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DOMENICA 9 OTTOBRE 2016

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Settimanale di Informazione

ANNO XV - N° 31 - DOMENICA 9 OTTOBRE 2016

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Casoria & l’intervista DI NANDO TROISE

DEGRADO E PECCATO La ricerca di un sacerdote con cui parlare di camorra e di illegalità mi è stata ispirata dal film di Roberto Faenza che racconta la vita di Don Pino Puglisi. Ho anche pensato ai preti anticamorra di Napoli. Ho pensato a Nunzio D’Elia perché è il Parroco di San Paolo, un quartiere che vive tutte le contraddizioni di questa Città: traffico impazzito, strade sporche, mancanza totale di identità, sovraffollamento urbano, cioè grandissima densità demografica, raid teppistici giovanili, e per finire, senza finire, appartenenza al clan confinante di Casavatore, una Città, quest’ultima, controllata dagli uomini di Secondigliano. Ecco perché il Parroco di San Paolo. Poi, Padre Nunzio è di San Mauro. E’ vissuto in vico V Santa Croce. Ho incontrato anche un ex tossicodipendente prima di entrare nella Chiesa di San Paolo. “Ero arrivato fino al buco. Mi facevo con l’eroina. E siccome a Casoria non ce n’è, mi dovevo spostare. E per procurarmela ho commesso rapine, furti, scippi, ecc. Oggi, grazie alla fede nel Signore,

Colloquio con Padre Nunzio D’Elia “E’ terra di frontiera. Senza cultura della legalità. E i cittadini non hanno una coscienza per reagire”

ne sono uscito”. Mi devi togliere una curiosità, gli chiedo. Scusami la domanda ingenua: come si fa ad usare per tante volte l’ago, la puntura? Lui mi risponde: “la prima goduria è proprio l’ago. Il primo piacere. Noi la chiamiamo agomania. Poi viene tutto il resto”. E vado a San Paolo, non senza aver avuto un pensiero anche per don Mauro Piscopo, don Pasquale Fioretti, don Carmine Basile, don Elpidio Moccia, don Marco Liardo, don Arcangelo Caratunti, don Jonas Gianneo e per il Preposito Curato don Carmine Genovese e quello di oggi don Mauro Zurro. Trovo don Nunzio assorto nei suoi studi. Ha scritto diversi libri, recensiti sia dall’Osservatore Romano che da Nuova Stagione. Allora, don Nunzio, da quando si occupa di questa Città? “Con interesse più da vicino, per così dire con coinvolgimento, da quando sono Parroco e cioè da ottobre 1995. Avendo altri ruoli, esercitavo il mio ministero limitatamente a Casoria”. continua a pag. 5


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DOMENICA 9 OTTOBRE 2016 SEGUE da pag. 3

Con la camorra, le bande giovanili, il crimine diffuso? “E’ una sofferenza! Non ho esperienza diretta, ma è una sofferenza vedere come nella propria città anche questi problemi – fenomeni siano vivamente presenti. Eppure Casoria potrebbe essere una città modello. Ha tutte le possibilità per esserlo”. Cosa è, per lei, il “peccato sociale”? “E’ quello di vedere e sentire e non vedere e non sentire. E’ pericoloso quando si perde la sensibilità, perché quando si perde la sensibilità, perché quando questa viene a mancare, tutto è possibile ed è facile entrare negli spiragli del male, come camorra, bande giovanili ecc. L’indifferenza o l’egoismo sono grandi mali e grandi rischi”. Cosa si aspetta dai pubblici amministratori? “Mi attendo dai pubblici amministratori quello che non sanno o non vogliono fare. Attraverso una lettura socio politico religiosa affrontare periodicamente la

5 realtà del territorio. Ogni responsabile di settore dovrebbe per competenza, verificare con i collaboratori come vanno le cose. Altrimenti c’è un detto latino che dice : “mutua cuffatio e nulla combinatio”. Si potrebbero programmare quelli che sono i problemi nel giro di tre anni, ad esempio e sostenere quel problema da risolvere: creare interessi culturali con gli studenti di varie università, impedire l’evasione scolastica, curare la civiltà della pulizia della città, perché è vergognosa l’incapacità a risolvere il problema dei rifiuti ai piedi di un ASL e intorno ad una Parrocchia. E così tanti altri problemi. Spesso si dice la Chiesa che fa? Non è un’azienda sostitutiva dello Stato, ma è disponibile alla collaborazione e ad altre attività non note a tutti”. Ma vede anche aspetti positivi, nella Città, su cui far leva? “Credo alla capacità dei casoriani. Ci vuole una mente organizzativa che scenda nelle strade della Città, interrogando i cittadini e misurare le loro soddisfazioni e non, i desideri per

migliorare la vita sociale e pubblica con costanza. Diano la possibilità di fare convegni universitari anche in vista di politici di domani. Il politico, il Sindaco non nasce perché votato, ma perché ha esperienza di servizio alla Città e merita di essere eletto. Diversamente non cambia niente. Forse si potrebbe pensare alla possibilità di confrontarsi tra Comune e Parrocchie per un percorso unitario vantaggioso per Casoria. Occorrono attrezzature diverse perché si possano utilizzare le forze di Casoria che può ben vendere ad altre Città. Noi ci gloriamo di San Ludovico da Casoria, Santa Maria Cristina Brando, Santa Giulia Salzano, i tradizionali San Benedetto e San Mauro, ma non oscuriamo la storia di Casoria. Ci gloriamo dei grandi porporati come Maglione, Antonio Del Giudice, Castaldo. Bisogna riprendere quota. E’ possibile. Questa è la mia speranza”. Finisce qui la chiacchierata con padre Nunzio D’Elia, pastore di anime del quartiere più pieno di contraddizioni della Città di Casoria.

