività è svolta da volontari, l’altra metà da professionisti del settore. La tenuta c’è qui a Napoli. Il problema è che manca una collaborazione efficace con le istituzioni, non solo in termini finanziari ma anche di altra natura. Tanto più oggi che le spese per le prestazioni sociali della pubblica amministrazione sono sempre meno importanti. C’è bisogno di un’amministrazione in grado di coordinare questa attività del terzo settore, di valutarne l’efficacia e che possa prendere impegni precisi. In una precedente intervista, parlando della diffusione della droga tra i giovani, lei chiedeva di non distinguere più

tra droghe pesanti e leggere. Si tratta di una distinzione meramente tecnica che non ha una ragion d’essere all’approccio al problema droga. Oggi più che mai, dove anche le droghe pesanti vengono utilizzate come fossero droghe leggere, ossia come strumento che ha una diffusione di massa, non più riservata a fasce marginali della società. Lo Stato deve essere coerente: le droghe fanno male o no. Quindi lei è contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere? Non esistono droghe leggere. Nel 98% dei casi chi fa uso delle cosiddette droghe pesanti, prima era consumatore di droghe leggere. Di conseguenza, il rapporto è molto stretto. Ovviamente non tutti quelli che si fumano una canna passano ad altre droghe, ma il rapporto è comunque molto stretto. Quindi non ha senso, nel momento in cui lo Stato afferma che l’utilizzo delle droghe è illegale, fare questa distinzione. Cosa diversa è l’utilizzo terapeutico della cannabis. Lei è stato candidato al Consiglio Comunale di Napoli, ponendo l’attenzione su alcuni progetti che dovevano realizzarsi con fondi europei ma che non sono stati più realizzati. Pensa che con De Magistris bis ci saranno degli sviluppi al riguardo? Il problema è di natura politica. Una parte consistente dei fondi europei nella nostra Regione non viene utilizzata, i progetti non sono realizzati sia perché la burocrazia è lenta sia perché la politica è distratta, ma il punto nodale è un altro: i fondi europei sono fondi aggiuntivi, non stanno lì a disposizione dell’ente locale perché siano spesi; per spenderli devi metterci il cofinanziamento, dunque risorse ordinarie. Se, però, lo Stato tende a trasferire sempre meno fondi agli enti

locali (in particolare al sud), è chiaro che i fondi europei, poi, non vengano utilizzati. Il problema è dunque di natura politica. Problema di una classe dirigente napoletana che non riesce a farsi rispettare dal Governo centrale e a ottenere le risorse ordinarie che servono per varie operazioni infrastrutturali. Non credo che ci saranno sviluppi particolarmente significativi o produttivi. L’attenzione è tutta concentrata su Bagnoli che è un problema molto meno importante di altre questioni. Lei è anche consigliere nazionale dell’ODG. Dal 2014 sono in atto i corsi di formazione professionale per gli scritti. Qual è l’andamento? Come ordine nazionale, ma anche qui in Campania, abbiamo messo in atto uno sforzo straordinario per realizzare una formazione quanto più ampia possibile. Tra l’altro in Campania è totalmente gratuita. Non era una cosa facile, perché tutto questo è stato fatto senza risorse. Devo dire che la Campania, sotto questo punto di vista ha raggiunto un risultato notevole. All’inizio c’è stata da parte della platea una certa resistenza rispetto a questa novità. Poi l’apprezzamento è salito sia per gli eventi di discreta qualità sia perché ci si è resi conto che è anche un modo per vivere la categoria. Ci sono incontri a cadenza settimanale, se non quotidiana, in cui tutti i giornalisti possono incontrarsi e scambiare idee, conoscersi, cosa molto positiva per i più giovani che vivono spesso in condizioni di precarietà. La professione giornalistica tocca tanti e tali aspetti che necessita di un ampio ventaglio di formazione. L’ideale sarebbe disporre di maggiori risorse per fare corsi sempre più accurati con una programmazione che abbia obiettivi strategici da raggiungere.

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12 CARMEN PALUMBO

ALESSIO SPATARO DA EX CALCIATORE A SUPERVISORE TECNICO DEL MILAN

“Se hai un sogno, devi crederci fino in fondo e non permettere a nessuno di limitarne la realizzazione, soprattutto a te stesso”. Questo è il pensiero che caratterizza la vita e la carriera di Alessio Spataro, ex calciatore, Mental Coach e attualmente Supervisore tecnico per la Società Calcio Milan. Un percorso di vita sicuramente molto tortuoso, un sogno nel cuore che è riuscito a realizzare e la forza di ricominciare una nuova vita, ripartendo con una nuova professione. Tutte queste caratteristiche fanno di Alessio Spataro, la dimostrazione più evidente che nella vita non bisogna mai arrendersi agli ostacoli e che nessun obiettivo deve essere considerato irraggiungibile. Alessio Spataro inizia la sua carriera di calciatore giocando in C1 e C2, prima con la Massese, poi con il Venezia Mestre e successivamente nell’Aglianese e nel Cascina. Purtroppo è costretto a fermarsi molto presto, numerosi infortuni gli impediscono di continuare il suo sogno di calciatore, tra i 26 e i 27 anni, si allontana per forza di cose dal campo di calcio. Prima un infortunio al perone e successivamente una cisti al ginocchio, spezzano il suo sogno di arrivare in alto. Nonostante questo la sua forza di volontà non viene meno, si getta in un nuovo mondo, apre davanti a sé una strada completamente diversa, senza mai abbandonare la passione per il calcio. Si avvicina al mondo del Mental Coaching e si laurea alla Sapienza di Roma presso la facoltà di Scienze delle comunicazioni. Diventa così docente ed organizzatore

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ANTONIO RUSSO

Salvatore Amato: l’instancabile calciatore, allenatore ed istruttore Ai microfoni di Casoria Due questa settimana abbiamo Salvatore Amato, attuale responsabile tecnico, coordinatore degli istruttori e allenatore dei classe 2001 alla scuola calcio Luigi Vitale. Il tecnico ha avuto una carriera ricca di successi nelle principali leghe italiane. La sua carriera da professionista inizia a 18 anni nella Lazio in cui milita per quattro anni ed anche nell’anno della vittoria del primo scudetto bianco-celeste nel 197374 giocando con i famosi Chinaglia, Wilson e Frustalupi. Dopo i quattro anni passati nella capitale, Amato, si trasferisce nel Novara in Serie B. Da lì in poi gira tutta l’Italia giocando in squadre di Serie B, Serie C1 e C2 tra cui il Novara, il Siracusa, la Triestina e la Reggina. Tra i suoi successi possono essere annoverati ben sei campionati vinti tra Serie C1 e C2. Il suo ultimo anno da calciatore professionista è stato al Vigor Lametia di Lametia Terme in C2 dove nel girone di ritorno ricopre

la doppia carica di allenatore e giocatore. Il suo primo incarico da allenatore fu quello con il Siderno in Serie D per poi passare al Castrovillari ancora una volta nella regione Calabria. Ritorna in Campania allenando l’Albanova in cui vince il Campionato di Eccellenza riuscendo a raggiungere la promozione in Serie D. Altre squadre allenate da Amato sono state il Giugliano con cui vinse il Campionato di Eccellenza, l’Angri con cui vinse Campionato e Coppa Regionale ed il Sorrento in Serie D per quattro anni nel periodo in cui militavano giocatori ben noti al panorama calcistico internazionale come il portiere del Bologna Antonio Mirante ed il bomber Ciro Immobile attualmente in forza alla Lazio. Attualmente Amato ricopre il ruolo di responsabile tecnico ed istruttore della scuola calcio Luigi Vitale e, come ci tiene più volte a precisare: «Il mio ruolo è quello di insegnare calcio, con loro svolgo il ruolo di istruttore, non di al-

lenatore. Il mio obiettivo principale è quello di portare quanti più ragazzi possibili tra i professionisti e devo dire che abbiamo dell’ottimo materiale ma molto dipenderà da loro ed anche dai loro genitori. La Scuola Calcio Luigi Vitale è una società molto in vista ed è tenuta sott’occhio da tutte le squadre di tutte le principali leghe. L’obiettivo della società è quello di trarre il meglio possibile dai ragazzi.» In effetti sono molti i calciatori che hanno iniziato al Luigi Vitale ritrovandosi poi a calcare i campi delle maggiori squadre italiane, esempi dell’anno scorso possono essere Esposito finito in forza al Fondi o Migliaccio andato all’Hellas Verona. Dallo staff di Casoria Due auguriamo il meglio ad ogni calciatore della Scuola Calcio Luigi Vitale sperando di vedere presto realizzati i loro sogni di giocare nella massima divisione italiana.