ANTONIO BOTTA

POLIAMBULATORIO DI MEDICINA SOLIDALE: “OASI” DI CARITA’ A CASORIA “Operiamo per dare un po’ di speranza e dignità a chi vive in situazioni drammatiche”: è quanto ha dichiarato il dottor Mauro Caiazzo, medico che offre parte del suo tempo settimanale nel poliambulatorio solidale “S. Ludovico da Casoria”, dove mette a disposizione le sue competenze professionali per assistere e prendersi cura della gente che vede il vuoto intorno a sé e chiede, oltre alle medicine che curano il corpo, anche e soprattutto balsamo per le ferite dell’anima. E’ una stupenda e divina realtà di Casoria questo ambulatorio di operosa carità, nel quale si respira l’atmosfera di amore evangelico che scosse la coscienza limpida e cristallina di S. Ludovico, spingendolo a dedicarsi ai più poveri: ai sacerdoti ammalati, agli immigrati africani, ai muti, ai ciechi, ai vecchi e agli orfanelli. Accomuna, infatti, i membri che vi operano con dedizione la premurosa attenzione , da intendere quale atteggiamento vigilante sugli altri,

quale trasparenza di sguardo e prontezza a notare ogni segno di sofferenza e a donarsi per assorbirli. “Il poliambulatorio di medicina solidale San Ludovico”spiega il dottor Caiazzo “ é situato, presso la casa-museo di San Ludovico da Casoria. L’idea di dar vita al poliambulatorio é stata del dr.Pasquale Longhi, neurochirurgo in pensione, di Casoria, subito condivisa da padre Alberto, responsabile spirituale dell’Ospedale Camilliani di Casoria; il tutto, naturalmente, per rendere omaggio alla memoria e alla figura del Santo attraverso il servizio alle persone meno abbienti e più bisognose. È un ambulatorio al quale accedono circa 30 medici specialisti, di un pò tutte le branche della medicina e della chirurgia, i quali concedono ore del proprio tempo per assistere persone bisognose. Allo stato da Marzo 2015 sono state effettuate oltre 2000 visite specialistiche.” segue a pag.7

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SEGUE da pag. 5

Come, concretamente, aiutare questi “medici di Dio” nella loro preziosa opera di solidarietà umana e cristiana? Diventando loro sostenitori con una quota mensile:5 euro al mese per i soci ordinari; 2 euro al mese per i soci ordinari junior (meno di 35 anni); 10 euro al mese per i soci sostenitori. Una goccia su un ferro rovente, nel senso che serve a ben poco? Assolutamente no! Direbbe S. Teresa di Calcutta: “E’ una goccia d’acqua su una lingua assetata”, contribuisce a rendere inestinguibile il fuoco di carità del nostro S. Francesco del Sud, ad alimentarlo con una piccola offerta periodica che, insieme a tante altre, permette ai volontari del poliambulatorio di porgere la mano del cuore alle fasce più deboli della nostra Città. “Insieme possiamo fare veramente tanto...aspettiamo te!”, coralmente affermano con forte convinzione, ben consapevoli che, attraverso la loro opera di volontariato, i malati, gli anziani, i figli degli indigenti possono riacquistare la dignità di figli di Dio. Pertanto, il Presidente Pasquale Longhi e tutti i medici che operano nel laboratorio invitano i tanti cittadini sensibili di Casoria, Città privilegiata dal Signore per i Santi che vi hanno dimorato ed operato, a contattarli per qualsiasi informazione e per richiedere il modulo di iscrizione. Intanto, l’ardore della carità, sull’esempio di San Ludovico, fa balenare nuove iniziative: un obiettivo che si sta perseguendo è di creare, come ha riferito Longhi, “dei gruppi di impegno per seguire a domicilio ammalati oncologici con l’apporto di più figure professionali specialistiche: medico internista, chirurgo, oncologo, psicologo, antalgista(sempre a titolo gratuito). Per questo, egli rivolge un accorato appello a medici specialisti che volessero donare anche solo due ore un paio di volte al mese con la consapevolezza e la certezza di tornare a casa con il cuore pieno di gioia e di serenità. Ecco, quindi, i numeri telefonici

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per contattare il dottor Longhi: 3386915221/0817587417. Per le prenotazioni delle visite, invece, i recapiti telefonici sono: 3314541648, dalle ore 9,00 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 18,00, oppure 081 – 19465129 (orario di ufficio). Lo spessore morale dei medici che operano nel poliambulatorio solidale S. Ludovico da Casoria ben si evince dalle ultime considerazioni del Presidente, sulla stessa lunghezza d’onda del Santo a cui si ispira il servizio della ONLUS da lui fondata, insieme con padre Alberto: “La tutela della salute non deve e non può rispondere a logiche di mercato che stravolgono i principi e lo spirito del mandato umanitario e della solidarietà. L’impegno di tutti è quello di mobilitare a favore delle persone bisognose ogni risorsa umana e materiale a disposizione, per recare loro aiuto nel più breve tempo possibile con l’efficacia, la competenza e la dedizione necessarie.” Un ulteriore appello, dopo queste sapienti parole, dettate da una fede genuina, lo rivolgerei personalmente alle compagnie teatrali di Casoria, sollecitandole ad allestire spettacoli per un atto di nobile solidarietà: devolvere il ricavo della vendita dei biglietti a favore del Poliambulatorio.