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DOMENICO BORRIELLO

Avvocato Buffo: “Studio, passione e attenzione. E’ questa la ricetta da seguire nel mondo forense” Oggi accompagniamo i nostri lettori in un breve viaggio nel mondo forense, un pianeta decisamente interessante e variegato, con un’interessante chiacchierata con l’avvocato Andrea Buffo, una delle personalità più importanti nel campo, a cui abbiamo chiesto la sua sugli aspetti più belli di un mestiere così prestigioso come quello dell’avvocato e qualche consiglio che si sente di dare ai giovani studenti che hanno scelto quello dell’avvocato come sentiero da percorrere nel corso della propria vita. Avvocato Buffo, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito per questo breve viaggio nel mondo degli avvocati. Comincerei da una domanda tanto semplice quanto simbolica: quali sono gli aspetti più belli del mestiere dell’avvocato? Il mestiere dell’avvocato è il mestiere più antico del mondo, insieme ad un altro. Ma certamente quello dell’avvocato è un mestiere più nobile rispetto all’altro, diciamo così (ride). Ad ogni modo basti pensare al nome di Cicerone per capire quanto longeva sia e da dove partono le radici della storia dell’arte forense. Al giorno d’oggi il mestiere dell’avvocato è bello perché difendere validamente i diritti dell’uomo è un’arte nobile.

Se invece dovesse individuare degli aspetti negativi legati a questa professione? Sicuramente il cattivo funzionamento della giustizia dato che ci ritroviamo dinanzi a quella che potremmo definire una giustizia pachidermica, ci sono problemi legati alla pubblica amministrazione, alla lentezza della macchina della giustizia. Oggi sono tanti i giovani che sognano di diventare avvocato. Rivolgendosi a loro, ci sono dei consigli che si sente di dare a quelli che potrebbero diventare a tutti gli effetti dei futuri colleghi? Certamente. Il consiglio principale è quello di non prendere questa professione come un ripiego oppure come professione facilmente conseguibile. Quando mi sono ritrovato a svolgere delle iniziative di orientamento per i ragazzi ho sempre detto loro che c’è bisogno di passione, quella dell’avvocato è una professione che va fatta con cura, aggiornamento e studio. Ragazzi, percorrete questo sentiero solo se lo sentite veramente dentro e non perché lo ritenete un percorso di facili guadagni o, come già detto, un ripiego. Quindi se dovessi trovare delle parole chiave per loro, le parole in questione sarebbero le seguenti: passione, studio e attenzione.

SABRINA CIANI

Pronto in tavola: cosa metto nel piatto?

La corretta nutrizione e le buone abitudini favoriscono lo stato di benessere delle persone Menù fai da te, bevande “miracolose“, centrifugati sgonfianti, il continuo calcolo celle calorie, la ricerca della dieta perfetta che ci faccia perdere i chili in eccesso e stare in forma è il sogno di tutti. La parola d’ordine è dimagrire a tutti i costi e veder scendere l’ago della bilancia. Il rapporto non equilibrato con il cibo, la paura di ingrassare rende vulnerabili e condiziona il proprio stile di vita. Indispensabile è la corretta informazione. Ce ne parla Luca Tondini, nutrizionista. Dottore, come considera le diete restrittive? I termini “dieta” e “restrittivo” non solo non sono compatibili, ma li considero addirittura “antitetici”. Cerco sempre di trasmettere ai miei pazienti un concetto fondamentale: perdere peso e dimagrire, non sono la stessa cosa in ambito nutrizionale. Trovare chili in meno sulla bilancia, non sempre corrisponde alla riduzione del grasso corporeo

in più, e quando il regime dietetico è estremamente riduttivo e rigoroso, spesso a farne le spese è la cosiddetta massa magra, cioè il tessuto muscolare. La riduzione di questo tessuto essenziale per il metabolismo del nostro corpo, diminuisce la capacità di bruciare i grassi, predisponendoci a recuperare facilmente il peso perso, talvolta con gli interessi. Le diete più efficaci in termini di dimagrimento, cioè di riduzione della massa grassa, devono essere bilanciate, studiate e confezionate su misura, proprio come un abito sartoriale, tenendo conto del singolo, delle sue necessità fisiologiche e/o patologiche, e non ultimi, dei suoi aspetti di vita sociale. Diversi studi hanno accertato che, chi abusa di zuccheri va incontro a spossatezza e rallentamento cognitivo. Lei cosa ne pensa? E’ assolutamente vero. ccontinua a pag. 16


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16 SEGUE da pag. 3

Gli zuccheri, o carboidrati semplici (a differenza dei carboidrati complessi, detti amidi) come ad esempio quelli contenuti nei dolciumi o nelle bibite gasate, hanno la caratteristica di essere rapidamente assorbiti, aumentando sensibilmente la glicemia, i cui livelli sono tenuti costanti nel sangue dall’ormone insulina. Un abuso di queste sostanze, determina quindi, un’eccessiva produzione di quest’ormone, a cui consegue un calo drastico della glicemia (ipoglicemia); responsabile di sintomi quali difficoltà cognitiva e spossatezza, compromettendo quindi la capacità di attenzione. Pertanto, bisogna prediligere carboidrati a lento assorbimento, come quelli contenuti nelle farine e nei cibi integrali, che interferiscono meno sui livelli di glicemia, garantendo un costante rifornimento di energia a tutte le cellule del corpo, in particolare quelle cerebrali. Quali sono i principi dell’alimentazione che trasferisce ai suoi pazienti? L’aforisma che più si adatta alla vera missione del nutrizionista, fu coniato dal filosofo Feuerbach nel XIX sec. “Siamo ciò che mangiamo”. Bisogna quindi, nutrirsi bene per vivere bene. Il termine dieta deriva dal greco antico “daìta” e significa stile di vita. E’ necessario coniugare uno stile di vita attivo, con la consapevolezza di ciò che si consuma a tavola e fuori casa, adottando scelte basate sulla qualità e non solo sulla quantità e cercando di variare il più possibile, senza mai abusare e né tantomeno,

sottoporsi a estreme limitazioni. Questi obiettivi possono essere adeguatamente raggiunti, facendosi guidare da professionisti. Il fai da te, è decisamente inopportuno. Spesso sulle confezioni del prodotti leggiamo “senza olio di palma”. E’ così dannoso? Da diversi anni ormai, le ricerche scientifiche hanno dimostrato gli effetti negativi dell’olio di palma sulla nostra salute, e sinceramente, mi sorprende che solo da poco tempo, le industrie alimentari si stiano adoperando nel produrre alimenti che ne escludono l’utilizzo. L’olio di palma è un grasso di origine vegetale di scarsa qualità merceologica e nutrizionale, che tuttavia, ha costi ridotti e quindi, in termini economici, è più conveniente per le industrie alimentari. Gli effetti negativi sulla salute sono rappresentati principalmente dall’aumento dei livelli di colesterolo ematico, dalle caratteristiche pro infiammatorie, e uno stretto collegamento con l’au-