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Italians do it better. Un CASORIANO a Parigi

È ormai noto che gli italiani all’estero fanno meglio quello che farebbero in Italia. Ovviamente non è questione dell’aria o dell’acqua (anche perché se il segreto del caffè e della pizza è proprio quello, dovrebbe poter valere per tutto. È tutta una questione di strumenti e soprattutto d’investimenti! Insomma come scriveva qualcuno sulle magliette: Italians do it better, neapolitans che te lo dico a fare! A parte gli scherzi di eccellenze campane (oltre a quello nei pressi di Gianturco) ne abbiamo, e oggi parliamo di un nostrano D.O.P., Francesco Russo, medico chirurgo che lavora a Parigi. Figlio di ex Senatore, il dott. Francesco Russo è un chirurgo presso l’ospedale “Simone Veil” a Parigi. Il 18 novembre presenterà in un congresso a Lione, in Francia, una nuova tecnica chirurgica per le resezione del fegato. “È una grande soddisfazione essere presente da italiano e soprattutto da meridionale in un congresso internazionale organizzato da Francesi in uno dei templi sacri della chirurgia europea, l’università di Lione. Mi vengono in mente alcuni passi di una

famosa canzone di Paolo Conte, della quale non ricordo il titolo ma che recita così: Oh quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali quel naso triste come una salita quegli occhi allegri da italiano in gita... e i francesi ci rispettano che le balle ancor gli girano.... Condivido con lei questo piccolo successo mio e di Casoria dove mi sono formato dall’Asilo alla maturità classica e dove ho avuto l’opportunità

di incontrare grandi personalità, come Claudio Ferone che mi ha insegnato la cosa più importante che un ricercatore deve possedere, indipendentemente dal campo di applicazione del suo studio, il coraggio del dubbio, quel sarà pur vero, che abbatte muri e che conduce l’uomo verso nuovi orizzonti. Dedico questo risultato al caro Prof Ferone” Le parole di un uomo orgoglioso di ciò che è diventato, legato alle sue radici e parla con l’umiltà di chi ha raggiunto un traguardo importante con forza e sacrificio. Ricorda da dove è partito, ricorda il suo mentore, e la strada percorsa e si gode il traguardo. “Da italiano, da meridionale in Francia”, ricorda un po’ la storia dell’emigrante (non quello di Massimo Troisi), ma uno di quei cervelli che è fuggito fuori dall’Italia, perché troppo spesso la ricerca può andare avanti solo “all’estero”. Una verità un po’ amara, ma reale. Se non s’investe sulla ricerca e innovazione, nessun talento potrà mai mostrare il suo autentico valore. I medici insegnano: se non colpisci col martelletto sotto il ginocchio, il riflesso non parte mica da solo! Buona domenica.


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ELEONORA BELFIORE

“Sebastiano Seneca, l’ultimo dei sognatori”

Un viaggio ricco di visioni e di emozioni, una storia da raccontare nel silenzio di una lunga notte nordica Tutto è nato da un sogno e da una frase: “Preferisco essere la stella cadente, seppur di fugace apparizione, protagonista della notte, piuttosto che l’albero da lei illuminato”. Partendo da questa considerazione filosofica, Sebastiano Seneca ci conduce nel meraviglioso mondo di Modesto Casagrande, il protagonista del suo nuovo indimenticabile libro “Preferisco le stelle” . Ottimo oratore, scrittore di razza, dotato di grande ironia e talento, un vero signore, Sebastiano Seneca ha partecipato al programma radiofonico “L’uomo della notte” e nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Il Senatore, il Principe e il Minollo” (Graus Editore). Oggi, ci troviamo con lui per parlare della sua nuova fatica letteraria, “Preferisco le stelle”, edito dalla Turisa Editrice. Sebastiano, senza svelarci troppo della trama, ci puoi parlare del tuo nuovo libro, “Preferisco le stelle”? “Preferisco le stelle” è una storia d’amore, più simile ad un disegno un pò sfocato, da cui ognuno può trarre ciò che desidera vedere, che ad una di quelle foto così nitide dei moderni cellulari. È amore incondizionato verso Napoli e la volontà di raccontarla in maniera distante dai soliti stereotipi. Ma soprattutto, è l’incontro tra un sognatore ed una donna dalla razionalità assoluta”. Come nasce la collaborazione con la “Turisa Editrice”? Nasce durante una chiacchierata fatta a dicembre in un bar a Piazza del Gesù. Mi spiego meglio: conoscevo Sabrina Ciani, perché è stata la mia editor già ai tempi del mio esordio letterario. Io avevo scritto questa storia ancor prima della pubblicazione de “Il Senatore, il Principe e il Minollo”e durante un caffè

ed una sfogliatella, ora non ricordo bene l’ordine preciso, iniziai a raccontarle la trama e adesso, siamo qui a parlarne. Quali sono, secondo te, gli ingredienti che servono per rendere una storia davvero indimenticabile? Penso che il primo ingrediente sia la cura del o della protagonista, siamo tutti un pò egocentrici è inutile negarlo e ci piace riconoscerci in qualsiasi film o libro. Quindi, la possibilità di immedesimarsi nella storia, creare non solo una descrizione fisica attendibile, ma presentare lo stato d’animo delle persone che “popolano” le tue pagine, fare addirittura in modo che il lettore possa pensare a come potrebbero reagire in circostanze diverse da quelle narrate. Il luogo in cui si svolge la storia ha una certa importanza, ma non è tutto, serve a fissare ancora di più quanto ho detto in precedenza, ma ha più una valenza sulla memoria visiva perché credo che ogni scrittore voglia lasciare soprattutto un segno dal punto di vista emotivo. Una piccola curiosità per chi ci segue: quanto di Sebastiano c’è In Modesto? C’è tutto il mio essere “provinciale”. Per molti è diventata quasi un’offesa definire così una persona, io invece la valuto nella sua globalità. Essere provinciali, secondo me, vuol dire stupirsi per qualsiasi cosa, avere gli occhi di un bambino dinanzi a tutto ciò che si vede e