mentata incidenza di obesità e diabete (anche in età infantile), negli ultimi 20 anni. Consiglio di usare unicamente l’olio extravergine di oliva e imparare a leggere attentamente le etichette dei prodotti che acquistiamo. Ci può svelare qualche “trucchetto” salva peso? Paradossalmente il primo trucco per mantenere il proprio peso è non stare sempre a dieta! Cioè, non sottoporsi continuamente a privazioni alimentari che, a lungo andare, sottopongono a un grave stress il proprio metabolismo, conducendo talora a situazioni di “stallo” o di mancata risposta (laddove necessario), ad un regime dimagrante propriamente detto. E’ necessario poi preferire carboidrati “a basso indice glicemico” come i legumi o i cereali e le farine integrali, preferire il pesce alla carne, la carne bianca alla rossa; moderare il consumo dei latticini e ridurre drasticamente il consumo dei salumi, insaccati, alcoli e superalcolici; poco sale e iodato, ed infine preferire la frutta ai dolci, utilizzando almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura. Importante è idratarsi, non far mancare mai al nostro organismo i grassi buoni, la frutta a guscio per esempio (seppur con moderazione) e quelli contenuti nel condimento principale della nostra dieta: l’olio extra vergine di oliva. Consiglio sempre di tenere monitorato il proprio livello di attività fisica giornaliera con l’utilizzo di un semplice contapassi, osservare uno standard di almeno 10000 al giorno, target ottimale per garantire un buon livello di attività fisica.

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17 Psicologa - Psicoterapeuta

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Il bullismo e l’educazione alla comprensione dell’altro

Il bullismo e i suoi derivati, come il cyber bullismo virtuale, è un fenomeno sempre più inflazionato, a volte usato anche impropriamente, al centro di un vero e proprio dibattito pubblico: giovani, bambini, adolescenti beffeggiati, ripresi e derisi pubblicamente, vessati. Nei casi più estremi alle prese non solo con ferite emotive, ma anche fisiche e a volte mortali. Siamo di fronte a comportamenti aggressivi, violenti che riproducono dinamiche di branco, dove il più “forte” sottomette il più “debole” e gli altri molto spesso stanno a guardare, divenendone complici. Se si guarda al bullo come un giovane diseducato si può ancora pensare di fare qualcosa, se invece lo si “etichetta” con frasi del tipo “è carattere”, “è la sua natura” si arginerà solo il problema. Se dall’altro lato, invece, si pensa alla vittima come “debole” di natura, in completa balia dell’altro, si fa ulteriormente

danno. Affossando la sua già precaria autostima, bollandola di inettitudine e togliendole quel potere personale fondamentale per incidere positivamente sulla propria vita. Contrastare tale fenomeno è una scelta di sistema, in cui è fondamentale l’alleanza di diversi settori educativi: dalla famiglia, primo ambiente di apprendimento, alla scuola, per giungere al sistema dei pari, prendendo in considerazione fattori intrapsichici, interpersonali, culturali e socio-economici. Si tratta, infatti, di una rieduc-azione, ossia di at-

BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

tivare una serie di azioni volte a nuovi processi di apprendimento, in primis di carattere relazionale ed emotivo: infatti, in questi casi, si attiva un meccanismo del “sento e quindi re-agisco” a scapito di un’azione adulta più differita che si concretizza in un “sento, penso e agisco”, incidendo così sulla realtà senza volerla a tutti costi possedere.. È un processo alquanto complicato, che presuppone un lavoro di educazione emotiva. Quest’ultima permette di giungere alla comprensione dell’altro, al di là della semplice tolleranza, in un atteggiamento di simpatia (dal greco sympatheia, “provare emozioni con...”) e di empatia (dal greco “empatheia”, compartecipazione emotiva), aprendosi e accettando l’altro nella sua diversità e particolarità. Per ulteriori approfondimenti o se si vuole proporre una tematica di interesse, è possibile scrivere a psicologa@letiziaservillo.it

A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Caffè: 3 tazzine al giorno contro la demenza

I risultati di uno studio pubblicato sulla rivista The Journals of Gerontology, suggeriscono che circa tre caffè espresso al giorno (pari a un consumo di circa 261 milligrammi di caffeina) potrebbero proteggere dalla demenza. In questo studio, che ha coinvolto 6.500 donne over-65, si è potuto considerare l’incidenza della demenza senile su un ampio campione e analizzare gli effetti del consumo di caffè nel lungo termine. Già in passato precedenti lavori dimostravano le proprietà del caffè nel potenziare la memoria a lungo termine. Rielaborando i dati raccolti, i ricercatori hanno calcolato che, rispetto a chi consuma non più di 64 milligrammi di caffeina al giorno (che grosso modo è pari a un caffè espresso) coloro che ne consumano 261 milligrammi al giorno (pari a circa 3 tazzine di espresso o a due tazzine di moka) presentano un

rischio di ammalarsi di demenza o di deficit cognitivo ridotto del 36%. Per gli amanti del tè, il contenuto di caffeina ritenuto protettivo, equivale a circa 5 tazze di tè nero (200 ml circa l’una). E’ curioso notare, ad esempio, come le foglie di the abbiano un contenuto in caffeina circa doppio (2-4%) rispetto ai semi di caffè (1-2%); tuttavia, a causa del diverso metodo estrattivo, l’infuso contiene all’incirca quattro volte meno caffeina del percolato.

La caffeina non è contenuta soltanto in caffè e the, ma si trova anche in altre piante ed alimenti quali coca cola, cioccolato, bevande energizzanti, prodotti erboristici come il guaranà, per non parlare poi degli analgesici, dei cosmetici anticellulite o dei farmaci per malattie da raffreddamento. Il consumo di grosse quantità di caffeina - generalmente più di 400 mg al giorno (l’equivalente di circa 5 tazze di caffè espresso) - porta alla condizione conosciuta come caffeinismo. Il caffeinismo generalmente combina la dipendenza da caffeina con un ampio spettro di spiacevoli effetti fisici e mentali come nervosismo, irritabilità, agitazione, insonnia, mal di testa e palpitazioni cardiache. Si consiglia quindi di non superare le 3-4 tazzine al giorno e non berlo mai a stomaco vuoto.


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18 ANTONIO IAVARONE

Una scelta che conta

All’alba di questo terzo millennio, nel vasto campo dell’umanità, risuona nei cuori di alcuni giovani la voce del Signore Gesù che invita a lasciare tutto per essere simili a lui, povero, casto e obbediente. Ancora oggi il Signore non fa mancare alla sua Chiesa persone che con coraggio scelgono di seguirlo, come fu per i dodici discepoli che Egli “chiamò perché stessero con lui e per mandarli a predicare”. La nostra città, terra di santi, in questo mese è stata benedetta da un felice evento. Sabato 1 ottobre, infatti, nella parrocchia di San Benedetto abate, Mariarca Iavarone, giovane casoriana, è entrata a far parte delle suore Francescane elisabettine Bigie, fondate da San Ludovico da Casoria. Mariarca, dopo una gioventù passata tra famiglia, amici, studi e hobbies, ha deciso di accogliere la chiamata del Signore e consacrarsi a lui in modo speciale, vesten-

do l’abito grigio delle figlie del santo frate casoriano. La Santa Messa, presieduta da mons. Salvatore Angerami, vescovo ausiliare di Napoli, ha visto la partecipazione di alcuni parroci della nostra città, sacerdoti, seminaristi e religiosi uniti ad un popolo di fedeli in festa molto numeroso. Il Vescovo, nella sua profonda omelia, ha rivolto a Mariarca l’invito di Papa Francesco ai consacrati: “Guarda al passato con gratitudine, vivi il presente con passione, abbraccia il futuro con speranza!”. In ogni tempo, anche in quelli più difficili, c’è un segno di speranza! Continuamente Dio chiama e attende cuori generosi come quello di Mariarca e di altri giovani che, nella più sovrana libertà, scelgono di donarsi interamente a Lui. Il santo della carità, a distanza di circa due anni dalla sua canonizzazione, fa ancora sentire l’amore per questa nostra città.

Attraverso la vocazione di questa neo-professa, il santo francescano ci dice che una vita conformata a Cristo è una vita pienamente realizzata, che povertà, castità e obbedienza non sono parole antiquate che hanno a che fare con un passato ormai troppo remoto per essere vissute dall’uomo d’oggi. La carità sfrenata di Ludovico esprime innanzitutto ricchezza, ecco perché, la povertà che vivono i religiosi, non è mai acida, risentita o arrabbiata, ma è lieta e libera, libera anche di non essere riconosciuta, e lieta

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anche nella precarietà di chi “non ha dove posare il capo”, diventando così grandi profeti del nostro tempo denunciando la cultura dell’opulenza e del consumismo che si traduce nella “cultura dello scarto”. Auguriamo, dunque, a Mariarca e a tutto l’ordine delle suore Bigie di continuare ad essere nella nostra società testimonianza vivente della predilezione che Ludovico ebbe verso i poveri di ogni genere e di saper rispondere ogni giorno con generosità all’appello del Signore che chiama.