si vive. Ho cercato di dare questa caratteristica a Modesto, il continuo stupore nell’osservare Napoli, nel concepire l’amicizia e perché no, anche nell’innamoramento. Come e quando è nata in te la passione per la scrittura? È nata in treno. Impiegavo tre ore al giorno, tra andata e ritorno, per raggiungere l’Università. Mi ricordo che iniziai a prendere l’abitudine di annotare sul biglietto quello che succedeva, una frase o anche solo una battuta ascoltata nel vagone. Quei biglietti li ho conservati tutti, alcuni mi sono serviti da spunto letterario. Sogno di ricevere un premio dalla Circumvesuviana, perché saranno all’incirca più di cinquecento. Stephen King nei suoi romanzi ci ha insegnato che tutti gli scrittori hanno piccole manie e personali riti propiziatori. Puoi dirci i tuoi? Ho parecchie manie e sono una delle persone più scaramantiche che possano esistere, ma non nella scrittura. Perché sono cose che potrebbero rendermi abitudinario ed esserlo mentre provi a raccontare delle storie mi terrorizza. Preferisco nascere come una nuova persona ogni volta che inizio a scrivere qualcosa, ma naturalmente, mentre ti rispondo… incrocio le dita! Quali sono i tuoi prossimi progetti letterari? Puoi fornirci, in chiusura, a piccola anticipazione? Visto che ho pubblicato prima il secondo romanzo e solo adesso il primo, se volessi continuare in tal senso dovrei recuperare il quaderno dei temi delle elementari. No dai, non lo so ancora, ho un paio di idee in tal senso, forse un romanzo sul calcio o addirittura un giallo, a questo punto potrei dire un “giallo ambientato nel mondo del calcio”.


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CARMEN PALUMBO

ALBERTO ARBITRIO: “FARE IL CALCIATORE SIGNIFICA NON ARRENDERSI MAI” 11 anni. Attualmente si trova nell’organico della Carpisa Yamamay Calcio, qui occupa il ruolo di responsabile insieme a Gennaro Cavallino. La Società Carpisa Calcio si occupa sia di calcio femminile che maschile, l’allenamento parte fin dai piccoli per entrambi i settori e i risultati che questi ragazzi riescono ad ottenere, grazie al supporto dei loro mister, sono eccezionali. Il passaggio da calciatore ad allenatore comporta sicuramente molti cambiamenti, così come ci svela il Signor Arbitrio, ma la passione e la grinta sono uguali sia nel campo che fuori. “Cerco di dare dei consigli a questi ragazzi e in base alla mia esperienza cerco di migliorarli soprattutto caratterialmente”. Così Alberto gestisce oggi il suo lavoro, cercando di aiutare questi ragazzi che inseguono il proprio sogno ad affrontare tutti gli ostacoli che incontreranno. “Il mestiere del calciatore è difficile ed il consiglio che io posso dare ai giovani che desiderano intraprendere questa strada è di impegnarsi sempre e non arrendersi mai, gli ostacoli sul loro percorso saranno numerosi ma non dovranno mai arrendersi, solo così potranno raggiungere il loro obiettivo”.

Questa settimana abbiamo intervistato l’ex calciatore dell’Afragolese Alberto Arbitrio, che dopo una splendida carriera, adesso si trova nell’organico della Carpisa Napoli Calcio. La sua professione di calciatore inizia con la maglia del Marsala nel 1968, passa poi in serie B nella squadra del Palermo collezionando 16 presenze e viene poi ceduto in serie C alla Turris, dove sfiora per due campionati la promozione in serie B. Calabrese di origini, è proprio con la squadra del Catanzaro che raggiunge il momento più importante della sua carriera, disputa infatti 3 campionati in serie B ed uno in serie A, questa sarà la sua unica annata in massima serie. Ritorna poi nel Turris nel 1978, con cui gioca 24 partite portando a casa tre reti, successivamente veste la maglia della Nocerina in serie C1, con altre tre reti in 20 partite. La sua carriera di calciatore si chiude nell’Afragolese con due tornei in quarta serie e uno in serie C. Da giocatore sul campo si sposta poi ad un altro ruolo, quello di allenatore, dal 99’ al 2000 allena l’Ariano Irpino vincendo il campionato di promozione. Diventa poi responsabile della Puteolana rivestendo quest’incarico per ben

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La rubrica politicamente scorretta del Museo CAM di Casoria

con il direttore Troise, si analizzava lo stato attuale di Casoria e le conseguenze tragiche che la mala politica degli ultimi decenni ha prodotto sul tessuto sociale, culturale ed urbano della Cittá. L’indifferenza con la quale generazioni di politici hanno gestito la cosa pubblica è stata talmente criminale che anche le poche eccellenze emerse in questi anni rischiano di essere distrutte dall’indifferenza di chi non comprende che è solo con le politiche culturali che si puó tentare di far risorgere un territorio degradato come quello di Casoria. L’invito è dunque ai giovani di questa nuova amministrazione di non proseguire negli sbagli del passato perchè difficilmente la Cittá e lo stesso Museo CAM potranno superare indenni una ulteriore legislatura. Nel frattempo continua la fervida attività espositiva del museo CAM. Presso il CAM Museum di Via Calore a Casoria, da sabato 8 ottobre sono in mostra le opere di Gennaro Mele fino al 13 ottobre. Un’interessante occasione per una veduta ampia del suo percorso artistico la cui evoluzione continua e costante è caratterizzata dall’uso del colore e della linea del tutto particolare e personale.Il curatore della mostra Alessandro La Corte, che ha inaugurato la mostra afferma: “La mostra è decisamente piacevole e sollecita l’animo dello spettatore

“A volte l’indifferenza fa piú male che l’avversione dichiarata”. J.K. Bowling Mi è venuto a mente questa citazione di Bowling quando stamattina, discutendo

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grazie alla ricca presenza di colore nelle opere dell’artista Gennaro Mele. Accostatosi all’arte fin da giovanissimo, l’artista partenopeo ha dimostrato sin da subito una sensibilità assolutamente unica nella rappresentazione in chiave astratta delle tematiche scelte. Il suo ‘realismo astratto’, sempre misurato, si è aggrappato alla concretezza dei concetti espressi e non ha avuto il timore di misurarsi con tematiche sociali e scientifiche. Questa mostra racchiude uno spazio temporale di sei anni e comprende opere provenienti da tre esposizioni passate, arricchita da nuovi lavori. Dagli inizi de “La Bestia” alla realtà operaia e partigiana di “Rivoluzioni”, dalla ricerca scientifica di “Vitae” fino alle ultime ricerche esposte in anteprima per l’occasione, questa mostra sintetizza in maniera fresca e brillante il percorso evolutivo dell’artista, che si è ormai affermato come una delle realtà più particolari e di rilievo nel panorama milanese (e non solo) e che si appresta a entrare decisamente in una fase di piena maturità.” a cura della Direzione del Museo CAM

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PAOLA CONSOLETTI

AGOSTINO CASSALIA ED IL CALCIO NEL NOSTRO SUD

Il calcio giovanile in Calabria ed in Sicilia è firmato da Agostino Cassalia, agente FIFA, osservatore e procuratore per molte società professionistiche italiane. Cassalia infatti afferma che tra i ragazzi in Calabria, si sta svolgendo un ottimo lavoro, in quanto questi ultimi si confrontano spesso con società importanti. Osservatore dell’Ac Fiorentina, della Juve per le regioni Sicilia e Calabria. L’Osservatore e Procuratore, fa una premessa riguardo al gioco del calcio, spiega che un tempo si giocava per strada tante ore, rispetto ad oggi, poi si passava sui campi polverosi e non si rinunciava mai a giocare, sulla strada sono stati tirati i primi calci, e probabilmente proprio da lì che ci si rende conto di cosa si possa fare con un pallone tra i piedi, sulla strada, praticamente, ci si può sentire liberi di sbagliare e capire le proprie attitudini. Un tempo, il calcio da strada, era l’unica attitudine che dava la possibilità di stare all’aperto, senza reali pericoli, ed il calare del sole, faceva comprendere che bisognava tornare a casa. Gli anni 2000 hanno portato un aumento dei ritmi della vita, ormai correre è il nostro essere, ed in questo ritmo frenetico ci sono i bambini, i quali vengono “parcheggiati” davanti alla televisione o al computer a simulare gare di calcio. Lo sport viene praticato di rado, perché a farli divertire c’è la play-station, tutto questo è errato, in quanto la loro fantasia e la voglia di conoscenza sono riposti in un cassetto. I risultati poi non sono gratificanti, perché nascono le enormi difficoltà motorie e di socializzazione in cui crescono i bambini.

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Di questi bisogni, ogni scuola calcio dovrebbe farsi carico, come la Scuola Calcio Reggio 2000, di regalare al bambino, nelle varie fasi della crescita, uno spazio verde dove poter liberamente dare sfogo alle proprie necessità motorie e confrontarsi, nel rispetto delle regole, con altri bambini di pari età, in competizioni calcistiche che ne esaltino la lealtà sportiva, attraverso il sano confronto agonistico che ne tempri il fisico e ne forgi il carattere. Il divertimento del bambino e la tutela dei suoi bisogni, devono essere alla base delle programmazioni di tutte le scuole calcio, i tecnici e gli educatori professionali qualificati, sono importanti per il raggiungimento degli obiettivi di base, nell’ambito del processo educativo e sportivo per una corretta attività agonistica giovanile. “E’ importante formare un bambino calcisticamente, per farlo divenire un giovane calciatore e poi un uomo calciatore”. Questa è la scuola calcio tipo per Agostino Cassalia. Si può sottolineare infatti, che proprio da questa scuola tipo, la Calabria con Cassalia, ha dato la possibilità a numerosi ragazzi di essere visionati da

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società calcistiche importanti come: la Juve, l’Inter, la Roma, l’Empoli, la Fiorentina e l’Atalanta. In meno di due anni, alcuni ragazzi della regione Calabria, sono stati monitorati attraverso una serie di stage, ma anche visionati nel corso di alcuni tornei e ciò ha condotto questi giovani verso una svolta importante della loro vita calcistica, dopo tanto lavoro e sacrifici, grazie anche agli istruttori con la loro formazione, un sogno per loro è divenuto realtà, entrare nella squadra giovanile della Juventus. Come dice Cassalia, tutto questo è un sogno, una favola, che per i ragazzi non deve mai avere fine, soprattutto per quelli che credono, lavorano con il sacrificio e con lo scopo di raggiungere il loro difficile ma non impossibile obiettivo. E’ importante che il calcio giovanile in Calabria, in Sicilia ed in tutto il sud Italia, possa continuare in questo duro ma importante processo lavorativo calcistico, grazie ai tecnici, responsabili, istruttori e procuratori specializzati in scuole calcio.

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ANTONIO RUSSO

Intervista ad Alessandro

Sugoni di Sky Sport 24

Quali sono le più grandi sorprese di quest’anno calcistico e i più grandi flop? Premesso che ancora è presto per trarre conclusioni, in queste prime giornate le squadre che mi hanno sorpreso di più sono Chievo e Sassuolo. La prima viaggia a livelli ancora più alti dell’anno scorso, la seconda ha confermato di essere a tutti gli effetti entrata a far parte dell’aristocrazia del nostro calcio. E’ presto anche per parlare di delusione, ma sicuramente da Udinese e Fiorentina mi aspettavo un po’ di più. La Juventus squadra favorita anche quest’anno? Potrà vincere la Champions con la rosa attuale? Chi è la sua principale antagonista in campionato? La Juventus non è la favorita per lo scudetto, ma direi la grandissima favorita. Le avversarie principali sono sempre Napoli e Roma, ma le vedo comunque staccate. Per la Champions il discorso è un po’ più complesso: la Juventus fa parte del ristretto gruppo delle cinque-sei favorite, ma da lì a vincerla poi dipenderà da tanti fattori. Certo è un’ottima base di partenza…