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GIULIANA DI CAprio

Commercialisti Napoli Nord: si rinnovano i vertici dell’Ordine territoriale!

Giovedì 3 e venerdì 4 novembre i commercialisti di Napoli Nord tornano al voto per rinnovare i vertici di categoria. Tre le liste ai nastri di partenza: “Rinnovamento e Trasparenza”, guidata da Antonio Carboni, presidente uscente di ANC Napoli Nord, storica sigla sindacale di categoria; la lista capeggiata dall’attuale vicepresidente uscente Bruno Miele e quella dell’afragolese Antonio Tuccillo, presidente uscente dell’Ente aversano. “Rinnovamento e Trasparenza” nasce dalla produttiva esperienza sindacale svolta dall’ANC Napoli Nord - hanno dichiarato i candidati della lista alla presentazione ufficiale ad Aversa - e vuole rispondere all’esigenza di dare concreta rappresentanza alle professionalità e ai territori che compongono l’Ordine di via Diaz. “La nostra squadra si pone l’obiettivo - ha chiarito il 47enne Antonio Carboni, candidato presidente – di trovare prioritariamente soluzioni ai problemi esistenti sul nostro territorio, anteponendoli a visioni di massimi sistemi che appaiono di secondario interesse per chi quotidianamente affronta le difficoltà della nostra professione. Non ci poniamo l’obiettivo di diventare un grande Ordine, assumendo ruoli di vertice nella geografia degli Ordini della Campania o sul piano nazionale. Noi intendiamo più semplicemente raggiungere l’obiettivo di avvicinare l’Ordine ai propri iscritti, rinnovando completamente le logiche di approccio alla professione. L’Ordine deve torna-

La comunità Ecclesiale di San Benedetto Abate in Casoria (NA) ricorda l’amatissimo Mons. MAURO PISCOPO nel 5° anniversario della sua scomparsa e invita la Cittadinanza Giovedì 20 Ottobre 2016 - ore 18:00 presentazione e distribuzione del libro “LA CHIESA DELL’ABBRACCIO Don Mauro Piscopo UN PRETE TRA LA GENTE” di Giuseppe Pesce e Ludovico Silvestri con la prefazione di Carmine Matarazzo ore 19:00 solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S. E. R. il Signor Cardinale CRESCENZIO SEPE Arcivescovo Metropolita di Napoli Il Parroco: don Pasquale FIORETTI

re a offrire ai propri iscritti servizi e al tempo stesso assicurare tutele, garanzie e dignità. La trasparenza, già obbligo di legge, è un dovere morale ed etico nei confronti di tutti gli iscritti, oltre che strumento per partecipare con consapevolezza alla vita stessa dell’Ordine e della professione”. La lista “Rinnovamento e Trasparenza” ha raccolto le disponibilità e l’impegno di donne, giovani commercialisti, ma anche di professionisti con maggiore esperienza, ordinistica e sindacale, desiderosi di offrire il proprio contributo per uscire dalla stagnazione in cui la categoria versa da troppo tempo! Questi i nomi dei candidati provenienti da Casoria, da Giugliano, Villaricca, Parete, Sant’Arpino, Aversa, Gricignano: Giuliana Di Caprio, Marco Idolo, Giuliano Chiariello, Vincenzo Pezone, Vincenzo Panico, Carlo D’Abbrunzo, Mauro Galluccio, Antonio Di Ronza, Roberto Iavarone, Enza Pisano, Nicola Carpentiero, Maria Teresa Del Piano, Giuseppe Miraglia, Massimo Di Sarno.

Augurissimi

40 Anniversario di Matrimonio Auguri ad Antonio Cignola e Maria Iorio per aver raggiunto un traguardo invidiabile. Da tutta la famiglia

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