Lo strano caso della pazza Inter. Giocatori top ma gioco flop. Spesi oltre 100Mln nel mercato estivo ma i risultati non sembrano vedersi tranne che in rare occasioni. Qual è il problema principale di questa squadra? Beh, cambiare allenatore poco prima dell’inizio del campionato di certo ha inciso, e per di più prendendo un allenatore che ha dovuto (e magari lo deve ancora fare fino in fondo) ambientarsi nel nostro campionato. De Boer sta provando a cercare l’equilibrio giusto in una squadra che vive momenti di grande esaltazione offensiva, alternati a momenti di grande sofferenza dietro. Sicuramente invece dove fin qui ha deluso tantissimo è stato in Europa League: lì deve cambiare marcia. Il Napoli cerca di tenere testa alla Juve nonostante la partenza di Higuain ma l’ultima partita si è visto il peggior Napoli della stagione. Quali i problemi ravvisati a Bergamo? A Bergamo il Napoli ha pagato una serie di cause..dalla stanchezza per il doppio impegno campionato-Champions ad una giornata non brillantissima di tanti suoi giocatori, per finire con una Atalanta in giornata davvero positiva. Ma credo che abbia tutte le carte in regola per dimostrare come quello sia stato un episodio isolato. E lo deve fare, se vuole rimanere almeno in scia alla Juventus. Crisi Crotone. La neopromossa in Serie A sembra sentire il peso della pressione della massima serie riuscendo a racimolare appena un punto in 7 gare. Campionato troppo difficile per una squadra così modesta? Di certo per il Crotone quello con la serie A non è stato un approccio facile. Vedremo se riuscirà a cambiare marcia e risollevarsi in classifica, anche perché in qualche partita ha raccolto un po’ meno di quanto avrebbe meritato. Di certo deve vivere con gioia questa sua prima annata in seria A, poi si vedrà.. Calciomercato: quali sono i principali movimenti che si prospettano per la finestra estiva? Ci sono già dei nomi caldi per le squadre della Serie A? Ancora è veramente troppo troppo presto per pensare alla prossima estate, poi prima c’è comunque il mercato di gennaio. Di certo possiamo già dire che Witsel rimane in orbita Juventus: a gennaio o in estate a costo zero.

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16 IDA PICCOLO

VIVI CENTRO JUVE STABIA

Alberico Turi direttore generale del settore giovanile Juve Stabia, da un decennio dirige egregiamente il club, una squadra di qualità con ottimi tecnici con elevato valore tecnico agonistico e professionale da fare invidia a chiunque. Gli allenamenti si svolgono a Torre del Greco “L’Eden” che è composta da tre campi. Porta avanti il settore giovanile riscontrando ottimi risultati ottenuti in campo Regionale e Nazionale con partecipazioni con le Primavere, infatti “quando eravamo in serie B - racconta Turi - facendo il Torneo di Carnevale di Viareggio ottenemmo il massimo mettendo fuori la Juve; sui nostri campi ci sono stati una miriade di calciatori noti, e quindi con un lavoro buono portato a termine col tempo diventa grande”. Come vedi il futuro della squadra? “Migliorano sempre di più, risultati che fanno capire quanto sia importante lavorare in un determinato modo dove regna meritocrazia e il discorso di allenamento di professionisti”. Cambieresti qualcosa nel calcio? “C’è sempre da cambiare; il calcio è in continua evoluzione, metterti in discussione e migliorare gli aspetti giorno dopo giorno, un settore giovanile che negli anni non si è mai appiattito, abbiamo sempre e continueremo a dare tanto - conclude Alberico - nulla e scontato” .

DOMENICO BORRIELLO

Ottobre Giustiniano, grande attesa per la seconda serata E’ da anni che la Parrocchia San Giustino de Jacobis organizza un evento ormai consolidato per la nostra città. Parliamo dell’Ottobre Giustiniano che ha preso il via nello scorso fine settimana con l’apertura dell’anno pastorale e un interessantissimo spettacolo oratoriale che ha intrattenuto i presenti durante la serata. L’Ottobre Giustiniano, la cui sede è il cortile della chiesa di San Giustino de Jacobis sita in Via Calvanese, è un evento che si estende lungo tutte le domeniche del mese di ottobre e che anima le serate della periferia della nostra città da un bel po’ di anni, come abbiamo evidenziato ad inizio articolo. Uno dei momenti che lo ha reso un vero e proprio ‘attrattore’ nel corso degli anni è quello legato ai fuochi d’artificio dell’ultima domenica, un evento che negli anni passati ha lasciato a bocca aperta praticamente tutti. L’attesa, quest’anno invece, è tutta per il grande evento di domenica 9 ottobre, quindi domenica prossima, dato che la serata musicale sarà animata da un graditissimo ospite a sorpresa, elemento che aggiunge suspense e curiosità ad una serata che si preannuncia ricca di divertimento e spensieratezza, dato che oltre alla buona musica ci sarà la possibilità di fare un viaggio culinario decisamente interessante con “O’ pere e o musso” e una degustazione di dolce e salato. Un evento, quello di domenica prossima, che molti casoriani avranno sicuramente già messo in agenda. L’Ottobre Giustiniano, tuttavia, non si ferma con il prossimo weekend e continua anche per la terza domenica del mese, dove il programma prevede una fagiolata e uno spettacolo musicale e danzante. Per la quarta domenica, intitolata “Festa della solidarietà”, la spensieratezza e la voglia di stare insieme prenderanno il sopravvento con “La corrida dei dilettanti allo sbaraglio”. L’Ottobre Giustiniano si chiuderà domenica 30 ottobre con la Solennità di San Giustino de Jacobis.

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DANIELA ABBATE

“Migrantes, tercera dimensión», mostra 3D di Bruno Montagna al CAM di Casoria

Dal 1° ottobre al 7 ottobre, la CAM Factory ha ospitato la mostra 3D di Bruno Montagna, dal titolo “Migrantes, tercera dimensión». L’immediatezza del titolo rispecchia quella delle opere dell’artista: foto selezionate dal web che narrano gli aspetti più drammatici del fenomeno dell’emigrazione, presentate attraverso una chiave di lettura diversa, quella della partecipazione, stimolata dallo straordinario effetto realistico prodotto dalla tridimensionalità. Durante l’inaugurazione, avvenuta alle 19.00 di sabato 1 ottobre, i visitatori del museo hanno vissuto l’esperienza del 3D attraverso occhialini speciali, distribuiti come omaggio dell’artista, che ha reso vive la sofferenza e la disperazione dei migranti che abbandonano le loro terre, ormai distrutte dalla guerre. Il coinvolgimento emotivo è forte, le immagini si muovono, i sentimenti dei soggetti prendono vita, mentre a noi è concesso, per un attimo, di essere lì con loro, catapultati in quella tragica realtà, da cui tutti vorremmo scappare e che

nessuno dovrebbe vivere. Le opere ritraggono le immagini più significative circolate in rete e in tv, a testimonianza degli eventi di cronaca più dolorosi del nostro millennio. Tra di esse, una foto scattata da un barcone, popolato da uomini, donne e bambini sopravvissuti miracolosamente alla traversata, incorniciata da una finestra aperta, attraverso la quale, inermi, li osserviamo da una comoda poltrona. Non manca una delle immagini più strazianti della guerra in Siria: un padre che piange suo figlio morto, sostenendolo tra le sue braccia, come una moderna Pietà.

Un lutto per l’umanità intera. Ma tra le opere di grande impatto c’è, senza dubbio, l’installazione donata al museo dallo stesso artista: una foto che ritrae uomini ammassati, mani tese, volti disperati, in cerca di aiuto al di là del filo spinato, posizionato davanti alla fotografia, in cima a una parete di mattoni, su cui è affisso un salvagente anulare. La chiusura dei confini da un lato, le operazioni di salvataggio dall’altro mettono in risalto l’ipocrisia e la contraddizione delle politiche di accoglienza e di integrazione europee. Un tema che Bruno Montagna riprende in un’originale riproduzione della mappa d’Europa, cinta da mura invalicabili, dal titolo provocatorio: «United walls of Europe». La presentazione di un tema così delicato attraverso uno strumento dinamico e interattivo è stata accolta con grande entusiasmo dei presenti, i quali hanno apprezzato la profonda sensibilità dell’artista, che davanti a immagini del genere ha scelto di non tacere.

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18 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Attività fisica: 23% adulti e 80% adolescenti “non si muovono”

Nonostante i molti stimoli alle pratiche sportive che arrivano dai medici e dai media, una buona fetta della popolazione mondiale non pratica mai attività fisica. Quella della sedentarietà quasi assoluta è una vera e propria pandemia, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Le linee guida raccomandano per gli adulti 2,5 ore di movimento moderato o 75 minuti di attività fisica intensa a settimana e un’ora al giorno per i ragazzi tra gli 11 e 17 anni, ma il 23% degli adulti e l’80% degli adolescenti in età scolare è fisicamente inattivo. Tutto questo ha un forte impatto sulla salute. L’assenza di attività fisica e movimento rappresentano, infatti, una delle prime cause di morte al mondo. Ogni anno ad esempio

quasi 300mila nuovi casi di demenza potrebbero essere evitati se si facesse movimento, visto che l’attività fisica ha un effetto protettivo contro questo tipo di malattia. Un numero destinato ad aumentare, se non cambieranno le cose, visto il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale. Rimangono inoltre forti differenze tra i sessi,

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cioè quello femminile si muove meno di quello maschile in 137 paesi su 146, e sugli anziani, che sono la fascia più a rischio di inattività. La mancanza di tempo è una delle ‘’scuse’’ più utilizzate soprattutto dal mondo femminile. Eppure basterebbero pochi accorgimenti per aumentare il nostro movimento: 1) Salire e scendere le scale tutti i giorni 2) Dedicare almeno 30 minuti del nostro tempo ad una passeggiata a passo svelto 3) Parcheggiare il più lontano possibile dal luogo di lavoro o d’interesse 4) Utilizzare la bici 5) Non rimanere seduti e nella stessa posizione per più di 30 minuti e, se proprio impossibilitati, muovere gli arti il più possibile. Psicologa - Psicoterapeuta

“Il genitore sponsor: quando si condivide uno sport”

Lo sport, soprattutto per la popolazione più giovane, è un’area di gioco, di condivisione in cui si intrecciano aspetti personali e relazionali. Socializzazione, partecipazione, rispetto delle regole e degli altri; il luogo per eccellenza, dove si impara a cooperare e a collaborare. Si organizzano le singole parti per raggiungere un unico condiviso obiettivo: fare un goal a seguito di un’azione di “bel gioco” corale per esempio nel calcio o di una coreografia sincronica nella danza. Ma nella realtà è davvero così? Molto spesso si assistono a scene in cui gli stessi genitori diventano sponsor dei propri figli. Ecco alcune brevi indicazioni per non cadere nella trappola: Prestare ascolto alle loro inclinazioni: è davvero questo lo sport che vostro figlio/a desidera fare? Gli/le avete mai chiesto se si diverte? È vero che i talenti vanno coltivati e molto spesso richiedono una certa dose di “spinta”, ma non dimentichiamoci la passione e il divertimento che mettiamo nelle cose che facciamo, il motore indispensabile delle nostre azioni. Molto spesso, infatti, bisogna stare attenti alle proprie ambizioni ed aspettative che vengono riversate inconsapevolmente sui figli, che finiscono con il portare avanti un sogno che può non essere anche il loro! Quale genitore non vorrebbe un futuro Hamsik? E se poi eccelle in tutt’altro campo che fate? Non lo amereste allo stesso modo? L’importante è partecipare: questa frase indica che occorre educare genitori e figli sia ad accettare la sconfitta sia a vive-

re la vittoria con lo giusto spirito di gioco, dove non ci sono vincitori o vinti, ma persone che hanno partecipato attivamente al massimo delle proprie possibilità e si sono divertite, senza voler a tutti costi “primeggiare”. Rispettare il coach/allenatore/istruttore: l’allenatore, l’istruttore, il coach è un punto di riferimento importante per i vostri figli, è la loro guida: è importante dunque non denigrarlo agli occhi dei propri giocatori. Il legame tra coach e sportivo è infatti fondamentale. Al di là delle tecniche trasmesse, esso infatti, contribuisce in modo significativo al divertimento e al successo della propria squadra. Non passare da uno sport all’altro: molto spesso quando un figlio non primeggia in uno sport o in una squadra, si inizia a fare le trottole, al fine di trovare finalmente il luogo dove il proprio figlio può essere il numero 1! A volte diventa una ricerca infinita, con perdita inutile di energie, finendo con l’impigrire sia il genitore che il figlio, che perdono così la possibilità di sentirsi parte di una squadra e stringere relazioni significative. Bisogna accontentarsi (nel senso positivo del termine “essere contenti”) soprattutto se si osserva che il proprio figlio ha trovato amicizie significative e si diverte a praticare quello sport. La passione, il divertimento, l’impegno, l’allenamento, lo spirito di partecipazione e di cooperazione, questi gli input che lo faranno diventare un vero campione!


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Andrea Angelino

AperiLove, quando il piacere di stare insieme incontra le esigenze di chi ha “bisogno”

E’ proprio vero che la voglia di aiutare il prossimo e le necessità di chi è meno fortunato, si incontrano sul sottile filo della sensibilità umana. Sabato primo Ottobre u.s., l’Associazione Run For Love-project Anna Cerbone, nell’ ambito di un progetto molto ampio volto alla raccolta di fondi per l’ aiuto di persone “meno fortunate” , tra cui ammalati e indigenti, ha organizzato un incontro dal titolo emblematico, “ AperiLove”. L’ evento si è svolto presso il Nemea Energy Village di Cardito, location accattivante e accogliente, che ha visto circa 500 persone, di cui 50 bambini, incontrarsi per stare insieme, divertirsi ma con un denominatore comune aiutare chi è meno fortunato. Ogni invitato ha acquistato un biglietto che gli ha dato il diritto di accedere alla serata e alla consumazione che consisteva appunto in un aperitivo. Quello dell’ aperitivo è stato un pretesto originale per ribadire le “pietre miliari” della RfL e cioè mettere insieme tante persone, con lo scopo di sensibilizzare e riflettere sull’ importanza della solidarietà come mezzo di empatia sociale. Il

grande impegno di tutti gli associati nel rendere questo evento speciale, come del resto ogni iniziativa della RfL, è stato premiato con il successo della serata, sottolineato non solo dalla nutrita presenza di invitati ma anche dalla generosità degli stessi. In un’ atmosfera rilassata e conviviale, si è discusso e resi noti gli obiettivi e le strategie future dell’associazione nei confronti della comunità. Il presidente, Gaetano Brilla, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare gli intervenuti per il sostegno dimostrato, invitandoli a rimanere vicini al “progetto” sentendosi tutti, nessuno escluso, parte integrante di un unico gruppo. Inoltre ha reso noto alla platea che sarà la famiglia del piccolo Davide, bimbo di Acerra, di soli 4 mesi ammalato di tumore, il destinatario del ricavato della serata. L’ assegno “simbolico” è stato consegnato nelle mani nella signora Roberta Castaldo, associata della RfL e amica della mamma del piccolo Davide, delegata dalla signora Manuela Palmisano, responsabile della raccolta fondi “Uniti per Davide”. Sono stati ringraziati i rappresentanti degli sponsor commerciali della squadra podistica RfL, Gaetano Accurso (Union gas), Gennaro Frattulillo (Febal casa Frattamaggiore- F&D Casarredo), Domenico Mangini (Cogema Afragola, union gas point), Stefano De Luca (Rotolcart), Claudio Conte (Caffetteria Conte), Giuseppe Di Palo (B&G Di Palo) e Sossio Grassia (Beyond). Molti dei presenti hanno mostrato interesse verso RfL

Augurissimi

21 settembre 2016 ai novelli sposi

Auguri ad Angelo e Angela Marotta Sposi nella Chiesa dell’Immacolata a Capodimonte. Gli sposi hanno salutato gli amici a Villa Minieri Nola

chiedendo informazioni e palesando l’ intenzione di entrarne a far parte. La serata, inoltre, è stata allietata da intrattenimento ad opera di Dj Red alla consolle, Ettore Forte con musica e canzoni, Giulio Carfora con la Compagnia dei saltimbanchi e gli artisti di “caffè cabaret”, uno spettacolo-intrattenimento per bambini e Tonia Spena con i suoi gadget per i più piccoli. La serata si è chiusa con il taglio della torta in un tripudio di palloncini rosa lasciati volare nel cielo di una notte magica di inizio autunno. Avvenimenti come questo giustificano l’ appellativo che il sottoscritto diede alla RfL cioè “La grande ambizione”. Oggi più che mai rilancio l’ hashtag #AmeMLikeRunForLoveprojectAnnaCerbone. Grazie Anna.

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Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 6 ottobre 2016

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